Alimentazione durante terapie oncologiche

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Le collane

La salute in tavola.

Speciale alimentazione durante le terapie oncologiche.

Speciale alimentazione durante le terapie oncologiche

Perchè parlare di alimentazione durante le terapie oncologiche 5

Speciale alimentazione durante le terapie oncologiche 6

Ai pazienti vorrei dire che 7

Alimentarsi durante le terapie oncologiche. Mille dubbi e la paura di non stare bene 8

Tumore. Un nemico da combattere, prima di tutto con le terapie adeguate 10

I consigli alimentari di Fondazione Umberto Veronesi 14

L'alimentazione più corretta durante la terapia 16

Indicazioni alimentari in caso di particolari disagi 18

Subito in tavola! Le ricette di Marco Bianchi 20

Le risposte scientifiche alle domande di tutti 22

10 c0nsigli pratici per stare bene durante la terapia oncologica 28 Informarsi, approfondire, leggere 29

Fondazione Umberto Veronesi 30

Comitato scientifico: Giuliana Gargano Biologa Nutrizionista Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano Chiara Tonelli Professore Ordinario di Genetica Università degli Studi di Milano Elena Dogliotti Biologa Nutrizionista Supervisore Scientifico Fondazione Umberto Veronesi Oriella Venezia Biologa nutrizionista

I Quaderni redatti: Testi a cura di Antonella Gangeri con il supporto di Chiara Segré Supervisore Scientifico Fondazione Umberto Veronesi

Ricette di: Marco Bianchi Divulgatore Scientifico Fondazione Umberto Veronesi

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Perchè parlare di alimentazione durante le terapie oncologiche

• Perché la scienza ha scoperto che tanti alimenti sono sempre nostri preziosi alleati, qualsiasi sia il nostro stato di salute.

• Perché il cibo può aiutarci a miglio rare l’esito delle terapie, diminuire gli effetti collaterali e contribuire a fare prevenzione negli anni a seguire.

• Perché scegliere i cibi giusti prima, durante e dopo la terapia, migliora la qualità della vita e ci rende più forti.

• Perché ci sono alimenti che aiutano davvero a superare la nausea, l’inappe tenza e le difficoltà digestive, possibili effetti collaterali delle terapie.

• Perché l’alimentazione non è un fatto di "semplice sopravvivenza", ma com porta una dimensione sociale e psico logica che contribuisce al benessere generale della persona.

• Perché la cura di qualsiasi patologia deve essere programmata a tutto tondo, comprendendo quindi anche l’ali mentazione.

• Perché è il momento di ascoltare gli specialisti di alimentazione e seguire le loro indicazioni, frutto di tanti anni di ricerca medica e scientifica.

E adesso, buona lettura!

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Speciale alimentazione durante le terapie oncologiche

Perché è importante saperne di più. Affrontare una malattia oncologica e il suo percorso di cura è una sfida im pegnativa, durante la quale anche un gesto naturale ed essenziale come ali mentarsi può costituire un problema.

Quando si presenta un tumore, tutto l’organismo reagisce alla presenza del “corpo estraneo”. Questo può cambiare il nostro metabolismo e, di conse guenza, causare anche inappetenza e dimagrimento.

La perdita di peso e le difficoltà di nu trizione spesso possono rappresenta re una “malattia nella malattia”, che debilita un organismo già provato, rendendo più complesso il percorso di guarigione dal punto di vista fisico e psicologico.

Anche le terapie, soprattutto la che mioterapia, comportano effetti collaterali che rendono meno piacevole alimentarsi.

Infine, alcune tipologie di cura posso no alterare il sapore dei cibi, privando del gusto della buona tavola.

Il cibo non è solo una necessità biolo gica, ma anche un momento di condi visione con familiari e amici. Spesso la malattia porta alla rinuncia della convivialità a causa della sensazione di malessere provata durante l’assun zione di cibo.

Questo quaderno rappresenta una breve guida per provare a vivere l’atto di nutrirsi, per quanto possibile, con maggiore serenità, ma anche con la dovuta consapevolezza, per risolve re eventuali difficoltà che si potranno

incontrare durante le terapie e sapere quali cibi scegliere e quali accorgimen ti adottare per eliminare o attenuare eventuali disturbi. Superare un tumore oggi è possibile in molti casi grazie a cure mediche sem pre più efficaci; non dimentichiamo che l’alimentazione ha un ruolo impor tante nella nostra vita e quindi anche nella battaglia contro la malattia.

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Ai pazienti vorrei dire

Care Amiche, cari Amici quello che vi stiamo proponendo è un cambiamento della vostra alimentazio ne per sopportare meglio le terapie che dovrete affrontare o che vi sono già sta te somministrate.

Occupandomi di preparare le terapie nutrizionali per i pazienti oncologici, sono consapevole che quello che vi chiedo non è semplice: nutrirsi, mai come in questa delicata situazione, ri chiede un impegno ulteriore da parte vostra, che significa programmare la spesa e i pasti in modo diverso dal so lito e, tante volte, avere pazienza.

Si tratta di una fase transitoria della vita: anche il malessere, connesso alla cura del tumore, è destinato a esaurirsi con il tempo.

Le indicazioni che abbiamo preparato per voi sono state messe a punto da oncologi e nutrizionisti esperti in materia e sono attuabili facilmente.

Per questo invito anche voi a metterle in pratica e a parlarne con chi vi sostie ne nella malattia: mangiare nel modo giusto consentirà di reagire in modo più efficace alla malattia e ai trattamenti.

Certo, il cibo non è solo nutrimento: vi sono mille aspetti legati allo spessore emotivo, al significato dei gusti, dei ricordi e delle relazioni. Tutto questo oggi deve lasciare il passo ad aspetti più pratici, ma necessari, se non addi rittura vitali.

Ormai è prassi sempre più frequente associare la terapia farmacologica agli opportuni consigli nutrizionali, anzi,

questi ultimi dovrebbero essere forniti al momento della diagnosi e poi perso nalizzati prima della chemio o della ra dioterapia, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente.

Davanti a questa sfida, prendete la direzione più corretta, quella che indi cano gli esperti, anche se mangiare nel modo giusto può costare fatica. I suggerimenti che seguono propongono il ritorno a elementi base della dieta mediterranea, prediligendo la sempli cità: questo è il cambiamento a tavola che può aiutare tutti a stare bene. Sono certa che insieme possiamo fare molto.

Giuliana Gargano Biologa Nutrizionista Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

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Alimentarsi durante le terapie oncologiche. Mille dubbi e la paura di non stare bene

• Da quando sono in cura ho perso l’appetito, mangio poco e ho paura di dimagrire troppo. Forse è meglio che favorisca cibi come carni e formaggi…

• A causa delle cure oncologiche sono aumentata di molti chili. Che tipo di alimentazione è più opportuno seguire per tornare normo peso e allo stesso tempo non privare il mio corpo di risor se per combattere la malattia?

• Cosa posso mangiare quando ho la nausea?

• Sto seguendo cure molto pesanti,

che mi hanno fatto passare persino la voglia di cucinare. Mi spiace per la mia famiglia: cosa posso fare per ritrovare il piacere della tavola?

• Ho difficoltà a masticare e a degluti re, quindi posso preparare solo piatti di consistenza morbida, che non sono molto allettanti e appetitosi.

• Da quando sono in chemioterapia ho la bocca dolorante e soffro di gengivi ti. Cosa posso fare per alleviare questi sintomi?

• I cibi non hanno più lo stesso sapore: mi sembra di sentire sempre un gusto

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metallico molto fastidioso.

• Devo smettere di fare sport per non affaticarmi e non consumare energia?

• È vero che in terapia è meglio evitare alcuni cibi come le carni rosse e i lat ticini?

• Mi sento un po’ debole, faccio bene a prendere integratori vitaminici?

• È vero che gli omega-3 aiutano a com battere il tumore? Devo quindi mangiare molto pesce?

• Ogni tanto vorrei concedermi qualche golosità. Posso mangiare i dolci?

• Mi hanno parlato della nutrizione ar tificiale. Di cosa si tratta?

Oggi, di fronte a un paziente oncologi co, medici e nutrizionisti hanno trovato un punto di convergenza: la malattia, grazie ai grandi progressi della ricerca scientifica, si cura con sempre maggior successo.

È il momento, quindi, di pensare al be nessere generale del malato.

Dopo più di 50 anni di chemioterapia, dopo l’avvento di cure sempre più “a misura di paziente”, l’alimentazione ricopre il ruolo vitale e primario, tipi co dell’organismo in salute, anche nel caso d’insorgenza di una patologia im portante come quella oncologica.

Si tratta di un approccio innovativo ma, ormai, consolidato, in cui la terapia “allarga i propri confini” comprendendo anche le indicazioni alimentari, con l’obiettivo di difendere la qualità di vita del malato.

Una corretta alimentazione prima e

durante le terapie aiuterà il paziente a sopportare gli effetti negativi delle cure farmacologiche e a contrastare eventuali riprese della stessa malattia. Il cibo è l’ultimo dei pensieri di un ma lato oncologico, ma per i medici che lo hanno in cura è parte integrante della battaglia contro la malattia.

La scienza, quindi, non solo è in grado di rispondere ai tanti dubbi dei malati e dei loro familiari sul tema dell’alimen tazione, ma la considera una risorsa fondamentale per superare al meglio la malattia.

Da qui la nuova impostazione che pre vede che i consigli alimentari siano la prima forma di terapia che il malato riceve, spesso antecedente alla stessa terapia chirurgica, farmacologica e ra diologica.

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Tumore. Un nemico da combattere, prima di tutto con le terapie adeguate.

I medici e i ricercatori ormai non hanno dubbi: l’alimentazione è un’arma im portante nell’arsenale degli oncologi per aiutare a combattere la malattia tumorale. Tuttavia, è sempre bene ribadire come l’alimentazione sia com plementare e non sostitutiva delle terapie oncologiche “standard”, come talvolta si sente dire da fonti non sem pre affidabili e autorevoli in ambito scientifico.

Parliamo di chemioterapia.

Il termine “chemioterapia” nasce nel XX secolo per indicare l’uso di so stanze chimiche sintetiche utilizzate per distruggere gli agenti delle malat

tie infettive: la pratica si è ampliata comprendendo anche come “agenti invasori” dell’organismo le cellule tumorali, tanto che oggi, nel linguaggio comune, la parola chemioterapia è associata praticamente solo alla cura dei tumori.

La chemioterapia oncologica (questo è il modo più corretto e completo per definirla) si è sviluppata a partire da gli anni Cinquanta del Novecento, pri ma negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, dall’osservazione che alcune molecole chimiche erano in grado di uccidere le cellule in attiva crescita.

Dai primi studi clinici ad oggi, la chemioterapia oncologica ha compiuto molti passi in avanti e ha influenzato

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la vita di milioni di persone, garanten do la guarigione di un numero sempre più elevato di malati e, in generale, una migliore qualità di vita dopo una dia gnosi di tumore. Questo trattamento terapeutico ha lo scopo di distruggere le cellule tumorali.

Il meccanismo di azione della chemioterapia è semplice: impedire la divi sione delle cellule maligne e causarne la morte. La maggior parte dei farmaci chemioterapici colpisce i meccanismi alla base della moltiplicazione cellu lare, come la duplicazione del DNA: saranno le cellule che si dividono di più, come appunto quelle tumorali, a essere maggiormente danneggiate dal chemioterapico.

I farmaci chemioterapici entrano nel sangue e raggiungono le cellule malate ma, purtroppo, in molti casi non sono in grado di distinguere tra cellula tumo rale e cellula sana: ecco perché i che mioterapici spesso compromettono le normali funzioni di alcune cellule sane, in particolare quelle dei tessuti che si riproducono velocemente come la pel le, i bulbi piliferi, le mucose del cavo orale e del tratto gastro-intestinale, il midollo osseo.

Questa è la causa principale degli sgradevoli effetti collaterali associati alla chemioterapia, che possono comprendere perdita dei capelli, carenza di ferro nel sangue con conseguente anemia, nausea, vomito, diarrea, infiammazioni alla bocca e a tutto il tratto gastrointestinale, che rendono più complesso e doloroso nutrirsi. Tali effetti tendono a diminuire e sparire con il tempo, dopo la conclusione dei trattamenti.

La radioterapia

La radioterapia, detta anche terapia radiante, è un trattamento che sfrutta l’azione delle radiazioni ionizzanti sul le cellule, solitamente i raggi X, a sco po terapeutico anziché diagnostico.

Le radiazioni ionizzanti interagiscono con le molecole e con le strutture delle cellule, andando a interferire sempre con la replicazione cellulare ed è per questo che la radioterapia è maggiormente efficace nella fase di divisione della cellula, più frequente proprio nelle cellule tumorali.

Con le moderne apparecchiature, si riesce e indirizzare le radiazioni in maniera molto precisa per colpire e distruggere direttamente le cellule tu morali, cercando di risparmiare quelle sane.

Tuttavia, si possono ugualmente veri ficare alcuni effetti collaterali a danno dei tessuti sani adiacenti alla zona ir radiata.

Questi sono solitamente più contenuti rispetto ai chemioterapici e, nella mag gioranza dei casi, il danno è tempora neo ed è riparato dalle cellule stesse nel corso di pochi mesi dal termine del trattamento radiante.

I farmaci intelligenti: anticorpi monoclonali e “target therapy”

Si tratta di terapie farmacologiche, sviluppatesi negli ultimi vent’anni, che agiscono in maniera selettiva su alcuni processi cellulari legati allo sviluppo, alla crescita della cellula tumorale e alla formazione di metastasi.

Le terapie mirate tracciano la strada per una medicina personalizzata, in

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base alle caratteristiche molecolari del tumore. Sono quindi farmaci crea ti per distruggere alcuni tipi di cellule tumorali senza danneggiare in modo rilevante le cellule sane e, per questo, hanno maggiore selettività e minore tossicità rispetto a tutte le terapie utilizzabili, come la chemioterapia.

Un esempio è l’Imanitib (Glivec®) che colpisce l’enzima Abl ed è usato per trattare alcune forme di leucemia dove è presente una forma anomala e sem pre attiva dell’enzima, il cosidetto bcrabl.

Un altro esempio sono gli anticorpi monoclonali che, sfruttando proprio la naturale specificità degli anticorpi per un bersaglio, sono costruiti per colpi re solo le cellule tumorali ignorando quelle sane. Uno dei primi anticorpi monoclonali a essere sviluppati, nei primi anni Novanta, fu il Trastuzumab (Herceptin®), per il trattamento del tu more al seno positivo a Her-2.

Immunoterapia: la quarta strategia per affrontare i tumori

Nell'ultimo decennio la lotta al cancro si è arricchita di una nuova strategia terapeutica: l'immunoterapia. L'idea di fondo è quella di sfruttare il sistema immunitario affinché riconosca ed elimini le cellule cancerose. Grazie allo sviluppo degli immunoterapici oggi è possibile tenere sempre accesa la risposta immunitaria contro la malattia. Nel 2018 gli scienziati Allison e Honjo, considerati i padri dell'immunoterapia moderna avendo identificato i mecca nismi molecolari con cui il tumore spe gne la risposta immunitaria, sono stati

insigniti del premio Nobel. Oggi l'im munoterapia non rappresenta più una promessa, ma una strategia di cura dei tumori ampiamente consolidata. I tumori che più hanno beneficiato di questo approccio sono, al momento, il melanoma, il tumore del polmone e quello del rene. La ricerca prosegue e i vantaggi si stanno estendendo ad altre forme tumorali. Quando non è possibile guarire la ma lattia, l'immunoterapia può cronicizza re il cancro.

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La fatigue si combatte anche a tavola

La fatigue è una conseguenza diretta della patologia oncologica: si tratta di uno stato di affaticamento che colpisce una percen tuale molto elevata di pazienti durante la chemioterapia e/o la radioterapia. I sinto mi sono quelli tipici dell’astenia cronica: sensazione di estrema debolezza e stanchezza che rendono difficili le consuete attività, comprese quelle della cura stessa della persona.

Gli studi scientifici hanno dimostrato che la fatigue dipenderebbe per lo più dall’a nemia rilevabile in circa il 40% dei pazienti oncologici prima del trattamento e persino nell’80% durante le terapie. Curare l’ane-

mia è importante sia attraverso la sommi nistrazione di integratori di ferro, sia sce gliendo cibi che ne sono particolarmente ricchi, per aiutare il paziente a recuperare energia e buon umore. Oltre a essere presente negli alimenti proteici di origine animale (carne, pesce, uova), il ferro lo ritroviamo anche in molti alimenti di origine vegetale, tra cui i legumi (ceci, fave, fagioli, lenticchie), la soia e la frutta secca in guscio (mandorle, noci, pistacchi, etc.). In più è ormai provato che la vitamina C aumenta di circa il 30% l’assorbimento del ferro da fonti vegetali, come verdure o legumi.

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I consigli alimentari di Fondazione

Umberto Veronesi

I nutrizionisti ormai sanno che una modifica della dieta attuata ancor prima dell’inizio delle terapie e durante il trattamento può aiutare ad attenuare o risolvere vari disturbi che accompa gnano spesso l’assunzione di farmaci antitumorali.

Prepararsi alla terapia. Anche la nutrizione è importante!

Una corretta alimentazione è utilissima per aiutare l’organismo, in particolare l’intestino, a prepararsi alla chemiote rapia.

Per garantire il corretto funzionamento dell’intestino è bene:

• aumentare il consumo di fibre at traverso i cibi integrali;

• bere circa 1,5 litri di acqua al gior no, che possono diventare di più durante la stagione calda;

• integrare con fermenti lattici se si presentano gonfiori.

Alimenti consigliati

• I cereali integrali vanno masticati molto accuratamente per limitare il gonfiore addominale (contengono nel le fibre molecole ad azione antinfiam matoria).

• I legumi passati o in crema (meglio iniziare con le lenticchie) e, successi vamente anche interi, aiutano a tene re libero l’intestino e a nutrire la flora batterica. È bene iniziare con dosi mo

deste (20g secchi o 50g lessati) e arri vare a un massimo di 40g secchi o 80g lessati.

• Pesce, perché contiene acidi grassi omega-3 ad azione antinfiammatoria e immunostimolante; preferire sgombro, sardine, alici, quindi il pesce azzurro.

• Verdure di stagione.

• Pane di farina integrale o di segale o di grano duro, meglio se a lievitazione naturale.

• Cibi fermentati, per esempio yogurt bianco naturale.

Ecco un esempio di proposte per i pasti principali Colazione: porridge di avena con uvet ta sultanina, una bevanda vegetale senza zuccheri aggiunti e, una sola vol ta a settimana, latte. Muesli integrale senza zucchero, con frutta secca ed essiccata e tè non zuccherato. Oppure pane integrale con marmellate senza zuccheri aggiunti e frutta secca.

Pranzo: Minestra di verdura: riso o pa sta integrale o orzo o farro o altro cere ale integrale con verdure di stagione e legumi lessati. Contorno di verdure di stagione crude e cotte.

Cena: la verdura deve essere sempre presente anche come contorno e/o passato o vellutata. La porzione di ce

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reali può essere sostituita da una di pane e come scelta di fonte proteica l'ideale è il pesce, alternando con for maggio a minor contenuto di grasso, uova e in ultimo la carne, favorendo quella bianca.

Una nota sulla frutta. Due frutti al giorno.

Una dieta leggerissima (quasi digiuno) poco prima della chemioterapia, può proteggere le cellule sane?

Uno studioso italiano, Valter Longo, oggi Direttore dell’Istituto di Longevità alla Uni versity of Southern California di Los Ange les, ha ipotizzato, in base a studi in vitro e su topi, che un breve digiuno (24-48 ore prima e 24 ore dopo) durante la somministrazione di farmaci chemioterapici aiute rebbe a proteggere le cellule sane riducendo gli effetti della chemioterapia. Inoltre ipotizza anche un miglioramento di

alcuni effetti collaterali dovuti alla terapia come la nausea e l'astenia. Tuttavia gli studi sull'uomo sono tutt'oggi ancora scarsi ed è necessario approfondire ulteriormente la teoria. In mancanza di conferme sufficienti di validità di questa pratica dietetica, la sperimentazione sul paziente va attentamente valutata caso per caso e seguita da oncologo e nutrizio nista.

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L'alimentazione più corretta durante la terapia

Le indicazioni alimentari hanno lo sco po di aiutare a prevenire la nausea e a combattere gli effetti collaterali della terapia, rappresentati soprattutto da infiammazioni della mucosa (ad esempio, mucositi della bocca) e vomito. Prima di queste, ecco due suggerimenti generali che i medici e i nutrizionisti rac comandano a tutti i pazienti in terapia.

• Masticare molto bene e lentamente.

• Non preoccuparsi se dopo la terapia si avverte nausea e non si ha fame: l’appe tito tornerà nel giro di pochi giorni. Per un breve periodo è possibile diminuire le quantità degli alimenti introdotti.

Alimenti da preferire

• Cereali in chicco integrali ben cotti o pasta di semola di grano duro, meglio se integrale. Nel caso i farmaci provo chino un’intolleranza al glutine, è bene sostituire il grano, l’orzo, la segale, il farro con il riso integrale ben cotto e il miglio.

• Creme di legumi o legumi ben cotti, scegliendo quelli decorticati o utilizzan do il passaverdure.

• Pesce, meglio se azzurro, per l’elevato contenuto di grassi omega-3 ad azione anti-infiammatoria.

• Verdure di stagione.

• Pane di semola di grano duro.

Alimenti da limitare fortemente

• Carni rosse e carni lavorate (salumi, insaccati).

• Formaggi a elevato contenuto di gras si.

• Latte vaccino (in particolare nelle en teriti da radio e chemioterapia. Per gli altri casi da valutare con il proprio on cologo).

• Zuccheri e cibi a base di farine raffina te o altri amidi ad alto indice glicemico, quali patate e mais. Gli zuccheri sempli ci fanno alzare la glicemia e stimolano la produzione di insulina e di altri fattori di crescita che, a loro volta, costituiscono un fattore di rischio che “istruisce” le cellule tumorali a dividersi.

• Fibre di cereali, specie se indurite dalla cottura al forno (pane integrale e pizza, alimenti grezzi), perché possono produrre irritazioni meccaniche.

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Il progetto StuDIA: prevenire gli effetti collaterali della chemioterapia è possibile.

Il progetto StuDiA (Studio di dieta adiu vante per prevenire l’aumento di peso in chemioterapia attraverso modifiche della dieta) realizzato dal Dipartimento di S.c. Epidemiologia e prevenzione, Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si prefiggeva lo scopo di evitare l’aumento di peso tipico delle donne ope rate al seno e trattate con chemioterapia adiuvante, ovvero la terapia effettuata per distruggere eventuali residui di cellule ma late riducendo il rischio di ricaduta della malattia e aumentando la sopravvivenza, tenendo conto anche della loro qualità di

vita. Le 94 partecipanti hanno ricevuto le racco mandazioni di base sull’alimentazione e sul movimento. Ecco i risultati. Mediamente tutte le donne hanno mante nuto il peso iniziale, con una leggera ridu zione della massa grassa, specialmente a livello addominale. Soddisfatte del risulta to ottenuto, si sono rese disponibili a par tecipare a un altro progetto. Solo una paziente su 94 ha avuto proble matiche collaterali alla terapia, allungando il tempo tra un trattamento e l’altro.

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Indicazioni alimentari in caso di particolari disagi

Non sono ahimè infrequenti effetti collaterali sgradevoli e importanti nel corso delle terapie oncologiche: alte razioni del gusto, infiammazioni, forti nausee e vomito o problemi intestina li gravi (stipsi o diarrea) che possono rendere davvero complicato nutrirsi. Qui proponiamo alcuni accorgimenti che possono dare una mano a supera re i momenti di difficoltà legati al cibo durante le terapie.

Calo dell’appetito o alterazioni del gusto

Consumare acqua lontano dai pasti, bere poco a tavola e sostituire l’acqua con tisane ai semi di finocchio, di anice stellato o tè (meglio se verde). Può es sere indicato masticare bene e lenta mente il cibo per facilitare la digestio ne. Si può provare anche a utilizzare posate di plastica (anziché di metallo) e barattoli di vetro per conservare i cibi per ridurre la percezione del gusto metallico.

Infiammazione delle mucose

In caso di uno stato infiammatorio sia del cavo orale sia dell’intestino, sono da preferire: cereali integrali e legumi (lenticchie rosse e legumi interi) sotto forma di crema, riso integrale, verdura verde, pesce azzurro, frutta secca non salata, soia, olio extravergine di oliva. Vanno evitati invece carni rosse e conservate, uova, fritti, snack salati, pomodori crudi, formaggi grassi, dol

ciumi, cioccolato, pizza e farine raffina te, prodotti integrali cotti al forno, cibi speziati o duri, bevande zuccherate, bevande contenenti caffeina, agrumi, alcolici.

Diarrea

Se sopravviene questo disturbo è bene mangiare poco e spesso.

È consigliato bere lentamente acqua minerale naturale, tisane e tè deteinati (ad esempio il bancha) senza aggiunta di dolcificanti e mantenuti a tempera tura ambiente. Fra gli alimenti, sono da considerare quelli che contengono sodio e/o potassio, per esempio bana ne e albicocche, anche essicate, pata te, carote, zucca, pesce azzurro, carni bianche, yougurt naturale, anche di soia.

Stipsi

La stipsi può essere causata dai farmaci chemioterapici e antidolorifici o da in sufficiente attività fisica. In presenza di questa condizione, si consiglia di bere molto, preferibilmente lontano dai pasti, acqua e bevande quali tè, succhi di frutta, meglio se alla prugna. Un buon rimedio è rappresentato dall’acqua di cottura delle prugne e da una bevanda a base di mela e agar-agar, che si prepara in modo molto semplice: basta sciogliere in mezzo bicchiere di succo di mela non zuccherato un cucchiaio raso di agar-agar a scaglie; mettere sul fuoco fino al primo bollore, lasciare

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La salute in tavola

raffreddare e bere tutte le sere prima di andare a dormire. Abituarsi a una dieta ricca di fibre, cibi integrali con pane integrale a lievita zione naturale o con i semi di lino, riso integrale o altri cereali (sempre inte grali) accompagnati da verdure. I cibi andrebbero sempre masticati a lungo per favorire la digestione. È bene anche muoversi e fare attività fisica, anche moderata, quotidiana mente, perché il movimento mette in moto la peristalsi intestinale.

Nausea e vomito

Frazionare i pasti in 5-6 spuntini affinché lo stomaco non resti mai vuoto, masticare lentamente il cibo che deve essere a temperatura ambiente. Sce gliere soprattutto cibi salati e asciutti (ad esempio gallette di riso integrale già salate, aggiungendo olio extraver gine di oliva e/o patè di olive). Evitare fritti o cibi caratterizzati da un forte odore, cereali cotti al forno, cibi e bevande dolci (è noto che il dolce aumenta la sensazione di nausea) e proteine animali. Non assumere grandi quantità di liquidi durante i pasti: bere invece a piccoli sorsi una tisana di zen zero.

Il latte vaccino favorisce il tumore?

Della presunta relazione tra latte e tumori se ne sente parlare molto, soprattutto in rete e sui social media: ma la scienza cosa dice in merito?

Al momento non esistono evidenze scientifiche che indichino che un consumo di lat te nelle quantità previste quotidianamente da uno stile alimentare mediterraneo (1-2 porzioni da 125ml al giorno) sia associato ad un rischio aumentato di sviluppare un tumore nelle persone sane. Anzi, un recente studio svolto in Italia ha evidenziato che un consumo a queste porzioni è associato ad una maggiore longevità. E per quanto riguarda chi ha già avuto un tumore?

Il latte è una sostanza complessa ricca di composti bioattivi: contiene diverse classi di acidi grassi, sfingolipidi, caseina, protei ne del siero, sostanze ormonali ecc. È stato visto in studi sperimentali che alcune di queste componenti hanno un effetto protettivo ed altre hanno un effetto di aumento di rischio di sviluppare il cancro. Per questo motivo, mentre un consumo moderato come quello previsto dalla die ta mediterranea non è associato a nessun rischio oncologico neppure per le persone che hanno avuto esperienza di tumore, quantità maggiori, soprattutto di latte in tero, sono sconsigliate dai medici anche a causa dell’alto contenuto di grassi saturi.

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La zuppa d'orzo alla forchetta

Morbido, gustoso, ricco di proteine e fibre

- INGREDIENTI

• 320 g di orzo decorticato

• 240 g di lenticchie rosse decorticate

• 400 g di zucca mantovana

• 1 cucchiaino di curcuma

• 2 fette di pane di semola di grano duro secco

• 4 cucchiai di olio extravergine di oliva

Lessa l’orzo decorticato nel doppio del suo volume, in acqua leggermente salata, finché tutti i chicchi assorbiranno l’acqua.

Nel frattempo cuoci anche le lenticchie e la zucca in poca acqua e poi passale nel passaverdure.

Conserva l’acqua di cottura. Spadella l’orzo con la purea di len ticchie e zucca, aggiungi la curcuma, l’olio e qualche cucchiaio di acqua di cottura che hai tenuto da parte.

Servi con il pane di semola di grano duro tostato e sbriciolato grossolana mente (solo se non hai problemi alla bocca, altrimenti puoi sbriciolarlo in modo fine: darà molto sapore ugual mente!).

Terrina di salmone e zenzero

Omega-3 e zenzero anti-nausa

- INGREDIENTI

• 600 g di filetti di salmone non di allevamento (quindi pescato)

• 3 limoni (mi raccomando, non trattati!):

succo e scorza

• 2 cucchiai di salsa di soia

• 1 manciata di semi di sesamo

• 1 radice di zenzero fresca

• 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

Taglia il salmone in pezzetti della stes sa dimensione, quindi irrorali di succo e scorza di limone, olio e salsa di soia e succo di zenzero, ottenuto schiaccian do un pezzetto di radice fresca con uno schiaccia-aglio.

Mescola con cura affinché ogni pezzet to di salmone incontri questa miscela di profumi della salute.

Disponi il salmone nella terrina e co spargi di semi di sesamo, quindi infor na per circa 10 minuti a 170°.

Il salmone dovrà apparire roseo sia esternamente sia internamente. Se piace, puoi provare a grattugiare zenzero fresco poco prima di servire.

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Frittata (senza uova) con broccoli e scalogno

Saporito e energico

- INGREDIENTI

• 200 g di farina di ceci

• 400 ml di acqua tiepida

• 200 g di broccoli

• 1 scalogno

• 5 cucchiai di olio extravergine di oliva

• sale

• pepe

Con un frullatore a immersione o una fru sta da pasticceria o una forchetta, sbatti la farina di ceci con 2 cucchiai di olio e l’acqua calda finché non si formerà una pastella omogenea e liquida e lasciala riposare per circa 1 ora.

Nel frattempo lessa i broccoli tagliati a cimette e scolali al dente, croccanti (sa ranno pronti in meno di 7 minuti). Una volta scolati, salta i broccoli velocemente in padella con uno scalogno tagliato fine e un paio di cucchiai di olio.

Scalda bene una padella antiaderente, aggiungi poco olio, versa la pastella di farina di ceci e i broccoli con lo scalo gno, pepa leggermente e lascia cuocere a fiamma dolce circa 10 minuti per lato. Lascia riposare circa 20 minuti e poi ser vila.

Se non hai dimestichezza con padelle e frittate, puoi anche cuocerla in forno in una teglia rivestita con carta forno per cir ca 15 minuti a 180/200°.

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Le risposte scientifiche alle domande di tutti

Da quando sono in cura ho perso l’appetito, mangio poco e ho paura di dimagrire troppo.

Forse è meglio che favorisca cibi come carni e formaggi…

La perdita di peso è un fatto abbastanza comune nei malati oncologici (30-80% dei casi), e può avere molteplici cause. Le cure spesso rendono sgradevole un atto naturale come quello di nutrirsi: nausea, vomito, sensazioni fisiche al terate (caldo o freddo alle estremità) connesse alle terapie possono compli care la preparazione dei cibi. Lo stress psicologico dovuto alla malattia, lo scarso appetito, la diminuzione delle attività motorie, che invece lo attivereb

bero, l’alterazione del metabolismo e, in alcuni casi, la difficoltà di deglutire dovuta al fatto che l’organo colpito dal tumore fa parte dell’apparato digerente (bocca compresa), rappresentano altre comprensibili motivazioni che portano molti malati a una perdita di peso invo lontaria.

Per reagire alla malattia e alle cure nel miglior modo possibile, invece, è neces sario alimentarsi in modo corretto. Non è necessario consumare una grande quantità di cibi, invece: è meglio optare per i carboidrati complessi, utilizzando anche altri cereali oltre al frumento.

Le proteine non devono derivare neces sariamente dalla carne: meglio il pesce di piccola taglia, come quello azzurro;

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una scaglia di parmigiano o uno yogurt bianco naturale. Il condimento più nobi le è, come sempre, l’olio d’oliva extra vergine, da utilizzare in abbondanza, ma si possono anche inserire altri cibi ricchi in grassi “buoni”, ad esempio la frutta secca, i semi oleaginosi, il tahin (burro di sesamo). Attenzione ai dolci, gli zuccheri semplici forniscono energia ma non quella migliore, stimolano l’insulina che può aumentare l’infiamma zione. Un altro segreto per non perdere peso è considerare l’alimentazione non come una necessità per sopravvivere, ma come una vera e propria terapia per curarsi nel migliore dei modi: così, an che un sacrificio come quello di metter si a tavola senza appetito, può essere superato in vista di un obiettivo impor tante: la propria salute!

A causa delle cure oncologiche sono aumentata di molti chili. Che tipo di alimentazione è più opportuno seguire per tornare normo peso e allo stesso tempo non privare il mio corpo di risorse per combattere la malattia?

Pensare che l’aumento di peso sia sino nimo di buona salute è sbagliato. È fondamentale non ingrassare, non au mentare il giro vita, perché in presenza di grasso addominale in eccesso au menta l’insulino-resistenza e l’insulina in eccesso favorisce la produzione di sostanze che aiutano le cellule tumorali a crescere bene ed anche a creare un ambiente ricco di fattori infiammatori, che tanto piacciono ai tumori. Quindi, in caso di sovrappeso dovuto alle cure o alla fame nervosa, la prima regola è

diminuire le porzioni e praticare attività fisica regolare tutti i giorni, evitando gli alimenti molto calorici e preferendo gli alimenti indicati in questo quaderno. È bene seguire sempre le raccomanda zioni del Codice Europeo contro il Cancro, utili anche per prevenire possibili recidive:

1. fai in modo di mantenere il peso cor retto (normopeso).

2. Sii fisicamente attivo tutti i giorni. Li mita il tempo che trascorri seduto.

3. Segui una dieta sana: • mangia principalmente cereali inte grali, legumi, verdura e frutta; • limita i cibi ad alto contenuto calori co (cibi con alto contenuto di zuccheri e grassi) ed evita le bevande zucche rate; • evita la carne conservata; limita la carne rossa e i cibi ad alto contenuto di sale.

4. Se bevi alcolici, limitane l’assunzione o, ancora meglio, eliminali. Per la pre venzione del cancro non è consigliabile bere alcolici.

In aggiunta ai cibi vegetali si possono mangiare porzioni moderate di pesce, pollame, latticini a minor contenuto di grassi, carni magre. Si dovrebbero limi tare sempre i cibi ricchi in calorie, come dolciumi e snack.

Cosa posso mangiare quando ho la nausea?

Purtroppo la nausea è uno degli effetti collaterali più comuni tra i pazienti curati con la chemioterapia. Nei casi più complessi, l’oncologo provvede a prescrivere farmaci antiemetici o anti nausea. Ma è possibile prevenire quella sensazione, che impedisce spesso di mangiare un pasto completo, adottan

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do alcuni accorgimenti. Può essere di aiuto non lasciare mai lo stomaco completamente vuoto, mangiando piccole porzioni di cibi secchi (di consistenza non eccessivamente dura, per non in fiammare le pareti della bocca), come gallette di riso integrali, pane leggermente tostato, ad esempio, tra un pasto e l’altro.

Anche bere, con la nausea, può non es sere facile, ma idratarsi è necessario. È consigliabile bere a piccolissimi sorsi e spesso nell’arco della giornata.

Sto seguendo cure molto pesanti, che mi hanno fatto passare persino la voglia di cucinare. Mi spiace per la mia famiglia: cosa posso fare per ritrovare il piacere della tavola?

Non è facile vivere una vita normale quando si è sottoposti a terapie oncologiche che hanno effetti collaterali signi ficativi. Non è facile, ma non è impossibile: prima di tutto è bene condividere con il medico di riferimento la volontà di mantenere una buona qualità di vita per se stessi e per i propri cari.

Fa parte degli obiettivi dell’approccio terapeutico globale messo in atto da al cuni anni, che non si limita più alla sola cura del tumore, ma cerca di garantire al paziente una vita che si avvicina il più possibile a quella in salute.

Un esperimento è provare le ricette stesse contenute in questo quaderno, i cui ingredienti sono pensati per tutta la famiglia.

Condividere tutti insieme un nuovo regime dietetico è un modo semplice e facil mente attuabile per aiutare il malato ad accettare la malattia, sopportare meglio

le difficoltà connesse all’atto di nutrirsi, sentirsi sostenuti in ogni passo verso la guarigione.

Il piacere della tavola si ritrova vivendo la cucina e la tavola tutti insieme, valo rizzando i consigli degli esperti in ottica di gusto e sapore (ad esempio l’indi cazione di usare di più le erbe aroma tiche), trasformando gli svantaggi con nessi alle terapie in sperimentazioni ai fornelli.

Ho difficoltà a masticare e a deglutire, quindi posso preparare solo piatti di consistenza morbida che non sono molto allettanti e appetitosi.

Si tratta di alcune delle conseguenze più comuni della terapia, purtroppo. Le mucose sono tra gli organi più “provati” dai farmaci della chemioterapia.

I cibi morbidi possono essere arricchiti con nuovi sapori, privilegiando l’intro duzione di spezie, che hanno la capaci tà di rendere più profumata e gradevole al palato ogni portata. Scegli le erbe che ti piacciono di più, prova a condividere con la tua famiglia creme di legumi, vellutate a base di ce reali integrali, frullati (se ti è consentito il consumo di frutta), paté di verdure, crepes, frittelle, sformati, stracotti, uova strapazzate, gelatine, polenta: si tratta di categorie di cibi che sono comunque apprezzati da tutti.

Se ti piace, aggiungi altri aromi, come la salsa di soia, lo zenzero (se tollerato), la menta, ma evita le spezie piccanti, che possono aggravare eventuali irritazioni alle pareti della bocca. Ricordati sempre di limitare il sale e, in generale, i cibi salati. Tutto questo comunque passerà al

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Le collane

termine della terapia e sarà facile ritro vare tutto il piacere della buona tavola!

Da quando sono in chemioterapia ho la bocca dolorante e soffro di gengiviti. Cosa posso fare per alleviare questi sintomi?

Le mucose della bocca sono composte da cellule che sono naturalmente sog gette a usura, quindi nella nostra vita nascono continuamente nuove cellule che le sostituiscono. Queste, crescendo velocemente come quelle tumorali, sono tra le più colpite dai farmaci chemioterapici. È possibile avvertire maggiormente la sensazione del caldo e del freddo in bocca oppure di secchezza, aumenta la sensibilità dei denti, le pareti della bocca diventano più fragili.

Per questo gli esperti consigliano di trattare questo organo con molta cura: lavarsi i denti con uno spazzolino mor bido, evitare i cibi piccanti, quelli molto

acidi o particolarmente croccanti che possono graffiare le mucose, consuma re cibi non troppo caldi. Mai come in questo caso è vivamente sconsigliato fumare e bere bevande alcoliche. La fragilità della bocca sparirà al termine delle cure.

I cibi non hanno più lo stesso sapore: mi sembra di sentire sempre un gusto metallico molto fastidioso.

È vero: alcune tipologie di chemioterapia alterano la percezione del gusto e dell’odorato. I sapori dei cibi che abbiamo sempre amato possono apparire sgradevoli oppure amari; alcuni odori, come quelli della carne cotta, dell’aglio, della cipolla o del caffè possono causa re nausea.

Tutto questo è dovuto a molteplici cau se tra cui, in primis, la chemioterapia, ma anche la diminuzione di alcuni oli goelementi che regolano la percezione del gusto o la salivazione, che può es

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sere ridotta rispetto al solito. Per ovviare al sapore metallico in bocca che molti pazienti dichiarano di perce pire durante le terapie è possibile, ad esempio, sostituire le posate di metallo con quelle di plastica e utilizzare contenitori o recipienti di vetro per la cottura.

Devo smettere di fare sport per non affaticarmi e non consumare energia?

No! È stato dimostrato che l’attività mo toria, moderata e comunque monitorata dal medico che ha in cura il paziente, incrementa i livelli di energia, aiuta a mantenere i muscoli tonici, sollecita l’appetito, aumenta il buon umore. Ovviamente la pratica fisica dovrà es sere concordata con il proprio medico e non dovrà mai essere eccessiva, ma, se possibile, è bene non interromperla per non rinunciare al benessere fisico e psicologico che da sempre è associato allo sport.

In generale è consigliato camminare di buon passo, meglio se tutti i giorni, an dare in bicicletta (anche la cyclette da camera può mettere in moto i muscoli e le endorfine), nuotare lentamente, e praticare tutti gli esercizi di tonificazio ne e stretching seguendo un corso di pilates o di yoga.

Chi pratica sport può consumare mag giori quantità di carboidrati e mangiare più spesso: si raccomanda inoltre di non fare attività a stomaco vuoto!

È vero che in terapia è meglio

evitare alcuni cibi come le carni rosse e latticini?

La dieta mediterranea, uno stile alimen tare che in generale favorisce gli alimen ti vegetali rispetto a quelli animali, ri sulta preventiva anche per il suo effetto potenzialmente antinfiammatorio. A maggior ragione durante le terapie è consigliabile favorire gli alimenti vege tali. In qualsiasi caso è necessario chiedere consiglio al proprio specialista, che valuterà come sarà più opportuno personalizzare la dieta in base alle ne cessità.

Mi sento un po’ debole, faccio bene a prendere integratori vitaminici?

La debolezza è comune quando si assu mono farmaci che incidono sullo stato generale di salute come quelli chemio terapici. Accade persino che l’organi smo s’indebolisca a tal punto da incor rere nella sindrome patologica detta fatigue. La soluzione non sempre è rap presentata dagli integratori vitaminici. Prima di tutto è bene seguire una dieta variata, ricca di frutta e ortaggi, perché la prima fonte di vitamine e minerali è data dalla natura. Sarà il medico curante a comprendere, in base ai risultati delle analisi del paziente, se mancano nutrienti che, per causa di forza maggiore, non possono essere integrati con l’alimentazione. Attenzione poi che le vitamine, se assunte in grande quantità, sotto forma di integratori, possono favorire la crescita cellulare, quindi anche quella delle cel lule tumorali. Le terapie “fai da te” sono assolutamente sconsigliate!

È vero che gli omega-3

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aiutano a combattere il tumore? Devo quindi mangiare molto pesce?

Gli Omega-3 sono acidi grassi buoni che hanno molti pregi nella nostra die ta quotidiana, anche durante la terapia oncologica. Hanno potere anti-infiammatorio, aiutano a prevenire la perdita di peso e di appetito, ma non vi è oggi alcuna certezza che possano realmen te aiutare l’organismo a combattere il tumore, anche se alcuni studi hanno evidenziato che gli Omega-3 possono contrastare l’infiammazione legata alla presenza delle cellule tumorali limitan do l’espansione del cancro.

Consumare pesce anziché carne rossa è sempre un’ottima scelta, sia perché il pesce è più digeribile e ha una consi stenza più morbida e gradevole anche in caso d’infiammazioni delle mucose, sia perché si tratta di proteine animali con tanti pregi, in particolare se scegliamo il pesce azzurro. Per quanto riguar da invece i supplementi di questi acidi grassi, non è consigliabile assumerli senza un’indicazione medica, esattamente come qualsiasi altro integratore.

Ogni tanto vorrei concedermi qualche golosità. Posso mangiare i dolci?

Certo! Anche perché uno dei rischi che corrono i malati è perdere peso, ma non tutti i dessert possono essere consuma ti con leggerezza da chi sta seguendo una terapia antitumorale. Meglio evitare, infatti, gli zuccheri raffinati e preferire il dolce della frutta.

Ottimi i sorbetti e le creme fatte con fa rina di riso integrale e uvetta sultanina quando si ha difficoltà a masticare e deglutire. Attenzione al cioccolato, che

non è sempre consigliato e che alcuni pazienti trovano anche particolarmen te sgradevole perché amplifica il sapo re metallico; se lo si gradisce, meglio il fondente amaro. Ottimi i frullati e le spremute, che sono gli alimenti dolci più sani e naturali (quando è possibile consumarne). Inoltre attenzione alle cotture (tostature eccessive e fritture) e all'utilizzo esagerato di grassi. Il consiglio generale è comunque, sempre, quello di non eccedere: alcune terapie, infatti, inducono il sovrappeso, che di venta un problema in più, a volte legato anche alla prognosi.

Mi hanno parlato della

nutrizione artificiale.

Di cosa si tratta?

La nutrizione artificiale subentra solo nel caso in cui il paziente oncologico non sia in grado, per diversi motivi, di alimentarsi in modo consueto oppure non sia in grado di assorbire il cibo adeguatamente.

La nutrizione artificiale può essere di due tipi, enterale e parenterale: nel primo caso le sostanze nutritive sono introdotte nell’organismo direttamente nel tratto gastroenterico. Nel secondo caso, invece, sono immesse nel sangue tramite un catetere nella vena del paziente.

Solitamente si tratta di una soluzione di breve durata temporale, dai 15 ai 60 giorni, che ha comunque un forte impatto dal punto di vista psicologico: per superare anche questo è necessario pensare che l’alimentazione è parte in tegrante della terapia e avere pazienza!

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10 consigli pratici per stare bene durante la terapia oncologica

Mai, come in questo caso, le indicazioni personalizzate fornite dall’oncologo o dallo specialista che ha in carico il quadro clinico generale del paziente sono fondamentali per l’ef ficacia ottimale della cura e perché questa, senza ostacolare la sua benefica azione contro il tumore, incida il meno possibile sulla qualità di vita del malato.

Qui di seguito, quindi, alcuni consigli di alimentazione generali validi per molte persone in terapia oncologica, che il medico curante potrà valutare e/o modificare in base allo stato di salute del singolo paziente.

1. La nausea è un sintomo molto co mune, purtroppo: per contrastarla, mangia poco e spesso e mantieniti idratato bevendo acqua a piccoli sor si.

2. Non coricarti subito dopo mangia to: i processi digestivi in terapia, o a causa del tumore, possono essere più lenti.

3. Non smettere di muoverti: fai atti vità fisica e, se non riesci a praticare uno sport leggero, cammina!

4. Le mucose, quindi anche le pare ti della bocca e quelle dell’esofago, possono indebolirsi con le terapie: consuma cibi a temperatura ambiente o addirittura freddi, sarà una sen sazione piacevole!

5. Aggiungi sapori: la cucina cambia a causa delle terapie, quindi usa meno sale e più erbe aromatiche. Sono il segreto per piatti molto appetitosi.

6. Segui un’alimentazione di tipo me diterraneo: moderata, varia e com pleta, che favorisce gli alimenti vege tali rispetto a quelli animali.

7. Se non hai fame non preoccupar ti: l’appetito tornerà al termine delle cure. Se così non fosse, chiedi aiuto al tuo medico o consulta un nutrizionista esperto.

8. Accetta la temporanea avversione ad alcuni sapori e l’alterazione del senso del gusto. Accade a molti pa zienti: con il tempo passerà.

9. Se hai dubbi sulla tua alimenta zione, non avere paura di chiedere consiglio al tuo medico o al tuo nutri zionista. Non prendere farmaci o inte gratori se non ti sono stati prescritti.

10. Curare anche l’aspetto psicologi co durante le terapie è fondamentale, non esitare a chiedere un supporto specialistico, ti aiuterà a trovare le risorse per affrontare questo periodo nel modo migliore.

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Informarsi, approfondire, leggere

Il Codice Europeo contro il Cancro www.fondazioneveronesi.it/articoli/on cologia/codice-europeo-contro-il-can cro-2014

Vainio H, Bianchini F (2002) Weight control and physical activity. IARC Handbooks of cancer prevention Vol. 6. IARC, Lyon.

World Cancer Research Fund, American Institute for Cancer Research (2007)

Food, nutrition, physical activity and the prevention of cancer: a global perspective. AICR, Washington.

World Cancer Research Fund, American Institute for Cancer Research (2018) Re commendations and public health and policy implications. AICR, Washington.

Nutrition for the Person With Cancer During Treatment: A Guide for Patients and Families, American Cancer Society,

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Fondazione Umberto Veronesi

Nata nel 2003 su iniziativa del Professor Umberto Veronesi, Fondazione Umberto Veronesi si occupa di sostenere la ricerca scientifica di eccellenza attraverso l’ero gazione di finanziamenti a medici e ricercatori qualificati e meritevoli, negli ambiti dell’oncologia, della cardiologia e delle neuroscienze.

Al contempo, si impegna a promuovere campagne di prevenzione, di educazione alla salute e all’adozione di corretti stili di vita, affinché i risultati e le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti.

Le attività di Fondazione rinnovano ogni giorno la visione del suo fondatore Um berto Veronesi, un medico che ha dedica to la propria vita a sviluppare conoscenze scientifiche innovative per metterle al ser vizio del benessere dei propri pazienti e della società in cui viviamo.

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Scrivere il codice fiscale della Fondazione Umberto Veronesi 972 98 700 150 nella casella dedicata al "Finanziamento della Ricerca Scientifica e dell'Università" e apporre la firma.

• Lascito testamentario Per informazioni lasciti@fondazioneveronesi.it 02.76.01.81.87

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"La salute in tavola".

I consigli alimentari di Fondazione Umberto Veronesi Sono pubblicati e scaricabili dal sito www.fondazioneveronesi.it

I contenuti pubblicati sugli opuscoli della collana “La salute in tavola”, dove non diversamente ed esplicitamente in dicato, sono protetti dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941 e successive modifiche ed integrazioni, e non possono essere replicati su altri siti web, mailing list, newsletter, riviste cartacee e cd rom o altri supporti non indicati, senza la preventiva autorizzazione della Fondazione Umberto Veronesi, qualsiasi sia la finalità di utilizzo. L’autorizzazione va chiesta per iscritto via posta elettronica e si intende accettata soltanto a seguito di un esplicito assenso scritto. L’eventuale mancanza di risposta da parte della Fondazione Umberto Veronesi non va in nessun caso interpretata come tacita autorizzazione.

PROGETTO GRAFICO E ART DIRECTION Gloria Pedotti • Anno di stampa 2020
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