Mensile - Anno V - N° 50
- Dicembre 2012 - Poste It. S.p.A. Spedizione in A. Postale - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 - Comma 1 - Aut C/RM/65/2011 - Rm • € 6,50
Editoriale X TIMES
Ufologia vs Esopolitica: pareggio! Periodico mensile
Numero 50 - Dicembre 2012 - Anno V Redazione: Mail: xpublishing@gmail.com Via Monti Sabini nº148 Monterotondo 00015 (RM)
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Con questo numero si conclude l’inchiesta sul caso Falcon, a firma di Grant Cameron. Mi avete scritto in molti per esprimere il vostro apprezzamento a riguardo – come, in verità, mi avete scritto relativamente ad altri articoli - e ne sono felice. Per il prossimo futuro abbiamo ancora in programma approfondimenti di tematiche legate al cover-up e alla disinformazione che stanno imponendosi all’attenzione dei ricercatori e dei media in questi ultimi mesi, come anche di casi più ufologici che hanno acceso le discussioni a livello internazionale. Gli argomenti certo non mancano, la voglia di presentarli su queste pagine nemmeno. La cadenza mensile di X Times a volte impedisce di pubblicare subito le ricerche, ma forse questo è un bene, perché ci dà la possibilità di raccogliere più materiale, più punti di vista e aspettare di conoscere anche alcuni retroscena. Ciò che mi sembra essere emerso con chiarezza, oggi che l’esopolitica si è ormai affermata - invece di morire spegnendosi pian piano assieme alle sue questioni sul segreto extraterrestre, come alcuni irriducibili dell’ufologia nuts&bolts auspicavano - è che nemmeno l’ufologia nuts&bolts è morta, portandosi dietro i “suoi” video, le sue foto di luci nel cielo e polemiche annesse. Lo dimostrano le infinite discussioni sui network di tutto il mondo, come quelle, per fare un esempio molto recente, relative all’oggetto sigariforme nel vulcano messicano Popocatepetl. L’esopolitica, con la sua rivalutazione dei testimoni, dei rivelatori e il suo sforzo – a volte coronato da successo – di collegare i punti per delineare un quadro più ampio – dà un senso all’instancabile raccolta di informazioni che va avanti da anni, senza tregua, spesso rovinando vite e reputazioni. Ma se è vero che un’immagine vale più di mille parole, per catturare l’attenzione del pubblico abbiamo ancora bisogno delle luci nel cielo. Lo scontro tra chi si è detto stanco di discutere di oggetti volanti perennemente non identificati e chi, invece, ritiene troppo fumosa la ricerca esopolitica, è probabilmente destinato a rimanere tale. Per quanto mi riguarda, sono felice di aver mantenuto una linea editoriale aperta, che non dimentichi nessuno di questi aspetti, per quanto possibile. E di ospitare su queste pagine molteplici punti di vista, finalizzati però a un unico scopo: la ricerca della verità, senza fideismi. I molti messaggi di apprezzamento che ricevo quasi quotidianamente mi confermano che è la scelta giusta e che i lettori di X Times, massima gratificazione per chi lavora a una rivista, sono lettori attenti, sensibili, attivi. Di tutto questo vi ringrazio. In un momento di fortissima crisi economica e sociale, in cui i poteri in essere vorrebbero un popolo bue, anestetizzato da programmi televisivi insulsi, il vostro entusiasmo ci conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che spesso anche nelle peggiori difficoltà molti di noi preferiscono tenere gli occhi bene aperti. Continuate a farci sapere le vostre opinioni, di ognuna vi saremo grati. Lavinia Pallotta lavinia.pallotta@xpublishing.it http://ilblogdilaviniapallotta.myblog.it www.facebook.com/lavinia.pallotta
Sommario 06 - 09 Reports dal Mondo a cura della Redazione
10 - 15 Tornano gli UFO
sulla base di Malmstrom
a cura della Redazione
16 - 18 Obama e gli UFO,
quattro anni dopo
di Michael Salla
19 -
Abbonamenti e arretrati
20 - 23 La Verità Rubata di David Griffin
24 - 28 Il Piano di Grant Cameron - ultima parte
30 - 34 L’isola degli angeli
64 - 69 Il segnale che tiene insieme la vita
di Raul Nuñez
36 - 37 StarTrek, un modello per il contatto intervista a Denise Crosby
di Giovanna Lombardi
70 - 73 Di qui si muore...
di Paola Harris
38 - 43 Gli UFO nella Cina proibita
di G. Saccomano e il Ghost Hunters Team
74 - 75 Booxtore
di Antonello Lupino
44 - 48 Adamo, il primo ibrido
76 - 80 X media Times
di Luca Bitondi
50 - 54 Nelle viscere
della Cueva de los Tayos di Simone Petrelli
56 - 61 Terremoti, il punto della situazione intervista a Stefano Gresta
di Davide Lorenzano
a cura di Pino Morelli
82 -
X Ethics a cura di Omero Pesenti, Gianpaolo Saccomano, Martina Tauro
Editoriale La chiave per la sopravvivenza Il 5 Novembre scorso, il Telegraph ha pubblicato una ridicola notizia secondo la quale sempre meno persone credono agli UFO. A detta del quotidiano inglese, la colpa andrebbe a ricadere su (indovinate un po’?) Internet, che offrirebbe spiegazioni rigorosamente scientifiche e sempre meno aliene ai presunti avvistamenti, come quello del vulcano Popocatepetl in Messico. Dopo decenni di avvistamenti poi smentiti – continua il Telegraph – e di racconti di rapimenti alieni che non possono essere dimostrati, lo scetticismo ha vinto sulle cospirazioni extraterrestri. Dave Wood, portavoce della Association for the Scientific Study of Anomalous Phenomena, ha spiegato: «È certamente una possibilità che tra 10 anni gli UFO saranno un tema morto. La mancanza di prove convincenti, al di là dei semplici aneddoti, suggerisce che la verità non è là fuori». Il portavoce della Assap ha aggiunto: «Penso che ogni ricercatore UFO vi direbbe che il 98 per cento degli avvistamenti sono spiegabili molto facilmente. La conclusione a cui si giunge è che forse non c’è nulla. I giorni di avvistamenti ‘interessanti’ sembrano essere finiti». Pioggia di calunnie in poche righe, ma non sarà certo un pezzo di carta a cambiare lo stato delle cose. Con la sagacia di chi lavora per fare disinformazione a tempo pieno, Wood ha persino scomodato gli ufologi quali presunti assertori di quella che, invece, è una verità denunciata solo da lui e un manipolo di debunkers organizzati. C’è un nuovo film intitolato “Red Light” che spiega perfettamente cosa accade nel mondo del paranormale quando si cerca di millantare un presunto millantatore. Poi ditemi se quella che noi viviamo non è fantascienza. E a proposito di fiction, che ne pensate di un Obama che vince dopo essere stato dato per mesi per spacciato? Con quale tipo di persuasione avrà agito sulle masse, per ribaltare il pensiero dei cittadini statunitensi? La politica e i politici contro il teatro dei comici e dei clown giocano a invertirsi i ruoli. Chi dovrebbe occuparsi del nostro benessere e dello sviluppo della società non lo fa, mentre molti artisti spesso sono attratti da esigenze (o vocazioni) più alte. Un Beppe Grillo che si candida per cambiare l’Italia (anche se il Disclosure non passerà purtroppo neanche nel suo convento) mi fa pensare agli ex attori Ronald Reagan e Arnold Schwarzenegger, la cui carriera sappiamo cosa ha poi prodotto. Mi ha colpito invece il gesto del papà di Star Wars, George Lucas il quale, donando 4 miliardi di dollari per l’istruzione, ha confidato in pubblico un pensiero da vero cavaliere Jedi: «Ho dedicato molta parte del mio tempo a migliorare l’educazione scolastica, che è la chiave per la sopravvivenza della razza umana. Dobbiamo pianificare il nostro futuro collettivo e il primo passo comincia con gli strumenti sociali, emotivi e intellettuali che forniremo ai nostri bambini. In quanto esseri umani, la nostra principale caratteristica per la sopravvivenza è la capacità di pensare e adattarci; in quanto educatori, narratori e comunicatori, è nostra responsabilità continuare a farlo». Non c’è che dire: il mio personal President of the U.S.A. del 2013 è lui. Pino Morelli pinomorelli@tin.it www.pinomorelli.com http://www.facebook.com/pinomorelli
www.xpublishing.it Hanno collaborato a questo numero
Pino Morelli, Lavinia Pallotta, Paola Harris, Omero Pesenti, Gianpaolo Saccomano, Martina Tauro, Guglielmo Castelli, Antonello Lupino, Ghost Hunters Team, Grant Cameron, Michael Salla, Giovanna Lombardi, Raul Nuñez, Scott Corrales, Robert Hastings, Davide Lorenzano, Luca Bitondi, Simone Petrelli, David Griffin
Reports
a cura della Redazione
dal Mondo
I Bilderberg si sono riuniti a Roma Fonte: www.infiltrato.it - 19 novembre 2012
I
potenti del mondo, coloro che decidono le sorti dell’economia (e non solo) mondiale, si sono incontrati a Roma il 13 novembre scorso. Si tratta del cosiddetto Gruppo Bilderberg le cui riunioni sono sempre avvolte dal massimo della segretezza. L’incontro doveva tenersi all’Hotel Russie ma, per maggiore riservatezza - data la concomitanza con il festival del Cinema - è stato spostato in Campidoglio. I beneinformati pensavano che il meeting si dovesse tenere alle 18 ma è stato invece spostato a un’ora dopo, quando gli ospiti stranieri si sono riversati in piazza del Campidoglio. Alle 19.45 è stato visto entrare Ignazio Visco, governatore della Ban-
ca Centrale; un quarto d’ora dopo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, seguito dal presidente del Consiglio Mario Monti, avvistato intorno alle 20.30. Tra i ministri del governo tecnico erano presenti anche Corrado Passera (delega allo Sviluppo Economico) e Francesco Profumo titolare del dicastero all’Istruzione. Tra gli altri invitati Mauro Moretti, ex sindacalista della Cgil; Angelo Cardani, presidente di Agcom; Fulvio Conti dell’Enel; Anna Maria Tarantola presidente della Rai; Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit; Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni; Franco Barnabè di Telecom Italia, Alberto Nagel ad di Mediobanca, Enrico Cucchiani di Mediaintesa e Rodolfo de Benedetti del Gruppo Cir. Dall’estero sono invece arrivati Tom Enders, Ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, il canadese Edmund Clark boss della Td Bank, Kenneth Jacobs numero uno di Lazard e l’americano capo dell’Alcoa Klaus Kleinfeld. C’erano anche il francese Henri Castries presidente del gruppo Axa, il tedesco Josef Ackermann presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Executive Committee Deutsche Bank, lo statunitense Keith Alexander comandante dell’Us Cyber Command e diret-
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tore dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale, lo spagnolo Joaquin Almunia vicepresidente Commissario per la concorrenza Commissione Europea, lo statunitense Roger Altman presidente della Evercore Partners, il portoghese Luis Amado presidente del Banco Internacional do Funchal, il norvegese Johan Andresent proprietario e amministratore delegato della Ferd, il finlandese Matti Apunen direttore Finnish Businness and Policy Forum Eva, il turco Ali Babacan vice primo ministro per gli affari economici e finanziari, il portoghese Francisco Pinto Balsemao presidente e Ceo di Impresa ed ex primo ministro, il francese Nicolas Baverez Partener della Gibson Dunn & Crutcher LLP, il francese Christophe Béchu senatore e presidente del Consiglio Generale del Maine et Loire, e il turco Enis Berberoglu editore del quotidiano Hurriyet. Tutti i nomi presenti sono personaggi abitualmente chiamati a partecipare agli incontri del Bilderberg anche quando si tengono in altre nazioni. A questi se ne aggiungono altri che restano segreti nonostante gli insiders provino in tutti i modi a stanarli. Di cosa si è discusso in questo vertice mondiale di governanti e banchieri di tutte le specie? Dell’andamento economico del globo, questo è certo nonostante non arrivino conferme ufficiali. E tenendosi in Italia, nel vertice si sarà discusso molto probabilmente di eurozona e degli andamenti economici di nazioni che non ce la fanno a stare al passo con la tabella di marcia imposta dai mercati. Indiscrezioni raccontano però che, oltre a euro-questioni, durante l’incontro siano state affrontate anche tematiche legate alla politica italiana. di Viviana Pizzi (l’articolo integrale è disponibile al link: http://www.infiltrato.it/notizie/italia/bilderberg-roma-ecco-i-nomi-di-chi-ha-partecipato-e-perche-obiettivo-finale-svendere-l-italia)
Messico: un UFO si getta nel vulcano Fonte: Leggo.it – 30 ottobre 2012
L’
avvistamento di un sospetto UFO nel cratere del vulcano Popocatepetl, immortalato dalla telecamere di un telegiornale messicano, ha causato sconcerto e confusione nella popolazione locale, malgrado la comunità scientifica continui a diffondere scetticismo a piene mani riguardo all’episodio. Lo scorso 25 ottobre, alle 20.45 ora locale, una delle telecamera usate per monitorare l’attività del vulcano, a circa 65 chilometri da Città del Messico, ha ripreso un oggetto luminoso in discesa nel cratere. Le immagini sono state poi presentate nel telegiornale della sera del canale Televisa: l’oggetto vi appariva cilindrico, probabilmente metallico o comunque brillante, di grandi dimensioni, e sembrava muoversi a una velocità superiore a quella di un aereo. La possibilità che si sia trattato davvero di un UFO è stata accolta dai dubbi della comunità scientifica locale. «Secondo me si tratta di un effetto ingannevole del video, perchè non si vede nessuna interazione dell’oggetto con l’atmosfera o i gas e il fumo che s’innalzano dal vulcano», ha detto ad esempio William Lee, dell’Accademia messica-
na delle Scienze. L’astronoma Julieta Fierro ha sottoscritto le perplessità del collega, segnalando che in base al filmato «è impossibile determinare se quello che si vede è un oggetto in caduta nel cratere o il riflesso di un qualcosa che sta avvenendo magari a milioni di anni luce dalla Terra».
Sei oggetti volanti avvistati a Faletto Fonte: IlGazzettino.it – 12 novembre 2012
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DINE - Sei oggetti “non identificati” sono stati avvistati e fotografati nel cielo di Feletto Umberto da un testimone oculare alle 17.40 di sabato. L’uomo che ha fatto l’avvistamento, Davide Monti, udinese di 49 anni, è riuscito a immortalarne alcuni e ha segnalato il tutto al noto ufologo friulano Antonio Chiumiento. Lo stesso Monti, che lavora a Brugnera ed è stato presidente dell’Associazione carabinieri di Pordenone, confessa di essere piuttosto scettico di fronte a questi fenomeni, tuttavia ammette al Gazzettino che «erano oggetti che volavano in formazione, a due a due, potevano forse essere elicotteri, però non emettevano alcun rumore». Ed emanavano una «luce giallastra strana e prismatica». Monti ha aggiunto che i testimoni sono parecchi: «Molti automobilisti si sono fermati per guardare il fenom-
eno e scattare altre foto». E l’ufologo Chiumiento si appella a chi avesse altra documentazione: «Fatevi vivi». Nel marzo scorso, sempre in provincia di Udine, scoppiò il caso dell’alieno avvistato sulla Napoleonica.
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Reports dal Mondo
UFO nel cielo di Denver Fonte: www.blitzquotidiano.it – 14 novembre 2012
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osa sta succedendo nei cieli di Denver? Numerosi oggetti definiti ‘misteriosi’ sono stati ripresi da almeno due operatori video. Come riferito da KDVR, televisione locale di Denver e del gruppo Fox TV, un uomo, che vuole restare anonimo, ha dato un video alla stazione televisiva in cui è possibile vedere oggetti non identificati muoversi a zig zag nel cielo con veloci cambi di traiettoria. L’uomo ha anche riferito di aver visto questi ‘ufo’ più volte durante la settimana, generalmente intorno alle 13. Noah Skinner, foto-giornalista della KDVR, per verificare la validità del video, ha portato la sua attrezzatura nello stesso luogo in cui sono stati ripresi gli UFO. Anche nel video girato da Noah Skinner, a velocità rallentata, si può vedere un oggetto misterioso. Steve Cowell, pilota commerciale, ha affermato che «non si tratta né di un aereo, né di un elicottero».
Oggetto sconosciuto si schianta sul Monte Bianco Fonte: Leggo.it – 13 novembre 2012
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n oggetto non identificato si sarebbe schiantato in qualche angolo remoto del Monte Bianco. I testimoni parlano di un disco infuocato simile a un pallone aerostatico. L’episodio ha solleticato l’immaginario collettivo e in molti parlano di un incontro del terzo tipo. Il corpo che sarebbe precipitato sul monte potrebbe essere stato un UFO. Le ricerche sono scattate immediatamente, ma sono state già sospese perché non è pervenuta alcuna denuncia di scomparsa. È stato il Soccorso alpino valdostano e la Guardia di finanza di Entreves a perlustrare la zona sotto al rifugio Boccalatte (2.804 metri) in elicottero per 45 minuti. Quelle zone sono tuttavia un po’ impervie in quanto sono ricoperte da un manto nevoso spesso 30 cm. A vedere l’oggetto sarebbe stato il gestore di un noleggio di sci insieme a
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due persone che hanno descritto l’accaduto come un grosso pallone scuro a circa 500 metri di altezza da cui uscivano delle fiamme che si sono poi spente e l’oggetto è caduto al suolo.
Il cursore del mouse si muove col pensiero Fonte: Ansa – 19 novembre 2012
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razie a un nuovo algoritmo messo a punto dall’Università di Stanford è possibile controllare il cursore del mouse su uno schermo con il pensiero con una precisione quasi pari a quella che si ottiene con le mani. Il sistema, descritto su Nature Neuroscience, oltre a permettere l’utilizzo del computer a persone disabili, è un passo in avanti verso arti artificiali controllati con la mente. Un chip di silicio impiantato nel cervello che raccoglie i dati registrati da una serie di elettrodi.
Scoperto pianeta “orfano”: è senza una stella Fonte: www.nextme.it - 16 novembre 2012
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li astronomi lo hanno già ribattezzato il pianeta orfano: è CFBDSIR2149, nome impossibile da ricordare. Si tratta di un corpo celeste privo di una stella madre, che vaga nello spazio. Una Terra senza Sole. L’esopianeta è stato scoperto dagli scienziati dell’European Southern Obesrvatory. Utilizzando i dati forniti dal Very Large Telescope (VLT) e dal telescopio CFH (Canada-France-Hawaii Telescope), gli astronomi hanno identificato un oggetto molto particolare, il pianeta interstellare più vicino al nostro sistema solare. Di che si tratta? I pianeti interstellari sono corpi che vagano per lo spazio senza legami gravitazionali con una stella. Difficile individuarli, o meglio riconoscerli visto che la difficoltà a stabilirne l’età non permette di distinguerli dalle cosidette stelle mancate, le nane brune. Ma CFBDSIR2149 potrebbe essere uno di essi e forse il più interessante e il più vicino pianeta interstellare trovato nei pressi del Sistema Solare, a circa 100 anni luce di distanza. Il pianeta potrebbe far parte di una “corrente” di stelle vicine, nota come Associazione AB Doradus. Ad averlo avvistato è stato il telescopio CFHT. Le sue caratteristiche sono poi state osservate più da vicino attraverso il VLT dell’ESO grazie anche alla sua relativa vici-
nanza e all’assenza di una stella molto brillante vicino ad esso. «Questi oggetti sono importanti perché ci aiutano a capire meglio come si possono espellere i pianeti dai sistemi planetari, o come oggetti molto leggeri possano derivare dai processi di formazione stellare», ha spiegato Philippe Delorme dell’Institut de planétologie et d’astrophysique de Grenoble. «Se questo oggettino è un pianeta espulso dal suo sistema nativo, si evoca l’immagine suggestiva di un mondo orfano, alla deriva nello spazio vuoto».Queste realtà potrebbero essere più frequenti di quanto si possa immaginare. Tuttavia, spiegano gli scienziati, saranno necessarie ulteriori ricerche per confermare la natura di CFBDSIR2149. Inoltre, prosegue Delorme, questo corpo potrebbe essere utile come «parametro di riferimento per comprendere la fisica degli esopianeti che verranno scoperti dai sistemi di immagini ad alto contrasto nel futuro, tra cui lo strumento Sphere che verrà installato al VLT»." di Francesca Mancuso
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A cura della Redazione
Tornano gli UFO sulla base di Malmstrom Nuovi avvistamenti, con testimoni multipli, su una base aeronautica nucleare americana, che nel 1967 fu teatro di uno dei casi più famosi e documentati dell’ufologia a connessione tra avvistamenti UFO e basi militari nucleari è, secondo molti ricercatori e scienziati, di fondamentale importanza, oltre che tra le più documentate della storia dell’ufologia. Il fisico francese Jean Jacques Velasco, nel suo libro OVNIS l’Evidence, dichiara apertamente di essere con-
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vinto che velivoli extraterrestri facciano visita da lungo tempo, almeno dal 1947, al nostro pianeta e abbiano dimostrato un chiaro interesse per le nostre attività nucleari. Steven Greer, nel suo Disclosure Project, ha raccolto testimonianze importanti in questo senso. Documenti ufficiali, come quello sulla base
IN APERTURA E A FIANCO Il libro di Jean Jacques Velasco sulle sue conclusioni in merito alla natura degli UFO e la connessione UFO-nucleare. La base di Malmstrom.
americana di Malmstrom, attestano la veridicità di testimonianze di uomini al di sopra di ogni sospetto, come il capitano Salas, che nel 1967 visse in prima persona un evento incredibile e ormai famoso, in cui una decina di testate Minuteman vennero disinnescate da
La connessione UFO nucleare Il 19 settembre, alle 22: 19, l’ufficio dello sceriffo della Fergus County, Montana, ricevette una chiamata da una persona che segnalava uno strano avvistamento nel cielo. Il passaggio chiave nella voce riportata nel registro ufficiale è la seguente: IL DISPACCIO DELLA CENTRALE MONTANA INFORMA DI UNA CHIAMATA DA PARTE DI JENNIFER STYER CHE HA DETTO DI AVER VISTO 2 OGGETTI A FORMA DI V CON LUCI ARANCIONI VOLARE MOLTO BASSO A NORDOVEST DI ROY. JENNIFER VOLEVA SAPERE SE POTESSERO ESSERE VELIVOLI DELL’AERONAUTICA... IL DISPACCIO HA CHIAMATO MALMSTROM CHE HA DETTO DI NON AVERE VELIVOLI FUORI SU ROY QUESTA NOTTE... La cittadina di Roy è a circa un miglio a ovest-nord-ovest della Malmstrom Oscar-01 Missile Alert Facility (MAF) della base di Malmstrom e del Launch Control Center sotterraneo, dove due ufficiali monitorano elettronicamente 10 missili nucleari Minuteman-III - distribuiti nella campagna circostante in silos sotterranei - in attesa di lanciarli, se mai il Presidente degli Stati Uniti ordinasse di farlo. Ho saputo di recenti avvistamenti UFO nel centro-nord del Montana quando due di questi, verificatisi il 21 settembre, sono stati postati sul sito web del National UFO Reporting Center tre giorni più tardi. Dal momento che avevo in programma di tenere una conferenza il 9 ottobre presso la University of Montana, ho deciso di visitare la regione interessata dai casi, per vedere se mi fosse possibile scoprire qualcosa. L’esplorazione mi ha condotto nell’ufficio dello sceriffo della Fergus County, dove ho trovato la registrazione della chiamata di Jennifer Styer. Poi ho guidato fino a Roy dove mi sono incontrato con lei e al-
un UFO - almeno così sembrerebbe - che stava sorvolando la base. Recenti avvistamenti hanno riportato l’attenzione in quella zona, su quella base. Riportiamo di seguito parte di un’indagine svolta dal noto ricercatore Robert Hastings.
cuni dei suoi vicini – gente della cittadina e allevatori – che avevano visto degli UFO nel corso degli anni. Un certo numero di questi mi ha riferito che le attività dell’Air Force – sia le pattuglie di sicurezza e che furgoni per la manutenzione dei missili - è decisamente aumentata nelle ultime settimane. Queste persone vivono lì da decenni, sanno cosa faccia parte della routine e cosa no. A quanto pare, questa intensa attività è cominciata intorno al periodo dell’avvistamento della Styer di due velivoli a forma di V che volavano verso di lei dalla direzione del silos missilistico di Oscar Flight’s 0-03, a circa quattro miglia di distanza. La Styer mi ha riferito: «Il registro dello sceriffo è impreciso. Credo abbiano frainteso la mia descrizione della posizione degli oggetti. Erano circa le 21: 45. Ero sulla Antelope Lane, stavo guidando verso nord, quando li ho visti. La mia casa si trova a 13 miglia a est di Roy, ma uno dei missili (silos) è a nord ovest di noi, non troppo lontano. I due oggetti erano a nordovest rispetto a me, non alla città, come si dice nel registro. Sbucarono dal nulla, così in fretta! Erano già sopra di me prima che li notassi. Ma erano grandissimi! Erano a forma di V e avevano luci arancioni su ogni (gamba). Non ricordo quante luci perché è successo così in fretta. (Gli oggetti) erano molto vicini tra loro, e si muovevano da nordovest a sudest. Non ho sentito alcun rumore». Le ho chiesto di confrontare la lunghezza apparente di ogni oggetto con un righello di 12 pollici tenuto a distanza di un braccio. Ci ha pensato qualche istante e ha risposto: «Oh, probabilmente un po’ più lungo di così. Erano grandi e sembravano molto vicini al suolo. Anche altre tre persone a sud rispetto a me, su Valentine Road, li hanno visti». Parlerò di questo secondo avvistamento, che ho scoperto essersi in realtà verificato due sere dopo, verso la fine dell’articolo.
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Tornano gli UFO sulla base di Malmstrom IN PAGINA La collocazione degli avvistamenti sul territorio. Sotto, ricostruzione dell’avvistamento della Styer.
Un certo numero di persone dentro e intorno a Roy mi ha detto che i caccia dell’Air Force erano apparsi vicino alla città, sparando razzi, nelle ultime settimane. Quando l’ho detto a Jennifer Styer, mi ha risposto: «Quelli che ho visto non erano certo razzi. Le luci non cadevano a terra, né bruciavano come una torcia. Non c’era nessun aereo sopra di me. L’avrei sentito se ci fosse stato. Quelle luci erano attaccate agli oggetti, che erano silenziosi, si muovevano in linea retta ed erano sicuramente a forma di V». Se il nome Oscar Flight vi suona familiare, è senza dubbio a causa dell’ormai famoso relativo caso UFO verificatosi il 24 marzo 1967. Secondo l’ex capitano dell’USAF Robert Salas - uno dei due membri del personale dei missili da combattimento in servizio - un UFO venne segnalato volare sopra Oscar-01 e la maggior parte o tutti i missili balistici intercontinentali smisero di funzionare. Salas si trovava alla sua console nella capsula sotterranea quando ricevette una chiamata da una guarda a terra, che riferiva di una strana luce in rapido movimento nel cielo. Poco dopo la guardia chiamò di nuovo e gridò al telefono che un grande oggetto luminoso, di colore rosso-arancio e di forma ovale, era apparso all’improvviso e in silenzio si librava sopra il cancello di sicurezza della struttura di recinzione. Salas rapidamente svegliò l’altro ufficiale, il Capitano Frederick Meiwald, che era in pausa, ma prima che potesse raccontargli delle telefonate della guardia rimasero entrambi scioccati nel vedere luci multiple sulle loro console indicare che i missili erano stati disattivati, ovvero non erano più disponibili per il lancio. A quanto pare ci volle quasi un giorno intero per riabilitare lo stato operativo, dovendo sostituire i componenti relativi al sistema di controllo e di guida dei missili. In seguito, Salas e Meiwald confermarono di essere stati interrogati da un agente dell’Air Force Office of Special Investigations (OSI) e aver
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dovuto firmare dichiarazioni di sicurezza nazionale di non divulgazione, promettendo di non rivelare l’accaduto. Entrambi hanno mantenuto il silenzio fino alla metà degli anni ’90. Nel corso di una conversazione telefonica registrata nell’agosto 1996, Meiwald, ormai un colonnello in pensione, disse a Salas che dopo il disinnesco dei missili – lui ne ricorda dai 6 agli 8, mentre Salas 10 - un Security Team Alert di due uomini ricevette l’ordine di entrare in azione in seguito ad un allarme di intrusione in uno dei silos Oscar. Salas aveva dimenticato lo svolgersi degli eventi, nel corso degli anni, così Meiwald gli fornì i dettagli, dicendo che quando la squadra si era avvicinata al sito missilistico, aveva visto un UFO sospeso sopra di esso. (Meiwald poi mi disse che era stato descritto come un oggetto brillante a bassa quota). Spaventati, i due uomini erano tornati al centro di controllo di lancio. A quanto pare, una delle guardie era così scossa da non poter continuare il turno ed essere andata direttamente all’ospedale della Malmstrom AFB. Altri veterani dell’Air Force hanno parlato degli eventi segnalati da Salas e Meiwald. Un ufficiale del Combat Targeting Team dei missili Minuteman, l’ex capitano Robert Jamison, dichiarò che si era occupato di rendere nuovamente operativi alcuni Oscar Flight. In un affidavit, Jamison dichiara che a tutte le squadre di targeting, compresa la sua, era stato esplicitamente detto dal comandante «che vi era stata un po’di attività UFO che aveva incasinato le cose». Secondo Jamison, ai team erano state date istruzioni specifiche: «Ci dissero cosa fare. Se avessimo visto un UFO per la strada, dovevamo riportarlo. Se ci fossimo trovati al sito e avessimo visto un UFO, avremmo dovuto entrare nel silo e chiudere lo sportello del personale. La guardia che ci avrebbe
accompagnato sarebbe rimasta fuori e avrebbe fatto rapporto alla base via radio». In altre parole, chi fece i briefing era convinto di un collegamento tra l’UFO e malfunzionamenti dei missili, e aveva formulato un piano d’azione per fornire informazioni su eventuali altri avvistamenti, come anche per migliorare la sicurezza dei team incaricati di ripristinare lo status operativo dei missili. (Viene da domandarsi cosa pensasse di quell’ordine la guardia incaricata di restare fuori nel caso di apparizione di un UFO...). Jamison fornisce anche la data dell’incidente, dicendo che si è verificato la stessa notte del ben noto avvistamento UFO di Belt, quando un velivolo incandescente a forma di disco fu visto atterrare in un profondo burrone vicino alla città di Belt, Montana, il 24 marzo 1967- fatto riportato dai media locali il giorno successivo. Jamison spiega di aver ascoltato le chiacchiere radiofoniche a riguardo mentre aspettava l’autorizzazione a procedere per cambiare la destinazione dei missili colpiti nell’hangar di manutenzione missili di Malmstrom. Inoltre, secondo il colonnello in pensione Walter Figel, otto giorni prima - il 16 marzo - era stato segnalato un altro UFO vicino a Echo Flight, e tutti e dieci i missili avevano smesso di funzionare. Analogamente a quanto sperimentato da Bob Salas presso Oscar Flight, Figel era in servizio nel Launch Control Center sotterraneo di Echo quando ricevette una chiamata da una guardia posizionata in uno dei silos, che diceva che «un grande oggetto rotondo» era sospeso proprio sopra di esso. «Era serio, ma non lo stavo prendendo sul serio», mi ha raccontato Figel. Ad ogni modo, uno scettico Figel inviò due Security Alert Team sul posto per confermare il rapporto; entrambi lo fecero, secondo dichiarazioni registrate su nastro che lui rilasciò a Salas in una conversazione telefonica nel 1996. In un’intervista registrata con me, nel 2008, il Col. Figel disse che «almeno un» team vide l’UFO. Entrambe le interviste si possono ascoltare sul mio sito, www.ufohastings.com. In breve, gli incidenti UFO con conseguente disinnesco dei missili presso Echo e Oscar Flight della base di Malmstrom, nel marzo 1967, oggi sono accertati. Alla luce di tutto questo, l’avvistamento del 19 settembre 2012 da parte di una civile, Jennifer Styer, a sudest del sito missilistico 0.03 Oscar, non sorprende. Sul mio sito sono disponibili documenti declassificati e testimonianze di ex membri dell’USAF che confermano intermittenti ma in corso attività UFO presso Malmstrom e altri siti missilistici. Se 10 missili all’Oscar Flight siano o meno stati interessati da incursioni UFO nelle ultime settimane resta da
IN PAGINA Robert Salas quando era in servizio.
definire, almeno per il momento. A meno che qualche fonte interna alla base di Malmstrom non si faccia avanti, potremmo non sapere mai la risposta e, comunque, non sto chiedendo a nessun membro del personale in servizio attivo di farlo, viste le quasi sicure ripercussioni sulla loro carriera militare. Detto questo, il brusco e, a quanto pare, notevole aumento del numero di furgoni manutenzione missili che operano nella zona, insieme a veicoli di sicurezza dell’Air Force – come mi è stato riferito da diverse persone che vivono a o vicino a Roy – suggerisce fortemente che lì sia accaduto qualcosa di molto insolito in una o più occasioni nell’ultimo mese.
Altri avvistamenti Di seguito sono riassunti brevemente due report di avvistamenti inseriti sul sito web del National UFO Reporting Center, che mi hanno spinto a visitare il Montana centro settentrionale. Due giorni dopo l’avvistamento della Styer, poco dopo le 20:30, Dale Uhler e sua moglie stavano guidando verso ovest sulla US Highway 87, nella Judith Basin County. Circa a un miglio a ovest della città di Mocassin hanno girato a nord sulla North Star Road (CR 314). All’incrocio con la Fieldstone Road (CR 306), circa due miglia a nord della strada, hanno notato una luce nel cielo giallo-arancio a forma di barra. La luce si era poi era trasformata in tre separate luci arancioni. L’avvistamento è durato circa 20 secondi, dopodiché è scomparso. Il cielo era limpido e si vedevano le stelle. L’oggetto era a 30 - 35 gradi sull’orizzonte. Uhler ha detto che l’oggetto a forma di barra allungata era orientato orizzontalmente e sembrava lungo come una saponetta tenuta a distanza di un braccio. «Non riesco a spiegare cosa fosse, solo che lo abbiamo visto. Era un inspiegabile oggetto luminoso. Lo scopo del mio post era vedere se per caso qualcuno avesse visto qualcosa di simile». Uhler mi ha riferito che l’oggetto non identificato era a nord-nordest della sua posizione e a est della città di Denton, a circa 18 miglia di distanza. La posizione esatta dell’oggetto resterà probabilmente incerta, tuttavia, se la stima di Uhler della sua distanza è ragionevolmente corretta, sarebbe stato nelle vicinanze di Delta Flight, la cui Missile Alert Facility D-01 è a circa 5 miglia a nord est di Denton. Il perimetro di volo si estende a circa 10 miglia sia a nord che a sud di Malmstrom,
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Tornano gli UFO sulla base di Malmstrom
quindi, anche se l’oggetto non si trovava nelle sue immediate vicinanze, sarebbe comunque stato relativamente vicino e uno o più strutture di lancio Delta (D-11 o D-02 i siti più probabili), dato che si trovavano a nord-nordest della posizione di Uhler. Un altro testimone, Ted Meinzen, a quanto pare vide lo stesso oggetto. Tuttavia, lui e due amici aveva osservato anche un’altra strana luce la notte precedente. Mi ha detto: «Quello che ho visto è avvenuto due notti di fila. La prima notte, (20 settembre), si trattava di una sola luce arancione. Il cielo era buio e la luce sembrava un bagliore fisso. Non si muoveva né emetteva alcun suono. Rimase lì per circa 30 secondi, poi si spense come se fosse bruciata, o qualcuno l’avesse spenta. Eravamo a circa 20-30 miglia a est della Highway 191, su una strada sterrata chiamata Old Musselshell Trail, ai margini del Charles M. Russell Wildlife Refuge. Stavamo guardando a ovest e leggermente a nord dalla nostra posizione. La seconda notte, le luci apparvero esattamente nello stesso punto. La differenza fu che questa volta ve n’erano diverse. Eravamo seduti nello stesso punto perché eravamo dovuti tornare lì per avere campo per il cellulare. Ad ogni modo, eravamo seduti nel mio camion, in modo che tutti e tre potessimo telefonare a casa. Fui il primo a vedere la luce. Dissi a tutti di guardare e vedemmo una seconda luce apparire accanto alla prima e alla stessa altezza. Poi ne apparve una terza e una quarta. Quando apparve la quarta, la prima scomparve, seguita dalla seconda, dalla terza e dalla quarta. Accadde relativamente in fretta e questo è come me lo ricordo, ma il mio amico (...) potrebbe ricordare in modo leggermente diverso l’ordine in cui si spensero le luci. L’altro mio amico (...) era al telefono; vide le luci ma non stava prestando la massima attenzione. Non c’era alcun suono e nessun movimento in entrambe le notti. Le luci sembravano lontane, ma non so dire la distanza esatta. Penso che fossero a circa 35 gradi sopra l’orizzonte. (...) mi disse che erano le 20:37 la prima notte e le 20:47 la seconda. Aveva guardato l’orologio sul cruscotto del veicolo». IN PAGINA E A FIANCO Robert Salas e il suo affidavit sull’incidente di Malmstrom del ‘67.
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Il tempo di osservazione nella seconda notte, il 21 settembre, fu di 5-10 minuti dopo che Dale Uhler vide l’oggetto a forma di barra allungata con luci arancioni da un diverso punto di osservazione. L’oggetto poi scomparve, lasciando solo le luci. La descrizione di Meinzen porta a escludere che si sia trattato di razzi militari, che rimangono illuminati per 3-4 minuti, brillando in modo irregolare prima scoppiettare mentre cadono lentamente al suolo. Va inoltre osservato che se Meinzen e i suoi compagni stavano effettivamente guardando a ovest o ovest-nord ovest quando osservarono il misterioso spettacolo, le luci sarebbero state più a nord rispetto alla zona che comprende Delta Flight – che è dove Dale Uhler stima di essersi trovato dieci minuti prima – e quindi si trovavano forse all’interno dell’area di Echo Flight. Per fortuna, ho poi parlato con un terzo testimone, (...), che era molto più vicino alle luci quella notte. Il suo nome (omesso per questione di privacy come altri, ndr) mi è stato dato da Jennifer Styer, che aveva sentito del suo avvistamento e, presumendo che si fosse verificato contemporaneamente al suo, il 19 settembre, fornì il suo numero di telefono. Il testimone, e altri due, si trovavano a circa 20 miglia a est di Roy. Mi ha raccontato: «Era il 21 settembre, intorno alle 20- 20:30. Stavo aiutando la famiglia di (...) a spostare il fieno e avevo segnato la data sul calendario. In realtà, (...) vide le luci per primo e ce le indicò. Erano tonde come fanali e di colore arancione, tutte in fila, forse a 200 piedi nel cielo. Poi se ne andarono, tutte contemporaneamente. Pochi secondi dopo apparvero di nuovo, più in alto, tutte in fila. E poi se ne andarono definitivamente. Si trovavano probabilmente a un miglio a nord rispetto a noi. Non udimmo alcun suono». IL testimone mi disse che non si era visto nessun veicolo, solo le luci. Questo avvistamento è molto simile alle segnalazioni di Dale Uhler e Ted Meinzen, ma potrebbe essersi verificato più attorno alle 20:00. Dico questo perché, se le luci erano di fatto solo un miglio o giù di lì a nord dei testimoni, posizionati su Valentin Road, a circa 20 miglia a est di Roy, sarebbero state molto più ad est dell’oggetto/luci avvistato da Uhler al suo nord-nordest, subito dopo le 20:30. Allo stesso modo, le luci arancioni viste da Meinzen e i suoi amici, alle 20:47, sono state riferite trovarsi a ovest- nordovest, il che le farebbe trovare molto più a nord rispetto alla posizione segnalata dal testimone a est di Roy. Quindi, l’oggetto non identificato con luci arancioni sembrava volare da quelle parti, in quel periodo. Inoltre, dovrebbe essere evidente che la descrizione Uhler della posizione dell’oggetto a nord-nord est rispetto a lui non fornisce informazioni su quanto fosse lontano, proprio perché Meinzen ebbe difficoltà a calcolare la distanza dalle luci che vide a ovest-nord ovest. Il terzo testimone, che era molto più vicino alle luci,
era sicuro che fossero solo a breve distanza a nord rispetto a lui. La mappa riportata nell’articolo chiarirà la situazione. Riassumendo, sulla base degli elementi a disposizione tutto ciò che si può dire con certezza è che il 21 settembre 2012, tra le 20:00 e le 21:00, almeno tre gruppi separati di testimoni hanno osservato un oggetto a forma di barra con luci arancioni (nell’avvistamento di Uhler) o un gruppo di luci arancioni disposte in fila (negli altri due), sopra, o molto vicino a Delta, Echo e Oscar Flight della base di Malmstrom.
L’avvistamento di Shelby Buck Inoltre, come indicato sulla mappa, un altro testimone, Shelby Buck, potrebbe aver osservato attività insolita nell’area, la stessa notte, ma più tardi. La Buck, che vive nella città di Geraldine, mi ha detto: «Credo che fosse il 21 settembre, ma non ne sono assolutamente certa. Era attorno alle 22:00». Stava aiutando suo padre a spostare il trattore mentre seminava il grano invernale nella sua fattoria, quattro miglia e mezzo a nord della città. Attività agricole nelle ore notturne non sono insolite, come vi direbbe qualsiasi agricoltore. Improvvisamente, Buck vide una «scia di fuoco nel cielo», simile a una meteora, che si spostava rapidamente verso nord, parallela all’orizzonte. Poi scomparve. Pochi secondi dopo, apparve un altro lampo fiammeggiante, anch’esso diretto verso nord, a livello del suolo. Era leggermente più piccolo del primo e sfumato. Circa 10 minuti dopo, due caccia dell’Air Force apparvero improvvisamente, a nord di Buck, muovendosi da ovest a est: «Sembrava come fossero già in zona» quando apparvero gli oggetti fiammeggianti, dal momento che erano arrivati poco dopo. Data la posizione della testimone e la direzione dei lampi di luce, potrebbero essere stati sopra Echo Flight o, a seconda della loro effettiva distanza dalla testimone, a ovest o ad est del sito. (Gli oggetti potreb-
bero essere stati anche a centinaia di miglia di distanza, se fossero state meteore, ma la netta impressione della Buck è che fossero molto più vicini). Secondo Shelby Buck, «La seconda fiamma era nella stessa area della prima. Erano arancioni e si muovevano rapidamente: Quella grande durò mezzo secondo e l’altra meno». Non erano chiaramente razzi lanciati dai militari, vista la breve durata, il movimento orizzontale e il fatto che fossero visibili diversi minuti prima che i due caccia facessero la loro comparsa. Ho chiesto alla Buck se potessero essere meteore – chiamate comunemente stelle cadendi – ma lei ha risposto che gli oggetti infuocati erano in qualche modo diversi dalle meteore, che aveva già visto in passato. Non essendo sicura del giorno, questo avvistamento non può
essere direttamente associato agli altri riportati il 21, sebbene potrebbe avere dei collegamenti. In conclusione, gli avvistamenti UFO vicino ai siti missilistici della Malmstrom AFB nelle recenti settimane - come riportato da civili che vivono o visitano la regione - rappresentano solo l’ultimo capitolo della saga di UFO- Nucleare. La sua storia ben documentata, come rivelato in file declassificati del governo USA e testimonianze oculari militari, risale al dicembre 1948. Nel corso degli anni sono state rilasciate innumerevoli smentite ufficiali sulla realtà della situazione, ma prima o poi questa storia incredibile scoppierà. di Robert Hastings Fonte: www.theufochronicles.com; www.ufohastings.com
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di Michael Salla
Obama e gli UFO, Quattro Anni Dopo
Il Presidente americano, appena rieletto, ha finora disilluso le aspettative di chi chiedeva maggiore trasparenza in questioni di disclosure sulla vita extraterrestre. Tuttavia, se si verificasse una finta crisi di sicurezza nazionale, sarebbe lui il leader adatto a fare la più importante dichiarazione al mondo arack Obama ha vinto con un stretta ma significativa differenza il suo oppositore repubblicano. I Democratici tengono la maggioranza in Senato mentre i Repubblicani il controllo della Camera dei Rappresentanti. Nei prossimi 12 mesi circa, Obama dovrà portare avanti le politiche più ambiziose proposte per la sua ri-elezione, prima che le elezioni di metà mandato, nel 2014, facciano tornare gli Stati Uniti alle politiche iper-partigiane che hanno prodotto lo stallo degli ultimi due anni. Il controllo repubblicano sulla Camera farà in modo che vi sia abbondanza di opposizione a gran parte del programma legislativo di Obama. Questo non sarà però il caso della riforma dell’immigrazione per affrontare finalmente la questione degli ille-
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gal alien, i clandestini. Severamente puniti con il voto Latino, i Repubblicani sono sicuri di dare un sostegno bipartisan a Obama, per far passare un nuovo Dream Act che legalizzi lo status dei giovani immigrati cresciuti negli Stati Uniti. Ma per quanto riguarda un altro tipo di illegal alien che si pensa visitino gli Stati Uniti? Il disclosure sugli UFO/ET rientra nell’agenda politica di Obama? Quando Obama venne eletto la prima volta, vi furono molti segnali di speranza che la sua spinta per un governo più trasparente e responsabile si potesse tradurre in una maggiore apertura che permettesse alla verità su questo argomento di venir fuori, finalmente. La nomina di Hillary Clinton a Segretario di Stato alimentò voci che il suo documentato interesse per gli UFO durante l’amministrazione Clinton avrebbe portato ad alcune rivelazioni sorprendenti. Whistleblower erano pronti a farsi avanti per testimoniare riguardo a una serie di attività governative illegali, se fosse stata garantita loro protezione per rivelare i loro segreti. Questo culminò nella convinzione che, all’inizio dell’amministrazione Obama, il disclosure sulla vita extraterrestre fosse imminente. Quattro anni più tardi, quelle speranze sembrano aver peccato di ingenuità. La trasparenza di governo non ha aperto gli Archivi della Sicurezza Nazionale ai ricercatori, e la protezione degli informatori alla fine non c’è stata. L’amministrazione Obama ha sconfessato pubblicamente ogni interesse a investigare le affermazioni secondo cui il crash di Roswell coinvolse velivoli di altri mondi. Non c’è stato alcun disclosure sulle visite extraterrestri al nostro pianeta. Quello che, invece, è cambiato, quattro anni dopo la prima elezione di Obama, è che il mondo è più preparato ad accettare l’esistenza della vita aliena. Di seguito presento tre scenari di come Obama potrebbe annunciare l’esistenza di vita ET durante il suo secondo mandato:
Scenario 1 - vita aliena su pianeti extra solari L’utilizzo di avanzati telescopi spaziali, come quelo della Missione Kepler della NASA, ha portato alla scoperta di centinaia di pianeti extrasolari. Questo ha rivoluzionato la comunità scientifica. La domanda, “esistono condizioni abitabili per la vita altrove nella galassia?” ha trovato una risposta decisamente affermativa. Le statistiche ci dicono che alcuni, se non molti, dei miliardi di pianeti extrasolari che si calcola esistano solo nella nostra galassia, ospitano sicuramente qualche forma di vita. Gli scienziati più importanti del mondo ora stanno apertamente discutendo le conseguenze scientifiche e sociali nel caso venisse scoperta vita extraterrestre. La domanda adesso è “quando” piuttosto che “se” sarà scoperta vita extraterrestre con la prossima generazione di telescopi spaziali utilizzati per IN PAGINA Il telescopio Kepler, ricostruzione NASA. Sotto, Chase Brandon.
eseguire la scansione della galassia. La nuova amministrazione Obama continua a finanziare missioni scientifiche della NASA, rendendo possibile che, ad un certo punto del suo secondo mandato, venga annunciato che non siamo soli.
Scenario 2 – il crash di Roswell accadde davvero Questo scenario riguarda le affermazioni secondo cui gli extraterrestri ci stanno facendo visita e selezionate agenzie governative lo stanno nascondendo almeno sin dal luglio 1947, quando si verificò il famoso caso Roswell. Come molti sanno, l’US Army Air Corps l’8 luglio rilasciò una dichiarazione secondo cui si era schiantato un disco volante, ma ritrattò ore dopo. Chase Brandon, un ex agente della CIA in operazioni clandestine e pubbliche relazioni, ha dichiarato di aver visto un file nell’archivio storico della CIA che gli tolse ogni dubbio sul fatto che il caso Roswell riguardasse davvero vita e tecnologia extraterrestre. Le affermazioni di Chase fanno eco a quelle del colonnello Philip Corso, che diresse il Foreign Technology Desk del US Army Research and Development Department. Secondo Corso, l’esercito USA aveva un archivio con materiale proveniente dal crash di Roswell, che venne passato di nascosto all’industria privata per stimolare lo sviluppo tecnologico. Durante il secondo mandato di Obama, potrebbe trapelare più materiale/prove e/o possono farsi avanti altri testimoni per rivelare che venne effettivamente recuperata tecnologia extraterrestre. Sono state avviate diverse petizioni rivolte alla Casa Bianca di Obama per raggiungere questo obiettivo.
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Obama e gli UFO, Quattro Anni Dopo Scenario 3 - (forzato) La Guerra dei Mondi Sono state rilasciate dichiarazioni da parte di Gordon Duff, senior editor di Veterans Today, John Kettler e altri riguardo a battaglie segrete nell’Oceano Pacifico e in Antartide tra una coalizione di forze navali guidate dagli USA contro extraterrestri con basi sottomarine. Finora non vi sono prove concrete a sostegno di simili affermazioni, solo fonti anonime non rivelate da Duff e gli altri. Un file d’intelligence risalente all’era di Stalin, rilasciato nel 1991, ha rivelato che la spedizione in Antartide dell’ammiraglio Byrd – Operation Highjump – incontrò e combatté una misteriosa forza UFO nei primi mesi del 1947. Recentemente al cinema vi è stato un susseguirsi di blockbuster hollywoodiani, Battleship, Battle Los Angeles e The Avengers, tutti incentrati sul tema dell’invasione aliena. Si
tratta di un condizionamento del pubblico affinché accetti la possibilità di un’invasione aliena per una crisi di sicurezza nazionale programmata? Secondo lo scienziato Werner Von Braun, era stata progettata una finta invasione aliena da diversi anni. Il Presidente Obama potrebbe forse un giorno trovarsi nella situazione di dover rispondere pubblicamente ad una crisi
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IN PAGINA Obama festeggia la recente vittoria. A sinistra, l’ammiraglio Byrd nell’operazione Highjump e la nave USS Sennet impiegata nella missione.
di sicurezza nazionale in cui USA e forze militari alleate siano sotto attacco (finto) da parte di una presenza aliena? Tutti questi scenari alternativi potrebbero verificarsi il
prossimo anno, o prima della fine del secondo mandato di Obama, nel gennaio 2017 -, quindi cosa accadrebbe? Il Premio Nobel per la pace di Obama, il suo patrimonio razziale misto e un’educazione religiosa eclettica, con una madre cristiana, un padre e patrigno musulmani e sei anni trascorsi nella musulmana Indonesia in gioventù, lo rendono adatto a diventare un leader mondiale molto popolare. Se è stato deciso che l’esistenza di vita extraterrestre - grazie alla scoperta scientifica e/o alla necessità politica – debba essere annunciata al mondo, allora il presidente Obama sarebbe il candidato ideale per farlo. Il disclosure sulla realtà extraterrestre molto probabilmente permetterebbe di superare le differenze nazionali e porterebbe a una rapida unificazione politica planetaria, come il presidente Reagan aveva ipotizzato in un discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987. Potremmo aspettarci molto rapidamente elezioni planetarie a livello mondiale per i cittadini nazionali, rappresentati in rapporti diretti con civiltà galattiche. Questo potrebbe essere realizzato sia attraverso una significativa riforma delle Nazioni Unite (che rappresenta attualmente “stati” e non “persone”), o attraverso la creazione di una “United Earth”, un organo sovrano che rappresenti i popoli della Terra. In entrambi i casi, qualsiasi annuncio formale da parte del Presidente Obama sull’esistenza di vita extraterrestre darebbe avvio a una serie di eventi in cui probabilmente lui assumerebbe una leadership più globale, rappresentando il popolo della Terra nei negoziati con i visitatori galattici. Così, quando il presidente Obama e i suoi alleati Repubblicani bipartisan faranno passare un nuovo Dream Act per gli stranieri clandestini, allora potremo anche sognare cosa accadrebbe se l’esistenza di alieni extra planetari venisse annunciata dalla Casa Bianca nei prossimi anni...
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La Verità
di David Griffin
Rubata ary McKinnon e la sua famiglia hanno affrontato più di un decennio di paura, intimidazione e infiniti circoli giudiziari per aver osato chiedersi se siamo soli nell’universo. La decisione del Ministro degli Interni Theresa May di respingere la richiesta del Dipartimento di Giustizia USA per far deportare Gary, nell’ambito di un accordo unilaterale di estradizione USA-UK, ha posto fine alla questione una volta per tutte, facendo sì che Gary affronti probabilmente solo un processo minore nel Regno Unito, come suggerito nel 2002. Nonostante alcuni giornalisti male informati sostengano che avrebbe dovuto essere concessa l’estradizio-
G
ne, i fatti, se ridotti alla questione fondamentale su cui dovremmo incentrarci, sono molto chiari. Gary non ha commesso un crimine vero e proprio, nonostante le affermazioni ridicole relative ai 500.000 dollari di danni derivati dalla sua attività di hacker e le grida provenienti da tutto l’Atlantico che chiedevano un’incarcerazione di 60 anni, come fosse un terrorista, in un carcere di massima sicurezza. Lui stesso ha ammesso di essere stato ingenuo e stupido ma per una stupidità del genere non si dovrebbe scontare 60 anni di galera. Se si lascia aperta una stanza nota per essere piena di beni di valore, di sicuro qualcuno prima o poi andrà a dare un’occhiata. Questo è sostanzialmente tutto ciò che ha fatto
IN QUESTE PAGINE Theresa May. A destra, McKinnon. Sotto, la madre di Gary in conferenza stampa dopo la sentenza definitiva contro l’estradizione.
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Il caso McKinnon si è finalmente concluso, l’hacker britannico resterà in Inghilterra. Cosa ha rappresentato questa vicenda e perché è così importante? McKinnon nel 2001, quando era solito usare software disponibili per l’accesso alle reti USA collegate alla NASA e al Pentagono. Nella maggior parte dei casi c’era bisogno di abilità pari a zero: per alcune imbarazzanti ragioni, la maggiore potenza militare del mondo non aveva imparato a rimuovere le password di accesso predefinite dei sistemi operativi. Gary stesso mi ha detto di non essere mai stato un genio: era ancora alle prese con i sistemi terribilmente lenti di dial-up britannici al tempo e ogni entrata nel network era un compito penosamente lento.
Altri hacker dalla Cina Un’altra ragione per cui è stato ingiustamente preso di mira è il fatto che ogni notte si sedeva nella sua stanza a Londra per fare ricerca su UFO ed energie esotiche segrete. Gary ha riferito di aver visto infiniti flussi di traffico hacker, in gran parte dalla Cina; perché allora lui, che ha lasciato delle note agli amministratori di sistema sulla loro mancanza di sicurezza, è stato perseguito con tanta veemenza, quando i presunti veri nemici del mondo libero facevano la stessa cosa da più tempo e in modo ben più organizzato? Questo ci suggerisce ancora una volta che le questioni UFO, contatto ET e flotte spaziali segrete hanno livelli di classificazioni al di sopra dei segreti militari normali, e forse la Cine è molto interessata. Gary ha osato cercare queste informazioni proibite e umiliare il governo degli Stati Uniti esponendo la totale inadeguatezza del loro network di sicurezza. Fu un precoce interesse per la questione UFO e il famigerato UFO Disclosure del 2001 a instillargli il desiderio di verificare quello che aveva sentito. In un caso è riuscito a trovare lo stesso ufficio menzionato da uno dei testimoni chiave del Disclosure Project, Donna Hare, e ha trovato anche chiare directory per le immagini NASA che erano state “pulite” dagli og-
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La verità rubata getti animati prima della divulgazione nei canali pubblici. Inoltre, nel suoi viaggi nella rete sembra che McKinnon possa aver trovato alcune delle più sorprendenti informazioni in cui si è imbattuta la comunità UFO in questi anni.
IN PAGINA La madre di Gary e il vice Primo Ministro Nick Clegg. Sotto, manifestanti in favore di Gary.
Energia per tutti Da qualche tempo, chi si occupa di esopolitica ha concluso che ciò che chiameremmo “cabala transnazionale del governo superiore” ha accesso a velivoli antigravità realizzati con la retroingegneria. Lo sappiamo da numerose fonti – da testimonianze di tecnologia aliena recuperata fino a ingegneri dell’Area 51/S4 come Bill Uhouse, che ha dichiarato di aver lavorato su un simulatore UFO con Edward Teller e un extraterrestre in visita che il governo chiamava J-Rod. Quest’ultimo caso risale a più di trent’anni fa, quindi le capacità oggi sono senza dubbio molto più avanzate. Gary ha trovato informazioni concernenti “Non Terrestrial Officers” e un foglio logistico di ciò che veniva chiamato “Fleet to Fleet Transfers” (trasferimenti da flotta a flotta). Alcuni anni fa ne ho approfondito i dettagli con Gary, che mi ha confermato che i nomi delle navi su questi Fleet to Fleet Trasfers non erano nomi di alcuna nave terrestre marittima. A voi le conclusioni. In un articolo che ho scritto per UFODigest nel 2008, intitolato “Hacking away the Truth”, delineai un paio di punti raramente collegati al caso McKinnon. Nei rigidi inverni quando era attivo Gary, la Gran Bretagna ha registrato un gran numero di morti fra gli anziani a causa dei crescenti costi del carburante, per cui i poveri si ritrovavano a dover scegliere se mangiare o riscaldarsi. Gary aveva fatto il collegamento a cui in realtà pochi pensano quando presumono che la questione UFO possa ridursi ad avvistamenti senza fine di luci nel cielo: se siamo visitati da altre intelligenze, o se abbiamo davvero la nostra flotta spaziale avanzata, allora esiste il sistema per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili. Anche questo è un argomento che il gruppetto di sostenitori dell’estradizione negli USA di McKinnon su internet e nei media (e di molti altri britannici che si sono trovati con l’ordine di estradizione sulla base di prove inconsistenti nell’isteria post 11 settembre) ha cercato di sorvolare. Quando le coscienze indifferenti di queste persone cominceranno a vedere il quadro più ampio – molti
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di noi hanno passato anni a evidenziarlo – come più importante di leggi che dovrebbe di per sé essere messe in dubbio, dal momento che esistono per proteggere segreti arcaici di poteri faziosi?
Cambio di strategia La seconda componente di questa storia, di cui forse solo ora possiamo parlare apertamente data la decisione finale di Theresa May, è il rapporto tra la campagna McKinnon e il lato attivista della (per lo più britannica) comunità ufologica che, con le migliori intenzioni, ha voluto promuovere sia le scoperte di Gary e che le testimonianze del Disclosure Project attraverso l’attenzione dei media che questo caso cominciava ad attirare, senza rendersi conto, nel contempo, che il team legale e la famiglia dovettero cambiare tattica per evitare di fare proprio ciò che i militari USA temevano: la creazione di un cambiamento nel modo in cui i media cominciavano a riportare la più ampia questione del Disclosure. Alcuni dei partecipanti di più lungo termine al UK Exopolitics Network avevano seguito il caso attentamente sin dall’arrivo della High Tech National Crime Squad a casa di Gary per arrestarlo, su insistenza degli americani, nel 2002, e si accorsero che la sua famiglia e il team legale cominciavano a prendere le distanze dalla cosa, quando fu chiaro che gli USA avrebbero perseguito ostinatamente le loro ragioni, dal 2005 in poi. Inizialmente fu la comunità ufologica a formare la spina dorsale per mettere in luce la situazione di Gary, insieme ai membri della sua famiglia, come sua mamma Janis. Durante alcune dimostrazioni a Londra fu però evidente uno scontro di approcci, perché alcuni insistevano che il caso giuridico includesse anche il “diritto di sapere” e il pieno disclosure degli obiettivi di Gary, come detto sopra. Un momento di svolta si è avuto quando la comunità UFO è stata educatamente incoraggiata a restare in silenzio, mentre veniva adottata una nuova linea di difesa basata sulla sua forma di squilibrio mentale. A quel punto - sembrava ve-
ramente che fosse l’unica via per impedire l’estradizione – e al posto della madre di Gary, chi può mettere in discussione la sua decisione di spingere questo aspetto, rinunciando agli altri? Anche nel corso dell’ultimo mese o giù di lì sono stato contattato da qualcuno che aveva presentato i documenti al nostro sistema giuridico con il duplice scopo di far restare Gary in Inghilterra (a causa di un procedimento giudiziario in corso), ma anche cercare di portare le sue scoperte sugli UFO in un tribunale perché diventassero di dominio pubblico. Le persone più vicine alla famiglia McKinnon, nella campagna, avevano capito che, nonostante la comunità esopolitica avesse sollevato l’iniziale interesse dei media per il caso di Gary (incluso dei viaggi alla Camera dei Comuni da parte mia), quest’associazione avrebbe finito per facilitare il trasferimento di Gary negli USA. Così abbiamo iniziato a considerare un approccio più prosaico, con tanto di referti medici di alto livello, che chiamava in causa la Sindrome di Asperger di Gary, una condizione che potrebbe anche portarlo a stare seduto per giorni a fissare lo schermo del computer, prestando scarsa attenzione agli altri e a se stesso. Alcuni giornalisti hanno osservato che Gary fosse in realtà abbastanza “lucido” nelle interviste appena prima della nuova linea difensiva “un po’ nerd ed estraniato”, ma scetticismo a parte, si trattava di fare tutto il necessario per evitare al sistema di giustizia profondamente ingiusto degli Stati Uniti di bussare alla sua porta, una mattina, e portarlo via. Anche quando questa nuova tattica venne pienamente adottata dalla famiglia, alcuni attivisti, membri del più vasto mondo ufologico, continuarono a lamentarsi che le informazioni da lui trovate dovessero diventare un aspetto primario in qualsiasi procedimento giudiziario, negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. Anche se era l’occasione che molti aspettavano per portare avanti l’idea che i militari USA e altre strutture occulte transnazionali stiano nascondendo da anni nuove tecnologie alla popolazione, queste persone non sono riuscite a mettersi nei panni di Gary e della sua famiglia, che erano ben consapevoli che l’hacker era stato fatto diventare un esempio negli USA e avrebbero preferito vederlo libero, piuttosto che martire per il Disclosure. Vorrei usare un programma informatico di realtà quantica per vedere quale sarebbe stato il risultato se non fossero state poste in prima linea le condizioni relative alla sindrome di Asperger di Gary, abbandonando le questioni sugli UFO e le energie esotiche come principale linea difensiva del caso.
SOTTO Esiste davvero una flotta spaziale segreta, come sembrerebbero indicare alcune scoperte fatte da Gary?
causare problemi diplomatici, dato lo “speciale rapporto” tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Si è trattato di un evento monumentale. Il Regno Unito, sotto Tony Blair, ha seguito docilmente la guida degli Stati Uniti in numerose guerre in Afghanistan, Iraq e più recentemente nella scandalosa distruzione della Libia, ma in una situazione in cui gli Stati Uniti avevano cercato di vincere per oltre un decennio, i britannici hanno sostanzialmente risposto agli Stati Uniti di andare a cercare qualcosa di più degno per una condanna a 60 anni. Come insulto ulteriore per gli Stati Uniti, il Regno Unito riesaminerà l’intero accordo di estradizione USA-UK e si spera prenderà posizione contro questo sistema ingiusto nei prossimi mesi. Gary ora deve affrontare una punizione più realistica in ciò che chiamiamo “servizio alla comunità” nel Regno Unito, vale a dire raccoglierà i rifiuti in un parco locale per un paio di giorni invece di finire in un carcere tipo Guantanamo in un altro Paese. Spero che una volta scemato il clamore nei media, Gary possa riprendere il suo interesse per i nuovi sistemi di energia e che si possa magari scoprire il suo pensiero sul processo che ha vissuto per il semplice “crimine” di voler sapere se esiste davvero tecnologia UFO e tecnologia free energy, al fine di sradicare il monopolio delle nostre aziende a base di combustibili fossili, che fanno soldi mentre il nostri anziani muoiono perché devono scegliere se scaldarsi o mangiare. I tempi stanno cambiando, l’argomento ET ha raggiunto recentemente la Casa Bianca e questo caso ha fatto conoscere la questione UFO a molte più persone di quanto avrebbe fatto un semplice avvistamento di luci nel cielo. Allo stesso tempo, esso esemplifica ciò che denuncia l’esopolitica: l’embargo della verità sulla questione UFO/ET distrugge la vita. Gary è riuscito a non diventare una delle tante vittime che non sono più con noi, perché hanno pagato con la vita il loro desiderio di divulgare la verità. David Griffin è un importante esponente inglese dell’Esopolitica europea, membro dell’Exopolitics Institute di Michael Salla. Il sito internet di riferimento è: www.exopoliticsgb.com/david_griffin
L’embargo della verità distrugge la vita Tuttavia ho i miei dubbi sul risultato che abbiamo visto di recente: avrebbe potuto facilmente innervosire gli Stati Uniti e rendere di gran lunga più facile per il governo britannico, che ha dimostrato di essere il debole capri espiatori dell’agenda imperialista americana – gettare al vento McKinnon e fare di lui un problema di nessuno fino a
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di Grant Cameron- terza e ultima parte
Il Piano Chi si nascondeva dietro all’agente Falcon e i piani di UFO disclosure avviati con la diffusione dei documenti sul MJ-12? Un progetto a lungo termine di informazione e disinformazione che continua tutt’ora olti si sono sempre chiesti come fece Jamie Shandera a diventare colui che ricevette i documenti MJ-12 nella sua casella di posta nell’inverno del 1984. Shandera era tranquillo, sconosciuto e non era nemmeno un ricercatore UFO. Beh, si scopre che lui, come Moore e Falcon, aveva legami con la CIA. Questa rivelazione venne dallo stesso Moore in un’intervista radiofonica condotta da Greg Bishop. Così Moore descrisse la connessione Shandera-CIA: «Eravamo a un incontro con alcune persone della CIA e altri. Una volta finito, restammo lì a parlare e uno della Agency mi guardò e disse: “Tu sei nuovo qui, ma tu (indicando Shandera) sei conosciuto da un po’”». Così, alla fine, tutto l’affare MJ-12 sembrava essere quello che Moore per primo descrisse come un’operazione da parte di alcuni elementi del governo per ottenere informazioni nella comunità UFO. Falcon affermò di
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essere il capo del gruppo che voleva far uscire le informazioni, ma non avrebbe potuto esserlo, anche se Moore pensava che lo fosse. Moore disse a Bishop che Rositzke era stato richiamato dalla pensione per condurre l’operazione di divulgazione dei documenti MJ-12, Snowbird e Aquarius. Tuttavia, il piano era già stato delineato. Solo a quel punto era stato coinvolto Rositzke per eseguirlo. Pertanto, l’idea dell’operazione e la decisione di assegnarne l’iniziale direzione a Rositzke proveniva da un livello superiore. Falcon aveva un capo.
Il capo di Falcon Un possibile candidato al ruolo di colui che coinvolse Rositzke nel gioco UFO è Richard Helms, che in quanto
IN APERTURA
Una presunta foto del gruppo MJ-12 in riunione. Non se ne conosce la fonte, ma è divulgata sul proprio sito da Dan Burisch.
A SINISTRA
Al centro, Richard Helms. Sotto, Kit Green.
ex direttore della CIA era di grado superiore a Rositzke. Ci sono almeno un paio di storie su Helms che lo collocano nel gioco di divulgazione del materiale UFO. Una è la battuta spesso citata che fece al Dr. Kit Green: «Creda sempre a quello che dice Richard Doty sugli UFO» Se fosse vero, indicherebbe che Doty non poteva essere il malvagio specialista di disinformazione dipinto da molti, e che il suo lavoro poteva riguardare gli UFO tanto quanto catturare spie sovietiche. Dimostra anche che Helms sapeva di Doty e quindi della relativa storia di Bill Moore. Doty, presumibilmente, era solo un umile Sergente Maggiore alla base aeronautica di Kirkland, qualcuno che non dovrebbe essere l’argomento di conversazione di un ex direttore della CIA.
L’evidenza più drammatica a indicare che Helms potrebbe aver fatto parte del piano di rivelare fatti chiave sugli UFO al team Moore/Shandera - così come ad altri ricercatori come Don Berliner e Timothy Good - proviene da un messaggio passato al gruppo di Gary Bekkum Starstream Research da quella che Bekkum considerava una fonte attendibile. La persona in questione faceva parte di un team di tre uomini. Scrisse dei suoi incontri con Helms sugli UFO, dicendo di essere stato contattato quasi nello stesso modo in cui Moore sostenne di essere stato contattato da Falcon. Helms aveva contattato il team di tre persone per discutere di come promuovere al meglio la divulgazione governativa riguardante la presunta Core Story (storia di base) della questione extraterrestre. «Il perché mi contattò - scrisse un membro del team – e volesse incontrarsi con me in privato presso il National Research Council, e fu così inequivocabile, mi confonde. Non ebbi l’impressione che lo avesse fatto perché mi stesse usando, anzi, era insistente sulla privacy... Non sono disposto a ripetere quello che mi disse prima di questo, perché non sono certo del suo stato mentale – sembrava normale, ma l’argomento, dopotutto, era abbastanza folle – richiese segretezza, e non disse mai che ne sarei stato liberato. La storia di base (the Core Story) che disse essere vera era la stessa che avevamo sentito». Un’altra possibilità per qualcuno superiore a Rositzke, alla guida di un’operazione di disclosure sugli UFO, è un certo senior officer nella Defense Intelligence Agency (DIA). La ricerca di Falcon negli ultimi 30 anni è stata intrapresa da molte persone di alto livello. Un gruppo ha avuto conferma verbale che la persona che diffuse il documento MJ-12
fosse un funzionario di alto livello della DIA. (Il cui nome mi è stato dato ed è ancora vivo). Lo scenario è che questo ammiraglio ottenne i vecchi documenti di disinformazione sovietica di James Angleton, che includevano i famigerati documenti MJ-12. I documenti creati nel 1960 vennero prodotti dal laboratorio di Angleton per monitorare la gestione delle informazioni all’interno dell’Unione Sovietica. L’Ammiraglio li fece trapelare a Shandera e Moore (S&M) come un test sperimentale di UFO disclosure, oppure recrutò Rositzke per farlo.
Senza infrangere la legge Considerando tutte le prove disponibili sugli eventi, la teoria che meglio spiega quello che è successo è che qualche gruppo di alto livello nell’intelligence, con accesso a tutte le prove UFO raccolte, scelse di rilasciarne alcune. Questa è la UFO Core Story, la storia UFO di base. È importante sottolineare che, come disse Falcon quando avvicinò Moore la prima volta, il piano era di «far arrivare i fatti al pubblico senza infrangere alcuna legge nel processo». Il vero e proprio materiale viene rilasciato ai ricercatori nascondendolo in storie di fiction provenienti da fonti anonime, divulgando documenti che sembrano autentici ma sono un misto di informazioni vere e false. L’intero processo è molto simile ai romanzi scritti da ex agenti della CIA che intessono la verità in un racconto di fantasia. In questo modo il lettore non è mai certo di quale parte della storia sia vera, e il materiale riservato resta protetto. Il rilascio avviene senza infrangere la legge. L’alternativa sarebbe un libro che dice: sappiamo che cosa sono gli UFO, abbiamo tenuto prigioniero un alieno, abbiamo recuperato un certo numero di navi ET, delle persone sono state rapite dagli alieni, e abbiamo dovuto uccidere per coprire il segreto. Questa non è un’opzione, poi-
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Il Piano IN PAGINA La copertina di una graphic novel sul progetto Serpo. L’aspetto dei presunti alieni coinvolti nel progetto Serpo.
ché nessuno vuole essere trascinato per la strada come Gheddafi da una folla inferocita. Un libro di fiction è molto meglio! Alcuni ricercatori potrebbero obiettare che questa informazione/disinformazione ha lo scopo di danneggiare la comunità ufologica e che tutto ciò che possiamo utilizza-
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re sono autentici rilasci verificabili da parte di fonti verificabili. Risponderei che questo tipo di storie verificabili è raro. L’argomento UFO è il segreto più altamente classificato negli Stati Uniti, e chi racconta queste storie viola il proprio giuramento di sicurezza. Il governo getta queste persone in prigione per tradimento, per cui sarebbe logico che non ve ne fossero molte ancora per strada a raccontare storie che non dovrebbero raccontare. Il Dr. Kit Green fu Senior Division Analyst dell’Office of Scientific and Weapons Intelligence dal 1969 al 1983 ed è stato detto che abbia diretto l’“UFO desk” della CIA, e abbia informato i presidenti sull’argomento. Bill Moore descrisse Green come «una persona vicina al Presidente degli Stati Uniti, in grado di controllare l’informazione per determinarne l’attendibilità». Green descrisse la Core Story in questo modo: «In poche parole, la storia di base è questa: ‘Gli ET sono venuti qui, forse una volta, forse un paio di volte. A causa di un incidente o secondo un piano, il governo degli Stati Uniti ha acquisito uno dei loro velivoli. L’unico problema era che la fisica che alimentava il velivolo era così avanzata che per decenni noi esseri umani abbiamo faticato a capirla o riprodurla’» La base è presentata in una nube di disinformazione. Questo aiuta a impedire che la divulgazioni sfugga al controllo. Infatti è molto simile ai romanzi scritti da ex agenti della CIA basati su eventi realmente accaduti. Green descrisse come potrebbe funzionare questo graduale UFO disclosure. «Se qualcosa di veramente strano nel campo degli UFO è vero, allora cosa facciamo per trasmettere tali informazioni al pubblico? In primo luogo dobbiamo considerare quelli che potrebbero essere i fatti di base; se si dovesse divulgarli al pubblico immediatamente, gli farebbe del male, così lo si fa lentamente, in dieci o vent’anni. Si fanno uscire un po’ di film, un po’ di libri, un po’ di storie, un po’ di memorandum su internet sugli alieni rettiliani che mangiano i bambini, come le cose pazzesche viste recentemente in Serpo. Poi, un giorno si dice: “Eih, sono tutte scemenze, tranquilli, non
è poi così male, non dovete preoccuparvi, la verità è questa” e si dà la storia vera». Questo è più o meno quanto venne spiegato a Moore. Falcon gli disse che stava per far trapelare certe storie e documenti. Venne avvertito che non tutto sarebbe stato vero. Una parte sarebbe stata disinformazione e una parte verità. Moore e Shandera avrebbe dovuto capire da soli.
IN PAGINA Sopra, Ron Pandolfi. A sinistra, Gus Russo. A destra, Dan T. Smith.
Nulla è semplice Tutto questo ci ricorda che nulla, in ufologia, è semplice. Le agenzie d’intelligence che si sono occupate del fenomeno hanno coperto le loro tracce disseminando false piste. Anche persone di alto livello nell’intelligence, che sono state incaricate di lavorare al problema UFO, dicono che anche loro si sentono tagliate fuori dal giro da qualche sconosciuto gruppo di controllo. Ad esempio, in una e-mail ottenuta dal Starstream Research, proveniente da un socio di Richard Helms, l’ex Director of Intelligence conferma di sapere dell’esistenza della “core (UFO) story”, aggiungendo qualcosa come, “Tu non hai il need to know e io nemmeno”. Gus Russo, uno scrittore e ricercatore Premio Pulitzer, intervistò molti di questi “insider” e concluse: «Riassumendo il tutto, vi è certamente una percentuale molto piccola di funzionari governativi con intelligence clearance (nullaosta d’intelligence, ndt) -
alcuni attivi, altri in pensione - che sono interessati alla comunità di ricerca sugli UFO, se non agli stessi UFO. Alcuni di questi uomini hanno l’impressione, giusta o sbagliata, che pochissimi individui nel governo e nel settore privato stiano mantenendo il grande segreto, anche a loro». Nel mondo UFO sembra che gli ad-
detti ai lavori del governo potrebbero essere loro stessi degli outsider. Bill Moore è fuori dal campo da vent’anni e ancora va avanti il gioco di fughe di notizie relative al MJ-12, il cover-up sugli UFO, Roswell... Stanno ancora cercando di catturare spie russe, come raccontava la storia di copertura dell’AFOSI, o è una rivelazione graduale del cover-up ancora in corso sugli UFO? Gli esempi principali di fughe d’informazioni/disinformazione che sono andate avanti da quando Moore e Rositzke hanno lasciato il gioco includono: - A partire dal 1991 lo scienziato della CIA Ronald Pandolfi cominciò a usare Dan T. Smith, il figlio del consigliere presidenziale di Eisenhower, per passare le informazioni alla comunità UFO. La sfilata di informazioni iniziò facendo intendere che ci fosse un alieno vivo a Los Alamos. Pandolfi riferì a Smith che il Presidente non aveva il need to know sugli UFO, ma che a 28 funzionari del governo era stato fatto un briefing ufficiale a riguardo. Pandolfi rivisitò la teoria dell’AFOSI della “caccia alle spie sovietiche” dicendo che parte del materiale del MJ-12 era riservato ed era stato passato al KGB. Pandolfi chiese persino a Smith di diffondere la voce che Falcon fosse il colonnello Barry Hennessey, che era il capo della sicurezza dell’Air Force Special Projects. - Dal 1992 al 1999 migliaia
di pagine di documenti trapelarono da varie fonti, tra cui un ufficiale dei Counter Intelligence Corps che si faceva chiamare Thomas Cryll “Cy” Cantwheel, sua figlia Salina, un’archivista della CIA, una risposta della CIA al FOIA, S-1, S-2, trapelarono una serie di documenti relativi agli UFO raccolti da Robert Wood e suo figlio Ryan in una collezione chiamata the new MJ-12 documents. (http://www.majesticdocuments.co m/sources.php). - Nel marzo 1994 il ricercatore Don Berliner ricevette il documento “Som101: Extraterrestrial Entities and Technology, Recovery and Disposal” di 23 pagine. - Nella metà degli anni ’90 un colonnello amico dell’ex direttore della CIA William Colby avvicinò Steven Greer. Venne mandato un messaggio da Colby secondo cui era arrivato il momento di porre fine alla segretezza sulle operazioni che avevano coperto il segreto sugli UFO. Venne predisposto un incontro nell’aprile 1996 in cui Colby e Greer avrebbero dovuto parlare. Nella settimana in cui avrebbero dovuto incontrarsi, Colby venne trovato morto in un misterioso incidente in canoa. - Dal novembre 2005, fino ai giorni nostri, cominciarono ad apparire e-
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Il Piano mail anonime su internet da parte di qualcuno che sosteneva di essere un funzionario del governo USA in pensione. Le informazioni raccontavano la storia di un programma top secret di scambio di 12 militari americani sul pianeta “Serpo”, del sistema stellare Zeta Reticuli, tra il 1965 e il 1978. Per quasi tutti nella comunità ufologica si trattava di una fiction scritta male. Kit Green, però, disse all’autore Mark Pilkington, «Contiene alcuni fatti, riferimenti che mi impediscono di scartare il materiale senza pensarci, anche se la storia che propone chiaramente non è vera». Green suggerì che il materiale relativo a SERPO «avrebbe potuto servire allo scopo di qualcuno, da qualche parte, magari veicolando informazioni in una forma altamente codificata». Ricordò a Pilkington che SERPO aveva attirato l’attenzione di alcuni dei giocatori di alto livello nel campo dell’intelligence della difesa - forse alcuni dei giocatori più importanti. (Posso confermarlo dal momento che una persona di alto livello mi contattò riguardo al materiale su SERPO). Il materiale su SERPO potrebbe essere stato un modo di veicolare materiale riservato al pubblico da parte di una spia in pensione che scriveva un romanzo di fiction, come spiegato sopra. L’ultimo libro dell’autore di bestseller James Bamford, The Shadow Factory, ha accuratamente nascosto sulla copertina un timbro di classificazione – “Top Secret - MJ-12”. Bamford è forse
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il principale autore e giornalista in ambito di agenzie di intelligence degli Stati Uniti, soprattutto la National Security Agency, a lungo ritenuta uno dei principali fautori del cover-up UFO. Alla domanda su come sia finito “Top Secret - MJ12” sulla copertina del suo libro, che non aveva nulla a che fare con gli UFO, Bamford ha risposto che non ne aveva idea. - Il 23 giugno 2012, durante un’intervista sulla radio nazionale Cost To Coast AM, Chase Brandon, un ex agente della CIA in operazioni di copertura e poi Entertainment Industry Liaison Officer per la CIA, rilasciò affermazioni straordinarie sul cosiddetto “Roswell incident”, dichiarando: «So con assoluta certezza che c’è stato un velivolo non di questo mondo che si è schiantato a Roswell, che i militari hanno raccolto i resti non solo dei rottami, ma anche cadaveri». Brandon ha poi raccontato un’occasione in cui vide direttamente prove della natura aliena di Roswell all’interno della Historical Intelligence Collection (HIC) della CIA. Brandon è stato controllato da diversi ricercatori e reporter e il risultato delle indagini dimostra che è chi dice di essere, un vero agente della CIA, il che immediatamente
porta a chiedersi se avesse o meno l’autorizzazione della CIA ad apparire su Coast to Coast e affermare chiaramente che a Roswell si schiantò un’astronave extraterrestre... La lista di informazioni trapelate sugli UFO da quando Moore ha lasciato il campo mostra con chiarezza che la vicenda di Falcon è solo una piccola parte di una storia molto più grande e complessa. Si tratta di un tentativo di catturare membri di al-Qaeda che hanno sostituito le spie sovietiche come principale nemico degli Stati Uniti, o è la continuazione di un apparente piano di UFO disclosure? Confusi? Credo che anche questo faccia parte del piano. Fine Grant Cameron è uno dei massimi esponenti dell’ufologia e dell’esopolitica a livello mondiale. Il suo conosciutissimo e sempre aggiornato sito internet è www.presidentialufo.com IN PAGINA Sopra, James Bamford e il suo libro. Sotto, William Colby.
L’isola
di Raul Nuñez
degli angeli “Amicizia” è uno dei casi più sconcertanti emersi in America Latina negli ultimi decenni, un mix di incontri, registrazioni audio e avvistamenti di strani personaggi, in gran parte umani, che affermano di appartenere a “The Friendship”, Amicizia, identificati da alcuni come alieni, nazisti sopravvissuti o persino missionari protestanti del Nord America. In questo articolo, grazie agli amici del NOUFA (Noticiero Ufologico Autonomo), condividiamo con i lettori le ultime informazioni a riguardo, nella forma di lettere e annotazioni. Scott Corrales
Lettera di Antonio Bellcanto Mi chiamo Antonio e ho 35 anni. Permettetemi di dirvi che sono un ricercatore, e ho trascorso 6 anni a indagare sul caso “Isla Friendship” (Isola Amicizia, ndt). Si tratta di un argomento molto lungo e complesso, ma desidero raccontarvi ciò che so, perché credo di aver scoperto cosa stia realmente succedendo
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lì, e il mio dovere di ricercatore è farlo sapere al mondo. Ebbene, nel 1998 il programma “OVNI” su TVN presentò il caso di una strana isola situata nel sud del Cile. Il programma fece visita all’isola di Chiloé, conducendovi la propria indagine fino a che non s’imbatterono in testmoni che sapevano qualcosa sull’isola. Questi dissero che uno yacht chiamato Mytilus II andava a prendere delle persone al molo Quemchi. Descrissero l’equipaggio dello yacht come stranieri (Gringos). Il primo indizio sul caso che il programma “OVNI” riuscì a ottenere fu il nome della barca, e come sappiamo tutte le registrazioni delle navi o yacht, persino delle imbarcazioni, sono conservate nell’ufficio di capitaneria di porto. Beh, quando Patricio Bañados e la sua squadra andarono alla capitaneria di porto per chiedere del Mytilus II, gli ufficiali della Marina controllarono i registri senza trovare nulla! Lo yacht sembrava non esistere. Allora, perché i locali vedevano la barca, se per il personale della Marina non esiste? Continuando l’inchiesta, Patricio Bañados riuscì a ottenere le presunte coordinate dell’Isla Friendship. Dopo aver avvicinato la Marina cilena e aver ottenuto una motovedetta per andare alle coordinate, tutto il team si imbarcò per recarsi sull’isola. Parte dell’equipaggio era fatto di marinai. Dopo un viaggio di quasi tre ore, secondo i marinai il tempo non era favorevole per spingere in avanti l’imbarcazione, così tornarono al porto. Dopo il fallito tentativo di raggiungere l’Isola Friendship, il team
IN APERTURA Una scena del film “The Time Machine” del 2002. SOTTO Patricio Bañados conduce la trasmissione OVNI su TVN.
A DESTRA
Articolo di giornale sulla Isla Friendship mostrato nella trasmissione OVNI.
Secondo alcune ricerche e testimonianze, il caso Amicizia, scoppiato in Italia alcuni anni fa grazie a un libro di Stefano Breccia, avrebbe dei collegamenti con il Cile dove, su un’isola omonima, abiterebbero strani personaggi, alti e di aspetto nordico, forse alieni, forse qualcos’altro... di TVN tornò a Santiago. Una volta raggiunta la capitale, consultarono un mentalista che disse loro che uno dei marinai sulla barca, il giorno della ricerca, aveva cambiato le coordinate mandandoli fuori rotta perché apparteneva ad Amicizia. Amici miei, questo è il riassunto di quello che è successo nel 1998 a TVN per il programma “OVNI”. Nella mia indagine illustrerò le scoperte fatte in questi ultimi tempi a riguardo.
Sinistri retroscena La Marina cilena sta nascondendo queste informazioni. Il fatto è che non ci sono extraterrestri sull’iso-
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L’Isola degli angeli la, solo persone normali. Dietro a tutto questo ci sono gli Stati Uniti. Amicizia è qualcosa di simile una ramificazione dell’Area 51. Nel 1973, tre mesi prima del colpo di Stato contro il Presidente Allende, vennero vendute due isole nel sud del Cile: Isla Huapi e Friendship. Dietro a tutto questo vi è una religione che resterà senza nome. Al momento del colpo di stato, il Presidente Nixon diede al Cile i soldi per organizzare l’attacco a La Moneda (residenza presidenziale di Allende). La strategia americana era di far uccidere Allende perché sapeva della vendita di queste isole. Queste conclusioni non si trovano su Internet o nelle biblioteche.
Lettera ricevuta in Spagna dal Cile nel 1999 Il mio nome è Zoila Zenteno Rubio, ho 65 anni, sono di nazionalità cilena, vivo nella città spagnola di Toledo da oltre 25 anni. Vorrei farvi sapere che nel 1954 mio padre venne trasferito su un’isola verso l’interno, di fronte alle coste di Valdivia. Mio padre soffriva di angina pectoris, a causa del fumo eccessivo. Fumava quasi tre pacchetti di sigarette senza filtro al giorno, e venne fatto andare lì da una famiglia di origine tedesca a cui mio padre riparava le macchine agricole. Era gente molto operosa, laboriosa, ma anche misteriosa. Non presero parte a nessuna celebrazione dei cileni e tra di loro parlavano nella loro lingua Mio padre era un uomo molto intelligente e abile con le mani, oltre che portato per le lingue e nel corso degli anni riu-
IN PAGINA Nei due frame della trasmissione OVNI, la ricostruzione di un incontro con i misteriosi abitanti dell’isola, descritto da testimoni. La Marina cilena cerca il Mytilus II, che però non risulta.
tallici gli erano stati posizionati sul torace da alcuni signori piuttosto anziani, aveva avvertito un alleggerimento significativo suo petto dove soffriva di rigidità e catarro, una condizione che lo faceva tossire continuamente. Era tornato a bordo di una nave modernissima, e vedemmo solo uno dei suoi vicini, il più anziano, che lo informò che avevano fatto un’eccezione nel suo caso, poiché lo ritenevano una persona di sentimenti puri, rispettoso della natura e della sua famiglia, ma gli dissero di non fumare mai più. Dato che i suoi datori di lavoro tedeschi erano stati molto riservati e avevano parlato solo di agricoltura, cercò di dimenticarsi dell’argomento, ripagandoli con il suo lavoro e la stessa discrezione. Mio padre è morto pensando che in quel luogo ci fosse qualcosa che non andasse. Non ricordava nulla dei giorni trascorsi lì, e aveva notato una serie di “dottori” che assomigliavano più a figure angeliche che ai residenti locali. Non soffrì più a causa del tabacco e morì interrogandosi sulla strana esperienza vissuta, rimasta senza spiegazione. È stato condotto un follow-up di questa lettera in Spagna e individuata l’autrice, che ci ha fornito ulteriori informazioni sul padre e la sua insolita esperienza, e dopo aver letto di Friendship, le è sembrato che vi fosse una certa somiglianza con il caso del padre.
Politici cileni e soldi nazisti scì a comprendere il tedesco piuttosto bene. Al ritorno dall’isola, che descrisse come piccola ma con strani macchinari che non era in grado di descrivere, disse che era stato trattato in modo molto impersonale, e non era stato capace di affezionarsi alle persone che si erano prese cura di lui, ma aveva notato che si concentravano soprattutto su ciò che facevano, dal momento che dopo essere stato sottoposto per tre giorni a “imposizione delle mani” e che dei dischi me-
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C’è un libro che divulga nuove informazioni sul presunto acquisto di un’isola-bunker nel Cile meridionale, con il sostegno del governo di Allende. Verità o falsità? Nel settembre di quest’anno, è apparso in Europa un libro piuttosto controverso, pubblicato da Victor Farias, uno storico cileno residente in Germania il quale afferma che, a partire dal 1939, prestigiosi politici nazionali hanno ricevuto pagamenti dai nazisti per un’isola nel Cile meridionale, in cui doveva essere costruita una
base sottomarina segreta. Nel libro, l’autore afferma che diversi politici cileni hanno cominciato a ricevere soldi dai nazisti per avere un’isola tutta sé. Sono menzionati alcuni nomi di figure socialiste di spicco, quali Marmaduke Grove e Salvador Allende. Il testo controverso è intitolato, Cile: el Ultimo bunker de Hitler. Come c’era da aspettarselo, il libro ha scatenato un mare di polemiche, soprattutto sulla stampa e tra i lettori. Farias cita anche i nomi di alcuni diplomatici cileni in Europa, agli albori del movimento nazista, la cui missione era di denunciare l’identità degli ebrei agli agenti nazisti, in modo da farli catturare dalla Gestapo e mandarli nei campi di sterminio. Alcuni discendenti di quei diplomatici occupano posizioni importanti nella polizia nazionale, suscitando un grosso scandalo. Victor Farias, storico e dottore in filosofia in Germania, è stato catapultato nella fama e nei tribunali dopo la pubblicazione di un’altra opera controversa, Los Nazis en Chile, in cui afferma che Allende fosse antisemita e filonazista, dichiarazione per la quale la famiglia dell’ex Presidente lo ha querelato. Ora è apparsa la seconda parte della storia. Farias torna a combattere contro l’ex leader nazionale, sostenendo di essere in possesso delle ricevute firmate dai politici cileni quando ebbero i finanziamenti dal movimento nazional-socialista tedesco. (Fonte: El Observatodo).
portare acqua al proprio mulino, e personaggi come Miguel Serrano adesso vengono intervistati da ricercatori di lunga data. Altri hanno recentemente iniziato a incorporare elementi di interesse politico e sociale nella questione - prospettive impensabili qualche tempo fa all’interno del prisma cileno. Certamente, l’apertura che il Paese sta vivendo, sia che si tratti di democratizzazione mentale o accelerata per recuperare il tempo perduto (inclusa l’apertura della televisione), cercando di accettare temi come il divorzio, l’omosessualità, le persone scomparse al tempo della dittatura, ecc. come conversazioni di vita quotidiana, ha portato a un’autentica, sana e necessaria liberalizzazione mentale, indispensabile per ogni società democratica. All’interno di tutta questa effervescenza liberatoria, nel caso Friendship sono stati integrati nuovi concetti e ipotesi, e discutere argomenti quali il nazismo esoterico non è più limitato a elementi marginali, ad eccezione di alcune persone legate al tema UFO in questo Paese. Questi hanno vissuto nella stagnazione negli ultimi anni, mostrando foto e video discutibili, senza mai presentare una relazione pubblica, né un’analisi su ciò che hanno presentato, ricorrendo ogni volta ai nomi pomposi di organizzazioni in inglese per sostenere le loro ipotesi.
Lettere su Amicizia ricevute nella nostra Newsroom Da Julio Azocar, Puerto Montt, Cile (ricevuta il 10 settembre 2004) Mio nonno, pescatore per tutta la vita, mi ha detto prima di morire nel 1965 di aver fatto una strana esperienza su alcune piccole isole vicino a Quellón, a Chiloé. Incontrò alcuni signori stranieri che erano venuti a barattare merci e prodotti alimentari con alcuni mercanti clandestini che pescavano oltre i limiti imposti in quegli anni. Pagavano con uno strano metallo simile al piombo o al platino, che era accettato da quei mercanti scelti, che tenevano segreti que-
Una storia manipolata La prima impressione che il caso Friendship/Amicizia suscita in Cile è che sia una storia completamente manipolata, e che alcuni personaggi siano vi si siano ricollegati, accentuandone la complessità. In Cile si è discusso molto di teorie proposte a Barcellona (Spagna) nel 1997 sulla connessione mormona, la presenza di elementi nazional-socialisti e molti oggi parlano della “cospirazione nel Cile meridionale”. Ognuno cerca di IN QUESTE PAGINE Sopra, testimoni parlano degli strani abitandi dell’isola. A destra, Octavio Ortiz racconta i suoi contatti radio con gli abitanti dell’isola Friendship. Victor Farias.
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L’Isola degli angeli Da Maria del Carmen Robles - Talca (ricevuta il 15 gennaio 2000)
gli scambi. Una volta, mio nonno fece uno scambio con quegli stranieri in cambio di un favore che aveva fatto loro, aggiustando parti del motore della loro nave, e loro lo pagarono con un pezzo di questo metallo. Alcuni giorni dopo, un paio di questi mercanti ebbero un violento incontro con mio nonno, riprendendosi il pezzo di metallo. Dopo questo, mio nonno, su richiesta della mia famiglia, evitò qualsiasi altro contatto con quei mercanti, e non ebbe più alcun contatto con gli insoliti stranieri. Mio nonno era sano di mente e una persona onesta e io continuo a non capire cosa mi stesse raccontando, e posso solo avanzare delle congetture. Quello che desidero sia chiaro è che non mentì né si inventò la storia.
Da Pedro Ignacio Herrera, Ancud (ricevuta il 7 ottobre 1999) Essendo figlio di un pescatore, quando avevo 15 anni (ora ne ho 45) ricordo di aver pescato nei pressi di Punta Tajamar, vicino alla località di Abtao. Era sera e ci stavamo preparando per tornare alla costa quando abbiamo visto una strana imbarcazione di fronte la nostra chiatta. Sembrava un grande yacht turistico, moderno e di un bianco quasi luminoso, ma quando i nostri occhi si sono abituati alla luce, e abbiamo superato l’iniziale stupore, ci siamo resi conto che l’imbarcazione non galleggiava sull’acqua, ma alcuni metri sopra. In altre parole, navigava velocemente sopra la linea di galleggiamento. Si muoveva silenziosamente e non si vedeva equipaggio, nulla oltre ad un insolito senso di maestosità. Mio padre non menzionò più l’argomento con me. Molti abitanti della zona mi hanno detto scherzando che forse avevamo visto una versione moderna e aggiornata di El Caleuche (l’Olandese Volante cileno, nda). Non l’ho mai dimenticato. Dopo aver letto un articolo su Amicizia, ho scelto di raccontare la mia storia.
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Sono nata a Quetalco e i miei genitori si trasferirono nell’interno cileno a causa dei miei problemi di salute. Ricordo che per un po’ mia madre ebbe accese discussioni con mio padre a causa di un incidente accaduto durante la pesca in prossimità delle isole di fronte Achao. Mio padre era scomparso per quasi una settimana senza che nessuno sapesse dov’era. I suoi due compagni di pesca non vollero mai discutere di ciò che accadde realmente, ed era sicuro che il mio vecchio non bevesse nessun tipo di liquore, non fumava nemmeno. Nel corso degli anni, mi sono trovato a passare Capodanno a Chiloe e mi sono imbattuta in uno dei pescatori compagni di mio padre. Mi disse che sulla loro barca si era librata una grande luce, e quando si erano svegliati da un sonno prolungato, si erano accorti che mio padre non c’era più. L’altro pescatore era morto per una malattia mentale, blaterando di una grande luce e alcuni alti esseri luminosi. Mio padre era stato trovato mentre vagava lungo la costa. Si era pensato che avesse fatto un incidente e fosse caduto in acqua. Le discussioni con mia madre riguardavano il fatto che lavorasse ancora nel luogo in cui era scomparso. Mia madre sapeva qualcosa a riguardo, ma non mi ha mai detto niente. Quando glielo chiedevo, lei rispondeva che “ci sono cose di cui è meglio non sapere nulla”. Mio padre ha evitato l’argomento ed è cambiato nel corso degli anni, avvicinandosi a un profondo misticismo.
Da Fulgencio Paredes (dichiarazione personale del sig. Paredes a Raul Nunez nel 1993) Ho fatto il pescatore a Chiloé dal 1942 al 954, quando ho visto la nave fantasma “El Caleuche” con i miei occhi. Navigava di fronte alla mia barca e ho sentito la sua musica. Non sono mai più tornato in mare. So quello che ho visto e non sto mentendo.
Star Trek un modello per il contatto
di Paola Harris La filosofia di Star Trek in un’intervista a Denise Crosby, l’attrice che interpretò Tasha Yar in The Next Generation o incontrato l’attrice americana Denise Michelle Crosby, celebre per aver interpretato il ruolo di Tasha Yar nella serie culto Star Trek - The Next Generation, in occasione del Roswell’s 65th UFO Festival, all’interno dell’UFO Museum nella cittadina del New Mexico. Ne ho approfittato per fare due
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chiacchiere con lei sulla sua esperienza, su Gene Roddenberry, il geniale creatore del telefilm che nelle sue storie di fantasia anticipò invenzioni tecnologiche odierne, e sul contatto extraterrestre. Star Trek, per le tematiche presentate, i molteplici e a volte conflittuali popoli alieni, è a mio avviso una sorta di modello per un futuro contat-
IN APERTURA Tasha Yar, in The Next Generation. A FIANCO Denise Crosby e Paola Harris (foto ©Paola Harris). Gene Roddenberry.
to, e sicuramente un telefilm fortemente intriso di Esopolitica, realizzato in un’epoca in cui l’Esopolitica ancora non esisteva. Denise si è dimostrata una persona squisita, di mente aperta e molto disponibile.
P.H.: Credi che vi sia una possibilità? D.C.: «Assolutamente sì. Sto cercando di non imporre le mie credenze o il mio giudizio su qualcuno, ma di ascoltare e rimanere aperta a ciò che potrebbe accadere. E di condividere».
Paola Harris: Hai parlato del fenomeno Star Trek e della conferenza di anni fa, a Calgary. Quale pensi che sia la ragione per cui parteciparono così tante persone? Denise Crosby: «Forse per le tecnologie che mostrarono... iphone, cellulari... si sta realizzando tutto quello che anticipò Gene Roddenberry».
P.H.: Credi sia possibile che abbiamo vicini extraterrestri venuti a vivere in mezzo a noi? D.C.: «Non vedo perché no. L’universo è così vasto, e si scoprono sempre nuovi pianeti. Non sono un’esperta, ma stanno trovando le condizioni, su altri pianeti, che potrebbero ospitare la vita come è accaduto sul nostro».
P.H.: Lo hai conosciuto? P.H.: Tornando a Gene Roddenberry, quali sono stati i D.C.: «Sì, certo. Era lì quando lavoravo a The Next Genera- momenti più significativi che hai vissuto con lui? Intendo, un momento in cui ti sei detta, “Ragazzi, com’è tion. È stato per lui che Star Trek...» saggio quest’uomo” o cose del genere. P.H.: Che impressione ti ha fatto? Ho letto il libro The D.C.: «C’è stato un momento, molto personale, in cui avevo deLast Conversation, di Yvonne Fern, che si trovava a ca- ciso di andarmene alla fine della prima stagione di Star Trek. sa sua poco prima che morisse. E cose pensi della filo- Era un bisogno personale di cambiare e andare avanti. Gene lo sofia di Star Trek? comprese e mi disse che una volta era stato uno sceneggiatore D.C.: «Era molto attento a come le persone si relazionano le che faticava per affermarsi, e sapeva cosa significasse non voune alle altre, lavorando insieme in spazi ristretti. Non stava ler essere soffocato, inquadrato in un ruolo». cercando di fare un vero e proprio space show... avrebbe potuto ambientarlo dovunque. Era più interessato alle dinamiche P.H.:Lo definiresti un positivo, per quanto concerne le umane, alla natura umana. Gli episodi sono piccoli racconti possibilità per la specie umana? morali. Avrebbe potuto ambientarli in qualsiasi tipo di scena- D.C.: «Credo che questo sia un tema centrale di Star Trek. Molrio fantastico. Rappresentò questioni morali molto forti che si ta fantascienza è sconfortante, presenta futuri distopici in cui stavano affacciando all’epoca e che non si potevano mostrare l’umanità non durerà a lungo e magari ci saranno uno o due direttamente. Ma essendo presentati come fantascienza, allora sopravvissuti che ricominceranno da capo... ma la teoria di Geera possibile». ne era che non solo il mondo sopravviverà e continuerà a prosperare, ma che nel futuro saremo migliori di quanto siamo ora. P.H.: Mise insieme persone, popoli diversi che doveva- Credo che questo tocchi alcune corde nelle persone e che, sia che ce ne si renda conto o meno, porti a una guarigione». no imparare a convivere. D.C.: «Esattamente. Questo cosa ti dice? Star Trek è una grande metafora del mondo e di come popoli diversi, con culture P.H.: Parlaci del tuo personaggio, Tasha Yar. Come lo completamente diverse, debbano imparare a vivere insieme e in- vedi? teragire». D.C.: «È una credibile sopravvissuta, che viene da situazioni difficili ed è orfana. Il fatto che sia stata capace di sopravviveP.H.: Potrebbe essere stato un precursore per il contat- re e di rifarsi una vita è, per me, è una metafora e penso che possa essere d’ispirazione a molte donne, perché molte di noi to con culture extraterrestri? Un modello... hanno dovuto combattere nella vita». D.C.: «Senza dubbio. Credo che sia ciò a cui aspiriamo».
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di Antonello Lupino
Gli UFO nella Cina proibita In un’intervista rilasciata all’autore, Sun Shi Li, il più famoso ricercatore UFO cinese, racconta come viene studiato questo fenomeno nel suo Paese e quali tecnologie avanzate i loro scienziati sono riusciti a brevettare l Professor Sun Shi Li, dell’Università cinese di Economia e Commercio Internazionale, è uno dei più grandi divulgatori ufologici della Cina moderna. È il direttore del CURO (Chinese UFO Research Organization), l’organismo ufologico più numeroso al mondo, nonché direttore della rivista UFO, edita dal medesimo organismo. Nella lunga chiacchierata che ebbi con lui nel 1998, in occasione del Simposio Internazionale di Ufologia di San Marino, organizzato dal CUN (Centro Ufologico Nazionale), mi parlò di una ricca casistica ufologica nella parte orientale del pianeta, integrandola con i dati in suo possesso riguardanti i paesi limitrofi alla Cina. Secondo quanto mi raccontò il professor Li,
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l’ufologia cinese è molto ben organizzata e fa affidamento sul lavoro di molti preparati ricercatori: «Non solo studiamo il fenomeno UFO, ma prestiamo la massima attenzione alle indagini sulla propulsione, la forma e la composizione del cosmo. In funzione di ciò, questi studi hanno portato alla realizzazione di oltre una decina di invenzioni, che sono state regolarmente brevettate. Tra i brevetti posso citarne alcuni, come quello di un oggetto volante simile a un UFO nella sua forma più nota: sferico, metallico e che si muove attraverso una sorta di fluido sensibile alle differenti pressioni atmosferiche». Secondo Li, più del 10% della popolazione cinese attribuisce il fenomeno UFO all’esistenza di vita intelligente nello spazio esterno alla Terra. Se consideriamo
IN APERTURA La Muraglia cinese. Foto e adattamento grafico di Alberto Forgione. A DESTRA UFO fotografato a Tiensten, in Cina, nel 1942. Sotto, Sun Shi Li mostra la ricostruzione di un caso di incontro ravvicinato in Cina.
che la Cina ha circa 1,2 miliardi di abitanti, le persone indicate da quel 10%, sarebbero ben 120 milioni! Il professor Li mi disse anche che il suo governo mantiene nei confronti del fenomeno UFO un atteggiamento obiettivo. Nonostante la Cina sia accusata di essere un Paese refrattario a discussioni politiche, l’ufologia è studiata e divulgata nei forum, in simposi, relazioni scientifiche e può contare sui migliori mezzi di comunicazione. In Cina esiste una profonda interrelazione tra le investigazioni ufologiche e quelle parapsicologiche. Il professor
Li proseguì illustrandomi alcuni casi accaduti in Cina, come quello di un muratore che viveva in un’area rurale interna, nella provincia povera dello Zehijang, che vide un’astronave atterrare nelle vicinanze del luogo dove stava lavorando. Spinto dalla curiosità, si avvicino all’astronave atterrata. Quando fu vicino all’oggetto, si sentì immediatamente pervaso da un senso di nausea e vomito, tanto da svenire. Un altro giorno apparve nuovamente lo stesso oggetto, e questa volta il muratore vide chiaramente al suo interno, attraverso un portello aperto, un esse-
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Gli UFO nella Cina proibita re che allungando il braccio diresse verso il viso dell’incauto curioso un fascio di luce che gli lasciò impressa sulla fronte un marchio simile a una mezzaluna. Questo caso è stato investigato dal CURO, diretto dal professor Li, secondo il quale si è trattato di un’interazione con entità non terrestri.
UFO made in China Secondo Li, molti scienziati cinesi hanno postulato tesi, teorie, principi tecnologici, realizzando invenzioni brevettate e non sul fenomeno UFO. Una di queste teorie prende in considerazione l’esistenza di un mondo multidimensionale, un’altra riguarda la cosiddetta “velocità super luminale” nelle diverse dimensioni del cosmo, così come illustra la realizzazione e il brevetto di un oggetto capace di produrre un raggio laser che, fuoriuscendo da alcuni ugelli, crea un nuovo sistema propulsivo, con l’utilizzazione di una nuova energia che tiene conto del cosiddetto “Principio delle vibrazioni direzionali”. È stata formulata un’ipotesi sul principio di volo degli UFO, per dimostrare come si possa vincere la gravità terrestre. Tale apparato sarebbe azionato da un convertitore di direzione della forza centrifuga, che produce forza antigravità. Gli scienziati cinesi hanno anche scoperto un principio utilizzabile nella navigazione spaziale, che sfrutterebbe il magnetismo. In seguito a ciò, hanno realizzato un velivolo
con fluido a getto, capace di diminuire la resistenza dell’aria, così come potrebbe fare un velivolo senza ali e di forma lenticolare. Alcuni dei nostri migliori scienziati difendono la possibilità di utilizzare a tali scopi un motore a particelle di luce (fotoni) di energia cosmica antigravitazionale, tramite appositi generatori. Secondo quanto mi spiegò Sun Shi Li, questa invenzione era già stata brevettata da circa 10 anni (eravamo nel 1998!). Di questo dispositivo è stato costruito un piccolo prototipo in scala ridotta, alquanto rudimentale, da presentare agli scienziati governativi e agli alti vertici dell’apparato militare. IN PAGINA A destra, Sun Shi Li e Jaime Maussan. A sinistra, Sun Shi Li e Wendelle Stevens.
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Mi descrisse l’oggetto in questo modo: «Si tratta di un velivolo con fluido a getto, studiato apposta per diminuire la resistenza dell’aria. È una sfera metallica che reca un’apertura nella porzione centrale nella quale si introduce il fluido a getto (dentro la sfera vi è un generatore di fluido compresso). Sopra l’apertura c’è una valvola che impedisce al fluido di andare in ogni direzione, obbligandolo a fuoriuscire unicamente dagli ugelli posti anteriormente alla sfera. Questo serve a generare quell’effetto fisico denominato “forza di attrito di superficie”. Principio chiave di questa invenzione è il fluido che fuoriesce dalla parte anteriore della sfera e si disperde sulla sua superficie. In questo modo di produce un’adeguata “cappa” di fluido, neutralizzando ed isolando la pressione atmosferica nella par-
te anteriore della sfera. È sufficiente diminuire la pressione atmosferica sulla parte anteriore perché anche la parte posteriore fruisca dell’effetto “bolla” creato dagli ugelli anteriori. In effetti, la differenza di pressione tra la parte anteriore e quella posteriore della sfera è tanto grande che la sfera compie dei rapidissimi movimenti. In teoria la sua velocità potrebbe oltrepassare quella di un fulmine. Questo velivolo ha moltissime peculiarità, una delle quali è quella di ruotare in volo, intorno al proprio asse, di 180°. Altresì può effettuare il volo stazionario, come se galleggiasse nell’aria. Quando si sposta in avanti lascia un alone luminoso che muta colore, seconda della velocità di partenza. Questi effetti sono molto simili a quelli osservati nei casi di avvistamenti UFO». Sun Shi Li mi rivelò inoltre che gli scienziati cinesi che lavoravano al prototipo avevano un progetto per perfezionare questo lavoro, che puntava alla produzione di un velivolo commerciale. Lo sviluppo di tale progetto sarebbe stato distinto in tre fasi: la prima consisteva nel realizzare un sottomarino militare che riuscisse a oltrepassare in velocità qualsiasi altro oggetto simile, inclusi i sommergibili atomici. (In effetti, durante un’esercitazione della flotta USA davanti alle acque territoriali cinesi, nello stupore generale dei militari americani, emerse tra le due portaerei della flotta - considerando che queste erano scortate da sottomarini d’attacco a propulsione nucleare - un sottomarino cinese classe “Song”, che velocemente si immerse e sparì dalla vista dei marinai americani e, soprattutto, non venne rilevato dagli strumenti elettronici “avanzati”,
IN PAGINA Alieni in mostra nel Celeste Impero.
né quando emerse né quando si immerse).
I cinesi più avanzati degli americani? Il mensile americano Science And News, sul numero del Mìmaggio 2012, titola: “Sottomarino cinese non invitato emerge nel bel mezzo di una esercitazione della US Navy?” La US Navy, la più grande, potente e imbattibile flotta del mondo. È così che siamo abituati a sentire e leggere notizie circa le forze armate USA. Mi chiedo quanto siano preparati la Marina e l’Esercito americani, nel caso di un confronto armato tra il blocco Cina/Corea del Nord contro quello europeo/statunitense. Quando la US Navy schiera una sua flotta di navi da guerra per esercitazioni, ci deve essere intorno a questa una sicurezza veramente efficiente. Almeno una dozzina di navi da guerra devono fornire un riparo fisico all’unità di punta (la/le portaerei), mentre la magia dell’elettronica, di cui gli americani si considerano maestri quale unica superpotenza militare, offre uno scudo invisibile nella prevenzione di eventuali intrusi. Questo in teoria. Un ospite indesiderato è arrivato nei panni di un sottomarino cinese classe Song, come quello emerso tra la portaerei USA Kitty Hawk con 4.500 persone a bordo e la sua scorta. I vertici militari americani sono rimasti senza parole alla vista di un sottomarino cinese non rilevato dagli apparati elettronici super sofisticati, spuntato nel bel mezzo di una esercitazione militare nel Pacifico. Con il passare dei minuti, gli americani hanno realizzato che in mezzo al loro campo vitale per il lancio di siluri o missili contro il naviglio alleato si stagliava la superficie di 160 piedi del sottomarino d’attacco diesel-elettrico (?) classe Song. Secondo alti funzionari della NATO, l’incidente ha causato costernazione nella Marina degli Stati Uniti. Gli americani non avevano idea della rapida crescita della Cina in merito al sofisticato livello raggiunto dalla flotta sottomarina. Uno degli alti vertici della NATO ha affermato che l’effetto subito era stato «grande come lo shock che il lancio degli Sputnik russi causò sul programma spaziale USA». L’incidente, che ha avuto luogo in mare tra il sud del Giappone e Taiwan, suscitò grande imbarazzo al Pentagono. Il sottomarino cinese è scivolato passando in prossimità di almeno un dozzina di altre navi da guerra americane, che avrebbero dovuto proteggere la portaerei da aerei ostili o sottomarini. Mentre il resto del costoso schieramento difensivo, che di solito comprende almeno due sottomarini nucleari d’attacco americani, non è stato
neanche in grado di rilevarlo. Secondo la fonte NATO, l’incontro ha costretto a un serio ripensamento della strategia militare americana e della NATO... Anche in campo aeronautico la Cina ha strappato agli USA la supremazia, perché negli ultimi cinque anni ha prodotto e messo in linea ben 10 modelli di caccia e bombardieri, nonché UCAV (velivoli d’attacco senza pilota) stealth, con prestazioni apparentemente più performanti degli attuali aerei statunitensi. Nella seconda fase era prevista la realizzazione di un’autovettura concepita sul medesimo principio di propulsione. Sicuramente sarebbe stato un progetto di nuova genera-
zione che avrebbe visto l’autoveicolo trasformarsi, all’occasione, in velivolo. Con la terza e ultima fase, avrebbero completato i lavori per la realizzazione di un veicolo con il medesimo apparato propulsore. La configurazione di tale apparto sarebbe variata in funzione dell’utilizzo del mezzo e allo sviluppo del progetto iniziale.
Il potere delle antiche discipline Secondo alcuni esperti internazionali, la Cina possiede i più antichi resoconti ufologici del mondo, annoverando tra i propri casi quello più antico della storia, risalente a circa 12.000 anni fa. Molti di questi dati fanno parte degli archivi ufficiali dei governi locali e sono informazioni a cui tutti possono accedere. Nei volumi della “Grande enciclopedia della Cina”, il massimo esperto cinese in missilistica ha coordinato la redazione del volume sulla navigazione aeronautica e astronautica, all’interno del quale vi è un esaustivo articolo del professor Li dedicato agli UFO. In Cina le agenzie di stampa pubblicano una grande quantità di informazioni e ricerche sugli UFO, argomento dibattuto anche nei forum governativi e nelle conferenze pubbliche, organizzate nel corso di questi ultimi anni dall’Associazione Nazionale per le ricerche UFO della Cina. A tal proposito, le autorità cinesi tendono a non permettere la diffusione o la pubblicazione di notizie false, tendenziose e ingannevoli, o versioni di tipo superstizioso della casistica ufologica. Premesso questo, esiste tut-
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Gli UFO nella Cina proibita
tavia un collegame molto stretto tra gli studi ufologici e le analisi sulla disciplina del Qigong, conosciuto in Cina come la scienza della vita e del corpo umano. In Occidente, questo aspetto scientifico viene studiato dalla cosiddetta parapsicologia. Alcuni dei più grandi maestri di questa disciplina producono “miracoli” che interessano varie tematiche scientifiche. Il signor Chen Linfong, ad esempio, scoprì alcuni errori nei razzi cinesi, vettori di satelliti stranieri, prima che questi venissero lanciati in orbita, facendo sì che fossero riparati prima dei lanci. I problemi riguardavano perlopiù la fuga di propellente e il malfunzionamento di alcuni strumenti giroscopici e di rotta. Altre persone sono riuscite a trasformare l’acqua in vino, usando solamente i poteri della mente. Alcuni di loro rie-
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scono a curare disfunzioni e problematiche fisiche, difficili da trattare con i metodi della medicina odierna. Attualmente, in Cina, 60 milioni di persone praticano gli esercizi del Qigong per migliorare la salute. I “Maestri” possiedono la rara capacità di superare i limiti imposti dalla materialità del corpo umano , come restare a digiuno per lunghi periodi, oppure quello di restare in vita, dopo essere stati rinchiusi in casse d’acciaio e sottoposti a temperature di – 30° per 8 ore. Altresì è possibile usare questi poteri per praticare la “telecinesi”, ovvero spostare oggetti senza toccarli. Attraverso l’essenza di questa disciplina è possibile disintegrare le sostanze e poi riassemblarle in un altro luogo, elevare il quoziente intellettivo di bambini e adulti, incrementare la produttività delle colture da frutto. È possibile scoprire giacimenti di minerali o fossili, oppure installazioni a grandi profondità. Questi insegnamenti possono favorire il ritrovamento di oggetti o persone scomparse, o i responsabili di atti criminosi. Sembra inoltre che alcuni di questi maestri abbiano aiutato gli scienziati a stabilire contatti con forme di vita aliene e a costruire appaIN PAGINA Locandina di un convegno UFO internazionale, in Cina. Sotto, probabile missile scambiato per UFO sopra un aeroporto cinese.
rati che permettano l’interazione telepatica con esse.
Quando l’ufologia sarà una scienza Secondo quanto rivelatomi da Sun Shi Li, gli ufologi cinesi sono molto bene organizzati in una società di studi scientifici distribuita su tutto il territorio e che conta alcuni milioni di persone. È l’organizzazione ufologica più grande del mondo, e i suoi affiliati possono essere contattati in tutte le municipalità del Paese. Nel 1998 l’80% dei membri del Centro erano laureati presso le più prestigiose università cinesi, ed erano in possesso anche di titoli professionali o accademici relativi alle specifiche aree di ricerca che svolgevano in ambito ufologico. Tutte le loro ricerche devono attenersi ai parametri scientifici. In merito all’importanza delle investigazioni ufologiche, Li mi confessò che i ricercatori cinesi ritenevano che la scienza e la tecnologia tra la fine del XX secolo e gli inizi del XXI secolo si sarebbero riunite per una soluzione al dilemma UFO. Si diceva inoltre ottimista in quanto: «... sappiamo che non manca più molto tempo alla soluzione dell’enigma!». Purtroppo, siamo arrivati al 2012 e quello che Li e i suoi colleghi cinesi auspicavano è ben lungi dall’essersi avverato.
Nell’occasione, il Professor Li mi esternò un suo pensiero, che in quel periodo particolarmente avventuroso e romantico della nostra storia di ricercatori e divulgatori ufologici suonava come un proclama di una verità che stava emergendo nel mondo, tra i vari Philip Corso, Budd Hopkins; Wendelle Stevens, Robert O’ Dean, Paola Harris, Maurizio Baiata e tanti altri validissimi esperti di tutto il mondo. Questo nuovo vento di rivelazioni ci avrebbe proiettato nel posto che questa umanità merita e che da anni spera di ottenere, ovvero far parte a pieno titolo della grande famiglia cosmica, senza più segreti né bugie. Li mi disse, «Caro collega, in questi tempi di fervore scientifico, i ricercatori ufologici si assumono una missione storica: aiutare la scienza attuale a uscire dai propri schemi, superando quegli errori di calcolo e di superbia, rinnovando i concetti già espressi, evitando i luoghi comuni. Solo in questo modo è possibile elevarsi a un nuovo livello. In questo secolo (XX, nda) oramai concluso, pieno di pericoli e confusione, l’umanità necessita di un gruppo di persone selezionate che pensino con serenità ai difetti mostrati dalla moderna scienza nel suo processo di ricerca, al fine di correggere i concetti equivocati e i falsi giudizi, correggendo la traiettoria del progresso. In questo modo si eviterà
IN PAGINA La portaerei Kitty Hawk.
di minare i pilastri dell’edificio della scienza. In questo frangente, l’ufologia svolge un ruolo di valvola di sicurezza nel processo di sconvolgimento della scienza e della tecnologia. Gli ufologi seri sono coscienti delle loro responsabilità storiche. Essi non si considerano arroganti, né profeti o salvatori, ma cercano di dare valore alle loro ricerche. Sappiamo bene che questa piccola valvola non produce nulla d’importante, oltre al fatto che potrà salvare un’intera generazione, inclusi loro stessi. Le prospettive delle investigazioni ufologiche sono ottimiste. In un futuro non molto lontano, l’ufologia, intesa come un nuovo ramo scientifico, entrerà ufficialmente nel grande palazzo della scienza. Possiamo assicurare che nelle metodologie della ricerca scientifica, la sua importanza sarà riconosciuta da un numero sempre più vasto di persone, che saranno ansiose di identificare l’ufologia come un diverso ramo della scienza, cercando di integrare le sue varie componenti all’interno del panorama scientifico. Quando questo evento accadrà, l’ufologia si trasformerà in un bellissimo cigno bianco, che dispiegherà le sue ali, pronto a volare nell’immensità dell’universo scientifico».
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di Luca Bitondi
Adamo, il Primo Ibrido E se il giardino dell’Eden non fosse stato altro che un laboratorio genetico alieno, in cui è nato l’uomo così come lo conosciamo? e provassimo a leggere la Bibbia senza filtri religiosi, culturali e teologici, cogliendone il solo senso letterale, in quanto l’unico non interpretabile a piacimento, allora forse ci accorgeremmo che quel librone ci racconta tutta un’altra storia. Se poi sviscerassimo il testo originale accettato, in lingua ebraica, per analizzarlo etimologicamente e filologicamente, ci accorgeremmo che la storia, così come ce l’hanno racconta, forse
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andrebbe riscritta, sempre se quanto riportato nella Bibbia sia vero. Dalla mia analisi del testo biblico, eseguita secondo tali parametri, e facendo dei raffronti con altre mitologie del tempo e più antiche dell’area semitica, mi sono convinto che la creazione IN APERTURA dell’uomo, o meglio la sua Illustrazione ©Alberto Forgione. Primo modulo traduttivo elaboformazione (Genesi 2:7), è rato dall’autore. stata un progetto di inge-
Il Signore plasmò l’uomo Ma le differenze non sono finite. Seguendo il modulo traduttivo in figura da me schematizzato (leggendo l’ebraico e il traslitterato da destra verso sinistra), potete notare che il termine ebraico per immagine è tselem, che etimologicamente indica un quid di materiale che contiene l’immagine, in cui è l’immagine, quindi Dio usò della materia che conteneva la sua immagine. Se ci chiedessimo cosa potesse essere tale sostanza, facendo finta che non stiamo leggendo la Bibbia (come piace precisare a Mauro Biglino), la risposta sarebbe chiara: il DNA! Sempre nel modulo traduttivo possiamo leggere che il versetto in ebraico inizia così “wayi bera elohim…”, ma il termine elohim non vuol dire assolutamente Dio, anzi è intraducibile (forse si potrebbe tradurre come “gli splendenti”), con l’unica certezza che indica più esseri, in quanto il suffisso im, in ebraico, indica appunto un plurale. Quindi abbiamo, da una più attenta traduzione letterale, un versetto della Bibbia totalmente stravolto, ma tecnicamente più corretto, dove un numero imprecisato di esseri proveniente da non si sa dove (dai cieli forse) crearono l’uomo, o meglio il terrestre, come vedremo tra poco, con un qualcosa che conteneva la loro immagine e quindi probabilmente il loro DNA. Successivamente, in Genesi 2:7 leggiamo che «allora il Signore Dio plasmò l’uomo di polvere del suolo…». È interessante notare che in questo versetto viene usato il termine plasmò e non creò, ma il dato più interessante è che ci for-
gneria genetica aliena al fine di avere una specie umanoide di schiavi particolarmente efficienti. Parte di quanto sto divulgando è frutto soprattutto degli studi del noto traduttore dall’ebraico Mauro Biglino, esposti eccellentemente nei suoi libri (vedi Fonti), e dell’associazione della sua tesi ad altri studi condotti da Mario Pincherle (purtroppo scomparso nel settembre scorso) e Corrado Malanga. Partiamo da quando la Bibbia riporta che «Dio creò l’uomo a sua immagine» (Genesi 1:27); nel testo ebraico da cui vengono tradotte tutte le bibbie (Il Codice di Leningrado), in realtà, le cose stanno diversamente: Dio creò l’uomo “con” la sua immagine, questo perché prima della parola “immagine” nel testo ebraico c’è la preposizione di strumento “be”.
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Adamo, il Primo Ibrido nisce informazioni sul secondo elemento, la polvere del suolo, la terra o meglio l’argilla, notando nel secondo modulo traduttivo che l’uomo viene chiamato adam, che non è un nome, e la terra viene chiamata adamah, come a dire la terra e il terrestre. Altro dato interessante è che in questo passo viene indicato chi eseguì l’operazione: l’elohim Yehwah, ma i termini che più ci interessano sono afar , che significa dire polvere, argilla, e adamah, che ha una serie di significati tra cui terra, suolo, rossiccio, argilla rossa e sangue, tutti fortemente correlati con l’operazione in questione Altro termine ebraico per indicare l’argilla è tit, che proviene da un antico idioma sumero, TI.IT, che significa “ciò che contiene la vita”, o “ciò che è con la vita”. Infatti, nella mitologia sumera (nell’Atra-Hasis) il dio Enki, coadiuvato dalla dea NinTi (la signora della vita o che dà la vita) plasmò l’uomo proprio con argilla e il sangue estratto da giovani Anunnaki (gli equivalenti degli elohim), impiantando il composto in giovani dee che poi partorivano in un luogo chiamato SHI.IM.TI, che significa “casa dove viene soffiato il vento della vita”, richiamando il passo biblico «gli ispirò nelle narici il soffio vitale e l’adam divenne essere vivente» (Genesi 2:7); soffio che altro non è che il primo respiro che emette un neonato: un bambino viene dichiarato nato nell’ora precisa in cui ha emesso il primo respiro. Sempre nella mitologia sumera, si narra che gli Anunnaki formarono l’uomo legando la loro immagine su di un primitivo ominide, al fine di renderlo adatto a effettuare i lavori richiesti. Quindi è chiaro che la Bibbia ci dice che un elohim, di nome Yehwah, isolò il proprio DNA dal sangue (la sua immagine) e lo combinò con il DNA (ciò che contiene la vita e che era già sulla terra, l’argilla) di un ominide primitivo, al fine di accelerarne l’evoluzione e quindi rendendolo più efficiente a svolgere determinati lavori.
Argilla e DNA Parlare di DNA associato all’argilla non è assurdo, in quanto i primordiali strati argillosi della terra che ospitarono i mattoni della vita proveniente dallo spazio, secondo la teoria della panspermia, servirono da protezione dai raggi UV e da sostanza catalizzatrice, essenziale per l’evoluzione; infatti, i minerali argillosi sembrano aver svolto un ruolo cruciale per la formazione, la persistenza e l’attività biologica del materiale genetico. Le argille catalizzano la formazione degli zuccheri, come il ribosio, e delle basi nucleotidiche a partire dalla formammide, e proprio il 23 agosto 2012, su internet, sul Fatto Quotidiano è stata pubblicata la notizia della scoperta dei mattoni della vita in-
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IN PAGINA Il Gesù del Giorgione con i capelli rossi.
torno a una giovane stella, precisamente molecole di zucchero formate da atomi di carbonio, ossigeno e idrogeno, sparse in polvere stellare e protette da ghiaccio formato da monossido di carbonio e metano solidificato. Ma torniamo alla creazione biblica. Curiosa è un’affermazione dello storico ebreo Giuseppe Flavio (37-105 d.c.) in Antichità Giudaiche: «Quest’uomo lo chiamò Adamo che nella lingua ebraica significa rosso – perché venne impastato con terra rossa; tale appunto è la terra vergine e pura» (Libro I:34 -2). Questo rosso sembrerebbe indice di una presunta incorruttibilità genetica, in quanto nell’apocrifico Libro di Enoch leggiamo della nascita di Noè: «Matusalemme diede moglie a suo figlio Lamech: ella rimase incinta e partorì un figlio maschio. E il suo corpo era bianco come la neve e rosso come un bocciolo di rosa… Lamech si spavento e scappò via… Mi è nato un bambino strano, diverso da un figlio di uomo e non simile a nessuno: assomiglia ai figli del Dio del cielo…(Matusalemme) a Lamech mio figlio è nato un bambino: non assomiglia a nessuno, la sua natura non è quella dell’uomo». In Genesi 6:9, leggiamo che «Noè era uomo giusto e integro
tra i suoi contemporanei», forse riferendosi a un’integrità genetica ormai imbastardita tra gli altri esseri, a seguito degli arbitrari accoppiamenti dei figli degli elohim (Genesi 6) con le figlie degli adam, quindi forse fu programmato per ristabilire quell’integrità genetica primordiale dell’adam, dopo il diluvio. Altri discendenti di Noè presentarono caratteristiche rossicce o comunque fulve con carnagione chiara. Esaù, figlio di Abramo, era di pelo rosso e di taglia robusta (Gen.25:25), re Davide fu scelto per la regalità perché dalla chioma biondo rosseggiante (1 Samuele 16:12). Inoltre, non tutti sanno che Gesù, se mai è esistito (secondo tradizioni giudaiche traverse al testo biblico) aveva probabilmente i capelli rossicci. Altri indizi che possono lasciar intravedere vari interventi di ingegneria genetica si trovano in tutta l’area medio orientale. Nel Corano troviamo scritto: «Consideri dunque l’uomo da che cosa fu creato! Da un liquido eiaculato che esce di tra lombi e le costole» (Sura LXXXVI At-Tariq 5-7). Eannatum, Re della città di Lagash (Sumeria) intorno al 2450 a.c., ebbe fama di feroce guerriero, le cui imprese furono documentate sia nei testi che su monumenti. Proprio su una stele esposta al Louvre rivendicava la propria ascendenza divina tramite inseminazione artificiale: «Il Divino Ningirsu, guerriero di Enlil, impiantò il seme di Enlil per Eannatum nel ventre di... (testo mancante)... si rallegrò di Eannatum... Inanna lo accompagnò, lo chiamò degno del tempio di Inanna a Ibgal e lo depose sul sacro grembo di Ninharsag. Ninharsag gli offrì il suo seno speciale. Ningirsu si rallegrò per Eannatum, seme impiantato nel ventre di Ningirsu».
Conoscenze scientifiche nascoste Nel papiro Bremner-Rhid, ritrovato a Tebe nel 1860, vengono descritti i punti salienti dell’atto procreativo del dio Atum, antica divinità della
mitologia egizia: «tutte le manifestazioni vennero a esistere dopo che le creai. Non esisteva il cielo, non esisteva la... creai da solo tutti gli esseri... il mio pugno divenne la mia sposa…». Queste conoscenze biomediche antidiluviane forse vennero preservate per i posteri insieme a molte altre informazioni, perché non andassero perdute. Secondo una tradizione massonica (versione di Inigo Jones, 1607), prima del Diluvio visse un uomo di nome Lamech (Genesi 4, il padre di Noè), il quale ebbe due figli maschi, Iabal e Iubal, e due femmine Zilla TubalKain e Naama. I quattro figli di Lamech furono i fondatori delle arti universali, consapevoli che Dio, per vendicarsi dei peccati degli uomini, si sarebbe servito del fuoco o dell’acqua e pertanto trascrissero le loro scienze su due colonne, in modo che potessero essere ritrovate dopo il Diluvio. Una colonna era di marmo, resistente al fuoco, e l’altra era di laternes (una sorta di materiale plastico), tale che non sarebbe stata ingoiata dalle acque. Si potrebbe ipotizzare che una queste due colonne fu ritrovata in Egitto, e successivamente posta al sicuro nella Grande Piramide della pia-
na di Giza; infatti, come dimostrato dallo studioso e archeologo italiano Mario Pincherle, la piramide custodisce al suo interno uno Zed, la colonna vertebrale di Osiride, ovvero una torre di granito alta 80 m. che non ha nessuno scopo architettonico, anzi, sembrerebbe che la piramide sia stata costruita intorno ad essa per proteggerla. Il “Libro dei morti” egizio, al capitolo 64, narra che il faraone Micerino incaricò un nipote di cercare alcuni documenti (un compendio di sapienza, arti e scienze) nascosti da un certo Sarug, un re antidiluviano, «in un grande edificio che ha pietre legate con giunti di ferro». Sembrerebbe che Giuseppe, figlio di Giacobbe e visir d’Egitto, fosse venuto a conoscenza della torre e del suo contenuto e dopo aver fatto di tutto per stabilire la sua tribù nella terra di Gosen (Genesi 42), la moderna piana di Giza, avesse organizzato un vero e proprio contrabbando di know how, poi portato a compimento da Mosè che, una volta uscito dall’Egitto, allestì nel deserto del Sinai un campo paramilitare e comincio a formare il futuro popolo ebraico, tesi (in parte) magistralmente espressa dalla studiosa ebrea L.abat Adam nel suo libro “ESODO” (Robin Edizioni, 2010). Recentemente, nel web, mi sono imbattuto in uno studio di Corrado Malanga, “Facciamo l’uomo a nostra immagine” del 14 agosto 2003, in cui il professore si chiese se le lettere dell’alfabeto ebraico non siano semplici lettere, ma formule chimiche rappresentanti i 21 amminoacidi essenziali. Le proteine sono macromolecole costituite da catene di molecole più semplici, gli amminoacidi, unite tra loro attraverso un legame chimico, il legame peptidico (formula chimica NH2CHRCOOH). Gli amminoacidi detti essenziali sono 21, e sono quelli che il nostro organismo riesce a sintetizzare; la vera struttura spaziale di queste molecole, paragonate alle lettere dell’alfabeto ebraico, presenta
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Adamo, il Primo Ibrido IN PAGINA Mario Pincherle e il suo libro sullo Zed.
delle somiglianze che non so fino a che punto possa essere considerata definirsi casuale. L’unico carattere che sembrerebbe non somigliante a nessun amminoacido, anche perché il ventiduesimo, è l’alef, che invece richiama la doppia elica del DNA. Il nome dell’elohim Yehwah è scritto in ebraico antico con le sole consonanti YHWH: il famoso tetragramma, il nome di Dio da cui sarebbe scaturita la creazione, i primi quattro amminoacidi o le quattro basi azotate del DNA, AG-C-T adenina, guanina, citosina e timina, essenziali informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, indispensabili per lo sviluppo e il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi. Secondo tradizioni talmudiche, fu per mezzo delle lettere Yod e he che Dio formò i due mondi, terra e cielo. Forse non a caso nel vangelo di Giovanni leggiamo che «In principio era il Verbo, e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Giovanni 1:1-4). Quindi, possiamo dedurre che Mosè
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portò fuori dall’Egitto anche questi documenti, in cui forse venivano descritti i 21 amminoacidi essenziali all’essere umano e la struttura elicoidale del DNA. Tali conoscenze potrebbero essere state troppo tecniche per un gruppo di persone prevalentemente dedite all’allevamento, e che quindi utilizzarono quei simboli per creare la loro lingua, intuendo però che quelle parole fossero legate alla creazione, il Verbo divino.
Eden, laboratorio genetico Per quanto riguarda la coppia di umani descritta in Genesi, che venne posta nel paradiso terrestre – Eden altro non erano che una della tante coppie esistenti in tutto il mondo, in quanto la terra era già popolata, con l’unica differenza che questi erano stati geneticamente modificati e formati per vivere nella residenza privata - o laboratorio scientifico - dell’elohim Yehwah. La parola Eden significa in ebraico piacere o delizia, ma l’equivalente accadico (eden o edin) indica una steppa o terrazzo, mentre il termine paradiso indica una cinta muraria, dalla radice persiana pairi- “intorno” e deza – “muro”. Inoltre, il termine ebraico per indicare “i cieli” è ha shamayim,
che indica con più precisione dei luoghi elevati come alture o altopiano coltivato. Quindi, quando la Genesi (2:8) dice che Dio collocò l’uomo in un giardino piantato in Eden, ci sta dicendo che lo collocò in un luogo recintato e protetto su di un’altura, perché ne diventasse il custode e servisse Dio. Infondo, continuando a leggere la Bibbia, si può vedere che Yehwah ha sempre richiesto una squadra di servitori (Numeri 8:23-25) completamente dedicata a lui, ed era anche esigente, li voleva giovani tra i 25 e i 50 anni di età, sani e belli (Levitico 21:16-22) e soprattutto depilati, lavati e unti (Numeri 8:7).
Se la Bibbia è verità, allora siamo il frutto di un esperimento di ingegneria genetica, perpetrato da un gruppo di esseri chiamati elohim discesi dal cielo. Fonti: La Sacra Bibbia, Versione Ufficiale CEI”, CEI – UELCI 2001 Il Corano, a cura di Hamza Piccardo R., Newton Compton 2010 Bibbia Ebraica– Pentateuco e Haftaroth, a cura di Rav D.Disegni, Giuntina 2010 Philippe Reymond, “Dizionario di ebraico e aramaico biblici” Società Biblica Britannica e Foresteria 2011 Rashi di Troyes, “Commento alla Genesi”, Editrice Marietti 2011 L. Bat Adam, “ESODO Ovvero contrabbando di Know-how dalle Piramidi a Gerusalemme”, Robin Edizioni 2010 C.Knight e R.Lomas, “La Chiave di Hiram”, Oscar Mondadori, 1998 Zecheria Sitchin, “Il Pianeta degli Dei”, Piemme Bestseller 2011 Zecheria Sitchin, “Le astronavi del Sinai”, Piemme Pocket 2001 Zecheria Sitchin, “Le cronach eterrestri rivelate”, Piemme 2011 Mauro Biglino, “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia – gli Dei che giunsero dallo spazio?”, Infinito Records 2010 Mauro Biglino, “Il dio alieno della Bibbia”, Uno Editori 2011. www.tanach.us/Tanach.xml Bibles.org.uk Per contattare l’autore scrivere a lucabitondi@libero.it
di Simone Petrelli – prima parte di due
Nelle viscere della
Cueva de los Tayos In una misteriosa caverna in Ecuador vennero ritrovati oggetti “impossibili”, testimonianze di una civiltà a noi sconosciuta. Il suggestivo racconto della scoperta, delle esplorazioni successive e delle controversie che ne seguirono ancora una bella giornata a Guayaquil, sulla costa pacifica dell’Ecuador. Una bella giornata come sempre accade alla fine di luglio ai margini dell’Equatore, con la memoria dell’arsura che ha flagellato la città in marzo e aprile che ancora, a tratti, seguita a farsi sentire. È il 1969, il 21 luglio per la precisione. Mezzo mondo, il giorno prima, è rimasto incollato alla tv per assistere all’atterraggio del modulo lunare Eagle sulla Luna e ai primi passi di un ragazzone dell’Ohio di nome Neil Armstrong sulla superficie del satellite. Gli occhi di mez-
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zo globo puntati sugli schermi in bianco e nero, mentre l’altra fetta del mondo rimane ancorata ai transistor, a un tiro di schioppo dal gracchiare delle radio. A Juan la cosa importa, certo, ma quel giorno ha anche un altro pensiero per la testa. Qualcosa di immensamente più pressante. Qualcosa che lo spinge in tutta fretta in direzione dello studio di Gustavo Falconi, che di mestiere fa il notaio e ha pronta sulla sua scrivania una Escritura privata, che attende solo una firma. Per dirla tutta, Juan non si chiama così. Il suo nome reale è Janos. Un nome ungherese, proprio come il cognome
IN APERTURA E A FIANCO La Cueva de los Tayos. La posizione geografica della grotta. Sotto, a sinistra Von Däniken e Moricz. A destra, Neil Armstong visita la Cueva de los Tayos.
che l’uomo porta. Janos Moricz. Ma Janos oggi è un cittadino argentino, quindi può anche permettersela quell’ispanizzazione. Specie in quell’angolo di mondo nel quale, come ha imparato a sue spese, la realtà e la fantasia si rincorrono costantemente, e si finisce spesso per imbattersi in tante cose strane. E a lui le cose strane piacciono parecchio. Speleologo ed esperto di antiche leggende, ha girovagato un po’ ovunque in Sud America negli ultimi anni. Ma alla fine la sua strada lo ha condotto lì, a Guayaquil e alla scrivania di legno pesante del notaio.
Oggetti di una civiltà sconosciuta
che si è ancora in tempo e, in fondo, l’atto notarile è stato appena aperto. Moricz non fa una piega, e prosegue. «Gli oggetti consistono in placche di metallo incise, che con tutta probabilità riportano la cronologia di una civiltà scomparsa, la cui stessa esistenza è stata finora del tutto sconosciuta al genere umano. Gli oggetti sono distribuiti all’interno di varie cavità, e di tipologie differenti». Sulla fronte di Falconi compare una ruga inattesa. Quella della curiosità cui lo sconforto iniziale ha appena lasciato il posto. «I reperti sono oggetti di pietra e di metallo di varie dimensioni, e placche metalliche a forma di foglia recanti simboli e iscrizioni. Queste ultime formano qualcosa di simile a una libreria di metallo che potrebbe auspicabilmente contenere una sinossi della storia dell’umanità, così come un’indicazione dell’origine della specie umana ed alcune informazioni circa una civiltà scomparsa ». Moricz e il notaio si guardano per un lungo attimo. Il primo interroga Falconi per sincerarsi che abbia trascritto tutto quanto, senza omettere una riga. Biblioteca Metàlica compresa. Poi seguita. «Il rinvenimento da me effettuato mi rende proprietario legale delle placche metalliche e degli altri oggetti, in accordo a quanto disposto nell’articolo 665 del Codice Civile». Vero, pensa Falconi. «Tuttavia, considerando l’incalcolabile valore detenuto dai reperti, tra l’altro non rinvenuti sul suolo del mio Paese, mi appello all’articolo 666, che garantisce la mia proprietà sugli oggetti assoggettandoli tuttavia al controllo dello Stato». Furbo, anche, si dice il notaio. «Prego dunque Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica ecuadoregna di convocare una commissione scientifica al fine di verificare quanto appena dichiarato e accertare il valore della scoperta. A tale scopo sarà mia cura mostrare alla sunnominata commissione l’esatta localizzazione geografica del sito e del relativo in-
Davanti a Falconi comincia a snocciolare i suoi dati personali. Nome, cittadinanza, luogo di nascita. Per essere ancor più accurato, fornisce anche il suo numero di passaporto, 4361689. Poi comincia a spiegare il motivo per cui è in città. E Falconi strabuzza gli occhi e inizia a sudare freddo. «Nella provincia di Morona-Santiago, su suolo appartenente alla Repubblica dell’Ecuador, ho scoperto oggetti di indubbio valore culturale e storico per l’umanità». È il lapidario imprimatur. Falconi gli rivolge un’occhiata che sembra casuale, mentre in realtà è un velato invito ad accertarsi di quello che ha appena detto. A correggerlo, magari, dato
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Nelle viscere della Cueva de los Tayos gresso, così come la posizione degli oggetti da me rinvenuti». Ahi, conclude Falconi. Perché finché si resta nel privato, nell’Ecuador degli anni Sessanta, le cose restano ancora relativamente chiare, a tratti addirittura semplici. Ma scomodare il Presidente di un Paese affetto da ribellioni croniche per chiedere tutela e fondi da sottrarre alla già magre casse nazionali, quello no. Quell’Escritura resterà quel che è: un documento privato.
Alla ricerca di un mondo perduto Moricz è un flemmatico e un metodico. Ma è anche inverosimilmente testardo. Ha già chiesto udienza al Presidente Velasco Ibarra nella primavera dell’anno precedente, ma gli è stato risposto che non se ne sarebbe fatto proprio nulla. Ricorrere a un notaio allora è la sua extrema ratio, l’asso che tenta di giocarsi dopo aver vagabondato per la foresta pluviale e per il sottosuolo ecuadoregno sin dal giugno 1965. Da anni, infatti, Juan non fa altro che aggirarsi per il continente, alcuni sostengono che insegua una fantomatica pista legata all’esistenza di un favoloso regno sotterraneo. È stato in Perù, in Bolivia e ovviamente in Argentina. Ha visitato Cuzco, il Lago Titicaca e la Tierra del Fuego. C’è persino chi vocifera che questo risoluto magiaro appartenga a una sorta di strano ordine esoterico per metà tedesco e per metà ungherese, che lo avrebbe istruito sulla pletora di teorie sinora sviluppate circa misteriosi abitanti del sottosuolo o, come intelligentemente alcuni li hanno definiti, intra-terrestri. Nella sua supposta ricerca del mondo perduto, Moricz è giunto in Ecuador e in terra Shuar. Ha avuto perfino il tempo di imparare un po’ del loro idioma. Non ha poi dovuto fare troppa fatica, a dire la verità, tanto la lingua degli indigeni è stranamente simile al magiaro che si parla nella sua terra d’origine. I casi della vita. Ad ogni modo, fraternizzare con quel popolo di indigeni della montaña, che da sempre popolano l’angolo più remoto d’Ecuador,
IN PAGINA A destra, un oggetto ritrovato nella Cueva. A sinistra, padre Crespi mostra uno dei misteriosi ritrovamenti.
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gli Jívaros, Jíbaros, Xébaros, i “barbari” - come li definiscono quelli di città - ha avuto i suoi vantaggi. A un tiro di schioppo dal confine con il Perù del nord, dove i pendii sudorientali delle Ande lambiscono l’area fluviale dei bacini del Marañón, del Santiago, dell’alto Pastaza, i 100mila Shuar rappresentano i sopravvissuti di una razza nata libera e, proprio per questo, per nulla avvezza a chinare il capo. Un popolo di resistenti che né il sibilo di morte dei turpuna (lance) degli Incas, né il rombo assordante degli archibugi dei conquistadores sono nel tempo riusciti a scuotere. Antichi guerrieri per vocazione, sfrontatamente orgogliosi delle pareti ovali delle loro jivarias (case) ricolme di tzantzas penzolanti, di teste dei nemici uccisi in battaglia, affumicate e rimpicciolite ad arte per ultimarne e ribadirne l’assoluto dominio in vita come in morte. Signori di un microscopico impero di mangrovie, gli Shuar so-
no tutto e niente. Sono soldati e agricoltori, ad esempio. Sono sciamani e semi-nomadi. Tra gli ultimi animisti dell’America Latina. A Juan questo importa relativamente. Gli sta molto più a cuore il fatto che in ossequio a quell’amicizia, l’ostilità proverbiale degli Shuar si è fatta da parte. E che i capitribù gli hanno rivelato l’ingresso del più magico dei loro santuari. Cueva de lo Tayos è un antro naturale che si apre su uno dei pendii orientali della Cordigliera del Condor, nella provincia ecuadoregna andina di Morona-Santiago. I locali aggiungono spesso al suo nome il suffisso “de Coangos”, in ossequio al vicino Rio e soprattutto per distinguere questa particolare grotta dalle innumerevoli altre fenditure calcaree del luogo, che esattamente come questa spelonca sono popolate dai Tayos. Oilbirds, Steatornes caripenses o, più volgarmente parlando, guácharos - come li definiscono i venezuelani di Caripe. Volatili notturni simili a piccoli falchi. Unici uccelli al mondo a farlo, ama-
IN PAGINA In alto, padre Crespi mostra uno dei ritrovamenti. Sotto, la spedizione di Moricz nel 1969.
no cibarsi dei frutti di palma da olio. Unici uccelli al mondo a farlo, hanno sviluppato lunghe vibrisse per orientarsi magneticamente nel volo, proprio come fanno i pipistrelli con l’ecolocazione. Proprio per questo, e per l’abitudine che li vuole residenti nelle profondità delle grotte, sono divenuti parzialmente ciechi. Ciò non toglie che le loro uova e i loro pulcini siano anche particolarmente gustosi, assicurano gli indios. Da sempre, la caverna si trova lungo le piste degli Shuar, che hanno l’abitudine di presentarsi qui in primavera per tentare, muniti di scale di rampicanti e rozze torce ricavate dal bambù, la discesa nelle profondità del suolo alla volta dei nidi dei Tayos, che nel loro equatoriale menù rappresentano una indiscussa prelibatezza. È un’abitudine che condividono con molte altre popolazioni indie del Sud America, perché i Tayos sono – stranamente - diffusi nelle caverne di tutta la parte settentrionale del continente.
lo buono prima che Juan Moricz esplori a fondo la caverna. Moricz è un autentico segugio, e le sue indagini sulla Cueva lo conducono tanto avanti da costringerlo a quella corsa presso lo studio del notaio Falconi, nel luglio 1969. I suoi sforzi di ufficializzare la scoperta, tuttavia, non producono alcun risultato, e la notizia del favoloso ritrovamento, semplicemente, scoppia come una bolla di sapone. Senza fare alcun rumore. Dovranno passare almeno tre anni prima che uno svizzero di nome Eric Von Däniken si imbatta nell’impresa dell’argentino e decida di vederci un po’ più chiaro. Von Däniken fa una cosa che a Moricz non sarebbe riuscita: non parla della scoperta nella Cueva, la scrive. Lo svizzero è infatti uno scrittore, oltre che un aficionado di archeologia misteriosa e uno dei primi sostenitori di una corrente di pensiero che va decisamente fuori dagli schemi, e che a qualche anno di distanza verrà etichettata come “teoria degli antichi astronauti”. Nel marzo 1972, Moricz e Von Däniken, insieme a Matheus Pena e Franz Seiner, intraprendono un’esplorazione delle gallerie, imbattendosi in singolari anomalie magnetiche che mettono presto fuori uso le loro bussole. Dopo aver oltrepassato cunicoli che presentano, a distanze regolari, fenditure nella roccia che raggiungono la superficie garantendo l’aerazione dei locali, finiscono in una hall grossa quanto un hangar: 153 yard per 164, le dimensioni approssimative della Piramide della Luna di Teotihuacan, con un gigantesco tavolo al centro della sala contornato da sette altrettanto enormi troni che recano straordinarie raffigurazioni di animali. Sauri ed elefanti, leoni e coccodrilli, giaguari e cammelli, orsi, scimmie e bisonti. Tutti gli animali sono di metallo solido, a differenza dei troni che sembrano costituiti di una sorta di plastica dura. Alle spalle del tavolo, sul lato sinistro della sala,
Animali impossibili La Cueva de Coangos si apre a 800 metri di altezza, in una zona montuosa irregolare, con tre differenti entrate semisepolte nell’abbraccio serrato della foresta pluviale proprio in fondo a una valle sperduta. Il passaggio principale è costituito da un accesso verticale del diametro di due metri circa, profondo 63 metri e decisamente poco adatto ai cardiopatici. Dopo la discesa, l’ambiente sotterraneo si sviluppa in un agevole passaggio in discesa, della lunghezza di alcuni chilometri e dal quale si dipartono - nella piena oscurità che contraddistingue il luogo - cunicoli a non finire. Anche se la Cueva si trova in pieno territorio Jivaro, gli Shuar non ne sono gli esclusivi frequentatori. Specialmente negli ultimi tempi. È il 1860 quando il generale Victor Proano fa recapitare all’allora Presidente dell’Ecuador, Garcia Moreno, un rapporto scritto di suo pugno circa la grotta. Il primo documento storico che ne attesta l’esistenza. Da allora trascorre praticamente un seco-
fa poi bella mostra di sé una biblioteca, interamente costituita di placche metalliche, accuratamente incise e accostate alla stregua di immense pagine. Sono almeno duemila. La Biblioteca Metàlica che Moricz ha tanto insistito ad inserire nella scrittura privata. Il gruppo prosegue l’esplorazione, superando mura e passaggi totalmente spogli per poi imbattersi in una placca di pietra che riproduce un rettile tanto, troppo simile a un dinosauro. Ma si tratta di un animale esistito nel Cretaceo
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Nelle viscere della Cueva de los Tayos
Superiore, ovvero 135milioni di anni fa. Chi avrebbe potuto vederlo e dunque riprodurlo?
Altre spedizioni Più oltre, Moricz mostra a Von Däniken una cupola di pietra. Non è possibile, sarebbe la più antica esistente, visto che a memoria umana il primo esempio di cupola realizzata fu quello del Pantheon di Roma. Lo svizzero registra tutto e, voltate le spalle alla grotta in cui gli Shuar sono assolutamente convinti che vivano gli spiriti, tornato al campo mette diffusamente e diligentemente per iscritto le sue impressioni. È il nucleo originario del suo prossimo best seller, L’Oro degli Dei, 5 milioni di copie vendute e traduzioni in 25 lingue. Il volume grazie al quale nel mondo si inizia a parlare diffusamente della Cueva de los Tayos e che ispira i non pochi, che decidono di visitare la caverna rendendola poi oggetto di spedizioni private. È il 1976 quando il ricercatore scozzese Stanley Hall organizza un’indagine in grande stile, con un folto gruppo di partecipanti, esperti in numerosi campi e perfino una troupe cinematografica. C’è del personale militare britannico ed ecuadoregno. Ci sono 8 speleologi inglesi che si incaricano di creare dal nulla la mappa della Cueva. Nell’entourage viene inserita perfino una star internazionale: Neil Armstrong, l’astronauta, che tra l’altro sembra aver accumulato una certa esperienza di luoghi misteriosi, considerato che esistono testimonianze di una sua presunta visita a Paysandù, Uruguay, presso la Estancia de la Aurora appena sconvolta da una intensa attività UFO documentata dallo scrittore carioca Trigueirinho. All’impresa Hall prende parte anche uno speleologo argentino di nome Julio Goyen Aguado. Questi è un intimo amico di Juan Moricz, che non partecipa alla spedizione per dissidi con Stanley Hall, ma che ha comunque fornito precise indicazioni sull’esatta localizzazione delle lamine d’oro all’amico Aguado. Eppure, nonostante le manovre del nutrito gruppo, che perdurano per ben 35 giorni filati, dalle IN PAGINA A sinistra, Armstrong durante la spedizione nella Cueva de los Tayos. A destra, Stanley Hall in una spedizione alla Cueva.
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viscere della grotta non salta fuori proprio niente. A dire la verità, il nugolo di studiosi non torna a casa a mani vuote, ma quel che viene raccolto è poca cosa, principalmente materiali geologici e campioni di natura biologica. Quello che Hall e i suoi rinvengono nella Cueva, alla fine, non ha proprio niente a che vedere con le meraviglie decantate da Von Däniken. Nessuna prova, dunque, dell’immane tesoro ammassato nelle Ande, e nei labirinti che si trovano nelle profondità del misterioso antro. Che allo scozzese e al suo gruppo, tra l’altro non sembrano affatto scavati dall’uomo. Quel che resta del favoloso miraggio di Moricz e Von Däniken sono una serie di fotografie scattate in loco. Oltre ad alcune accurate descrizioni, realizzate dai sedicenti scopritori all’indomani della spedizione del 1969. Il tempo ha fatto sì che fiorisse una serie impressionante di voci e ipotesi sul presunto tesoro della Cueva. Alcuni, ad esempio, sono del parere che Goyen Aguado abbia volutamente depistato Hall su indicazione di Moricz, per evitare che gli inglesi potessero impadronirsi dei reperti. Altre versioni insistono invece sul furto storico, riportando come Stanley Hall abbia rocambolescamente razziato l’oro andino trasportandolo illegalmente fuori dall’Ecuador. Il mistero, a dirla tutta, si estende anche al di là del destino dei preziosi reperti. C’è stato chi ha ipotizzato come il primo straniero scopritore delle ricchezze sepolte nel ventre della grotta non sia in realtà stato Janos “Juan” Moricz Opos, ma un’altra persona che, come l’argentino di natali ungheresi, nutriva un profondo amore per le esplorazioni e le antichità. E che tuttavia, a differenza del ricercatore, si trovava in Ecuador per fini differenti da quelli scientifici. Padre Carlo Crespi. (Continua...)
di Davide Lorenzano
Terremoti il punto della situazione Intervista al Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Stefano Gresta IN APERTURA La Faglia di Sant’Andrea, chiamata The Big One, in California. A DESTRA Il Presidente Stefano Gresta.
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uando si parla di terremoti occorre prendere le giuste precauzioni. Spesso sentiamo notizie che possono accendere un notevole allarmismo tra la popolazione, ma sono a volte di dubbia provenienza. Internet, ahimè, ne è pieno. Molti di voi ricorderanno il terremoto che sarebbe dovuto avvenire l’11 maggio 2011 a Roma. Una bufala del web e non una previsione di Raffaele Bendandi come si era fatto credere. Credo che, soprattutto alla luce di quello che l’italia ha visto e subìto in questi ultimi tempi, l’argomento debba essere trattato con la massima delicatezza. Ad accompagnarci in questa inchiesta, facendo il punto della situazione, sarà niente meno che il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolo-
gia (INGV), Stefano Gresta. Insieme a lui cercheremo di andare a fondo di una problematica che da non poco tempo affligge l’area tra la Basilicata e la Calabria, in particolare la zona del Pollino. Uno sciame sismico che va avanti da due anni, si contano circa 2.200 scosse sino ad oggi e già da diversi mesi molti abitanti dormono in automobile. Da una notizia sul Corriere della Sera pochi giorni fa, pare che l’attività sismica più intensa si sia verificata nell’aprile 2010 e nell’ottobre 2010, e poi ancora tra novembre 2011 e febbraio 2012. Dopo questo punto massimo di attività, la sismicità dell’area si sarebbe attestata su livelli piuttosto modesti, con pochi terremoti al giorno. Alla fine di maggio 2012, l’attività sarebbe ripresa a seguito del terremoto di magnitudo 4.3, avvenuto il 28 maggio 2012 alle ore 3:06. Di seguito potete leggere cosa ha da dirci il Presidente Gresta a proposito, ma prima è doveroso fare un’ulteriore premessa, e conoscere meglio l’eccellenza che rappresenta questo ente. All’INGV è affidata la sorveglianza della sismicità dell’intero territorio nazionale e l’attività dei vulcani italiani attraverso sofisticate reti di strumentazione distribuite sul territorio nazionale o concentrate intorno ai vulcani attivi. Dal 1999, anno della sua fondazione, monitora i fenomeni
geofisici del nostro pianeta. Raccoglie le principali realtà scientifiche nazionali nei settori della geofisica e della vulcanologia, coopera, inoltre, con numerose università e altre istituzioni di ricerca nazionali e internazionali. Opera in stretto contatto con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e ha legami privilegiati con il Dipartimento della Protezione Civile e con le altre autorità preposte alla gestione delle emergenze, sia a scala nazionale che a scala locale. Coopera con i Ministeri dell’Ambiente, della Pubblica Istruzione, della Difesa e degli Affari Esteri nel quadro di progetti strategici nazionali e internazionali. È attualmente la più grande istituzione europea nel campo della geofisica e vulcanologia e una delle più grandi nel mondo. L’INGV definisce la pericolosità sismica di una determinata area, e lo fa con i medesimi approcci scientifici impiegati nel resto del mondo. La comunità scientifica ribadisce ancora una volta che non sia possibile prevedere esattamente un evento sismico, e lo ribadisce soprattutto dopo quanto accaduto con la sentenza del 22 ottobre ai membri della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi dal Tribunale dell’Aquila. Aspettando il processo di secondo grado, la stampa internazionale ha attaccato la giurisprudenza italiana accusandola di posizioni medievali, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha addirittura evocato il precedente di Galileo Galilei. Qualcun altro ha definito la sentenza “oscurantista”. E se da una parte la Scienza sostiene di non essere in grado di dare certezze, dall’altra arriva una lettera indirizzata al Capo dello Stato dell’International Seismic Safety Organization (ISSO), l’Organizzazione Internazionale per la Sicurezza Sismica, in cui emerge una posizione “pro” sentenza, decisamente in controtendenza rispetto alla maggioranza delle dichiarazioni dei loro colleghi. La missiva sottolinea una condotta, quella della Commissione Grandi Rischi, volta a convalidare una previsione di non rischio. Una dichiarazione che manterrà certamente viva la polemica. Intanto, segnalo il blog dell’INGV, http://ingvterremoti.wordpress.com, dove si possono leggere dichiarazioni ufficiali dell’ente e di altri organi in merito alla faccenda. Nei prossimi numeri della rivista vi aggiorneremo su eventuali sviluppi. Ad ogni modo, in tutto questo ci si dimentica un particolare aspetto: dove è finita parte della responsabilità di chi dovrebbe ridurre la vulnerabilità degli edifici in un territorio ad alto rischio sismico? Concludo questa parentesi che ho ritenuto opportuno aprire, dato l’oggetto dell’articolo, con una riflessione. Talvolta accade di tacere un perico-
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Terremoti il punto della situazione lo per non creare un inutile allarmismo, ma proprio quando si tace si è poi accusati di reticenza. È un’eterna battaglia tra il dubbio e la certezza. Personalmente, confido nella buona fede dei nostri scienziati. Ma torniamo alla nostra intervista. Autore di oltre 150 pubblicazioni, il Presidente Gresta ci fornirà molti spunti scientifici su diversi fronti, come il controverso dibattito sulla prevedibilità del terremoto o il presunto
aumento dell’attività sismica nel mondo. È normale che eventi sismici si verifichino con una progressione tanto veloce e in ripetuti luoghi? Alla seguente pagina web, http://cnt.rm.ingv.it/index.html, potrete visualizzare una lista, sempre aggiornata, dei terremoti di magnitudo superiore o uguale a 2,0 localizzati in Italia dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV degli ultimi 30 giorni. Vengono inoltre riportati terremoti rilevanti di
Hai sentito il terremoto? L’App dell’INGV
È
la nuova app per dispositivi Android dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L’utente potrà registrarsi fornendo il proprio nome, la località usuale e un indirizzo e-mail: una notifica per posta elettronica avviserà dei nuovi terremoti localizzati nella località di abitazione dalla rete sismometrica dell’ente. Ma non solo, l’utente potrà anche diventare un corrispondente descrivendo gli effetti di un sisma percepito oppure segnalando istantaneamente nuove scosse e partecipando quindi a una nuova rete sperimentale di allerta. Verranno inoltre trasmessi a ogni terminale una lista aggiornata dei terremoti italiani, una mappa degli effetti in scala Mercalli e ancora mappe sull’udibilità del rombo sismico e questionari sugli effetti, sia che il terremoto sia stato avvertito dall’utente, che in caso contrario. Prece-
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dentemente l’INGV aveva già creato e pubblicato “INGVTerremoti”, un’app in grado di monitorare i terremoti in tempo reale, ma con quest’ultima si è innovato il sistema offrendo la possibilità all’utente di contribuire più concretamente alla ricerca italiana sui terremoti. “Hai Sentito Il Terremoto?” è un’applicazione gratuita scaricabile dal Play Store sui devices Android.
altre zone del mondo. Ad essere colpito da ripetuti sciami sismici non è soltanto il Pollino, ma diverse altre zone del sud d’Italia, in particolar modo tra Sicilia e Calabria. Esiste realmente un serio rischio sismico? Sul sito web del Fatto Quotidiano, quest’estate era stata data notizia di uno studio nascosto. “Decine di migliaia di morti tra Reggio e Messina” recitava il titolo dell’articolo. E non poteva che scatenare panico e paura tra i lettori meridionali. Il presunto documento sarebbe stato firmato nel 2008 dai più autorevoli sismologi italiani, sottoscritto dall’INGV e dall’EUCENTRE, il Centro Europeo di Ingegneria Sismica con sede a Pavia. E proprio quest’ultimi avevo contattato per ottenere ragguagli in merito. All’interesse che inizialmente era maturato per l’importanza della notizia, si aggiungeva un particolare di non poco conto: la mia origine siciliana. Avevo intenzione di capire come stessero le cose. Ma l’EUCENTRE pareva essere estraneo ai fatti, e non fu in grado di fornirmi delucidazioni La risposta dell’INGV, invece, non si è fatta attendere troppo. Gianluca Valensise, sismologo e dirigente di ricerca dell’INGV, ha prontamente replicato all’inchiesta del Fatto Quotidiano spiegando che si era trattato di un normale esercizio di “scenario sismico”. Una prassi molto comune nella comunità ingegneristica, che consiste nel verificare quale sarebbe la risposta urbana al verificarsi di un terremoto di scenario, in questo caso quello che colpì lo Stretto di Messina nel 1908, in occasione del centenario di quell’evento catastrofico. Prima di continuare con l’intervista al Pres. Gresta, che ringrazio per la disponibilità e la gentilezza, concludo questo spazio con una nota positiva che arriva da Bruxelles. Dopo diversi mesi dal violento sisma, di magnitudo 5,9 della scala Richter (VII-VIII della scala Mercalli), che ha colpito l’Emilia, nel mese di novembre l’Unione Europea ha finalmente sbloccato gli aiuti comunitari destinati alle zone colpite dal terremoto. Si
@INGVterremoti è il tweeter più utile
L
a pagina Twitter INGVterremoti, l’informazione sui terremoti in Italia in tempo reale, è stata premiata, lo scorso 30 settembre a Riva del Garda, come “tweeter più utile” nell’e-
dizione 2012 dei “Macchianera Italian Awards”. Il premio rappresenta per il web italiano una sorta di oscar per blog, siti, utenti twitter e viene assegnato direttamente dagli utenti della rete.
tratta di 670 milioni di euro per la ricostruzione. Un gruppo di paesi dell’UE aveva impedito l’erogazione per motivi legati ai contrasti sul finanziamento del bilancio comunitario, ma ora si riaccende un nuovo lume di speranza per il futuro dei terremotati. Davide Lorenzano: Presidente Gresta, intensi e crescenti sciami sismici stanno preoccupando la popolazione di Pollino. Non ultima la forte scossa di magnitudo 5.0 avvenuta il 26 Ottobre. Cosa sta succedendo? Stefano Gresta: «In Italia registriamo in media ogni anno circa 250 terremoti di magnitudo superiore a 3, la maggior parte dei quali è associata a sequenze sismiche. Questo significa che ogni anno si verificano in Italia circa 30 sequenze, di durata compresa tra pochi giorni e molti mesi. Questo accade soprattutto nelle zone maggiore pericolosità sismica, come il Pollino. Per cui questo pur lungo sciame non rappresenta una “sorpresa”». D.L.: I cittadini del Pollino sostengono che i numerosi episodi sismici siano i segnali di una tragedia annunciata. Qual è il suo parere scientifico? S.G.: «I sismologi non sono ancora in grado di definire quali siano le caratteristiche di una sequenza sismica che anticipa un forte terremoto rispetto alle tante sequenze osservate che si concludono senza un forte terremoto. Il vero problema è che molte persone, soprattutto coloro che vivono in zone come il Pollino, così molte autorità locali,
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Terremoti il punto della situazione ogni volta che si verifica uno sciame sismico aumenta la probabilità che avvenga nell’area un forte terremoto. In genere le probabilità che questo accada entro una settimana rimangono ampiamente al di sotto dell’1%».
non hanno idea della vulnerabilità del patrimonio edilizio, ovvero della resistenza degli edifici alle sollecitazioni di terremoti che prima o poi avverranno, anche non anticipati da uno sciame sismico». D.L.: In quest’ultimo periodo anche l’area del Mediterraneo registra non poche scosse di terremoto. Esiste realmente un serio rischio per il sud d’Italia? S.G.: «Le previsioni fatte da un gruppo di ricercatori, e molto pubblicizzate sui media, interessano tutta l’Italia, non un’area specifica. In particolare, un algoritmo di previsione metterebbe in allarme l’intera Italia per un periodo di circa un anno o più. Un altro algoritmo mette in allarme tutta l’Italia meridionale, e quindi non ha previsto il terremoto della Pianura Padana dello scorso maggio. In sintesi, si tratta di metodi di previsioni che non sembrano mostrare una capacità di previsione maggiore di quella che si potrebbe avere mettendo in allarme a caso le aree che l’attuale carta della pericolosità sismica indica come quelle a più elevata pericolosità». D.L.: Alcune scosse di terremoto, seppure di piccola entità, sono state avvertite recentemente in buona parte del nord Italia. È il caso di preoccuparsene? S.G.: «Gli scienziati non parlano mai di “preoccupazione” o meno. Il nostro lavoro consiste (e non è semplice) nel tradurre il linguaggio della Scienza in numeri che possano poi essere usati dalla Protezione Civile per prendere delle decisioni. Per esempio,
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D.L.: Qual è oggi il punto della situazione in Emilia? Si è appreso che nei giorni subito successivi al sisma si sono verificati molti episodi di liquefazione del suolo. Di cosa si tratta? Era mai accaduto prima d’ora un fenomeno simile? S.G.: «La liquefazione del suolo è un fenomeno molto comune in terreni alluvionali come quelli che formano la pianura padana. Infatti, le cronache di terremoti storici avvenuti nelle stesse aree riportano ampiamente e ben descritti tali fenomeni». D.L.: Quali significativi studi state affrontando in quest’ultimo periodo? S.G.: «L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia effettua il monitoraggio sismico, geodetico e geochimico dell’intero territorio nazionale mediante reti strumentali composte di centinaia di stazioni. Ciò consente di acquisire una notevole quantità di dati che ci fanno sempre meglio comprendere i fenomeni che si verificano durante la fase preparatoria di un
terremoto. Sono altresì sviluppati e testati algoritmi per la previsione probabilistica dei terremoti, anche se ripeto il punto cruciale per difendersi dai terremoti è rappresentato dalla prevenzione. Sotto questo aspetto stiamo verificando diversi approcci volti alla migliore definizione della pericolosità sismica di un’area». D.L.: Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è possibile prevedere un terremoto? Cosa risponde a chi sostiene di poterlo fare? S.G.: «No, non è possibile prevedere con esattezza (o con un piccolo margine di errore) dove e quando un forte terremoto avverrà. Esistono protocolli di verifica internazionali per la verifica dei modelli di previsione e finora nessun modello ha mostrato di avere una capacità previsionale maggiore di quella che abbiamo già come conoscenza di base; cioè che i terremoto tendono ad avvenire a cluster (grappoli) nel tempo e nello spazio seguendo opportune leggi statistiche. Chiunque dica di essere capace di prevedere i terremoti deve semplicemente dimostrarlo alla comunità scientifica tramite i protocolli di verifica sopra menzionati. Questo ovviamente non vuole dire che non riusciremo mai in futuro a prevedere i terremoti. Ci sono molti studi e ricerche iniziate dagli anni settanta e ancora in svolgimento. Per ora con risultati veramente scarsi». D.L.: Ma allora come mai qualcuno prevede un grande terremoto in California entro i prossimi 30 anni, calcolandone addirittura il numero di morti e feriti? Il Big One è una minaccia reale? S.G.: «Il fatto che ci sarà un grande ter-
remoto in California nei prossimi 30 anni è tutt’altro che improbabile, essendo una delle aree a più alta pericolosità del mondo. Si sono verificati tanti terremoti nel passato, anche recente, e continueranno ad avvenire. Alcuni esperti hanno simulato uno scenario, tra i tanti che possono avvenire, e calcolato i danni attesi per quel particolare scenario. Ciò non significa, quindi, che il Big One avverrà e provocherà esattamente danni e vittime come da scenario ipotizzato. Formulare scenari consente di avere importanti indicatori nell’ottica della prevenzione, cioè delle azioni da intraprendere per la riduzione dei danni stessi». D.L.: In questi giorni si è appreso che le coste del Giappone sono ancora interessate da non pochi eventi sismici. A più di un anno dal disastro di Fukushima qual è l’effettivo livello d’allerta? S.G.: «Non esistono, né in Giappone né in nessun altra parte del mondo degli “allerta” codificati per gestire le previsione probabilistiche di breve termine. È comunque indubbio che l’attività si-
smica nell’isola di Honshu sia ancora molto più alta di quanto osservato prima del terremoto di Tohoku, e quindi la pericolosità sismica è maggiore di prima». D.L.: Lo United States Geological Survey sostiene che è in corso un esponenziale aumento delle vibrazioni della superficie del pianeta. Insomma, cosa sta accadendo sotto i nostri piedi? S.G.: «Penso che si riferisca al fatto che a livello mondiale il numero di terremoti è aumentato di cinque volte rispetto alla media, la settimana successiva il forte (Magnitudo 8.6) terremoto di Sumatra del’11 aprile di quest’anno. Si tratta del noto fenomeno della diffusione dello sforzo rilasciato da un terremoto. In certe particolari condizioni è possibile che questo costituisca l’innesco che provoca la rottura lungo faglie già in condizioni fortemente instabili». IN QUESTE PAGINE Il sito web dell’INGV. Il Giappone dopo il disatro di Fukushima.
La scala Mercalli
A
differenza della scala ideata dal sismologo americano Charles Richter, che classifica la magnitudo di un terremoto attraverso una valutazione sulla quantità di energia liberata da una scossa, la scala Mercalli, dal nome dell’omonimo sismologo italiano, classifica l’intensità di un terremoto in base ai suoi effetti per-
cepibili sulle costruzioni. Solo a partire dal IV grado di questa scala le scosse sono avvertite sensibilmente da gran parte delle persone, tuttavia, generalmente, si registrano lievi lesioni ai fabbricati. I danni agli edifici si fanno più seri a partire dal VII grado. Il XII, il grado massimo, prevede la totale distruzione di ogni opera umana.
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di Giovanna Lombardi
Il segnale che tiene insieme la vita
Intervista a Giorgio Grati, noto architetto scomparso recentemente, sui suoi contatti con un popolo delle stelle. Il testo integrale verrà pubblicato nel libro “2013 L’Uomo Nuovo”, in allegato a X Times di febbraio intervista che segue è stata fatta a Giorgio, recentemente scomparso, un famoso architetto di Milano che a metà degli anni Novanta ha smesso di lavorare ai progetti di case tradizionali, per dedicarsi a tempo pieno alla progettazione e costruzione di piramidi che, secondo lui, non solo avrebbero potu-
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to salvare l’umanità dall’imminente catastrofe del 2012, ma avrebbero costituito delle perfette strutture abitative per il futuro. La sua teoria dell’esistenza di un segnale nell’universo di cui noi esseri viventi siamo delle antenne riceventi, - che gli sarebbe stata rivelata da un popolo extraterrestre- , è estremamente affascinante,
IN APERTURA E A FIANCO Illustrazione ©Alberto Forgione. A destra, Giorgio Grati.
ma soprattutto, a differenza di tutti gli altri contattisti, Grati è stato forse l’unico che, basandosi proprio su quanto gli era stato rivelato, aveva intrapreso qualcosa di estremamente tangibile. Giovanna Lombardi: Cosa succederà secondo lei nel 2012? Giorgio Grati: «Siamo in una fase di cambiamento. Sul pianeta Terra siamo arrivati a uno stadio evolutivo della tecnologia che ci permette di andare oltre, di entrare a far parte di una federazione di popoli molto più evoluti di noi, solo se dimostriamo di saper utilizzare in modo maturo la nostra tecnologia. Altrimenti torneremo indietro». G.L.: Nel 2012 si potrebbero verificare delle catastrofi ambientali? G.G.: «Il 2012 è una realtà, c’è il pericolo di catastrofi e inondazioni, ma la possibilità di evitarlo è altrettanto reale. Adesso sto ultimando una serie di progetti per strutture di veloce realizzazione per lo spostamento della popolazione. Il problema infatti è che stiamo perdendo sulla terra l’Informazione. Lo spiego in parole povere: la vita è generata dall’Informazione, da un segnale che arriva da un generatore disposto a nord, in linea con la nostra stella Polare, ma questo segnale sulla Terra sta ormai perdendo campo. Ad esempio, se si pensa alle così dette “scie chimiche” che lasciano alcuni aerei, esse non vengono affatto prodotte con l’obiettivo di avvelenarci o per le altre strane teorie che si sono elaborate negli ultimi anni. Queste scie sono fatte di sostanze per noi innocue e vengono rilasciate da aerei che hanno il compito di mappare l’atmosfera e rilevare, attraverso i satelliti se ci sono delle zone in cui è in atto un processo di decomposizione, cioè, appunto, di formazione di “buchi” di informazione (sulle scie chimiche vedi nota di Redazione). È un’Informazione che tiene insieme la materia, se togliamo l’Informazione, la materia si decompone. Pensi anche alle migliaia di pesci e uccelli morti inspiegabilmente tra la fine del
2010 e l’inizio del 2011. Nel giro di quindici giorni su Internet è circolata una mappa che mostrava dove si registravano questi episodi, mappa che poi è scomparsa. Anche in quel caso pesci e uccelli sono morti perché hanno perso l’Informazione, sia in aria che in acqua. Se invece lei va dopo il 35° parallelo di ciascuno dei due emisferi, ciò non succede, perché là ancora non si verifica il problema dei “buchi” di Informazione. La decomposizione arriva intorno al 25-30° parallelo. Il segnale, che è come un segnale radio, è lento a disperdersi. Prima si perde ai poli, con lo scioglimento dei ghiacciai, il buco dell’ozono etc, poi arriva al resto...». G.L.: Qual è esattamente l’origine di questo segnale che tiene insieme la vita? G.G.: «E1 e la distribuzione del segnale sulla Terra». G.L.: I nostri satelliti possono vedere l’antenna di cui parla? G.G.: «No, è nella quarta dimensione e quindi non la vediamo. Ma la percepiamo. Quello della quarta dimensione è un universo parallelo. L’antenna non è osservabile e misurabile da noi della terza dimensione, ma è intuibile. Oggi con la fisica moderna calcoliamo un 90% di materia totalmente inosservabile, ma che tuttavia si può manifestare in numerosi modi. Tutto questo bisogno di spiritualità degli ultimi tempi non è altro che un’intuizione che i tempi sono maturi per utilizzare nel modo corretto l’Informazione». G.L.: Tornando al 2012, la causa degli eventi che si preparano è la necessità di cambiamento della gente? G.G.: «La gente non causa il cambiamento, ma lo sente. La gente sente che l’umanità è matura per cambiare. La gente sente un bisogno di cercare alternative e da questo nasce anche il bisogno della spiritualità e di nuove filosofie, ma queste non sono abbastanza concrete. Spesso, per cambiare veramente c’è bisogno dell’emergenza, c’è bisogno di una situazione al limite. Anche il CNR ultimamente si sta occupando di questo, cioè di trovare una soluzione a livello mondiale per affrontare questa situazione...». G.L.: Chi le ha dato queste informazioni? G.G.: «Loro me le hanno date, un popolo che vive nella quar-
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Il segnale che tiene insieme la vita adesso siamo pronti per capirlo e per applicare tutta una serie di cose che in passato sarebbero state impensabili, il cellulare, il computer, i satelliti. Adesso siamo all’altezza di poter recepire un passaggio dalla parola spiritualità a quella di informaticità. Adesso è il momento giusto per fare lo scatto, non 20 anni fa, non 10. Adesso la gente vuole una riforma dell’economia, vuole salvaguardare l’ambiente, vuole migliorare la vita, ha creato una domanda di cambiamento alla quale deve seguire una risposta».
ta dimensione, sul piano Eta e con cui sono in contatto da sempre, perché io sono uno di loro, mi hanno mandato qui proprio per aiutare concretamente il pianeta. Grazie alla nostra tecnologia siamo ormai maturi per poter entrare a far parte della Federazione Galattica, ovvero un’associazione di migliaia di popoli che vivono in questa zona dell’universo, ma la maggior parte dei quali vivono in altre dimensioni parallele alla nostra». G.L.: Lei dice che siamo arrivati a uno stadio evolutivo che ci permetterebbe di entrare a far parte della Federazione Galattica per quanto riguarda la tecnologia, mentre altri contattisti parlano di evoluzione spirituale. È dunque più importante l’evoluzione tecnologica di quella spirituale per il popolo a cui appartiene? G.G.: «No, cambi la parola, non spiritualità, ma “informatica della quarta dimensione”. Cos’è lo spirito? È un involucro intorno che ci dà origine, è la nostra memoria, è un programma informatico della quarta dimensione. Spiritualità e informaticità sono la stessa cosa. Nei secoli precedenti, fino a pochi decenni fa, abbiamo usato un linguaggio diverso perché non avevamo la più pallida idea di cosa fossero la rete e l’informaticità, ma
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G.L.: Loro ci lasciano liberi di autogestirci, ci danno le tecnologie e se siamo in grado di usarle facciamo il salto evolutivo che manca, altrimenti no, giusto? G.G.: «Sì, è così. Loro dicono che c’è il libero arbitrio, ci danno l’informazione su quanto può succedere e su come evitare il peggio, ma sta a noi decidere. Il problema è che noi abbiamo allertato i grandi organismi mondiali ma non ci hanno dato ascolto. Probabilmente quando ci sarà l’emergenza cambieranno idea». IN PAGINA Il funzionamento del segnale spiegato a Grati dagli extraterrestri in contatto con lui.
G.L.: Cosa pensa di poter fare lei per evitare i problemi del 2012? G.G.: «Io, che ho fatto per tutta la vita l’architetto, ho preparato una serie di progetti di rapida realizzazione e con autonomia completa, che possono mettere le persone in salvo da catastrofi ambientali come l’innalzamento delle acque. Il mio progetto lavora su tre step: moduli abitativi d’emergenza che proteggano le persone dalle calamità e le portino nella quarta dimensione; antenne che captino il segnale e lo ridistribuiscano; villaggi abitativi da utilizzare dopo il 2012. Per il momento stiamo lavorando ai moduli abitativi d’emergenza, e alle antenne di bronzo che captino il segnale impedendone la progressiva perdita. I moduli abitativi si chiamano NQ4E1. Essi possono ospitare 300 persone ciascuno e, se dislocati verso il 25° parallelo, cioè nella zona “protetta”, permettono di entrare ad abitare nella rete quadrimensionale con le persone stesse all’interno. Le antenne sono delle piccole piramidi che si comportano come delle ricetrasmittenti di segnale. Si possono utilizzare da sole per preservare una zona di un centinaio di chilometri dalla perdita di Informazione o si possono utilizzare sulle strutture abitative d’emergenza, sempre con il compito di captare il segnale e ritrasmetterlo alla zona. Quindi la prima cosa che intendo fare con il mio progetto è mettere al sicuro le persone nei moduli abitativi. Poi, grazie alle antenne, sono in grado di cambiare frequenza e di trasferire le persone al sicuro esattamente come aveva fatto Einstein con l’esperimento Philadelphia, durante il quale ha fatto sparire un’intera nave con tutto il suo equipaggio, proprio cambiando la frequenza. Le persone non se ne accorgono, non si muovono, se ne stanno comodamente nelle abitazioni da me progettate,
IN PAGINA Un nucleo abitativo tipo, ideato da Grati.
ma si trovano posizionate direttamente in un’altra frequenza, la B55 che è una frequenza di un piano Eta. Ci trasferiamo quindi su una struttura di un’altra dimensione». G.L.: Cos’è un piano Eta? G.G.: «Nella quarta dimensione i pianeti non sono come noi li conosciamo, cioè sferici, ma sono piatti, sono, appunto, piani Eta, da cui deriva il nome pianeta. La NASA sa tutto! Io personalmente ho scritto alla NASA informandola di quanto sta succedendo e chiedendo di installare delle antenne ai poli in modo che possano catturare il segnale e ridistribuirlo sul pianeta, ma mi hanno risposto che non sono in grado di fare una cosa del genere». G.L.: Quante persone si possono salvare con le sue strutture? G.G.: «Questi nuclei abitativi sono estremamente comodi è veloci da realizzare perché sono costituiti da un’unica struttura (quella piramidale) che si ripete. Se ne possono realizzare migliaia da sparpagliare in tutta l’area protetta dal segnale. Con la tecnologia che abbiamo oggi con alcune migliaia di queste strutture possiamo mettere in salvo circa 3 miliardi di persone, mentre il resto della popolazione si trova già nella zona protetta in cui non c’è perdita di segnale. Pensi che queste strutture sono di una così veloce realizzazione che io ne avevo offerto gratuitamente i progetti anche all’Aquila subito dopo il terremoto. La protezione civile mi ha risposto
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Il segnale che tiene insieme la vita senza mai toccarlo né vederlo. L’economia ci rende schiavi». G.L.: Si riferisce forse al cosiddetto signoraggio bancario e al fatto che gli Stati paghino alle banche centrali che immettono la moneta, non il costo della carta in sé, ma il valore nominale della moneta stessa? G.G.: «Esattamente, in questo modo la moneta viene già emessa con un debito in sé... Questo è un sistema economico che non può più funzionare. Nei villaggi in cui andremo a vivere dopo il 2012, con il nostro programma monodirezionale non ci sarà denaro ma una sorta di moneta-tempo: basteranno 400 ore lavorative all’anno per mantenere un buon tenore di vita! Si firma un contratto in cui non si deve pagare niente, ma si devono solo prestare 400 ore lavorative all’anno per avere tutto pagato, casa e bollette! Il denaro non serve a niente nel modello monodirezionale. L’economia ci rende schiavi. La gente non sa che nel modello monodirezionale può tranquillamente farne a meno».
che sarebbe stata la soluzione più veloce da realizzare, ma avrebbero dovuto prima far uscire un bando al quale io avrei dovuto partecipare per ottenere i finanziamenti per il mio progetto. Hanno veramente fatto uscire in fretta un bando solo per il mio progetto, ma in tal caso avrei dovuto anticipare il 30%, mentre invece io offrivo tutto gratis. E per questo non se n’è fatto niente!». G.L.: Quanto costano? G.G.: «Non costano niente perché si mette in moto il modello economico monodirezionale. L’impresa produce la struttura abitativa ma non la vende, semplicemente auto-immette i pagamenti dei dipendenti nella moneta del luogo in cui vengono costruite le piramidi. Si crea denaro. Del resto la moneta è un imbroglio pazzesco, non esiste quasi più la moneta, si tratta di numeri immessi in un computer, pensiamo ai bonifici con cui trasferiamo denaro da un conto all’altro IN PAGINA Il racconto a parole e immagini dei contatti vissuti da Grati.
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G.L.: Quanti siete a lavorare a questo progetto? G.G.: «La società che lavora a questo progetto si chiama HRM ESA e ha una sede anche a Londra. I soci fondatori del progetto siamo io, che porto avanti la parte tecnica, e la mia collega, anche lei come me col nome in codice G7. Io ho un elenco di 6 pagine di aziende che da due anni stanno collaborando con noi. Per lo più sono statunitensi». G.L.: Se il suo progetto avesse successo, mi sembra di aver capito che poi la vita si svolgerebbe nelle piramidi villaggio da lei progettate, giusto? G.G.: «Sì, se riusciamo a tamponare l’emergenza del 2012, si va a vivere nei villaggi che io ho progettato, gli NM7000, villaggi autonomi e perfettamente biocompatibili. Quindici anni fa ne ho realizzato un piccolo prototipo su un terreno in Piemonte. In queste strutture c’è tutto, si basano sul modello economico monodirezionale col quale basta lavorare 400 ore all’anno per ripagare la casa e tutte le sue cose. Ciascuno di questi villaggi piramidali può ospitare 9000 abitanti. La regione Lombardia mi aveva dato un terreno a San Colombano al Lambro dove avrei potuto realizzare questi nuclei abitativi, ma poi ci NM 7000, una delle strutture abitative del futuro»
G.L.: Perché lavora proprio sulla piramide? G.G.: «Le piramidi a base quadrata, grazie alla loro forma, possono ricevere un segnale quadrimensionale e mantenere il segnale. La piramide è un’antenna ricevente che ritrasmette il segnale all’area circostante. Addirittura l’Informazione, se viene data all’acqua, può essere utilizzata come mezzo di terapia. Anche le piramidi sparse per il mondo, soprattutto quelle egizie, erano dei ricevitori che servivano per mantenere la vita sulla Terra. La piramide di Giza, in Egitto, ad esempio, si trova esattamente al centro delle terre emerse. Se si tirano due reti diagonali sul mappamondo essa si trova esattamente al centro, quindi in un rapporto di equilibrio con le terre e con il satellite da cui riceve il segnale». G.L.: Ci può dire come avvengono i contatti e con quale frequenza? G.G.: «Mi comunicano telepaticamente dove devo andare e lì ci incontriamo. Loro arrivano col teletrasporto. Mi è capitato anche di farli arrivare in studio per far vedere loro un plastico che avevo realizzato. Tuttavia, non ho lasciato detto che c’era una telecamera all’entrata. La mia segretaria, preoccupata, mi ha comunicato che sotto c’era una persona, ma che non si era vista dalla telecamera. Io ero in difficoltà, non sapevo come giustificare la presenza di questa persona, nell’istante preciso in cui ho pensato questo, lei, che stava andando minacciosa verso l’intruso, si è fermata, è tornata indietro e ha ricominciato a lavorare come se niente fosse: si era dimenticata tutto. Altre volte mi hanno fatto arrivare dei progetti tramite la rete o tramite incontri con persone che mi forniscono le risposte giuste al momento giusto. Durante una delle ultime riunioni, ad esempio, mi attaccarono una forma ottagonale disegnata in un foglio a una bacheca e
mi dissero: “Le servirà”. Io l’ho lasciata lì, poi mi ha chiamato un amico del nostro gruppo e mi ha detto “prendi il fiore della vita” e allora ho collegato la forma esagonale con il lavoro che stavo facendo. La struttura base delle mie costruzioni è la piramide che si ripete e si articola proprio nella forma esagonale del fiore della vita. Ho capito che proprio da quella struttura prende forma la materia, cioè l’Informazione si trasforma in materia». G.L.: Da quando è in contatto con questo popolo? G.G.: «Da sempre, perché una parte di me è uno di loro incarnato in un corpo umano…. In realtà ne sono consapevole da una ventina di anni. Ma è nel 1995 che ho smesso la mia attività di architetto e ho cominciato a dedicarmi solo a questo».
un periodo di crisi: mi chiedevo come mai proprio io dovessi occuparmi di tutto questo. Allora sono andato come in trance e ho cominciato a disegnare e scrivere tutta la mia storia. Questi disegni ad acquarello li ho fatti io ma senza consapevolezza. La mano si muoveva da sé rapidissima e ha disegnato sia il mio passato che il mio futuro, legato al futuro della Terra. Loro mi hanno fornito tutte le spiegazioni di cui avevo bisogno attraverso questo appuntamento sul piano Eta durante il quale ho visto proiettato su uno schermo il pericolo a cui andiamo incontro per il 2012». G.L.: Loro le hanno offerto anche altri progetti? G.G.: «Sì, moltissimi. Ad esempio, i progetti di motori antigravitazionali per spostarsi nello spazio. Io ho una chiavetta in cui c’è tutto il programma per risolvere qualunque cosa dal punto di vista tecnologico ed economico!» G.L.: Lei ha tre figli, cosa le dicono sulle piramidi che sta costruendo? G.G.: «Niente, mi lasciano fare. Loro portano avanti un lavoro che mi servirà: uno è architetto e uno lavora nel campo informatico, l’altro invece lavora come organizzatore di eventi ad altro livello. Tutte competenze che al momento giusto, come ho letto nella visione della mia storia, mi serviranno».
G.L.: Come ha acquisito consapevolezza della sua storia e del suo ruolo sulla Terra? G.G.: «Prima di mettermi a lavorare alle piramidi a tempo pieno ho avuto
Nota di Redazione: Purtroppo, da analisi portate avanti da ricercatori sia italiani che americani, le scie chimiche risultano costituite da sostanze assolutamente tossiche, tra cui bario e alluminio. Chi volesse approfondire l’argomento può trovare molte informazioni sul sito www.tankerenemy.com
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Di qui si Muore...
di Gianpaolo Saccomano Un’indagine del Ghost Hunters Team nel Manicomio di Colorno, tra sfuggenti presenze e testimonianze di un passato di abbandono el territorio parmense i malati di mente vennero convogliati dagli Ospizi Civili al manicomio di Colorno già dal 1873. Essere ricoverati nel Manicomio non era difficile: chiunque fosse ritenuto un individuo “pericoloso a sé o agli altri” poteva esservi internato tramite un semplice certificato medico, presentato al pretore… e da quel momento: «Meandri, stanze, porte, finestre, anfratti... tutto, sarebbe stato rigorosamente sbarrato, sigillato, murato». Era facile essere costretto a varcare quella soglia, quasi impossibile uscirne: accanto ai veri malati di men-
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te c’era tutta un’umanità varia, fatta di senzatetto, prostitute, emarginati e poveri disgraziati. Mario Tommasini - figura illuminata di politico e burocrate scomodo e controcorrente - ricorda bene quale tumulto gli era cresciuto dentro, la prima volta che, come assessore provinciale, aveva visitato la struttura manicomiale. Un tumulto ben visibile, racconta Tommasini: «… mi veniva da vomitare. Avevo visto un carnaio: malati nudi, donne con le vestaglie senza nemmeno la cintola, uomini seduti per terra, con la testa tra le mani, altri che camminavano strascicando, come se i piedi non volessero andare in nessuna
Nel servizio le immagini del luogo e delle indagini. Foto del Ghost Hunters Team.
direzione, vetri rotti, sporco dappertutto». Alcuni medici, anche allora, avevano protestato contro queste segregazioni, spacciate per necessità terapeutiche: storie di sopraffazione, soprusi, elettroshock e abbruttimento, molto spesso associate a violenze fisiche e bastonate ai poveri pazienti. Una situazione allucinante con un numero di pazienti che raggiunge i 1200 e che viene tenuta a bada da 170 paramedici, per lo più brutali e abituati alla sopraffazione fisica. E da allora, per Tommasini era cominciata la strenua lotta contro il manicomio: un impegno morale e civile, che lo ha visto al fianco del prof. Franco Basaglia e del regista Marco Bellocchio (che nel 1975 girò con lui il film inchiesta “Matti da slegare”) e poi nell’occupazione del manicomio di Colorno da parte di studenti e infermieri (durata ben quaranta giorni!), per la dimissione di circa mille pazienti, che trovarono alloggio in gruppi-appartamento, in cooperative e fattorie. La struttura manicomiale viene ufficialmente chiusa nel 1996. Adesso, di tutti quegli anni d’inferno resta soltanto, a poca distanza dalla splendida reggia napoleonica di Colorno, questo palazzo vetusto e fatiscente, con le sue finestre sbarrate o murate e il grigio sporco e scrostato delle facciate. Dal suo interno, sussurrate e talvolta palesate al pubblico, storie e testimonianze di fatti strani, di presenze inquietanti, di ombre e di luci alle finestre, di rumori inspiegabili e di grida soffocate, quanto basta, insomma, perché i cinque del Ghost Hunters Team (Mirko, Daniele P., Luca, Daniele M. e Andrea) vi organizzino una spedizione e un’indagine accurata, a loro volta coinvolgendomi in un assolato sabato di settembre.
struttura, approfittando della giornata luminosa e calda, anche se il sole non riesce a filtrare del tutto attraverso i vecchi finestroni polverosi e insudiciati dal tempo. La prima impressione, che si riferisce all’androne e al corridoio centrale dello stabile, è sconcertante: il grande spazio è decadente, impolverato, incrostato, ma molte sono le suppellettili e gli attrezzi abbandonati a terra o ammonticchiati qua e là e tra essi ve ne sono due particolarmente inquietanti che saltano subito all’occhio: una stringe il cuore, è una vecchia carozzina per le bambole, ancora in buono stato, di quelle che nei film sulle strutture psichiatriche siamo abituati a vedere condotte da donne anziane allampanate e con lo sguardo perso nel vuoto, come se rivivessero per sempre, nella loro mente disturbata, il trauma di una maternità perduta o mai potuta avere. L’altra invece è più inquietante ed è avvertita e segnalata dalle tre ragazze del gruppo - Nancy, Martina, Stefania - che, coraggiosamente e con l’entusiasmo di sempre, ci accompagnano. In fondo al corridoio c’è una fila di vecchi cappotti invernali neri, appesi a uno di quegli attaccapanni portatili a stock: sono tutti uguali, impolverati e consunti dal tempo e dovevano essere utilizzati da quei “fortunati” pazienti che, durante l’inverno, avevano il permesso di prendere una boccata d’aria in giardino; ebbene tra di essi, c’è la netta sensazione che qualcuno si nasconda o si sposti, colto solo con la coda dell’occhio.
Rilevazioni strumentali L’esplorazione continua con molta attenzione e accuratezza, tra mille suppellettili e cianfrusaglie (anche le più assurde) sparse caoticamente da ogni parte: letti, materassi, mobiletti di metallo, sedie, bottiglie, stracci, vassoi, lettini ospedalieri, cocci, resti di apparecchiature medicali, scatole di farmaci, ricettari, rifiuti, e, purtroppo anche appunti, prescrizioni e documenti clinici degli ex- pazienti… alla
La sensazione di non essere soli Alle 17 in punto, come prestabilito, cominciamo la diretta sul web ed entriamo tutti assieme nell’edificio dall’ingresso secondario, l’unico che le autorità sanitarie ci hanno gentilmente lasciato aperto. Appena varcata la soglia cominciano i problemi con il segnale internet, che dà disturbi e salta continuamente. Continuerà a dare problemi e perdita del segnale, impedendo di fatto la diretta video. Procediamo con video e fotocamere a un’ispezione della
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Di qui si muore... faccia della privacy! L’edificio è un labirinto di squallore e confusione, ci sono corridoi, stanze, stanzoni, ripostigli da ogni parte. Tre piani superiori e sicuramente due livelli sotterranei: il palazzo è stato costruito sui resti di un vecchio convento e sotto c’è una serie di passaggi che porterebbero fino al fiume. Proviamo ad addentrarci anche nel sottosuolo, scendendo attraverso una scaletta angusta e pericolante, ma l’ambiente ci mette in difficoltà: è anch’esso pieno di oggetti e di ostacoli e i sotterranei non sono descritti nella pianta dell’edificio che l’autorità sanitaria ci ha consegnato… il rischio di perdersi è alto, difficile prendere punti di riferimento. In questo ambiente non filtra luce e l’aria è stagnante, non siamo neppure sicuri del corretto funzionamento degli apparecchi radio. Mentre risalgo con le ragazze attraverso una botola, mi viene raccontata una storia allucinante di pazienti ingravidate (talvolta anche dal personale del manicomio!), di aborti clandestini e di «poveri frutti della colpa» fatti sparire nelle acque del vicino fiume… difficile distinguere dove finisce la realtà e comincia la leggenda. Rivedo volentieri la luce del sole che, anche se velata, filtra dalle numerose finestre e con gli altri termino il sopralluogo: a guidarci ci sono scritte sulle porte e sui muri dal tono eloquente e inquietante, fatte quasi tutte con spray rosso sangue: “di qui si muore”, “Maria è qui”, “Qui lodos è morto”, addirittura una mano insanguinata. L’edificio è stato meta di senzatetto, balordi, tossicodipendenti, clandestini, malintenzionati e fanatici dell’occulto che, ancora adesso, riescono a entrare nonostante le sbarre, la sorveglianza e alcuni degli ingressi che sono stati addirittura murati. Alle 21 circa comincia l’indagine vera e propria con le relative strumentazioni, l’oscurità è appena calata su di una giornata ancora molto calda ed è con una certa inquietudine che ci accingiamo a varcare nuovamente la soglia dell’ex- manicomio. La constatazione che le vie d’accesso all’edificio sono praticabili attraverso pertugi, vetrate rotte e passaggi, che dall’esterno possono essere individuati e sfruttate da balordi e malintenzionati ci fa optare per la suddivisione in due gruppi di esplorazione: entreremo in sei per volta, mentre gli altri resteranno di guardia all’ingresso, pronti a segnalarci eventuali intrusioni o a intervenire in caso di bisogno, grazie al collegamento con le ricetrasmittenti. Nel
primo gruppo ci siamo io, Mirko, Luca e le tre ragazze ardimentose che, senza titubanze, si inoltrano nell’androne della struttura. All’interno l’atmosfera è davvero pesante, c’è buio pesto e, nonostante i fasci delle torce, occorre fare molta attenzione: una miriade di oggetti, di vetri e di suppellettili sparsi dovunque possono rivelarsi assai pericolosi. Comincio a scattare foto con la fotocamera a ultravioletti, nella speranza di cogliere qualcosa che i nostri occhi non possono notare. Ed ecco la prima sorpresa: a una lampeggiata abbastanza decisa del K2 (il rilevatore di elettromagnetismo) con il quale le ragazze sondano lo spazio intorno a noi, corrisponde quasi subito il segnale di batteria in esaurimento del mio apparecchio. Naturalmente le pile e la carica sono state controllate meno di un’ ora prima… Avviso gli altri del problema - non così insolito quando ci addentriamo in luoghi di presunta infestazione - e faccio giusto in tempo a scattare ancora tre foto, perché le batterie sono completamente scariche: sono trascorsi sì e no cinque minuti da quando siamo entrati. Poiché siamo oltre i locali della cucina e il walkie-talkie funziona perfettamente, si decide di proseguire e di fare a meno delle foto a ultravioletti. Ci rendiamo conto che se anche le torce ci piantassero in asso sarebbe un problema non soltanto l’orientarsi in quel dedalo di stanzoni, camerette e corridoi, ma anche il muoversi senza rischiare di cadere o di ferirsi. Per fortuna le torce e la videocamera funzionano e l’indagine continua.
Presenze sfuggenti Ad accrescere l’inquietudine ci si mettono anche i rumori esterni, soprattutto quelli che arrivano dalla strada adiacente, che all’interno della struttura si amplificano e si diffondono in maniera esagerata: saranno molti i sobbalzi e le pause di silenzio atte a cogliere la natura del suono che abbiamo appena sentito, per capire se rappresenta una minaccia o se è solo qualcosa che passa all’esterno. Dopo una ventina di minuti, quando siamo ormai giunti alle stanzette del primo piano, la sensazione che nell’edificio ci sia qualcun altro diventa fortissima: siamo tutti attenti a cogliere rumori di passi o scricchiolii sospetti, so-
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nella sofferenza e nell’abbandono. La sensazione prevalente, anche per me, che certo non sono un sensitivo, è quella della solitudine e del dolore, cui si aggiunge un brivido quando scopro, abbandonato in un angolo, un componente di uno strumento elettrico inequivocabile, destinato alla tanto abusata terapia con elettroshock! Poi c’è il caldo, che aumenta e diventa sempre meno sopportabile, lo stesso caldo che nella seconda squadra di indagine metterà in crisi Andrea, obbligandolo a uscire, lui che, di solito, in queste situazioni mantiene sempre il sangue freddo e quel pizzico di humour invidiabile.
Una sagoma alla finestra prattutto alle nostre spalle e per questo ci manteniamo a vista l’uno con l’altro. Come spesso succede, Luca apre il gruppo e io resto in retroguardia. Questa volta è un ruolo tutt’altro che facile, perché appena avanziamo di qualche metro, nonostante il continuo fendere e squarciare della torcia elettrica, le tenebre si richiudono pesantemente alle mie spalle e la torcia diventa sempre più fievole. A mano a mano che ci inoltriamo in questo girone infernale fatto di sporcizia, oggetti assurdi e porte sfondate o divelte, ci si sente anche mancare l’aria: il pulviscolo nell’atmosfera è quasi una nebbiolina, a cui la scarsissima luce, che filtra dalle vetrate sporche, conferisce un che di surreale. Ciò nonostante avanziamo, rileviamo parametri con i K2 che s’impennano, senza mai rispondere in maniera coerente alle nostre consuete domande. Il che fa pensare a una serie di presenze differenti e fuggevoli, che forse stanno tentando di mettersi in contatto con noi, come un tempo facevano le moltitudini di malati lasciati liberi nei corridoi lager dell’ex-manicomio: nel mentre, attraversandolo, ci si sentiva spintonare, avvicinare, apostrofare o approcciare, anche con strette e abbracci ambigui e inquietanti… Ora siamo al secondo piano: controlliamo una per una le stanzette riservate ai degenti più esagitati. Per lo più sono vuote, spoglie di ogni oggetto che trasmetta umanità, con gli spioncini a fessura e le pareti segnate dai graffi delle unghie di chi lì dentro ha vissuto
La seconda ricognizione (con il Ghost Hunters Team al completo) si svolge soprattutto ai piani alti ed evidenzia ben presto problemi analoghi all’alimentazione di una fotocamera, picchi di rilevazione elettromagnetica coi k2 e la sensazione che qualcun altro si muova all’interno dell’edificio. Sensazione che man mano si fa più concreta, dati i rumori avvertiti e lo sbattere improvviso di una porta che, assieme all’osservazione di una sagoma scura, allarmano a tal punto il nostro gruppo da indurre Daniele P. a procurarsi una sbarra di ferro, come difesa improvvisata. Qualcuno avanza subito una spiegazione rassicurante: nel cortile esterno c’è una colonia di gatti, forse qualche esemplare, magari incuriosito dalla nostra presenza, si aggira tra le stanze dell’ex-manicomio? Peccato che il sottoscritto (gattofilo a oltranza!) avesse già notato che quei felini paciosi, oltre ad essere famosi per la loro silenziosità negli spostamenti, non sbattono le porte e si tengono a debita distanza dalla vecchia struttura manicomiale, preferendo rimanere allo scoperto ed in mezzo al via vai del personale dell’edificio di ricovero attiguo... Il proverbiale sangue freddo del nostro gruppo comincia davvero a latitare, quando, a breve distanza dal malore di Andrea, ci viene segnalata dalle ragazze (rimaste questa volta di guardia all’esterno), una sagoma fuggevole alla finestra del secondo piano. Proprio là, dove poco prima avevamo notato un tavolo rovesciato con sopra una stella a cinque punte e una scritta significativa su di un lato di una stanzetta: «loro mi sorridono». Ce n’è abbastanza per indurci a riguadagnare dignitosamente l’uscita e per confermare che dall’interno dell’ex-manicomio di Colorno è meglio tenersi tutti alla larga. Non fosse altro perché, oltre a qualche inquieta e inspiegabile energia residua, vi si aggirano personaggi poco raccomandabili e in odore di satanismo, quasi come se le anime perdute di quei disgraziati che ebbero la vita distrutta dall’esservi rinchiusi – lasciati soli a fare i conti con quello spaventoso e faccia a faccia quotidiano con la sofferenza e la disperazione - non avessero neanche adesso il diritto di riposarvi in pace e di essere finalmente dimenticati da una società di presunti “normali” che non seppe né curarli, né trattarli da esseri umani. Nota: A questo link, www.aliismundi.tv, l’intero servizio Aliis Mundi TV dedicato all’indagine.
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Dietro certe odierne apparizioni “aliene” potrebbe forse celarsi il Maligno? Le manifestazioni soprannaturali, riconducibili alle religioni e alle epoche più disparate, potrebbero essere solo le diverse sembianze assunte da una medesima, costante presenza aliena sulla Terra?
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a cura di Pino Morelli HOME VIDEO
P
er questo mese di dicembre e per il finale dell’anno, pioggia di novità e ristampe in occasione delle strenne natalizie. Vi segnaliamo le novità “X” più importanti! Gli ultimi scampoli di maledizioni e annunci nefasti saranno garantiti con il modaiolo: 21-12-2012 La Profezia dei Maya (“Doomsday Prophecy”), che ci narra di uno scrittore entrato in possesso di un bizzarro manufatto capace di mostrare visioni del futuro, e scopre una verità agghiacciante sull’avvenire del nostro mondo. Scrive un libro, ma muore in circostanze misteriose prima che questo venga stampato. Il correttore di bozze, dopo aver letto il testo, si rivolge a un’archeologa e insieme scoprono la terribile profezia legata al 2012 e all’allineamento dei pianeti del sistema solare: un buco nero si sta velocemente avvicinando al centro della nostra galassia e inghiottirà tutti i pianeti che orbitano intorno al sole. C’è pochissimo tempo per agire e salvare il mondo. I Maya avevano ragione? Per la regia di Jason Bourque, distribuzione Eagle. Il film, oltre al consueto formato Dvd, è disponibili anche nell’alta definizione del Blu-ray.
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Novità e ristampe
Fra le ristampe, farà piacere l’annuncio dell’uscita di un film importante per tutti i collezionisti di fantascienza: Doppia Immagine Nello Spazio titolo originale è “Doppelganger” - in USA intitolato prosaicamente: “Journey to the far side of the Sun”. La pellicola è famosa per essere stata creata dagli stessi fautori dei gloriosi telefilm di “UFO” (S.H.A.D.O.) e “Spazio: 1999”, ossia Gerry e Sylvia Anderson. Il team della famosa accoppiata britannica utilizzò, in seguito, un protagonista (Ed Bishop, meglio ricordato come il Comandante Straker) e alcuni oggetti di scena di questo film per riciclarli nella prima delle gloriose sopracitate serie tv. La trama: dopo aver scoperto un pianeta sconosciuto orbitante dietro al sole, un’astronave con equipaggio parte per esplorarlo, con esiti disastrosi. Di ritorno sulla Terra, l’unico superstite si accorge di alcune anomalie che lo rendono non sincronizzato con la sua realtà. Il film, targato 1969, anticipa genialmente la teoria dei mondi paralleli, attraverso un’intelligente esposizione in chiave fiction della fisica quantistica. Paradossalmente e nonostante sia stato ben realizzato nella sua quasi totalità,
all’epoca il film non ottenne consensi al botteghino. Un buon motivo per riscoprirlo (per ora solo in dvd) grazie alla Sinister film che ne ha curato l’edizione italiana. Altra fresca uscita per collezionisti incalliti è la ristampa a cura della Passworld di un film diretto dal maestro dell’horror Tobe Hooper (che in seguito dirigerà anche un abductionmovie intitolato: “Invaders”), il cui titolo originale è: “Lifeforce”, da noi tristemente ribattezzato Space Vampires. L’astronave spaziale Churchill, in esplorazione sulla Cometa di Halley, trova all’interno di un grandioso veicolo i corpi di tre umanoidi, perfettamente conservati in bare di cristallo. L’equipaggio muore a causa di un morbo chiamato Intergalactic; solo Carslen riesce a salvarsi, catapultandosi nel vuoto all’interno di una piccola cabina volante per rientrare a Terra. Intanto una seconda navicella, partita alla ricerca degli uomini, porta a Londra gli umanoidi, che vengono vigilati e studiati presso un Centro internazionale di ricerche spaziali. E qui cominciano i guai: uno di loro è una splendida ragazza, la quale però emette, come i
compagni, raggi micidiali, che riducono guardie curiose o addetti ai laboratori allo stato di mummie: si tratta di veri e propri vampiri psichici. Il film del 1985 è da questo mese disponibile anche in Blu-ray. Uscita anche per il cofanetto in dvd (3 dischi) di Doctor Who – I film, lungometraggi ispirati alla serie tv più longeva e importante di marchio britannico. Nel primo, “L’Invasione di Natale”, un satellite spedito nello spazio per un esperimento viene catturato dai Sycorax, che vogliono conquistare la Terra. Il Primo Ministro Harriet Jones tenta di contattare il Dottore, ma questi è irreperibile a causa della sua recente rigenerazio-
ne. Intanto Rose insieme a Mickey e Doctor Who si sono rifugiati nel Tardis, che viene teletrasportato sull’astronave aliena, dove incontrano il Primo Ministro con alcuni collaboratori. Il Dottore finalmente si riprende e dopo aver sfidato a duello il capo dei Sycorax obbliga gli alieni alla fuga. Nel secondo film, “Il Viaggio dei Dannati”, un’astronave, replica identica del Titanic, sta orbitando attorno alla Terra. A causa di una congiura, il vascello rischia di precipitare su Buckingham Palace, provocando la distruzione dell’umanità. Doctor Who, aiutato da Astrid Peth, e da altri alieni ospiti della nave, deve quindi combattere contro gli Angeli robot e i fautori della congiura per salvare la Terra prima che sia troppo tardi. Nel terzo e ultimo dvd del box abbiamo “Un altro dottore”: Natale 1851. Il protagonista decide di far atterrare il Tardis a Londra. Sentendo delle grida d’aiuto, scopre un uomo che sostiene di essere anch’egli il Doctor Who che, insieme alla sua compagna Rosita, sta cercando di catturare un alieno. Il Dottore, dopo aver parlato con il suo avatar, pensa che quest’ultimo possa essere la sua reincarnazione ma sofferente di amnesia. Dopo aver scoperto una base dei Cybermen si scopre che in realtà l’uomo si chiama Jackson Lake e agisce sotto l’influenza delle infostamp dei Cybermen. Per concludere, è un vero piacere po-
tervi annunciare per questo mese anche l’uscita di un paio di dvd importanti: il primo è per gli amanti dei veri classici in bianco e nero, I Figli dello Spazio, uno dei rari esempi di contattismo extraterrestre in chiave positiva. Prima apparizione italiana per il dvd della pellicola diretta nel 1958 dal grande Jack Arnold, di cui offrimmo un’ampia recensione sul n.19 della nostra rivista.
A giorni è prevista anche l’uscita di Eva, film spagnolo consigliato a tutti gli appassionati di fantascienza adulta e intelligenze artificiali, di cui torneremo a parlare fra un mese esatto. Se vi è piaciuto consigliamo anche: “Balle Spaziali” (1987) e “Mars Attack!”(1996). P. M.
CULT MOVIE Le tre facce de “La Cosa” Accade spesso di trovarsi a combattere con i mostri del passato, specialmente quando parliamo di fantascienza. “The Thing” è una di quelle icone, partorite dall’immaginario letterario grazie alla novella di John W. Campbell, che nel 1939, sotto lo pseudonimo di Don A. Stuart, pubblicò: “Who Goes There?” (Chi Va Là?), permettendo di generare un mito in celluloide, frutto di almeno altre due incarnazioni ufficiali, nell’arco di sessant’anni. Iconograficamente identificabile più dal logo che dal mostro, la prima incarnazione de “La Cosa” ha saputo mante-
nere nei decenni tutto il fascino dell’appeal caricaturale, l’accuratezza della narrativa trasposta su grande schermo, godendo soprattutto del rispetto di tutti i filmaker, tecnici degli effetti speciali “hand-made” e sceneggiatori del settore, fino a trasformarsi lentamente in un mito omaggiato ovunque e da chiunque. Un grande traguardo per un elisir di giovinezza acquisito senza particolari strategie, ancor più se di marketing.
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L’originale del 1951 Il film in questione inaugurò ufficialmente il genere alien-invasion, riuscendo a coniugare aspetti orrorifici e drammatici come nessun altro aveva mai fatto fino a quel momento. Non ci meraviglia più di tanto parlarne ancora oggi, riunendo tre film in una sola recensione e celebrando i suoi remake più o meno fortunati. È bene ricordare che gli anni ’50 del secolo scorso segnarono ufficialmente la nascita del genere sci-fi classico più tradizionale, dove appaiono (e non a caso) per la prima volta dischi volanti e relativi occupanti, non dimenticando i fatti di Roswell nel 1947. Qui si inaugura l’epopea del visitatore spaziale sulla Terra: quasi sempre bellicoso (raramente neutrale, se non pacifista) come accadde per il coevo “La Guerra dei Mondi”. “The Thing From Another World” (cui si deve anche la sceneggiatura curata
dai cani slitta della spedizione, che addentano un arto dell’alieno, con nefaste conseguenze. L’essere, con la pelle simile alla corazza di un coleottero dotato di spine pungenti e privo di sistema sanguigno e nervoso, è molto vicino alla consistenza di un vegetale. Elemento poi ripreso per degni ispiratori come i baccelli del fondamentale “L’Invasione degli Ultacorpi” (e successivi remake)* o “Il Giorno dei Trifidi”, per citare due esemplari ‘botanici’. Possente e resistente alle alte temperature, l’alieno della base scientifico-militare non è certo la migliore compagnia per un’isolata spedizione polare. Assetato di sangue, si nasconde nella serra, mietendo vittime per necessità e per difesa. Sarà infine una potente scossa elettrica a devastare la creatura, permettendo – in odierno puro stile revisionista – di rimandare un contatto più idoneo e non cruento. Il monito lanciato dalla spedizione al resto dell’umanità è altresì raggelante, più del freddo polare: «… dite al mondo; ditelo a tutti ovunque si trovino: attenzione al cielo! Dovunque… scrutate il cielo!». Il film è giocato su chiaroscuri, tra vedo e non vedo. L’originale è in bianco e nero, ma nel doppio dvd di stampa italiana, ancora disponibile, potrete trovare anche un’alternativa versione colorizzata. L’apparizione dell’alieno è centellinata a dovere per il giusto tono di suspense, mantenendo alto il pathos per tutta la durata del film e offrendo allo spettatore una combinazione originale e vincente di azione, dialoghi rapidi, intrecciati e complessi (l’overlapping dialog creò cavilli fra gli allora impreparati doppiatori italiani) rimasti nella storia della Sci-Fi. Da questo seminale lungometraggio diretto da Christian Nybi, ma ripetutamente vociferato come attribuzione al produttore e regista Howard Hawks, ne verrà fuori un innovativo remake.
Il remake del 1982 da Orson Welles) immortala persino il primo UFO crash della storia cinematografica, lasciando pensare, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto realtà e fiction vadano da sempre a braccetto, in un connubio persino tedioso per noi, assertori di acclarate realtà extraterrestri. La vicenda prende anima nelle gelide lande del Polo Nord. Presso un avamposto scientifico, si ha notizia di uno schianto preceduto da un’esplosione; un velivolo discoidale (con tanto di alettone sporgente!) è conficcato nel ghiaccio, mentre attende l’ispezione di un’équipe scientifico-militare, compreso un fotoreporter ficcanaso che, a dir la verità (e nella realtà) oggi sarebbe davvero fuori contesto per via di ovvie ragioni legate al cover-up e debunking. Un blocco ghiacciato imprigiona l’occupante dell’astronave; solo la scelleratezza del team investigativo, con l’immancabile dottore della situazione, permetterà lo scioglimento della lastra, consentendo all’umanoide di fuggire. Mai sapremo se l’essere alieno sia capace di comunicare ed esprimere un qualsiasi sentimento, affrontando magari il primo contatto in forma pacifica. C’è solo tempo di terrore, generato prima
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Affidato alle mani allora giovani, ma esperte, di un John Carpenter, forte del suo blockbuster “1997 Fuga da New York”, che dirigerà anche un lustro più tardi il seducente e decisivo “Essi Vivono”**, “La Cosa” non rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio remake, quanto piuttosto una fedele, quasi devota trasposizione dello spirito dell’originale letterario. L’opera condensa, neanche a dirlo, la compulsiva e claustrofobica febbre degli anni ‘80, così fomentata da invasioni aliene e film horror che in quegli anni fluiva durante l’epopea dell’imperante Cinema trash e splatter. Carpenter – che si fece strada già presentando il suo primo “Halloween” – celebrando e rivisitando al meglio l’esaustiva scuola dei b-movies del fertile periodo sixties e sintetizzandola con maestria e capacità attraverso mezzi e tecnologie limitate e disponibili negli anni ‘80, giunse con maturità a suggellare uno dei momenti più riusciti della fantascienza del decennio, grazie a un casting solido e una troupe mista tra veterani e giovanissimi, in un connubio di stile e scuola davvero esemplare. Godetevi pure i lunghi e importanti contributi offerti nel Blu-ray da tempo sul mercato. L’arrivo del suggestivo UFO dalle profondità dello spazio, la gelida tensione nella scena dell’husky alieno braccato da un elicottero, il multiforme e disgustoso approccio con la creatu-
ra in grado di replicare le sembianze umane attraverso una metamorfosi soltanto accennata in precedenti illustri come i baccelloni di “Invasion of the Body Snatchers” ***, sono solo alcuni dei punti vincenti di una produzione accurata e asciutta, a tratti fedele alla visionarietà del mondo kubrickiano, restituita oggi dallo splendore di una rimasterizzazione che rende il film praticamente e concettualmente come nuovo, impressionante per la resa tecnica a distanza di trent’anni dalla sua realizzazione. Decine di cineasti tenteranno invano di replicare il successo di “La Cosa”, imitandolo, semplicemente re-
to con gli illustri predecessori, non è un caso che la versione più recente di questa terza ufficiale trasposizione cinematografica rappresenti il segmento più debole: nonostante le buone intenzioni, ci è sembrato di avvertire l’inutilità di un nuovo film dedicato al mostro “mutaforma”, fin troppo fedele alla versione di Carpenter, ma meno carismatico, anche se dotato dei numeri necessari per intrattenere piacevolmente. Ora tocca a voi scegliere quale versione preferire. Il divertimento è comunque assicurato! P.M.
ferenziandolo o celebrandolo, senza mai eguagliare o superare un John Carpenter a cui si deve il merito di aver superato certi tabù descrittivi, restituendo con forza e determinazione luci e colori saturi del suo lucido concetto di spettacolarizzazione della creatura aliena impattata drasticamente 100 milioni di anni fa sui ghiacci dell’Antartide.
“The Thing” 2011 Matthijs van Heijningen Jr. omaggia con pertinenza quasi devozionale il suo maestro (persino col sincopato refrain sonoro in puro stile Carpenter), allontanando forse l’interesse del pubblico più adulto e spesso troppo nostalgicamente attaccato agli originali precedenti, lasciando invece disillusa un’audience più giovane, alle prese con un prodotto tipicamente vintage e privo di quella forza consumistica dei recenti blockbuster di genere. Paradossalmente, stessa sorte toccherà un anno dopo a Ridley Scott con il suo “Prometheus”, sia nelle intenzioni che nei risultati. Al confron-
CINEMA E TV
Aliens on the rocks: da vedere anche... The XFiles “Ice - Morte tra i ghiacci” (Stagione 1, episodio 7) “X-Files – The Movie” “L’Acciappasogni” ****; *recensione XTimes n.9 ** recensione XTimes n.29 *** recensione XTimes n.7 ****recensione XTimes n.16
Anticipazioni
Nuova trilogia per “Star Wars” È ormai ufficiale: la Disney ha ottenuto l’acquisizione della Lucasfilm. Una notizia trapelata a fine ottobre grazie al portavoce Bob Iger (in foto), che ha annunciato, durante una conference call, l’incredibile accordo e una nuova vita per “Star Wars”, attraverso la pianificazione di film destinati al cinema. Di sorpresa in sorpre-
sa, il portavoce della potente piattaforma d’intrattenimento per grandi e piccini ha persino rivelato che George Lucas, il papà dell’intera saga, potrebbe apparire anche soltanto come consulente creativo per un’annunciata nuova trilogia, la cui serie è prevista per il 2015 con il primo dei successivi film che saranno prodotti a distanza di un paio di anni l’uno dall’altro. «È giunto il momento per
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me di passare Star Wars a una nuova generazione di cineasti. – ha affermato il produttore e regista statunitense – Ho sempre creduto che la mia creatura avrebbe potuto vivere al di là di me, e ho pensato che fosse importante impostare la transizione durante la mia vita e non dopo. Sono sicuro che con Lucasfilm sotto la guida di Kathleen Kennedy, e con una nuova casa all’interno dell’organizzazione Disney, Star Wars saprà certamente vivere e fiorire per molte generazioni a venire». La notizia su Lucas che incasserà dalla Disney ben 4 miliardi di dollari (sì, avete letto bene), cifra che ha fatto tuonare i vertici delle major di tutto il mondo, si affianca a quella ancor più clamorosa circa l’intenzione del suo beneficiario, che donerà i suoi proventi alla fondazione Edutopia, che si occuperà di creare corsi didattici innovativi. Quando si scomoda la Forza, c’è poco da fare!
In contatto con Giove È dai tempi “2001 Odissea nello Spazio”, sequel compreso, che la sci-fi non dedicava un film così importante a Giove. In questi giorni, negli USA, sta girando una campagna di viral marketing per una produzione cinematografica che dovrebbe interessarci particolarmente, intitolata: “The Europa Report”, di cui vi mostriamo un frame in anteprima. Nel (finto) documentario, vediamo alcuni astronauti che cercano vita su Europa, la luna di Giove – in un progetto avviato da un anno. Persino nel sito Aerospace Corporation Ventures Europa vediamo un feed video “live” che mostra gli astronauti a bordo della navicella Europa 1, dove nel testo introduttivo si legge: «Per decenni, gli scienziati hanno teorizzato l’esistenza di oceani di acqua liquida sulla luna di Giove, Europa. Abbiamo recentemente scoperto nuove, accattivanti prove, che proverebbero l’esistenza di oceani sotto la superficie e che potrebbero sostenere la vita. Abbiamo inviato sei astronauti da programmi spaziali di tutto il mondo in un viaggio di tre anni su Europa per esplorare i suoi oceani e confermare questi risultati. Siamo orgogliosi di essere in prima linea nello sforzo di dimostrare l’esistenza di vita extraterrestre all’interno del nostro sistema solare, nella nostra vita». La sinossi ufficiale di “The Europa Report” - questo il titolo del film la cui uscita è prevista entro il 2013 - narra di un gruppo di astronauti, selezionati con cura da tutto il mondo, compiere l’arduo viaggio sul freddo Giove. Obbiettivo, la glaciale luna di Europa alla ricerca di vita extraterrestre. L’unica cosa più intimidatoria e imprevedibile del viaggio stesso è ciò che il team incontrerà al suo arrivo...
Dai creatori di “Matrix” arriva “Cloud Atlas” Un’epica storia dell’umanità in cui le azioni e le conseguenze delle nostre esistenze hanno un impatto sul passato, sul presente e sul futuro, come una sola anima da assassino può diventare salvatore, e un solo atto di gentilezza può propagarsi nei secoli e ispirare una rivoluzione.
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Con queste premesse, attendiamo ansiosi il film che apparirà nelle sale italiane il prossimo 3 gennaio e che già si preannuncia come uno degli eventi per il 2013. Anche perché è nato da un progetto dei fratelli Wachowski, i creatori della trilogia di Matrix, che dire ambizioso è quantomeno riduttivo: lunga durata, vietato ai minori di 18 anni (negli USA) e con un cast imponente, tra cui Tom Hanks. Ne riparleremo dopo averlo ammirato al cinema.
“Grounded”, sette minuti che fanno riflettere «È il viaggio attraverso lo spazio e la vita. Su uno sfondo etereo, vengono esplorati i grandi temi dell’invecchiamento, del rapporto padre/figlio e della ciclicità». Questa la sinossi di un corto prodotto e diretto da Kevin Margo, ottimo supervisore degli effetti speciali di numerosi film di successo che qui si cimenta per la prima volta nella realizzazione di un film che, in soli 7 minuti, vi affascinerà, offrendovi la possibilità di riflettere sulla pluralità dei mondi e degli universi, sull’ora e sull’infinito. È visionabile gratuitamente su You Tube al link: http://www.youtube.com/watch?v=nb_MDNiYOHk . P.M.