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III
Primo Piano
Venerdì 28 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Il virus del panico può fare grossi danni: è tutto paralizzato» La presidente di Confindustria Lorraine Berton invita il Governo e muoversi subito «con forza e unitarietà» `
GLI IMPRENDITORI
IN OSPEDALE montate altre due tende per i triage dei casi sospetti: sono state preparate solo a scopo preventivo e sono ora 6 in totale. Intanto c’è chi rinvia la pensione
Sanitari in prima linea
Montate altre due tende per il triage dei sospetti e c’è chi rinvia la pensione e resta in servizio Montate ieri altre due tende della Protezione Civile Veneto davanti al pronto soccorso, all’ingresso dell’ospedale San Martino di Belluno. «È a scopo preventivo», ha detto il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno che ieri ha dato la notizia delle due nuove strutture. Si vanno ad aggiungere alle 4 già montate (2 a Belluno e 2 a Feltre), che vengono utilizzate in caso di triage per i casi sospetti. E in un momento d’emergenza come quello a cui deve far fronte la sanità bellunese, il dottor Fabio Soppelsa, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti, ha differito
di due mesi la data della pensione. Lo ha fatto «vista la particolare complessità della situazione legata alla diffusione del Coronavirus», dice l’Usl in una nota. «Tra le misure straordinarie adottate dall’Usl Dolomiti per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid- 19, - spiega infatti, la Direzione Generale ha chiesto al dottor Soppelsa di differire la data di risoluzione del rapporto di lavoro, nell’ambito delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e anche in considerazione dell’attuale organico medico del Servizio di Igiene e Sanità
Pubblica e, in generale, del Dipartimento di Prevenzione. La data di pensionamento, prevista per il 1° marzo 2010, quindi, è stata posticipata al 1° maggio 2020». Le procedure per il conferimento del nuovo incarico è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. I termini di presentazione delle domande per la partecipazione alla procedura scadranno il 5 marzo 2020. «Ringrazio il dottor Fabio Soppelsa per la disponibilità e la responsabilità dimostrata nel restare in servizio in questo momento di particolare complessità. La scelta denota dedizione all’Azienda e un forte senso etico», sottolinea il Direttore Generale Adriano Rasi Caldogno.
BELLUNO Confindustria interviene ancora per il coronavirus: contenere l’allarme, il Made in Italy vive anche d’immagine. Ne è più che convinta la presidente di Confindustra Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, che con il suo modo deciso afferma: «Quello che deve partire immediatamente dall’Italia è un forte segnale di credibilità internazionale, che rassicuri partner commerciali, turisti e imprese. Per farlo serve tornare rapidamente alla normalità ed evitare toni allarmistici. Rischiamo di farci male da soli. E poi, servono misure choc per far ripartire un’economia già stagnante, come le categorie economiche, venete e lombarde, stanno chiedendo da giorni. Ma occorre che il Governo si muova subito, con forza e unitarietà». Sono queste le parole della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton.
L’EMERGENZA «L’emergenza sanitaria è diventata anche economica e qui il virus del panico rischia di fare i danni ingenti. Lo stiamo vedendo tutti i giorni come imprenditori. Il Made in Italy, che vive d’immagine, non può avere contraccolpi di immagine, vale per l’agroalimentare così come per la nostra manifattura d’eccellenza e il turismo – tuona Lorraine Berton -. Dobbiamo uscire da questo circolo vizioso e autolesionista. Abbiamo aziende che non possono svolgere la normale attività commerciale all’estero, con trasferte bloccate, problemi di fornitura e addirittura di accesso a paesi stranieri. Siamo davvero preoccupati e l’auspicio è che l’emergenza rientri velocemente, che tutto sia ricondotto a una dimensione razionale e meno emotiva, senza sottovalutare i rischi sanitari, ma allo stesso tempo senza un eccesso di panico immotivato, in Italia e all’estero».
LA PRESIDENTE di Confindustria Dolomiti Lorraine Berton
«IL MADE IN ITALY VIVE ANCHE D’IMMAGINE, NON PUÒ AVERE QUESTI CONTRACCOLPI: SERVONO MISURE CHE SIANO URGENTI»
i livelli, «a promuovere provvedimenti responsabili che tengano conto del cuore produttivo del Paese. La salute ha la priorità assoluta, ma l’economia arriva subito. Occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese di natura finanziaria, di sostegno al lavoro e di politica estera». Non solo danno economico, ma ne va la reputazione di un paese «che avrà un impatto significativo sulla nostra economia nel medio e lungo periodo. Prepariamoci a lavorare duramente per recuperare la nostra credibilità internazionale. Ogni giorno che rimaniamo fermi diamo un colpo al cuore della nostra economia, peraltro già fragile». Confindustria Belluno Dolomiti ha costituito un gruppo di lavoro interno all’Associazione per fornire alle Aziende informazioni e indicazioni utili circa l’emergenza in atto: via mail all’indirizzo direzione@confindustria.bl.it o chiamando la Segreteria di presidenza e direzione per ogni vostra richiesta. Federica Fant
L’APPELLO La presidente di Confindustria invita le istituzioni, a tutti
IL CONTRACCOLPO del virus per le aziende: allarme di Confindustria
«Qui rischiano di saltare migliaia di posti di lavoro» `Il grido d’allarme
della presidente albergatori di Cortina MONTAGNA CORTINA Colpiscono anche Cortina le disdette dei soggiorni turistici, causate dall’incalzare delle notizie sul coronavirus Covid 19. Ieri mattina se n’è occupato il consiglio della locale associazione albergatori. La presidente Roberta Alverà ha portato ai colleghi i risultati della riunione del settore, del giorno precedente, a Venezia, con Federico Caner assessore al turismo della Regione Veneto: «Abbiamo la consapevolezza che stiamo vi-
vendo un momento difficile – conferma Alverà – ma il confronto con l’assessore Caner è stato positivo. Sono state espresse le criticità del momento, in tutto il panorama veneto. Alcune località sono già in ginocchio, altre temono per la stagione estiva. Rischiano di saltare migliaia di posti di lavoro, mentre saranno in pericolo le nuove assunzioni, previste per la prossima stagione turistica».
CAMBIO DI PROGRAMMI A Cortina stanno arrivando disdette dei soggiorni sia dall’Italia, sia dall’estero. Alcune sono immediate, si riferiscono a questo periodo, altre riguardano la seconda metà di marzo, quando le piste della Tofana accoglieranno le Finali di Coppa del mondo di sci alpino.
Ma c’è anche chi ha già deciso di non venire più in vacanza in Italia nel prossimo mese di giugno. «Mi sono arrivate lettere di rinuncia al soggiorno dall’Italia, dall’Ungheria, dalla Germania, anche di tifosi che inizialmente volevano seguire le Finali di Coppa», conferma un albergatore del centro. La presidente Alverà riflette: «La paura diffusa è rivolta più all’alta contagiosità di questo virus, piuttosto che alla mortalità, che risulta essere molto minore di altre infezioni simili. Domenica 1 marzo la Regione deciderà se togliere alcune restrizioni, oppure se inasprirle, a seconda dell’evoluzione dei contagi. Noi abbiamo chiesto di considerare che il Veneto è grande e ci sono diverse zone, anche molto lontane fra loro. All’assessore Caner abbia-
mo chiesto inoltre di farsi portavoce delle nostre esigenze di aiuti alla categoria per le imposte, per le scadenze tributarie, dei mutui regionali e statali. Ai sindaci chiediamo uno sgravio dell’Imu; il ricalcolo di Tari e Tasi; domandiamo di riconsiderare la tassa di soggiorno». Fra gli operatori di Cortina c’è la consapevolezza che la loro situazione è migliore di quella che si verifica in altre aree; in questi giorni
PRESIDENTE albergatori Cortina, Alverà lancia l’allarme
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«STANNO ARRIVANDO DISDETTE DA ITALIA E ESTERO ANCHE PER L’ESTATE E TIFOSI RINUNCIANO ALLA COPPA»
la conca è affollata, le piste da sci sono molto frequentate, gli ospiti non sono fuggiti, anche perché in paese c’è una assoluta tranquillità. Ma c’è pure il timore che tutto possa cambiare. «Ci auguriamo che si torni al più presto alla normalità – dice Alverà – mentre l’assessore Caner ci ha confermato che le Finali di Coppa del mondo si svolgeranno regolarmente. Istituzioni regionali e nazionali dovranno far fronte compatto per aiutare tutto il comparto turistico, che ha subito più di altri le conseguenze della diffusione del virus e degli attacchi mediatici. Confturismo Veneto predisporrà un documento unitario, con le richieste specifiche di misure a sostegno, che consegnerà alla Regione Veneto». Marco Dibona
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VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
L’allarme globale: la sanità
Il dietrofront di Zaia: «Stop ai divieti Da lunedì le scuole possono riaprire» Il governatore del Veneto lancia l’appello al ministro Speranza: tasso di mortalità molto basso, situazione sotto controllo all’alba. Milano deserta. Il Duomo sbarrato, come il Santo a Padova e San Marco a Venezia. Le Marche hanno sospeso le lezioni pur non avendo contagi né ricoveri, decisione cancellata dal Tar. Cos’è cambiato in questi sei giorni, dopo la morte di Adriano Trevisan, il pensionato di Vo’ prima vittima italiana “con” e non “per” il coronavirus? La comunità scientifica, guidata dal professor Walter Ricciardi, del consiglio esecutivo dell’Oms, ha convinto il ministro Speranza a tirare il freno, perché i casi positivi sono sovrastimati. Un eccesso di prudenza che genera panico e paralisi. L’epidemia, che sta mettendo in ginocchio il turismo e l’economia, non è da sottova-
Albino Salmaso VENEZIA. «Da lunedì le scuole possono riaprire, l’ordinanza non va prolungata». Sotto pressione per la rivolta delle categorie economiche, Luca Zaia ingrana la retromarcia e mette fine con un’intervista tivù alla “quarantena” da coronavirus, stile coprifuoco seconda guerra mondiale. Sul Carnevale è calato il sipario con due giorni d’anticipo, il sindaco Brugnaro ha indossato i panni di “Sior Todaro Brontolon” nel salotto di Vespa e il suo grido di dolore è arrivato fino a Palazzo Chigi. Ieri mattina il pianto greco l’ha intonato il governatore del Veneto, convinto più che mai che tra qualche giorno si possa tornare al cinema, a teatro, a visitare i musei, in biblioteca, in discoteca a ballare e negli stadi a tifare la squadra del cuore senza la mascherina. Da lunedì 2 marzo fine dei divieti, anche per le messe e le funzioni religiose nelle chiese. Scuole chiuse solo a Vo’ e a Limena, le “zone rosse” più colpite dal contagio. Siamo a Marghera, manca poco all’una, e si è appena concluso il vertice con i medici e gli infermieri nel quartier generale della Protezione civile, la cabina di regia dell’emergenza. Dietrofront su tutta la linea? Questa è la richiesta del Veneto, il via libera dovrà arrivare dal ministro Speranza che con Zaia ha firmato l’ordinanza in vigore fino al primo marzo. Il virus si è dissolto? No. Però si è capito in fretta che il cordone sanitario per isolare il contagio è stato applicato all’italiana, con l’anarchia delle regioni che hanno preso strade diverse. Veneto ed Emilia fianco a fianco con divieti più soft rispetto alla Lombardia che ha imposto la chiusura dei bar dalle 18 fino
«Nessuno ha imposto la chiusura di bar e ristoranti. Qui è tutto vuoto, senza turisti»
Il cordone stretto dalle forze dell’ordine intorno a Vo’, dichiarato zona rossa per epidemia
«Questa è l’emergenza sanitaria più grave che io abbia mai vissuto» ma in 48 ore cambia tutto nella strategia comunicativa di Zaia
«È una pandemia mediatica»: la capriola del governatore LA RICOSTRUZIONE
I
l Luca Zaia governatore che oggi dice sostanzialmente che «è colpa dei giornali» è per caso lo stesso che nei cinque lunghissimi e frenetici giorni precedenti si era intestato, da fiero condottiero, la gestione dell'emergenza «più grave mai affronta-
ta»? La risposta è affermativa: sì, è sempre lui. In queste ore abbiamo assistito a un drastico cambio di impostazione comunicativa e mediatica. I primi campanelli d'allarme , dalle parti di Zaia, li aveva suonati il mondo economico, preoccupatissimo delle ricadute. Poi era stata la volta del sistema sanitario, da subito messo sotto pressione.
Sino a martedì, la macchina politica e di comunicazione del presidente (“parla solo la Regione”, era il diktat gestionale) continua a macinare bollettini di guerra (3-4 al giorno, scodellati sulle liste whatsapp), a far circolare video-dichiarazioni come piovesse, a riempire qualunque tweet di emoticon drammatici - doppi punti esclamativi, se-
gnale di pericolo, croci di warning rosso sangue - per un unico, rassicurante segnale: la situazione è grave, ma noi ce l’abbiamo in pugno. Ieri, il cambio pressoché radicale di strategia, con un’intervista mirata in cui il governatore se la prende addirittura con l’Europa e sancisce il cambio totale di rotta con questa frase: “Altro che emergenza sanitaria, questa è pandemia mediatica”. E’ la svolta, nelle stesse ore in cui il suo collega lombardo Fontana scatena rabbia e sarcasmo per il selfie con la mascherina. Ecco una piccola cronistoria, per i più sbadati. Venerdi 21 febbraio, primi due casi sospetti a Vo’. Zaia convoca subito l’Unità di crisi a Padova e afferma la volontà di fare tamponi a tutti: «Non è
lutare ma non va confusa con Ebola. Nell’80% dei casi decorre in modo benigno, nel 15% si cura efficacemente e nel 5% ha conseguenze gravi, da terapia intensiva. Solo il 2-3% dei colpiti muore. E la signora di Vo’ che gestisce il bar da cui si pensa possa essere partito il contagio, è l’emblema della speranza e del coraggio: ricoverata tre giorni in ospedale, è tornata a casa senza una linea di febbre. È felice. Zaia intona il j’accuse e va all’attacco: «Io penso che l’ordinanza debba essere revocata. Oggi in Veneto abbiamo un incremento dei contagiati che è minimale, una decina di casi in più, di cui più della metà asintomatici e gli altri non sono gravi. Non c’è quindi questo picco esponenziale che giustifichi il mantenimento
vicenda da prendere sottogamba». Volto corrucciato, la situazione è dannatamente seria: «Noi siamo molto preoccupati anche perché questo virus è un virus maledetto e assolutamente problematico, sorprende ora dopo ora». Occorre prudenza sino a quando non è pronto il cordone sanitario. A fine riunione, l’annuncio draconiano: «Abbiamo deciso in via preventiva di far fare il tampone a tutti i cittadini di Vo’ e a tutti coloro che si presenteranno in tutto il Veneto nei ricoveri ospedalieri con sintomi influenzali importanti». E ancora: «Abbiamo utilizzato misure non mediocri, ma importanti per evitare il contagio». Sabato 22 si allarga il caso di Vo' (muore il primo pazien-
delle misure previste nell’ordinanza in vigore fino all'1 marzo. Spero che a livello nazionale si decida la revoca. Si tratta di una pandemia mediatica che vive sui social. E ricordo che in Veneto nessuna attività commerciale è stata bloccata», dice il governatore, con il volto tirato per la non-stop Roma-Venezia e le dirette tv con Rai, Sky Mediaset e il network locale. «Vorrei ricordare che nessuno ha vietato ai cittadini di utilizzare i mezzi pubblici che sono vuoti. Nessuno ha vietato ai cittadini di andare nei ristoranti, che sono vuoti. Nessuno ha vietato ai cittadini di andare negli alberghi, che sono vuoti. Nessuno ha vietato ai cittadini di prenotare in Veneto le vacanze. Il tema è che a livello internazionale c'è un attacco bello e buono contro la nostra comunità. Vorrei ricordare che l’ordinanza del Veneto non chiudeva bar, ristoranti ma si rivolgeva ai luoghi di aggregazione, discoteche, musei, cinema e chiese. Per questo motivo non vorrei che queste restrizioni, soprattutto del Veneto, diventassero l’alibi per dire che è colpa delle restrizioni», conclude Zaia. Nel pomeriggio gli stessi concetti, con toni più soft, sono stati ribaditi dall’assessore Manuela Lanzarin in consiglio regionale: «Si sta decidendo se reiterare l’ordinanza regionale per il coronavirus, ed eventualmente in quali termini. Ma anche in caso di revoca dell’ordinanza, le scuole di Vo’ e di Limena rimarrebbero chiuse». Poi le cifre dell’emergenza: 6 mila tamponi eseguiti in Veneto, 116 i casi positivi al test e confermati (in gran parte asintomatici), 27 ricoverati di cui 8 in terapia intensiva, due morti e 2 contagiati già dimessi. Basta per essere ottimisti? Pare di sì. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
te) e nasce il cosiddetto cluster veneziano: prima Oriago e Mira, poi Venezia centro storico. Gli aggiornamenti su whatsapp hanno i caratteri dell'urgenza (+++), Zaia parla di un provvedimento già in bozza, ovvero l’ordinan-
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PRIMO PIANO
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L’allarme globale: la sanità
Un momento dell’incontro di ieri mattina fra i vertici della sanità regionale veneta e i rappresentanti delle professioni sanitarie sull’emergenza provocata dal Coronavirus
che ha trovato riscontro nell’assessorato, è quella che venga attivato un numero diretto esclusivo per i medici di medicina generale che oggi, se devono gestire una situazione di possibile contagio, trovano le linee predisposte sempre occupate da pazienti. «Abbiamo proposto» spiega Di Daniel «un numero unico per gli operatori della sanità dedicato alla medicina generale». «Attualmente le mascherine sono distribuite a macchia di leopardo» sottolinea Lilia-
na Lora, segretaria regionale dello Smi, Sindacato medici italiani che copre tutte le categorie, dalla continuità assistenziale (guardia medica) alla specialistica ambulatoriale. «La filiera ha dei gap: desideriamo mascherine e dispositivi per tutti, inoltre abbiamo chiesto la sospensione dell’attività ambulatoriale specialistica laddove ci sono assembramenti». E questo vale anche per i 102 ambulatori di guardia medica del Veneto, che secondo il sindacato hanno la coda fuori. «È stato detto che è stato sospeso l’accesso libero ai presidi della guardia medica, ma per ora non ci sembra sia così. Chiediamo di essere messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza. Le nostre non sono polemiche, sono richieste». «La nostra proposta è quella di potenziare l’assistenza domiciliare» spiega Luigi Pais in rappresentanza del coordinamento regionale delle professioni infermieristiche «un ulteriore filtro perché le persone si sentano più rassicurate e per evitare che intasino gli altri servizi, dai medici di base in overbooking fino agli ospedalieri». Domenico Crisarà, segretario veneto Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), ha annunciato che mascherine e dispositivi arri-
to l’ho fatta io) e Zaia scandisce: «E' un provvedimento duro, ma non possiamo permetterci nulla». Citato da svariati organi di stampa: «Per il presidente del Veneto questa “è la vicenda più grave che mi sono trovato ad affrontare”. I toni sono da tregenda, come la situazione. Intervista alla Stampa: «Qualcuno penserà che usiamo armi sproporzionate, che stiamo andando a caccia di passeri con il carro armato, ma qui siamo in guerra e dobbiamo sconfiggere il virus». E ancora: «Lo dico e lo ripeto da settimane: il virus non ha colori politici. Siamo in guerra, in Veneto come a Roma. E al momento non c’è altro rimedio che isolare i focolai». E come l’hanno presa i cittadini?
«I veneti mi conoscono, sanno che non è la prima volta che prendo provvedimenti impopolari, ma sanno che lo faccio per il bene comune». Lunedì 24 altro video del governatore, sullo sfondo il rassicurante logo della Protezione civile: «Si sta applicando in toto l'ordinanza che ho firmato, la chiusura delle scuole e tutte le manifestazioni pubbliche compreso il carnevale di Venezia, le chiese e ciò che ne consegue». L’ordinanza, che inizialmente contiene un imbarazzante copincolla (all’oggetto c’è scritto "d'intesa con il presidente della Regione Emilia Romagna" anziché Veneto) scatena molta confusione, tanto che la Regione è costretta a emanare ulteriori criteri
«Noi medici di base lasciati in prima linea senza protezioni né mezzi adeguati» Pressanti richieste alla Regione, anche di una linea riservata per ottenere informazioni. Iniziate le video-visite ai pazienti
Marta Artico VENEZIA. «Ci hanno mandato in guerra con le scarpe di cartone». Salvatore Cauchi, presidente veneto dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), sintetizza il sentire di molti medici di medicina generale in prima linea sul territorio, che ieri hanno incontrato, assieme ai rappresentanti delle professioni sanitarie, l’assessore Manuela Lanzarin e il presidente Luca Zaia.
«Non possiamo andare a visitare i pazienti a casa in sicurezza, non abbiamo, se non in minima parte, i dispositivi di protezione individuale sufficienti e adeguati, per questo esortiamo dirigenti e direttori a risolvere il problema: non dobbiamo ammalarci, far ammalare i nostri famigliari e neppure i pazienti». Stesso pensiero del vicepresidente Bruno Di Daniel: «Speriamo arrivino i dispositivi per tutti come promesso dalla Regione». La seconda richiesta dello Snami,
L’OSPEDALE DA CAMPO ALLESTITO VICINO A QUELLO DI MONSELICE A SINISTRA ZAIA CON I GIORNALISTI
za che vieterà qualsiasi manifestazione e «tutte e le forme d'aggregazione», chiusura di tutte le scuole etc. «Chiediamo comprensione e collaborazione di tutti i cittadini, non è un momento facile. E' un virus con bassa letalità ma che
può essere drammatico su persone che hanno già altre patologie e una salute pregiudicata" . E ancora: “Ci preoccupano non poco i due casi di Venezia perché sono pazienti che non hanno nessuna storia clinica e sociale riferita alla comunità cinese». Domenica 23 arriva l'ordinanza ("in accordo col ministro su mia proposta", tradot-
la paura del virus
L’Inail di Rovigo chiude i battenti e l’Ordine s’infuria L’Inail di Rovigo chiude la sede fino a data da destinarsi, facendo infuriare Francesco Noce, presidente della Federazione regionale dell’ordine dei medici e chirurgi. «Si comunica che la sede di Rovigo resta chiusa all’utenza su determinazione della direzione regionale Inail Veneto» recita la nota indirizzata alla federazione dei medici. E si dice di rivolgersi alle strutture del servizio sanitario regionale (medici di base e pronto soccorsi) per l’emissione della certificazione. Noce si è indignato e ha scritto ai prefetti della Regione e al governatore Luca Zaia, per chiedere se la chiusura riguardi tutti gli ambulatori del Veneto. Noce definisce la scelta quanto mai dannosa in un momento in cui tutti sono impegnati nello svolgimento dei propri compiti e a non creare inutili allarmismi. La Federazione per bocca del presidente si dice «esterrefatta».
applicativi perché, nel dubbio sul drastico contenuto, avevano chiuso i battenti palestre, mercati e altre attività che potevano tranquillamente restare aperte. Martedì 25 ennesimo vertice a Marghera con l'aggiornamento su pazienti e dei cluster. «Situazione sotto controllo» ma con appello ai cittadini: «Bisogna applicare le raccomandazioni, partiremo adesso con una campagna massiccia di spot sulla distanza di sicurezza da tenere durante le discussioni». Ordinanza da rivedere, chiede una giornalista? «L'ordinanza la definirei soft per ora. E' stata fatta volutamente cosi per mixare più visioni: tutelare gli anziani dalle grandi masse e cominciare
veranno in termini di priorità: andranno distribuiti a guardie mediche e medici di medicina generale che operano vicino a focolai in prima battuta, di seguito a tutti gli altri. Per le guardie mediche dei kit di postazione completi per i medici di turno, ai medici di base arriverà una dotazione minima ma integrata di almeno tre completi rinnovabili dotati di cuffia, mascherina, guanti, camice e occhiali riutilizzabili. Crisarà ha sottolineato che il problema dell’approvvigionamento non è del Veneto, ma più ampio. Sarà pubblicata a breve una “linea rossa” destinata al medico di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, con tutte le indicazioni da applicare nei vari casi che si presentano di contatto con pazienti, per uniformare le modalità di intervento, procedure standardizzate per tutta la Regione. Infine è stato annunciato che in alcune zone “rosse” a cominciare con l’area di Dolo Mirano, alcuni ambulatori hanno iniziato, in via sperimentale, a testare la video-visita ai pazienti che ne necessitano. Tra le richieste pervenute, quella di tutelare maggiormente le guardie mediche, che lavorano la notte quando il servizio di prevenzione non è aperto. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
ad attivare molte misure; se si inasprisce la situazione, si inasprisce anche l'ordinanza. Chiediamo anche la rielaborazione delle direttive ufficiali dell'Istituto superiore di sanità in modo tale che siano ancora più chiare e stringenti». E' anche il giorno in cui il mondo economico, preoccupato, chiede l'allentamento della tensione. Glielo stanno dicendo tutti: presidente, qui saltiamo per aria. Zaia inizia a fare qualche riflessione ad alta voce: "Forse siamo stati troppo diligenti: chi cerca trova, chi non cerca non trova». Mercoledì 26, è il giorno del contrordine compagni: «Colpa dei giornali». Fine della fiera. (c.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo Piano 7
L'ARENA
Venerdì 28 Febbraio 2020
Immagine intaccata
«Seunapersonaèsananon vedoperchélesiaconsigliato distareacasa.Èunafollia» ALESSANDRAMORETTI EUROPARLAMENTARE
Misure all’ingresso
Messaggio sbagliato
«Ciprendanolatemperatura all’ingressodelparlamento, comefannonegliaeroporti» SERGIOBERLATO EUROPARLAMENTARE
«Cifannopassareper appestati,mentresiamoil Paesechefapiùcontrolli» MARABIZZOTTO EUROPARLAMENTARE
LAREGIONE CONVOCACATEGORIE ECONOMICHE EPARTISOCIALI. Con l’assessore Donazzan
«Cassaintegrazione inderoga: darlaanche achisarebbe escluso»
Ilcaso
Glieurodeputatiitaliani “banditi“daBruxelles: «Assurdo,noicisaremo»
«Ci sono già 50 milioni disponibili che il Veneto ha il diritto di sfruttare E servono regole più semplici per l’applicazione dello smart working» MESTRE (VE)
te il caso dello specializzando - non presenta sintomi importanti o ne è addirittura privo. I medici di famiglia attualmente in auto isolamento sono saliti a 11. I medici hanno chiesto alla Regione l’emanazione di procedure standard per tutto i territorio per affrontare l’emergenza: «Non può essere affrontata senza gli adeguati sistemi di protezione». In particolare due sindacati di medici di famiglia, Smi e Snami, hanno denunciato il ritardo della Regione nella consegna del materiale. Avrebbero auspicato un kit (mascherina, calzari, occhiali, guanti) ma al momento arrivano mascherine, poche e per giunta senza filtro, cosa non adatta, a loro dire, alle visite a domicilio. «Visite che in teoria -denuncia Liliana Lora, Smi non potremmo eseguire, ma che effettuiamo perché il 118 nei casi non gravi non interviene». Da segnalare la disponibilità data dagli infermieri alla Regione per potenziare il servizio domiciliare «perché, mai come ora -ha dichiarato Luigi Pais - serve rassicurare i pazienti e far sentire loro la sanità vicina». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
La cura al coronavirus va trovata anche in termini economici. E mentre nell’unità di crisi a Marghera ieri si lavorava per fronteggiare l’aspetto sanitario dell’arrivo in Veneto del Covid-19, a cinque minuti di auto, nella sede di Veneto Lavoro, si affrontava un altro aspetto altrettanto vitale: le conseguenze sull’economia. L’assessore al lavoro, Elena Donazzan, ha convocato in riunione straordinaria la “Commissione regionale per la concertazione tra le parti sociali”. Si tratta di un organismo previsto per la legge sul lavoro nazionale e regionale che consente di avere riunite, allo stesso tavolo, tutte le anime del mondo economico presenti in Veneto, da Confindustria, passando per i sindacati, fino alla new entry “Assolavoro” che rappresenta le agenzie per il lavoro. L’obiettivo è avere il polso della situazione e raccogliere le esigenze concrete per riuscire a dare indicazioni chiare da girare al presidente del Veneto, Luca Zaia: già stamattina potrà girarle al Ministero dell’econonomia, durante una delle videoconferenze previste. MISUREABREVETERMINE. «Il
turismo è il primo settore su cui sta impattando l’emergenza. Qui la situazione è quantificabile in milioni di euro persi e, purtroppo, già visibile non solo per Venezia, che ancora non si era ripresa dall’Aqua granda, ma anche per le altre città d’arte, il mare e la montagna», esordisce Donazzan. Piovono disdette, come denunciato da giorni, ma il grave è che le cancellazioni
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stanno andando anche oltre aprile, quindi oltre la Pasqua. «Ma turismo non vuol dire solo alberghi, c’è tutto il mondo degli agriturismi, dei servizi e della logistica che soffrono. Lavoreremo in squadra con il collega assessore, Federico Caner. Primo obiettivo? Proporre al Governo ammortizzatori sociali in deroga, quindi cassa integrazione ordinaria e straordinaria, per settori nei quali non erano mai stati applicati. Vuol dire cioè turismo, spettacolo, aziende fino a cinque dipendenti e partite Iva». Il mondo dello spettacolo, in particolare, in questi giorni è stato completamento bloccato dall’ordinanza a doppia firma ministro governatore e le prospettive non sono rosee: si registrano cancellazioni di eventi e manifestazioni. A LUNGO TERMINE. Gli effetti
di questa emergenza non sono finiti qui. «Le imprese manifatturiere stanno soffrendo perché viene impedito il transito di merci e persone per cause prive di fondamento riassume Donazzan -. Ci sono tantissime aziende che in questi giorni dovevano ricevere in visita clienti che si sono sentite annullare l’appuntamento per il virus». Confindustria ha espresso preoccupazioni, poi, per i troppi passaggi burocratici per l’applicazione dello smart working. Verrà quindi chiesta semplificazione al governo. Non solo. «Le imprese - continua Donazzan - si ritrovano spiazzate nei confronti dei partner stranieri perché, a macchia di leopardo, si avanzano pretese assurde sulle richieste di certificazioni anti-virus sulle produzioni. Una situazione
Ilparlamento europeoa Bruxelles,dove lavoranole commissioni Roberta Labruna
L’assessoreregionaleElena Donazzan
assurda. Anche per questo si chiede un intervento esplicito del governo». Dal mondo dell’agricoltura, poi, un altro grido di allarme: mancano i dipendenti stagionali. Già negli anni precedenti non era facile. Adesso gli stranieri non sono disposti a venire in Italia per raccogliere frutta e verdura. Hanno paura di ammalarsi. E ancora. Si vede nero anche per il settore logistica: è blocco per il turismo, ma anche il trasporto delle merci che è rallentato. Si fatica, poi, con gli approvvigionamenti delle merci dall’estremo oriente. LE AZIONI. Donazzan quindi
sintetizza: «Abbiamo stilato un documento per suggerire proposte utili e concrete al Governo nella scrittura dei prossimi decreti. La Commissione per la concertazione tra le parti sociali, all’unanimità, ha proposto che i datori di lavoro danneggiati dagli effetti dell’emergenza sanitaria possano ricorrere allo strumento della Cig in deroga su tutto il territorio regionale. Un intervento possibile anche perché rimangono disponibili per la Regione Veneto, dalla
gestione precedente, oltre 50 milioni, giacenti presso l’Inps e utilizzabili attraverso un urgente intervento legislativo ad hoc». Non solo. Si chiede l’inserimento di una norma apposita nel decreto che sta per essere adottato dal Governo perché questa Cig in deroga in tutto il Veneto sia regolata in base ad accordi tra le parti sociali. Poi, come spiegato, la raccomandazione di semplificare le modalità di gestione degli ammortizzatori e nell’utilizzo dello smart working. Datori e sindacati si sono poi impegnati ad attivare un monitoraggio periodico. FIERE E IMPRESE. Anche l’as-
sessore allo sviluppo economico, Roberto Marcato, ha convocato un tavolo lunedì di concertazione delle categorie economiche allargato ai principali enti fieristici: «L’obiettivo è condividere un percorso per identificare le misure attraverso e quali supportare le nostre imprese e risollevare la nostra economia. Noi faremo la nostra parte, lo facciano anche Governo ed Unione Europea». • C.G. © RIPRODUZIONERISERVATA
Nonèun’imposizione, maèun calorosoconsiglioesuonapiù o menocosì: “Cari eurodeputati, senegli ultimiquindici giorni avetemessopiede inVeneto, Lombardia,Emilia Romagnao Piemonte,statevenea casaper duesettimane”.Il tono della raccomandazionearrivatadal questoredelparlamento europeoè piùformale,ma la sostanzasitraduce nell’invito aglieuroparlamentaridel Nord amettersi inquarantena ed evitaredivarcarele porte del parlamento.Causa coronavirus.Ecco, questononè piaciutoaffattoai diretti interessati.Con gli eurodeputatidicasa nostra che“sfidano”l’Europae rispondono:«Nonse neparla». Oppure,per dirlacon la leghista MaraBizzotto, «menefrego: lunedìentreròcome sempreal parlamentoafareil mio lavoro».Cheèciòche faranno ancheSergio BerlatodiFratelli d’Italiae AlessandraMoretti delPd. «Nonsiamodegli appestatienonci facciamo trattarecome tali».Tutti etre lunedìripartiranno daVicenza eandranno,come sempre,a Bruxelles:«Sto bene,sono in ottimasalute,perché non dovreiandarea fareil mio
lavoro?Quandosi prendel’aereo a Veneziaequando siatterra spiegaBerlato-viene misurata a tuttilatemperatura, faccianolo stessoall’entratadelparlamento europeo».«Se si vuoleci facciano untampone -diceMoretti -mase unapersonaè sananon vedo ragioneperchéle venga consigliatodistare acasa limitandonel’attività parlamentare.Mipare unafollia. Neva dell’immaginedell’Italia, che nonhamotivodi essere intaccata».Eancora: «In questo momento,poi, vistele gravi conseguenzechesta avendo il nostrosistema produttivo, la nostrapresenza inEuropa è fondamentale,perchési prendano lemisure necessariea sostegno dellenostreimprese». Concetto,questo, cheMoretti, BerlatoeBizzottoripetonopiù d’unavolta.Con quest’ultimache spiega:«È stato fattopassareun messaggiosbagliatissimo,quello chesiamoappestati.Quando, invece,siamoil Paese chesta facendopiù controlli.Con il Venetoinprimalinea». Pure Berlatopremesuquestotasto: «Il principiodiprecauzione ègiusto maa volte,ed èil casodellaUe,le istituzionirischianodialimentare allarmismiepsicosi.Ela cosa assurdaècheveniamoisolati solo perchéstiamofacendo controlli moltopiùaccurati rispettoagli altriPaesi».
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VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO
PRIMO PIANO
L’allarme globale: l’economia padovana
«Chiediamo a Roma i soldi per un piano di rilancio della città» Categorie a confronto con il sindaco Giordani e l’assessore al commercio Bressa «Superiamo gli steccati politici, saremo uniti per trovare fondi straordinari» Claudio Malfitano
la politica padovana
PADOVA. Si moltiplicano i ta-
De Poli: servono più aiuti
voli ma la richiesta è sempre la stessa: fondi straordinari per ripartire. In realtà nessuno ha ancora un’idea concreta su come utilizzare i soldi che eventualmente arriveranno da Roma ma intanto il grido di Padova si fa più forte. Dopo il governatore Zaia anche il sindaco Sergio Giordani ha “chiamato a rapporto” le categorie economiche cittadine, ricevendone il consueto cahier de doléances rispetto a una situazione ormai sfuggita di mano. «Era mio dovere ascoltarli – replica il primo cittadino – Ora dobbiamo capire come riparare i danni. Da parte mia posso dire che ci metterò tutto l’impegno possibile».
«Rispondendo alle richieste delle categorie economiche delle regioni colpite, In Senato ho presentato un’interrogazione parlamentare urgente al ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri chiedendo di prevedere le agevolazioni fiscali oltre le cosiddette “zone rosse” ed estendendole almeno alle aree provinciali, nelle regioni colpite dalla diffusione del Coronavirus», così il senatore Udc Antonio De Poli.
Lazzarini: stop scicalli L’incontro tra il sindaco e le categorie di ieri mattina
CHE FARE?
Negozianti in ginocchio «Siamo a corto di liquidità Stop tasse e mutui»
Che la situazione sia drammatica è ormai un dato di fatto. Prenotazioni alberghiere a picco, il settore del food in ginocchio, aziende senza materie prime, esportazioni a rischio blocco, e chi più ne ha più ne metta di difficoltà. «Abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di tutte le categorie per fotografare con precisione i riflessi negativi che il Coronavirus sta provocando sulla nostra economia: la situazione è effettivamente allarmante», spiega con un pizzico di candore l’assessore al commercio Antonio Bressa. Che però prova ad avere anche un pizzico di visione, anticipando uno dei primi provvedimenti concreti che sarà necessario prendere una vol-
ta passata la fase emergenziale: «Serve una grande operazione di rilancio dell’immagine del nostro territorio e della città – spiega – C’è la forte volontà di superare questa fase tornando ad essere attrattivi nei confronti di visitatori e investitori». Dal suo punto di vista Giordani ha assicurato che cercherà i fondi direttamente a Roma: «Chiederò il sostegno di tutti i parlamentari padovani, di qualsiasi partito, perché la situazione è seria», annuncia. È probabile però che anche altre istituzioni cittadine debbano scendere in campo per un’iniezione di fiducia e denaro nell’economia. Co-
me la fondazione Cariparo che ha 48 milioni di euro di erogazioni previste nel 2020. LE RICHIESTE
A rappresentare tutte le imprese e le aziende operanti nel territorio euganeo è il presidente della Camera di commercio Antonio Santocono, che per prima cosa ha chiesto lo sblocco dei 2 milioni di euro già in cassa fermati da una disposizione dell’ultima finanziaria. «Vi chiediamo fondi straordinari, da utilizzare per ristabilire la reputazione di questi territori – si legge nella lettera aperta inviata al governo e ripresentata ieri a Giordani – La Camera di commercio può essere individuata quale veicolo sul territorio per la gestione dei fondi». Una parola d’ordine la propone anche il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin: ripartire. A Padova l’Ascom ha già
«Stop allo sciacallaggio su mascherine igieniche, dispositivi protettivi e disinfettanti. Più programmazione tra sindaci, aziende sanitarie di riferimento e farmacie attive sui territori colpiti. Sono stati approvati i nostri ordini del giorno al decreto Coronavirus che impegnano il governo in questa direzione. Così si aiutano anche le amministrazioni locali a gestire l’epidemia», spiega la deputata della Lega Arianna Lazzarini, che è anche sindaco di Pozzonovo.
Stefani: no tax area «Imprese e partite Iva delle zone colpite dal Coronavirus hanno bisogno di sopravvivere. Proponiamo una “No tax area” per chi sta subendo le conseguenze drammatiche di questa epidemia. Il tessuto commerciale del nord è in ginocchio. Più del reddito di cittadinanza, qui ci sarebbe bisogno del reddito di sopravvivenza», afferma il deputato padovano della Lega Alberto Stefani, primo cittadino di Borgoricco.
messo in piedi un’azione sviluppata su un doppio binario: uno informativo, l’altro di aiuti concreti. Ci sono in campo gruppi di lavoro e informazione. Ma è in rampa di lancio anche un intervento straordinario sul fronte del credito attraverso “Fidi Impresa & Turismo Veneto”. I COMMERCIANTI
Anche la voce dei commercianti del centro è arrivata alla riunione di ieri con il sindaco, grazie al presidente dell’Acc Massimiliano Pellizzari: «Da lunedì registriamo un tracollo di vendite. E questo ci mette in grave difficoltà anche perché per molti negozianti la liquidità è fondamen-
il presidente della provincia bui
«Se continuiamo così avremo più falliti che contagiati» PADOVA. «Nemmeno a Cerno-
byl nel 1986 si è raggiunto un tale grado di isterismo. Se continuiamo così avremo più falliti che contagiati». Non si può certo dire che il presidente della Provinia Fabio Bui “la tocca piano” sull’emergenza Coronavirus. La sua dichiarazione di ieri è un grido d’allarme quasi disperato rispetto a una situazione che si complica sempre più giorno dopo giorno. Uno sfo-
go comprensibile proprio perché Bui, da leader di un ente di secondo livello, è il terminale delle critiche e delle preoccupazioni di 102 primi cittadini del territorio euganeo. «Questa ondata di panico sta facendo precipitare nel baratro economico le nostre aziende e attività commerciali – racconta Bui – Prima che sia troppo tardi smettiamo di fare pressapochismo e lasciamo che in merito
alle strategie per il contenimento del virus parlino solo ed esclusivamente gli scienziati e i sanitari, figure per le quali l’Italia non è seconda a nessuno. Dico questo perché presto il virus avrà una cura e un vaccino, mentre se continuiamo a parlare del nostro Paese come fosse un lazzaretto, non troveremo altrettanto velocemente il rimedio per riparare ai danni economici che si stanno creando».
L’ultima riunione dei sindaci in Provincia sull’emergenza Coronavirus
tale. Perché spesso è utilizzata per onorare le scadenze. In questa settimana la liquidità è stata poca – racconta Pellizzari – Speriamo che la settimana prossima ci possa essere una ripresa». Dall’Acc anche proposte concrete: «Abbiamo chiesto che il Comune interceda con Regione e governo per la sospensione del pagamento delle imposte e delle rate dei mutui e che poi venga messo a disposizione un fondo straordinario per far fronte al rilancio dell’economia: serve almeno un miliardo di euro. Bisogna infine rilanciare l’immagine della città, della regione e dell'Italia intera». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sicuramente, quindi, il periodo non sarà dei più facili e ci sarà la necessità e il dovere di fare promozione in modo coordinato, unitario e incalzante», prosegue Bui nel suo ragionamento. Che ha un finale di speranza: «Il Coronavirus può essere una opportunità per premere sull’acceleratore, per approfittare e sbloccare opere pubbliche ferme da anni: decine e decine di miliardi di commesse sarebbero un grandissimo volano non solo per la grandi imprese ma anche per le Pmi. Cerchiamo di sburocratizzare, rendere più snelle le regole, intervenire tempestivamente, tutti insieme, per fronteggiare l’emergenza e trasformarla in opportunità di crescita». —
9 • 28 febbraio 2020
RIUNIONE IN TELECONFERENZA PER IL CORONAVIRUS
FILOBUS
Collettore, altre due settimane per capire le ricadute ambientali
Ora servono previsioni realistiche
Tutti i partecipanti allineati sui tempi: basta ritardi sull’iter del progetto Due settimane per convocare un tavolo di approfondimento tecnico sugli aspetti ambientali riguardanti l'asta del fiume Chiese e poi, entro fine marzo, confermare l'iter già condiviso. E’ il risultato della riunione tecnica della Cabina di Regia per il Collettore del Garda. All’ordine del giorno il punto della situazione sul progetto, i cui primi cantieri inizieranno sulla sponda veronese a dicembre, ed l’esame delle rimostranze dei sindaci dell'area del Chiese presentate al Ministero dell'Ambiente la scorsa settimana. A causa delle misure di prevenzione per il contenimento del contagio da Coronavirus la riunione si è svolta in teleconferenza. Collegati il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) con il professor Francesco Napolitano, e, in connessione telefonica, il direttore generale del Ministero dell'Ambiente - direzione generale per la sicurezza del suolo e dell'acqua Maddalena Mattei Gentili. Per la Regione Veneto era presente in streaming l'ingegner Fabio Strazzabosco, direttore della Direzione Ambiente della Regione Veneto e l'ingegner Andrea Penzo; per la Regione Lombardia, la dottoressa Viviane Iacone, dirigente Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile. Per il Consiglio di Bacino (Ato) di Brescia erano presenti il presidente Aldo Boifava e Marco Zemello, direttore generale, oltre ad Acque Bresciane con l'inge-
Michele Bertucco
Da sinistra Voi, Cresco, Peretti, Franchini e Fanton durante la riunione per il Collettore del Garda
gner Mauro Olivieri, direttore tecnico. Per il Consiglio di Bacino (Ato) Veronese erano presenti il presidente Bruno Fanton e il direttore Luciano Franchini. Per Azienda Gardesana Servizi (Ags), il presidente Angelo Cresco e il direttore Carlo Alberto Voi. Per il territorio gardesano, il presidente di Ats Garda Ambiente Giovanni Peretti. Durante la riunione è stato confermato dai tecnici di Acque Bresciane e di Ags lo stato di ammaloramento delle condotte sublacuali, che sono arrivate al limite della loro vita utile e sono state oggetto più volte di interventi. La loro condizione attuale non permette ulteriori tentennamenti sulla realizzazione del nuovo sistema di collettamento del
Garda. Per questo motivo il tavolo sarà convocato nelle prossime due settimane, ed entro la fine di marzo il procedimento di approfondimento sarà concluso, al fine di evitare ulteriori rinvii. Lo scopo del tavolo di approfondimento è chiarire se esistono reali necessità ambientali al di là di quelle prese in considerazione, per avere un quadro più completo possibile. Le Regioni Veneto e Lombardia hanno dichiarato di mettere da subito a disposizione tutti i dati e i campioni raccolti dalle rispettive Arpa senza alcuna riserva, in quanto dati pubblici e pubblicati. Ato, Ags e Ats sono concordi ad approfondire ulteriormente quanto già appurato attraverso gli studi di impatto ambientale, ribadendo però in modo fermo che a Peschiera, per quanto riguarda la parte bresciana, confluiranno solo i reflui di Sirmione e di Desenzano (oltre, chiaramente, a quelli della sponda veronese).
“E’ sintomatico di inefficienza e pressapochismo il fatto che, soltanto a ridosso dell’inizio della discussione del bilancio di previsione, l’amministrazione si ricordi di dovere risarcire le attività economiche danneggiate dai ritardi dei cantieri del filobus”. Non va tanto per il sottile Michele Bertucco ricordando che i cantieri si prolungano dal maggio scorso e avrebbero dovuto concludersi a novembre. Il rischio di sforare i tempi consentiti di approvazione del bilancio e di dover dunque ricorrere a successivi aggiustamenti in corsa, è molto alto. “Presa per tempo la questione della riduzione del’Imu aggiunge- avrebbe potuto essere approfondita mentre ora non è è nemmeno nota quale sarà lo sconto praticabile. A questo punto è necessario prendere le opportune contromisure al fine di evitare che i mega ritardi a cui stiamo assistendo in Borgo Venezia e a San Michele si ripresentino anche nel prosieguo dei cantieri, ragion per cui ho chiesto di avere la lista ufficiale di tutti i cantieri programmati con accanto indicata per ciascuno di essi una previsione realistica di durata. L'amministrazione deve anche riferire sullo stallo riguardante la progettazione del parcheggio scambiatore Est”, conclude il consigliere di Verona e Sinistra in Comune.
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Primo Piano
Venerdì 28 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza a Nordest LE MISURE VENEZIA Domanda del Gazzettino: presidente, prorogherà l’ordinanza? Risposta di Luca Zaia: «Spero proprio di no». È mezzodì del settimo giorno di emergenza Coronavirus, quando dalle porte scorrevoli della Protezione civile regionale filtra finalmente un barlume di positività. Bastano infatti quelle quattro parole del governatore, in diretta Facebook attraverso la pagina del nostro giornale, per scatenare un diluvio di pollici alzati e cuoricini palpitanti. L’emotività social è assai più rapida del confronto istituzionale: l’ultima videoconferenza della sera ancora non scioglierà i nodi dell’accordo con le altre Regioni e con il ministero della Salute. Ma la strada proposta dal Veneto va verso un obiettivo chiaro: riaprire già da questa domenica chiese, musei, cinema, teatri, palazzetti e stadi, quindi da lunedì anche le scuole e le università.
LA BOZZA Comincia verso le 14 la stesura della possibile “Ordinanza contingibile e urgente n.2”. La bozza per ora lascia in bianco lo spazio per la firma del ministro Roberto Speranza, che domenica 23 febbraio aveva sottoscritto la versione “n.1” «di intesa con il presidente della Regione Veneto». La posizione di Zaia, benché come soggetto attuatore disponga di poteri più ampi dell’ordinaria amministrazione, rimane la stessa: evitare fughe in avanti, procedendo insieme al dicastero della Salute e ai colleghi governatori dei territori colpiti dal virus, ad eccezione con tutta probabilità di Attilio Fontana, che visti i numeri della Lombardia potrebbe decidere di differenziare le proprie misure in senso più stringente. «Vorremmo tornare velocemente alla normalità non reiterando l’ordinanza», dice Zaia. O meglio, emanandone appunto una seconda, per consentire già da domenica 1° marzo la ripresa delle aggregazioni sospesa come chiarito dalla circolare esplicativa del direttore generale Domenico Mantoan: celebrazioni religiose, manifestazioni, fiere, sagre, attrazioni, lunapark, concerti, campionati sportivi, proiezioni
MA PER LE AREE DEI FOCOLAI DI VO’ E LIMENA RIMARRANNO LE PRESCRIZIONI PIÙ RESTRITTIVE
LA SVOLTA TRIESTE Scuole, asili, teatri. Cinema, chiese, stadi e palestre. Anche il Friuli Venezia Giulia è pronto a riabbracciare un concetto che sembrava essersi perso: la normalità. E normalizzazione sarà, a partire da lunedì. «A meno che nel frattempo la situazione non cambi in peggio ha spiegato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga -. Non basteranno uno o due casi positivi a farci cambiare idea ha specificato -: i divieti saranno rimessi soltanto in presenza di veri e propri focolai». Il presidente leghista è già in contatto con il ministero della Salute e ora attende il via libera da Roma per affievolire le misure di sicurezza anti-contagio. L’ordinanza entrata in vigore domenica scorsa scadrà il 1 marzo: «L’intenzione - ha illustrato Fedriga è quella di sostituirla con una serie di consigli destinati ai cittadini e finalizzati a diminuire le probabilità di contagio».
Zaia riscrive l’ordinanza: pronto a riaprire le città Verso la riapertura da lunedì di scuole e università `«Penso che gli studenti possano tornare in classe e già da domenica di chiese, cinema, teatri e stadi a meno che non si preveda un pericolo incombente» `
cinematografiche, spettacoli teatrali, concerti, attività di discoteche e sale da ballo. Ovviamente per quello che è possibile ripristinare in fretta: un conto è una Messa per cui può bastare la disponibilità del sacerdote, un altro è un festival che richiede un’organizzazione molto più complessa. Questo varrebbe in tutto il Veneto, ma verosimilmente non a Vo’ Euganeo, dove vigono le prescrizioni disposte dal premier Giuseppe Conte per i focolai dell’infezione.
IL TEMPO La decadenza del testo precedente permetterebbe poi di far ricominciare da lunedì 2 marzo le lezioni nelle scuole e nelle università (probabilmente dappertutto meno che nel plesso di Limena, chiuso per 14 giorni dopo la positività di un’alunna al tampone). «Penso che le scuole possano tranquillamente riaprire per quanto ci riguarda – afferma Zaia – a meno che la comunità scientifica non dica che c’è un pericolo incombente». Per riavviare la macchina sco-
lastica, non servirà molto tempo: un pochettino, però, sì. «L’ordinanza scade domenica – riconosce il leghista – e prima di domenica bisognerà prendere una decisione. Ma non dipende solo da me, serve anche la firma del ministro. Ma anche la comunità scientifica deve decidersi se validare le scelte o continuare a fare commenti, dando l’idea che siamo la pattuglia acrobatica dove ognuno fa quello che vuole. Ricordo che in Veneto, fino a prova contraria, si applicano le direttive dell’Oms e dell’Iss».
Il Friuli Venezia Giulia accelera «Via i divieti: uno o due casi non ci faranno cambiare idea» GLI EFFETTI
Cinema Il Far East Festival slitta a fine giugno Il Far East Film Festival slitta da aprile all’inizio dell’estate: dal 26 giugno al 4 luglio. «La salute pubblica è il bene più prezioso - hanno osservato Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, fondatori del festival udinese - e questo momento richieste scelte responsabili». Confermata una collaborazione con Trieste per lo Shorts International Film Festival che si svolgerà nelle stesse date.
Se l’operazione dovesse andare in porto, e ieri lo stesso Fedriga si è dato il 99 per cento di possibilità di successo, da lunedì mattina riaprirebbero le scuole di ogni ordine e grado. Riprenderebbero le lezioni all’università, si potrebbero frequentare nuovamente cinema e teatri, le chiese riaccoglierebbero i fedeli dopo le messe in streaming degli ultimi giorni. Il semaforo verde lo riceverebbero anche concerti ed eventi culturali, così come le partite del calcio dilettantistico e le gare degli altri sport. L’eventuale nuova ordinanza conterrebbe soltanto delle istruzioni utili a limitare le possibili-
tà di contagio, come il lavaggio frequente delle mani e le procedure da mettere in campo nel caso si accusassero sintomi influenzali.
IL BILANCIO In Friuli Venezia Giulia ad oggi non sono stati registrati casi di positività al coronavirus. In regione sono stati effettuati finora 160 tamponi e le persone sotto osservazione sono una dozzina. «Non esiste un sistema ermetico - ha spiegato Fedriga ma sino ad oggi possiamo affermare che il nostro cordone di sicurezza ha funzionato. Abbiamo scelto di firmare l’ordinanza urgente anche se non avevamo casi di contagio sul nostro terri-
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La differenza tra batterio e virus BATTERI Pili
ELEMENTI IN COMUNE
Ribosomi
Flagello
Parete cellulare Membrana citoplasmatica
Citoplasma
CARATTERISTICHE DEI BATTERI DIMENSIONE 0,001 mm
TRATTAMENTO Antibiotici
RIPRODUZIONE Si autoriproducono
TIPOLOGIA Sono organismi viventi
Infettano gli umani
VIRUS Capside DNA o RNA
Contengono proteine e materiale genetico
Elementi di ancoraggio
CARATTERISTICHE DEI VIRUS DIMENSIONE 0,000000001 mm
TRATTAMENTO Antivirali
RIPRODUZIONE Necessitano di un ospite per propagarsi
TIPOLOGIA Non sono organismi viventi
LA NORMALIZZAZIONE SECONDO FEDRIGA: «IL NOSTRO CORDONE DI SICUREZZA HA FUNZIONATO MA ORA BASTA»
Si presentano in molte forme
torio, e lo abbiamo fatto per due ragioni: da un lato cercare di limitare le occasioni di aggregazione per arginare la possibile diffusione del coronavirus e dall’altro concederci lo spazio e il tempo per allestire la macchina dell’emergenza. Abbiamo sempre ragionato come se il
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Venerdì 28 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
AL TAVOLO DELLA PROTEZIONE CIVILE Da sinistra Francesca Russo (responsabile Prevenzione), l’assessore Manuela Lanzarin (Sanità), il governatore Luca Zaia, l’assessore Gianpaolo Bottacin (Protezione civile) e Nicola Dell’Acqua (dirigente Territorio). A destra, l’incontro con le categorie produttive
Le prescrizioni
1 I numeri
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i giorni di quarantena per chi è residente o ha soggiornato in zone rosse
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Le Regioni senza focolai che hanno introdotto misure di prevenzione I DATI Grazie alle azioni basate su quelle indicazioni, rivendica il governatore, i dati sono confortanti: «Su 100 pazienti, 80 non hanno sintomi e guariscono da soli, 15 hanno bisogno di cure e solo 5 vanno in Terapia Intensiva. Inoltre, incrociando le dita, la crescita non è esponenziale». Per questo i divieti potrebbero essere rivisti. Su un punto però Zaia è perentorio: «Non vorrei che l’ordinanza diventasse l’alibi per qualcuno per dire che è colpa delle restrizioni se c’è la psicosi. Il vi-
GOVERNATORE Massimiliano Fedriga
contagio in regione fosse già avvenuto, e la scelta è stata premiante». In meno di una settimana sono state allestite tre strutture (a Tricesimo e a Pasian di Prato in provincia di Udine e a Muggia in provincia di Trieste) dedicate ai pazienti in isolamento con poco
rus c’è e colpisce, ma siamo davanti a una pandemia mediatica. Ricordo che il Veneto non ha vietato di utilizzare i treni, eppure i treni sono vuoti; non ha vietato di andare nei ristoranti, che però non stanno lavorando; non ha vietato di prenotare qui le vacanze, ma fioccano le prenotazioni. Il tema è che a livello internazionale c’è un attacco bello e buono contro la nostra comunità». Sempre a proposito di ordinanze, intanto, il Tar ha sospeso quella delle Marche, che fermava manifestazioni e scuole fino al 4 marzo pur non essendo sede di focolai. «Lo Stato c’è e si fa rispettare», commenta il ministro Francesco Boccia, soddisfatto invece per i testi omogenei e poco afflittivi adottati da altre 12 Regioni “no cluster”. Angela Pederiva
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IL GOVERNATORE: «MA NON SONO STATE LE PRIME MISURE AD ALIMENTARE PSICOSI NESSUNO HA VIETATO RISTORANTI E VACANZE»
meno di 100 posti letto a disposizione. Al momento vuote, sono pronte per essere utilizzate. «Abbiamo messo in moto la Protezione civile, che si riunisce due volte al giorno nella sede centrale di Palmanova - ha aggiunto Fedriga - e già dall’inizio della settimana abbiamo potenziato la centrale operativa del 112 di Palmanova (Udine, ndr) e istituito un numero verde per mettere a disposizione dei cittadini le informazioni utili». Negli scorsi giorni, la Regione ha ottenuto dal ministero dell’Interno la possibilità di mettere in quarantena i migranti irregolari rintracciati sul territorio regionale, ma da quanto la misura è diventata effettiva non si sono registrati arrivi. Nelle prime ore dell’emergenza, Fedriga aveva chiesto a più riprese di poter aumentare i pattugliamenti in corrispondenza dei confini stradali con Austria e Slovenia: su questo fronte, da Roma, sono arrivate solo risposte negative. Marco Agrusti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il testo fino al 1° marzo Domenica scorsa il ministro Roberto Speranza ha firmato un testo d’intesa con il governatore Luca Zaia. Le misure sono state emesse per evitare le aggregazioni e hanno previsto una validità fino al 1° marzo compreso.
Scuole ed eventi Il provvedimento ha sostanzialmente disposto la sospensione delle lezioni nelle scuole e nelle università, nonché degli eventi di natura religiosa, culturale, sportiva, economica, sociale. Per i concorsi è stata fatta eccezione in tema di sanità.
Lo sblocco dei mercati La circolare del dg Domenico Mantoan lunedì ha chiarito di sospendere le iniziative che esulano dall’attività ordinaria della comunità. Sono stati invece salvati i mercati cittadini e per le palestre è stata data facoltà ai sindaci di valutare.
Le possibili novità In queste ore è in corso la stesura di una seconda ordinanza, che potrebbe comportare delle novità già da domenica (ripresa di tutte le manifestazioni) e quindi da lunedì (riattivazione delle lezioni in scuole e università).
Il confronto nazionale La linea di Luca Zaia è sempre per la condivisione del testo da parte del Governo e delle Regioni. Per questo è ora in corso un confronto a livello nazionale. Potrebbe fare eccezione la Lombardia: dati i numeri della sua emergenza, forse farà da sé.
E ora il Veneto si ribella «Di questo passo avremo più falliti che contagiati» Dalla politica alle categorie, scoppia la rivolta dei territorio Gli artigiani: «Ogni giorno di stop mette a rischio le attività» `
le città e nei paesi». Una linea imboccata anche da Roberto Marcato (Lega), l’assessore regionale allo Sviluppo Economico che ha convocato per lunedì il tavolo di concertazione delle categorie economiche, con un video dei suoi, girato mentre pranza in trattoria: «Stemo calmi e ‘ndemo al bar. Non serve abbracciare tutti, è sufficiente lavarsi le mani, mangiare in tranquillità e tornare a casa, senza scatenare un’emergenza economica: ci basta già quella sanitaria, grazie».
LE VOCI VENEZIA Dalle imprese alle istituzioni della cultura, dalla Chiesa al mondo della scuola. Magari non arrivano a chiedere espressamente di non prorogare l’ordinanza, ma sicuramente tutte le categorie coinvolte a vario titolo dalle limitazioni aspettano con ansia l’annuncio che la Regione potrebbe dare nelle prossime ore con il ministero della Salute. Una voce per tutte è quella di Fortunato Ortombina, sovrintendente del teatro La Fenice di Venezia: «Confidiamo che le cose possano tornare alla normalità, il presidente Luca Zaia ha detto apertamente che il decorso del virus non è tale da giustificare una serrata totale, speriamo domani (oggi, ndr.) di avere buone notizie».
PSICOSI E PANICO Di per sé le aziende produttive, gli esercizi commerciali e le attività ricettive non sono direttamente toccati dai provvedimenti attualmente in vigore. Ma alla sospensione delle manifestazioni, dei campionati, degli spettacoli e delle celebrazioni si sono sommati il blocco delle importazioni dalla Cina, il pregiudizio verso le merci realizzate in Veneto e la paura di andare perfino in pizzeria o in gelateria, generando un tutt’uno di psicosi e panico. «Di questo passo avremo più falliti che contagiati», ammonisce Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova. La possibilità di un’attenuazione delle misure regionali viene vista perciò come una prima breccia nel muro del timore immotivato. Osserva a questo proposito Alessandro Conte (Cna): «I veneti non hanno mai avuto paura: dall’acqua granda a Venezia, fino alla tempesta Vaia, le nostre imprese hanno sempre dato prova di sapersi rimboccare le maniche. Ma ogni giorno di stop che passa, mette a rischio la sopravvivenza di un’attività». Perciò l’associazione degli artigiani del Veneto si è unita a quelle di Lombardia ed Emilia Romagna nel lanciare un appello: «No a nuove misure restrittive». In cambio le ditte sono pronte
MUSEI E TEATRI RESTANO VUOTI «PREOCCUPANO PIÙ GLI ALLARMI E LE PAURE CHE L’EPIDEMIA»
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ATTESA PROVINCIA DI PADOVA Fabio Bui
a fare la loro parte, come assicura Federico Capraro (Confcommercio Treviso): «Le disdette piovono in hotel e ristoranti, il commercio langue, i consumatori sono sempre meno, i centri storici decisamente svuotati per non parlare dei mercati. Ma le imprese non si sottraggono alla responsabilità. Il contrasto del panico e della psicosi passa attraverso la comunicazione adeguata. Fin da subito abbiamo diffuso il decalogo e numeri utili e ora promuoviamo messaggi rassicuranti sulla necessità di non fermare la vita nel-
Conegliano E i proprietari riducono gli affitti ai commercianti Il coronavirus dà un’altra bastonata agli affari? I negozianti coneglianesi ottengono lo sconto sull’affitto. L’iniziativa è partita da Corte delle rose, una delle aree più commercialmente intraprendenti della città, dove i negozianti hanno bussato alle porte dei proprietari dei locali per concordare una riduzione temporanea degli affitti. L’associazione Conegliano in Cima: «In corso le singole trattative sul numero di mesi con affitto ridotto (da uno a tre), e anche la percentuale varia a seconda della tipologia del negozio: si va in genere dalla riduzione di un quarto dell’affitto fino alla metà. Diversi proprietari hanno già dato l’okay».
La sua collega Elena Donazzan (Fdi) è in costante contatto con le realtà scolastiche: «Tutti in attesa della buona notizia», riferisce. L’istituto comprensivo di Cadoneghe, nel Padovano, si è già preso avanti: il dirigente Giovanni Petrina ha scritto a docenti e studenti che «le attività didattiche riprenderanno regolarmente lunedì 2 marzo», anche se la riammissione dopo assenze per malattia superiori a cinque giorni dovrà avvenire «dietro presentazione di certificato medico». Musei come l’M9 confidano di poter ripartire già dopodomani, intanto scaldano i motori aderendo alla campagna di visite virtuali “#museichiusimuseiaperti”. «Vogliamo dare alla città, ai cittadini ed ai turisti un messaggio positivo: M9 e Mestre non si fermano», spiega il direttore Marco Biscione. Al momento la Fondazione Giorgio Cini non sta ospitando mostre, «per cui non abbiamo subìto contraccolpi», ma la prossima dedicata a “Venezia e lo studio Glass americano” è in calendario dal 23 marzo. «Speriamo che per allora non sia ancora necessario prorogare l’ordinanza di settimana in settimana», dice il segretario generale Pasquale Gagliardi. Riflette Mirko Artuso, anima del Teatro del Pane alle porte di Treviso: «Siamo più preoccupati degli effetti che potrebbe produrre un’epidemia, tutto sommato abbastanza blanda visti i dati ufficiali, piuttosto che degli effetti che l’allarmismo e la paura sta di fatto generando». Anche alle diocesi non resta che attendere con fiducia il via libera alla ripresa delle funzioni religiose. «Non abbiamo voluto noi disposizioni così restrittive – scrive monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova – ma vivendole impariamo a sentirci solidali con il nostro territorio e la sua organizzazione civile e sociale di cui vogliamo essere interlocutori responsabili e affidabili». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sport
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Addio Marchiori, una vita per il basket
L’UMANA ACCEDE IN EUROCUP
LUTTO
Grazie alle sconfitte delle avversarie dirette le ragazze si qualificano anche senza giocare la partita con Riga che ora rischia sanzioni `
BASKET L’Umana Reyer accede all’Eurocup femminile senza nemmeno giocare l’ultima partita di regular season di Eurolega contro il Ttt Riga, incrocio che potrebbe non disputarsi mai. Le sconfitte di Cukurona con Ekaterinburg (112-37) e Castors Braine con Praga (89-65) hanno garantito all’Umana il proseguimento dell’avventura europea attraverso l’Eurocup (vi accedevano quinta e sesta nei due gironi di Eurolega) ma non hanno risolto il «caso» diplomatico che coinvolge Fiba, Federbasket, Reyer e Riga. La partita, che si sarebbe dovuta giocare mercoledì al Taliercio, era stata spostata dalla Federazione internazionale a giovedì in campo neutro a Lubiana in Slovenia a porte chiuse per le misure anticontagio da coronavirus secondo l’ordinanza emanata dal ministero alla Salute e Regione Veneto. Quando tutto sembrava risolto, mercoledì Riga ha annunciato che non sarebbe partita per la Slovenia perché giocare in campo neutro contro le atlete dell’Umana, residenti in Veneto, non avrebbe comunque preservato le lettoni da un possibile contagio (stessa decisione presa dalle ungheresi del Sopron che a Lubiana avrebbero dovuto sfidare Schio). La Fiba aveva avvertito in via ufficiosa Umana e Schio di non partire per la Slovenia e mercoledì sera ha diramato una nota. «Le due partite a Lubiana non si svolgeranno dopo che Sopron
PER LA REYER MASCHILE RESTA IN BALLO L’EPILOGO DELLA TOP 16 CONTINENTALE CHE IL 3 MARZO LA VEDREBBE IMPEGNATA A BRESCIA
e Ttt Riga hanno informato ufficialmente la Fiba che non avrebbero viaggiato preoccupate per la propria salute legata all’epidemia di coronavirus in Italia. Secondo le regole della competizione, il caso verrà ora deferito al giudice unico internazionale che esaminerà i dettagli per prendere una decisione in merito al risultato». Resta da capire se la giustizia sportiva europea deciderà per una sconfitta 0-20 a tavolino o proporrà un’ulteriore data per la partita che, a questo punto, diventa fondamentale per le lettoni al fine del futuro europeo. Nella vicenda è intervenuto anche il presidente Fip Giovanni Petrucci che, scrivendo alla Fiba, aveva chiesto di «prendere provvedimenti contro chi discrimina l’Italia». Dopo Schio, che ha annunciato di adire alle vie legali se non verrà data la vittoria a tavolino su Sopron, ha preso posizione anche la Reyer. «Prendiamo atto della comunicazione Fiba e ringraziamo il presidente Petrucci per aver perorato la causa del movimento cestistico italiano» ha spiegato il presidente Federico Casarin. «Ora aspettiamo le decisioni della Federazione internazionale, non si tratta di un discorso valido solo per Reyer o Schio ma riguarda tutto il nostro basket. Tutte le nostre mosse sono state prese in accordo con la Fip». Se il prossimo turno dei campionati maschili (A, A2 e B) e femminili (A1 e A2) è stato cancellato e rinviato, resta in ballo l’epilogo della Top 16 di Eurocup che mercoledì 3 marzo vedrebbe la Reyer impegnata a Brescia. «Anche qui attendiamo una decisione dell’Eurocup che speriamo arrivi a breve – auspica Casarin –. Intanto stiamo preparando la partita sapendo di affrontare una squadra forte, che in casa sta facendo benissimo, ma con grande voglia di fare risultato e accedere ai playoff della competizione». Giacomo Garbisa © RIPRODUZIONE RISERVATA
COPPE L’Umana prosegue il cammino in Europa nonostante i problemi insorti in seguito al coronavirus
Il virus ferma anche la School Cup Torneo sospeso fino al 15 marzo L’EVENTO Il coronavirus ferma la «Venezia Airport Reyer School Cup». Dopo aver cancellato la tappa in programma ieri all’Arsenale di Venezia, l’Umana Reyer – organizzatrice della manifestazione che vede al via 48 istituti superiori dalle province di Venezia, Padova, Treviso e Belluno coinvolgendo a vario titolo oltre 40mila ragazzi – ha comunicato che «date le disposizioni messe in atto in ambito scolastico dagli organi competenti riguardo la prevenzione del virus Covid-19, la Venezia Airport Reyer School Cup viene
Tiozzo, da Chioggia a Bergamo per fare propria la Coppa Italia VOLLEY Nella vittoria di Olimpia Bergamo nella finalissima di Coppa Italia di serie A2, derby contro Brescia, non c’è solo l’ultimo punto decisivo della partita realizzato a muro dal chioggiotto Nicola Tiozzo: c’è anche l’ affermazione del lagunare come Top-Scorrer con 20 punti realizzati, e la particolare situazione di essere stato il terzo clodiense a vincere la Coppa quest’anno: «E’ stato un pensiero, una riflessione, che ho fatto anch’io a fine partita - dice Tiozzo - e sono stato molto contento di questo». Con l’Imoco Volley Eleonora Fersino è diventata campiones-
sa del Mondo ed ha vinto la Coppa Italia di A1, Vittoria Vianello si è invece aggiudicata la coppa Italia di A2 con il Pool Piave, ora è toccato a Tiozzo: «L’emozione di vincere la coppa è stata immensa, questa è la seconda che mi aggiudico di 3 finali consecutive disputate - continua Nicola vincere poi con 800 tifosi al seguito ti fa sentire nella storia. Ho fatto il punto del 15-13 ed ho superato le sensazioni positive della coppa vinta a Roma». Nicola Tiozzo è alla sua sesta stagione in serie A, per Bergamo è invece il primo trofeo importante vinto: «Sono contento per la società, abbiamo portato la coppa in tribuna e l’entusiasmo era contagioso. Ormai posso definirmi
un veterano e sono consapevole che sono sempre di più i trofei che si perdono piuttosto di quelli che si vincono, però - conclude Tiozzo - sono molto contento per Fersino e Vianello che ci permettono di portare Chioggia nel listone delle vincenti: è dai tempi di Bacci che non si arrivava a questi livelli, mai però con tre atleti contemporaneamente». Il finale è tutto chioggiotto: «Spero ci sia maggiore valorizzazione del settore, che le scuole Volley ne possano ricavare beneficio, così come per l’aspetto del Beach Volley: c’ è molta competenza e, con calma, i risultati cominciano ad arrivare: ho sempre Chioggia nel cuore». Marco Lanza
sospesa fino al 15 marzo 2020 in quanto non ci sono i presupposti minimi per il regolare e sicuro svolgimento del torneo».
SCHOOL CUP Sospeso il torneo
La decisione, essendo la manifestazione inserita nei programmi didattici e prevedendo trasferte di scolaresche nelle tappe di gioco, si rifà al provvedimento del ministero all’Istruzione che ha sospeso tutte le uscite scolastiche di qualsiasi natura fino a tale data. Ad oggi sono state disputate cinque delle dodici tappe di stagione regolare che si sarebbe dovuta concludere il 13 marzo lasciando spazio, alcuni giorni dopo, alla fase playoff «Reyer Madness». Inevitabile uno slittamento del torneo che si sarebbe dovuto concludere sabato 18 aprile con la Final Four del Taliercio. G.Gar. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pattinaggio
La Cosmo Noale festeggia Linda Rossi C’è anche un po’ di Noale nei quattro successi di Linda Rossi alla coppa del mondo junior di pattinaggio su pista lunga in corso a Minsk, Bielorussia. La ventiduenne di Senigallia è infatti in forza al Gruppo Cosmo Noale Ice. Nelle prime giornate di gare è stata la vera mattatrice, salendo sul gradino più alto del podio per ben quattro volte: vittoriosa nelle gare sui 1000 metri con primato personale, quindi sui 3000 metri, sui 1500, facendo segnare un altro primato personale e infine sulla Mass start. A coronare l’impresa anche il secondo posto ottenuto sui
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500 metri. L’impresa è stata annunciata con grande enfasi sui social dell’Adhp Gruppo Cosmo di Noale, società ancora reduce dalla grande impresa per aver ospitato in casa lo scorso maggio il campionato italiano pista e maratona. Anche nella sede di via Mestrina del gruppo Cosmo c’è soddisfazione per i successi della giovane Linda Rossi che premiano il grande lavoro svolto dalla società ormai riconosciuta come una delle realtà più importanti a livello italiano per quanto riguarda questa disciplina sportiva. Filippo De Gaspari © RIPRODUZIONE RISERVATA
Si è spento mercoledì sera, a 56 anni, Matteo Marchiori, stimato e competente dirigente della pallacanestro veneta e nazionale. Ricoverato in ospedale dallo scorso dicembre, Marchiori ha affrontato con forza la malattia circondato dall’affetto dei suoi familiari e tantissimi amici. Nato a Mestre, fin da ragazzino ha manifestato il proprio amore per il basket impegnato in attività sportive e sociali presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata in via Servi di Maria. Una passione cresciuta negli anni e diventata una «missione» affrontata sempre con professionalità e disponibilità. Legati gli esordi cestistici al Leoncino, Marchiori ha iniziato la carriera federale seguendo l’amico Eugenio Crotti al Comitato Veneto della Federbasket rivelandosi una figura fondamentale nel trasformare l’organo regionale in una struttura evoluta e aperta alle sperimentazioni. Collaboratore dell’Ufficio gare regionale, delegato per la provincia di Venezia (2005), consigliere regionale Fip (2005-2008), nel quadriennio olimpico 2009-2012 Marchiori ha assunto la presidenza della Fip Veneto. Dal dicembre 2016 era stato eletto consigliere federale in un percorso che lo ha portato a ricoprire innumerevoli incarichi nazionali con particolare riferimento ai giovani. Presidente di commissione esecutiva alle Finali nazionali giovanili e in tre Trofei delle Regioni, Marchiori è stato anche capo delegazione delle Nazionali giovanili in manifestazioni Fiba e, nel 2014, nominato consigliere particolare del presidente Fip per i rapporti col territorio. Insignito nel 2009 della Stella di Bronzo Coni e nel 2014 del Premio Levorato del Coni Venezia. Persona di squisita gentilezza, competenza, mai una parola fuori posto, Marchiori ha lasciato un segno indelebile nell’intero movimento come testimoniano i tantissimi messaggi di cordoglio arrivati da tutta Italia. Lo hanno ricordato la Federbasket col presidente Giovanni Petrucci («Nostro amico e fratello»), Legabasket, Lega Nazionale Pallacanestro, Lega femminile e le Federazioni regionali. Tantissimi i messaggi dalle società. Dall’Alvisiana al «suo» Leoncino («Ci ha lasciato un amico, una bella persona, uno straordinario amante della pallacanestro») al Basket Mestre e alla Reyer della quale Marchiori non perdeva una partita. «Matteo non era solo un dirigente preparato e un punto di riferimento ma anche un sincero amico. Un uomo leale, onesto che ci è sempre stato vicino» il ricordo del presidente orogranata Federico Casarin. Marchiori lascia la mamma Silvana e il fratello Luca. I funerali si terranno il 3 marzo, ore 11, nella chiesa della Beata Vergine Addolorata in via Servi di Maria a Mestre. G.Gar.
DIRIGENTE Matteo Marchiori
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La Voce
CRISI Pd e Cinque stelle attaccano Iv. Scalfarotto verso le dimissioni
Conte boccia l’idea di governo d’unità ROMA - Oltre gli scontri con Italia Viva in maggioranza, oltre il coronavirus. Giuseppe Conte ha bocciato ogni ipotesi di un esecutivo di unità nazionale. "Lo siamo già - ha tagliato corto il premier al termine del consueto briefing nella sede della Protezione civile - un governo unito per la nazione". Se infatti Matteo Salvini esce allo scoperto (“la Lega c'è per accompagnare il Paese al voto e fuori dal pantano. Prima si vota meglio è, con Conte il Paese affonda”), la maggioranza si blinda e respinge l'idea di un “governissimo”. Lo ho masse in chiaro Andrea Orlando: “Credo che la situazione richieda il massimo sforzo unitario tra tutte le forze politiche. Si può e si deve collaborare anche nella distinzione dei ruoli. Nessuna emergenza però giustifica o rende praticabile un'alleanza con la Lega" ha spiegato il vicesegretario Pd. Matteo Renzi, però, non ci sta. "Ormai è un attacco continuo, vogliono screditare la nostra immagine perché pensano che così noi ci fer-
miamo, ma noi non molliamo di una virgola", scandisce con i suoi. Il leader non ha apprezzato quella che definisce "la strumentazione vergognosa" fatta dai Dem su un fuori onda tra Attilio Fontana e il suo assessore al Welfare Giulio Gallera: "Oggi mi ha mandato un messaggino di sostegno anche Renzi. Siamo arrivati proprio", dice il governatore della Lombardia. "È più forte l'odio di Renzi per Conte", ha commentato il suo interlocutore. Il senatore di Scandicci non apprezza il "gossip" che ne viene fuori, pubblica la chat della conversazione e rivela di aver telefonato, lo stesso giorno, anche al premier. "A tutti ho augurato buon lavoro assicurando massima vicinanza e massimo rispetto istituzionale", mette nero su bianco sui social. "Basta retroscena, basta gossip, basta chiacchiericcio. Ho chiesto dal giorno 1 di smettere di parlare del governo e di concentrarsi sull'emergenza coronavirus. Quando l'emergenza sarà rientrata, parleremo del futu-
ro”. Anche il M5S respinge ogni idea di governo dell'emergenza e attacca i renziani: "L'Italia ha un governo, che sta lavorando seriamente - assicura Vito Crimi - Altri ragionamenti non ci interessano e pensare di andare al voto in un momento così delicato mi sembra il solito desiderio di chi ha tempo di straparlare e fare sciacallaggio su questioni serie, pensando solo ed esclusivamente al proprio tornaconto personale". Lo contro interno al governo però non si affievolisce. Il sottosegretario agli Esteri di Iv, Ivan Scalfarotto, in polemica con la decisione di Luigi Di Maio di assegnare a Manlio Di Stefano la delega agli investimenti, sarebbe pronto a dimettersi. Il passo indietro ufficiale potrebbe arrivare oggi. A Iv, quindi, resterebbero nella delegazione di governo solo le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Nonostante le turbolenze, comunque, Maria Elena Boschi assicura sulla tenuta della mag-
Lavoro non-stop Il premier Giuseppe Conte gioranza. "Questa legislatura arriverà al 2023, piaccia o meno a Salvini e Meloni Da tempo diciamo che vogliamo chiudere le polemiche e aprire i cantieri. Ora, però, il nostro primo obiettivo è preoccuparci del coronavirus, delle conseguenze che avrà sulla salute pubblica e sull'economia". © RIPRODUZIONE RISERVATA
EMERGENZA Aumenta il numero dei contagiati da Covid-19: oltre 650 e 17 vittime, 45 i guariti
Isolato il ceppo italiano del virus Il capo della Protezione civile, Borrelli: "Siamo e continuiamo ad essere un Paese sicuro” MILANO - Dodici regioni italiane oltre alla Provincia di Bolzano. E un numero di contagiati da coronavirus che continua a salire: oltre 650 con 17 morti il bilancio dell'epidemia. Secondo i dati riferiti dalla Protezione civile ieri, i pazienti ricoverati con sintomi sono ad ora 248, di cui 56 in terapia intensiva, mentre 284 si trovano in isolamento domiciliare. Il dato incoraggiante è che 45 persone sono guarite, la maggior parte in Lombardia, la regione più colpita. Una buona notizia è però arrivata dall'ospedale “Sacco” di Milano che è riuscito a isolare il ceppo italiano del coronavirus. Una svolta importante che avrà effetti sui test. Un fatto "positivo", lo ha definito il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, in conferenza stampa a Milano. "Siamo e continuiamo ad essere un Paese sicuro", ha detto il commissario per l'Emergenza del coronavirus Angelo Borrelli che ha rivendicato la massima trasparenza nell'azione della Protezione civile e ha precisato che "nulla di sbagliato è stato fatto" sui tamponi a tappeto. "Abbiamo seguito un criterio di massima precauzione, i controlli sono stati fatti in alcune aree per delimitare la zona del focolaio". Una risposta alle critiche sollevate da Walter Ricciardi dell'Oms, da due giorni consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha puntato il dito contro la decisione di effettuare i test anche alle persone asintomatiche. Da Ricciardi ieri è arrivata la notizia che i casi di infezione registrati in Veneto, ad oggi 111, sono riconducibili allo stesso focolaio della Lombardia. "Abbiamo trovato la nota di congiunzione", ha riferito Ricciardi. Intanto le Regioni cercano di tornare alla normalità. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, sta valutando di riaprire le scuole lunedì. Mentre la Liguria aspetterà domenica per prendere una decisione. Nelle Marche invece il Tar regionale ha sospeso in via cautelare l'ordinanza del governatore Luca Ceriscioli che aveva disposto la chiusura di scuole, musei, e inibito tutte le manifestazioni pubbliche di qualsiasi
Esercito in azione Controlli delle autorità nella zona rossa natura fino al 4 marzo 2020 perchè al momento dell'emissione non c'erano casi di contagio. Crescioli ha quindi deciso di emettere una seconda ordinanza visto che nel frattempo sono stati rilevati sei casi positivi nella regione. "Nel provvedimento abbiamo confermato le indicazioni e misure dell'ordinanza precedente", ha precisato il governatore. Fino ad ora i casi accertati di coronavirus sono 403 in Lombar-
dia, 111 in Veneto, 97 in EmiliaRomagna, 19 in Liguria, riconducibili al 'cluster' noto di Alassio e al caso di La Spezia, 4 in Sicilia, 3 nelle Marche, 3 nel Lazio e 3 in Campania, 2 in Piemonte, 2 in Toscana, 1 in Puglia, 1 nella Provincia autonoma di Bolzano e uno novo in Abruzzo. Di questi 282 contagi sono stati confermati dall'Istituto superiore di Sanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
INDAGINE Operazione della guardia di finanza di Torino: 20 denunciati
Mascherine online a 5mila euro l’una TORINO - Altro giro di vite contro i “furbetti delle mascherine”. La guardia di finanza di Torino ha infatti denunciato 20 persone in relazione al commercio online di mascherine filtranti vendute a oltre 5mila euro al pezzo. Perquisizioni e accertamenti sono stati eseguiti in Liguria, Lombardia, Marche, Campania e Calabria. Le Fiamme gialle, insieme ai loro colleghi nel resto della penisola, hanno così sequestrato migliaia di mascherine, purificatori per ambiente, visiere, copri wc e altri articoli destinati alla protezione delle vie respiratorie, con l'obiettivo di
stroncare speculazioni. Nonostante le raccomandazioni diffuse dalle autorità, in molti continuano ad acquistare le mascherine chirurgiche monouso, tanto che diverse farmacie segnalano da giorni di aver esaurito le scorte. Si tratta di dispositivi in grado di proteggere da spruzzi o secrezioni biologiche, ma non da aerosol fini come quelli dei virus. Nonostante ciò, sono stati scoperti casi in cui non solo il prezzo era stato maggiorato a dismisura rispetto al valore corrente, ma il prodotto veniva accompagnato dal richiamo a una protezione totale dal Covid-19.
L'operazione della Gdf è arrivata dopo perquisizioni e acquisizioni di documenti nelle sedi Amazon e eBay su incarico della Procura di Milano. Il Codacons aveva presentato a 104 Procure di tutta Italia, alla guardia di finanza e all'Antitrust un esposto per denunciare ricarichi sul web per le mascherine fino al 1700% e per i gel igienizzanti per le mani del 650%. L'Antitrust a sua volta ha trasmesso una richiesta di informazioni alle principali piattaforme di vendita. Le imprese dovranno comunicare entro tre giorni quali misure abbiano adottato. Gdf Stroncato “traffico” di mascherine
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Primo Piano
Venerdì 28 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza a Nordest LE MISURE VENEZIA Domanda del Gazzettino: presidente, prorogherà l’ordinanza? Risposta di Luca Zaia: «Spero proprio di no». È mezzodì del settimo giorno di emergenza Coronavirus, quando dalle porte scorrevoli della Protezione civile regionale filtra finalmente un barlume di positività. Bastano infatti quelle quattro parole del governatore, in diretta Facebook attraverso la pagina del nostro giornale, per scatenare un diluvio di pollici alzati e cuoricini palpitanti. L’emotività social è assai più rapida del confronto istituzionale: l’ultima videoconferenza della sera ancora non scioglierà i nodi dell’accordo con le altre Regioni e con il ministero della Salute. Ma la strada proposta dal Veneto va verso un obiettivo chiaro: riaprire già da questa domenica chiese, musei, cinema, teatri, palazzetti e stadi, quindi da lunedì anche le scuole e le università.
LA BOZZA Comincia verso le 14 la stesura della possibile “Ordinanza contingibile e urgente n.2”. La bozza per ora lascia in bianco lo spazio per la firma del ministro Roberto Speranza, che domenica 23 febbraio aveva sottoscritto la versione “n.1” «di intesa con il presidente della Regione Veneto». La posizione di Zaia, benché come soggetto attuatore disponga di poteri più ampi dell’ordinaria amministrazione, rimane la stessa: evitare fughe in avanti, procedendo insieme al dicastero della Salute e ai colleghi governatori dei territori colpiti dal virus, ad eccezione con tutta probabilità di Attilio Fontana, che visti i numeri della Lombardia potrebbe decidere di differenziare le proprie misure in senso più stringente. «Vorremmo tornare velocemente alla normalità non reiterando l’ordinanza», dice Zaia. O meglio, emanandone appunto una seconda, per consentire già da domenica 1° marzo la ripresa delle aggregazioni sospesa come chiarito dalla circolare esplicativa del direttore generale Domenico Mantoan: celebrazioni religiose, manifestazioni, fiere, sagre, attrazioni, lunapark, concerti, campionati sportivi, proiezioni
MA PER LE AREE DEI FOCOLAI DI VO’ E LIMENA RIMARRANNO LE PRESCRIZIONI PIÙ RESTRITTIVE
LA SVOLTA TRIESTE Scuole, asili, teatri. Cinema, chiese, stadi e palestre. Anche il Friuli Venezia Giulia è pronto a riabbracciare un concetto che sembrava essersi perso: la normalità. E normalizzazione sarà, a partire da lunedì. «A meno che nel frattempo la situazione non cambi in peggio ha spiegato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga -. Non basteranno uno o due casi positivi a farci cambiare idea ha specificato -: i divieti saranno rimessi soltanto in presenza di veri e propri focolai». Il presidente leghista è già in contatto con il ministero della Salute e ora attende il via libera da Roma per affievolire le misure di sicurezza anti-contagio. L’ordinanza entrata in vigore domenica scorsa scadrà il 1 marzo: «L’intenzione - ha illustrato Fedriga è quella di sostituirla con una serie di consigli destinati ai cittadini e finalizzati a diminuire le probabilità di contagio».
Zaia riscrive l’ordinanza: pronto a riaprire le città Verso la riapertura da lunedì di scuole e università `«Penso che gli studenti possano tornare in classe e già da domenica di chiese, cinema, teatri e stadi a meno che non si preveda un pericolo incombente» `
cinematografiche, spettacoli teatrali, concerti, attività di discoteche e sale da ballo. Ovviamente per quello che è possibile ripristinare in fretta: un conto è una Messa per cui può bastare la disponibilità del sacerdote, un altro è un festival che richiede un’organizzazione molto più complessa. Questo varrebbe in tutto il Veneto, ma verosimilmente non a Vo’ Euganeo, dove vigono le prescrizioni disposte dal premier Giuseppe Conte per i focolai dell’infezione.
IL TEMPO La decadenza del testo precedente permetterebbe poi di far ricominciare da lunedì 2 marzo le lezioni nelle scuole e nelle università (probabilmente dappertutto meno che nel plesso di Limena, chiuso per 14 giorni dopo la positività di un’alunna al tampone). «Penso che le scuole possano tranquillamente riaprire per quanto ci riguarda – afferma Zaia – a meno che la comunità scientifica non dica che c’è un pericolo incombente». Per riavviare la macchina sco-
lastica, non servirà molto tempo: un pochettino, però, sì. «L’ordinanza scade domenica – riconosce il leghista – e prima di domenica bisognerà prendere una decisione. Ma non dipende solo da me, serve anche la firma del ministro. Ma anche la comunità scientifica deve decidersi se validare le scelte o continuare a fare commenti, dando l’idea che siamo la pattuglia acrobatica dove ognuno fa quello che vuole. Ricordo che in Veneto, fino a prova contraria, si applicano le direttive dell’Oms e dell’Iss».
Il Friuli Venezia Giulia accelera «Via i divieti: uno o due casi non ci faranno cambiare idea» GLI EFFETTI
Cinema Il Far East Festival slitta a fine giugno Il Far East Film Festival slitta da aprile all’inizio dell’estate: dal 26 giugno al 4 luglio. «La salute pubblica è il bene più prezioso - hanno osservato Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, fondatori del festival udinese - e questo momento richieste scelte responsabili». Confermata una collaborazione con Trieste per lo Shorts International Film Festival che si svolgerà nelle stesse date.
Se l’operazione dovesse andare in porto, e ieri lo stesso Fedriga si è dato il 99 per cento di possibilità di successo, da lunedì mattina riaprirebbero le scuole di ogni ordine e grado. Riprenderebbero le lezioni all’università, si potrebbero frequentare nuovamente cinema e teatri, le chiese riaccoglierebbero i fedeli dopo le messe in streaming degli ultimi giorni. Il semaforo verde lo riceverebbero anche concerti ed eventi culturali, così come le partite del calcio dilettantistico e le gare degli altri sport. L’eventuale nuova ordinanza conterrebbe soltanto delle istruzioni utili a limitare le possibili-
tà di contagio, come il lavaggio frequente delle mani e le procedure da mettere in campo nel caso si accusassero sintomi influenzali.
IL BILANCIO In Friuli Venezia Giulia ad oggi non sono stati registrati casi di positività al coronavirus. In regione sono stati effettuati finora 160 tamponi e le persone sotto osservazione sono una dozzina. «Non esiste un sistema ermetico - ha spiegato Fedriga ma sino ad oggi possiamo affermare che il nostro cordone di sicurezza ha funzionato. Abbiamo scelto di firmare l’ordinanza urgente anche se non avevamo casi di contagio sul nostro terri-
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La differenza tra batterio e virus BATTERI Pili
ELEMENTI IN COMUNE
Ribosomi
Flagello
Parete cellulare Membrana citoplasmatica
Citoplasma
CARATTERISTICHE DEI BATTERI DIMENSIONE 0,001 mm
TRATTAMENTO Antibiotici
RIPRODUZIONE Si autoriproducono
TIPOLOGIA Sono organismi viventi
Infettano gli umani
VIRUS Capside DNA o RNA
Contengono proteine e materiale genetico
Elementi di ancoraggio
CARATTERISTICHE DEI VIRUS DIMENSIONE 0,000000001 mm
TRATTAMENTO Antivirali
RIPRODUZIONE Necessitano di un ospite per propagarsi
TIPOLOGIA Non sono organismi viventi
LA NORMALIZZAZIONE SECONDO FEDRIGA: «IL NOSTRO CORDONE DI SICUREZZA HA FUNZIONATO MA ORA BASTA»
Si presentano in molte forme
torio, e lo abbiamo fatto per due ragioni: da un lato cercare di limitare le occasioni di aggregazione per arginare la possibile diffusione del coronavirus e dall’altro concederci lo spazio e il tempo per allestire la macchina dell’emergenza. Abbiamo sempre ragionato come se il
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Venerdì 28 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
AL TAVOLO DELLA PROTEZIONE CIVILE Da sinistra Francesca Russo (responsabile Prevenzione), l’assessore Manuela Lanzarin (Sanità), il governatore Luca Zaia, l’assessore Gianpaolo Bottacin (Protezione civile) e Nicola Dell’Acqua (dirigente Territorio). A destra, l’incontro con le categorie produttive
Le prescrizioni
1 I numeri
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i giorni di quarantena per chi è residente o ha soggiornato in zone rosse
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Le Regioni senza focolai che hanno introdotto misure di prevenzione I DATI Grazie alle azioni basate su quelle indicazioni, rivendica il governatore, i dati sono confortanti: «Su 100 pazienti, 80 non hanno sintomi e guariscono da soli, 15 hanno bisogno di cure e solo 5 vanno in Terapia Intensiva. Inoltre, incrociando le dita, la crescita non è esponenziale». Per questo i divieti potrebbero essere rivisti. Su un punto però Zaia è perentorio: «Non vorrei che l’ordinanza diventasse l’alibi per qualcuno per dire che è colpa delle restrizioni se c’è la psicosi. Il vi-
GOVERNATORE Massimiliano Fedriga
contagio in regione fosse già avvenuto, e la scelta è stata premiante». In meno di una settimana sono state allestite tre strutture (a Tricesimo e a Pasian di Prato in provincia di Udine e a Muggia in provincia di Trieste) dedicate ai pazienti in isolamento con poco
rus c’è e colpisce, ma siamo davanti a una pandemia mediatica. Ricordo che il Veneto non ha vietato di utilizzare i treni, eppure i treni sono vuoti; non ha vietato di andare nei ristoranti, che però non stanno lavorando; non ha vietato di prenotare qui le vacanze, ma fioccano le prenotazioni. Il tema è che a livello internazionale c’è un attacco bello e buono contro la nostra comunità». Sempre a proposito di ordinanze, intanto, il Tar ha sospeso quella delle Marche, che fermava manifestazioni e scuole fino al 4 marzo pur non essendo sede di focolai. «Lo Stato c’è e si fa rispettare», commenta il ministro Francesco Boccia, soddisfatto invece per i testi omogenei e poco afflittivi adottati da altre 12 Regioni “no cluster”. Angela Pederiva
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IL GOVERNATORE: «MA NON SONO STATE LE PRIME MISURE AD ALIMENTARE PSICOSI NESSUNO HA VIETATO RISTORANTI E VACANZE»
meno di 100 posti letto a disposizione. Al momento vuote, sono pronte per essere utilizzate. «Abbiamo messo in moto la Protezione civile, che si riunisce due volte al giorno nella sede centrale di Palmanova - ha aggiunto Fedriga - e già dall’inizio della settimana abbiamo potenziato la centrale operativa del 112 di Palmanova (Udine, ndr) e istituito un numero verde per mettere a disposizione dei cittadini le informazioni utili». Negli scorsi giorni, la Regione ha ottenuto dal ministero dell’Interno la possibilità di mettere in quarantena i migranti irregolari rintracciati sul territorio regionale, ma da quanto la misura è diventata effettiva non si sono registrati arrivi. Nelle prime ore dell’emergenza, Fedriga aveva chiesto a più riprese di poter aumentare i pattugliamenti in corrispondenza dei confini stradali con Austria e Slovenia: su questo fronte, da Roma, sono arrivate solo risposte negative. Marco Agrusti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il testo fino al 1° marzo Domenica scorsa il ministro Roberto Speranza ha firmato un testo d’intesa con il governatore Luca Zaia. Le misure sono state emesse per evitare le aggregazioni e hanno previsto una validità fino al 1° marzo compreso.
Scuole ed eventi Il provvedimento ha sostanzialmente disposto la sospensione delle lezioni nelle scuole e nelle università, nonché degli eventi di natura religiosa, culturale, sportiva, economica, sociale. Per i concorsi è stata fatta eccezione in tema di sanità.
Lo sblocco dei mercati La circolare del dg Domenico Mantoan lunedì ha chiarito di sospendere le iniziative che esulano dall’attività ordinaria della comunità. Sono stati invece salvati i mercati cittadini e per le palestre è stata data facoltà ai sindaci di valutare.
Le possibili novità In queste ore è in corso la stesura di una seconda ordinanza, che potrebbe comportare delle novità già da domenica (ripresa di tutte le manifestazioni) e quindi da lunedì (riattivazione delle lezioni in scuole e università).
Il confronto nazionale La linea di Luca Zaia è sempre per la condivisione del testo da parte del Governo e delle Regioni. Per questo è ora in corso un confronto a livello nazionale. Potrebbe fare eccezione la Lombardia: dati i numeri della sua emergenza, forse farà da sé.
E ora il Veneto si ribella «Di questo passo avremo più falliti che contagiati» Dalla politica alle categorie, scoppia la rivolta dei territorio Gli artigiani: «Ogni giorno di stop mette a rischio le attività» `
le città e nei paesi». Una linea imboccata anche da Roberto Marcato (Lega), l’assessore regionale allo Sviluppo Economico che ha convocato per lunedì il tavolo di concertazione delle categorie economiche, con un video dei suoi, girato mentre pranza in trattoria: «Stemo calmi e ‘ndemo al bar. Non serve abbracciare tutti, è sufficiente lavarsi le mani, mangiare in tranquillità e tornare a casa, senza scatenare un’emergenza economica: ci basta già quella sanitaria, grazie».
LE VOCI VENEZIA Dalle imprese alle istituzioni della cultura, dalla Chiesa al mondo della scuola. Magari non arrivano a chiedere espressamente di non prorogare l’ordinanza, ma sicuramente tutte le categorie coinvolte a vario titolo dalle limitazioni aspettano con ansia l’annuncio che la Regione potrebbe dare nelle prossime ore con il ministero della Salute. Una voce per tutte è quella di Fortunato Ortombina, sovrintendente del teatro La Fenice di Venezia: «Confidiamo che le cose possano tornare alla normalità, il presidente Luca Zaia ha detto apertamente che il decorso del virus non è tale da giustificare una serrata totale, speriamo domani (oggi, ndr.) di avere buone notizie».
PSICOSI E PANICO Di per sé le aziende produttive, gli esercizi commerciali e le attività ricettive non sono direttamente toccati dai provvedimenti attualmente in vigore. Ma alla sospensione delle manifestazioni, dei campionati, degli spettacoli e delle celebrazioni si sono sommati il blocco delle importazioni dalla Cina, il pregiudizio verso le merci realizzate in Veneto e la paura di andare perfino in pizzeria o in gelateria, generando un tutt’uno di psicosi e panico. «Di questo passo avremo più falliti che contagiati», ammonisce Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova. La possibilità di un’attenuazione delle misure regionali viene vista perciò come una prima breccia nel muro del timore immotivato. Osserva a questo proposito Alessandro Conte (Cna): «I veneti non hanno mai avuto paura: dall’acqua granda a Venezia, fino alla tempesta Vaia, le nostre imprese hanno sempre dato prova di sapersi rimboccare le maniche. Ma ogni giorno di stop che passa, mette a rischio la sopravvivenza di un’attività». Perciò l’associazione degli artigiani del Veneto si è unita a quelle di Lombardia ed Emilia Romagna nel lanciare un appello: «No a nuove misure restrittive». In cambio le ditte sono pronte
MUSEI E TEATRI RESTANO VUOTI «PREOCCUPANO PIÙ GLI ALLARMI E LE PAURE CHE L’EPIDEMIA»
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ATTESA PROVINCIA DI PADOVA Fabio Bui
a fare la loro parte, come assicura Federico Capraro (Confcommercio Treviso): «Le disdette piovono in hotel e ristoranti, il commercio langue, i consumatori sono sempre meno, i centri storici decisamente svuotati per non parlare dei mercati. Ma le imprese non si sottraggono alla responsabilità. Il contrasto del panico e della psicosi passa attraverso la comunicazione adeguata. Fin da subito abbiamo diffuso il decalogo e numeri utili e ora promuoviamo messaggi rassicuranti sulla necessità di non fermare la vita nel-
Conegliano E i proprietari riducono gli affitti ai commercianti Il coronavirus dà un’altra bastonata agli affari? I negozianti coneglianesi ottengono lo sconto sull’affitto. L’iniziativa è partita da Corte delle rose, una delle aree più commercialmente intraprendenti della città, dove i negozianti hanno bussato alle porte dei proprietari dei locali per concordare una riduzione temporanea degli affitti. L’associazione Conegliano in Cima: «In corso le singole trattative sul numero di mesi con affitto ridotto (da uno a tre), e anche la percentuale varia a seconda della tipologia del negozio: si va in genere dalla riduzione di un quarto dell’affitto fino alla metà. Diversi proprietari hanno già dato l’okay».
La sua collega Elena Donazzan (Fdi) è in costante contatto con le realtà scolastiche: «Tutti in attesa della buona notizia», riferisce. L’istituto comprensivo di Cadoneghe, nel Padovano, si è già preso avanti: il dirigente Giovanni Petrina ha scritto a docenti e studenti che «le attività didattiche riprenderanno regolarmente lunedì 2 marzo», anche se la riammissione dopo assenze per malattia superiori a cinque giorni dovrà avvenire «dietro presentazione di certificato medico». Musei come l’M9 confidano di poter ripartire già dopodomani, intanto scaldano i motori aderendo alla campagna di visite virtuali “#museichiusimuseiaperti”. «Vogliamo dare alla città, ai cittadini ed ai turisti un messaggio positivo: M9 e Mestre non si fermano», spiega il direttore Marco Biscione. Al momento la Fondazione Giorgio Cini non sta ospitando mostre, «per cui non abbiamo subìto contraccolpi», ma la prossima dedicata a “Venezia e lo studio Glass americano” è in calendario dal 23 marzo. «Speriamo che per allora non sia ancora necessario prorogare l’ordinanza di settimana in settimana», dice il segretario generale Pasquale Gagliardi. Riflette Mirko Artuso, anima del Teatro del Pane alle porte di Treviso: «Siamo più preoccupati degli effetti che potrebbe produrre un’epidemia, tutto sommato abbastanza blanda visti i dati ufficiali, piuttosto che degli effetti che l’allarmismo e la paura sta di fatto generando». Anche alle diocesi non resta che attendere con fiducia il via libera alla ripresa delle funzioni religiose. «Non abbiamo voluto noi disposizioni così restrittive – scrive monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova – ma vivendole impariamo a sentirci solidali con il nostro territorio e la sua organizzazione civile e sociale di cui vogliamo essere interlocutori responsabili e affidabili». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA