Queste illustrazioni sintetiche sono state realizzate con una Cartier a sfera, nera, nel viaggio di ritorno da Stansted a Treviso ( 110 min).
0.
Il patto era raccogliere ricordi durante il viaggio e riportarli istintivamente in un libretto esclusivamente nel viaggio di ritorno. Per correttezza: Ne sono stati esclusi alcuni durante la post produzione. Con “postproduzione� si intende: aggiunta di colore e di testo.
1.
Flaubert - Tre raccontiDetesto volare come detesto questo libro che non ho mai finito di leggere. Ho scoperto di averne due versioni, una nuova una datata e consumata, tanto che il maglione è cosparso di riccioli bianchi, come avessi mangiato un panino. Non sono riuscita a non avere paura, nemmeno a finire uno di quei racconti, questa volta ho minuziosamente sottolineato tutti gli alimenti che Flaubert elencava... “Oh ecco, è ora di scendere”
2.
Marco Marco è un ragazzo di Padova, condividiamo il disagio di percorrere un lungo percorso per il controllo delle carte d’identita e probabilmente una gran foga di uscire a fumarci una sigaretta. Lo fermeranno in manier apiù prolungata, forse a causa “di quei dilatatori”. E’ simpatico, ha le labbra carnose, gli occhi buoni, fuma con me, mi ha dato un occhio alle valigie, e il suo sogno è disegnare la pelle della gente, da qui in avanti...
3.
Lexam Gardens Dicono che a londra con il Postcode potrebbero identificarti come a “battaglia navale”, il punto esatto in cui ti trovi e probabilmente farti saltare in aria, o portarti del sushi senza “batter occhio” sul ciglio della porta. Ebbene, benvenuta a casa, Lexam Gardens è colonizzata di case bianche e noto subito la ripetizione: colonne bianche, parapetto nero, scale scure, graziose scelte floreali. Atmosfera soft e silenziosa, si nota sempre una luce accesa.
4.
Cappelli Dinuovo insieme, quell’energia esplosiva si è riunita. Ci eravamo promesse di vederci sempre entro trenta giorni, una scadenza romantica come quella di una bolletta. Un immancabile cappello alla testa camminando sulle foglie umide di leham Gardens, la nostra ombra impressa per terra da un lampione, come questa... “Brrr”
5. The Ivy Il posto è magnifico, un atmosfera tipicamente inglese, difronte a noi un ragazzo turco condivide la cena, solo. Ogni tanto mi guarda. Io, enfatuata dal guardare fuori, sembra di stare in un Woody Allen... Oridiniamo senza un preciso senso. Arrivano subito il mio Malbec al profumo di cioccolata, e la sua coca.. E poi ancora, tartare , zucchine fritte, uno strano Patè di pollo rossiccio, il burro è ovunque, una cascata di racconti ha riempito quella sera... Mentre cercavo di rinunciare alla figuraccia di sorridere con il prezzemolo tra i denti, ordinavo un espresso, rimasi sorpresa, era piuttosto bevibile...
6.
Camomilledelux Probabilmente il piĂš buono che io abbia mai bevuto ma non voglio esagerare. Allungai la serata spezzando con qualche sigaretta, fuori faceva un forte vento cosĂŹ lasciai al caldo il cappello.. Me lo servĂŹ un ragazzo gentile e sorridente, accompagnato da un fiore giallo e viola commestibile... Nel frattempo caddero a terra un centinaio di bicchieri, fecero un gran frastuono..
7. “Philippe” Mamma ristoratrice, papà gallerista, lui è milanese, indossa una magnifica erremoscia alla Philippe Daverio, sorride, due biglie azzurre dietro gli occhiali carismatici, un completo nero, Mi ha servito lui il Camomille.. Compila dei biglietti per darci delle dritte, uno azzurro, uno bianco, poggiandosi curvo sulla sua stessa mano.. “il mercato dei fiori!, andate è bellissimo, domani è domentica..” “arrivederci”...
8. Tisana “Dirty Rotten Scoundrels” e tisana. La casa aveva un colore delle pareti così avvolgente, un grigetto spento, quasi crema, la moquette risucchiava i piedi come un materasso, anch’essa grigia... Buona notte
9.
Brick Lane Una vera tortura, per gli amanti delle stranezze, avrei comprato ogni cosa. Siamo a Shoreditch, un mix di odori di cibo, naftalina, scartoffie vintage, personaggi di strada, un vero “street Bazar�.
10.
Brunch Il mio hobby preferito, presentare anime diverse e provare ad unirle, come uno scienziato. Quella mattina perdemmo il mercato dei fiori, consigliato da Philippe, ma incontrammo Elena. Un brunch. Dopo mezzora di attesa da Breakfastclub affondavo il coltello nel salmone, sorseggiavo un caffè americano e spartivo una colonna di pancakes evitando quella spumosacrema di vaniglia.
11.
Umbria Alla disperata ricerca di una bottiglia di vino italiana per la imminente cena a casa di amici, “ oh e Giuseppe?” Bevemmo un tè.. Francesca adora Covent garden, sembra un piccolo centro shopping all’aperto pieno di caffetterie, quel giorno dice, “ con la pioggia non rende l’idea”, ma sostiene avesse un odore particolare... Ci torneremo con il sole..
12. Occhi azzurri Passeggiando velocemente dopo un intera giornata a Soho, inciampai in uno sguardo sofferto, un uomo seduto su uno scalino. Non avevo intenzione di fare la patetica, Odio l’elemosina ma quell’uomo mi diceva qualcosa, così svuotai le tasche di qualche moneta, 3 pound per quegli occhi azzurri contornati di un rosso fuoco, non me li avrebbe mai chiesti. Tanto che gli scivolarono le monete dalle mani per la presa lenta e stanca.. “thanks” Pensai a lungo se gli sarebbero bastati per “farsi un panino”
13. John Soane Casa Soane fù un sogno, ci raggiunse anche Marco, e in poco tempo ci perdemmo tutti e tre in quel dedalo fatale di collezionismo. Pensai:“la moglie, che pazienza quella poveretta, la sua epigrafe sta ai piani bassi” Entrammo in una stanza, un tizio portava i guanti bianchi, di cotone, era nano e vecchio, quel tipo sembrava fosse nato per parlare di quelle pareti magiche, un nonnetto partorito da quelle mura. Ogni tanto aggiustava gli occhiali oro, un pò unti... Con grazia e professionalità “come aprisse un sipario” si mise praticamente a “sfogliare le pareti” di quella piccola stanza che in un batter d’occhio divenne il doppio. Scoppiammo in una forte risata, accompagnati dai colleghi londinesi alla destra.
14. Massa Siamo a Bradbury Street, un live show, sorseggio erroneamente un Asahi e sono impaziente di conoscere Masa. Un soggetto ambiguo che sintetizzo in “ baffetto più occhiale con apertura ad oblò!” Giapponese probabilmente, quando suona sembra che la musica gli esca dai pori, fa dei movimenti nervosi mentre fà gridare la chitarra, l’associazione immediata è di “un rapporto passionale” all’insaputa di numerevoli “guardoni”che partecipano alla “messa in scena” Ogni tanto ferma le corde, poi le agita, stringe i baffi con le labbra e guarda il soffitto, ecco lo rifà..
15. George, Jack, o forse.. Siamo nel cuore di Dalston, di soggetti strani ce ne sono parecchi. Lui era diverso. Si sedette silenziosamente solo, nemmeno me ne accorsi, tirò la sedia come in un film western americano, ma il suo styling era più simile ad un Francis Coppola. Vestiva un abito Ocra, piuttosto caldo ed in tinta con il cappello. Non batteva ciglio, per me poteva chiamarsi George, o forse jack, uno di quei nomi da Bogart, uno di quei soggetti che masticano le sigarette. Il viso era colonizzato di solchi, rughe dall’espressione seria e “imbronciata”. Si muoveva meccanicamente come fosse conscio di essere ripreso, come portasse indosso una parte! rubai la scena con uno scatto sgranato, non volli disturbarlo.
16.
Tachipirina Puntuale come un orologio la mia prestanza fisica, per fortuna avevo infilato delle pastiglie nella valigia, la serata pre partenza era imminente e non avevo voglia di fare il soggetto alla “Youth�, appena uscita dalle vasche termali pronta per il concerto dell’albergo�, come dice Eugenia..
17. Mr Fogg’s Un club magnifico, detiene una quantita di Gin che non ho avuto il coraggio di sfogliare, come delle “enciclopedie” o “raccolte”. Chiusi il menù, mi sono affidata al gentile cameriere italiano che con la sua coda arruffata e un modo gentile mi dava l’impressione di essere in “buone mani”. Casualmente stavo bevendo “Aviation”, ovvero, la componente principale di uno dei miei cocktail preferiti. Si perdevano gli occhi tra le patate unte che riposavano sui ripiani dell’alzata, la carta da parati, la luce delle lampade e un gruppo di ragazze inglesi ben vestite.. Quei posti sono così strani, tanto che confusi un armadio per la porta di ingresso cercando la Toilette, che imbarazzo..
18. Maggie I resti del timbro sul polso destro, l’inchiostro è scoppiato seguendo la pelle... Un club anni 80, le ballerine ballavano sui pattini. Ricordo perfettamente quando caddi dai pattini, avevo dieci anni e provai un forte senso di vomito partire dalla schiena. Francesca ballava.. Una notte a caso finita verso le 2 am...qualche Gin e iniziata con l’elezione di Trump.. Da rifare. La serata dico...
19. 8 am Sono le 8 am. valigie pronte, inghiotto un caffè ed è tempo di correre via.
20. Arrivederci Ci salutammo come al solito, un abbraccio forte e la solita promessa “ ci vediamo tra un mese..â€? Ogni volta un brivido, quella mattina faceva cosĂŹ freddo.. Mi avvolsi nel montone verde che mi regalò papa prima di partire. Imboccai la strada per la metro e addentai una banana per riempire lo stomaco, comprata dal fidato uomo turco dove comprai i biscotti la sera prima... Direzione Stansted
21.
“Sull’orlo di una crisi di nervi” Una donna bionda, poco naturale ma le donava. Portava un filo di mascara, delle unghie rosse affilatissime , un piccolo orologio, calze 40 denari, gambe accavallate e sua divisa da hostess. Non più giovanissima, ma più sexy della mocciosa che le sedeva in parte. Strappò la cornetta dalla parete e apaticamente disse la sua “parte”, scocciata. Con me era gentile, con il contorno un erba amara, la adoravo, sognai di essere in un Almodovar, probabilmente anche lei su quel volo, vicino ad una crisi di nervi.. probabilmente Carmela o forse Romina...