5 minute read
Roberto Polillo Di luce di colore
L’attento Roberto Polillo declina un linguaggio espressivo che colpisce il cuore, passando magari attraverso presunte razionalità della mente. Con autorità, si inserisce nell’eterogeneo filone della più elevata Fotografia d’Autore con una intensa ricerca espressiva scandita su un ritmo a più tempi,
Advertisement
ROBERTO
POLILLO
distinti e coincidenti. Il sottile filo che unisce le raffinate rappresentazioni di luoghi e oggetti della vita comune, intimi, evocativi del Tempo e dello Spazio, si estende in territori del mondo via via diversi e propri, ma -alla fin fine e eloquentemente- coincidenti tra loro: stilema squisitamente fotografico
Future & The City; Chicago (2019)
di Maurizio Rebuzzini
Senza sfiorare l’annoso e irrisolvibile dibattito sulla presunta artisticità della Fotografia, in toto, bisogna prendere atto che esistono e si moltiplicano autori che usano il mezzo fotografico per ottenere forme espressive di personalità grande ed efficace. Per entrare presto in argomento, è il caso dei soggetti che il talentuoso Roberto Polillo (in ritorno creativo, dopo antiche e originarie stagioni di fotografia del/dal vero, realizzate nel mondo del jazz di decenni tra-scorsi) raccoglie oggi in serie tematiche, che si soffermano su raffigurazioni visive arbitrarie che hanno origine nella realtà, ma che la interpretano con evidente e volontario scarto visuale. Nello specifico, è curioso osservare come e quanto queste opere siano a un tempo fotografiche e non fotografiche. Spieghiamolo.
Future & The City; Miami (2016)
La natura squisitamente e oggettivamente fotografica delle immagini di Roberto Polillo, che si indirizza specificamente al mondo e mercato dell’arte, dipende proprio dalla mediazione del mezzo e dei materiali che qualificano e definiscono, appunto, l’esercizio fotografico. È questo l’insieme che trasforma, non per magia, ma per capacità creativa e interpretativa, la raffigurazione in rappresentazione.
La questione è antica e basilare e fondamentale: la Fotografia è per propria natura raffigurativa, visto che dipende da una presenza fisica oggettiva di un soggetto presunto, reale o costruito che sia; allo stesso tempo, la Fotografia è per propria scelta rappresentativa, considerato che l’autore interviene sulla definizione dello Spazio e del Tempo che racchiude nella composizione. (continua a pagina 26)
(continua da pagina 23)
Dopo di che, una componente della Fotografia d’Autore non è tale -cioè non è fotografia, paradossalmente- perché rifiuta uno dei suoi assiomi: quello della replica all’infinito del soggetto, appunto moltiplicabile a partire dal negativo, dal file o dalla matrice originaria. La Fotografia d’Autore è sempre in copia certificata, non ripetibile rispetto quanto attestato, in assolvimento di dettami canonici del mondo dell’arte.
L’abile e affascinante Roberto Polillo, capace di declinare un linguaggio espressivo che colpisce il cuore, passando magari attraverso presunte razionalità della mente, si inserisce nell’eterogeneo filone della Fotografia d’Autore con una ricerca espressiva scandita su un ritmo a più tempi, distinti e coincidenti. Il sottile filo che unisce le rappresentazioni (mai soltanto raffigurazioni) di oggetti e luoghi della Vita, evocativi del Tempo e dello Spazio, si estende in territori via via diversi e propri, ma -alla fin fine e eloquentemente- coincidenti: stilema squisitamente fotografico. Lo sveliamo, perché costituisce la paternità di stile che distingue e qualifica Roberto Polillo, autore di piglio e personalità accesa.
Così, come al critico cinematografico è richiesta l’interpretazione del film a partire dalla trama presa a pretesto della narrazione, quando si commenta la Fotografia, la chiave operativa serve a sezionare la forma apparente per rivelare il contenuto espressivo.
Nella sua Fotografia, Roberto Polillo mantiene un equilibrio con il mandato che si è prefisso. Nel suo caso, gli strumenti e i materiali sono coltivati per sovrapposizione di mille attenzioni e dettagli. La sapiente costruzione davanti all’obiettivo e l’abile disposizione dell’apparecchio e del movimento controllato sono condivise con minuta attenzione, che in questo caso sposa la fotografia estetica, d’autore ed espressiva mediante la volontaria declinazione dei mezzi.
Nel concreto, Roberto Polillo seziona l’oppressiva oggettività della mediazione fotografica introducendo una sequenza di interventi personali, nella propria sostanza soprattutto riferiti a inquadrature e composizioni che rievocano sapori, atmosfere e, perché no, emozioni. Qual è il suo gesto? Mentre propone una semplificazione visiva (che non è semplicità, né banalizzazione, ma l’esatto opposto), di fatto consegna all’osservatore una consapevole eliminazione di segni. È più che incredibile, straordinario addirittura, ma alla fine queste fotografie impongono la riflessione personale. Ciascuno compia le proprie, sintonizzandosi con le poetiche visioni quotidiane di Roberto Polillo, che riconciliano l’animo di ognuno con una identificata serenità dell’esistenza. Già l’abbiamo scritto, e qui ribadiamo, ripetendolo: si può affondare nelle sue rappresentazioni che compongono una fotografia di sogno e ascoltare le voci che ci raggiungono e avvolgono.
Tra i meriti che si possono ascrivere alla Fotografia, uno sopra tutti va considerato: quello di saper stare a lato, per mettersi a completa disposizione di Autori che ne declinano e coniugano il linguaggio espressivo rivolto al cuore e alla mente dell’osservatore. Ed è esattamente il caso della Fotografia che Roberto Polillo propone con apprezzata modestia e umiltà, ma con grande e coinvolgente capacità visiva.
Magie visuali. ■ ■
rpolillo@ photoshelter.com robertopolillovideo
QRcode ///
SOLO ON LINE