FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE
SITUAZIONE IN TRENTINO
La Flavescenza dorata (FD) è una fitoplasmosi, patologia associata a microrganismi con caratteristiche intermedie tra virus e batteri, classificati come fitoplasmi (Grapevine Flavescence dorèe Phytoplasma). Essi vivono all’interno della pianta ospite o dell’insetto vettore e a contatto con l’ossigeno dell’aria muoiono. FD rappresenta negli ultimi anni la problematica fitosanitaria principale per la viticoltura
provinciale: tutti i casi più gravi di piante con sintomi da “giallumi” (Flavescenza dorata e Legno nero) sono sempre legati alla presenza di questa pericolosa fitoplasmosi, che in determinate situazioni può diffondersi in maniera molto veloce (epidemica). Le problematiche legate a FD riguardano i vigneti in cui il contenimento dell’insetto vettore non è avvenuto in maniera sufficiente negli ultimi anni e dove le piante sintomatiche non sono state tempestivamente o totalmente eliminate.
Monitoraggio delle piante sintomatiche
Per determinare la diffusione sul territorio di viti con sintomi viene eseguito annualmente dal personale tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico FEM, su incarico del Servizio fitosanitario provinciale (Servizio Agricoltura) e nell’ambito del “Piano d’azione provinciale per il contrasto a FD”, un monitoraggio che coinvolge più di 350 ettari di vigneti scelti a campione in modo tale da coprire tutte le aree vitate e nel rispetto dell’assetto varietale provinciale. I controlli, concentrati soprattutto nel mese di settembre, nel 2022 hanno rilevato la presenza di viti con sintomi di giallumi e di piante capitozzate/estirpate nel 70% degli appezzamenti, con un’incidenza media dell’1,1%: il valore più alto da quando viene eseguito il monitoraggio con questa metodologia (Fig. 1). Partendo dal presupposto che negli ultimi anni la maggior parte dei campioni analizzati prelevati sul territorio provinciale da piante con sintomi ascrivibili alle fitoplasmosi sono risultati positivi a FD, si può affermare che la presenza di potenziale inoculo della malattia risulta ancora generalmente diffuso sul territorio provinciale; in questa situazione anche basse densità di popolazioni del principale insetto vettore Scaphoideus titanus possono causare un’ulteriore diffondersi della patologia. Dall’elaborazione dei dati emerge che esistono sostanziali differenze tra le zone: sebbene nella maggior parte delle aree vitate il contenimento della malattia sta risultando efficace e non rappresenta un fattore limitante della produzione vitivinicola, in alcune zone - soprattutto Trento, Alta Vallagarina e Valsugana - si registrano incidenze della malattia significativamente
più alte e sono stati rilevati nella scorsa stagione ancora importanti focolai (che coinvolgevano uno o più vigneti contigui), legati in generale a gestioni aziendali non virtuose e poco attente nei confronti di questa patologia.
Monitoraggio del principale insetto vettore di FD
Le attività di monitoraggio sulla presenza nei vigneti della cicalina S. titanus vengono effettuate annualmente mirando a due fasi di sviluppo dell’insetto: un primo controllo viene eseguito sulle forme giovanili presenti sui polloni delle viti (monitoraggio primaverile generalmente eseguito tra fine maggio e inizio giugno in fase pre-trattamento insetticida), mentre il secondo viene realizzato sugli adulti analizzando le catture che si registrano su trappole cromotropiche gialle in fase post-trattamento insetticida (da inizio luglio ad inizio novembre). La ricerca degli stadi giovanili dell’insetto di quest’anno ha confermato l’andamento degli ultimi due anni di una generale e sensibile diminuzione del numero medio di individui sulle viti, frutto dell’applicazione estesa da parte delle aziende agricole di strategie di contenimento più efficaci rispetto al recente passato. I controlli hanno però evidenziato che la cicalina, pur in ridotte quantità, è ancora molto diffusa e si riscontrano, in alcuni casi, popolazioni elevate in microambienti favorevoli al suo sviluppo (Fig. 2).
Per quanto riguarda il monitoraggio del volo degli adulti, i risultati sono positivi in quanto le catture registrate in un centinaio di vigneti, in cui vengono eseguiti i trattamenti insetticidi, nel 2022 mostrano una significativa riduzione rispetto all’annata pre-
cedente. Dopo il 2019, anno in cui si è registrato il picco di catture medie, c’è stata un’inversione di tendenza per quanto riguarda il numero medio di insetti sulle trappole. In alcune situazioni, però, la quantità di adulti e un volo molto prolungato consentono ancora un’elevata ovideposizione e una significativa presenza del vettore l’anno seguente (Fig. 3).
SINTOMI
I sintomi possono interessare diversi organi (Tab. 1) e possono colpire interamente o solo una parte della pianta, anche un solo germoglio o pochi germogli. In piena estate, per classificare una pianta malata, i sintomi devono essere presenti contemporaneamente su almeno due organi diversi (es.
foglie e grappoli); sintomi su solo un organo spesso sono dovuti ad altre cause (carenze di elementi, altre malattie, ecc.).
I sintomi sono generalmente frutto delle infezioni avvenute nella stagione precedente, almeno questo è quanto la ricerca ha potuto finora dimostrare, e la loro comparsa in vigneto avviene in maniera scalare, interessando anche tutto il periodo vegetativo della vite (Fig. 4).
I sintomi di Flavescenza dorata e Legno nero sono praticamente identici, nei nostri ambienti gli indizi che possono presagire la presenza di FD da un’analisi visiva in campo sono le manifestazioni particolarmente precoci nella stagione (maggio-giugno) e i casi in cui l’incidenza di viti malate nell’appezzamento aumenti in maniera esponenziale in breve tempo (1-2
FOGLIE GERMOGLI GRAPPOLI
• ripiegamento del lembo fogliare verso il basso; nei casi gravi si osserva una tipica forma “a triangolo” delle foglie
• ispessimento e consistenza cartacea
• ingiallimenti e/o arrossamenti settoriali o totali che interessano anche le nervature; nelle manifestazioni più gravi e a fine stagione si possono osservare necrosi e disseccamento delle foglie
• filloptosi anticipata con o senza picciolo
GESTIONE DELLA FLAVESCENZA DORATA
• scarsa o mancata lignificazione
• consistenza gommosa
• presenza di piccole pustole nerastre di aspetto oleoso sulla superficie del tralcio
• portamento cadente dei tralci
• germogliamento stentato (sintomo precoce)
• appassimento parziale o totale degli acini durante l’estate, possibile disseccamento del grappolo
• disseccamento delle infiorescenze (sintomi precoci)
La FD è una malattia da quarantena per la quale è prevista la lotta obbligatoria. A livello provinciale, le misure per il 2023 sono indicate nella Determinazione del Dirigente del Servizio Agricoltura PAT n. 6214 del 9 giugno 2023, di seguito riassunte. Estirpazione delle piante sintomatiche:
• sull’intero territorio vitato provinciale è fatto obbligo a tutti i proprietari e/o conduttori di viti di estirpare immediatamente ogni pianta che presenti sintomi di FD anche in assenza di analisi di conferma;
• incorre l’obbligo di estirpare l’intera unità vitata, qualora la percentuale di piante che presentano sintomi sia pari o superiore al 20% delle piante vive presenti comprese le viti capitozzate e/o ceppaie ricaccianti anche oggetto di operazioni di estirpo incompleto negli anni precedenti.
Controllo del vettore:
• la lotta contro il vettore S. titanus è obbligatoria, sull’intero territorio vitato provinciale si dispone l’obbligo di eseguire almeno n. 2 trattamenti.
Vigneti abbandonati e aree con viti inselvatichite:
• in caso di vigneto abbandonato, indipendentemente dalla presenza di piante sintomatiche, è fatto obbligo di procedere all’estirpo totale di tutte le piante del genere Vitis presenti;
• devono essere estirpate inoltre, anche in aree non agricole, tutte le viti inselvatichite presenti anche in forma di ricacci striscianti e/o rampicanti.
Divieto di sovrainnesto con materiale vivaistico non certificato:
• su tutto il territorio provinciale è vietata la pratica del sovrainnesto delle viti con gemme che non siano state sottoposte al sistema di certificazione previsto dal D.Lgs. 2 febbraio 2021 n. 16 e regolarmente acquistate presso operatori professionali autorizzati.
Disposizioni per il vivaismo:
• almeno 2 interventi insetticidi obbligatori nei campi di piante madri per marze (PMM) e 3 trattamenti insetticidi nei campi di piante madri per portinnesti (PMP) e nei barbatellai;
• è fatto obbligo, inoltre, di estirpare le piante di Vitis abbandonate presenti nella zona circostante, per un raggio di almeno 20 metri dal sito di produzione.
Consigli tecnici
Il contenimento efficace della patologia richiede un comportamento attento e responsabile da parte di tutti, dal viticoltore professionista al cittadino che coltiva anche poche viti nel giardino. L’individuazione e l’eliminazione tempestiva, alla comparsa dei primi sintomi, delle piante malate è una pratica fondamentale. Le mancate estirpazioni o quelle tardive, le asportazioni della sola parte sintomatica o la sola capitozzatura della vite malata sono fattori che concorrono ad una pericolosa diffusione della patologia nei vigneti. Per estirpazione si intende la rimozione della vite completa di fusto e apparato radicale. Per l’eliminazione delle viti malate, dei vigneti abbandonati o delle viti inselvatichite non è sufficiente il solo taglio del fusto (eseguito anche sotto il punto d’innesto) in quanto la pianta emette frequentemente dei nuovi germogli (ricacci).
Per un contenimento efficace dell’insetto vettore è importante seguire le indicazioni dei bollettini emessi dal Centro Trasferimento Tecnologico FEM su sostanze, tempistiche e modalità da utilizzare. Una corretta gestione del vigneto prima del trattamento (taglio erba tra le file, gestione malerbe nel sottofila, cimature, palizzatura dei germogli) e la cura nella distribuzione al momento del trattamento (apertura ugelli più bassi, volumi corretti, bagnatura, passaggio ala per ala) contribuiscono ad aumentare l’efficacia degli interventi insetticidi.
GESTIONE DEL LEGNO NERO
Il LN non si diffonde in maniera veloce, in quanto le viti malate non fungono da sorgente d’infezione; la malattia ha origine da piante erbacee (ortica e convolvolo) e le situazioni più a rischio sono, nei nostri ambienti, gli impianti (soprattutto giovani) costituiti da Chardonnay. Non è una malattia da quarantena, ma per la gestione delle piante sintomatiche, avendo gli stessi sintomi della FD e non potendo distinguere le due malattie in campo, vale la regola della lotta obbligatoria: l’estirpazione. Sono consigliati però metodi di contenimento di tipo preventivo e agronomico che riguardano in sintesi quanto segue.
Gestione dei nuovi impianti. Le viti nei primi anni d’impianto sono maggiormente esposte al rischio di contrarre la malattia (vicinanza al terreno e alle infestanti):
• evitare l’inerbimento naturale nel quale si possono instaurare macchie di ortiche e convolvolo nel
primo anno d’impianto, si consiglia la semina di miscugli tra le file;
• pulizia della fascia interfilare (attenzione al convolvolo) con diserbo o lavorazione; Eliminazione delle macchie di ortiche e convolvolo presenti nel vigneto e sui bordi in autunno (o primavera).
Evitare lo sfalcio dell’erba nel vigneto e sui bordi in estate (da fine giugno a metà agosto) per non indurre l’insetto a spostarsi sulle viti durante il breve periodo di volo degli adulti. Lasciare almeno una fascia centrale non sfalciata nell’interfilare delle pergole o sfalciare a file alterne negli impianti a guyot.
MAL DELL’ESCA
In questo periodo sono ben evidenti in campo anche sintomi di mal dell’esca, soprattutto in vigneti vecchi e/o costituiti da varietà sensibili (Sauvignon blanc, Gewürztraminer, Cabernet, Nosiola, Müller-Thurgau). Questa malattia è causata da un complesso di funghi del legno e si può manifestare in due forme: la forma acuta (colpo apoplettico) è molto caratteristica e facilmente riconoscibile in campo perché porta la pianta a dissecare molto velocemente (foglie, germogli e grappoli), la forma cronica, invece, spesso viene confusa con i sintomi delle fitoplasmosi. Con il mal dell’esca, le foglie presentano la classica tigratura, ovvero macchie necrotiche tra le nervature, osservabili inizialmente sulle foglie più vecchie (Foto 2 e 4). I grappoli tendono ad appassire parzialmente, presentano spesso piccole macchie bruno-violacee e raramente arrivano a maturazione tecnologica.
RICONOSCIMENTO DEI SINTOMI IN PIANTA
Sintomi di Flavescenza dorata e mal dell’esca
Le due malattie in campo nella tarda estate si riconoscono principalmente dai sintomi sulle foglie: nelle fitoplasmosi l’arrotolamento dei margini verso il basso è molto evidente e le nervature ingiallisco-
no (varietà bianche) o arrossiscono (varietà rosse), con il mal dell’esca le nervature generalmente rimangono verdi e si manifestano evidenti tigrature internervali.
Sintomi di Flavescenza dorata in tarda estate
Arrotolamento dei margini fogliari verso il basso, consistenza cartacea, alterazione del colore della lamina fogliare e delle nervature (ingiallimenti su varietà bianche, arrossamenti su varietà rosse)
I germogli non lignificano bene, spesso rimangono verdi e quindi ricadono verso il basso; in alcuni casi sono visibili delle pustole nerastre
Appassimento parziale o totale degli acini durante l’estate, possibile disseccamento del grappolo
Supporto per i viticoltori
Nel sito web dedicato alle emergenze fitosanitarie https://fitoemergenze.fmach.it, nella sezione dedicata alla Flavescenza dorata è possibile trovare una guida fotografica dettagliata per il riconoscimento dei sintomi sia della malattia che dell’insetto vettore, le relative misure di contenimento, compresi i bollettini di lotta obbligatoria e la normativa di riferimento, video e volantini illustrativi. Attraverso un numero Whatsapp dedicato (335 8484120) è possibile inviare le fotografie delle viti sintomatiche per ricevere in breve tempo la valutazione degli esperti ed eventuali indicazioni.