Capitolo 3 Il blog didattico e i siti wiki “Nemo mortalium omnibus oris sapit” Plinio il Vecchio (Nessun mortale è saggio a tutte le ore)
Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 1
1. Cos’è un weblog Alcune brevi definizioni: •In informatica, e più propriamente nel gergo internettiano un weblog (blog) è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni riflessioni, considerazioni, ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video. •Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "traccia su rete". Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; il 18 luglio 1997 è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, riferendosi allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer del software che ne permette la pubblicazione (si parla di proto-blog), mentre il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a John Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby. Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog1 . •E' un luogo di interazione, un modo per stare (virtualmente) insieme agli altri e per esprimere liberamente la propria creatività, la propria opinione sui più svariati argomenti poiché raramente si tratta di siti mono-tematici. •E' un sito web, gestito in modo autonomo dove si tiene traccia (log) dei pensieri, quasi una sorta di diario personale, in cui però è possibile la condivisione e l'interazione diretta con gli altri blogger o appartenenti alla blogosfera (in inglese, blogsphere)2.
“Omnia bona, mecum porto”! Partire da questa citazione latina o da questa, molto più digital, di Bauman “siamo in una cultura liquida che necessita di un sapere liquido”, per descrivere uno strumento del web 2.0? Credo che entrambe possano essere una buona premessa per penetrare, con questo capitolo, nel mondo degli strumenti digitali attraverso il loro utilizzo concreto nella progettualità didattica. Il blog credo si possa in estrema sintesi definire attraverso le due citazioni apparentemente agli antipodi. La prima si confà ad una delle definizioni più diffuse e semplici del blog come “diario personale”, uno zibaldone digitale, dunque portare con se le buone notizie, le esperienze positive proprie o di gruppo per protrarne la memoria e condividerla e tracciarla nel web. Quindi porto con me ciò che di buono ho costruito a livello di percorso personale, 1
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Blog, consultato ad agosto ʼ09.
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Dal sito del comune di Torino http://www.comune.torino.it/infogio/blog/, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 2
educativo, didattico. La seconda contestualizza in pieno, all’epoca dei nativi digitali, il tipo di modalità di fruizione della cultura nella società liquida3, “la modernità liquida da un lato ci rende insicuri e dall’altro ci offre cancel o delete per tornare così nella fluidità”, questa è una frase che sintetizza bene il pensiero di Bauman e in pratica ci richiama all’utilizzo del blog in quel “cancel or delete”, per essere nella fluidità liquida della cultura fruita oggi e per uscire dall’insicurezza della cultura statica appresa sino a pochi lustri fa. Quante volte ci si sente dire che la scuola di una volta preparava meglio, era più seria e ci si ricordava tutto, o quasi. Era la cultura dell’apprendimento mnemonico e del contenuto quasi invariabile. Da alcuni lustri, almeno, non è più così. Esempio banale e semplice, per un alunno di 5ª elementare del 1989 la Jugoslavia studiata in geografia era una nazione con confini certi, varie caratteristiche geo-territoriali ed economiche invariabili4 ; per un alunno di 5ª del 1999 non era più possibile definire la nazione Iugoslava con nessuno dei parametri validi sino a qualche anno prima. Si può ancora continuare, senza prescindere dalla serietà e della richiesta di impegno continuo e approfondito, con una cultura “solida”5 senza nessun dubbio di fluidità, di liquidità, senza tener conto della complessità? Ecco che il blog può essere uno strumento didattico/educativo adatto a compensare didattica solida e didattica liquida. Allora vediamo ora concretamente cos’è un blog, le sue diverse tipologie, gli usi distinti con cui può essere creato e fruito. La parola weblog, normalmente detto blog, è entrata a far parte dei dizionari6 dal 2004 ormai conosciutissima non solo nel web con termini correlati come blogger e blogosfera. Secondo Technorati, motore di ricerca specializzato nella ricerca dei blog, 3
La definizione è di Zygmunt Bauman, Nei suoi ultimi lavori, egli ha tentato di spiegare la 'postmodernità' usando le metafore di modernità 'liquida' e 'solida'. Per conoscere il suo pensiero http://www.violettanet.it/ poesiealtro_autori/BAUMAN.htm, o http://it.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman consultati ad agosto ʼ09. 4
Non che fosse tutto invariabile ma, a parte lʼeconomia, era studiato e fatto studiare come lo fosse.
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Nel senso dichiarato da Bauman.
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Il primo fu il MarriamWebster nel 2004. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 3
dal marzo 2003 al giugno 2005 si è passati da poche migliaia di blog a quasi 19 milioni e il loro numero raddoppia, negli ultimi anni, ogni 5 mesi. Come e da dove cominciare a costruire un blog che sia finalizzato alla didattica? Un dato che emerge chiaramente e viene descritto e analizzato in modo preciso nel testo “Blog generation” di Granieri7 è che la possibilità, pur se con difficoltà e modalità diverse, di comunicare in modo attivo nella rete è esistita sin dal suo inizio. Ha cominciato a diffondersi con i BBS (Bullettin Board System) avendo ben presente la premessa che si inserisce in un contesto di comunicazione con pregi e contraddizioni che le sono proprie8, ma che assumono ora dimensioni e caratteristiche diverse. Eventi politici importanti, per esempio (per non entrare in questioni politiche italiane) l’ultima campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti, ha visto da parte dell’attuale presidente Obama la capacità di utilizzo del web per trasmettere informazioni sulle strategie e scelte politiche che avrebbero indirizzato il proprio mandato. Ciò conferma un’espressione di Derrick De Kerckhove in cui afferma che in futuro la lotta politica non sarà più fra destra e sinistra ma fra chi guarda la tv, senza risposta e interazione, e tra chi accede alla rete per avere un’informazione più completa, autogestita e alimentata secondo la propria necessità. Cosa che purtroppo la gente unplugged9 potrà fare con sempre maggior difficoltà10 . Per prima cosa bisogna tener conto che internet è più veloce di noi, mentre io scrivo 7
G. Granieri, Blog generation, Editori Laterza Roma-Bari, quarta edizione, 2009.
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Ho in mente un racconto/metafora, di cui non ho più i riferimenti, sul passaggio dallʼoralità (rappresentata come una porta) alla scrittura/testo (rappresentata come una finestra), parti di una stessa casa. Allʼinizio la porta viene ancora utilizzata, poi man mano che il tempo passa, la porta/oralità viene dimenticata, “muore”, finché dopo un millennio uno storico/archeologo non la ritrova penetrando nella casa dalla finestra poichè solo di quella vi era documentazione. La tesi di questo racconto è che il testo scritto avrebbe ucciso lʼoralità e lʼumanità si sarebbe parlata solo col testo scritto. Ciò non è avvenuto così come non ci sarà lʼesclusione del testo lineare/cartaceo con la maggior diffusione del testo digitale. Anche nei testi sacri un passaggio, unʼevoluzione è vista attraverso la metafora della morte, qualcuno deve morire per far posto ad un altro, ma non è una morte fisica. 9
Cioè non connessa.
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Domanda/dubbio, sarà forse per questo che organizzazioni politiche e sindacali hanno molti più iscritti fra i pensionati che fra lavoratori attivi? Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 4
e un altro legge questo testo su cartaceo, migliaia di persone di fronte al loro monitor stanno lavorando per cambiare le cose, innovare sviluppare attuando una complessità che cambia la vita e i modelli cognitivi di milioni di persone11. Nonostante queste premesse i mass media generalisti hanno insistito per molto tempo, anche con gaffe ridicole, nel mettere in luce l’aspetto della notizia di cronaca nera o rosa che coinvolgeva il web più che non milioni di persone che attuano l’intelligenza connettiva. I weblog hanno subito lo stesso trattamento. Sono però un caso esemplare per spiegare la divulgazione della tecnologia e secondo De Kerckhove sono la prima creatura che dimostra la piena maturità del web non nell’esibizione dell’io ma del rapporto con gli altri, tanto è vero che sono sette le cose, in estrema sintesi, da sapere per aprire un blog: • Un Blog è personale ma pubblico. Personale nel senso che è tuo e lo gestisci come vuoi. Pubblico nel senso che possono leggerlo tutti. • Su di un Blog puoi pubblicare quello che ti pare. • Un Blog è facile da usare, non necessita di competenze tecniche particolari. • Tutte le tue pubblicazioni (si chiamano post) vengono "etichettate" con la data e l'orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico inverso (dal più nuovo al più vecchio). •Un Blog mantiene l'archivio storico facilmente accessibile di tutto quello che pubblichi. • Chi ti legge può lasciare dei commenti a quello che hai scritto • Aprire un proprio Blog non costa nulla12.
La caratteristica del “tutti possono pubblicare” senza avere per forza un editore è sicuramente quella che più viene vista come una minaccia per l’establishment culturale e mediatico, ma ciò che è spazzatura non passerà il vaglio del setaccio. Al di fuor di metafora ciò che rimane sono la qualità e la verità, ancor più proprio perchè l’idea sottesa del weblog è quella di far passare la comunicazione, se importante, a più persone, e più persone vagliano più post critici e/o di conferma avremo. 11
G. Granieri, cit. pag 21.
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Ivi nota n° 2. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 5
Un blog, tecnicamente, non è che il modo più semplice di sistema per la gestione dei contenuti, sistema chiamato CMS13 che sono progettati per favorire l’organizzazione e la pubblicazione delle informazioni anche a chi non ha capacità tecniche se non quella di elaborare un testo al computer. La base per il blogging può essere ridotta ad un modulo per inserimento dei testi in un database e ad uno di output che li estrae e visualizza in una pagina web con l’ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri in basso. Basta avere un indirizzo mail per iscriversi e qualcosa da dire. Il problema non è più tecnico, secondo l’idea di Tim Berners-Lee che voleva farne un posto dove fosse facile sia pubblicare sia consultare, ma di contenuto e come tale i blog sono difficili da catalogare per categorie perchè hanno vari post, cioè le singole annotazioni, tracce on the web, e ognuno di essi può seguire una tematica diversa anche se il focus iniziale fosse didattico, nel nostro caso. Qualcosa di più profondo e complesso della pubblicazione di un diario personale, intellettuale. Dunque sono un format nuovo che non è possibile definire per analogia. Sono l’approdo più semplice e naturale per tutti i materiali destinati alla condivisione e alla pubblicazione14, inoltre interagiscono con facilità con altri tool del web 2.0 che abbiamo elencato e con cellulare e macchine fotografiche digitali. La rete ha così finalmente connesso interattivamente milioni di persone, trasformandola da rete di contenuti a rete di discussione, verso l’intelligenza connettiva. I weblog raggruppano i contenuti, di capacità di memoria e possibilità di ricerca per persona fornendo uno strumento di identificazione molto forte. Si conosce meglio un blogger che si legge tutti i giorni che un proprio collega di lavoro, ha affermato Valdemarin, sono relazioni salde che si instaurano poichè nel blog noi inseriamo il nostro pensiero, scrivendolo, attualizzandolo, sviluppandolo, lo rendiamo pubblico e la possibilità di commentarlo con un giudizio, anch’esso pubblico, contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità intellettuale
13
CMS è lʼacronimo di Content Manager System. Un CMS, letteralmente sistema di gestione dei contenuti, è uno strumento software installato su un server web studiato per facilitare la gestione dei contenuti di siti web, svincolando l'amministratore da conoscenze tecniche di programmazione. http://it.wikipedia.org/wiki/ Content_management_system, consultato in agosto ʼ09. 14
G. Granieri, cit. pag. 29. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 6
in cui la regola fondante è il confronto15. Si stabilisce in rete un punto di presenza della persona, blog come applicazione del network sociale che rappresenta l’elemento singolo dell’intero sistema, cioè l’individuo, secondo Peter Kaminski. I blog sono insieme la parte abitata del web e hanno generato, come dicono gli anglofoni, la “big conversation” con uno standard di conversazione dialogica utilizzata ormai anche per gli altri tool del web 2.0. Con un’integrazione ormai perfetta tra chi scrive e chi legge e commenta, tra scrittura e lettura l’unità di testo sta nella sua destinazione e non più nella sua origine (R. Barthes) si può dunque parlare del concetto di “screttura”, termine coniato da De Kerckhove16 , cioè leggere e scrivere sono divenuti col web la stessa cosa o sempre meno distinguibili. Per l’erede di McLuhan, i blog sono veramente “scretturali”, non si tratta solo di diari online, internet può essere paragonata ad una grande agorà ma vi si deve partecipare attivamente ottenendo così una rete come fonte universale d’informazione aperta e non chiusa17, per passare alla memoria collettiva, al web semantico in un futuro prossimo. Se trasferiamo lo stesso principio a livello didattico, per dirla sempre con Kaminski “senza un blog sei solo uno spettatore passivo nella rete”, rischiamo di non attuare pienamente il principio del learning by making poichè nella blogosfera non si svolge un gioco a somma zero ma autentica collaborazione che genera valore aggiunto per tutti un pò come quando si attua un testo collettivo in classe18. Per concludere questo paragrafo inserisco un breve e non esaustivo elenco, come sempre, di servizi su cui contare per costruire il proprio blog o semplicemente per 15
G. Granieri, cit. pag. 31.
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Internet ha cambiato il rapporto con la parola: non più lettori passivi ma interattivi. Parla il teorico dei media De Kerckhove Edoardo Castagna, su Avvenire del 18 marzo 2005. Si può trovare il testo integrale sul sito http://www.internetica.it/comunicazione-deKerckhove.htm, consultato ad agosto ʼ09. 17
Discorso già affrontato nel primo capitolo rete aperta vs. ipertesti e cd-rom chiusi.
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Quante volte lʼopposizione, a queste metodologie, viene giustificata con lʼormai cronica mancanza di tempo... Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 7
fare delle prove proprie, tenendo presente che esistono due modalità di costruzione di un blog. ✓ La prima è affidarsi a dei servizi e strumenti di un fornitore di servizi di gestione centralizzati per il proprio blog tra i tanti gratuiti che ci sono nel web, risulta la più facile per l’utente finale ed è quella più diffusa.. Figura 1 Alcuni, tra i tanti, dei servizi gratuiti per la creazione di un proprio blog
Blogger è forse il più noto ed è stato uno dei primi essendo stato creato da una piccola società, la Pyra labs, nel 1999 e nel 2001 aveva circa centomila weblog ospitati, nel 2002 è stato acquistato da google ed arricchito di nuove potenzialità che vengono continuamente rinnovate ed ampliate. È un buon punto di partenza per provare a “giocare” con la scelta dei formati, i colori, i caratteri, l’inserimento dei nostri dati, di una foto o immagine come nostro avatar 19, nella creazione di un titolo che possa divenire il filo conduttore delle nostre scelte, pur avendo presente il principio che sono i vari post a creare tematiche e che difficilmente un blog può essere monotematico, da blogger. Per iscriversi basta registrarsi con un account di gmail20 e poi si può passare alla creazione del proprio blog21. Nella gestione del proprio blog come amministratori si 19
Lʼavatar non è nientʼaltro che una foto, oppure un immagine, che diviene il nostro simbolo nel blog o in genere in un nostro profilo nel web, una specie di carta dʼidentità digitale. 20
Qualsiasi account di e-mail che abbiamo è valido ma dato che lʼaccount di gmail offre poi varie opportunità, non solo quella del blog con blogger, che vedremo nei prossimi capitoli è consigliabile accreditarsi e apprendere ad usufruire dei vari servizi di Google. Lʼiscrizione si può fare dal sito http:// mail.google.com/mail/help/intl/it/about.html. 21
Dal sito https://www.blogger.com/start. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 8
possono fare delle scelte chiare sul tipo di diffusione, visualizzazione e costruzione del blog. Si può cioè Figura 3 Le opzioni per i lettori e gli autori del blog. Un insegnante può scegliere se autorizzare oltre se stesso i colleghi di classe oppure tutti gli alunni o, perchè no, tutti i genitori....
decidere se aprire il blog alla visione di tutti o solo ad un limitato numero di lettori (sino a 100) così per gli autori, si possono mettere dei filtri se lo si ritiene necessario o se si incontrano perplessità da parte di colleghi e genitori, è un elemento di maggiore sicurezza che può essere sempre variato quando vengono a cadere certe resistenze. Con Blogger poi si può scegliere se escludere la pubblicità attivando così un ulteriore elemento di sicurezza. Altri servizi per creare blog, non è intenzione fare pubblicità ma solo citare servizi gratuiti per poter effettuare una scelta appropriata, sono offerti da tutti i principali portali ed alcuni di ultima generazione nascono col marchio web 2.022 . Nel sito di Robin Good, pseudonimo di Luigi Canali de Rossi si può trovare un interessante mini guida sulle migliori piattaforme per creare un blog con vantaggi e svantaggi a seconda della caratteristiche ed un elenco di servizi tra cui, oltre Blogger, Windows Live Spaces, Xanga, Tripod Lycos, blog.com, Yahoo 360°, TypePad, Squarespace, Blogr, LiveJournal, Vox23, Splinder24. ✓ La seconda consiste nell’utilizzare programmi di gestione che l’utente deve installare e configurare autonomamente su un server e sotto suo controllo diretto. Rimanendo però concentrati sull’obiettivo principale che ci rende attivi nella pubblicazione di un blog, il contenuto. Ci vogliono dunque delle competenze leggermente più avanzate ma raggiungibili
22
Tra questi cito Blogattivo http://www.blogattivo.com/, consultato ad agosto ʼ09.
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Dal sito http://www.masternewmedia.org/it/2009/03/23/creare_un_blog_le_migliori_piattaforme_di.htm consultato ad agosto ʼ09. 24
I siti dei vari servizi si possono trovare facilmente digitando su un motore di ricerca il loro nome. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 9
con un corso ad hoc ed un pò di pratica. Tra questi servizi ne citiamo alcuni scaricabili gratuitamente come: wordpress25, wheatblog26 , drupal27 , textpattern28 , bloxom29, dblog30, elenco come sempre solo indicativo ma utile per prendere visione e scegliere secondo le proprie necessità. Tra questi il più conosciuto è wordpress avendo una buona sintesi fra potenza e semplicità d’uso, ed esistono in rete degli ottimi tutorial per l’installazione ed ora un sito dell’organizzazione in italiano con forum dedicati alla risoluzione delle varie problematiche che si possono incontrare sia durante l’installazione che nell’implementazione31. Dunque un primo passo importante verso il pieno utilizzo del web 2.0 con il blog e altri strumenti simili, pur se meno completi, come i forum32 (anche qui digitando “creare forum” su un motore di ricerca ci vengono offerte decine di possibilità di servizi gratuiti) e le newsletter33. Anche per noi docenti/educatori è giunto il momento di popolare la rete!
25
Indirizzo web http://wordpress.org/.
26
Indirizzo web http://wheatblog.sourceforge.net/.
27
Indirizzo web http://drupal.org/.
28
Indirizzo web http://www.textpattern.com/.
29
Indirizzo web http://www.blosxom.com/.
30
Indirizzo web http://www.dblog.it.
31
Dal sito http://it.wordpress.org/; i siti dalla nota n° 25 alla n° 31 sono stati consultati ad agosto ʼ09.
32
Da Wikipedia:, Forum (plurale in latino fora, in inglese forums, in italiano forum) può riferirsi all'intera struttura informatica nella quale degli utenti discutono su vari argomenti, a una sua sottosezione oppure al software utilizzato per fornire questa struttura. 33
Da Wikipedia: La newsletter è un notiziario scritto o per immagini diffuso periodicamente per posta elettronica. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 10
2. Il repurposing weblog ovvero il blog dell’insegnante per sè e per la classe Esistono varie tipologie di weblog pur avendo una struttura ragionevolmente uniforme, ciò che li differenzia è il tipo di contenuto. Rimane dunque difficile una classificazione chiara e precisa per le caratteristiche specifiche di ciascuno data dalla personalità del blogger, di colui che lo ha pensato e progettato, dato che oltre al tema principale inserisce annotazioni personali, off topic o altre estemporanee. Alcune categorizzazioni sono comunque state tentate e rimangono valide nel loro impianto34, di seguito, dunque, indichiamo alcune categorie di weblog: ‣di rassegna e segnalazione (dove si segnalano risorse e/o articoli), di commento (di materiale interessante o di critica), diaristici e di narrazione (una specie di zibaldone online) è la categoria più numerosa, di progetto e collaborativi (di solito tenuto da un gruppo di lavoro con più di un redattore) questa tipologia può divenire un vero strumento di lavoro collaborativo per docenti/educatori35 , didattici (vi è ormai una certa diffusione, specificatamente dedicati alla didattica, alla classe o alla scuola dove si insegna) e spesso vengono definiti anche k-log (da knowledge log, ne vedremo alcuni) oppure Professor blog, aziendali (dal progetto alla presentazione di prodotti aziendali), ed altri ancora. Il repurposing è dunque un blog aperto che viene usato per trasmettere contenuti dal docente al discente. Per questo il blog dell’insegnante può avere diverse dimensioni ma alla base vi è sempre una scelta personale. Ricordo una collega, andata in pensione quando si cominciava a parlare di NTIC e nel nostro vocabolario non esisteva la parola “blog”, che si era costruita dei quaderni con i percorsi delle discipline che insegnava con gli step dei vari anni scolastici come promemoria suo, integrandoli poi ove fosse 34
Una di G. Roncaglia,in Internet 2004; Marco Calvo, Fabio Ciotti, Gino Roncaglia, Marco A. Zela, Internet 2004, Manuale per l'uso della rete, Laterza, Roma-Bari, 2004. Oppure A. DʼOttavi, T. Sorchiotti, Come si fa un blog 2.0, Tecniche Nuove, Milano 2008 II ed. , pag. 72/76. 35
Le riunioni di progetto negli ultimi anni sono aumentate a dismisura e vi è la difficoltà, in modo particolare per i progetti attuati fra più istituti scolastici, di trovare orario e date di incontro in presenza tra i vari docenti per attuare la progettazione. Un blog collaborativo non elimina la necessità di un incontro in presenza ma dà lʼopportunità di continuare la collaborazione, inclusioni, revisioni, in modo più approfondito e asincrono e nel tempo porterà a risultati migliori. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 11
necessario. Era un testo lineare, cartaceo, difficilmente “agggiornabile” però conteneva in sè l’idea della trasmissione a se stessi e ai colleghi delle proprie esperienze didattiche. Ora la stessa procedura acquisisce, su un blog, i valori aggiunti che abbiamo già analizzato, di comunicazione e condivisione immediata con una facilità e tracciabilità di aggiornamento continua, fluida. Dunque il blog dell’insegnante può essere progettato con struttura di: ➡ repository di materiale didattico che ripercorre le esperienze più significative, per tenerne traccia e memoria, per averle sempre a portata di mano, riusabili con semplici e pochi adattamenti36 ; ➡ diario/zibaldone del percorso didattico compiuto con la classe nel corso degli anni, pensate se fatto dalla prima alla quinta della scuola primaria, senza eccedere, solo l’essenziale; ➡ diario di programmazione del team didattico (mi domando perchè ci sia ancora tanta resistenza ai registri elettronici delle attività didattiche quando poi tutti ci si lamenti del fatto di dover scrivere a mano molte cose in più copie); ➡ repository di progetti e sperimentazioni didattiche col gruppo di lavoro. ➡ altro (la creatività didattica è sempre stata una ricchezza). Aggiungo solo che esistono interessanti progetti di collaborazione via blog a livello europeo tra insegnanti, sono soprattutto basati sulle lingue ma anche su storia e geografia, un esempio di teacher’s blog in inglese è garibaldinos blogspot37. Gli insegnanti italiani che prendono parte a tali iniziative, a volte nate da regioni di frontiera, non sono molti ma in progressivo aumento. Un riferimento autorevole a questa prospettiva didattica pratica basata sul costruttivismo che si affilia bene con il tool “blog” lo possiamo trovare in David 36
Una caratteristica importante dei percorsi didattici attuati o completati con tool web 2.0 è quella della riusabilità. Ho in questo momento flash visivi di armadi di colleghe/i impegnati da anni in varie progettualità didattiche con molto e ottimo materiale collocato in cartelle; ma per ritrovare e riutilizzare ciò che ci interessa è necessario una vera e propria ricerca e lʼimpiego di non poco tempo. 37
Indirizzo web http://garibaldinos.blogspot.com/, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 12
Merril che è giunto alla conclusione che esistono tra i modelli più utilizzati dei punti di convergenza sintetizzabili in alcuni elementi che definiscono l’attività dell’istruzione particolarmente adatte all’attività online. L’apprendimento sarà, secondo Merril, facilitato se si seguono cinque principi basilari: 1. problem (l’allievo è coinvolto nella soluzione di varie situazioni problematiche); 2. activation (attivare modelli mentali modificabili ed idonei per incorporare nuova conoscenza); 3. demonstration (dimostrare agli allievi ciò che va appreso, le informazioni rilevanti); 4. application (usare la conoscenza per risolvere problemi, classificare, produrre compiti, elaborare ipotesi, predire conseguenze); 5. integration (gli allievi vengono incoraggiati a dare dimostrazione pubblica della loro conoscenza e abilità ed esplorare nuovi modi personali)38.
Una metodologia Problem Based Learning in cui man mano che gli allievi acquisiscono la capacità e la motivazione a risolvere le situazioni problematiche che incontrano attraverso la collaborazione, impratichendosi sia nei mezzi delle NTIC sia in quelli tradizionali, il docente si defila a ruolo di facilitatore pur rimanendo al centro del processo formativo. Un brick and click, definizione data dal prof. Rivoltella39, in altre parole. La nostra realtà socio-culturale suggerisce la necessità di pensare l’interferenza, dialogante e produttiva, tra la comunicazione e l’educazione che a sua volta favorisce il passaggio dalla conoscenza all’abilità attraverso tre fenomeni: ✓ la convergenza digitale; ✓ la network society; ✓ la nuova idea collaborativa della conoscenza40 . Nei paragrafi che seguono ci occuperemo di blog specifici creati dal sottoscritto che 38
Si può trovare questo testo dal sito http://cito.byuh.edu/merrill/text/papers/ clic su FirstPrinciples.PDF, oppure sul sito http://web.media.mit.edu/~dmerrill/siftables.html, consultati ad agosto ʼ09. 39
Ulteriori informazioni dal sito http://piercesare.blogspot.com/, consultato ad agosto ʼ09.
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P.C. Rivoltella, Comunicazione ed educazione: “interferenze”. Linee per lʼanalisi di un incontro possibile, PDF scaricabile dal sito http://www.scribd.com/doc/4830435/Pier-Cesare-RivoltellaComunicazione-ededucazione, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 13
hanno avuto una loro attualizzazione sia come base di partenza sia come complemento di varie attività didattiche progettuali specifiche. Vengono inserite quest’esperienze di blog come esempio, non certo perchè siano ben fatte o complete41 ma per far comprendere le varie opportunità che offre lo strumento weblog alla didattica. È un invito a “smanettare come admin di un blog” per poi passare ad un uso pratico nella didattica. “Smanettiamo” dunque, cioè facciamo esperienza su weblog come admin cioè amministratori e curatori per condividere e creare progettualità didattica. L’optimum è non da soli ma con colleghe/i che condividono le idee sviscerate in questo excursus o sono affascinati, in qualche modo, dal web 2.042.
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In un convegno sulle NTIC del 1998 con la presenza di alcuni responsabili di case editrici, Luca Toschi, dal 2004 professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e direttore del “Communication Strategies Lab” e presidente del corso di laurea magistrale “Teorie della comunicazione” allʼUniversità di Firenze, affermava che le case editrici (editoria scolastica) avrebbero dovuto avere il coraggio di pubblicare le produzioni incomplete o imperfette delle scuole perchè lì si cela la sperimentazione, lʼapproccio costruttivista degno di essere raccontato, condiviso, cosa guarda caso che oggi è possibile fare in modo diretto con i blog. 42
Sono molti ormai gli insegnanti che hanno un loro account su facebook o altri social network del web 2.0, dunque si tratta di fare un ulteriore passo verso il costruttivismo internettiano. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 14
3. Il multiblog o blog43 della classe gestito dagli alunni Comincio questo paragrafo portando ad esempio un progetto condotto da una docente di scuola secondaria di primo grado di Ravenna, la prof. Astolfi44 , che ha reso parte integrante il blog nella didattica curricolare. Non dunque un addentellato piacevole ma con finalità e obiettivi didattici, mezzo e contenuto contemporaneamente. Un progetto didattico completo che è stato anche segnalato sul sito di “tecniche nuove” da autori di testi sui tool del web come S. Maistrello 45 con una presentazione ironico/metaforica che rende però giustizia alla progettualità sottesa. Pongo qui parte della presentazione per darne idea rimandando al sito in nota n° 44 per il testo completo: “Ragazzi, imparate a esprimervi attraverso la Rete: imparate a riconoscere i pregi e i difetti di questo strumento e assumete un po' per volta la dimensione mentale che le reti di comunicazione telematica vi richiedono.... se saprete riconoscere i potenziali pericoli e vi comportate in modo intelligente, ...”.
La collega dopo l’incipit mette in sequenza, come per la programmazione di una qualsiasi disciplina, le finalità didattiche e gli obiettivi didattici con i contenuti del percorso. A questo punto si crea il blog46 fissando le regole per attuare gli obiettivi stabiliti in accordo con i genitori e i colleghi che compartecipano (perchè quando un docente comincia un’attività targata web 2.0 poi altri lo seguono avendo prima il timore di fare il passo da soli) e inserendo, come in ogni disciplina che si rispetti, la valutazione con azioni che la rendono continua, per cui in itinere e quella ex post. Un progetto del genere leggermente semplificato ed adattato risulta pienamente praticabile anche nelle classi finali della scuola primaria. I multiblog vengono dunque usati come luogo di collaborazione e confronto fra docenti e discenti che possono scrivere e aprire a loro volta un blog collegato con
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Dʼora in poi utilizzeremo blog e weblog come sinonimi.
44
Il blog si può trovare agli indirizzi http://luduslitterarius.splinder.com/ e http://www.luduslitterarius.it/, consultati a fine agosto ʼ09. 45
Dal sito http://www.internetpro.it/2004/11/tema_i_blog_in_.html, consultato ad agosto ʼ09.
46
Ivi nota n° 44, secondo link. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 15
quello comune47 . Possono inoltre intervenire i genitori, laddove il processo progettuale lo prevede, per compartecipare al processo formativo sempre su indicazione progettuale degli insegnanti che hanno la responsabilità amministrativa del blog e scegliendone la modalità, cioè solo commenti o possibilità di inserire post. Prima di passare ai due esempi di blog attuati inserisco alcune indicazioni di elementi essenziali di un blog, che lo hanno reso così “performante” e diffuso, tenendo presente che alcuni di questi sono ormai automatici in quasi tutti i servizi indicati nel secondo paragrafo. Si parte dalla struttura che, come in un quotidiano, ha una testata con colonne e corpo. Esistono dei template (maschera) che facilitano la scelta grafica e l’impostazione. Ma ciò che conta sappiamo essere il contenuto. Ogni singolo contenuto pubblicato viene chiamato post, dal verbo inglese to post che significa affiggere, pubblicare, da cui anche lo slang postare. Altro elemento fondamentale è il permalink cioè un link che identifica in maniera univoca l’articolo, il singolo post che abbiamo inserito e permette un collegamento diretto senza per forza passare alla pagina principale e ne facilita la ricerca. È quest’elemento il motivo del successo del blog ed ora è incluso in automatico nei vari servizi online che abbiamo analizzato. La pubblicazione dei vari post avviene in modo automatico in ordine inverso, cioè l’ultimo post che pubblichiamo è il primo della pagina in alto, l’autore deve decidere solo quanti post vuole sulla home page. Altri elementi in cui è richiesto l’intervento diretto del blogger sono la categorizzazione, le tag e gli archivi. Ogni post che inseriamo può appartenere ad una categoria o sottocategoria, cioè un argomento specifico, mentre le tag sono parole chiave che rimandano all’articolo o al post. Categorizzare o taggare facilita molto la ricerca di un post nel database di un blog e recuperare le informazioni, in altri termini si può definire come tassonomia, una tassonomia tipicamente gerarchica. Importanti sono anche gli hyperlink, ormai sempre abbreviato in link, che sono dei collegamenti ipertestuali che permettono di accedere ad altre informazioni. Ciò 47
Sul sito http://bdlink.splinder.com/, consultato ad agosto ʼ09, si può trovare un elenco di vari blog di classi e scuole suddivisi per grado di scuola. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 16
assume un alto valore, non solo meramente meccanico, poichè si avvia un continuo rimando che crea nuovi lettori e nuovi commenti creando valore aggiunto anche se sono critiche. Proprio sul PageRank si basa il successo di Google, cioè l’algoritmo che si basa sulla Link Popularity, la popolarità di un sito (più è linkato, cioè citato, più è autorevole chi fa la citazione) che nasce in ambito scientifico (dal testo lineare) dove ad uno scritto, detto paper, viene dato più valore se ottiene più citazioni. Insomma il vecchio passaparola che viene valutato oggettivamente con una formula matematica segretata da Google. Altra caratteristica importante del blog sono i commenti ai vari post e in questo caso la modalità di apertura o chiusura è lasciata alla libera scelta del blogger a seconda delle finalità48. Il blogger riceve Figura 4 La ormai famosa icona del FeedRSS, cliccandoci sopra ci si “abbona” ricevendo in automatico gli aggiornamenti del blog a cui è collegato.
poi via mail la segnalazione del commento e può così leggerli ed eventualmente bloccare commenti poco consoni alla situazione didattica oppure off topic, fuori argomento. Vi è poi il trackback che consente la comunicazione fra
due blog sulla base di chiamate apposite, è in pratica una citazione di una conversazione in un altro blog. Si continua con un altro elemento essenziale, per blog, siti, podcast, i FedRSS49 e si intende un flusso informativo da una sorgente. Dalla sua introduzione hanno avuto una diffusione come sistema eccellente per distribuire in modo regolare i contenuti online. I lettori RSS sono anche chiamati reader e vengono divisi in due categorie, quelli da desktop che vanno scaricati ed installati e quelli via web disponibili sui browser. Ultimo, molto utilizzato ultimamente, è l’embed, cioè l’incapsulamento o meglio l’inserimento nel proprio blog di una pagina o un contenuto preso da un servizio esterno attraverso un “copia incolla” del codice HTML della sorgente nella propria pagina.
48
Nel caso del progetto analizzato sopra i commenti sono aperti solo agli studenti, genitori ed insegnanti che partecipano al progetto. 49
RSS è lʼacronimo di Really Simple Syndication (distribuzione molto semplice), cfr. figura n 4. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 17
Si possono inserire presentazioni, filmati, file in formato flash, immagini e molto altro ancora, ormai sono moltissimi i tool in rete che danno una risposta a tante necessità. È uno scambio reciproco tra utilizzatori finali e chi offre il servizio, entrambi ne traggono beneficio. ✓edidablog Edidablog è un servizio web server messo a disposizione dal MIUR50 per i docenti di ogni ordine e grado di scuola da alcuni anni a questa parte per avere uno spazio online protetto ed esente da pubblicità e da link a siti esterni dove creare weblog e podcast didattici per e con i propri alunni. Ha dovuto subire circa tre anni fa un attacco informatico, è stato risistemato ed ha ripreso le attività ed è ora in fase di completo rinnovamento e sarà pienamente fruibile da settembre/ottobre 2009. Ora si chiama Web X.0 ed è il nuovo progetto del MIUR, Direzione Generale per gli Studi e la Programmazione e i sistemi Informativi e realizzato dall'IPSSAR Nino Bergese di Genova con la collaborazione di esperti e docenti della scuola italiana, mantiene però lo stesso indirizzo web51. Si propone nella nuova versione come portale per la didattica ed i docenti. Ogni docente può liberamente iscriversi utilizzando la mail datagli in dotazione dal ministero (esempio mionome@istruzione.it), poi fa richiesta di creazione di un blog o di un podcast indicando il nome che intende dargli (consiglio di sceglierlo con i propri alunni e di fare una scelta ponderata perchè sarà l’unica parte invariabile su cui non si potrà agire con cambi diretti se non su richiesta specifica), si deve scaricare e leggere attentamente il disclaimer52 per poi apporre il segno di spunta sul sì di accettazione, si aspetta l’autorizzazione che arriverà via mail dopo verifica, poi si può avviare l’attività.
50
MIUR Ministero Istruzione Università e Ricerca.
51
Il sito è http://www.edidablog.it/, consultato a fine agosto ʼ09. Rinnovamento completato lʼURL è lo stesso.
52
Nel disclaimer viene fatto riferimento alla normativa vigente e alla regole di pubblicazione da seguire con la responsabilità dellʼamministratore del blog e i controlli che possono essere effettuati. Non dimentichiamoci mai che stiamo pubblicando! Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 18
Come detto ora è in fase di rinnovamento e l’idea che sta alla base del progetto è: Il Progetto Web X.0 intende offrire ai docenti e alle scuole di ogni ordine e grado un servizio di supporto continuo, fruibile soprattutto via web, sull'uso e l'organizzazione delle ICT nella didattica nonché un luogo virtuale di aggregazione professionale dei vari media tecnologici tra loro e nella didattica quotidiana, con particolare riguardo ai dispositivi portatili e a sostegno dei processi formativi.
Qui non ci si deve dunque preoccupare di nulla riguardo a scelte di sicurezza interna ci si deve solo impratichire un pò, ricordiamoci sempre di esperire noi per primi prima di proporre queste attività agli alunni, con l’ambiente di pubblicazione che è basato sul sistema “b2evolution”53 senza però dover pensare a installazione ne a impostazioni del software perchè è già implementato54 nella piattaforma edidablog. Si possono pubblicare testi con una certa possibilità di scelta di formattazione con testi di varia grandezza e colore, inserire immagini, inserire link e commenti. Alla base, come sempre, sta la nostra consapevolezza, cioè con quali modalità utilizzare questo spazio. La mia scelta è stata quella di uno spazio open per gli alunni dando loro la password, scelta in modo più semplice ma non banale, e la libertà di pubblicare loro opinioni, piccole poesie, emoticons e commentarsi fra di loro. Naturalmente si sono tenute un paio di lezioni nel laboratorio di informatica per farli impratichire del mezzo e renderli coscienti che, dato l’indirizzo web, ciò che avrebbero scritto sarebbe stato di pubblico dominio anche se moderato dal loro insegnante in quanto amministratore del blog. La difficoltà maggiore55, tenendo conto che è stato bloccato quasi un anno il server per il motivo detto sopra, è stata far comprendere ai genitori e colleghi che tale modalità didattica poteva entrare a far parte a pieno titolo dell’approccio
53
Indirizzo web http://b2evolution.net/index.php, consultato ad agosto ʼ09.
54
Implementare significa installare e far funzionare un software specifico su una piattaforma che può accogliere uno o più sistemi. 55
Questʼattività era cominciata allʼinizio dellʼanno scolastico 2006/07, bloccata praticamente per quasi un anno e ripresa a metà del 2007/08 alla fine del quale per cambio scuola del sottoscritto si è interrotta anche se avevo lasciato tutte le indicazioni ai colleghi e un alunno ha tentato di farla riprendere, come si può evincere dallʼultimo post pubblicato allʼindirizzo http://blog.edidablog.it/blogs//index.php? blog=611&skin=edidablog. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 19
metodologico delle varie attività e non come scelta di un insegnante “fissato” o “troppo avanti”56 tecnologicamente. Altra difficoltà, non tutti gli alunni avevano il computer o la connessione ad internet. Però i commenti positivi degli alunni che hanno, affrontato quest’attività libera da schemi di produzione didattica diretta ci fanno intendere che è un percorso da attuare. Con gli stessi alunni si sono però portati avanti altre modalità di fruizione attiva del web che vedremo in seguito. Il blog si intitola “Volta la carta, raccontala tutta” ed è ancora visibile57. Proprio mentre concludo questo capitolo lo spazio edidablog sta completando il suo rinnovamento grafico e tecnico. Ora la fase di pubblicazione non è più basata su b2evolution (rimane comunque valida l’indicazione per altri blog che ne fanno ancora uso) ma è passata a wordpress (già citato sopra al paragrafo 1), programma di gestione completo senza la preoccupazione dell’installazione. Permetterà la gestione del multiblog di classe, e non solo, proprio come descritto sopra. La tecnologia, nel volgere di poco tempo ci viene incontro facilitando il nostro compito e, in questo caso, l’apporto del ministero è notevole! ✓scuolaER ER è acronimo di Emilia Romagna, è quindi in questo caso la regione che mette a disposizione uno spazio web gratuito per le scuole e gli insegnanti che ne facciano richiesta. Dopo la domanda, passato un pò di tempo, si viene contattati telefonicamente da un responsabile che verifica i dati dell’insegnante, chiede conferma del nome del blog e in ultimo dà l’avvio all’utilizzo allo spazio che può essere anche multiplo (cioè si può aprire più di uno spazio blog). Anche qui stessa procedura di acquisizione di esperienza per la pubblicazione, leggermente diversa, ma con stesse qualità riferite alla sicurezza e senza link esterni. In questo caso il blog è stato attivato per avere uno spazio aggiuntivo di collaborazione per un gemellaggio tra due scuole, una italiana e una spagnola e un gruppo di una decina di insegnanti. Nel paragrafo successivo si parlerà più
56
Commento di un piccolo gruppo di genitori,
57
Indirizzo web http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=611&skin=edidablog, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 20
diffusamente del tema gemellaggio, qui ci interessa far conoscere un altra opportunità di blog che può essere aperto e fatto “gestire” dagli alunni. l’amministrazione rimane sempre al team insegnante. Il blog si intitola “Conocemos otras historia” (Conosciamo un’altra storia)58, si può arrivare al blog, tramite l’elenco in ordine alfabetico dei BlogER ospitati nel server della regione Emilia Romagna, dal sito scuolaEr59. Il sistema di gestione è un pò più grezzo, cioè con meno possibilità di scelta ma sempre efficace anche se funziona meglio col browser internet explorer ed ha qualche difficoltà, non nella lettura ma nella pubblicazione, con firefox o altri. Scuolaer si propone come un portale completo con servizi e notizie per la scuola in genere ma con servizi dedicati in modo particolare alle scuole della regione tra cui uno spazio web vero e proprio (lo spazio blog è offerto anche per chi non è di quella regione), un altro esempio di aiuto concreto alla didattica del web 2.0 da imitare. I motivi per utilizzare questi due servizi, o altri simili, ma il primo risulta per ora a più ampio raggio, sono riassumibili in alcuni punti: I) vengono pubblicati solo blog o podcast con valenza didattica e formativa; II) i servizi offrono un supporto agli insegnanti attraverso la redazione e tutorial di aiuto ed anche documenti da utilizzare in classe; III) non ci si deve preoccupare di creare interfacce o compilare file RSS o XML ne di dover acquistare uno spazio server (ftp o web) proprio; IV) edidablog in particolare ha una banda molto ampia che permette migliaia di accessi in contemporanea; V) facilità di collegare il proprio podcast con iTunes (edidablog); VI) possibilità di collaborazione fra più persone (docenti e non) per la pubblicazione dei lavori di un progetto.
58
http://blog.scuolaer.it/messaggio.aspx?IDBlog=2559&IDMsg=41121, consultato ad agosto ʼ09.
59
Indirizzo web http://blog.scuolaer.it/, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 21
4. Il Network di blog o blog interscuola e per collaborazioni interculturali. Un altro elemento importante che hanno in genere i blog è il blogroll, cioè un elenco di citazione e rimandi, attraverso un elenco di link, ad altri blog che sono seguiti dal blogger che li inserisce o che ritiene interessanti o attinenti all’argomento che sta alla base dell’apertura e sviluppo del weblog stesso. Nel nostro caso non mancano blog ormai storici, nel senso che continuano ad essere attivi e aggiornati, di colleghi e al loro interno hanno un buon numero di blogroll di altri weblog didattici60 . Ogni tipologia progettuale che coinvolge più di una classe all’interno di uno stesso istituto o più istituti scolastici può giustificare l’apertura di un blog ad hoc per mantenere più facilmente il principio del learning by making and collaborative. Il network di blog è in pratica un blog di classe o più classi, più i singoli blog degli studenti che hanno tutti il loro spazio personale e personalizzabile ma che insieme fanno network. Un servizio ottimo per questa tipologia di blog è edublogs61 che offre lo spazio gratuito affinché docenti e studenti possano creare il loro blog; lo spazio è basato su wordpress ed ha un’ottima grafica. Inoltre offre una piattaforma, Edublogs Campus, adatta a controllare e guidare, da parte di un responsabile, l’uso di vari blog di una stessa istituzione scolastica, con una prova gratuita di un mese62. Un solo difetto, il tutto è solo in inglese. Difficile con alunni di scuola primaria? Può darsi ma con sistemi sempre più aggiornati e semplificati per nulla impossibile, anzi. Vedremo in seguito in breve il microblogging. Un diffuso settimanale italiano63 nel numero di fine agosto 2009 riportava in una 60
Eccone alcuni http://blogdidattici.splinder.com/, consultato ad agosto ʼ09.
61
Indirizzo web http://edublogs.org/, consultato ad agosto ʼ09.
62
Indirizzo web http://edublogs.org/campus/, consultato a fine agosto ʼ09.
63
Famiglia Cristiana, n 35 30 Agosto 2009, rubrica Settegiorni, pp. 12-13, Periodici San Paolo s.r.l., Alba (Cn). Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 22
rubrica alcuni dati statistici raccolti da una società americana proprio sul fenomeno dei social network. Veniva citato anche twitter per un’analisi dei messaggi, il 40% risultano composti di chiacchiere dette inutili, del tipo, “sono in treno e mangio un panino”. In Italia è facebookmania ormai social network dominante, mentre uno studio della Ofcom, società inglese, fa notare che vi è un boom di iscrizione ai social network fra persone di 34/54 anni contrapposta ad una fuga degli adolescenti64 . Questo avviene anche perchè si è avuto un boom, nell’ultimo anno o poco prima, nel fenomeno social network, concentrato poi su poche tipologie. Se si apprende facendo, partendo dai nativi digitali, un uso diverso maggiormente collaborativo ed originale forse si ottiene un approccio direi “multifunzionale” e non univoco. La cultura informatica non è solo l’uso del computer come sussidio didattico ma, come abbiamo visto, apprendere la capacità di cercare, produrre, trattare, acquisire e comunicare informazioni fattori imprescindibili dall’alfabetizzazione di base per poter sapere continuare a “leggere, scrivere e far di conto”65, per produrre cioè competenze in termini di capacità di partecipare alla costruzione collettiva dell’apprendimento su una pluralità di interventi. Dato confermato da molte aziende che nei loro colloqui di lavoro non mettono più al primo posto l’alto voto di laurea ma chiedono esplicitamente al candidato se ha capacità di risolvere problemi e di lavoro collaborativo e leaderato in tal senso. L’ulteriore cambiamento, per molti il vero cambiamento, è dato dalla variabile T, tempo e dalla variabile S, spazio. I tempi ridottissimi richiesti dalla comunicazione e la delocalizzazione, fanno si che non è più necessario stare in un territorio specifico per fruire delle possibilità che offre (studio, lavoro, ecc) e consente a chi è preparato con una formazione/processo la possibilità di rispondervi con immediatezza. Antonio Sofi66 , in uno dei suoi molti interventi riguardanti le attività del web e del 64
I teen ager sembrano preferire Netlog.
65
Vecchio lemma che indicava le acquisizioni minime di un alunno allʼuscita dalla scuola elementare e “rimpiante” fino a pochi lustri fa da insegnanti che hanno vissuto quasi tutta la loro carriera scolastica prima dellʼintrusione delle NTIC. 66
Per conoscere meglio le sue attività http://www.webgol.it/antonio-sofi/, consultato ad agosto ʼ09. Coautore di uno dei primi blog italiani http://www.webgol.it. A. Sofi giornalista è tra i primi blogger italiani. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 23
blog in particolare afferma: Nei sistemi complessi e policentrici il valore emerge solo quando si è interrelati. Il blog è innanzitutto un point of presence (delle nostre attività didattiche, in questo caso)...è costruire un network di passioni ed interessi comuni, condividendo conoscenza e informazioni. ...Il blog è contenuti più interazione.
La capacità e facilità di apprendere l’uso degli strumenti digitali che hanno i nativi digitali non dev’essere confusa con la capacità di trarne reale vantaggio dalla tecnologia per la propria formazione. L’aspetto semantico della comunicazione è un’altra cosa, la capacità di costruire significato dalle informazioni, di selezionare quelle essenziali fra migliaia di quelle disponibili, la capacità di vivere l’esperienza online come esperienza di apprendimento è un passaggio successivo di livello più elevato e rischia di rimanere il più delle volte incompiuto se non viene guidato dall’esperienza didattico/ metodologico dell’insegnante. Ecco la ragione per rendere, con un nuovo metodo d’insegnamento, la propria classe una blogoclasse. Tecnicamente nasce da un insieme di blog e dall’utilizzo dei feed RSS ma l’aspetto principale e creare un’atmosfera in cui tutti percepiscono il valore della condivisione come “motore” dell’attività di apprendimento67 (confronta sopra edublogs). In breve inserisco qui tre esperienze attuate con altre scuole, una gestita dal responsabile delle NTIC di una scuola di Chioggia, le altre due dal sottoscritto con Carmen Torres, collega responsabile del progetto eTwinning di una scuola spagnola. ✓“The first blog” Questo blog è un laboratorio on-line al quale collaborano e partecipano come webautori gli alunni delle cinque classi della scuola primaria coordinati dai loro insegnanti. Hanno aderito all'iniziativa alcune scuole: Secondo Circolo Didattico di Chioggia (Ve); Secondo Circolo Didattico di Orta Nova - (Fg); I.C. Fontanile Anagnino - Roma; Circolo D. Leonardo da Vinci di Mestre (Ve). Gli insegnanti coordinano e progettano le iniziative utilizzando esclusivamente gli 67
Cfr A.R. Formiconi, La blogoclasse come comunità di pratica intergenerazionale, e anche http:// www.scribd.com/doc/11553050/La-blogoclasse-va-in-scena. Consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 24
strumenti messi a disposizione da Internet. Gli alunni sono motivati a preparare materiali multimediali (testi, immagini, musiche, registrazioni audio ecc.) e diventano autori dello spazio blog trasformandosi da "navigatori" ad attori del web. Il Blog è una piattaforma open-source opportunamente modificata e semplificata per poter essere utilizzata con semplicità direttamente dai bambini (prevedendo comunque la supervisione e il controllo costante di un insegnante)68. L’idea nasce dall’insegnante Paolo Boscolo responsabile del sito69 su cui è ospitato il blog che usufruisce del servizio dblog, installato sul sito della scuola, e per pubblicare usa il sistema WYSIWYG, acronimo che sta per l'inglese What You See Is What You Get (quello che vedi è quello che ottieni), più difficile da scrivere e spiegare che nel passare all’azione, al fare (strano ritorna sempre il principio del learning by making). La finestra di pubblicazione in pratica dà un’idea chiara di come sarà l’articolo o il post pubblicato, l’unica accortezza è nel ridimensionare le eventuali immagini per non creare difficoltà agli altri autori, e il blog è corredato di una chiara sezione di aiuto, oltre la disponibilità dell’ideatore e responsabile. Le attività ospitate sono state varie, costruzione di testi di storia locale raccolte partendo da un racconto di un nonno, temi poetici, piccoli indovinelli e cruciverba, disegni, eccetera L’attività didattica più proficua però tra quelle affrontate, oltreché quella definita più piacevole dagli alunni, è stata un racconto a più mani a distanza cominciato da una classe e proseguito a turno dalle altre. Un vero esempio di scrittura collaborativa a più mani a distanza, ulteriore conferma dell’uso del web nella didattica70 e di un tentativo di FAD per alunni della primaria. ✓ blogEr Attività già descritta nel paragrafo 3 di questo capitolo viene qui riportata solo per 68
Il blog è ospitato sullo spazio web del secondo circolo didattico di Sottomarina di Chioggia (Ve); il progetto è stato ideato dallʼinsegnante responsabile del sito Paolo Boscolo collaborando poi con gli insegnanti delle classi che hanno aderito. Si noti che, quasi per caso, erano presenti una scuola del nord, una del centro ed una del sud. 69
Lʼindirizzo web è http://www.chioggia2.it/chioggia2/index.htm, consultato ad agosto ʼ09.
70
Il blog è visibile allʼindirizzo http://www.didafree.it/public/blog/terza/dblog/, consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 25
contestualizzarla dato che lo spazio blog in questione è stato utilizzato per la pubblicazione di materiale prodotto per rendere esplicito e conosciuto un gemellaggio fra scuole di due paesi europei. Il gemellaggio, nato circa tre anni fa su progettualità dello scrivente, era basato sulla conoscenza di alcune tradizioni locali e personaggi dell’infanzia legati a feste religiose e popolari in modo semplice e senza approfondimenti poichè gli alunni coinvolti erano compresi tra i 5 (ultimo anno scuola dell’infanzia) e gli 8 anni (terza elementare). Ha coinvolto un Istituto comprensivo di Roma per l’Italia e una scuola di La Puebla del Rio, Siviglia, per la Spagna, con lingua principale lo spagnolo71 . Il blog si intitolata “Conocemos otras historias” il sito è indicato alla nota n° 58. Per un anno ha funzionato attivamente con pochi ma significativi scambi di post e materiale. Si mettano in conto le difficoltà di collegamento della scuola spagnola che, in provincia di Siviglia, non possedeva un collegamento ADSL72 e l’inesperienza nel pubblicare sul blog della maggioranza dei docenti, la difficoltà di trovare un orario comune di programmazione tramite chat, (quasi sconosciuti sistemi di IRC tipo Skype) e, come già ribadito in altre parti del testo, una scarsa ricaduta da parte dei genitori73 , in modo particolare da parte italiana. Invece gli alunni hanno accolto con entusiasmo l’attività nel suo complesso ed anche chi ha scritto solo un saluto era cosciente di condividerlo con un bambino di un’altra parte del mondo ancora a lui sconosciuta74. È necessario secondo me un maggior riscontro e coraggio, da parte dei docenti, nel presentare la valenza didattica ai genitori e colleghi valorizzando gli aspetti positivi e cercando di evitare quelli negativi (essendo nel frattempo migliorato l’apporto didattico).
71
I testi italiani erano tradotti dal sottoscritto.
72
ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line), appartenente alla famiglia di tecnologie denominata DSL, permette l'accesso ad internet ad alta velocità 73
Pochi sono andati a leggere i post via web sul blog, meglio è andata per la scuola spagnola che ha accolto con maggiore entusiasmo, integrandola con altre, lʼattività. 74
Alcuni hanno simpaticamente fantasticato di poter fare una gita scolastica in Spagna o viceversa in Italia per conoscersi. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 26
✓ eTwinning Il progetto di gemellaggio nasce dall’opportunità che il portale eTwinning gestito dalla comunità europea mette a disposizione delle scuole per incontrarsi in rete e definire i propri progetti. Di eTwinning come portale parleremo nel capitolo successivo, qui descriveremo in breve lo spazio online che mette a disposizione il portale dopo che ci si è iscritti sempre con la mail di istruzione (.....@istruzione.it) e sempre aspettando la risposta di conferma con i parametri per entrare75. Ricevuta la password si può accedere ed eventualmente cambiarla (di solito la password data in automatico è una serie di numeri e lettere alternati) con una nostra più consona o più facile da ricordare per noi. Un consiglio per la scelta della password. Siccome esistono vari programmi automatici di ricerca password, è vero che non vi è guadagno ad entrare in un blog didattico però è meglio evitare intrusioni, è sconsigliabile mettere una password che sia un nome (di parenti, attori, personaggi o animali) e date di nascita, sono facilmente rintracciabili, si consiglia di scegliere dei caratteri alfanumerici con un carattere particolare, ad esempio “43alef72@” e naturalmente registrarla anche su cartaceo, sarà molto più difficile, a livello di combinazione, decriptarla. Figura 5 Ecco come si presenta il CMS di eTwinning
Lo spazio messo a disposizione è abbastanza spartano e quello per la pubblicazione si basa su un semplice CMS. Ogni paese europeo ha un responsabile referente per
75
I parametri normalmente sono dati da un username che può essere un nostro nickname solito oppure un user che ricopia la nostra mail ed una password. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 27
aiutare o rispondere alle domande degli utilizzatori finali, cioè i docenti. Ha una grafica essenziale e perciò, a differenza degli altri che abbiamo valutato, non è consigliabile da utilizzare direttamente con gli alunni però è indispensabile per farsi conoscere ad altri colleghi e scuole di altri paesi europei e per avere il riconoscimento, una volta accordatici con la/le scuole partner, del label europeo del progetto. La scelta naturalmente è guidata anche dalla lingua principale che si sceglie per attuare il progetto.
Nello stesso portale, fra le pagine di spiegazione dopo aver effettuato l’accesso, viene consigliato di
Figura 6 Ecco come si presenta lo spazio personale di eTwinning, una volta accreditati ed entrati
attivare un proprio blog o spazio web esterno alla piattaforma laddove la prosecuzione del progetto richiedesse, non tanto più spazio, ma maggiore visibilità e migliore impostazione grafica. Ora però viene annunciato per l’autunno 2009 un rinnovamento del portale perciò attendiamo novità. È comunque un passaggio indispensabile per creare un gemellaggio con una o più scuole di altri paesi europei o per attivare un progetto Comenius di scambio con almeno altre due nazioni europee. Il blog attivato è ora anche visibile all’esterno del portale e mentre scrivo è in via di aggiornamento. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 28
✓ microblogging Vediamo, velocemente, quest’altra interessante modalità offerta da tool web 2.0 sempre più diversificati pur partendo dallo stesso principio e modalità di attuazione del blog. Cos’è: il microblogging (o micro-blogging o micro blogging) è una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in Rete, sotto forma di messaggi di testo (normalmente fino a 140 caratteri), immagini, video, audio MP3 ma anche segnalibri, citazioni, appunti. Questi contenuti vengono pubblicati in un servizio di Social Network, visibili a tutti o soltanto alle persone della propria community 76.
Spesso viene abbinata al microblogging la parola “crossmediale” per significare la trasversalità della presenza di più media di comunicazione sullo stesso servizio, da una parte, e perchè possono essere collegati ed inseriti facilmente con hyperlink in altri siti, blog e social network. Il microblog è un condensato di contenuti condivisi con immediatezza e rapidità per una comunicazione “Always on” sogno di Howard Rheingold77, tra i fautori delle “classi social media” attraverso un pieno utilizzo delle potenzialità del web 2.0 con tool open o free. Qui si apre un altro discorso, quello del learning mobile o apprendimento in mobilità, da non sottovalutare ma forse più adatto al target di adulti ed adolescenti. Fa parte ormai a pieno titolo del learning web e si deve esserne coscienti anche se qui non ne tratteremo se non per accenni. Dunque contenuti, pur brevi, link, collegamenti ipertestuali, ganci virtuali che ci collegano al resto dell’arcipelago del web sfruttando al massimo le potenzialità crossmediali (flickr per le foto e you tube per i video funzionano allo stesso modo). Tra i più conosciuti, con una diffusione in crescita esponenziale come facebook, vi è Twitter, divenuto famoso grazie anche a utilizzatori famosi come il presidente Barack Obama e sportivi come Lance Armstrong78. 76
Da Wikipedia, consultato ad agosto ʼ09.
77
Indirizzo web http://www.rheingold.com/howard/, consultato a fine agosto ʼ09.
78
Il primo lo ha utilizzato, da grande comunicatore qual è, nella sua campagna elettorale e poi ha proseguito nellʼuso, il secondo ha praticamente usato Twitter nellʼultimo Tour de France come mediazione fra lui e i giornalisti anche se comunicava ufficialmente con i suoi amici in America. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 29
Caratteristica principale è proprio quella di essere always on poichè quando ci si è loggati (da to log) si è online, visibili, contemporaneamente su tutti gli altri account che abbiamo, naturalmente se lo desideriamo, siamo sempre noi a poter scegliere i nostri point of presence nel web. Probabilmente però il servizio di microblog più adatto ad una attività didattica è Tumblelog79. Ma anche in questo caso i servizi sono molteplici, vedi figura 780
Come sempre ci si deve iscrivere con la propria mail e dopo aver ricevuto la conferma e attuato il login ci si trova, nel dashboard, di fronte a sette grandi pulsanti/ bottoni che servono uno per scrivere (text), uno per postare foto (photo), uno per citare (quote), uno per uno per inserire un link, uno per postare un video, uno per la chat, uno per postare un audio. Quando facciamo delle azioni troviamo che immediatamente qualcuno condivide ciò che abbiamo postato e ci segue (following) e quando siamo “loggati” immediatamente vediamo gli ultimi post delle persone che ci seguono o seguiamo. Una condivisione rapida, immediata per post contenuti nella lunghezza o per una comunicazione costruita attraverso immagini, video, chat o collegamenti ipertestuali ad altri contenuti od utenti. Per esempio tramite una persona che condivide il suo tumblelog col mio vengo a sapere di una iniziativa didattica chiamata Aula 36581 che si propone come un portale che mette a disposizione contenuti didattici per alunni dai 6 ai 14 anni. Così conosco e mi attivo secondo le mie scelte didattiche. E con la propria classe? 79
Indirizzo web di Tumblr è http://www.tumblr.com.
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Dal sito http://www.microblogging.it/2009/07/il-punto-sul-microblogging-290709/, consultato ad agosto ʼ09.
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Indirizzo web http://italia.aula365.com/mi_aula.aspx, in parte gratuita in parte a pagamento consultato ad agosto ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 30
5. I siti Wiki, collaborativi e veloci Ho terminato il paragrafo precedente con una sospensiva poichè proporre delle attività lascia il tempo che trova se non si esperisce direttamente e poi naturalmente si sceglie poichè non possiamo seguire tutto e tutte le possibilità che offrono i tool 2.0. Ma ogni utilizzo ci riserva delle sorprese e ci apre a nuove prospettive, come dire siamo in piena cultura liquida, per dirla con Bauman, e connettiva, per associarci a De Kerckhove. Nello stesso contesto si inserisce il wiki. La parola wiki è di origine hawaiana e la sua etimologia vuol dire “molto veloce”, rapido, a volte infatti viene detto wikiwiki. Il “padre” del primo wiki, Ward Cunningham lo ha battezzato così non solo perchè è la prima parola hawaiana che ha appreso ma anche perchè i wiki wiki sono bus navetta veloci dall’aeroporto alla città e non voleva chiamare questo metodo quick-web. Tralasciando la parte dello sviluppo storico del software e delle differenze di significato dato al termine, ora ci si riferisce a un qualcosa di determinato e molto conosciuto attraverso l’enciclopedia libera “Wikipedia”, ciò che ci interessa qui sono i campi di applicazione del wiki, sia in genere sia nello specifico didattico. I principali campi di applicazione, dichiarati anche dalla stessa spiegazione del wiki posta sul sito di wikipedia82, sono una decina, tra cui: • documentazione per vari progetti informatici; • progetti collaborativi, è questo l’uso sempre più diffuso; • educazione e formazione collaborativa; • enciclopedie o banche del sapere in linea (knowledge based on line); • Knowledge base d’impresa; •wiki comunitarie e wiki personali. Credo che, a parte interessi personali particolari in questo settore, a livello di
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http://it.wikipedia.org/wiki/Wiki, consultato a settembre ʻ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 31
interesse didattico i campi di applicazione possano essere quelli dell’educazione e formazione collaborativa, delle enciclopedie o banche del sapere e i wiki comunitari. Un rapido esempio dell’uso popolare dei siti wiki viene dato nel weblog di Antonio Trigiani in cui elenca dodici siti wiki con contenuto user-generated83 tra cui ci sono, oltre wikipedia, wiki per cucina, automobili, viaggi, manuali, sommari, testi di artisti e dizionari. La caratteristica principali di un wiki sono quelle di permettere una scrittura collettiva di documenti con un semplice linguaggio di marcatura (markup) 84 ed utilizzando un browser, dato che quasi tutti i wiki si basano sul web; ogni singola pagina è chiamata “pagina wiki”. Altra caratteristica è la facilità con cui le pagine possono essere create ed aggiornate. Ogni pagina del wiki tradizionale (è interessante vedere come dopo pochi anni nel web un sistema assuma i connotati di tradizionale) ha tre possibili rappresentazioni, una è il codice HTML, la pagina che ne risulta dalla sua visualizzazione con il browser è il codice sorgente modificabile dagli utilizzatori finali e ultimo è il wikitext. Recentemente qualche sito ha aggiunto il sistema “WYSIWYG”85 utilizzato soprattutto per i blog. Nel sistema wiki è quindi abbastanza facile creare nuove pagine e collegarle fra loro con vari link, controllarne le modifiche, effettuare la ricerca con motori wiki, pur in modo diverso dal motore google, entrare a far parte della grande comunità wiki con delle regole ben precise e con un suo gergo (se diventate wikignome vuol dire che contribuite positivamente ai contenuti, un wikifairly è chi contribuisce alla grafica, un wikigremlin è invece chi produce danni voluti o meno...). Possiamo allora dire che Wiki è il nuovo paradigma della scrittura collaborativa in rete, una o più pagine web che, oltre a poter essere lette utilizzando un browser,
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http://iblog.webprojectsolution.com/2007/05/01/12-siti-wiki-con-contenuto-user-generated/, consultato a settembre ʼ09. 84
Un linguaggio di marcatura è un sistema per annotare un testo in un modo che è sintatticamente distinguibile da quella del testo. 85
WYSIWYG è l'acronimo che sta per l'inglese What You See Is What You Get ("quello che vedi è quello che ottieni" o "ottieni quanto vedi"). Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 32
possono anche essere scritte e modificate, sempre all’interno del browser. Intervenire su una pagina wiki è semplice, veloce, tracciabile e reversibile. Un’attuazione immediata e pratica che mi viene in mente è forse banale ma ci rende l’idea. Per gli insegnanti della scuola primaria è sempre più difficile avere incontri di programmazione dedicati interamente alla programmazione e valutazione didattica, sia annuale sia settimanale, perchè sono sempre di più le richieste di organizzazione e progettazione che comunque fanno parte a pieno titolo della professione docente. Dato di fatto diminuisce il tempo del confronto. Un wiki collaborativo sulla programmazione didattica sarebbe una risposta pratica che diviene essa stessa progettualità, un repository veloce sia come consultazione sia come arricchimento, miglioramento, aggiornamento continuo e tracciabile86 e reversibile se ci sono errori sia formali che fattuali. Per un concreto uso didattico le caratteristiche della scrittura collaborativa di wiki sono: • i testi lineari o gli ipertesti; • il fatto che wiki è accessibile con qualsiasi browser e sistema operativo usato dai singoli utenti e non vi è bisogno di scambio di documenti via mail o in altro modo; • il numero elevato di possibili partecipanti al processo di scrittura e revisione del testo senza che ciò ponga alcun tipo di problema. Tecnicamente la tracciatura (tracking) delle versioni avviene direttamente in rete e di norma le revisioni sono affidate a un principio di consenso in cui l’obiettivo non è necessariamente una “stesura finale” ma si ha spesso un processo di revisione continuo di un testo sostanzialmente fluido che sottintende la metafora delle cattedrali, cioè la costruzione comunitaria paritaria, pur ciascuno colla sua mansione. Rientriamo pienamente nei paradigmi del costruttivismo collaborativo più volte citati con una stesura fortemente collaborativa di un testo all’interno di un gruppo di lavoro o di una comunità di pratica anche ampia. Un addestramento alla negoziazione 86
Tracciabilità significa che i cambiamenti successivi, se si attuano attraverso lʼiscrizione dei membri (login, password), saranno ricostruibili a ritroso sia nelle singole parole cambiate sia della persona che ha effettuato il cambiamento. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 33
nella costruzione di un testo condiviso con la predisposizione di materiali e contenuti modificabili e riutilizzabili. Ci sono, come sempre, anche gli aspetti problematici. Per esempio non è altrettanto facile utilizzare wiki per discutere le motivazioni delle scelte redazionali (magari si apre un forum ad hoc), cioè spiega solo il come non il perché lo vogliamo utilizzare e dev’essere migliorato nella capacità di gestione di metadati87 e di strumenti di filtraggio. Uno strumento simile è dato da google docs che, dopo aver acquisito l’account, ci permette delle soluzioni simili, forse un pò meno veloci, apparentemente. Ci sono però ormai delle soluzioni standard come l’inglobare word processor web based tipo Writely. ✓ Wikiscuola Un’esperienza cominciata qualche anno fa e proseguita in piccolo e con molte difficoltà, per ora solo per i due ordini di scuola secondaria pur se con qualche tentativo per la primaria, è quella di wikiscuola88 , iniziativa promossa da una società di servizi editoriali online per la scuola che si propone anche come network della didattica digitale. Con un ristretto gruppo di insegnanti (una quindicina) di vari ordini di scuola e varie parti d’Italia si era tentato di impostare un format di wikiscuola che potesse permettere e invogliare l’utilizzo condiviso di questo mezzo. Si era partiti, sempre con costruzione collaborativa condivisa, dal definire quattro tipologie di contenuto ciascuna con al proprio interno identificatori obbligatori e altri facoltativi ciascuno con la propria veste grafica (essenziale). I quattro contenuti con i loro identificatori sono stati così individuati: 1. percorsi, con all’interno gli identificatori titolo, disciplina, tipo di scuola (per la secondaria superiore), obiettivi, prerequisiti e attività;
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Ricordo che è questo un problema attuale del web e del suo utilizzo, si parla da circa tre anni di Web Semantico o di web 3.0, a cui molti stanno cercando di dare una risposta. Sarà il prossimo futuro? 88
Indirizzo web http://www.wikiscuola.it/index.php/Pagina_principale ,consultato a settembre ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 34
2. testi, con titolo, disciplina, tipo di scuola e anno di corso; 3. materiali, titolo, disciplina, tipo di scuola e anno di corso; 4. verifiche, titolo, disciplina, tipo di scuola e anno di corso. Nel sistema wiki il titolo sarebbe poi stato l’indirizzo web della pagina, ad esempio http://www.wikiscuola.it/index.php/Percorsi:titolo. L’aspetto più interessante, dato che ogni sistema è sempre migliorabile, è dare uno sguardo alle possibili applicazioni che da esso si sviluppano. Non è comunque difficile entrare nel sistema di amministratori di wiki, basta un’attenta lettura del manuale online e vi è un sistema di aiuto molto diffuso, collaborativo. Si comprende immediatamente che le applicazioni possibili sono molte. Vediamo qui una casistica, indicativa, possibile, per esempio: 1. un docente “a” ha approfondito un argomento specifico e ha costruito attorno ad esso un’unità didattica, oppure un learning object89, è soddisfatto del suo lavoro e vuole condividerlo con altri docenti, così decide di andare sul sito WikiScuola e postarlo creando una link all’interno della pagina della materia corrispondente. Lo farà tenendo conto delle indicazioni generali sopra descritte; 2. un altro docente “b” ha svolto lo stesso argomento del primo, visitando il sito WikiScuola trova le indicazioni didattiche di “a”, le legge e le integra con la propria esperienza. In alcuni punti il docente “b” potrà correggere quello che dice “a”, in altri proporrà materiali e/o attività aggiuntive; 3. un terzo docente “c” vuole svolgere alcune lezioni sullo stesso argomento dei primi due ma non ha le idee molto precise su come fare. Visita il sito WikiScuola, effettua una ricerca inserendo come parole chiave la materia e/o la classe che lo interessano e trova il materiale inserito da “a e b”. Se ritiene utili i suggerimenti li utilizza con la sua classe. Dopo che ha messo in pratica le indicazioni di “a e b”, può tornare su quelle pagine e aggiungere o commentare, in base alla propria esperienza; 4. il manuale che un quarto docente “d” ha adottato tratta molto bene un argomento
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Di cui parleremo nel quarto paragrafo del capitolo 4. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 35
ma male un altro (che, scopre, è esposto bene in Wikiscuola). Invece di fare delle fotocopie da un altro manuale comunica agli studenti di andare a quella pagina di WikiScuola e di studiare lì, oppure salvando sul computer l’argomento. Si possono poi utilizzare altri documenti presenti sul sito di WikiScuola che sono adatti e servono ad integrare e approfondire lo stesso argomento. 5. il docente “f” ha sperimentato invece che per affrontare bene un certo argomento è utile un tipo di testo, una cartina ed un documento specifico, se questo materiale è libero dai diritti d’autore o in creative commons decide di inserirli nella sezione Materiali di Wikiscuola e così condividerli; 7. uno studente ammalato che non ha potuto seguire le lezioni del suo insegnante riceve le indicazioni, oltre studiare da solo con il proprio libro di testo, per trovare materiali di spiegazione e approfondimento sul sito e così può recuperare più facilmente; 8. un altro studente che è molto attivo dopo aver utilizzato il proprio manuale decide (su indicazione dell’insegnante oppure no) di approfondire un determinato argomento anche su WikiScuola e trovando dei passaggi poco chiari, confrontandosi con l’insegnante o con altri studenti, può riformulare tale passaggio con parole più semplici oppure chiedere spiegazioni sull’argomento in discussione; 9. un altro studente o un insegnante sentono il bisogno di approfondire un problema di attualità che è al centro dell’attenzione dei media; propongono su Wikiscuola la costruzione di un’unità didattica sull’argomento a cui parteciperanno altri docenti e altri studenti contribuendo alla costruzione dei materiali. Naturalmente ci potrebbe essere un’area riservata agli studenti suddivisa per ordine di scuola come area di interscambio, una sezione di ricerca metodologica e didattica per i docenti, una sezione continuità che favorirebbe uno scambio non sempre attuato nelle singole istituzioni scolastiche ed una buone prassi. Come si può notare la maggioranza degli esempi e dei contributi verte su aspetti più facilmente realizzabili nei due gradi della scuola secondaria, ma non è da escluderne l’utilizzo perlomeno nel secondo ciclo della scuola primaria. Esempi vari, non Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 36
esaustivi ma indicativi, sicuramente possibili. Naturalmente poi, le conoscenze prodotte vanno verificate, validate ed organizzate per una specifica valorizzazione in base alla loro qualità e rilevanza dei temi affrontati. Tale esperienza fu interrotta anche per il cambiamento del software con l’implementazione di media wiki ed è ripresa nuovamente da poco tempo con alcuni cambiamenti ma è ancora in fase di sperimentazione. La difficoltà di diffusione credo sia dovuta, oltre le problematiche tecniche, ad una certa apatia dei docenti italiani nei confronti di sistemi collaborativi online, tralasciando le eccellenze, come anche definito da una ricerca di Edu-tech90 pubblicata in sintesi dall’agenzia Ansa, il 22 settembre 2009, in cui emerge che sette insegnanti su dieci usano il computer e navigano su internet, frequentano i social network (la maggioranza solo facebook) ma tra questi una grossa percentuale manca di una vera formazione e si capisce dagli errori alle domande più tecniche, dove per tecniche si intende proprio ciò di cui stiamo disquisendo in tale tesi e non certamente ne di specifiche hardware ne di programmazione software. Tutto ciò detto senza nessun tipo di scopo polemico ma sempre con l’intento più volte ivi dichiarato della didattica costruttivista. Ci riferiamo di nuovo a Merrill ed ai suoi cinque principi basilari citati nel secondo paragrafo di questo capitolo. ✓ Bliki, blog collaborativo-veloce Aggiungo questa breve appendice sul bliki, strumento relativamente nuovo e come tale ci fa capire che l’evoluzione del web 2.0 è continua e ciò che conta, nel nostro caso, è sempre la scelta progettuale che mettiamo in campo. Un Bliki (anche conosciuto come WikiLog, Wog, WikiWeblog, Wikiblog o Bloki), è un blog realizzato con il supporto di wiki91 . Un Bliki è un blog in cui gli articoli possono essere modificati da chiunque o da un certo gruppo di utenti autorizzati. Esso combina perciò le caratteristiche di un blog con l'interfaccia wiki, un blog che 90
Indirizzo web http://www.edu-tech.it/index.php, consultato a settembre ʼ09.
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Da wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Bliki, consultato a settembre ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 37
possiamo definire veloce e con la tipica caratteristica collaborativa del wiki. Senza ripetere spiegazioni simili a quelle per il blog e per il wiki, il bliki è costituito da una sola pagina che, in un singolo file html, contiene sia quello che voi leggete, sia i codici per dire come comporre la pagina, sia altre spiegazioni per un buon funzionamento del sito92. Quale utilizzo didattico? Questo tool potrebbe essere utilizzato per commentare un evento preciso e limitato nel tempo, come una gita scolastica di più giorni, od altri eventi significativi che possono occorrere durante un anno scolastico. Ma queste sono sempre indicazioni con la sospensiva, spetta alla singola progettazione del docente e all’inventiva collaborativa ed unica di docenti e gruppo classe applicare nel giusto modo i tool del web 2.0.
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Eccone un esempio http://corax.altervista.org/ consultato a settembre ʼ09. Tesi: Il web 2.0 e la prassi didattica nella scuola primaria- Cap. 3 – P. Aghemo – relatore prof. S. Lisi - 38
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