RASSEGNA STAMPA DEL 17 MARZO 2020

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MARTEDÌ 17 MARZO 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

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L’allarme globale: la provincia CaVallino treporti

«Anziani, state a casa e non affollate gli sportelli postali» Appello dei sindacati del personale per ridurre l’affluenza La sindaca Nesto: «Mascherine gratis per gli addetti» CAVALLINO TREPORTI

«La chiusura per il Coronavirus di molti uffici postali è necessaria perché sono per lo più frequentati da pensionati: proprio quei soggetti più deboli che dovrebbero restare a casa». Una necessità, la chiusura selettiva di uffici postali secondari sul territorio nazionale e del Veneto, ribadita dalle principali sigle sindacali che rappresentano il personale di Poste Italiane. Le segreterie hanno infatti inviato una lettera congiunta al presidente dell'Anci, Antonio Decaro, che con sindaci dell'associazione aveva denunciato all'Autorità di Garanzia Agcom, ed ad altri enti di controllo, la rimodula-

zione e la chiusura di alcuni uffici postali. «Costoro» hanno spiegato riferendosi all'utenza della terza età, i segretari nazionali di Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uilposte-Uil, Failp-Cisal Confsal Com, Fnc—Ugl Com.Ni, «richiedono il pagamento di bollette, aggiornamenti sulla situazione del proprio conto, quando si rammenta che sono previste proroghe per il pagamento di bollette e di cartelle». Una fotografia dell'afflusso ai servizi postali a cui ieri la sindaca di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, ha risposto mettendo a disposizione le scorte comunali di mascherine. «Se serviranno mascherine ed altri presidi medici per i dipendenti dell'ufficio postale

«disponiBilita’ MassiMa»

Noale, un polo Covid nell’ospedale? Sì della sindaca e del Pd NOALE

«Nessun problema se la Regione volesse gli spazi del nostro ospedale per affrontare l’emergenza del coronavirus». A parlare è la sindaca di Noale Patrizia Andreotti, dopo che il governatore Luca Zaia aveva parlato della possibilità di potenziare Villa Salus a Mestre, Dolo e Jesolo. Noale, studiata da Palazzo Balbi per essere un riferi-

mento per la riabilitazione, ha degli immobili che potrebbero essere d’aiuto, in modo da distribuire i pazienti e non andare a gravare su altri reparti. «Ovviamente la Regione e l’Usl 3-Serenissima conoscono bene il Pier Fortunato Calvi» continua la sindaca «anche se gli spazi non sono subito agibili. Però se da Venezia dovessero muoversi in questa direzione, potenziando tutte le strutture, siamo disponibili e faremo

di Cavallino» ha fatto sapere la prima cittadina «siamo disponibili a donarli a titolo gratuito purché vengano mantenuti i servizi essenziali di recapito e di sportello. «Nel periodo estivo» hanno sottolineato le segreterie sindacali nella loro missiva «il piano di chiusura degli uffici postali è di gran lunga più ampio. Pensare oggi di poter accedere all'ufficio postale sotto casa per il disimpegno di una simile operatività, significa aver capito poco di quale rischio incomba. Lasciare aperto un ufficio postale equivale a non chiudere i cancelli dei parchi, ipermercati e ogni restante contesto a potenziale rischio contagio». — FRANCESCO MACALUSO

quanto di nostra competenza». In questo momento, a Noale ci sono soprattutto Medicina dello sport, la Lungodegenza e la Cardiologia riabilitativa, oltre agli ambulatori. Ma ci sono anche dei padiglioni che potrebbero essere buoni in questa fase, specie se i contagiati dovessero aumentare. E dello stesso avviso è il Pd, che chiede di ridare operatività alla Lungodegenza di Noale, in modo da sgravare Mirano e Dolo per curare più malati di coronavirus. L’appello parte dal consigliere locale Fabrizio Stevanato, da quello regionale Bruno Pigozzo e dall’assessore alla Sanità di Mirano, Gabriele Petrolito. «Sarebbe un’operazione molto semplice» afferma

l’iniZiatiVa di pia Zoia

Una tombola telematica per le serate dei caorlotti CAORLE

Una trovata a suo modo geniale. Caorle non registra finora casi di positività da coronavirus, e forse è poco più che un caso. Ma i provvedimenti restrittivi estesi a tutto il territorio nazionale sono duri per tutti. Per questo a Caorle hanno inventato una nuova modalità per un gioco antico. Da alcune sere, infatti, a trattenere i caorlotti in casa c'è anche un gioco, quello tradizionale della tom-

bola, pur virtualmente. Con la compartecipazione del Comune. Basta collegarsi dal telefono o dal tablet. Lo ha proposto Pia Zoia, blogger molto conosciuta, mamma e volontaria alla parrocchia Santo Stefano. A darle una mano anche il cugino Alessandro Doretto, originario di Caorle e residente a Visinale, frazione di Pasiano di Pordenone, responsabile della parte elettronica. La tombola si chiama CV-19. Alle 21 si collegano in decine e decine di

Pia Zoia

persone, anche turisti che non possono arrivare a Caorle per i decreti del Governo. «Inizialmente non c'erano premi - ha riferito Pia Zoia - poi la solidarietà dei caorlotti, dell'amministrazione e fondazione Città dello Sport hanno messo in pa-

Pensionati in coda all’esterno di un ufficio postale

san donà

Il sindaco Cereser chiude i parchi «Inutile rischiare nuovi contagi» SAN DONA'. Chiusa la pista di atletica in via Unità d' Italia, adesso si ragiona anche sulla possibile chiusura dei parchi pubblici. Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, ha deciso intanto di chiudere i cancelli degli im-

pianti di atletica che in questi giorni erano stati presi d'assalto da appassionati di corsa, maratone e quant'altro. «Abbiamo deciso questa misura severa» ha commentato il primo cittadino, «in quanto molti facevano

ginnastica, c'erano situazioni di potenziale assembramento e tanti toccavano gli attrezzi ginnici aumentando le possibilità di contagio». Il sindaco ha ricevuto anche molte pressioni, non ultime dal segretario leghista Alberto Schibuola, per chiudere anche in parchi pubblici con recinzione, ma per il momento non sono stati presi provvedimenti in merito anche perchè comunque ci sono molti spazi di verde pubblico.

Stevanato «perché la struttura è subito agibile, possiede tutte le dotazioni necessarie, a differenza degli ospedali dismessi di altre provincie, dove si è costretti a urgenti lavori di ripristino con nuove forniture». Da qui, l’idea di Noale a supporto dei vicini ospedali di Mirano e Dolo. «In questa emergenza» continua Stevanato «sarebbe ancora più urgente e prezioso poter avere il supporto di una lungodegenza di Noale riportata alla piena operatività e in grado di accogliere i pazienti post-acuti, liberando così letti dei reparti per quelli acuti, da utilizzare in questa emergenza sanitaria in corso». Adesso la parola passa alla Regione: Noale è pronta a fare la sua parte. — ALESSANDRO RAGAZZO

lio gratuitamente alcuni premi molto interessanti. A trascorrere il tempo con noi sono in diversi anche da fuori». Anche le aziende di Caorle stanno mettendo a disposizione premi importanti, tanto che ormai questo evento diventa ogni sera irrinunciabile e rischia di continuare al termine dell'emergenza sanitaria. «Collegarsi è molto facile – continua Pia Zoia – attraverso il mio tablet dispongo di un programma per la tombola e quando escono i numeri illumino automaticamente la casella riguardante il numero. Al posto di collegamento in diretta partecipano chiaramente i giocatori e appena stabiliscono terno, quaterna, la cinquina o la tombola devono farlo sapere». — ROSARIO PADOVANO

L’ospedale di Noale: la sindaca lo “offre” alla Regione

portogruaro

La lettera della figlia al papà in rianimazione PORTOGRUARO

Il coronavirus separa una figlia dal suo adorato papà: uno strazio infinito. L'uomo, risultato positivo al coronavirus, è stato ricoverato a Portogruaro pochi giorni fa e potrebbe finire in un reparto di terapia intensiva disponibile. La figlia ha scritto una lettera commovente, che ha fatto recapitare all'ospedale. Solo dopo le insistenze dei medici si è rassegnata a doversi

separare dal genitore, il suo scopo sarebbe stato quello di assisterlo, di vegliarlo, ma non è possibile. Si è fatta prestare un foglio e un pennarello e ha scritto con il cuore un pensiero che gli ha fatto recapitare. «Ciao papà. Stai tranquillo, appena possiamo, veniamo a salutarti. Noi siamo qui fuori. Devi essere forte, Ti vogliamo bene. Forza papà». È una storia che ha emozionato tutto l'ospedale di Portogruaro. —


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Corriere del Veneto Martedì 17 Marzo 2020

VE

Economia

Credito, allargate le garanzie «Altri fondi dalla Regione»

Banche

Ex popolari, confermati proroga e anticipo

Vale2,7miliardilapartitaFondocentraleampliatodaldecretodelgoverno

❞ Marcato Già impegnati dall’anno scorso 30 milioni che hanno contribuito a 1,3 miliardi di prestiti

Credito alle imprese, il governo allarga le garanzie del Fondo centrale per scongiurare la chiusura dei rubinetti. In una partita in Veneto da oltre 2 miliardi, in cui la Regione è pronta ad aumentare i soldi messi sul fondo regionale, coordinando gli interventi con quelli permessi anche a categorie e casse professionali. Il capitolo era tra i più attesi del decreto economico da 25 miliardi per tentare di arginare il tracollo dell’economia indotto dal coronavirus. Tentativo che passa anche per l’aumento di un miliardo del Fondo di garanzia per le Pmi, oltre a un’estensione delle garanzie collegate alla moratoria su mutui e prestiti, per altri 1,7 miliardi, e ai 500 milioni di garanzie via Cassa depositi e prestiti dedicate alle medie imprese. Partita decisiva in Veneto. Il Fondo centrale di garanzia è intervenuto nel 2019 in oltre 15.500 operazioni, che hanno assistito finanziamenti per 2,7 miliardi (2,4 miliardi in garanzia diretta, il 77% delle operazioni, 284 milioni in controgaranzia, l’altro 22%), garantendone una fetta di 1,8. Attività che assorbe il 12% delle richieVENEZIA

ste ed il 14% degli importi su scala nazionale. Ora si tratterà di vedere bene i dettagli del decreto. Ma nella sostanza, sul fronte garanzie prevede nove mesi di operatività straordinaria del Fondo, con una serie di operazioni: niente commissioni sulle garanzie e raddoppio da 2,5 a 5 milioni di euro dell’importo massimo garantito, per dare spazio anche alle imprese che le hanno già esaurite. E ancora: l’ammissibilità di operazioni di rinegoziazione, se le banche concedono nuova finanza per almeno il 10% del debito residuo e l’allungamento automa-

L’editoriale\2

La doppia polarizzazione

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SEGUE DALLA PRIMA

icendo pudicamente che i vari segmenti della popolazione saranno «colpiti in maniera differenziata» dagli effetti della prolungata emergenza, auspicando una «gigantesca operazione di redistribuzione da fare a breve» e rilevando che le politiche di questo tipo, come sempre, troveranno «ostacoli e resistenze» (cfr. Corriere del Veneto del 12 marzo). Di cosa si tratta più in dettaglio? Siamo di fronte ai primi sintomi di una «doppia polarizzazione sociale», che si appresta ad abbattersi sulle nostre comunità con la forza per contagiare le relazioni sociali capillarmente e in un battibaleno. Per contrastarla, serve sin d’ora la capacità di progettare azioni di contenimento mirate, preventive e tempestive. La prima polarizzazione separa quella parte della popolazione che dispone di riserve di risorse (materiali, finanziarie, cognitive e relazionali) per affrontare l’emergenza e chi invece non le ha. Che si tratti di persone anziane e sole, o di famiglie in difficoltà, o di imprese al limite del collasso, non c’è tempo per aspettare le politiche pubbliche di sostegno. Vanno promossi e sostenuti comportamenti di «cittadinanza attiva», basati sulla capacità della popolazione di organizzarsi in modo multiforme, di mobilitare risorse di qualsiasi tipo, e di agire con logiche specifiche e responsabili per tutelare e prendersi cura dei beni comuni. Ci servono solidarietà e generosità di vici-

nato: telefoniamo alle persone che sappiamo essere sole; rendiamoci disponibili per supportare chi ha bisogno (adesso) di una mano; diamo a chi ci abita accanto i nostri codici di accesso alla rete wi-fi; prestiamo i nostri tablet a chi non li ha ma ne avrebbe bisogno per lavorare o semplicemente per restare collegato con il resto del mondo senza uscire di casa; prestiamo denaro a conoscenti che ne hanno letteralmente bisogno per arrivare a domani o dopodomani; condividiamo le risorse (anche aziendali) con chi ne ha necessità (adesso). In situazioni di criticità e pericolo, l’unica cosa che conta è risolvere il problema (efficacia) a prescindere da quanto costa farlo (efficienza) e senza la scorciatoia di rinviare la soluzione a chi di competenza. La seconda polarizzazione è più sottile, ma molto più pervasiva. È quella che separa chi (come me) ha il posto di lavoro e lo stipendio che non dipendono in modo diretto e immediato dalle dinamiche di mercato, perchè «garantiti dalla mano pubblica», e chi invece sa fin d’ora che posto di lavoro e stipendio sono messi a rischio dall’inevitabile contraccolpo economico con cui faremo i conti appena usciremo dal tunnel dell’emergenza. Questa polarizzazione non diventi l’ennesima «sorpresa prevedibile» su cui spendere fiumi di inchiostro e litigare nei talk show televisivi tra fazioni opposte: si faccia qualcosa adesso o almeno ci si sforzi per lanciare un segnale forte. Come farlo? Chi ha uno stipendio pubblico più che

Ossigeno Lavorazioni in una pmi. Pesanti i timori di un’asfissia sul credito indotti dall’emergenza coronavirus

adeguato rispetto alle proprie esigenze si renda disponibile per un «prelievo volontario e temporaneo dallo stipendio», mettendolo a disposizione di chi, senza colpa, rischia il collasso personale, familiare o aziendale. Se a questa azione di «cittadinanza attiva» si aggiungessero anche tutte le persone benestanti a prescindere dalla natura del datore di lavoro, avremmo fatto una cosa buona e giusta. Nell’ultima settimana, quando c’è stato chi ha provato a indicare il nostro Paese come l’«untore del mondo», parecchie persone hanno espresso pubblicamente l’orgoglio di essere italiani evocando e facendo girare video che narrano l’estro, l’ingegno, la creatività e la bellezza che il popolo italiano ha reso disponibili al mondo intero nelle lettere, nelle arti, nelle istituzioni e nelle imprese. È tutto giusto, ma non è abbastanza, perché si allude a valori che sono distanti da ciò che serve oggi in una situazione mai vista prima, in cui letteralmente è cambiato tutto e non si sa cosa succederà nei prossimi giorni. Oggi, servono azioni plug&play. Paolo Gubitta

tico della garanzia, se scatta la presidente della finanziaria remoratoria. Rilevante anche, gionale Veneto Sviluppo -. per le piccole aziende, l’esclu- Adesso è il momento di far sione su finanziamenti fino a passare le risorse sul canale centomila euro degli schemi delle garanzie». «Siamo stati tra i primi, un che sorvegliano l’andamento delle aziende, per ammettere anno fa, a far partire la sezione anche quelle in tensione finan- speciale veneta del Fondo, ora dotata di 30 milioni di euro», ziaria per l’epidemia. A fianco poi delle garanzie dice l’assessore regionale alconcesse in parte sui prestiti l’economia, Roberto Marcato. allungati, o sospesi o sul mag- Le tre tranche da 10 milioni ciagior credito usato rispetto a scuna hanno aumentato le coperture sulla quello sogaranzia dispeso, ci retta, per fisono l’ultenanziamenti riore aucomplessivi mento delOperazioni le copertuIn migliaia, il numero di affidamenti di 500 miliore sulla alle imprese in Veneto garantiti dal ni, garanzie di portafoglio di tranche juFondo centrale nel 2019 prestiti, per nior, quella a maggior rischio di perdita, 300 milioni, e sulla riassicuradall’originario 7% fino al 14,4%, zione dei confidi, per altri 550. su portafogli di prestiti in cui «E siamo pronti - dice Marcato intervengano anche altri ga- - a mettere altre risorse». Sperando che basti, sopratranti, a partire dai fondi speciali regionali, i soldi aggiunti tutto per le microimprese. «La dalle Regioni per aumentare i preoccupazione è per i finanprestiti su scala regionale. A ziamenti fino a 30-50 mila eucui si possono ora affiancare ro - spiega Mauro Vignandel, soluzioni analoghe di associa- direttore di Cofidi veneziano -. zioni di categoria o casse pro- Il rischio è che perfino una garanzia all’80% non basti, perfessionali. Soluzione che chiama in ché le banche non sono cocampo un livello di intervento munque interessate ad operaregionale, meglio se coordina- zioni che assorbono capitale, te, che concentri qui le risorse non rendono sugli interessi e a disposizione, magari dirot- costano impegno come le tandole dai fondi di rotazione. grandi. Servirebbe attrezzare «Il ministro Gualtieri aveva fin una soluzione di scorta, un badall’inizio fatto capire di voler zooka per far arrivare la liquifare tutto il possibile per soste- dità alle microimprese con nere la liquidità delle imprese - fondi pubblici e un funzionasostiene Francesco Giacomin, mento simile ai fondi di rotaprofondo conoscitore della zione, da gestire anche attraquestione credito alle Pmi da verso i confidi». ex consigliere di Unicredit, diFederico Nicoletti rettore degli artigiani e vice© RIPRODUZIONE RISERVATA

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VENEZIA Ex popolari, passa nel decreto la proroga di due mesi per le domande di indennizzo del Fondo risparmiatori. Insieme all'anticipo del 40% sui ristori (lo schema prevede il 30% sul prezzo delle azioni con un massimo di centomila euro) per chi abbia completato la domanda. Il decreto approvato ieri dal governo ha confermato le indicazioni della vigilia sul fondo per gli azionisti azzerati delle banche messe in liquidazione. Ma non mancano le critiche allo schema di anticipo. Come nel caso di Franco Conte e Fulvio Cavallari, presidenti di Codacons e Adusbef, già al lavoro sugli emendamenti da proporre per la conversione del decreto in parlamento: «Opportunamente il termine per le domande viene spostato al 18 giugno. Ma a parte che se va bene i primi rimborsi parziali arriveranno a fine anno, dopo oltre due anni di attesa, così si stravolge il criterio di dare priorità ai ristori fino a 50 mila euro». Ne segue la proposta di emendamento già girata ai capigruppo del Senato: «Permettere al socio che abbia completato la domanda di chiedere già alla banca dove sarà accreditato il ristoro l’anticipo fino a 50 mila euro, estendendo il principio di priorità nella erogazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

AVVISO DI GARA

Actv S.p.A., Isola Nova del Tronchetto, 32 – 30135 Venezia - indice una procedura aperta per l’affidamento dell’accordo quadro per il servizio di manutenzione programmata MP72, per i pontoni aziendali Actv, presso cantieri terzi e finalizzata all’ottenimento del rinnovo della Certificazione di Classe da parte dell’ente di certificazione. Importo complessivo stimato dell’appalto: € 2.252.566,20 IVA esclusa +IVA. Il bando integrale di gara è stato inviato alla G.U.U.E in data 03/03/2020 e alla G.U.R.I. in data 03/03/2020, ed è disponibile in forma completa e sul sito https://portalegare. avmspa.it alla sezione “Gare e procedure in corso – Riferimento procedura G17548”. La domanda di partecipazione dovrà pervenire entro e non oltre le ore 16:00 del giorno 10/04/2020. Il Direttore Generale Gruppo AVM Ing. Giovanni Seno

Direzione Generale AVVISO DI GARE

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Anas S.p.A. informa che ha indetto le procedure di gara aperte per l’affidamento di Accordi quadro quadriennali aventi ad oggetto l’esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione dei centri manutentori delle Strutture Territoriali Anas. Importo complessivo di ciascun Accordo quadro: € 5.000.000,00 (di cui € 240.000,00, per oneri per la sicurezza). I testi integrali dei bandi sono stati pubblicati sulla GURI n. 31 del 16/03/2020 e sono disponibili sul sito http://www.stradeanas.it. Il termine di presentazione delle offerte, per tutte le procedure, è il 21/04/2020 ore 12:00. IL RESPONSABILE GESTIONE APPALTI LAVORI DI MANUTENZIONE Domenico Chiofalo

www.stradeanas.it

l’Italia si fa strada


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Primo Piano

Martedì 17 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest IL PROGETTO VENEZIA Ieri, al quinto giorno di Italia chiusa per coronavirus, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha chiesto al governo di inasprire le restrizioni, facendo chiudere i negozi la domenica e vietando le passeggiate al parco, sorvolando però sulla possibilità di emettere lui stesso delle ordinanze. Zaia ha invece annunciato una campagna di “tamponamenti”, cioè test per verificare se si è positivi al Covid-19, su tutto il personale sanitario, compresi i medici di base e le case di riposo. Che poi è quello che aveva chiesto il sindacato dei camici bianchi Anaao.

I CONTROLLI Partiamo dai tamponi. Il modello di riferimento è Vo’: il paese sui Colli Euganei è stato chiuso dal 22 febbraio, tutti i cittadini sono stati sottoposti al test, per quindici giorni sono rimasti isolati, fatto sta che non solo i positivi non sono aumentati, ma sono cresciuti i “negativizzati”, persone che sono guarite. Nella prima fase emergenziale il loro isolamento è servito a non intasare i reparti di rianimazione. L’idea della Regione è di allargare i test a quanta più gente possibile per poi procedere, appena si becca un positivo, con i “cerchi concentrici” e cioè isolare tutte le persone che le quali il malato ha avuto contatti. È il progetto dei “10mila tamponi on the road” di cui è tornato a parlare Zaia, anche se in realtà gli esami portati avanti dal professor Crisanti, direttore della Microbiologia dell’Università di Padova non saranno fatti a caso, ma prediligeranno alcune categorie dei servizi essenziali, come cassiere dei supermercati. L’altro intervento riguarda il personale sanitario e di questo si occuperanno le Microbiologie degli ospedali. Dagli attuali 3.210 tamponi la Regione intende passare a oltre 11.000 al giorno. Con questo ordine: «Personale sanitario a tappeto, che sono 54mila dipendenti - ha detto Zaia - quindi i medici di base, ne abbiamo 3.150, quindi le case di riposo. Nel giro di una settimana dovremmo essere a regime. Poi passeremo a fare i tamponi a chi pre-

«LE CRITICHE ALL’ECCESSIVO RICORSO AI TEST? CE NE STRAFREGHIAMO NE ABBIAMO GIÀ FATTI 35MILA E SI CONTINUA»

I PROVVEDIMENTI TREVISO Le segnalazioni, anche sui social, si moltiplicano: troppa gente non rispetta le regole. Non solo passeggiate e corse senza rispettare le distanze, ma veri e propri assembramenti in parchi, piazze e persino cimiteri. E di conseguenza la lista delle restrizioni per fermare la diffusione del contagio deve essere allungata. Non sono esenti nemmeno le piste ciclabili, con tanto di nastri rossi e bianchi sulle panchine per rendere il messaggio ancora più chiaro: «Restate a casa». Il primo a mettere mano a una nuova ordinanza è stato ieri il sindaco di Treviso, Mario Conte, che ha deciso di chiudere i cimiteri comunali: cancelli sbarrati fino al 3 aprile. «Ho preso questa decisione - ha scritto il primo cittadino sulla sua pagina Facebook - perché intendo evitare il formarsi di assembramenti di persone e limitare così le possibilità di contagio da coronavirus. Nei giorni scorsi sono

TAMPONI Lo screening di massa avviato a Vo’, il paese sui Colli Euganei primo focolaio del virus in Veneto (foto NUOVE TECNICHE)

Zaia: 11mila tamponi al giorno «E negozi chiusi la domenica» `Il governatore veneto chiede al governo una stretta «Si partirà dal personale sanitario. Poi toccherà a chi presenta sintomi e alle altre categorie a rischio» sui divieti: «E si proibisca l’attività fisica all’aperto» `

senta sintomi ma che, oggi come oggi, dovrebbe attendere la fine del periodo di osservazione. La filosofia è semplice: più casi isoliamo, più sicurezza creiamo». «Finora - ha aggiunto il governatore - in Veneto abbiamo fatto 35mila tamponi, siamo le superstar del tampone, dovrebbero darci un premio. Di questi, 31.135 sono risultati negativi». Poi se l’è presa con chi contesta la politica del tampone a tutti: «La partita dei tamponi per noi è irrinunciabile, qualcuno ci critica ma noi ce ne

strafreghiamo, sono gli stessi che non ci hanno mai detto che servivano i respiratori, le mascherine, l’ossigeno. Capisco poi che si parli di Organizzazione mondiale della sanità, ma io il “signor Oms” non l’ho mai visto qui in trincea». Poi, nel pomeriggio, l’ufficio stampa di Palazzo Balbi ha diffuso l’agenzia con le parole del direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: «Il nostro messaggio chiave è: test, test, test», su ogni caso sospetto di coronavirus.

DIVIETI Zaia, che domenica aveva minacciato il “coprifuoco” non spiegando però nel dettaglio cosa intendesse dire, non pare intenzionato a firmare ordinanze regionali preferendo che si muova il Governo nazionale. Però ha criticato chi va a fare passeggiate e poi si ferma a chiacchierare con altre persone: «Le foto di domenica le abbiamo viste tutti. Chiederò al governo di inasprire ancora di più le restrizioni». Ordinanze regionali? «Devo verifica-

Troppi assembramenti: dai cimiteri alle piazze nuovi divieti dei Comuni San Donà

In coppia al supermercato: denunciati SAN DONÁ (de.bar.) In due al supermercato non si può. E così per una coppia di sandonatesi è scattata la denuncia ai sensi dell’articolo 650 del codice penale: inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. La coppia era convinta che gli ingressi contingentati - e una sola persona per nucleo familiare a fare la spesa derivassero da una sorta di autoregolamentazione dei negozi per evitare assembramenti. Non pensavano insomma di

incappare in una denuncia. I due sono stati controllati l’altro ieri mattina mentre aspettavano di entrare al supermercato. «Ci hanno chiesto l’autocertificazione hanno riferito - abbiamo spiegato che eravamo lì per fare la spesa». «In due non si può» è stata la risposta. Il decreto penale di condanna arriverà nelle prossime settimane. L’alternativa è fare opposizione e chiedere un processo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

arrivate non poche segnalazioni. Verranno comunque garantiti i servizi essenziali e la possibilità di dare un ultimo saluto in forma privata ai defunti, con accesso a un massimo di 10 persone e orari sfalsati per limitare al minimo l’afflusso. Sono scelte difficili ma dobbiamo assolutamente uscire da questa emergenza sanitaria».

Lavoro

Sicurezza, sciopero all’Electrolux ` Al lavoro, ma solo se ci

sono le condizioni di salute e sicurezza per i lavoratori. È quanto prevede l’accordo regionale raggiunto ieri tra le parti sociali e la Regione Veneto a seguito del protocollo nazionale sull’emergenza Coronavirus. «Il testo è stato scritto a più mani, frutto di ore di confronto serrato ma proficuo tra tutte le organizzazioni di rappresentanza», commenta l’assessore al Lavoro, Elena Donazzan. Ma all’Electrolux di Susegana (Treviso) è sciopero. L’azienda aveva proposto la riduzione dell’orario al fine di poter chiudere il servizio mensa ed evitare contatti ravvicinati fra le persone. Per i sindacati interni, però, sarebbero le stesse condizioni di lavoro nei locali della produzione a non garantire una distanza sufficiente fra gli operai.

re, il Dpcm non ci dà tanto spazio, non vorrei che poi ci fossero carte bollate». Se in Campania il governatore Vicenzo De Luca ha emanato una ordinanza facendo chiudere i parchi urbani, in Veneto Zaia al momento non intende fare altrettanto. Si è rivolto nuovamente ai veneti chiedendo loro di stare in casa e di non trasformare la possibilità dell’attività fisica data dal decreto del premier Conte in un alibi: «L’attività fisica all’aperto, che era considerata una valvola di sfogo, non

LA DECISIONE Cimiteri vietati anche a Venezia e Vicenza. Pugno di ferro anche a Verona (stop alle passeggiate e divieto di sdersi sulle panchine) e da parte del sindaco di San Vendemiano, Guido Dussin: niente piste ciclabili, niente parchi, niente impianti sportivi, niente panchine e quindi niente piazze. Dopo avere passato la domenica

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IL SINDACO CONTE: «GARANTITI I SERVIZI ESSENZIALI, SI PUÓ DARE UN ULTIMO SALUTO AI DEFUNTI CON ACCESSO PER MASSIMO 10 PERSONE»

a monitorare il territorio comunale, il primo cittadino e la sua giunta hanno notato che in alcuni luoghi le persone tendono ancora a riunirsi: da qui la decisione di emanare un’ordinanza e di tappezzare il paese di manifesti: «Le piste ciclopedonali, le piazze e i parchi sono chiusi. Si raccoman-


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Primo Piano

Martedì 17 Marzo 2020 www.gazzettino.it

I test in Veneto

Le regole

Tamponi effettuati 31.135 Negativi

35.052 totali

2.780 Positivi

1

1.137 Da approfondire Potenzialità dei laboratori per tamponi COVID 19 - Tamponi al giorno Potenzialità futura Potenzialità attuale ULSS 1 Dolomiti

250

360

ULSS 2 Marca Trevigiana

360

1.800

ULSS 6 Euganea

240

1.200

ULSS 7 Pedemontana

160

320

ULSS 3 Serenissima

300

1.800

ULSS 8 Berica

160

1.220

0

50

ULSS 9 Scaligera

150

300

ULSS 5 Polesana

150

200

PD Azienda

1.200

2.400

VR Azienda

240

1.680

ULSS 4 Veneto Orientale

Totale

Rischio di arresto Chi non rispetta le prescrizioni rischia fino a 3 mesi di arresto e una multa di 206 euro. Pene più gravi potranno essere inflitte a chi dovesse violare gli ordini delle autorità (come scappare dalla quarantena).

2

I servizi essenziali I locali pubblici restano chiusi. Aperti solamente gli alimentari e i servizi ritenuti essenziali. I centri commerciali tenuti ad osservare le norme contro gli assembramenti. Più Regioni ora spingono per un’ulteriore stretta.

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Vietato anche passeggiare Fermo lo sport e bloccate palestre e piscine. Chi vuole tenersi in forma può correre nei parchi rispettando le distanze. Ma molti sindaci stanno firmando ordinanze più restrittive: da ieri, per esempio, a Verona è vietato sedersi sulle panchine e passeggiare nelle aree verdi.

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Le limitazioni per le chiese Niente cerimonie, stop a messe, matrimoni e funerali. Chiese aperte, garantendo la distanza di un metro tra i fedeli. E il governatore campano Vincenzo De Luca ieri ha annunciato denunce contro i partecipanti agli incontri di catechesi che sono costati la messa in quarantena di cinque comuni.

«Segnali positivi, ma bisogna attendere ancora 7 giorni»

11.330

Il virologo Crisanti: «La crescita rallenta `«Quando ci sarà il picco? Dipenderà ma se cala l’attenzione, la gobba si rialza» molto dai comportamenti delle persone» `

3.210

54000 I dipendenti veneti del sistema sanitario: tamponi per tutti

3 milioni di mascherine attese in Veneto dalla Cina: tutto bloccato

cosa dovrebbe fare il governo? «Vanno chiusi i centri commerciali e le rivendite la domenica e va chiarita questa storia delle passeggiate: bisogna stare a casa». E la Coop nel pomeriggio ha annunciato la chiusura di 1100 punti vendita per le prossime due domeniche. Intanto però gli inglesi organizzano le maratone. «Secondo me è sbagliato», ha detto il governatore, ricordando che chi si ammala di coronavirus può anche uscirne vivo «ma con danni renali e altro». Quindi: meglio evitare il contagio. Attualmente in Veneto le persone in isolamento fiduciario sono 7mila.

DPI funziona. Io che andavo a correre per i campi, adesso non ci vado più, perché penso sia fondamentale dare l’esempio. Mi ha scritto un’atleta, mi ha detto che anche lei pur facendo agonismo non esce più ad allenarsi». Secondo Zaia il decreto, che scadrà il 25 marzo, dovrà essere reiterato: «Chiederemo ancora più restrizioni al governo, non perché siamo persecutori ma perché sappiamo quale sarà la prospettiva nelle Terapie intensive se non si blocca il contagio». E

Per quanto riguarda le mascherine, il Veneto attendeva una consegna di 3 milioni di dispositivi Ffp3, quelli con la valvola, ma ieri si è saputo che dalla Cina è tutto bloccato. Il decreto “Cura Italia” prevede comunque la possibilità di produrre mascherine in deroga alle vigenti norme. Ieri, intanto, sono iniziati i controlli degli Spisal nelle aziende per verificare le misure di sicurezza per i lavoratori. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

DIVIETI Stop diffuso alle passeggiate e a Verona non si può più sedersi sulle panchine

video che documentano le violazioni.

IL MESSAGGIO

da alla cittadinanza di rimanere a casa». Complice la giornata di sole, Dussin e i suoi assessori, oltre alla consigliera Sonia Brescacin, hanno organizzato una sorta di ronda per rendersi conto se la cittadinanza fosse ligia a osservare le limitazioni imposte dal governo. Non è stato così, con tanto di

«Sono stato a Calpena, a Zoppè, a Cosniga, a Fossamerlo e nonostante la bella giornata di sole c’era il deserto. Abbiamo però trovato alcune persone nella zona della ciclopedonale lungo il torrente Cervada. E non erano certamente lì per fare la spesa». Ecco quindi l’ordinanza per cercare di rafforzare il concetto di non muoversi da casa se non per motivi di lavoro, salute o necessità. «Abbiamo veicolato il messaggio anche attraverso i manifesti e mettendo attorno a tutte le panchine nastri che fanno capire l’esistenza del divieto di seduta conclude Dussin -. Il divieto vale anche per parchi e giardini pubblici comunali, aree attrezzate per i giochi dei bambini, impianti sportivi, strutture sportive all’aperto ciclopedonale sul Cervada». G.Pav. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INTERVISTA orremmo porre al professor Andrea Crisanti la domanda che si fanno tutti: quando finirà l’emergenza Coronavirus? Siccome però il nostro interlocutore non è un indovino, bensì il direttore dell’unità operativa complessa di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova, gli chiediamo di dirci quello che la scienza può ragionevolmente affermare, osservando l’andamento della curva di contagio in Veneto. «Partiamo da un elemento certo: ieri (domenica, ndr.) i casi di positività non sono aumentati di molto rispetto al giorno prima, per cui questo è un primo motivo di sollievo».

V L’appello del senatore malato: «State a casa» IL VIDEO VENEZIA Stefano Bertacco è senatore di Fratelli d’Italia e assessore al Comune di Verona. Ma è anche un uomo che da novembre combatte contro il cancro: l’ha svelato lui stesso, con un toccante video postato su Facebook, che ha autorizzato Il Gazzettino a rilanciare («Mi farebbe un immenso piacere»). Chiuso in casa per il rischio Coronavirus, il 57enne non nasconde i segni della sofferenza e della delusione: «Per l’ennesima volta sento che sul lago di Garda è pieno di gente, che la gente corre sul Lungadige, che la gente non sta in casa e non rinuncia a nulla per il proprio egoismo. Credete che non abbia voglia anch’io di andare a fare una passeggiata? Non so ancora quale sarà il decorso della mia malattia, potrebbe essere una delle ultime che faccio. Invece resto a casa, perché ho troppo rispetto delle persone e della vita altrui». Bertacco si rivolge direttamente a quanti non rispettano le restrizioni: «Ve lo dico molto chiaramente, mi fate schifo. Non potete essere così chiusi e ottusi. Le persone muoiono negli ospedali e voi alimentate la catena del contagio? Ma voi pensate che tocchi sempre agli altri? Guardate che la vita è strana, può cambiare in dieci secondi. Non sono il più stupido a stare a casa, ho solo fatto della responsabilità una parola vera. Mi aspetto da tutti quelli che vedranno il video la capacità di essere persone responsabili». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

La differenza è stata di 252 unità, mentre nelle giornate precedenti anche di 321 e 409. Come vanno letti questi numeri? «All’inizio la curva è schizzata in alto in maniera drammatica, non ce lo nascondiamo, ma ora la differenza non è così importante. Se questo dato si conferma, oggi e domani (ieri e oggi, ndr.) forse cominciamo a vedere l’effetto delle misure di restrizione».

nimento, cioè il cosiddetto plateau, che in Cina è durato parecchio malgrado il rigore nell’attuazione delle misure. Quindi inizia la fase calante. Ma attenzione: se si abbassa la guardia, poi la curva si rialza, diventando una gobba che va su e giù...». Come sta andando il Veneto rispetto alle altre regioni? «Qui sono stati effettuati 35.000 tamponi, il che ha permesso di identificare precocemente tantissime persone potenzialmente malate, per cui la curva è più lenta del resto d’Italia. Lo dimostra anche il fatto che Padova, la provincia in cui obiettivamente sono stati fatti più test di tutte, ha l’andamento più lento». Come funzioneranno i tamponi di massa?. «Il governatore Luca Zaia ha promosso un’iniziativa molto corretta, aumentando nell’arco di pochi giorni la produttività dei laboratori, anche grazie al reperimento di nuovi macchinari. Vorrei però precisare che non saranno tamponati tutti i veneti: questo sarebbe uno spreco di risorse privo di senso». Perché?

Quanto tempo occorre? «Dai 7 ai 12 giorni. Dobbiamo considerare che le limitazioni sono state introdotte gradualmente. Il decreto “io resto a casa” è stato approvato l’11 marzo, per cui le conseguenze più rilevanti vanno calcolate a partire dal 12 marzo. Presto dovremmo cominciare a vedere un miglioramento».

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Quali? «La prima: se una persona telefonerà, segnalando sintomi da Coronavirus, manderemo i sanitari a fare il tampone a lei, ai suoi familiari e agli inquilini di tutto il palazzo. In questo modo useremo quelli che stanno male come sentinelle per uno screening diffuso. La seconda: interverremo sulle categorie a rischio, come i cassieri dei supermercati, oppure gli impiegati a contatto con il pubblico. Dunque agiremo in maniera mirata, non a macchia d’olio, anche se i numeri saranno comunque importanti. I dettagli del piano saranno illustrati dalla Regione». Come va la ricerca su Vo’? «L’analisi statistica grossolana è finita, ora iniziamo la parte più scientifica: individuare i fattori di rischio, capire come si diffonde il Coronavirus fra le persone, identificare i fattori genetici nel virus e nella popolazione. Il messaggio importante che arriva da questa indagine è che l’identificazione di tutti i positivi, sintomatici e asintomatici, ha permesso di bloccare il contagio, grazie all’isolamento dei casi e della comunità». Quindi sarebbe d’accordo su una stretta ulteriore, anche sulle passeggiate? «Sì, tutti a casa: bisogna assolutamente ridurre al massimo le opportunità di contatto». Angela Pederiva

Ciò significa che stiamo per raggiungere il picco? «Questo dipenderà molto dal comportamento delle persone. Prima si verifica il raggiungimento del picco. Poi c’è il suo mante-

«ALL’INIZIO LA CURVA È SCHIZZATA IN ALTO IN MODO DRAMMATICO MA ORA LE DIFFERENZE FRA I GIORNI SONO MENO IMPORTANTI»

«La casalinga che sta bene, ed esce con la mascherina solo per fare la spesa, non ha bisogno del test, in quanto è a basso rischio. Invece i contatti di un malato sì che sono a rischio. L’obiettivo fondamentale di questa campagna è identificare i portatori sani, che stanno vicino alle persone contagiate, secondo due linee di intervento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PROFESSORE Andrea Crisanti è direttore di Microbiologia e Virologia a Padova

«L’OBIETTIVO DELLA NUOVA CAMPAGNA È IDENTIFICARE I PORTATORI SANI CHE SONO VICINI AI CONTAGIATI»


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MARTEDÌ 17 MARZO 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

L’allarme globale: economia e lavoro

Lo stop del settore edile «Fermi 7 cantieri su 10 più chiarezza sulla Cigs» Salmistrari, alla guida dei costruttori: «Difficoltà con i committenti pubblici» Mascherine introvabili per i lavoratori e materie prime quasi irreperibili Francesco Furlan / VENEZIA

«La maggior parte dei cantieri edili ha chiuso, ma non c’è chiarezza. Per questo ci sarebbe bisogno di un decreto del governo che dicesse: tutti i cantieri vanno chiusi per causa di forza maggiore». La vede così Giovanni Salmistrari, il presidente veneziano dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili. Settore che, dopo un periodo di crisi, stava cominciando a respirare. E che ora, come tutti, si trova a fronteggiare il Covid-19. Un settore che a Venezia conta circa 800 imprese e quasi 5 mila addetti. Salmistrari, nel Veneziano i cantieri sono aperti o chiusi? «Ormai ha chiuso quasi il 70% del cantieri edili. Sono prevalentemente cantieri privati, dove c’è un rapporto più diretto e più facile con la committenza e il direttore dei lavori. Negli appalti pubblici invece è molto più complicato». Perché è più complicato? «La domanda è: chi si prende la responsabilità di chiudere? Soprattutto nei cantieri più grandi, con le gru e grandi allestimenti, la chiusura del cantiere ha un costo. Se la decisione di chiudere viene presa dall’azienda il costo ricade sull’azienda. E tra qualche mese, con un ritardo nella consegna dei lavori, qualcuno potrebbe anche chiedere una penale». Basterebbe un po’ di buon senso per non chie-

Giovanni Salmistrari, presidente veneziano dell’Ance

derla. «Del buon senso ci si dimentica in fretta, e non è espressamente previsto dalla legge». E se a imporre la chiusura fosse la committenza? «Viceversa se la decisione viene presa dalla committenza pubblica, l’impresa ha diritto a un ristoro. Ma anche per i funzionari pubblici non è una soluzione facile da prendere perché la Corte dei Conti potrebbe poi bussare alla porta del Rup, il responsabile unico del procedimento, e chiedere: perché avete disposto la chiusura, con un aggravio di costi per l’amministrazio-

ne pubblica?». Quale potrebbe essere la via d’uscita? «Un decreto del governo che dica: i cantieri vanno chiusi per causa di forza maggiore. Sarebbe una condizione di garanzia per tutti: le imprese edili e i committenti. E ovviamente i lavoratori». E’ possibile pensare di recuperare le settimane della chiusura incrementando la manodopera? «Questo è un discorso che fanno molti committenti: chiudete adesso e poi raddoppiate gli operai. Ma, a parte il fatto che operai edili bravi non si trovano da un

giorno all’altro, non è sempre possibile accelerare sulle varie fasi di lavorazione del cantiere». Nel frattempo ci sono cantieri che restano aperti. Ma come si fa, in un cantiere edile, a rispettare le norme sulla sicurezza condivise da governo e parti sociali? «E’ molto difficile, e basti pensare alle modalità per raggiungere i cantieri. Con i mezzi pubblici è sempre più difficile. Le aziende che hanno il pulmino, per trasportare gli operai, dovrebbero fornire loro le mascherine, ma le mascherine non si trovano da nessuna parte. E anche se si trovassero sarebbe giusto che prima venissero garantite agli operatori medici e sanitari. Nelle linee guida poi si parla di sanificazione nei luoghi di lavoro, ma cosa si intende per un cantiere edile? Il settore ha delle specificità tali che meritano una specifica attenzione. Mi rendo conto che in questa fase i problemi da affrontare sono molti». E quindi? «E quindi sarebbe meglio chiudere tutto con l’eccezione dei cantieri che hanno caratteri d’emergenza. Penso, a livello nazionale, al cantiere del ponte Morandi». Ci sono anche problemi di approvvigionamento delle materie prime? «Sì, ci sono. Molte aziende hanno deciso di chiudere per due settimane, e in molti casi quindi è molto difficile reperire le materie prime». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

la ricHiesta del sindaco ZoGGia

«Stop agli operai a Jesolo sono un pericolo per la città» JESOLO

Via vai di operai nei cantieri di Jesolo, il sindaco si rivolge alla Regione: «Dobbiamo bloccarli subito». Per questa azione di forza serve infatti un decreto regionale e il sindaco, Valerio Zoggia, si è pertanto rivolto direttamente al presidente del Veneto Luca Zaia e al suo vice, Gianluca Forcolin. L'emergenza sanitaria è ar-

rivata al punto che le centinaia di operai che ogni giorno arrivano al lido non sono “desiderati”. Il litorale è un cantiere aperto, uno dei pochi territori in cui si continua a costruire e anche a vendere a prezzi molto alti. Una sessantina quelli più grandi, ma considerando anche i piccoli interventi edilizi supereremo anche i cento, con una moltitudine di gru sullo skyline che danno l'idea dello sviluppo edilizio e

turistico della città balneare. Ma questo significa manodopera nei cantieri e tanto lavoro che non si ferma facilmente. Sono tutti operai che arrivano dalle varie province e città del Veneto, potenziali contagiati asintomatici che lavorano braccio a braccio, negli spazi angusti dei cantieri, e che poi devono fermarsi, andare a mangiare e passare la giornata come possono. Alcuni cantieri si sono già fermati

Il sindaco Valerio Zoggia

autonomamente, in particolare quelli più grandi. «Non possiamo rischiare tanto in questa fase delicata», dice il sindaco Zoggia, «noi abbiamo fatto posti di blocco,

i contraccolpi

Forte calo del fatturato chiude anche la Metro MARGHERA

Chiude fino al 3 aprile anche la Metro di Marghera. Il noto negozio all’ingrosso, che rifornisce ristoranti, bar,pizzerie e hotel, che sono stati chiusi dai provvedimenti sanitari del governo per fermare l’epidemia di coronavirus, si ferma. Metro Italia C&C ha infatti comunicato alle orga-

siamo riusciti a fermare migliaia di pendolari che sarebbero venuti sulla nostra spiaggia a passeggiare come accaduto domenica scorsa. Ma è inutile questo sforzo con dispiegamento di agenti della polizia locale se poi da lunedì a venerdì vanno e vengono tutti gli operai che in questo momento rappresentano un possibile pericolo per la nostra comunità». Jesolo ha oltretutto uno degli ospedali attrezzati in Veneto per i contagiati da Covid 19. Sono stati incrementati i posti letto di terapia intensiva e per i ricoveri dei pazienti sintomatici, spostati reparti. I dati sono allarmanti e la città vive sulla propria pelle, vicino alle proprie case, il crescente numero dei contagi e delle

nizzazioni il fermo causato dal pesante calo di fatturato di questi giorni. Confronto aperto sulla gestione del personale tra recuperi ferie e possibilità di Cig. Il punto vendita di Marghera quindi chiude fino al 3 aprile assieme a quello di Silea, in provincia di Treviso. Resta aperto il punto vendita di Rubano (Padova). —

quarantene. La polizia locale, sabato e domenica ha schierato 32 agenti in vari turni, fermato numerose auto. I presidi hanno funzionato, con 46 auto fermate sabato senza alcuna sanzione e altre 58 domenica, con due sanzioni ai danni di due ventenni di San Donà che avevano comunque pensato di farsi un giro al Lido nonostante gli avvertimenti dei divieti. Alcune persone, quindi, continuano a non rispettare le prescrizioni di stare a casa e sono necessari i presidi della polizia locale per tenere distanti gli amanti della spiaggia. E sulla questione degli operai si attende una decisione. — GIOVANNI CAGNASSI


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