Capitolo 1 “La web è diventata una discarica per informazioni scadenti e male aggiornate. Un’erbaccia che soffoca i contenuti di qualità. La sfida della qualità dei contenuti non sarà mai risolta dalle tecnologie. Il problema continuerà a crescere .... La tecnologia può favorire questi processi, ma è la qualità delle persone che fa funzionare il sistema.” Gerry McGovern
Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 1
L’interattività degli strumenti digitali 1. Premessa Possiamo partire in questa premessa dalle parole di M. Wesch nel testo citato in toto nell’introduzione1 per la parte che riguarda il testo digitale. Per Wesch il testo digitale non è più solo un semplice collegamento di informazioni ma è collegare le persone mentre il testo analogico, scritto su carta, non è lineare non ha la flessibilità del digitale. Per rimarcare l’importanza dell’interattività degli strumenti digitali, che verranno elencati nel paragrafo 3 di questo capitolo e alcuni saranno analizzati in dettaglio nel loro essere parte integrante di progetti didattici attuati ed attuabili, analizzeremo in breve il pensiero di tre importanti studiosi nello specifico delle nostre tematiche. Essi sono Howard Gardner psicologo2, conosciuto nel campo della didattica per la sua teoria delle intelligenze multiple ripresa e riadattata nella sua ultima opera intitolata “Cinque chiavi per il futuro”, Seymour Papert matematico3 che si è occupato negli ultimi suoi lavori di intelligenza artificiale ed è stato artefice del famoso linguaggio di programmazione adattato per i “bambini” Logo4, infine Derrick
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Cfr. nota 25 introduzione.
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Tra le sue opere citiamo qui le pubblicazioni in italiano: • Aprire le menti, Feltrinelli, Milano, 1991 • Educare al comprendere, Feltrinelli, Milano, 1993 • Intelligenze creative. Fisiologia della creatività attraverso le vite di Freud, Einstein, Picasso, Eliot, Gandhi e Martha Graham, Feltrinelli, Milano, 1994 • Intelligenze multiple, Anabasi, 1994 • L'educazione delle intelligenze multiple, Anabasi, 1994 • Personalità egemoni. Anatomia dell'attitudine al comando, Feltrinelli, Milano, 1995 • Sapere per comprendere. Discipline di studio e discipline della mente, Feltrinelli, Milano, 1999 • Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli, Milano, 2007. 3
Ha lavorato anche con Piaget, tra le sue opere: • 1972 - Learn Think to Children, UCLA (University of California Los Angeles). L. A. relation • 1980 - Mindstorms. Mindstorms. Bambini computer e creatività. Emme ed. 1984 • 1993 - The Children's Machine: Rethinking School in the Age of the Computer. New York: Basic Books. I bambini e il computer, Rizzoli, Milano. 1994 • 1996 - Connected family. “Come aiutare genitori e bambini a comprendersi nell'era di Internet”, Mimesis 2006. 4
Logo è un linguaggio di programmazione fortemente orientato alla grafica e alla geometria di base. Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Logo_(informatica) consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 2
De Kerckhove sociologo5 che ha lavorato con Marshall McLuhan ed è conosciuto nell’ambiente del web per la sua teoria delle intelligenze connettive mutuata da quella di Pierre Levy delle intelligenze collettive. Partendo da Gardner si parla di intelligenze multiple e NTIC. In una intervista rilasciata a Torino una decina di anni fa6 Gardner afferma che le NTIC sono in perfetta sintonia con le intelligenze multiple poichè permettono di gestire il materiale di studio, direi lo stesso materiale, secondo punti di vista diversi, quelli suggeriti dalle intelligenze multiple7. Dunque le NTIC digitali sono strumenti efficaci per potenziare le eventuali carenze relative ad una delle intelligenze multiple facilitando in parte un percorso personalizzato per il singolo discente. Il bambino, il ragazzo, il nativo digitale, come autori vari tra cui M. Wesch definiscono le nuove generazioni, cioè nato dopo il 20008 apprende facilmente e in modo naturale l’uso di strumenti digitali tra cui il computer. Anche quelli che inizialmente sembrano non interessarsi si imbatteranno nel computer per coltivare altri interessi, dunque il pc come potente medium quale deve essere e non un totem
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Attualmente insegna allʼUniversità degli studi di Napoli Federico II ed è direttore del Programma McLuhan Cultura e Tecnologia, tra le sue opere: * Brainframes, trad. it a cura di B. Bassi, Brainframes: mente, tecnologia, mercato, Bologna, Baskerville, 1993, * Skin of culture, trad. it di M. Carbone, La pelle della cultura: un'indagine sulla nuova realtà elettronica, Genova, Costa & Nolan, * The architecture of intelligence, trad. it. di M. Palombo, L' architettura dell'intelligenza, Torino, Testo & immagine, * Connected Intelligence: the arrival of the web society, 1997, 6
Intelligenze multiple e nuove tecnologie, Torino 10/04/1997.
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Richiamo qui solo come elenco le intelligenze multiple, ridotte a cinque nellʼultima opera ma sostanzialmente immodificate nel contenuto essenziale, esse sono: 1. Intelligenza logico-matematica; 2. Intelligenza linguistica; 3. Intelligenza spaziale; 4. Intelligenza musicale; 5. Intelligenza cinestetica o procedurale; 6. Intelligenza interpersonale; 7. Intelligenza intrapersonale. 8
Numerosi articoli di quotidiani hanno ripreso nella primavera del 2009 tale definizione cercando di farla conoscere al grande pubblico, si veda ad es. uno del maggio ʻ09 http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/ 09_maggio_26/generazione_nativi_digitali_782e5b90-49e9-11de-8785-00144f02aabc.shtml consultato a luglio/agosto ʼ09. La data di riferimento per i nativi digitali è indicativa cʼè chi risale fino al 1996 chi posticipa al 2002. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 3
factotum9. Tra queste modalità Gardner cita anche la didattica a distanza come strumento per ottimizzare e stimolare il lavoro didattico di insegnanti e studenti se sono disponibili ad assumere un atteggiamento attivo, secondo il principio richiamato da Papert del learning by making, di fronte al proprio lavoro. In tale contesto gli insegnanti devono comunque mantenere la cautela nell’utilizzo di internet nella didattica, ma qui si era ancora nell’epoca del web 1.0 cioè utilizzo passivo e non attivo del web com’è oggi, soprattutto devono insegnare un approccio critico, una forte capacità di giudizio di ciò che si trova nella rete10. Inoltre non vi sono regole precise su quando il bambino possa iniziare il suo approccio al computer, per completezza oggi diciamo agli strumenti digitali in genere, l’importante e che vi sia l’attenzione dell’adulto educatore, come guida e non come censore, per educare alla capacità di scegliere e distinguere ciò che si vuol fare proprio onde evitare confusioni. Chi ha la possibilità di avere un computer a casa ha naturalmente dei vantaggi11 ma la tecnologia da sola non basta come condizione al successo della persona, sia in ambito scolastico sia nella vita. Dunque per Gardner i computer possono essere utilizzati come strumenti per insegnare in molti modi nuovi dato che le tecnologie consentano di personalizzare e liberare gli individui consentendo un maggior accesso alla conoscenza individualizzando l’educazione. S. Papert, in un’altra intervista nel medesimo periodo12 , azzarda una visione della scuola di questo millennio. Egli sostiene che c’è bisogno di una prospettiva a lungo termine nella relazione scuola/insegnamento/nuove tecnologie per ottenere un mega-
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Mi viene in mente un film di Krzysztof Kieślowski,”Decalogo 1” nella serie Decalogo del 1988 in cui il computer (uno dei primi personal pc) era impostato per regolare tutte le azioni quotidiane della vita di una famiglia composta da padre e figlio sino alla tragedia finale in cui il figlio muore perchè cade nel lago ghiacciato dove era andato a pattinare. Il padre, professore universitario, è un grande appassionato di computer e pensa che tutta la vita possa essere descritta matematicamente attraverso l'uso del computer, ma non aveva tenuto conto delle variabili aumento di temperatura anche solo temporanea. 10
Ma il “vecchio” sapere delle enciclopedie statiche non è mai stato esente da errori, parzialità o deficitario.
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Persiste nel nostro paese la mentalità che ritiene non importante avere un pc in casa, a volte alcune famiglie adducono anche motivi economici, poi si scopre però che altri strumenti digitali, anche più onerosi economicamente ma meno performanti (cioè si usano solo per lʼaspetto ludico) sono ben presenti. 12
Lʼintervista è del 04/04/1998, S. Papert New York, Come sarà la scuola del prossimo millennio. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 4
cambiamento tenendo presente che è necessario pensare ai piccoli cambiamenti come passi verso il grande cambiamento e non fini a sè stessi. Nel contesto di scuola e NTIC i ragazzi non hanno più bisogno di acquisire nozioni in step sequenziali ma possono imparare molto di più facendo ricerca da soli, il ruolo dell’insegnante non è quello di fornire tutte le parti della conoscenza ma è quello di guida /tutor, quello di gestire le situazioni difficili, di stimolare i propri alunni, di dare consigli. Con tale immagine e con l’apporto delle NTIC si deve pensare al problema di come agire oggi avendo in mente questa prospettiva a lungo termine in cui i ragazzi fanno progetti con interesse, fanno scoperte con l’ausilio del web lavorando insieme e realizzando cose difficili; l’insegnante guida e consiglia. Ciò è già sperimentato da molti insegnanti con due sentimenti contrapposti: entusiasmo perchè sanno che è possibile fare le cose meglio e disillusione sia perchè ingabbiati in Programmi rigidi sia perchè non hanno i supporti tecnici e la possibilità burocratica di sperimentare. Per questo cita l’esempio di alcune scuole di New York dove alcuni insegnanti hanno avuto l’opportunità di portare avanti tale metodologia come anche le scuole materne del comune di Reggio Emilia. Per cui prima ci si rende conto che la scuola del futuro sarà completamente diversa e prima si comincia a fare grandi passi meglio sarà, gli esempi ci sono e saranno tecnicamente ed economicamente più facilmente perseguibili cercando di evitare il digital divide. Fornire l’accesso dei ragazzi ad un computer in ambito scolastico, uno a testa13 , significa avere la volontà di eliminare le barriere socio-culturali che l’introduzione delle tecnologie digitali può creare e dare agli insegnanti la libertà di agire innovando la didattica osservando poi il lavoro svolto in modo sistematico ed analitico. Tutto questo sempre seguendo il paradigma costruttivista del learning by making, questa è la scuola del terzo millennio secondo Papert, secondo molte associazioni di
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Si veda lʼesempio dei mini pc progettati in collaborazione con De Kerckhove a 100 dollari lʼuno ricaricabili a manovella o ad energia solare per i paesi in via di sviluppo (circa 71 euro) o i mini pc indiani a 8/10 euro lʼuno progettati apposta per la parte povera della popolazione indiana, tra le più avanzate a livello di conoscenza dellʼinformatica. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 5
insegnanti impegnati nell’innovazione didattica e anche secondo il sottoscritto14. Stesso periodo15 terza intervista a Derrick de Kerckhove16 . Anche De kerckhove, in pratica, ripercorre le medesime convinzioni di Papert e Gardner, pur partendo da studi e situazioni molto differenti, nei confronti delle NTIC, dell’aspetto educativo e dell’apprendimento onde per cui mi soffermo solo sull’aspetto dirimente del suo pensiero. L’idea fondamentale che si aggiunge al pensiero degli autori precedentemente analizzati, quella che dà poi il titolo all’intervista stessa, è “la conoscenza connettiva”. Secondo De kerckhove la connettività, ricordiamo che ha mutato tale idea da P Levy che aveva parlato di intelligenza collettiva, è: veramente una delle grandi scoperte che resta ancora da fare nel mondo moderno: è importante capire, attraverso le reti tutte collegate tra di loro e la cui complessità interna è sempre più grande, che questa possibilità è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Adesso sappiamo servirci del nostro cervello sappiamo accelerare la nostra intelligenza, ci sono metodi per pensare più velocemente, quindi devono esserci anche metodi per far pensare più velocemente un collettivo. Questo è assolutamente chiaro. La connettività è questo: trovare dei metodi che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, che facciano pensare più rapidamente in gruppo17. Io sto esplorando questo fenomeno, che ho accolto nella mia pedagogia.
La connettività, l’intelligenza connettiva, a livello didattico è un mezzo per procedere più velocemente nella comprensione, attuata nel gruppo di lavoro, nel gruppo classe diviso in piccoli gruppi, della società complessa e di un qualsiasi percorso/contenuto didattico affrontato tenendo conto di quest’ulteriore paradigma, il lavoro interattivo comune connettendo i partecipanti. La metafora è quella della navigazione anche se andrebbe sostituita con quella dell’ipertesto ma siccome è un termine difficile da spiegare alla gente comune si 14
Una curiosità, Papert allʼepoca dellʼintervista aveva circa 70 anni quindi non è certamente un nativo digitale! 15
Intervista del 11/02/1997, “Verso la conoscenza connettiva”, Cannes.
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Tutte e tre le interviste, insieme ad altre sulla stessa tematica di NTIC ed educazione, si possono trovare sul sito di Mediamente, sono un pò datate ma conservano gli elementi essenziali di riflessione da cui partire; il sito è http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/tema.asp?tem=45 , consultato ad agosto ʼ09. 17
Il grassetto è mio. Questa tesi è confermata dal successo di ricerche, in vari campi, fatte con interscambio di dati in tempo reale fra ricercatori e gruppi di lavoro sparsi nel mondo; cosa impensabile sino a tre lustri fa. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 6
preferisce utilizzare la prima, in ambito didattico è preferibile usare “ipertesto”. Un ipertesto in realtà, come dice Franco Carlini18 nel suo “Lo stile del web”, ogni testo può essere un ipertesto ma l’ipertesto è un testo fluido, modificabile in cui si può interagire19, che nel contesto del web 2.0, possiede le caratteristiche per facilitare l’intelligenza connettiva. De Kerckhove affronta anche la questione dell’ “over load”20 è dice con fermezza che è un problema che non esiste più da tempo, perlomeno da dopo la diffusione di Yahoo come primo motore di ricerca. Affermazione molto coraggiosa fatta circa dieci anni fa, ad oggi rivelatasi assolutamente fondata. Con l’utilizzo accurato di vari motori di ricerca, generalisti e specializzati, l’over load è diventato una ricchezza non più un problema. Per completare la premessa fondante del nostro tema, compresa l’introduzione, cito qui in estrema sintesi una discussione avuta sul procedere ipertestuale tra alcuni corsisti della FAD221 in relazione agli studi per TIC, nel forum dedicato. “Allora forse il procedere ipertestuale è l’unico modo” era la riflessione domanda che ci si poneva, la risposta, forse scontata, basata sull’osservazione è sì, il nostro modo di apprendere è ipertestuale, sia nell’analogico che nel digitale, ciò che probabilmente manca, tra gli educatori e gli insegnanti è la consapevolezza e l’intenzionalità didattica del metodo ipertestuale. Ecco perchè utilizzare gli strumenti digitali, per ampliare la nostra multimedialità, il nostro apprendere ipertestuale ed incrementare l’intelligenza connettiva.
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F. Carlini, Lo stile del Web. Parole e immagini nella comunicazione di rete, Einaudi, 1999.
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Entrano in gioco qui due parametri dellʼipertesto, dimensione e granularità.
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Termine inglese per indicare lʼeccesso di informazione, soprattutto nel web.
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FAD2, Formazione A Distanza, secondo percorso per insegnanti di scuola primaria, UniRoma3, dal 2007. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 7
2. Cos’è digitale Si disquisisce ormai comunemente di digitale ed analogico22 ma è bene brevemente definire i due termini prima di procedere ulteriormente, precisando inoltre cosa significhi passare testo, immagini, suoni e video da analogico a digitale. Si parte spesso dal digitale senza tener conto che per millenni abbiamo viaggiato in analogico cioè abbiamo rappresentato delle grandezze per analogia compiendo delle operazioni anche molto precise ma con una richiesta di tempo a volte impegnativo e certamente più esteso. Analogico è una grandezza che può assumere infiniti valori in un intervallo, come ad esempio il segnale generato da un microfono o un onda sinusoidale. In generale, un segnale analogico è la rappresentazione o trasformazione di una grandezza fisica tramite una sua analoga. Alcuni esempi: • secondi (tempo) > angolo della lancetta dell’orologio; • segnale acustico > segnale elettrico (microfono). La rappresentazione numerica di una grandezza analogica è quasi sempre data da un numero reale o da una propria combinazione. In elettronica, per analogico si intende il modo di rappresentare il segnale elettrico all'interno di una data apparecchiatura (che lavora sotto potenziale elettrico); il segnale è detto analogico quando i valori utili che lo rappresentano sono continui (infiniti). Cioè se prendessimo in esame un intervallo spazio temporale A - B si passerebbe da Min a MAX per una infinità di mutazioni elettriche, non numerabili in R (dal latino continuum = congiunto, unito insieme). Analogico si contrappone a digitale. Digitale è un termine che deriva da digit (digitare in inglese) e anche da digitus (dito, latino) e spesso viene anche detto "numero" e indica un insieme finito di elementi. Si pensi ai dati digitali che sono rappresentati, in forma binaria, con 0 e 1. Un oggetto viene reso digitale quando il suo stato analogico, rappresentato da un insieme infinito di elementi, viene trasformato in un insieme numerabile di elementi. 22
In questo periodo è discorso comune il passaggio al digitale terrestre per la tv di alcuni canali per ora ma entro due anni circa del pacchetto completo, e quando si parla di televisione si ha allʼincirca un 98 % della popolazione interessata. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 8
Un esempio di questa "trasformazione" è data dai modem analogici che convertono il segnale analogico in segnale digitale. In particolare un segnale digitale è una sequenza di impulsi che possono essere trasmessi attraverso un cavo oppure attraverso dispositivi wireless. Per spiegare in modo semplice la differenza tra "analogico" e "digitale" è sufficiente far riferimento all'orologio: a) nell'orologio analogico la lancette dei minuti e quella delle ore si muovono in modo graduale b) nell'orologio digitale sono i numeri che indicano il cambiamento del dato temporale, in modo discontinuo. L'orologio digitale mostra, infatti, ad es. le 15:05 per un intero minuto, prima di segnare le successive 15:0623. Ciò che è digitale è contrapposto a ciò che invece è analogico cioè che non è numerabile, non è analizzabile entro un insieme discreto di elementi. Digitale è riferito dunque alla matematica del discreto che lavora con un insieme finito di elementi, mentre ciò che è analogico viene modellizzato con la matematica del continuo che tratta un'infinità (numerabile o non numerabile) di elementi24 . Digitalizzare è dunque il passaggio, la necessità a questo punto, di trasformare un’informazione, un dato, dal formato analogico al formato digitale perchè possa essere letta da un computer nel formato binario, da una serie di 0 e 1. Un oggetto viene digitalizzato, cioè reso digitale, se il suo stato originario (analogico) viene "tradotto" e rappresentato mediante un insieme numerabile di elementi. Per esempio una foto, normalmente formata da un infinito numero di punti ognuno dei quali formato di un'infinita gamma di colori, viene digitalizzata, e quindi tradotta in foto digitale, allorché la sua superficie la si rappresenti divisa in un numero discreto di "punti" (in genere piccoli quadrati o rettangoli detti pixel) ognuno dei quali formato di un colore tra i 16.777.216 possibili (se codificati in RGB, e cioè in una combinazione di 256 sfumature di rosso, 256 di verde e 256 di blu), ovvero 8 bit per colore25.
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Naturalmente si può avere la visione con i secondi.
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Le descrizione di analogico e digitale fanno riferimento a notizie reperibili sia in glossari di informatica, ve ne sono molti sul web ed alcuni in formato pdf sia sul sito di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/ Digitale_(informatica) consultato ad agosto ʼ09 sia dal sito http://www.pc-facile.com/glossario/digitale/ consultato sempre ad agosto ʼ09. 25
Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Digitale_(informatica), sito consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 9
Questo è ciò che avviene quando scannerizziamo una foto fatta con la macchina fotografica analogica. Un insieme di BIT (abbreviazione di Binary Digit) che come conseguenza principe porta all’interattività, cioè alla possibilità di intervenire su di essa per modificare il risultato adattandolo ai nostri scopi precipui26 . Digitalizzare un qualsiasi dato e informazione analogica è ormai possibile e facile tanto che ogni giorno nascono e migliorano applicazioni per poterlo fare. Sullo stile pienamente web 2.0 il sito di maestro Alberto27, di cui parleremo in seguito più diffusamente, dà notizia (tramite Feed RSS) quasi quotidiana di applicazioni che permettono e facilitano l’uso digitale, attivo e non passivo, del web. Questo grazie a Shannon che ha dimostrato (nel 1948) che si potevano analizzare i circuiti elettrici utilizzati nelle telecomunicazioni con il simbolismo dell’algebra di Boole con i due soli valori 0 e 1 che sono i progenitori dei bit, una codifica che si è rivelata molto più flessibile di quella analogica. La codifica digitale e la comunicazione dell’informazione digitale possono essere controllate, inoltre, in modo estremamente flessibile28. Effettuare la digitalizzazione, fare questo lavoro con impiego di energie e tempo, assume significato se si tiene conto del paradigma analizzato nella premessa di questo capitolo, avendo cioè la piena consapevolezza personale, progettuale/didattica dell’agire ipertestuale col metodo del learning by making.
26
CFR S. Lisi, Informatica per le scienze della formazione, Dal Big Bang... al Big Band, McGraw-Hill.
27
http://www.maestroalberto.it/ consultato settimanalmente durante la digitazione di questa tesi.
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C. E. Shannon: A mathematical theory of Communication, Bell system Technical Journal, vol 27, lug e ott 1948 Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 10
3. La conoscenza degli strumenti digitali Gli strumenti digitali, come detto, nell’ottica del web 2.0 si sono moltiplicati, quasi ogni giorno se ne dà conto di nuovi, e si moltiplicano in modo esponenziale continuamente. In modo particolare questi strumenti vengono creati e programmati da chi ha assunto come proprio paradigma di lavoro l’idea del web 2.0, del web semantico, o web 3.0. Non deve però spaventare la loro crescita esponenziale perchè per ogni cosa che desideriamo fare in rete esiste sicuramente più di un’applicazione adatta ma non dobbiamo rincorrere quelle nuove con la paura di rimanere indietro, sarebbe impossibile. Dobbiamo semplicemente ricercare, tramite siti specializzati o dedicati ad ambiti specifici, nell’ambito didattico o con motori di ricerca specializzati, l’applicazione che è utile al nostro scopo e avere l’accortezza di provarne alcune per trovare quella più adatta alle nostre finalità. Forum dedicati a queste discussioni e organizzati secondo il principio delle comunità di pratica ormai abbondano e insieme a molti thread, alcuni non utili per noi, si possono trovare indicazioni preziose per arrivare alla soluzione. È l’applicazione pratica e concreta dell’intelligenza connettiva. Per dare un’idea degli strumenti digitali che possiamo utilizzare, tenendo presente che a monte dev’esserci sempre la nostra consapevolezza, intenzionalità e capacità di progettazione didattica29, faremo ora un excursus grazie anche ad una presentazione in power point uploadata in internet su slideshare che mette insieme 94 applicazioni educative del web 2.030. 29
Si preferisce utilizzare il termine progettazione e non programmazione poichè alla base vi è il progetto che richiede un disegno di ricerca ed azione che determina le strategie operative, le conoscenze e i saperi, i metodi e le tecniche, i sistemi di valutazione e di verifica, a partire da situazioni effettivamente analizzate e ottimizzando le risorse a disposizione. Per chi volesse approfondire questa tematica vedere F. Tessaro I modelli della progettazione didattica SSIS Veneto. Ma come sempre in rete si possono trovare molti documenti ed iniziative di centri e associazioni di formazione per insegnanti. 30
94 Aplicaciones educativas è di Ana Garcìa Sans che si occupa, in Cile, di formazione “digitale”. Ho contattato personalmente lʼautrice e mi ha dato il permesso di utilizzare, citando lei e il suo lavoro, questa presentazione nei suoi contenuti per la tesi. La presentazione pur essendo in spagnolo è del tutto comprensibile e si può trovare allʼindirizzo web http://www.slideshare.net/annags/94-aplicacioneseducativas-20 , sito consultato nellʼestate del ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 11
Ho detto una presentazione in power point, potrebbe essere fatta con un software open source tipo Imprress dal pacchetto open office (siamo alla release 3.1) oppure con key note di Apple, che viene uploadata31 in un social network come slideshare in cui, dopo essermi registrato e loggato (da login, tutti termini dello slang dei fruitori del web ormai noti), inserisco il mio lavoro e decido se condividerlo con tutti, con gli amici, con il gruppo di lavoro cooperativo con cui sto attuando un progetto, con gli studenti. Le applicazioni web 2.0 utili per un approccio didattico/educativo di tipo learning by making and collaborative, aggiungo io, sono dunque molte. L’autrice Ana Garcìa Sans, prima di elencare le applicazioni, spiega che tali applicazioni sono in pratica degli attrezzi gratuiti sottoposti a migliorie continue, che permettono la socializzazione, si integrano fra di loro e offrono la possibilità di uno sviluppo delle competenze digitali ad alto livello per le generazioni dei nativi digitali, di coloro che sono cioè nella fase di apprendimento. Basterebbe ciò per convincere qualche ulteriore scettico sull’apprezzabilità didattica degli strumenti digitali ma ne elencheremo alcuni, rimandando alla visione di tutta la presentazione al sito web citato in nota n° 29. Con tale presentazione l’autrice, con lei le persone che hanno commentato, condiviso e contribuito a questo lavoro32, intende far conoscere le applicazioni che possono aumentare le competenze digitali sia le più semplici sia le più complesse. Si parte dalle più conosciute e dalle più semplici come Firefox, ormai famoso browser di navigazione33, google Chrome, ultimo arrivato tra i browser, naturalmente i motori di ricerca, prima fra tutti google (con le varie tipologie di ricerca avanzata), google Earth, Wikipedia, l’ormai famosa enciclopedia libera, gigapedia, traduttori gratuiti online, posta elettronica con google mail (o similari, non si vuol qui indicare per 31
Da upload termine inglese che significa caricamento, descrive il processo di invio di un file ad un sito web.
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Lʼottica è sempre quella dellʼaspetto cooperativo e collaborativo del web e della costruzione di conoscenza e sapere. 33
La scelta, se si può fare, tra due applicazioni simili di solito per gli utilizzatori assidui ma anche per navigatori non troppo “passivi”, come si vedrà cade la maggior parte delle volte sul software di tipo open source, di cui parleremo brevemente alla fine del terzo capitolo proprio per la sua apertura ai continui miglioramenti a cui è sottoposto il software non proprietario. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 12
forza una scelta ma viene valutato un’applicazione come servizio nell’ottica analizzata sopra), i vari servizi di google come organizer, documenti, scribd (per caricare documenti di vari formati online. Si prosegue con servizi per caricare presentazioni online, come slideshare e altre, per creare riviste online, informazione geolocalizzata (mai pensato di fare un diario di bordo di una gita scolastica con googlemaps abbinato a Panoramio, oltre i modi classici che conosciamo, per esempio?) per creare cruciverba e questionari, siti wiki, blog, questionari online, mappe concettuali, diagrammi, analizzatori di sintassi testuale, convertire archivi in PDF, marcatori come del.icio.us, desktop virtuali, lettori di RSS, per condividere le proprie foto, creare strisce di fumetti online, condividere la propria musica su radio solo digitali, condividere audio podcast e video naturalmente creati in modo cooperativo con i propri alunni e/o con un gruppo di docenti con cui si condivide un’esperienza, un progetto didattico, una comunità di pratica. E poi piattaforme digitali, VoIP, minisiti, creazioni di propri spazi di lavoro online condivisi, eccetera34 . Credo che qualche idea/progetto didattico sia già in fieri a questo punto nella mente di chi, educatore/insegnante/formatore si è sintonizzato sul learning by making! Ulteriore incentivo alla strategia proposta si può riscontrare nel Libro Bianco “Insegnare ed apprendere. Verso la società cognitiva” della comunità europea rinnovato nelle sue linee essenziali nelle “Strategie di Lisbona35 e nelle iniziative nate per sviluppare la dimensione europea dell’istruzione con i vari programmi annessi (Socrates, Erasmus, Comenius, Eurydice, Leonardo da Vinci) che servono a promuovere la conoscenza, la collaborazione e la solidarietà tra gli alunni dei diversi paesi della CE. Il concetto che sostiene tali iniziative è quello di una comunità europea che abbia
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Aggiornamenti e altre notizie sulla mentalità del web 2.0 si possono trovare, in spagnolo, sul sito http:// www.mentalidadweb.com/, consultato nellʼestate ʼ09. 35
Consiglio europeo del marzo 2000. Il sito di riferimento è http://europa.eu/legislation_summaries/ education_training_youth/general_framework/index_it.htm, consultato a luglio ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 13
un’economia basata su una conoscenza più competitiva e dinamica possibile36. La Strategia di Lisbona per l’educazione si fonda su un concetto, ormai imprescindibile, di “Lifelong learning” o apprendimento continuo lungo l’arco della vita. In questo contesto progetti basati sul metodo dell’imparare facendo attraverso i mezzi del web 2.0 facilitano direi, per prima cosa, evitano il rischio di learning divide dei discenti italiani37 , l’avvicinamento ai principali obiettivi della CE nel campo dell’istruzione che sono, in sintesi: 1. favorire la dimensione europea promuovendo l’insegnamento delle lingue degli stati membri (almeno due oltre la lingua madre); 2. promuovere la mobilità degli studenti e degli insegnanti; 3. favorire la cooperazione fra le istituzioni dell’istruzione; 4. scambio di informazioni ed esperienze; 5. scambi fra gli studenti; 6. sviluppare l’apprendimento a distanza; 7. favorire la formazione di base per tutti; 8. favorire e sviluppare l’e-learning”; 9. allungare la formazione per chi si è fermato al primo livello di istruzione superiore.
In questo contesto si è sviluppato il programma gioventù per l’Europa per favorire l’educazione non formale, l’apprendimento interculturale38 , la solidarietà e la mobilità internazionale dei giovani (fra 15 e 25 anni)39 . È questa la direzione; qualsiasi regresso o tentativo di chiusura ed esclusione non farà altro che aumentare il learning divide a cui è già sottoposto lo studente medio italiano. Gli strumenti digitali, come quelli analizzati nel testo di S. Lisi, partono da quelli
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Il Consiglio europeo ha rafforzato questʼambizione nel 2002 e nel 2005 ponendo lʼistruzione come una delle basi del modello sociale europeo, per questo che iniziative di alcuni gruppi politici e sociali che nascono in questo periodo sono delle boutade elettorali e restano fuori da ogni contesto europeo. 37
Discenti in genere nellʼottica della formazione continua, per cui qui non si parla solo di studenti dei vari ordini di scuola. 38
Affronteremo lʼargomento nel paragrafo 4 del Cap. 2.
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Vedere a tal proposito i siti http://www.gioventu.it/ e http://www.eurodesk.it/ consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 14
classici della scrivania, del Desktop con le differenze fra i vari sistemi operativi40 , e che sono riassumibili nei vari pacchetti office (open source o non open) che la stragrande maggioranza degli utilizzatori di personal computer ormai conosce ed usa con una certa regolarità41 , per giungere all’utilizzo del web come ricerca di informazioni e scambio di mail. A questo punto vi è il solco che divide un fruitore passivo da uno attivo, che applica in modo efficace ed utile la digitalizzazione dei propri dati. L’utilizzo attivo di tutte quelle applicazioni del tipo web 2.0 che abbiamo elencato sopra, la: ... conoscenza e la capacità di utilizzo delle nuove tecnologie ci mette in condizione di progettare nuovi e più stimolanti ambienti di apprendimento, ricercare informazioni o condividerle ed integrarle con altri membri della comunità42.
Anche G Trentin sostiene, in un suo articolo43, in altri termini lo stesso concetto concentrandosi su tre aspetti rilevanti nell'uso didattico di Internet. Il primo riguarda la categorizzazione delle attività conducibili in rete. Il secondo si riferisce alle competenze e alle conoscenze richieste all'insegnante per utilizzare efficacemente le diverse possibilità, il terzo, infine, riguarda una possibile tassonomizzazione degli obiettivi educativi perseguibili con il supporto delle reti. Egli individua una visualizzazione di tale concetto attraverso la rappresentazione grafica di una piramide (cfr figura sotto44), salendo verso il vertice diminuiscono le persone che hanno le competenze per accedervi ed essere soggetti attivi, cooperativi. Ma anche in quest’analisi si ritorna al concetto di rete come coordinamento, codecisione e cooperazione. L’uso della rete come spazio di condivisione (Rodden, 1993) e di cooperazione è in estrema sintesi l’utilizzo precipuo per finalità didattico/ educative dove gli attori possono essere sia gli studenti sia gli insegnanti.
40
Windows, Apple e Linux i più conosciuti ed utilizzati, due sono sistemi proprietario uno open source.
41
Anche qui vi è un programma europeo la ECDL (European Computer Driving Licence) che serve per dare la possibilità a tutti i cittadini di raggiungere le competenze minime di informatica per evitare il digital divide. 42
S. Lisi, Informatica per le scienze della formazione, op. cit. pag. 90.
43
G. Trentin, Cosa significa usare internet nella didattica?, CNR - istituto Tecnologie Didattiche, Genova, lʼarticolo si trova liberamente consultabile in rete. 44
Figura 1 nellʼarticolo citato in nota n° 42. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 15
Una costruzione a più mani basata su diversi ruoli di protagonismo degli attori, in cui l’imparare ha luogo perchè il processo è impostato in modo che sia l’interazione fra i partecipanti a favorire la crescita
e
dove
l’insegnante assume un ruolo di facilitazione
I diversi livelli di utilizzo del web. I due “terrazzini” gialli riguardano uno la scuola lʼaltro gli adulti in genere.
piuttosto che di docente. Muovendoci nella direzione degli obiettivi educativi partendo dalla conoscenza e abilità d’uso dei servizi telematici impariamo a conoscere il contenitore ed il contenuto adeguando le strategie didattiche per progettare sia il contenuto sia il contenitore (ciò che vedremo nei capitoli seguenti). Tutto quanto descritto sinora trova riscontro nei dati della ricerca dell’Osservatorio AlTech-Assinform fatta in collaborazione con CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) e pubblicato da APOGEO nel 2007 con dati relativi al 2005/0645. L’osservatorio si occupa dell’e-learning in genere in Europa, dei suoi attori, delle dimensioni del mercato, dei casi di successo in Italia, nelle aziende, nella Pubblica Amministrazione, nell’università e nella scuola. Qui prenderemo brevemente in esame il sesto capitolo che si occupa della scuola, tralasciando gli altri ambienti a chi fosse interessato per un proprio approfondimento. Viene contestualizzato, per la scuola, prima il dato europeo con il riferimento ad iniziative veramente degne di nota sia a livello di CE sia nazionali. Tra queste ne cito una che, secondo la mia opinione, bisognerebbe avere il coraggio di attuare (magari 45
R. Liscia, a cura di, e-learning, Strategie per lo sviluppo e le competenze, ALTech-Assinform, in collaborazione con CNIPA, Apogeo, Milano, 2007. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 16
con l’ausilio economico di aziende che insistono sulla lontananza dell’istituzione scuola dal mondo del lavoro ma poi concretamente si limitano ad azioni di stage programmate che vanno progettate meglio con obiettivi a medio e lungo termine) anche in Italia perchè non è estemporanea e va nella direzione della mentalità didattica del learning by making e del web 2.0 più volte citata. Si chiama Lehrer-online46 un progetto di area tedesca sviluppato nell’ambito di un programma ministeriale e supporta gli insegnanti di scuola attraverso un servizio gratuito (ha avuto inizio nel 1996) disponibile in Internet e dedicato all’uso dei media digitali. Si configura come un network ed è curato da insegnanti esperti con competenze pedagogiche che assistono gli autori/insegnanti curricolari di scuola, che trasmettono la loro esperienza con gli strumenti digitali. L’ambiente cooperativo di lavoro e di formazione è “lo-net²
47
(purtroppo solo in tedesco) e rappresenta
un’iniziativa governativa che tende a coinvolgere un numero molto alto di docenti e per offrire vari servizi tra cui training e comunità di pratica veramente attive nello stile peer to peer. Credo veramente, escludendo chi vuole attuare percorsi avanzati e specifici, sia la strategia migliore per coinvolgere il maggior numero di insegnanti e formatori nell’apprendere ed inserire nella propria progettazione didattica gli strumenti digitali. In ambito italiano l’Osservatorio ha cercato di rilevare, oltre la domanda di percorsi formativi web based, la richiesta di integrazione delle NTIC nella didattica. È emerso che vi una certa familiarità dei docenti nei confronti degli strumenti digitali classici del desktop ma questa diminuisce quando si passa a tool del tipo Skype, podcast e wiki. Per l’e-learning come utenti invece vi è una evoluzione positiva sia come partecipazione sia come evoluzione delle-learning stesso verso modelli che sfruttano meglio le opportunità del web 2.048. Ciò riguarda i docenti come utenti. Si ha più o meno lo stesso trend per quanto riguarda i docenti come attori. Emerge
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http://www.lehrer-online.de/ consultato in agosto ʼ09.
47
http://www.lo-net2.de/ww3ee/101505.php?sid=96854189645521766324998369836200, consultato ad agosto ʼ09. 48
Op. cit. pag 100/110, si possono trovare diagrammi e tabelle molto dettagliate. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 17
come sia importante il contesto, spesso scoraggiante sia per dati tecnici sia per scarsa partecipazione dell’istituzione in cui si lavora (per cui colleghi, genitori, alunni, dirigenza); le iniziative locali sono ancora molto rare e i docenti sono meno propensi a ritenere efficace l’e-learning nel percorso curricolare e lo vedono adatto piuttosto per la cura di interessi extrascolastici o percorsi compensativi del curricolo. Inoltre sono molto propensi a proporre l’utilizzo degli strumenti digitali del desktop ma tale propensione diminuisce nei confronti dei tool propriamente web 2.0 che abbiamo elencato sopra vedendo lo sviluppo delle NTIC più nella loro integrazione alla didattica curriculare che nella creazione di veri percorsi alternativi o integrativi. Vi è comunque un risultato positivo con un chiaro messaggio, quasi nessun docente è contrario al “web learning” e più del 70% del campione (circa 800 docenti) è favorevole all’utilizzo di internet con scopi didattici. Vi è anche una parte di indagine sugli studenti ma è indirizzata a studenti del 4° e 5° anno di un istituto superiore lombardo, troppo circoscritto per il nostro tema49. Interessanti però sono due elementi che cito qui, uno è l’alta percentuale di utilizzatori in modo attivo di internet (circa 80%) l’altro è un dato che si discosta , anche se in modo lieve, da quello dei docenti e cioè che il 68% ritiene utile internet proprio per attività legate agli impegni scolastici e non solo come integrazione. Risulta esserci poca consapevolezza delle potenzialità e dei limiti dell’e-learning anche perchè solo il 28% ne ha avuto esperienza diretta (questo dato è in relazione con quello degli insegnanti)50. Questi dati dovrebbero incoraggiare ad attuare iniziative ministeriali, regionali e locali (magari con l’attenzione di aziende che hanno impostato il loro business proprio sul web) più coraggiose e a lungo termine, certamente non episodiche.
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Mi chiedo perchè tali inchieste vengono fatte solo alle superiori tra coloro che non sono considerati “nativi digitali”, sarebbero molto interessanti invece analisi di dati su scuola primaria e secondaria di primo grado. 50
Interessanti sono, nellʼultimo capitolo dellʼOsservatorio, op. cit. i casi di eccellenza di e-learning in Italia, tra cui Isvor Fiat - La formazione per tutti: e-learning di massa del 2006, Tutto esaurito al Learning Point del Gruppo Torinese Trasporti GTT! e infine uno del comune di Venezia “Le comunità di pratica come strumento di integrazione organizzativa e di capitalizzazione della conoscenza. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 18
3. Gli strumenti digitali: 3.1. per docenti ed educatori Per chi adulto ed ha compiti educativi e di insegnamento, secondo il paradigma che è qui sostenuto, è assolutamente necessario che sia consapevole dell’importanza di tali medium nell’approccio comunicativo della costruzione del sapere nell’attuale società complessa51 . Dev’essere edotto inoltre sul fatto che l’educazione nel suo complesso si ramifica in tre filoni, formale, non formale (riconosciute esplicitamente nella Strategia di Lisbona che ha integrato il Libro bianco citato sopra) e informale (implicitamente riconosciuta dall’organismo CE), e che in essi si integra e completa onde per cui l’integrazione nella didattica di alcuni applicativi web 2.0 diviene conditio sine qua non, un strategia motivazionale, un potenziale aggregativo aggiunto di sicuro effetto. Alcuni docenti di scuola secondaria di primo grado, per esempio, e all’inizio della secondaria di secondo grado hanno “sfruttato” il fatto di sapere dell’ampio utilizzo di messenger52 (applicativo IRC cioè Internet Relay Chat, ormai più comunemente conosciuto come Chat) da parte dei propri alunni nel primo pomeriggio, quando la maggioranza dei ragazzini sono a casa da soli, utilizzando tale modalità sincrona53 per migliorare dapprima la relazione con essi poi attivando la curiosità per approfondimenti e/o chiarimenti della disciplina insegnata, differenziando e progettando. Naturalmente i docenti che hanno attuato questa strategia si sono accordati, dopo aver percepito la disponibilità degli alunni, con i genitori, comunicando alla dirigenza l’iniziativa e dando una disponibilità oraria compatibile con i propri impegni molto precisa, comunicando inoltre agli alunni che in caso di presenza online fuori dalla 51
Si rimanda qui al paradigma della complessità come inteso da Karl Popper in cui descrive la società complessa come un insieme di interrelazioni necessarie alla vita sociale pur nella loro complessità. 52
Applicativo di Microsoft che viene utilizzato ormai in alta percentuale dai ragazzi (si parte dalla 4°/5° classe della scuola primaria) dai 10 anni in poi per “chattare” chiacchierando e scambiandosi notizie su forum dedicati a videogiochi o tematiche di loro interesse. Si può scaricare lʼultima versione di messenger dal sito http://www.msgpluslive.it/download/. 53
Da glossario informatico: trasmissione di dati nella quale le informazioni di temporizzazione per lo scambio dei dati sono comprese nei dati stessi. La trasmissione è più veloce di quella asincrona, che utilizza la tecnica di start/stop. Cioè la comunicazione avviene in tempo reale e può essere scritta, a voce e/o video. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 19
fascia oraria stabilita dovevano aspettarsi una non risposta non per mancanza di netiquette54 ma perchè il docente (ogni applicativo di IRC dà la possibilità di comunicare agli altri il proprio stato con tipologie simili, disponibile, occupato, non al pc, ecc, per cui si può scegliere una di tali modalità pur rimanendo online) risulta essere impegnato. Gli applicativi di IRC, ricordiamone alcuni altri tipo Skype55, ooVoo56 , Google Talk57, Yahoo messenger58, ecc., sono ormai un mezzo per comunicare gratuitamente, esclusa la connessione, anche con più persone alla volta (per conferenze o lezioni oltre le tre/cinque persone occorre avere un account a pagamento) e in modo sincrono molto semplice e perciò molto in auge. I docenti che hanno attuato questo tipo di sperimentazione si sono dichiarati soddisfatti per l’aumentato interesse per la loro disciplina e anche per miglioramenti da parte di qualche alunno nello specifico della disciplina dichiarando che il tempo “perso”, o meglio dedicato, era stato ben speso per due motivi: •migliore intesa in classe (non con tutti chiaro ma con la maggior parte) e quindi utilizzo più efficace del tempo didattico in classe; •risultati complessivamente migliori e valorizzazione delle eccellenze. In alcuni paesi europei queste sperimentazioni ottengono l’accezione di progetto e viene riconosciuto all’insegnante come impegno lavorativo il tempo impiegato in suddette attività. Senza intendimenti polemici si vuol sottolineare l’importanza di un uso strutturato e guidato59 degli strumenti digitali ed esprimere con forza la necessità di una formazione/informazione continua da parte di docenti, educatori, genitori, adulti in genere, per una scelta didattico/educativa consapevole con una visione
54
Parola derivata dallʼunione della parola francese etiquette, cioè buona educazione, e net (rete o network), cioè un insieme di buone regole per ogni utente di un gruppo di partecipazione online. 55
Si può scaricare dal sito http://www.skype.com/intl/it/useskype/.
56
Dal sito http://oovoo.softonic.it/.
57
In questo caso bisogna avere un account con google mail, vedremo meglio nel 3° capitolo.
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Si può scaricare dal sito http://it.messenger.yahoo.com/download/.
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Dato emerso anche dallʼanalisi dellʼOsservatorio AlTech-Assinform, nellʼinchiesta sugli alunni, op. cit.. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 20
progettuale globale finalizzata all’uso degli strumenti educativi del web 2.0 3.2. per gli alunni I docenti della scuola primaria che hanno iniziato con molto entusiasmo ed impegno l’approccio alla didattica multimediale, com’è stata definita dal 1996 in poi con i famosi progetti ministeriali detti 1A e 1B60 , si sono via via avviati verso una certa indifferenza perchè non ha fatto seguito a quei progetti, pur con i vari tentativi ForTic, una politica progettuale a lungo termine abbinando aggiornamenti del personale ad aggiornamenti tecnici hardware e software e di connessione a banda larga. Il ripetere all’infinito l’utilizzo di pochi applicativi desktop e un certo fallimento dei programmi software per produrre ipertesti così come l’uso di CdRom multimediali61 ha causato lo scemare dell’impegno e dell’entusiasmo in tal senso. Dall’epoca della banda larga in poi, quindi da alcuni anni, tali problematiche possono essere risolte e superate. Esempio banale ma indicativo. Molti docenti si son detti non più incentivati a produrre presentazioni, in power point o altro applicativo, perchè nelle manifestazioni scolastiche, di fine anno e non, il tempo è sempre limitato e bisogna fare una sintesi della sintesi con aggravio di lavoro e poca soddisfazione degli alunni e per se stessi, ed anche se si produce un CdRom spesso non viene visto da tutti i genitori degli alunni, poi rimane chiuso, immutabile e presto superato. Se tale presentazione la attuo con la metodologia del learning by making and collaborative con gli alunni e la inserisco su slideshare62 dopo essermi creato un account, posso poi condividere la presentazione con i genitori dei propri alunni, con altre classi di altri parti di Italia e d’Europa con cui si è collaborato e le posso aggiornare e modificare se nel proseguo dell’attività didattica vi sia la necessità.
60
Il progetto 1A era indirizzato allʼacquisto di pochi computer per aumentare le competenze dei docenti, lʼ1 B era indirizzato alla formazione del laboratorio di informatica per gli alunni, con almeno una decina di pc. internet viaggiava in dial up a 56K ed era ancora molto raro in Italia. Lo scrivente fu curatore del progetto 1B per la scuola dove insegnava allora dopo aver formato una decina di colleghe, allora solo con gli applicativi del desktop. 61
Entrambi apparentemente molto arricchenti, ben fatti, ma purtroppo chiusi, cioè una volta chiuso il prodotto non è più modificabile. 62
Sito http://www.slideshare.net/. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 21
Posso inoltre inserire il link all’interno del blog della classe, nel sito wiki, nella newsletter, ecc. dando nuova vitalità alla propria didattica ed entusiasmo ai propri alunni (compresi i genitori) ma soprattutto una prospettiva aperta a sempre nuove idee e prospettive. Dunque anche uno strumento utilizzato per disegnare figure geometriche, poichè aperte è veramente difficile, come paint o Tux Paint 63 può assumere nuovi significati, non solo l’acquisizione di manualità col mouse ma una finalità aperta a varie soluzioni, la più semplice inserire il disegno sul blog della classe oppure... Lo stesso dicasi per i vari applicativi desktop del tipo office, ancor più con oggetti di grafica, di suoni, video, libri elettronici o e-book. Un esempio, progettando un lavoro didattico si stabilisce di produrre dei disegni che verranno poi utilizzati, dopo averli scannerizzati, con varie finalità, per produrre cartelloni murali, il giornalino di classe da stampare, l’arricchimento del blog della classe, ecc. . Oppure creare un e-book da mettere online sempre sul sito o sul blog. Ci sono vari software tra cui Microsoft Reader, indirizzo web64, si inserisce in word dopo l’installazione, per cui creiamo testo ed immagini nel documento word stesso poi esportiamo nel formato .lit di e-book. Ma molti altri sono i programmi open e free, tra cui eBooksWriter Lite65 , poi MyeBooks66, ancora MegaZine 367 , Primi Libri68 , Overdrive media console69 , e molti altri ancora. La ricerca e la scelta dev’essere fatta secondo le proprie esigenze (tipo di pagina, come si sfoglia, possibilità di inserire immagini, suoni, video, online, offline, ecc.). Alcuni sono completamente open altri hanno una parte open con alcune funzionalità, la parte full è invece a pagamento. 63
Software tipo paint ma open source, dal sito http://tuxpaint.org/ che insieme a TuxTipe, software per apprendere ad utilizzare la tastiera in modo ludico, al sito http://tux4kids.alioth.debian.org/projects.php fa parte del progetto Tux4Kids software open source per bambini. 64
Sito http://www.microsoft.com/reader/it/default.mspx, consultato ad agosto ʼ09.
65
Sito http://www.programmigratis.com/Multimedia_Lavoro_e_Produttivita/Creazione_EBook/ eBooksWriter_LITE_Italiano_9_Recensione.html, sito consultato ad agosto ʼ09. 66
Sito http://www.myebook.com/, consultato ad agosto ʼ09.
67
Sito http://megazine.mightypirates.de/?c=home&l=en, sito consultato ad agosto ʼ09.
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Sito http://www.vbscuola.it/area/a-appli2009.htm, consultato ad agosto ʼ09.
69
Sito http://www.overdrive.com/, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 22
Concludo quest’excursus indicando tre tipologie di siti didattici interattivi adatti che si possono utilizzare con i bambini anche del primo ciclo della scuola primaria e la citazione di un progetto che tende ad applicare in pieno l’idea del web 2.0. Il primo è un sito attivo da pochi mesi e pensato, in stile learning by making, proprio per i bambini dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia e per tutto il ciclo della primaria, si chiama MyPage70 , è un sito dinamico dove sono banditi banner pubblicitari e link esterni e dotato di una sezione “parental control” per cui pienamente sicuro. Ecco come si presenta la home page:
È richiesta l’iscrizione tramite account con mail valida di un adulto per verifica poi, appena ricevuta conferma, si può subito iniziare a costruire la propria pagina internet. Qui la guida, il facilitatore (sia docente, genitore od educatore) interviene con una breve spiegazione iniziale, è sempre bene far per proprio conto delle prove per saper rispondere alle domande degli alunni, e delle prove congiunte poi si lascia proseguire i discenti secondo le loro scelte e preferenze nella propria sperimentazione. La progettualità sta, come sempre, a monte nello scegliere come condurre questa 70
Il sito è http://www.mypage.it. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 23
attività che aiuta i bambini ad impratichirsi con il web, e cioè se condurre tale attività nel laboratorio di informatica (sicuramente un paio di volte), con l’accordo dei genitori, per poi farli proseguire in piena autonomia da casa71
visitando
saltuariamente le pagine dei propri alunni oppure con modalità mista. La procedura che abbiamo descritto sopra credo si possa applicare a qualsiasi scelta venga fatta nella direzione della didattica del e con il web come una specie di piccolo vademecum: • scegliere una o più applicazioni; • progettare un percorso; • comunicare le proprie intenzioni (meglio se di team didattico) ai genitori con le finalità didattiche da perseguire; • creare una mailing list degli alunni/genitori; • scegliere le modalità e procedere con l’attuazione; • attuare le verifiche in itinere e finale con gli alunni (e genitori); • proseguire nelle attività, ampliandole. Gli altri due siti, citati come esempio, sono sempre in stile web 2.0 ma organizzati non per essere costruiti ma fruiti in modo simile a dei learning object, o se vogliamo in brevi unità didattiche, per apprendere due diverse lingue straniere, inglese e spagnolo. Entrambi sono all’interno di siti specializzati nel mondo educational, quello in inglese all’interno del sito di Rai educational, quello spagnolo all’interno del sito del Centro virtual de enseñanza Cervantes e come sopra hanno un alto livello di sicurezza senza link esterni all’interno del percorso. Non richiedono account ma vi è una sezione in cui ci si iscrive se si vuol far parte di una community o per ricevere una newsletter, essi sono fruibili in modo ipertestuale. Hanno in comune un’ottima sezione per i docenti sia come guida al percorso sia come proposte didattiche. La modalità di fruizione e procedura anche qui seguono le indicazioni descritte
71
Si pone però il problema di chi non ha un computer o una connessione internet nella propria abitazione anche se sono casi sempre più rari. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 24
sopra. I due siti sono: Mi mundo en palabras (in spagnolo) 72; DivertInglese (in inglese)73. Un accenno ad un progetto sperimentale chiamato “Progetto un computer per ogni studente” che ha visto nell’a.s. 2008/09 la partecipazione di cinque classi di scuola primaria in tutta Italia74. I computer in questione sono i JumPc portatili a basso costo della Olidata, una specie di netbook , che vengono dati in dotazione a ciascun alunno delle classi che aderiscono alla sperimentazione. Con questi computer è possibile avviare un primo percorso di sperimentazione che: • verifichi le potenzialità dell’inserimento dell’uso del “computer da zainetto” nei percorsi didattici quotidiani (dalla lingua alle scienze, dalla matematica alla storia), come strumento sia collettivo sia individuale; • fornisca agli insegnanti e agli scolari interessati l’occasione per compiere un’esperienza d’uso di strumentazioni parzialmente differenti da quelle usuali nelle scuole, in modo da acquisire una mentalità più flessibile nei confronti delle tecnologie della comunicazione digitale, in continua modificazione.
Un piccolo pc che è libro, quaderno e computer contemporaneamente con un collegamento internet sempre attivo. Credo uno dei modi, compresa la lavagna elettronica, per superare finalmente la staticità e le difficoltà tecnico/logistiche del laboratorio di informatica ed una concreta possibilità di innovare la didattica nella prospettiva più volte richiamata qui del web 2.0. Rimando ai siti per l’approfondimento, per mettersi in contatto con i docenti referenti del progetto e per conoscere modalità, difficoltà pratiche tecniche ed economiche75 nell’attuazione76.
72
Il sito è http://cvc.cervantes.es/ensenanza/mimundo/default.htm, consultato nellʼestate ʼ09.
73
Il sito è http://www.ild.rai.it, consultato nellʼestate ʼ09.
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Un pò risicato come numero per avere dei dati consistenti e una diffusione mediatica informativa.
75
Per le classi sperimentatrici è stato gratuito ma, come al solito, ci sono difficoltà ad allargare la sperimentazione. In altri stati si sta facendo molto di più e a chi non ha la sperimentazione può comprare netbook simili a prezzi decisamente più bassi, cioè 100 dollari pari a circa 71 euro. 76
Il sito del progetto è http://share.dschola.it/olpc/default.aspx, il sito della Olidata con anche videolezioni sul JumPc è http://www.olidata-jumpc.com/ita/.Siti consultati ad agosto ʻ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 25
Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 1 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 26