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ANNO XXV - NUMERO 243 - LUGLIO 2018
SOLTANTO FOTOGRAFIE A SEGUITO DELLE SOLE PAROLE
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prima di cominciare SENTIMENTI. Confessione d’obbligo, autenticamente intima. Siamo perfettamente coscienti e consapevoli che, per mille e mille motivi -tutti nostri, alcuni perfino legittimi-, nascondiamo le nostre emozioni e, addirittura, i nostri sentimenti dietro la razionalità di considerazioni e valutazioni apparentemente oggettive, magari a partire dagli utensili della Fotografia (lo abbiamo fatto per anni e anni, con concentrazione assoluta e inderogabile): è facile, basta cercarle e perseguirle (le considerazioni e valutazioni). Per quanto preferiamo pensare, piuttosto che parlare... di questo si è spesso trattato. Insomma, usiamo la nostra testa per allontanare e tenere lontana la gente. Così è... anche. mFranti
In forma di metafora, in questa nostra azione odierna, che completa idealmente quella avviata lo scorso giugno-rispettivamente con Soltanto parole e Soltanto fotografie dal nostro cammino-, ci sentiamo come soldatini a molla (per chi li ricorda), che si agitano di qua e di là, gesticolano, si rincorrono in cerchio, per giorni, mesi, anche anni, senza concludere nulla, e -improvvisamente- si vedono messi da parte, su uno scaffale, con la sola prospettiva di essere ricaricati a molla un’altra volta... forse. mFranti su questo numero, a pagina 8
POLAROID SX-70
Non c’è modo di recuperare il passato, a meno di essere se stessi nel presente. Maurizio Rebuzzini; su questo numero, a pagina 9
Copertina Ancora, in allungo sullo scorso numero di giugno (di Soltanto parole), interpretazione visiva dell’odierna idea sovrastante indirizzata al complementare Soltanto fotografie. In sintesi di richiamo e riferimento, l’obiettivo fotografico dal quale e attraverso il quale nasce tutto. Niente di più, né diverso. Tutto qui... ancora
ROLLEIFLEX 3,5F
3 Fotografia nei francobolli In ripetizione dovuta, dal marzo 2015, in richiamo e riferimento alla rievocazione dell’autore-fotografo. Dalla compendiosa analisi Fotografia nei francobolli, di Maurizio Rebuzzini, in corso d’opera e prossima pubblicazione, dettaglio da un francobollo emesso dal Canada, il 21 maggio 2008, in celebrazione del centenario dalla nascita di Yousuf Karsh (1908-2002). In serie di tre valori, riuniti anche in foglio Souvenir: autoritratto con negativo 8x10 pollici tra le mani, ancora nel proprio telaio di trattamento, del 1952. Quindi, ritratti del premier inglese Winston Churchill, del 1941 (anche copertina di Life, del 21 maggio 1945) e dell’attrice Audrey Hepburn, del 1956
POLLICI
8 Nessuna parola A ridosso delle Soltanto parole, dello scorso giugno, le attuali Soltanto fotografie completano idealmente il percorso intrapreso. Altrettanto, queste stesse note rifiniscono le motivazioni di base e teoriche là avviate
SINAR NORMA 4X5
NIKON F
7 Editoriale La Fotografia per ciascuno di noi, con attenzione alla fotoricordo che accompagna la Vita e l’Esistenza (nel ricordo di Giorgina, che -spesso- ci ha rasserenati)
Oltre altre presenze nel Tempo, dalla serie Tahiti Tattoos da FOTOgraphia, aprile 2011 (in nero-su-nero)
12 Gian Paolo Barbieri
LUGLIO 2018
RIFLESSIONI, OSSERVAZIONI E COMMENTI SULLA FOTOGRAFIA
18 Nikon S3 - 2000 Millennium
Anno XXV - numero 243 - 6,50 euro
Celebrativa del Millennio, in riedizione a telemetro da FOTOgraphia, maggio 2001
DIRETTORE
RESPONSABILE
Maurizio Rebuzzini
IMPAGINAZIONE
22 Beppe Bolchi Città senza tempo, in arbitrarietà stenopeica e polaroid da FOTOgraphia, aprile 2008
Maria Marasciuolo
REDAZIONE
Filippo Rebuzzini
CORRISPONDENTE Giulio Forti
FOTOGRAFIE
26 Roger Corona Femmes Extrêmes: seducenti ritratti dal cinema hard da FOTOgraphia, luglio 1994
30 Sputnik Apparecchio stereo sovietico d’altri tempi (moderni?) da FOTOgraphia, maggio 1999
32 Gianni Berengo Gardin L’occhio come mestiere, con apparecchi fotografici da FOTOgraphia, ottobre 2004
36 Il Tempo dell’argento Gocce di memoria, dalla fotografia chimica (di un tempo) da FOTOgraphia, novembre 2011
38 Deardorff 8x10 pollici Forme ed estetica della fotografia: forma per il contenuto da FOTOgraphia, maggio 1998
42 Franco Zampetti Visioni zenitali in prospettiva ottica più che avvincente da FOTOgraphia, settembre 2009
46 Uliano Lucas Trent’anni in Puglia, per il ricordo che supera la memoria da FOTOgraphia, marzo 2010
48 Pino Bertelli Genti di Calabria, intenso atlante di geografia umana da FOTOgraphia, luglio 2017
Rouge
SEGRETERIA
Maddalena Fasoli
HANNO
COLLABORATO
Gian Paolo Barbieri Gianni Berengo Gardin Pino Bertelli Beppe Bolchi Antonio Bordoni Roger Corona mFranti Angelo Galantini Uliano Lucas Davide Medri Emmanuele Carlo Randazzo Mora Franco Sergio Rebosio Beppe Vigasio Lidia Zaccaro Franco Zampetti Redazione, Amministrazione, Abbonamenti: Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano; 02-66713604 www.FOTOgraphiaONLINE.com; graphia@tin.it. ● FOTOgraphia è venduta in abbonamento. ● FOTOgraphia è una pubblicazione mensile di Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano. Registrazione del Tribunale di Milano numero 174 del Primo aprile 1994. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge il 27-02-2004, numero 46), articolo 1, comma 1 - DCB Milano. ● A garanzia degli abbonati, nel caso la pubblicazione sia pervenuta in spedizione gratuita o a pagamento, l’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e in suo possesso, fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi della legge 675/96. ● FOTOgraphia Abbonamento 12 numeri 65,00 euro. Abbonamento annuale per l’estero, via ordinaria 130,00 euro; via aerea: Europa 150,00 euro, America, Asia, Africa 200,00 euro, gli altri paesi 230,00 euro. Versamenti: assegno bancario non trasferibile intestato a Graphia srl Milano; vaglia postale a Graphia srl - PT Milano Isola; su Ccp n. 1027671617 intestato a Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano; addebiti su carte di credito CartaSì, Visa, MasterCard e PayPal (graphia@tin.it). ● Nessuna maggiorazione è applicata per i numeri arretrati. ● È consentita la riproduzione di testi e fotografie, magari citando la fonte (ma non è indispensabile, né obbligatorio farlo). ● Manoscritti e fotografie non richiesti non saranno restituiti; l’Editore non è responsabile di eventuali danneggiamenti o smarrimenti. Fotocomposizione DTP e selezioni litografiche: Rouge, Milano Stampa: Arti Grafiche Salea, Milano
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Lo scorso giugno: Soltanto parole... in avvio (forse) Nella stesura della rivista, a volte, utilizziamo testi e immagini che non sono di nostra proprietà [e per le nostre proprietà valga sempre la precisazione certificata nel colophon burocratico, qui accanto: «È consentita la riproduzione di testi e fotografie, magari citando la fonte (ma non è indispensabile, né obbligatorio farlo)»]. In assoluto, non usiamo mai propietà altrui per altre finalità che la critica e discussione di argomenti e considerazioni. Quindi, nel rispetto del diritto d'autore, testi e immagini altrui vengono riprodotti e presentati ai sensi degli articoli 65 / comma 2, 70 / comma 1bis e 101 / comma 1, della Legge 633/1941 / Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio.
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editoriale MAURIZIO REBUZZINI
G
iunti a questo punto, in una edizione che sfugge la parola, dopo averla elevata ad assoluto, lo scorso giugno, non possiamo esimerci da esprimere valutazioni e considerazioni personali sulla Fotografia, indipendentemente da ciò che questa significhi per ciascuno di noi. Per nostra convenzione giornalistica (accordo o prassi che sia), che a volte assume persino modulazioni “critiche”, nel senso di apparente critica fotografica, non ci sovrapponiamo mai alla percezione offerta al pubblico. Infatti, nostro compito è stare a lato e suggerire, senza condanne definitive: non è la gente che fa le interpretazioni, ma sono le interpretazioni che fanno la gente. Oppure, ma non cambia di molto, in decostruzione, non siamo mai noi che definiamo l’interpretazione, qualsiasi questa sia, ma -all’opposto, ma non al contrario- è l’interpretazione individuale che definisce il passo. Indipendentemente dagli autori e dai soggetti della Fotografia, il suo valore risiede in altro, che esula dalla sua superficie apparente, a tutti apparente. Di fatto, forte di un certo legame con la realtà (altro dibattito: non ora e non qui), la Fotografia ha il merito e la capacità di superare Tempo e Spazio, proponendosi come autentico linguaggio visivo comune dal Novecento. Oppure, su altra lunghezza d’onda, attraverso i propri autori, la Fotografia risponde a un registro discriminante, che impone responsabilità (ed etica, e morale, e garbo, e delicatezza): rende permanenti accadimenti e istanti che avrebbero dovuto rimanere temporanei, così come si sono manifestati. Ragionando in questo modo, allineando tra loro tutte le opzioni (o, quantomeno, quelle che ci vengono in mente o che conosciamo e riconosciamo), introduciamo il nostro rapporto individuale, perfino intimo, con la Fotografia: che spesso racconta qualcosa del proprio soggetto, più probabilmente rivela molto del proprio autore, ma che -soprattutto- vale per quanto ciascuno di noi (osservatore) trova in se stesso. Già... in se stesso, a fronte di una somma di esperienze, visioni e opinioni sulle quali ognuno edifica la propria esistenza e il proprio presente. E questo, a voler ben guardare, è il senso stesso della Fotografia, quando ci raggiunge e quando entra a far parte della nostra Vita, seppure per attimi fuggenti: (in altra parte di questo stesso numero lo scriviamo, e qui anticipiamo) volenti o nolenti, non c’è modo di recuperare il passato, a meno di essere se stessi nel presente. Istantanee di Vita hanno, per ciascuno di noi, un grande valore emotivo: ci ricordano momenti piacevoli e palpiti che hanno scosso il nostro cuore. Non sopravvalutiamo la fotografia d’autore rispetto la fotoricordo personale: al contrario, assegniamo a ciascuna di loro un dovuto spazio nel nostro cuore. Magari, con una attenzione in più per la fotoricordo che visualizza quanto sia straordinario il “ricordo”, per l’appunto (memoria è altro). Ricordo di se stessi in rapporto agli altri. Ricordo di se stessi nello svolgimento dell’Esistenza. Ricordo per ricordare: al solito, pensare invece di credere e osservare, piuttosto che giudicare. Maurizio Rebuzzini
Nel ricordo di Giorgina, in diminutivo / vezzeggiativo, che a modo suo e per quanto a lei possibile ha rasserenato momenti della nostra stessa Vita.
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Soltanto fotografie di Maurizio Rebuzzini (mFranti)
Nessuna parola
S
Secondo capitolo di un cammino rivolto indietro, scandito con passo cadenzato ripreso e riproposto a partire da nostre precedenti riflessioni, osservazioni e commenti sulla Fotografia (come stabilito là dove è necessario farlo; per esempio, in Sommario, appena sotto la ripetizione d’obbligo della testata, solitamente a pagina cinque), distribuite indietro negli anni... perfino nei decenni. Come rilevato lo scorso giugno, in una edizione di Parole. Parole. Solo parole (altrimenti, e altrove, Parole. Parole. Parole su Parole), la specificità e individualità di queste due monografie decisamente particolari, in immediata consecuzione una all’altra -a giugno, Soltanto parole; oggi, Soltanto fotografie- non è merito nostro, ma è stata come “suggerita” (per quanto, involontariamente e inconsapevolmente... forse) da un lettore: Davide Medri (che è apparso sulle nostre pagine, come autore, in due occasioni successive: nel settembre 1996, con Quella voglia di essere donna, documentazione suggestiva e coinvolgente del mondo dei transessuali; nel febbraio 2013, con Disegni fotogenici, in forma di Medrigrafie). In ripetizione, le considerazioni originarie e ispiratrici. Attento frequentatore della Fotografia (qualsiasi cosa questa significhi per ciascuno di noi), tra i pochi con i quali valga la spesa dialogarne, recentemente, Davide Medri ci ha ricordato un passaggio pubblicato ventidue anni fa, in Editoriale del maggio 1996. Telegrafico, il suo accompagnamento: «Ciao Maurizio. Sai che mi piace, di tanto in tanto, tornare indietro ai tuoi scritti. Preveggente questo, scritto esattamente ventidue anni fa». Da cui, invitati -a nostra voltaa tornare su parole espresse nel Tempo, lo scorso giugno, ne abbiamo isolato un campionario ete-
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rogeneo per qualità e quantità: sempre e soltanto parole a partire dalla Fotografia (e per approdare alla stessa Fotografia), e sempre e soltanto parole che non hanno mai fatto finta che intorno a noi non accadano eventi sostanziali e si manifesti la Vita, l’Esistenza. La riproposizione di Davide Medri, che abbiamo riportato lo scorso giugno, e qui non ripetiamo, ha dato spunto a tutto il resto... alle parole di ritorno, oppure parole in ritorno, della nostra riflessione giornalistica (piuttosto che intima, per quanto non certamente privata). Già! Ventidue anni fa! Ma, ancora oggi. Ma, soprattutto oggi, in un tempo nel quale la demagogia di un populismo di maniera è diventato motivo conduttore della nostra esistenza pubblica. A differenza di parole di spiegazione, decifrazione e chiarimento, che potrebbero servire a quella crescita -anche individuale, specialmente individuale- sulla quale edificare una convivenza sempre più pertinente e adatta, sentiamo ormai soltanto slogan di basso profilo. Addirittura, ci stiamo disabituando (la politica italiana ci sta disabituando) alla sintassi corretta, basata sulla semplice sequenza di soggetto / verbo / complemento oggetto. E, poi, ancora, non possiamo ignorare come e quanto, oggigiorno, effimere tendenze stilistiche affollino gli scaffali della Vita e pendano da rastrelliere che occupano intere pareti.
STESSA FILOSOFIA La nostra personale risposta, per quanto in (modesta) origine fotografica, rimane sempre la stessa, non si lascia trascinare altrove: pensare invece di credere. Del resto, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, e qui ripetiamo (in interpretazione e adattamento da Memorie di Adriano, di Marguerite Yourcenar), rispondendo a una natura formata in parti uguali
di cultura (erudizione?) e istinto, il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato lo sguardo consapevole su se stessi: la nostra prima (e unica) patria sono stati i libri. Ancora, la parola scritta ci ha insegnato ad ascoltare le voci. La vita ci ha chiarito i libri: osservare, piuttosto che giudicare, fino al linguaggio fotografico, straordinaria combinazione di regole logiche e usi arbitrari. A ridosso delle Soltanto parole, dello scorso giugno, le attuali Soltanto fotografie completano idealmente il percorso intrapreso. Altrettanto, queste stesse note rifiniscono le motivazioni di base e teoriche là avviate. Le esprimiamo nella attinente consapevolezza che qualsiasi lettura (da parte di ognuno di noi) può anche essere una falsa lettura: e altrettanto lo può essere qualsiasi scrittura (a partire, certamente, dalla nostra): da e con Jacques Derrida (19302004), maestro di un pensiero invisibile, probabilmente in Pensare al non vedere. Scritti sulle arti del visibile (1979-2004), pubblicato da Jaca Book, nel 2016 (ma non garantiamo per il nostro estratto). L’attuale edizione in Soltanto fotografie, riprese e riproposte dal nostro cammino redazionale, va inteso come i resoconti di partite di go, il gioco strategico da tavolo di origine cinese (si presume dal Sesto secolo avanti Cristo) nel quale due giocatori si incontrano/scontrano alternando le proprie pedine bianche e nere: ognuna delle quali occupa una posizione carica di significato, e forse anche di più significati al di là del significato.
SOTTO TRACCIA Da cui, una considerazione è consequenziale, sempre alla luce di una riproposizione dal passato, con nuovi accostamenti e rinnovata cadenza. Oggi e qui, attraverso le loro immagini, incontriamo fotografi o seguiamo esclusiva-
mente una modulazione giornalistica (e, forse, in qualche misura critica)? A dire il vero, non siamo mai noi che definiamo l’interpretazione, qualsiasi questa sia, ma -all’opposto, ma non al contrarioè l’interpretazione individuale che definisce il passo; anche l’attuale, in termini fotografici o giornalistici (critici?): ovvero, nessuno di noi è mai passivo -neppure quando si propone di esserlo-, ma è la propria marcia che mette in azione ognuno di noi... esprimendoci in termini coscientemente decostruttivi [da decostruzione, metodo d’indagine filosofica e letteraria che si avvale del confronto tra testi (nel nostro caso, tra fotografie), anche molto lontani / lontane tra loro, per esplicitarne le infinite possibilità di significato e interpretazione]. In forma di metafora, in questa nostra azione odierna, che completa idealmente quella avviata lo scorso giugno-rispettivamente con Soltanto parole e Soltanto fotografie dal nostro cammino-, ci sentiamo come soldatini a molla (per chi li ricorda), che si agitano di qua e di là, gesticolano, si rincorrono in cerchio, per giorni, mesi, anche anni, senza concludere nulla, e -improvvisamente- si vedono messi da parte, su uno scaffale, con la sola prospettiva di essere ricaricati a molla un’altra volta... forse. Abbiamo ripreso da una (nostra) storia distribuita nell’arco di ventiquattro anni, dal maggio 1994 di origine: dal punto di vista storico, è un periodo breve; ma rapportato all’esistenza umana, non così breve per ogni individuo (noi, tra questi). Quindi, a maggior ragione, le nostre attuali scelte sono sostanziose, anche perché in un mondo, quale è quello fotografico, in attuale grande transizione (dalla tecnologia al lessico, dalla carta stampata ai social ), troppo si è disgregato, fino ad annullare qualsivoglia epicentro di ragionamento. La pensiamo così.
E, comunque... relatività delle cose in questo mondo: Mentre guardi la scena dalla finestra lassù / Diventi la scena di qualcun altro. / La luna adorna la tua finestra, / tu adorni i sogni di qualcuno [da e con Bian Zhilin (19102000), brillante poeta modernista cinese]. Infatti, il bello o il brutto sono nella mente di ciascuno, non negli oggetti materiali che possediamo (e rincorriamo alla ricerca, anche, di uno status).
NOTA DI SERVIZIO... E FINE Rientrando nello specifico di questa edizione particolare, dopo esserci allontanati dalla retta via per dar corpo a considerazioni latenti,
è doveroso ripetere crediti già sottolineati lo scorso giugno. Allora. In queste pagine, ricompaiono autori e immagini riprese da prime loro pubblicazioni, anni e anni fa (chi più, chi meno). Altri autori, altrettanto divulgati nel corso del tempo, non rientrano nel nostro attuale passo. Si tratta di una selezione che non implica alcuna graduatoria, ma sottolinea soltanto uno spirito, magari soltanto nostro, di attuale sintesi. Comunque, in termini esistenzialisti, non fare una scelta significa fare in ogni caso una scelta. Dunque, una indicazione è doverosa. Non a giustificazione di nulla, ma a motivazione di tutto,
precisiamo che qualche autore che avremmo voluto con noi, in questo passo, non ha avuto modo di essere inserito nel percorso predisposto; altri, invece, per quanto magistrali nella propria azione fotografica, non sono stati ripresi in considerazione, in quanto estranei e svincolati da quello spirito originario che consideriamo imprescindibile per il nostro attuale passo (quello di sempre): pensare invece di credere / osservare, piuttosto che giudicare. Qui e ora, non scomponiamo gli uni (non raggiunti) dagli altri (non considerati), e ci assumiamo la completa e perentoria responsabilità per quanto c’è e per quanto
non c’è. Se si desiderasse farlo, potremmo anche parlarne. Tuttavia, in conclusione di tutto -coerentemente dalle Soltanto parole di giugno alle attuali Soltanto fotografie-, sono obbligatorie e risolutive due considerazioni ancora, almeno due. Uno: non c’è modo di recuperare il passato, a meno di essere se stessi nel presente; due: non è la gente che fa le interpretazioni, ma sono le interpretazioni che fanno la gente. Forse. ❖ Da qui, gli impaginati originari delle fotografie riprese e riproposte in questa edizione particolare (alcuni preceduti da relative copertine): in sequenza di attuale messa in pagina.
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Tahiti Tattoos (da FOTOgraphia , aprile 2011 / quindi, ulteriori presenze negli anni successivi e in quelli precedenti)
Gian Paolo Barbieri
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Passato & presente (da FOTOgraphia , maggio 2001)
Nikon S3 2000 Millennium
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Dal 1991, i logotipi dei TIPA Awards identificano i migliori prodotti fotografici, video e imaging dell’anno in corso. Da ventotto anni, i qualificati e autorevoli TIPA Awards vengono assegnati in base a qualità, prestazioni e valore, tanto da farne i premi indipendenti della fotografia e dell’imaging dei quali potete fidarvi. In cooperazione con il Camera Journal Press Club of Japan. www.tipa.com
CittĂ senza tempo (da FOTOgraphia, aprile 2008 / quindi, ulteriori presenze negli anni successivi e in quelli precedenti)
KĂ–LN (GERMANIA)
Beppe Bolchi
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BOSTON (USA)
VENEZIA
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VIENNA (AUSTRIA)
Femmes ExtrĂŞmes (da FOTOgraphia , luglio 1994 / quindi, Pattern Geometrico, in FOTOgraphia , settembre 2017)
BETTY
Roger Corona
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EVA ORLOWSKY ROSA CARACCIOLO
Scatto in doppio (da FOTOgraphia , maggio 1999)
Sputnik
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L’occhio come mestiere (da FOTOgraphia , ottobre 2004)
1998 (MILANO):
CON... TUTTO
(FOTOGRAFIA DI MAURIZIO REBUZZINI)
Gianni Berengo Gardin
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CON
1984 (MILANO):
CON
E
NIKON F (FOTOGRAFIA DI GABRIELE BASILICO)
NIKON F4
LEICA M2
1987 (AUSTRALIA): LEICA M6
CON
HASSELBLAD 500C
1994 (ARLES, FRANCIA):
1972 (PERUGIA): CON
CON
LEICA M4-P E LEICA M6
EXAKTA VAREX XV
1986 (HONG KONG):
1957 (PARIGI):
1950 (VENEZIA): CON
KODAK RETINA IA
Gocce di memoria (da FOTOgraphia , novembre 2011)
Il Tempo dell’argento
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Memorabilia (da FOTOgraphia , maggio 1998 / ulteriori riprese negli anni successivi, e qualcosa in anticipo)
Deardorff 8x10 pollici
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SAGRESTIA NUOVA NELLA BASILICA DI SAN LORENZO (FIRENZE)
CHIESA DI SAN CATALDO (PALERMO)
Visioni zenitali (da FOTOgraphia , settembre 2009)
Franco Zampetti
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CHIESA DI SANT’ANDREA AL QUIRINALE (ROMA)
BASILICA DI SAN VITALE (RAVENNA)
DI
DI
CHIENTI,
O
SANTISSIMA ANNUNZIATA (MONTECOSARO SCALO, MACERATA)
CARPI (CARPI, MODENA)
CHIESA DI SANTA MARIA A PIE’
TEATRO COMUNALE
44 CHIESA DI SAN CARLO ALLE QUATTRO FONTANE (ROMA)
ABBAZIA DI SAN VITTORE ALLE CHIUSE (SAN VITTORE TERME PRESSO
GENGA, ANCONA)
DI
LOYOLA (ROMA)
CHIESA DI SANT'IVO ALLA SAPIENZA (ROMA)
CHIESA DI SANT’IGNAZIO
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un negozio di terroni* per terroni** In un paese ed epoca in cui la forma apparente ha sostituito il contenuto, perché non agire per sovvertire questa tragica condizione, per tornare alla parola che sia se stessa, e sia densa di significati propri? Perché non considerare che il rispetto è valore concreto, da frequentare e perseguire? Perché non agire nella convinzione che etica e morale siano ancora qualità e doti, insieme con garbo, eleganza e grazia? Una volta ancora, una volta di più, non certo per l’ultima volta: vogliamo parlarne?
* Terróne (sostantivo maschile / terróna, al femminile). Derivazione da “terra”; probabilmente, tratto da denominazioni di zone meridionali, quali “Terra di Lavoro” (in Campania), “Terra di Bari” e “Terra d’Otranto” (in Puglia). Appellativo dato, con intonazione spregiativa (talvolta anche scherzosa), dagli abitanti dell’Italia settentrionale a quelli dell’Italia meridionale [Enciclopedia Treccani ]. Terrone è un termine della lingua italiana, utilizzato in tono dispregiativo (talvolta in tono scherzoso, a seconda del contesto) per designare un abitante dell'Italia meridionale. Ha diverse varianti piuttosto diffuse e riconoscibili nelle lingue locali: terún, terù, teron, tarùn, tarù (lombardo); terún (ligure); terù, terún, tarún (piemontese); tarùn, taroch, terón (veneto, friulano); teròch, tarón (emiliano-romagnolo); terón, terró (marchigiano); teróne, taròne in altri idiomi dell'Italia settentrionale, mentre rimane terrone in toscano e romanesco [Wikipedia ].
** L'espressione politicamente corretto (traduzione letterale dell'inglese politically correct) designa una linea di opinione e un atteggiamento sociale di attenzione al rispetto generale, soprattutto nel rifuggire l'offesa verso determinate categorie di persone. Qualsiasi idea o condotta in deroga più o meno aperta a tale indirizzo appare, quindi, per contro, politicamente scorretta (politically incorrect ). L'opinione, comunque espressa, che voglia aspirare alla correttezza politica dovrà perciò apparire chiaramente libera, nella forma e nella sostanza, da ogni tipo di pregiudizio razziale, etnico, religioso, di genere, di età, di orientamento sessuale, o relativo a disabilità fisiche o psichiche della persona [Wikipedia ].
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NARDÒ (LECCE);
LUGLIO
1995
L’ARTIGIANO VINCENZO LOGLISCI
E IL SUO COCA-COLA ;
GRAVINA (BARI), OTTOBRE
2002
CERIGNOLA (FOGGIA); PRIMO MAGGIO
1981
Trent’anni in Puglia (da FOTOgraphia , marzo 2010)
Uliano Lucas
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ACCIAIERIE ITALSIDER, TARANTO; 1980
LATERZA (TARANTO); 1980
BAGNO ANTICO, TARANTO;
GIUGNO
1982
Genti di Calabria (da FOTOgraphia , luglio 2017 / oltre la presenza costante come fustigatore dei costumi fotografici)
Pino Bertelli
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