Mensile, 6,50 euro, Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano
ANNO XXI - NUMERO 206 - NOVEMBRE 2014
Questa è la fine? ASSOLUTAMENTE, NO!
A tre voci PAROLE E IMMAGINI
Tra di noi E DOMANI E DOMANI
Mensile, 6,50 euro, Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano
O T N E M A N O B B A N I O L SO
Mensile, 6,50 euro, Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano
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ANNO XXI - NUMERO 206 - NOVEMBRE 2014
Questa è la fine? ASSOLUTAMENTE, NO! A tre voci PAROLE E IMMAGINI Tra di noi E DOMANI E DOMANI
ANNO XXI - NUMERO 205 - OTTOBRE 2014
Ancora grande formato BEN TORNATO!
Sei domande, anzi sette IN ATTESA DI RISPOSTA
Abbonamento 2014
(nuovo o rinnovo) in omaggio Betty Page
(trentadue visioni più una)
Mensile, 6,50 euro, Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano
WPOTY 2013 FANTASTICA NATURA ANNO XXI - NUMERO 204 - SETTEMBRE 2014
Viva la fotografia italiana AD ARLES 2014 Grande formato QUESTA VOLTA, TORNA
GRANDE GUERRA A COLORI... DA TUTTI I FRONTI
di Filippo Rebuzzini e Maurizio Rebuzzini Compilare questo coupon (anche in fotocopia), e inviarlo a: Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano MI (02-66713604; graphia@tin.it)
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prima di cominciare CASO... MAI. La relazione e analisi dalla Photokina 2014 compone l’essenza e l’unicità di questo numero della rivista, soprattutto con considerazioni che si propongono come «Riflessioni, Osservazioni e Commenti sulla Fotografia: spunti utili e proficui sia al comparto tecnico-commerciale sia al mondo della fotografia espressiva e creativa», in ripetizione da quanto precisato per l’edizione del saggio Alla Photokina e ritorno, del 2008, il cui testo è ancora oggi di palpitante attualità ideologica (ovviamente, fatti salvi moderati richiami tecnici di quel tempo). Comunque, per quanto questa sia la personalità esplicita e implicita di questa edizione, bisogna anche tener conto della linea trasversale che la unisce e collega alla norma che definisce e qualifica queste stesse pagine, nel proprio insieme e nella propria sequenza, mese dopo mese. Così che non è improprio ribadire anche qui, prima di farlo ancora dove specificamente richiesto e necessario, un consapevole collegamento con il precedente numero dello scorso ottobre, quando e dove il Caso stabilì la consecuzione di una serie di sei Domande in attesa di risposta (e ancora ne attendiamo). Con una annotazione supplementare: oltre tanti altri crediti, il Caso va anche colto, individuato e assecondato.
La macchina fotografica è di per sé un limite che va abbattuto, per arrivare là dove il soggetto diventa protagonista della propria storia. Pino Bertelli; su questo numero, a pagina 71 [A proposito di Fujifilm X100S... questa] Sono questi gli incontri che contano nella Vita, che fanno la differenza nell’Esistenza, che ci permettono di pensare che è ancora uno di quei giorni nei quali vale la pena fare questo lavoro. mFranti; su questo numero, a pagina 8 Confidiamo che le nostre deviazioni e biforcazioni non siano considerate alla stregua di banali e semplici digressioni, ma le si comprenda per ciò che realmente sono: elementi fondamentali e centrali per il nostro percorso narrativo e critico e teorico e “giornalistico”. Antonio Bordoni; su questo numero, a pagina 37 La fotografia inganna, quanto la politica e la religione, se non ha l’audacia di cogliere l’inatteso e anticipare l’eternità in un attimo di verità. Pino Bertelli; su questo numero, a pagina 71
Copertina ANTONIO BORDONI
Durante la Photokina 2014, al cui svolgimento e alle cui consecuzioni è riservato questo intero numero della rivista, una installazione di sapore antico (addirittura, pre-fotografico) ha attirato l’attenzione dalla centrale Roncalli-Platz, di Colonia, accanto al Duomo. In una fotografia di Altin Manaf, Lichtkammer, con foro stenopeico. Da meditare Al ritorno dalla Photokina 2014, nel viaggio in automobile, con Altin Manaf e Andreas Ikonomu, compagni di avventura, a percorso inverso rispetto l’andata (e con un clima altrettanto opposto: il sole dell’andata è stato sostituito dalla pioggia del ritorno), ci siamo fermati a Heidelberg, località tedesca situata sulle rive del fiume Neckar. Consumata una rapida colazione, sulla piazza antistante l’Akademie der Wissenschaften (di scienze e lettere!), una delle tante sedi universitarie della città, abbiamo intravisto un ragazzo con una dotazione fotografica che ha attirato la nostra attenzione: sopra tutto, treppiedi di dimensioni minime e telecomando. Da qui, dato il Caso e la sua decifrazione (?), ci siamo avvicinati, notando anche un filtro ND sulla reflex Sony Alpha puntata sulla fontana al centro della piazza. Il ragazzo ha preferito rimanere anonimo, e non ci ha inviato (come promesso, ma non importa), lo scatto realizzato. Da parte nostra, un altro incontro del Caso, per quanto ci riguarda sollecitato da una visione fotografica mai sottovalutata, mai disattesa.
3 Fotografia nei francobolli Dalla compendiosa analisi Fotografia nei francobolli, di Maurizio Rebuzzini, in corso d’opera e imminente pubblicazione, dettaglio da una busta commerciale viaggiata, con sovra annullo della Ventesima edizione della Photokina: dal 3 all’11 ottobre 1970
7 Editoriale Tre inviati alla Photokina 2014, in un momento nel quale altrove si sono azzerati redattori e tempi di permanenza. Si tratta soltanto di intenderci
8 Fujifilm X100S (questa!) A seguito delle considerazioni espresse lo scorso ottobre, con sollecitazione a sei Domande in attesa di risposta, un altro Caso: l’incontro esistenziale e vitale (proprio così!) con una Fujifilm X100S. Non una qualsiasi... questa
10 Sondaggio TIPA 2015 Tra i lettori delle riviste associate a TIPA. Con premi
NOVEMBRE 2014
RIFLESSIONI, OSSERVAZIONI E COMMENTI SULLA FOTOGRAFIA
14 Concatenazione di Casi
Anno XXI - numero 206 - 6,50 euro
Ritorno sul film Ore contate, nella definizione del Caso Ricerca iconografica di Filippo Rebuzzini
DIRETTORE
RESPONSABILE
Maurizio Rebuzzini
IMPAGINAZIONE
17 Photokina 2014. Parole e immagini a tre voci
Maria Marasciuolo
Frontespizio (?) di una serie di considerazioni... a seguire
Antonio Bordoni Angelo Galantini
18 Questa è la fine? Assolutamente, no! Photokina 2014. Qualsiasi viaggio nella vita, se non fosse intrapreso per ragioni umane e con comprensione e amore, sarebbe un viaggio assolutamente inutile di Maurizio Rebuzzini
32 Dietro le quinte Photokina 2014. No, niente massimi sistemi. Sì, rilevazioni trasversali di una benefica vivacità tecnica di Antonio Bordoni
38 Komura Telemore 95 Dal 1973, duplicatore di focale per Leica (a vite e M) a cura di New Old Camera
REDAZIONE
FOTOGRAFIE Rouge
SEGRETERIA
Maddalena Fasoli
HANNO
COLLABORATO
Fabio Augugliaro Pino Bertelli mFranti Andreas Ikonomu Chiara Lualdi Altin Manaf Franco Sergio Rebosio Ciro Rebuzzini Filippo Rebuzzini Ryuichi Watanabe (New Old Camera) Redazione, Amministrazione, Abbonamenti: Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano; 02-66713604 www.FOTOgraphiaONLINE.it; graphia@tin.it. ● FOTOgraphia è venduta in abbonamento.
40 Altin Manaf. Un giorno alla volta Photokina 2014. Racconto fotografico: giorno dopo giorno
48 Offerta unica: Silvestri S5 Micron Non è vero: ma per stare insieme... con intelligenza
50 Andreas Ikonomu. Un giorno alla volta Photokina 2014. Racconto fotografico: giorno dopo giorno
60 A contorno, in città Photokina 2014. Intenso programma Photoszene Köln, a contorno della fiera. Qualità e amore, oltre la quantità di Angelo Galantini
● FOTOgraphia è una pubblicazione mensile di Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano. Registrazione del Tribunale di Milano numero 174 del Primo aprile 1994. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano. ● A garanzia degli abbonati, nel caso la pubblicazione sia pervenuta in spedizione gratuita o a pagamento, l’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e in suo possesso, fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi della legge 675/96. ● FOTOgraphia Abbonamento 12 numeri 65,00 euro. Abbonamento annuale per l’estero, via ordinaria 130,00 euro; via aerea: Europa 150,00 euro, America, Asia, Africa 200,00 euro, gli altri paesi 230,00 euro. Versamenti: assegno bancario non trasferibile intestato a Graphia srl Milano; vaglia postale a Graphia srl - PT Milano Isola; su Ccp n. 28219202 intestato a Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano; addebiti su carte di credito CartaSì, Visa, MasterCard. ● Nessuna maggiorazione è applicata per i numeri arretrati. ● È consentita la riproduzione di testi e fotografie, magari citando la fonte (ma non è indispensabile, né obbligatorio farlo). ● Manoscritti e fotografie non richiesti non saranno restituiti; l’Editore non è responsabile di eventuali danneggiamenti o smarrimenti. Fotocomposizione DTP e selezioni litografiche: Rouge, Milano Stampa: Arti Grafiche Salea, Milano
66 E domani e domani Photokina 2014. Ripensando alla (nostra) prima, nel 1974 di Maurizio Rebuzzini
Rivista associata a TIPA
70 FOTOgraphia Sguardi su un inconsueto parlare e scrivere della materia di Pino Bertelli
74 Bella ciao Sia chiaro che rivendichiamo onestà intellettuale, ruolo e coerenza. A partire dall’occuparci di fotografia
www.tipa.com
editoriale ALTIN MANAF
T
utto sommato, come annotato spesso, e come ripetuto anche e ancora tra le pieghe di questa edizione sostanziosamente monotematica, in analisi e riflessione dallo e sullo svolgimento della Photokina 2014, immancabile appuntamento fondante del commercio fotografico internazionale, il mondo cambia, ma spesso è sempre uguale a se stesso. Da cui, per (nostra) consecuzione inevitabile: la voglia di assaporare il profondo di un’esperienza che sembra essere sempre uguale, ma che invece è sempre così diversa. Apparentemente in contraddizione tra loro, le due note di avvio sono invece allineate, persino identiche, nonostante si presentino all’opposto, o quasi. Perché ci si riferisce ancora alla Photokina 2014, a due mesi dal suo svolgimento? Perché si ipotizza una qualsivoglia sua attualità, in un tempo nel quale la rapidità dell’effimera Rete ha già pensionato i suoi aspetti più evidenti? Risposta scontata, almeno per noi: proprio perché ogni istante che si propone e risolve con personalità momentanea e fugace (per l’appunto, effimera) non ha diritto di alcuna ospitalità nelle menti e nel cuore di coloro i quali (noi, tra questi) considerano la propria Esistenza, fosse anche solo fotografica, parte integrante e qualificante di un disegno più ampio e consistente. Ovverosia, con maiuscola volontaria e consapevole, di un Disegno. Appunto. Replica d’obbligo: «Qualsiasi viaggio nella vita, se non fosse intrapreso per ragioni umane e con comprensione e amore, sarebbe un viaggio assolutamente inutile. Parliamo sempre di qualcosa che vale la pena ricordare, dal momento che la tecnologia trasforma in realtà antichi sogni. La fonte della tecnologia applicata (anche fotografica) è quella stessa fonte che alimenta la vita e l’evoluzione dell’esistenza». Quindi, consideriamo colpevole liquidare il valore delle tecnologie nella sola successione di note tecniche ufficiali, estraniandole da quel percorso esistenziale al quale tutti dovremmo rivolgerci, e dal quale ciascuno di noi riceve molto più di quanto è disposto a dare, a offrire. Eccoci qui. In opposizione a logiche aziendali, attualmente condizionate da gestioni economiche quantomeno difficoltose, invece di economizzare sulle briciole delle nostre tasche, abbiamo risparmiato altrove, pur di poter rimanere nel cerchio Photokina 2014 e dintorni e contorni il più a lungo possibile: diciamo, quantomeno per tutto il suo svolgimento. Ancora: siamo riusciti a comporre uno staff molteplice, con mansioni distribuite e direttive individuali. Altin Manaf, Andreas Ikonomu e Maurizio Rebuzzini (con l’immancabile presenza latente di Antonio Bordoni e Angelo Galantini, puntuali alter ego di tutte le stagioni) hanno svolto quello che dovrebbe essere un compito istituzionale irrinunciabile, quantomeno in termini giornalistici: alla Photokina più che guardare, sentire e desumere, si deve soprattutto annusare, fino sollevare la superficie, per guardarvi sotto, per trarre altre deduzioni e, addirittura, conclusioni. Ne consegue un racconto articolato e molteplice, curiosamente accompagnato da una (Casuale?) annotazione complementare di Pino Bertelli, da pagina settanta: in singolare coincidenza di intenti. Maurizio Rebuzzini
Staff di tre inviati alla Photokina 2014, ognuno dei quali ha composto tratti individuali e propri di un racconto articolato che si allunga ed estende su questo numero di FOTOgraphia, sostanzialmente monotematico. Come annotato dove necessario, parole e immagini in combinazione di reciproci intenti. Soprattutto, accompagnamento di immagini riprese da chi, con questa competenza, ha saputo cogliere sensi e valori oltre l’apparenza a tutti visibile: ovviamente, doverosa certificazione per i diari di viaggio, entrambi Un giorno alla volta, di Altin Manaf e Andreas Ikonomu, rispettivamente pubblicati da pagina quaranta e cinquanta.
7
Ben accolta! di Maurizio Rebuzzini (Franti)
8
Anzitutto, autoritratto in vetrina (di un negozio con richiami espliciti a riconoscimenti ufficiali e noti di Colonia), all’alba di giovedì diciotto settembre, nei giorni della Photokina 2014. Sopra tutto, ripresa fotografica con la Fujifilm X100S, nostra attuale compagna di Vita: gli oggetti “ci sorridono”, si autoinvitano nella nostra Vita. Quindi, la stessa Fujifilm X100S tra le mani, in una occasione di buona compagnia, la sera di martedì sedici settembre, al Gaffel am Dom, nei pressi della Cattedrale.
Costante e coerente e ripetuto il modo di tenere/trattenere la Fujifilm X100S, in inquadratura orizzontale, la più frequentata, la preferita: armonia compositiva e serenità di Vita. Nello specifico, la mia attuale con lei.
MAURIZIO REBUZZINI
C
Corre l’obbligo di una ripetizione... dovuta (al soggetto in questione). Come annotato lo scorso ottobre, nel contenitore di Domande in attesa di risposta, i sorrisi degli oggetti bisogna saperli cogliere, a partire dal princìpio (in convinzione) che gli oggetti “ci sorridono”, si autoinvitano nella nostra Vita. E questa è la chiave interpretativa di un incontro, originariamente utilitaristico, che si è trasformato in qualcosa d’altro, in qualcosa di intimo e personale, addirittura in qualcosa di esistenziale. In partenza per la Photokina 2014 (dal quindici settembre scorso), abbiamo richiesto a Fujifilm Italia, distributore nazionale, la possibilità di avere con noi una X100S, da usare per le nostre documentazioni in fiera. La preferenza non è casuale: in stagioni ormai lontane, abbiamo sempre fotografato con apparecchi a telemetro, passando con disinvoltura dalla Leica M2 con Summicron 35mm f/2 alla Minolta CLE con M-Rokkor 28mm f/2,8 (e sticker “Horseman” e “Jin Yamaguchi” al posto delle identificazioni originarie). Allora, e se così si può dire, il passaggio da Leica a Minolta fu incalzato dalla lettura esposimetrica TTL, abbinata all’automatismo di esposizione con priorità all’apertura del diaframma. In ogni caso, sia con Leica M2, sia con Minolta CLE, non abbiamo mai messo a frutto la possibilità degli obiettivi intercambiabili, limitandoci sempre alle due combinazioni appena annotate. Ora. La fantastica e avvincente e convincente Fujifilm X100S, personalità di spicco dello straordinario sistema fotografico X, di riferimento, è dotata di prerogative che calzano a pennello alla nostra (soggettiva) intenzione di vita, quantomeno a quella nella e con la fotografia realizzata. Le sue doti e caratteristiche sono ufficiali, e non se ne discute: quantomeno per quanto ci riguarda, in più possiede qualità formali e attitudini che si conciliano con il nostro cuore, e neppure questo è negoziabile. Si presenta e offre con una livrea a noi confortante, ereditata da design del passato remoto, che per noi è stato anche “presente” [da e con FOTOgraphia, aprile
ALTIN MANAF [IN DETTAGLIO]
FUJIFILM X100S (QUESTA!)
2012]. Inoltre, può essere governata secondo intenzioni proprie: nel nostro caso, mirino ottico ripulito di qualsivoglia annotazione supplementare (ad esclusione della livella), annullamento del preview e della visualizzazione dello scatto effettuato e altro ancora (a ciascuno, il proprio). Ecco quindi che, per quanto nota da tempo, quantomeno dalla sua prima configurazione X100, dal 2011, questa Fujifilm X100S ci è apparsa compagna ideale per una avventura che intuivamo avrebbe potuto essere suggestiva: da cui, e per cui, a diretta conseguenza, questo numero monografico sulla e dalla Photokina 2014 (almeno, ufficialmente). Apparecchio fotografico di profilo alto, configurato in un abito di sapore classico, dotato di obiettivo grandangolare fisso Fujinon Aspherical 23mm f/2 (35mm equivalente; otto elementi in sei gruppi, con una lente asferica), la affascinante X100S è stata individuata come amica degna di fiducia incondizionata. Questo, in termini ufficiali, che registrano anche l’affermazione dell’originaria X100 nell’ambito dei prestigiosi e autorevoli e lungimiranti TIPA Awards 2011, come Best Premium Camera, ovverosia miglior apparecchio fotografico di prestigio [ FOTOgraphia, giugno 2011]. E ora, dall’attuale Photokina 2014, registriamo la terza generazione Fujifilm X100T: a presto risentirci.
Da qui... i personalismi, le intimità, le emozioni. Detta meglio: la Vita! Ecco che, una volta arrivata in redazione, una Fujifilm X100S “usata”, recuperata dalle dotazioni itineranti per dimostrazioni e/o presentazioni commerciali, ha smesso di essere tale, “una”, per diventare “la”. Ci ha sorriso, si è autoinvitata nella nostra Vita: « i sorrisi degli oggetti bisogna saperli cogliere». Complice il momento (nostro) e tanti altri sentimenti dell’attimo, abbiamo capito che le nostre reciproche presenze sarebbero state indissolubili: e abbiamo fatto in modo da poterla trattenere (con burocrazie e oneri del caso). È con questa Fujifilm X100S al collo -non con una Fujifilm X100S, ma proprio con “questa”!- che abbiamo documentato lo svolgimento della Photokina 2014, del quale riferiamo in approfondimenti successivi, su queste stesse pagine mensili. È con questa Fujifilm X100S al collo che da allora affrontiamo le giornate e gli spostamenti della vita quotidiana. È con questa Fujifilm X100S al collo che ci siamo riconciliati con la fotografia istantanea, da tempo abbandonata. Sono questi gli incontri che contano nella Vita, sono questi gli incontri che fanno la differenza nell’Esistenza, sono questi gli incontri che ci permettono di pensare che è ancora e comunque uno di quei giorni nei quali vale la pena fare questo lavoro. Qualsiasi cosa questo significhi. ❖
tipa.com La Technical Image Press Association (TIPA) è un’associazione non-profit registrata in Spagna.
SESTO SONDAGGIO TIPA 2015 Sondaggio tra i lettori delle riviste internazionali associate alla Technical Image Press Association
LA VOSTRA OPINIONE VALE
Ogni due anni, TIPA rileva e valuta le opinioni e tendenze dei lettori delle riviste associate, in tema di fotografia. Partecipare al sondaggio significa fornire all’Associazione utili spunti e importanti informazioni, che -analizzate dall’istituto WIP, di Colonia, Germania- saranno presentate alle maggiori industrie del settore, per sottoporre alla loro attenzione l’orientamento dei clienti finali. Tra tutti i lettori delle riviste TIPA partecipanti al Sondaggio 2015 saranno estratte a sorte, presso uno studio notarile di Madrid, sei macchine fotografiche* insignite dei TIPA Awards 2014. * le cinque reflex Nikon D4s, Canon Eos 70D, Nikon D3300, Sony Alpha 7R e Fujifilm X-T1 in palio sono solo corpo: quindi, senza obiettivo, che appare nelle illustrazioni per motivi estetici. Eventuali tasse o imposte sono a carico del vincitore; regolamento completo sul sito www.tipa.com.
TRA TUTTI I PARTECIPANTI AL SONDAGGIO TIPA 2015 IN PALIO SEI MACCHINE FOTOGRAFICHE PREMIATE CON I TIPA AWARDS 2014
2
1
Best Digital SRL Advanced Canon Eos 70D
Best Digital SRL Professional Nikon D4s
(solo corpo)
(solo corpo)
3
Best Digital SRL Entry Level Nikon D3300 (solo corpo)
Best CSC Entry Level Olympus OM-D E-M10 (con M Zuiko Digital ED 14-42mm f/3,5-5,6 EZ)
Best CSC Lens Entry Level
4 Best CSC Professional Sony Alpha 7R
5
(solo corpo)
6
Best CSC Expert Fujifilm X-T1 (solo corpo)
Le reflex sono visualizzate complete di obiettivo per motivi puramente estetici
Estratto dal regolamento. Al Sondaggio TIPA 2015 partecipano i lettori della riviste associate alla TIPA, compilando il presente questionario (anche in fotocopia) o rispondendo ai quesiti online direttamente su http://presseforschung.de/fotographia, entro il 31 gennaio 2015 (per posta o online). Tra i partecipanti verrano estratti i sei premi sopra indicati. Non è ammesso l’invio per email. TIPA garantisce la privacy e si riserva il diritto di sostituire il premio con prodotto di analogo valore e prestazioni, in caso di in-
disponibilità di quello proposto, e di sospendere limitare, modificare o cancellare l’iniziativa in qualunque momento. TIPA e FOTOgraphia (Graphia srl) non sono responsabili per qualsivoglia disguido, perdita o danno riconducibile al sondaggio o a qualunque altra circostanza o inconveniente. L’elenco dei vincitori sarà disponibile sul sito tipa.com e pubblicato su questa rivista (e su Fotografia Reflex ). Eventuali tasse o imposte relative ai premi vinti, a seconda della legislazione del paese di residenza, sono a carico del vincitore.
SESTO SONDAGGIO TIPA 2015 COMPILA IL QUESTIONARIO (ANCHE IN FOTOCOPIA) E INVIALO PER POSTA. PARTECIPI ALL’ESTRAZIONE DI UNA DELLE SEI MACCHINE FOTOGRAFICHE* PREMIATE CON I TIPA AWARDS 2014.
* le cinque reflex Nikon D4s, Canon Eos 70D, Nikon D3300, Sony Alpha 7R e Fujifilm X-T1 in palio sono solo corpo: quindi, senza obiettivo, che appare nelle illustrazioni per motivi estetici. Eventuali tasse o imposte sono a carico del vincitore; regolamento completo sul sito www.tipa.com.
È POSSIBILE PARTECIPARE ANCHE ONLINE SU http://presseforschung.de/fotographia 06 Uso le seguenti funzioni della fotocamera
01 Scatto fotografie ❏ Tutti i giorni ❏ Più volte la settimana ❏ Una volta la settimana ❏ Più volte al mese ❏ Meno frequentemente ❏ In caso di viaggi ed escursioni
spesso
Modo Manuale (M-mode) Modo Priorità tempi (Tv-mode) Modo Priorità diaframmi (Av-mode) Modo Program (P-mode) Modo Video WiFi/WLAN
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
ogni tanto
di rado
mai
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
02 Mi riconosco nelle seguenti definizioni 07 Mi informo regolarmente sui prodotti fotografici su
(Sono possibili più risposte)
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
Fotografo un po’ tutto Fotografo amici, famiglia.... Amo temi precisi, natura, moda... La fotografia è l’attività preferita Sono un fotografo esperto È la mia professione primaria Fotografo per mia professione (grafico, media, architetto...)
(Sono possibili più risposte)
1. Riviste di fotografia 2. Riviste di computer 3. Riviste di tecnica varia (foto digitale/video/audio) 4. Presso il mio negoziante 5. Alle fiere specializzate 6. Sui dépliant delle case 7. Su internet Tra tutte, mi fido di più della fonte numero ....................
03 La mia attrezzatura fotografica Per le riprese uso N. .................... fotocamera/e (Inserire il numero) da completamente vero
Non esco mai senza fotocamera Tengo l’attrezzatura aggiornata Spendo in accessori quanto per la fotocamera/e Acquisto prodotti di una certa marca Do consigli di acquisto ad altri
❏ ❏ ❏ ❏ ❏
a non vero
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ogni tanto
di rado
mai
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04 Scatto le mie fotografie con
08 FOTOgraphia pubblica dieci numeri all’anno Leggo .................... numeri all’anno Questa è la prima volta che la leggo
❏
09 Ottengo FOTOgraphia Sono abbonato Come saggio promozionale La leggo quando altri l’hanno già letta
❏ ❏ ❏
10 Sfoglio o leggo ogni numero di FOTOgraphia circa .................... volte spesso
Fotocamere Micro QuattroTerzi Fotocamere con sensore APS-C Fotocamere reflex “full frame” Fotocamere con sensore medio formato ... in particolare Con fotocamera a pellicola In formato RAW In formato JPEG
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
05 Stampo N. .................... fotobook all’anno (inserire la quantità)
11 Di ciascun numero di FOTOgraphia leggo Tutte / quasi tutte le pagine Circa tre quarti Circa la metà Circa un quarto Solo poche pagine
❏ ❏ ❏ ❏ ❏
12 Leggo una copia di FOTOgraphia per un totale di .................... minuti 13 Oltre a me, altre .................... persone leggono ogni numero di FOTOgraphia
PER LA PRIVACY, L’AREA TRATTEGGIATA CON I DATI PERSONALI VERRÀ SEPARATA AL RICEVIMENTO SE NON VOLETE RITAGLIARE QUESTE PAGINE, FOTOCOPIATE LE DUE FACCIATE IL QUESTIONARIO (FRONTE E RETRO) DEVE PERVENIRE ENTRO IL 31 GENNAIO 2015 OPPURE, PARTECIPATE ONLINE SU: http://presseforschung.de/fotographia (entro le 24,00 del 31 gennaio 2015) È POSSIBILE INVIARE IL QUESTIONARIO IN FORMA ANONIMA, RINUNCIANDO ALL’ESTRAZIONE Elaborati dall’istituto WIP, di Colonia, i risultati saranno pubblicati Potete evitare di fornire i vostri dati (che comunque non sarebbero riferiti a terzi). Però, in questo modo, rinunciate alla possibilità di sul sito tipa.com, su FOTOgraphia e su Fotografia Reflex. L’estrazione delle sei macchine fotografiche avverrà presso uno partecipare all’estrazione di una delle sei macchine fotografiche in palio. L’anonimato è garantito, perché questa parte del questio- studio notarile a Madrid, in Spagna. Eventuali tasse o imposte sono a carico del vincitore). nario verrà separata dalle risposte. Regolamento sul sito www.tipa.com
14 Considero FOTOgraphia Rivista importante ❏ Fonte di ispirazione ❏ Competente ❏ ❏ Di grande utilità Chiara ❏ Indipendente ❏ Attuale ❏ D’intrattenimento ❏ Gradevole ❏ Varia ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
Non importante Non ispira Incompetente Poco utile Confusionaria Dipendente Non attuale Noiosa Sgradevole Monotona
15 Se FOTOgraphia non fosse più pubblicata moltissimo
molto
poco
no
❏
❏
❏
❏
Mi mancherebbe...
19 Leggo la pubblicità che appare su FOTOgraphia sempre ❏ spesso ❏ di rado
❏
mai
❏
20 La pubblicità che appare su FOTOgraphia da completamente vero
Per me ha valore informativo Mi ha già spinto a chiedere più informazioni Mi ha già spinto a fare un acquisto
❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏
a non vero
❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏
21 Visito il sito “FOTOgraphiaONLINE.it” di FOTOgraphia Più volte la settimana ❏ Ogni 2-3 mesi Più volte al mese ❏ Meno spesso Una volta al mese ❏ Mai
❏ ❏ ❏
22 Nei prossimi 2 o 3 anni, dedicherò alla fotografia Più tempo ❏ Meno tempo ❏ Tanto quanto oggi
❏
16 Argomenti che desidero leggere su FOTOgraphia molto importante
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
Dettagliati test di fotocamere Test comparativi di fotocamere Consigli per gli accessori Test di accessori Informazioni di mercato Consigli di tecnica Fotografi / Arte Mostre Concorsi
no
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏
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17 L’edizione digitale di FOTOgraphia (se ci fosse) da completamente vero
La leggerei regolarmente In generale, potrebbe soddisfarmi L’acquisterei al posto di quella cartacea L’acquisterei con un supplemento, se avesse servizi o altre caratteristiche
23 Informazioni personali Sono maschio ❏
femmina
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24 La disponibilità mensile netta della mia famiglia è (facoltativo) Inferiore a 1500,00 euro Tra 1500,00 e 1999,00 euro Tra 2000,00 e 2499,00 euro Tra 2500,00 e 2999,00 euro Tra 3000,00 e 3499,00 euro Tra 3500,00 e 3999,00 euro Tra 4000,00 e 4499,00 euro Superiore
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Grazie per aver partecipato al SONDAGGIO TIPA 2015
PER LA PRIVACY, L’AREA SOTTOSTANTE VERRÀ SEPARATA AL RICEVIMENTO DEL QUESTIONARIO COMPILAZIONE FACOLTATIVA (rinunciando all’estrazione dei premi) cognome
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FOTOgraphia - Sondaggio TIPA via Zuretti 2a - 20125 MILANO MI
Cinema
di Maurizio Rebuzzini - Ricerca iconografica di Filippo Rebuzzini
CONCATENAZIONE DI CASI
S
Sullo scorso numero di ottobre, abbiamo commentato un certo allineamento fotografico individuato tra le pieghe della sceneggiatura e scenografia del film Ore contate, del 1990, diretto da Dennis Hopper (anche protagonista). Nello specifico, abbiamo sottolineato la visualizzazione della St. Francis Church, di Taos, New Mexico, che si riconduce alla Storia della Fotografia per essere stata fotografata, in tempi successivi, da Ansel Adams, nel 1929 circa, e Paul Strand, nel 1931: ufficialmente, le due fotografie si intitolano St. Francis Church, Ranchos de Taos, New Mexico e Church, Ranchos de Taos, New Mexico. Come abbiamo avuto modo di sottolineare, scenograficamente, la visualizzazione nel film Ore contate è affascinante, perché si allinea addirittura a un’opera pittorica dello stesso soggetto, realizzata da Georgia O’Keeffe (straordinaria artista americana, tra l’altro, moglie del fotografo Alfred Stieglitz): Ranchos Church, New Mexico, olio su tela, del 1930-31, attualmente conservato ed esposto all’Amon Carter Museum, di Fort Worth, in Texas. Con l’occasione, e prima di rievocare altri soggetti fotografici in doppia interpretazione d’autore, abbiamo ricordato che la stessa chiesa è richiamata anche nel film I gemelli (Twins), di Ivan Reitman, del 1988. Ora, in un contenitore redazionale diverso e mirato, che fa della Photokina 2014 il proprio argomento principale/ unico, oppure -quantomeno- finge di farlo, per poi riflettere a tutto campo sulla Fotografia dei nostri tormentati giorni, riprendiamo ancora lo stesso film Ore contate, per appoggiare un’altra considerazione, forse -addiritturaper confermare un’altra opinione. Che è poi una convinzione ancora ereditata dallo scorso numero di ottobre, per quanto la sequenza di Domande in attesa di risposta, lì sollecitata, sia stata richiesta da un paio di Casi che si sono affacciati nella nostra esistenza. Eccoci ancora qui (e lì si trattò di una confezione di cinque obiettivi KodakAnastigmat 10,5cm f/8,8 e del Libro delle scoperte che ci hanno raggiunto
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Il film Ore contate, del 1990, di e con Dennis Hopper, è sceneggiato a partire da una concatenazioni di Casi, che portano la protagonista Anne Benton (Jodie Foster) ad assistere involontariamente a un omicidio di mafia. Già... il Caso. Anche noi, siamo qui sostanzialmente per Caso, dal 1972. Comunque, alla Photokina dal 1974: quarant’anni fa!
superando Tempo e Spazio): siamo convinti che il Caso guida e governa le nostre esistenze, nello stesso momento in cui lo stesso Caso è -a propria volta- diretto e gestito dall’insieme delle nostre azioni precedenti. Quindi, per Caso (ma forse neppure poi tanto, forse per nostra Condotta), abbiamo incontrato una affascinante e avvincente e appassionante Fujifilm X100S (su questo stesso numero, a pagina otto), ci siamo mossi in un certo modo all’interno dei padiglioni espositivi della Photokina 2014, abbiamo incrociato situazioni e accadimenti, siamo incappati in vicende e circostanze. La sceneggiatura di Ore contate fa tesoro del Caso, sul quale base la pro-
pria sostanza. La protagonista Anne Benton (interpretata da Jodie Foster) è testimone involontaria di un delitto di mafia, al quale assiste per una concatenazione di Casi che la portano sul luogo funesto al momento topico. Invece di continuare a curare l’allestimento scenico di una sua mostra personale, quasi per capriccio, lascia la galleria e la gallerista che si sta premurando di dare opportuna visibilità alle sue opere concettuali (installazioni di testi luminosi e contorni); quindi, si avvia verso casa, percorrendo una trafficata autostrada newyorkese di collegamento viabilistico; buca una gomma, parcheggia al ciglio della strada, viene importunata da ragazzotti di passaggio, si allontana dal margine automobilistico, scende per un pendio... assiste all’omicidio di mafia. Ancora, perché non è finita (con il Caso), poche ore dopo, a casa sua, si sveglia nel cuore della notte, ed è richiamata dal miagolio del suo gatto, nel momento nel quale due killer sono penetrati nell’appartamento per ucciderla. Proprio il suo essersi chinata per accarezzare il gatto (e magari dargli qualcosa da mangiare) la nasconde... e le salva la vita. Da qui, quindi, il film: sceneggiato sulla sua fuga da New York e sull’inseguimento dello spietato killer Milo (Dennis Hopper, appunto), calmo e pacato nella sua apparenza, ma abile ed efficiente nelle sue ricerche e nella sua perseveranza. Conclusione, con richiamo alle nostre stesse origini. In un tempo lontano, nel quale non avevamo ancora preordinato il nostro futuro, nell’autunno 1972, per Caso entrammo in contatto con la redazione della rivista Clic, fondata e diretta da Massimo Casolaro (Caso... laro). Per altrettanto Caso, un pomeriggio del settembre successivo, 1973, venimmo a sapere che si era liberato il ruolo di redattore del mensile Photo 13, diretto da Ando Gilardi e Roberta Clerici. Oggi, a fronte di quei due Casi, siamo ancora qui, nel bene (?) e nel male (!). Prima Photokina visitata, nel 1974, per Photo 13... quaranta anni dopo, ventunesima Photokina visitata, per FOTOgraphia. Eccoci qui. ❖
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ANDREAS IKONOMU
PAROLE E IMMAGINI da pagina 18 Questa è la fine? Assolutamente, no! da pagina 32 Dietro le quinte da pagina 40 Altin Manaf. Un giorno alla volta da pagina 50 Andreas Ikonomu. Un giorno alla volta da pagina 60 A contorno, in città ALTIN MANAF
da pagina 66 E domani e domani
MaurizioRebuzzini AndreasIkonomu AltinManaf
In ripetizione, d’obbligo: qualsiasi viaggio nella vita, se non fosse intrapreso per ragioni umane e con comprensione e amore, sarebbe un viaggio assolutamente inutile. Parliamo sempre di qualcosa che vale la pena ricordare, dal momento che la tecnologia trasforma in realtà antichi sogni. La fonte della tecnologia applicata (anche fotografica) è quella stessa fonte che alimenta la vita e l’evoluzione dell’esistenza
Immancabile autoritratto in ombra, che in un certo modo e senso riprende e replica quello in copertina di Alla Photokina e ritorno, pubblicato sei anni fa in riferimento all’edizione 2008 della manifestazione fieristica di Colonia. Tra tanto altro, e con irrinunciabile onestà intellettuale, testo che nel frattempo non ha perso nulla del proprio smalto originario: fatti salvi i suoi riferimenti tecnici temporali -pochi, per il vero-, clamorosamente si tratta di osservazioni e riflessioni ancora oggi di attualità e plausibili e condivisibili. Magari da leggere e rileggere: invito rivolto soprattutto a coloro i quali credono che il loro occuparsi di commercio fotografico concluda la serie e qualità dei propri doveri verso il mercato, verso i clienti e -perché no?verso l’intelligenza imprenditoriale e produttiva delle case madri. A destra, richiamo ai centosettantacinque anni della fotografia, conteggiati dal 1839 di origine (e ignorati dalle istituzioni italiane della fotografia: che non rispettano alcuno dei propri doveri etici e deontologici): allo stand Tetenal.
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ANTONIO BORDONI
MAURIZIO REBUZZINI
di Maurizio Rebuzzini (e Antonio Bordoni e Angelo Galantini, puntuali alter ego di tutte le stagioni), con Altin Manaf e Andreas Ikonomu; e con l’accompagnamento esistenziale di Francesco Guccini
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QUESTA `E LA FINE? ASSOLUTAMENTE, NO
Ho ancora la forza (Francesco Guccini e Luciano Ligabue; 2000)
Vorrei
(Francesco Guccini; 1996)
Vorrei conoscer l’odore del tuo paese, camminare di casa nel tuo giardino, 20
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hotokina 2014... a quarant’anni dalla prima fiera visitata, nel 1974. Con la compagnia consapevole e voluta di testi di Francesco Guccini, l’avvio è perfino scontato. «Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il “crucifige” e così sia, chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato» (da L’avvelenata, del 1976). Con qualche adattamento, qui e là -ma neppure poi tanti- eccoci qui, in una situazione tecnico-commerciale della fotografia che presenta più lati oscuri di visioni chiare. In altre parole, oggi più che mai, si impone una riflessione in profondità, che non si limiti alla sola apparenza di sembianze (qualsiasi queste siano), ma esamini e analizzi lo spessore di questo mondo (fotografico) al quale facciamo riferimento ed entro il quale agiscono le nostre opinioni.
ANTONIO BORDONI
Ho ancora la forza che serve a camminare, picchiare ancora contro per non lasciarmi stare ho ancora quella forza che ti serve quando dici: “Si comincia!” E ho ancora la forza di guardarmi attorno mischiando le parole con due pacchetti al giorno, di farmi trovar lì da chi mi vuole sempre nella mia camicia... Abito sempre qui da me, in questa stessa strada che non sai mai se c’è e al mondo sono andato, dal mondo son tornato sempre vivo... Ho ancora la forza di starvi a raccontare le mie storie di sempre, di come posso amare, di tutti quegli sbagli che per un motivo o l’altro so rifare... E ho ancora la forza di chiedere anche scusa o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa, di dirvi che comunque la mia parte ve la posso garantire... Abito sempre qui da me, in questa stessa strada che non sai mai se c’è nel mondo sono andato, dal mondo son tornato sempre vivo... Ho ancora la forza di non tirarmi indietro, di scegliermi la vita masticando ogni metro, di far la conta degli amici andati e dire: “Ci vediam più tardi”... E ho ancora la forza di scegliere parole per gioco, per il gusto di potermi sfogare perché, che piaccia o no, è capitato che sia quello che so fare... Abito sempre qui da me, in questa stessa strada che non sai mai se c’è col mondo sono andato e col mondo son tornato sempre vivo...
ALTIN MANAF ANTONIO BORDONI
Certo, tocca ammetterlo, soprattutto alla luce di una frequentazione della Photokina di Colonia, in Germania, fiera internazionale della fotografia, che si svolge ogni due anni, nell’autunno dei pari. Alla luce di quarant’anni di esperienza personale (dunque, ventuno edizioni), dalla Photokina 1974 di avvio (per la redazione del leggendario mensile Photo 13, diretto da Ando Gilardi e Roberta Clerici), possiamo annotare anche i tanti cambiamenti di clima e costume e contorno. Ci sono stati tempi di grandi richiami alla fotografia, equamente distribuiti in città;
In questo senso, con i propri annessi e connessi, la forma cartacea è congeniale: da una parte, si profila e propone come qualcosa “che resta”, che non è etereo; dall’altra, i suoi tempi di confezione sono compatibili con considerazioni esaminate e analizzate. Ancora, e forse non è ancora tutto, la dilatazione temporale consente e guida valutazioni controllate, che scartano a lato la sola esteriorità e sembianza di tecnicismi fini a se stessi.
e, ora, causa contrazioni economiche a tutti note e da tutti riconosciute (e da molti di noi, persino frequentate), le celebrazioni a contorno della Photokina 2014 sono state minime e misurate, se non già addirittura dimesse. A fronte e confronto del tanto del passato (soprattutto, remoto), per il quale ricordiamo molteplici richiami ed evocazioni a marchi nientemeno scomparsi (Konica, sopra tutti), due visualizzazioni che probabilmente assolvono e completano il tutto: bandiere Nikon su uno dei sovrappassaggi automobilistici della città e attrattiva Ricoh sui taxi in circolazione.
di queste, e hanno archiviato la vicenda. Ma! Ma, diamine, nulla e nessuno sia mai fine a se stesso, sia autoreferenziale, sia arido, sia senza altro sbocco. Così che, in assoluta convinzione, pensiamo che ci interessa nulla (non soltanto poco) delle sigle identificatorie, che si susseguono e inseguono rapidamente, ognuna derivata dalle precedenti. Ovvero, non ci preoccupiamo tanto di caratteristiche tecniche (non di caratteristiche operative, com-
ANDREAS IKONOMU
ANTONIO BORDONI
Da ridere (o piangere?), attraverso la Rete, ognuno ha potuto sintonizzarsi in tempo reale con gli istanti della Photokina 2014, che ora, a distanza di settimane (dal quindici settembre di premessa, riservata alla stampa specializzata, e dal sedici settembre di apertura al pubblico), possono apparire come passato remoto, non soltanto prossimo. Soprattutto a coloro i quali hanno seguìto la rapida successione delle novità tecniche, appagandosi
Nikon e Canon... di traverso (diciamola anche così). Rispettivamente: efficace sponsorizzazione dei gradini di Ingresso Sud della Koelnmesse, il principale della Photokina 2014 (quantomeno per l’ampio pubblico, attirato dai richiami più evidenti del mercato, per l’appunto con stand in prossimità; dagli altri ingressi, si accede più facilmente ai padiglioni specialistici della fotografia professionale, sia nel senso della sua intenzione e realizzazione, sia in quello della gestione conto terzi, per laboratorio e infrastruttura e affini);
e poi, dal buffet di ricevimento della stampa accreditata, tradizionalmente allestito da Canon il pomeriggio del giorno antecedente l’apertura ufficiale della fiera merceologica. Quindi, come sottolinea un certo insieme di fotografie di scena della Photokina 2014 (sia visualizzate sulle nostre pagine, sia presentate da ogni altro organo di informazione, cartaceo e non cartaceo), Canon ha ampiamente monopolizzato gli spazi pubblicitari a contorno, stabilendo altresì l’autentica “immagine” della Photokina 2014: nello specifico, situazioni e volti e azioni del e dal e con il Calcio Storico Fiorentino.
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respirare nell’aria sale e maggese, gli aromi della tua salvia e del rosmarino. Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero parlando con me del tempo e dei giorni andati, vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero, come se amici fossimo sempre stati. Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri, le strisce delle lumache nei loro gusci, capire tutti gli sguardi dietro agli scuri e lo vorrei perché non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei ed io... Vorrei con te da solo sempre viaggiare, scoprire quello che intorno c’è da scoprire per raccontarti e poi farmi raccontare il senso d’un rabbuiarsi e del tuo gioire; vorrei tornare nei posti dove son stato, spiegarti di quanto tutto sia poi diverso e per farmi da te spiegare cos’è cambiato e quale sapore nuovo abbia l’ universo. Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona o il mare di una remota spiaggia cubana o un greppe dell’Appennino dove risuona fra gli alberi un’usata e semplice tramontana e lo vorrei perché non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei ed io... Vorrei restare per sempre in un posto solo per ascoltare il suono del tuo parlare e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo impliciti dentro al semplice tuo camminare e restare in silenzio al suono della tua voce o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso dimenticando il tempo troppo veloce o nascondere in due sciocchezze che son commosso. Vorrei cantare il canto delle tue mani, giocare con te un eterno gioco proibito che l’oggi restasse oggi senza domani o domani potesse tendere all’infinito e lo vorrei perché non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei ed io...
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mentate e contestualizzate), che si esprimono e manifestano con una sequela di monogrammi alfa-numerici e di grandezze teoriche. Ma pensiamo che la mediazione tecnica della fotografia, necessaria fino a essere indispensabile, non sia mai il fine, ma sempre un mezzo; da e con Pino Bertelli, su questo stesso numero a pagina settantuno: «La macchina fotografica è di per sé un limite che va abbattuto, per arrivare là dove il soggetto diventa protagonista della propria storia». Coloro i quali sono interessati soprattutto a questo -magari, addirittura, soltanto a questo- hanno altre fonti di approvvigionamento... si possono dissetare e saziare altrove... smettano dunque di leggere queste note. Chiudano la rivista, magari la gettino pure via (evviva?), e vadano altrove. Non abbiamo speranze, che vadano a guardare un tramonto, a parlare con un bambino (imparando a essere adulti), a sentire il vento sul volto. Sappiamo bene che, invece, entreranno più probabilmente nell’esistenza virtuale della Rete, per avvicinare altri istanti effimeri (rumors ?), presto sostituiti da altrettanti istanti effimeri, siano anche solo di stampo tecnologico. Qui e ora, come sempre del resto, abbiamo da stare tra noi e con noi, per vivere piuttosto di sopravvivere. Fosse anche solo per richiamare le condizioni tecnico-commerciali della fotografia, per noi, vivere significa pensare e considerare. Così, se il problema riguarda l’elenco e la concatenazione di novità tecnologiche, da tempo, la Photokina non è luogo adatto. Ci sono altri appuntamenti fieristici preposti a questo, magari a partire dall’Ifa, di Berlino (prossime date 5-9 settembre 2015), entro i cui padiglioni si respira un presente condito di futuro: passerella di novità concrete e di ipotesi futuribili. Invece, la Photokina è oggi altro: soprattutto, è Fotografia, nel più autentico senso della parola, del concetto, delle ipotesi, del concreto. Come annotato anche e ancora in altre occasioni, a questa temporalmente precedenti, della Photokina di Colonia, inviolabile appuntamento biennale della tecnologia fotografica mondiale, che qui si confronta e specchia, ne abbiamo sentite e scritte di tutti i colori. Ripetiamo: personalmente, abbiamo visitato ventuno edizioni (undici delle quali per FOTOgraphia, dal 1994), svolgendone relazioni giornalistiche dal 1974, due anni dopo aver cominciato a frequentare le redazioni di riviste di settore, nelle quali esordimmo con una collaborazione a Clic, allora gestita dal suo fondatore Massimo Casolaro. Per la cronaca, quelli del passato sono stati anni di grandi corrispondenze giornalistiche. Sopra tutti, allora si segnalavano gli staff delle prestigiose e qualificate riviste statunitensi a larga tiratura,
ANDREAS IKONOMU (2) ANTONIO BORDONI
nell’ordine di oltre un milione di copie mensili (!). Abbiamo letto e scritto di “Photokina di transizione”, “Photokina di attesa”, “Photokina della restaurazione”, ma anche di “Photokina eccezionale”, “Photokina noiosa”, “Photokina inutile” e “Photokina illuminate”. Quindi, al ritorno dalla Photokina 2008, abbiamo scritto di “Photokina della chiarezza”, compilandone addirittura un libro, in forma di saggio: Alla Photokina e ritorno. Ancora oggi e qui, lo scriviamo e sottoscriviamo: la Photokina 2008 è stata la Photokina dell’autentica chiarezza, quella che ha stabilito punti fermi e certi e prospettive tecnologiche inviolabili. E da qui è nata la differenza di sostanza, che dalla sola e semplice passerella tecnologica (ormai superflua) si è proiettata verso il senso e sapore di un mondo. Dopo stagioni di confusioni esistenziali, durante le quali troppo spesso l’industria fotografica ha indossato gli abiti dell’impresa finanziaria, ognuno per sé e tutti insieme (in co-
appassionati la vivono come il paese dei balocchi. Anche i giornalisti inviati si comportano in maniera diversa, o almeno così dovrebbero fare, e non sempre fanno (per il vero, mai lo fanno), manifestando ciascuno interessi e prospettive autonome. A parte gli obblighi di mestiere, noi abbiamo seguìto ricercati dettagli, ci siamo allungati alle immagini di contorno (ufficialmente culturali e altro) e, come sempre promesso da queste pagine, risolti i dialoghi sui massimi sistemi, quelli che richiamano l’attenzione del vasto pubblico (consumatore), ci siamo mossi ancora tra le pieghe, per dare spazio, senso e visibilità a quegli entusiasmi progettuali che vanno oltre i grandi numeri, e da questi sono lontani, visitando l’intera esposizione, affrontando tutti i suoi padiglioni. Abbiamo mirato all’individuazione di altri modi di intendere l’azione fotografica, per la quale la configurazione tecnica è soprattutto necessaria, non soltanto sufficiente, al risul-
KOELNMESSE
In ordine, fasi preparatorie della Photokina 2014, il giorno antecedente l’apertura dei padiglioni, e l’ingresso dei primi visitatori, accorsi il giorno di inaugurazione, martedì sedici settembre. Nei sei giorni di fiera, fino a domenica ventuno, la Photokina 2014 è stata visitata da centottantacinquemila persone (185.000; addetti e operatori accreditati esclusi), provenienti da centosessanta paesi. Hanno esposto millesettantaquattro aziende (1074), di cinquantadue paesi: trentadue percento di marchi tedeschi e sessantotto percento provenienti da altre cinquantuno nazioni. Nel dettaglio, si sono registrati duecentotrentasei espositori e centonove aziende rappresentate tedesche (236 e 109) e cinquecentosedici espositori e duecentotredici aziende rappresentate, provenienti dall'estero (516 e 213).
Nel contesto di presenza di marchio oltre il proprio stand espositivo (se vogliamo dirla e vederla così), Nikon ha puntato molto della propria visibilità all’Ingresso Sud della Photokina 2014: quello principale per il grande pubblico, logisticamente prossimo ai collegamenti viabilistici e dei/con i mezzi pubblici. Già abbiamo commentato la personalizzazione dei gradini di accesso [a pagina 21], ed ora aggiungiamo l’animazione di un punto di ripresa dall’alto verso il basso, con scenografia che ha raffigurato un coraggioso attraversamento di una cascata, su una fune tesa tra due estremi. Per il gioco di prospettiva e di allestimento scenico, l’immagine simula una condizione reale, raffigurandola senza rischio alcuno (per certi versi, magia e incanto dell’illusione, del trucco calcolato, dell’interpretazione compositiva). Ogni soggetto ripreso è stato immediatamente proiettato su un grande schermo collocato immediatamente sopra l’ingresso dei padiglioni espositivi. Di cosa stiamo parlando? Di svago, di ricreazione, di divertimento? Forse. Sicuramente, di avvincente e convincente coinvolgimento del pubblico. Cioè dei clienti possibili e potenziali.
incidenza di intenti) i singoli marchi tornarono allora alle proprie origini, alla propria personalità: industria produttrice, che punta soprattutto sulla qualità vantata dei propri prodotti e il rapporto con i clienti, siano fotografi professionisti o non professionisti. Senza fronzoli finanziari aggiunti, senza deviazioni sostanziali dal tracciato principale, fondamentale e discriminante, l’industria riprese a sottolineare soprattutto la propria personalità produttrice. La Photokina è Fotografia a tutti gli effetti... L’iter tecnologico che la definisce è soltanto apparenza, oltre che necessità. A parte le finalità professionali individuali, dal giornalismo al fotolaboratorio senza soluzione di continuità, qualche negoziante può leggere tra le righe del nuovo, preventivando già cosa dovrà presto ritirare come usato; altri possono gradire la sola atmosfera; molti hanno visitato le esposizioni fotografiche del consistente e intrigante programma complice Photoszene Köln [su questo stesso numero, da pagina 60] tanti
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Quattro stracci (Francesco Guccini; 1996)
E guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai. Sigaretta o penna nella mia destra, simboli frivoli che non hai amato mai; quello che ho addosso non ti è mai piaciuto, racconto e dico e ti sembro muto, fumare e scrivere ti suona strano, meglio le mani di un artigiano e cancellarmi è tutto quel che fai; ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare e ridi in faccia a quello che cerchi e che mai avrai! Non sai che ci vuole scienza, ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità, ma maturo o meno io ne ho abbastanza della complessa tua semplicità. Ma poi chi ha detto che tu abbia ragione, coi tuoi “also sprach” di maturazione o è un’ illusione pronta per l’uso da eterna vittima di un sopruso, abuso d’ un mondo chiuso e fatalità; ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos’è la libertà! La libertà delle tue pozioni, di yoga, di erbe, psiche e di omeopatia, di manuali contro le frustrazioni, le inibizioni che provavi qui a casa mia, la noia data da uno non pratico, che non ha il polso di un matematico, che coi motori non ci sa fare e che non sa neanche guidare, un tipo perso dietro le nuvole e la poesia, ma ora scommetto che vorrai provare quel che con me non volevi fare: fare l’ amore, tirare tardi o la fantasia! La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla, ma costa poco, val quel che vale, e nessuno ti può più impedire di adoperarla; io, se Dio vuole, non son tuo padre, non ho nemmeno le palle quadre, 24
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tato finale, che rimane la Fotografia: la sua espressione e il suo linguaggio. Dove sta la differenza? Nello smettere di sentire il cervello, per ascoltare l’anima. In ogni caso, siamo stati guidati e indirizzati anche dalla voglia di assaporare il profondo di un’esperienza che sembra essere sempre uguale, ma che invece è sempre così diversa. Altri giornalisti, fatti loro, si affannano a fotografare i relatori delle conferenze stampa e a compilare immediate relazioni per la Rete; noi ascoltiamo. Alla fine, una sorpresa (il mondo cambia, ma spesso è sempre uguale a se stesso). Quindi, riprendiamo una considerazione sulla macchina fotografica, che abbiamo fatto nostra: presa a esempio e testimonianza del concetto di novità tecnica. Nei suoi centosettantacinque anni di vita (che avremmo potuto/dovuto celebrare nella successione di date ufficiali del sette gennaio e diciannove agosto: 1839-2014), in ogni momento, la macchina fotografica ha utilizzato tutte le risorse della tecnica costruttrice ottica, meccanica e chimica, e poi anche elettronica, per rendersi sempre più pratica, pronta, economica e funzionale, e per aderire sempre di più alle innumerevoli e svariate applicazioni richieste dagli utilizzatori. Così, si può dire che a ogni progresso della stessa macchina fotografica, dell’ottica, della chimica (e oggi dell’elettronica) è seguita una evoluzione del modello ideale di macchina fotografica, e sul mercato si sono affermati nuovi tipi, mentre hanno volto al tramonto quelli precedenti, anche se gloriosi. Ogni nuova macchina fotografica si presenta come il tipo studiato proprio con la mira di utilizzare al massimo le possibilità della meccanica fine, dell’ottica di alta precisione, dell’industria delle emulsioni moderne o dei sensori di ultima generazione e delle tecnologie applicabili. Trarre profitto da questi progressi tecnici per dare alla macchina fotografica le capacità di conciliare nella maniera più pratica e più conveniente la sua funzionalità, la sicurezza d’impiego, l’economia di esercizio e, non ultima, la disponibilità in ogni occasione, è il tema che si propongono tutti i progettisti, di tutti i marchi presenti sul mercato. Infatti, una macchina fotografica confortevole, appropriata e conveniente, capace di rendere sulle fotografie tutto quello che è necessario e sufficiente per appagare l’occhio dell’osservatore più raffinato ed esigente, è l’ideale verso il quale hanno sempre teso gli sforzi dei progettisti specializzati e le aspirazioni dei fotografi, non professionisti o professionisti che siano. Perché tutti hanno constatato che in molti casi si sono trovati di fronte a un soggetto interessante, a un panorama eccezionale, a un accadimento straordinario e non hanno potuto soddisfare
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il vivissimo desiderio di registrarlo, perché erano sprovvisti di macchina fotografica, e non l’avevano perché non prevedevano di doverla usare, e non avevano nessuna intenzione di portarsi appresso un ingombro e un peso fastidiosi, senza uno scopo che li giustificasse. Oggigiorno, l’offerta tecnologica è agevolmente ampia, fino a macchine fotografiche di alte prestazioni, con dimensioni contenute. E non escludiamo le prestazioni fotografiche degli smartphone (straordinario fenomeno sociale e di costume, per quanto gravato da un retrogusto spesso amaro). In ogni caso, la scelta include anche macchine fotografiche che ciascuno può avere sempre con sé, senza accorgersene, con tutto il proprio beneficio di utilità e praticità insuperabili in tutte le occasioni; basta formulare il pensiero che ciò che ci sta dinnanzi è meritevole di essere registrato/fissato e in pochi istanti il desiderio si trasforma in fatto compiuto. E via discorrendo. Ecco il senso e compito di ogni novità tecnica, senza alcuna soluzione di continuità dalle macchine fotografiche a ogni altro strumento della fotografia. Ancora e imperiosamente, si impone la ripetizione: il mondo cambia, ma spesso è sempre uguale a se stesso: la voglia di assaporare il profondo di un’esperienza che sembra essere sempre uguale, ma che invece è sempre così diversa. A conseguenza, è imbarazzante e inquietante pensare alla Photokina in soli termini di novità tecniche, ormai alla portata di informazioni in tempo reale, ormai materia di interpretazioni fieristiche che a questo si limitano. Come abbiamo già sostanziosamente rilevato -e ora continuiamo con lo stesso pas-
Autorevole testimonial Leica, il fotogiornalista Nick Ut (Huỳnh Công Út) ha presenziato allo stand, con la forza della propria personalità di autentica icona. Serve ricordarlo? È l’autore della celeberrima fotografia della bambina che corre disperata, con la schiena bruciata dal Napalm [Kim Phuc, allo stand Leica, alla Photokina 2012; FOTOgraphia, novembre 2012].
ANTONIO BORDONI
Andreas Kaufmann, presidente e Board of Directors Leica, presenta e commenta la Leica M Edition 60, celebrativa dei sessant’anni trascorsi e conteggiati dalla originaria Leica M3, del 1954, a propria volta successiva la lunga e gloriosa epopea delle precedenti Leica con innesto a vite degli obiettivi intercambiabili (ufficialmente, dal 1925, dopo il prototipo UR, datato 1914). Per la cronaca, anche se la distinzione principale e acquisita tra le due genìe riguarda proprio l’innesto degli obiettivi intercambiabili -a baionetta M, a partire dalla M3-, l’identificazione “M” è acronimo di un’altra caratteristica, considerata sostanziale dai progettisti Leica: M per Messsucher, ovverosia mirino di inquadratura comprensivo della separazione delle finestrelle del telemetro di messa a fuoco, per l’appunto “Messsucher”, in tedesco.
In un certo senso, qui il discorso si complica, per quanto sia però assolutamente chiaro. Questa è l’area di accoglienza dei produttori asiatici di strumenti e apparati fotografici, peraltro presenti alla Photokina 2014 con stand omogenei, comprensivi di identificazione comune ben evidente e decifrabile dal pubblico. La memoria, che potrebbe non essere più quella di un tempo (ma non lo è neppure più la nostalgia), richiama analoghe iniziative italiane, di tanti anni fa, quando l’Italia fotografica aveva un proprio senso, nella trasversalità di apparati per laboratorio, fotografia professionale e infrastruttura di vario genere (più, ancora, residui di stagioni precedenti, con cine e diaproiezione e contorni). Le ricordiamo bene quelle presenze collettive, soprattutto per la miseria formale e di contenuto che manifestarono. Molto probabilmente, potremmo ipotizzare la solita pastetta politica del nostro malaugurato paese.
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tu hai la fantasia delle idee contorte, vai con la mente e le gambe corte, poi avrai sempre il momento giusto per sistemarla: le vie del mondo ti sono aperte, tanto hai le spalle sempre coperte ed avrai sempre le scuse buone per rifiutarla! Per rifiutare sei stata un genio, sprecando il tempo a rifiutare me, ma non c’è un alibi, non c’è un rimedio, se guardo bene no, non c’è un perché; nata di marzo, nata balzana, casta che sogna d’esser puttana, quando sei dentro vuoi esser fuori cercando sempre i passati amori ed hai annullato tutti fuori che te, ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri, persa a cercar per sempre quello che non c’è, io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri persa a cercar per sempre quello che non c’è, io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri persa a cercar per sempre quello che non c’è...
Autunno
(Francesco Guccini; 2000)
Un’oca che guazza nel fango, un cane che abbaia a comando, la pioggia che cade e non cade le nebbie striscianti che svelano e velano strade... Profilo degli alberi secchi, spezzarsi scrosciante di stecchi, sul monte, ogni tanto, gli spari e cadono urlando di morte gli animali ignari... L’autunno ti fa sonnolento, la luce del giorno è un momento che irrompe e veloce è svanita: metafora lucida di quello che è la nostra vita... L’autunno che sfuma i contorni consuma in un giorno più giorni, ti sembra sia un gioco indolente, ma rapido brucia giornate che appaiono lente... 26
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so-, da tempo la Photokina non è più fiera di novità tecniche: che ci sarebbero state anche senza mettere in piedi una tale kermesse e che si sarebbero conosciute comunque, indipendentemente dall’appuntamento ufficiale di Colonia, in Germania, di metà settembre. Curiosamente, in tempi non sospetti, addirittura complici, lo annotammo anche in e per uno spazio redazionale dell’autorevole (allora!, non più oggi, nei suoi intendimenti trasformati) Foto-Notiziario, periodico allora indirizzato al commercio fotografico (una volta si diceva “ai fotonegozianti”, oggi è più legittimo adeguarsi alle attuali indicazioni fonetiche, non semantiche: “al trade”). Dalla Photokina 2004, di dieci anni fa (esclamativo! d’obbligo): «Non è più un problema di novità di mercato, come era fino a qualche anno fa, quando si andava in Photokina per annotare le nuove interpretazioni fotografiche realizzate e proposte dall’industria, che avrebbero caratterizzato il mercato dei mesi/anni immediatamente a seguire. [...] Mentre nei decenni scorsi si andava a Colonia per registrare l’insieme delle novità tecniche, da annotare come tali e valutare per quanto rappresentavano nel proprio complesso, oggi si deve osservare con altro occhio, con differente attenzione. Le novità tecniche non attendono più l’appuntamento biennale della Photokina per essere annunciate e, addirittura, proposte al mercato. Per quanto riguarda la comunicazione, il tempo reale della rete Internet assolve egregiamente e risolve. «A conseguenza, alla Photokina più che guardare, sentire e dedurre, si deve soprattutto annusare: sollevare la superficie per guardarvi sotto, per trarre altre deduzioni e, addirittura, conclusioni. [...] Qual è, a nostro avviso (a nostro avviso) lo spirito fotografico che la Photokina 2004 ha evidenziato, fino ad elevarlo a cifra stilistica di un settore? [che si è successivamente confermata, in ogni edizione a seguire, fino all’attuale 2014]. Soprattutto è quello di un’industria produttrice che si è perfettamente resa conto che l’elemento fotografico non dipende soltanto dalle statistiche commerciali e dai volumi di vendita, ma a monte di tutto sta il fatto che l’esercizio della fotografia, a ogni proprio livello, dalla semplice fotoricordo all’impegno altamente professionale, non può prescindere dalla soddisfazione personale e individuale. Ovvero, come abbiamo annotato in tempi antecedenti a oggi, in tempi non sospetti, il valore aggiunto è proprio questo: la fotografia finale che ciascuno realizza. «Accanto ad aziende che hanno rivelato la propria sostanziale confusione mentale, e purtroppo nell’elenco si devono annotare marchi più che storici, altre aziende stanno agendo rivolgendosi alla soddisfazione del consumatore finale, qualsiasi questo sia. Oltre la logica
ANTONIO BORDONI FABIO AUGUGLIARO
Siamo sinceri, oltre che emotivamente coinvolti (perché anche i sentimenti personali guidano e governano la stesura e confezione di queste pagine “giornalistiche”): ci ha commossi la vicenda di Gaetano Scalisi, attuale titolare di Rinowa, di Bagno a Ripoli,
starci quando constatiamo che non sempre la consapevolezza originaria, di fabbrica, arriva coerente ai propri estremi. E dunque, la parola passa ora ai distributori nazionali. Chi accoglierà le sollecitazioni di partenza? Chi le declinerà al meglio? Chi saprà farne tesoro in chiave commerciale? Stiamo a vedere». A parte le conclusioni, tutte riferite al clima e senso che allora si diede alla Photokina 2004, una annotazione si impone su ogni al-
tra: la Photokina non è più un insieme di novità, da raccontare per settori merceologici o censire in stretto ordine alfabetico, a ciascuno la propria relazione, ma definisce e delinea lo spirito di un intero mercato. Cioè, la Photokina ha un rapporto relativo con le novità che i produttori annunciano e presentano. L’anima, il senso e lo spirito attuali della Photokina prescindono, quindi, dalla quantità e qualità di novità espresse nei suoi giorni, che
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di mercato, che viene dibattuta in territori appositi, l’industria fotografica sta tornando, oppure sta arrivando (secondo i casi), a promuovere un discorso di immagine. Non si tratta di cultura asettica e arida, ovvero di kultura, ma di autentica consapevolezza finalizzata a risvolti commerciali. Per quanto possiamo vantare di aver anticipato da tempo questo stretto legame, tra soddisfazione e conseguente commercio, non possiamo che rattri-
in provincia di Firenze, che allo stand Orwo ha ritrovato la raffigurazione della sua Cinquecento aziendale e personalizzata, con la quale ha agito da agente di vendita negli anni Cinquanta. Potenza della Storia... ma forza dei Sentimenti.
I vincitori dei prestigiosi, ambìti e qualificati TIPA Awards 2014, con i rispettivi trofei, alla conclusione della solenne cerimonia di premiazione, svoltasi nell’ambito della Photokina 2014, martedì sedici settembre. Con l’occasione, ricordiamo che i TIPA Awards sono conferiti da una autorevole giuria composta da direttori e/o redattori di ventotto qualificate riviste internazionali di fotografia aderenti alla Technical Image Press Association (tra le quali, le italiane Fotografia Reflex, diretta da Giulio Forti, e FOTOgraphia). Come già ampiamente riferito, lo scorso giugno 2014, i TIPA Awards 2014 sono stati assegnati a ventidue marchi: quaranta aggiudicazioni hanno messo l’accento sull’evoluzione tecnica dell’intero comparto della fotografia. In ordine alfabetico, l’unico accettabile: Canon, quattro premi (Canon Eos 70D, Canon PowerShot G1 X Mark II, Canon EF 200-400mm f/4L IS USM Extender 1,4x, Canon Dual Pixel Cmos AF); DxO (DxO ViewPoint 2); Epson, due premi (Epson Expression Photo XP-950, Epson EH-TW7200); Fujifilm, due premi (Fujifilm X-T1, Fujinon XF 10-24mm f/4 R OIS);
Hahnemühle (Hahnemühle Photo Silk Baryta 310); LG, due premi (LG 21:9 UltraWide 34UM95, LG UHD UB980 Series TV); Manfrotto (Manfrotto New 190 Collection); Nikon, quattro premi (Nikon D3300, Nikon D4s, Nikon Df, Nikon 1 AW1); Nissin (Nissin i40); Olympus, due premi (Olympus OM-D E-M10, Olympus M Zuiko Digital ED 14-42mm f/3,5-5,6 EZ); Panasonic, due premi (Panasonic Lumix DMC-TZ60 / ZS40, Panasonic Lumix DMC-GH4); Pentax (Pentax K-3); Phase One (Phase One IQ250); Photosmith (Photosmith 3); Profoto (Profoto B1 Off-Camera Flash); Samsung, due premi (Samsung WB50F, Samsung NX30); SanDisk, due premi (SanDisk Connect Wireless Flash Drive, SanDisk Extreme Pro SDHC/SDXC UHS-II Memory Card); Sigma, tre premi (Sigma 18-200mm f/3,5-6,3 DC Macro OS HSM, Sigma dp Quattro, Sigma Mount Conversion Service); Sony, quattro premi (Sony Alpha 7R, Sony Action Cam HDR-AS100V, Sony FDR-AX100, Sony QX Series); Tamron (Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD); Thule (Thule Perspektiv Series); Zeiss (Zeiss Touit Series).
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Odori di fumo e foschia, fanghiglia di periferia, distese di foglia marcita che cade in silenzio lasciando per sempre la vita... Rinchiudersi in casa a aspettare qualcuno o qualcosa da fare, qualcosa che mai si farà, qualcuno che sai non esiste e che non suonerà... Rinchiudersi in casa a contare le ore che fai scivolare pensando confuso al mistero dei tanti “io sarò” diventati per dempre “io ero”... Rinchiudersi in casa a guardare un libro, una foto, un giornale e ignorando quel rodere sordo che cambia “io faccio” e lo fa diventare “io ricordo”... La notte è di colpo calata, c’è un’oscurità perforata da un’auto che passa veloce lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce... Rumore che appare e scompare, immagine crepuscolare del correre tuo senza scopo, del tempo che gioca con te come il gatto col topo... Le storie credute importanti si sbriciolano in pochi istanti: figure e impressioni passate si fanno lontane e lontana così è la tua estate... E vesti la notte incombente lasciando vagare la mente al niente temuto e aspettato sapendo che questo è il tuo autunno... che adesso è arrivato...
Addio
(Francesco Guccini; 2000)
Nell’anno Novantanove di nostra vita io, Francesco Guccini, eterno studente perché la materia di studio sarebbe infinita e soprattutto perché so di non sapere niente, io, chierico vagante, bandito di strada, io, non artista, solo piccolo baccelliere, perché, per colpa d’altri, vada come vada, 28
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pure ne compongono l’irrinunciabile ossatura. In un tempo tecnologico e commerciale come è l’attuale, le alternanze ed evoluzioni tecniche (e commerciali) prescindono ormai da un qualsiasi appuntamento fieristico: per cui è più che grottesco circoscrivere e limitare il valore della Photokina a questo. Sia alla luce del ritmo con il quale i prodotti fotografici si inseguono sugli scaffali di vendita, sia in considerazione dei nuovi/innovativi veicoli di informazione verso il pubblico (a partire dalla già ricordata rete Internet), la tecnica fotografica è un divenire continuo e inarrestabile. Soprattutto per questo, ma non soltanto per questo, la Photokina si esprime e manifesta al di là della somma algebrica delle novità annunciate con la sua occasione, delle quali ne sollecita e favorisce soltanto la presentazione. Però, attenzione: il dovere di ogni addetto al settore non si esaurisce con il solo adempimento dei propri incarichi istituzionali, ma deve approdare a una consapevolezza della fotografia che vada avanti e oltre. A una consapevolezza che coinvolga e gratifichi il pubblico, al quale deve arrivare quella cultura di impresa che si respira in Photokina, là dove espongono le case madri, e che raramente fa parte del bagaglio professionale di coloro i quali agiscono come distributori nazionali. Non c’è Internet che tenga. Non c’è relazione su rivista che possa bastare. Raramente al pubblico arriva l’insieme di competenze e chiarezze che definisce l’impegno progettuale, ricco di sfumature e impreziosito di avvincenti dettagli. Personalmente, ogni volta che assistiamo a una conferenza stampa di presentazione di prodotto soffriamo per l’impossibilità di trasmettere il tanto (mai troppo) che apprendiamo, che resta circoscritto a pochi iniziati e privilegiati (noi, tra loro). Sentiamo impellente il bisogno di una entità intermedia, che per statuto possa negoziare e rinegoziare tutti questi rapporti, tutte queste competenze, fino a proiettarle verso il punto vendita, a propria volta interlocutore unico del consumatore finale, quello verso il quale dovrebbe essere rivolto tutto lo sforzo infrastrutturale del mercato. Ciò a dire che richiami appetibili, come potrebbero esserli quelli gestiti e svolti dalla filiera che dalla distribuzione approda al negozio di fotografia (non inconsistente passerella pseudo tecnologica, non pavida parodia strapaesana di ben altri spessori e splendori del fantastico e avvincente mondo della fotografia), dovrebbero allargarsi a macchia d’olio fino ai clienti. Ancora, non dovrebbero fare il verso a una qualsivoglia passerella merceologica fine a se stessa, ma completarsi con sostanziose presentazioni di prodotto... ed emozioni. Allo stesso tempo, pensiamo a una educazione commerciale che si estenda oltre i soli riferimenti tecnici, per comprendere la
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Fascino dei nostri tempi, nei quali abbiamo a disposizione attimi fotografici senza alcuna soluzione di continuità (né tecnologia): dai droni futuribili alla fantastica fotografia a sviluppo immediato (ormai, soltanto Fujifilm Instax)... alle nostalgie di casa Lomography.
definizione di un commercio rivolto all’applicazione attiva di un interesse. Anche solo in queste pagine, l’abbiamo già rilevato in tante occasioni, e a propria volta questa ulteriore potrebbe non essere l’ultima, ma soltanto una ancora e una in più (mai una di troppo): sia che si tratti di semplice fotoricordo domenicale, sia che si tratti di impegno individuale più sostanzioso (quel fotoamatorismo, anche organizzato, frequentato da molti), la fotografia è un hobby diverso dagli altri. Diverso, perché migliore: sempre e comunque attivo e non passivo. Il valore del Tempo che l’attraversa non è certo questione da poco. Ripetiamo, ribadiamo e concludiamo: la Photokina è oggi l’espressione più chiara, trasparente e concreta di tutti questi intrecci, legami e collegamenti. Photokina non sono i soli strumenti della fotografia. Alla Photokina e con la Photokina, l’intero mercato della fotografia manifesta spiriti e filosofie trasversali, da decifrare per allineare e finalizzare ogni personalità commerciale quotidiana; anche quelle giornalistiche, sia chiaro. Per quanto ci riguarda personalmente, è doverosa e necessaria una ulteriore precisazione, in aggiunta e decifrazione. Lo sappiamo, ne siamo più che consapevoli, oltre che convinti: realizziamo questa rivista tenendo anche conto di individualismi, suggestioni ed emozioni nostre. Insomma, ci esprimiamo sempre con
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a volte mi vergogno di fare il mio mestiere, io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite, riflettori e paillettes delle televisioni, alle urla scomposte di politicanti professionisti, a quelle vostre glorie vuote da coglioni... E dico addio al mondo inventato del villaggio globale, alle diete per mantenersi in forma smagliante a chi parla sempre di un futuro trionfale e ad ogni impresa di questo secolo trionfante, alle magie di moda delle religioni orientali che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero, ai personaggi cicaleggianti dei talk-show che squittiscono ad ogni ora un nuovo “vero” alle futilità pettegole sui calciatori miliardari, alle loro modelle senza umanità alle sempiterne belle in gara sui calendari, a chi dimentica o ignora l’umiltà... [...] Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito, a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia o sceglie a caso per i tiramenti del momento curando però sempre di riempirsi la pancia e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati, ai ceroni ed ai parrucchini per signore, alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati, al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore, a chi si dichiara di sinistra e democratico però è amico di tutti perché non si sa mai, e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico ed è anche fondamentalista per evitare guai a questo orizzonte di affaristi e d’imbroglioni fatto di nebbia, pieno di sembrare, ricolmo di nani, ballerine e canzoni, di lotterie, l’unica fede il cui sperare... Nell’anno Novantanove di nostra vita io, giullare da niente, ma indignato, anch’io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...
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ALTIN MANAF
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Ok... siamo arrivati alla fine, ammesso (e non concesso) che una fine possa esserci, soprattutto nell’eterogeneità di una relazione articolata dalla Photokina 2014, che comunque si allunga ancora in avanti, sulle pagine a seguire. In ogni caso, fissiamo subito l’appuntamento per la prossima Photokina 2016, dal venti al ventisei settembre: chi ci sarà (ancora), ne relazioni e ci renda ricchi con e delle sue analisi e parole.
parole partecipate. Per quanto la semplificazione in “etichetta” possa essere in qualche modo e misura identificativa, non siamo soltanto “giornalisti” (come pure siamo), ma ci sentiamo coinvolti passionalmente, fino ad allinearci ai possibili desideri e interessi del pubblico al quale ci rivolgiamo. Quindi, riferendoci allo svolgimento della Photokina 2014, in veste e ruolo di “relazione da”, confessiamo e ammettiamo di aver evitato alcuni espositori, dei quali abbiamo soltanto registrato la qualità tecnologica della presenza (dovere irrinunciabile). Infatti, altra confessione d’obbligo, non abbiamo alcuna intenzione di assecondare coloro i quali sono privi di quelle doti e caratteristiche di correttezza, etica, deontologia e galateo che sono materia indispensabile per la conseguente partecipazione... anche emotiva, sicuramente emozionante e coinvolgente. Infatti, ed è questa la conclusione effettiva, che avvolge sia coloro i quali esercitano la fotografia, sia coloro i quali ne fanno legittimo commercio: nella propria essenza, la fotografia è un esercizio volontario, consapevole e convinto. Dunque -paradossalmente meno utile di tanto altro-, è una disciplina (espressione, commercio, creatività, inventiva, illusione, manifestazione, rivelazione...) da rispettare e assecondare. E svolgere bene! ❖ A seguire: ❯ Dietro le quinte, da pagina 32; ❯ Altin Manaf. Un giorno alla volta, da pagina 40; ❯ Andreas Ikonomu. Un giorno alla volta, da pagina 40; ❯ A contorno, in città, da pagina 60; ❯ E domani e domani, da pagina 66; ❯ Sguardo su... FOTOgraphia, da pagina 70; ❯ Sia chiaro che! Bella ciao, a pagina 74. In precedenza: ❯ Fujifilm X100S (questa!), a pagina 8; ❯ Concatenazione di Casi, a pagina 14.
Immancabile incontro a ogni edizione della Photokina, con un fedele della fotografia a foro stenopeico (pinhole). Esponente di una schiera di irriducibili, questo anonimo interprete della fotografia declina la propria visione e concezione persino nel regno della tecnologia presente e futuribile.
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A parte i massimi sistemi, a tutti evidenti e da tutti già avvicinati, molti dei quali sono stati anche anticipati da consistenti rumors (si dice cosÏ, riferendosi alle notizie che circolano in Rete), uno sguardo trasversale, per rilevare come e quanto il mercato fotografico sia vivo e palpitante. Ma, soprattutto, sia eterogeneo e corroborante, fino ad essere addirittura fonte di gratificazioni eccezionali. Annotazioni tra le pieghe della Photokina 2014, che riguardano prodotti e proposte solitamente ignorate dalle luci della ribalta. Ma, attenzione, spesso, è proprio dietro-le-quinte che si possono incontrare interpretazioni e soluzioni capaci di fare l’autentica differenza
DIETRO LE QUINTE
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Bacinelle, accessori e misurini da camera oscura: effetto scenico dell’area di ristoro allestita presso il Museum für Angewandte Kunst Köln (Makk), durante le serate di presentazione dell’autorevole Deutscher Fotobuchpreis 2014, parte consistente di Photoszene Köln, che si è affiancata alla Photokina 2014. (in alto) Presenza in Photokina di www.fojo.me, che si basa su concezioni fotografiche che in troppi stiamo colpevolmente accantonando, e persino dimenticando. (centro pagina) Obiettivi Mitakon di alta luminosità (35mm e 50mm, entrambi f/0,95), in un sistema universale di proposte ottiche di sapore antico. Ma attuale!
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di Antonio Bordoni onsiderati i modi e tempi dell’attuale informazione, non solo tecnica, ma -per quanto ci riguarda- tecnica e tecnologica, delle novità fotografiche presentate in occasione e con l’occasione della Photokina 2014, tutti coloro che sono interessati all’argomento sanno tutto. Dunque, a (ormai) clamorosa distanza di tempo, non è il caso aggiungere nostre note al riguardo: anche perché si tratterebbe di esplorazioni meno qualificate di quelle che, da mille e mille fonti, hanno già vivisezionato caratteristiche tecniche e valori formali di uso. Al caso, con altra cadenza “giornalistica”, sarà opportuno tornare a occuparci di questi massimi sistemi, se e quando individueremo l’opportunità e convenienza di approfondimenti adeguati. In questo senso, sono confortanti le considerazioni che Pino Bertelli esprime su questo stesso numero, da pagina settanta. Un suo passaggio, tra tutti, chiarisce il nostro modo di considerare e affrontare gli argomenti tecnici propri e caratteristici dell’impegno fotografico. Testuale, in ripetizione d’obbligo: «A scorrere le pagine di FOTOgraphia si può vedere l’importanza conoscitiva dei prodotti/strumenti fotografici che con-
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siglia, studia, argomenta. La trattazione non è mai superficiale, dovuta e circostanziale; si parla di fotografia e di linguaggio fotografico anche quando si analizza un obiettivo, una macchina fotografica, un utensile per realizzare immagini. Non è questione di competenza e basta, si tratta di amore per la fotografia... e, quindi, di intrattenere e prolungare il rapporto con il lettore, quale che sia». Dunque... dietro-le-quinte e oltre i massimi sistemi. Ovviamente, la prima menzione è per l’immancabile anonimo che si è presentato in Photokina con la propria interpretazione a foro stenopeico (pinhole), individuato una mattina, all’Ingresso Sud della Koelnmesse, quello considerato principale: a ogni edizione ce n’è stato uno, almeno; quest’anno, ci sono però sfuggiti interpreti residui e irriducibili della fotografia 3D tridimensionale. Quindi, in tema di conservazione di valori e sapori del passato, a parte i produttori che continuano a proporre pellicole bianconero di eccellente efficacia e carte sensibili per la stampa all’ingranditore, è doverosa la menzione di www.fojo.me, che per l’appunto fa bandiera e tesoro di modalità fotografiche che in troppi stiamo colpevolmente accantonando, e persino dimenticando. A questo proposito, rilevazione d’obbligo, annotiamo che le serate di presentazione del Deutscher Foto-
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buchpreis 2014, al Museum für Angewandte Kunst Köln, in acronimo Makk, sono state accompagnate da un’area ristoro allestita con bacinelle, accessori e misurini da camera oscura: effetto scenico, ma anche rispetto di se stessi e della propria lunga e nobile vicenda fotografica. Ed questo il senso, anche e ancora, del richiamo ufficiale Tetenal, lanciato al proprio stand espositivo [a pagina 18] e replicato sulla copertina del catalogo 2014: «Happy Birthday Photo», Buon compleanno, fotografia, nel centosettantacinquesimo anniversario, dal 1839 di origine. Avanti, con altri sapori classici e rispettosi di tanto (probabilmente, di tutto). Eccellente la linea di obiettivi Mitakon, in innesto per reflex con sensore APS-C, sia in configurazione standard, sia in interpretazione Compact System Camera / CSC, già Mirrorless. Due Speedmaster estremamente luminosi, nell’ordine di 35mm f/0,95 e 50mm f/0,95, stanno in buona compagnia di disegni ottici analogamente confortevoli: 35mm f/2, 85mm f/2 e 135mm f/2,8. Da qui, con passo breve, approdiamo all’annunciato Meyer Optik Görlitz 80mm f/1,8, erede di una nobile tradizione ottica (richiamiamo l’attenzione sull’antico Domiplan 50mm f/2,8 e sulla gamma di teleobiettivi Orestegor, di buona memoria). Quindi, con balzo ardito, che dire degli anamorfici
1,3x, uno dei quali proposto da Zhong Yi Optics, di Singapore, gli stessi dei Mitakon luminosi e extra-luminosi appena evocati? Si tratta di una ripresa attuale di disegni ottici del passato remoto, che potrebbero avere senso compiuto più oggi, di quanto non ne abbiano avuto l’altro ieri. Infatti, la gestione digitale dei file consente anche l’alterazione dimensionale volontaria e controllata dell’immagine anamorfizzata, riportata a un equilibrio visuale con rinnovati rapporti tra i lati (volendo riprendere l’argomento, intrigante quanto affascinante, rimandiamo a un nostro approfondimento, nel luglio 2000, riferito alla gamma di obiettivi anamorfici Iscorama serie 2000). Da qui, per ribadire l’essenza di compagnie classiche, comunque complementari a tanta e tanta e tanta offerta fotografica presente-futuribile, una evocazione obbligatoria riguarda la produzione cinese Shen Hao, che giusto alla Photokina 2014 ha celebrato i propri vent’anni di vita... al passato: apparecchi fotografici grande formato in legno, sia in dimensioni consuete (dal 4x5 pollici all’8x10 pollici, rispettivamente tradotti in 10,2x12,7cm e 20,4x25,4cm), sia in proposte che vanno anche oltre, fino al fantastico 11x14 pollici, tanto frequentato da una identificata schiera (nicchia) di appassionati (in trascrizione, 27,9x35,6cm, ovvero 28x36cm!), sia in configurazioni
Shen Hao è un valido e intrigante costruttore di apparecchi fotografici grande formato in legno, con estensione fino a dimensioni generose (11x14 pollici) e a avvincenti configurazioni per inquadratura panorama. (centro pagina, in alto) Meyer Optik Görlitz 80mm f/1,8 (matricola 00001!): medio tele universale per ogni sistema reflex dei nostri giorni. (centro pagina, al centro) Casualità? Coincidenza? Oppure, è nell’aria? Due interpretazioni ottiche coincidenti, entrambe dalla Cina: obiettivi anamorfici 1,3x, che riprendono e ripropongono stagioni del passato, anche remoto.
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Gizmon è un sistema di complementi per smartphone declinato sull’evocazione (nostalgica, ma vivace) di richiami fotografici del passato remoto. Addirittura, con borse e accessori complementari (distribuzione in Italia: Rinowa, via di Vacciano 6f, 50012 Bagno a Ripoli FI; www.rinowa.it).
Videoripresa notturna (di sorveglianza e controllo... ma non solo) Falcon Eye KC-2000, gestito da Komamura Corporation (nella persona del suo titolare Tosh Komamura), che con il marchio Horseman ha onorato la genìa di apparecchi grande formato, con configurazioni folding e a banco ottico.
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ardite e fuori standard (soprattutto, in inquadratura panorama 6x17cm, 6x24cm, 4x10 pollici, 5x12 pollici, e 7x17 pollici). In aggiunta, una vasta serie di accessori propri e universali, tra i quali spiccano gli adattatori in dimensioni standardizzate Graflok, fissi e decentrabili (anche in versione micrometrica), per utilizzare reflex e CSC / Mirrorless sui dorsi 4x5 pollici di ogni produzione, attuale e storica. In stretta attualità tecnologica, una nota di merito e una attenzione sollecitata per il sistema di videoripresa notturna (di sorveglianza e controllo... ma non solo) Falcon Eye KC-2000, gestito da Komamura Corporation, di Tosh Komamura, che qualcuno può ricordare per il marchio Horseman, che ha onorato la genìa di apparecchi fotografici grande formato, con configurazioni folding e a banco ottico. Ci sono state presentate comparazioni a dir poco strabilianti, che sottolineano prestazioni di questo sistema assolutamente superiori agli standard attuali, sia militari (!), sia civili. Se ne risentirà parlare, in ambiti appropriati. Chiusura in digressione (ma non è proprio vero, come stiamo per sottolineare). Avvincente, seducente e coinvolgente, l’offerta Gizmon sfiora la fotografia, nel momento nel quale cavalca altro e altrove: rivestimenti per smartphone (cover), a forma di reflex
35mm, Leica a telemetro e altri apparecchi fotografici storici, con tanto di borse dedicate e accessori complementari. Sappiamo che c’è già una distribuzione nazionale, magari non ancora raggiunta da tutto il resto che abbiamo elencato nel nostro attuale dietrole-quinte: Rinowa, di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze, che sicuramente ha capacità per diffondere a piene mani. Lo assicuriamo: si tratta di complementi quotidiani di grande fascino e gradimento assoluto. Quindi, va precisato che non si è trattato di una divagazione, come appena annotato: confidiamo sempre nel fatto che, su queste pagine, da queste pagine, sia chiaro un nostro modo di agire. Per quanto la rivista sia riservata e dedicata alla fotografia in sé e ai propri contesti innegabili e inviolabili, ci accade spesso di andare a scavare nelle memorie, in opere letterarie, in testi e verso richiami altri (dal cinema, dal fumetto, dal costume sociale), per sottolineare collegamenti e combinazioni e circostanze e convergenze. Dunque, esplicitamente e a chiare lettere, confidiamo che queste deviazioni e biforcazioni non siano considerate alla stregua di banali e semplici digressioni, ma le si intuisca e comprenda per ciò che realmente sono: elementi fondamentali e centrali per il nostro progetto/percorso narrativo e critico e teorico e “giornalistico”. ❖
dal 1973
In coincidenza con il progetto congiunto Leica-Minolta CL (1973-1976), duplicatore di focale per Leica (vite / baionetta M) della famiglia Komura Telemore 95: maschio a vite 39x1, femmina M e anello adattatore vite 39x1-M, per ogni combinazione corpo macchina-obiettivo. In confezione con mirino ottico di inquadratura (simulazioni da 40/80mm a 135/270mm).
Komura Telemore 95
www.newoldcamera.com
PANASONIC STAND
PHOTOKINA 2014: ALTIN MANAF,
IN UN RITRATTO (IRONICO) DI
ANDREAS IKONOMU:
LUNEDÌ
15
SETTEMBRE
Brava, Altin Manaf: un occhio rivolto sia allo svolgimento della Photokina 2014, sia alle escursioni del dopo-fiera, in città. Osservazioni di profilo, ma osservazioni concentrate. Visioni e sottolineature che rivelano l’essenza e il significato di giornate condensate, di giornate intense e vivaci, che si svolgono tra impegno personale e impeti individuali. Con la forza e la coerenza del saggio racconto fotografico... giorno dopo giorno, tra padiglioni espositivi e occasioni private
40
ALTIN MANAF
UN GIORNO ALLA VOLTA
42
LUNEDÌ 15
DALLA
KOELNMESSE
SETTEMBRE: AVVICINAMENTO ALLA
TRAMONTO A COLONIA,
KOELNMESSE,
PER LA
PHOTOKINA 2014...
DOPO-FIERA A
COLONIA
CONFERENZA STAMPA SAMSUNG
43
STAND
OLYMPUS
SETTEMBRE: TRA I PADIGLIONI DELLA
ALLESTIMENTO
MARTEDÌ 16
PHOTOKINA 2014 (CON IL
CALCIO STORICO FIORENTINO, ALLO STAND
IN
RONCALLI-PLATZ, A COLONIA, ACCANTO AL DUOMO
CONFERENZA STAMPA LEICA
CANON)... LICHTKAMMER,
44
MERCOLEDÌ 17
UNIVERSALE, CON ACCOMPAGNAMENTO PER I
FOTOGRAFIA LINGUAGGIO
UNIVERSALE, CON RICHIAMO (VOLUTO) ALLA
VINCENZO SILVESTRI, GIULIO FORTI, GABRIELE GARGIANI, KATHY E TOSH KOMAMURA
CENTOSETTANTACINQUE ANNI (1839-2014)
SETTEMBRE: RITUALE AUTORAFFIGURAZIONE IN OMBRA... DOPO-FIERA CON
FOTOGRAFIA LINGUAGGIO PHOTOKINA 2014
45
PHOTOKINA 2014,
NEL DOPO-FIERA
SETTEMBRE:
NOTTURNO, A COLONIA,
GIOVEDÌ 18
DALL’INGRESSO
SUD...
DOPO-FIERA, LA
PHOTOKINA IN CITTÀ
PER
IL PUBBLICO DELLA
PHOTOKINA 2014,
FALCHI E RAPACI DA FOTOGRAFARE
46
VENERDÌ 19
STAND
PANASONIC
SETTEMBRE: TRA I PADIGLIONI DELLA PHOTOKINA
ALLESTIMENTO
2014...
DOPO-FIERA, IL
SEVERINSBRÜCKE
VERSO LA
PHOTOKINA 2014,
DALL’AUTO
47
DELLA
LICHTKAMMER, IN
SUD DELLA
DI
COLONIA
IN AUTO,
VERSO LA
PHOTOKINA 2014 AL LUDWIG MUSEUM... ALL’INGRESSO EST DELLA PHOTOKINA 2014
RONCALLI-PLATZ, ACCANTO AL DUOMO
SETTEMBRE: DALL’INGRESSO
DALL’INTERNO
SABATO 20
PHOTOKINA 2014
E IL SABATO NEI MUSEI DI
COLONIA
offerta unica Silvestri S5 Micron
a MILLE EURO!* nei suoi componenti
Nel 2006, il versatile banco ottico Silvestri S5 Micron è stato incluso nel selettivo novero degli oggetti di design insigniti del prestigioso e autorevole Premio Compasso d’Oro ADI. Onore a Vincenzo Silvestri e al designer Gabriele Gargiani. Il Premio Compasso d’Oro si offre e propone come il maggior riconoscimento alla progettualità e alla produzione italiana, e mantiene nel mondo un’elevata considerazione, dimostrata anche dal continuo successo delle mostre della Collezione storica.
*Ovviamente, non è vero: si tratta di stare insieme... con intelligenza
SCALINATA DI INGRESSO
COLONIA, DI
LUDWIG MUSEUM, SETTEMBRE:
SABATO 20 ANDREAS IKONOMU,
IN UN RITRATTO (IRONICO) DI
ALTIN MANAF:
LUNEDÌ
15
SETTEMBRE
Bravo, Andreas Ikonomu: capacità di raccontare senza lasciarsi prendere la mano. Infatti, non bisogna mai cercare lo spettacolo, qualunque questo sia, ma la grandezza della normalità, qualunque questa sia. Ancora, una attenzione rivolta sul doppio binario dello svolgimento della Photokina 2014 e alle escursioni del dopo-fiera, in città. Ancora e ancora, con la forza e la coerenza del saggio racconto fotografico... giorno dopo giorno, tra padiglioni espositivi e occasioni private
50
ANDREAS IKONOMU
UN GIORNO ALLA VOLTA
52
LUNEDÌ 15
VERSO IL CIELO
SETTEMBRE: NEI PADIGLIONI DELLA
TRAMONTO A COLONIA,
KOELNMESSE,
IN ALLESTIMENTO PER LA
PHOTOKINA 2014...
INCONTRO
CANON (CON
VISIONE SURREALE), AUTORITRATTO ALLO SPECCHIO (ALLO STAND
CONFERENZA STAMPA CANON
NIKON)
53
STAND
OLYMPUS
SETTEMBRE: TRA I PADIGLIONI DELLA
ALLESTIMENTO
MARTEDÌ 16
PHOTOKINA 2014,
LEICA
CONFERENZA STAMPA LEICA
CON ATTENZIONE PER LE MOSTRE FOTOGRAFICHE ALLESTITE DA
54
SETTEMBRE: DAGLI INGRESSI
SUD
E
NORD
DELLA
PHOTOKINA 2014 ALLE
PHOTOKINA 2014 (PIÙ CLAUDIO MARCHESE,
KATHY E TOSH KOMAMURA
IN ANTIQUARIATO FOTOGRAFICO, ALLO STAND
ESPOSIZIONI FOTOGRAFICHE INTERNE... DOPO-FIERA CON
MACCHINE FOTOGRAFICHE, SULLA TERRAZZA DI COLLEGAMENTO TRA PADIGLIONI DELLA
MERCOLEDÌ 17
CON
VITROS)
55
SETTEMBRE:
FOTOGRAFIA LINGUAGGIO
GIOVEDÌ 18
UNIVERSALE
PHOTOKINA 2014, TRA INGRESSO SUD, PADIGLIONI E ESPOSIZIONI FOTOGRAFICHE
PER
IL PUBBLICO DELLA
PHOTOKINA 2014,
FALCHI E RAPACI DA FOTOGRAFARE
56
VENERDÌ 19
PHOTOKINA 2014...
UNA BOTTEGA DI STAMPA DIGITALE
SETTEMBRE: ALLESTIMENTI SCENICI DELLA E ALLA
CURIOSO! IN GUTENBERGSTRASSE, A COLONIA,
DOPO-FIERA, AL SOLITO, A
COLONIA
SPOSTAMENTI DI PUBBLICO TRA I PADIGLIONI DELLA
PHOTOKINA 2014
57
DI
DOKUMENTARISCHE FOTOGRAFIE
UM
1979
DELLA CITTÀ E SITUAZIONI FOTOGRAFICHE E MUSEALI, DALLA
UND UNGEBANDIGT:
COLONIA, TRA QUARTIERI
COLONIA: UNBEUGSAM
SETTEMBRE: A
LUDWIG MUSEUM,
SABATO 20
LICHTKAMMER,
DI
COLONIA,
SCALINATA DI INGRESSO
RONCALLI-PLATZ, AL LUDWIG MUSEUM
LUDWIG MUSEUM,
IN
La fotografia come nessun altro l’ha mai raccontata.
dicembre 2014
CELEBRAZIONE DI LIFE. SETTANTOTTO ANNI DAL PRIMO NUMERO: 23 novembre 1936
Lichtkammer, camera obscura con foro stenopeico realizzata da Martin Streit: installazione collocata in Roncalli-Platz, accanto al Duomo di Colonia, in date che si sono allineate allo svolgimento della Photokina 2014. Da meditare.
60
ANTONIO BORDONI (2)
Per quanto, come scriviamo sempre, la fotografia non abbia mezzi per cambiare radicalmente alcuna situazione (ci mancherebbe altro), la sua particolare visione ha comunque tempo e modo per influire sulle coscienze, per educare pensieri, per sollecitare interventi correttivi. In ogni caso, anche se una bella fotografia non può migliorare il mondo, una brutta (anche se accompagnata da una quantità in esposizione e di esposizione: cifre espresse in libertà fonetica) lo peggiora di certo. In ogni caso, peggiora quello fotografico entro il quale agiamo tutti noi. Rivolto a chi sa di essere il destinatario (ammesso, e non concesso, che si degni di leggere e, poi, partecipare al dibattito): da meditare
A CONTORNO
IN CITTÀ
di Angelo Galantini iccome nel nostro tormentato e confuso paese (confuso di suo, ma confuse anche le menti di coloro i quali sono preposti a...), anche nel solo ambito della fotografia, entro il quale ci muoviamo e agiamo, si sta confondendo il concetto di quantità con quello di qualità, qui e ora, evitiamo il conteggio delle iniziative organizzate e svolte nell’ambito di Photoszene Köln, avvincente e convincente programma fotografico, che da agosto si è esteso a settembre, andando ad allinearsi alle date di svolgimento della Photokina 2014 (dal sedici al ventuno settembre). Infatti, e comunque, non contano le cifre, per quanto consistenti queste siano, ma lo spessore, la progettualità, la vitalità, l’intelligenza, la saggezza e sensatezza di un cartellone capace di affrontare con piglio e competenza un ampio discorso fotografico: senza aver eretto alcuno steccato, alcuna barriera -che invece definiscono spesso la fotografia in Italia-, e senza alcuna soluzione di continuità, è stata offerta una proposta capace di considerare come e quanto la fotografia non sia una declinazione unica, ma un fantastico divenire e assommarsi di visioni, esperienze, in-
S
MARKUS BRUNETTI (2)
Dalla mostra Facades. Kathedralen. Kirchen. Klöster in Europa, di Markus Brunetti, al Museum für Angewandte Kunst Köln (Makk), la Basilica di San Giorgio, o Cattedrale, a Ferrara, e il Duomo di Santa Maria Assunta, di Pisa.
62
tuizioni, applicazioni. Gli sguardi sono stati rivolti a una osservazione e concezione complessiva e globale, che dalla fotografia di ricerca espressiva si è allungata verso il fotogiornalismo, la documentazione della vita nel proprio svolgersi e le cadenze professionali. Ancora, non sono stati intesi limiti di tempo, affinché si sono potute incontrare esperienze cadenzate in stagioni successive, addirittura a partire dalle stesse lontane origini, del 1839 (con coincidente considerazione e ricordo e credito per il centosettantacinquesimo anniversario: quello che è stato ignorato dalle istituzioni italiane che si propongono di occuparsi della materia). Al solito, Photoszene Köln ha coinvolto spazi di assoluto valore formale (musei e gallerie, prima di altro) e indirizzi quotidiani (diciamola così). In ogni caso, con lettura consapevolmente egoistica, la combinazione di date di questo contorno cittadino ha offerto un ulteriore spessore alla passerella tecnologica della Photokina 2014. Ovviamente -data la premessa appena sottolineata-, si è trattato di mostre di diverso spessore, sia per contenuto sia per allestimento scenico: dalle imponenti esposizioni nei musei cittadini e nelle gallerie istituzionali dell’arte alle iniziative di spazi minori, ma non per questo inferiori nell’intenzione e nello spirito. Così che trovano conferma, e non soltanto
ANDREAS IKONOMU
conforto, le considerazioni secondo le quali la Photokina va anche annusata, respirata e vissuta in profondità, per ricavarne sia indicazioni utilitaristicamente commerciali, sia sollecitazioni di più ampio respiro. Paradossalmente, ma neppure poi tanto paradossalmente, due forti richiami fotografici aggiunti sono stati allestiti in prossimità del Duomo di Colonia, indiscutibile richiamo turistico della città. Leica ha predisposto una installazione entro la quale il pubblico ha potuto vedere un’immagine panoramica di Shanghai. Siamo sinceri, niente di stravolgente... ma dobbiamo registrare lunghe file per l’ingresso. Altrettanto dicasi per l’installazione della definita Lichtkammer, in Roncalli-Platz, a fianco della Cattedrale (alla quale installazione abbiamo riservato la copertina di questo numero). Di cosa si è trattato, è presto detto. Di una camera obscura di consistenti dimensioni, dotata di foro stenopeico, puntata sul fianco del Duomo. L’ideatore Martin Streit ha predisposto un ampio schermo smerigliato, sul quale il pubblico ha potuto osservare la magica proiezione del soggetto... fatta di nulla, creata dal solo foro stenopeico. Anche qui, lunghe file in attesa di ingresso (peraltro calibrato in relazione alla capienza del locale di osservazione), e grande soddisfazione.
63
LUDWIG MUSEUM (4)
Installazioni della rassegna Das Museum der Fotografie. Eine Revision, con la quale e attraverso la quale il Ludwig Museum, di Colonia, ha visualizzato la propria collezione fotografica: immagini, documenti, apparecchi e contorni. Ovviamente, la programmazione museale ha tenuto conto dello svolgimento della Photokina 2014.
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Ora, un quesito è più che lecito: l’industria italiana della fotografia si è posta qualche domanda al proposito? Ovverosia, quando l’industria fotografica pensa a coinvolgimenti del pubblico, e storce il naso a tutto ciò che non si esprime con il minimo comun denominatore del pixel, capisce la differenza tra gli utensili (che si debbono vendere) e la gratificazione del risultato (a loro evidentemente sconosciuta)? Anche qui, come già fatto altrove, su questo stesso numero, nell’ambito dell’ampia e differenziata analisi (sì, proprio analisi!) dello svolgimento della Photokina 2014, è doveroso, indispensabile e necessario riprendere dallo Sguardo su... FOTOgraphia, di Pino Bertelli, pubblicato da pagina 70, ancora e pure su questo stesso numero: «La macchina fotografica è di per sé un limite che va abbattuto, per arrivare là dove il soggetto diventa protagonista della propria storia». Rimaniamo alla Lichtkammer, e sfrondiamo ogni pensiero da qualsivoglia autoreferenzialità. Diciamola così: i visitatori hanno fatto la fila per entrare; una volta dentro l’installazione, hanno visto il fianco del Duomo di Colonia in una proiezione approssimativa, poco nitida, a testa in giù. Diciamola così: se non fossero entrati nell’installazione, avrebbero potuto guardare lo stesso soggetto, il fianco del Duomo, dal vivo e nel reale... nitido e nella propria architettura originaria. Diciamola così: perché hanno apprezzato la proiezione del foro stenopeico, la prodigiosa immagine creata dal foro stenopeico? Diciamola così: magia e fascino della fotografia. Ma la diciamo anche così, rivolgendoci magari agli operatori culturali e industriali della fotografia italiana (nel loro andare anche a braccetto): in una creatività applicata, quale è quella fotografica, definita da differenze espressive immortali, il territorio della sua manifestazione esplicita è quello dell’immaginazione che va oltre l’immagine. Con Giacomo Leopardi: «L’anima s’immagina quello che non vede»... soprattutto se osserva la proiezione della luce prodotta da un piccolo foro, senza altre mediazioni.
Allora: se il linguaggio fotografico è -come effettivamente è- una straordinaria combinazione di regole logiche e usi arbitrari, la fotografia tutta (senza religioni, senza chiusure, senza barriere) deve essere un fantastico atto d’amore: solo l’amore si accorda con quella situazione di verità che restituisce alla vita la bellezza che le è propria. Nel fotografare, ciascuno ha opinioni diverse su ciò che è degno di memoria, ma tutti abbiamo capito che se possiamo rubare un momento dall’aria (magari con una fotografia), possiamo anche crearne uno tutto nostro. Con la fotografia tutta (anche stenopeica, soprattutto stenopeica -senza però aggiungere alcun credo assoluto e riduttivo-), è legittimo e indispensabile approdare a un effettivo riconoscimento di una fotografia che non vale solo per sé, e le proprie intenzioni e/o necessità di partenza, ma per qualcosa di altro che ciascuno trova prima di tutto in se stesso. Per un attimo, che si fissa indelebilmente nel cuore e animo di ciascuno, dove rimarrà custodito per sempre, pronto a tornare in superficie per evocare vibranti emozioni, la proiezione del foro stenopeico, così come la creazione di una immagine fotografica (chimica o digitale, poco conta), surclassa tutto. Non ci sono più telefonini portatili, lettori di musica, effetti speciali e programmi televisivi senza soluzione di continuità: c’è solo “la natura che si fa di sé medesima pittrice” (espressione presa a prestito da evocazioni antiche, dell’epoca nella quale alcuni pionieri sperimentavano le strade chimiche della formazione automatica di immagini: che poi avremmo definito “fotografia”). Quindi, a conclusione, non conta quante iniziative siano state allestite nell’ambito dell’entusiasmante Photoszene Köln ; addirittura, non conta neppure quali queste siano state (e non ne riferiamo, se non -con avarizia- in illustrazione di accompagnamento e relative didascalie). Quello che conta è la competenza e l’amore con il quale sono state realizzate e proposte. Da meditare. ❖
LA PRIMA
PHOTOKINA 1951, IL CUI SVOLGIMENTO È STATO ANALIZZATO IN QUESTO NUMERO SOSTANZIALMENTE MONOGRAFICO, E DELLA
PHOTOKINA 2014, MAURIZIO REBUZZINI
LOGOTIPI
DELLA
«Domani e domani e domani ancora. Strisciando e arrancando giorno dopo giorno. Fino all’ultima sillaba del tempo stabilito», è il soliloquio di Macbeth, alla notizia della morte di lady Macbeth (nell’omonima tragedia di William Shakespeare; atto V, scena V). E domani e domani e domani, il tempo scorre a piccoli passi, è la parafrasi che ne dà Augustus “Auggie” Wren (Harvey Keitel), nel film Smoke, del 1995, a motivazione del progetto che lo porta a fotografare, ogni mattina, l’angolo del suo negozio di sigari, tra la Terza Strada e la Settima Avenue, di Brooklyn [approfondimento, in FOTOgraphia, del maggio 2010]. A questo lento, ma inesorabile, scorrere del tempo diamo senso e significato, al culmine di quaranta anni dalla prima visita alla Photokina di Colonia
Autoritratto in ombra, domenica 28 settembre 2008: l’ultimo scatto fotografico alla Photokina 2008, utilizzato per la copertina di Alla Photokina e ritorno, pubblicato a fine di quell’anno. Fatti salvi moderati riferimenti tecnici temporali, un testo ancora oggi di stretta attualità. Tutto cambia... ma tutto resta uguale.
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E DOMANI E DOMANI
FRANCOBOLLI, DI IMMINENTE PUBBLICAZIONE
FOTOGRAFIA NEI DA
ARCHIVIO FOTOGRAPHIA (4):
tolto il disturbo, con una residua presenza nel 2011, con un’edizione speciale della rivista: il numero nero Vogliamo parlarne? ): ancora studenti, per visitare i Sicof del 1969, 1970 e 1971 bigiammo da scuola. Una volta ancora, altri tempi. Dal 1973, abbiamo seguìto i Sicof come giornalisti, cominciando ancora con Photo 13. Nel saggio Alla Photokina e ritorno, pubblicato a fine 2008, il cui testo è ancora oggi di palpitante attualità (fatti salvi moderati riferimenti tecnici del tempo), riproponemmo l’ancora illuminante intervista A quattr’occhi con Roberto Pinna Berchet, segretario generale del Sicof, che Photo 13 pubblicò nel suo primo numero, del novembre 1970: quarantaquattro anni fa. Oppure ieri mattina, se consideriamo che la sostanza delle rilevazioni del lungimirante Roberto Pinna Berchet (messo proditoriamente da parte, a metà degli anni Novanta) calza ancora oggi a pennello della condizione commerciale della fotografia italiana: «Opposizione spietata di questa o quell’industria, di questo o quel gruppo di importatori in base all’andamento contingente del mercato / Dilettantismo dei promotori, professionalmente incapaci di organizzare un salone decente / Incontro coordinato dal Sicof in collaborazione con Federottica e con i negozianti sui maggiori temi di attualità che riguardano la difficile situazione del negoziante nel mercato italiano / Promuovere una organizzazione autonoma che si occupi della promozione della cultura fotografica». Confermiamo di nuovo: siamo ancora qua. ❖
di Maurizio Rebuzzini
Altri tempi, certamente. Tempi di visioni non condizionate da istanti effimeri e economicamente contrari. Forse, anche tempi di altri entusiasmi e capacità di meravigliarsi, magari per poco (che, però, è stato tanto). Annulli filatelici dalle edizioni 1984, 1986 e 1988 della Photokina, con accompagnamento di un altro annullo, con una serie filatelica dedicata alla Bauhaus.
68
ALTIN MANAF
Q
uaranta anni di Photokina, dall’edizione 1974 di mia origine, per la redazione di Photo 13, si traducono in ventuno visite e relative relazioni giornalistiche. Per la cronaca, come già annotato, in queste stesse pagine di analisi dallo svolgimento della Photokina 2014, quelli passati sono stati anni di grandi corrispondenze giornalistiche, tra le quali hanno avuto sostanzioso peso quelli delle prestigiose e qualificate riviste statunitensi a larga tiratura, nell’ordine di oltre un milione di copie mensili (!), per le quali ricordo Herbert Keppler, di Modern Photography e poi Popular Photography, mancato nel gennaio 2008, a ottantadue anni. Per la cronaca, la Photokina è nata annuale. Le prime due edizioni si sono svolte nel 1951 e 1952 (rispettivamente dal venti al ventinove aprile e dal ventisei aprile al quattro maggio), dopo una precedente fiera nazionale Photo-und Kino-Ausstellung (Esposizione di fotografia e cinema), del 1950 (dal sei al quattordici maggio). Dalla terza edizione del 1954, oltre la cadenza biennale, che l’avrebbe caratterizzata nei decenni a seguire, la Photokina ha spostato le proprie date all’autunno: dal ventinove settembre al successivo sette ottobre. Tutto all’opposto dell’italiano Sicof (Salone Internazionale Cine Foto Ottica e Audiovisivi), antesignano dell’attuale PhotoShow, che Roberto Pinna Berchet fece nascere in autunno, nel 1969. Anche in questo caso, dopo prime edizioni annuali 1970, 1971, 1972 (Sicof Levante, a Bari) e 1973, nel 1975, il passaggio a primavera coincise con la definitiva cadenza biennale, in anni dispari, alternati ai pari della Photokina di riferimento. Ricordo personale, opposto al nostro esilio volontario dai PhotoShow successivi al 2005 (sgraditi... abbiamo
Sguardi su
di Pino Bertelli (Piombino dal vicolo dei gatti in amore, 2 volte novembre 2014)
C
FOTOGRAPHIA
Caro Franti, amico caro... non riesco a rimettermi di vari acciacchi… sono settimane che ho fitte alla testa, che mi fanno dannare... domani [...]... vedremo... tuttavia, ho scritto di getto, in meno di due ore, questo pezzo sulla tua importante rivista... che mi ha sollevato un po’ dai dolori alla testa... spero che in qualche modo ti piaccia... tuttavia, come sempre, hai totale vigilanza sui miei lavori... nelle tue mani, diventano migliori, certo... il mio apprezzamento su quanto scrivi è davvero incondizionato... specie quando scavo tra le tue parole... hai la capacità, rara, di dire, senza gridare, cose profonde, forti, libertarie... almeno per me... e ti sono accanto da ultimo della classe... cosciente del mio viaggio solitario verso non so bene cosa... tuttavia, so bene cosa non voglio essere e dove non voglio andare... mi sono sempre trovato dalla parte sbagliata, ma in questo non ho sbagliato mai... amor y libertad, Pinocchio (nota)
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA La tentazione di esistere di una rivista che disserta sulla fotografia (industriale, culturale e politica) non è cosa comune nel panorama gentilizio dell’immagine fotografica. Per me, che sono stato allevato nella pubblica via, avere la possi-
«La fama è un rumore vuoto. Porgiamo l’orecchio ai secoli passati: non ci arriva più alcun suono; coloro che, in futuro, passeggeranno tra le nostre urne, non udranno più. Il bene, ecco cosa dobbiamo perseguire, a qualunque prezzo, prediligendo il titolo di eroe morto a quello di codardo vivo»
Louis Antoine Léon de Saint-Just bilità di scrivere di filosofia della fotografia in queste pagine non è cosa di poco conto... anzi, è una sorta di salutare percorso esistenziale/politico, nel quale posso raccontare l’importanza della fotografia (e del cinema) nella mia vita. È grazie alla fotografia e al cinema se non sono finito in galera, in tenera gioventù; e, grazie a incontri profondi con gente non avvezza a bavagli culturali -come Pasolini, Bianciardi, Fortini, Pivano, don Gallo, Chini, Gilardi e Rebuzzini
Nota. Sono necessarie alcune precisazioni, ovvero delucidazioni. Pino Bertelli, che solitamente conclude la fogliazione di FOTOgraphia con i suoi avvincenti ed emozionanti Sguardi su, è solito firmarsi “Pinocchio”: e le spiegazioni sono inutili; almeno, speriamo che siano inutili. Maurizio Rebuzzini, che dirige la rivista e ne cura l’editing, pensa a se stesso come “Franti”: e lo ha specificato, in approfondimento, lo scorso dicembre 2013 (chi può farlo, chi vuole farlo, richiami quelle pagine). Da cui, le decifrazioni dell’introduzione all’attuale/odierno intervento, che riporta integralmente l’email di accompagnamento all’invio per posta elettronica del testo a seguire: sorprendentemente, ma mica poi tanto sorprendentemente, dedicato a considerazioni sulla stessa rivista FOTOgraphia, che lo ospita. Per una curiosa concatenazione di circostanze e coincidenze e casualità (per quanto il Caso sia anche guidato da nostri comportamenti antecedenti [FOTOgraphia, ottobre 2014]), questa riflessione -della quale la redazione va orgogliosa e si fa vanto (quanti altri hanno intuito che FOTOgraphia non
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(che dirige e inventa queste pagine)-, ho potuto pensare che in fatto di arte del comunicare tutto è possibile... perché niente è vero. La Fotografia rappresenta il proprio tempo, la sua civiltà, la sua cultura, il suo continente geografico, storico e passionale... è un rizomario di avvenimenti, derive, approdi, che afferma la propria potenza indipendentemente dalla morale; e, al di là del bene e del male, è l’autobiografia -più o meno travestita- di un’epoca
nella quale lo spettacolo è tutto... la verità, niente! Tuttavia, la Fotografia lavora sulla fecondità dell’emozione, e -attraverso la prodigalità del proprio dispendio in pura perdita- riflette la coscienza del desiderio; al massimo della propria compiutezza, esprime una cosmogonia vitalistica, un coraggio, una temperanza, una pietà laica, che si trascolora in arte di vivere tra liberi e uguali.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA DUE Il rondò di FOTOgraphia è quasi una partitura musicale... l’articolo d’apertura del direttore, il suo Editoriale, è sempre una lezione sulla fotografia che conta: più ancora, un piccolo saggio di come la fotografia autentica può muovere le montagne della ragione contro le bassure della mediocrità, in ogni campo del sapere. È un invito al viaggio nella cartografia della rivista, e -a leggere bene- indica che al diritto della forza, gli spiriti liberi debbono opporre la forza del diritto. E nemmeno lo scrive sotto voce... lo esplicita a ogni giro di parola. Senza mai darlo a vedere troppo, il direttore snocciola sapienze (non solo) fotografiche di forte impatto connettivo con le idee di Walter Benjamin, Roland Barthes, Susan Sontag e John Berger (per fare qualche nome),
è affatto una rivista di Fotografia, ma è altro; cosa, poi?)- arriva a completare una edizione che finge di occuparsi di Photokina, per spaziare in lungo e largo, in alto e verso il basso, ma anche di traverso (la simulazione va rivelata, in quanto convinta e consapevole). Una edizione che -ne siamo certi-, una volta ancora, una di più, mai una di troppo, si occupa di tecnica e costume della fotografia applicando idee che, di fatto, abbattono i confini tra i diversi punti di osservazione: come sempre, si approda al lessico fotografico partendo dalla presentazione di apparecchi (o fingendo di farlo), così come, con percorso analogo, inquadriamo e identifichiamo l’apporto dell’applicazione tecnica quando affrontiamo il linguaggio espressivo. In ripetizione d’obbligo, anche oggi, a partire (?) dallo svolgimento della Photokina 2014. Per quanto/tanto rivendichiamo questo ruolo (fantastico e inconsueto), apprezziamo anche di essere riconosciuti e stimati (?) per un apprezzato e confortevole senso delle proporzioni. Angelo Galantini e Antonio Bordoni
Sguardi su e in qualche modo (pagina dopo pagina) dissemina una propria piccola storia della fotografia. Nel proprio insieme, FOTOgraphia è una sorta di officina formativa del carattere (non solo) fotografico... sottende che per comprendere le fotografie -anche le più banali-, occorre capire l’ingiustizia che governa l’Universo e indicare il piacere della Vita sulla sconfitta del Dolore. Detto in altro modo, la Fotografia è un elencario di possibilità etiche e estetiche, che giustifica la religione della crudeltà, e raggiunge il bene comune. La vera bellezza della Fotografia sta nella giustizia che la definisce, e fa della fraternità, dell’accoglienza, della solidarietà, la piena coscienza della Vita reale.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA TRE FOTOgraphia è un atlante iconografico di varia umanità. Da oltre venti anni, imperversa nei guadi della cultura fotografica. Gli articoli, i fotografi, i filosofi, le informazioni tecniche, le pubblicità sparse lungo i labirinti espressivi di FOTO graphia s’incastrano con l’etica libertaria (credo) che attraversa l’intera rivista... e cioè che con la fotografia non si possono fare le rivoluzioni (perché le rivoluzioni si fanno con le rivoluzioni di popoli che insorgono contro ogni forma di autoritarismo), ma con la fotografia possiamo diventare Uomini e Donne migliori. Non è poco, in un’epoca nella quale la politica è fatta da cialtroni che si fanno primi ministri e paggi della cultura inginocchiata sul sagrato della convenienza. Gli uni e gli altri sono in buona connivenza con elementi di ordinaria criminalità, e fanno commercio dei propri servigi a quanti possono adorarli sugli scranni della società dello spettacolo. E, come sappiamo, lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini. Compreso nella propria totalità, lo spettacolo è nello stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente (Guy Debord diceva): è il modello presente
della vita socialmente dominante. Là dove impera lo spettacolo, domina la polizia. A rovistare nel cafarnao di appestati e saprofiti dello spettacolo, ci accorgiamo che questi idolatri del gesto, dello sproloquio e del delirio andrebbero passati per le armi per indegnità morale, e poi esposti in bella fotografia sulla coda della luna. Del resto, un mondo senza fotografia sarebbe noioso quanto un parlamento senza stupidi.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA QUATTRO I nomi che hanno lasciato il segno sulle pagine di FOTOgraphia sono molti... e non importa ricordarli. Ciò che importa è quello che resta della loro forza espressiva e del dibattito -sovente forte- che hanno suscitato nel mare morto della fotografia consumerista. I loro scritti restano a testimoniare l’intelligenza non corrotta della fotografia... la creatività della fotografia come impronta, che viene dopo la pienezza della Vita... una fisiologia della fotografia che trasfigura la ragione imposta, e -nel dispregio di ogni ricchezza- accompagnano chi lo vuole verso la lotta contro ogni genere di ordine istituito. Eccoci qui! L’opposto del bello fotografico, infatti, non è il brutto, ma il dimenticato. Le immagini effimere devastano. Le immagini possono lavorare per l’indifferenza e portare una visione del mondo più giusta e più umana. C’è sempre una correlazione tra le fotografie della povertà crescente e l’aumento dei dividendi delle banche. La macchina fotografica è di per sé un limite che va abbattuto, per arrivare là dove il soggetto diventa protagonista della propria storia. La fotografia inganna, quanto la politica e la religione, se non ha l’audacia di cogliere l’inatteso e anticipare l’eternità in un attimo di verità. Nell’epoca della fotografia a tutto campo, dove anche gli asini trovano un posto in calendari, editoria, televisione, stage estivi, corsi di abilitazione alla ruminazione delle immagini... vivere l’eterno presente della fotografia è un’eresia
da rogo e una condanna al silenzio. La mangiatoia della fotografia insegnata è una dottrina fondata sull’inciviltà dell’immagine; l’aureola del fotografo (di guerra, d’impegno civile o non professionale) è una sorta d’infermità mentale e un succedaneo del potere dominante, che non vuole lucide follie, ma buffoni di corte. Come la fierezza, la fotografia non s’insegna: si trova nella strada. Il grande fotografo si misura dalla quantità/qualità dei suoi disaccordi con l’ordinamento vigente, dalla capacità di essere in contrasto con la menzogna predominante, dal rifiuto dei valori imposti... e contro la secolarizzazione delle lacrime. Si tratta di schierarsi a fianco della Bellezza dell’Uomo in rivolta, e con tutti i mezzi necessari far retrocedere dappertutto l’infelicità.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA CINQUE Non è detto che la redazione di FOTOgraphia possa condividere tutte le opinioni, le invettive, le bestemmie che emergono dalle sue pagine. Tuttavia, al fondo della libertà di pensiero che sborda dal filo rosso che lega scritti e autori, c’è la capacità di comprendere il diverso da sé, e dare voce anche a visioni differenti e eversive del discorso fotografico. Del resto, in molte confezioni cartacee, televisive e della Rete, che si occupano di fotografia, spesso si vede l’idolatria dello strumento fotografico, del gioco concettuale, del delirio artistico: e tutto è smerciato sotto le stigmate della fotografia di ricerca, galleristica e museografica. L’orrore del paradiso fotografico ha battezzato più banalità creative, che gli eccessi d’illusione di una civiltà del disamore. Chi ha trovato una risposta a tutto riassume le deformità, i vizi e la barbarie di un’umanità alla deriva dei propri terrori di prima qualità. Il contagio della genuflessione è generalizzato, e il mattatoio delle buone intenzioni riflette di che genere sono fatte le classi dominanti. Dove non c’è Giustizia, non ci può essere Bellezza. La Bellezza, anche fotografica,
esiste... e si afferma soltanto grazie ad atti di provocazione e dissidio. In Fotografia, il Vero è nell’Istante rubato alla Storia... è prendere la mira sul passato e sul futuro, insegnare giocando, che tutto quanto cade in Fotografia è per sempre. La fotografia che vale rende intima qualsiasi cosa... anche le sofferenze degli Ultimi, degli Oppressi, dei “Quasi adatti”, e li veste di Dignità e Bellezza. Quando i popoli si accorgeranno della fame di Bellezza che c’è nei lori cuori, ci sarà la Rivoluzione nelle strade della Terra.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA SEI A scorrere le pagine di FOTOgraphia si può vedere l’importanza conoscitiva dei prodotti/strumenti fotografici che consiglia, studia, argomenta. La trattazione non è mai superficiale, dovuta e circostanziale; si parla di fotografia e di linguaggio fotografico anche quando si analizza un obiettivo, una macchina fotografica, un utensile per realizzare immagini. Non è questione di competenza e basta, si tratta di amore per la fotografia... e, quindi, di intrattenere e prolungare il rapporto con il lettore, quale che sia. Fotografare è una cosa, sapere cosa e come fotografare è un’altra. Anche gli inserti pubblicitari (che permettono l’edizione della rivista, insieme agli irriducibili abbonati) sono veicolati con essenzialità, e in qualche modo servono a orientarsi nel magma dell’immagine fotografica che tutto assolve e tutto condanna alla sterilità e alla poesia, al valore d’uso insomma. Non è la macchina fotografica che fa il fotografo, ma lo sguardo di chi ha compreso che la distruzione degli idoli si porta dietro quella dei pregiudizi.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA SETTE In FOTOgraphia, i reportage, le analisi, i riferimenti storici sono copiosi. Gli autori non temono chiese, ideologie, polizie culturali: a
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proprio modo, ciascuno esprime la propria utopia, e in momenti di raffinatezza si colgono i contagi, le vitalità, le avventure di critiche fuori dal coro. La fotografia è disincarnata dal senso comune che la soffoca nel mercantilismo, e nell’inverno dei nostri scontenti si leggono articoli e interventi che salvano dalla volgarità, dall’impostura e dal successo. Dentro questi scritti, c’è una Filosofia della Storia, della Vita quotidiana, della Decenza poetica che rimanda al disvelamento dell’inganno istituzionale. L’inaudito si mescola all’evidenza, e lo stupore e la meraviglia confermano la grazia del colpo di mano. Da disingannati della critica fotografica, questi lampadieri dell’immaginario liberato rifiutano il conformismo e le certezze da squinternati della sacra sindone: senza gridarlo forte, si fanno portatori di un interminabile scisma tra la crocefissione sublime dell’artista incompreso e il genio che comincia sempre col Dolore e anticipa la comunità che viene. La fotografia del giusto contiene il pensiero della conoscenza, della riflessione e dell’incazzatura... ciò che non la uccide la fortifica... è una traccia, l’attività di un istinto, l’epifania di un incontro e un’imprecazione contro le scenografie del precostituito... è autobiografia... autoritratto... ebbrezza... danza... canto... lirismo. Al fondo di ogni immagine c’è un pensiero da vivere, e sopra ogni cosa c’è l’innocenza del divenire. L’eterno presente della fotografia significa non dipendere da niente e da nessuno... né possedere, né essere posseduti. Detta meglio (?): fare della fotografia l’accezione e costruire una poetica dell’esistenza.
CONSIDERAZIONI INATTUALI SULLA RIVISTA FOTOGRAPHIA OTTO FOTOgraphia è una catenaria di eventi, anche minimi, che insegnano a guardare in faccia la vita vera. A leggere quel che si può leggere in una fotografia, affabulare l’immagine e arrivare a una conclusione, aiutare e incitare gli Uomini a conoscere e rivendicare i propri
diritti sociali, sostenere gli Uomini e i Popoli che vogliono rimuovere le sofferenze e le vigliaccherie politiche, mostrare che questo non è certo il migliore dei mondi possibili: la fotografia non può regnare senza colpa. Ogni fotografo è un complice o un ribelle dell’intelligenza usurpata. Non basta fare la fotografia e incensare il consenso... bisogna anche amarla e dire qualcosa su qualcosa e, possibilmente, contro qualcuno. La colonizzazione degli sguardi determina l’imperialismo della fotografia, ed è intollerabile che -in qualunque parte del mondo- l’immagine (non solo) fotografica venga considerata arte da musei, mistificazione mercantile e propaganda politica. Però, la fotografia è anche altro, quando è praticata a fianco di Popoli che vogliono emanciparsi dalla propria condizione di servi e di schiavi. La fotografia testimonia una situazione di rottura o è una malattia dello stile. È il processo attraverso il quale la direzione del fotografo diventa consapevole del messaggio che registra e diventa testimone del ribaltamento di prospettiva di un mondo rovesciato. L’arte della fotografia dell’indignazione -la sola che sappiamo riconoscere come strumento di lotta politica- trasforma il Particolare in Universale. Più ancora, è la messa a fuoco di un sistema di domesticazione sociale che contribuisce ad arricchire la ferocità di pochi e impoverire il maggior numero. Ogni fotografia è un mezzo per costruire una visione profonda della realtà... è protagonista di scelte radicali nelle battaglie sociali contro le teocrazie ideologiche, finanziarie... è un’arma che viene usata contro di noi, ma che possiamo riorientare a favore di rivolte popolari per mettere fine all’arroganza di ogni potere. La fotografia -come la violenza istituzionale- è accessibile a chiunque: basta prendervi gusto, e apprestarsi a edificare secoli d’imbecillità. Al fascino dell’approssimativo, occorre opporre l’Eresia del Dissidio e fare della propria vita un’opera d’arte sovversiva. ❖
Sia chiaro che! di Maurizio Rebuzzini (Franti)
A
A parte la genesi del canto delle mondine e della trascrizione in chiave partigiana, durante la Resistenza (ma, soprattutto, dopo la Seconda guerra mondiale, fino ai nostri giorni), Bella ciao è simbolo inviolabile di straordinaria onestà di intenti. La stessa che, in libera traslazione, appartiene al giornalismo di queste pagine mirate (rivolte alla fotografia, ma non limitate alla sola annotazione di superficie), che oggi sono state declinate sulla sollecitazione suscitata e provocata dallo svolgimento della Photokina 2014, co-
BELLA CIAO
munque si possa pensare, il più sostanzioso e prolifico appuntamento dell’intero comparto, che dalle proprie basi istituzionalmente tecnico-commerciali si proietta oltre e in avanti. Personalmente, abbiamo le nostre opinioni al proposito, e anche le nostre suggestioni: per esempio, ci commuoviamo sempre all’ascolto di queste parole; per esempio, mal digeriamo le speculazioni di comodo (leggi, Michele Santoro). Ancora, non accettiamo le interpretazioni musicali birichine, svagate e svogliate, che
delle mondine, che non pretendono di non lavorare, ma aspirano a Lavorare in libertà (la differenza è di sostanza), e quella dei partigiani: a prescindere da tanto altro, Morti per la libertà (!). E conosciamo storie di patrioti / partigiani che davanti al plotone di esecuzione hanno onorato “Viva l’Italia”: alla faccia dei “comunisti” (?) e “anticomunisti” (?) dei nostri tormentati giorni. Come precisano i Modena City Ramblers, in concerto, Bella ciao è una canzone che si canta in piedi, anche nelle osterie. ❖
Alla mattina, appena alzata O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao Alla mattina, appena alzata, In risaia mi tocca andar
Una mattina, mi son svegliato O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao Una mattina, mi son svegliato E ho trovato l’invasor
E tra gli insetti e le zanzare O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao E tra gli insetti e le zanzare Un duro lavoro mi tocca far
O partigiano portami via O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao O partigiano portami via Che mi sento di morir
Il capo in piedi Col suo bastone O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao Il capo in piedi, col suo bastone E noi curve a lavorar
E se io muoio da partigiano O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao E se io muoio da partigiano Tu mi devi seppellir
O mamma mia O che tormento O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao O mamma mia O che tormento Io ti invoco ogni mattina Ma verrà un giorno Che tutte quante O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao Ma verrà un giorno Che tutte quante Lavoreremo in libertà
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devastano le parole native, depredandole del proprio alto valore originario. Con tutto, apprezziamo l’esecuzione dei Modena City Ramblers, che nei concerti dal vivo sono spesso introdotti dal Coro delle Mondine di Novi (Modena), che vocalizzano la versione delle mondine... appunto. A proposito di onestà di intenti, che fa il paio con l’onestà intellettuale e nulla ha da spartire con le alterazioni della politica quotidiana e della sua interpretazione (sempre e soltanto di comodo), sottolineiamo la statura
Seppellire lassù in montagna O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao Seppellire lassù in montagna Sotto l’ombra di un bel fior E le genti che passeranno O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao E le genti che passeranno Mi diranno: “Che bel fior” È questo il fiore del partigiano O bella ciao, bella ciao Bella ciao ciao ciao È questo il fiore del partigiano Morto per la libertà