5 minute read
Quel blocco da rimuovere nella catena del risparmio pag
QUEL BLOCCO DA RIMUOVERE NELLA CATENA DEL RISPARMIO
Un dialogo con Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, sul futuro (sostenibile) del risparmio gestito e del rapporto fra italiani e investimento, oggetto di una ricerca svolta in collaborazione con Censis. I risultati del secondo Rapporto sulle scelte di investimento saranno discussi al prossimo Salone del Risparmio
Advertisement
Davide Mosca
I
l 2021 è finora un anno positivo per i numeri del risparmio gestito. Il patrimonio dell’industria ha superato per la prima volta nella sua storia i 2.500 miliardi di euro e la raccolta netta di oltre 47 miliardi nei primi sei mesi del 2021 dimostra il progressivo ritorno a considerare quote maggiori di investimento da parte dei risparmiatori. Questo non toglie che molto sia ancora da fare. Soprattutto se guardiamo al fenomeno dell’ingente mole di liquidità detenuta dalle famiglie italiane.
Con quale atteggiamento guardate ai dati sulla propensione al risparmio delle famiglie?
Da un lato è una possibilità per le case di gestione e dall’altro un punto che deve essere indagato molto in profondità per capire come favorire uno sblocco di risorse nell’interesse sia dei risparmiatori che del sistema economico del Paese. L’inflazione è un pericolo reale e, inoltre, l’Italia ha bisogno delle risorse anche dei capitali privati per ripartire.
È per questo che è stato creato il rapporto Censis-Assogestioni sulle scelte di investimento degli italiani?
Lo scopo stesso dell’Associazione ci impone di guardare a tutta l’industria. Quella del risparmio gestito deve essere concepita come una catena del valore e dal nostro posizionamento mediano, tra consulente (investitore finale) e aziende, deriva una grande responsabilità per una allocazione realmente efficiente del capitale. L’innovazione passa dalla ricerca e dall’educazione e per fare passi in avanti serve una conoscenza specifica delle propensioni degli investitori e degli ostacoli comportamentali che ne precludono l’accesso ai mercati dei capitali. Per questo motivo è nato il rapporto Censis-Assogestioni sulle scelte di investimento degli italiani. I risultati della prima edizione, pubblicata a luglio 2020, avevano mostrato un 68% dei cittadini preoccupati per la situazione economica familiare e dunque il dominio della cautela anche se le entrate del 71% dei percettori di reddito non erano state intaccate. La pandemia è stato un evento che ha toccato tutti in ogni ambito dell’esistenza e quello finanziario non poteva certo fare eccezione. Sarà molto interessante misurare nel dettaglio ciò che è cambiato nella propensione dei risparmiatori dopo un anno intenso come quello che abbiamo appena vissuto.
La seconda edizione del rapporto, che verrà presentata al prossimo Salone del Risparmio, è incentrata sugli investimenti sostenibili. Perché questa scelta e che cosa vi aspettate?
La ricerca è un contributo per capire quanto valori e strumenti improntati alla sostenibilità siano oggi realmente in grado di incidere sulle scelte finanziarie degli italiani. Per i gestori la strada è ormai segnata. Siamo chiaramente oltre la semplice scelta di come allocare le risorse tenendo conto in modo esclusivo di fondamentali societari o di settore. È maturata la consapevolezza della necessità di considerare
fattori aggiuntivi rispetto alle sole metriche finanziarie. Dare vita ad un’industria sostenibile è, però, possibile solo se gli asset manager, oltre ad innovare i propri modelli di business, contribuiscono al cambiamento dei modelli di business delle società a cui si espongono e all’educazione degli investitori su questi temi. In questo modo l’investimento diventa non solo una forza di allocazione dei capitali, ma una forza di innovazione trasformativa a livello generale.
Natura e portata delle tematiche, tanto della ricerca svolta con Censis quanto del Salone del Risparmio, con il termine innovazione che spicca scorrendo i titoli delle conferenze, lasciano intravedere una possibilità di maggiore vicinanza del risparmio gestito all’economia reale e alle persone rispetto al passato. Siamo in presenza di un’occasione epocale per il settore?
Questo è un momento decisivo ma dobbiamo essere consapevoli che ancora molto deve essere compreso e soprattutto fatto per raggiungere un obiettivo da cui dipende la forma che avrà il nostro futuro. La sostenibilità non può essere ridotta alla sfida ambientale, così come l’innovazione non può essere ridotta alla rivoluzione digitale. Questi sono i due fattori trasformativi oggi in atto su cui sappiamo di più e per cui è più chiara la portata dirompente di un cambiamento che investirà per intero i modelli economici e sociali.
Tutti devono fare uno sforzo, insomma, investitori finali compresi?
L’educazione finanziaria è un dovere per l’intera catena del valore e l’impegno da parte di tutti deve aumentare visto che, come certificano i rapporti periodici Consob, il nostro Paese continua ad essere in ritardo per quanto riguarda le conoscenze sul tema. Utilizzare la parola sforzo fa, però, pensare ad un obbligo o imposizione. In realtà, capire quanto una corretta pianificazione finanziaria può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di vita di ognuno dovrebbe essere associato più ad un termine come opportunità. Alla possibilità, cioè, di guardare in modo consapevole al futuro.
Cosa sanno e pensano gli italiani della sostenibilità in generale e degli strumenti finanziari Esg (Enviromental, Social and Corporate Governance) che ad essa si richiamano? Qual è la propensione ad investire in strumenti finanziari green nella più generale evoluzione del rapporto con il risparmio, in questo tribolatissimo tempo? Sono i quesiti di partenza di una ricerca che è il primo vero termometro del rapporto tra italiani e sostenibilità in ambito finanziario, con un’attenzione specifica per gli strumenti Esg. Una survey su un campione nazionale rappresentativo di 1.000 italiani maggiorenni e una su un panel di 270 consulenti finanziari hanno consentito di delineare un quadro attualissimo di opinioni, scelte, comportamenti e aspettative. I risultati saranno presentati nel corso della conferenza Da risparmiatore a investitore sostenibile che si terrà il prossimo 15 settembre alle ore 12.00 nell’ambito del Salone del Risparmio 2021. Giorgio de Rita, segretario generale Censis, presenterà dati inediti per fornire lo stato attuale e le direttrici di sviluppo del rapporto tra risparmiatori italiani e sostenibilità. A seguire una tavola rotonda con rappresentanti di vertice del mondo dell’asset management approfondirà sforzi e risultati dell’industria su questo tema centrale. Chiusura affidata a Paolo Ciocca, Commissario Consob, che fornirà lo sguardo del regolatore.