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Le tempeste di polvere portano intere comunità microbiche sahariane sulle Alpi

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Il trasferimento dal deserto del Sahara alle Dolomiti non dev’essere semplice per nessuno. Sotto la spinta del cambiamento climatico e dell’uso del suolo, però, si sta assistendo a episodi sempre più frequenti di migrazioni di comunità di funghi e batteri provenienti dal Sahara verso aree interessate da climi molto diversi rispetto all’ambiente di origine. In particolare, recentemente si è registrato un evento tanto estremo quanto raro, noto come la memorabile “nevicata rosa” del febbraio 2014, quando sulle Alpi cadde tantissima neve mista a sabbia sahariana, che rimase sigillata per mesi sotto lo zero grazie alla deposizione di successivi strati di neve. Tuttavia, questa sabbia non è inanimata. L’evento e la particolarità dello stato di conservazione naturale del campione hanno fornito ai ricercatori l’occasione per studiare la carica microbiologica presente nella neve rosa depositata. Nei campioni raccolti su Marmolada e Latemar, un team multidisciplinare di microbiologi, geologi, chimici e bioclimatologi di Fondazione Mach, Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università di Firenze, Venezia e Innsbruck, ha trovato prove che le grandi tempeste di polvere possono muovere non solo frazioni, ma intere comunità microbiche dalle aree sahariane all’Europa e che questo microbiota è ricco di molti organismi estremamente resistenti e capaci di sopravvivere in ambienti diversi. Attraverso un’analisi genetica i ricercatori hanno dimostrato che alcuni microrganismi sahariani, che persistono nel suolo al momento dello scioglimento delle nevi, sono adatti alla vita nell’ambiente alpino. Ciò suggerisce che il progressivo cambiamento climatico e il conseguente aumento del verificarsi di episodi come quello sopra descritto, possano cambiare in modo significativo le comunità microbiche dei suoli. Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome apre quindi la strada a nuove aree di ricerca nel campo della microbiologia ed è stato elencato come “successo” da Researchitaly (MIUR) e messo in risalto dalla World Meteorological Organization (WMO), così come dalla stampa nazionale e internazionale in notiziari e piattaforme internet con grande visibilità. Riferimenti alla pubblicazione su Microbiome 2017: 5:32.

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