INTRODUZIONE DI ALDO COLONETTI EMILIO AMBASZ 13 ARCHEA 17 CHRISTIAN BALZANO 21 CLAUDIO BELLINI 25 MARIO BOTTA 29 MICHEL BOUCQUILLON 33 SERGIO MARIA CALATRONI 37 CENTRO STILE LEUCOS / MARCELLO JORI 41 SANDRO CHIA 45/49 PAINÉ CUADRELLI E FRANCESCA RHO 53 RICCARDO DALISI 57 MICHELE DE LUCCHI 61 ODILE DECQ 65 FLAVIO FAVELLI 69 LEO FENDER / JOHN “CRASH” MATOS 73 JACOPO FOGGINI 77 IL “DO” DEI MASBEDO DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS 81 PER DO UT DO 2014 MASSIMO GIACON 85 ANNA GILI 89 STEFANO GIOVANNONI 93 ALESSANDRO GUERRIERO 97 MARIA CRISTINA HAMEL 101 DANIELE INNAMORATO 105 MASSIMO IOSA GHINI 109 DANIEL LIBESKIND 113 DONIA MAAOUI 117 ANTONIO MARRAS 121 EMILIANA MARTINELLI 125 RICHARD MEIER 129 FRANCO MELLO 133 ALESSANDRO MENDINI 137 ANGELO MICHELI 141 MARIO NANNI 145 JEAN NOUVEL 149 LUIGI ONTANI 153 MIMMO PALADINO 157 LUCA PANCRAZZI 161 FRANCESCO PATRIARCA 165 FABIO ROTELLA 169 ANDREA SALVETTI 173 WILLIAM SAWAYA 177 LUCA SCACCHETTI 181 CLAUDIO SILVESTRIN 185 ETTORE SOTTSASS 189 PHILIPPE STARCK 193 TARSHITO 197 AXEL VERVOORDT 201
Do ut do do ut do• è un contenitore di iniziative dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli che ha lo scopo di raccogliere fondi a favore della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus. Ogni due anni do ut do propone eventi dedicati all’arte, alla musica, alla moda, al design, all’arte culinaria, coinvolgendo istituzioni, imprese, collezionisti. L’edizione 2012 è stata dedicata all’arte contemporanea, madrina d’eccezione Yoko Ono. L’edizione 2014 di do ut do è dedicata al design e i donatori delle opere sono designer, architetti, artisti o aziende produttrici che si cimentano in oggetti con valore d’uso. Tutte le opere donate alla Fondazione Hospice Seràgnoli saranno esposte in tre importanti musei italiani, MAXXI, MADRE, MAMbo, e saranno attribuite – con estrazionea sorte – a coloro che hanno effettuato una donazione per sostenere le attività della Fondazione stessa. • il nome do ut do è stato ideato da Alessandro Bergonzoni.
do ut do• is a container of initiatives promoted by the Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli, with the aim of raising funds for Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus. Biyearly do ut do proposes events dedicated to art, music, fashion, design, culinary art, involving institutions, companies, collectors. The 2012 edition was dedicated to the contemporary art, launched by an exceptional godmother, Yoko Ono. do ut do’s 2014 edition is dedicated to the design and the donors of the works are designers, architects, artists or manufacturing companies who test themselves with the creation of objects, raising about the question of use. All the works donated to the Fondazione Hospice Seragnoli will be exhibited in three important italian museums, MAXXI, MADRE, MAMbo, and will be awarded – through a lottery – to those who have made a donation to support the activities of the Foundation itself. • the name do ut do has been conceived by Alessandro Bergonzoni.
IL DESIGN E GLI ALTRI Il design industriale si fa sempre in due: l’azienda e il progettista. La sua qua-
lità risiede proprio in questo dialogo tra due tensioni che vanno nella direzione opposta, ma trovano poi nel prodotto finale, il risultato di questa dialettica. Da un lato, l’inventiva e il desiderio di essere “unici” e originali, dall’altro, la necessità, e, quindi, la responsabilità, di dare forma concreta all’idea, in modo tale da trasformare una potenzialità in un atto, riconoscibile e, soprattutto, in grado di parlare un linguaggio universale. Perché di questo si tratta: ovvero, passare da una riflessione soggettiva, o comunque, che ha trovato nell’interpretazione di una persona la propria identità, per arrivare a un codice comune, capace di trasformare un’intuizione individuale in un prodotto, in un servizio, in un linguaggio, anche se solo espressivo e fortemente simbolico, il cui significato possa essere riconosciuto anche da “altri”. È l’altro, quasi come se fosse una categoria filosofica, a determinare il valore di qualsiasi attività progettuale, intendendo quest’ultima nel suo significato più ampio: design, certamente, ma anche grafica, architettura, ovvero tutti quei linguaggi che hanno nell’“altro” la condizione della propria esistenza, e, quindi, la ragione e il valore di un percorso conoscitivo. Perché progettare significa conoscere il mondo da un punto di vista che è sempre soggettivo; quando Platone scrive il suo testamento filosofico, la famosa “settima lettera”, una vera e propria summa del suo pensiero ma anche una sorta di bilancio di tutta l’attività di ricerca, dei propri fallimenti politici nei diversi tentativi di realizzare una “società perfetta”, fondata sulla filosofia, ha in mente un tipo di conoscenza possibile e concreta, anche se molto lontana dalla verità, ovvero dall’“Idea”. Il suo esempio è molto chiaro, anche per quanto riguarda l’attività progettuale di un designer contemporaneo; Platone prende il cerchio come esempio e scrive: “Cerchio è una cosa che ha un nome che ora abbiamo pronunciato; ma è anche la sua definizione, ovvero quella figura che ha tutti i punti estremi ugualmente distanti dal centro; ma cerchio è anche ciò noi disegniamo, che cancelliamo se non siamo soddisfatti della sua costruzione, che si costruisce al tornio; ma cerchio è anche conoscenza, l’intuizione che abbiamo intorno a queste cose. Infine, cerchio è soprattutto la cosa in sé, che non saremmo mai in grado di conoscere compiutamente, ma che rimane come tensione verso la verità”. Per Platone, come per i nostri designer, tutti i gradi della conoscenza appartengono all’uomo, necessari anche se parziali, come a dire che la poltrona ergonomica di Emilio Ambasz, molto diversa dalla sedia di Sandro Chia o da quella di William Sawaya, è se stessa proprio in relazione al fatto che è imperfetta, come tutte le altre, rispetto all’idea di sedia, necessaria per disegnare tutte le sedie possibili, ma irraggiungibile proprio in virtù della sua perfezione astratta. L’astratto ci consente di disegnare qualsiasi cosa concreta, a patto che si rispetti la “definizione”; disegnare significa realizzare “cose” che, progressivamente, cambiando i materiali, le tecnologie, i processi produttivi, i contesti culturali e simbolici, si avvicinano, senza mai raggiungerla, all’idea, la cosa in sé: nel nostro caso, l’idea della sedia. Ecco, risiede proprio qui la ragione teorica del design. Lo si potrebbe definire come linguaggio della differenza, in quanto è in grado, più dell’arte, di rispettare gli elementi fondamentali di una forma, di un oggetto già memorizzato, reinventandolo all’infinito, alla ricerca di ciò che non troveremo mai: appunto, “la cosa in sé”, così come è stata definita da Platone.
D’altro canto, che cosa è l’ospitalità, se non ricercare nell’altro una parte di sé, tentare di rimettere ordine nel disordine dell’esperienza quotidiana? – disordine nel suo significato epistemologico e non su quello etico –. I designer, anche i più “disordinati”, nel significato di trasgressione dei canoni e delle regole “vigenti” che cosa sono se non ricercatori di qualcosa che non c’è ancora? Il non-ancora di molti oggetti, presenti in questa mostra, non è altro che tappa di un percorso infinito verso, appunto, la “cosa in sé”. È molto indicativo, da questo punto di vista, e, soprattutto, possiede un grande sapore ermeneutico, il progetto di Philippe Stark, “Tools for Juicy Salif”, che non è altro che lo stampo del famoso spremiagrumi, disegnato per Alessi. È quasi un esercizio filosofico: ti faccio vedere il processo industriale con il quale è possibile realizzare centinaia, migliaia di oggetti, tutti uguali, ma totalmente inutili rispetto a ciò che dichiarano di saper fare. È tutta una contraddizione, è un segno di grande disordine nei riguardi dell’ordine a cui siamo abituati quando utilizziamo uno strumento per fare una determinata azione; ma con questo, non significa che non abbia, questo oggetto, un proprio ordine intrinseco, certamente inatteso e al di fuori della tradizione. Forse è proprio così che lentamente siamo in grado di ritrovare, nell’altro, una parte di noi; dietro le quinte, attraverso un sorriso, e, forse, perché no, proprio quando pensiamo di avere perso l’ordine a cui eravamo abituati, ritroviamo la speranza di non essere soli perché esiste sempre qualcuno, come per gli oggetti, che supera la nostra capacità di prevedere, mostrandoci un nuovo percorso conoscitivo. Forse risiede in questa tensione, in questo non-ancora, l’analogia tra l’attività della Fondazione Hospice e il progetto do ut do, 2014 Design per Hospice: anche il designer aspetta sempre qualcuno in grado di individuare in un oggetto progettato, un significato che vada oltre la ragione per cui l’ha pensato. Che cosa sono, ad esempio, le casette realizzate in legno da Michele De Lucchi, nella mostra abbiamo la numero 256, perché fino ad ora tante ne ha prodotte, tutte diverse, anche il legno utilizzato, mentre lo strumento, generalmente, è una motosega? Anche in questo caso De Lucchi, mettendo tra sé e il mondo della professione a cui è necessario fare riferimento affinché le idee possano diventare “cose”, lo spazio di un’utopia personale, dove le dimensioni, i materiali, i processi, gli strumenti utilizzati rappresentano scelte personali, non finalizzate agli “altri”, non fa altro che interrogarsi davanti allo specchio, per ritrovare, forse, tra il desiderio da un lato, e la necessità di rispettare le tradizionali regole del gioco dall’altro, una propria autenticità che s’interroga, anche in questo caso, intorno al non-ancora dell’architettura. Design come linguaggio della differenza, perché siamo contemporaneamente uguali e differenti, ma anche progettare per il non-ancora, facendo in modo di lasciare tracce concrete nel mondo, certamente imperfette, magari disordinate rispetto al “mondo delle idee” di Platone, ma vere e soprattutto destinate ad essere migliorate, perché progettare significa anticipare. Come scrive Kant, nella “Critica del Giudizio”, la prima grande estetica della modernità, “l’arte strappa dalla corrente, che trascina le cose del mondo, l’oggetto della sua contemplazione, ponendolo isolato davanti a sé: ferma la ruota dei tempi”. Anche il design tenta di fermare la ruota dei tempi, alla ricerca di una soluzione, assoluta e perfetta, che non sarà mai possibile; ma questo, bellezza, significa progettare! Aldo Colonetti, Direttore di Ottagono
DESIGN AND THE OTHERS Industrial design has always been made of two halves: the company and the
designer. Its quality lies precisely in this dialogue between two tensions that go in opposite directions but come together in the final product, the result of this dialectic. On the one hand, there is inventive creativity and the desire to be “unique” and original, and on the other hand, the need and therefore the responsibility to give concrete form to the idea, to turn potential into a recognizable deed that, first and foremost, speaks a universal language. Because this is what it is about: in other words, moving from a subjective thought, or at any rate a thought that has found its identity through a person’s interpretation, to arrive at a common code that can transform individual insight into a product, a service, into a language, even if only expressive and highly symbolic, the meaning of which can also be recognized by “others”. It is the other, almost as if it were a philosophical category, which determines the value of any project activity, understanding it in its broadest sense: design, certainly, but also graphic design and architecture. In other words, all those languages whose condition of existence relies on the “other”, and therefore, the reason and value of a cognitive process. Because design means knowing the world from a point of view that is always subjective. When Plato wrote his philosophical testament, the famous “Seventh Letter”, a veritable summa of his thinking but also a kind of account of all his research, his political failures in the various attempts to achieve a “perfect society” founded on philosophy, he had a possible and practical kind of knowledge in mind, although very far from the truth, or from the “Idea”. His example is very clear, also in terms of the work of a contemporary designer. Plato takes the circle as an example, and writes: “The circle is a thing that has a name that we have now spoken; but it is also its definition, which is the figure that has all of its extreme points equally distant from the centre. But a circle is also what we draw, and erase if we are not happy with how it turns out. It is designed on a lathe, but the circle is also knowledge, the intuition we have about these things. Finally, the circle is above all, the thing in itself that we will never be able to fully understand, but which remains as a striving for the truth”. For Plato, as for our designers, all levels of knowledge, necessary even if partial, belong to man. It is like saying that the ergonomic chair by Emilio Ambasz, very different from the chair by Sandro Chia or that of William Sawaya, is itself precisely in relation to the fact that it is imperfect, like all the others, with respect to the idea of the chair. It is necessary to design all the possible chairs, but it is unreachable by virtue of its abstract perfection. The abstract quality allows us to design any concrete thing, as long as we respect the “definition”. Designing means making “things” that, gradually, changing the materials, technologies, production processes, the cultural contexts and symbolic approach, come close to the idea, without ever reaching it, the thing in itself: in our case, the idea of the chair. The theoretical reasoning behind design lies precisely here. It could be defined as the language of difference, inasmuch as, more than art, it has the capacity to respect the fundamental elements of a form, of an object that has already been memorized and is being endlessly reinvented, in the quest for something we will never find: simply, “the thing in itself”, as defined by Plato.
On the other hand, what is hospitality, if not the search for another part of ourselves, an attempt to restore order in the chaos of the everyday experience? - disorder in its epistemological meaning and not its ethical one. What are designers, even the most “disorderly” ones, in the sense of transgression of the canons and rules “in force”, if not researchers into something that is not there yet? The not-yetness of many objects in this exhibition is none other than a stage in an infinite path towards the “thing in itself”. Philippe Stark’s “Tools for Juicy Salif” is very indicative, from this point of view, and, above all, has a great hermeneutic quality, while being nothing more than the mould of the famous juicer, designed for Alessi. It is almost a philosophical exercise: I’ll show you the industrial process by which you can make hundreds, thousands of objects, all the same, but totally useless in terms of what they are supposed to be able to do. It is all a contradiction, a sign of great disorder in relation to the order we are used to when we use a tool to perform a particular task, but this does not mean that this object does not have its own unexpected and unconventional intrinsic order. Perhaps this is exactly how we can slowly find, in the other, a part of ourselves, behind the scenes, through a smile, and, maybe - why not - just when we think we have lost the order we were so used to, we find the hope of not being alone because there is always someone, just as with objects, who surpasses our ability to predict, showing us a new path of knowledge. Perhaps it is in this tension, in this quality of not-yetness, that the analogy between the activities of the Hospice Foundation and the project do ut do, 2014 Design for Hospice lies. The designer too is always waiting for someone to be able to discern a designed object, a meaning that goes beyond the reasoning behind his design. For example, what are the wooden boxes designed by Michele De Lucchi? We have 256 in the exhibit, because he has produced so many up to now, all different, even the wood used, while the tool is generally a chainsaw. Again in this case, De Lucchi, putting a personal utopian space between himself and the professional world to which he must refer so that ideas can become “things”, where size, materials, processes, and tools used are personal choices, not intended for “others”, does nothing but question himself in front of the mirror, perhaps finding his own questioning authenticity, somewhere amidst desire and the need to comply with the traditional rules of the game, surrounding this architecture that has not yet come into being. Design here is like a language of difference, because we are the same and different contemporaneously, but also designing what does not yet exist, ensuring that a trace is left in the concrete world, undoubtedly imperfect, perhaps disorderly compared to Plato’s “world of ideas”, but real and above all destined to be improved upon, because design also means thinking ahead. As Kant writes, in his “Critique of Pure Reason,” the first great modern critical work on aesthetics, “art pulls out of the current, which sweeps along things of the world, the object of his contemplation, placing it isolated in front of him. It stops the wheel of time”. Design also attempts to stop the wheel of time, seeking an absolute and perfect solution, an impossible solution. But this is what design means! Aldo Colonetti, Director of Ottagono
WWW. DOUTDO.IT/MASBEDO.HTML
http://www.doutdo.it/masbedo.html
MASBEDO – BIOGRAFIA Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970) vivono e lavorano tra Milano e Berlino. Hanno partecipato a diverse esposizioni collettive internazionali tra le quali: 2012 Castello di Rivoli, Torino; Giornate degli Autori, LXIX Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; 2011 Art Unlimited, Art Basel; MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; 2010 GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; 2009 LIII Biennale di Venezia; 2006 Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; 2013 Clouds. Landscape from Romanticism to the present, Leopold Museum di Vienna. Le loro opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private tra le quali: Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Torino – Castello di Rivoli; MACRO, Roma; DA2 Museo di Arte Contemporanea Salamanca, CAAM, Las Palmas, Junta de Andalucia; CAIRN Digne, Tel Aviv Art Museum.
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Il do dei MASBEDO Look Beyond Video monocanale, HD Apple Prores 12780 x 720, durata 7’34”, edizione unica. Il video Look Beyond è stato realizzato appositamente per la Fondazione Hospice Seràgnoli, da Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970), uniti artisticamente con l’acronimo MASBEDO, tra i più interessanti protagonisti della video arte internazionale. “Contaminazione” è una parola chiave per comprendere la loro pratica artistica, caratterizzata da un costante sconfinamento in altre discipline. Cinema, teatro, musica e letteratura si fondono in un’alchimia di immagini esteticamente ricercate e di grande suggestione emotiva: intrecci visivi complessi, dall’atmosfera poetica ed allo stesso tempo sconcertante, collocati in una dimensione atemporale. Una poetica che gli artisti amano definire “esistenzialismo tecnologico” poiché si tratta di una riflessione di tipo esistenziale sulla condizione umana condotta attraverso un linguaggio sofisticato e tecnologicamente innovativo. Look Beyond è traducibile come uno sguardo “oltre”, uno sguardo “al di là”. Si riferisce all’impulso vitale che supera il pensiero e introduce un flusso di immagini complesse che creano con lo spettatore una relazione ricca di stimoli visivi ed intellettuali. Nel video si alternano immagini di carattere scientifico, provenienti da un istituto oftalmico, ad immagini poetiche ed evocative di struggente bellezza, un susseguirsi di visioni liriche della natura e di sguardi in primissimo piano, infantili, femminili. Immagini dell’occhio come organo della vista, ma anche come veicolo di emozioni e di ricordi, come soglia che trasmette le emozioni dall’esterno all’interno. E poi immagini simboliche di mani che si sfiorano, che si intrecciano, che accarezzano l’acqua. È un lavoro sulla memoria e sul ricordo in cui si intrecciano, da una parte, un’indagine poetica sulla permanenza delle immagini nella memoria e dall’altra un’analisi di tipo scientifico sulla percezione delle immagini. Gli artisti hanno infatti condotto la loro ricerca nei territori della scienza traendo ispirazione da un esame oculistico: la fluorangiografia retinica, dalla quale risulta che l’occhio è un organo vivo e costantemente ricettivo che viene stimolato dalle immagini anche se in quel preciso istante l’attenzione o la consapevolezza del soggetto sono assenti. Da questa suggestiva indicazione è nata l’idea di mettere in scena un possibile dialogo tra la sofferenza e l’emozione della bellezza, della speranza e dei ricordi; così come è nata la volontà di restituire immagini intese come stimoli visivi, come impulsi vitali al di là del pensiero.
MASBEDO – BIOGRAFIA Nicolò Masazza (Milano, 1973) and Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970) live and work between Milan and Berlin. They have partecipated in several international exhibitions: 2012 Castello di Rivoli, Torino; Venice Days – Giornate degli Autori, LXIX Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; 2011 Art Unlimited, Art Basel; MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; 2010 GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; 2009 LIII Biennale di Venezia; 2006 Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; 2013 Clouds. Landscape from Romanticism to the present, Leopold Museum di Vienna. Their works are featured in many public and private collections: Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Torino – Castello di Rivoli; MACRO, Roma; DA2 Museo di Arte Contemporanea Salamanca, CAAM, Las Palmas, Junta de Andalucia; CAIRN Digne, Tel Aviv Art Museum.
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MASBEDO’s do Look Beyond Single-channel video, Apple ProRes HD 12780 x 720, duration 7’34”, unique edition. The video Look Beyond was produced specifically for the Seràgnoli Hospice Foundation, by Nicolò Masazza (Milan, 1973) and Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970), an artistic duo that goes by the name of MASBEDO, one the most interesting producers of video art on the international scene. The word “Contamination” provides the key to understanding their artistic practice, characterized by a constant encroachment onto other disciplines. Cinema, theatre, music and literature come together in an alchemy of aesthetically sophisticated and highly evocative images: there are complex visual interweavings, a poetic and at the same time disconcerting atmosphere, set in a timeless dimension. The artists love to call their poetics “technological existentialism” because it is an existential reflection on the human condition conducted using a sophisticated and technologically innovative language. Look Beyond refers to the vital impulse that goes beyond thought and involves a flow of complex images that create a stimulatingly rich visual and intellectual relationship with the viewer. In the video, scientific images from an ophthalmic institution alternate with hauntingly beautiful poetic and evocative images, a series of lyrical visions of nature and close-ups of children and women. The images are those of the eye as a sight organ, but also as a vehicle of emotion and memories, as a threshold that conveys the emotions from the outside to the inside. And then there are symbolic images of hands that touch, that are intertwined, that caress water. It is a work about memory and memory interwoven, on the one hand, with a poetic investigation into the permanence of images in the memory and, on the other hand, a scientific analysis of the perception of images. In fact, the artists conducted their research in scientific areas, drawing inspiration from an ophthalmological examination: the retinal fluorescein angiography, and from this we learn that the eye is a living organ constantly receiving images and being stimulated by them, even if in that precise moment, attention and awareness of the subject are absent. This striking information inspired the idea of creating a dialogue between suffering and the emotion of beauty, hope and memories. Thus the desire to present images intended as visual stimuli was born, as vital impulses beyond thought.
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Emilio Ambasz “Come sedersi su un guanto”.
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Emilio Ambasz Nato in Argentina, ha conseguito la laurea e un Master in Architettura alla Princeton University (New Jersey). Curatore della sezione “Design” presso il MOMA di New York dal 1969 al 1976, è membro onorario dell’American Institute of Architects. Universalmente riconosciuto come il precursore della “Green Architecture”, ha ricevuto numerosi premi nel campo dell’architettura e del design tra cui si ricordano in particolare quelli ritirati al MOMA di New York (due volte), a La Triennale di Milano (due volte), all’Art Institute di Chicago, al Museo di Arte Contemporanea “Reina Sofia” di Madrid.
Modello di poltrona d’ufficio ergonomica – Schienale Alto – Modello di studio finale. Pezzo unico
1987, h 110 x 65 x 65 cm Produttore: Autoproduzione Produzione manuale. Rivestimento in pelle, struttura di acciaio, imbottitura in poliuretano, meccanismi. Donatore: Emilio Ambasz
Modello di una poltrona d’ufficio completamente automatica, progettata ergonomicamente e capace di una vasta gamma di prestazioni. Questo esemplare punta più sulla qualità estetica che sui valori espressivi della sua tecnologia particolarmente avanzata per un risultato “soft tech”. Il rivestimento è sfilabile e può essere personalizzato con soluzioni di tappezzeria diverse. Il meccanismo automatico di inclinazione in avanti giova alla circolazione sanguigna degli arti inferiori, mentre il perno dell’alto schienale potenzia l’appoggio della schiena. La produzione in serie di questo modello ha vinto il Premio Compasso d’Oro 1991.
Emilio Ambasz
Emilio Ambasz, born in 1943 in Argentina, studied at Princeton University. He completed the undergraduate program in one year and earned, the next year, a Master’s Degree in Architecture from the same institution where he taught as Philip Freneau Professor of Architecture. He served as Curator of Design at the Museum of Modern Art, in New York (1969-76), He is an Honorary Fellow of the American Institute of Architects. Acknowledged as the precursor of Green Architecture he is the recipient of numerous architectural and design awards as well as one-man shows at, among others, the Museum of Modern Art, New York (twice), La Triennale di Milano (twice), The Arts Institute of Chicago, The Museum of Contemporary Art Reina Sofia-Madrid.
Model of ergonomic office chair – High Back – Model of the final study. Made by hand: one piece
1987, h 110 x 65 x 65 cm Manufacturer: Made by designer Leather upholstery, steel structure, polyurethane padding, mechanisms. Donor: Emilio Ambasz
Model of a fully automatic office chair, ergonomically designed with a wide range of features. This example aims more for aesthetic quality than the expressive values of its particularly advanced technology, achieving a “soft tech” result. The upholstery is removable and can be customized with different solutions. The automatic forward tilting mechanism helps blood circulation in the lower limbs, while the column of the high backrest enhances back support. The series production of this model won the Compasso d’Oro Award in 1991.
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Archea “Quando si dona un oggetto, si dona qualcosa del suo ideatore, la sua storia, la sua conoscenza, le sue aspettative ed i suoi desideri; non si dona cioè soltanto un bene materiale, piuttosto si trasferiscono ad altri la tensione e le emozioni che animano i nostri pensieri. Questo è ciò che conta, ciò che vale, ciò che conferisce un senso alla nostra vita”.
WWW.ARCHEA.IT WWW.SEC-FIRENZE.COM
Archea Fondato a Firenze nel 1988 da Laura Andreini, Marco Casamonti e Giovanni Polazzi, Archea è un network di oltre 80 architetti, operativi a Milano, Roma, Pechino, Dubai, San Paolo, oltre alla sede di Firenze. Nel 1999, ai fondatori si è associata Silvia Fabi, coordinatrice delle attività di progettazione dello studio. Gli interessi e le attività di ricerca di Archea muovono dal paesaggio alla città, dall’edificio al design e i progetti spaziano dalla grafica all’editoria, con la direzione e redazione della rivista internazionale “Area”. Gli associati svolgono una parallela attività nelle Facoltà di Architettura di Firenze e Genova. Molti i riconoscimenti internazionali e la partecipazione a più rassegne della Biennale di Architettura di Venezia. Tra i progetti più significativi: la Biblioteca Comunale di Nembro (Bg), la trasformazione dell’ex Magazzino Vini del Porto di Trieste, la nuova Cantina Antinori a San Casciano Val di Pesa (Fi), l’UBPA B3-2 Pavilion al World Expo 2010, e la Città della Ceramica presso Li Ling in Cina.
Plissé – Pezzo unico
2014, h 13 cm, diam. 10 cm – Produttore: S.E.C. Fusione a cera persa. Finitura esterna martellata con brunitura naturale, interno smalto acrilico. Argento (AG 925). Donatori: Studio Archea, S.E.C
Il bracciale è in argento ma la sua configurazione ricorda un elemento sartoriale e, come per molti capi di abbigliamento, è bicolore: argento all’esterno, smaltato in giallo acido nella parte interna. A seconda della svasatura che si intende mostrare, può essere infilato in più maniere e, quando non è indossato, si trasforma in un vero e proprio elemento di arredo: se appoggiato su una superficie piana, può rappresentare un ornamento della tavola o di un mobile, un vaso. La dimensione, la forma articolata e il materiale lucente gli conferiscono la dignità di un oggetto di design.
Archea
Founded in Florence in 1988 by Laura Andreini, Marco Casamonti and Giovanni Polazzi, Archea is today a network of more than 80 architects operating in Milan, Rome, Beijing, Dubai, São Paolo as well as in the headquarter office in Florence. The founding partners were joined in 1999 by Silvia Fabi who coordinates the design activities of the architcture practice. The interests and research activities of the firm range from the landscape to the city, from buildings to design. The projects vary from graphic design to publishing – through the direction and editorship of the international review “Area”. Each partner conducts research at the architecture faculties of Florence and Genoa. The firm has won numerous international recognitions and has participated in several editions of the Venice Biennale of Architecture. Most important projects of the firm comprise: the Municipal library of Nembro (Bg), the transformation of the former Wine Warehouse of the harbour of Trieste, the new Antinori Winery in San Casciano Val di Pesa (Fi), the UBPA B3-2 Pavilion at the World Expo 2010, and the city of ceramics near Li Ling in China.
Plissé – Unique piece
2014, h 13 cm, diameter 10 cm Manufacturer: S.E.C. Investment casting. External finish hammered with natural burnishing, enamelled inside. Silver (AG 925). Donors: Studio Archea, S.E.C
The bracelet is in silver but its shape resembles something sartorial and, like most garments, it has two colours: silver on the outside, enamelled acid yellow on the inside. Depending on the angle of the flare one wishes to show, it can be worn in a number of ways and, when not being worn, it transforms into a truly decorative piece of furnishing if resting on a flat surface, and can act as a table or furniture ornament, a vase. The size, the elaborate form and shiny material give it the dignity of a design object.
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Christian Balzano “Il tessuto diventa una forma d’integrazione sociale partecipativa basata sulla condivisione degli stessi diritti, sulla quale si sviluppa e si evidenziano differenze culturali, religiose, etniche. L’invito è quello di fare la propria scelta che inesorabilmente condizionerà anche il destino di altre persone”.
WWW.CHRISTIANBALZANO.COM
Christian Balzano Nato a Livorno, dove vive e lavora, tra il 2009 e il 2010 è stato in Argentina con l’esposizione itinerante “Luci del destino”, organizzata dal LuCCA – Lucca Center of Contemporary Art. Nel 2010 a Art Basel, griffa per la Fiat la fiancata di una 500. Nel 2011 è invitato alla 54° Biennale d’Arte di Venezia – Padiglione Italia, Museo Pecci e a settembre alla 4° Edizione della Biennale di Arte Contemporanea di Mosca. Nel maggio 2012 l’Istituto Italiano di Cultura di Washington DC gli chiede di realizzare una mostra personale, “Everywhere Nowhere”, presso l’Ambasciata Italiana, in collaborazione con il LuCCA. Nel gennaio 2013 partecipa alla collettiva “Mine” presso la Galleria Underline di New York. A giugno è invitato nel Padiglione della Repubblica del Costarica durante la 55° Biennale d’Arte di Venezia e prende parte ad una kermesse internazionale di videoarte, “The world in rolls”, in diverse città del mondo. Nel 2014 è invitato dal LuCCA alla collettiva “Inquieto Novecento”.
Make your Choice – Pezzo unico
2013, h 160 x 140 x 140 cm Produttore: Autoproduzione Tecnica mista. Lampadario/scultura in cotone, resina, rame, materiale elettrico. Donatore: Christian Balzano
Il lampadario-scultura è composto da una serie di elementi tridimensionali uniti insieme e muniti di illuminazione a basso consumo. Queste forme riprendono la simbologia che ormai è parte della produzione artistica di Balzano e sono eseguite su tela grezza tipo “ghinea” 100% puro cotone. Rotoli recuperati in un vecchio magazzino, prodotti dalla ditta “Cotonificio Veneziano” negli anni ‘40/’50 e utilizzati per cucire federe e lenzuola. Questo lavoro è parte di un’eterna ricerca di equilibrio tra razionalità e istinto, religione e credenze popolari, essere e apparire, vita e morte.
Christian Balzano
Christian Balzano was born in Livorno (Tuscany) Italy, where he lives and works. Between 2009 and 2010 has been engaged in Argentina with a traveling exhibition entitled “Luci del Destino”, organized by the LuCCA - Lucca Center of Contemporary Art. In 2010, he was present at Art Basel Miami, performing on the side of a Fiat 500. In 2011 he was invited to the 54th Venice Art Biennale, Italian Pavilion, Museo Pecci. In September, he was invited to the 4th Moscow Biennale of Contemporary Art. In May 2012, the Italian Cultural Institute in Washington DC asked him to create a solo show, “Everywhere Nowhere”, at the Italian Embassy, in collaboration with the LuCCA. In January 2013 took part in the group exhibition “Mine” at the Underline Gallery, New York. In June he was invited in the Pavilion of the Republic of Costa Rica during the 55th Venice Art Biennale. Again in 2013 he took part in an international festival of video art, “The world rolls on”, touching different cities around the world. In 2014 he was invited by LuCCA the collective “Inquieto Novecento”.
Make your Choice – Unique piece
2013, h 160 x 140 x 140 cm Manufacturer: Made by designer Mixed technique. Chandelier/sculpture in canvas, resin, copper, electric material. Donor: Christian Balzano
This sculpture-chandelier is made of a series of joined tri-dimensional elements with low lighting. These shapes, produced on rough “ghinea” 100% cotton canvas, recall a symbology which is now part of Balzano’s artistic production. Such canvas rolls, found in an old storage area made by “Cotonificio Veneziano” in the 40’s-50’s, were meant to become pillow cases and sheets. This work is a part of a never-ending search for balance between rationality and instinct, religion and folk beliefs, being and appearance, life and death.
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Claudio Bellini “Sintesi di una solida e dinamica rappresentazione dell’agire umano”.
WWW.CLAUDIOBELLINI.COM WWW.MASCAGNIUFFICIO.IT
Claudio Bellini Architetto e designer milanese, nel 1990 si laurea in Architettura e Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Subito dopo gli studi, inizia a lavorare per la “Mario Bellini Associati” intraprendendo una serie di esperienze internazionali e partecipando a importanti progetti di ricerca. Nel 1998 introduce una visione del tutto nuova nel panorama contemporaneo dei sistemi per uffici con la progettazione “TW Collection”. Nel 1996, insieme al padre, fonda “L’Atelier Bellini”, dove porta avanti progetti e concorsi di architettura, di prodotti e di mobili, per l’Italia e per l’estero. Nel 2003 diventa art director per Barazzoni che trasforma in una delle aziende di maggior successo in Italia nel settore degli utensili da cucina.
MAST Chrome – Pezzo unico realizzato ad hoc per do ut do
2013, 281x168 cm – Produttore: Mascagni MDF e cristallo extrachiaro verniciati cromo. Scrivania presidenziale con piano in cristallo e mobile laterale a due cassetti. Donatore: Mascagni
Eleganza e funzionalità, un binomio inscindibile che diviene scultura nei volumi che si intersecano fino a creare un ponte di comando, sintesi solida e dinamica della rappresentazione dell’agire umano. Un agire che diviene giorno dopo giorno certezza, senza tentennamenti o ripensamenti, un solido punto di arrivo nel viaggio della vita. “Mast” è il connubio di materiali pregiati, il prodotto presidenziale che con le sue volumetrie e le sue sorprendenti sospensioni rende ogni desiderio possibile.
Claudio Bellini
Architect and designer from Milan, in 1990, he obtained a degree in Architecture and Industrial Design from Politecnico di Milano. After completing his studies, he started working closely with the “Mario Bellini Associates” practice, carrying out a series of international undertakings. In 1998 introduced a totally new approach to the contemporary scene of office systems, designing the “TW Collection”. In 1996, with his father, he founded the “Atelier Bellini”, where he was involved in architectural projects, architectural competitions, furniture and product design, in Italy and abroad. In 2003, he became the Art Director for Barazzoni, transforming this business into one of the most successful kitchen utensil companies in Italy.
MAST Chrome Unique piece created for do ut do
2013, 281x168 cm – Manufacturer: Mascagni MDF and extraclear crystal painted Chrome. Presidential desk with crystal top and lateral cabinets with two drawers. Donor: Mascagni
Elegance and function are inextricably linked to form a sculpture of intersecting structures, creating a bridge, a command post, representing the solid, dynamic essence of human action. This action becomes, day after day, without hesitation or second thoughts, the certainty of having reached a clear milestone along the journey of life. “Mast” is the union of precious materials, technical solutions and far-reaching aspirations, the presidential furniture with its spatial elements and stunning suspended sections shows that any dream is possible.
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Mario Botta “Un vaso è fatto per ricevere i fiori, simboli di bellezza ma anche di fragilità. Il mio dono è un atto di amicizia e di stima nei confronti dell’impegno etico della Fondazione Hospice Seràgnoli”.
WWW.BOTTA.CH WWW.GIUSEPPEROSSICONE.IT
Mario Botta La sua opera si ispira ai maestri Le Corbusier, Louis I. Kahn e Carlo Scarpa. Architettura e memoria costituiscono per lui un binomio inscindibile e le trasformazioni attuate dall’architettura diventano parti del paesaggio umano. L’importanza della luce, quale generatrice dello spazio, e le forme geometriche primarie costituiscono i segni distintivi della sua ricerca. Dalle case unifamiliari in Canton Ticino, il suo lavoro ha affrontato molte altre tipologie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei – tra i quali il MOMA e il Bechtler negli Stati Uniti o il MART in Italia – e edifici del sacro, tra i quali la cattedrale della Resurrezione in Francia, una sinagoga in Israele e la recente cappella Granato in Austria.
Vaso 13 – Tiratura limitata
1999/2000, h 37,5 x 43 x 16 cm Produttore: Giuseppe Rossicone. Ceramiche artistiche, Milano Ceramica a smalto nero. Donatori: Mario Botta, Giuseppe Rossicone Ceramiche artistiche, Milano
La collezione privata di tredici vasi in ceramica, di cui fa parte l’esemplare donato, è stata creata richiamando la metafora dell’albero. Gli oggetti si presentano come architetture da tavolo, mostrano la dimensione e la misura del gesto e delle mani che le hanno plasmate. Sono vasi smaltati in nero opaco con le sezioni dei tronchi nel colore della terracotta. La presenza dei fiori con i disegni e i colori che li caratterizzano contrasta con la geometria semplice delle forme primarie che gli oggetti offrono. “Vaso 13” è firmato sul fondo “Mario Botta P.A.”.
Mario Botta
His work was inspired by Le Corbusier, Louis I. Kahn and Carlo Scarpa. Architecture and memory are an indissoluble couple, as the transformations brought about by architecture become parts of the human landscape. The importance of light and the primary geometrical shapes constitute the distinctive marks of his research. From the single-family houses in Ticino his work has comprised many other building typologies such as: schools, banks, administration buildings, libraries, museums (among which the MoMA and the Bechtler museums in the USA or the MART museum in Italy) and sacred buildings (among which the Cathedral of the Resurrection in France, a synagogue in Israel and the recent Garnet chapel in Austria).
Vase 13 – Limited edition
1999/2000, h 37,5 x 43 x 16 cm Manufacturer: Giuseppe Rossicone. Ceramiche artistiche, Milan Matt black enamel terracotta. Donors: Mario Botta, Giuseppe Rossicone. Ceramiche artistiche, Milan
The gift is part of a collection of thirteen terracotta vases, moulded to form an allusion to trees. The objects are presented as table architectures, and they demonstrate the size and the scope of the gestures and of the hands that crafted them. They are matt black enamel vases and the sections of their trunks are in terracotta colour. The presence of flowers with their distinctive shapes and colours contrasts with the plain geometry of these primary forms. “Vase 13” is signed on the bottom “Mario Botta P.A.”
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Michel Boucquillon “Mi piace l’idea di partecipare all’iniziativa del “DO UT DO”. Dovremmo tutti essere coinvolti, in maniera attiva o passiva, in questo tipo di aiuto. Donare arte o design per aiutare i pazienti degli Hospice Seràgnoli a vivere meglio la malattia è un’idea molto bella”.
WWW.MICHELBOUCQUILLON.COM WWW.ADAMANTX.IT
Michel Boucquillon Nato in Belgio, è laureato in Architettura. Nel 1986 riceve il premio per l’Architettura “Van Hove” a Bruxelles per il progetto della stazione TGV. Nel 1988, a soli 26 anni, vince il Concorso di Architettura per l’Emiciclo del Parlamento Europeo di Bruxelles di cui disegnerà anche l’arredamento. Questo importante lavoro gli apre le porte del mondo del design. Nel 1994 apre il suo primo studio a Bruxelles e nel 2000 ne apre un altro, dedicato al product-design, in Italia. Nel 2005 vince il premio Design Plus a Francoforte per la sua vasca “Strip”. Nel 2007 riceve il premio Good Design di Chicago con le posate “Unique” e nel 2011 il Compasso d’Oro 2011” – Menzione d’Onore a Roma per la sedia “Regista”. Lo sgabello “Bague” è stato originariamente esposto al Museo MAXXI di Roma. Ora vive in Toscana nella sua “Casa Boucquillon”, luogo di sperimentazione, di meditazione e di lavoro.
Bague – Pezzo unico
2014, h 88 x 45 x 47 cm – Produttore: Adamantx® Controllo numerico, Resina Adamantx®. Donatori: Michel Boucquillon, Adamantx®
Lo sgabello “Bague” assieme al relativo tavolo fa parte di una collezione. Questo sgabello sculturale, la cui forma è ispirata a un anello, è stato realizzato da un unico blocco di poliuretano. Il tipo di finitura è esclusivo per do ut do.
Michel Boucquillon
Born in Belgium, he has a degree in Architecture. In 1986, he received the “Van Hove” Award for Architecture in Brussels for the design of the TGV station. In 1988, at the age of just 26, he won the Architecture Contest for the Hemicycle of the European Parliament in Brussels, for which he also designed the decor. This important work opened the doors of the design world to him. In 1994 he opened his first studio in Brussels and in 2000 opened another one in Italy, dedicated to product-design. In 2005, he won the Design Plus award in Frankfurt for his “Strip” bathtub. In 2007, he received the Good Design Award of Chicago with “Unique” cutlery, and in 2011, the Compasso d’Oro 2011 “- Honourable Mention in Rome for the “Regista (Director)” chair. The “Bague” stool was originally exhibited at the MAXXI Museum in Rome. He now lives in Tuscany in his “Casa Boucquillon”, a place for exploration, meditation and work.
Bague – Unique Piece
2014, h 88 x 45 x 47 cm Manufacturer: Adamantx®
The “Bague” stool together with the related table is part of a collection. The form of this sculptural stool is inspired by a ring, and was made from a single block of Polyurethane. The type of finish is exclusive to do ut do.
CNC, Adamantx® resin. Donors: Michel Boucquillon, Adamantx®
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Sergio Maria Calatroni “Come un fiore, senza alcun fine�.
WWW.TECOLLECTION.IT
Sergio Maria Calatroni Negli ultimi dieci anni ha insegnato Museografia all’Università di Tokyo. Ha ideato, come direttore creativo di Stephan Marais by Shiseido, un concetto rivoluzionario di bellezza per l’industria cosmetica che sintetizza la nuova cultura orientale e occidentale, rappresentando un significativo punto di svolta nello sviluppo del packaging design. Nel 2011 ha aperto in Italia uno studio di design insieme all’amico d’infanzia Nunzio Tonali denominato “Te” che significa “Virtù” ma anche forza, potenza ed efficienza, che produce esclusivi pezzi di design per interni realizzati con rari tipi di marmo. A Marrakech ha fondato MAAAM – Morocco All Anonymous Art Marrakech, scuola internazionale di nuove sperimentazioni. Per il Ministro del Commercio giapponese ha creato il brand “Nipponsense” che contribuisce a promuovere il design giapponese in tutto il mondo. Attualmente sta lavorando ad una serie di fotografie, parte di diverse mostre in Europa e Australia dedicate alla bellezza senza tempo giapponese.
Causarum – Pezzo unico
2013, h 43 x 30 x 21 cm Produttore: Te Collection Marmo bianco di Carrara. Donatori: Sergio Maria Calatroni, Nunzio Tonali per Te Collection
Si allude a un solido non simmetrico. Ritroviamo questa immagine anche nel contesto delle avanguardie del ‘900 come “moto dinamico delle masse”. L’asimmetria appare qui come “momento di progressione verso un compimento che troverà nella simmetria la sua realizzazione – Gratia perficit naturam –”. La creatura come l’opera è un puro nulla.
Sergio Maria Calatroni
In the last 10 years, as a visiting professor, he has taught museography at The Tokyo University. As a creative director for the Stephan Marais by Shiseido he has realized a revolutionary concept of beauty for the cosmetic industry which synthesizes the new oriental and western cultures and which has marked a significant turning point in the development of packaging design. In 2011 he has created his own design company in Italy, with a dear childhood friend Nunzio Tonali, called Te, which means ‘Virtue’, but also vigor, potency and efficiency. Te produces exclusive interior design pieces made out of rare types of marble coming from all over the world. In Marrakech he has founded a new experimental international school – MAAAM which stands for ‘Morocco All Anonymous Art Marrakech’. For the Japan Ministry of Commerce and Industry he has created a brand “Nipponsense” with the scope of promoting the Japanese design in other parts of the world. Currently he is working on a series of photographs which will become a part of several exhibitions in Europe and in Australia dedicated to the timeless Japanese beauty.
Causarum – Unique piece
2013, h 43 x 30 x 21 cm Manufacturer: Te Collection White Carrara marble. Donors: Sergio Maria Calatroni, Nunzio Tonali per Te Collection
It alludes to a non-symmetric solid. We can also find this in the 20th century avant-garde as a “dynamic motion of the masses.” Asymmetry appears here as a “moment of progression towards a fulfillment that will take place in the finding of symmetry - Gratia perficit naturam - “. The creature, just like the work, is pure nothingness.
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Centro Stile Leucos / Marcello Jori “Leucos, brand noto nell’illuminazione, vanta una lunga tradizione, ma allo stesso tempo ha sempre guardato al futuro nella scelta dei materiali e nell’applicazione di tecnologie inedite. Sempre attenta al mercato e alle tendenze, non dimentica ed è sensibile alle iniziative di solidarietà nei vari ambiti. Ora a do ut do il design, il bello, la luce a favore del sociale per dare speranza”. Leucos
“Solo per portare della luce dove ce n’è bisogno”. Marcello Jori
WWW.MARCELLOJORI.IT WWW.LEUCOS.COM
Centro Stile Leucos / Marcello Jori BIOGRAFIA CENTRO STILE LEUCOS Anche se il termine risuona vago in realtà un centro stile, come il Centro Stile Leucos, è il risultato di esperienza, conoscenza ed abilità, un bagaglio che è posseduto e reso disponibile da persone, le stesse che da sempre rendono possibile la creazione di oggetti che nascono da un’idea. Questo team affiatato realizza le lampade che nascono dalle idee dei designer e da quelle dell’Azienda stessa. Così “The Great JJ” è il risultato di un’ispirazione e di una convinzione, dopo aver elaborato e compreso le grandi possibilità di sviluppo di un design iconico come “JJ”. Il tempo ha salvato questa idea originale, rendendola inossidabile alle mode, lasciando percepire che l’essenzialità delle sue linee poteva essere declinata su funzioni diverse dall’originale, scendendo dal tavolo per svilupparsi su utilizzi diversi. BIOGRAFIA MARCELLO JORI Nato a Merano, negli anni ’70 frequenta a Bologna la facoltà di Storia dell’Arte, dove incontra Renato Barilli che curerà la sua prima mostra alla Galleria De’ Foscherari (1977). Si afferma tra i protagonisti della scena artistica italiana, partecipando a tre Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d’Arte Moderna, Roma; Studio Morra e Galleria Trisorio, Napoli; Studio Marconi, Milano; Galleria De’ Foscherari, Bologna; Corraini, Mantova; Hayward Gallery, Londra; Kunstverein, Francoforte; Holly Solomon, New York. Del 2000 è la personale alla GAM di Bologna che ripropone l’opera fotografica degli anni ’70. Nel 2013 presenta al Castello di Tirolo la sua opera scritta e illustrata a mano “La Città Meravigliosa degli Artisti Straordinari” e presenta al Museion di Bolzano La gara della bellezza, con acquerelli dedicati all’opera di Georges Seurat. Ancora nel 2013, per la rivista Flash Art, inizia la prima storia dell’arte a puntate, scritta, disegnata e diretta da un artista.
The Great JJ – Pezzo unico
2008-2014, terra: estensione max h 420 cm, l 385 cm; sospensione: Ø 56 cm; max h 390 cm Produttore: Leucos Dipinta a mano. Smalti su alluminio. Lampadine: 1 x max 250W E27 alogena. Donatori: Leucos, Marcello Jori
Nata nel 1937 dalla creatività progettuale di Jac Jacobsen, la lampada “JJ” è una delle icone di design più famose al mondo. Leucos ne ripropone l’archetipo, rivisitando l’originale esclusivamente nelle proporzioni. Design rigoroso, purezza di linee e la scelta di una materiale come l’alluminio sono le caratteristiche principali che hanno reso questa lampada un modello senza tempo, ancora oggi contemporaneo. “Un intervento delicato di pittura bianca e grigia e argento, su una lampada bianca. Piccole geometriche esistenze di luce che non ne disturbano la forma, ma ne impreziosiscono il contenuto. Gioie nate sull’oggetto come cristalli sulle pareti di una grotta”. M. Jori
Centro Stile Leucos / Marcello Jori
BIOGRAPHY CENTRO STILE LEUCOS Although the term sounds vaguely actually a style center, such as the Centro Stile Leucos, is the result of experience, knowledge and skill, a wealth that is owned and made available to people, the same ones that have always made it possible to create objects born from an idea. This close-knit team realizes that the lamps are born from the ideas of the designers and those of the company itself. So “The Great JJ” is the result of an inspiration and a conviction, after having prepared and understood the great possibilities of development of an iconic design as “JJ”. The time has saved this original idea, making it timeless to fashion, leaving perceive that the essence of its lines could be declined on different functions from the original, down from the table to develop on different uses. BIOGRAPHY MARCELLO JORI Born in Merano, in the 1970s, Jori attended the Faculty of the History of Art in Bologna, where he met Renato Barilli, who curated his first solo exhibition at the Galleria De’ Foscherari (1977). He established himself as one of the leading artists on the Italian scene, participating in three Venice Biennials, the Biennial in Paris, and two Quadrennials in Rome. His work is exhibited in national and international galleries and museums, including: Galleria d’Arte Moderna, Rome; Studio Morra and Galleria Trisorio, Naples; Studio Marconi, Milan; Galleria De’ Foscherari, Bologna; Corraini, Mantua; Hayward Gallery, London; Kunstverein, Frankfurt; and Holly Solomon, New York. In 2000, he had a retrospective at the GAM in Bologna that exhibited his photographic work from the 1970s. In 2013, at the Castello del Tirolo, he presented the work he wrote and illustrated by hand, “The Marvellous City of Extraordinary Artists” and at the Museion in Bolzano, he presented “The beauty race”, with watercolours dedicated to the work of Georges Seurat. Again in 2013, for the magazine Flash Art, he began his first serialized history of art, written, drawn and directed by an artist. The Great JJ – Unique piece
2008-2014, Floor – max extension h 420 cm, l 385; suspension Ø 56 cm; max h 390 cm Manufacturer: Leucos Hand painted. Enamels on aluminium. Bulbs: 1 x max 250W E27 halogen. Donors: Leucos, Marcello Jori
First designed in 1937 by the creativity of Jac Jacobsen, the lamp “JJ” is one of the most famous icons of design in the world. Leucos proposes the archetype, revisiting the original solely proportions. A rigorous design, clean lines and the choice of a material such as aluminum are the main features that have made this lamp a timeless, yet contemporary today.
“A delicate work involving white, gray and silver painting on a white lamp. Small geometric light presences that do not upset the form but rather enhance the content. Joyous creations born on the object like crystals on the walls of a cave”. M. Jori
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Sandro Chia “Aiutare gli altri”.
WWW.SANDROCHIA.COM WWW.GORILAB.IT
Sandro Chia Nato a Firenze, allestisce la sua prima personale a Roma (1971); da questo momento inizia una delle carriere più brillanti dell’arte contemporanea con mostre, retrospettive e opere presso musei e gallerie di tutto il mondo. Dal 1982 è a New York per circa vent’anni. Fra le sue esposizioni personali più importanti: Royal Academy di Londra (1981); Stedelijk Museum, Amsterdam e Guggenheim, New York (1983); Metropolitan Museum, New York (1984); Galleria Nazionale, Berlino (1984, 1992); poi Parigi (1984), Dusseldorf (1984), Anversa e Città del Messico (1989); Palazzo Medici Riccardi, Firenze (1991); Villa Medici a Roma (1995); Palazzo Reale, Milano (1997); Galleria Civica, Trento (2000); Palazzo Pitti e Museo Archeologico Nazionale, Firenze (2002); Duomo di S. Agostino, Pietrasanta (2005); la grande retrospettiva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2010) e Transavanguardia al Palazzo Reale di Milano (2011) entrambe curate da Bonito Oliva.
Sedie con due volti Pezzo unico (composto da due pezzi)
2013, h 80 x 50 x 50 cm Produttore: Gori Lab / Archimede Falegnameria Lavorazione a mano. Legno e bronzo. Donatori: Sandro Chia, Gori Lab, Archimede Falegnameria
Sedie in legno laccato nero, con lo schienale alto. Sugli estremi sono posizionate due sculturine in bronzo raffiguranti due volti.
Sandro Chia
Sandro Chia was born in Florence in 1946. After studying art, he travelled extensively in India, Turkey and most of Europe before settling in Rome in 1970. During this period his work rediscovered a painterly style leading him to take part to the Transavanguardia movement. In the 80s he moved to New York City and he soon exhibited at the Biennials of Paris, San Paolo and Venice. Among his most important solo shows we have to mention the Metropolitan Museum of New York, the Berlin Nationalgalerie, the Musée d’Art Moderne of Paris, Mexico City, Palazzo Reale in Milan, the Boca Raton Museum of Art in Florida, the Galleria Civica in Trento, the Galleria Nazionale di Arte Moderna in Rome. In 2003, the Italian State purchased three of his major works for the permanent collection of the Italian Senate at Palazzo Madama, and he took part to the Italian Pavilion of the 53rd Venice Biennial in 2009. Today he lives between Miami, Rome and Montalcino.
Chairs with two faces – Unique piece
2013, h 80 x 50 x 50 cm Manufacturer: Gori Lab / Archimede Falegnameria
Chairs in black lacquered wood, with high backs. Positioned on the outermost ends are two bronze figurines depicting two faces.
Handmade. Wood and bronze. Donors: Sandro Chia, Gori Lab, Archimede Falegnameria
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Sandro Chia “L’arte non è un ornamento dell’esistenza umana ma ne è condizione essenziale, capace di produrre reali cambiamenti nel tessuto della nostra società”. Franco e Roberta Calarota
WWW.SANDROCHIA.COM
Sandro Chia Nato a Firenze nel 1946, dopo gli studi d’arte, visita l’India, la Turchia e gran parte dell’Europa prima di fermarsi a Roma nel 1970. Durante questi anni il suo lavoro riscopre il linguaggio pittorico che lo porterà a prendere parte alla Transavanguardia. Negli anni Ottanta, New York diventa la sua città d’elezione ed espone presto alle Biennali di Parigi, San Paolo e Venezia. Tra le mostre personali più significative ricordiamo quelle presso il Metropolitan Museum di New York, la National Galerie di Berlino, il Musée d’Art Moderne di Parigi, Città del Messico, Palazzo Reale a Milano, il MOMA di Boca Raton in Florida, la Galleria Civica di Trento, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Nel 2003 lo Stato Italiano acquista tre sue opere per la collezione permanente del Senato della Repubblica a Palazzo Madama e nel 2009 partecipa al Padiglione Italia della 53a Biennale di Venezia. Attualmente vive e lavora tra Miami, Roma e Montalcino.
Mappamondo 6 – Pezzo unico
2011, h 44 x 46 x 25 cm Produttore: Autoproduzione Maiolica policroma e bronzo dorato. Donatori: Franco e Roberta Calarota
“Mappamondo 6” fa parte di un ciclo di opere commissionate all’artista dalla Galleria d’Arte Maggiore per una grande esposizione al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza nel 2011, in cui Chia dà vita a nuove sperimentazioni con la materia. L’artista crea un continuum poetico in cui il segno si trasferisce dalla tela alla superficie ceramica, alla terra, ne abbraccia i segreti e ne coglie le fragilità, in un dialogo intrigante tra due linguaggi ben distinti: il bronzo e la ceramica.
Sandro Chia
Sandro Chia was born in Florence in 1946. After studying art, he travelled extensively in India, Turkey and most of Europe before settling in Rome in 1970. During this period his work rediscovered a painterly style leading him to take part to the Transavanguardia movement. In the 80s he moved to New York City and he soon exhibited at the Biennials of Paris, San Paolo and Venice. Among his most important solo shows we have to mention the Metropolitan Museum of New York, the Berlin Nationalgalerie, the Musée d’Art Moderne of Paris, Mexico City, Palazzo Reale in Milan, the Boca Raton Museum of Art in Florida, the Galleria Civica in Trento, the Galleria Nazionale di Arte Moderna in Rome. In 2003, the Italian State purchased three of his major works for the permanent collection of the Italian Senate at Palazzo Madama, and he took part to the Italian Pavilion of the 53rd Venice Biennial in 2009. Today he lives between Miami, Rome and Montalcino.
Globe n° 6 – Unique piece
2011, h 44 x 46 x 25 cm Manufacturer: Self-production Polychrome majolica and bronze. Donors: Franco e Roberta Calarota
“Mappamondo 6” is part of a series of works commissioned to the artist by Galleria d’Arte Maggiore for an important show at the Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza in 2011. In this series Chia gives birth to new experimentations with the matter. The artist creats a poetic continuum where the sign is transferred from the canvas to the ceramic surface, to the clay, embraces its secrets and reflects its fragility in an intriguing dialogue between two clearly distinct languages: bronze and ceramic.
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Painè Cuadrelli & Francesca Rho “Per Giacomo Leopardi (Zibaldone): ‘L’effetto naturale e generico della musica in noi, non deriva dall’armonia ma dal suono, il quale ci elettrizza e scuote al primo tocco quando anche sia monotono’. Doniamo il Cementofono a do ut do con la speranza che riesca a suscitare gli stessi sentimenti di sollievo in tutti coloro che dialogheranno con esso”.
WWW.PAINECUADRELLI.COM WWW.COMPL8.COM WWW.ITALCEMENTI.IT
Painè Cuadrelli & Francesca Rho Painè Cuadrelli Sound designer, produttore musicale e dj, compone e produce dischi, colonne sonore per film, documentari, installazioni, mostre e progetti di comunicazione. Lavora sulle intersezioni tra musica elettronica, mixed-media e memoria sonora collaborando con Istituzioni, Musei e Aziende di moda e design. È coordinatore del corso di Sound Design allo Ied di Milano dove insegna Progettazione del Suono. Ha fondato ed è direttore artistico della piattaforma di mixed-media “Compl8 Produzioni”. Francesca Rho Studentessa di Laurea Magistrale in Design & Engineering presso il Politecnico di Milano, e laureata in Design del Prodotto Industriale, ha sempre avuto un interesse per tutto ciò che riguarda l’arte e l’ingegneria.
Cementofono Pezzo Unico (composto da due pezzi)
2014, h 45,6 x 59,4 x 104,8 cm Produttore: Italcementi Colaggio in stampo, i.design EFFIX (malta cementizia). Donatori: Painè Cuadrelli, Francesca Rho, Italcementi
Il Cementofono è un diffusore acustico per esterni che consente di creare un ambiente sonoro. Tramite l’interazione attiva, per mezzo della voce, o passiva, con un dispositivo tecnologico, è possibile ottenere un’amplificazione del suono le cui onde creano uno spazio suggestivo, ridefinendo i confini del luogo circostante. In occasione di do ut do sono stati realizzati appositamente due pezzi: uno nel bianco naturale del materiale e uno in arancione “Gold” ed è stato composto un paesaggio sonoro diviso un due parti complementari che possono essere scaricate dall’utente attraverso dei QR Code. www.doutdo.it/cementofono
Painè Cuadrelli & Francesca Rho
Painè Cuadrelli Sound designer, music producer and dj, he composes and produces records, soundtracks for movies, documentaries, installations, exhibitions and communication projects. He works on the intersections between electronic music, mixed-media and sonic memory, collaborating with public and private organisations, museums and fashion and design firms. He is coordinator of the Sound Design course at Milan’s Istituto Europeo di Design (Ied), where he teaches Sound Design. He is founder and art director of Compl8 Produzioni, a mixed-media company. Francesca Rho Graduated in Product Design, she is attending the Master’s Degree in Design & Engineering at Politecnico di Milano, She has always been interested in everything related to arts and engineering.
Cementofono Unique piece (composed of two parts)
2014, h 45,6 x 59,4 x 104,8 cm Manufacturer: Italcementi Mould casting. I.design EFFIX (dry cementitious mortar). Donors: Painé Cuadrelli, Francesca Rho, Italcementi
Cementofono is an outdoor diffuser that allows creating a unique sound ambience. Activated either by voice or through a technological device, it amplifies sound waves which create a striking atmosphere redefining the boundaries of the surrounding space. Two pieces were specifically made for the “Do ut Do” event: one in white to reproduce the natural colour of the basic i.design Effix material and the other one in orange gold. A soundscape has been created for the project, composed of two complementary files that users can download through QR codes. www.doutdo.it/cementofono
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Riccardo Dalisi “Che sia una stella sempre più lucente e colorata il do ut do”.
WWW.RICCARDODALISI.COM
Riccardo Dalisi Nato a Potenza, fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Negli anni Settanta è stato tra i fondatori della “Global Tools”, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone dell’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” italiana. Da sempre impegnato nel sociale (fondamentale l’esperienza con i bambini del Rione Traiano e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli e di Scampia), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica. Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni anni si è dedicato alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra ricerca universitaria, architettura, design, scultura, pittura, arte e artigianato.
Irradiare si può – Pezzo Unico
2013, h 160 x 60 x 20 cm Produttore: Autoproduzione Forex e acrilici.
Mobiletto in forex dipinto con acrilici. Donatore: Riccardo Dalisi “Può un mobile essere generoso, lungimirante, cordiale, disinteressato, gentile, “irradiante”? E anche: un po’ arrabbiato, a volte. Sarebbe splendido se, con i suoi colori, fosse sempre tra cose belle, tra sentimenti nobili, tra speranze fondate in un lago di comprensione, di ascolto dell’altro, di com-passione”. Riccardo Dalisi
Riccardo Dalisi
Born in Potenza, Dalisi has been professor in Design at the Facoltà di Architettura of the University of Naples “Federico II”. In the 70’s, together with Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi and others, he was co-founder of the Global Tools, an anti-school of Architecture and Design which was a frontier post for all those who were engaged in the avant-garde movement of the “Radical Architecture”. Always engaged in social challenges (we remind the crucial initiatives in “neighbourhood participation” in Naples: with the children in the Rione Traiano quarter and, more recently, with young people in the Rione Sanità and Scampia) he has always kept research and education strictly linked in both fields of architecture and industrial design; in recent years, he has more and more taken art as the main path of his life. In 1981 he won the Compasso d’oro for his research on the Neapolitan coffee maker. In the latest 30 years he has been increasing his work of connecting the different fields of academic research, architecture, industrial design, sculpture, painting, art and articraft.
One can radiate – Unique piece
2013, h 160 x 60 x 20 cm Manufacturer: Made by designer Forex and acrylics.
Forex cabinet painted in acrylics. Donor: Riccardo Dalisi “Can a piece of furniture be generous, forward-looking, cordial, selfless, nice, and “radiant”? And also a little angry at times. It would be wonderful if, with its colours, it were always surrounded by beautiful things, by noble feelings, hopes founded on a lake of understanding, listening to others, compassion.” Riccardo Dalisi
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Michele De Lucchi DONARE “Mi piace la generosità e so che invece ai malvagi non piace perché non ne possono ricavare niente e fanno finta di essere generosi per cercare un tornaconto”.
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Michele De Lucchi Architetto, è stato tra i protagonisti di “Alchimia” e “Memphis”. Ha sviluppato lampade e arredi per le più importanti industrie italiane, come Artemide, Olivetti, Alias, Unifor. Ha ristrutturato edifici per Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia, Zambon. Ha curato molti allestimenti di mostre d’arte e design e progettato edifici per musei come la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino. Il lavoro professionale è stato sempre accompagnato dalla ricerca personale sui temi della tecnologia e dell’artigianato. Nel 1990 ha creato “Produzione Privata”, nel cui ambito disegna prodotti che vengono realizzati impiegando tecniche artigianali. Una selezione dei suoi oggetti è esposta nei più importanti musei del mondo.
Casetta 256 – Pezzo unico
2012, h 21 x 38 x 21 cm Produttore: Autoproduzione Betulla lavorata a motosega e burattata. Donatore: Michele De Lucchi
Dal 2004 De Lucchi scolpisce con la motosega “casette” in legno per cercare l’essenzialità della forma architettonica. “(…) Sono passato dalla leggerezza e dal silenzio della matita alla rudezza e al fracasso della motosega, senza però rinunciare alla ricerca della delicatezza. Sono casette di legno pieno, trovate dentro ai tronchi degli alberi morti. Sono state lavorate delicatamente con la motosega, rifilate con passaggi successivi, modellando la superficie con “pennellate” fatte dalla lama.” Michele De Lucchi, 2005
Michele De Lucchi
Architect. Michele De Lucchi was a prominent figure in movements like Alchimia and Memphis. He designed lamps and furniture for the most known Italian companies, as Artemide, Olivetti, Alias, Unifor. He restored buildings for Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia, Zambon. He has taken care of numerous art and design exhibitions and has planned buildings for museums as the Triennale di Milano, the Palazzo delle Esposizioni of Rome and the Neues Museum in Berlin. His professional work has always gone side-by-side with a personal exploration of technology and crafts. In 1990 he founded Produzione Privata, a small scale company where products are realized using artisan techniques and crafts. Selections of his products are exhibited in the most important design museums in the world.
Casetta 256 – Unique piece
2012, h 21 x 38 x 21 cm Manufacturer: Made by designer Birch cut by chainsaw with tumble abrasion finish. Donor: Michele De Lucchi
From 2004 De Lucchi sculptures little wooden houses with the chain saw to create the essentiality of the architecture. (…) I moved from the lightness and quietness of the pencil to the roughness and din of the power saw, but without sacrificing my effort to treat the wood tenderly. These are solid little houses, found inside dead tree trunks knocked down by the wind. They were delicately worked with the power saw, and then trimmed by successive stages, modeling the surface with “brush-strokes” applied by the blade. Michele De Lucchi, 2005
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Odile Decq “Black pearl finger glove Black pearl finger soft armour Black pearl finger bandage When protection meets pearl It becomes more than a jewel�.
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Odile Decq Nel 1978, subito dopo la laurea, stabilisce il suo ufficio a La Villette, mentre frequentava il master in Urbanistica all’Istituto di Studi Politici di Parigi che consegue nel 1979. Acquisisce subito fama a livello internazionale aggiudicandosi nel 1990 la realizzazione della Banque Populaire de l’Ouest a Rennes. Mettendo in discussione la commessa, l’uso, la materia, il corpo, la tecnica e il gusto, la sua architettura fornisce uno sguardo paradossale, morbido e rigoroso allo stesso tempo, sul mondo di oggi. Nel 1996 è premiata con il Leone d’Oro a Venezia. Da allora, Odile Decq è rimasta fedele al suo atteggiamento da combattente, diversificando e radicalizzando la sua ricerca. Nel 2010 ha completato il MACRO – Museo di Arte Contemporanea di Roma, nel 2011 il ristorante dell’Opera, e nel 2012 il FRAC – Museo di Arte Contemporanea di Rennes e ha appena terminato nel 2013 il quartier generale di GL Events a Lione. Il lavoro di Odile Decq include la pianificazione urbana, l’architettura, il design e l’arte. Una versatilità che le è stata riconosciuta nel 2013 ricevendo il titolo di “Designer dell’Anno – Maison&Objet” e recentemente con il “Prix Femme Achitecte”.
Black pearl finger glove – Pezzo unico
2014, l 6 cm – Produttore: Genesia Perle Gioiello artigianale realizzato manualmente e composto da perle nere. Donatori: Odile Decq, Genesia Perle
Grande anello composto da 45 perle nere Freshwater unite da un cordone elastico.
Odile Decq
Odile Decq set up her own office just after graduating at La Villette in 1978 while studying at Sciences Politiques Paris where she completed a post-graduate diploma in Urban Planning in 1979. International renown came quickly; as early as 1990 she won her first major commission: the Banque Populaire de l’Ouest in Rennes. By questioning the commission, the use, the matter, the body, the technique and the taste Odile Decq’s architecture offers a paradoxical look, both tender and severe on today’s world. She was awarded with a Golden Lion in Venice in 1996. Since then, Odile Decq has been faithful to her fighting attitude while diversifying and radicalizing her research. She completed the MACRO (Museum for Contemporary Art in Rome) in 2010, the Opera restaurant in Paris in 2011, the FRAC (contemporary art museum) in Rennes in 2012 and just completed the GL Events headquarters in Lyon in 2013. Odile Decq’s work includes urban planning, architecture, design products and art. A versatility that was awarded in 2013 with the title of Designer of the Year Maison&Objet. Recently Odile Decq was awarded the Woman in Architecture prize “Prix Femme Architecte”.
Black pearl finger glove – Unique piece
2014, l 6 cm – Manufacturer: Genesia Perle Handcraft jewel composed of black pearls. Donors: Odile Decq, Genesia Perle
Big ring composed of 45 black Freshwater pearls tied by an elastic thread.
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Flavio Favelli “Una specie di stampella per non fare scivolare il “velo decorativo” di questo oggetto del nostro tempo, oggetto eterno e in questo caso infortunato”.
Flavio Favelli Nato a Firenze, vive e lavora a Savigno (Bo). Dopo la Laurea in Storia all’Università di Bologna, prende parte al “Link Project” (1995-2001). Ha esposto con interventi personali al MACRO e MAXXI di Roma, MAMbo di Bologna, Marino Marini di Firenze, RISO di Palermo, Pecci di Prato, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Maison Rouge di Parigi, Projectspace 176 di Londra. In mostre collettive, anche alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino, all’11° Biennale dell’Havana, alla Tate Modern di Londra, al Museo MADRE di Napoli, al MOCA di Shanghai e all’Elgiz Museum di Istanbul. Ha partecipato alla mostra “Italics” a Palazzo Grassi, Venezia, poi al MCA di Chicago. Ha realizzato due ambienti pubblici permanenti: “Vestibolo” nella Sede ANAS di Venezia e “Sala d’Attesa” nel Pantheon alla Certosa di Bologna. Ha partecipato a due Biennali di Venezia.
PSJS – Pezzo Unico (composto da cinque elementi)
2009, h 29 x 14 x 14 cm circa Produttore: Autoproduzione Assemblaggio di materiali vari. Donatore: Flavio Favelli
Nel 2009 prese parte ad “Acrobazie”, progetto dell’Atelier “Adriano e Michele” all’interno del Centro Fatebenefratelli di S. Colombano al Lambro dove Favelli ha avuto modo di conoscere pazienti con disagio psichico. In seguito, visitando l’azienda Alessi si rese conto di un cassone di “Juicy Salif ” senza un piede. Erano quelli che si erano rotti e che sarebbero andati in fonderia. Associò la condizione degli oggetti a quella dei “suoi matti” con cui stava lavorando, ma anche a tutte le volte che si è sentito mancante di qualcosa.
Flavio Favelli
Born in Florence, he lives and works in Savigno (Bo). After graduating in History at the University of Bologna, he took part in the “Link Project” (1995-2001). He has had solo exhibits at the MACRO and MAXXI in Rome, the MAMbo in Bologna, the Marino Marini in Florence, the RISO in Palermo, the Pecci in Prato, the Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in Turin, the Maison Rouge in Paris, and projectspace 176 in London. He has shown in group exhibitions, including the Peggy Guggenheim Collection in Venice, Castello di Rivoli, the GAM in Turin, the 11th Havana Biennial, the Tate Modern in London, the MADRE Museum in Naples, the MOCA in Shanghai and the Elgiz Museum in Istanbul. He participated in the exhibition “Italics” at the Palazzo Grassi, Venice, then at the MCA in Chicago. He has created two permanent public spaces: the “Vestibule” in the ANAS headquarters in Venice and the “Waiting Room” in the Pantheon in the Certosa of Bologna. He has participated in two Venice Biennials.
PSJS – Unique piece (5 components)
2009, about h 29 x 14 x 14 cm Manufacturer: Made by designer Assembly of various materials. Donor: Flavio Favelli
In 2009, he took part in “Acrobatic stunts”, a project of the Atelier “Adriano e Michele” within the San Colombano Fatebenefratelli Centre in Lambro where Favelli got to know the patients with mental health problems. Later, visiting the Alessi company, he became aware of a crate of “Juicy Salif” citrus squeezers missing a foot. They were the broken ones that would have gone to the foundry. He associated the condition of the objects to that of “his crazies”, the people he was working with, but also to all the times that he felt something was missing.
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Leo Fender / John “Crash” Matos “Abbiamo pensato potesse essere un ‘do’ speciale una Custom Stratocaster contaminata dall’arte del graffitista americano John Matos Crash”. Casale Bauer
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Leo Fender / John “Crash” Matos A Leo Fender va il primato per aver ideato la chitarra elettrica solid body, nel 1951, la Telecaster. Nel 1954 creò invece, un design industriale per una chitarra elettrica che sarebbe diventata il “must” di generazioni di chitarristi di tutti i generi musicali che si sono alternati in sessanta anni di musica popolare internazionale. Pur non essendo un chitarrista, Leo pensò a uno strumento che aveva in sé le caratteristiche tecniche per essere lo strumento di riferimento di infiniti generi musicali e la possibilità di essere prodotto su scala industriale. La Stratocaster è diventata icona della musica rock e continua ad essere, dopo sessanta anni, lo strumento di riferimento per molteplici stili musicali.
Fender “Crash” Stratocaster – Pezzo unico
2008, h 99 x 32 x 5 cm – Produttore: Fender Chitarra prodotta a mano dal liutaio Todd Krause al Fender Custom Shop, con decorazione su battipenna eseguita dall’artista John “Crash” Matos. Donatore: Casale Bauer
La Stratocaster è uno dei più importanti modelli di chitarra disegnate da Fender e fa parte di una produzione “Custom” di pezzi limitati che proviene dalle sapienti mani di alcuni liutai che lavorano nel “Fender Custom Shop” di Corona, in California. La chitarra è un pezzo unico dipinto dal grafittista di New York John Crash, che su richiesta di Eric Clapton e di Fender dipinse cinquanta modelli, uno diverso dall’altro.
Leo Fender / John “Crash” Matos
Leo Fender is the man who invented the first solid body electric guitar in 1951, the Telecaster. In 1954 he conceived his masterpiece, the Stratocaster, a guitar blessed by a truly unique design, that will become, in the next six decades, a real “must” for generations of guitar players in every style of music. Even if Leo wasn’t a guitar player, he has been able to imagine and mass-produce an instrument so versatile that it resumes still today all of the technical specifications needed in countless styles. The Stratocaster has become an icon of the rock music and today, after sixty years, it’s still the main choice of many players in every kind of music genre.
Fender “Crash” Stratocaster – Unique piece
2008, h 99 x 32 x 5 cm – Manufacturer: Fender Electric guitar hand built by the luthier and master builder Todd Krause at the Fender Custom Shop, decorated on the pickguard by the artist John “Crash” Matos. Donor: M. Casale Bauer
The Fender Stratocaster is one of the most important and famous guitars designed by Fender, and this example is part of a limited run of “Custom” guitars, made by some of the most famous and celebrated luthiers from the “Fender Custom Shop” based in Corona, CA.. The guitar has been hand painted by the graffiti artist John Crash from New York, which hand painted 50 guitars under request of Eric Clapton and Fender.
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Jacopo Foggini “ Pupilla gioca con lo stupore infantile e mostra all’adulto il suo sguardo colorato sul mondo”.
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Jacopo Foggini Si definisce esploratore che percorre l’arte e il design, superando i limiti imposti dalla convenzionalità delle discipline. La capacità evocativa delle sue opere combina armoniosamente una raffinata sensibilità poetica con il rivoluzionario uso del metacrilato. Dopo l’esordio nel 1997, con un’installazione nello spazio di Romeo Gigli, le prime tappe della carriera sono state segnate dall’apertura della sua galleria personale, dalla realizzazione di un libro e dall’inserimento delle sue sculture luminose nelle collezioni permanenti di prestigiose istituzioni, quali l’Haus der Musik di Vienna, il Museum of Decorative Arts di Montreal e il Gandhi Museum di Nuova Delhi. Negli ultimi anni le sue creazioni di luce sono state esposte in più di sessanta occasioni presso gallerie e spazi espositivi di tutto il mondo.
Pupilla – Pezzo unico
2012, 120 cm diam. – Produttore: Autoproduzione Metacrilato colorato (arancione e rosa). Materiale estruso a caldo e lavorato a mano. Illuminato internamente da lampada alogena a 50 V. Donatore: Jacopo Foggini
Disco in metacrilato estruso a caldo e lavorato a mano, illuminato da una lampada alogena.
Jacopo Foggini
Jacopo Foggini defines himself as an explorer who passes through art and design overcoming the limits imposed by conventionality of the two disciplines. The capacity to evoke of his works lies in a harmonic combination between refined poetic sensitivity and revolutionary use of methacrylate. After his debut in 1997 with an installation for Romeo Gigli, the first stage of his career have been marked by the opening of his own art gallery, realization of a book and by insertion of his light sculptures in the permanent collections of many prestigious institution as Haus der Musik in Vienna, Museum of Decorative Artsin Montreal and Ghandi Museum in New Delhi. In recent years his light creations have been exhibited in more then sixty galleries and exhibition spaces all over the world.
Pupilla – Unique piece
2012, diam 120 cm Manifacturer: Made by designer Colored methacrylate (orange and pink). Hot-extruded material and handmade. Internally illuminated by halogenen lamp 50V. Donor: Jacopo Foggini
Colored methacrylate disc hot-extruded and handmade. Internally illuminated by halogenen lamp.
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Doriana e Massimiliano Fuksas “Il pensiero si trasforma nell’emozione data dal piacere del gesto. Semplicemente in una parola: DONARE”.
WWW.FUKSAS.COM WWW.SEC-FIRENZE.COM
Doriana e Massimiliano Fuksas Doriana Fuksas, nasce a Roma dove consegue la laurea in Storia dell’Architettura Moderna e Contemporanea presso l’Università “La Sapienza” nel 1979. Laureata in Architettura all’ESA - École Spéciale d’Architecture - di Parigi, Francia. Dal 1985 collabora con Massimiliano Fuksas e dal 1997 è responsabile di “Fuksas Design”. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2013 è stata insignita dell’onorificenza di “Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française” e nel 2002 di “Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française”. Di origini lituane, Massimiliano Fuksas nasce a Roma nel 1944. Consegue la laurea in Architettura presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1969. È tra i principali protagonisti della scena architettonica contemporanea sin dagli anni ‘80. Lo Studio Fuksas, guidato da Massimiliano e Doriana Fuksas, è uno studio di architettura internazionale con sedi a Roma, Parigi, Shenzhen. Tra i progetti più recenti: Shenzhen Bao’an International Airport, Terminal 3, Shenzhen, Cina, 2013; Archivi Nazionali di Francia, Pierrefitte sur Seine-Saint Denis, Parigi, Francia, 2013. CBD Cultural Center, Pechino, Cina; Moscow Polytechnic Museum, Mosca, Russia entrambi concorsi vinti nel 2013.
Gilda – Pezzo unico
2013, h 7,3 x 10 cm – Produttore: S.E.C. Elettroformatura su resina. Argento puro. Donatori: Doriana e Massimiliano Fuksas, S.E.C.
Una linea d’argento che si piega, si riflette e si raddoppia. Magia traspositiva del dinamismo della forma che seduce e cattura.
Doriana e Massimiliano Fuksas
Doriana Fuksas was born in Rome where she graduated in History of Modern and Contemporary Architecture at the University “La Sapienza” in 1979. She has also earned a degree in Architecture from ESA, École Spéciale d’Architecture, Paris. She has worked with Massimiliano Fuksas since 1985 and has been director in charge of “Fuksas Design” since 1997. She has received a number of prizes and international awards. In 2013 she has been appointed “Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française” and in 2002 “Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française”. Of Lithuanian descent, Massimiliano Fuksas was born inRome in 1944. He graduated in Architecture from the University of Rome “La Sapienza” in 1969. Since the eighties he has been one of the main protagonists of the contemporary architectural scene. Studio Fuksas, led by Massimiliano and DorianaFuksas, is an international architectural practice with offices in Rome, Paris, Shenzhen. Among latest projects: Shenzhen Bao’an International Airport, Terminal 3, Shenzhen, China, 2013; National Archives of France à Pierrefitte sur Seine-Saint Denis, Paris, France, 2013. CBD Cultural Center, Beijing, China; Moscow Polytechnic Museum, Moscow, Russia, both won competitions in 2013.
Gilda – Unique Piece
2013, h 7,3 x 10 cm – Manufacturer: S.E.C.
A silver line that bends, reflects and becomes double its length. The transpositive magic of the dynamism of form that seduces and captures.
Electroforming on resin. Pure silver. Donors: Doriana and Massimiliano Fuksas, S.E.C.
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Massimo Giacon “Il nome delle ceramiche ‘Coniglieschio’ è dovuto al fatto che raffigurano una specie di Bugs Bunny con la faccia da teschio. Ho cercato di non girare intorno all’argomento della morte: le mie due piccole sculture non sono un memento mori , ma una sorta di spiriti guida che accompagnano, in maniera tenera, le persone verso l’ignoto, per farle sentire meno sole e più protette. Questo argomento mi colpisce direttamente, dato che mia madre è morta di tumore quando avevo 25 anni. Dopo ventotto anni questo è il mio ricordo per lei, una specie di riscatto perché avrei voluto che qualcosa di me la accompagnasse e le facesse compagnia”.
WWW.MASSIMOGIACON.COM
Massimo Giacon Nato a Padova, inizia a disegnare fumetti nel 1980, attività che porta avanti fino ad oggi, collaborando con numerosi editori e testate. Ha cominciato a lavorare come designer nel 1985 per lo Studio Sottsass Associati di Milano, in seguito ha progettato oggetti in proprio per aziende di design innovative e storiche come Memphis e Olivetti, Swatch, Artemide e Alessi. Negli ultimi cinque anni ha lavorato con l’azienda Superego, con cui ha realizzato una serie di sculture in ceramica a tiratura limitata “The Pop will eat Himself”, ed è uno dei principali protagonisti nella produzione della linea di gadget natalizi di Alessi, “Alessi Xtraordinary Xmas”. La sua attività abbraccia anche il campo dell’arte, della musica e della produzione di video animati.
Coniglieschio Pezzo unico (composto da due elementi)
2012/2013, h 70 x 24 x 30 cm – Produttore: SuperEgo Editions / Gioielleria Kollmar 1921 Ceramiche dipinte e mano e pietre preziose (quarzi idrotermali). Donatori: Massimo Giacon, Edoardo Scagliola per SuperEgo Editions, Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano
Questi due oggetti unici fanno parte della collezione “The Pop Will Eat Himself”, ceramiche a tiratura limitata di grandi dimensioni. La collezione viene venduta in tutto il mondo, è presente anche nello shop del museo Beaubourg ed è stata in mostra alla Triennale di Milano e a Mosca. Sono sculture senza una funzione specifica, caratterizzate da un aspetto pop e bizzarro. In genere, raffigurano personaggi cartoon, ma con elementi di disturbo che ne attenuano le caratteristiche pop virando all’iconografia più aderente al segno underground internazionale.
Massimo Giacon
Massimo Giacon is from Padua, north-east Italy. He started illustrating comic books in 1980, and today draws his characters for a range of publishers and magazines. He began work as a designer at Studio Sottsass Associati, Milan, in 1985 and, under his own name, went on to design items for historic, cutting-edge businesses such as Memphis, Olivetti, Swatch, Artemide and Alessi. Over the last five years, he has worked for Superego, creating a series of limited-edition ceramic sculptures entitled “The Pop will eat Himself”. Massimo is also one of the main designers of the Alessi Christmas gadget range “Alessi Xtraordinary Xmas”. Massimo Giacon is also an artist, musician and video producer.
Coniglieschio Unique piece (composed of 2 elements)
2012/2013, h 70 x 24 x 30 cm – Manufacturer: SuperEgo Edition / Gioielleria Kollmar 1921 Hand-painted ceramic with precious stones (hydrothermal quartz). Donors: Massimo Giacon, Edoardo Scagliola per SuperEgo Editions, Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano
These two unique items are part of “The Pop Will Eat Himself”, Massimo Giacon’s limited-edition collection of large-scale ceramic sculptures. This collection is sold worldwide, including at the Beaubourg Museum of Modern Art, Paris. It has also been displayed at the Milan Triennial and in Moscow. These bizarre pop sculptures have no specific purpose. These generally depict cartoon characters, whose pop nature is played down by disturbing elements veering towards a more international underground iconography.
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Anna Gili “L’elefante è un animale arcaico e proverbiale testimonianza di un grande pachiderma che si nutre di foglie. La sua presenza ha una doppia valenza, da una parte la sua mole e la sua pesantezza come indice di stabilità e immutabilità, e dall’altra, la rappresentazione della struttura del suo corpo come un oggetto d’arte, parte dello spazio”.
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Anna Gili Artista e designer, si caratterizza e differenzia per un approccio accademico-professionale-artistico fortemente influenzato dalla cultura rinascimentale. Il suo modo di pensare il progetto è olistico, e spazia in modo sistemico e transculturale in ambiti disciplinari empatici quali arte, moda, fumetto, interior design e architettura. L’inizio del suo percorso risente dell’influenza di quei molteplici mondi creativi che l’hanno portata ad esprimersi attraverso performance e installazioni di avanguardia, come “Abito sonoro” (1984), “Persone dipinte” (1986) and “Vestito di fiori” (1987), divenute poi l’humus per le sue prime storiche creazioni come la poltrona “Tonda” e il vaso “Cro”. Per Anna, gli oggetti che ci circondano sono tutt’altro che neutri e impersonali, partecipano alla vita, ci aiutano a mantenere legami con il mondo e con il nostro immaginario. Il suo costante lavoro di ricerca l’ha portata alla genesi di un proprio universo zoosemiotico e ad un uso ingegneristico del colore nel decor&interior design.
Elephant Planet 180 – Pezzo Unico
2012, h 179 x 161 x 92 cm compresa la proboscide Produttore: Alessi Design sculpture in acciaio colorato con resina epossidica verde. Donatori: Anna Gili, Alessi
La scultura “Elefante”, parte della collezione “Animalove”, è una figura in metallo tagliato al laser e piegato. È un progetto di “autoproduzione all’inverso”. La designer si è riappropriata di un oggetto prodotto in serie, da lei stessa progettato, e, con un ulteriore passaggio di caratterizzazione e differenziazione, attraverso un ritorno, l’ha ricondotto alla sua dimensione originaria di “matrice-pezzo unico”. La natura della sua identità è essenzialmente etico-estetico-poetica, di carattere profondamente ri-connettivo e non “funzionalmente” legata al mondo della merce.
Anna Gili
Anna Gili is an artist and designer who is characterized by a strong Reinassance root, inherited by her homeland, Umbria, and which is evidently expressed in her academic – professional-artistic approach. Her reasoning about projects is holistic, and she travels systemically in cross-cultural empathy through disciplines such as art, fashion, comics, interior design and architecture. The origins of Anna Gili’s path reflect the influence of those multiple creative worlds, which have led her to express herself through performances and avantgarde creations like – “Sonorous garment” (1984), “Painted Persons” (1986) and “Flower Dress” (1987), which later became the base for the first important pillars of her work like the “Tonda” armchair and the “Cro” vase. For Anna, objects, that surround us, are neutral and impersonal, and participate in life, they help us to maintain ties with the world and our own imagination. Her constant and intense research has led her to the genesis of her own zoosemiotic universe, and an engineering-like use of colour in decor & interior design.
Elephant Planet 180 – Unique piece
2012, h 179 x 161 x 92 cm with proboscis Manufacturer: Alessi Design Sculpture in steel coloured with epoxy resin green. Donors: Anna Gili, Alessi
The “Elephant” sculpture, is part of the collection “Animalove”, is a laser-cut metal figure, folded and molded. It is a project of reverse self production. The designer has reclaimed a serial-produced object designed by herself, and, through an additional step for its characterization and differentiation, through a return, she traced it to its original dimension of “matrix - one piece”. In this case, the interest of Alessi was in the production of an object without a purely “functional” function: the nature of its identity is essentially ethical-aesthetic-poetic, with a deep re-connective character, and not “functionally” linked to the world of commodities.
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Stefano Giovannoni “Dare per ricevere�.
WWW.STEFANOGIOVANNONI.IT WWW.ROBOT-CITY.COM
Stefano Giovannoni Architetto e designer nato a La Spezia e laureato alla Facoltà di Architettura di Firenze dove ha svolto attività di didattica e ricerca. Vive e lavora a Milano come industrial, interior designer e architetto. Ha collaborato con diverse aziende. Portano la sua firma alcuni tra i prodotti di design maggiormente diffusi e conosciuti in Italia e all’estero come ad esempio le serie Girotondo per Alessi, il Bagno Alessi o ancora la serie Bombo per Magis. Conta diversi riconoscimenti internazionali tra cui il premio “Design Plus” alla Fiera di Francoforte, nelle edizioni Ambiente 1994, 1996, 2003, 2005 e 2009; il premio “100% design” a Londra nel 1997, 2005 e 2009, il premio “Forum Design Hannover” nel 1999, il premio “ISH” nel 2003, il Chicago Atheneum “Good Design Award” nel 2010 e il “New York Interior Design 2012 Award”.
Magic Bunny – Pezzo Unico
2014, h 50 x 19,5 x 19,5 cm Produttore: Robot City (Courtesy Alessi) Fresatura Robotica. Onice Rosa. Donatori: Stefano Giovannoni, Alessi, Robot City
Il mitico Magic Bunny, uno degli oggetti più amati e conosciuti fra quelli disegnati per Alessi da Giovannoni, viene rivisitato in versione scultorea in prezioso onice rosa illuminato all’interno da un impianto a led.
Stefano Giovannoni
Architect and designer born in La Spezia and graduated from the Faculty of Architecture in Florence where he worked as a professor and researcher. Lives and works in Milan as industrial, interior designer and architect. He has worked with several companies. Some of the most popular design products and well-known in Italy and abroad such as the Wandering series for Alessi, the Alessi bathroom or even the series for Magis Bombo have Giovannoni’s signature. He has gained several international awards including the award “Design Plus” at the Frankfurt Book Fair, Environment editions in 1994, 1996, 2003, 2005 and 2009, with the prize “100% Design” in London in 1997, 2005 and 2009, the prize “Forum Design Hannover “ in 1999, the prize “ISH” in 2003, Chicago Athenaeum “ Good Design Award” in 2010 and “New York Interior Design Award 2012”.
Magic Bunny – Unique piece
2014, h 50 x 19,5 x 19,5 cm Manufacturer: Robot City (Courtesy Alessi) Robotic Milling. Pink Onyx. Donors: Stefano Giovannoni, Alessi, Robot City
The legendary Magic Bunny, one of the most beloved and well-known items among those designed by Giovannoni for Alessi, is revisited in a sculptural version in precious pink onyx lit indside by a led system.
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Alessandro Guerriero Emiliana Martinelli “Mi piacerebbe fare così: donare un mio oggetto e poi ri-comprarlo… poi ri-donare il mio oggetto e ri-comprarlo… così all’infinito… questa è la mia vera vocazione nella vita”. Alessandro Guerriero
WWW.ALESSANDROGUERRIERO.COM WWW.ALCHIMIAMILANO.IT WWW.MARTINELLILUCE.IT
Alessandro Guerriero / Emiliana Martinelli BIOGRAFIA ALESSANDRO GUERRIERO Nel 1976 ha fondato “Alchimia”, il gruppo di designer che diede faccia e idee alla postavanguardia italiana. Parla con un vocabolario tutto suo, un vocabolario in cui l’aggettivo da mettere di fianco alla parola “Design” è “Romantico” (ha chiamato così, la teoria con cui guarda al suo mestiere). I lavori di Guerriero sono ovunque – dal Museo d’Arte Moderna di Tokyo, al Metropolitan Museum di New York – ma il suo sguardo caleidoscopico si è posato anche sugli spazi meno ortodossi per l’architettura e il design. Ha reinventato giornali, concerti e teatri, carceri (con la Cooperativa del Granserraglio, composta da detenuti in semilibertà), scuole (fondando, nel 1987, la Domus Academy e poi, nel 1995, il Futurarium di Ravenna, laboratorio didattico dove imparare la “dissolvenza delle discipline”) e poi ancora Naba nel 2000. Nel 1982 gli è stato assegnato Il Compasso d’Oro. Nel 2012 ha fondato con Mendini e Dalisi la non-scuola gratuita Tam Tam. BIOGRAFIA EMILIANA MARTINELLI Nata a Lucca nel 1949, si diploma all’Istituto d’Arte e successivamente in Disegno Industriale a Firenze, dove si laurea poi in Architettura. Subito dopo entra nell’azienda di famiglia la “Martinelli Luce”, fondata negli anni ’50. All’interno dell’azienda svolge una duplice attività, quella di imprenditrice e quella di progettista e art director, curando anche la grafica del materiale di comunicazione e quella commerciale. Le sue fonti di ispirazione sono sempre state la natura, le forme geometriche, i colori e le ombre. Oltre a sviluppare i suoi progetti di lampade, alcuni dei quali premiati con riconoscimenti internazionali come l’IF PRODUCT DESIGN nel 2011-2013 e nel 2014, ha collaborato con architetti come Gae Aulenti e continua a collaborare con importanti designer esterni all’azienda. Le sue realizzazioni artistiche sono state presentate in diverse mostre collettive italiane.
Uomo-animale autoritratto – Pezzo Unico
1987/2013, h 63 x 42 x 12 cm Produttore: Alessandro Guerriero, Martinelli Luce Lampada-scultura in plexiglass con lavorazione laser e manuale, sul retro lastra in metacrilato satinato illuminato con strip led 24V DC, fissata alla base in alluminio verniciato nero, completo di alimentatore elettronico a spina. Donatori: Alessandro Guerriero, Emiliana Martinelli
“Gli dei stessi mostrano le loro forme su tutta la terra come animali, l’animale, quindi, è anche un’imago dei, una faccia della nostra natura eterna. Potrebbe essere anche che, riconoscendo l’animale dell’uomo, noi percepiamo rudimenti di divinità, modalità di coscienza archetipiche, essenziali: leonina, suina, da falco, da topo; nature essenziali presenti nella psiche”. A. Guerriero
Alessandro Guerriero / Emiliana Martinelli
BIOGRAPHY ALESSANDRO GUERRIERO In 1976, he founded “Alchimia”, the group of designers who gave the Italian post avant-garde a face and its concepts. He speaks with a vocabulary all his own, a vocabulary in which the adjective that belongs next to the word “design” is “romantic” (this is what he calls the theory with which he regards his profession). Guerriero’s works are everywhere - from the Museum of Modern Art in Tokyo to the Metropolitan Museum in New York - but his kaleidoscopic vision has also appeared in less orthodox architecture and design spaces. He has reinvented newspapers, concerts and theatres, prisons (with the Cooperative of Granserraglio, composed of prisoners on parole), schools (in 1987, he founded the Domus Academy and then, in 1995, the Futurarium of Ravenna, an educational workshop where one can learn the “fading-out of the disciplines”). In 1982 he was awarded the Compasso d’Oro. In 2012 he launched the free school Tam Tam with Mendini and Dalisi. BIOGRAPHY EMILIANA MARTINELLI She was born at Lucca in 1949, she obtained a diploma at the Art Institute and afterwards in Industrial Design in Florence where she then graduated in Architecture. Immediately after she started working in the family business “Martinelli Luce”, established in the 50s. Within the enterprise, she carries out a dual activity, as businesswoman and as a designer and art director being responsible for the graphics of the communication and commercial materials, as well. She has always been inspired by nature, by geometrical forms, by colours and by shadows. She not only developed her projects of lamps, some of them were rewarded with international awards such as IF PRODUCT DESIGN in 2011-2013 and in 2014, but she also worked together with architects such as Gae Aulenti and she still works together with important outhouse designers. Her artistic works have been shown during several Italian collective exhibitions.
Man-animal self-portrait – Unique piece
1987/2013, h 63 x 42 x 12 cm Manufacturer: Alessandro Guerriero, Martinelli Luce Lamp-sculpture in plexiglas with laser and manual machining, on the back methacrylate satin panel illuminated with led strip 24v dc, fixed to the aluminium base painted in black colour, complete of electronic power supply plug. Donors: Alessandro Guerriero, Emiliana Martinelli
“The gods show themselves all over the earth in the form of animals. Therefore the animal is also an imago dei, a face of our eternal nature. It could also be that, in recognizing the animal of man, we perceive rudiments of divinities, archetypal modes of consciousness, essential modes: leonine, porcine, hawklike, rat-like; essential natures present in the psyche”. A. Guerriero
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Maria Cristina Hamel “Per me donare è la massima espressione di libertà dell’artista. Donare per una giusta causa lo è ancora di più”.
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Maria Cristina Hamel Nata a New Delhi, dopo ripetuti soggiorni in Thailandia e Austria, dal 1973 risiede a Milano dove, dal 1981/92, è stata la principale assistente di Alessandro Mendini, partecipando anche attivamente allo Studio Alchimia. Ha insegnato a Vienna, Limoges, Toulouse ed Ahmedabad. È consulente di design per alcune fra le più importanti aziende del settore tra cui Alessi, Fiorucci, Koziol e Salviati. All’attività di designer affianca la ricerca di nuove espressioni artistiche nel campo della ceramica e della luce, in particolare con l’uso del neon. Sue opere sono presenti nella collezione permanente del Museo del Design della Triennale di Milano e del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Selezionata al Compasso d’Oro e al Bundes Preis fuer Design e GrandesignEtico 2012 International Award. Numerosissime sono le sue partecipazioni a collettive in tutto il mondo, tra cui la Biennale di Venezia.
Glicine – Pezzo unico
2012, Elemento orizzontale, h 100 x 300 x 40 cm Elemento verticale, h 215 cm x diam. 60 cm Produttore: Maria Christina Hamel Metallo smaltato verde, neon bianco e plexi colore rosso fluo. Donatore: Maria Christina Hamel
Glicine è un’installazione luminosa che si presenta in due elementi, uno orizzontale e uno verticale. L’artista si è ispirata alla pianta del glicine e ha voluto oggettivarla, rendendola un elemento decorativo, luminoso dalle imprevedibili vibrazioni.
Maria Cristina Hamel
Born in New Delhi, after repeated stays in Thailand and Austria, since 1973 she resides in Milan where, since 1981/92, she has been the principal assistant of Alessandro Mendini and active member of the Studio Alchimia. She has taught in Vienna, Limoges, Toulouse and Ahmedabad. She is design consultant to some of the most important companies in the sector including Alessi, Fiorucci, Koziol and Salviati. Her work as designer has always been complemented by the artistic research for new expressions in ceramics and in the use of light, in particular with the use of neon. Her works are in the permanent collections of the Triennale Design Museum of Milan and the International Museum of Ceramics in Faenza. Selected for the Compasso d’Oro and the Bundes Preis fuer Design and GrandesignEtico 2012 International Award. Numerous are her partecipations in collective exhibitions around the world, including the Biennale of Venice.
Glicine – Unique piece
2012, Elemento orizzontale, h 100 x 300 x 40 cm Elemento verticale, h 215 cm x diam. 60 cm Produttore: Maria Christina Hamel
Glicine is a light installation that is presented in two parts one horizontal and one vertical. The artist was inspired by the plant of wisteria and wanted to objectify it, making it a decorative and bright element with unpredictable vibrations.
Enameled green iron, white neon light, red fluorescent plexi. Donor: Maria Christina Hamel
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Daniele Innamorato “Un’opera per un grande progetto”.
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Daniele Innamorato Nato a Milano dove vive e lavora, ha iniziato la sua ricerca pittorica inizialmente con un approccio figurativo per poi giungere alla totale astrazione. Tra le mostre personali si ricordano quelle presso CareOf/ Fabbrica del vapore (2003, Milano), Galleria Paolo Curti Annamaria Gambuzzi & Co. (2007 e 2010, Milano), Ciboh Space (2008, Milano), Grand Hotel Majestic (2011, Bologna), Nilufar Gallery (2012, Paris e Dubai), Chiesa del Luogo Pio (2012, Livorno). Tra le collettive le esposizioni a Palazzo Reale (2000, Milano), Openspace dell’Umanitaria (2000, Milano), Villa Serena (2003, Bologna), Kunsthalle Locarno (2006, Locarno), Nilufar Gallery (2008 and 2012, Milano), Galleria Paolo Curti Annamaria Gambuzzi (2009, Milano), e anche in molte fiere di arte contemporanea internazionali. Nel 2000 ha fondato il collettivo artistico “Kings”.
Untitled + Magis “Voido” rocking chair, design Ron Arad – Pezzo Unico
2011, Tela 210 x 200 cm Poltrona h 120 x 70 x 70 cm Produttore: Autoproduzione
L’amore per il design e l’architettura porta Innamorato ad intervenire con il gesto pittorico ovunque, come un invasione totale. Nel caso dell’opera in questione è partito dalla tela priva di telaio e l’ha stesa sopra e dentro i vuoti e le forme della poltrona progettata da Ron Arad, per poi passare all’intelaiatura.
Dripping/acrylico su tela e plastica. Donatore: Daniele Innamorato
Daniele Innamorato
Daniele Innamorato was born in Milan, where he lives and works. He started his research on painting, at fisrt with a figurative approach, to eventually turn into total abstraction. From 2003, he had solo shows at CareOf/ Fabbrica del vapore (2003, Milan), Galleria Paolo Curti Annamaria Gambuzzi & Co. (2007 and 2010, Milan), Ciboh Space (2008, Milan), Grand Hotel Majestic (2011, Boulogne), Nilufar Galllery (2012, Paris and Dubai), Chiesa del Luogo Pio (2012, Livorno). His works were featured in many group exhibitions, among which: Palazzo Reale (2000, Milan), Openspace dell’Umanitaria (2000, Milan), Villa Serena (2003, Boulogne), Kunsthalle Locarno (2006, Locarno, CH), Nilufar Gallery (2008 and 2012, Milan), Galleria Paolo Curti Annamaria Gambuzzi (2009, Milan); and has been exhibited in many International contemporary art fairs. Since 2000, Daniele Innamorato is funding member of the artistic collective KINGS.
Untitled + Magis “Voido” rocking chair, design Ron Arad – Unique piece
2011, Canvas 210 x 200 cm Rockin chair h 120 x 70 x 70 cm Manufacturer: Made by designer Dripping/acrylic on canvas. Donor: Daniele Innamorato
Daniele Innamorato loves to paint everywhere, like a total invasion. This work is started from the canvas without frame and has stretched on and inside the voids and forms of the chair designed by Ron Arad, then moved to the frame work.
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Massimo Iosa Ghini “Quando hai un’idea nella tua mente si suppone che sia qualcosa di meglio di ciò che trovi nella realtà: il mio sforzo è stato quello di creare un oggetto che fosse veramente come nell’idea. Così l’ho disegnato e ho combattuto perché diventasse davvero come la tridimensionalizzazione di un pensiero. In fondo, non è altro che la metafora del fare umano: pensare ad una cosa e farla accadere così come l’abbiamo pensata, quanto più possibile vicina all’idea e al sogno che ci siamo prefissati”.
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Massimo Iosa Ghini Laureato al Politecnico di Milano, dal 1985 partecipa alle avanguardie del design italiano, nel gruppo “Bolidismo”, di cui è fondatore, e nel gruppo “Memphis” con Ettore Sottsass. Tiene conferenze e seminari in qualità di rappresentante del Made in Italy nel mondo per le più prestigiose istituzioni italiane e internazionali. La sua evoluzione professionale trova spazio nel design, nella progettazione di architetture commerciali e museali, di aree e strutture dedicate al trasporto pubblico, nonché nel design di catene di negozi realizzate in tutto il mondo. Ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui il Roscoe Award negli Stati Uniti, il Good Design Award dal Chicago Athenaeum, il Red Dot Award, l’iF Product Design Award, il premio IAI AWARD Global Green Design, Shanghai. Nel 2013 la Triennale di Milano, ha dedicato un’intera retrospettiva ai suoi trent’anni di carriera.
Bertrand, mobile – Tiratura: in produzione
1987, h 90 x 221 x 53 cm Produttore: Memphis Mobile bar in legno e metallo eseguito artigianalmente. Donatori: Memphis / Astor Mobili
Uno dei pezzi straordinari e storici della collezione “Memphis”, un side board disegnato da Iosa Ghini nel 1987 con forme aerodinamiche e fluide che hanno poi marcato l’estetica degli anni ‘80/90. Inserito in numerose mostre antologiche e già battuto più volte da Sotheby’s.
Massimo Iosa Ghini
Massimo Iosa Ghini is graduated at the Polytechnic Institute of Milan. Since 1985, he has been working at the cutting edge of Italian design, for the Bolidismo movement of which he is a founder and as a part of the Memphis group with Ettore Sottsass. During his professional career, Massimo Iosa Ghini has been invited by major Italian and international institutions to held conferences and seminars as representative of the Made in Italy around the world. His professional development as an architect is expressed in product design, architectural and museum planning, public transport, as well as in the design of retail chains all over the world. He received honorable awards, including the Roscoe Award in the USA, the Good Design Award by the Chicago Athenaeum and the Red Dot Award, the iF Product Design Award and the prize AWARD IAI Global Green Design Award in Shanghai. In 2013 La Triennale di Milano dedicated a full retrospective to his thirty-year career.
Bertrand, cocktail cabinet Edition: in production
1987, h 90 x 221 x 53 cm Manufacturer: Memphis Handmade wooden and metallic cocktail cabinet. Donors: Memphis / Astor Mobili
An extraordinary and historic piece part of “Memphis” collection, a side board designed by Massimo Iosa Ghini on 1987 with streamlined and fluid shapes which marked his aesthetics of ‘80/90s. It has been part of many anthological exhibitions and quite often came under the hammer by Sotheby’s.
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Daniel Libeskind “A finite dream of pure Form”?
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Daniel Libeskind Nato in Polonia, architetto e designer di fama internazionale, le sue opere comprendono edifici per grandi istituzioni culturali e private, centri per congressi, università, residenze, hotel, centri commerciali e ville. Ha ricevuto numerosi premi e ha ideato progetti di fama mondiale, tra cui: il Museo Ebraico di Berlino, il Denver Art Museum, il Royal Ontario Museum di Toronto, il Museo di Storia Militare a Dresda, e il Masterplan per Ground Zero. La ricerca continua per allargare i confini dell’architettura riflette il suo profondo interesse e coinvolgimento nella filosofia, nell’arte, nella letteratura e nella musica. Punto fondante della sua filosofia è l’idea che ogni costruzione si evolve attraverso l’energia umana e che affrontino con coerenza l’ampio contesto culturale in cui emergono. Libeskind insegna e tiene conferenze nelle università di tutto il mondo.
The Wedge – Pezzo unico
2014, h 200 x 150 x 85 cm Produttore: Margraf Sagomatura a mezzo Filo Sagomatore e modellazione finale con CNC 5 assi. Modellazione solida con Rhinoceros. Arancio di Selva. Donatori: Daniel Libeskind, Margraf
“The Wedge” di Libeskind, una scultura progettata per do ut do, è una rappresentazione della metafisica dello spazio. Pone l’interrogativo: “lo spazio è tangibile se infinito, o è un sogno finito?”. Attraverso il contrasto tra gli spazi positivi e negativi, l’opera è un omaggio alla tradizione della scultura italiana che sfida il peso e la solidità del marmo con la malleabilità della pura forma.
Daniel Libeskind
Born in Poland, he is an international architect and designer, his practice extends worldwide from museums and concert halls to convention centers, universities, hotels, shopping centers, and residential projects. He has received numerous awards and designed world-renowned projects including: the Jewish Museum in Berlin, the Denver Art Museum, the Royal Ontario Museum in Toronto, the Military History Museum in Dresden, and the masterplan for Ground Zero among others. His commitment to expanding the scope of architecture reflects his profound interest and involvement in philosophy, art, literature and music. Fundamental to his philosophy is the notion that buildings are crafted with the perceptible human energy, and that they address the greater cultural context in which they are built. Libeskind teaches and lectures at universities across the world.
The Wedge – Unique piece
2014, h 200 x 150 x 85 cm Manufacturer: Margraf Wire shaping and final modelling with 5-axis CNC machine. Rhinoceros solid modelling. Arancio di Selva. Donors: Daniel Libeskind, Margraf
“The Wedge” by Daniel Libeskind, a sculpture designed for the do ut do exhibition, is a representation of the metaphysics of space. It poses the question: is space tangible if infinite, or a finite dream? Through the disjuncture between positive and negative spaces, The Wedge is an homage to the tradition of Italian sculpture which challenges the weight and solidity of marble with the malleability of pure Form.
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Donia Maaoui “Penso che questo tema si fondi bene con l’idea dell’attività degli Hospice Seràgnoli che si prendono cura del Paziente nella sua globalità con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita. La luce dietro il quadro bianco è la speranza dedicata a loro”.
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Donia Maaoui Laureata in Architettura a Bruxelles, dove è nata, lavora in seguito a Tunisi e nella stessa Bruxelles dove incontra Michel Boucquillon, suo futuro marito. Nel 2004 la coppia si stabilisce a Lucca, in Toscana, dove acquistano tre ruderi sulle colline che diventeranno la “Casa Boucquillon” il luogo di vita e di lavoro per entrambi. “Sono profondamente europea nel mio stile di vita, ma la Tunisia è nel mio cuore. Molto presto le mie radici faranno parte del mio lavoro. In particolare, la situazione delle donne musulmane. Voglio partecipare all’emancipazione, renderle consapevoli dei loro diritti”. Donia, scultrice, ha esposto alla Fondation Soroptimiste Toscana, nella galleria Orsa Bianca a Forte dei Marmi, nella Chiesina Uzzanesa a Montecatini, alla Fondation Fidapa Toscana, al Palazzo Binelli a Carrara, al Museo d’Arte Contemporanea “LuCCA”, alla galleria Arena a Milano, a “il Bottaccio” a Forte dei Marmi, presso Aria a Firenze.
Beginning – Pezzo Unico (8+2)
2014, h 110 x 110 cm Produttore: Martinelli Luce Lastra di ferro di 5 mm tagliata al laser, verniciata bianca e illuminata dietro con dei led. Diventa un quadro “applique”. Donatori: Donia Maaoui, Martinelli Luce
L’opera è un quadro “applique”. All’artista è piaciuta molto l’idea di mischiare il mondo dell’arte con il mondo del design. Nel quadro “Beginning” ci sono delle cellule, uno dei suoi temi preferiti. Le cellule, che ama e trova bellissime, la ispirano, come tutte le forme organiche. L’opera rappresenta l’inizio della vita, dell’umanità mentre la luce dietro il quadro bianco sta a indicare la speranza.
Donia Maaoui
With a degree in Architecture from Brussels, where she was born, she later worked in Tunis and again in Brussels where she met Michel Boucquillon, her future husband. In 2004 the couple moved to Lucca, in Tuscany, where they bought three ruins in the hills. These became “Casa Boucquillon” where both live and work. “My lifestyle is deeply European, but Tunisia is in my heart. Very soon my roots will form part of my work. In particular, the situation of Muslim women. I want to participate in emancipation, help them become aware of their rights”. Donia, a sculptor, has exhibited at the Soroptimist Foundation in Tuscany, in the Galleria Orsa Bianca in Forte dei Marmi, in Chiesina Uzzanesa in Montecatini, at the Fondazione Fidapa in Tuscany, the Palazzo Binelli in Carrara, the “LuCCA” Museum of Contemporary Art in Lucca, the Galleria Arena in Milan, the “Bottaccio” in Forte dei Marmi, and the Aria in Florence.
Beginning – 8+2 - Unique Piece
2014, h 110 x 110 cm Manufacturer: Martinelli Luce 5 mm iron plate laser cut, then painted white and lighted by the LEDs on the back. It becomes a “wall lamp” picture. Donor/s: Donia Maaoui, Martinelli Luce
The work is a “wall lamp” picture. The artist very much liked the idea of mixing the world of art with the world of design. The picture “Beginning” contains cells, one of her favourite themes. Cells, which she loves and considers quite beautiful, inspire her, as do all organic forms. The work represents the beginning of life, humanity and the light behind the white square indicates hope.
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Antonio Marras “La Sposa è un’opera per giocare con l’immaginazione, per sognare, per conoscere se stessi e per donare bellezza anche laddove non ce n’è”.
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Antonio Marras Nasce ad Alghero, Sardegna, terra che segna profondamente la sua cifra stilistica. Nel 1999, a Milano, il suo primo prêt-à-porter: la collezione racchiude tutti gli elementi che compongono la sua poetica. C’è sempre un filo conduttore, i legacci rossi e il gusto del contrasto colto: le bruciature sui tessuti preziosi, garze stramate e ricami suntuosi, orli a vista e broccati uniti alla percezione della contemporaneità. La sperimentazione persiste nelle linee “Laboratorio” e “Serie Limitata” non proprio prêt à porter, non proprio couture. Nel 2003 viene invitato dal gruppo francese LVMH a diventare direttore artistico della maison Kenzo, compagna di viaggio fino al 2011. Nel 2007 nasce la seconda linea “I’M ISOLA MARRAS”. Un vero e proprio “mondo Marras” più immediato e decodificato. A Milano realizza il suo headquarter ma si ostina a vivere in Sardegna, in una grande casa-laboratorio dove trova creatività e ispirazione.
La Sposa – Pezzo unico
2013, h 200 x 40 x 80 cm (diametro sul fondo) Produttore: Autoproduzione Taglio e cucito. Tela, cotone semigrezzo, pizzo, cerchione di bicicletta. Donatore/i: Antonio Marras
Figura filiforme, sospesa, evanescente ed evocativa “La Sposa” è stata realizzata usando elementi poveri, come la tela grezza, e altri molto preziosi, come pizzi, ricami, jacquard, lavorandoli insieme con intarsi, devoré e intagli per esprimere la dicotomia che è parte preponderante di ognuno di noi. Grazie al gioco di luce e ombra, che si crea inserendo una luce al suo interno, si trasforma la percezione dello spazio e della stessa “Sposa” che diventa indumento impossibile e sinistro oppure figura di rara bellezza e sensualità a seconda di chi la guarda.
Antonio Marras
Antonio Marras was born in Alghero, Sardinia, a land that deeply marks his signature style. In 1999, in Milan, his first prêt-à-porter collection contains all the elements that make his poetry. There is always a common theme, the red ligature and the taste for the cultured contrast: burns on precious fabrics, worn out muslin and sumptuous embroideries, raw edges and brocades combined with contemporary life perception. The experimentation continues thank to the brand “Laboratory” and “Limited Series” not just ready to wear, not really couture. In 2003 he was invited by the French group LVMH to become fashion director of Kenzo, which was a travel companion until 2011. In 2007 the second line “I’M ISOLA MARRAS” is launched. A real “Marras world” more immediate and decoded. In Milan he set up his headquarters, but he still lives in Sardinia, in a big home/workshop where he finds inspiration and creativity.
The Bride – Unique piece
2013, h 200 x 40 x 80 cm (bottom diameter) Manufacturer: Made by designer Cutting and Sewing. Canvas, semi-rough cotton, lace, bike wheel rim. Donor: Antonio Marras
Thready figure, suspended, evanescent and evocative “The Bride” has been made using poor materials, such as canvas, and other ones very precious, such as lace, embroideries, jacquard, matching them together thanks to inlays and notches in order to show and express the dichotomy which is the main part of each of us. Thanks to the play of light and shadow, created by putting a light inside, The Bride changes the sense of space and of itself, which becomes impossible and sinister garment or a figure of rare beauty and sensuality, depending on who looks at it.
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Emiliana Martinelli “Ho subito preso in considerazione la possibilità di aderire a questa importante iniziativa con grande gioia ed emozione. È per me veramente gratificante sapere che con il dono di questo oggetto luminoso potrò aiutare in piccola parte a sostenere la Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus nello svolgere il suo prezioso compito e così migliorare le condizioni dei pazienti e dei loro familiari”.
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Emiliana Martinelli Nata a Lucca nel 1949, si diploma all’Istituto d’Arte e successivamente in Disegno Industriale a Firenze, dove si laurea poi in Architettura. Subito dopo entra nell’azienda di famiglia la “Martinelli Luce”, fondata negli anni ’50. All’interno dell’azienda svolge una duplice attività, quella di imprenditrice e quella di progettista e art director, curando anche la grafica del materiale di comunicazione e quella commerciale. Le sue fonti di ispirazione sono sempre state la natura, le forme geometriche, i colori e le ombre. Oltre a sviluppare i suoi progetti di lampade, alcuni dei quali premiati con riconoscimenti internazionali come l’IF PRODUCT DESIGN nel 2011-2013 e nel 2014, ha collaborato con architetti come Gae Aulenti e continua a collaborare con importanti designer esterni all’azienda. Le sue realizzazioni artistiche sono state presentate in diverse mostre collettive italiane.
Off-Road – 5 pezzi
2013, h 45 cm, diam. 40 cm Produttore: Martinelli Luce Stampaggio per termoformatura, metacrilato opal bianco e in colore iridescente. Donatore: Emiliana Martinelli
Una ruota luminosa composta da due elementi in metacrilato opal bianco fissati a uno snodo centrale in metallo, uno zigzag di luce, due dischi centrali cangianti dove i colori seguono il percorso di chi guarda. Prodotto in cinque esemplari e presentato in occasione della Mostra “Ruote d’artista”, realizzata in contemporanea dei Mondiali di ciclismo Toscana 2013, svoltisi a Lucca dal 5 al 30 settembre 2013.
Emiliana Martinelli
She was born at Lucca in 1949, she obtained a diploma at the Art Institute and afterwards in Industrial Design in Florence where she then graduated in Architecture. Immediately after she started working in the family business “Martinelli Luce”, established in the 50s. Within the enterprise, she carries out a dual activity, as businesswoman and as a designer and art director being responsible for the graphics of the communication and commercial materials, as well. She has always been inspired by nature, by geometrical forms, by colours and by shadows. She not only developed her projects of lamps, some of them were rewarded with international awards such as IF PRODUCT DESIGN in 2011-2013 and in 2014, but she also worked together with architects such as Gae Aulenti and she still works together with important outhouse designers. Her artistic works have been shown during several Italian collective exhibitions.
Off-Road – 5 pieces
2013, h 45 cm, diam. 40 cm Manufacturer: Martinelli Luce Thermoforming molding. White and iridescent methacrylate opal. Donor: Emiliana Martinelli
It is a luminous wheel consisting of two elements made of white methacrylate opal fixed to a central joint made of metal, a zig zag of light, two central shimmering disks where colours follow the itinerary of those who look at them. It is produced in five examples and shown during the Exhibition“Artist’s Wheels” organized simultaneously with the World Cycling Cup Toscana 2013, which took place at Lucca from the 5th to the 30th September 2013.
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Richard Meier “I am glad that my work can be used for this philanthropic effort�.
WWW.RICHARDMEIER.COM
Richard Meier Laureato alla Cornell University (Ithaca, NY) ha aperto il suo primo studio a New York nel 1963. Da allora ha ottenuto le principali commissioni civiche e culturali del mondo così come quelle per case private e complessi aziendali e universitari. Ha ricevuto i più alti riconoscimenti del settore inclusi i Pritzker Prize for Architecture, le Gold Medals of the American Institute of Architects e il Royal Institute of British Architects, il Praemium Imperiale dall’Associazione d’Arte Giapponese. È conosciuto in particolare per aver realizzato il Getty Center di Los Angeles, il Barcelona Museum of Contemporary Art e la Chiesa del Giubileo a Roma. Tra i suoi ultimi lavori: l’Italcementi i.Lab a Bergamo, un grattacielo residenziale a Tel Aviv, due grattacieli residenziali Tokyo, due progetti commerciali in Messico, un hotel in Cina, e abitazioni private in Europa, Asia e Nord America.
Interve – Pezzo unico
1987, h 18 x 18 cm solo immagine; h 25 x 25 cm immagine con cornice Produttore: Autoproduzione Collage di materiali vari. Donatore: Richard Meier
“Produco collage da circa cinquantacinque anni, molti degli ultimi sono stati realizzati durante lunghi voli o nelle sale d’aspetto degli aeroporti. Nonostante la loro unicità intrinseca – composizioni di fogli, forme e colori “trovati” per caso – questi collage hanno molto a che fare con la mia architettura. Come un disegno non può sostituire l’esperienza fisica dell’architettura, il potere visivo dei collage deriva dalla suggestione dello “spazio” che non vediamo: piccoli frammenti di lettere e foto con le loro storie, usi e significati originari”. R. Meier – New York, 11 settembre 2013
Richard Meier
Richard Meier received his architectural training at Cornell University (Ithaca, NY) and established his own office in New York City in 1963. Since that time his international practice has encompassed major cultural and civic commissions as well as private residences, and corporate and academic facilities. He has received the highest honors in the field including the Pritzker Prize for Architecture, the Gold Medals of the American Institute of Architects and the Royal Institute of British Architects as well as the Praemium Imperiale from the Japan Art Association. He is best known for the Getty Center in Los Angeles; the Barcelona Museum of Contemporary Art; and the Jubilee Church in Rome. His current work include the Italcementi i.Lab in Bergamo, Italy; a condominium complex in Jesolo, Italy; a residential tower in Tel Aviv, Israel; two residential towers in Tokyo, Japan; two hospitality and commercial projects in Mexico; a club house and hotel in China; and private residences in Europe, Asia and North America.
Interve – Unique piece
1987, h 18 x 18 cm image; 25 x 25 cm framed Manufacturer: Made by designer Mixed media collage. Donor: Richard Meier
“I have been producing collage for nearly fifty five years, many of the early one’s were done during long flights or in the waiting areas at airports. Despite their inherent uniqueness – layered compositions of “found” papers, shapes and colors – these colleges are very much of a piece with my architecture. As a presentation drawing is no substitute for the physical experience of architecture, the visual power of the collages derives from the suggestion of the “space” that we do not see: small fragments of letters and pictures with their own histories, former uses and meanings. And, as my architecture is activated by color and light collected on the surfaces of white panels, the silent dynamic of each collage is focused within a standard square frame. It is difficult to view the collages without imagining the architectural grid, portioned and worked over by time, the hand and chance”. RM – New York, 11 September 2013
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Franco Mello “Mi piaceva che questa versione dorata della ‘Lulù’ fosse destinata ad una associazione come la vostra”.
Franco Mello Nato a Genova, vive e lavora a Torino e Spineto Scrivia (Al). Di formazione tipografica, inizia a lavorare nel mondo dell’arte alla Galleria del Deposito. Ha progettato libri e cataloghi per gli artisti dell’Arte Povera e della Transavanguardia. Edita libri e cura la rivista Materiali per l’Arte. Ha progettato, curato e allestito l’unica mostra di design al Castello di Rivoli, “The Rock Furniture”. Ha insegnato alla Facoltà di Architettura di Torino nel corso di Disegno industriale per la Comunicazione Visiva. Ha diretto molti filmati per Rai 2 e Rai 3. Sta preparando la sua prima mostra personale.
Lulù – Pezzo Unico
2009/2013, h 25 x 68 x 30 cm Produttore: Autoproduzione
La lumaca “Lulù” fa parte della collezione creata per Dog Design insieme ad un grande “Pesce” e una “Tartaruga”. Tutte realizzate in poliuretano espanso, rifinite e verniciate a mano dopo essere state messe nello stampo. Per “Lulù” è prevista una differente colorazione ogni venticinque pezzi.
Schiumato. Poliuretano espanso verniciato. Donatore: Franco Mello
Franco Mello
Born in Genoa, lives in Turin and Spineto Scrivia (AI). Training typography, Franco Mello began working in the world of art at the Galleria del Deposito (Genoa). He designed books and catalogues for many of the artists of the Arte Povera and the Transavanguardia. Mello designed, edited and prepared the only design exhibition at the Castello di Rivoli,” The Rock Furniture”. He taught at the Faculty of Architecture in Turin in the course of Industrial Design for Visual Communication. He directed many short movies for Rai 2 and Rai 3. He is curating the annual magazine “Materiali per l’Arte” and is currently preparing his first solo exhibition.
Lulù – Unique piece
2009/2013, h 25 x 68 x 30 cm Manifacturer: Made by designer
The snail “Lulu” is part of the collection created for Dog Design along with a big “Fish” and a “Turtle”. All made of expanded polyurethane, each finished and varnished by hand after being placed in their mold. “Lulu” is foreseen in a different color every twenty-five pieces.
Foam. Varnished expanded polyurethan. Donor: Franco Mello
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Alessandro Mendini “Questo sarebbe un “dono”: rendere umili gli ideali, introdurre nella violenza dello scambio e nell’aggressività simbolica dell’economia il dono del lavoro intellettuale, e fare coincidere il progetto con il rito, e l’oggetto con l’abitudine”.
WWW.ATELIERMENDINI.IT
Alessandro Mendini Architetto, nato a Milano, ha diretto le riviste “Casabella”, “Modo” e “Domus”. Realizza oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Collabora con le maggiori compagnie internazionali ed è consulente di varie industrie. È membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Nel 1979 e nel 1981 gli è stato attribuito il Compasso d’Oro, è Chevalier des Arts et des Lettres in Francia, ha ricevuto l’onorificenza dell’Architectural League di New York, la laurea honoris causa al Politecnico di Milano e all’École Normale Supérieure de Cachan in Francia. È professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of Fine Arts in Cina. I suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private. Nel 1989 ha aperto assieme al fratello architetto l’Atelier Mendini a Milano che ha ricevuto la Medaglia d’oro all’architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano e il Villegiature Awards 2006 a Parigi.
Albero di primavera – Prova d’Autore (serie completa composta da 8 esemplari + 2 Prove d’Autore)
2014, h 70 x 40 x 50 cm – Produttore: Pampaloni Argento, ottone e marmo. Donatore: Alessandro Mendini, Pampaloni
Scultura con basamento in marmo, foglie in argento realizzate con fusione manuale e assemblate su un’asta di ottone.
Alessandro Mendini
Architect he was born in Milan. He directed the magazines “Casabella”, “Modo” and “Domus”. His focus is on objects, furniture, concept interiors, paintings, installations and architecture. International collaborations and design and image consulences to many different kinds of companies. He is an honorary member of the Bezalel Academy of Arts and Design in Jerusalem. In 1979 and 1981 he was awarded the Italian Compasso d’Oro of design; in France he carries the title of Chevalier des Arts et des Lettres; he is the recipient of an honorary title from the Architectural League of New York and was also awarded an honorary doctorate degree from the Milan Polytechnic. His work is featured in many museums and private collections. With his brother he opened “Atelier Mendini” in 1989 in Milan which received a Gold Medal for Italian Architecture in 2003 from Triennale di Milano and the 2006 Villegiature Awards in Paris.
Spring tree Author’s proof (complete series consists of 8 pieces 2 Author’s proofs)
2004, h 70 x 40 x 50 cm Manufacturer: Pampaloni Silver, brass and marble. Donors: Alessandro Mendini, Pampaloni
Sculpture with marble base, leaves in silver made with manual fusion and assembled on a brass rod.
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Angelo Micheli “Donare è un gesto al quale non si arriva per pensiero ma solo per spontaneità, un piccolo dono per un’iniziativa di aiuto alle persone, è un dovere. La spontaneità fa parte del rapporto umano ed è il tramite con il quale si dialoga con facilità. Realizzare un oggetto con le proprie mani per una persona cara e insieme ripetere il gesto donandolo a qualcuno che non si conosce ma che ha bisogno di essere ascoltato, fa diventare questa scultura viva e piena di vita”.
Angelo Micheli Laurea in architettura a Milano, nel 1986 è fra i fondatori del gruppo “Solid”. Dal 1988 al 1998 è partner dello Studio De Lucchi. La sua attività prosegue collaborando con Michele De Lucchi con cui si è occupato di importanti progetti. All’attività di architetto affianca la passione per l’arte e per la scultura. In questi anni ha ricevuto riconoscimenti e menzioni professionali tra cui Compasso d’Oro 2004, IF design award 2005, Design Index 2009, Good Design Award 2009 Chicago e selezionato per il Premio Compasso d’Oro 2011. Ha esposto le sue opere presso gallerie d’arte e musei, tra cui Palazzo della Triennale – Milano, Steel Case Design Partnership – New York, Centre Pompidou – Parigi, Seibu – Giappone, Palazzo Lateranense – Roma, Biennale di Venezia, Genus Bononiae – Bologna. È stato docente all’Istituto Europeo di Design di Milano, dal 2000 al 2010 ha insegnato all’Università IUAV di Venezia e dal 2011 insegna all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino-Università IUAV.
Cipresso Giulia – Pezzo Unico
2010, h 295 x 87 x 87 cm Produttore: Autoproduzione Legno abete / assemblaggio delle listelle di abete con viti. Donatore: Angelo Micheli
“Ho iniziato a scolpire in un pezzo di legno abbandonato un cipresso, quasi tascabile. Non ricordo perché mi ha affascinato questo albero, forse la sua eleganza e la sua maestosità o forse la sua solitudine. Pochi mesi dopo alla piccola scultura si sono uniti altri piccoli cipressi. La scelta di realizzarne uno molto più grande mi affascinava perché la sua serietà nasconde il calore del luogo dove cresce. Ho tagliato tante linee di legno uguali e ho iniziato la composizione con l’aiuto di un supporto, non riuscendo più a controllare il suo sviluppo e la sua forma vibrante”. A. Micheli
Angelo Micheli
Degree in Architecture at Milan, in 1986. Part of the founders of the group “Solid”. Angelo has been collaborating with Michele De Lucchi where he is in charge of important projects. Alongside his Architectural carrier, he is also passionate for art and sculpture. In recent years he has received professional awards and commendations including the Compasso d’Oro 2004, IF Design Award 2005 Design Index 2009, Good Design Award 2009 Chicago, and has been selected for the Compasso d’Oro Award 2011. He has exhibited his works at art galleries and museums, including the Palazzo della Triennale - Milan, Steel Case Design Partnership - New York, Centre Pompidou - Paris, Seibu - Japan, the Lateran Palace - Rome, Venice Biennale, Genus Bononiae - Bologna. He was professor at the European Institute of Design in Milan, from 2000 to 2010, has taught at the University IUAV of Venice and from 2011 taught at the University of the Republic of San Marino-IUAV University.
Cipresso Giulia – Unique piece
2010, h 295 x 87 x 87 cm Manufacturer: Made by designer Fir Timber/ Assemblage of fir strips with screws. Donor: Angelo Micheli
“I began by sculpting a cypress tree from an abandoned piece of timber. It was nearly pocket size in scale. I do not recall why this particular tree fascinated me; perhaps it was its elegance and its majesty, or perhaps its solitude. Few months later, several more small cypress trees came together. The choice of producing a much larger scale version fascinated me because its seriousness hides the warmth of the place where it grows. I first cut numerous equal length strips of timber and then began the composition with the aid of a support. It was soon apparent that I no longer was able to control its development and its vibrant form”.
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Mario Nanni
WWW.MARIONANNI.COM
Mario Nanni Progettista e artista della luce da quarant’anni usa la sua esperienza e la sua professionalità artigiana per sperimentare, creare, accompagnando progettisti di fama internazionale nei loro lavori per comporre una propria poetica progettuale. Ideatore delle “poesie di luce”, che nel suo linguaggio artistico sono una forma di comunicazione evocativa attraverso immagini, racconti di luce fatti di icone e simboli, immagini in movimento, quali: ‘Da sempre per sempre’ (Palazzo della Mercanzia, Piazza della Signoria – Firenze 2011), ‘La luce della musica’ (Teatro alla Scala – Milano 2009), ‘Parete narrante’ (La biennale, Ca’ Giustinian – Venezia 2009), ‘O’dino, tracce di luce’ (Festival dei due mondi – Spoleto 2009). È stato il protagonista della stagione espositiva 2013 di Villa Panza, Varese, tra le più prestigiose istituzioni dedicate all’arte contemporanea, con la sua personale ‘Luce all’opera’.
Verso la luce, il verde – Pezzo unico
2009, Elemento A h 180 x 30 cm; elemento B h 60 x 30 cm Produttore: Autoproduzione Gesso, olio, metallo, luce. Donatore: Mario Nanni
Elementi dell’opera ‘Verso la luce, il verde’. Una composizione astratta e fluente, composta da venti elementi, in cui il colore si sfuma verso la luce accompagnandosi alla luminanza. Il tono freddo del verde diventa caldo con l’uso dell’ottone e della luce; la distesa di uno spazio aperto alla riflessione in cui porte, finestre, feritoie, buchi sfondano la materia trasformando il colore in un immenso affresco sull’alternanza della luce e dei pensieri. L’opera è il racconto inedito del modo di vedere e sentire attraverso la luce del maestro del buio.
Mario Nanni
A designer and light artist for 40 years, he uses his experience and professional craftsmanship to experiment, and create, working with internationally renowned designers to create their own poetic projects. Inventor of the “light poems”, which in his artistic idiom are a form of suggestive communication through images, light stories made of icons and symbols, and moving images, such as ‘Da sempre e per sempre (Always and forever)’, (Palazzo della Mercanzia, Piazza della Signoria - Florence 2011), ‘La luce della musica (Light music)’ (Teatro alla Scala - Milan 2009), ‘Parete narrante (Narrating wall)’, (The biennial, Ca ‘Giustiniani - Venice 2009), and ‘O’dino, traccie di luce (Traces of light)’ (Festival of the Two Worlds - Spoleto 2009). With his solo exhibition, ‘Luce all’’opera (Light at work), he was the highlight of the 2013 exhibition season at Villa Panza in Varese, one of the most prestigious institutions dedicated to contemporary art.
Towards the light, the green – Unique piece
2009, Element A h 180 x 30 cm; element B h 60 x 30 cm Manufacturer: ViaBizzuno Plaster, oil, metal, light. Donor: Mario Nanni
Elements of the work ‘Towards the light, the green’. This abstract and flowing composition consists of twenty elements, in which the colour fades towards the light following the luminance. The cold tone of the green becomes warm with the use of brass and light. The expanse of space opens to reflection in which doors, windows, vents, and holes break through the material transforming the colour into an immense fresco on the alternation of light and thoughts. The work is the new story of the way we see and feel through the light of the master of the dark.
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Jean Nouvel “Quadricromia è un elemento di riqualificazione ambientale, la sua texture sempre diversa crea un’unicità che segue le leggi della crescita naturale”.
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Jean Nouvel Nato a Fumel, si diploma nel 1972 alla Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti di Parigi. Apre il suo primo studio, con François Seigneur, nel 1970 e nel corso degli anni elabora progetti internazionali di dimensioni e destinazioni varie lavorando con più di cento collaboratori. Vera e propria figura carismatica della cultura contemporanea, architetto di fama mondiale, ha ricevuto nel 2001 tre riconoscimenti internazionali (il Premio Borromini, la Medaglia d’oro del Royal Insitute of British Architetcts, il Praemium Imperiale conferito a Tokyo). Per Nouvel l’architettura è “arte visiva, produzione di immagini”. Un’architettura smaterializzata, dove sono protagonisti la luce e le superfici più che la qualità scultorea dell’opera. Nouvel si fa portatore dell’importanza sociale e culturale dell’architettura, che si impegna nel mondo, in un continuo scambio con altre discipline.
Quadricromia – Pezzo Unico
2013, h 280 x 500 cm – Produttore: Danese Taglio e cucitura. Feltro e tibaud con predominante grigio. Donatore: Jean Nouvel, Danese
“Quadricromia” è un elemento bidimensionale che si adatta però alla tridimensionalità degli ambienti. Rispetto all’uomo interviene su tre sensi per migliorare la sua percezione dell’ambiente. Ha ottime capacità di assorbimento acustico influendo così positivamente sul comfort degli spazi ed ha qualità tattili che si possono diversamente apprezzare nella varietà dei suoi utilizzi. Ha, inoltre, qualità percettive frattaliche, il suo aspetto è creato dalla casualità, da una rete strutturale irregolare accoppiata a una disomogeneità materica che genera una ricchezza percettiva in cui la bellezza viene dall’imprecisione.
Jean Nouvel
Born in Fumel, he graduated in 1972 from the National School of Fine Arts in Paris. He opened his first studio, with François Seigneur, in 1970 and over the years has developed international projects of various sizes and in various locations, working with more than one hundred employees. A truly charismatic figure of contemporary culture, and a world-renowned architect, he received three international awards in 2001 (the Borromini Prize, the Gold Medal of the Royal Institute of British Architects, and the Imperial Praemium in Tokyo). For Nouvel, architecture is “visual art, the production of images.” His is a dematerialized architecture, where the protagonists are the light and the surfaces more than the sculptural quality of the work. Nouvel makes himself the messenger of the social and cultural importance of architecture, and takes this commitment to the rest of the world in a continuous exchange with other disciplines.
Quadricromia – Unique piece
2013, h 280 x 500 cm – Manufacturer: Danese Cutting and sewing. Felt and tibaud predominantly gray. Donors: Jean Nouvel, Danese
“Quadricromia” is a two-dimensional element that adapts to the three-dimensional nature of environments. With respect to people, it works on three senses to improve perception of the environment. It has excellent sound absorption capacities and therefore has a positive effect on the comfort of the space. It also has tactile qualities that can be appreciated in different ways in the variety of its uses. Furthermore, it also has fractal qualities. Its appearance has been created randomly, using an irregular structural web or net combined with inhomogeneous materials to generate a variety of perceptions in which beauty is imprecision.
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Luigi Ontani
Luigi Ontani Nato a Montovolo di Grizzana Morandi (Bo), dopo gli studi a Bologna, inizia negli anni ’70 una carriera artistica che lo porterà a imporsi come uno dei più importanti artisti italiani viventi al mondo. Si trasferisce a Roma dove tiene una personale alla Galleria L’Attico (1974), poi a Basilea, Essen, Amsterdam (1980); Centre Pompidou, Parigi (1981); Guggenheim, New York e GAM, Bologna (1982); New York, Los Angeles, Monaco, Venezia, Francoforte (1983-1986); Trento, Torino, Bari, Roma, Londra, Bruxelles e New York (1898-1994); una retrospettiva a Trento, personali a Monaco e Francoforte (1996); una grande retrospettiva al PS1 di New York (2001); Bangkok, Vienna, Gent, Milano (2002-2004); Peggy Guggenheim Collection, Venezia (2006); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, MAMbo di Bologna (2008), Museo di Capodimonte, Napoli (2009) e Museo d´arte contemporanea Castello di Rivoli (2011-12). Ha partecipato a cinque Biennali di Venezia: 1972, 1978, 1984, 1986, 1995. Vive e lavora a Roma.
Elefantinnoforifororienta Scarpetta Pezzo unico
1990, h 44 x 37 x 33 cm Produttore: Autoproduzione / Ceramiche Gatti Ceramica policroma con oro zecchino. Donatore: Luigi Ontani
Modulo elefantino/mensola dorato in legno intagliato con madè sudarsana (Bali, Indonesia) e scarpetta in ceramica policroma con oro zecchino realizzata con Ceramica Gatti di Faenza.
Luigi Ontani
He was born in Montovolo di Grizzana Morandi (Bo) in 1943. After studying in Bologna, he began a career in the ‘70s that led him to become one of the most important living Italian artists in the world. He moved to Rome where he held a solo exhibition at the Galleria Attica (1974), then in Basel, Essen, Amsterdam (1980); Centre Pompidou, Paris (1981); the Guggenheim, New York and GAM, Bologna (1982); New York , Los Angeles, Monaco, Venice, Frankfurt (1983-1986); Trento, Turin, Bari, Rome, London, Brussels and New York (18981994); a retrospective exhibition in Trento, a solo exhibition in Monaco and Frankfurt (1996); a major retrospective at PS1 in New York (2001); Bangkok, Vienna, Gent, Milan (2002-2004); Peggy Guggenheim Collection, Venice (2006); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, Mambo in Bologna (2008); Museo di Capodimonte, Naples (2009); and Museum of Contemporary Art in Castello di Rivoli (2011-12). He has participated in five Venice Biennials: 1972, 1978, 1984, 1986, and 1995. He lives and works in Rome.
Elefantinnoforifororienta Scarpetta Unique piece
1990, h 44 x 37 x 33 cm Manufacturer: Made by designer / Ceramica Gatti
Elephant module / gilt and carved wood shelf with MadĂŠ Sudarsana (Bali, Indonesia) and slipper in polychrome ceramic with pure gold made with Ceramica Gatti in Faenza.
Polychrome ceramic with pure gold. Donor: Luigi Ontani
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Mimmo Paladino
WWW.MIMMOPALADINO.IT WWW.GORILAB.IT
Mimmo Paladino Nato a Paduli (BN), la sua opera si sviluppa a partire dalla fine degli anni ’60 iniziando con la fotografia associata al disegno. Nel 1980 con Chia, Clemente, Cucchi e De Maria dà vita alla Transavanguardia. Dal 1985 si dedica a grandi sculture in bronzo e installazioni, come l’enorme montagna di sale con sculture di animali e uomini in Piazza del Plebiscito a Napoli. Negli anni ‘90 intensifica l’attività all’estero e nel 1994, primo tra gli artisti italiani contemporanei, espone alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino. Nel 2003 è scelto per rappresentare l’arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles. Nel 2008 allestisce una mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con Brian Eno. Nel 2011 la città di Milano gli dedica una grande retrospettiva a Palazzo Reale. Nel 2012 espone le sue ceramiche al MIC di Faenza e una grande croce in marmo per Piazza Santa Croce a Firenze. Nel 2012 Papa Benedetto XVI lo nomina Membro Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti in Vaticano.
Senza titolo Pezzo unico (una di due coppie)
2013/14, h 98 x 30 x 33 cm Produttore: GoriLab / Archimede Falegnameria Legno verniciato. Donatori: Mimmo Paladino, GoriLab, Archimede Falegnameria
I tavolini hanno il fusto e i rami realizzati in massello di faggio, la coppia di mani sono sempre in massello, ma una di faggio e una di rovere che, avendo il poro del legno aperto, lascia trasparire la venatura del legno dopo la verniciatura in nero. I rami e le mani sono stati innestati artigianalmente, a mano, per creare l’effetto “ramo che esce dal tronco dell’albero”.
Mimmo Paladino
Born in Paduli (BN), Paladino’s work began to evolve from the late 1960s, starting with photography connected to design. In 1980, with Chia, Clemente, Cucchi and De Maria, the Transavanguardia was established. From 1985, he devoted himself to large bronze sculptures and installations, such as the huge mountain of salt with sculptures of animals and humans in the Piazza del Plebiscito in Naples. In the 1990s, he became very busy abroad and in 1994, the first of the contemporary Italian artists, he exhibited at the National Gallery of Fine Arts in Beijing. In 2003, he was chosen to represent Italian art during the Italian presidency in Brussels. In 2008, he organized an exhibition at the Ara Pacis Museum in Rome with Brian Eno. In 2011, the city of Milan dedicated a major retrospective to him at the Palazzo Reale. In 2012, he exhibited his ceramic work at the MIC of Faenza and a large marble cross in Piazza Santa Croce in Florence. In 2012 Pope Benedict XVI appointed him Distinguished Ordinary Member of the Pontifical Academy of Fine Arts in the Vatican.
Untitled – Unique piece (one of two pairs)
2013/14, h 98 x 30 x 33 cm Manufacturer: GoriLab / Archimede Falegnameria Painted Wood. Donors: Mimmo Paladino, GoriLab, Archimede Falegnameria
The tables have stems and branches made of solid beech, again the pair of hands is in solid wood, but one is in beech and another in oak, and due to the open pores of the wood, the wood grain is revealed after the wood is painted black. The arms and hands were grafted by hand using artisan techniques, to create the effect of the “branch that comes out of the tree trunk.”
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Luca Pancrazzi “Un dono è un dono, che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Io amo i fatti e non le chiacchiere. L’opera parla da sola e non ha bisogno di descrizioni”. Donatore Anonimo
Luca Pancrazzi Nato a Figline Valdarno (Fi), dopo gli studi accademici viaggia negli Stati Uniti, dove lavora come assistente di Sol Lewitt. Nello stesso periodo lavora anche a Roma per Alighiero Boetti. Dal 1993 si trasferisce a Milano e inizia una collaborazione con la Galleria Mazzoli (Mo). Dal 1996 partecipa ad una serie di esposizioni internazionali: Biennale di Venezia (1997), Triennale di New Dehli (1997), Triennale di Vilnius (2000), Whitney Museum of American Art at Champion (1998), Biennal of Valencia (2001), Moscow Biennal of Contemporary Art (2007), Quadriennale di Roma (2008), e in istituzioni, tra le quali il P.S.1 (1999), Galleria Civica di Modena (1999), Museo Marino Marini (2000), Palazzo delle Papesse (2001), Galerie Lenbachhaus und Kunstbau (2001), GAMEC (2001), Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (2002), ZKM (2003), PAC (2004), MART Trento e Rovereto (2005), MAMbo (2006), Macro (2007), Fondazione Pomodoro (2010), Museo per Bambini di Siena (2010). È tra i fondatori dei progetti “Importé d’Italie” (1982), “ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ” (1993), “DE-ABC” (2003) e “Madeinfilandia” (dal 2010).
Senza titolo – Pezzo unico
2001, h 82 x 49 x 45 cm Produttore: Autoproduzione Vetro,legno, silicone. Donatore: Anonimo
“Pellicolare o smerigliata, bidimensionale o abrasa la superficie dell’arte segna sempre una soglia rispetto alla vita, la sosta metafisica di una investigazione che non chiede risposta, piuttosto una deambulazione della mente tra diversi punti messi a fuoco dall’immagine. Luca Pancrazzi ci sottopone la possibilità di esplorare i campi elisi ella creazione ed avvicinarci alla natura dell’arte ma sempre con la consapevolezza che guardare non significa possedere l’albero ma solo la sua corteccia”. Achille Bonito Oliva, 2001
Luca Pancrazzi
He was born in Figline Valdarno (FI ), and after completing his studies, he went to the United States, where he worked as an assistant to Sol Lewitt. During the same period he also worked for Alighiero Boetti in Rome until 1991. In 1993, he moved to Milan and began collaborating with the Galleria Mazzoli (Mo). He has participated in several international exhibitions at the Venice Biennial (1997), the New Delhi Triennial (1997), the Vilnius Triennial (2000), at the Whitney Museum of American Art at Champion (1998) and institutions such as P.S.1 (1999), Galleria Civica di Modena (1999), Museo Marino Marini (2000), Palazzo delle Papesse (2001), Galerie Lenbachhaus und Kunstbau (2001), GAMEC (2001), Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (2002), ZKM (2003), PAC (2004), MART Trento e Rovereto (2005), MAMbo (2006), Macro (2007), Fondazione Pomodoro (2010), Museo per Bambini di Siena (2010). He was one of the founders of the “Importé d’Italie” projects (1982), and “ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ” (1993), “DE-ABC” (2003) and “Madeinfilandia” (from 2010).
Senza titolo – Unique piece
2001, h 82 x 49 x 45 cm Manufacturer: Made by designer Glass, wood, silicon. Donor: Anonymous
“Filmy or ground, two-dimensional or abraded, the surface of art always marks a threshold with respect to life, the metaphysical stopping point of an investigation that doesn’t require answers, but rather a deambulation of the mind through different points put into focus by the image. Luca Pancrazzi presents us with the possibility of exploring the Elysian Fields of creation and of getting closer to the nature of art, but always with the awareness that looking doesn’t mean possessing the tree, but only its bark”. Achille Bonito Oliva, 2001
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Francesco Patriarca “Evviva il do ut do!”
WWW.FRANCESCOPATRIARCA.COM WWW.GORILAB.IT
Francesco Patriarca Nato a Roma, lavora con la fotografia, il disegno, la pittura ed il design. Tra il 2002 e il 2007 vive a Parigi dove pubblica per Les Editions Filigranes “L’appartement”. Tra il 2008 ed il 2010 vive a New York dove pubblica per Nomenus Quarterly “Leaves on me”. Tra le principali mostre personali si ricordano quelle presso Art Platform Los Angeles, 2012, Museo Orto Botanico di Roma, 2011, Next Level Project Space di Londra, 2010, Galerie Peitner Lichenfels di Vienna, 2009, Galleria Nicoletta Rusconi di Milano, 2008, M’ars Contemporary Art Center di Mosca, 2007, Gossmichael Foundation di Dalllas, 2006. Ha partecipato a mostre collettive in musei ed istituzioni internazionali. Il lavoro di Patriarca oscilla tra il minimalismo e l’astratto. I temi ricorrenti all’interno della sua opera sono legati al rapporto tra uomo e ambiente e prendono spunto da riferimenti autobiografici.
Pagoda Table – Pezzo unico
2014, h 70 x 70 x 40 cm Produttore: Gori Lab / Archimede Falegnameria Lavorazione a mano. Legno. Donatori: Francesco Patriarca, Gori Lab, Archimede Falegnameria
‘Pagoda Table’ è un progetto nato dal caso e dall’osservazione del rapporto tra il legno e l’ambiente. Il tavolo rappresenta una sorta di fotografia di vari mesi di lavoro trascorsi in esterno con un tavolino da lavoro che, nell’arco di un anno intero, è stato esposto a pioggia, umidità, grandine, neve ed infine calore estivo e sole. Dopo un anno di esposizione il prototipo è stato sottratto alle intemperie e ricostruito nelle misure del tavolino originale e sopratutto con la stessa forma che il dialogo di tutti questi elementi naturali aveva generato.
Francesco Patriarca
Born in Rome, he works with photography, drawing, painting and design. Between 2002 and 2007, he lived in Paris where he published for Les Editions Filigranes “L’appartement”. Between 2008 and 2010, he lived in New York where he published “Leaves on me” for the Nomenus Quarterly. He has had major solo exhibitions at the Art Platform in Los Angeles, 2012, the Museo Orto Botanico (Museum of the Botanical Garden) in Rome, 2011, Next Level Project Space in London, 2010, Galerie Peitner Lichenfels in Vienna, 2009, Galleria Nicoletta Rusconi in Milan, 2008, M’ars Contemporary Art Center in Moscow, 2007, and the Gossmichael Foundation in Dalllas, 2006. He has participated in group exhibitions in international museums and institutions. Patriarca’s work fluctuates between minimalism and abstraction. The recurring themes in his work are related to the relationship between man and the environment and are inspired by autobiographical references.
Pagoda Table – Unique piece
2014, h 70 x 70 x 40 cm Manufacturer: Gori Lab / Archimede Falegnameria Made by hand. Wood. Donors: Francesco Patriarca, Gori Lab, Archimede Falegnameria
‘Pagoda Table’ is a project that developed accidentally from the observation of the relationship between wood and the environment. The table is a sort of photograph of several months spent working outdoors with a worktable that, over the course of a full year, was exposed to rain, humidity, hail, snow, and finally, the summer heat and sun. After a year of exposure to the weather the prototype was removed from exposure to weather conditions, and rebuilt it in the same measurements as the original table, and above all with the same form that the these natural elements had created in their interactions.
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Sergio Fabio Rotella “Donare dà un senso al possedere. Accumulare senza distribuire significa fallire il concetto di bene comune. Donare rende leggera l’anima per farla volare in alto”.
WWW.STUDIOROTELLA.COM WWW.BISAZZA.COM
Sergio Fabio Rotella Nato a Catanzaro vive e lavora a Milano. Master alla Domus Academy di Milano 1988/89. Dal 1990 al 1995 collabora con l’Atelier Mendini come coordinatore di progetti di architettura, design ed eventi. Nel 1996 fonda lo “Studio Rotella” che si occupa di architettura, design e consulenze per aziende. I suoi lavori comprendono progetti architettonici di ampio respiro, progetti di interior design, di riqualificazione di aree urbane e riconversioni industriali che propongono nuovi spunti sul vivere gli spazi. È consulente e art director di alcune aziende per le quali cura l’immagine, partecipa a diverse mostre nazionali ed internazionali. Nel 2012 il Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali gli affida l’incarico della progettazione del primo Museo Italiano permanente all’estero, “Spazio Italia”, all’interno del National Museum of China in Piazza Tian’ Anmen a Beijing. Nel 2013 presenta la nuova linea di arredi dal nome “RColletion” e a giugno inaugura a Pechino, lo spazio “Italian Living Experience”, una factory della creatività delle eccellenze italiane.
Music – Pezzo unico
2001, h 80 x 80 cm – Produttore: Bisazza Opus Tessellatum. Mosaico di vetro su pannello in legno. Donatore: Bisazza
Quadro in mosaico di vetro realizzato con tessere tagliate a mano e disposte una ad una secondo l’andamento del decoro.
Sergio Fabio Rotella
Born in Catanzaro in 1963, at present he lives and works in Milan. He obtained a Master at the Domus Academy of Milan in 1988/89. From 1990 to 1995 he worked at the Atelier Mendini as a coordinator of architectural, design and event projects. In 1996 he founded “Studio Rotella” whose focus on his interest of architecture, design and professional advice to companies. His production includes far-ranging architectural projects, conceptual architectural works, large architectural projects, interior design projects, as well as urban upgrading and industrial reconversion. These design approaches propose new ideas on how to exploit the living space and conceive architecture in present times. Fabio Rotella gives professional advice to some companies as the art director and promotes their corporate image. He designs and coordinates cultural and artistic events and takes part in several national and international design exhibitions. In February 2012 the “Italian Ministry of Cultural Heritage” entrusts Fabio Rotella with a task to design the first permanent Italian Museum abroad, “Spazio Italia”, inside the National Museum of China in the Tian’ammen Square in Beijing. In March, Fabio Rotella presents the new furniture collection that he designed, “RCollection”. On June 2013, the Architect inaugurated in Beijing “Italian Living Experience”, a factory of creativity of Italian excellence.
Music – Unique piece
2001, h 80 x 80 cm – Manufacturer: Bisazza Opus Tessellatum. Glass mosaic on wood panel. Donor: Bisazza
Picture in hand-cut glass mosaic tiles arranged one by one according to trends in decorum.
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Andrea Salvetti “Offrire una teglia per cucinare un animale con dignità è un gesto di riflessione sul rapporto tra la generosità dell’uomo e il rispetto della natura”.
WWW.ANDREASALVETTI.EU
Andrea Salvetti Vive e lavora a Lucca, nel suo studio di scultura e design, aperto nel 1991. Realizza opere, anche di grandi dimensioni, usando molti materiali e tecnologie diverse con particolare attenzione per i metalli. La sua attività si muove in uno spazio interdisciplinare molto ampio tra scultura, design, architettura, performance e cucina. Partecipa alla 48° Biennale d’Arte di Venezia, espone alla Triennale di Milano, al Focke Museum di Brema ed è presente in esposizioni e fiere internazionali come Design Miami/Basel, Moscow Design Week, PAD Paris-London, Arte Fiera, Art Dubai, SWAB Barcellona, realizza alcune sculture monumentali per spazi pubblici e viene selezionato per SMACH. 2013. Alcune sue opere sono presenti sui cataloghi di prestigiose case d’asta come Sotheby’s, Pierre Bergè, Phillips De Pury, Artcurial. Ha stretto un solido rapporto di collaborazione con Philippe Starck per il quale realizza opere per molti suoi progetti. Nel 2007 pubblica la monografia “Terra-Terra”.
Teglia per cuocere l’agnello con la sua dignità – Pezzo Unico
2013, opera con base h 147 x 90 x 45 cm Produttore: Autoproduzione Alluminio a sbalzo, carbone e legno multistrato. Donatore: Andrea Salvetti
L’opera è stata realizzata in occasione della performance “Sculture da Fuoco” pensata per il convegno internazionale “Convergenze Pollenzo, Art, Philosophy, Food”. L’oggetto è una delle forme utilizzate per cuocere i cibi nella performance della quale il video allegato narra puntualmente tutte le fasi, compresa la preparazione. Il posizionamento della teglia sul carbone e sulla base ricorda l’appartenenza al progetto complessivo ma mette anche in evidenza la dignità dell’animale sacrificato nella cottura. www.doutdo.it/salvetti
Andrea Salvetti
Salvetti lives and works in Lucca, where he opened his sculpture and design studio in 1991. He creates works of all scales using different materials and techniques but specializes in metalworking. His interdisciplinary work pushes the confines between sculpture, design, architecture, performance and cooking. He has participated in the 48° Biennale d’Arte di Venezia, and has showed at the Triennale di Milano, at the Focke Museum in Bremen and has participated in international art shows like Design Miami/Basel, Moscow Design Week, PAD Paris-London, Arte Fiera, Art Dubai and SWAB Barcellona. Salvetti created monumental pieces for public spaces that were selected and shown at SMACH. 2013. His works have figured in the catalogues of famous auction houses such as Sotheby’s, Pierre Bergè, Phillips De Pury and Artcurial. Salvetti has a long-standing collaboration with Philippe Starck. In 2007 he published “Terra-Terra”.
Pan for cooking lamb in all of its dignity Unique piece
2013, With base h 147 x 90 x 45 cm Manufacturer: Made by designer Hammered aluminum, carbon and plywood. Donor: Andrea Salvetti
This piece was created for the performance “Sculpture for Fire” held at the international event, “Convergenze Pollenzo, Art, Philosophy, Food”. This piece was one of the “pans” used to prepare foods during the performance portrayed in the enclosed video which shows all of the stages of the preparation and cooking. The placement of the pan on the embers and on its base recalls the fact that the piece was created for this event, but also evokes the natural dignity of the animal sacrificed for cooking. www.doutdo.it/salvetti
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William Sawaya “Donare è un atto a ciclo chiuso come l’infinito. ‘Fei Fei’ nasce e torna al suo punto d’inizio così come nell’atto di donare, la gioia del donatore è grande come quella di chi riceve”.
WWW.SAWAYAMORONI.COM
William Sawaya Architetto e designer nato a Beirut, studia all’Institut National des Beaux Arts del Libano, dove si laurea nel 1973. A Parigi e Milano approfondisce gli studi e le esperienze nel campo del product design, dell’architettura e dell’arte che considera come parte necessaria di un coerente progetto di cultura dell’abitare. Nel 1978 si stabilisce in Italia e apre lo studio di progettazione “Sawaya & Moroni Design Office”. Da allora progetta residenze, alberghi e edifici commerciali e residenziali in Italia e all’estero. Nel 1984 fonda insieme a Paolo Moroni “Sawaya & Moroni Contemporary Furniture” per la quale dirige e coordina le attività artistiche e progettuali. Il suo lavoro è documentato su libri di design, architettura e riviste di settore. I suoi pezzi sono presenti in vari musei, collezioni pubbliche e private.
Fei Fei Chair – Pezzo Unico (prototipo)
2012, h 80 x 54 x 52 x 45 hs cm Produttore: Sawaya & Moroni Iniezione – Struttura: inserto in metallo e poliuretano ad alta densità. Donatori: William Sawaya, Sawaya & Moroni
Una seduta composta concettualmente da un unico foglio materico, come un moderno origami, secondo un’armonica forma ripiegata su se stessa che delinea gambe e struttura. L’andamento plastico della superficie piana sottolinea da un lato la lucidità dell’approccio compositivo, dall’altro la cura nell’esecuzione dell’oggetto compiuto. In poliuretano ad alta densità, si presenta in un unico colore o nella soluzione a due tonalità (esterno e interno) che enfatizza il risvolto della superficie nella configurazione dell’incastro schienale-gambe posteriori, o in un’unica tonalità.
William Sawaya
Architect and designer, William Sawaya was born in Beirut, where he studied at the Lebanese Institut National des Beaux Arts, graduating in 1973. In Paris and Milan, he then pursued further studies and experience in the fields of product design, architecture and art, which he considers a necessary constituent part of every coherent lifestyle project. Moving to Italy in 1978, he opened the “Sawaya & Moroni Design Office”. Since then, he has designed homes, hotels and commercial and residential buildings, both in Italy and abroad. In 1984, he partnered with Paolo Moroni to establish “Sawaya & Moroni Contemporary Furniture”, whose artistic and design activities he manages and co-ordinates. His work has been published in books about design and architecture and in specialised magazines. His creations can be seen in several museums and in public and private collections.
Fei Fei Chair – One-off, because prototype
2012, h 80 x 54 x 52 x 45 hs cm Manufacturer: Sawaya & Moroni Injection. Structure – insert made of metal and highdensity polyurethane. Donors: William Sawaya, Sawaya & Moroni
This is a chair whose concept is a single sheet of material: shaped like a modern origami, it achieves harmony of form, folded back upon itself to identify the legs and the structure. The plastic movement of the flat surface stresses on the one hand the clarity of the approach to its composition and, on the other, the care lavished on executing the finished product. Made of high-density polyurethane, the chair is available in monochrome or in a two-tone version (inside and outside) that highlights the fold in the surface at the point where the backrest meets the rear legs.
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Luca Scacchetti “Ciotole/vasi che sono profili di ricordi, simboli di una natura quotidiana, in gran parte persa, fatta di castagne e nocciole, oggetti ove la sapienza e la magia della mano, del lavoro manuale accompagnando al segno il sogno, mostrano ancora tutta la loro magnificenza�.
WWW.SCACCHETTI.COM WWW.RIVA1920.IT
Luca Scacchetti Milanese, si laurea alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1978 fonda lo Studio di Architettura “Luca Scacchetti”. L’attività professionale dello studio include progetti e costruzioni su committenza pubblica e privata che spaziano da edifici civili, pubblici, alberghi, residenziali, spazi urbani, inclusa la progettazione di nuovi quartieri, aree urbane e lottizzazioni. Si occupa inoltre di interni e design collaborando con numerose e importanti aziende italiane ed europee nel campo del mobile, dell’illuminazione e dell’oggettistica. Progetta e realizza opere in Italia e in diversi Paesi del mondo variando i propri temi. Scrive saggi e articoli su differenti argomenti riguardanti la storia dell’architettura, la metodologia della progettazione architettonica e i rapporti tra questa e il design industriale. Numerose pubblicazioni e monografie si sono occupate del suo lavoro.
Ghiande – Pezzi Unici
2013, misure varie – Produttore: Riva 1920 Tornitura manuale. Legno massello di castagno. Donatori: Luca Scacchetti, Riva 1920
Ciotole/vasi con coperchio in legno di castagno tornite dal blocco massello. Forme come sagome ingigantite e stilizzate di nocciole, ghiande e castagne. Un omaggio ai boschi, ai nostri autunni, a quei ricordi d’infanzia fatti di fumi invernali e caldarroste. Castagne spaccate nella cottura così come queste ciotole che, realizzate in legno massello e vivo, si muovono, crepano, si fessurano, schioccano, diventano reperti e ricordi vivi. Quasi delle sculture primitive archetipe e allo stesso tempo pezzi di design esclusivi ed unici.
Luca Scacchetti
Luca Scacchetti was born in Milan in 1952. He obtained an architectural degree at the Politecnico of Milan in 1975. He is an architect and designer. His expertise ranges from urban planning to architectural projecting of the buildings, from internal architecture to single objects. Several are his projects of hotels. In the design field he cooperates with the leading Italian and worldwide manufacturers of furniture, office ware, lighting, bath ware, coatings and gifts. He ran projects throughout Italy and in France, Spain, The Netherlands, Russia, Greece, Cyprus, Japan, Armenia, Kazakhstan. He carried out a project in China for Shanghai Expo2010 involving a new neighborhood in PJ South - Shanghai.
Acorns – Limited Edition
2013, different sizes – Manufacturer: Riva 1920 Manual turning. Chestnut wood Donors: Luca Scacchetti, Riva 1920
Bowls/vases with top in chestnut wood turned from solid wood. Forms as exaggerated and stylized silhouettes of nuts, acorns and chestnuts. A tribute to the woods, to our autumns, to those childhood memories made of smoke and winter chestnuts. Chestnuts split in baking as well as these bowls, made of solid wood, move and crack, becomes relics and memories alive. Nearly of primitive and archetypal sculptures and at the same time exclusive pieces of design.
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Claudio Silvestrin “Nella ‘Ciotola con taglio’ che ho donato, vive la metafora del taglio deciso, quasi violento, con il mondo fluido. La Fenomenologia ci insegna che il donare implica un taglio, una selezione, una scelta, una decisione. Il decidere di partecipare all’evento do ut do, nasce dall’opera significativa, di grande spessore etico-culturale della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus”.
WWW.CLAUDIOSILVESTRIN.COM WWW.CO-MODO.IT
Claudio Silvestrin Educato a Milano da A.G. Fronzoni, ha proseguito gli studi all’Architectural Association di Londra. Integrità, chiarezza di intenti e rigorosa attenzione al dettaglio sono le caratteristiche della sua architettura. Nel 1989 fonda lo “Studio Claudio Silvestrin Architects” con uffici a Londra e dal 2006 anche a Milano. La sua opera spazia da oggetti di uso quotidiano a interni domestici e commerciali, spazi espositivi, edifici per musei e residenze private. Tra i clienti più noti Giorgio Armani, illycaffé, Anish Kapoor, Calvin Klein, Poltrona Frau, Victoria Miro, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la pop star Kanye West. Lo studio ha completato di recente un progetto di diciotto ville a Singapore, il ristorante Oblix allo Shard di Londra e la boutique di Giada in via Montenapoleone a Milano. Nel 2013 è stato Walton Critic e tutore alla Catholic University of America, Scuola di Architettura a Washington DC.
Ciotola con taglio – Pezzo unico
2013, h 23,2 x 38,25 x 13 cm Produttore: Co. Modo Massello di noce rivestito in polvere di bronzo. Donatore: Anonimo
Un taglio sottile sembra dividere in due questa ciotola in massello di noce rivestito in bronzo liquido. Il taglio fa sì che la ciotola raccolga al suo interno oggetti, non liquidi. La fessura ricorda il movimento di una lama che taglia un’anguria; lo spessore è ridotto al minimo. Metaforicamente, è come se volessimo fare un taglio deciso con il mondo fluido o, meglio, la cultura fluida. La forma sferica, materna e senza tempo, permette che la ciotola si manifesti nella sua semplicità, resa però elegante dal taglio.
Claudio Silvestrin
Claudio Silvestrin studied under A. G. Fronzoni in Milan and at the Architectural Association in London. His integrity, clarity of mind, inventiveness and concern for details is reflected in his architecture. Claudio Silvestrin Architects was established in 1989 with offices in London, and since 2006 in Milan also. The work of the practice encompasses real estate developments, newly built houses and resorts for private residence, art galleries and museums, domestic and retail interiors and furniture design. Clients include Giorgio Armani, illycaffĂŠ, Anish Kapoor, Calvin Klein, Poltrona Frau, Victoria Miro, the Fondazione Sandretto Re Rebaudengo for whom he has designed the museum in Turin and the internationally acclaimed hip hop artist Kanye West. Recently completed projects include: Sandy Island 18 Villas Development in Singapore, Oblix restaurant at the Shard in London and the Giada boutique in Milan Montenapoleone. Claudio Silvestrin has been lecturing extensively. In 2013 he was a Walton Critic and tutor at the Catholic University of America, School of Architecture in Washington DC.
Taglio Bowl – Unique piece
2013, h 23,2 x 38,25 x 13 cm Manufacturer: Co. Modo Walnut wood coated with pulverised bronze. Donor: Anonymous
A fine cut seems to divide in two this bowl of solid walnut with a pulverised bronze finish, at the same time allowing it to contain dry objects inside. The crevice reminds us of the gesture of a knife, halving a watermelon; the thickness is therefore kept to a minimum. Metaphorically, it is like our desire to be cut free from a world of constant fluidity; or better still, from a fluid culture. The choice of a spherical form, maternal and timeless, gives the bowl its simplicity. But the shape is not to be taken for granted, or considered trivial or predictable. Rather, the cut makes it extremely elegant, stimulating our visual sensibilities, even when we see it as an empty form.
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Ettore Sottsass “Donare crea un equilibrio”. Flavio e Stefania Pannocchia per Tendentse
WWW.SOTTSASS.IT
Ettore Sottsass Nato a Innsbruck nel 1917, si laurea in Architettura al Politecnico di Torino. Nel 1947 apre a Milano uno studio professionale dove si occupa di progetti di architettura e di design. Nel 1958 inizia la sua collaborazione con Olivetti come consulente per il design, collaborazione che durerà per oltre trent’ anni e che gli frutterà tre Compassi d’Oro per il design. Nel 1959 ha disegnato il primo calcolatore elettronico italiano. Nel 1976 gli é stata conferita la laurea honoris causa dal Royal College of Art di Londra. Nel 1981 ha dato inizio, con collaboratori, amici e architetti di fama internazionale al gruppo Memphis, simbolo del “nuovo design” e un riferimento per le avanguardie contemporanee. Un anno dopo ha fondato lo studio “Sottsass Associati” con il quale prosegue la sua attività di architetto e designer. Sue opere e progetti fanno parte delle collezioni permanenti di importanti musei internazionali. Muore a Milano nel 2007.
Fruttiera con manici – Edizione non limitata
1985, h 25 cm, diam. 40 cm Produttore: Tendentse Ceramica policroma / corpo realizzato a tornio, manici a stampo incollati al corpo. Donatore: Stefania Campatelli
Ceramica disegnata da Ettore Sottsass nel 1985 per la collezione Tendentse. “Molti anni fa mi è venuto tra le mani un grande libro con fotografie di ceramiche azteche. I colori su quelle ceramiche erano colori chiari, molto opachi e polverosi come se per le loro ceramiche gli Aztechi avessero usato ciprie colorate al posto di smalti vetrosi. Quell’idea di oggetti così soffici, così fragili, così provvisori che ‘apparivano’ nei luoghi più che ‘esistere’ nei luoghi, mi aveva molto affascinato”. E. Sottsass
Ettore Sottsass
Ettore Sottsass was born in Innsbruck, in 1917 and he graduates in Architecture from the Polytechnic in Turin. In 1947 he opens a practice in Milan where he takes care of design and architectural projects. In 1958 he begins his collaboration with Olivetti as a design consultant, a collaboration which will last for over thirty years and will earn him three Compassi d’Oro for the design. In 1959 he has designed the first italian electronic calculator. In 1976 he was conferred the laurea honoris causa from the Royal College of Art of London. In 1981 he has started, together with collaborators, friends and architects of international reputation, the Memphis group, which has quickly become the symbol of the “new design” and a reference for the contemporary avant-gardes. One year later he has founded the studio “Sottsass Associati”, with whom he pursues his activity as an architect and designer. His works and projects are part of the permanent collections of important museums in several countries. Sottsass dies in Milan, in 2007.
Fruit bowl with handles Not limited edition
1985, h 25 cm, diam. 40 cm Manufacturer: Tendentse Polychrome ceramic / body made with a lathe, moulded handles glued to the body. Donor: Stefania Campatelli
This ceramic piece was designed by Ettore Sottsass in 1985 for the Tendentse collection. “Many years ago I happened to lay my hands on a big book with photographs of Aztec pottery. The colours of the pottery were pale, very dull and dusty as if the Aztecs had used coloured powders in place of vitreous enamels for their pottery. That idea of objects that were so soft, so fragile, so temporary that they ‘appeared’ in places rather than ‘existing’ in places, intrigued me a lot.” E. Sottsass
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Philippe Starck “Ho desiderato donare un oggetto che è il punto di partenza del processo produttivo – lo stampo – e che racchiude in sé tutte le prerogative dell’opera d’arte intesa in senso classico. In questo ho trovato l’oggetto scelto affine agli scopi del progetto do ut do: valorizzare una collezione di oggetti di design nella loro dimensione etica e umanitaria”. Alberto Alessi
WWW.PHILIPPE-STARCK.COM WWW.ALESSI.COM
Philippe Starck Nato a Parigi, è tra i designer più originali e fecondi del momento. Vincitore di importanti riconoscimenti quali il Grand Prix National de la Création Industrielle e l’Honor Award dell’American Institute of Architects, si definisce come “un architetto giapponese, uno scenografo americano, un designer industriale tedesco, un direttore artistico francese, un designer di mobili italiano”.
Tools for Juicy Salif – 2/9
1990, h 44 x 54 x 28 cm – Produttore: Alessi Acciaio fucinato e ricotto. Acciaio PKR2. Donatore: Alessi
Stampo per la produzione in fusione realizzato in acciaio bonificato (le parti di ancoraggio, fisse) e in acciaio PKR2 (le parti mobili, le matrici), fucinato e ricotto. Alle lavorazioni meccaniche segue un trattamento termico (tempra sottovuoto con raffreddamento in bagno di sale). Lo stampo dello spremiagrumi “Juicy Salif” è a tre movimenti e ad oggi ne sono stati costruiti nove. All’interno delle piastre di ancoraggio un sistema di canali di raffreddamento a liquido mantiene costante la temperatura (circa 380 gradi).
Philippe Starck
Born in Paris in 1949, he is one of the most original and creative designers of our time. Winner of important awards such as the Grand Prix National de la Création Industrielle and the Honor Award of the American Institute of Architects, he considers himself as “a Japanese architect, an American art director, a German industrial designer, a French artistic director, and an Italian furniture designer”
Tools for Juicy Salif – 2/9
1990, h 44 x 54 x 28 cm – Manufacturer: Alessi Forged and annealed steel. PKR2 Steel. Donor: Alessi
Casting mould made of tempered steel (the attachments and fixed pieces) and stainless PKR2 steel (moving parts, dies), forged and annealed. Mechanical processing followed by a heat treatment (vacuum quenching and cooled in a bath of salt). The “Juicy Salif” squeezer will be produced in three production runs, with nine pieces created to date. Inside the anchor plates, a system of liquid cooling channels maintains a constant temperature (approximately 380 degrees).
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Tarshito “Una sola terra, una sola umanità”.
WWW.TARSHITO.COM
Tarshito Tarshito (in sanscrito Sete di Dio) è il nome che Osho, suo maestro spirituale, ha dato a Nicola Strippoli. Originario della Puglia, architetto, artista, docente presso le Accademie di Belle Arti e Tam Tam, Tarshito crea ambienti e opere per la “nuova umanità” attraverso la meditazione. In “SPECIALE TARSHITO”, piattaforma-laboratorio alla periferia di Bari, ricerca e condivide l’Unità tra creatività, spiritualità e tradizione. Vive a Bari ma lavora anche in India e Nepal.
Mano Geografica – Pezzo Unico
2006, h 33 x 150 x 180 cm Produttore: Autoproduzione Legno dipinto e foglia oro / Pannello multistrato ritagliato a mano, preparazione con smalto all’acqua, dipinto con acrilici ed infine doratura con foglia oro. Donatore: Tarshito
Una mano che vuole condividere l’Unità attraverso il mixaggio delle Nazioni bypassando i confini per una Nuova Terra e per una Nuova Unità. “Una sola terra, una sola umanità. Non vedo perché vi debbano esistere tanti tracciati sulle carte geografiche. (…) Non esistono sulla terra, né esistono nel cielo. Sono state inventate dagli uomini. (…) Basta che l’umanità sia una sola e le nazioni scompariranno, quelle linee scompariranno. Il mondo ci appartiene: una sola umanità, una sola terra, e possiamo trasformarla in un Paradiso”. Osho Rajneesh, Sui diritti dell’uomo.
Tarshito
Tarshito (Thirst for God in Sanskrit) is the name that Osho, his spiritual master, gave Nicola Strippoli. Originally from Apulia, architect, artist and lecturer at the Academy of Fine Arts and Tam Tam, Tarshito creates environments and works for the “new humanity” through meditation. In “ SPECIAL TARSHITO”, a platform - workshop on the outskirts of Bari, he researches and shares Unity through creativity, spirituality and tradition. He lives in Bari but also works in India and Nepal.
Geographic Hand – Unique piece
2006, h 33 x 150 x 180 cm Manufacturer: Made by designer Painted wood and gold leaf / plywood panel cut by hand, with water enamel preparation, painted with acrylics and finally gilding with gold leaf. Donor: Tarshito
A hand that wants to share Unity through the mixing of Nations, bypassing boundaries for a New Earth and a New Unity. “One Earth, one humanity. I do not see why there should be so many marks on maps. (...) They do not exist on the Earth or in the sky. They were invented by men. (...) As long as humanity is one, nations will disappear, those lines will disappear. The world belongs to us: one humanity, one Earth, and we can turn it into a paradise.” Osho Rajneesh, on human rights.
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Axel Vervoordt “To me, a stone is like a very slow living creature, which needs to be treated with respect and honesty�.
WWW.AXEL-VERVOORDT.COM
Axel Vervoordt Si considera un eclettico collezionista e mercante d’arte e di antiquariato che apprezza gli oggetti senza tempo e disdegna quelli alla moda. È Presidente della Fondazione Vervoordt e il fondatore dell’omonima azienda. Il suo primo progetto, risalente ai primi anni Settanta, la rivitalizzazione di un’intera strada medioevale nel cuore della città belga di Antwerp, gli permise di occupare un posto speciale nel mondo dell’arte che ha mantenuto sino ad oggi. Dal 2007 ha realizzato una serie di mostre a Venezia e Parigi guadagnandosi il favore internazionale. La sua casa di famiglia, il castello dei Gravenwezel e il ‘Kanaal’, entrambi vicino Antwerp, mostrano un’eclettica combinazione tra stile orientale e occidendale grazie a pezzi di elevato valore artistico. Nel 2011 la Galleria “Axel Vervoordt” ha aperto a Antwerp con pezzi dei gruppi “Gutai” e “Zero” e con lavori contemporanei aventi il medesimo stile che riflette il primo interesse di Vervoordt verso questi artisti.
Floating Stone – Pezzo unico
2014, h 110 x 230 cm Produttore: Axel Vervoordt Collection
“Prima le pietre venivano intagliate nel rispetto della loro naturale struttura. Oggi sono tagliate dalle macchine nelle cave. Queste “pietre fluttuanti” sono disegnate e tagliate a mano per mostrare la loro pace, forza e serenità intrinseca. L’anima di ciascuna pietra è diversa”. A. Vervoordt
Ardesia. Donatore: Axel Vervoordt
Axel Vervoordt
Axel Vervoordt considers himself an eclectic art and antiques collector and dealer, who treasures the timeless and disdains the trendy. He is the president of the Vervoordt Foundation and the founder of the eponymous company. His first project in the early 1970s, the revitalization of an entire medieval street in the heart of Antwerp, led him to occupy a singular position in the arts world, a position he has kept and crystallized ever since. Since 2007, Vervoordt embarked upon a series of exhibitions in Venice and Paris that gained worldwide acclaim. His family home, the castle of ‘s-Gravenwezel, and the industrial building ‘Kanaal’, both near Antwerp in Belgium, show an eclectic combination of East and West through high quality works of art. The Axel Vervoordt Gallery opened in 2011 in Antwerp, focusing on Gutai and ZERO and contemporary works in the same vein, it reflects Vervoordt’s early interest in and commitment to these artists.
Floating Stone – Unique piece
2014, h 110 x 230 cm Manufacturer: Axel Vervoordt Collection Slate. Donor: Axel Vervoordt
“Stones used to be split and they broke according to their natural structure. Nowadays, stones are cut straight by machines in the quarries. These “floating stones” are designed and cut by hand to expose their inner peace, strength and serenity. The soul of each stone is different”. A. Vervoordt
DESIGNER, ARCHITETTI, ARTISTI
PRODUTTORI ADAMANTX ALESSI ARCHIMEDE FALEGNAMERIA ARTEMIDE BISAZZA CASALE BAUER CO.MODO DANESE GENESIA PERLE GORILAB GVM KOLLMAR 1921 ITALCEMENTI LEUCOS MARGRAF MARTINELLI LUCE MASCAGNI MEMPHIS / ASTOR MOBILI PAMPALONI RIVA 1920 ROBOT CITY SAWAYA & MORONI S.E.C. SUPEREGO EDITIONS TE COLLECTION TENDENTSE
EMILIO AMBASZ ARCHEA CHRISTIAN BALZANO CLAUDIO BELLINI MARIO BOTTA MICHEL BOUCQUILLON SERGIO MARIA CALATRONI CENTRO STILE LEUCOS / MARCELLO JORI SANDRO CHIA PAINÉ CUADRELLI E FRANCESCA RHO RICCARDO DALISI ODILE DECQ MICHELE DE LUCCHI FLAVIO FAVELLI LEO FENDER / JOHN “CRASH” MATOS JACOPO FOGGINI DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS MASSIMO GIACON ANNA GILI STEFANO GIOVANNONI ALESSANDRO GUERRIERO MARIA CRISTINA HAMEL DANIELE INNAMORATO MASSIMO IOSA GHINI DANIEL LIBESKIND DONIA MAAOUI ANTONIO MARRAS EMILIANA MARTINELLI RICHARD MEIER FRANCO MELLO ALESSANDRO MENDINI ANGELO MICHELI MARIO NANNI JEAN NOUVEL LUIGI ONTANI MIMMO PALADINO LUCA PANCRAZZI FRANCESCO PATRIARCA FABIO ROTELLA ANDREA SALVETTI WILLIAM SAWAYA LUCA SCACCHETTI CLAUDIO SILVESTRIN ETTORE SOTTSASS PHILIPPE STARCK TARSHITO AXEL VERVOORDT
CREDITI/ CREDITS
CHRISTIAN BALZANO – RITRATTO E OPERA, PHOTO BY CHRISTIAN BALZANO MARIO BOTTA – RITRATTO, PHOTO BY BEAT PFÄNDLER SERGIO MARIA CALATRONI – RITRATTO, PHOTO BY SERGIO MARIA CALATRONI, OPERA, PHOTO BY NUNZIO TONALI SANDRO CHIA – “MAPPAMONDO 6”, OPERA, PHOTO BY MATTEO MONTI PAINÈ CUADRELLI – RITRATTO, PHOTO BY DAVIDE BERNARDI MICHELE DE LUCCHI – RITRATTO, PHOTO BY GIOVANNI GASTEL ODILE DECQ – RITRATTO, PHOTO BY MAZEN SAGGAR LOUIS VUITTON FLAVIO FAVELLI – RITRATTO, PHOTO BY SEBASTIANO LUCIANO DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS – RITRATTO, PHOTO BY FABIO LOVINO MASSIMO GIACON – RITRATTO, PHOTO BY LUCA RUBBI ANNA GILI – RITRATTO, PHOTO BY CLAUDIO PORCARELLI ALESSANDRO GUERRIERO/EMILIANA MARTINELLI – OPERA, PHOTO BY SABA BENVENUTO MARIA CHRISTINA HAMEL – OPERA, PHOTO BY MARISA CHIODO DANIELE INNAMORATO – RITRATTO, PHOTO BY RICCARDO BAGNOLI MASSIMO IOSA GHINI – RITRATTO, PHOTO BY GIANNI FRANCHELLUCCI DANIEL LIBESKIND – RITRATTO, PHOTO BY MICHAEL KLINKHAMER PHOTOGRAPHY, OPERA, PHOTO BY NICCOLÒ BERRETTA & FEDERICO M. TRIBBIOLI ANTONIO MARRAS – RITRATTO, PHOTO BY MARIO SORRENTI RICHARD MEIER – RITRATTO, PHOTO BY RICHARD PHIBBS FRANCO MELLO – RITRATTO, PHOTO BY CARLO CAROSSIO ANGELO MICHELI – RITRATTO, PHOTO BY LAIZA TONALI LUCA PANCRAZZI – RITRATTO, PHOTO BY ELENA QUARESTANI FABIO ROTELLA – RITRATTO, PHOTO BY LARA VETTORATO ANDREA SALVETTI – RITRATTO E VIDEO, PHOTO BY EMILIO TREMOLADA, OPERA PHOTO BY STUDIO SALVETTI WILLIAM SAWAYA – RITRATTO, PHOTO BY SANTI CALECA LUCA SCACCHETTI – RITRATTO, PHOTO BY LUCA CASONATO, OPERA, PHOTO BY CARLO FLAGIELLO CLAUDIO SILVESTRIN – RITRATTO, PHOTO BY MALENA MAZZA PHILIPPE STARCK – RITRATTO, PHOTO BY JEAN-BAPTISTE MONDINO AXEL VERVOORDT – RITRATTO, PHOTO BY BERTRAND LIMBOUR WORK’S PHOTOS OF ARCHEA, MARIO BOTTA, MICHELE DE LUCCHI, ODILE DECQ, FLAVIO FAVELLI, DORIANA E MASSIMILIANO FUKSAS, MASSIMO GIACON, STEFANO GIOVANNONI, RICHARD MEIER, FRANCO MELLO, ALESSANDRO MENDINI, LUIGI ONTANI E ETTORE SOTTSASS ARE BY PAOLO DELLA CORTE WORK’S PHOTOS OF EMILIO AMBASZ, CLAUDIO BELLINI, MICHEL BOUQUILLON, CENTRO STILE LEUCOS/MARCELLO JORI, SANDRO CHIA (“SEDIE CON DUE VOLTI”), RICCARDO DALISI, LEO FENDER/JOHN MATOS, ANNA GILI, MASSIMO IOSA GHINI, DONIA MAAOUI, ANTONIO MARRAS, MARIO NANNI MIMMO PALADINO, LUCA PANCRAZZI, FRANCESCO PATRIARCA, FABIO ROTELLA, WILLIAM SAWAYA ARE BY ANDREA TESTI
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CHI SIAMO La Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus ha sviluppato un modello di assistenza
innovativo e di eccellenza nel campo delle cure palliative che costituisce un punto di riferimento per il supporto ai pazienti inguaribili con i tre hospice attivi a Bologna (Hospice Bentivoglio, Bellaria e Casalecchio) e per la diffusione di una corretta cultura delle cure palliative attraverso l’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa. Grazie ai risultati ottenuti in questi anni la Fondazione ha assunto un ruolo rilevante nell’assistenza, nella programmazione sanitaria locale e nell’organizzazione e gestione dei servizi operando in partnership con le istituzioni in linea con la mission della Fondazione di agire in piena sussidiarietà con il settore pubblico. Tutti i servizi svolti dalla Fondazione Hospice, grazie all’accreditamento con il Sistema Sanitario Nazionale e all’attività di raccolta fondi, sono gratuiti per i pazienti, per le famiglie e per i professionisti della rete territoriale (medici di medicina generale e specialisti a cui è offerto un servizio di consulenza relativo alle cure palliative). Accanto all’attività assistenziale vera e propria, vengono avviati progetti di ricerca e di formazione a livello nazionale, in collaborazione con enti e istituzioni scientifiche.
ASSISTENZA La Fondazione Hospice opera in ambito assistenziale attraverso la gestione
dell’Hospice Bentivoglio, dell’Hospice Bellaria e dell’Hospice Casalecchio, strutture dove si può trovare un’accoglienza altamente qualificata. Un’équipe multidisciplinare composta da un insieme di professionisti, tra medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti e personale di supporto, si prende cura del Paziente nella sua globalità con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita, facendo particolare attenzione alle sue reali e personali necessità e a quelle della sua famiglia. Questo implica una presa in carico completa da parte degli operatori sanitari che, attraverso un attento ascolto di ogni singolo Paziente, cercano di offrire una risposta assistenziale adeguata e soprattutto appropriata per ognuno. L’assistenza fisica, psicologica e spirituale viene, così, personalizzata nel pieno rispetto della dignità di ogni singola Persona e della realtà familiare. Dal 2002, anno di nascita del primo hospice gestito dalla Fondazione Hospice ad oggi, i pazienti ricoverati sono stati 6.800. Oltre all’esperienza nella gestione dei ricoveri, la Fondazione dal 2013 offre un servizio ambulatoriale completamente gratuito, attivato presso le tre strutture hospice, rivolto ai pazienti che, pur non avendo bisogno di un ricovero in hospice, hanno la necessità di essere aiutati a gestire situazioni complesse e decisioni difficili. Per rispondere adeguatamente e in diversi momenti alle esigenze di cura del paziente, gli Ambulatori gestiscono anche un servizio di consulenza specialistica rivolto ai medici di medicina generale e ai medici ospedalieri che possono trovare un supporto specifico nell’ambito delle cure palliative.
Assistenza
Formazione e Ricerca CAMPUS BENTIVOGLIO RESIDENZE
NUOVO PROGETTO
Hospice Pediatrico di riferimento regionale
Strutture altamente specialistiche come gli Hospice necessitano di formazione FORMAZIONE E RICERCA specifica e continua per tutte le figure professionali coinvolte. L’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa, istituita nel 2006, opera con l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura delle Cure Palliative attraverso la progettazione e l’implementazione di programmi formativi, progetti di ricerca e attività di divulgazione. L’Accademia realizza Master, Corsi universitari internazionali e percorsi di Formazione Continua dedicati all’acquisizione degli strumenti concettuali ed operativi fondamentali per operare nel settore delle Cure Palliative in collaborazione con l’Università di Bologna e un network di Centri Internazionali. Dal 2007 al 2013 hanno partecipato ai programmi formativi dell’Accademia circa 1900 discenti. La Fondazione Hospice Seràgnoli ha inaugurato nel 2012 il primo Campus in IL CAMPUS BENTIVOGLIO Europa interamente dedicato alla Medicina Palliativa dove all’attività assistenziale si unisce la formazione, la ricerca e l’accoglienza agli studenti. Il Campus è frequentato da discenti provenienti da tutta Italia che oltre a prendere parte ai programmi formativi svolgono anche tirocini presso l’hospice. A supporto delle diverse attività, sono state realizzate le Residenze, unità abitative destinate ad ospitare i partecipanti ai programmi di ricerca e formazione nazionali e internazionali con la possibilità di accogliere anche le famiglie dei Pazienti dell’Hospice. A fronte dell’esperienza maturata nelle cure palliative per adulti, la Fondazione PROGETTI DI SVILUPPO sta avviando un progetto per la realizzazione di un Hospice Pediatrico per fornire una risposta adeguata ai bisogni dei bambini inguaribili e delle loro famiglie. La scelta di estendere le cure palliative anche ai piccoli pazienti è prevista da una legge del 2010, cui la Regione Emilia-Romagna ha fatto seguito nel 2012 con “Linee Guida sulle cure palliative pediatriche” valorizzando la collaborazione pubblico/privato non profit con la Fondazione. La struttura avrà dieci posti e ospiterà pazienti provenienti dalla Regione EmiliaRomagna e da altre parti d’Italia.
ABOUT US The SerĂ gnoli Onlus (non-profit) Hospice Foundation has developed an inno-
vative care model, one of excellence and a point of reference in the field of palliative medicine. It provides support for terminally ill patients in its three Bologna hospices (the Bentivoglio, Bellaria and Casalecchio Hospices). It also disseminates the correct culture of palliative care through the Academy of Palliative Medicine Sciences. Thanks to the results achieved in recent years, the Foundation has played an important role in assisting in local health planning and organization and in the management of services. The Foundation works in partnership with institutions in line with its mission to provide a subsidiary institution for the public sector. All services provided by the Hospice Foundation, thanks to accreditation with the National Health System and fundraising activities, are free for patients, families and professionals in the local network (general practitioners and specialists to whom a palliative care consultancy service is offered). Next to the task of the care itself, national research projects and training are available in collaboration with organizations and scientific institutions.
CARE The Hospice Foundation operates in the field of care through the management
of the Hospice Bentivoglio, Hospice Bellaria and Hospice Casalecchio, facilities staffed by highly trained personnel. A multidisciplinary team composed of a group of professionals, including doctors, nurses, psychologists, physiotherapists and support staff, takes care of all the patient’s needs with the aim of improving quality of life. Special attention is given to concrete and personal needs and those of the patient’s family. This means that the health workers completely take over the task of caring for the patient, carefully listening to each of them, trying to offer adequate and appropriate care for everyone. Physical, psychological and spiritual support is therefore personalized to fully respect the dignity of each person and their family situation. Since 2002, the year in which the Hospice Foundation inaugurated the first hospice, 6,800 patients have been admitted. In addition to managing admissions, since 2013, the Foundation has been offering a completely free outpatient service through the three hospices. This is aimed at patients who, while not needing to be admitted to a hospice, need help in managing complex situations and difficult decisions. In order to adequately meet the different needs and time frames in patient care, the clinics also run a specialist consultancy service aimed at general practitioners and hospital doctors who can find a specific support for cases requiring palliative care.
Assistenza
Formazione e Ricerca CAMPUS BENTIVOGLIO RESIDENZE
NUOVO PROGETTO
Hospice Pediatrico di riferimento regionale
Highly specialized facilities such as hospices require specific and ongoing train- TRAINING AND RESEARCH ing for all professionals involved. The Academy of Sciences of Palliative Medicine, established in 2006, operates with the aim of promoting the dissemination of the culture of palliative care through the planning and organization of training programmes, research projects and outreach programmes. The Academy offers Masters Degree programmes, International College courses and Continuing Education courses devoted to acquiring the necessary conceptual and operational tools for working in the field of Palliative Care. The courses are offered in collaboration with the University of Bologna and a network of international centres. Between 2007 and 2013, approximately 1,900 students participated in the Academy’s training programmes. In 2012, the Seràgnoli Hospice Foundation opened the first campus in Europe THE BENTIVOGLIO CAMPUS devoted entirely to Palliative Medicine, where in addition to providing care, the campus offers training, research and accommodation for students. Students from all over Italy and abroad take part in training programmes and internships at the hospice. In order to support participation in the various programmes, residential units were built to accommodate those enrolling in national and international training and research. The Residences also accommodate the families of Hospice patients. In light of the experience gained in palliative care for adults, the Foundation is PROJECTS IN DEVELOPMENT planning a Children’s Hospice to adequately meet the needs of terminally ill children and their families. The decision to extend palliative care to young patients also falls under the provisions of the 2010 law, following which the EmiliaRomagna Region, in 2012, issued “Guidelines on paediatric palliative care” embarking on the public/private partnership with the non-profit Foundation. The facility will have ten beds and will accommodate patients from the EmiliaRomagna Region and other parts of Italy.
COMITATO PROMOTORE E ORGANIZZATORE PATRIZIA BAUER NICOLA BEDOGNI STEFANO CASCIANI BARBARA CUNIBERTI ALESSANDRA FINI ZARRI DILETTA FRESCOBALDI MAURIZIO MARINELLI VALERIA MONTI MILENA MUSSI FLAVIO PANNOCCHIA CRISTIANA PERRELLA CARLOTTA PESCE VERONICA SASSOLI DE BIANCHI LAVINIA SAVINI BEATRICE SPAGNOLI FRANCESCA TOPI E… IL GRANDE SOSTEGNO DI ALESSANDRO MENDINI ORGANIZZAZIONE E RACCOLTA FONDI ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI UFFICIO STAMPA ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI TEL. 051 271060 EMAIL: PRESS@DOUTDO.IT CON LA COLLABORAZIONE DI LUCIA CRESPI SEGRETERIA ORGANIZZATIVA COMUNICAMENTE SAS TEL. 051 271060 EMAIL: SEGRETERIA@DOUTDO.IT IDENTITÀ VISIVA PER DO UT DO KUNI DESIGN STRATEGY PER IL CATALOGO SCHEDE ARTISTI NICLA SPORTELLI PROGETTO GRAFICO KUNI DESIGN STRATEGY IMPAGINAZIONE GRAFICHE DELL’ARTIERE STAMPA GRAFICHE DELL’ARTIERE EDITORE FORMA EDIZIONI
I SOSTENITORI PRINCIPALI DI DO UT DO 2014 SONO:
NELLO SPIRITO DI DO UT DO HANNO OFFERTO IL LORO SUPPORTO A TITOLO NON ONEROSO: COMITATO DO UT DO SEDI COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM PER LA SEDE DELLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO IN ANTEPRIMA A VENEZIA MAXXI PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A ROMA MADRE PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A NAPOLI MAMBO PER LA SEDE DELLA MOSTRA DELLE OPERE A BOLOGNA MAST PER LA SEDE DELLA SERATA FINALE CON ESTRAZIONE DELLE OPERE CAMPOGRANDE CONCEPT PER LA SEDE DELLA CONFERENZA STAMPA A BOLOGNA TRIENNALE DI MILANO PER LA SEDE DELLA CONFERENZA STAMPA A MILANO FORNITURE TECNICHE ABS GROUP SRL PER I TESSUTI SCENOGRAFICI DELLE MOSTRE FALEGNAMERIA FGC LOFT E GOLINELLI GIAMPIERO PER LA VETRINA ESPOSITIVA DEI GIOIELLI NELLE MOSTRE IGUZZINI PER L‘ILLUMINAZIONE DELLE MOSTRE RESTART SRL PER LA DOTAZIONE E IL MONTAGGIO DELLA STRUTTURA ALLESTITIVA PER LA MOSTRA AL MAXXI” PUBLIERRE PER LE DIDASCALIE E LA SEGNALETICA NELLE MOSTRE FORNITURE ENOGASTRONOMICHE GLI CHEF ROY CACERES (METAMORFOSI), RICCARDO DI GIACINTO (ALLORO), MARCO FADIGA (MARCO FADIGA BISTRÔT), ANDREA FUSCO (GIUDA BALLERINO), ENRICO PIERRI (IL SANLORENZO) E IL PASTICCERE ANDREA DE BELLIS (PASTICCERIA DE BELLIS) PER I BUFFET CAFFÈ ZANARINI, CANTINE GREGOLETTO, CHAMPAGNE POL ROGER, CULLIGAN, FONDAZIONE VILLA RUSSIZ, HERES, MACELLERIA ZIVIERI, ROYAL RICEVIMENTI PER I PRODOTTI SERVIZI ART DEFENDER PER LA CONSERVAZIONE DELLE OPERE ARTERIA PER IL TRASPORTO DELLE OPERE AXA ART PER LE COPERTURE ASSICURATIVE GARAGE SAN MARCO PER LA DISPONIBILITÀ DEI POSTI AUTO A VENEZIA GRAFICHE DELL’ARTIERE PER LA STAMPA DEL CATALOGO E DEGLI INVITI IOSA GHINI ASSOCIATI PER LA PROGETTAZIONE DELL’ALLESTIMENTO ALLE MOSTRE ISTITUTO ALBERGHIERO P. ARTUSI PER IL SERVIZIO DI SALA KUNI DESIGN STRATEGY PER IL PROGETTO GRAFICO DEL CATALOGO LT MULTIMEDIA PER LA MEDIA PARTNERSHIP OPEN PROJECT PER IL SOSTEGNO PAULA STUDIO PER LA DIREZIONE LAVORI E LOGISTICA ALLESTIMENTO AL MAXXI MARCO ROSSETTI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL BUFFET AL MAXXI NTL TRADUZIONI PER LE VERSIONI IN INGLESE DEI TESTI DEL CATALOGO E I FOTOGRAFI PAOLO DELLA CORTE, VERONICA SANTANDREA E ANDREA TESTI INOLTRE FRANCO E ROBERTA CALAROTA, ROBERTO MERCOLDI, ROBERTO CIAMPICACIGLI
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA FONDAZIONE HOSPICE MT. C. SERÀGNOLI Bologna T +39 051 271060 amici@FondazioneHospiceSeragnoli.org www.fondhs.org/amici www.facebook.com/AmiciHospiceSeragnoli www.hospiceseragnoli.it
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