RASSEGNA STAMPA DEL 26 MARZO 2020

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Primo Piano

Giovedì 26 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid-19

Il giorno più nero in Veneto: 36 morti Ma in Italia cala la curva dei contagi

Casi confermati (al 25.03 ore 17.00)

Totale Regione Veneto con tampone positivo 6582 (+513) 84 856 1188 306 Vo’

Vicenza

1317

Treviso

Rovigo

Venezia

128 Domicilio fuori Veneto 118 Assegnazione in corso 273

deceduti

485

dimessi

Un bollettino di guerra: quasi la metà dei decessi a Verona E aumentano i “positivi”. Zaia: «Non abbassare la guardia» IL QUADRO VENEZIA Fino all’anno scorso il 25 marzo era un giorno di festa, il “Natale” della città di Venezia. Quest’anno è stato la giornata più drammatica da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria, quella del record dei morti. Trentasei. Un bollettino di guerra che ha risparmiato solo la provincia di Rovigo, ma altrove è stato un lutto dietro l’altro. Nel Veronese, in particolare, le vittime sono state 17. E si capisce perché le rianimazioni, con un altro mezzo migliaio di nuovi malati, abbiano retto l’urto, registrando solo quattro posti occupati in più: i letti li hanno liberati i morti.

IL MONITO Il Veneto ha la necessità «di continuare a non abbassare la guardia», ha ripetuto il governatore Luca Zaia leggendo i dati del bollettino mattutino, quando i morti erano 258 e ancora «Siamo qui a lavorare in totale e piena

IN ARRIVO MILIONI DI MASCHERINE MA IL SINDACATO: «MEDICI E INFERMIERI COME I POMPIERI DI CHERNOBYL»

emergenza - ha detto il presidente della Regione - L’invito è ancora quello di rispettare le restrizioni». I positivi sono saliti a 6582 con un incremento di 513 (il giorno prima era stato di 431), quasi un migliaio in più le persone in isolamento, solo quattro i posti letto in più occupati in terapia intensiva quando nei giorni precedenti l’incremento viaggiava sulla ventina di unità. Quanto a mascherine e protezioni, con le uniche eccezioni di calzari e camici, la «macchina da guerra» del Veneto pare essere riuscita a stoppare l’emergenza. «Continueremo con gli acquisti di mascherine - ha detto Zaia - ce se sono 13 milioni e mezzo di quelle chirurgiche che stanno arrivando». Ormai tutti gli ospedali, ha sottolineato, hanno la loro dotazione. Zaia ha annunciato che sono stati acquistati 400mila kit istantanei «più altri 100mila donati dal gruppo Pesenti». «Il mercato degli acquisti si sta un po’ aprendo, abbiamo messo in piedi anche un contratto serio

1754

ricoverati

Pazienti in area non critica

103 68 42 45 10 11 122 18 27 103 31 34 25 51 15

Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Roma Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Trento ULSS1 - Ospedale Belluno ULSS1 - Ospedale Feltre ULSS1 - Ospedale Agordo

VENEZIA Sono gravida come posso proteggermi dal coronavirus? Sono una mamma in dolce attesa, sono più a rischio di infezioni respiratorie? Quando verrò ricoverata per partorire, qualora avessi sintomatologia influenzale, cosa devo fare? Sono diventata mamma ma ho paura di non essere in grado di accudire il mio bambino per le paure di contagio di questi giorni. Sono alcune delle domande più frequenti che arrivano dalle donne in dolce attesa e alle quali ha risposto ieri la Regione Veneto con una nota ufficiale. L’obiettivo è di migliorare e promuovere la qualità, la sicurezza e l’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita in questa fase di epidemia da Covid 19.

GLI ESPERTI Le risposte - recita una nota della Regione - sono basate sul-

6

LA REGIONE VENETO HA PREPARATO UN DECALOGO DI CHIARIMENTI PER LE DONNE IN DOLCE ATTESA

ULSS2 - Ospedale Castelfranco ULSS2 - Ospedale Montebelluna ULSS3 - Ospedale Mestre ULSS3 - Ospedale Venezia

73 1 23 54 19

ULSS3 - Ospedale Dolo ULSS3 - Ospedale Chioggia Ospedale Villa Salus - Mestre ULSS4 - Ospedale Jesolo ULSS5 - Ospedale Rovigo ULSS5 - Ospedale Trecenta

117

ULSS6 - Ospedale Schiavonia ULSS6 - Ospedale Cittadella

ITALIA Intanto pare essersi stabilizzata la curva dei malati di coronavirus in Italia. Per il quarto giorno consecutivo la crescita dei positivi infatti ha rallentato e le misure di contenimento prese dal governo paiono aver prodotto i primi effetti positivi, anche se ancora una volta il paese ha pagato un

Come proteggere mamma e neonato dai rischi del parto?

6

ULSS2 - Ospedale Vittorio Veneto

ULSS3 - Ospedale Mirano

Il sindacato Anaao-Assomed contesta però le lettere dei direttori sanitari delle Ulss che consigliano di usare le mascherine chirurgiche, quella senza valvola, con i pazienti sospetti e confermati Covid-19: «Sono lettere che condannano al contagio». «Medici, infermieri e altri operatori sanitari come i pompieri di Chernobyl», è l’accusa.

gravidanza è più alto il il parto con taglio 1 In 4 Meglio 6 6 rischio di contagio? cesareo?

IL FOCUS

ULSS2 - Ospedale Conegliano

L’ACCUSA

Domande e risposte

Le donne incinte, al contrario di quanto osservato per l’influenza H1N1 e per la Sars, non sembrano manifestare una maggiore suscettibilità all’infezione. futura mamma può 2 La trasmettere il virus al bambino? Per ora la letteratura internazionale nega la trasmissibilità a feto: il coronavirus non attraversa la placenta. con sintomi 3 Positiva respiratori. Che fare se il medico consiglia la Tac? Niente paura, la Tac del torace è ritenuta un esame essenziale nella valutazione di tutte le mamme con complicazioni polmonari da Covid-19.

ULSS2 - Ospedale Oderzo

Ospedale S. Camillo - Treviso

Non è raccomandato. E va evitato il parto in acqua. gravida, il partner 5 Lei positivo: deve fare il tampone? Sì, avvertendo subito l’Ulss. al terzo 6 Gravida trimestre e positiva, dovrà partorire prima? Potrà fare la peridurale? Il timing, le modalità del parto e la scelta dell’anestesia dipendono dalle condizioni cliniche, dall’età e dalle condizioni di benessere fetale. mamma positiva può 7 La allattare? Assolutamente sì, adottando misure di prevenzione e controllo dell’infezione accompagnata dai sanitari.

6 6

6

le evidenze scientifiche tratte dalle Raccomandazioni del 18 marzo 2020 del Royal College of Obstetricians & Gynaecologists e dal Gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità con la comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (Sin,

1600

Padova

17159 positivi + contatti in isolamenti

Strutture di ricovero Azienda Ospedale Università Padova

con un produttore locale per 10mila mascherine al giorno che servono a corredo». Non solo: «Siamo riusciti ad acquistare un carico di 2 milioni di mascherine FFP3».

Belluno

105

880

Verona

ULSS2 - Ospedale Treviso

`

FONTE: REGIONE VENETO

2 ULSS7 - Ospedale Santorso 30 ULSS7 - Ospedale Bassano 39 ULSS7 - Ospedale Asiago 20 ULSS8 - Ospedale Vicenza 66 ULSS8 - Ospedale Noventa Vicentina 19 ULSS8 - Ospedale Valdagno 6 ULSS9 - Ospedale Legnago 50 ULSS9 - Ospedale San Bonifacio 9 ULSS9 - Ospedale di Villafranca 120 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar 59 Ospedale P. Pederzoli - Peschiera 24

Pazienti in terapia intensiva

29 23 35 8

22 10 5 8 15 7 14 14 1 12 7 22 4

ULSS6 - Ospedale Camposampiero

Tot. Regione Veneto

1436

12 6 25

8 16 7 9

318

prezzo altissimo: in un solo giorno sono morte altre 683 persone e il numero complessivo delle vittime dall’inizio dell’emergenza ha superato le settemila, raggiungendo la cifra di 7.503. Il numero dei malati è arrivato a 57.521, con un aumento giornaliero di 3.491. Un dato in calo rispetto agli ultimi 3 giorni: martedì i nuovi casi erano stati 3.612, lunedì 3.780 e domenica 3.957. E anche il dato relativo al totale dei contagiati (quello che comprende anche le vittime e i guariti), che sono 74.386, risulta in calo: 5.210 in più ieri, 5.249 martedì. Un miglioramento che va ricercato nell’aumento del numero dei guariti: martedì era stato di 894 persone, ieri di 1.036, per un totale di 9.362.

FRIULI VENEZIA GIULIA Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, sono 1.139 i tamponi positivi al coronavirus con un incremento di 147 casi rispetto a martedì. I guariti sono in totale 39. Sei, invece, i decessi in più rispetto all’ultimo aggiornamento di 24 ore prima, per un totale di 70 morti.

CAUTELA A livello nazionale, nonostante il rallentamento dei contagi, l’emergenza non è finita. «Viviamo una fase di apparente stabilizzazione e crediamo che il numero di persone infette sia coerente

Aspettare un bambino ai tempi del coronavirus Paure, dubbi e consigli Simp, Sip, Sigo, Aogoi, Agui e Fnopo) coordinato dal Centro nazionale di prevenzione delle malattie e di promozione della salute (Cnapps). “La diffusione di queste risposte - hanno spiegato a Palazzo Balbi - può aiutare le donne in gravidanza a vivere in modo più sereno e consapevole questo momento importante della loro vita”. Si tratta di 19 domande e altrettante risposte elaborate dalla Direzione prevenzione della Regione, in collaborazione con il dottor Gianfranco Jorizzo, responsabile del Servizio di Medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, coordinatore dell’Area materno infantile dell’Ulss 6 Euganea, coordinatore del Comitato percorso nascita nazionale del

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ministero della Salute e consulente Materno infantile del ministero della Salute. Jorizzo e i tecnici regionali guidati dalla dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione, hanno suddiviso le domande e le risposte in tre ambiti principali: la gravidanza, il travaglio e parto, l’allattamento.

letteratura internazionale afferma che il virus SARS CoV-2 non si trasmette da madre a feto, infatti il coronavirus non attraversa la placenta. Parto cesareo: l’Oms, il Cdc e il Rcog non lo raccomandano. Il taglio cesareo elettivo non è raccomandato per le donne con ospetta infezione da CoV-2 o affette da Covid-19 salvo specifi-

LE RISPOSTE Alcune risposte. Le donne in gravidanza, al contrario di quanto osservato per l’influenza H1N1 e per la Sars, non sembrano manifestare una maggiore suscettibilità all’infezione rispetto alla popolazione generale né a sviluppare quadri clinici importanti. Allo stato attuale la

IL TRAVAGLIO, IL PARTO CESAREO, L’ALLATTAMENTO: ECCO LE RISPOSTE CHE ARRIVANO DAGLI ESPERTI


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Primo Piano

Giovedì 26 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Conferenza stampa con la lingua dei segni La lingua dei segni (Lis) debutta nel breafing della Regione Veneto. Da sinistra l’assessore Manuela Lanzarin, la traduttrice Lis Chiara Sipione e il presidente Luca Zaia

Test a tappeto e divieti così il Veneto ha limitato i pazienti in Rianimazione Studio dell’Università di Padova sui flussi `Gregori (Biostatistica): «Qui andamento in Terapia intensiva: 160 intubati in meno più lento e ridotto di Emilia e Lombardia» `

MIGLIORAMENTO A LIVELLO NAZIONALE DIMINUISCONO I NUOVI MALATI E SI REGISTRANO PIÙ GUARIGIONI

che indicazioni cliniche materne o fetali. Le indicazioni al taglio cesareo rimangono le stesse per le mamme non Covid. E se una donna incinta è positiva? “Tutti i nostri pronto soccorso ostetrico, ostetricie, blocco travaglio/parto e terapia intensiva - è la risposta della Regione - presentano percorsi protetti garantendo: per i casi sospetti/probabili un luogo di isolamento (stanza con bagno); se la donna è coronavirus positiva dovrà partorire in un ospedale dotato di terapia intensiva per l’adulto perché le complicazioni respiratorie nelle gravide sono superiori”. E se una donna ha già partorita e tene di essere positiva può evitare la mascherina? La risposta è categorica: «Assolutamente no! Dovrai sempre adottare tutte le precauzioni igieniche come l’uso della mascherina, accurata igiene delle mani, pulizia delle superfici». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

74.386 I casi di contagio totali in Italia Il dato complessivo comprende tutti i positivi, compresi quelli che poi sono guariti o deceduti

1 Una sola vittima in Basilicata Per ora la regione lucana è ultima nella classifica nazionale dei decessi. Il tragico primato spetta alla Lombardia con 4.474 persone decedute su un totale di 7.503 in Italia

9.362 Le persone guarite a livello nazionale Continua ad aumentare anche il numero di pazienti che sconfiggono il virus: dopo due tamponi negativi consecutivi, se ricoverati possono tornare a casa

3.489 I malati ricoverati in Terapia Intensiva Sul totale delle persone attualmente positive, 57.521 nelle varie regioni italiane, circa il 6% è costituito da pazienti in condizioni critiche al punto da dover essere intubati

20

Emilia Romagna Lombardia Veneto

15

10

5

0 0

1000

500

(tamponi non sintomatici / residenti) x 100.000 ab.

I TAMPONI

Premessa metodologica: per una ragione di uniformità fra le diverse regioni, gli analisti hanno preso in considerazione i dati quotidianamente forniti dal ministero della Salute e comunicati dalla Protezione civile nazionale, che però non coincidono con quelli divulgati dalla Regione, in quanto risentono di un ritardo nella trasmissione dei flussi informativi. Ma più che i numeri assoluti, sono le dinamiche ad interessare. Per esempio l’andamento veneto dell’occupazione dei posti in Terapia Intensiva in funzione del numero di test effettuati sui soggetti asintomatici. «Dal totale degli esami – spiega il professor Dario Gregori, coordinatore della ricerca – abbiamo tolto quelli fatti sui pazienti che hanno manifestato sintomi e che sono stati ricoverati in ospedale. In questo modo abbiamo preso una misura “pulita” dello sforzo diagnostico di intercettare i positivi, perché l’obiettivo dello studio è capire proprio se le Regioni che hanno fatto tanti tamponi, magari apparentemente inutili, hanno poi avuto un afflusso alle Terapie Intensive più contenuto e più lento rispetto alle altre». Risposta: ebbene sì. Alla data di ieri, il Veneto ha effettuato 1.409,14 tamponi ogni 100.000 abitanti, contro i 777,08 dell’Emilia Romagna e i 702,72 della Lombardia. Allo stesso tempo, in Veneto risultano occupati 6,44 posti in Terapia Intensiva ogni 100.000 residenti, a fronte dei 6,61 in Emilia Romagna e dei 12,34 in Lombardia. Le differenze di lunghezza e forma fra le tre curve emergono con nettezza osservandone la crescita, in maniera dinamica, con lo scorrere del tempo. Per esempio si nota che, rispetto all’inizio, con il passare dei giorni l’andamento in Emilia Romagna si è progressivamente staccato dall’impennata che continua invece a registrare la Lombardia, tanto che ora i suoi dati pesati sulla popolazione sono vicini a quelli del Veneto.

ATTUALMENTE I DEGENTI GRAVI SONO 318 (18,3% DEL TOTALE) CON UN’ETÀ MEDIA DI 65 ANNI ANCHE SE C’È UN 4,71% DI UNDER 45

Possibile impatto delle politiche sanitarie sull’occupazione delle terapie intensive in Veneto 450 425 400 375 350 325 300 275 250 225 200 175 150 125 100 75 50 25 0

(cumulati, attesi) (cumulati, osservati) (n, attesi) (n, osservati)

24 feb 25 feb 26 feb 27 feb 28 feb 29 feb 1 mar 2 mar 3 mar 4 mar 5 mar 6 mar 7 mar 8 mar 9 mar 10 mar 11 mar 12 mar 13 mar 14 mar 15 mar 16 mar 17 mar 18 mar 19 mar 20 mar 21 mar 22 mar 23 mar 24 mar 25 mar 26 mar 27 mar 28 mar 29 mar 30 mar 31 mar

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I numeri

numero di posti occupati in terapia intensiva

con il trend che la diffusione ha avuto nel paese: questo - ha detto il vicedirettore della Protezione civile, Agostino Miozzo - ci fa pensare che è indispensabile, se vogliamo vedere la curva stabilizzarsi e poi decrescere, mantenere le rigorose misure di contenimento e di distanziamento sociale. È un momento delicato, non bisogna abbassare la guardia sennò la curva potrebbe risalire». Un ragionamento che segue di pari passo quello fatto dal direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra. «Il rallentamento delle velocità di crescita è un fattore estremamente positivo, in alcune regioni credo che siamo vicini al punto di caduta della curva stessa, quindi il picco potrebbe essere raggiunto in questa settimana e poi cadere». I prossimi giorni saranno dunque «decisivi perché saranno i momenti in cui i provvedimenti del governo di 15-20 giorni fa dovrebbero trovare effetto». Alda Vanzan

VENEZIA Al momento in Veneto sono 318 i pazienti contagiati dal Coronavirus ricoverati in Terapia Intensiva. Sempre troppi per la sofferenza che questo comporta, ma comunque molti meno di quelli che sarebbero stati se non fossero stati effettuati ben 70.877 tamponi e se non fossero state attuate le misure regionali e governative di restrizione. A dirlo sono i primi risultati del progetto “Covid19Ita”, uno studio aggiornato in tempo reale e sviluppato dall’unità di Biostatistica, Epidemiologia e Sanità Pubblica dell’Università di Padova, in collaborazione con gli atenei di Torino e del Piemonte Orientale.

Rapporto tra tamponi effettuati e ricoveri in terapia intensiva: confronto tra le regioni (terapia intensiva / residenti) x 100.000 ab.

L’ANALISI

LE ELABORAZIONI Il primo grafico in alto mostra l’andamento dell’occupazione dei posti in Terapia Intensiva in funzione del numero di tamponi effettuati sui soggetti asintomatici. Ricoveri e test sono calcolati ogni 100.000 abitanti. Le tre curve indicano le situazioni registrate in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La progressione veneta evidenzia il maggior numero di esami e il minore afflusso in Rianimazione, con una crescita diluita nel tempo. Il secondo grafico riguarda i ricoveri veneti in Terapia Intensiva, calcolati prima come casi totali e poi come variazioni giornaliere. In entrambe le categorie, la curva rossa segnala l’andamento previsto in assenza di misure di contenimento, mentre quella azzurra tratteggia la situazione effettivamente osservata man mano che entravano in vigore le restrizioni.

IL CONTENIMENTO Speculare a questa analisi è poi quella riguardante gli effetti di chiusure e limitazioni sugli accessi alle Rianimazioni, sul piano delle variazioni fra un giorno e l’altro. «La cifra assoluta dei ricoveri – precisa il professor Gregori – è destinata a crescere per chissà quanto ancora. Ma ora che in termini relativi stiamo vedendo segnali di “decremento nell’incremento”, è interessante capire l’impatto delle politiche nazionali e locali nel momento di maggiore stress del sistema sanitario». Perciò i ricercatori hanno preso come riferimento il numero dei ricoveri in Terapia Intensiva predetti e registrati al 23 marzo, analizzandoli come casi totali e come variazioni giornaliere, con una proiezione che continua fino a fine mese. Come si vede nel grafico qui sopra, le due curve rosse si riferiscono all’andamento previsto in assenza di misure di contenimento, mentre le due curve azzurre mostrano l’occupazione effettiva, calcolata su una permanenza media di 21 giorni. «La stima è molto conservativa – rimarca il docente universitario – in quanto non abbia-

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mo tenuto conto dei decessi e abbiamo immaginato che tutti i pazienti siano rimasti dentro per tre settimane». La biforcazione tra i due colori, però, è evidente: la curva rossa corre sempre sopra quella azzurra, il che significa che l’implementazione della strategia “io resto a casa” in Veneto ha permesso di evitare fino a 160 ricoveri, a giudicare dai risultati di questa elaborazione.

LE PREVISIONI È possibile allora azzardare delle previsioni sul raggiungimento del picco e sull’inizio della discesa? «In questa fase – risponde il professor Gregori – nessuna predizione è certa, perché dipende dal modello che viene utilizzato a fronte di un fenomeno che nessuno conosce». Meglio allora concentrarsi sui dati sicuri, elaborati da Azienda Zero. Attualmente si trova in Terapia Intensiva il 18,3% dei ricoverati, con un’età media di 65 anni. Ma ad essere intubate sono anche persone più giovani: l’11,45% ha fra 45 e 54 anni e il 4,71% ne ha meno di 45. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Contributi

De’ Longhi dona 3 milioni a Regione e ospedale di Treviso `Nuovi contributi sul conto

corrente della Regione Veneto. Il Gruppo De’ Longhi dona 3 milioni di euro per le iniziative di lotta contro il Covid-19. Di questo importo, 2 milioni andranno a favore della Regione, a sostegno di tutte le sue attività e strutture impegnate in prima linea nella lotta al coronavirus, e 1 milione per l’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. «È un contributo di solidarietà che riteniamo doveroso – commenta il presidente Giuseppe de’ Longhi - per un territorio a cui questa società e la mia famiglia si sentono intimamente legate ed il segno di una presenza tangibile, per quello che ci compete come azienda, in questo momento di estrema necessità».


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Primo Piano

Giovedì 26 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid-19

Il giorno più nero in Veneto: 36 morti Ma in Italia cala la curva dei contagi

Casi confermati (al 25.03 ore 17.00)

Totale Regione Veneto con tampone positivo 6582 (+513) 84 856 1188 306 Vo’

Vicenza

1317

Treviso

Rovigo

Venezia

128 Domicilio fuori Veneto 118 Assegnazione in corso 273

deceduti

485

dimessi

Un bollettino di guerra: quasi la metà dei decessi a Verona E aumentano i “positivi”. Zaia: «Non abbassare la guardia» IL QUADRO VENEZIA Fino all’anno scorso il 25 marzo era un giorno di festa, il “Natale” della città di Venezia. Quest’anno è stato la giornata più drammatica da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria, quella del record dei morti. Trentasei. Un bollettino di guerra che ha risparmiato solo la provincia di Rovigo, ma altrove è stato un lutto dietro l’altro. Nel Veronese, in particolare, le vittime sono state 17. E si capisce perché le rianimazioni, con un altro mezzo migliaio di nuovi malati, abbiano retto l’urto, registrando solo quattro posti occupati in più: i letti li hanno liberati i morti.

IL MONITO Il Veneto ha la necessità «di continuare a non abbassare la guardia», ha ripetuto il governatore Luca Zaia leggendo i dati del bollettino mattutino, quando i morti erano 258 e ancora «Siamo qui a lavorare in totale e piena

IN ARRIVO MILIONI DI MASCHERINE MA IL SINDACATO: «MEDICI E INFERMIERI COME I POMPIERI DI CHERNOBYL»

emergenza - ha detto il presidente della Regione - L’invito è ancora quello di rispettare le restrizioni». I positivi sono saliti a 6582 con un incremento di 513 (il giorno prima era stato di 431), quasi un migliaio in più le persone in isolamento, solo quattro i posti letto in più occupati in terapia intensiva quando nei giorni precedenti l’incremento viaggiava sulla ventina di unità. Quanto a mascherine e protezioni, con le uniche eccezioni di calzari e camici, la «macchina da guerra» del Veneto pare essere riuscita a stoppare l’emergenza. «Continueremo con gli acquisti di mascherine - ha detto Zaia - ce se sono 13 milioni e mezzo di quelle chirurgiche che stanno arrivando». Ormai tutti gli ospedali, ha sottolineato, hanno la loro dotazione. Zaia ha annunciato che sono stati acquistati 400mila kit istantanei «più altri 100mila donati dal gruppo Pesenti». «Il mercato degli acquisti si sta un po’ aprendo, abbiamo messo in piedi anche un contratto serio

1754

ricoverati

Pazienti in area non critica

103 68 42 45 10 11 122 18 27 103 31 34 25 51 15

Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Roma Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Trento ULSS1 - Ospedale Belluno ULSS1 - Ospedale Feltre ULSS1 - Ospedale Agordo

VENEZIA Sono gravida come posso proteggermi dal coronavirus? Sono una mamma in dolce attesa, sono più a rischio di infezioni respiratorie? Quando verrò ricoverata per partorire, qualora avessi sintomatologia influenzale, cosa devo fare? Sono diventata mamma ma ho paura di non essere in grado di accudire il mio bambino per le paure di contagio di questi giorni. Sono alcune delle domande più frequenti che arrivano dalle donne in dolce attesa e alle quali ha risposto ieri la Regione Veneto con una nota ufficiale. L’obiettivo è di migliorare e promuovere la qualità, la sicurezza e l’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita in questa fase di epidemia da Covid 19.

GLI ESPERTI Le risposte - recita una nota della Regione - sono basate sul-

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LA REGIONE VENETO HA PREPARATO UN DECALOGO DI CHIARIMENTI PER LE DONNE IN DOLCE ATTESA

ULSS2 - Ospedale Castelfranco ULSS2 - Ospedale Montebelluna ULSS3 - Ospedale Mestre ULSS3 - Ospedale Venezia

73 1 23 54 19

ULSS3 - Ospedale Dolo ULSS3 - Ospedale Chioggia Ospedale Villa Salus - Mestre ULSS4 - Ospedale Jesolo ULSS5 - Ospedale Rovigo ULSS5 - Ospedale Trecenta

117

ULSS6 - Ospedale Schiavonia ULSS6 - Ospedale Cittadella

ITALIA Intanto pare essersi stabilizzata la curva dei malati di coronavirus in Italia. Per il quarto giorno consecutivo la crescita dei positivi infatti ha rallentato e le misure di contenimento prese dal governo paiono aver prodotto i primi effetti positivi, anche se ancora una volta il paese ha pagato un

Come proteggere mamma e neonato dai rischi del parto?

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ULSS2 - Ospedale Vittorio Veneto

ULSS3 - Ospedale Mirano

Il sindacato Anaao-Assomed contesta però le lettere dei direttori sanitari delle Ulss che consigliano di usare le mascherine chirurgiche, quella senza valvola, con i pazienti sospetti e confermati Covid-19: «Sono lettere che condannano al contagio». «Medici, infermieri e altri operatori sanitari come i pompieri di Chernobyl», è l’accusa.

gravidanza è più alto il il parto con taglio 1 In 4 Meglio 6 6 rischio di contagio? cesareo?

IL FOCUS

ULSS2 - Ospedale Conegliano

L’ACCUSA

Domande e risposte

Le donne incinte, al contrario di quanto osservato per l’influenza H1N1 e per la Sars, non sembrano manifestare una maggiore suscettibilità all’infezione. futura mamma può 2 La trasmettere il virus al bambino? Per ora la letteratura internazionale nega la trasmissibilità a feto: il coronavirus non attraversa la placenta. con sintomi 3 Positiva respiratori. Che fare se il medico consiglia la Tac? Niente paura, la Tac del torace è ritenuta un esame essenziale nella valutazione di tutte le mamme con complicazioni polmonari da Covid-19.

ULSS2 - Ospedale Oderzo

Ospedale S. Camillo - Treviso

Non è raccomandato. E va evitato il parto in acqua. gravida, il partner 5 Lei positivo: deve fare il tampone? Sì, avvertendo subito l’Ulss. al terzo 6 Gravida trimestre e positiva, dovrà partorire prima? Potrà fare la peridurale? Il timing, le modalità del parto e la scelta dell’anestesia dipendono dalle condizioni cliniche, dall’età e dalle condizioni di benessere fetale. mamma positiva può 7 La allattare? Assolutamente sì, adottando misure di prevenzione e controllo dell’infezione accompagnata dai sanitari.

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6

le evidenze scientifiche tratte dalle Raccomandazioni del 18 marzo 2020 del Royal College of Obstetricians & Gynaecologists e dal Gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità con la comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (Sin,

1600

Padova

17159 positivi + contatti in isolamenti

Strutture di ricovero Azienda Ospedale Università Padova

con un produttore locale per 10mila mascherine al giorno che servono a corredo». Non solo: «Siamo riusciti ad acquistare un carico di 2 milioni di mascherine FFP3».

Belluno

105

880

Verona

ULSS2 - Ospedale Treviso

`

FONTE: REGIONE VENETO

2 ULSS7 - Ospedale Santorso 30 ULSS7 - Ospedale Bassano 39 ULSS7 - Ospedale Asiago 20 ULSS8 - Ospedale Vicenza 66 ULSS8 - Ospedale Noventa Vicentina 19 ULSS8 - Ospedale Valdagno 6 ULSS9 - Ospedale Legnago 50 ULSS9 - Ospedale San Bonifacio 9 ULSS9 - Ospedale di Villafranca 120 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar 59 Ospedale P. Pederzoli - Peschiera 24

Pazienti in terapia intensiva

29 23 35 8

22 10 5 8 15 7 14 14 1 12 7 22 4

ULSS6 - Ospedale Camposampiero

Tot. Regione Veneto

1436

12 6 25

8 16 7 9

318

prezzo altissimo: in un solo giorno sono morte altre 683 persone e il numero complessivo delle vittime dall’inizio dell’emergenza ha superato le settemila, raggiungendo la cifra di 7.503. Il numero dei malati è arrivato a 57.521, con un aumento giornaliero di 3.491. Un dato in calo rispetto agli ultimi 3 giorni: martedì i nuovi casi erano stati 3.612, lunedì 3.780 e domenica 3.957. E anche il dato relativo al totale dei contagiati (quello che comprende anche le vittime e i guariti), che sono 74.386, risulta in calo: 5.210 in più ieri, 5.249 martedì. Un miglioramento che va ricercato nell’aumento del numero dei guariti: martedì era stato di 894 persone, ieri di 1.036, per un totale di 9.362.

FRIULI VENEZIA GIULIA Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, sono 1.139 i tamponi positivi al coronavirus con un incremento di 147 casi rispetto a martedì. I guariti sono in totale 39. Sei, invece, i decessi in più rispetto all’ultimo aggiornamento di 24 ore prima, per un totale di 70 morti.

CAUTELA A livello nazionale, nonostante il rallentamento dei contagi, l’emergenza non è finita. «Viviamo una fase di apparente stabilizzazione e crediamo che il numero di persone infette sia coerente

Aspettare un bambino ai tempi del coronavirus Paure, dubbi e consigli Simp, Sip, Sigo, Aogoi, Agui e Fnopo) coordinato dal Centro nazionale di prevenzione delle malattie e di promozione della salute (Cnapps). “La diffusione di queste risposte - hanno spiegato a Palazzo Balbi - può aiutare le donne in gravidanza a vivere in modo più sereno e consapevole questo momento importante della loro vita”. Si tratta di 19 domande e altrettante risposte elaborate dalla Direzione prevenzione della Regione, in collaborazione con il dottor Gianfranco Jorizzo, responsabile del Servizio di Medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, coordinatore dell’Area materno infantile dell’Ulss 6 Euganea, coordinatore del Comitato percorso nascita nazionale del

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ministero della Salute e consulente Materno infantile del ministero della Salute. Jorizzo e i tecnici regionali guidati dalla dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione, hanno suddiviso le domande e le risposte in tre ambiti principali: la gravidanza, il travaglio e parto, l’allattamento.

letteratura internazionale afferma che il virus SARS CoV-2 non si trasmette da madre a feto, infatti il coronavirus non attraversa la placenta. Parto cesareo: l’Oms, il Cdc e il Rcog non lo raccomandano. Il taglio cesareo elettivo non è raccomandato per le donne con ospetta infezione da CoV-2 o affette da Covid-19 salvo specifi-

LE RISPOSTE Alcune risposte. Le donne in gravidanza, al contrario di quanto osservato per l’influenza H1N1 e per la Sars, non sembrano manifestare una maggiore suscettibilità all’infezione rispetto alla popolazione generale né a sviluppare quadri clinici importanti. Allo stato attuale la

IL TRAVAGLIO, IL PARTO CESAREO, L’ALLATTAMENTO: ECCO LE RISPOSTE CHE ARRIVANO DAGLI ESPERTI


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Primo Piano

Giovedì 26 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Conferenza stampa con la lingua dei segni La lingua dei segni (Lis) debutta nel breafing della Regione Veneto. Da sinistra l’assessore Manuela Lanzarin, la traduttrice Lis Chiara Sipione e il presidente Luca Zaia

Test a tappeto e divieti così il Veneto ha limitato i pazienti in Rianimazione Studio dell’Università di Padova sui flussi `Gregori (Biostatistica): «Qui andamento in Terapia intensiva: 160 intubati in meno più lento e ridotto di Emilia e Lombardia» `

MIGLIORAMENTO A LIVELLO NAZIONALE DIMINUISCONO I NUOVI MALATI E SI REGISTRANO PIÙ GUARIGIONI

che indicazioni cliniche materne o fetali. Le indicazioni al taglio cesareo rimangono le stesse per le mamme non Covid. E se una donna incinta è positiva? “Tutti i nostri pronto soccorso ostetrico, ostetricie, blocco travaglio/parto e terapia intensiva - è la risposta della Regione - presentano percorsi protetti garantendo: per i casi sospetti/probabili un luogo di isolamento (stanza con bagno); se la donna è coronavirus positiva dovrà partorire in un ospedale dotato di terapia intensiva per l’adulto perché le complicazioni respiratorie nelle gravide sono superiori”. E se una donna ha già partorita e tene di essere positiva può evitare la mascherina? La risposta è categorica: «Assolutamente no! Dovrai sempre adottare tutte le precauzioni igieniche come l’uso della mascherina, accurata igiene delle mani, pulizia delle superfici». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

74.386 I casi di contagio totali in Italia Il dato complessivo comprende tutti i positivi, compresi quelli che poi sono guariti o deceduti

1 Una sola vittima in Basilicata Per ora la regione lucana è ultima nella classifica nazionale dei decessi. Il tragico primato spetta alla Lombardia con 4.474 persone decedute su un totale di 7.503 in Italia

9.362 Le persone guarite a livello nazionale Continua ad aumentare anche il numero di pazienti che sconfiggono il virus: dopo due tamponi negativi consecutivi, se ricoverati possono tornare a casa

3.489 I malati ricoverati in Terapia Intensiva Sul totale delle persone attualmente positive, 57.521 nelle varie regioni italiane, circa il 6% è costituito da pazienti in condizioni critiche al punto da dover essere intubati

20

Emilia Romagna Lombardia Veneto

15

10

5

0 0

1000

500

(tamponi non sintomatici / residenti) x 100.000 ab.

I TAMPONI

Premessa metodologica: per una ragione di uniformità fra le diverse regioni, gli analisti hanno preso in considerazione i dati quotidianamente forniti dal ministero della Salute e comunicati dalla Protezione civile nazionale, che però non coincidono con quelli divulgati dalla Regione, in quanto risentono di un ritardo nella trasmissione dei flussi informativi. Ma più che i numeri assoluti, sono le dinamiche ad interessare. Per esempio l’andamento veneto dell’occupazione dei posti in Terapia Intensiva in funzione del numero di test effettuati sui soggetti asintomatici. «Dal totale degli esami – spiega il professor Dario Gregori, coordinatore della ricerca – abbiamo tolto quelli fatti sui pazienti che hanno manifestato sintomi e che sono stati ricoverati in ospedale. In questo modo abbiamo preso una misura “pulita” dello sforzo diagnostico di intercettare i positivi, perché l’obiettivo dello studio è capire proprio se le Regioni che hanno fatto tanti tamponi, magari apparentemente inutili, hanno poi avuto un afflusso alle Terapie Intensive più contenuto e più lento rispetto alle altre». Risposta: ebbene sì. Alla data di ieri, il Veneto ha effettuato 1.409,14 tamponi ogni 100.000 abitanti, contro i 777,08 dell’Emilia Romagna e i 702,72 della Lombardia. Allo stesso tempo, in Veneto risultano occupati 6,44 posti in Terapia Intensiva ogni 100.000 residenti, a fronte dei 6,61 in Emilia Romagna e dei 12,34 in Lombardia. Le differenze di lunghezza e forma fra le tre curve emergono con nettezza osservandone la crescita, in maniera dinamica, con lo scorrere del tempo. Per esempio si nota che, rispetto all’inizio, con il passare dei giorni l’andamento in Emilia Romagna si è progressivamente staccato dall’impennata che continua invece a registrare la Lombardia, tanto che ora i suoi dati pesati sulla popolazione sono vicini a quelli del Veneto.

ATTUALMENTE I DEGENTI GRAVI SONO 318 (18,3% DEL TOTALE) CON UN’ETÀ MEDIA DI 65 ANNI ANCHE SE C’È UN 4,71% DI UNDER 45

Possibile impatto delle politiche sanitarie sull’occupazione delle terapie intensive in Veneto 450 425 400 375 350 325 300 275 250 225 200 175 150 125 100 75 50 25 0

(cumulati, attesi) (cumulati, osservati) (n, attesi) (n, osservati)

24 feb 25 feb 26 feb 27 feb 28 feb 29 feb 1 mar 2 mar 3 mar 4 mar 5 mar 6 mar 7 mar 8 mar 9 mar 10 mar 11 mar 12 mar 13 mar 14 mar 15 mar 16 mar 17 mar 18 mar 19 mar 20 mar 21 mar 22 mar 23 mar 24 mar 25 mar 26 mar 27 mar 28 mar 29 mar 30 mar 31 mar

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri

numero di posti occupati in terapia intensiva

con il trend che la diffusione ha avuto nel paese: questo - ha detto il vicedirettore della Protezione civile, Agostino Miozzo - ci fa pensare che è indispensabile, se vogliamo vedere la curva stabilizzarsi e poi decrescere, mantenere le rigorose misure di contenimento e di distanziamento sociale. È un momento delicato, non bisogna abbassare la guardia sennò la curva potrebbe risalire». Un ragionamento che segue di pari passo quello fatto dal direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra. «Il rallentamento delle velocità di crescita è un fattore estremamente positivo, in alcune regioni credo che siamo vicini al punto di caduta della curva stessa, quindi il picco potrebbe essere raggiunto in questa settimana e poi cadere». I prossimi giorni saranno dunque «decisivi perché saranno i momenti in cui i provvedimenti del governo di 15-20 giorni fa dovrebbero trovare effetto». Alda Vanzan

VENEZIA Al momento in Veneto sono 318 i pazienti contagiati dal Coronavirus ricoverati in Terapia Intensiva. Sempre troppi per la sofferenza che questo comporta, ma comunque molti meno di quelli che sarebbero stati se non fossero stati effettuati ben 70.877 tamponi e se non fossero state attuate le misure regionali e governative di restrizione. A dirlo sono i primi risultati del progetto “Covid19Ita”, uno studio aggiornato in tempo reale e sviluppato dall’unità di Biostatistica, Epidemiologia e Sanità Pubblica dell’Università di Padova, in collaborazione con gli atenei di Torino e del Piemonte Orientale.

Rapporto tra tamponi effettuati e ricoveri in terapia intensiva: confronto tra le regioni (terapia intensiva / residenti) x 100.000 ab.

L’ANALISI

LE ELABORAZIONI Il primo grafico in alto mostra l’andamento dell’occupazione dei posti in Terapia Intensiva in funzione del numero di tamponi effettuati sui soggetti asintomatici. Ricoveri e test sono calcolati ogni 100.000 abitanti. Le tre curve indicano le situazioni registrate in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La progressione veneta evidenzia il maggior numero di esami e il minore afflusso in Rianimazione, con una crescita diluita nel tempo. Il secondo grafico riguarda i ricoveri veneti in Terapia Intensiva, calcolati prima come casi totali e poi come variazioni giornaliere. In entrambe le categorie, la curva rossa segnala l’andamento previsto in assenza di misure di contenimento, mentre quella azzurra tratteggia la situazione effettivamente osservata man mano che entravano in vigore le restrizioni.

IL CONTENIMENTO Speculare a questa analisi è poi quella riguardante gli effetti di chiusure e limitazioni sugli accessi alle Rianimazioni, sul piano delle variazioni fra un giorno e l’altro. «La cifra assoluta dei ricoveri – precisa il professor Gregori – è destinata a crescere per chissà quanto ancora. Ma ora che in termini relativi stiamo vedendo segnali di “decremento nell’incremento”, è interessante capire l’impatto delle politiche nazionali e locali nel momento di maggiore stress del sistema sanitario». Perciò i ricercatori hanno preso come riferimento il numero dei ricoveri in Terapia Intensiva predetti e registrati al 23 marzo, analizzandoli come casi totali e come variazioni giornaliere, con una proiezione che continua fino a fine mese. Come si vede nel grafico qui sopra, le due curve rosse si riferiscono all’andamento previsto in assenza di misure di contenimento, mentre le due curve azzurre mostrano l’occupazione effettiva, calcolata su una permanenza media di 21 giorni. «La stima è molto conservativa – rimarca il docente universitario – in quanto non abbia-

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mo tenuto conto dei decessi e abbiamo immaginato che tutti i pazienti siano rimasti dentro per tre settimane». La biforcazione tra i due colori, però, è evidente: la curva rossa corre sempre sopra quella azzurra, il che significa che l’implementazione della strategia “io resto a casa” in Veneto ha permesso di evitare fino a 160 ricoveri, a giudicare dai risultati di questa elaborazione.

LE PREVISIONI È possibile allora azzardare delle previsioni sul raggiungimento del picco e sull’inizio della discesa? «In questa fase – risponde il professor Gregori – nessuna predizione è certa, perché dipende dal modello che viene utilizzato a fronte di un fenomeno che nessuno conosce». Meglio allora concentrarsi sui dati sicuri, elaborati da Azienda Zero. Attualmente si trova in Terapia Intensiva il 18,3% dei ricoverati, con un’età media di 65 anni. Ma ad essere intubate sono anche persone più giovani: l’11,45% ha fra 45 e 54 anni e il 4,71% ne ha meno di 45. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Contributi

De’ Longhi dona 3 milioni a Regione e ospedale di Treviso `Nuovi contributi sul conto

corrente della Regione Veneto. Il Gruppo De’ Longhi dona 3 milioni di euro per le iniziative di lotta contro il Covid-19. Di questo importo, 2 milioni andranno a favore della Regione, a sostegno di tutte le sue attività e strutture impegnate in prima linea nella lotta al coronavirus, e 1 milione per l’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. «È un contributo di solidarietà che riteniamo doveroso – commenta il presidente Giuseppe de’ Longhi - per un territorio a cui questa società e la mia famiglia si sentono intimamente legate ed il segno di una presenza tangibile, per quello che ci compete come azienda, in questo momento di estrema necessità».


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