Hospes 24

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Semestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 456) art. 1 comma 1 - DCB – Bologna. In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

Anno 10 Numero 24 - III/2015

QUALITÀ DELLA VITA, QUALITÀ DELLE CURE: CONFRONTI E PROSPETTIVE FUTURE

IL PUNTO DI VISTA DEL FISIOTERAPISTA

“COME STAI, OGGI?” PERCHÉ COMUNICARE BENE È GIÀ UNA CURA


S O M M A R I O EDITORIALE

di Vera Negri Zamagni

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IN PRIMO PIANO

QUALITÀ DELLA VITA, QUALITÀ DELLE CURE: CONFRONTI E PROSPETTIVE FUTURE /pag. 4 IN PRIMO PIANO

MUSICA, TEATRO E SOLIDARIETÀ

DIVENTA IMPRESA AMICA DELLA FONDAZIONE HOSPICE

IN PRIMO PIANO

Nel corso del 2016 proporremo un calendario ricco di appuntamenti esclusivi, riservati ai titolari delle nostre Card. Tra questi, visite dedicate alle mostre in programmazione al MAST, percorsi culturali in città, momenti di musica e teatro.

EVENTI

TRE DOMANDE A… PIPPO BAUDO a cura di Nicola Bedogni

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IL BELLO DELLA SOLIDARIETÀ di Caterina Morganti

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APPROFONDIMENTI

IL PUNTO DI VISTA DEL FISIOTERAPISTA di Nicla Sportelli

Per richiedere la Card chiamate o scriveteci: Tel. 051 27 10 60 dono@fondazionehospiceseragnoli.org

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APPROFONDIMENTI

“COME STAI, OGGI?” PERCHÉ COMUNICARE BENE È GIÀ UNA CURA.

Leggi l’articolo a pagina 10

di Myrta Canzonieri

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RINGRAZIAMENTI

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DICONO DI NOI

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GUARDA IL NOSTRO VIDEO

Periodico della Fondazione Hospice MT. C. Seràgnoli Onlus Anno 10 Numero 24 - III/2015 Direttore Editoriale Vera Negri Zamagni

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Direttore Responsabile Giancarlo Roversi Coordinamento editoriale Simona Poli Progetto grafico room69

Stampa Digigraf

Stampato su carta con fibre riciclate


EDITORIALE

Cari lettori, scrivo questo editoriale sotto il profondo sgomento per gli attentati di Parigi. Volevo iniziarlo con la bella domanda “Come stai oggi?”, che riassume al meglio la filosofia dei nostri hospice. Di sicuro la risposta non può essere sempre “bene, grazie” o “meglio, grazie”. Oggi meno che mai, di fronte a queste prove di odio. Negli hospice meno che altrove, perché la vita sta sfuggendo. Ma quello che è importante è la domanda, che testimonia dell’interesse per la persona, quella persona lì e in quel momento, che è tutto ciò che veramente conta. Viviamo in una società dove chi vuole far bene agli altri non è spesso messo nelle condizioni di esercitare questa sua solidarietà. In economia si predica l’autointeresse, in politica si vive a colpi di delegittimazione degli avversari, nelle relazioni internazionali i focolai di guerra producono uccisioni e spiazzamento di milioni di persone. Le realtà di eccellenza come i nostri hospice, invece, abituano collaboratori e sostenitori ad esercitare la parte positiva della nostra umanità e recano sollievo a tante persone, tenendo viva la speranza che questa nostra società non si imbarbarisca. Viene dal cuore un grazie a tutti coloro che rendono questa realtà possibile e funzionante al meglio ogni singolo giorno, come si può constatare dalle iniziative presentate in questo numero, in particolare l’eccezionale serata di musica e canto al Teatro Comunale. Buona lettura. Vera Negri Zamagni* (*) Presidente Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. C. Seràgnoli

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IN PRIMO PIANO

Qualità della vita, qualità delle cure: confronti e prospettive future La Fondazione Hospice Seràgnoli ha partecipato al XXII Congresso Nazionale SICP, che quest’anno si è tenuto dal 4 al 7 novembre a Sorrento. Nell’ambito del fil rouge scelto per questa edizione Qualità della Vita, qualità delle cure, la Fondazione ha proposto nella sessione di apertura alcuni approfondimenti strategici dedicati da un lato alla presa in carico dei pazienti con malattie non oncologiche, in particolare affetti da SLA, e dall’altro ai percorsi di formazione specifici per la presa in carico integrata del bambino in cure palliative.

Presentati al XXII Congresso Nazionale SICP le attività e i progetti della Fondazione Hospice Seràgnoli e dell’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa.

I medici e gli operatori sanitari sono poi intervenuti in numerose sessioni e workshop a cura della Società Italiana di Cure Palliative, portando le proprie competenze a supporto della discussione in diversi ambiti. Tra questi: la formazione in cure palliative e la valutazione della qualità dell’intervento in particolare nel fine-vita, il ruolo di infermieri e operatori socio-sanitari nell’équipe di cure palliative, gli errori comunicativi più comuni nell’operatività quotidiana in Hospice, l’importanza delle dimissioni protette per pazienti che sono in grado di rientrare a domicilio con una buona qualità di vita. Come per lo scorso anno infine, il Congresso è diventato occasione per condividere esperienze e proporre riflessioni all’interno dell’area incontri che la Fondazione Hospice ha riservato al pubblico nel proprio spazio espositivo. La traccia di quest’anno si è orientata sul contributo che l’utilizzo di nuove tecnologie informatiche fornisce ai percorsi clinico-assistenziali, formativi e divulgativi nell’ambito delle cure palliative. Su questa linea sono state presentate le esperienze di messa a punto di alcuni sistemi

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IN PRIMO PIANO

tecnologici nelle attività in Hospice e in Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa, rese possibili anche grazie alla collaborazione di esperti e professionisti di ambito nazionale. In particolare, l’installazione della Cartella Clinica Elettronica consente di migliorare concretamente la cura clinica e assistenziale quotidiana nei confronti dei pazienti e dei familiari grazie all’utilizzo di piattaforme web per la condivisione di esperienze tra professionisti di

cure palliative per l’adulto e il bambino, nell’ambito del progetto “Quando il mondo del bambino si confronta con quello dell’adulto nelle cure palliative”. Infine, è stato presentato l’avvio del processo di digitalizzazione in e-book delle pubblicazioni a marchio ASMEPA Edizioni, con l’obiettivo di affrontare in modo sempre più attuale la divulgazione dei temi che quotidianamente vedono impegnati i nostri operatori e i nostri ricercatori, in Hospice e in Accademia.

News da ASMEPA

Per informazioni Piero Muciarelli - piero.muciarelli@asmepa.org www.MasterCurePalliative.org

DATE DA NON DIMENTICARE Scadenza Bando 21 dicembre 2015 Selezione 18 gennaio 2016 Scadenza Immatricolazioni 23 febbraio 2016

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L’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa attiva per l’anno accademico 2015-2016 il Master Universitario in Cure palliative e terapia del dolore per psicologi (II livello). Il percorso di studi, di durata biennale, ha lo scopo di formare professionisti idonei a operare nell’ambito della rete delle cure palliative con un particolare focus sull’approccio al paziente e alla famiglia.


IN PRIMO PIANO

Musica, teatro e solidarietà Gran galà di beneficenza al Teatro Comunale di Bologna a favore della Fondazione Hospice.

Foto di Enrico Sperotti

Il 26 ottobre le star internazionali della lirica Daniela Dessì e Fabio Armiliato si sono esibite in uno straordinario concerto, dirette dal Maestro Carlo Tenan e accompagnate dall’Orchestra del Teatro Comunale. Il concerto è stato organizzato dall’Associazione Amici a favore della Fondazione Hospice. Il repertorio comprendeva i grandi classici, ma anche escursioni nei più famosi temi del musical. La serata è stata magistralmente presentata da Pippo Baudo, grande estimatore della musica lirica. L’intero ricavato è stato devoluto a sostegno delle attività della Fondazione Hospice Seràgnoli. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno scelto di prendere parte all’evento.

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IN PRIMO PIANO

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IN PRIMO PIANO

Tre domande a… Pippo Baudo In occasione del concerto al Teatro Comunale in favore della Fondazione Hospice abbiamo chiesto a Pippo Baudo, presentatore d’eccezione della serata, quali fossero i legami con la città di Bologna, con la lirica e la solidarietà. Ringraziamo vivamente il signor Baudo per la sua impeccabile disponibilità e professionalità. a cura di Nicola Bedogni La città di Bologna Il mio rapporto con Bologna va avanti da molto tempo. Quando ho conseguito la licenza liceale ho fatto un giro perché avevo un biglietto scontato e sono finito a Bologna. Qui c’era la festa della matricola che apriva l’anno universitario. Appena hanno scoperto che ero matricola mi hanno subito processato secondo le norme della Goliardia, ma il trauma iniziale si è subito trasformato in brindisi e risate. Recentemente sono stato protagonista di un’esperienza bellissima, l’iniziativa che si chiama “La Strada del Jazz” dedicata ai grandi che si sono esibiti a Bologna. Ho visto centinaia di persone divertite, accomunate dal piacere di suonare e cantare il jazz. Dal punto di vista musicale Bologna è una città piena di musica, dalla musica leggera a quella seria. Bologna come patria, ma anche centro di attrazione di grandi cantanti. Per me Bologna vuol dire Pavarotti, Mirella Freni, Ruggero Raimondi e soprattutto Lucio Dalla che è stato un grandissimo e adesso a distanza, ascoltando alcune canzoni, si capisce ancora di più la sua grandezza. La lirica Il mio rapporto con la lirica risale all’infanzia, lo devo a mio padre che era un accanito melomane, teneva a casa i libretti delle grandi opere e a me piaceva moltissimo leggerne i testi. Avevamo anche un pianoforte in casa, che era di mia madre, un giorno mi ci sono appoggiato e da dilettante ho cominciato a imparare la musica, l’ho fatto senza frequentare alcuna scuola. Questa passione maturata nell’infanzia è poi proseguita nell’adolescenza e all’Università. Appena arrivato a Catania ho cominciato subito a frequentare il Teatro Massimo e lì ho conosciuto la Callas quando era ancora la Signora Meneghini e

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veniva accompagnata dal Commendator Meneghini. Ho fatto perfino la comparsa nella Norma di Bellini e la cosa divertente è che io stavo tra i Druidi quando al primo atto la Callas cantava Casta Diva. Frequentavo moltissimo quel Teatro e lì ho visto centinaia di opere e i grandi direttori d’orchestra, Lorin Maazel, “Manno” Wolf-Ferrari, Giuseppe Patanè. Da allora questo morbo non mi ha più lasciato. Qualche settimana fa sono andato all’Auditorium a Roma e ho fatto una lunga conversazione di tre ore con Antonio Pappano che ha diretto la Nona di Beethoven. Se avessi potuto, credo che avrei fatto il direttore d’orchestra. La solidarietà Io ho fatto in televisione tante campagne di solidarietà e penso che la televisione, soprattutto quella di Stato, abbia un grande compito, un grande dovere, quello di favorire le associazioni non profit. È con questo spirito che quando c’è l’occasione di rappresentare, o di essere presente come in questo caso a Bologna, sono contento di essere scelto. Per me non è una fatica, è soltanto un onore.


Hai già pensato ai regali di Natale? Con una donazione alla Fondazione Hospice Seràgnoli avrai la possibilità di arricchire le feste con oggetti originali e, allo stesso tempo, di contribuire concretamente a migliorare la qualità di vita dei Pazienti assistiti nelle nostre strutture. BIGLIETTI D’AUGURI CON ILLUSTRAZIONE Busta e biglietto con un’illustrazione originale tratta dal video della Fondazione Hospice. Formato chiuso: 11,5 x 16,8 cm

BOTTIGLIA “24BOTTLES” IN ACCIAIO

BIGLIETTI D’AUGURI CON RACCONTO Busta e biglietto con un racconto d’autore, la relativa illustrazione e una descrizione della Fondazione Hospice. La lettura del racconto prosegue online. Formato chiuso: 11,5 x 16,8 cm

La Classic Bottle è una pratica e sana alternativa alle bottiglie di plastica. Realizzata in acciaio inossidabile 18/8 ad uso alimentare, rappresenta la perfetta soluzione per consumare acqua o bevande in ufficio, in viaggio o durante l’attività sportiva e il tempo libero. Capienza: 500 ml Il tappo è disponibile in tre colori. Confezionata in una elegante scatola regalo. Per ogni ordine minimo di 15 bottiglie riceverete un prodotto “24bottles” in omaggio.

LIBRO LETTERA PERSONALIZZATA Lettera di ringraziamento, personalizzata con il vostro nome, per comunicare ad amici e parenti di aver sostituito i classici regali natalizi in favore di una donazione a sostegno dei nostri progetti.

Libro “Il tempo, racconti d’autore” con copertina rigida, formato 16 x 26,5 cm, 114 pagine. Confezionato in una elegante scatola regalo.

Per ulteriori informazioni e per effettuare gli ordini: Tel. 051 271060 - Fax 051 266499 E-mail: staff@FondazioneHospiceSeragnoli.org Sito: www.FondHS.org/natale-aziende


I NOSTRI EVENTI

Il bello della solidarietà I Sostenitori e le Imprese Amiche della Fondazione Hospice in prima fila alla Biennale di FOTO/INDUSTRIA. Guida d’eccezione il Direttore Artistico François Hébel. di Caterina Morganti

Dai ritratti dalle miniere di Spagna degli (Altri) Lavoratori di Pierre Gonnord ai Paesaggi Industrializzati di Burtynsky, alla passione per le locomotive a vapore di Winston Link in Norfolk and Western Railways, fino alle provocatorie riproduzioni Land Scape di LaChapelle, i sostenitori della Fondazione Hospice hanno potuto godere di un momento esclusivo a loro dedicato, grazie a due visite speciali nel

argomento. Per esempio, gli scarti dei prodotti industriali erano presenti sotto forma di reportage sul riciclo nella proposta del canadese Ed Burtynsky, come materia prima dei modelli che riproducono le fabbriche in scala ridotta dell’americano David LaChapelle e in veste di affreschi che rievocano la nascente società consumistica in Cina nell’opera di Hong Hao. Tre usi differenti, per tre approcci preoccupati del giusto equilibrio per il nostro pianeta. D’altra parte il successo delle due mostre i cui autori non sono fotografi professionisti mostra anche quanto il futuro sia promettente, ora che siamo tutti fotografi grazie al nostro smartphone. La newyorchese Kathy Ryan - che ha fotografato il nuovo ufficio del New York Times - e Jason Sangik Noh, il chirurgo coreano che ha utilizzato la fotografia come strumento di coesione sociale, hanno sviluppato in questo senso proposte molto interessanti.” Diamo appuntamento ai nostri sostenitori per i nuovi incontri esclusivi del 2016.

mese di ottobre tenute dal Direttore artistico della Biennale di FOTO/INDUSTRIA, François Hébel. I possessori delle Card Sostenitore e Impresa Amica della Fondazione Hospice hanno così potuto ammirare una selezione delle mostre che hanno reso unica la manifestazione, allestite nelle più belle location del centro storico di Bologna. Gli appuntamenti riservati si sono conclusi con una visita al MAST e alle sue mostre e un pranzo per chiacchiere e saluti tra quanti sostengono i progetti della Fondazione. Il perché abbiamo scelto di proporre ai nostri sostenitori un’occasione così esclusiva è spiegato dalle parole dello stesso Hébel, che racconta l’unicità di questa Biennale: “Ciò che ha sorpreso i visitatori dell’edizione 2015 di Foto/ Industria, sono le numerose possibilità di trattare uno stesso

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Nel corso del 2016 proporremo un calendario ricco di appuntamenti esclusivi, riservati ai titolari delle nostre Card. Tra questi, visite dedicate alle mostre in programmazione al MAST, percorsi culturali in città, momenti di musica e teatro. Per richiedere la Card chiamate o scriveteci: Tel. 051 27 10 60 dono@fondazionehospiceseragnoli.org


APPROFONDIMENTI

Conosciamo l’Hospice

Il punto di vista del fisioterapista Paola Ercolano fa parte dello staff fisioterapico degli Hospice Bellaria e Bentivoglio dal 2008. In questa intervista ci aiuta a capire l’importanza del suo ruolo per i pazienti ricoverati nelle nostre strutture. di Nicla Sportelli

Quali sono i principali compiti e perché il tuo ruolo è così speciale per i pazienti? Tecnicamente quando un paziente entra in Hospice noi fisioterapisti iniziamo a conoscerlo, a capire come si muove e se ha dolori, problemi o limitazioni parlando anche con i familiari, soprattutto quando non è in grado di rispondere da solo. Cerchiamo di capire cosa possiamo fare per quella

persona e valutiamo il percorso migliore, il PAI (Piano di Assistenza Integrato) che nel nostro caso può includere annotazioni sulle preferenze del paziente. Mi riferisco a massaggi, passeggiate, ma anche ascolto dedicato. Ci puoi parlare delle dimissioni protette, cosa significano per pazienti e famiglie e perché è così importante il tuo ruolo? Le dimissioni si definiscono protette perché tutelano le esigenze del paziente e della sua famiglia. Quindi, noi fisioterapisti lavoriamo per far sì che i pazienti tornino a casa per un periodo più o meno lungo nelle condizioni migliori possibili rispetto alla mobilità. Al contempo li solleviamo da una serie di procedure burocratiche molto lunghe. Al momento della dimissione insegniamo al caregiver, badante o familiare, le strategie per favorire un recupero dell’autonomia del paziente e per fare in modo che la persona una volta a casa si senta bene. Il nostro lavoro in struttura non consiste solo nel migliorare la mobilità o lenire un dolore, ma contribuire a una qualità della vita che passa anche dal non sentirsi corpi sdraiati in un letto bensì persone che hanno diritto di recuperare tutta la dignità possibile. Quindi possiamo dire che la cura del corpo riveste un significato ancora più importante: aiuta a restituire la dignità di persona. Proprio così. Ad esempio, quando ci prendiamo cura della pelle del paziente con l’olio di mandorla. Può sembrare una piccolezza, un niente, invece riduce la sensazione di secchezza, profuma e permette alla pelle di cambiare ed essere più bella e sana. Imparare a fare qualcosa quando sembra non ci sia più niente da fare: ecco il lavoro di tutti gli operatori in Hospice. 11

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Ci racconti il percorso che ti ha portata a lavorare come fisioterapista per la Fondazione Hospice? Bisogna tornare indietro al periodo dell’università in Spagna, ai tempi non sapevo neppure cosa fossero le cure palliative, non facevano parte del mio percorso formativo. Durante il tirocinio in ospedale ho conosciuto una signora, una di quelle persone che ti segnano la vita, superstite di un gravissimo incidente stradale nel quale era stata coinvolta con il figlio e la nuora. Lei, alla guida dell’auto, aveva riportato lesioni importanti; il figlio era morto e la compagna era rimasta in sedia a rotelle. Dal punto di vista tecnico il tirocinio andò molto bene, ma mi restava un senso di incompletezza del quale non comprendevo la ragione, avevo difficoltà a relazionarmi con il dolore. In seguito, ormai in Italia, ci furono altri momenti in cui avvertii quella stessa sensazione di inadeguatezza. Allora feci quello che si fa in questi casi: una ricerca su web. Cercavo cosa dire in queste occasioni e speravo di trovare “una parola magica”. Ho trovato invece un corso di “Alta formazione in assistenza in situazioni di lutto e crisi”, tenuto dal professor Campione e dalla dottoressa Bonarelli, al termine del quale ho saputo di un posto di lavoro disponibile in Hospice. È stato in quel momento che ho scoperto l’esistenza di questa struttura. Era il 2008. Quando mi dicevano che non c’era più niente da fare con i pazienti, non ci ho mai creduto fino in fondo.


APPROFONDIMENTI

“Come stai, oggi?” Perché comunicare bene è già una cura Una chiacchierata con Matteo Moroni e Francesca Bonarelli, responsabili rispettivamente dell’area medica e psicologica degli Hospice Seràgnoli, sul ruolo e sull’importanza della comunicazione in medicina. di Myrta Canzonieri Come si intrecciano comunicazione e cura in medicina e in particolare nelle cure palliative? FB | Partiamo da un fatto: comunicare non basta. In medicina si comunica, ma spesso lo si fa male perché si confonde la comunicazione con l’informazione. La comunicazione ha tre dimensioni: informativa, di racconto e condivisione di un’esperienza e infine quella che io chiamo etica. È importante saperlo, perché in funzione delle diverse fasi di cura del paziente che abbiamo di fronte una dimensione prevale sull’altra. Se il medico lo comprende, riesce ad accompagnare meglio il paziente in un percorso assistenziale e terapeutico davvero personalizzato. La comunicazione non può quindi essere standard. In alcuni momenti prevarrà la dimensione informativa, in altri momenti quella etica, in altri ancora quella narrativa. In cure palliative questo è più evidente perché ci troviamo ad accompagnare le persone nel momento di massima vulnerabilità della vita. Se siamo capaci di farlo, la comunicazione può sul serio essere terapeutica, diventare terapia. MM | Quando un medico comunica stabilisce una relazione e questo accade dal primo momento in cui prende in carico

Matteo Moroni Responsabile Area Medica

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una persona. È impensabile comunicare senza relazione. All’interno di questo rapporto, solo se comunichi veramente riesci a stabilire un’alleanza terapeutica, un’effettiva presa in carico. Si può riuscire ad informare molto bene, ma di fatto non stabilire una relazione utile a fare star bene una persona. Ogni componente dell’équipe - non solo il medico - deve essere capace di adeguare e stringere la relazione col paziente in modo da definire insieme obiettivi di cura e di supporto concreto ed emotivo. Più la comunicazione assume questa natura e più riusciamo ad instaurare un vero rapporto di aiuto. In questo senso comunicare bene è curare meglio. Vedete qualche rischio in questo tipo di comunicazione? MM | Bisogna evitare gli eccessi. A volte nella medicina cosiddetta “centrata sul paziente” il rischio è un eccesso di comunicazione. Una delle grandi complessità del comunicare bene è riuscire ad adeguare ciò che si esprime a quanto il paziente è in grado di accettare. “Questo lo possiamo dire, forse lo diciamo dopo, forse non è necessario”. Se è fondamentale evitare che le persone ti rincorrano per sapere cosa succede, come spesso vediamo accadere, è altrettanto vero che va evitato l’atteggiamento opposto - che di frequente ha sfumature ideologiche - di chi dice “visto che mi viene chiesto di garantire una piena autonomia di scelta, dico tutto il necessario e il paziente sceglierà”. FB | La deriva è proprio questa: un eccesso di informazione che viene scambiato per una buona comunicazione. Bisogna invece tenere conto della persona a cui stiamo comunicando, senza preoccuparci di anticipare tutto. A volte siamo molto cauti con il paziente e crediamo invece che al familiare si debba dire tutto e sempre. Anche qui va


APPROFONDIMENTI

fatto un lavoro per capire quanto il parente sia vicino al paziente, quanto può reggere, quanto ha già faticato prima di arrivare da noi. Una buona comunicazione significa costruire di volta in volta ciò che è giusto per quel paziente e per i suoi familiari. “Il lavoro del sarto”.

MM | Una delle critiche più forti che muovo a chi non lavora in cure palliative è dire che non si ha tempo. Per costruire una relazione è sufficiente dimostrare che stiamo riconoscendo la sofferenza, la fatica. “Come stai oggi? Vedo che qualcosa non va, passo più tardi e ne parliamo?” Per fare capire a una persona che ci siamo accorti di quello che ci sembra stia succedendo sono sufficienti un paio di minuti. Alcuni autori definiscono questa capacità di riconoscere e comunicare come “la testimonianza”. Nell’individuare la sofferenza ho già stabilito una comunicazione. Qui tempo ne abbiamo tanto, ma non tantissimo. FB | Il tempo è un alibi. Per sintetizzare direi che quello che si può trasmettere anche in altre situazioni è “ho tempo di prendermi tempo per te”. Le persone così si sentono accolte e non necessariamente hanno bisogno di una risposta. Molte esperienze si possono trasferire all’ambito ospedaliero, fosse anche solo una disponibilità a quel tipo di relazione che non è solo terapia. Sono qui e quando parlo mi rivolgo a te, non al tuo sintomo. Che ruolo gioca la comunicazione non verbale? Può davvero fare la differenza? MM | Sono da poco rientrato dall’MD Anderson Cancer Centre di Houston, dove esiste una unità di cure palliative acute. Ogni giorno fanno un giro di visite molto lungo e ogni membro dell’équipe porta con sé uno sgabellino - di quelli che hanno tutti i turisti americani. Su 40/45 minuti in cui si soffermano in una camera, solo 5 sono riservati all’andamento della terapia, i restanti sono dedicati alla relazione: si siedono sullo sgabellino e parlano, lì hanno modo, risorse e tempo per personalizzare l’assistenza. Questo per dire che nella malattia, quando il corpo diventa il palcoscenico di una fatica, tutte queste attenzioni, anche

Francesca Bonarelli Responsabile Area Psicologica

non verbali, sono fondamentali, ma bisogna ricordare che devono essere “per quella persona” e non si possono standardizzare. FB | Non c’è niente di più ambiguo del non verbale. Un bravo psicologo sa che non deve basare le sue deduzioni solo sugli atteggiamenti non verbali. Quasi non dovrebbero interessarlo perché il non verbale può essere frutto di fattori culturali e storie personali: se per qualcuno può essere piacevole vedersi prendere la mano per accarezzarla, per altri la stessa attenzione è una forma di violenza. Se vogliamo usare un termine psicologico, facciamo attenzione all’empatia. Come si supera il sintomo per arrivare alla persona? MM | Io sono un grande sostenitore della domanda “come stai”? Partendo dal presupposto che in effetti può essere una domanda violenta, perché può aprire ambiti difficili, dipende tutto da come la contestualizziamo. Se la domanda diventa “come stai, oggi ?” cambia completamente la prospettiva. Quello che dico sempre agli studenti del nostro Master è di provare a fare questa domanda per comprendere la sorpresa che un’attenzione così apparentemente semplice è capace di generare.

PER APPROFONDIMENTI “Comunicare e Curare” a cura di Guido Biasco.

PER ACQUISTARE IL LIBRO www.asmepaedizioni.it/comunicare-e-curare

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Esiste un “fattore tempo”, che vede le cure palliative in una condizione privilegiata rispetto alle strutture ospedaliere?


RINGRAZIAMENTI

ottobre 2015

4 ottobre 2015

Tutta colpa di Beatrice

Festival del Tortellino

Grazie all’Associazione Ferfilò per aver devoluto anche quest’anno parte dell’incasso della vendita di CD e magliette legate al progetto “Tutta colpa di Beatrice”. Grazie!

Il 4 ottobre si è svolta al Paladozza di Bologna la quarta edizione del “Festival del Tortellino”, manifestazione in ricordo di Giacomo Garavelli e a sostegno della Fondazione Hospice. SI RINGRAZIANO L’Associazione Tour Tlen per la generosità e Francesca Di Gioia per la disponibilità dimostrata.

26 ottobre 2015

5 ottobre 2015

Concerto per l’Hospice

Davines per l’Hospice

L’Associazione Amici ha organizzato uno straordinario concerto nella splendida cornice del Teatro Comunale di Bologna. L’intero ricavato è stato devoluto a sostegno della Fondazione Hospice.

L’azienda Davines ha devoluto l’intero

UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE: Per l’ideazione: Veronica Sassoli de Bianchi, Giulietta Lo Valvo Per la realizzazione del concerto: Il Teatro Comunale, l’Orchestra del Teatro Comunale, Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Carlo Tenan, Pippo Baudo Per il sostegno: Arkimat, Art Defender, Artistocratic, Associazione Italiana Sommelier - AIS Emilia, Autovia, BLF Studio Legale, Caab, Camst, Carullo Studio, Casale Bauer, Cenacchi International, Cisa 2000, Cogefrin, Cremeria Funivia, Datalogic, D’Epoca, Fabrizio Cocchi, Fondantico, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Giulio Veronesi, Studio Gnudi & Associati, Grand Hotel Majestic, Gruppo Hera, I&C, Idros, Il Resto del Carlino, Ima, Iosa Ghini Associati, Istituto Alberghiero Riolo Terme, L’Inde Le Palais, MA.MA - Stefano Marchi, Gruppo Industriale Maccaferri, Marchesini Group, Marposs, Mercedes-Benz Stefauto, Studio Associato Montanari - Cecchetti - Mandes - Manferrari, Palazzo Tubertini - Immobildue, Poggi&Associati, Principe, Profumeria Raggi, Romanò I Fiori, Rotary Club Bologna Sud, Saca, Studio Notarile Associato Rossi - Vico - Chiusoli, Studio Tributario e Societario Deloitte, Umberto Cesari, Unicredit, Valsoia, Zaccanti Per il catering: A. Borelli Per l’aiuto: A. Aston Per la generosità: A. Andreoli, Fam. Babaoglu, A. Barbiroli, Fam. Bini, C. Borgomanero, Fam. Coin, Fam. Fini Zarri, Fam. Flamigni, M. Forni, F. Goldoni, R. Lombardi, Fam. Nocivelli, E. Pignatti, A. Ramazza, U. Rangoni, L. Salmon, Fam. Scaroni, N. Serra Capriola, F. Szego, C. Vico Per il coinvolgimento giovani: C. Chiusoli, E. Massari, E. Rinaldi, A. Rotunno

della Fondazione Hospice.

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incasso della vendita del libro “Davines Hair on Stage” a sostegno delle attività SI RINGRAZIANO L’Amministratore Delegato Paolo Braguzzi per l’attenzione e la sensibilità dimostrata verso i nostri progetti.

25 ottobre 2015

Festa di strada Si ringraziano gli organizzatori della “Festa degli Antichi Sapori” di Funo di Argelato per aver raccolto fondi per l’Hospice Bentivoglio durante la manifestazione.

7 novembre 2015

Cena di solidarietà Il Fans Club Nomadi ha organizzato una cena di solidarietà in favore della Fondazione Hospice a Mascarino. SI RINGRAZIA Il Club, gli organizzatori e i partecipanti tutti.


DICONO DI NOI

Da voi abbiamo trovato una umanità incredibile, difficile da riscontrare nella società. Passo tutte le mattine davanti all’hospice per recarmi al lavoro e ogni volta il pensiero corre a chi sta vivendo quello che ho vissuto io, a voi e alle giornate che passate lì. (Marco)

[…] estrema discrezione mostrata in ogni situazione, insieme ad una presenza costante, vigile e attenta; le terapie sempre mirate ed efficaci: tutte queste qualità sono state un balsamo prezioso che ha potuto aiutare [...] Elena e chi la accompagnava, consentendo di trasformare un periodo drammatico della vita in un’opportunità unica ed irripetibile di crescita, di massima espressione della dignità umana, di partecipazione e condivisione della sofferenza. (Beatrice) Quello che fate quotidianamente in modo assolutamente professionale e umano è qualcosa di speciale. Ho avuto la possibilità di ritrovare quell’intimità che solo il focolare domestico può dare. Ho conosciuto persone che lavorano solo perché credono in quello che fanno… Mio padre non voleva tornare a casa, credo che questa sia la più grande dimostrazione del fatto che stava bene con tutti voi. (Fabio)

Queste frasi sono tratte dalle lettere inviate dai pazienti e dai loro parenti e amici ospitati nelle strutture della Fondazione Hospice MT. C. Seràgnoli Onlus.

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Raccolta Fondi

TANTI AUGURI

DI BUONE FESTE!


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