Architecture Portfolio . FRANCESCA GOBBI

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francesca gobbi PORTF OL IO


francesca gobbi PO RT FO L IO


WORKS 2013.10

IL FORTE DI PIETOLE.

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TESI DI LAUREA MAGISTRALE . MUSEOGRAFIA . ALLESTIMENTO . OPEN AIR MUSEUM . PARCO TEMATICO ARCHEOLOGICO .

2012.07

GIO PONTI MOBILE CONTENITORE: RILIEVO E RIPROGETTO ‘ALLA MANIERA DI’.

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PROGETTO DEL PRODOTTO D’ARREDO . DESIGN . ARREDAMENTO . LEGNO . DETTAGLIO ESECUTIVO .

2012.02

IN BETWEEN SPACES.

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA (INTERNI) II . VILLAMUSEO . ALLESTIMENTO . ARCHEOLOGIA .

2011.11

PUNTO LINEA RED AND BLUE.

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA (INTERNI) II . DESIGN . ARREDAMENTO . LEGNO .

2011.07

VEDERE OLTRE.

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA (INTERNI) I . HUB . ADAPTIVE REUSE . DEPOSITO TRAMVIARIO .

2011.02

VIVERE TRA LA CITTÀ E IL PARCO.

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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA . COHOUSING . INSEDIAMENTO URBANO . PARCO .

2010.07

WUNDERKAMMER WAITING ROOM.

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ARCHITETTURA DEGLI INTERNI . WUNDERKAMMER . MUSEOGRAFIA . ALLESTIMENTO .

2010.02

LA LETTURA MINIMA COME METODO DI ANALISI DI UN EDIFICIO. LA TOURETTE.

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TESI DI LAUREA MAGISTRALE . COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA . PROGETTO SUL COSTRUITO . LE CORBUSIER .

2009.02

UN NUOVO ‘PONTE’ D’ACCESSO ALLA CITTÀ. LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA III . PORTA URBANA . ACCESSO ALLA CITTA’ . PALAZZO TE .

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IL FORTE DI PIETOLE Un parco tematico archeologico per il recupero della fortezza sulle rive del Mincio.

TESI DI LAUREA MAGISTRALE Relatore: Prof. Luca Basso Peressut Co-relatore: Arch. Benedetta Grigoli a.a. 2012-2013.

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Questo lavoro nasce dalla volontà di riscoprire e far riscoprire l’architettura affascinante e complessa del Forte di Pietole, per troppo tempo dimenticata. La fortificazione francoaustriaca è di inestimabile valore storico ed architettonico e non può più rimanere sommersa nella vegetazione infestante che regna sovrana dopo la sua dismissione. Vista la sua grande estensione, circa 33 ettari, si pone inoltre il problema del recupero e della gestione della fortificazione. Si è scelto di intervenire mediante la progettazione di un parco, autonomo ma a stretto contatto con le dinamiche territoriali della città di Mantova. Dopo l’analisi di numerosi parchi tematici, artistici ed archeologici, ed una sistematica catalogazione degli spazi esistenti, si è proceduto con la stesura di un masterplan di progetto. Si è scelto di approfondire le tematiche dell’accessibilità con la progettazione di una biglietteria e di una foresteria, della comprensione e valorizzazione del manufatto con la proposta di inserimento di un centro di documentazione, con belvedere panoramico, e di padiglioni sensoriali per conoscere la reale essenza del luogo. Si è inoltre deciso di intervenire integrando, con un linguaggio contemporaneo, le lacune prodotte dalla storia in quei punti in cui si era persa la leggibilità generale dell’intervento. Ai livelli tematici già presenti di diritto nel parco (itinerario didattico-archeologico, itinerario naturalistico-paesaggistico e itinerario storico-difensivo) se ne aggiunge uno: quello artistico, grazie alla proposta di utilizzo del bosco, delle architetture esistenti e di alcune di quelle di nuova costruzione per ospitare mostre d’arte temporanee ed installazioni permanenti.




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FORTE DI PIETOLE PARCO TEMATICO ARCHEOLOGICO

FORTE DI PIETOLE PARCO TEMATICO ARCHEOLOGICO

BIGLIETTO DI INGRESSO 6 EURO_ ACCESSO AL PARCO 10 EUR0_ ACCESSO AL PARCO E MOSTRA TEMPORANEA

Colors.

#bfb595 C: 27 M: 24 Y: 44 K: 0 R: 191 G: 181 B: 149

FORTE DI PIETOLE PARCO TEMATICO ARCHEOLOGICO

#6a2519 C: 34 M: 87 Y: 91 K: 48 R: 106 G: 37 B: 25 BIGLIETTO DI INGRESSO

#000000 C: 75 M: 68 Y: 67 R: 0 G: 0 B: 0

6 EURO_ ACCESSO AL PARCO 10 EUR0_ ACCESSO AL PARCO E MOSTRA TEMPORANEA

Font.

K: 90

Derivia regular

FORTE DI PIETOLE 0123456789 abcdefghijklmnopqrstuwvyz ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUWVYZ

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GIO PONTI MOBILE CONTENITORE: RILIEVO E RIPROGETTO ‘ALLA MANIERA DI’... Rilievo, analisi dell’arredo e sua reinterpretazione e trasformazione in mobile da centro.

Rilievo di dettaglio di un mobile a muro con armadio contenitore integrato del 1959 circa. L’arredo oggetto di studio ben rappresenta questi anni di lavoro del maestro milanese spesi alla ricerca della leggerezza più luminosa, dei rapporti figura-sfondo, negativo-positivo, vuoto-pieno, luce-ombra, e forme affusolate. Il ridisegno in scala 1:1 seguendo le convenzioni del disegno tecnico tipico della falegnameria ha permesso di comprendere al meglio la tecnologia costruttiva, la scelta dei materiali lignei e dei giunti tra le parti. In fase di riprogetto “alla maniera di”, ovvero replicando il linguaggio di Ponti, si è deciso di trasformare l’arredo in un mobile da centro, sfruttandone la schiena per installare gli elementi tipici delle testiere cruscotto e delle pareti attrezzate. In questo modo l’arredo oggetto di studio potrebbe configurarsi come elemento di separazione di una camera da letto che da un lato assolve la funzione di cabina armadio e dall’altro quella di zona notte con letto in accostamento su ruote. Anche il riprogetto è stato disegnato in scala 1:1. (L’arredo originale è stata riprodotto in un modello in balsa in scala 1:5).

PROGETTO DEL PRODOTTO D’ARREDO Docenti: Prof. Michele Marelli a.a. 2011-2012.

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IN BETWEEN SPACES Progetto di una casa museo e dello ‘Spazio Primario’ del collezionista.

Laboratorio di Progettazione (Interni II) Docenti: Prof. Pier Federico Caliari con A. Bianchi e L. Maestripieri a.a. 2011-2012.

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Questo esercizio progettuale nasce come riflessione teorica sulla tipologia della villa ed in particolare della villa-museo, in cui il collezionista d’arte vive ed al tempo stesso espone al pubblico la sua personale collezione. L’impianto compositivo nasce dallo spazio primario del collezionista, differente dalla visione di Spazio Primario teorizzata dall’architetto Carlo de Carli. In questo caso lo si intende come elemento cerniera e motivo di genesi degli altri ambienti. Un cubo aperto verso il cielo e sospeso dal terreno, diventa la matrice compositiva alla villa; a questo volume cavo vengono accostati quei setti che tengono insieme tutte le stanze e i volumi della villa. Come in un vero e proprio museo è il percorso ad avere il ruolo fondamentale. Questo nasce dall’accostamento dei setti al volume dello spazio primario, tra i quale resta un fondamentale between. Dietro ai setti principali si accostano i volumi che ospitano gli ambienti in cui il collezionista vive.


LITECNICO DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri.

Alice Amadei [771211] Francesca Gobbi [755320] Marilena Vinco [767905]

PROSPETTI 1:200

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LITECNICO DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri.

Alice Amadei [771211] Francesca Gobbi [755320] Marilena Vinco [767905]

PLANIVOLUMETRIC0 1:200

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POLITECNICO DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri.

MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri. POLITECNICO POLITECNICO DIPOLITECNICO MILANO_FACOLTA’ DI MILANO_FACOLTA’ DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI ARCHITETTURA DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ E SOCIETA’_ A.A.E 2011-2012_LABORATORIO SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DI PROGETTAZIONE DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI DEGLI INTERNI II_ DEGLI DOCENTI. II_ INTERNI DOCENTI. PierII_Federico DOCENTI. Pier Federico Caliari, Pier Caliari, Federico Alessandro Alessandro Caliari, Bianchi, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Lara Bianchi, Maestripieri. IvanaLara Maestripieri. Ivana Maestripieri.

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Alice Amadei [771211] Francesca Gobbi [755320] Marilena Vinco [767905]

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SEZIONE LONGITUDINALE 1:100

Alice Amadei [771211] Francesca Gobbi [755320] Marilena Vinco [767905] SEZIONE LONGITUDINALE 1:100 Alice Amadei Alice Amadei [771211] Alice[771211] Amadei Francesca [771211] Francesca GobbiFrancesca [755320] Gobbi [755320] Gobbi Marilena [755320] Marilena Vinco [767905] Vinco Marilena [767905] Vinco [767905] SEZIONE SEZIONE LONGITUDINALE SEZIONE LONGITUDINALE LONGITUDINALE 1:100 1:100 1:100


POLITECNICO DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri.

Alice Amadei [771211] Francesca Gobbi [755320] Marilena Vinco [767905]

PIANTA PIANO PRIMO 1:100

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POLITECNICO DI MILANO_FACOLTA’ DI ARCHITETTURA E SOCIETA’_ A.A. 2011-2012_LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DEGLI INTERNI II_ DOCENTI. Pier Federico Caliari, Alessandro Bianchi, Lara Ivana Maestripieri.

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PUNTO LINEA RED AND BLUE Reinterpretazione della sedia Red and Blue [Gerrit Rietveld, 1918] come scomposizione in ‘punto linea superficie’.

Da un approfondito studio del contesto storico e della modalità progettuale all’origine della storica seduta Red and Blue di Rietveld, deriva una sua reinterpretazione. Dal forte legame con la geometria e gli assi cartesiani nasce la volonta di citare il celebre testo di Vassily Kandinky Punto, Linea, Superficie e di operare una scomposizione dell’oggetto d’arredo in queste componenti. Lo schienale e la seduta, rispettivamente Red e Blue, oltre a dare il nome alla sedia, costituiscono le superfici; queste sono state riproposte con i colori originali. Le linee, o meglio i segmenti, colorate di nero, intersecandosi in maniera ortogonale costruiscono la struttura della sedia. Nella versione originale anche il bracciolo è trattato con la medesima colorazione, pur avendo la parvenza di una superficie. Per questo in fase reinterpretativa si è deciso di scomporlo in segmenti, andando a riprogettare i giunti tra i listelli. Infine, come avviene in geometria, sezionando una linea si ottiene un punto; i punti sono stati colorati di bianco, per andare simbolicamente ad utilizzare i soli colori primari presenti nel nome di battesimo della sedia di Rietvelt, dove non viene citato ilYellow. (La sedia reinterpretata è stata realmente costruitita in scala 1:1).

Laboratorio di Progettazione (Interni II) Docenti: Prof. Pier Federico Caliari con A. Bianchi e L. Maestripieri a.a. 2011-2012.

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VEDERE OLTRE Progetto di spazi per il lavoro ‘TRAM TRAM’ all’interno del deposito tramviario ATM Teodosio (Mi).

Laboratorio di Progettazione (Interni I) Docenti: Prof. Gennaro Postiglione con L. Bini e F. Dolce a.a. 2011-2012.

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‘TRAM TRAM’ nasce da un ipotetico adaptive reuse del deposito tramviario in via Teodosio, con l’obiettivo di consegnare tale spazio alla città e ai suoi abitanti mediante l’assegnazione di nuove funzioni, immaginandolo come un luogo aperto e disponibile ai bisogni della gente ed in particolare a studenti e neolaureati della vicina facoltà del Politecnico di Milano. ‘TRAM TRAM’ è un edificio capace di offrire spazi progettati per permettere lo svolgimento di tutte le fondamentali attività legate al lavoro: luoghi in cui produrre idee/cose/oggetti; luoghi in cui socializzare/pensare/dialogare; luoghi di divulgazione e spazi vuoti/adattabili/ flessibili. Il progetto occupa una porzione laterale del deposito, in cui vengono collocati spazi dedicati al mondo della fotografia, della postproduzione e della grafica, e infine della stampa. L’intervento è caratterizzato dall’inserimento di un ulteriore livello, tramite una grande scatola semitrasparente, sospesa sopra lo spazio del coworking, contentente un laboratorio informatico. Al piano superiore trovano posto altre scatole, più introverse: gli studios fotografici affittabili. I collegamenti tra i diversi spazi di lavoro sono funzionali rispetto al tema della ‘catena di montaggio’ lavorativa. Tutto il progetto ragiona sull’utilizzo di materiali e partizioni differenti a seconda del livello di comunicazione/privacy che le funzioni lavorative richiedono.


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VIVERE TRA LA CITTÀ E IL PARCO Progetto per l’area residenziale adiacente al Parco Lambro (Mi).

Laboratorio di Progettazione (Architettonica ed Urbana) Docenti: Prof. Enrico Gianni con I. Botto e G. Pesaro a.a. 2010-2011

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Il progetto prevede l’inserimento di residenze tradizionali, residenze convenzionate cohousing e residenze speciali per studenti, oltre che servizi al cittadino, tra cui un centro sportivo. L’area è caratterizzata dall’estrema vicinanza del Parco Lambro, di cui l’intervento diventa uno dei principali accessi. La volontà di dar vita ad isolati permeabili caratterizzati da spazi aperti di qualità definisce l’impianto progettuale. I vuoti non sono infatti concepiti come spazi di risulta ma bensì come invasi circoscritti da un margine e aperti all’accoglienza dell’uomo. In tal senso la facciata non è altro che il modo che ha l’edificio per interigire con un interno urbano. Tre sono gli spazi aperti principali e le loro funzioni definiscono il ruolo degli edifici limitrofi: piani terra commerciali sulla piazza pubblica, servizi comuni nei cortili semipubblici. Tali spazi aperti sono permeabili ed attraversabili mediante varchi nel costruito, che costituiscono così successioni tra differenti ambienti a cielo aperto.



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WUNDERKAMMER WAITING ROOM Progetto di uno spazio per il tempo.

Corso di Architettura degli Interni Docenti: Prof. Beppe Finessi a.a. 2009-2010.

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La commessa di progetto prevede l’ideazione di una camera delle meraviglie in grado di descrivere il collezionista, che coincide con il progettista stesso. Tema cardine della cultura museografica, la Wunderkammer in questo caso non è solo contenitore di oggetti meravigliosi e bizzarri, ma vuole essere anche una sorta di autoritratto volumetrico ed architettonico. La composizione nasce dalla sottrazione di una porzione di volume da un corpo principale, al quale resta connesso mediante una passerella sopraelevata su pilastri. Questo piccolo ambiente è metafora di necessità di isolamento, concentrazione e di spazi privati difficilmente accessibili; contiene un piccolo studiolo, altro tema prettamente museografico. Il corpo principale, su due livelli, ospita oggetti che hanno a che fare con il tempo dell’attesa: orologi e sedie, tipiche delle sale d’aspetto, sulle quali però non è possibile sedere perchè esposte come opere d’arte. L’attesa è il transito. La vera meraviglia è infatti rappresentata dal riuscire a raggiungere lo spazio interiore, sia che questo avvenga con un percorso facile ma lungo, tramite la strada perimetrale, sia che avvenga con una risalita ripida ma diretta.


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LA LETTURA MINIMA COME METODO DI ANALISI DI UN EDIFICIO. LA TOURETTE Proposta di metodo per la lettura della composizione planimetrica di una architettura. Verifica ed applicazione tramite un ipotetico progetto di addizione al convento di La Tourette [Le Corbusier, Evaux sur Arbresle 1956-60]. con C. D’Orazi.

Tesi di Laurea Docenti: Prof. Daniele Balzanelli a.a. 2009-2010.

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L’ideazione e la sperimentazione di un metodo di analisi compositiva delle architetture prende spunto da quanto avvenuto in campo artistico, ed in particolare nell’arte figurativa e nella scultura, nel corso dei secoli. Il metodo prevede tre fasi principali: Semplificazione (schematizzazione e pulizia in pianta per facilitare l’analisi); Scomposizione (divisione in singole componenti); Lettura Minima (eliminazione graduale delle componenti meno importanti fino ad arrivare ad una composizione di queste oltre la quale l’edificio di partenza non è più riconoscibile). Tale metodo è stato applicato per analizzare il Convento di La Tourette di le Corbusier a Lione. Lo schema compositivo minimo consiste in un edificio a corte aperta, al quale viene giustapposto un volume di chiusura. I due sono collegati da un percorso longitudinale, principale, e uno trasversale secondario. La fase progettuale ha previsto l’ipotetica demolizione del volume contenente la chiesa e la sua sostituzione con un nuovo intervento per riposizionare la nuova chiesa e un blocco servizi per studiosi e visitatori; tutto ciò rimanendo coerenti con i principi compositivi risultanti dall’analisi iniziale.



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UN NUOVO ‘PONTE’ D’ACCESSO ALLA CITTÀ Progetto per l’area di Porta Cerese e giardini di Palazzo Te (Mn).

Laboratorio di Progettazione Architettonica 3 Docenti: Prof. Vittorio Longheu con B. Bogoni, M. Caprini e M. Caviasca a.a. 2009-2010.

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Il punto di partenza dell’idea progettuale è la citazione dell’asse storico che raccordava il centro urbano all’isola del Te: quest’area infatti se un tempo connetteva la città gonzaghesca ai possedimenti terrieri, oggi fa da tramite tra la città storica e la periferia, o città diffusa. L’intento è quello di individuare un tratto privilegiato nel tessuto urbano e di configurarlo come nuova porta alla città. Coerentemente con le preesistenze storiche si è scelto di lavorare sul tema del ponte, caratteristico ingresso della Mantova lacustre, e di esemplificarlo con la creazione di un sistema composto da due elementi puntuali verticali (le torri) e da altrettanti elementi lineari orizzontali (le cortine). L’obiettivo è quello di costituire un sistema che si imponga per simbologia e scala sull’intorno, che fornisca una lettura privilegiata della città e allo stesso tempo favorisca la permeabilità tra il vuoto urbano del parco e l’area residenziale circostante. Gli altri elementi di progetto sono indipendenti e si organizzano come elementi puntuali in grado di suggerire viste preferenziali, assi e percorrenze: fondamentale è sempre il ruolo di Palazzo Te, che oltre a diventare matrice dimensionale, è fulcro dei diversi punti di vista.


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francesca gobbi francigob@gmail.com _ tel. +39 349 4537535


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