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Anno 5 Numero 10 - X/2010

BILANCIO DI MISSIONE 2009: SERVE IL SOSTENGNO DI TUTTI Francesca Radica

LA DEMOCRAZIA NON ESISTE, MA È L’UNICO ORIZZONTE DI CIVILTÁ Franca Silvestri

IL TEMPO: RACCONTI D’AUTORE Simona Poli

Semestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 456) art. 1 comma 1 - DCB – Bologna. In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi.


R I O S O M M

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E D I TO R I A L E

LE VIRTÚ CIVILI E IL TEMPO di Vera Negri Zamagni

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I N P R I M O PI A N O

SEI DOMANDE A CATERINA BONVICINI di Simona Poli

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I N P R I M O PI A N O

SERVE IL SOSTEGNO DI TUTTI PER UN MIGLIORAMENTO CONTINUO di Francesca Radica

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A P P RO F O N D I M E N T I

LA DEMOCRAZIA NON ESISTE, MA È L’UNICO ORIZZONTE DI CIVILTÀ di Franca Silvestri

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I N O S T R I EV E N T I

IL TEMPO: RACCONTI D’AUTORE di Simona Poli

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LA KLEZMERATA FIORENTINA: DIVINE SCINTILLE DI ARMONIA a cura di Paola Simonini

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di Paola G LO S S A RSimonini IO UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVE a cura di Catia Franceschini

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RINGRAZIAMENTI

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DICONO DI NOI

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HOSPES Periodico della Fondazione Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlus Anno 5 Numero 10 - X/2010

Redazione Fondazione Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlus via Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bo)

Direttore Editoriale Vera Negri Zamagni

Progetto grafico Humus Design

Direttore Responsabile Giancarlo Roversi

In copertina Illustrazione di Tuono Pettinato Fotografie Mauro Zaghi

Stampa Digigraf Per informazioni Tel. 051 271060 amici@FondazioneHospiceSeragnoli.org Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 7434 del 1 giugno 2004

Stampato su carta con fibre riciclate


EDITORIALE

LE VIRTÚ CIVILI E IL TEMPO Carissimi lettori, proseguendo con costanza ed immutato entusiasmo nella sua missione informativa delle attività che ruotano attorno all’Hospice Maria Teresa Chiantore Seràgnoli, la rivista Hospes in questo numero richiama due temi forti: le virtù civili e il tempo. Si era diffusa in questi ultimi tempi nella società la convinzione che si potesse fare a meno delle virtù civili, bastando buone istituzioni e un solerte sistema di sanzioni nei confronti di chi non osservasse le regole per far ben funzionare la società. Le virtù venivano viste come un optional individualmente selezionabile, ma non sembravano indispensabili nella sfera pubblica. Il pesante deterioramento del convivere civile che è seguito a questa impostazione è sotto gli occhi di tutti e bene ha fatto l’Accademia a proporre riflessioni atte a favorire un ripensamento della questione: senza una pratica convinta delle virtù nella sfera pubblica non si potrà ottenere una convivenza soddisfacente. L’Hospice Seràgnoli è un eccellente esempio di ciò: tutti coloro che concorrono alla sua esistenza, a cominciare da chi ha creato e finanzia la Fondazione, da chi opera a contatto con i malati e le loro famiglie fino a chi si adopera per il fund-raising, tutti concorrono a produrre un’istituzione che funziona in maniera virtuosa, cioè a favore di tutta la comunità, perché ne condividono le finalità, profondendovi professionalità e dedizione. Lo straordinario libretto Il tempo: racconti d’autore, una vera delizia spirituale ideata da quel raffinato giornalista che è Giancarlo Roversi, rafforza le riflessioni sulle virtù civili sopra proposte, ricordando la precarietà del tempo, ma insieme la sua ingombrante consistenza, un connubio che ne suggerisce un uso creativo e non distruttivo. Anche questo numero della nostra rivista, dunque, fa breccia nella routine quotidiana con i suoi messaggi inconsueti ed accattivanti: buona lettura! Vera Negri Zamagni*

* Presidente dell’Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli

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IN PRIMO PIANO

Sei domande a...

Caterina Bonvicini a cura di Simona Poli

Caterina Bonvicini è nata a Firenze nel 1974, ma è sempre vissuta a Bologna, dove si è laureata in Lettere Moderne. Ha pubblicato diversi romanzi, alcuni come L’equilibrio degli squali sono stati tradotti da importanti editori europei. Il suo ultimo romanzo Il sorriso lento narra la vicenda di una grande amicizia e della sua perdita, ce ne parla l’autrice rispondendo alle nostre domande. Come nasce il suo ultimo romanzo Il sorriso lento? Prende forma da un’esperienza vera, da un evento dolorosissimo che ha avuto come protagonista la mia migliore amica, Gioia. A 33 anni, ha cominciato a soffrire di un dolore al braccio, era incinta e in occasione del parto cesareo che ha portato alla nascita di suo figlio, gli è stato diagnosticato un tumore al cervello in fase avanzata. Ha resistito sette mesi di cui due passati nell’Hospice MT.C. Seràgnoli di Bentivoglio. Ci tengo a raccontare la sua

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storia, come anche i suoi genitori, perché è un modo per tenerla in vita. Generalmente nelle storie che racconta quanta parte hanno gli episodi e le persone che si avvicendano nella sua vita personale? Dipende, più vado avanti e più la mia vita interferisce con la scrittura. In ogni caso raccontare una storia comporta sempre una trasformazione degli avvenimenti e delle persone che incontro. Ma non è successo in questo caso. La storia di Lisa, il suo carattere, la personalità che emerge dal Sorriso Lento, ho voluto che fossero esattamente corrispondenti alla realtà. Per questo ho fatto leggere il libro ai suoi genitori e agli amici più cari, per sapere se riconoscevano Gioia nella mia descrizione. Attraverso il romanzo ho voluto che fosse amata anche da chi non l’ha conosciuta e ricordata da chi l’ha frequentata. Come descrive il suo processo creativo? Cos’è per lei scrivere? Sicuramente scrivere è un’esperienza dolorosa e non solo per questo romanzo che parla di un lutto. Per me scrivere è prima di tutto un’esigenza, un bisogno. E’ tuttavia un processo che comporta sofferenza e una grande fatica emotiva.


IN PRIMO PIANO

Obiettivo dell’Hospice MT.C. Seràgnoli non è dare giorni alla vita dei Pazienti ma dare vita ai loro giorni, leggendo le pagine del suo libro dove descrive il tempo trascorso a Bentivoglio questo messaggio traspare, cosa ricorda in particolare di quel luogo? Ho raccontato in particolare due episodi per rendere l’idea del clima che si respira a Bentivoglio, come quello delle tagliatelle mangiate in mezzo alla notte o della grigliata all’aperto nel giardino dell’hospice. Sono piccoli dettagli che contribuiscono a dare qualità alla vita, rispondendo alle particolari esigenze della Persona. Volevo raccontare come l’hospice di Bentivoglio sia un luogo pieno di vitalità e i motivi sono essenzialmente due. Il primo è dovuto alla profonda umanità dei medici e di tutto il personale, il secondo alla libertà di idee sulla medicina palliativa che si percepisce. Si avverte che il progresso scientifico è funzionale all’uomo e ad alleviare

le sue sofferenze e non è fine a se stesso come spesso capita. Il risultato è un grande senso di civiltà per le idee innovative che sono impiegate nella cura del paziente e delle sue esigenze, che vanno dalle cure palliative alle tagliatelle di notte, dall’uso della morfina al fatto che tutti possono entrare a visitare i propri cari. E poi mi ha colpito la correttezza nei confronti di tutti i ricoverati, con un criterio di attenzione e assistenza verso tutti nello stesso modo, determinato solo dal livello di sofferenza del Paziente. Dopo aver raccontato un’esperienza così dolorosa, in quale direzione sente il bisogno di guardare, quale aspetto le interessa approfondire? E’ difficile dirlo, prima del Sorriso lento volevo scrivere un libro sull’eutanasia, poi gli eventi mi hanno scavalcato e hanno deciso per me. Ho buttato via tutto il lavoro precedente e ho scritto un altro libro meno politico e più umano. E’ rimasta tuttavia la mia opinione sull’eutanasia e sul testamento biologico che mi vede completamente d’accordo con le posizioni del senatore Ignazio Marino, che stimo e apprezzo. Si deve poter scegliere, morire è una parte del vivere, e si deve poter morire dignitosamente.

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Nel libro racconta la storia di una grande amicizia che la morte stravolge. Colpisce la straordinarietà e l’intensità del legame che unisce Clara e Lisa, lo ritiene frutto di un’amicizia nata come “un colpo di fulmine” o un rapporto che si è costruito giorno per giorno? E’ stato un rapporto straordinario che si è costruito giorno per giorno. Anche quello con gli altri personaggi è speciale, si tratta di un gruppo di amici legati da un rapporto affettivo molto stretto.


IN PRIMO PIANO

Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus: Bilancio di Missione 2009 Serve il sostegno di tutti per un miglioramento continuo di Francesca Radica

Per il terzo anno consecutivo la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus ha presentato alla comunità il Bilancio di Missione esprimendo il senso di responsabilità e trasparenza che animano le attività di Assistenza, Formazione e Ricerca nel campo delle Cure Palliative. E’ stata l’occasione per far conoscere i risultati raggiunti durante l’anno, per ringraziare i sostenitori della Fondazione e per comunicare gli obiettivi futuri nel segno del miglioramento continuo. “La Fondazione Hospice sta vedendo crescere e rafforzarsi i rapporti con i propri azionisti sociali: gli enti istituzionali, le aziende, le fondazioni erogatrici e i privati cittadini. Un esempio fra tutti è il consolidamento del rapporto di sussidiarietà tra la Fondazione e le Istituzioni Pubbliche che, nel corso del 2009, è stato confermato dall’atteggiamento di dialogo costante manifestato da entrambe le parti”, ha affermato Giancarlo De Martis, Presidente della Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli. Tuttavia questo scambio virtuoso non basta a far

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quadrare i conti presentati il 30 novembre scorso presso Carisbo nel bilancio di missione 2009, visto che lo scorso anno è mancato un 14% per coprire i fabbisogni della Fondazione. “Per questo, - ha aggiunto De Martis - è necessario che il sostegno di chi ci è stato vicino, si rinnovi.” La Fondazione Hospice sostiene l’attività assistenziale tramite l’operato degli Hospice Seràgnoli e Bellaria e la formazione e la ricerca tramite l’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa, anche attraverso la raccolta di contributi da parte di privati cittadini, imprese e fondazioni particolarmente sensibili alle tematiche sociali. Il Servizio Sanitario Nazionale sostiene il 60% dei costi relativi all’assistenza, la quota residua, destinata al mantenimento degli standard qualitativi di eccellenza che caratterizzano il modello di intervento promosso dalla Fondazione Hospice, è ottenuta grazie all’attività di raccolta fondi. Il ricavato è destinato interamente alla realizzazione della missione della Fondazione Hospice


IN PRIMO PIANO

La presentazione si è svolta il 30 novembre presso la sala dei Cento di Carisbo e sono intervenuti: Giuseppe Coliva, Vice Presidente Carisbo; Giancarlo De Martis, Presidente Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli; Catia Franceschini, Responsabile Infermieristico Hospice Seràgnoli; Mariella Martini, Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali Regione Emilia Romagna; Stefano Zamagni, Presidente Agenzia delle ONLUS. Ha moderato l’incontro Giovanni Egidio, Caporedattore La Repubblica Bologna.

trasformandola in impresa civile. Siamo in attesa che la riforma del Libro primo del Codice Civile, all'esame del Governo, arrivi a compimento, questo consentirà anche alle associazioni e fondazioni l'esercizio di attività di impresa, purché strumentali ai fini istituzionali.” E non solo, per recuperare risorse, il professor Zamagni sostiene anche l’importanza di creare una Borsa sociale, un mercato dei capitali che serva a finanziare iniziative nonprofit come la Fondazione Hospice. La Fondazione ha presentato diversi progetti futuri che vanno nella direzione di un miglioramento continuo dell’assistenza, della formazione e della divulgazione. Tra gli obiettivi da raggiungere c’è l’apertura, in accordo con l’AUSL, dell’Hospice di Casalecchio, la riqualificazione della struttura dell’Hospice Seràgnoli che nel 2011 celebra il decennale della sua costruzione e la realizzazione di un campus comprendente alloggi per gli studenti, per i docenti ospiti dell’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa e per i parenti dei malati ricoverati in Hospice.

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grazie alle risorse umane e strutturali messe a disposizione a titolo gratuito dalla Fondazione Isabella Seràgnoli e dall’Associazione Amici dell’Hospice. Nel 2009 tale attività ha costituito il 25% delle entrate complessive, una quota che è necessario intensificare attraverso un maggior coinvolgimento dell’intera comunità. L’appello è stato rivolto anche alla Regione e a Carisbo, intervenuti alla presentazione rispettivamente con Mariella Martini, Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali Regione Emilia Romagna e Giuseppe Coliva, Vice Presidente Cassa di Risparmio di Bologna. Mariella Martini, ha sottolineato la necessità di far crescere la cultura palliativa sia sul territorio per raggiungere un’omogeneità a livello nazionale nella qualità delle cure, sia negli ospedali, e ha ricordato l’importanza di estendere tali cure ad altre gravi patologie anche se l’ambito in cui sono nate è quello oncologico. Il problema tuttavia, ha affermato, è “di trovarsi nella fase più difficile che la Sanità ricordi per quanto riguarda i finanziamenti”. Secondo Stefano Zamagni, Presidente Agenzia delle ONLUS, intervenuto alla presentazione, “la forma della Fondazione è un lacciuolo e non favorisce l’afflusso delle risorse. Bisognerebbe cambiare l’assetto giuridico


APPROFONDIMENTI

Virtù civili, politica, società LA DEMOCRAZIA NON ESISTE, MA È L’UNICO ORIZZONTE DI CIVILTÀ. di Franca Silvestri Gustavo Zagrebelsky, illustre costituzionalista, Presidente emerito della Corte Costituzionale, inarrendevole e ironico analista dei destini socio-politici del nostro Paese, ospite degli incontri organizzati da Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa e Fondazione Hospice Maria Teresa Chiantore Seràgnoli Onlus al Centro San Domenico.

«Non esiste, non è mai esistita e mai esisterà, la democrazia». Lo ha affermato con sagace disillusione Gustavo Zagrebelsky lo scorso ottobre al Centro San Domenico di Bologna, durante un incontro, gremito e vivacemente partecipato, dedicato a “Rispetto Legalità Equità”. Virtù che dovrebbero essere il segno distintivo di ogni organizzazione sociale, ma che si smarriscono nell’attuale deriva di valori e principi etici. Un malessere che investe la politica, la cultura e l’intera vita civile, anche se in Italia sembra esserci più attenzione per il degrado della politica che per quello sociale. «La separazione fra politica e società - osserva Zagrebelsky - è però del tutto innaturale. Non è vero che le forme della politica sono indipendenti dalla sostanza». Quando si parla di democrazia, si pensa subito alle forme di esercizio del potere politico, alle istituzioni (governo, parlamento, Presidente della Repubblica, elezioni) e non alla base sociale. Ma «se

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vogliamo promuovere la democrazia politica - prosegue dobbiamo preoccuparci dei rapporti sociali». Perché «la democrazia come forma, se non si impianta in una società basata sul rispetto, il dialogo, la comprensione fra gli individui, può creare mostri». Aberrazioni che si producono nel rispetto delle forme democratiche, come i totalitarismi nati in Europa nella prima metà del ‘900. Per il professor Zagrebelsky «la democrazia non è affatto una garanzia ultima» e «non esiste nessuna ragione per pensare che sia un regime più benigno di altri», anzi «sotto certi aspetti, può essere il più pericoloso perché si basa sulla forza dei grandi numeri». E può essere una strada spianata per la presa del potere da parte di forze non democratiche. «Nelle società come quella italiana - spiega non è come in Sud America, sono possibili solo colpi di Stato striscianti. La presa del potere da parte dei nemici della democrazia può avvenire solo dall’interno, usando le strutture e le procedure della democrazia stessa: si penetra


APPROFONDIMENTI

le oligarchie (anche le oligarchie dei giri) - spiega Zagrebelsky - c’è uno strumento: il controllo sul potere, il controllo sui giri. Gli unici che hanno interesse a combatterli sono gli esclusi, quelli che stanno ai margini. Sono loro la speranza della democrazia». Il primo compito è cercare di aprire lo scenario per vedere quali sono i luoghi effettivi dove il potere si manifesta, si consolida, dove prende davvero le decisioni. E «gli

strumenti sono due: l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, la libertà e il pluralismo dell’informazione». Due pilastri che il pensiero costituzionalistico liberale ha elaborato ormai da duecento anni. Però, conclude con lucida simpatia il professore: «a condizione che magistrati e giornalisti non entrino a far parte dei giri». Comunque, «la nostra Carta Costituzionale è ancora qui ed è una garanzia per il futuro, se sappiamo difenderla. La Costituzione non è solo la descrizione di una macchina politica, ma è la prefigurazione di una vita sociale basata su rispetto, legalità, equità». La conferenza di Gustavo Zagrebelsky ha aperto il ciclo di incontri sulle “virtù civili”. Negli altri appuntamenti, in calendario fra ottobre e novembre, Salvatore Veca ha parlato di “Tolleranza”, Don Luigi Ciotti di “Solidarietà” e Pier Luigi Celli (coordinatore di tutte le serate) ha chiuso questa quarta edizione con il tema del “Coraggio”.

Ringraziamo il pubblico che ha partecipato numeroso agli incontri e lo aspettiamo alle prossime edizioni

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a poco a poco nella mentalità dei cittadini». Comunque, ribadisce Gustavo Zagrebelsky, «la democrazia non esiste, non è mai esistita e mai esisterà, se non in momenti “eroici” in cui il popolo distrugge quello che c’era prima». Ma questo «non significa che ci siano solo regimi violenti o antidemocratici, semplicemente che non ci sono regimi che corrispondono pienamente all’idea di autogoverno del popolo (che presuppone una grande moralità degli esseri umani)». E «non esclude che la democrazia possa essere adottata come obiettivo, come orizzonte, come compito. Anche se, come tutti gli ideali elevati, non la realizzeremo mai». Perché nella vita politica c’è la “ferrea legge delle oligarchie”, che dice: “tanto più i numeri sono grandi, tanto maggiore è l’esigenza che il governo sia assunto da piccoli gruppi”. E questo significa l’espropriazione della democrazia a favore di ristretti gruppi di potere e il loro sopravvento sulla grande massa. Riflette il professore: «se questa ‘ferrea legge delle oligarchie’ è una legge universale, allora anche noi viviamo in un regime oligarchico. Come tutti i sistemi politici dei grandi numeri, anche il nostro non può che produrre oligarchie». E aggiunge: «questo tema dell’oligarchia è un po’ banalizzato dall’immagine delle caste. Non mi pare però che l’immagine più propria della nostra società sia quella della stratificazione orizzontale di categorie, classi, ceti sociali. È piuttosto un’immagine rotatoria: quella del giro. La società italiana è fatta di tanti giri, di tante ruote che possono portare su e far ripiombare giù. Se avessimo la possibilità di alzare il velo sul nostro paese e circoscrivere la struttura del potere (e gli innumerevoli giri) rimarremmo allibiti». L’esistenza dei giri comincia a determinare una profonda frattura sociale fra chi sta in qualche giro e chi ne è fuori. «In una società ugualitaria (che naturalmente è un’astrazione) precisa - non ci sarebbero i giri, perché non ci sarebbe nessuno che dispone di un potere come quello necessario per dare protezione e nessuno che ha la necessità di svendere la propria fedeltà in cambio di protezione». Il sistema dei giri non si basa sul rispetto, alimenta ingiustizia, violenza e sopraffazione, è pervasivo e diventa la strada dell’inquinamento politico, della corruzione dell’etica pubblica al limite del codice penale. «Il prototipo dell’uomo di giro è l’arrogante nei confronti dei deboli e il servile nei confronti di chi è potente». Ma la democrazia è pur sempre un traguardo, un’aspirazione. Allora, qual è l’obiettivo? «Per combattere


I NOSTRI EVENTI

IL TEMPO: RACCONTI D’AUTORE Un’iniziativa culturale a favore dell’Hospice MT.C. Seràgnoli di Simona Poli

Sono scrittori, cantanti, comici, illustratori, non soltanto bolognesi, i 28 artisti che hanno raccontato il Tempo per la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli, offrendo generosamente il loro contributo per comporre un’antologia di racconti e illustrazioni inedite. Ciascuno con una cifra stilistica personalissima ha descritto la propria idea di tempo e un gruppo di disegnatori (Agnese Baruzzi, Stefano Faoro, Serena Federici, Martina Galetti, Caterina Giuliani, Umberto Mischi, Elvira Pagliuca, Tuono Pettinato, Erica Preli, Giulia Sagramola), capitanati dalle giovani del collettivo Zizì hanno interpretato con linee, segni e colori queste idee, che fuori da ogni filosofia hanno l’intento di cogliere l’attimo, di offrire una suggestione su quanto di più inafferrabile e prezioso ci possa essere. Nella prefazione, Antonio Faeti, storico della letteratura per l’infanzia, suggerisce di avvalersi di questi 17 racconti come dei talismani, degli antidoti contro la paura del tempo, poiché il tempo, ci ricorda “può fare molto male”. Anche Sandro Toni, nel suo racconto, mette in relazione lo scorrere del tempo

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alla paura, immaginati entrambi come “un fiume che scorre all’infinito, trascinandosi dietro i corpi dei vivi”. Altre acque, quelle di Venezia, con i suoi palazzi fatiscenti, dove si leggono i segni dei secoli trascorsi sono le protagoniste di una delle due poesia della raccolta. È Placati cuore di Davide Rondoni che ci riporta all’atmosfera di languido abbandono e di inevitabile trascorrere del tempo che incarna la città lagunare. Il tema è visto invece in chiave surreale in altri racconti, come quello di Antonio Albanese e Elisabetta Gnudi dove il tempo in veste di ladro si trova a rubare in casa propria o nella narrazione di Pierluigi Celli dove si immagina di poter accantonare e far fruttare il bene più prezioso per l’umanità in una vera e propria Banca, la Banca del tempo perduto. Dalla chiave surreale si passa alla favola per adulti di Cesare Cremonini ambientata nel Magico Regno del Tempo che ci dimostra come “di fronte al tempo, siamo tutti uguali, senza alcuna differenza”. E’ il ritmo delle parole che si susseguono vertiginosamente


I NOSTRI EVENTI

, Il volume Il Tempo, racconti d’autore edito da Damiani, a cura di Giancarlo Roversi e con la prefazione di Antonio Faeti è in vendita nelle principali librerie d’Italia al costo di 15 euro. Il ricavato è devoluto alla Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli. È acquistabile online sul sito di Damiani Editore (http://damianieditore.chialab.it/catalogue/515)

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a dare forma al R’acconto di Alessandro Bergonzoni che ci ricorda che “il problema non è come passiamo il tempo, ma cosa ci passa lui, quanto passa attraverso quel buco spazio temporale che può far passare l’incredibile o strozzarlo nell’imbuto del possibile..”. Scorrono le immagini del tempo falsato del backstage di Angela Baraldi, dove una notte dura i tre giorni delle riprese e per orientarsi si deve ricorrere al tempo interiore. È invece un tempo fermo, fissato nel ricordo di uno scatto fotografico quello raccontato da Enrico Brizzi della piazza e del bar di Castel di Casio come pure quello del giardino dei Manaresi di Maurizio Garuti o della piazzetta di Montombraro descritta da Loriano Macchiavelli e dei Giochi di guerra dei bambini ricordati da Valerio Massimo Manfredi. Immagini, ritratti di momenti passati che si fissano nei ricordi di ciascuno di noi, episodi di vita vissuta. Lucio Dalla nell’introduzione alla sua canzone auspica “che da una parte del nostro sguardo ci sia uno spazio per vederlo questo tempo che passa, come una stagione o come una mela” e affida ad una foto di Marco Alemanno l’immagine del “suo tempo”: un campanile con un orologio senza lancette. E poi gli scritti di Valerio Evangelisti, Helmut Failoni, Maria Adelaide Gallo, fino alla metanarrazione di Michele Serra che chiude idealmente la raccolta riportandoci alla realtà di tutti i giorni fatta di impegni pressanti che sembrano non lasciare un attimo, e ci suggerisce che molto spesso il tempo è lì ma siamo noi che non lo vediamo.


I NOSTRI EVENTI

Gli incontri musicali della Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli

LA KLEZMERATA FIORENTINA: DIVINE SCINTILLE DI ARMONIA di Paola Simonini

L’ensemble si è esibito nel concerto “Canto dell’anima” nella chiesa di Santa Cristina nella formazione a tre con Igor Polesitsky (violino), Francesco Furlanich (fisarmonica) e Riccardo Donati (contrabasso). Dare voce alle scintille divine rimaste intrappolate nella materia grezza, rivelando così la vera essenza del mondo, è lo scopo dell’esistenza umana secondo un antico concetto della mistica ebraica. Questa idea, chiamata Tikkun Project, accomuna e anima i quattro membri della Klezmerata Fiorentina. I musicisti, primi strumenti nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, si sono formati nel maggio 2005 con l’obiettivo, ispirato dal fondatore Igor Polesitsky, di tentare di fondere nello stesso flusso sonoro la tradizione musicale dei klezmorim con i tempi e l’elasticità propri dello stile classico. La musica dei klezmorim (siamo nella vasta area geografica che va dalla Bielorussia all’Ucraina) fa riferimento alle tradizioni balcaniche e spesso la somiglianza di genere è notevole. Può essere descritta come musica popolare di sembianza est europea, quella giostra di note ed allegria proprie del nomadismo zigano. Una musica ballabile spesso cantata in yiddish sia dai musicisti che dal pubblico. Polesitsky però fa una precisazione fondamentale per la comprensione del suo progetto: “Questa era la musica della mia famiglia… antiche melodie ucraine che non avevano spazio alla radio o nelle concert hall, ma solo nelle nostre case o durante le feste private. E queste feste erano le “feste dei sopravvissuti alla Catastrofe” dove ci si

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riuniva, ognuno schiacciato dalle proprie perdite, increduli però felici di essere vivi. Quando vedevo parenti e amici cantare e danzare percepivo chiaramente il senso di immenso dolore e, contemporaneamente, l’immensa gioia di vivere, cioè l'essenza della musica ebraica.” E questo hanno realizzato i Klezmerata, la fusione della tradizione gioiosa e ritmata con i tempi drammatici e riflessivi della partitura classica: un torrente di note impetuoso che a volte incontra un piano e si quieta, dove la capacità di ogni singolo strumento di interpretazione e di descrizione riesce a parlare dello sconfinato dolore, della sconfinata speranza, dell’immensa gioia di vivere. Igor Polesitsky, violino Riccardo Crocilla, clarinetto Francesco Furlanich, fisarmonica Riccardo Donati, contrabbasso

Info: www.klezmeratafiorentina.com


GLOSSARIO

Per conoscere meglio la realtà dell’Hospice

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UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVE a cura di Catia Franceschini*

Nei numeri precedenti abbiamo riportato le principali definizioni a livello nazionale e internazionale di cure palliative e quella di hospice. Il piano di assistenza infermieristico Il piano di assistenza è una guida scritta all’assistenza, informazione, educazione da garantire al paziente. Esso comprende: i problemi della persona (diagnosi infermieristiche e problemi collaborativi), identificati sulla base dei dati raccolti ed elencati in ordine prioritario; la definizione degli obiettivi; la prescrizione degli interventi che l’infermiere dovrà mettere in atto per aiutare il paziente a risolvere i problemi; uno spazio per la valutazione dell’efficacia degli interventi prestati. Il piano assistenziale personalizzato può essere formulato a partire da piani standard, che indicano i problemi, gli obiettivi e gli altri interventi tipici di una data situazione. È un elemento critico su cui vengono focalizzate le attività assistenziali. Il processo del problem solving (risoluzione dei problemi) è documentato nel piano di assistenza infermieristico. L’Infermiere “L'Infermiere partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi; pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico; garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnosticoterapeutiche; agisce sia individualmente che in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali, avvalendosi, ove necessario, dell'opera del personale di supporto” (Decreto 14 settembre 1994, n. 739). Quella dell'infermiere è una professione sanitaria (legge 1º febbraio 2006, n. 43) dell'area delle scienze infermieristiche (decreto ministeriale 29-03-01). Egli svolge con autonomia professionale le attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva (legge 10 agosto 2000, n. 251); espleta le funzioni individuate dalle norme istitutive del relativo profilo professionale (vedi Decreto 739/94) nonché dallo specifico Codice Deontologico (vedi C.D. maggio 1999) ed utilizza metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza; partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi; pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico; in hospice agisce sia individualmente che in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali che costituiscono l’equipe, avvalendosi, ove necessario, dell'opera del personale di supporto. Anche in Hospice l'infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo allo specifico profilo professionale e alla ricerca. Per questi motivi l’infermiere deve possedere requisiti ed abilità nella comunicazione e nella relazione ed essere in grado di promuovere la collaborazione del paziente, della famiglia e dell’equipe. Fondamentale è confrontarsi continuamente con la complessità di ogni situazione da gestire: complessità che riguarda sia il mondo del paziente che quello dell'operatore.

Definizione di équipe Come sottolinea Alessio Gamba “l’équipe costituisce lo strumento attraverso il quale si utilizza un complesso di conoscenze e di interventi coordinati allo scopo di rilevare e rispondere quanto meglio possibile ai bisogni del malato e dei loro familiari”. Si passa così da un rapporto a due: medico - paziente o paziente infermiere ad un rapporto di “gruppo” attraverso il quale anche la famiglia, abbandonando la posizione di subordinazione rispetto ai sanitari, entra a pieno titolo nell’unità di cura divenendo, così, propositrice e parte attiva dell’assistenza del proprio congiunto. Puntando alla “qualità di vita”, l’équipe in hospice deve individuare e comprendere le diverse esigenze dei malati e dei loro familiari, in quanto le reazioni emotive non riguardano solo il malato ma anche quanti lo circondano e con lui condividono l’esperienza della malattia. La presenza dell’équipe multidisciplinare permette di sottolineare che, attraverso l’interazione delle diverse figure, viene garantita un’assistenza globale, fondata su conoscenze tecniche e professionalità tali da poter coniugare alle mete professionali e agli obiettivi assistenziali anche l’interesse per la persona nella sua unicità e totalità.

(continua sul prossimo numero)

* Direttore Infermieristico Hospice MT.C. Seràgnoli

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RINGRAZIAMENTI

17 giugno, 21 ottobre 2010

20 novembre 2010

TORNEO DI BURRACO “Amici dell’Hospice” Quarta edizione del Torneo di Burraco organizzato dall’Associazione Amici dell’Hospice.

CONCERTO “Canto dell’Anima” Concerto di beneficenza dei Klezmerata Fiorentina organizzato dall’Associazione Amici dell’Hospice presso la Chiesa di S. Cristina della Fondazza.

SI RINGRAZIA

Agriturismo Ca’ Bianca, e la nostra consigliera Ida Toschi Bersani. www.agriturismo-cabianca.bo.it 15 giugno – 2 luglio 2010

TORNEO DI BASKET “Whitty Summer” 11a edizione della manifestazione sportiva organizzata dall’Associazione Culturale Impronte in memoria di Paul Whittaker. SI RINGRAZIA

L’Associazione Culturale Impronte. www.summerbasket.com

SI RINGRAZIA

La nostra consigliera MariaGiovanna Galliani per il supporto organizzativo, gli sponsor e fornitori della serata: Fondazione Carisbo, Hera, Profilati, Romanò I fiori, Valsoia. 24 novembre 2010

LIBRO “Il Tempo. Racconti d’autore” Antologia di racconti inediti sul Tempo realizzata da autori italiani e illustratori emergenti. Il ricavato della vendita del volume sarà devoluto alla Fondazione Hospice. SI RINGRAZIA

L’Accademia del Benessere, in particolare Cristina Condello e il suo team, Gianluca Pavanello che ha ospitato l’evento nell’ Hotel Helvetia SPA&Beauty****, Graziano Uliani, patron del Porretta Soul Festival e il Comune di Porretta Terme. www.accademiadelbenessere-kondel.it

Gli autori: Antonio Albanese e Elisabetta Gnudi, Angela Baraldi, Alessandro Bergonzoni, Enrico Brizzi, Pier Luigi Celli, Cesare Cremonini, Lucio Dalla, Valerio Evangelisti, Helmut Failoni, Adelaide Gallo, Maurizio Garuti, Loriano Macchiavelli, Valerio Massimo Manfredi, Davide Rondoni, Michele Serra, Sandro Toni. Gli illustratori: Agnese Baruzzi, Stefano Faoro, Serena Federici, Martina Galetti, Caterina Giuliani, Umberto Mischi, Elvira Pagliuca, Tuono Pettinato, Erica Preli, Giulia Sagramola. Il fotografo Marco Alemanno. Antonio Faeti per la sua introduzione e Gian Carlo Roversi per aver curato il progetto.

17-18, 24-25 settembre 2010

30 novembre 2010

MANIFESTAZIONE ENOGASTRONOMICA “VinInVilla” VinInVilla – Sapori, Vini&Musica, manifestazione enogastronomica organizzata presso Villa Borgatti a Corporeno (Fe)

PRESENTAZIONE “Bilancio di Missione 2009” Presentazione del terzo Bilancio di Missione della Fondazione Hospice.

SI RINGRAZIA

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Gli organizzatori, gli sponsor e i partecipanti.

CARISBO per aver nuovamente sostenuto il progetto e per aver messo a disposizione la Sala dei Cento. Giuseppe Coliva, Mariella Martini e Stefano Zamagni per essere intervenuti. Giovanni Egidio per aver moderato l’incontro.

20 luglio 2010

CONCERTO “La Musica dell’Anima” 2a edizione del party inaugurale del Porretta Soul Festival organizzato dall’Accademia del Benessere in favore della Fondazione Hospice. SI RINGRAZIA

29 settembre 2010

MUSICAL “Le audizioni non finiscono mai” Serata di beneficenza a favore degli Hospice Seràgnoli e Bellaria organizzata dalla Fondazione Oviv presso il Teatro delle Celebrazioni. SI RINGRAZIA

La Fondazione Oviv Onlus. www.coopansaloni.it

18 dicembre 2010

MANIFESTAZIONE “Natale in piazza” Manifestazione gastronomica a San Pietro in Casale con una raccolta fondi in favore dell’Hospice Seràgnoli. SI RINGRAZIA

Gli organizzatori, gli sponsor e tutti i partecipanti. 14, 21 ottobre; 11 novembre; 2 dicembre 2010

IV EDIZIONE “Incontri a Tema” IV edizione degli Incontri a Tema organizzati dall’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa e dalla Fondazione Hospice su “Le Virtù Civili”.

8 gennaio 2011

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I relatori degli incontri: Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Veca, don Luigi Ciotti, Pier Luigi Celli. I media partners: La Repubblica, ASCOM e Radio Città del Capo.

Il gruppo MainSpeed.

CONCERTO “MainSpeed” Concerto di beneficenza dei MainSpeed organizzato presso il Teatro Consorziale di Budrio.

5 novembre 2010

PARTY “About Light” Evento di beneficenza organizzato dal Comitato Promotore dell’Associazione Amici dell’Hospice presso il Castello di Bentivoglio. Giochi di luci proiettati dagli Activ8Sound, musica del dj londinese Peter Borg e della vocalist Vanessa Jay insieme a Francesca Faggella, Dash e Takeshy Kurosawa. SI RINGRAZIA

Il Comitato Promotore: Davide Donadi, Maria Teresa Monari Sardè Castria, Milena Mussi Iosa Ghini, Tanya Puncuh, Giammarco Rocco di Torrepadula, Tommaso Stefani. Gli sponsor e fornitori: Artic Freezing Docks, Cereria Resca, Domodinamica, Eventi Catering, HotMinds, I&C, Marposs, Stile di Bologna, Takeshy Kurosawa, Teleimpianti. Il Castello di Bentivoglio.

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DICONO DI NOI

L. Bugni, Bologna GRAZIE PER AVERCI AIUTATO A VIVERE CON CORAGGIO E MAGGIOR SERENITÀ UNA DELLE PIÙ FORTI ESPERIENZE DELLA VITA. […] Vorrei ringraziare con tutto il cuore chi ha pensato, ideato e investito in questa struttura così importante e necessaria; perché se la malattia spaventa, il dolore e la morte prossima, che in molti casi rappresentano il futuro più vicino, rischiano di paralizzare intere famiglie, davanti a “qualcosa” davvero “grande e faticoso” da affrontare. […] Noi ci siamo ritrovati ad assistere un nostro caro, giovane e pieno di vita […] Senza il vostro aiuto saremmo stati persi e disperati, perché l’unica cosa che sapevamo donargli era il nostro amore, la nostra presenza e la nostra cura […] Invece con voi, abbiamo trovato dei professionisti e una famiglia di sostegno, che aiutava lui […] a mantenere una qualità di vita dignitosa, e aiutava noi a vivere con coraggio e maggior serenità una delle più forti esperienze della vita. Pertanto ringrazio lei e coloro che hanno fondato l’Hospice Maria Teresa Chiantore Seràgnoli, coloro che vi investono tempo, denaro e idee. Coloro che ci lavorano che sono persone straordinarie sotto molti aspetti […]

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Per sostenere la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus i versamenti possono essere effettuati tramite: - c/c postale n° 29216199 - Bonifico bancario presso: UNICREDIT Banca Impresa (Filiale Emilia Est) IBAN: IT 28 O 02008 02515 000003481967 - Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai dati del donatore

Modalità per il versamento della quota associativa all’Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli: - c/c postale n° 52113529 - Bonifico bancario presso: UNICREDIT Private Banking (Filiale Bologna Indipendenza) IBAN: IT 41 I 02008 02513 000060010479 - Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai dati del donatore

Intestati a: Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus, Via Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna).

Intestati a: Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli, Piazza San Domenico 9 - 40124 Bologna.

Alla ricezione del versamento del contributo, la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus provvederà a rilasciare ricevuta di donazione.

Quote associative: Socio ordinario: 30 Euro Socio effettivo: 60 Euro Socio sostenitore: 260 Euro

FONDAZIONE HOSPICE MARIATERESA CHIANTORE SERÀGNOLI - ONLUS Via Marconi, 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna) Tel. 051 271060 - Fax 051 266499 www.FondazioneHospiceSeragnoli.org - info@FondazioneHospiceSeragnoli.org P.IVA e Cod. Fisc. 02261871202

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI MEDICINA PALLIATIVA Via Aldo Moro, 16/3 - 40010 Bentivoglio (Bologna) Tel. 051 8909690 - Fax 051 8909696 www.asmepa.org - segreteria@asmepa.org P.IVA e Cod. Fisc. 02693071207

ASSOCIAZIONE AMICI DELL’HOSPICE MT.C. SERÀGNOLI Piazza San Domenico, 9 - 40124 Bologna Tel. 051 271060 - Fax 051 266499 www.FondazioneHospiceSeragnoli.org/amici.html - amici@FondazioneHospiceSeragnoli.org Cod. Fisc. 91239100372


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