Mensile, 5,70 euro, Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano
ANNO XII - NUMERO 111 - MAGGIO 2005
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Massimo Sestini I FUNERALI DEL PAPA
Centoundici GLI ANNI CHE VERRANNO
ARCHIVIO FERRANIA TRA FOTOGRAFIA E CINEMA
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PERCEZIONE Quando aprivo gli occhi, venivano investiti dai raggi elettromagnetici che chiamiamo luce. Interpretavano i colori in un certo modo, ma non avevo mai la certezza che fosse lo stesso delle altre persone. Il colore che io chiamavo rosso e percepivo caldo e pulsante poteva essere visto in maniera diversa da altri. Ci eravamo messi d’accordo e avevamo imparato denominazioni comuni, ma forse la nostra percezione era comunque del tutto individuale. Non lo sapremo mai. Liza Marklund (da Delitto a Stoccolma) ABSOLUT CINEMA. Continua incessante la serie di soggetti Absolut, che in Italia si manifestano soltanto in cartoline promozionali a distribuzione gratuita presso identificati locali pubblici delle grandi città. Come abbiamo notato in altre occasioni (soprattutto in FOTOgraphia del dicembre 1997), la combinazione tra l’headline di richiamo e la bottiglia di vodka è spesso colta, e si basa su rimandi che presuppongono altre conoscenze: appunto con la rievocazione sollecitata. Tre soggetti recenti riguardano il cinema. Tra questi, Absolut Premiere. è sostanzialmente diretto, in quanto visualizza la pellicola cinematografica 35mm con i propri fotogrammi 18x24mm. Quindi, Absolut Psycho. e Absolut Potemkin. si rifanno a due celebri film-culto, appunto Psyco (in Italia) di Alfred Hitchcock (Usa, 1960) e La corazzata Potëmkin di Sergej M. Ejzenstejn (Urss, 1926), rispettivamente richiamati dalla celebre tenda-doccia del delitto originario e dalla precipitosa discesa/fuga dalla scalinata (quella mitica della carrozzina richiamata in numerosi altri film: da Fantozzi agli Intoccabili). In entrambi i casi, si intravede o intuisce la sagoma della bottiglia Absolut.
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Fotografia è fotografia. È emozione. È comunicazione.
COPERTINA Una fotografia di scena dalla monografia Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia rievoca climi e atmosfere di grandi suggestioni, cui la fotografia (qui in dipendenza dal cinema) dà il proprio contributo visivo [particolare; a pagina 41, l’inquadratura orizzontale completa]. A parte la presentazione del volume (da pagina 41), questa considerazione fa parte di quell’ampio contenitore di pensiero che oggi sottolineiamo a partire dalla riflessione sui recenti undici anni, in proiezione futuribile. Ribadiamo: soprattutto, la parola all’immagine 3 FUMETTO Dettaglio da una vignetta di Flash story, avventura di Mary Perkins con contorno fotografico (di Leonard Starr); I libri di Linus/6, luglio 1971 35
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7 EDITORIALE Fotografia è fotografia. È emozione. È comunicazione. Bisogna assolutamente prendere atto dei nuovi equilibri e della nuova realtà del mondo fotografico, senza lasciarsi condizionare dalle mediazioni tecniche, necessarie ma non sufficienti (a definire nulla). Grazie a nuove tecnologie, oggigiorno la fotografia è autenticamente a disposizione di ognuno, senza soluzione di continuità: liberi tutti. Può essere. È fotografia. È emozione. È comunicazione 8 I PIÙ ALTI MERITI Premi TIPA 2005: le migliori attrezzature dell’anno. Ovvero, le attrezzature fotografiche che si sono distinte nell’ambito delle consistenti trenta categorie nelle quali la selettiva e autorevole giuria europea ha scomposto l’attuale mercato fotografico internazionale. Confermiamo: «Quando il marchio dei TIPA Awards appare in una pubblicità, un pieghevole o sulla confezione di un prodotto si può essere certi che è stato meritato. I premi TIPA sono un motivo di orgoglio per chi li attribuisce e per coloro che li ricevono» 14 NOTIZIE Attrezzature, vicende e altre segnalazioni
18 A PARLARE DI FOTOGRAFIA
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Il programma espositivo di Corigliano Calabro Fotografia 2005, con contorno di incontri, tavola rotonda e workshop, conferma un’attenzione per l’immagine d’autore. L’evento centrale è affidato alla straordinaria capacità interpretativa di Gabriele Basilico
. MAGGIO 2005
RRIFLESSIONI IFLESSIONI,, OSSERVAZIONI OSSERVAZIONI EE COMMENTI COMMENTI SULLA SULLA FFOTOGRAFIA OTOGRAFIA
20 POESIA E SURREALTÀ
Anno XII - numero 111 - 5,70 euro
In mostra a Padova una avvincente selezione fotografica di uno dei maestri contemporanei: La Parigi di Edouard Boubat riconcilia con un concreto discorso di immagine
DIRETTORE
IMPAGINAZIONE Gianluca Gigante
23 VALORIZZAZIONE FOTOGRAFICA A Bibbiena, in provincia di Arezzo, nasce il Centro Italiano della Fotografia d’Autore, attraverso il quale la Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) promuove e tutela il proprio vasto patrimonio iconografico
RESPONSABILE
Maurizio Rebuzzini
REDAZIONE Alessandra Alpegiani Angelo Galantini
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FOTOGRAFIE Rouge
SEGRETERIA
26 GLI ANNI CHE VERRANNO
Maddalena Fasoli
Centoundici numeri di FOTOgraphia, dal maggio 1994. Non conta quanto e cosa è cambiato nella fotografia; invece, bisogna ragionare su quanto e cosa sta ancora per cambiare, alla luce, appunto, di dieci/undici anni che hanno letteralmente sconvolto il mondo fotografico di Maurizio Rebuzzini
Antonio Bordoni Sara Del Fante Ernesto Fantozzi Maurizio Galimberti Lello Piazza Franco Sergio Rebosio Ciro Rebuzzini Filippo Rebuzzini Massimo Sestini Antonella Simoni Zebra for You
HANNO
34 SERVIZIO DI POLIZIA Per ovvi motivi, in occasione dei funerali di papa Woityla lo spazio aereo di Roma è stato interdetto al volo privato. Massimo Sestini ha realizzato un fotoreportage esclusivo per la Polizia di Stato, distribuito gratuitamente alla stampa internazionale di Lello Piazza
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COLLABORATO
Redazione, Amministrazione, Abbonamenti: Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano; 02-66713604, fax 02-66981643; graphia@tin.it. ● FOTOgraphia è venduta in abbonamento. ● FOTOgraphia è una pubblicazione mensile di Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano. Registrazione del Tribunale di Milano numero 174 del Primo aprile 1994. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano.
41 UN PATRIMONIO DI TUTTI Con immagini e parole, la monografia Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia racconta una vicenda fondamentale del percorso fotografico italiano
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48 LA STORIA È OGGI Intenso reportage di Ernesto Fantozzi. Con vigore, potenza e qualità si racconta una vicenda contemporanea che altrimenti si perderebbe nel suo solo svolgimento di Alessandra Alpegiani
53 TELEFONINOTEMPOEMOZIONE
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Con il Nokia 6681, Maurizio Galimberti ha fissato attimi di vita quotidiana, osservati con intento d’autore di Angelo Galantini
La reflex digitale Nikon D50 interpreta un modo particolare di pensare e vivere i tempi e gli spazi in fotografia di Antonio Bordoni
Appuntamenti del mondo della fotografia
● Nessuna maggiorazione è applicata per i numeri arretrati. ● È consentita la riproduzione di testi e fotografie, magari citando la fonte (ma non è indispensabile, né obbligatorio farlo). ● Manoscritti e fotografie non richiesti non saranno restituiti; l’Editore non è responsabile di eventuali danneggiamenti o smarrimenti. Fotocomposizione DTP e selezioni litografiche: Rouge, Milano Stampa: Arti Grafiche Salea, Milano
58 TECNOLOGIA CREATIVA
60 AGENDA
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Attrezzature e materiali per la fotografia digitale e professionale via Stradivari 4 (piazza Argentina 4), 20124 MILANO Tel. (02) 29405119 - Fax (02) 29406704 LunedĂŹ: 15,00-19,30 MartedĂŹ - Sabato: 9,00-12,30 - 15,00-19,30
otografia è fotografia. È emozione. È comunicazione. Non ci debbono essere distinguo, ma intelligenze e propositi. Come annotiamo in questo stesso numero, mai prima di oggi la Fotografia è stata tanto libera di esprimersi, concedendo a ciascuno la possibilità di farlo secondo proprie facoltà e capacità espressive. Da una parte c’è l’evoluzione del linguaggio fotografico, maturata lungo un tragitto dalla cadenza nota: da Niépce e Daguerre fino ai nostri giorni con consecuzioni riconosciute. Dall’altra, registriamo inserimenti un tempo insospettabili, comunque sia rivolti all’immagine, pur non dipendendo dalla sua storia evolutiva. Per quanto la tecnologia applicata abbia influenzato il linguaggio, non possiamo sottovalutare come la socialità della vita abbia, a propria volta, sollecitato la ricerca tecnologica. Ora, il panorama parrebbe compromesso dallo sconvolgimento di tecnologie in una certa misura devastanti. Per quanto questo sia vero da alcuni punti di vista mirati, a partire da quelli di un commercio dai connotati visibilmente alterati, non lo è più se concentriamo le considerazioni sul risultato finale, appunto sull’immagine. Tutto sommato, l’epoca attuale manifesta una sorta di “liberi tutti”, con quanto ne consegue: importa meno come si realizzano le visioni fotografiche (seppure conti anche questo), e la riflessione si sposta sul perché. Indipendentemente dalle consecuzioni che hanno mortificato le cifre e la redditività commerciale del mondo fotografico, che deve rivedere molte delle sue antiche posizioni per adeguarsi alla nuova condizione (imposta), non possiamo ignorare quanto il processo di sistematico allargamento comporti una autentica “democrazia” e “popolarità” del gesto fotografico. In una misura che un tempo era inimmaginabile, la possibilità di riprendere fotografie è oggi autenticamente “di tutti”, nessuno escluso. Ora, le considerazioni scartano a lato. Le forme espressive possono attingere a mediazioni tecniche senza soluzione di continuità: a ciascuno, la propria. In ambito privato, sottolineiamo come le forme della nuova fotografia (compatte digitali e telefonino) abbiano liberato addirittura il “gesto”, non più espressamente “fotografico”. Invece del mirino portato all’altezza dell’occhio, basta un’osservazione distaccata e a distanza di un monitor. Lo abbiamo visto nei giorni del papa, durante i quali sono state scattate tante fotografie che un tempo non sarebbero state possibili. Tra gli esempi leciti, ne sottolineiamo uno significativo, passato a un telegiornale. Dopo l’elezione, il nuovo papa si è recato nell’ufficio del suo precedente incarico in Vaticano per salutare i collaboratori. Nell’emozione degli istanti, un sacerdote, che ha frequentato per lungo tempo il cardinale Joseph Ratzinger, e dunque lo conosceva bene, ha scattato una fotografia con una compatta digitale tenuta bassa. Siamo convinti che non sarebbe successo se l’apparecchio avesse dovuto essere portato all’occhio. Una volta ancora, socialità conseguenti e indotte. Comunque, fotografia. Maurizio Rebuzzini
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Quella di Maurizio Galimberti, presentata in anteprima alla milanese Fabbrica Eos, è una raccolta di immagini da telefonino (Nokia) realizzata con intenzioni creative. Ne riferiamo da pagina 53, e qui sottolineiamo ancora che si tratta di un’autentica consacrazione d’autore di una fenomenologia espressiva e sociale che appartiene alla nostra attuale realtà.
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I PIÙ ALTI MERITI
Scorrendo il consistente elenco di premi attribuiti dall’autorevole associazione europea di categoria TIPA (Technical Image Press Association; riquadro a pagina 12), balza evidente all’occhio un primo, immediato, valore oggettivo: nel corso del tempo, nello scorrere degli anni e, soprattutto, nella rapida trasformazione indotta dall’attuale applicazione tecnologica (che richiamiamo, ap-
profondendone i concetti, su questo stesso numero, da pagina 26), i riferimenti della creazione e gestione di immagini si sono clamorosamente moltiplicati. Per la propria sessione 2005, TIPA ha assegnato la bellezza di trenta attestati, in minuziosa scomposizione tecnica, oggigiorno certamente inevitabile. Già l’anno scorso, per l’edizione 2004 dei prestigiosi TIPA Awards
Reflex digitale entry level
nePix S3 Pro rappresenta una scelta molto competitiva per la fotografia in studio, il paesaggio e lo still life [FOTO graphia, aprile 2005].
Canon Eos 350D
Con il proprio sensore CMOS da 8,2 Megapixel e il processore Digic II, la Canon Eos 350D rappresenta l’apparecchio reflex digitale più compatto e avanzato della categoria, offerto a un prezzo molto attraente. Di facile impiego, dispone comunque di tutti i più recenti perfezionamenti già proposti sui modelli di alta gamma. La si può usare in modo completamente automatico o, alternativamente e a scelta, personalizzandola a piacere in relazione ai propri intendimenti fotografici. Inoltre, la 350D accede al grande sistema di obiettivi Canon EF e EF-S [FOTOgraphia, marzo 2005].
(FOTOgraphia, giugno 2004), il mercato fotografico venne minuziosamente osservato attraverso la selettiva lente di ventisei categorie. Nel continuo gioco di entrate e uscite, quest’anno si è saliti a trenta, andando a scomporre secondo dovere e necessità quelle merceologie che meritano attenzioni, diciamo così, cadenzate. Infatti, per quanto in tempi precedenti, nep-
Reflex digitale professionale
Canon Eos-1Ds Mark II
corpora un nuovo sensore Super CCD SR da 12,34 milioni di pixel (6,17 milioni di pixel S e 6,17 milioni di pixel R). Questa tecnologia proprietaria permette a Fujifilm di ottenere una gamma dinamica senza eguali e, in particolare, una resa molto dettagliata nelle alte luci. A metà del prezzo di un modello professionale, la Fi-
Vero evento del 2005, la Eos-1Ds Mark II ha permesso alla fotografia digitale di stabilire un nuovo punto di riferimento qualitativo nel raggiungere una dimensione di immagine di 16,7 Megapixel! In questo modo è possibile ottenere invidiabili gigantografie di 60x90cm, nello stesso tempo in cui i professionisti possono anche reinquadrare l’acquisizione originaria senza perdita di qualità effetti-
va. Inoltre, il sensore CMOS utilizzato è un “autentico” 24x36mm pieno formato, ciò che permette di conservare il rapporto coerente con la lunghezza focale degli obiettivi, un autentico vantaggio soprattutto con l’inquadratura grandangolare. Terzo punto forte: un’eccellente resta dei dettagli anche in alta sensibilità, almeno fino a 800 Iso. Ultra compatta digitale
Sony Cyber-Shot T7
La Sony Cyber-Shot T7 rappresenta una pietra miliare nella progettazione. Nonostante le piccole dimensioni, la compatta incorpora molte caratteristiche versatili, come lo zoom ottico 3x Carl Zeiss Vario-Tessar. Un’altra importante particolarità è rappresentata dal pannello Clear Photo LCD antiriflesso, che migliora la qualità di visione, impedendo ai riflessi di interferire con l’immagine che appare sul display. Per la combinazione di un progetto innovativo e di caratteristiche tecniche rilevanti, la giuria TIPA ha premiato la Sony Cyber-Shot T7 con il Best Digital Ultra Compact Camera 2005 Award. Compatta digitale
Nikon Coolpix 7900 Reflex digitale di fascia media
Fujifilm FinePix S3 Pro
Questa terza incursione di Fujifilm nella riserva delle reflex digitali è certamente la più riuscita. In effetti, nel mantenere l’innesto a baionetta Nikon F e un corpo macchina ereditato dalla Nikon F80, la Fuji FinePix S3 Pro in-
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La Nikon Coolpix 7900 incorpora diverse nuove caratteristiche che hanno meritato il TIPA Best Digital Compact Camera 2005 Award. Per esempio, la funzione compensazione D-Lighting aggiunge luce e dettaglio alle aree più scure dell’immagine, mantenendo inalterate quelle più illuminate. La funzione incorpora-
pure tanto lontani, ma ancora qui dietro l’angolo, molti confini merceologici erano chiari, palesi e inequivocabili, le attuali infinite sfumature impongono altre metodologie, altri ritmi, altre attenzioni. Nello specifico, due sono i casi più evidenti, da prendere e considerare a esempio di se stessi e della propria possibile proiezione sul macrocosmo dell’intera, attuale realtà di mercato. In ambito di acquisizione digitale di immagini, l’accreditata e stimata giuria TIPA ha vivisezionato, diciamola così, la costruzione reflex degli apparecchi e la categoria delle compatte: sia per le reflex sia per
le compatte, la sola definizione originaria e generale va ormai stretta alla vastità ed eterogeneità dell’offerta tecnica e commerciale. Vasta ed eterogenea, va appuntato, non solo in termini quantitativi, che sarebbero fatti di non competenza TIPA, ma soprattutto per princìpi qualitativi discriminanti, che richiedono una adeguata presa di posizione.
APPARECCHI DIGITALI Ecco che le reflex digitali sono state scomposte in tre categorie autonome, tanto quanto sono autonome e non confrontabili le rispettive caratteristiche tecniche e di uso (pur
Obiettivo
Tamron AF 18-200mm f/3,5-6,3 XR Di-II Aspherical (IF) Macro
ta per la riduzione degli occhi rossi scopre automaticamente e corregge lo sgradevole effetto nelle acquisizioni con il flash diretto. Però, la funzione più innovativa è la priorità AF sul viso, che individua automaticamente la presenza di un volto umano nell’inquadratura e regola di conseguenza la messa a fuoco [su questo numero, a pagina 14]. Compatta digitale superzoom
Panasonic Lumix DMC–FZ20
La Panasonic Lumix DMC-FZ20 incorpora un impressionante obiettivo zoom 12x (equivalente all’escursione 36432mm della tradizionale fotografia 24x36mm), con un’apertura massima f/2,8 su tutte le focali. La combinazione di tre lenti asferiche e una ED produce una resa ottica di alta qualità, mantenendo la compattezza. Grazie, poi, all’efficacia del sistema di stabilizzazione ottica, l’intera gamma delle focali può essere utilizzata anche in riprese/acquisizioni a mano libera. Tutto questo fa di questa compatta un grande strumento fotografico, tale da meritare il TIPA Best Digital Superzoom Camera 2005 Award.
Al fotografo che utilizza una reflex ad acquisizione digitale di immagini con sensore formato APS-C, con una straordinaria compattezza lo zoom Tamron AF 18-200mm f/3,5-6,3 XR Di-II Aspherical (IF) Macro garantisce tutta la versatilità di un autentico obiettivo grandangolare fino all’avvicinamento super tele. L’obiettivo adotta uno schema ottico completamente nuovo e utilizza lenti in vetro XR (Extra Refractive Index), per correggere la resa ottica lungo tutta la gamma di focali disponibili. Il nuovo schema ha portato alla riduzione delle aberrazioni e fa di questo zoom il vincitore del TIPA Best Consumer Lens 2005 Award [FOTOgraphia, marzo 2005].
Quando il marchio dei TIPA Awards appare in una pubblicità, un pieghevole o sulla confezione di un prodotto si può essere certi che è stato meritato. I premi TIPA sono un motivo di orgoglio per chi li attribuisce e per coloro che li ricevono.
comprese nel generico contenitore “reflex”): entry level ha preso in considerazione le reflex digitali di più bassa fascia commerciale, vendute a prezzi adeguatamente contenuti; a seguire, si incontra una fascia media, cui corrispondono prestazioni in crescita; per concludere con i termini specifici e inviolabili delle reflex digitali professionali, che meritano ed esigono attenzione propria.
Obiettivo professionale
AF-S VR Nikkor 200mm f/2G IF-ED
Senza alcun dubbio, questo nuovo teleobiettivo ultraluminoso ben rappresenta il non plus ultra dell’attuale tecnologia in materia ottica. Le sue tredici lenti in nove gruppi procurano una nitidezza rimarchevole già dalla piena apertura, con una resa eccezionale attorno al diaframma f/5,6. Dotato di motore autofocus interno a ultrasuoni
che di una macchina fotografica tradizionale. A questo si deve aggiungere il gusto di poterla utilizzare come un autentico strumento di precisione. La Epson R-D1 è la (TIPA 2005) Prestige Camera che agli utilizzatori del Ventunesimo secolo dà modo di impiegare i famosi obiettivi Leica della migliore tradizione fotografica [FOTO graphia, maggio e novembre 2004]. Dorso digitale
(AF-S) e di un sistema ottico di stabilizzazione (VR), permette di scattare velocemente, con sicurezza e precisione. Su una reflex digitale Nikon la sua focale è equivalente a quella di un 300mm f/2 della tradizionale fotografia 24x36mm, ideale quando il sole non si è presentato all’appuntamento. Apparecchio di prestigio
Epson R-D1
La Epson R-D1 è la prima digitale a telemetro al mondo (e anche l’unica). Si tratta di un apparecchio allo stato dell’arte, che offre prestazioni e qualità di immagine fuori dall’ordinario, ma che propone ai veri appassionati la riscoperta di sensazioni e delle linee classi-
Sinarback eMotion 22 Il nuovo Sinarback soddisfa le esigenze di molti fotografi professionisti, che chiedono la più elevata qualità di immagine digitale combinata con la più versatile mobilità. Questo dorso digitale per reflex medio formato e apparecchi grande formato dispone di un sensore CCD di 48x26mm da 22 Megapixel, di un monitor Oled da 2,2 pollici, di una memoria interna da 3Gb e di slot per schede CompactFlash. L’alimentazione è affidata a un batterypack agli ioni di Litio. La soluzione wireless di Sinar, per fotografia in studio o in location, permette di scattare al ritmo di cinquanta immagini al minuto, mentre il suo software garantisce il
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Analogamente, altrettante tre categorie di compatte digitali hanno preso in legittima considerazione componenti tecniche discriminanti: la costruzione ultra compatta, prima di tutto, che sta rappresentando una autonoma fetta di mercato; la configurazione compatta standard, erede di una genìa tecnico-commerciale che affonda le proprie radici in una consolidata e storica tradizione fotografica; la dotazione con obiettivo zoom di ampia escursione, che non può essere ideologicamente assimilata alle due precedenti combinazioni. E poi, a seguire, a parte le infrastrutture, le intenzioni dichiarata-
trattamento di file RAW. Il nuovo Sinarback eMotion 22 si presenta come autentica alternativa alle reflex digitali professionali per quei professionisti che preferiscono lavorare con configurazioni di formato maggiore e altre caratteristiche (per esempio, i corpi mobili degli apparecchi grande formato). Scanner per pellicola
Konica Minolta Dîmage Scan Elite 5400 II
Il nuovo scanner per pellicole Konica Minolta Dîmage Scan Elite 5400 II combina il meglio delle tecnologie messe a punto da Konica e Minolta. Prima di tutto, grazie al nuovo algoritmo Film Expert, ereditato dall’esperienza nel settore photofinishing, migliora la riproduzione del colore nelle scansioni da negativo. In aggiunta, lo scanner è dotato di conversione A/D a 16 bit, Digital ICE4 e software Pixel Polish per una correzione automatica di alta qua-
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mente professionali e le periferiche del caso, la fotografia digitale da tenere tra le mani ricompare sotto altre palesi vesti, una volta ancora distinte e da distinguere dalle tre più tre categorie appena ricordate. Ci riferiamo al Migliore Apparecchio di prestigio dell’anno, la digitale a telemetro Epson R-D1 (FOTOgraphia, maggio e novembre 2004), e al Migliore Design innovativo, che ha puntualizzato le doti estetiche, ma non soltanto, della Olympus µmini Digital S (evoluzione consequenziale dell’originaria Olympus µmini Digital; FOTOgraphia, novembre 2004).
AUTOREVOLEZZA In questa chiave, che mette in risalto la capacità della giuria TIPA di affrontare con realismo il mercato della fotografia, comunque questo appaia e si evolva, ai TIPA Awards va riconosciuta una particolarità che fa la differenza e stabilisce un parametro/riferimento di prestigio. Per propria natura e personalità professionale, i redattori delle trentun riviste fotografiche europee della Technical Image Press Association sono allo stesso momento alla testa e alla coda del mercato. Al vertice, quando debbono intuire e analizzare le evoluzioni tecnologiche in divenire; alla coda,
lità delle immagini. Si tratta dunque del TIPA Best Film Scanner 2005, che consente a professionisti e non professionisti di ottenere risultati di grande soddisfazione [FOTOgraphia, aprile 2005]. Scanner piano Epson Perfection 4990 Photo L’Epson Perfection 4990 Photo è lo scanner piano ideale per tutte le categorie dei fotografi: non professionisti che si impegnano nella creazione di immagini e professionisti. Consente di lavorare con tutti i formati di pellicola e di stampa, restaura originali spiegazzati o danneggiati e produce scansioni incredibilmente buone grazie alla risoluzione di 4800x9600dpi, con una densità ottica 4,0 DMax. La funzione Digital ICE assicura una scansione veloce senza bisogno di troppo lavoro per eliminare polvere o graffi; il che rende lo scanner un potente strumento di lavoro e l’evidente vincitore del TIPA Best Flatbed Scanner 2005 Award. Stampante di piccole dimensioni
Hewlett Packard Photosmart 375
Le stampanti di piccolo formato stanno diventando sempre più popolari per la stampa facile e veloce di copie da file. La HP Photosmart 375 è semplice da impiegare e in sessanta secondi produce stampe 10x15cm senza bordi con qualità minilab. Le
fotografie possono essere previsualizzate, selezionate ed elaborate sul monitor LCD mobile a colori da 2,5 pollici, senza collegamento al computer. Gli slot per le principali schede di memoria, il supporto PictBridge e l’adattatore opzionale Bluetooth fanno di questa piccola stampante un minilab portatile. Stampante formato A4
Canon Pixma iP8500 La Canon Pixma iP8500 offre ai fotografi un nuovo standard di qualità e velocità. Infatti, produce una copia A4 (21x29,7cm) in soli trentacinque secondi, fornendo sempre una qualità superba. Il sistema a otto inchiostri fotografici ChromaPlus, che comprende un rosso e un verde addizionali, espande in modo significativo la gamma cromatica delle copie, particolarmente nelle aree giallo-rosse e nei verdi. La Pixma iP8500 supporta lo standard PictBridge, la stampa diretta da CD/DVD e dispone di un acces-
sorio duplex per la stampa fronte retro [FOTOgraphia, ottobre 2004]. Stampante formato A3
Epson Stylus Photo R1800 La stampante inkjet Epson R1800 significa molto per i fotografi, perché combina l’uso di inchiostri di grande stabilità ai pigmenti con la possibilità di una autentica finitura lucida della copia. Ciò è stato ottenuto con l’impiego di un “inchiostro” supplementare che lavora come una vernice ed elimina l’effetto metallizzazione comune a molte stampe ottenute con inchiostri a pigmenti. Molto veloce e capace di arrivare al formato Super A3 (329x483mm), la Epson R1800 è una straordinaria soluzione per i fotografi, tanto da meritarsi il TIPA Best A3 Photo Printer 2005 Award. Carta inkjet Fine Art
Hahnemühle Digital FineArt Collection Da centinaia di anni, la cartiera Hah-
quando debbono registrare, annotandole e magari commentandole (perfino motivandole, se non già giustificandole), le personalità del mercato: comunque questo si esprima. Dunque, per conseguenza, assegnati dai rappresentanti di trentun riviste specializzate europee, i qualificati premi TIPA sono frutto di una competente analisi complessiva del mercato fotografico. Come abbiamo appena annotato, lo slittamento di alcune categorie merceologiche, che dalle origini sono state adeguatamente interpretate, e l’estensione di altre ribadisce, confermando la linea di tendenza già regi-
nemühle produce carte di alta qualità e carte speciali per artisti. Oggi, sono fabbricate secondo le specifiche DIN 6738 e ISO 9706, stabilite per le carte a livello conservazione. La serie top di gamma delle carte fine art Hahnemühle è la Digital FineArt Collection ad alto spessore, con trattamento che la rende adatta alla stampa con inchiostri a coloranti o a pigmenti. Ciò significa che queste carte sono tra le poche che rendono bene anche con inchiostri quadtone. Carta inkjet fotografica
Ferrania OptiJet Professional Plus
Sebbene siano molto pratiche per l’essiccamento rapido e per la resistenza all’acqua, notoriamente le carte lucide e porose per la stampa inkjet non dispongono di grande stabilità. Infatti, la superficie porosa consente all’ozono di penetrare e reagire con gli inchiostri a coloranti. E questo fenomeno di scolorimento da gas può causare perdita di densità cromatica in un periodo breve, anche di soli sei mesi. L’impiego della tecnologia Ferrania
strata gli anni scorsi, la concretezza di quel percorso tecnico che non sta più traghettando le tecnologie tradizionali della fotografia in una innovativa dimensione presente-futuribile, ma la sta esprimendo nel pieno della propria maturazione. Anche per l’attuale/odierna edizione 2005 del Premio, l’accreditato e qualificato giudizio della giuria TIPA va considerato in due modi, coesistenti: anzitutto in quanto tale, ovvero per le proprie potenziali influenze sull’autorevole apprezzamento dei singoli prodotti indicati (e relativa vendita?), e poi in quanto competente specchio
PerDura previene questo fenomeno grazie all’introduzione di un protettore chimico, che estende a livelli eccellenti la stabilità dell’immagine stampata su carta OptiJet Professional Plus. Sistema di gestione colore
GretagMacbeth Eye-One Photo (serie)
Il color management è diventato l’elemento centrale della produzione professionale di immagini digitali. In passato, la complessità e il costo di gestione hanno impedito a molti di accedervi. Con il sistema modulare EyeOne Photo, GretagMacbeth ha finalmente abbassato la soglia d’ingresso. Il colorimetro Eye-One Display2 rappresenta l’opzione di ingresso per la calibrazione dei monitor, sia TFT sia CRT. L’offerta Eye-One Photo comprende uno spettrofotometro adatto alle misurazioni di immagini emesse (monitor) o riflesse (stampe), monitor basati su profilo ICC, scanner e apparecchi digitali. Il software Eye-One Match per Apple Mac e PC Windows mette a disposizione sofisticate funzioni di facile impiego.
dei tempi che dal presente si proiettano in avanti.
VISIONE CONFORTATA Alla resa dei conti, la combinazione di riviste fotografiche tanto diverse ed eterogenee, sia per intendimento e finalità, sia per osservazione geografica del mercato, finisce per rappresentare una adeguata media continentale. Ciascuna rivista è portavoce di propri punti di vista e osservazioni nazionali, oltre che di realtà commerciali determinate da particolari equilibri geografici e sociali (che distinguono, per esempio, il mercato fotografico tedesco da quello ita-
Videoproiettore
Canon XEED SX50
Il nuovo Canon XEED SX50 è un proiettore portatile non troppo costoso, dotato dell’ultima generazione di pannelli Lcos. Con una effettiva risoluzione SXGA+ di 1400x1050 pixel, un contrasto di 1000:1 e una luminosità di 2500 lumen segna un nuovo livello di qualità nella propria classe. Il Canon XEED SX50 consente un ampio controllo del contrasto, della luminosità e del colore. La facilità di impiego e di interfaccia, aggiunta alla capacità di proiettare dettagli molto fini, lo rende ideale per la presentazione di immagini fotografiche e lavori di grafica. Supporto di memoria
SanDisk Extreme III Gli apparecchi digitali di ultima generazione richiedono un adeguato sistema di memorizzazione. Con la nuova serie di schede SanDisk Extreme III la velocità della precedente è stata raddoppiata. Ciò è stato possibile dall’impiego della tecnologia ESP (Enhanced Super Parallel Processing Technology), che consente il trasferimento dati da apparecchio a scheda al ritmo di 20Mb al secondo. In questo modo, con le reflex di fascia professio-
nale, la memorizzazione e visione delle fotografie digitali risulta molto accelerata. Le prestazioni e l’affidabilità rendono le schede SanDisk Extreme III, disponibili fino alla capacità di 4Gb, una scelta importante per i fotografi professionisti. La tecnologia Extreme Level III è disponibile per le schede di memoria CompactFlash (CF), Secure Digital (SD) e Memory Stick Pro.
Dispositivo di archiviazione e back-up
Epson P-2000 L’Epson P-2000 Multimedia Storage Viewer è un versatile dispositivo per salvare e rivedere fotografie digitali, ma anche video e audio. Il disco rigido incorporato da 40Gb ha una quantità di memoria davvero ampia, per scaricare file da schede CompactFlash e Secure Digital attraverso gli specifici slot. Una interfaccia alternativa USB 2.0 permette il collegamento a piattaforme Apple
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TECHNICAL IMAGE PRESS ASSOCIATION ell’associazione di categoria TIPA (Technical Image Press Association) sono riNnentali;unite trentun qualificate riviste europee di fotografia, di undici paesi contil’Italia è rappresentata dalla nostra testata e da Fotografia Reflex di Roma, mensile diretto da Giulio Forti. Ogni anno, i rappresentanti delle singole testate, riuniti in Assemblea Generale, analizzano i valori tecnici del mercato fotografico e indicano quali sono, a proprio giudizio, i migliori prodotti della stagione. Su indicazione di una attenta commissione interna, l’esperta e valida giuria TIPA prende in considerazione i prodotti fotografici arrivati sul mercato europeo dall’aprile dell’anno precedente al marzo dell’anno in questione:
nello specifico dei premi TIPA 2005, dall’aprile 2004 al marzo 2005. La riunione per i TIPA Awards 2005 si è svolta all’inizio di aprile a Treviso. Erano presenti i rappresentanti delle trentun riviste associate (a sinistra): Photo Video Audio News (Belgio); Réponses Photo e Chasseur d’Image (Francia); Inpho, Photographie, Photopresse, Pixelgui.de, ProfiFoto e Digit! (Germania); Photographos e Photo Business (Grecia); Digital Photo FX, Practical Photography, Professional Photographer e Which Camera? (Inghilterra); Fotografia Reflex e FOTOgraphia (Italia); Foto, Fotografie, Fotovisie, P/F - Professionele Fotografie e Digitaal Beeld (Olanda); Foto (Polonia); Foto/Vendas Digital (Portogallo); Photo Magazin (Russia); Arte Fotografico, Diorama, Foto/Ventas, FV/Foto Video Actualidad e La Fotografia Actual (Spagna); FOTOintern (Svizzera).
immagine dei file RAW, il meraviglioso strumento “Fuoco prospettico”, l’alterazione dell’immagine, la correzione dell’aberrazione ottica dell’obiettivo e la riduzione avanzata del disturbo. Il supporto HDR a 32 bit rende infine possibile la realizzazione di esposizioni multiple, salvando i dettagli dalle aree più dense a quelle più luminose. Pellicola
Kodak Professional Elite Color (200 / 400)
Mac o PC Windows. Il display Photo Fine ad alta risoluzione da 3,8 pollici propone immagini nitidissime, che possono essere ingrandite mentre i dati della ripresa sono rapidamente accessibili. Oltre a immagini in formato Jpeg fino a 17,8 Megapixel, Epson P-2000 accetta anche file RAW da vari apparecchi. Il disegno compatto e l’uso intuitivo ne semplificano l’impiego [FOTOgraphia, febbraio 2005]. Software
Queste due nuove pellicole negative a colori sono state studiate da Kodak per consentire una resa più satura dei colori nelle più eterogenee condizioni di ripresa. Questa scelta colorimetrica non comporta conseguenze evidenti sulla dimensione della grana, perché entrambe le sensibilità di 200 e 400 Iso conservano una straordinaria finezza di grana. Questo risultato è dovuto all’impiego degli Enhanced TGrain di ultima generazione, uniti alla tecnologia ADA (Advanced Development Accelerator). Così, le due versioni Elite Color si confermano come eccellenti pellicole per tutte le stagioni: per impiego professionale e non.
Adobe Photoshop CS2
Photoshop di Adobe mantiene la propria incontestabile leadership tra i software di fotoelaborazione per i fotografi professionisti. La versione CS2 aggiunge ora molte gradite opzioni, come il migliorato convertitore multi-
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Reflex 35mm
Nikon F6
Nessuno avrebbe creduto che si sarebbe potuto ancora innovare una reflex analogica. Tuttavia Nikon ci è riuscita! Per la sua costruzione impeccabile, per
il suo mirino eccezionale, per l’efficienza del suo sistema di esposizione, per la velocità del suo autofocus e altro ancora, la Nikon F6 permette a coloro che rimangono fedeli alla pellicola di utilizzare tutte le ultime novità tecniche ed ergonomiche. Senza dubbio, si tratta della migliore reflex tradizionale mai costruita. Si propone come macchina fotografica per tanti anni, un apparecchio che non rischia di passare di moda: per lo meno fintanto che si troveranno pellicole da comprare! [FOTO graphia, novembre 2004].
bierà. Il Sony Ericsson K750i è il primo esempio di questa nuova generazione. Oltre a un player MP3, adotta uno zoom digitale 4x sull’obiettivo autofocus 4,8mm f/2,8. Dispone di funzioni di riduzione degli occhi rossi, elaborazione immagine e foto album, nel quale si possono memorizzare circa seimila fotografie con la Memory Stick Duo da 2Gb (opzionale). Produce buone stampe fino a 10x15cm o file che possono essere condivisi via Bluetooth, infrarossi o USB. Design innovativo
Telefonino fotografico Sony Ericsson K750i Anche se finora la qualità di immagine è stata come minimo insufficiente, i fotocellulari hanno la potenzialità di diventare i sistemi digitali entry level del futuro. Con i nuovi modelli per la classe 2Mp lanciati in Europa, tutto cam-
Olympus µ-mini Digital S Sotto le esclusive forme della Olympus µ-mini Digital S si nasconde una sofisticata compatta digitale da cinque Megapixel, disegnata da Daisuke Tainake. La finitura metallica è una delizia ergonomica, disponibile in tre fantastici colori: blu laguna, nero lac-
liano, il mercato spagnolo dal polacco, e poi definiscono quello inglese, francese e olandese); quindi, nel proprio insieme, la valutazione TIPA esprime sempre e comunque la più concreta e realistica essenza del mercato fotografico europeo. Nella sessione giudicatrice, le discussioni tra i giurati nazionali, a volte persino animate, manifestano ed esprimono quella vitalità che dovrebbe dare lustro al mercato. L’affermazione finale arriva al culmine di un processo giudicatore estremamente severo e approfondito. Nulla è lasciato al caso o è sottovalutato. Nel dettaglio, a partire dalle candidature
per ogni categoria, l’affermazione finale può essere raggiunta per scarti minimi o per autentiche ovazioni, dipende sia dal tipo di prodotto sia dal valore implicito dei concorrenti. Svolgendo con doverosa serietà e adeguato scrupolo il proprio ruolo, intermediario tra le realizzazioni dell’industria e le aspettative del pubblico, ogni anno la giuria TIPA osserva il presente, tenendo aperti gli occhi anche sul possibile e potenziale futuro: avendo ben chiaro che ciò che conta non sono tanto le soluzioni che si risolvono in se stesse, seppur genialmente, quanto le intuizioni che sanno anche dare spessore genera-
le all’intero mercato fotografico. Dall’aggiudicazione, cui fa seguito la cerimonia ufficiale della consegna dei premi (FOTOgraphia, novembre 2004), per un anno, le aziende produttrici e distributrici possono combinare la presentazione dei relativi vincitori di categoria con l’identificazione ufficiale dei TIPA Awards: «Quando il marchio dei TIPA Awards appare in un annuncio pubblicitario, un pieghevole o sulla confezione di un prodotto, potete esser certi che è stato meritato. I TIPA Awards sono un motivo di orgoglio per chi li attribuisce e per coloro che li ricevono». Antonio Bordoni
durata di quelle tradizionali all’argento. Possono stampare su carta lucida o semi lucida, grazie a una nuova serie di inchiostri a pigmento, tra cui uno trasparente. Rispettosi dell’ambiente, i minilab consumano una ridotta quantità di energia elettrica e non richiedono alcun tipo di smaltimento degli scarichi. Chiosco fotografico
Kodak PictureMaker (serie)
ca, champagne. Il monitor LCD HyperCristal da 1,8 pollici mostra immagini nitide anche sotto un’angolazione di 160 gradi, mentre la costruzione Weatherproof resiste agli spruzzi e alla pioggia: utile caratteristica per chi ama i grandi spazi e scelta appropriata per viaggiare leggeri (con i suoi 115g). Le funzioni di editing includono il fish-eye e l’effetto morbido. Tra le quattordici modalità di ripresa, la µmini Digital S, evoluzione dell’originaria µ-mini Digital [FOTOgraphia, novembre 2004] propone anche video e sonoro. Non sorprende che abbia meritato il TIPA Best Innovative Design 2005 Award. Tecnologia
schi che si allungano in avanti nel tempo. È probabile che le piattaforme e i supporti futuri possano non dialogare con gli attuali CD, DVD e altri media, con il risultato che miliardi di immagini potrebbero andar perse per sempre. Lo scorso anno, tre società -Konica Minolta, Fuji Photo Film e Eastman Kodak- hanno annunciato un accordo per lo sviluppo congiunto di una serie di standard aperti, mirati a preservare nel tempo le immagini digitali, fotografiche e video. L’intento è quello di consentire la compatibilità dei file con i futuri apparecchi di riproduzione. Poiché le fotografie sono così importanti per ragioni storiche, culturali e personali, TIPA riconosce al progetto PASS uno speciale riconoscimento.
Picture Archiving and Sharing Standard (PASS)
Minilab digitale
Il rapido cambiamento degli standard digitali migliora sistematicamente la qualità. Allo stesso tempo, però, crea ri-
I minilab digitali Noritsu dDP-421 e 621 producono stampe fotografiche dello stesso alto livello qualitativo e
Noritsu dDP-421 / 621
Kodak è leader nel mercato della stampa immediata con i propri chioschi. In pochi minuti, il Kodak Picture Maker produce stampe di alta qualità ed esegue ingrandimenti con un dettaglio ben definito e colori brillanti. Il software è realmente user-friendly e permette a chiunque di visualizzare, selezionare e stampare fotografie da una scheda di memoria, un telefono cellulare o altri sistemi di input. Un miglioramento della qualità dell’immagine si ottiene seguendo semplici passaggi, ciò che fa di questo apparecchio il TIPA Best Photo Kiosk 2005. Monitor
Eizo ColorEdge CG220 Il nuovo Eizo ColorEdge CG220 è un display TFT di alta gamma da 22,2 pollici per utenti professionali. Le sue caratteristiche includono una risoluzione nativa di 1920x1200 pixel, con un contrasto di 400:1, e processore interno a 14 bit, per una resa più sfumata dei grigi. L’Eizo ColorEdge CG220 è il primo display capace di rendere lo
spazio colore Adobe RGB, ed è preferito da molti fotografi professionisti e grafici per la gestione dell’immagine. Mentre altri monitor non rendono tutte le sfumature, specialmente nelle aree dei verdi e dei cyan, il ColorEdge CG220 consente una visione affidabile di come l’immagine effettivamente sia. Ciò permette un valido controllo dei colori a schermo, che fa risparmiare tempo e costi di produzione.
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CINQUE PEZZI FACILI. Conti-
ALTA STABILITÀ. Innovativo sistema di bilanciamento dinamico della videocamera, progettato attorno concetti di semplicità, rapidità, affidabilità e leggerezza, Clip&Go è ideale in abbinamento alle moderne videocamere digitali DV e Mini DV, di peso fino a 3,5kg. Nell’impiego, consente di ottenere un bilanciamento veloce e perfetto della camera, grazie al sistema di aggancio/sgancio rapido montato sulla doppia slitta micrometrica per la traslazione sui due assi orizzontali destra/sinistra e avanti/indietro. Nel peso totale di 930 grammi, i materiali di costruzione ne esaltano le prestazioni: lega di alluminio anodizzato per le tre sezioni portanti e impugnatura ergonomica in materiale antiscivolo. In pochi secondi, con semplici movimenti, Clip&Go può essere ripiegata su se stessa per il trasporto (158x100x265mm); così come, nello stesso modo, è possibile riportarla in assetto operativo da ripresa, perfettamente stabile e bilanciato (500x 100x250mm). Strumento estremamente duttile nelle mani dell’operatore, che può così ottenere immagini dinamiche in movimento, senza vibrazioni e da punti di ripresa inusuali. Un monitor LCD opzionale, per un controllo totale della ripresa, può essere posizionato al posto o in abbinamento al contrappeso. (Bogen Imaging Italia, via Livinallongo 3, 20139 Milano).
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nua inarrestabile la crescita della famiglia Nikon Coolpix: cinque nuove dotazioni arricchiscono un’offerta digitale che scandisce tempi, modi e metodi adatti alla soddisfazione di diverse e crescenti fasce di clienti potenziali. In sequenza, Nikon Coolpix 4600, 5600 e 7600 nell’area base (design ergonomico, semplici da usare e di prezzo accattivante), e poi Nikon Coolpix 5900 e 7900 a più alto livello tecnico e commerciale (Nikon Coolpix 7900: Compatta digitale Premio TIPA 2005; su questo stesso numero, a pagina 8). Tutte sono corredate con la versione aggiornata del Picture Projet, l’esclusivo software Nikon per elaborare, organizzare e condividere le immagini velocemente e con estrema facilità. Nikon Coolpix 4600, 5600 e 7600, rispettivamente da 4, 5,1 e 7,1 Megapixel effettivi: nuova interfaccia grafica (GUI); luminoso monitor da 1,8 pollici; zoom ottico Nikkor 3x (nella 7600 con lenti ED); funzione D-Lighting (schiarimento delle ombre), che compensa automaticamente le carenze di esposizione provocate da una illuminazione flash insufficiente o in condizioni di estremo controluce; Advanced Red Eye Reduction; funzione Blur Warning (segnalazione del rischio di mosso). La Nikon Coolpix 7600 dispone anche della funzione AF Priorità viso, che in modalità “ritratto” rileva e mette a fuoco il volto del soggetto inquadrato, assicurando la migliore nitidezza all’elemento più importante dell’immagine.
Oltre le prestazioni comuni a tutta la serie Coolpix e le innovative funzioni D-Lighting, Advanced Red Eye Reduction, Blur Warning e Copia BSS (selezione automatica dello scatto migliore), le Nikon Coolpix 5900 e 7900 dispongono di un monitor LCD da due pollici a tecnologia TFT in silicio amorfo ad elevata luminosità, capace di garantire una perfetta visualizzazione delle immagini in ogni condizione. Una superiore qualità ottica delle immagini è assicurata dall’obiettivo Zoom Nikkor 3x ED, con una escursione focale equivalente a quella da 38 a 114mm nella fotografia 24x36mm. I sensori, rispettivamente da 5,1 e 7,1 Megapixel, supportano stampe di impeccabile qualità fino a ingrandimenti 30x40cm. Ragguardevole la velocità di scatto in ripresa continua, con una frequenza di 1,7 e due fotogrammi al secondo. (Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino).
E-300: FIRMWARE E IMMERSIONE. È disponibile un nuovo aggiornamento tecnico, che aggiunge tante e importanti funzionalità di livello professionale alla reflex digitale a obiettivi intercambiabili Olympus E-300, versatile interprete dell’innovativo standard QuattroTerzi (FOTOgraphia, febbraio 2005). La nuova release 1.2, disponibile online, comprende una serie di aggiornamenti che estendono le prestazioni dell’apparecchio, al vertice nella propria categoria tecnica-commerciale. ❯ Shading Compensation, ere-
ditata dalla E-1 top di gamma, minimizza i possibili fenomeni di vignettatura sull’immagine, soprattutto nel caso di obiettivi grandangolari. ❯ Il sistema Anti-shock è adatto a situazioni di ripresa particolarmente complicate, con tempi di otturazione lunghi; questa funzione permette di sollevare lo specchio e scattare senza vibrazioni. ❯ La priorità allo scatto ON/OFF consente di avere un completo controllo sulla ripresa, anche nel caso in cui l’AF non sia stato bloccato; disponibile sia in modalità singola sia in quella continua, conserva la possibilità di attribuire la priorità all’AF o allo scatto. ❯ Compatibilità con le nuove CompactFlash High-speed di ultima generazione. ❯ Indicatore stato di carica della batteria; funzione migliorata, che semplifica la verifica del livello di carica con l’utilizzo del battery pack HLD3 opzionale. L’aggiornamento firmware 1.2 per la Olympus E-300 è disponibile online. Per scaricarlo, bisogna semplicemente aprire il software Olympus Master, connettere la reflex al computer attraverso il cavo USB e effettuare il collegamento internet. Quindi, si seleziona la funzione “Update Camera” dal menu Online Service di Olympus Master e l’aggiornamento si avvia automaticamente. A seguire, si segnala una custodia subacquea per la reflex digitale Olympus E-300, con moduli intercambiabili per quattro obiettivi dedicati e al flash elettronico esterno FL-36. Adatta a immersioni fino alla profondità di sessanta metri, grazie all’impiego di policarbonato di altissima qualità risulta particolarmente robusta, in grado di proteggere la reflex non solo dall’acqua ma anche dai colpi e da
Profoto Pro-B2 L’innovazione dei flash a batteria eventuali cadute a terra. I moduli dedicati sono stati realizzati per gli obiettivi Zuiko Digital 14-45mm f/3,5-5,6, 1454mm f/2,8-3,5, 11-22mm f/2,8-3,5 e ED 50mm f/2 Macro. Inoltre è disponibile l’anello di estensione PER-E01 per il moltiplicatore di focale EC-14, che può essere utilizzato in combinazione con tutti i moduli per obiettivi intercambiabili dedicati, che incrementano la propria focale di 1,4x. Altro utile accessorio è il braccio PTBK-E01, per una più confortevole maneggevolezza e portabilità. (Polyphoto, via Cesare Pavese 11-13, 20090 Opera Zerbo MI).
tica, con possibilità di messa a fuoco manuale. Una particolare combinazione ottica consente di correggere l’aberrazione cromatica laterale, tipica dell’acquisizione digitale di immagini. Due lenti in vetro a basso indice di dispersione SLD (Special Low Dispersion) assicurano immagini di alta qualità e correggono le aberrazioni colore. All’interno dell’obiettivo, il sistema di messa a fuoco flottante sposta due distinti gruppi di lenti, per un perfetto accomodamento. In innesto (AF) Canon, Minolta D, Nikon D, Pentax e Sigma. (Mamiya Trading, via Cesare Pavese 31, 20090 Opera Zerbo MI).
TRAXDATA CON NITAL.
CONFORTEVOLE LUMINOSITÀ. Prima di altro, il nuovo Sigma Macro 150mm f/2,8 EX DG (a un tempo teleobiettivo e obiettivo macro) è definito e identificato dall’elevata luminosità relativa f/2,8, apprezzata sia nell’ambito delle prestazioni del teleobiettivo sia in quelle della fotografia a distanza ravvicinata. Adatto per l’uso con reflex 24x36mm tradizionali e con reflex digitali, con sensore di acquisizione di dimensioni inferiori al fotogramma fotografico, il Sigma Macro 150mm f/2,8 EX DG si presenta compatto e leggero. Operativamente, permette la ripresa macro fino al rapporto 1:1 (al naturale), ed è dotato di motore HSM (Hyper Sonic Motor) di rapida messa a fuoco automa-
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Marchio primario nei supporti per l’archiviazione dati, con elevato standard qualitativo, Traxdata entra nella scuderia Nital, che ha creato una serie di connessioni tecnologiche attorno la consistente realtà fotografica Nikon. Oltre altri valori tecnici e commerciali, prima di altro, Traxdata e Nital condividono la proiezione verso l’aggiornamento tecnologico dei prodotti e la continua ricerca di soluzioni innovative. In distribuzione una consistente linea di prodotti: CD Registrabili, CD Riscrivibili, DVD Registrabili, DVD Riscrivibili (caratterizzati da uno strato Phase Change, ideale per archiviare grandi quantità di dati anche per lungo tempo; fino a 4,7Gb oppure centoventi minuti di video), Supporti CD e DVD stampabili (compatibili con qualsiasi stampante per CD e DVD), DVD+R Double Layer da 8,5Gb (archiviazione fino a quattro ore video in formato DVD, sedici ore video in formato VHS e oltre centoventi ore di file audio MP3), EZ Player 5000, dispositivo che include lettore MP3, memoria flash USB, registratore vocale, radio FM, lettore SecureDigital/MultimediaCard. (Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino).
Efficace generatore flash da 1200Ws con doppia alimentazione: alla corrente di rete e a batteria!
Per l’uso in location, la batteria di alimentazione offre Fino a 200 lampi a piena potenza Elevata velocità di ricarica: da 0,04 a 1,8 secondi Breve durata del flash, per congelare i movimenti del soggetto: da 1/2200 a 1/7400 di secondo Regolazione della potenza su un’estensione di 8 f/stop (da 1200Ws a 9Ws), con variazioni da 1/2 o 1/10 di stop Distribuzione simmetrica o asimmetrica (con un rapporto di 2:1) della potenza selezionata sulle due prese flash Lampada pilota fino a 250W Lampada pilota continua o a tempo Collegamento radio (ricevitore opzionale), che elimina la necessità di cavi di sincronizzazione
Il generatore Profoto Pro-B2 è integrato al versatile sistema Pro-7. Accetta tutte le torce flash Pro-7, standard o speciali, incluse le ProHead (con lampada pilota da 250W), ProRing (anulare) e ProTwin (da 2400Ws, per il collegamento a due generatori). Inoltre, progettata esclusivamente per il Pro-B2, la torcia Pro-B Head è leggera e portatile (10x22cm, 1,8kg), in modo da integrarsi perfettamente nel concetto di massima libertà operativa.
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A PARLARE DI FOTOGRAFIA
A
Attento programma fotografico che fa tesoro e bandiera dell’estate italiana, con le collegate sollecitazioni turistiche, Corigliano Calabro Fotografia testimonia la capacità di combinare il richiamo di una suggestiva meta della Calabria con manifestazioni culturali di alto profilo, cui consegue una fruizione colta e concentrata sia dei luoghi sia delle proposte allestite. Dal 25 giugno al 31 agosto, la terza edizione di Corigliano Calabro Fotografia conferma e ribadisce le intenzioni originarie, sollecitate dall’assessore alla Cultura e al Turismo Gaetano Gianzi, fatte proprie dal Comune e affidate alla direzione artistica di Cosmo Laera, cui si devono importanti appuntamenti che dal sud del nostro paese stabiliscono fondamentali riferimenti al percorso culturale della fotografia italiana (con l’occasione ricordiamo l’autunnale Fotografia in Puglia, nata ad Alberobello e allargatasi a sedi espositive di Alberobello, Noci, Bari, Andria e Bitonto; FOTOgraphia, ottobre 2004). Una volta ancora, a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, la fotografia è presente attraverso una serie di eventi che hanno per protagonisti qualificati operatori del settore, autori ed esperti che si confrontano attraverso incontri con il pubblico, una tavola rotonda, workshop, e mostre nella suggestiva cornice del Castello Ducale, diventato ormai punto di riferimento discriminante per le attività culturali della regione. L’evento centrale di Corigliano Calabro Fotografia 2005 è affidato
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alla straordinaria capacità interpretativa di Gabriele Basilico, indiscusso caposcuola di una intera generazione di artisti, che ha realizzato una raccolta di immagini fotografiche su Corigliano Calabro, presentata al pubblico in occasione della serata inaugurale del festival, il 25 giugno, che prevede anche una tavola rotonda, alle 18,00, con il sindaco di Corigliano Calabro Giovanni Battista Genova, l’Assessore alla Cultura e al Turismo Gaetano Gianzi, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Cosenza Salvatore Perugini, l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Sandro Principe, Antonella Pierno (Accademia di Belle Arti di Brera), Denis Curti (Agenzia Contrasto), Giovanna Calvenzi (Critico, photo editor e vice presidente del Grin), Pierre Devin (Centre Régionale de la Photographie, Francia), William Guerrieri (Linea di Confine/Rubiera), Dino Borri (Direttore del Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari). Nella stessa occasione del 25 giugno, sono programmate due proiezioni; una di immagini d’autore di Linea di Confine per la fotografia con-
Franco Fontana: da Territori a confronto. (a sinistra) Dalla Personale di Giorgia Fiorio. La mostra a tema di Gabriele Basilico è l’evento centrale di Corigliano Calabro Fotografia 2005.
temporanea/Rubiera dal titolo Il lontano è qui. Ricerca, fotografia e committenza pubblica nell’esperienza di Linea di Confine, l’altra del video The Gift di Giorgia Fiorio. A seguire, il programma è ricco di appuntamenti di taglio alto. ❯ Workshop: dal 23 al 28 giugno, al Castello Ducale di Corigliano Calabro. • Franco Fontana: Colore e Creatività; dal 23 al 25 giugno. • Giorgia Fiorio: Discover and de-
velop of your own photographic vision; 24 e 25 giugno. • Guido Guidi: Non vedo l’ora; dal 26 al 28 giugno. ❯ Incontri: 25 giugno, al Castello Ducale di Corigliano Calabro. • Gianni Berengo Gardin: Chiacchierata sulla fotografia; 10,00. • Gabriele Basilico: Lettura del paesaggio urbano; 16,00.
Guido Guidi: dalla mostra 05 02 Manduria.
❯ Mostre: al Castello Ducale, piazza Campagna 1, 87064 Corigliano Calabro CS; 0983-81635; www. museocastellodicorigliano.it. Dal 25 giugno al 31 agosto; da martedì a domenica dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00. • Gabriele Basilico: Corigliano Calabro. • Franco Fontana: Territori a confronto. • Guido Guidi: 05 02 Manduria; in collaborazione con il Politecnico di Bari dipartimento di Architettura e Urbanistica. • Pierre Devin: Paysages du Nord-paysages après la bataille industrielle. • Giorgia Fiorio: Personale. • Daniele Dainelli: Tokio Kata. La Forma di Tokio; in collaborazione con l’Agenzia Contrasto. • Omaggio a San Francesco. Fotografie di Gaetano Gianzi, Luca Policastri, Giorgio Tricarico, Raffaele Corrado, Francesco Vitali Salati-
no, Cosimo Reale, Vincenzo Viteritti, Filomena Romio, Domenico Addotta, Mimmo Aloise, Antonio Trebisonda. Da segnalare, infine, la proiezione I fotografi della Contrasto, in collaborazione con l’Agenzia Contrasto (regia di Giorgio de Finis; collaborazione alla realizzazione Renata Ferri): a Marina di Schiavonea, nel territorio di Corigliano Calabro, la sera del 24 giugno, in anticipo sull’inaugurazione del festival. A.G. Informazioni: Comune di Corigliano Calabro CS, Assessorato alla Cultura e Turismo; 0983-83209, anche fax; www.photomediterranea.it, info@photomediterranea.it. Iscrizione ai workshop: Associazione Culturale Corigliano per la Fotografia; 339-5699024; www.nikonclubitalia.it, staff@nikonclubitalia.it. Prenotazione alberghiera: Zagara Viaggi e Turismo, 87064 Corigliano Calabro CS; 0983-888001, fax 0983-886695; zagara_viaggi@tin.it.
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POESIA E SURREALTÀ
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Vita artistica vissuta su un doppio binario. Così il grande fotografo parigino Edouard Boubat, mancato nel 1999, ha esplicitato uno sguardo realistico sulle vicende del mondo, mantenendo al contempo sempre viva quella sottile vena di visioni incantate spruzzate di surrealismo. Il doppio e vivace percorso rappresentativo è celebrato in una rassegna di centosedici fotografie in bianconero, esposte al Museo Civico di Padova, in una significativa mostra promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo e dal Centro Nazionale di Fotografia, in
BIOGRAFIA
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Parigi, 1952.
douard Boubat (Parigi, 1923-1999) passa l’infanzia nel quartiere Montmartre a Parigi, e tra il 1938 e il 1942 studia fotoincisione alla Scuola Estienne. Dopo la guerra inizia a lavorare in fabbrica, dedicandosi contemporaneamente alla fotografia. In questo periodo scrive: «la luce tetra dei laboratori di fotoincisione, dove ho colato il collodio su una lastra di vetro, faceva già sognare: vedere la vera vita». Realizza La petite fille aux feuilles mortes, immagine all’origine di uno dei suoi temi prediletti, i bambini. Nel 1947 incontra Lella, che diventa la sua musa; è la prima donna a posare per lui e con la quale realizza alcune delle sue più celebri fotografie. Nel 1951 espone alla galleria La Hune in compagnia di Brassaï, Izis (Israëlis Bidermanas) e Robert Doisneau. Albert Gilou, direttore artistico di Réalités, mensile fondato nel 1946, dove pubblicarono i grandi fotografi dell’epoca, lo assume immediatamente. Diventa così collaboratore permanente della rivista, dalla quale è inviato in più di trenta paesi del mondo. Nei suoi viaggi realizza immagini immediatamente riconoscibili per la propria eleganza. Rapidamente, la sua eccezionalità e il suo talento vengono riconosciuti in Francia e all’estero. Espone in tutto il mondo e ottiene numerosi premi, tra i quali il Premio Kodak (1947), il Grand Prix National de la Photographie (1984) e il Premio della Fondazione Hasselblad (1988). Nel 1976 pubblica la sua prima grande monografia La Survivance. Questo lavoro, premiato col Grand Prix du Livre ad Arles nel 1977, è seguito da numerosi altri volumi, tra cui Pauses, Lella, Les Boubat de Boubat, Amoureux de Paris, Comme avec une femme, Carnets d’Amérique e La vie est belle. Jacques Prévert lo ha definito un “corrispondente di pace”, e numerosi altri scrittori hanno scritto testi di accompagnamento per i suoi libri: Antoine Blondin per Anges e Mes chers enfants, Bernard Noel per Jardins et Squares, Michel Tournier per Miroirs, portraits d’écrivains e Vues de dos, Christian Bobin per Donne-moi quelque chose qui ne meurt pas. Nel 1995 realizza il suo ultimo grande reportage ai Caraibi. Nel 1999 espone il suo lavoro Lumière de la mer al primo festival Terres d’Images di Biarritz. Si spegne nel giugno dello stesso anno.
collaborazione con l’agenzia Grazia Neri di Milano, dalla quale il fotografo parigino è rappresentato in Italia. Come si intuisce dal titolo La Parigi di Edouard Boubat, la rassegna, coordinata da Elena Ceratti e Enrico Gusella, si focalizza proprio sulla capitale francese, dove il fotografo è nato nel 1923, ma soprattutto città eletta dal suo sguardo a teatro costante delle proprie visioni e rappresentazioni fotografiche, così ricca di spunti vivi per esprimere una sensibilità legata a una visione surrealista delle cose. Come annotato, l’opera fotografica di Edouard Boubat, avviata nell’immediato dopoguerra, si dipana in due direzioni nette e coesistenti: da un lato c’è la fotografia di repor-
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tage, attraverso le commissioni della rivista Réalités, di cui, negli anni Cinquanta, è stato inviato internazionale; e dall’altro, appunto, c’è quella Parigi tanto amata, della quale coglie le atmosfere suggestive. Edouard Boubat è capace di rappresentare la realtà, visualizzandone aspetti, personaggi e vicende in un universo quasi atemporale, raccogliendone i segreti e immortalandoli dentro poemi fotografici. E, con la stessa naturalezza, riesce a trarre ispirazioni da ogni sollecitazione, per ricavare immagini sospese in un altro tempo. Le vedute della capitale francese, così come le immagini di bambini che giocano nei parchi, la solitudine delle persone, tutto ciò che vive
sempre viva per cogliere una bellezza inaspettata, imprevedibile e talvolta indefinibile. Al pari di altri autori, da lui ammirati e stimati, Eugène Atget, Manuel Alvarez Bravo, W. Eugene Smith, Brassaï, Henri Cartier-Bresson e Robert Doisneau, con la propria opera, anche Edouard Boubat dimostra che il sogno può animare gli istanti della realtà. Come egli stesso ricordava, riferendosi a Parigi, «là ritrovo l’eredità dei poeti, dei pittori, dei pensatori, dei costruttori di cattedrali, dei passanti che camminano. E oggi? Oggi, mi trascino ancora per le strade in compagnia di chiunque! E incontro ancora gli innamorati che si scambiano gli sguardi, i pittori che dipingono lo stesso quadro e la moltitudine di turisti dotati di macchine fotografiche. Parigi cambia ma non si logora mai, ed è questo il suo mistero, il suo male. Se guardiamo gli oggetti fotografati ci accorgiamo che cambiano a seconda del vento, della pioggia, delle nuvole, della luce infinita e dell’aria del momento». A.Alp.
Parigi, 1958.
nascosto alla consuetudine, l’insolito che -anche se non lo si vede-, c’è in ogni luogo, è stato catturato dallo sguardo incantato del foto-
grafo francese, che ha fatto della casualità degli incontri il mistero di una presenza o la movenza singolare di un gesto: un’occasione
La Parigi di Edouard Boubat. A cura di Elena Ceratti e Enrico Gusella. Museo Civico di Piazza del Santo, piazza del Santo 12, 35123 Padova; 049-8751105, fax 049-8204545. Dal 16 aprile al 26 giugno; martedì-domenica 10,00-13,00 - 15,30-18,30.
VALORIZZAZIONE FOTOGRAFICA
N
Nasce il Centro Italiano della Fotografia d’Autore. La più recente iniziativa creata dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (Fiaf) inaugura a maggio, a Bibbiena, in Toscana, nel capoluogo del verde Casentino, a sessanta chilometri da Firenze, dove la sede del nuovo Centro è situata nell’ex Casa Mandamentale della città, un edificio ottocentesco appositamente ristrutturato per soddisfare le nuove esigenze di uso. Vasto e vario, il campo d’azione del Centro Italiano della Fotografia d’Autore: dalla promozione di iniziative culturali all’archiviazione e conservazione del patrimonio fotografico, dalla produzione di esposizioni all’organizzazione della didattica e alla creazione di eventi fotografici. Già trentamila immagini fotografi-
Il Centro Italiano della Fotografia d’Autore è stato ricavato dalla ristrutturazione dell’ex Casa Mandamentale di Bibbiena, in provincia di Arezzo, a sessanta chilometri da Firenze.
che, catalogate e in parte archiviate su database, hanno trovato sede nel vecchio carcere di Bibbiena, così come le raccolte, ricche della produzione di molti autori noti, tra i quali Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Mario Cattaneo, Enzo Cei, Elio Ciol, Mario Cresci, Mario De Biasi, Pietro Donzelli, Ernesto Fantozzi, Stanislao Farri, Ferruccio Ferroni, Franco Fontana, Mario Giacomelli, Mario Lasalandra, Pepi Merisio, Nino Migliori, Fulvio Roiter e Giuliana Traverso. Il complesso architettonico dove ha sede il Centro è riorganizzato e ristrutturato per dare spazio alle molteplici attività. Ospiterà manifestazioni all’aperto, proiezioni, spettacoli e incontri, oltre l’infrastruttura fissa di uffici, archivio e sale di consultazione. Il restauro conservativo dell’edificio è stato progettato senza avere stravolto l’aspetto originario dell’antico carcere; realizzato sotto il controllo della Sovrintendenza per i Beni e le Attività Culturali, ha permesso di ottenere spazi multifunzionali adatti sia all’allestimento di rassegne espositive, sia all’organizzazione di convegni, sia alla realizzazione di attività di tipo didattico e formativo. Tutte le attività permanenti e temporanee rappresentano lo spirito del Centro, nato per contenere la possibile dispersione della produzione più significativa di autori italiani, oltre alla continua individuazione e acquisizione di materiale fotografico di varia provenienza. Inoltre, l’indirizzo fungerà da centro propulsore per catalogazione, restauro, archiviazione, conservazione e studio delle opere del fondo di proprietà della Fiaf e di eventuali altri depositi successivi, con un inevitabile utilizzo e valorizzazione delle immagini raccolte attraverso la realizzazione di mostre e pubblicazioni. È evidente come in tutto questo programma non possano mancare iniziative didattiche -come seminari, corsi, stage, workshop- indirizzate alla lettura e alla valutazione dell’immagine, all’interpretazione dei periodi storici fotografici, all’illustrazione
delle tecniche tradizionali e alla divulgazione delle novità tecnologiche.
ALL’AVVIO Per inaugurare i sontuosi presupposti e a testimonianza dell’ambiziosa attuazione, dal 28 maggio al 28 agosto sono allestiti quattro eventi espositivi, rappresentativi delle attività del Centro Italiano della Fotografia d’Autore. ❯ Rassegna dei Grandi Maestri. Dalle collezioni della Fiaf, in mostra una decina di opere di fotografi italiani passati al professionismo da attività fotografiche amatoriali, divenuti un riferimento preciso per la rappresentazione fotografica e il proprio linguaggio. Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Mario De Biasi, Mario Cresci, Pietro Donzelli, Stanislao Farri, Franco Fontana, Mario Giacomelli, Pepi Merisio, Nino Migliori e Fulvio Roiter in una passerella di tutto rispetto. ❯ L’archivio Fiaf si svela. Grande mosaico di immagini tratte dal patrimonio iconografico della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche. ❯ Nuove proposte della fotografia contemporanea Italiana. Immagini e installazioni prodotte da autori italiani rappresentativi delle nuove tendenze fotografiche. ❯ Esperienze didattiche. Nelle sale dedicate alla didattica, e poi in al-
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tri luoghi all’interno della struttura, sono esposte immagini e presentati video che illustrano due esperienze didattiche realizzate nel campo della fotografia.
LE FINALITÀ
I
nizialmente concepito con l’intento (meritorio ma limitato) di evitare il rischio che venisse dispersa la produzione più significativa degli autori Italiani, di fatto il Centro Italiano della Fotografia d’Autore articola le proprie attività con un piano che prevede molteplici funzioni. ❯ Individuazione e acquisizione di materiale fotografico proveniente da singoli autori o da collezioni private. ❯ Catalogazione, restauro, archiviazione, conservazione e studio delle opere del fondo di proprietà della Fiaf e di eventuali altri depositi. ❯ Utilizzo e valorizzazione delle immagini raccolte attraverso la realizzazione di mostre e pubblicazioni. ❯ Realizzazione di eventi, convegni, incontri, dibattiti e conferenze. ❯ Gestione delle Grandi Mostre Fiaf e di altre significative esposizioni.
ANCORA NEL 2005 Eventi successivi alla manifestazione inaugurale sono previsti per l’anno in corso: il 3 e 4 settembre è in cartellone la presentazione ufficiale del libro Immagini del gusto, realizzato in collaborazione con l’Associazione Internazionale non profit Slow Food; inaugurazione della relativa mostra che si protrarrà fino all’11 settembre. Si tratta di un lavoro editoriale prodotto dalla Fiaf, che si è avvalsa dell’opera di venticinque fotografi incaricati di testimoniare l’azione di altrettanti presidi (termine con cui la Fondazione Slow Food per la Biodiversità identifica l’attività per il sostegno di prodotti agroalimentari, legati alla produzione umana, a rischio di estinzione). Dal 23 al 25 settembre, tre gior-
❯ Programmazione di iniziative didattiche (seminari, corsi, stage e workshop) indirizzate alla lettura e valutazione dell’immagine, all’interpretazione dei periodi storici fotografici, all’illustrazione delle tecniche tradizionali e alla divulgazione delle novità tecnologiche. ❯ Realizzazione di una biblioteca specializzata e di un archivio multimediale. ❯ Gestione di attività di promozione e sviluppo direttamente collegate con la fotografia e concessione di servizi a Enti e Istituzioni. Centro Italiano della Fotografia d’Autore, via delle Monache 2, 52011 Bibbiena AR; 0575-383109, fax 0575-383239, paola@immediaarezzo.it. Apertura mostre: lunedì 15,30-18,30, da martedì a sabato 9,30-12,30 e 15,30-18,30, domenica 10,00-12,30.
ni della manifestazione Fotoconfronti 2005, inserita nel circuito Portfolio 2005: parole e sguardi sulla fotografia italiana, mostre, con-
vegni, incontri teorico-pratici, presentazione di libri e letture di portfolio; le mostre rimangono esposte fino al Primo novembre. S.dF.
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Riflettere, come sarebbe anche lecito fare, sugli undici anni trascorsi dal nostro primo numero, del maggio 1994, si potrebbe esaurire in un esercizio fine a se stesso. Per quanto il richiamo a Centoundici numeri di rivista, cifra per tanti versi scaramantica, sia in qualche misura adeguato, la questione è un’altra. Non conta tanto quanto e cosa è cambiato nel mondo fotografico, e neppure come ci siamo adattati redazionalmente alle trasformazioni; invece, bisogna ragionare su quanto e cosa sta ancora per cambiare, alla luce, appunto, di dieci/undici anni che hanno letteralmente sconvolto il mondo fotografico. Con conseguente approccio giornalistico, allo stesso tempo di registrazione e avanguardia Passerella della fantastica Nikon F3, da molti considerata l’apoteosi della costruzione reflex 35mm. [marzo 1998]
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V
olendolo fare, una retrospettiva sollecitata dalla scaramantica e cabalistica scadenza di Centoundici numeri di rivista potrebbe puntualizzare come e quanto, su queste pagine, abbiamo affrontato e approfondito temi e tematiche che nel corso del tempo si sono modificate. Causa lo sconvolgi-
mento determinato e definito dalle trasformazioni tecnologiche, nello scorrere del decennio alcune modalità hanno perso di significato concreto, per lasciare il posto ad altre, che si sono affacciate alla ribalta. Nello specifico, pensiamo soprattutto alle autentiche vivisezioni con le quali, in più occasioni, abbiamo analizzato, per esempio, le tecniche di utilizzo de-
GLI ANNI CHE
gli apparecchi grande formato, con le relative applicazioni verso il controllo della prospettiva e la distribuzione volontaria della nitidezza a tutto il campo inquadrato (piuttosto che a una sola parte di questo). E poi, possiamo vantare competenze in altri riferimenti specifici e particolari della fotografia, adeguatamente presentati sulla rivista: dal bianconero fine art alla visione panoramica a obiettivo rotante, all’applicazione del foro stenopeico, alla presentazione di fenomeni al proprio albore (autori da noi indicati per primi, che poi sono esplosi a livello internazionale; considerazioni originarie, che successivamente hanno tenuto banco su molti palcoscenici). Senza alcuna nostalgia, né rimpianto, è però doverosa un’altra considerazione, che non si limita al nostro personale passato, per quanto nobile possa essere, ma definisce la sostanza del cambiamento, che nei recenti dieci/undici anni si è manifestato con tanta violenza e consapevolezza da sovvertire, rovesciandolo, ogni precedente equilibrio, ogni precedente standard redazionale. La trasformazione tecnologica, che ha introdotto parametri nuovi e innovativi, ha conseguentemente spostato a lato l’essenza delle passerelle tecniche, che oggi non possono più essere definite da parametri assoluti e oggettivi, ma presuppongono, invece, soprattutto considerazioni personali e soggettive: a ciascuno, le proprie, in una maturazione individuale sul campo.
A CIASCUNO, IL SUO Tra le tante differenze e discriminanti, la tecnologia digitale di acquisizione e gestione delle immagini si distingue da tutto quanto l’ha preceduta per un elemento inviolabile. Mentre tutte le tecniche fotografiche antecedenti hanno espresso territori comuni e condivisibili, l’insieme/somma dell’esperienza digitale prevede e presuppone soprattutto una frequentazione individuale. Certo, anche in passato abbiamo assistito a contrapposizioni tra idee e opinioni contrastanti, alcune addirittura opposte; ma ciò che conta è che ieri si trattava di antagonismi aprioristici, spesso pretestuosi, mentre oggi si manifestano convinzioni radicate e legittime, e per questo individualmente solide. Spieghiamoci. Le antitesi del passato possono tranquillamente essere iscritte nella categoria del tifo-da-stadio: alla maniera dei derby cittadini, delle tifoserie Coppi-Bartali, delle diatribe Moser-Saronni, Beatles-Rolling Stones, e via di questo passo, in fotografia si sono scontrate le opinioni Nikon-Canon, Colore-Bianconero, Negativo-Diapositiva, 6x7cm contro 6x9cm, luce continua in conflitto con il flash elettronici e altro ancora. Invece, e a differenza sostanziale, quelle del presente, in epoca digitale, sono autentiche opinioni.
Centoundici Completamente scollegate dal testo, che riflette su un presente-futuribile del mondo fotografico e della relativa filosofia di fondo, le immagini proposte in queste pagine rievocano una sorta di trasformazione redazionale, dalle origini di FOTOgraphia (maggio 1994): doverosa meditazione in occasione della scaramantica meta del numero 111, più cabalistica della cifra tonda dei cento fascicoli dello scorso aprile 2004.
A proposito di sensori, sistemi, software e gestione di immagine ciascun fotografo si esprime nella forza e con la forza della propria esperienza pratica. Non parla per sentito dire, ma è fermamente convinto del proprio modo di agire che, accidenti, arriva alla qualità formale del risultato finale per processi e percorsi individuali: appunto considerati migliori di ogni altro. Questo significa che l’approccio all’iter produttivo e lo svolgimento delle fasi operative della gestione digitale di immagini è oggi più discriminante che mai; è oggi più individuale che mai, edificata in modo personale su una base ampia ed eterogenea di possibilità tecnologiche. Con l’aggiunta (fondamentale!) dell’azione individuale, ciascuna consecuzione tecnologica arriva al medesimo risultato finale: qualità e consistenza dell’immagine, quantomeno dal punto di vista formale. Ciò a dire che un tempo la qualità era demandata alla fonte (apparecchio e pellicola, prima del relativo trattamento). Oggi è in dipendenza dell’applicazione pratica del singolo: e solo questa considerazione meriterebbe approfondimenti, dialoghi, scambi di opinioni. Tutto per la crescita complessiva del mondo fotografico. Inoltre, va registrata un’altra componente caratteristica. Fino a un recente passato, molti fotografi hanno avuto un atteggiamento distaccato dalla tecnica, considerata secondaria rispetto la propria
Nel corso degli anni, in più occasioni abbiamo approfondito i termini della ripresa fotografica. In particolare, molte volte abbiamo affrontato le logiche di utilizzo e applicazione dei corpi mobili degli apparecchi grande formato: a banco ottico e folding, dal 4x5 all’8x10 pollici. Ricordiamolo: la prospettiva si controlla dal piano immagine; la nitidezza da quello anteriore. Tutte logiche ancora attuali, che si vorrebbero liquidare come “antiche” e non più necessarie. Ma non è vero. [ottobre 2000]
VERRANNO
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Due fenomeni fotografici segnalati al proprio albore: Fotografia Holga, con prima testimonianza di Claudio Amadei; mosaici fotografici di Robert Silvers, considerati nell’ambito di un individuato “superitratto”. [febbraio 1998 e marzo 1999]
capacità creativa. Oggi, al contrario, la competenza tecnica dell’era digitale, con affermazioni di princìpio riguardo gli strumenti, i software e le procedure operative, è una bandiera di cui molti fanno vanto e vanno fieri. Se dovessimo cercarne motivo, il cambiamento potrebbe anche essere iscritto alla contemporaneità dei singoli con le tecnologie digitali, peraltro foneticamente appaganti. Mentre in passato si trattava (si sarebbe trattato; si sarebbe dovuto trattare) di condividere qualcosa di preesistente, nato decine di anni prima, in tempi e con modi comunque antichi, che non sollecitavano certo una naturale confidenza individuale.
TRASFORMAZIONE Al di là delle sole apparenze e sembianze, che sono giusto tali (per quanto e seppur clamorose solo apparenze e sembianze, almeno dal punto di vista oggi considerato), la trasformazione introdotta dalle tecnologie digitali matura qui la propria essenza: nel rapporto ideologicamente produttivo che stabilisce con il proprio utente, sia professionista (per quanto più direttamente ci riguarda), sia non professionista. Da un punto di vista strettamente redazionale, questo comporta un atteggiamento corrispondente. Invece delle dettagliate analisi, si deve passare, e siamo passati, alla presentazione dei prodotti, il cui approfondimento pratico dipende -come sottolineiamo- dall’attività individuale, ahinoi spesso non condivisibile, spesso circoscritta a un iter intimo e personale altrove non replicabile.
Allo stesso tempo, da un punto di vista meno strettamente redazionale, questo induce a spostare a lato le considerazioni fotografiche, sempre più riferite all’immagine, non soltanto come espressione culturale e/o creativa, ma anche sociale. Ed è questa l’evoluzione di sostanza che si può registrare nello scorrere dei recenti dieci/undici anni che hanno, ribadiamo, sconvolto il mondo fotografico. A questo proposito, se una domanda va posta, non riguarda tanto quanto è appena successo, quanto -invece- ciò che sta per accadere. In questo senso, la personalità giornalistica è decisamente discriminante. Anzitutto, giornalisticamente si deve esercitare il diritto di cronaca: dalla coda del mercato si debbono registrare e annotare fenomenologie e manifestazioni caratteristiche. In simultanea, non bisogna abbandonare un’avanguardia di pensiero: analisi e approfondimento, per identificare i connotati del percorso lungo il quale ci si sta incamminando. Ribadendolo, è questa l’essenza delle indicazioni di quella qualificata e autorevole giuria TIPA (Technical Image Press Association), che ogni anno, dall’inizio dei Novanta, osserva la tecnologia applicata, adattando le proprie indicazioni al presente-futuribile della fotografia (su questo stesso numero, da pagina 8).
SOCIALITÀ In anticipo su altre considerazioni, magari più profonde, annotiamo subito che l’attuale socialità dell’epoca digitale esprime, prima di tutto, un senso di orgoglio. Orgoglio del possesso e della competenza, sia nell’ambito strettamente professionale sia nel mercato di massa. Nei decenni scorsi, una ristretta cerchia di persone poteva vantare a pieno diritto (perché consapevole) le prerogative e caratteristiche delle leggendarie reflex meccaniche. Oggi, complici forme nuove, design, dimensioni e appartenenza di diritto alla vita quotidiana, molti esprimono e vantano l’orgoglio del possesso e uso di strumenti fotografici: la cui espressione caratteristica non è più relegata a una nicchia, ma appartiene a una ipotesi sociale “di massa”, di grandi numeri. A questo proposito, le chiavi di lettura sono molteplici; e partono e arrivano a conclusioni diametralmente opposte. In pessimismo (o nostalgia o filosofia del bello-del-passato), potremmo riscontrare una clamorosa decadenza dell’espressione fotografica in quanto tale. La massificazione ha ovviamente abbassato il livello, così come ha contribuito a farlo la semplificazione operativa. Per esempio, quando ai mercatini o sugli album di famiglia si trovano fotoricordo bianconero degli anni Cinquanta ben composte e inquadrate, non si può ignorare che ai tempi l’esercizio fotografico era selettivo: in pochi possedevano una macchina fotografica, e le pellicole e le relative stampe su carta (formato 7x10cm, con bordi frastagliati) erano decisamente care, tanto da sollecitare -al momento dello scatto- attenzioni estremamente concentrate. Al
contrario, poter scattare senza costi aggiuntivi, e in una economia di scala profondamente cambiata, può allentare l’attenzione fotografica. Ma non è questo il problema, almeno nell’ambito della socialità odierna, della quale ci preme sottolinearne i valori positivi e propositivi. In questo senso, non possiamo sottovalutare come la tecnologia digitale abbia portato la fotografia a intendimenti autenticamente di massa. In ogni epoca storica, a partire da quel leggendario “Voi schiacciate il bottone, noi facciamo il resto”, con il quale, nel 1888, George Eastman promosse la semplicità di uso della propria Box Kodak (FOTOgraphia, giugno 2004), si sono vantate sistematiche facilitazioni di uso. Ma nulla è paragonabile all’attuale epoca digitale, che accosta la fotografia a ogni altro elemento della vita quotidiana, facendole superare la soglia del pubblico di addetti, comunque lo si voglia quantificare oggettivamente limitato e limitante. Sia le compatte digitali, sia soprattutto il telefonino con funzioni fotografiche hanno drasticamente spostato l’asse della bilancia: la fotografia appartiene oggi alla vita sociale attuale, ne fa parte a pieno diritto. E questo, se vogliamo superare preconcetti senza diritto di ospitalità, non è poco. Anzi, è esattamente vero il contrario!
RIVOLUZIONE Addirittura, si è verificata una autentica rivoluzione, che ha sovvertito i modi. Con caratteristiche proprie e autonome, in ogni ambito della fotografia professionale le tecnologie digitali hanno creato un nuovo percorso dell’immagine, dallo scatto alla propria utilizzazione, generando facilità, economie di gestione
e semplificando l’intero iter (aggravando, però, l’originario fotografo di nuove competenze e prestazioni, un tempo distribuite lungo una filiera diversificata di tanti professionismi): dal reportage alla moda, alla fotografia commerciale, alla fotografia di cerimonia ciascun professionista ha modificato il proprio modo di agire. E questo, se vogliamo, è nella logica di qualsiasi evoluzione. Nessuna rivoluzione. (Al caso, si dovrebbe affrontare lo spinoso tema dei diritti di riproduzione, propri e caratteristici della fotografia professionale a uso editoriale, commerciale e pubblicitario. In questo senso, la veicolazione digitale può
Tecnica di spessore: dettagliata analisi delle emulsioni Kodak Professional Ektapress PJ100, PJ400 e PJ800 indirizzate al fotogiornalismo, con accorta testimonianza di uso (di Andrea Russo). [novembre 1998]
Tecnica di contorno: dissertazione sulle impugnature laterali per apparecchi Leica a telemetro. Impugnatura ufficiale su Leica M6, M-Grip di Larry Marcus/GMP Production su Leica M2, impugnatura di Enzo Del Toro su Leica IIIg. [dicembre 1997]
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Domanda lecita, in tempi anticipati: logica di utilizzo del grande formato a corpi mobili. [maggio 1998]
Con curiosità: esposizione fotografica all’interno delle etichette di bottiglie di acqua minerale Henniez. [novembre 1999]
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introdurre parametri di non tutela/controllo nel tempo, in relazione ai quali andrebbe riconsiderato sia il copyright sia il compenso di ripubblicazione. E questo, se lo abbiamo capito, è un tema estremamente complesso, ma discriminante, che sposta un asse di equilibrio decennale, codificato a fatica in epoca di sola immagine chimica: oggetti fisici, stampe su carta e diapositive. È un tema che esige attenzioni e approfondimenti propri. Diciamo che si tratta di una vicenda/questione assolutamente fondamentale della fotografia professionale, appunto da ridefinire con chiarezza e lun-
gimiranza nell’attuale epoca di tecnologia digitale). Accantonando per un attimo l’ambito professionale, registriamo che l’autentica rivoluzione digitale è un’altra: è quella della massificazione reale della fotografia, che oggi è veramente e autenticamente nelle mani di ciascuno. Paradossalmente, il commercio fotografico è quello che si è trovato più a disagio, non sapendosi adattare adeguatamente alla nuova situazione. In un passato ormai remoto, per anni il commercio fotografico si è lamentato della scarsa presenza della fotografia (chimica) nel nostro paese, che in termini di rullini all’anno è sempre stato agli ultimi posti dei consumi europei. Nello stesso passato remoto, per anni ha sognato l’arrivo di una sollecitazione che desse impulso al consumo fotografico (previo poi boicottare quanto l’APS, di buona memoria, avrebbe potuto anche fare in questo senso). Per anni è stata cercata la pietra filosofale. Al dunque, invece di ragionare in modo imprenditoriale, il commercio fotografico italiano ha genericamente accolto la tecnologia digitale con diffidenza, tanto da non sapere fare tesoro delle potenzialità implicite in tanta e tale novità (è grottesco annotarlo, ma ancora oggi testate rivolte ai fotonegozianti esprimono dubbi e riserve, presentando l’approccio digitale come plus e non normalità; dibattono se e come vendere il digitale: “come”, a conseguenza del “se”). Dal punto di vista dei larghi consumi, con poca cultura di impresa, non ci pare che si stia mettendo a frutto l’indotto naturale. Nei negozi di fotografia arriva oggi
un pubblico nuovo, che non sarebbe entrato per acquistare un apparecchio tradizionale. Arrivano clienti potenziali inattesi, curiosi, che entrano spontaneamente, qualcuno è informato, molti chiedono. In una confusione sostanziale di valori e princìpi, pochi negozianti fanno chiarezza, altrettanti pochi negozianti sollecitano i consumi conseguenti: accessori, elementi di uso, materiali di consumo, stampa su carta (nota dolente!). L’apatia regna spesso sovrana. Oggi si scattano molte fotografie digitali. Certo, non tutte vengono stampate; ma gli operatori fanno poco affinché i numeri potenziali di stampa su carta crescano quanto serve e conviene. E questo è il nodo che si sta stringendo attorno la gola del mercato fotografico, italiano soprattutto, incapace di affrontare l’argomento con il piglio necessario: gli strumenti e le potenzialità non mancano (ed è tutto un altro discorso, peraltro già affrontato quasi due anni fa, nell’ottobre 2003).
EVOLUZIONE? Ecco la domanda discriminante. Sulla base di quanto è radicalmente cambiato nell’ultimo decennio, di straordinaria accelerazione, senza precedenti nell’intera storia evolutiva della fotografia, cosa cambierà ancora nei prossimi anni? Gli anni che verranno, ci domandiamo, cosa esprimeranno in termini fotografici? Anzitutto noi valutiamo positivamente, sia scritto a chiare lettere, la nuova socialità della fotografia di massa, indipendentemente dai propri legami con la Storia della fotografia (che in alcuni casi sono estremamente labili, in altri addirittura inesistenti). È per questo, che a partire dall’attuale centoundicesimo numero della rivista modifichiamo ancora il nostro impegno redazionale, promettendoci di registrare i termini e i valori della nuova socialità fotografica di massa. Quindi, sollecitiamo la cultura di impresa a essere autenticamente tale: cultura e impresa. Sollecitiamo all’individuazione di quei termini operativi che diano al mercato fotografico redditività capaci di far crescere ciascuno nelle direzioni verso le quali è lecito e doveroso muoversi. Si tratta di un’autentica evoluzione, che non può essere affrontata con termini antichi, ma deve essere risolta con atteggiamenti altrettanto nuovi, che tengano conto del concetto di “massificazione”, con quanto questo comporta.
la prima volta dall’invenzione della fotografia (1839), l’immagine è alla effettiva portata di tutti. Pensiamo soprattutto alle funzioni fotografiche abbinate al telefonino, che estendono l’immagine alla vita quotidiana. Paradossalmente, se anni addietro l’obiettivo fosse stato abbinato alla penna (a sfera, stilografica), la fotografia non sarebbe stata altrettanto quotidiana, quanto lo è oggi abbinata al telefonino, autentico oggetto indispensabile della vita attuale di ognuno di noi, nessuno escluso (nel mondo occidentale). Per la prima volta, si possono scattare fotografie per sollecitazione immediata e improvvisa; a differenza dell’esercizio consapevole, che prevede di uscire di casa con la volontà fotografica, avendo tra le mani una macchina fotografica. E questo significa certamente qualcosa. Liberi tutti: a giro tondo, si possono realizzare fotografie (immagini?) con un’infinità di mediazioni tecniche eterogenee. A ciascuno, la propria: dal telefonino alla reflex medio formato, dal foro stenopeico alla visione panoramica, dal vetro smerigliato grande formato al monitor della compatta digitale. Più che mai, la parola all’immagine. Qualsiasi questa sia. Maurizio Rebuzzini
Numero speciale sul colore, con relativa edizione nei singoli quattro colori della stampa litografica: giallo, magenta, cyan e nero. [marzo 2001]
Al passaggio di secolo/millennio, inevitabile rievocazione delle fotografie epocali del Novecento: in più puntate, con scomposizione delle selezioni a tema. [aprile 2000]
LIBERI TUTTI Dal punto di vista strettamente redazionale lo slittamento è chiaro. Non si tratta più, semmai si è trattato, di ipotizzare panorami, quanto di prendere atto della realtà. La realtà è questa: l’espressione fotografica, il consumo fotografico e affini non sono più discorsi riservati, ma argomenti globali. L’immagine appartiene al nostro tempo; e chi da tempo ne conosce princìpi e connotati deve saper indirizzare idee e opinioni. Nel concreto, non conta tanto come si realizzano le immagini, ma perché. Tanto più che oggigiorno, per
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Marina Wohlgemuth
e rigorosa base professionale. In seguito, ha lavorato come assistente
Nata a Bolzano nel 1963,
in diversi studi fotografici di Londra
Marina Wohlgemuth ha frequentato
e New York.
la scuola superiore di fotografia
All’inizio degli anni Novanta,
a Vienna, dove ha costruito una solida
si è trasferita definitivamente (?) a Milano. Lavora per agenzie di pubblicità, nell’ambito della moda,
A proposito della fotografia di Marina
sionalità, dalla forza carismatica che
ad esprimersi, poiché anche lei è donna.
Wohlgemuth, Franco Seren Gay -diretto-
emana e diffonde al proprio staff. Non è
Dalle sue fotografie emerge la ricercatez-
re marketing e comunicazione della rivi-
la visione classica che ho sempre avuto
za della creatività tramite l’interpretazio-
sta Lookmagazine- annota: «Sono rima-
del fotografo. La fotografia diventa solo
ne dell’emozione femminile, con i suoi de-
sto impressionato dalla sua forte profes-
l’ultimo atto di una grandissima creativi-
sideri, le certezze, le paure, le insicurez-
tà ideata da Marina Wohlgemuth, e la
ze, dedicando particolare attenzione alle
scelta di ogni elemento della scena ema-
ombre e alle trasparenze».
na emozioni. «La scelta dei soggetti da fotografare ricade principalmente sull’immagine femminile, sicuramente perché riesce meglio
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f a x 0 2 - 5 8 4 3114 9 • w w w. a d i m a g i n g . i t • i n f o @ a d i m a g i n g . i t
Le fotografie dall’alto dei solenni funerali di papa Woityla sono state realizzate da Massimo Sestini per conto della Polizia di Stato, che poi ne ha curato la distribuzione gratuita dal proprio sito. Massimo Sestini è stato ospitato su uno degli elicotteri in servizio di sicurezza (pagina accanto).
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SERVIZIO
DI POLIZIA
Per ovvi e intuitivi motivi di sicurezza, in occasione dei solenni funerali di papa Woityla lo spazio aereo di Roma è stato interdetto al volo privato. Comunque, per consentire la diffusione di efficaci fotografie riprese dall’alto, la Polizia di Stato ha coinvolto Massimo Sestini in una iniziativa sostanzialmente unica. Il fotoreporter è stato ospitato in uno degli elicotteri della Sicurezza che hanno sorvolato la Capitale; dopo di che, le sue riprese sono state distribuite gratuitamente alla stampa internazionale. Lello Piazza ha intervistato Massimo Sestini e Roberto Sgalla, direttore dell’ufficio Relazioni Esterne della Polizia di Stato, allargando le considerazioni al rapporto con la fotografia. Più in generale
Q
uando chiami Massimo Sestini sul cellulare, non sai mai se è il momento giusto. Una volta, mentre con la tecnica del più scaltro dei paparazzi stava cercando di fotografare non so quale attrice mentre pomiciava non so con quale vip nascosti non ho capito bene dove, mi ha mandato sottovoce e cordialmente a quel paese. Questa volta sono fortunato, sta solo guidando l’auto. Lo chiamo perché ho saputo da Amedeo Vergani, presidente del Gsgiv, Gruppo di specializzazione dei giornalisti dell’informazione visiva, aderente alla Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), sempre informatissimo su tutto ciò che riguarda il mondo del fotogiornalismo italiano, che in occasione dei funerali del papa, Massimo Sesti-
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Salvo particolari visioni di insieme, evocative di tempo e spazio (a pagina 39), Massimo Sestini ha fotografato dall’elicottero i funerali di papa Woityla con un lungo teleobiettivo Canon 500mm stabilizzato, spesso duplicato.
ni ha ricevuto un assignement dalla Polizia di Stato per fotografare l’evento dal cielo. Per motivi di sicurezza quel giorno a nessun aereo o elicottero privato sarebbe stato concesso di volare sopra Roma. Massimo Sestini avrebbe fotografato gratuitamente, e le fotografie sarebbero state messe -altrettanto gratuitamente- sul sito della Polizia, a disposizione di tutti giornali del mondo: unica richiesta la pubblicazione del credito accanto alla fotografia “© Massimo Sestini per la Polizia di Stato”; credito che poi i giornali italiani hanno quasi tutti tralasciato. Ovviamente e come sempre [anche su questo malcostume varrebbe la spesa discutere].
MASSIMO SESTINI Massimo Sestini è al settimo cielo: mi comunica raggiante che con le fotografie scattate al cardinale Joseph Ratzinger qualche tempo fa ha appena pubblicato una storia di copertina su Paris Match [pagina accanto]. Procediamo. «Cosa ti debbo raccontare? L’elicotterata del funerale? Per motivi di sicurezza, volavamo molto alti, sopra Roma: a duemilacinquecento piedi (circa ottocentocinquanta metri). Ho dovuto fotografare con il Canon 500mm stabilizzato, munito di duplicatore. Per ovvi motivi di sicurezza, nessun velivolo ha sorvolato Roma durante i funerali del papa. In coordinamento con la Polizia, Massimo Sestini ha realizzato un servizio distribuito gratuitamente. Unica richiesta la pubblicazione del credito “© Massimo Sestini per la Polizia di Stato” (sostanzialmente tralasciato dai giornali italiani).
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«La Polizia avrebbe potuto lavorare con i propri fotografi, che sono bravi, ma sapeva che ho una grandissima esperienza di riprese dall’elicottero (dall’alto) e l’avvenimento era troppo importante, storico addirittura, per rischiare. Ovviamente, la Polizia italiana voleva fare bella figura di fronte al mondo (la cui attenzione era catapultata sull’avvenimento), e sono contento che abbiano scelto me per non sbagliare. Io ho accettato: dall’elicottero, negli ultimi venticinque anni, ho fotografato di tutto, disgrazie, sciagure, eventi di ogni tipo, senza mai bucare un servizio. E mi avrebbe fatto gioco, mi ha fatto gioco, impegnarmi anche in questo servizio. «Alla Polizia sono stati bravi, e hanno rivelato grande attenzione e delicatezza. Hanno fatto quello che si fa già in Vaticano e alla Casa Bianca, che hanno i propri fotografi, dopodiché le fotografie le distribuiscono gratuitamente a tutti. «L’idea è partita da loro. In precedenza, io avevo chiesto un accredito regolare per volare, che non mi è stato concesso perché c’erano troppe richieste e non si poteva accontentare qualcuno e non qualcun altro. Perciò avevo rinunciato. Mi hanno telefonato alla vigilia, e sono rimasto talmente sorpreso che pensavo addirittura a uno scherzo. È proprio una loro iniziativa ed è giusto che senti la loro campana».
Avevo già intenzione di farlo, anche perché volevo chiedere loro come mai hanno realizzato, negli ultimi due anni, due calendari con grandi fotografi. «Sì, quest’anno con Oliviero Toscani, mentre l’anno scorso hanno incaricato dodici fotografi, uno per ogni tavola mensile. Io ho fatto parte del gruppo: ho fotografato i Nox che si lanciano dall’elicottero mentre volano in aria. Non ho scattato da terra, ma ho programmato una macchina fotografica montata sul casco di uno di loro, che ho comandato a distanza [a pagina 39]. «Adesso ti saluto. Ciao Lello, ciao ciao».
POLIZIA Grazie a Mario Viola dell’ufficio Relazioni Esterne della Polizia di Stato riesco facilmente a intervistare Roberto Sgalla, direttore dello stesso ufficio. La domanda è scontata: Il mondo dei media ha molto apprezzato la vostra iniziativa di fotografare dal cielo i funerali del papa, nonostante i problemi di sicurezza, optando per la soluzione di portare un fotografo su un vostro elicottero e di distribuire poi gratuitamente le fotografie ai giornali. Che origini ha questa idea? «Come annota anche lei, abbiamo agito così per ragioni di sicurezza, ma anche perché stiamo concretamente realizzando l’idea di essere il più possibile al servizio del cittadino, anche oltre i nostri compiti istituzionali. Tanto è vero che per l’occasione abbiamo realizzato un duplice reportage: simultaneamente a quello fotografico di Massimo Sestini, da lei citato, abbiamo realizzato anche riprese televisive, a propria volta distribuite gratuitamente a tutte le reti italiane e straniere. L’unico vincolo di comunicazione è rappresentato dal fatto che abbiamo sovrapposto il nostro logotipo alle immagi-
ni e il credito “Courtesy of Italian Police”. «Molte televisioni avevano chiesto il permesso per riprendere dal cielo. Però, per motivi di sicurezza, lo spazio aereo è stato interdetto a velivoli ed elicotteri, se non quelli -appunto- della Sicurezza. Abbiamo pensato: visto che siamo gli unici a poter volare, forniamo noi un servizio alla collettività attraverso la comunicazione. «Per la fotografia abbiamo contattato Massimo Sestini, che si è subito detto pronto a collaborare gratuitamente, mettendo a disposizione la propria capacità e le proprie attrezzature. Sono state realizzate fotografie che a detta di tutti sono belle e significative. Le abbiamo inserite sul nostro sito, scaricabili da parte dei giornali, e ci ha fatto molto piacere che molti media italiani ed esteri le abbiano pubblicate.
Con diversi passaggi su piazza San Pietro, Massimo Sestini ha fotografato le solenni fasi dei funerali di papa Woityla con abile occhio fotogiornalistico. Il suo servizio è ben costruito; la stampa internazionale ha potuto contare su un reportage attento e completo.
All’indomani dell’elezione di papa Benedetto XVI, Paris Match ha pubblicato un ampio servizio fotografico di Massimo Sestini, realizzato ai tempi in cui Joseph Ratzinger era cardinale in Vaticano.
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PREOCCUPAZIONI GIORNALISTICHE
P
er quanto la distribuzione gratuita da parte della Polizia di Stato delle fotografie dei solenni funerali di papa Woityla abbia un proprio fondamento oggettivo, soprattutto legato a quegli ovvi motivi di sicurezza che hanno in qualche modo limitato l’azione dei fotografi, il fenomeno (della distribuzione gratuita) solleva dubbi e perplessità. Dopo la Polizia, che ha agito in una situazione particolare, rivolgendosi peraltro a un acclamato professionista, anche i Vigili del Fuoco si sono attivati per fornire gratuitamente fotografie stampa. Così, l’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale Stampa Italiana si interrogano sulla legittimità del preoccupante fenomeno. Riportiamo una nota di Amedeo Vergani, presidente del Gsgiv (Gruppo di specializzazione dei giornalisti dell’informazione visiva), aderente alla Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi). «Dopo la Polizia di Stato, ora è la volta dei pompieri. Accade a Siena, dove il comando provinciale dei Vigili del Fuoco ha organizzato un servizio di invio gratuito via internet di immagini di fatti di cronaca locale che coinvolgono l’intervento dei propri reparti. Anche qui, unica contropartita richiesta è la citazione della fonte. «La segnalazione arriva dal Gsgiv della Toscana. “Il fatto porta di nuovo all’attenzione il grave problema che era stato creato prima da Sky, che distribuisce fotografie gratuite delle più importanti manifestazioni sportive, e poi con le immagini del funerale del papa, prelevabili gratuitamente per la pubblicazione dal sito della Polizia di Stato”, ha commentato in una nota il coordinatore del Gsgiv della Toscana, Maurizio Papucci. “Quindi, per l’ennesima volta, torna in discussione il
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ruolo e l’identità del fotogiornalista e di chi produce immagini per l’informazione, attenendosi a regole deontologiche che un Ordine di categoria gli impone, e di chi, invece, produce immagini non rispettando alcuna regola e nessuna verifica”. Conclude Maurizio Papucci: “Dopo questo ennesimo caso, chiediamo ancora una volta alla Federazione Nazionale Stampa Italiana chiarimenti in merito”. «Condividendo pienamente gli interrogativi di Maurizio Papucci, il Gsgiv della Lombardia li rilancia anche all’Ordine dei giornalisti, che sul piano giuridico è sicuramente l’interlocutore più adeguato. Infatti, è l’organismo che ha il dovere istituzionale di dare concrete risposte sulla legittimità o meno del fatto che soggetti estranei agli obblighi imposti dalla norme deontologiche che qualificano la professione di giornalista producano direttamente informazione destinata ai lettori. «In sostanza, anche a noi piacerebbe sapere una volta per tutte se, stante le leggi del nostro paese, è lecito produrre con continuità informazione giornalistica senza essere giornalisti. Ovvio, che se la risposta dovesse essere affermativa, cominceremo a sospettare che tutti noi iscritti all’Ordine, giornalisti professionisti in prima fila (di fotografia, scrittura o radiofonici e televisivi), dovremmo essere solo poveri fessi; da anni e anni, partendo dall’emanazione della legge 69/1963, saremmo stati semplicemente presi per i fondelli in compagnia dei cittadini tutti: soggetti che, non dimentichiamolo, sono i destinatari di tutte le garanzie assicurate dai “produttori di informazione” sottoposti alle norme dell’Ordine dei giornalisti, nello spirito base della legge sull’ordinamento della professione di giornalista».
Massimo Sestini ha illustrato una tavola del calendario 2004 della Polizia di Stato, affidato a dodici professionisti. Il calendario 2005 è stato realizzato da Oliviero Toscani; e si completa con un libro nel quale sono raccolti i backstage dei set fotografici.
«Ma la cosa che ci ha fatto ancora più piacere sono stati gli accessi dei cittadini al sito. Solo nel primo giorno abbiamo avuto centocinquantamila accessi di persone, che hanno solo voluto vedere le fotografie; persone che hanno apprezzato questa galleria di immagini, che di fatto sono anche un omaggio da parte nostra a questo grande papa. «Tenga conto che Giovanni Paolo II era particolarmente legato a noi. Abbiamo un reparto apposito, che risiede in Vaticano per garantire la sicurezza del pontefice; l’anno scorso, in occasione della nostra festa annuale, dalla sua finestra papa Woityla ha espressamente fatto gli auguri alla Polizia di Stato». Una precisazione: Il cittadino come sapeva della presenza delle fotografie sul vostro sito? «Prima ti tutto, bisogna tenere conto che il nostro sito è visitato moltissimo, perché è un sito di servizio [www.poliziadistato.it]. Mi consenta un inciso; non lo affermo io, ma recentemente su Comunicazione Pubblica è stato definito il miglior sito delle venticinque polizie della Comunità Europea. «Tornando al cittadino, è quindi probabile che la gente che accedeva per altri motivi, vedendo segnalata sull’homepage il link alle fotografie del papa, ne abbia approfittato per andare a dare un’occhiata». È il momento di allargare le considerazioni, come avevo intenzione di fare fin dall’inizio: Quanto accaduto è anche indice di un’attenzione più generale della Polizia per la fotografia? Per esempio, negli ultimi due anni avete pubblicato due calendari con fotografie importanti. «La nostra filosofia è stata ben definita dal capo della Polizia, Giovanni De Gennaro, nella presentazione del libro del backstage che accompagna il calendario 2005. «Da sempre, la fotografia testimonia i vari momenti del nostro lavoro, della nostra attività professionale; alcune volte in modo curioso, altre purtroppo in maniera tragica. Quindi, non poteva non esserci, non può non esserci un rapporto forte con i fotografi. Nel 2004 abbiamo realizzato un calendario chiedendo a dodici fotografi di rappresentarci come ci vedevano, in piena libertà. Quest’anno abbiamo affidato il calendario 2005 a Oliviero Toscani. «La cosa è nata così. Siamo stati interpellati dalle Assicurazioni Generali, che con Oliviero Toscani avevano intenzione di realizzare una campagna sulla sicurezza stradale con affissioni e pagine sui giorna-
li. Ci chiesero se eravamo disponibili a collaborare. Siccome da tempo facciamo molte operazioni con partner per motivi sociali abbiamo acconsentito. «Abbiamo preso contatti e accordi con Oliviero Toscani, che per un certo tempo ha girato con una nostra pattuglia. I ragazzi della Stradale lo hanno portato sui luoghi dove avevano rilevato gli incidenti e lui fotografava quello che era rimasto dopo l’incidente, un cartello divelto, le strisce della frenata. Queste sarebbero state le immagini della campagna. «Poi un giorno gli abbiamo chiesto di realizzare il nostro calendario, e lui ha accettato subito; gratuitamente, bisogna dargliene atto. Album di famiglia lo abbiamo chiamato, un album che racconta come ci vediamo e come la gente ci vede [in alto]. «Dunque per noi la fotografia è molto importante; è uno strumento che utilizziamo perché racconta la nostra vita, il nostro lavoro». Congratulazioni, avete fatto un lavoro fantastico. Lello Piazza
Dalle spettacolari visioni di insieme (come questa, a sinistra, che rivela l’uso accorto e finalizzato dell’ampio angolo di campo grandangolare) alle inquadrature di dettaglio, il reportage di Massimo Sestini sui funerali di papa Woityla visti dall’elicottero ha raccontato e testimoniato l’eccezionalità di un momento storico. L’originalità del servizio combinato dalla Polizia di Stato costituisce un precedente, oppure un punto di partenza, con il quale si deve/dovrà confrontare il fotogiornalismo.
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UN PATRIMONIO Non ci sono e non ci siano dubbi. Per quanto dipendenti dalle combinazioni tecnologiche, e anche da quelle commerciali, la cultura dell’immagine e l’analisi sociale della presenza dell’immagine nella società non prescindono dalla capacità di collegamento e sintesi che è propria e caratteristica di chi apre il proprio pensiero a osservazioni non preconcette. L’edizione libraria di Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia racconta e ricostruisce una vicenda fondamentale del percorso fotografico italiano. Immagini e parole in sintonia di intenti
DI TUTTI M
archio fotografico rilanciato in quanto tale alla fine del 2000, Ferrania ha tracciato solchi profondi e fertili nella cultura italiana della fotografia (e del cinema). Coscienti che non è la labilità dei ricordi o il fascino della nostalgia a guidare il nostro pensiero odierno, in anni che osiamo identificare come “fantastici” Ferrania fu protagonista di una luminosa stagione. Senza esitazione ricordiamo prima di altro la rivista Ferrania (omonima), che negli anni Cinquanta e Sessanta ospitò testi dei maggiori esperti nazionali di fotografia e cinema. Per quanto venisse pubblicata a supporto e sostegno delle proprie pellicole, rispettivamente indirizzate ai due mercati, la testata rappresentò una palestra di idee, opinioni e dibattito con pochi eguali nella storia dell’editoria italiana di settore. Sull’onda di questa esperienza editoriale, confortata da altre iniziative, tra le quali non ci si deve di-
Jindra Panaček; Hana Hagerová sul set del film cecoslovacco “Speranza”, regia di Karel Kachyňa; 1963. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; carta, 238x175mm.
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Anonimo; Côte d’Azur, Riviera. Feste dei fiori a Villefranche; circa 1900. Diapositiva stereo alla gelatina bromuro d’argento; positivo su vetro, colorato a mano, 85x85mm (85x170mm).
menticare il qualificato CIFe, Centro Informazioni Ferrania, nel centrale corso Matteotti di Milano, l’acquisizione di immagini e interi archivi (Elio Luxardo, Ghitta Carrell, Attilio Badodi, Giovanni Verga e Francesco Negri) ha successivamente formato il corpo di una autentica e lungimirante Fototeca, voluta dalla 3M Italia, filiale della multinazionale statunitense che per decenni è stata proprietaria della produzione fotografica.
FOTOTECA E ALTRO Il patrimonio fotografico della Fototeca 3M, ricco di circa trentamila immagini, è periodicamente messo a frutto per iniziative di taglio fotografico alto. A
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memoria, ricordiamo l’edizione di una affascinante monografia dedicata da Federico Motta Editore a Elio Luxardo, in occasione di una retrospettiva allestita nelle sontuose sale della Villa Reale di via Palestro a Milano (per la prima volta aperta alla fotografia; FOTOgraphia, maggio 2001). E poi richiamiamo la recente mostra Giovanni Verga, scrittore fotografo, che la scorsa estate ha avviato il proprio iter espositivo al milanese Palazzo dell’Arengario (FOTOgraphia, luglio 2004). A completamento, non sono mancate le ricostruzioni storiche, la più recente delle quali è arrivata in distribuzione libraria ormai dieci anni fa: Dalla Ferrania alla 3M è una monografia di sostanza che racconta con compe-
Ghitta Carrell; Lo scrittore Cesare Pavese; circa 1948. Stampa contemporanea da negativo su lastra originale; cartoncino, 180x240mm. Anonimo; Una scena del film “Musorgskij” di Grigorij Rošal; 1950. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; carta, 290x225mm.
tenza un percorso che è stato industriale, culturale, sociale e di costume allo stesso momento (FOTOgraphia, marzo 1995). Personalmente, non abbiamo mai fatto segreto delle nostre attuali assidue frequentazioni dell’Eura Ferrania, sei-per-sei a indirizzo popolare che ai propri tempi, alla fine degli anni Cinquanta, compose un fondamentale capitolo della storia sociale della fotografia italiana, per poi ripresentarsi ai nostri giorni sull’onda lunga della creatività applicata, solleci-
tata dal fenomeno Holga e dintorni. Ne abbiamo scritto così tante volte da poter stilare un richiamo addirittura in forma di autentico casellario. Holga: prima passerella italiana assoluta nel nostro numero del febbraio 1998, con relativo portfolio di immagini di Claudio Amadei (autentico profeta della Fotografia Holga); ancora Claudio Amadei con È corsa, reportage dalla Mille miglia storica, e Holga mon amour, variegato percorso creativo, nel giugno 2001 e marzo 2002. Quindi, Eura Ferrania: nume-
(in alto) Ezio Quiresi [ FOTOgraphia, aprile 2005]; Brinata; anni Cinquanta. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; cartoncino, 300x402mm. (al centro) Attilio Badodi; Giacomo Puccini; circa 1910. Stampa alla gelatina bromuro d’argento con viraggio seppia; carta, 166x230mm.
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Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia; a cura di Cesare Colombo; immagini dall’Archivio Fotografico Fondazione 3M; testi di Giovanna Calvenzi, Cesare Colombo, Lorenzo Pellizzari, Daniela Tartaglia e Italo Zannier; De Agostini Editore, 2004 (corso della Vittoria 91, 28100 Novara); 288 pagine 27x31,5cm, cartonato con sovraccoperta; 65,00 euro.
ro speciale Gioco o son desto? nel settembre 1998; portfolio In viaggio con Eura di Antonio Bordoni (maggio 2000 e marzo 2003) e Nudi con Eura di Franco Sergio Rebosio (giugno 2002; con anche paesaggi di Sebastiano Guerriero).
DUNQUE, FERRANIA
Anonimo; Jeanne Moreau in “Jules e Jim”, regia di François Truffaut; 1962. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; carta, 170x231mm.
Giancarlo Sala; Porto Marghera, zona di ampliamento industriale; anni Sessanta. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; cartoncino, 295x347mm.
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In stretto ordine temporale, tornando all’essenza dell’Immagine, dopo le divagazioni sull’epopea della Eura Ferrania, recentemente l’Archivio Fotografico Fondazione 3M, attuale definizione ufficiale, ha dato vita a una monografia illustrata in modo affascinante e coinvolgente e commentata con saggi di accompagnamento estremamente approfonditi. A cura di Cesare Colombo, pubblicato da De Agostini alla fine dello scorso anno (scusateci tutti il ritardo), Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia è un volume prezioso che racconta una storia avvincente. La combinazione di immagini e parole è opportuna e irrinunciabile; i saggi che introducono i singoli capitoli nei quali la vicenda è stata abilmente scomposta e suddivisa sono fondamentali: un pregiato tesoro per la cultura d’immagine nel nostro paese, per proprio costume avaro di occasioni analoghe. Dunque, si tratta di una raccolta di sostanza, capace di arricchire con la propria competenza della materia. Minimo comune denominatore, entro il quale si muovono sia le immagini sia i testi, è l’esperienza culturale Ferrania, il cui logotipo storico è richiamato fin dalla copertina, affinché non ci siano, né sorgano, dubbi. Territorio privilegiato dove è cresciuto e si è alimentato un concreto approfondimento della fotografia (e del cinema), quella seminata dall’esperienza culturale Ferrania è una giu-
risdizione dell’approfondimento di linguaggio che ancora oggi può far valere e sentire i propri frutti. Come spesso annotiamo, e come scriviamo anche in altra parte della rivista, su questo stesso numero, riflettendo sul recente passato e immediato futuro della Fotografia, «L’immagine appartiene al nostro tempo; e chi da tempo ne conosce princìpi e connotati deve saper indirizzare idee e opinioni».
Anonimo; Trieste, il faro; novembre 1918. Stampa alla gelatina bromuro d’argento viraggio seppia; carta montata su cartone; 218x166mm (250x357mm).
SULLE PAGINE Ferrania. Storie e Figure di Cinema & Fotografia è un volume fisicamente corposo e impegnativo: 228 pagine 27x31,5cm, cartonato con sovraccoperta. Insomma, è adeguato al contenuto di immagini che presenta: tutte riprodotte con cura e pubblicate in dimensioni godibili. Arricchito dalla testimonianza conclusiva Corso Matteotti (e dintorni) di Roberto Spampinato, anima della Fototeca e memoria storica della lunga e nobile vicenda culturale Ferrania, l’insieme delle immagini è ordinato per capitoli (s)oggettivamente consequenziali. Alla fine, inestimabili il Catalogo delle fotografie pubblicate, tutte presentate in modo museale (grazie) e la Nota bibliografica, che rimanda ciascuno a ulteriori, possibili approfondimenti tematici individuali. Dopo la doverosa prefazione di rito di Antonio
Arturo Bragaglia; L’attrice Francesca Bertini; circa 1928. Stampa su carta al carbone con viraggio seppia; 168x248mm.
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Anonimo; Roma. Jennifer Jones sul set del film “Stazione Termini”; 1953. Stampa alla gelatina bromuro d’argento; carta, 238x180mm.
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Pinna Berchet, vicepresidente della Fondazione 3M, che richiama, sottolineandoli, i punti portanti e qualificanti l’intera operazione, si entra nel vivo della vicenda, anzi delle vicende singole quanto collegate tra loro. Cesare Colombo, curatore del volume, da quarant’anni tra i protagonisti della fotografia italiana, irrompe subito nella materia: L’età dell’argento, ovvero Un secolo di cultura visiva: l’Archivio 3M Ferrania, è una dotta disamina storica compilata senza avarizia, né ritrosia alcuna. Prima di approdare alle illustrazioni vere e proprie del volume, già le immagini a corredo di queste pagine sono per noi più che preziose, perché danno peso e risalto a quel connubio tra tecnica e creatività che a nostro personale modo di vedere e intendere l’immagine è violentemente indissolubile. Quindi, Nascita di un linguaggio e Uomini e spazi sono concentrati saggi di Daniela Tartaglia, storica dell’immagine che inquadra il capitolo Ferrania (e relativo Archivio) nel contesto generale dell’evoluzione del linguaggio fotografico. A seguire, con Tra leader e star, Giovanna Calvenzi, photo editor di prestigiosi periodici italiani, critica e curatrice di mostre (e altro ancora) si sof-
ferma sul ritratto fotografico, che nella Fototeca ha una significativa e qualificata presenza. Italo Zannier, storico e docente di Storia della fotografia, riprende l’escursus della rivista Ferrania (appunto “Ferrania”, maestra di fotografia), parlandone dall’interno, da protagonista: fotografo negli anni Cinquanta, ha dato al periodico almeno per quanto ne ha ricevuto. A concludere, due interventi sul cinema: Tra Ferrania e Cinecittà e Da Hollywood al mondo di Lorenzo Pellizzari, apprezzato e competente critico e storico del cinema e della fotografia, autore di numerosi saggi a tema. Un solo rammarico, non prima di consigliare nuovamente il libro (se non si fosse ancora capito, è questo il nostro vivo suggerimento): mi spiace solo di non aver avuto personale parte in questa retrospettiva. Avrei potuto dire la mia, magari -ribadisco- a partire dalla socialità dell’Eura Ferrania: tra passato e presente, con proiezione al futuro dell’Immagine. Oggi, “liberi tutti”, gli spazi esistenziali della Fotografia sono estremamente ampi ed eterogenei, non vanno mortificati da considerazioni e parole in chiusura. È esattamente lecito e doveroso il contrario. Maurizio Rebuzzini
Nel centro di Milano, in uno spazio cittadino estremamente limitato e localizzato, socializzano giovani dei nostri tempi, che qui trovano il conforto di una protezione di gruppo senza sovrastrati. Si tratta di un fenomeno spontaneo, significativo dal punto di vista sociale, ignorato dal giornalismo anche solo del costume, altrimenti orientato. Senza l’attento e partecipe racconto fotografico di Ernesto Fantozzi, che nei mesi ha svolto un intenso reportage, questo momento passerebbe (sarebbe passato) inosservato. Vigore, potenza e qualità di una fotografia della vita libera da condizionamenti siste un tipo di reportage che è sempre più difficile trovare o ritrovare. Un reportage tanto silenzioso quanto vivo negli intenti di chi lo frequenta e realizza. Nascosto tra le pieghe di attenti fotografi non professionisti, questo racconto di vita è un patrimonio insostituibile, di cui non si può fare a meno, che testimonia la socialità di tutti i giorni, che dalla cronaca (o in assenza di cronaca), complice il trascorrere del Tempo, matura in Storia. Si tratta sempre di fotografie, ribadiamo non professionali nell’incarico (non certo nello svolgimento), che aiutano a scrivere pagine di grande valore, sia nella storia della fotografia sia in quella del costume sociale. Tra i tanti possibili, è il caso del recente reportage cittadino di Ernesto Fantozzi. Un reportage senza clamori, ma fantastico, avvolgente e coinvolgente. Vicino alla vita di tutti i giorni. Quelle che il fotografo Ernesto Fantozzi ha colto in più riprese, tutte in un unico, limitato e localizzato spazio urbano, sono immagini pensate per documentare e testimoniare la vita reale che si svolge sotto gli occhi di tutti,
E
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e che scomparirebbe dalla memoria (non soltanto sociale) se non venisse individuata e fissata con gli stilemi propri della più attenta e partecipe fotografia. I protagonisti del reportage di Ernesto Fantozzi, del quale queste pagine presentano un significativo estratto, sono i
LA STO LA STORIA È
giovani dell’inizio di Millennio, che nel centro di Milano si incontrano e riuniscono in socialità proprie ed esclusive (muovendosi in uno spazio fisicamente ristretto, come è questa rientranza di corso Vittorio Emanuele, identificata come Corsia dei Servi, dove si centralizzano emozioni e vita). Mo-
mento caratteristico, certamente comune a tutte le epoche, che per la propria personalità e unicità è testimone diretto ed espressivo di una trasformazione sociale in perenne evoluzione, che se non fosse registrata da fotografie si consumerebbe in se stessa; probabilmente alla sola memoria non resterebbero elementi sufficienti per ricostruire, nella possibile evoluzione futura, un passaggio storico nel costume dei nostri tempi. Al pari di altri autori-osservatori-narratori, tutti animati dal medesimo spirito, tutti altruisti nel proprio impegno fotografico, possiamo identificare e definire Ernesto Fantozzi come attento segnalatore di momenti, avendo appunto mantenuto salda la capacità di concepire un racconto per immagini e non lasciarsi sedurre dal fascino, magari solo estetico, di una attenzione petulante delle inquadrature.
ORIA È OGGI OGGI
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Autore di apprezzata capacità, Ernesto Fantozzi dà onore e lustro a un modo di fare e intendere la fotografia che sta scomparendo, o forse è già scomparso nell’impiego proprio e specifico del giornalismo, imbrigliato ormai da tanti/troppi condizionamenti (a partire dalla identificazione verticistica di ciò che merita o non merita attenzione pubblica). Quella realizzata da Ernesto Fantozzi, e da altri narratori del quotidiano, è la eloquente ed espressiva registrazione, attraverso la ripresa fotografica, di fenomenologie sociali o cittadi-
ne, e di stili di vita (preme ricordare che Ernesto Fantozzi è stato tra i fondatori e componenti del celeberrimo Gruppo 66, nato nel 1965 con l’intento di raccogliere lavori di reportage di rilevanza storica per Milano). In questo senso la classificazione “non professionista” diventa preziosa, poiché delega a fotografi di tanto calibro, quale è Ernesto Fantozzi, la libertà di raccontare direttamente e in modo eloquentemente storico, in questi (tristi) tempi di “embedded”. Alessandra Alpegiani
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apidamente, riprendiamo un concetto già espresso e riferito, che qui ha pieno e completo diritto di residenza. A nostro modo di vedere e pensare, la combinazione fotografica con il telefonino non segue la lunga direttiva di evoluzione avviata dall’invenzione della fotografia (1839). Diversamente, staccandosi da questa, traccia un profondo solco -forse autonomo- nella autentica e completa libertà fotografica: la stessa che molti sognatori avrebbero voluto per le proprie intuizioni e invenzioni: sopra tutti, pensiamo alla Box Kodak di George Eastman (1888; FOTOgraphia, giugno 2004), alla fotografia a sviluppo immediato di Edwin H. Land (1947; FOTOgraphia, febbraio 1997), alle semplificazioni Kodak Instamatic e Pocket Instamatic, alla genìa della quale ha fatto parte la Eura Ferrania (FOTOgraphia, settembre 1998), alla consecuzione di monouso. Però, pur semplificando sistematicamente le proprie combinazioni e regolazioni, fino al telefonino con obiettivo, in precedenza la fotografia non è mai riuscita ad abbattere quel muro/sovrastrato (di diffidenza) che le permettesse di passare da un discorso di ad(continua a pagina 56)
Attimi di vita quotidiana fermati e fissati con emozione da Maurizio Galimberti, autore di spicco della fotografia creativa contemporanea, attraverso l’obiettivo del Nokia 6681. Nel registrare la socialità della fotografia senza confini né limite alcuno, appunto nella propria combinazione semplificata e semplificante con il telefono cellulare, approdiamo all’espressione d’autore
TELEFONI NOTEMPOE MOZIONE
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DA NOKIA A EPSON
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ue sono le combinazioni tecniche conseguenti che definiscono i confini metodologici dell’azione creativa TelefoninoTempoEmozione di Maurizio Galimberti: appunto il telefonino Nokia 6681 e la stampante diretta Epson PictureMate. Assieme alla configurazione 6680 (dotata di secondo obiettivo per riprese/trasmissioni VGA integrate, da 640x480 pixel), per quanto ci riguarda direttamente e da vicino, il Nokia 6681 offre la risoluzione fotografica di 1,3 Megapixel e la soluzione Nokia Xpress Print, che permette la connessione diretta con varie stampanti compatibili o chioschi fotografici. L’acquisizione di immagini è semplice, grazie al frontalino scorrevole che attiva istantaneamente l’applicazione fotografica. Tra le funzioni di controllo dell’immagine si segnalano la regolazione del contrasto, l’opzione di diverse tonalità di colore (tra cui bianconero e seppia)
(continua da pagina 53) detti a una genericità assoluta. Ergo, soltanto nella propria combinazione con il telefonino, la fotografia non è sovrastruttura, ma quotidiano. Per la prima volta, l’idea di immagine appartiene alla Vita, così come le appartengono l’aria che respiriamo, i luoghi che visitiamo, le persone con cui ci confrontiamo, il Tempo che attraversiamo. Per la prima volta, ancora, la fotografia può essere un gesto spontaneo, non intenzionale, senza premeditazione, ovvero senza essersi appositamente attrezzati.
INDIRIZZO FOTOGRAFICO In questa chiave, socialmente discriminante, la presenza commerciale Nokia è significativa e di personalità unica. Dalle configurazioni dei propri telefonini con obiettivo, in costante evoluzione tecnologica, alla comunicazione al pubblico, Nokia declina un pertinente discorso di immagine. Addirittura, gli spot televisivi a questo si riferiscono; paradossalmente, dando per scontate le originarie caratteristiche di “telefono”. Nel concreto, Nokia dà risalto alla propria individualità foto-
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e il flash LED, che migliora la ripresa degli oggetti vicini in condizioni di scarsa luminosità ambiente. La nuova versione Epson PictureMate 500, con alimentazione a batteria, è una stampante colore portatile per copie 10x15cm, utilizzabile in ogni condizione e circostanza, senza dover dipendere dalla corrente di rete. Anche senza l’uso di computer, Epson PictureMate 500 consente di stampare in tutta semplicità. Sul display LCD da 2,4 pollici compaiono le istruzioni che guidano nel processo di stampa. Per le copie 10x15cm da file letti direttamente su Card di memoria, o trasmessi attraverso il collegamento senza cavi Bluetooth (accessorio opzionale), sono previste efficaci impostazioni di stampa: margini, monotonalità bianconero o seppia, e persino la possibilità di ingrandire un’area specifica all’interno dell’inquadratura totale.
grafica, considerandola non accessoria ma determinante, come hanno puntualizzato, semmai fosse servito farlo, le presenze ai padiglioni della Photokina di Colonia del settembre 2004 e del PhotoShow 2005, lo scorso marzo a Milano. Allo stesso momento, si registra la combinazione commerciale con Fowa, per la distribuzione nel canale fotografico dei telefonini Nokia con funzione fotografica. Clamorosamente, per quanto sia tanto, non è ancora tutto. Con intelligenza e lungimiranza, Nokia si è presto inserita nell’ambito della fotografia d’autore, dando visibilità a un’espressione creativa di Maurizio Galimberti, celebrato autore della fotografia d’arte contemporanea (FOTOgraphia, maggio 1995, marzo 2000, settembre 2000, luglio 2001 e marzo 2003).
ESPRESSIONE CREATIVA Per una settimana, dal 10 al 15 maggio, alla galleria d’arte contemporanea Fabbrica Eos di Milano (piazza Baiamonti 2), Maurizio Galimberti espone una serie di proprie visioni fotografiche realizzate con il telefonino Nokia 6681, dotato di funzioni fotografiche, con risoluzione di 1,3 Megapixel. In collaborazione con l’Agenzia Contrasto, TelefoninoTempoEmozione presenta copie colore 10x15cm realizzate con stampante semplice/semplificata Epson PictureMate e ingrandimenti da acquisizioni colore dai 10x15cm originari. L’evento è in qualche modo/misura addirittura storico, se non già epocale. Dopo precedenti combinazioni espositive casuali, molte delle quali realizzate con garibaldina spavalderia (dilettanti allo sbaraglio), questo allestimento sancisce una comunione di intenti -tra fotografia da telefonino ed espressione artistica-, che di fatto dà peso e connotato all’intera socialità della fotografia da telefonino: prima di tutto spontanea e briosa, ma capace di mutare anche il proprio ritmo, senza doversi cambiare d’abito! Le immagini di Maurizio Galimberti, abile anche nel circoscriverle in un richiamo adeguatamente diretto nella propria costruzione linguistica, appunto TelefoninoTempoEmozione, rappresentano un racconto delle emozioni dell’autore, ispirate dal movimento e dal ritmo. Per Maurizio Galimberti, le fotografie riprese con il Nokia 6681 compongono «frammenti istantanei fermati in una eterna quotidianità». Angelo Galantini
rima di tutto, si registra la presenza di un Digital Vari Program ampliato, che aumenta le opportunità di ripresa della reflex digitale Nikon D50 e consente di cogliere l’essenza dei momenti particolari e irripetibili che si presentano davanti all’obiettivo. La facilità di uso è un aspetto fondamentale della configurazione di questa reflex,
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della Nikon D50, gli automatismi di esposizione a priorità dei tempi di otturazione o dei diaframmi e la misurazione selettiva Matrix; in alternativa, la valutazione Ponderata centrale e la lettura Spot danno spazio alla creatività individuale, per composizioni ricercate.
CUORE POSSENTE Il “nucleo” della Nikon D50 è un evoluto sensore di imma-
mal a risoluzione massima e scheda di memoria SD SanDisk Ultra II da 256Mb), rendendo la fotografia d’azione una piacevole opportunità. Le immagini vengono elaborate istantaneamente, registrate nella scheda di memoria Secure Digital, e possono essere trasferite rapidamente sul computer tramite la nuova interfaccia USB 2.0 Hi-Speed.
disponibile, con l’impostazione automatica della sensibilità nell’intervallo tra 200 e 1600 Iso equivalenti. Inoltre, per un maggior controllo personale, è possibile impostare manualmente la sensibilità Iso. Il sistema Autofocus a cinque aree della Nikon D50 eredita il collaudato sensore Nikon, già inserito nella pluripremiata D70 (FOTOgraphia, febbraio 2004; premio TIPA
TECNOLOGIA
La nuova reflex digitale Nikon D50, indirizzata e rivolta a un’utenza potenzialmente ampia, interpreta un modo particolare di pensare e vivere i tempi e gli spazi in fotografia: come si riscontra nella libertà di azione e composizione e in ogni aspetto della sua realizzazione indirizzata a un pubblico potenzialmente ampio, non necessariamente già esperto. Azionando il selettore delle modalità di esposizione si può scegliere tra sette icone facilmente distinguibili per finalizzare impostazioni, altrimenti complesse (compresa le regolazione di sensibilità Iso), e ottenere così risultati fotografici adeguatamente affascinanti. Per logica conseguenza, per assecondare la creatività individuale, la semplicità si combina con qualità e risorse tecnologiche. Per esempio, la modalità “Bambini”, rende più agevole la realizzazione di fotoricordo: vivaci nei colori e ricche di contrasto, pronte per la stampa senza ulteriori modifiche da apportare al computer. Invece, i fotografi più esperti possono mettere a frutto il controllo manuale dell’esposizione
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gine CCD formato Nikon DX da 6,1 Megapixel effettivi, cui si abbina un’avanzata tecnologia hardware. La pertinente coniugazione di questi due elementi consente alla reflex di creare file di immagine incredibilmente fedeli, qualitativamente elevati e con un’accresciuta gamma dinamica. Una volta accesa, la reflex digitale Nikon D50 è subito pronta in soli 0,2 secondi. Inoltre, il ritardo allo scatto è ridotto al minimo, in modo da consentire una risposta pressoché istantanea, risolvendo di fatto uno dei disagi più sentiti nella fotografia digitale. Quando è necessario, la Nikon D50 è in grado di scattare in sequenza alla cadenza di 2,5 fotogrammi al secondo, fino a un massimo di centotrentasette immagini consecutive (in Jpeg Nor-
FUNZIONI FOTOGRAFICHE I tempi di otturazione della Nikon D50 variano da 1/4000 di secondo a 30 secondi pieni (più posa B). La sincronizzazione flash fino a 1/500 di secondo è congeniale a infinite regolazioni di esposizione in combinazione con la luce naturale (fill-in). L’otturatore è stato progettato per garantire un rapido movimento delle tendine, con un’operatività senza imprevisti e risultati accurati e costanti, anche con i tempi più rapidi. Grazie alla funzione Iso Auto si sfrutta al meglio la luce
2004, in FOTOgraphia del giugno 2004): sensore dotato di elemento centrale di rilevazione a configurazione incrociata, ampia copertura dell’inquadratura e risposta efficiente in situazioni estreme, di luce debole o molto elevata. Tutto ciò garantisce una precisione AF superiore, un’acquisizione del soggetto rapida e consistente, una miglior capacità di inseguimento. Il nuovo sistema adotta la modalità AF-A per un funzionamento automatico particolarmente fluido, in grado di alternare l’AF-S (autofocus singolo) e l’AF-C (autofocus con-
NIKON D50 IN DIECI PUNTI 1. Sensore CCD formato Nikon DX da 6,1 Megapixel effettivi. 2. Sequenza di scatto in sequenza alla cadenza di 2,5 fotogrammi al secondo, fino a un massimo di centotrentasette immagini consecutive (in Jpeg Normal a risoluzione massima e scheda di memoria SD SanDisk Ultra II da 256Mb). 3. Sette Digital Vari Program. 4. Nuovo Sistema Color Matrix 3D II. 5. Iso Auto, con l’impostazione automatica della sensibilità tra 200 e 1600 Iso equivalenti; in alternativa, è possibile impostare manualmente la sensibilità Iso.
6. Compatibilità con l’intera gamma di obiettivi Nikkor AF. 7. Autofocus a cinque aree: sensore dotato di elemento centrale di rilevazione a configurazione incrociata, ampia copertura dell’inquadratura e risposta efficiente in situazioni estreme, di luce debole o molto elevata. 8. Modalità AF-A che alterna l’AF-S (autofocus singolo) e l’AF-C (autofocus continuo) in base al movimento del soggetto nell’inquadratura. 9. Bilanciamento del bianco con opzioni personalizzate. 10. In versione Silver e Black, commercializzata “solo corpo” o in kit con il nuovo AF-S DX Zoom-Nikkor 18-55mm f/3,5-5,6G ED.
CREATIVA tinuo) in base al movimento del soggetto nell’inquadratura. Si avvale inoltre dell’illuminatore ausiliario AF, per le riprese in condizioni di luce debole.
COLORE E LUCE La Nikon D50 riproduce fedelmente i colori naturali, valutando l’intera inquadratura e abbinando il bilanciamento del bianco alle caratteristiche della sorgente di luce. Il bilan-
ciamento del bianco automatico avanzato è in grado di gestire gran parte delle situazioni di illuminazione; tuttavia sono disponibili opzioni aggiuntive, quali una scelta flessibile di sei impostazioni manuali specifiche, il bracketing sul bilanciamento del bianco (per una maggior creatività nella scelta dei risultati), nonché la possibilità di pre-misurazione con utilizzo di un sog-
getto grigio o bianco come riferimento in condizioni di illuminazione mista. Il nuovo sistema di misurazione Nikon Color Matrix 3D II garantisce un controllo accurato dell’esposizione nella maggior parte delle situazioni di illuminazione, confrontando automaticamente i dati rilevati dal sensore da 420 pixel con l’ampio database incorporato nella reflex, che contie-
ANCORA E SEMPRE NIKKOR
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no degli aspetti chiave per l’utilizzo ottimale delle reflex digitali Nikon è il potenziale creativo di un ampio sistema di obiettivi intercambiabili. La nuova Nikon D50 conferma la piena e assoluta compatibilità con la serie di obiettivi AF Nikkor, nonché con la gamma sempre più ampia di obiettivi DX Nikkor, dedicati alla fotografia digitale. In questo senso, due novità ottiche. In consecuzione focale: AF-S DX Zoom-Nikkor 18-55mm f/3,5-5,6G ED e AF-S DX Zoom-Nikkor 55-200mm f/4-5,6G ED. Da un’ampia inquadratura grandangolare (18mm, equivalente alla focale 27mm sul formato fotografico 24x36mm) a una visione sostanzialmente medio tele (55mm, in equivalenza 82,5mm) e, quindi, in consecuzione diretta, fino al consistente avvicinamento lungo tele (200mm, equivalente a 300mm), due nuovi zoom dedicati alle reflex digitali Nikon, con sensore di acquisizione di dimensioni inferiori al tradizionale fotogramma 24x36mm (rapporto di equivalenza 1,5x). Corrispondente all’escursione 27-82,5mm della fotografia tradizionale 24x36mm, l’AF-S DX Zoom-Nikkor 1855mm f/3,5-5,6G ED vanta una lente in vetro ED, a basso indice di dispersione, e una asferica ibrida, che contengono l’aberrazione cromatica, l’astigmatismo e altre forme di distorsione, contribuendo ad elevati livelli di risoluzione e contrasto. Anche l’AF-S DX Zoom-Nikkor 55-200mm f/4-5,6G ED, che si accoda esattamente al precedente zoom, segnala due lenti in vetro ED, a basso indice di dispersione, che riducono al minimo le aberrazioni cromatiche e altre forme di distorsione, per raggiungere ottimi livelli di risoluzione e di contrasto.
ne più di trentamila scene caratteristiche ricavate da situazioni fotografiche reali.
OPZIONI Design compatto e leggero, con i comandi facilmente accessibili ed efficienti. I menu visualizzati nell’ampio monitor LCD da due pollici si avvalgono di una nuova veste grafica e presentano una serie di informazioni di chiara identificazione. La batteria ricaricabile di elevata capacità agli ioni di Litio fornisce energia sufficiente per acquisire fino a duemila immagini con una sola carica. Quindi, sono state ampliate le opzioni per il comando a distanza. Il nuovo Flessibile elettrico MC-DC1 (accessorio opzionale) aggiunge praticità e comodità di impiego in molte situazioni di ripresa (esempio nelle esposizioni a tempo o nella fotografia ravvicinata e macro). Rimane naturalmente possibile l’attivazione a distanza senza cavi, tramite il Telecomando opzionale MLL3. Una terza opzione viene fornita dal software Nikon Capture 4 (release 4.2), utilizzabile anche per il controllo a distanza dal computer, via connessione USB. In ultimo, si segnalano diverse opzioni di playback, versatile personalizzazione delle impostazioni, interfaccia USB per una più agevole connettività, possibilità di stampa diretta tramite una qualsiasi stampante compatibile Pict Bridge e una grande varietà di altre funzioni di uso. (Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino). Antonio Bordoni
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Intimo e universale Con personalità onirica e poetica enticinque anni di immagini del fotografo Machiel Botman in mostra alla Galleria Grazia Neri di Milano, istituzionalmente rivolta al fotoreportage, che con l’occasione dà avvio a uno spazio per la fotografia di ricerca, come forma di narrazione e riflessione. Le fotografie di Machiel Botman, raccolte nel progetto Rainchild, hanno una personalità onirica, evocativa,
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poetica. La narrazione è attinta direttamente dalla memoria intima dell’autore, dal proprio universo personale e affettivo, raccontato in un percorso personale elaborato su diversi livelli: visivo, letterario, astratto. Una riflessione personale, che suggerisce spunto per approfondimenti universali sull’uomo, la propria essenza, le relazioni, gli incontri importanti della vita, i percorsi relativi.
La poesia e l’universalità dei temi proposti in Rainchild determinano il suo stesso fascino: essere soggettivamente interpretato come una lettura e visione anche personale della vita di chi sta osservando. Machiel Botman: Rainchild. Galleria Grazia Neri, via Maroncelli 14, 20154 Milano; 02-625271, fax 02-6597839; www.grazianeri.com, photoagency@grazianeri.com. Dal 17 giugno al 22 luglio; lunedì-venerdì 9,00-13,00 - 14,3018,00 sabato 10,00-12,30 15,00-17,00. Con il contributo di Kodak. ti corrosi) diventano attualissime riflessioni “materiche”».
Esperienza africana Tra scelte di vita e fotografia
mmagini appartenenti a una vasta esperienza fotografica e di vita in Mozambico di Gin Angri sono raccolte in una significativa esposizione. Il fotografo italiano ha vissuto dieci anni in Africa, tra il 1982 e il 1992, come insegnante e
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CONCORSI
animatore del Centro di Formazione Fotografica, sorto per aiutare i giovani professionisti di un paese martoriato dalla guerra civile a riconoscere un’autonoma espressione di linguaggio. Esperienza singolare, con il coraggio di lasciare l’Italia e l’attività di fotografo professionista per andare a Maputo, in Mozambico, dove parte integrante della vita di Gin Angri rimane ancora la fotografia: «Per la fotografia sono nato in Mozambico», annota. Così, capovolgendo i termini, affida idealmente ai fotografi locali il com-
Troppocorti 2005. Seconda edizione del Concorso Sony Recording Media per cortometraggi, rivolto ai giovani talenti potenziali del cinema italiano. Dal 30 maggio al 30 settembre, i partecipanti debbono inviare a Sony Italia un cortometraggio della durata massima di quindici minuti, dal soggetto libero, registrato su supporti Sony (CD, DVD, MiniDV, Betacam). Dopo una preselezione, effettuata da una giuria composta da personaggi di rilievo del mondo
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pito di formatori, per affermare nel contempo la propria appartenenza ideale e culturale a una corrente di documentazione sociale in fotografia. L’essenza di questo percorso è raccolta in Preto e branco (Nero e bianco), che rivela il contributo di “bianco” alla fotografia multirazziale del Mozambico. Come osserva Cesare Colombo in introduzione «Gin Angri ha recuperato una possibile rilettura simbolica delle sue non più vicine esperienze. Residui di tecnologie obsolete (carcasse di auto o navi, primitivi arredi, serramen-
del cinema, della televisione, del giornalismo e della cultura, dieci opere finaliste partecipano alla votazione finale, con proclamazione di tre vincitori assoluti. Sony Italia, via Galileo Galilei 40, 20092 Cinisello Balsamo MI; troppocorti@eu.sony.com. Reportage: appunti fotografici. Quinta edizione del concorso che promuove il turismo responsabile e valorizza, anche attraverso le testimonianze visive, la cultura, l’architettura, la tradizione storico-ar-
Gin Angri: Preto e branco (Nero e bianco). Spazio Espositivo Azibul, corso Garibaldi 34, 20121 Milano; 02865159, fax 02-45498773; www.azibul.it, info@azibul.it. Dal 25 maggio al 20 giugno; lunedì-venerdì 16,00-18,30.
A seguire 62 Doppia collettiva 62 Visioni estreme 64 Man Ray. magie 64 Berlino liberata 64 Nella realtà 65 Spettacolo d’acqua 66 Moda, moda e moda 66 Ed è subito fotografia
cheologica, gli scorci più suggestivi del paesaggio e della vita quotidiana in Italia e nel mondo. Fino a quattro stampe di dimensioni massime 30x40cm, bianconero o colore. Termine di partecipazione 16 settembre. Scheda di iscrizione, informazioni dettagliate e modalità di partecipazione al sito www.immagimondo.it oppure all’indirizzo immagimondo@lescultures.it. Tutte le opere ammesse sono esposte nel corso della manifestazione Immagimondo, festival di viaggi, luoghi e culture, organizzato da Les
Doppia collettiva Tra geografia e creatività generazionale ppuntamenti estivi, organizzati da Click Art’s, Associazione Culturale per la Fotografia di Castellanza, in provincia di Varese, patrocinati dell’Assessorato alla Cultura del Comune. Mostre a Villa Pomini, via don Testori 14, 21053 Castellanza VA; 0331-220416; dal 3 al 24 luglio; martedì-venerdì 17,00-19,00, sabato 15,30-19,00, domenica 10,0012,00 - 15,00-19,00. ❯ Il Giro del Mondo in 80
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immagini. Paesaggi, architetture e popoli dei cinque continenti in una collettiva dei fotografi di Click Art’s che evidenzia e racconta lo stupore per luoghi sconosciuti e meravigliosi, l’emozione per l’incontro di culture lontane, ma anche la capacità di guardare con occhi nuovi ciò che ci è geograficamente vicino. Reinterpretazione fotografica contemporanea dello spirito incantato del famoso libro di
Jules Verne, cui si riferisce il titolo, con la quale ogni autore si è espresso secondo un sentire proprio e personale. ❯ Portfolio d’autore. Ricerca, sperimentazione e creatività in una collettiva di autori che si mettono a confronto con le proprie appartenenze a generazioni fotografiche diverse: per motivi anagrafici e di opportunità tecnologiche, ognuno si applica alla fotografia con metodologie differenti (e proprie). A seguire, questo tema si proporrà ancora, in appuntamenti periodici, come riferimento regionale per la lettura di portfolio. ❯ Incontro con gli autori: 5 lu-
Visioni estreme Erotismo tra tradizione e ossessione
emplicemente Nobuyoshi Araki. La personale proposta dalla Galleria Cà di Frà di Milano espone opere del celebre fotografo giapponese che non ammette vie di mezzo: amato o detestato, in bilico, nell’opinione degli osservatori, tra l’essere consi-
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derato un produttore di immagini pornografiche, eleganti, ma nulla più, e l’essere apprezzato, al contrario, per la rappresentazione del nudo e dell’erotismo in una forma simbolica e rituale. Tema sempre presente nelle immagini di Nobuyoshi Araki, il nudo femminile raggiunge effettivamente il livello di un’ossessione. Musa e ispiratrice, nonché prediletta modella per rappresentare le prime visioni estreme del fotografo, è stata la moglie Yoko, sposata nel 1971. La ricerca di Nobuyoshi Araki, sempre
Cultures: 22 e 23 ottobre, nella struttura di Lariofiere a Erba, in provincia di Como. I visitatori della manifestazione possono esprimere proprie preferenze, per uno speciale premio del pubblico. Les Cultures, corso Martiri 31, 23900 Lecco. Armonia ed estetica del nudo femminile. Concorso nazionale a tema. Termine di partecipazione 30 settembre. Sezioni bianconero e colore, tradizionale e digitale. È previsto anche un Premio Giovani, dedicato
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incentrata sulla rappresentazione simbolico-rituale della sessualità, è comunque complessa e articolata. La sua arte, ricca di sfumature, affonda le radici nell’antica tradizione di stampe erotiche giapponesi, le shunga, a propria volta legate alle stampe ukiyo-e (immagini di un mondo fluttuante), che avevano il compito di trasporre in figura il godimento più effimero, ciò che fluttua, che sta sospeso in uno spazio senza necessari alti ideali. Su questa base, il fotografo giapponese interpreta, oltre la plasticità degli amplessi, an-
a Tina Modotti. Quattro fotografie per autore, formato massimo 30x40cm. Piero Borgo, via Zara 45, 80011 Acerra NA; 081-8850793, anche fax; piero.borgo@libero.it.
MOSTRE
La Collezione Fnac. Viaggio attraverso un secolo di fotografia. Centro Internazionale di Fotografia, Scavi Scaligeri, Cortile del Tribunale, piazza Dante Alighieri, 37121 Verona. Dal 7 maggio al 2 ottobre; martedì-domenica 10,00-19,00. La Col-
glio, 21,30. Con diaproiezione di Renzo Giudici: alle 22,15, in dissolvenza incrociata su grande schermo, immagini di un reportage realizzato nel 2004: Ladakh, il paese delle alte Valli. Estate Fotografia in Villa. A cura dell’Associazione Culturale Click Art’s Fotografia, piazza Soldini 8, 21053 Castellanza VA; www. clickarts.info. Dal 3 al 24 luglio. che i volti delle donne, la cromaticità dei fiori, insomma la bellezza. La prematura morte della amatissima moglie, nel 1990, amplifica l’elemento privilegiato di ricerca nella sua vita artistica, cioè la sistematica esposizione di momenti di vita privata in pubblicazioni fotografiche e mostre: dopo la scomparsa di Yoko, Araki fotografa ossessivamente ogni momento di ogni giorno, quasi a confrontarsi quotidianamente con il tema della morte e la caducità della vita. Nobuyoshi Araki. Galleria Cà di Frà, via Farini 2, 20159 Milano; 02-29002108, anche fax; composti@fastwebnet.it. Dal Primo al 28 luglio; lunedì-sabato 10,00-13,00 15,00-19,00.
lezione Fnac rappresenta una preziosa, quanto rara, dimostrazione di cura e dedizione costante alla raccolta di immagini fotografiche lungo un periodo di tempo molto esteso: un secolo, appunto (FOTOgraphia, aprile 2005). ❯ Benedict J. Fernandez: I have a dream. Galleria Fnac Genova, via XX settembre 46 rosso, 16121 Genova; 010-290111. Dal 2 maggio al 26 giugno; lunedì-sabato 9,3020,00, domenica 10,00-20,00. ❯ Gisèle Freund: Ritratti di scrittori. Galleria Fnac Torino, via Roma
Magie Tra arte e fotografia
spite d’eccezione per la mostra estiva alla Kunst Meran/oArte: Man Ray nella selezione Man Ray. magie. Considerato uno dei personaggi più produttivi e ingegnosi, irriverente dissacratore, tra dadaismo e surrealismo, Man Ray ha creato un ponte tra arte e fotografia (o tra fotografia e arte), delineandosi come uno dei maggiori artisti del Ventesimo secolo (FOTOgraphia, marzo 2005). In mostra immagini diventate icone del secolo, in bilico tra fotografia e altre espressioni creative, che testimoniano le tecniche inventate e adottate poi nella propria produzione artistica: dalla solarizzazione ai Rayogrammi. A completamen-
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Berlino liberata Nella fotografia di realtà e mistificazione erlino protagonista di due eventi espositivi sollecitati dal sessantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Entrambe le esposizioni prendono spunto dalle immagini storiche della bandiera-simbolo issata in cima al Reichstag dall’Armata Rossa il 30 aprile 1945. Una mostra è allestita al Deutsches Historisches Museum e l’altra alla Willy Brandt Haus. Concomitanza di intenti, in cui le fotografie sono protagoniste di una storia che le due
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mostre narrano in continuità di intenti. La fotografia ufficiale della bandiera è opera del russo Evgenii Khaldei, che in tempi successivi raccontò di aver scattato alle sette di mattina del due maggio, in ritardo sulla conquista di Berlino av-
56, 10121 Torino. Dal 6 maggio al 26 giugno; lunedì-sabato 9,3020,00, domenica 10,00-20-00. ❯ Duchamp visto da Man Ray. Galleria Fnac Napoli, via Luca Giordano 59, 80129 Napoli; 0812201000. Dal 6 maggio al 30 giugno; 10,00-21,00. ❯ Man Ray, retrospettiva. Galleria Fnac Verona, via Cappello 34, 37121 Verona; 045-8063811. Dal 6 maggio al 7 luglio; lunedì-sabato 9,30-20,00, domenica 10,30-20,00. ❯ Collezione Fotografica Fnac: Le nuove acquisizioni. Galleria
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to, sono esposte documentazioni di momenti dell’attività del fotografo nell’ambiente culturale parigino tra le due guerre, una serie di autoritratti, immagini di moda e sono presentati alcuni film realizzati da Man Ray. Volume-catalogo di Damiani Editore. Man Ray. magie. A cura di Valerio Dehò; organizzazione Herta Wolf Torggler e Ursula Schnitzer Scherer. KunstMeran/oArte, Edificio Cassa di Risparmio, Portici 163, 39012 Merano; 0473-212643, fax 0473-276147; www.kunstmeranoarte.com, info@kunstmeranoarte.com. Dall’8 luglio al 18 settembre; martedì-domenica 11,00-19,00. venuta il 30 aprile: data ufficialmente attribuita all’immagine. Si tratta di uno dei più famosi falsi (ricostruzione?) tramandato alla storia come realtà. Da qui, altre fotografie in mostra, opera di diversi fotoreporter, fanno luce su altre storie curiose, sempre riguardo la falsificazione. La bandiera rossa sul Reichstag, a cura di Ernst Volland. All’interno dell’ampio contenitore di Der Kriegund seine Folgen (ovvero, La guerra e le sue conseguenze). Deutsches Historisches Museum, Unter den Linden 2, D-10117 Berlin, Germania; 0049-30-203040, fax 0049-30-20304543; www. dhm.de. Fino al 28 agosto.
Nella realtà Intime osservazioni otografie che parlano in silenzio e forse di silenzi. Immagini che non hanno bisogno e non vogliono clamori, perché la propria forza risiede nella poetica dei particolari, delle piccole sensazioni intime. Identificata dall’autrice Anita Guantario con il codice di avviamento postale di Crescenzago, quartiere di Milano (un tempo cittadina autonoma alle porte del capoluogo), la serie 20128 rivela una particolare interpretazione della realtà suburbana, caratteristica dei nostri giorni. Anita Guantario osserva con personalità. Intanto la luce pervade queste istantanee Fuji in modo quasi irreale, fuori dal tempo, come un momento di sospensione. La luce, autentica protagonista, cancella i contorni, i colori, in un impasto visivo anomalo che porta l’osservatore a confrontarsi con lo spazio.
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Anita Guantario: 20128. A cura di Cristina Guerra. Officina Fotografica, via Farini 6, 20154 Milano; 02-6571015, fax 02-65589265; www.officinafotografica.com, galleria@officinafotografica.com. Dall’8 giugno al 7 luglio; lunedì-giovedì 15,00-18,00 e su appuntamento.
Fnac Milano, via Torino angolo via della Palla, 20123 Milano; 02720821. Dal 2 maggio al 26 giugno; lunedì-sabato 9,00-20,00, domenica 10,00-20,00.
TOgraphia, giugno 1995). Immagini tra realtà e irrealtà, tra amore e odio, tra bizzarro e tragico. Una rappresentazione del diverso come conquista che testimonia l’infinita varietà dell’esistenza e dell’estetica.
Joël-Peter Witkin: Retrospettiva. Galleria Cà di Frà, via Farini 2, 20154 Milano; 02-29002108, anche fax; composti@fastwebnet.it. Dal 27 maggio al 25 giugno; lunedì-sabato 10,00-13,00 - 15.00-19,00. Fotografia come mezzo per raccontare quel lato della Vita che si nasconde nelle sfumature delle diversità (FO-
Isabel Muñoz. A cura di Dominique Stella. Ventun fotografie della serie Surma (Etiopia) e sessanta in Retrospettiva (FOTOgraphia, aprile 2005). Catalogo con settantanove illustrazioni; 160 pagine 27x31,5cm; edizione Lunwerg per Fondazione Gruppo Credito Valtellinese.
biettivo puntato sull’acqua, per coglierne molteplici forme e peculiarità: immagini realizzate dalla fotografa svizzera Fabiana Conti-Bassetti nell’ambito di un progetto dal titolo evocativo, Il grande spettacolo delle acque, con il quale l’autrice dà enfasi alla naturale fascinazione dell’acqua come ricchezza materica. Le fotografie presentate lasciano riscoprire l’acqua nelle proprie apparizioni segrete e nella propria bellezza nascosta, stimolante in tutti i sensi: il piacere di viverla, abitarla, usarla con la consapevolezza di una visione che implica fascinazione, purezza, senso della conservazione, in antitesi all’utilizzo quotidiano, tanto scontato da rendere impercettibile il suo valore. Per creare un risultato di ta-
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le valore emblematico, nel proprio lavoro la fotografa è partita da concetti di elementarità, essenzialità, immediatezza comunicativa, sintesi di trasparenze e velature tipiche dell’acqua in controluce, evocazioni simboliche che riportano a una sensazione prima di un pensiero, giochi di rifrazioni che riconducono a concetti di bellezza interiore, purezza e salute: beni fondamentali da proteggere e salvaguardare. L’esposizione è patrocinata dalla Divisione della Scuola del Canton Ticino in collaborazione con la Città di Bellinzona e Bellinzona Turismo.
Spettacolo d’acqua Con suggestione e consapevolezza
Fabiana Conti-Bassetti: Il grande spettacolo delle acque. Sala dell’Arsenale del Castelgrande, Bellinzona, Svizzera. Fino al 17 luglio; lunedì-domenica 10,00-18,00.
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Moda, moda e moda Di un autore estremamente prolifico appa italiana della mostra itinerante dedicata al lavoro di Rico Puhlmann, curata dal Fashion Institute of Technology di New York, in collaborazione con il Musée de l’Elysée di Losanna. Attore di cinema e teatro, Rico Puhlmann è stato una vera e propria star della cinematografia tedesca. Poi illustratore e fotografo di moda e decoratore d’interni. Più tardi anche stilista e film-maker. Prima di tutto un artista assai dotato e versatile, che ha prestato il proprio incredibile talento al mondo della moda in Europa e in America per oltre quarant’anni. Rico Puhlmann nasce artisticamente come illustratore di moda. Già alla metà degli anni Cinquanta è richiesto dalle
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migliori riviste tedesche di moda, che si contendono i suoi schizzi caratterizzati da uno stile leggero, capace di catturare la struttura essenziale dei vestiti. Le riviste di moda ne apprezzano il tratto distintivo e sicuro. Il passaggio da illustratore a fotografo è naturale. Per
Ed è subito fotografia Primo Concorso nazionale Polaroid Italia ull’onda dell’esperienza del prestigioso e qualificato Polaroid International Photography Award (FOTOgraphia, dicembre 2002 e ottobre 2004), che nelle sue cinque edizioni ha stabilito i connotati di una identificazione solida della fotografia a sviluppo immediato declinata in senso creativo, la filiale Polaroid Italia indice quest’anno la prima edizione del Polaroid Italy Photography Awards (PitaPa, in sigla), ideato e diretto da Beppe Bolchi. Quattro categorie: Immagini Commissionate, Immagini Non Commissionate, Fine Art, Assistenti e Studenti di Fotografia. Tema libero, da svolgere con materiali polaroid a sviluppo immediato. La partecipa-
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❯ Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, corso Magenta 59, 20123 Milano; 0248008015; www.creval.it, creval@creval.it. Dal 27 maggio al 30 luglio; lunedì-sabato 10,00-19,00. ❯ Galleria Credito Siciliano, piazza Duomo 12, 26200 Acireale CT; 095-600502. Dal 10 settembre al 30 ottobre. Hasta la Mostra. A cura Denis Curti, asta e mostra di fotografie di Fotografi Senza Frontiere e degli allievi dei laboratori attivati dall’or-
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tutta la seconda metà degli anni Cinquanta, collabora a numerose pubblicazioni tedesche di moda con combinazioni uniche di disegni e fotografie. Nel 1958, Vogue Francia pubblica per la prima volta una sua fotografia. È l’inizio di una collaborazione che durerà per i successivi quarant’anni. Autore prolifico, solo per un numero di una rivista tedesca degli anni Settanta realizza ben duecentocinquantun immagini. Più la copertina!
zione è aperta a tutti gli artisti e fotografi professionisti o di ricerca, di nazionalità italiana oppure stranieri ma residenti o normalmente operanti in Italia. Ognuno dei partecipanti può presentare fino a un massimo di quattro opere in ogni categoria, concepite come immagini singole oppure come serie di massimo tre immagini correlate. Per ogni categoria, la giuria sceglie un’opera finalista; tra le quattro (appunto una per categoria) viene decretato il vincitore assoluto, sulla base dell’originalità, dell’esperienza tecnica e dell’ispirazione nell’uso delle pellicole Polaroid. I premi di categoria prevedono uno stage di una giornata sulle Tecniche Creative Polaroid presso lo Studio di
ganizzazione Onlus. Galleria Fabbrica Eos, piazza Baiamonti 2, 20159 Milano. Opere di due mostre autoprodotte da Fotografi Senza Frontiere: R-Esistenze di Giorgio Palmera e Emiliano Scatarzi e Sabbia negli Occhi, collettiva fotografica realizzata dalle allieve del laboratorio fotografico permanente allestito nel campo profughi El Ayoun, nel deserto del Sahara in Algeria, che fa parte di un ampio progetto il cui proseguo verrà finanziato proprio con i proventi di questa vendita all’asta.
Rico Puhlmann: Fotografie e disegni: 1955-1996. Galleria Carla Sozzani, corso Como 10, 20154 Milano; 02653531, fax 02-29004080; www.galleriacarlasozzani.org, info@galleriacarlasozzani.com. Dal 30 giugno al 31 luglio; lunedì 15,30-19,30, martedì-domenica 10,30-19,30, mercoledì e giovedì fino alle 21,00. Volume-catalogo con testi di William A. Ewing, storico della fotografia, e dell’illustratore di moda Adelheid Rasche. Beppe Bolchi, con la possibilità di utilizzare apparecchiature e relative pellicole a sviluppo immediato, dal medio formato 6x7cm al grande formato 8x10 pollici (20x25cm); uno stage di una giornata sulle Tecniche Creative Polaroid con Maurizio Galimberti; un apparecchio DayLab 35 per stampare diapositive su pellicole Polaroid e per mettere in atto tutte le Tecniche Creative. Per il vincitore assoluto è prevista una sessione di un giorno con il sistema di fotografia Polaroid 50x60cm, presso lo Studio PhotoMovie di Milano, con dieci scatti gratuiti. Sul sito del Gruppo Polaser (www.polaser.org/fineart/), indirizzato alla fotografia creativa polaroid, che collabora in modo attivo alla svolgimento del concorso, è possibile scaricare il regolamento e la scheda di partecipazione in formato pdf. Termine di partecipazione 18 settembre.
❯ Mostra dal 21 al 23 giugno. ❯ Asta 23 giugno, 18,30. Thomas Flechtner: Silent Walk. Galleria Antonio Colombo, via Solferino 44, 20121 Milano; 0229060171, anche fax; www.colomboarte.com, info@colomboarte.com. Fino al 30 giugno; martedì-sabato 16,00-19,30. Immagini di neve carica di forza magnetica, mentre la luce che le ricade sopra modifica silenziosamente gli spazi, paesaggi d’acqua e di fiori altrettanto silenziosi e ricoperti di mistero.
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