Portfolio Francesca Becacci

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PORTFOLIO

Francesca Becacci

FRANCESCA BECACCI

Mi chiamo Francesca, sono nata a Firenze nel 1998, ma sono cresciuta a Prato. Ho iniziato il mio percorso universitario in architettura a Firenze, per poi frequentare il corso magistrale di “Architettura per il Patrimonio” al Politecnico di Torino.

Negli anni accademici ho imparato a destreggiarmi con diversi tipologie di software, sviluppando un particolare interesse per gli interni, gli allestimenti e la grafica, ma non per questo sono meno interessata ad applicarmi in differenti discipline e ambiti dell’architettura.

tel. +39 3386233920 | email. francescabecacci@gmail.com

SETTEMBRE 2012 |

LUGLIO 2017

SETTEMBRE 2017 |

GIUGNO 2021

OTTOBRE 2021 | FEBBRAIO 2024

MARZO 2024 | IN CORSO

FORMAZIONE

LICEO CLASSICO F.CICOGNINI, PRATO

Maturità classica

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

LT Scienze dell’Architettura

POLITECNICO DI TORINO

LM Architettura per il Patrimonio

MASTER IN MUSEOGRAFIA, ARCHITETTURA E ARCHEOLOGIA

Accademia Adrianea, Roma

ESPERIENZE

FEBBRAIO | APRILE 2021

MARZO | MAGGIO 2023

AGOSTO 2023

DICEMBRE 2023

MARZO 2024

DISEGNO 2D

MODELLAZIONE 3D

MODELLAZIONE PARAMETRICA

GRAFICA E

POST-PRODUZIONE

RENDERING

TIROCINIO CURRICULARE

AOU Careggi, Prof. Luca Marzi, modellazione parametrica

TIROCINIO CURRICOLARE

Civico13, Torino, interni e allestimenti

WORKSHOP E CONCORSI

CONCORSO PIRANESI PRIX DE ROME

Assegnazione menzione onorevole

WORKSHOP FIAT LUX

Accademia Adrianea, Roma

WORKSHOP ROMA, REGINA VIARUM

Accademia Adrianea, Roma

CONOSCENZE INFORMATICHE

AUTOCAD

RHINOCEROS

ARCHICAD

PHOTOSHOP, ILLUSTRATOR, INDESIGN

CINEMA4D E CORONA

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PROGETTO DI RIUSO DEL COSTRUITO

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PROGETTO DI FRUIZIONE E GESTIONE DI SITI CULTURALI

Ex Mar.Di.Chi. Mezzanino

Acropoli di Atene

WORKSHOP

Mezzanino Fetta di Polenta

Eventi e processi di valorizzazione. Fashion and Heritage a Villa Adriana

Roma, Regina Viarum

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TIROCINIO TESI DI LAUREA

PROGETTO DI RIUSO DEL COSTRUITO

Il progetto è stato svolto all’interno dell’atelier “Progetto di riuso del costruito” al Politecnico di Torino con l’obiettivo di riconvertire il complesso dell’ex Mar.Di.Chi. all’uso cittadino, sfruttando anche i lavori previsti per la seconda linea della metro che passerà nell’adiacente Via Bologna e solidificherà il collegamento tra il quartiere e la città.

L’ex caserma è situata nel quartiere Barriera di Milano a nord di Torino, di cui sono stati analizzati i servizi e i collegamenti a livello urbano, di modo da comprendere le potenzialità e le mancanze di tale area urbana.

Il progetto del Masterplan complessivo ha coivolto la compartecipazione di più gruppi di lavoro, ciascuno dei quali si è poi concentrato su una porzione del complesso, la cui funzione è stata prestabilita dal progetto di Masterplan. In questo caso il progetto si è concentrato sul riuso e la conversione dell’edificio dei Palmanova in una mensa sia universitaria, ad uso delle adiacenti residenze poste negli shed, sia libera per chiunque voglia usufruirne esternamente il una pausa lavorativa.

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Dettaglio cucine

L’edificio dei Palmanova possiede già una peculiare dinamicità in facciata, questa sua caratteristica ha portato a valorizzarla sfruttandone l’altezza dell’interasse interno, sufficiente per alzare un piano soppalcato.

1 b a c 2 d e

La nuova conformazione interna ad open space ha permesso di sfruttare la regolarità in pianta delle campate, creando dei vuoti strategici interamente vetrati, che ripropongono un negativo della campata stessa e consentono un’illuminazione più diffusa all’interno. Allo stesso modo la progettazione di questi soppalchi ha consentito di ripensarne l’accessibilità creando nuove coperture che riprendono la forma delle falde andando a modificarne il prospetto e valorizzandone la particolarità.

Sullo base dello studio delle caratteristiche degli spazi della mensa riportate all’interno del Manuale dell’Architetto, sono stati definiti i vari ambienti della mensa, considerando in primis il numero delle persone da ospitare in quanto la mensa è stata pensata per essere al servizio degli studenti delle residenze, dei residenti e per coloro che che svolgono attività all’interno della nostra area.

In particolar modo lo studio delle funzioni della cucina e dei suoi spazi di servizio ha portato alla definizione di un ambiente cucina(1) che presenta un piano cottura attrezzato (a), forno (b), e un bancone per la preparazione dei cibi (c), e che permette lo svolgimento delle funzioni per cui è pensato, di un ambiente dispensa (2) per la conservazione delle derrate con frigorifero (d) e con accesso dall’interno con una zona dedicata al ciclo di lavaggio stoviglie (e) ed infine uno spogliatoio, doccia e servizi igienici per il personale addetto (3).

Dettaglio caffetteria

nord 0 1 3 5 15 20 0 1 5
Esploso
Esploso assonomentrico

PROGETTO DI GESTIONE E FRUIZIONE DI SITI DI INTERESSE CULTURALE

Acropoli di Atene

Il progetto è stato svolto durante l’atelier “Progetto di gestione e fruizione di siti di interesse culturale”, in cui è stato proposto il tema della riqualificazione del museo ottocentesco dell’Acropoli e della valorizzazione e svuotamento della zona della colmata persiana, adiacente al Partenone.

Tale museo è tutt’ora chiuso, ma il proposito è stato quello di mantenerne almeno un’impronta parziale per non sminuire il valore di una preesistenza, seppur molto più recente dell’archeologia.

La fase progettuale è stata accompagnata da un’attenta analisi e mappatura dei maggiori punti di interesse, soprattutto di tipo archeologico, e dei collegamenti con i mezzi urbani dell’area circostante l’Acropoli, nonchè da un’analisi della fattibilità del progetto cercando di capire quali potessero essere gli attrattori per incrementare e migliorare ulteriomente la visita del sito.

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Tra gli obiettivi vi era anche quello di riportare alla luce i reperti sepolti nella colmata persiana, adiacente al Partenone, a quote differenti tra loro nel terreno. Ciò ha comportato la progettazione di più livelli di quota per poter rendere accessibile la maggior parte dei ritrovamenti.

SEZIONE

Il progetto consiste dunque in una serie di punti panoramici in corrispondenza della quota del Partenone, riusando il vecchio museo come una struttura espositiva a cielo aperto.

Scendendo verso la colmata il visitatore vi troverà dei grandi box a griglia, dal ruolo sia portante che espositivo, sorreggendo la copertura soprastante e rendendo visibile l’archeologia come un grande archivio.

TIROCINIO

Cucina per la Fetta di Polenta

Durante il tirocinio presso lo studio Civico13 a Torino, ho avuto l’occasione di collaborare con loro per il riutilizzo e la riconversione di un piano mezzano in cucina. Dopo aver svolto i dovuti rilievi con l’architetto, ho riportato lo spazio in disegno bidimensionale e tridimensionale.

Lo spazio e la sua dimensionalità è davvero peculiare, per cui è stato necessario progettare arredi su misura e ricercare elettrodomestici consoni alla spazialità e alla richiesta del committente.

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La sfida è stata quella di attrezzare uno spazio così angusto di ogni bisogno primario di cui una cucina deve disporre.

I due principali arredi su misura sono la mensola soprastante la porta e il mobile del piano cottura che vanno a formare in pianta il segno di due L rovesciate che evidenziano la conformazione dello spazio. Il piano cottura è ribaltabile, di modo da avere a disposizione più spazio a seconda delle esigenze ed è stato disposto anche un piccolo frigo che risponde alle esigenze di dimensione della nicchia al di sotto la finestra.

TESI DI LAUREA

Eventi e processi di valorizzazione. Fashion and Heritage a Villa Adriana.

L’obiettivo di questo studio è quello di valorizzare il patrimonio esistente attraverso la progettazione di architetture effimere in grado di mettere in risalto la rovina, incrementando l’attrattività del sito tramite l’organizzazione di un grande evento di alta moda. Lo studio incrociato di queste diverse discipline, quali l’archeologia, l’architettura, la valorizzazione, la musealizzazione e la moda, hanno condotto alla scelta della casa di moda Maison Margiela, brand fondato dallo stilista belga Martin Margiela nel 1988: sono gli anni del decostruttivismo, applicato non solo in architettura, ma anche nella moda, in cui lo stilista traspone tale concetto creando collezioni che riescono a dare seconda vita ai capi, rispettando e mantenendo le tracce del passare del tempo. Il movimento decostruttivista si contrappone all’architettura classica per le sue forme e strutture innovative, disegnando tagli e linee eccentrici, mettendo a disposizione nuove opportunità creative e approcci al design, dettando a tutti gli effetti nuovi standard di bellezza. Questa estetica instaura un contrasto, una discontinuità netta con l’archeologia, tra l’antico e il moderno, che si ricollega però alla moda di Margiela nel suo processo creativo, che non comporta una distruzione, ma una rinascita.

Il proposito è stato quindi quello di instaurare un rapporto tra la rovina e il nuovo dichiaratamente moderno, in cui l’estetica prende spunto dai riferimenti decostruttivisti, tutelando l’archeologia, dando una nuova leggibilità e costruendo conoscenza, memoria e identità, senza però compromettere le qualità ambientali del sito.

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Il percorso dell’evento si articola in con interventi puntuali, andando a sviluppare a tutti gli effetti un museo diffuso, poichè tali strutture, seppur temporanee, non permarranno per la sola giornata della sfilata, ma resteranno per un periodo prestabilito ad uso allestitivo per la Villa.

La struttura rappresentata si innesta nella vasca del Pecile con una passerella accompagnata da una mostra fotografica rappresentante la storia del brand.

L’evento principale della sfilata si tiene poi alle Grandi Terme: enormi blocchi di travertino emergono dall’acqua, formando una passerella dinamica per le modelle che sfileranno. Le modelle, vestite con gli abiti selezionati, seguiranno un percorso che parte dal backstage, attraversa un’apertura sul lato sinistro delle Grandi Terme, sale sulla passerella e, dopo aver seguito percorsi diversi sui blocchi, torneranno al backstage passando per un’altra apertura.

Lo spettacolo sarà arricchito dall’illuminazione su volumi marmorei, rovine di fronte alle Terme e alberi lungo la passerella. Il backstage, con struttura trapezoidale rivestita di pellicola riflettente, sarà visibile da ogni angolazione, enfatizzando le rovine e il cielo stellato. Al suo interno ci saranno spazi per trucco, abbigliamento, uffici, fotografie e stoccaggio tecnico. Un’orchestra sopraelevata dietro la passerella contribuirà all’atmosfera.

Dato l’importanza dell’allestimento, si propone di prolungarne la permanenza sul sito con un’esposizione di statue, estendendo così la vita utile dell’intervento.

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Nella vasta Piazza d’Oro, una struttura reticolare e modulare si inserisce tra le rovine ai lati, incorniciando l’asse centrale e mantenendo l’ampiezza dello spazio, mantenendo una percezione spaziale non oppressiva, con strutture leggere e semi-trasparenti. All’interno, un percorso espositivo presenta i prestigiosi abiti Margiela, esposti dentro cubotti di policarbonato, richiamando i materiali della collezione Maison Martin Margiela couture autunno-inverno 2011.

Durante l’after-show, questi spazi diventano fonti luminose scenografiche. Le altre luci provengono da filari attorno alle rovine centrali, dalle luci interne alla vasca d’acqua tra le rovine e dai fasci luminosi del palco nella sala quadrilobata, dove si esibirà una celebre star della musica per intrattenere il pubblico.

1. Profilari quadrati in acciaio di sezione 10x10 cm - verniciatura in bianco

2. Profilari a C di sostegno a pannellatura - verniciatura in bianco

3. Pannelli in policarbonato sp. 3cm

4. Pannelli di rivestimento in pietra chiara - sottostruttura metal lica di sostegno

5. Pavimentazione in legno - pannellatura inerte abbinata a legno

6. Telaio metallico realizzato con profili quadrati cavi di sezione 3x3cm

L’ultimo intervento si trova a ovest della Villa su un terreno collinare con un banco di tufo: si tratta del padiglione espositivo permanente sviluppato seguendo gli assi analizzati durante lo studio.

Un giardino guida la vista verso la torre di Roccabruna. Il padiglione, parzialmente scavato nella collina, lascia esposta la matericità del tufo e, sempre all’interno, il museo segue una griglia ortogonale per il posizionamento degli espositori, guidando i visitatori. I materiali evidenziano i contrasti di luce e ombra: il padiglione, cieco sui prospetti verso la villa, è illuminato naturalmente attraverso lo scavo. Una superficie in vetro lungo il perimetro interno illumina il tufo, mentre altre fonti di luce derivano dalle bucature sul soffitto e dalle scale di accesso al mirador.

Pareti e pavimentazione scure creano contrasto con colonne e soffitto chiari. Le colonne, non strutturali ma estetiche, suddividono lo spazio interno e alcune permettono l’ingresso di luce naturale. L’accesso al mirador avviene attraverso rampe interne ed esterne.

WORKSHOP

Roma, Regina Viarum, estratto. Progetto di una copertura per il complesso termale di Capo di Bove

Il workshop ha trattato la progettazione archeologica lungo tre punto strategici della Va Appia: la Chiesa di San Nicola all’interno del Castrum Caetani, il complesso termale di Capo di Bove e Casal Rotondo.

Il progetto presentato è un estratto del progetto per la copertura delle rovine archeologiche di Capo di Bove. L’obiettivo principale del progetto è sicuramente quello della protezione del bene archeologico, ma anche quello di dare una nuova fruibilità e attrattività.

Il concept principale del progetto vede la un gioco di aperture ed estrusioni della copertura in punti specifici corrispondenti a quelle che erano le funzioni principali delle stanze su cui si trovano.

Dunque, laddove vi erano le vasche termali vi sono stati riposti specchi d’acqua con aperture tronche all’interno della soletta della copertura che indirizzino la luce. In quelli che erano gli spazi più ampi a livello di quota sono invece stati esrusi dei tronchi di piramide cavi, in grado di far penetrare la luce.

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Dunque, laddove vi erano le vasche termali vi sono stati riposti specchi d’acqua con aperture tronche all’interno della soletta della copertura che indirizzino la luce. In quelli che erano gli spazi più ampi a livello di quota sono invece stati esrusi dei tronchi di piramide cavi, in grado di far penetrare la luce.

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