Alcuni personaggi famosi con epilessia

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Alcuni personaggi famosi con epilessia Una revisione critica di Mario Manfredi La diagnosi di epilessia si basa sulla storia clinica raccolta dal paziente e dai testimoni delle crisi, ed è confermata dall’EEG e dalla presenza di una condizione epilettogena, eventi irrealizzabili a posteriori. L’elenco dei personaggi famosi con epilessia è lunghissimo, ma non raramente frutto di conclusioni documentate1. Abbiamo cercato nei casi che presentiamo documenti inoppugnabili, e pur con i limiti di una indagine storica, per alcuni personaggi la suggestione è decisamente convincente. Per altri, le conclusioni restano dubbie o sono negative. Per ogni personaggio sono riportate le fonti consultate. 1

J.R. Hughes, “Did all those famous people really have epilepsy?”, Epilepsy & Behavior 6:115-139, 2005


Giulio Cesare (101-44 a.C.) • Nessuno ha raccolto l’anamnesi di Giulio Cesare, ma Svetonio 1 sembra sicuro che egli soffrisse di epilessia: “per due volte nell’esercizio delle sue funzioni fu colto dal morbo comiziale” (“Comitiali quoque morbo bis inter res agendas correptus est”). • Plutarco2 è stato più preciso, e ha scritto che Cesare ha avuto la prima crisi a Corduba, durante la guerra civile (nel 49 a.C., a 51 anni), e ha presentato un altro episodio a Tapso, durante la battaglia del 46 a.C., a 54 anni. Avvertì l’arrivo di questa crisi, e si ritirò dal campo di battaglia facendosi trasportare in un vicina torre. • Infine Appiano3 scrive che Cesare, l’anno che ha preceduto la congiura in cui fu ucciso, stava progettando una spedizione contro i Geti e i Parti anche a causa delle sue crisi, che lo coglievano quando era inattivo. • L’epilessia di Cesare è esordita in età adulta e sembra di natura focale (il preavviso); non mancavano, allora più che adesso, cause di lesioni cerebrali epilettogene. Non vi è motivo per coinvolgere le modalità di nascita, poiché parto “cesareo” deriva dal latino “caesus” (“tagliato”) e non da Giulio Cesare. C. Svetonius Tranquillus, “De vita Caesarum libri VII”, Liber I, Divus Julius, 45 2 Plutarco, “Vite Parallele”, 22, “Cesare”, 17, 2-4 e 53, 5) 3 Appiano Alessandrino, Delle Guerre civili, Libro II, 110 1

L’impero alla morte di Cesare


Saulo di Tarso (San Paolo, ca 10-68 d.C.) • La conversione di Saulo di Tarso sulla via di Damasco, trasmessa dagli Atti degli Apostoli1 è stata da molti fatta coincidere con una crisi epilettica (la luce improvvisa, la voce, la caduta). • Per un credente, l’occorrenza di una crisi non altera il significato religioso dell’evento. • Caravaggio (1571-1610) ha immaginato per le sue composizioni pittoriche che la caduta avvenisse da cavallo.

la tela di S. Maria del Popolo, a Roma

“E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti»”.

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Atti degli Apostoli, 9, 1-9 la tavola di Palazzo Marino, a Milano


Giovanna d’Arco (1412-1431) • Di origini semplici e molto devota, Giovanna iniziò a 13 anni ad udire “le voci”, fenomeni che molti hanno considerato di natura epilettica • gli eventi, brevi, improvvisi, frequenti (anche più volte la settimana), comparivano in veglia e nel sonno ed erano costituiti da rumori o più spesso voci con un contenuto, luci intense, immagini visive di santi; talora erano provocati dal suono delle campane • “le voci” la convinsero di essere stata scelta da Dio per liberare la Francia dalla dominazione inglese, nella guerra dei cent’anni • a 16 anni, indossando armi maschili, spronò l’esercito alla liberazione di Orleans e persuase il delfino a recarsi a Reims per essere incoronato re di Francia, come Carlo VII • catturata dai Burgundi, fu venduta agli Inglesi; accusata di eresia e stregoneria fu processata, condannata e messa al rogo il 30 maggio 1431. Riabilitata in un secondo processo nel 1456, fu canonizzata come santa nel 1920 • gli eventi furono riferiti con precisione da Giovanna nel processo del 1431; sono stati riconsiderati criticamente da d’Orsi e Tinuper 1, che ritengono possano indicare una epilessia genetica idiopatica con crisi uditive, forma di recente descrizione • d’Orsi e Tinuper hanno anche proposto di cercare il gene “epitempina LGI1” in tracce del DNA di Giovanna, forse presenti in lettere e sigilli da lei “contaminati”. 1

G. d’Orsi, P. Tinuper, “I heard voices…”, Epilepsy & Behavior 9:152-157, 2006

in un raffigurazione d’epoca

nel film di C.T. Dreyer (1928)


Carlo V (1500-1558) re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero • Un marcato prognatismo, tratto somatico dominante degli Asburgo consolidato dalle unioni consanguinee (il famoso “mento asburgico”), comprometteva l’allineamento dei denti e ostacolava la masticazione e la chiusura della bocca • era affetto da gotta, malattia ben documentata1 • soffriva di epilessia, riferita nelle relazioni degli ambasciatori di Venezia Gasparo Contarini e Federico Badoer (riportate da M. Mignet2), che menzionano due crisi di perdita di coscienza e caduta a 18 e 19 anni, durante il gioco della pelota e durante una messa a Saragozza • anche l’umanista Juan Gines de Sepulveda3 riferisce che “è guarito dalla epilessia” a 26 anni, dopo il matrimonio con Isabella di Portogallo (“comitiali morbo quo prius tentabatur liberatus est”) • una epilessia genetica si è sviluppata in molti suoi discendenti.

Il “mento asburgico”:

Tiziano è stato discreto…

Ordi J. et al, “The severe gout of Holy Roman Emperor Charles V”, N Eng J Med 335:516-20, 2006 2 M. Mignet, “Charles-Quint: son abdication, son séjour et sa mort aux monastère de Juste”, cap I, 20 (copia digitale in Ebook and Texts Archives, www.Archiv.org > European Libraries) 3 Juan de Sepulveda, “De rebus gestis Caroli V” (vol. II, lib. XXX, c. XXXV, p. 536, ca 1550), incluso in M. Mignet (v. sopra) 1

…Christoph Amberger severo


Czar Pietro il Grande (Pyotr Alexeyevich Romanov, 1672-1725) • Uomo di grande statura, fisica (era alto oltre due metri) e psicologica, è stato il fondatore della Russia moderna • ha creato la flotta (apprendendo in incognito nei cantieri olandesi come si costruisce una nave), adottato il calendario giuliano, semplificato l’alfabeto, riformato la organizzazione statale e sottomesso Chiesa e nobili allo stato, istituito le Accademie Navale e delle Scienze, fondato Pietroburgo, una delle più belle città del mondo, divenuta la sua capitale e vista come porta della Russia verso la cultura e la politica europea • a questa sua visione ha sacrificato senza esitazioni chi ostacolava sua strada: sono solo esempi la moglie chiusa in convento; il figlio Alexej (forse cospiratore, certo fautore della vecchia Russia) processato e condannato a una dura morte • a 21 anni soffrì di una malattia cerebrale, verosimilmente una encefalite1. Residuarono crisi motorie focali all’emifaccia sinistra, talora con “marcia” a tutto l’emilato e generalizzazione con perdita di coscienza; in più occasioni, una stato di male parziale, forse una epilessia parziale continua • viste da vari testimoni, fra cui la regina di Prussia, il primate d’Ungheria, lo scrittore Saint Simon, furono certo favorite dalla sua forte propensione all’alcol. 1

JR Hughes, “The seizures of Peter Alexeevich = Peter the Great, father of modern Russia”, Epilepsy & Behavior, 10:179-182, 2007

Pietroburgo, la Nevski Prospekt nel 1906


Arciduca Carlo d’Austria (1771-1847) capo dell’esercito imperiale austriaco • Carlo d’Austria, un Asburgo-Teschen del ramo Lorena, figlio di Leopoldo II (Granduca di Toscana e poi Imperatore del Sacro Romano Impero) e dell’infanta Maria Luisa di Spagna, è nato a Firenze quando suo padre era il Granduca di Toscana • Il 21 maggio 1809, a capo dell’esercito austriaco, ha sconfitto Napoleone a Aspern-Essing; è uno dei pochi generali assieme a Wellington ad essere riuscito in questa impresa; anche se pochi giorni dopo, il 6 giugno, è stato battuto a Wagram • ha riformato l’esercito austriaco e scritto trattati di strategia militare (il più noto è “Grunsaetze der strategie…” del 1814) • la sua epilessia, verosimilmente una forma genetica mioclonica giovanile, è iniziata a 8 anni, sotto forma di mioclonie e di episodi di assenza, ed era ancora attiva in età adulta, durante la sua vita militare, come ha testimoniato il medico di corte Ludwig Wolff1.

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Deutsches Epilepsiemuseum Kork www.epilepsiemuseum.de nella battaglia di Aspern


Lord George Gordon Byron (1788-1824) • Lord Byron, sommo protagonista del movimento romantico inglese, ha avuto una vita avventurosa ed una tormentata sessualità • ha affascinato e turbato gli animi per i suoi poemi e il suo impegno politico e sociale • si oppose all’avvento delle macchine tessili e sostenne le lotte operaie dei Luddisti, denunciò la spoliazione dei marmi del Partenone (ancora al British Museum), si gettò impetuosamente nelle lotte di indipendenza degli armeni e dei greci • mori a Missolungi, per una infezione acuta e una serie di salassi, mentre si apprestava con un gruppo di ribelli greci ad assaltare la fortezza di Lepanto, tenuta dai turchi • profondamente letterato, ha studiato le lingue dei popoli con i quali ha operato; ha tradotto in versi le sue battaglie, divenendo una icona del ribellismo artistico e ispirando molte opere letterarie e musicali • Byron era un bipolare, soggetto a tempeste emotive, anche per eventi minori quali assistere ad una recita dell’attore Edmund Kean a Londra o ascoltare una tragedia di Vittorio Alfieri a Bologna • numerosi i suoi attacchi, molti di natura psicogena. Ma pochi giorni prima di morire (e forse anche prima) presentò quasi certamente crisi epilettiche: “avverte una improvvisa debolezza a una gamba, si alza, incapace di camminare, cade in violente convulsioni, il volto contratto…dopo pochi minuti riprende i sensi e la parola” (la descrizione, di pochi anni dopo, è di John Galt 1, che ha avuto accesso a testimonianze dirette). 1

John Galt, “The life of Lord Byron”, 1830, cap. 46, pag. 149; <mask.rozet.ru/Literature>

Targa a Villa Saluzzo, quartiere Albaro, Genova


Papa Pio IX

(Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1792-1878) • Ultimo sovrano dello Stato Pontificio, dopo una iniziale apertura combatté, anche con i mercenari svizzeri, la riunificazione italiana, e dalla presa di Roma del 1870 fino alla morte si considerò prigioniero dello Stato Italiano (la “questione romana”) • soffriva di convulsioni (Inghirami, 1979) 1 che lo sorprendevano senza preavviso, a orari variabili; più volte osservate e descritte da un suo ospite, il viceprefetto francese di Senigallia, lo esentarono dal servizio militare (Passerini, 1877) 2, • non aveva timore a definire epilettiche le sue crisi, che per sua stessa dichiarazione erano esordite in età giovanile, allievo del collegio degli Scolopi a Volterra (Leoncini, 1855)3 • le crisi sopravvenivano anche durante il sonno: in un discorso tenuto nel 1877 egli stesso ebbe a ricordare che un servitore «teneva sempre aperta la porta della vicina stanza dov’ei dormiva per un certo incomodo che io soffriva» (De Franciscis, 1872)4. • l’epilessia gli dette non pochi problemi: fu una volta trovato a terra per strada (Castaldi, 1882)5; la sua ordinazione sacerdotale fu ritardata; nei primi anni di sacerdozio celebrava la messa in forma privata e con l’assistenza di un prete per paura del morbo (Passerini, 1877) 2 • le crisi si risolsero spontaneamente dopo i 27 anni; egli attribuiva ad un miracolo la sua guarigione, vaticinata Pio VII (Monti, 1928) 6 • è probabile si sia trattato di un epilessia generalizzata idiopatica legata all’età. L. Inghirami “Le crisi di Pio IX”, Volterra 18, n. 7, 1979 (dal quale sono tratte le altre citazioni) 2 C. Passerini, “Pio IX e il suo tempo”, Tesi, Tipografia SS Concezione, Firenze, 1877- 81 3 G. Leoncini, “La visita del Sommo Pontefice Pio IX a Volterra. Memorie dell’anno 1857”, Tipografia Sborgi, Volterra, 1885 4 P. De Franciscis, “Discorsi del Sommo Pontefice Pio IX”, Barbera, Roma 1872-78 5 B. Castaldi, “Pio IX e i suoi tempi”, Tipografia Sociale, Roma, 1882 6 A. Monti, “Pio IX nel Risorgimento italiano”, Laterza, Bari, 1928 1


Fjòdor Dostojevskij (1821-1881) (vedi anche Dostojevskij in “Epilessia: come un castigo degli dei divenne scienza”)

• Uno dei massimi narratori mondiali, soffriva di epilessia, rivisitata da molti studiosi (cito solo Penfield, Gastaut, Lugaresi, ecc.) e ritenuta originata dal lobo temporale (anche se Freud pensava fosse isteria…) • ha descritto le sue crisi nei romanzi. La più nota è quella del Principe Miskin ne “L’idiota”1: “improvvisamente gli si spalancò davanti come un abisso: una straordinaria luce interiore gli illuminò l’anima. Quella sensazione durò forse un mezzo secondo; nondimeno egli si ricordò in seguito con chiara consapevolezza il principio, la prima nota dell’urlo terribile che gli sfuggì dal petto… Poi la sua coscienza, in un attimo, si spense e subentrò una tenebra fitta”

• ed ecco come le crisi di Dostojevskij sono state descritte dal critico Nicholaj Strakhov2, che ha assistito ad una di esse nel 1836: “stavamo parlando…era molto emozionato..si è fermato a bocca aperta, come se cercasse le parole… improvvisamente ha emesso un grido senza senso ed è caduto a terra privo di sensi.. Le convulsioni erano diffuse…schiuma alla bocca…ha ripreso coscienza in mezz’ora… mi ha detto poi che all’inizio avvertiva una gioia inconcepibile…una completa armonia con se stesso…certe volte cadendo si escoriava…”

• come in una buona anamnesi, i resoconti del paziente e di un testimone coincidono. 1 2

“L’idiota”, Einaudi, 1955, pag. 246 Nikolai N. Strakhov, “Vospominaniia o Fedore Mikhailoviche Dostoevskom” (1883), riportato in Nathan Rosen, Dostoevsky Studies, www.utoronto.ca/tsq


Gustave Flaubert (1821-1880) • Grande narratore (“L’educazione sentimentale”, “Salammbo” “Bouvard et Pecuchet”), celebre soprattutto per “Madame Bovary”, ove nelle inquietudini di Emma, giovane moglie di un medico di provincia, sono espresse le frustrazioni della società borghese • ha sofferto di epilessia dall’età di 23 anni. Non ha descritto le sue crisi nei romanzi, ma ne ha parlato nelle lettere1 • le crisi iniziavano con un’aura visiva (“candele davanti agli occhi”, “fasci di capelli”, “fuochi di Bengala”) e si concludevano con perdita di coscienza e convulsioni. Dice in una lettera “un torrente di fiamme… sono caduto come colpito da apoplessia…mi hanno creduto morto per 10 minuti”; le allucinazioni colorate in movimento sono tipiche dell’aura epilettica più che dell’aura emicranica • la sua amica Louise Colet1, che ha osservato le crisi, descrive “un rantolo, schiuma alla bocca, contrazioni delle mani, perdita di coscienza per 10 minuti, vomito” • anche se Jean Paul Sartre pensava fossero crisi isteriche, Henri Gastaut, Yvette Gastaut2 e altri epilettologi hanno concluso trattarsi di una epilessia focale a partenza dalla regione occipito-temporale, forse sinistra a causa di un disturbo della parola prima della perdita di coscienza. “Gustave Flaubert Correspondance”, edita da J. Bruneau e Y.Leclerc, Gallimard, 1973 2 H. Gastaut, Y. Gastaut “La maladie de Gustave Flaubert”, Rev Neurol 138:467-492,1982 1


Alfred Nobel (1833-1986) • Nel sito ufficiale della Fondazione Nobel l’epilessia non viene menzionata fra le patologie di Nobel, che includevano cattiva digestione, cefalee, periodi dei depressione, dolori anginosi (per i quali assumeva nitroglicerina)1 e un ictus prima della sua morte • scrisse a 18 anni una poesia (“A Riddle”)2 nella quale menziona la madre che lo vegliava e le convulsioni “che lo portavano all’orlo del nulla” (“… convulsions followed, till I gasped upon the brink of nothingness”) • è possibile perciò che abbia sofferto di convulsioni infantili, ma l’immagine potrebbe essere una metafora delle angustie della sua infanzia. la nitroglicerina, un esplosivo e un farmaco per il cuore, scoperta dal chimico italiano Ascanio Sobrero, che Nobel aveva incontrato a Parigi, portò fama e soldi a Nobel, che trovò il metodo per renderla maneggevole facendola assorbire ad una particolare sabbia minerale (aveva inventato la dinamite) 2 Alfred Nobel, “A Riddle”, in Nobelprize.org/alfred nobel – the poet 1

candelotti di dinamite


Vincent van Gogh (1853-1890) • Molte rivisitazioni mediche, e conclusioni assai diverse (emicrania, vertigini, epilessia o solo follia) • Nelle sue lettere1 menzioni molto generiche: “questi attacchi torneranno…sono assolutamente disturbato (“absolument egaré”)… è ABOMINEVOLE … questa nuova crisi mi ha preso nei campi mentre dipingevo in una giornata di vento” (lettera 797 a suo fratello Theo, 22 agosto 1889); “all’improvviso mi prende il disturbo (“egarement”: lettera 833 a Theo, 31 dicembre 1989) • Gastaut2 ha ritenuto trattarsi di una epilessia di origine limbica, secondaria ad una sofferenza cerebrale alla nascita • i tratti di personalità (religiosità, circostanzialità, disegno convoluto ma nel suo caso geniale) concordano con questa interpretazione • restano dubbi: come molti artisti soffriva di una psicosi bipolare 3, con periodi di esaltazione, disturbi del comportamento e cambiamenti di fase rapidi e improvvisi • minacciò Gauguin con un rasoio, si tagliò un orecchio portandolo alla sua prostituta favorita; nelle settimane successive allucinazioni e deliri, fra ospedale psichiatrico e casa, sempre furiosamente geniale: basta vedere l’autoritratto con l’orecchio bendato e la pipa • tentò più volte il suicidio ingerendo liquidi tossici; infine si sparò nell’addome, e morì dopo due giorni. Van Gogh, The letters, vangoghletters.org H. Gastaut “La maladie de Vincent van Gogh”, Ann medico-Psychol 114:196-238, 1956 3 D. Blumer, “The illness of Vincent van Gogh”, Am J Psychiatry 159:519-525, 2002 1 2


Lenin (Vladimir Iljic Uljanov) (1870-1924) E’ morto all’età di 54 anni, dopo una serie di ictus di origine aterosclerotica, confermati dalla autopsia. Nelle fasi avanzate della sua malattia si è sviluppata una epilessia secondaria, che si è conclusa con un prolungato stato di male epilettico, che ha preceduto la sua morte. La sua storia medica è stata più volte analizzata, ed uno studio accurato è stato pubblicato nel 20041. 1

Lerner V., Finkelstein Y., Witztum E. “The enigma of Lenin's (1870–1924) malady”, Eur J Neurol 11:371-376, 2004

una famosa immagine di Lenin mentre arringa la folla a Pietrogrado, nel 1920


Hector Berlioz (1803-1869) e Theodore Roosevelt (1858-1919) due personaggi senza epilessia • L’accostamento fra un compositore francese e un presidente degli Stati Uniti, può apparire strano: ma ad ambedue è stata attribuita una epilessia che non avevano. Un accurato esame del web non evidenzia alcun elemento convincente (nella ricerca storica vanno riferiti anche i risultati negativi) • Hector Berlioz, autore della “Symphonie Fantastique” e raffinato orchestratore, riferisce nei “Memoirs” 1 episodi di dolore o disagio psichico (“je me couchai à terre, gémissant, étendant mes bras douloureux, arrachant convulsivement des poignées d’herbe... “) • e ancora: “les atteintes d’une cruelle maladie (morale, nerveuse, imaginaire, tout ce qu’on voudra), que j’appellerai le mal de l’isolement “ • poco prima della morte, a Monaco, due cadute accidentali, forse sincopi (riferite da Daniel Bernard nella prefazione della “Correspondance inédite”)2 • ho consultato il musicologo inglese D.Cairns 3, autore di due volumi su Berlioz, che non ritiene vi siano nella biografia di Berlioz tracce di epilessia • Theodore Roosevelt, presidente a 42 anni, eroe della guerra ispanoamericana ma premio Nobel per la pace come mediatore nella guerra russogiapponese, famoso per il suo credo politico “speak softly and carry a big stick”, non pare avere sofferto di patologie nervose • ho consultato due storici americani, HW Brands 4 e K Dalton5, autori di monografie su Roosevelt, ai quali non risultano evidenze di epilessia. Hector Berlioz, “Memoirs”, 1865, Cap. 40 Hector Berlioz, “Correspondance inédite”, www.ProjectGutenberg, 2009 3 David Cairns, “The Making of an Artist”, 2000; “Servitude and Greatness”, 2000 4 Henry William Brands, “The last romantic”1997 5 Kathleen Dalton, “A strenuous life”, 2004

Berlioz

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Roosevelt


fine


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