PORTFOLIO
FRANCESCO
TURATI
ARCHITETTO
Il PORTFOLIO raccoglie i lavori svolti durante la carriera universitaria. Viene diviso in quattro parti per garantire un quadro chiaro e complessivo delle esperienze maturate durante gli anni di studio. Ciascuna parte raccoglie gli elaborati proposti catalogandoli in ordine cronologico. Lo scopo del PORTFOLIO è di mostrare metodi, tecniche e abilità acquisite che trovano forma ed espressione in una grande varietà di progetti, ognuno dei quali affronta diverse tematiche e molteplici questioni.
INDICE 04
PARTE PRIMA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica
31
PARTE SECONDA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica
53
PARTE TERZA
Esperienze lavorative e formazione professionale
61
PARTE QUARTA
Workshop ed esposizioni
INDICE PARTE PRIMA 01_Abitare ad alta quota 05
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni
02_Progetto per un’abitazione unifamiliare 09
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura I
PARTE SECONDA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica
03_Ex Chiesa della Trasfigurazione di Cantù 13
Laboratorio di Restauro
04_La casa collettiva 16
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II
05_Milano ex caserme: presidi straordinari per le emergenze sociali 21
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III
06_Dispositivi per una nuova vita urbana 26
Laboratorio di Progettazione Urbanistica
PARTE TERZA
Esperienze lavorative e formazione professionale
PARTE QUARTA
Workshop ed esposizioni
01_Abitare ad alta quota
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni A.A. 2013 - 2014, docenti proff. Marta Averna, Roberto Rizzi, Alessandro Baglioni Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni il tema affrontato è stato quello del bivacco montano. Il progetto prevedeva la rifunzionalizzazione di un casotto abbandonato nel Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, ai piedi del Monte Cusna. Partendo dallo studio del “bivacco Rio Grande”, un piccolo casolare di 3x5m, se ne è studiato il riuso e la rifunzionalizzazione, prestando particolare attenzione al tipo di arredo da destinare ad un luogo di ristoro temporaneo (tenendo dunque conto degli spazi minimi) e ad un possibile ampliamento dello stesso senza contaminare la natura circostante. Il progetto è stato completato da una serie di interventi da inserire all’interno del parco circostante il nuovo edificio, in un’ottica di valorizzazione del contesto ambientale preso in considerazione.
Intervento 1
Intervento 2
Bivacco
Intervento 3
Intervento 2
Sono stati redatti i disegni CAD di piante, sezioni e prospetti del bivacco in scala 1:20; di esso, è stato realizzato un modello. Anche gli interventi nel parco sono stati realizzati con CAD, in scala 1:50. Per la rifinitura degli aspetti grafici è stato usato il programma Photoshop. N
Masterplan di progetto
0
10
20
50
100m
05
La soluzione proposta prevede l’innalzamento del corpo esistente di due parallelepipedi della medesima dimensione, di cui uno (quello centrale) inclinato di 10°. Al piano terra sono situati una piccola cucina, un bagno e un tavolo reclinabile per 8 persone. I piani superiori, raggiungibili da una scala a pioli, sono dotati di 8 tatami (4 ciascuno). Entrambi hanno a disposizione un piccolo balcone. La struttura è completata da un tetto fotovoltaico con lucernario.
N 0
1
2
3m
Pianta piano terra
1
2
3m
0
1
2
3m
Pianta piano primo
N 0
Pianta piano secondo
N 0
1
2
3m
N
Pianta coperture 06
Il materiale principale scelto per l’ampliamento del bivacco è il legno lamellare autoportante (XLAM). Questa soluzione minimizza l’impatto ambientale ed è compatibile con la natura del luogo. Foto del modello di progetto
0
Prospetto A-A’
1
2
3m
0
1
2
B
B’
A
A’
3m
Sezione B-B’
07
A
Intervento 1: sentire E’ un ponte realizzato in tappeti elastici, pensato per offrire un’esperienza sensoriale a chi lo percorre. Camminando per i sentieri montani, infatti, l’uomo può perdersi alcuni suoni che vengono offerti dalla natura. L’installazione permette di camminare senza produrre alcun rumore in modo tale da ascoltare tutto ciò che la montagna ha da “dirci”.
A’
Planimetria di progetto: sentire
N 0 1
2
5m
0
Prospetto A-A’
1
2
5m
B’
Intervento 2: osservare E’ un’installazione presente in più zone del parco, con una duplice funzione: la prima è godere dei migliori panorami del Monte Cusna e dell’Appennino, grazie a più piattaforme poste a diverse altezze; la seconda è di aggregazione, poiché è una serie di piccoli spazi pensati per far incontrare i vari frequentatori del parco.
B 0
1
2
5m
Sezione B-B’
Planimetria di progetto: osservare
2
5m
Intervento 3: scoprire E’ un tronco cavo di 230cm, pensato per offrire un’esperienza didattica all’utente del parco: sono presenti diversi schermi che ne illustrano la storia, le attrattive principali e le curiosità. In questo modo si ottiene una conoscenza ancora più profonda della natura in cui si è immersi, dagli aspetti generali alle caratteristiche più intime.
C’
C
Planimetria di progetto: scoprire
N 0 1
N 0 1
2
5m
Sezione C-C’
0
1
2
5m
08
02_Progetto per un’abitazione unifamiliare
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura I A.A. 2013 - 2014, docenti proff. Ilario Boniello, Carlo Alberto Sanjust
Nel Laboratorio di Progettazione Architettonica I è stato affrontato il tema della casa unifamiliare, destinata ad un totale di 4 persone. E’ stato realizzato il disegno CAD dell’abitazione, indagata sia alla scala di dettaglio (1:50) sia alla scala standard (1:100). Di seguito si è fornita una proposta di recupero di un’area dismessa nei pressi del quartiere di Milano Rogoredo, all’interno della quale la singola unità abitativa è stata disposta in serie così da ottenere un quartiere residenziale formato da case monofamiliari. Tale quartiere, nel Laboratorio chiamato “aggregazione”, è stato affrontato alla scala urbana (1:500, 1:1000); inoltre, tramite modellazione 3D Sketchup e renderizzazione V-Ray, sono state redatte alcune viste dell’impianto residenziale.
Masterplan di progetto
09
Il piano terra dell’abitazione è dotato di salotto, cucina e bagno, comprensivo di antibagno con lavatrice. Al piano superiore sono presenti una camera matrimoniale, una camera doppia e un bagno di servizio. Tutti gli ambienti principali dispongono di un affaccio sulla corte interna.
Pianta piano terra - scala 1:50
Pianta piano terra
Pianta piano terra Pianta piano primo - scala 1:50
Pianta piano prim A
E
10
A-A
I materiali da costruzione sono cemento armato e mattoni a vista, che ricoprono tutto l’edificio, fatta eccezione per la corte interna, per la quale è stato adottato un rivestimento in legno.
E
C
F-F
E-E
D-D
F-F
C-C
Prospetto A-A’ - scala 1:50
Pianta coperture
D-D
Sezione B-B’ - scala 1:50
B A
D
MILANO
POLITECNICO DI MILANO - FACOLTÀ DI ARCHITETTURA CIVILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA 1 - A23 Anno Accademico 2013/2014 A Ilario Boniello - Carlo Alberto Sanjust
C
B’
D
Prospetto C-C’ - scala 1:100
E
E
F
F
D-D A-A Sezione D-D’ D B Cscala 1:100 Pianta piano terra
C Pianta primo piano
Tomasoni Patrick - 818538 Tunesi Luca - 818261
D’
A
B A
D
F
B
A’
A
E-E E
C’
F-F E
Pianta coperture - scala 1:100 F
Pianta coperture
11
La disposizione seriale a schiera permette di avere il proprio piccolo cortile privato e, contemporaneamente, un ampio contatto con il parco in cui è immerso il quartiere.
Assonometria dell’unità abitativa - scala 1:100
Viste 3D dell’intervento
Assonometria dell’aggregazione - scala 1:500 12
Esso è costruito attorno ad un ampio spazio centrale circondato sui 4 lati da un porticato colonnato, attorno al quale si organizzano i corpi di fabbrica. L'edificio è costituito da tre piani più un piano interrato destinato alle cantine.
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Nel 2002 l'architetto Dezzi Bardeschi inizia il progetto di conservazione e riuso dell'ex chiesa. L’intervento si pone l’obiettivo primario di conservare la fabbrica esistente nella attuale consistenza materica di tutte le sue stratificazioni storiche, indipendentemente dalla fase costruttiva cui appartengono. Oltre alla conservazione dell'intero fabbricato, alla chiesa vengono affiancati due nuove presenze architettoniche: un corpo d'ingresso principale a due piani sul lato nord e un corpo composto sul lato sud formato da una torre di risalita (con scale e ascensore) collocata in prossimità della posizione dell'antico campanile della chiesa e un volume a tre livelli. I corpi aggiunti si accostano ai muri esterni della fabbrica senza gravare su di essi e si reggono su colonne portanti in acciaio. La particolare e complessa trama policroma del rivestimento esterno è attenuta attraverso la posa di mattoni prodotti dalla SanMarco, presenti nelle tre differenti colorazioni: rosso, rosato e giallo.
Scuo Corso di P La
Professori: Gabrie Assistenti: Dan
EX C TRAS
Martina Agrofoglio Elena Penna
TAVOLA STO
Storia della chiesa - Intervento di M. Dezzi Bardeschi
16
4.3
5.60
20
0.50
4.1
2.00
5
3.3
0
5
0
3.8
0.25
5
7.5
5.2
0
1.6
14
5.00
6.1
3
5
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0.25
3.90
0
0
1.6
0 0
6.2
7.75
PROSP
1.5
5
2
8
3.85
6.15
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8.7
0
4.5
4.80
+0.00
5.7
5
2.00
0
6.50
0.25
6.30
4.00
5
10.4
0
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0
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0
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0
6
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2.4
4.05
4.3
0
4.8
8.7
5
4
17
1.85
0
5
4.8
8.7
7.15
2.00
15
Pianta piano terra e sezione (con le aggiunte in rosso), 2006. (”Costruire”)
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
G. Motta, Vicende storiche ed aspetti dell’antica e nuova Cantù, Cantù, 1970.
POLITEC
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Dopo aver effettuato una breve ricerca storica dell’edificio, è stato restituito in CAD un rilievo geometrico generale della chiesa, per poi passare ad una misurazione più dettagliata delle parti prese in considerazione (le due recenti aggiunte dell’arch. Marco Dezzi Bardeschi sul fronte e sul retro dell’edificio). Di tali componenti sono stati elaborati Fino anche al 1910 i proprietari della fabbrica, i Porta, continuano a costruire strutture addossate all'edificio, finché nel 1936 il podestà di Cantù delibera la demolizione del corpo principale del fabbricato del monastero di Sant'Ambrogio particolareggiati rilievi fotografici e patologici; successivamente si sono proposte delle perché ritenuto troppo vecchio: le strutture fondamentali non possono essere rafforzate. Alla demolizione del fabbricato seguirà la sistemazione dell'area del soluzioni per il restauro coerenti con i materiali di costruzione. mercato. Nel 1940 nelle mappe catastali si legge la costruzione di due murature all'interno dello spazio Il progetto per il riuso ha previsto la rifunzionalizzazione della chiesa, che è stata adibita a ecclesiale a chiusura dei bracci ovest e sud e l'ingresso allo spazio principale avviene attraverso un androne di nuova costruzione. Nel 1977 viene stanziato un finanziamento per demolire i corpi aggiunti nell' spazio espositivo, e la sistemazione della piazza su cui sorge; tale intervento è 800 fino al raggiungimento dei perimetri esterni primitivi della chiesa e per permettere una serie di restauri e consolidamenti. Nel 1980 l'ex chiesa diventa patrimonio culturale e il progetto di riuso prevede l'istituzione di un museo particolarmente contraddistinto dalla presenza di una torre panoramica situata ad ovest civico. Nel 1990 viene istituito il museo dell'artigianato canturino. dell’edificio.
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Nel Laboratorio di Restauro è stato proposto il progetto di conservazione e di riuso di una ex chiesa monastica nella città di Cantù, contestuale al recupero della piazza antistante.
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Laboratorio di Restauro A.A. 2014 - 2015, docenti proff. Gabriella Guarisco, Ferdinando Zaccheo
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
03_Ex Chiesa della Trasfigurazione di Cantù
trionale verso il chiostro. Nel 1861 i locali rimasti de
Erasmo Lucini, Tipo in pianta del Locale di ragione Erariale, detto di S. Ambrogio, situato in Cantù Provincia di Como, 4 agosto 1825.
(A.S.Co., Intendenza di finanza, c. 41, f.AUTODESK 11) CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO
4.80
0.77
0
5.7
75 300
5.50
5.60
8,25 5
2.70
2.65
2.9
0
5 3.1 2.70
2.65
25.02
70 300
90 210
0.25
10.40
1.52
130 280
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130 280
5
70 210
3.1
120 210
80 210
0 9.0
-2.50
4.10
+991 1.92
0.25
5 6.1
85 210
.05 14
+6.75
+0.42
6.30
8.10
4.55 2.86
1.55
1.20
+6.75
PROSPETTO CORPO SUD
+6.00
3.30
3.11
12.70
2.55
6.1
90 175
11.00
0
15.10
0.25
7.25
0 .1 14
7.6
5.9
120 210
90 175
2.25
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3.8
0 1.8
70 200
5
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9.6
5
9.3
95 200
100 200
0
2.10
0
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0
1.8
11
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0
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105 100
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4.2
2.35
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6.8
12
+0.00
5.35
11 20 0 0
0
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5
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2.25
5.60
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75 300
75 300
2.8
5.7
120 210
4.80
0
0
0.25
0
6.10
5.7
0
4.05
1.3
1.35
5
4.80
6.5
4.00
1
1.25
11.00
13
4.00
2.85
21
2.40
PIANTA CORPO SUD
+3.35
+3.17
7.22
SCALA 1:50
+3.35
5
8.15
6.25
+0.00
+0.00
3.04
+0.00
+0.00
+0.49 4.35
11.30
240 230
3.23
2.87
24
120 235
8.30
4.55
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245 310
0
.10
.3
8.9
11
-1.78
-3.40
7.25
90 175
11
8.15
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100 200
100 195
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0
0 90 210
70 210
5
3.20
13 PIANTA CORPO NORD
SCALA 1:50
1.50
2.4 0
1.25
12
1.25
11
1.25
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2.00
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1.50
0
5 2.4
1.70
2.5 5
0 2.9
1.50
0
1.9 0
1.85
2.3
2.00
1.80 5 2.4
0
2.15
4
1.80
.30
1.9
1.45
0
1.50
2.45
2.6
6.35
5.85
0
2.8
2.05
6.5
0
1.50
3.8
5
80 140
80 140
1.45
5 6.2
6.7 0
9.50
8.4
0
5.80
2.5
1.70
5
3.00
0
2.7
2.1
1.50
28
1
3
1.50
0
0
0
2.8
0
5 2.4
2.9
2.7 4.3
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2.6
2.00
0
0
5.80
0
2.4
2.45
6.70
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2.6
0
5 1.6
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0
SCALA 1:100
4.10
3
1.7
2
2.10 0
2.5
15
14
8.6
6.4
5.80
6.40
0
7.3
PIANTA
4.10
4
1 0
2.4
27 6.3
0 6.0
6.00
1.10
1.80
2.6
2.00
5.40
5
5.60
2.5
0
9.55
5.50
9.00
0
5
5
0
2.3
3.20
3.20
5
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2.6
5.2
6.00
4.7
2.05
0
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6
0
0
2.10
2.5
0
2.4
4.30
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4.8
+0.00
6.2
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4.7
0 2.05
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0
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2.90
3.20
3.9
3.9
0
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210 130
4.8
0
100 285
3.8
2.70
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A' +0.51
6.6
75 210
8
100 285
3.95
100 200
5
6.5
9
8.90
SCALA 1:100
2.75
2.55
5
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SEZIONE A-A'
2.70
2.75
+0.44
25
8.00
90 210
0
1.55
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70 210
75 210
0
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6.6
6.5 0
3.7
9.50
5 105 210
1.25
8
1.25
7
1.25
6
1.50
5
4
A
Rilievo geometrico 13
Rilievo patologico
Progetto di conservazione I vari rilievi effettuati hanno evidenziato che, nonostante l’intervento di Dezzi Bardeschi sia relativamente recente, sono già presenti diversi problemi (patine, percolazioni, vegetazione infestante, etc.) che necessitano di essere risolti. Si è cercato di fornire una proposta di conservazione che meglio si adattasse al materiale principalmente utilizzato per le aggiunte, ovvero i mattoni San Marco (dimensioni 12x25x6,5 cm), accostati in modo tale da formare una trama che rievoca il pizzo di CantÚ. 14
Progetto di rifunzionalizzazione della Chiesa
A1
N
B1
SEZIONE B-B1
PROSPETTO EST
PROSPETTO SUD
ROSPETTO SUD
PROSPETTO EST
PROSPETTO NORD
PROSPETTO NORD
SEZIONE A-A1
ANTA PIANO TERRA
PIANTA PIANO PRIMO
PIANTA PIANO TERRA
A
PIANTA PIANO SECONDO B
PIANTA PIANO PRIMO
Il progetto di riuso prevede l'inserimento di un edificio a torre nella giacitura che ospitava la chiesa interna utilizzata esclusivamente dalle monache. Lo sviluppo in altezza è dettato dalla volontà di voler offrire un belvedere sul Monte Rosa e sull'Alta Valsesia ed inoltre ricalca la presenza antecedente della torre ad uso delle monache del convento. La struttura che regge il solaio principale, al quarto piano, è in acciaio; la sua pendenza riprende l'inclinazione fuori piombo dei prospetti dell'intervento sulla Chiesa della Trasfigurazione realizzato dal prof. arch. Marco Dezzi Bardeschi. I tre solai intermedi, cinti da un parapetto in acciaio e vetro, fungono sempre da terrazza panoramica e poggiano sui pilastri inclinati ai quattro vertici. Al quarto piano l'ultima terrazza distribuisce verso i due accessi del bar ed allo stesso tempo offre una veduta della Chiesa.
PIANTA PIANO SECONDO
Riqualificazione della piazza del mercato
Il progetto di riuso prevede l'inserimento di un edificio a torre nella giacitura che ospitava la chiesa interna utilizzata esclusivamente dalle monache. Lo sviluppo in altezza è dettato dalla volontà di voler offrire un belvedere sul Monte Rosa e sull'Alta Valsesia ed inoltre ricalca la presenza antecedente della torre ad uso delle monache del convento. La struttura che regge il solaio principale, al quarto piano, è in acciaio; la sua pendenza riprende l'inclinazione fuori piombo dei prospetti dell'intervento sulla Chiesa della Trasfigurazione realizzato dal prof. arch. Marco Dezzi Bardeschi. I tre solai intermedi, cinti da un parapetto in acciaio e vetro, fungono sempre da terrazza panoramica e poggiano sui pilastri inclinati ai quattro vertici. Al quarto piano l'ultima terrazza distribuisce verso i due accessi del bar ed allo stesso tempo offre una veduta della Chiesa.
Ingresso
ANTA PIANO TERZOGuardaroba
PIANTA PIANO QUARTO
Servizi Igienici Sala Espositiva Ufficio Magazzino
PROSPETTO SUD
PIANTA PIANO TERZO
PROSPETTO EST
PROSPETTO NORD
PIANTA PIANO QUARTO
La riqualificazione del sito prevede la dismissione dell’attuale piazza del mercato e l’adibizione a spazio pubblico/parco. La torre panoramica presenta un bar con servizi all’ultimo piano; offre una visuale completa della piazza e delle colline brianzole.
15
04_La casa collettiva
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II A.A. 2014 - 2015, docenti proff. Giovanni Iacometti, Francesca Floridia, Ottorino Gaburri
Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II si è affrontato l’argomento della Casa Collettiva. Nello specifico, il progetto riguardava le residenze per gli studenti di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Il lavoro svolto ha previsto il disegno in CAD di due parti distinte dell’intero intervento: la nuova scuola di scenografia e le annesse residenze per gli studenti, indagate alla media scala (1:100, 1:200). Gli aspetti grafici sono stati curati con Photoshop; il lavoro è stato integrato con la realizzazione di un modello. Tramite modellazione 3D Sketchup e renderizzazione V-Ray sono state fatte alcune viste dell’intervento. Il progetto è stato approfondito tramite la redazione di una sezione tecnologica analizzata in più scale (1:50, 1:20, 1:10). E’ stato incluso anche l’edificio dell’ex Ansaldo di via Tortona, situato di fronte al progetto, la cui proposta di recupero prevedeva il riutilizzo come spazio polifunzionale.
N
Masterplan di progetto
0 10 20
50
100
200m
16
x 3_e
Il progetto è stato studiato per rendere la scenografia protagonista principale dell’intero complesso. Esso è dotato di una serie di macchinari, spazi ed elementi scenici che lo rendono una sorta di “teatro a cielo aperto”, fruibile non solo dagli studenti ma anche dalla comunità.
An sal
Foto del modello di progetto
do 2_c e
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ort
1_v
Gli spazi individuati sono tre: 1_viale scenografico E’ il lungo percorso che divide la scuola dalle residenze. Si caratterizza per la presenza, su entrambi i lati, di grandi battenti a tutta altezza dove è possibile appendere le scenografie realizzate dagli studenti. I battenti si aprono e si chiudono a seconda di occasioni ed eventi vari; 2_corte E’ ricavata all’interno dell’edificio scolatisco per organizzare spettacoli e rappresentazioni. Si è pensato di dotarla di un carroponte che sposti le scenografie all’interno della stessa a seconda delle varie occasioni. E’ circondata da un porticato al cui interno sono inseriti dei carrelli che permettono alle scenografie di muoversi lungo tutto il suo perimetro; 3_ex Ansaldo L’interno di quello che era uno spazio industriale si appresta ora ad accogliere funzioni museali, mostre, spettacoli e concerti legati alle attività che si svolgono nella scuola.
gra
no sce fico
N
0
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20
50
100m
Planimetria generale del piano terra 17
L’edificio scolastico, sviluppato su quattro piani, comprende aule per lezioni e laboratori, oltre a servizi come bagni, spogliatoi, una segreteria e due box mensa all’ultimo piano. Fulcro dell’edificio è il teatro di prova per le scenografie; esso è situato al di sotto del laboratorio di modellistica dal quale i lavori degli studenti possono essere calati direttamente nel teatro tramite un sistema di piattaforme mobili.
Pianta piano terzo - Scuola Legenda: 1_aule laboratoriali; 2_aule polivalenti; 3_ingresso laboratorio di modellistica; 4_ripostiglio; 5_laboratorio di modellistica; 6_box mensa; 7_servizi (scuola)
1
2
2
1
1
7
4
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N
Anche le residenze si sviluppano su quattro piani. Esse sono formate da camere doppie e una grande sala comune per ciascun piano, dotata di cucina e tavoli da pranzo/lavoro. Da questo spazio si può accedere direttamente alla sala studio. L’edificio di testa che si affaccia su via Tortona offre i principali servizi agli studenti (biblioteca, copisteria, reception/portineria).
7
Pianta piano terzo - Residenze Legenda: 8_biblioteca; 9_servizi (biblioteca) 10_sala studio 11_area comune 12_camere doppie
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18
D
Tutti gli edifici del nuovo complesso sono realizzati in calcestruzzo. La scelta dei materiali è differente per quanto riguarda il viale scenografico, dove è stato adottato un rivestimento policromo di lastre in pietra indiana. I battenti a tutta altezza sono fatti di legno. L’edificio dell’ex Ansaldo non ha subito interventi di particolare rilievo; di esso, a titolo illustrativo, sono riportati una sezione (C-C’) e un prospetto (D-D’).
C
D’ B
C’ A
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Sezione A-A’ B’
A’
Viste 3D dell’intervento
Prospetto B-B’
Sezione C-C’
Prospetto D-D’ 19
Dettaglio tecnologico tipo - Residenze
20
05_Milano ex caserme: presidi straordinari per le emergenze sociali
Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III A.A. 2015 - 2016, docenti proff. Marco Enzo Biagi, Vittorio Garatti, Pietro Crespi, Marco Pozzi, Alessandro de Masi
Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III si è proposto un piano di recupero e rifunzionalizzazione della Caserma Montello di Milano. Lo scopo del progetto è stato quello di studiare un complesso che potesse adattarsi a tre tipi di esigenze: - la mancanza di spazi per l’accoglienza della popolazione immigrata; - la carenza di alcuni servizi per gli abitanti del quartiere in cui sorge la caserma; - la necessità di alloggi per gli studenti universitari. Il programma funzionale dell’impianto è stato pensato per favorire l’aggregazione fra le varie categorie di persone che frequentano tale luogo, così da renderlo vivace, attivo e a contatto con le emergenze sociali vissute dalla città. L’intero lavoro è stato redatto attraverso CAD e modellazione 3D tramite Sketch-up, con il supporto di Photoshop per la colorazione e la grafica. E’ stato realizzato un plastico del progetto. Anche in questo caso è stata redatta una tavola tecnica, con sezione tecnologica e calcolo delle trasmittanze, carpenteria di piano e schema di evacuazione delle acque meteoriche. N
Masterplan di progetto
0 10 20
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100
200m
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N
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Planimetria generale del piano terra Il progetto prevede la salvaguardia dei principali edifici che compongono la caserma, eccetto per i due corpi ad L che vengono aggiunti alle estremità nord-est e nord ovest dell’impianto. Essi sono destinati a residenze studentesche. Ciascuno è dotato, al piano terra, dei principali servizi rivolti agli utenti che ne usufruiscono (sala studio, bar/ristorante self service, sala comune e, nel corpo nord-ovest, un auditorium). I tre piani superiori sono destinati alle camere per gli studenti (in composizione doppia e singola). All’esterno dei due edifici si trovano dei campi sportivi collocati 3,40m sotto il livello stradale. Questa operazione ha consentito di ricavare sia degli spalti con rampe d’accesso ai campi, anche per disabili, sia un piano seminterrato in entrambi i corpi, occupato da aree ristoro e da spogliatoi. 22
Gli edifici storici mantenuti sono stati convertiti a nuove funzioni, destinate agli abitanti del quartiere della caserma e all’accoglienza della popolazione immigrata. Ingresso al parco/laboratori: è l’ingresso per chi proviene da Piazza Firenze. Nelle due ali dell’edificio sono presenti delle aule didattiche per attività rivolte ai bambini.
Palazzina di comando: e’ l’ingresso principale al complesso. Al piano terra sono presenti servizi alla comunità (un mercato rionale coperto e centri di aggregazione) e servizi di ristoro. Al piano primo vi sono le camerate per la popolazione immigrata, con servizi, sala comune e refettorio. Il corpo centrale della palazzina ospita uffici amministrativi.
Maneggi: riqualificati per ospitare diverse attività, i due corpi laterali ospitano delle aule polifunzionali, mentre l’edificio centrale può adattarsi a manifestazioni culturali, espositive, conferenze, convegni, etc.
Biblioteca: serve gli studenti delle residenze e il quartiere. E’ dotata di sala lettura e PC. Assonometria generale dell’intervento
23
Il materiale principale dei corpi di nuova costruzione è il calcestruzzo armato, rivestito con mattoni a vista in corrispondenza dei pilastri, per accentuarne al meglio la scansione modulare. Tali edifici si distinguono per le grandi superfici vetrate in corrispondenza degli alloggi per gli studenti e dei corridoi di disimpegno. zoom 1
6
6
5 1
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3
zoom 2
6
6
4 7
zoom 3 2 N0
Foto del modello di progetto
5
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10m
6 N0
zoom 1: pianta tipo - residenze
5
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zoom 2: pianta tipo - maneggi
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9
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12
N 0
5
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20m
zoom 3: pianta tipo - palazzina di comando Legenda: 1_camere doppie; 2_camere singole; 3_area relax; 4_aule; 5_atrio; 6_servizi; 7_sala polifunzionale; 8_magazzino/spogliatoio; 9_camerate per accoglienza immigrati; 10_sala comune; 11_area ristoro; 12_servizi con docce 24
EX CASERMA MONTELLO: ACCOGLIENZA PER LA POPOLAZIONE IMMIGRATA Prima ospitalità e alloggi temporanei, assistenza, istruzione, lavoro; residenza popolare, attività collettive e verde attrezzato
1 +13.60
1 2 3 4 5
SEZIONE 1 - COPERTURA
1.1 1.2 1.3 1.4 1.5
1 2 3
2
MATERIALE Pavimentazione esterna in lastre di cls - "Apavisa Microcement Anarchy" Massetto di pendenza in cemento gettato in opera Guaina impermeabilizzante bitume polimero - "Monoplus Mineral P California" Solaio predalle in calcestruzzo armato - "Travi Sud Spa PR30" Coibentazione in polistirene estruso, alleggerimento del solaio sotto descritto (EPS) - "Poliespanso 200" Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,006 1,300 0,0046 0,030 1,100 0,0273 0,004 0,100 1,400 0,0714 0,200 0,035 5,7143 0,0200 0,0125 5,8501 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
SEZIONE 2 - TELAIO SERRAMENTO UNITÁ RESIDENZIALI
2.1 2.2 2.3
MATERIALE Coibentazione in polistirene espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500 C" Telaio fisso in alluminio - "Schueco ASS70.HI" Schiuma espansa poliuretanica - "DOW Great Stuff Pro" Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,100 0,032 3,1250 0,004 0,500 0,0080 0,060 1,300 0,0462 0,0200 0,0125 3,2117 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
SEZIONE 3 - CHIUSURA TRASPARENTE UNITÁ RESIDENZIALI
3.1 3.2
RESIDENZA STUDENTESCA (lato sud-ovest)
+10.20
0,1709
MATERIALE Vetro doppia camera Intercapedine riempita in gas argon Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno
0,3114
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,100 1,000 0,1000 0,010 0,018 0,5556 0,0200 0,1250 0,8006 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
SEZIONE 4 - SOLAIO LOGGIA UNITÁ RESIDENZIALI
1,2491
Totale: 430 mm
4.1 4.2 4.3 4.4 4.5
A
A’
MATERIALE DESCRIZIONE DELLO STRATO s C Ordine (dall'interno (mm) (W/m²K) Pavimentazione esterna in lastre di cls - "Apavisa Microcement Anarchy" all'esterno) Adduttanza interna 7.7 Massetto di pendenza in cemento gettato in opera Solaio predalle in calcestruzzo armato - "Travi Sud1 Spa PR30" Intonaco di calce e gesso 20.00 0.5500 Coibentazione in polistirene estruso, alleggerimento del sotto descritto (EPS) -naturali "Poliespanso 200" Clssolaio a struttura densa con aggregati 2 300.00 1.2630 (per pareti Coibentazione in polistirene espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500esterne C" non protette) Polistirene espanso estruso-XPS Coefficiente liminare esterno 3 100.00 0.0320 (con pelle) Coefficiente liminare interno 4
Intonaco di gesso puro
10.00
Adduttanza esterna
0.0900
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 1,300 0,0046 0.13 0,040 1,100 0,0364 0,160 1,400 0,1143 18.00 0.036 0,080 0,035 2,2857 2.60 0.238 0,100 0,032 3,1250 - 3.125 0,0200 1.04 0,1250 9.00 0.111 5,7110 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
M.V. (Kg/m³)
P R (Kg/msPa) (m²K/W) 0,006
1400.00 2000.00 35.00 500.00
25.0
0.04
SEZIONE 5 - CHIUSURA OPACA PATIO SPORTIVO
PORZIONE ANALIZZATA PER CARPENTERIA DI PIANO
5.1 5.2 5.3 5.4
+ 6.80
MATERIALE s = Spessore dello strato; C = Conduttività termica del materiale; M.S. = Massa superficiale; P = Permeabilità al vapore; R = Resistenza termica Intonaco esterno - "Fassa Bortolo KS9" Calcestruzzo di tamponamento gettato in opera Trasmittanza (W/m²K):espanso 0.272 (Valore legge) Coibentazione in polistirene (XPS) -di "Lape HD Styrodur 2500 C" Massa superficiale (Kg/m²):636.5 Intonaco interno - "Fassa Bortolo KT48" Resistenza termica (m²K/W):3.68 Coefficiente liminare esterno Spessore totale (mm):430 Coefficiente liminare interno
Il valore della trasmittanza (0.272) è all'interno dei termini di legge (0.34) Comune di Milano Zona Climatica: E, Gradi Giorno 2404
3
1
MATERIALE Pavimentazione interna T interna (°C): 20.0 T esterna (°C): -5.0 Massetto di pendenza in cemento gettato in opera U interna (%): 52.0 Massetto per impianto di riscaldamento a pavimento U esterna 38.7 espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500 C" Coibentazione in (%): polistirene Solaio tipo "Igloo" con armatura in rete elettrosaldata, ventilato - "Pontarolo Cupolex H45" Sottofondo in malta bastarda Coefficiente liminare interno
Usando CLIMABLOCK otterrai una trasmittanza U = 0,28 W/m 2K in
0,2774
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,010 1,300 0,0077 0,030 1,100 0,0273 0,050 1,000 0,0500 0,100 0,032 3,1250 0,440 0,387 1,1370 0,100 0,340 0,2941 0,1250 soli 270 mm di spessore! 4,7660 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
2
0,1751
SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,020 0,550 0,0364 0,300 1,600 0,1875 0,100 0,032 3,1250 0,010 0,090 0,1111 0,0200 0,1250 3,6050 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
SEZIONE 6 - SOLAIO CONTROTERRA
6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6
TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)
0,2098
1 2 3 4 5
+ 3.40
All'interno della parete in esame non si generano fenomeni di condensa
4 1
2
3
0,3
A
4 4
3,7
0,3
B
3,7
+ 0.00
1 2 3
0,3
C
4
5
4
3,7
0,3
D
3,7
4
1
-3.40
E
0,3
2 3 4 5 6
SCHEMA DEI PLUVIALI 3,5 0,3
3,2
7 0,3
6,7
0,3
CARPENTERIA DI PIANO scala 1:100
SEZIONE TECNOLOGICA A - A’ scala 1:20
POLITECNICO DI MILANO
Scuola di Architettura Civile Corso di Laurea in Progettazione Architettonica
6
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA III
Proff. Marco Enzo Biagi, Vittorio Garatti, Pietro Crespi (strutture), Marco Pozzi (tecnologia), Alessandro de Masi (disegno) Assistenti: Claudio Pavesi, Alberto Soci, Christian Zecchin
MILANO EX CASERME: PRESIDI STRAORDINARI PER LE EMERGENZE SOCIALI Residenza popolare e temporanea, istruzione, lavoro, attività collettive
Giovanni Gentile_761173 Matteo Giulio Marretta_818618 Francesco Turati_819046
SEZIONE TECNOLOGICA scala 1:20 SCHEMA DEI PLUVIALI CARPENTERIA DI PIANO scala 1:100
09
25
06_Dispositivi per una nuova vita urbana
Laboratorio di Progettazione Urbanistica A.A. 2015 - 2016, docenti proff. Chiara Nifosì, Silvia Sbattella
Nel Laboratorio di Progettazione Urbanistica è stato condotto uno studio per il recupero e la valorizzazione di alcune aree dismesse della città di Tirana, in Albania. Il progetto ha avuto origine dall’iniziale analisi della città; sono stati studiati i principali luoghi pubblici e le caratteristiche degli spazi che essi generano. Si sono schematizzati e indicizzati tutti i dati raccolti grazie all’utilizzo di colori, grafici e percentuali. Successivamente, l’attenzione si e’ focalizzata su un quartiere a sud-ovest della città, dove sono state individuate delle aree di progetto da recuperare e adibire a uso pubblico, attraverso l’attivazione di alcuni “dispositivi progettuali” che hanno come scopo le relazioni interpersonali e l’integrazione fra gli abitanti del quartiere, appartenenti a culture e religioni diverse. Sono state scelte tre aree campione, all’interno delle quali si sono cercati di spiegare i temi progettuali. I software utilizzati sono stati AutoCAD per i disegni base, Sketchup per la modellazione 3D dei fotomontaggi, Adobe Photoshop e Illustrator per le scale cromatiche, Excel per grafici e percentuali.
Masterplan di progetto con analisi dei principali edifici e spazi cittadini
Edifici governativi Luoghi di culto Università Spazi pubblici Spazi privati Centri sportivi Quartiere di intervento Network di progetto Aree di progetto Assi viari principali N
0 100 200
500
1000m
26
totale analizzato: 899.589 mq
luoghi di culto 20.787 mq
spazi privati
edifici 234.950 mq
28%
26% 46%
spazi pubblici
L’analisi urbana e territoriale effettuata ha dimostrato che il fulcro della città è il cosiddetto Boulevard, il grande viale centrale su cui si affacciano i principali edifici governativi, i maggiori enti statali (ad es., i musei) e i luoghi di culto più importanti di Tirana, nonché le piazze e i parchi più frequentati della capitale albanese. Dal Boulevard si originano le grandi arterie che conducono agli altri luoghi presi in considerazione (università/ cittadelle studentesche, centri sportivi, luoghi di culto di minor importanza). E’ stato interessante osservare come tali arterie, al di fuori della città, si trasformano nelle più importanti vie di comunicazione nazionali; dipartendosi dal sopraccitato Boulevard, lo rendono, di fatto, il centro dell’Albania.
spazi privati 255.674 mq
università 92.169 mq
9%
edifici
edifici governativi/ enti statali
23%
39%
52.979 mq 29% strutture sportive 69.015 mq
L’ altro risultato ottenuto dall’analisi conferma che le parti più decentrate della città mancano del tutto o in parte di luoghi attrattivi come quelli che si sviluppano lungo le vie di comunicazione più importanti. Ciò che accomuna queste zone è una vasta quantità di spazi vuoti, inutilizzati o abbandonati; l’obiettivo del progetto affrontato è quello di sfruttare le potenzialità di questi spazi. Attraverso una serie di piccoli interventi, si garantisce l’aggregazione e l’inclusione sociale anche nelle parti più marginali di una città che è abitata da persone di religioni e culture diverse. Tirana presenta più poli d’attrazione lungo i suoi assi viari più importanti
spazi pubblici 408.965 mq
ma le zone periferiche restano escluse dal sistema di spazi e luoghi da essi generati. strade principali
27
L’area di progetto è situata a sud-ovest della città, nelle vicinanze di un grande parco cittadino. Si sono individuate tutte le aree inutilizzate (aree intercluse fra edifici, aree dismesse, aree inutilizzate) all’interno delle quali attivare tre dispositivi di progetto: coltivare immaginari, lavorare in prossimità e mettere in gioco. Ciascuno di questi dispositivi prevede un intervento specifico per le diverse aree selezionate e innesca un processo di relazioni e integrazioni tramite il gioco, la cultura e le manifestazioni, ma anche con il semplice incontrarsi e interloquire. Sono state scelte tre aree campione che spiegano come funzionano i dispositivi proposti.
Analisi delle aree di progetto (stato attuale) Area di progetto 1
Area di progetto 2
Area di progetto 3
Strategie di intervento: Coltivare immaginari Lavorare in prossimità Mettere in gioco
suoli
Area di progetto 3
accessi
Area di progetto 2
area urbanizzata
Coltivare immaginari Lavorare in prossimità
Area di progetto 1
Mettere in gioco Network N
0
analisi completa 100
200
500
1000m
Network delle potenziali aree di intervento
suolo minerario
accessi
suolo vegetale
strade principali d’accesso 28
Progetti per le singole aree prese in considerazione
Area 1: coltivare immaginari Da spazio dismesso si trasforma in un grande parco, con percorsi, attrezzi sportivi, prati, zone boscate e aree pic-nic. Nell’esempio proposto, il fulcro dell’intervento è il palco adibito a manifestazioni di ogni tipo (concerti, spettacoli, raduni, mostre all’aperto, etc.), che funziona anche come luogo aggregativo e piattaforma panoramica sulle colline a sud di Tirana.
Area 2: lavorare in prossimità E’ uno spazio racchiuso fra edifici alti; viene riqualificato a giardino dotato di sedute e gazebo che divengono luoghi di incontro, svago e relax. Queste funzioni sono accresciute da piccoli orti urbani lasciati direttamente alla cura e alla manutenzione di coloro che frequentano tale spazio.
Area 3: mettere in gioco E’ una zona in disuso di fronte ad una scuola; è adibita a playground, con giochi e pavimentazioni studiate per il divertimento e lo svago. E’ altresì presente un piccolo anfiteatro per delle piccole rappresentazioni o come semplice luogo di aggregazione.
29
INDICE PARTE PRIMA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica
PARTE SECONDA
07_Il contributo dei territori e dei luoghi del lavoro alla costruzione dello spazio abitabile nella regione milanese 32 Laboratorio di Urbanistica
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica
PARTE TERZA
08_Progetto di un edificio per uffici riconvertibile ad edificio residenziale 36
Esperienze lavorative e formazione professionale
09_Il naviglio della Martesana: asse portante di nuove centralità per Milano Città Metropolitana 40
PARTE QUARTA
Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto
Laboratorio di Progettazione Architettonica
10_Palazzo Magio - Grasselli 44
Laboratorio di Restauro
11_(Quattro) Identità latenti 48
Laboratorio di Rigenerazione Diffusa
Workshop ed esposizioni
Una città è un essere vivente longevo e complesso caratterizzato da un trascorso e dal susseguirsi di sovrapposizioni date dal tempo. L’apertura verso nuove aree o verso nuovi orizzonti in un dialogo articolato comporta uno sforzo progettuale caratterizzato da ricerca e sperimentazione. Si valutano le potenzialità, le debolezze di quei due mondi ancora separati, le mancanze e le ridondanze di essi. Ma qual è esattamente l’approccio migliore per raggiungere l’obiettivo? Innanzitutto allargando lo sguardo sull’intera città di Varedo ci si accorge subito di quanto essa si sia sviluppata nel corso degli anni volgendo le spalle all’ex area industriale, escludendola completamente da ogni di relazione. Difatti dalle analisi preliminari si evince che il tessuto urbano si sia costruito nel corso del tempo seguendo particolari schemi completamente estranei all’area in questione; si noti ad esempio il
tessuto in maggioranza a destinazione residenziale a nord dell’area. Inoltre si evince che la zona presenta uffici, banche, scuole, cliniche, luoghi di culto, ville storiche e diverse attività commerciali, che hanno completamente separato la città dall’area d’interesse. Ci si chiede dunque se la SNIA possa rientrare a fare parte di un tessuto così largamente consolidato, se possa risultare un vantaggio reintegrarlo nel tessuto nell’ottica di entrare a far parte di un meccanismo su scala urbana maggiore. In effetti la città è una piccola parte dello sguardo totale, perché la posizione della SNIA è strategica: _a nord dell’area transita una delle arterie più frequentate che conduce al centro città, la via Umberto I, che è che il tratto urbano della strada provinciale che unisce Saronno a Monza; _a ovest è agganciata alla Comasina, snodo stradale molto
importante e molto trafficato, affiancata alla metrotramvia Milano-Limbiate; _a est è collocata la stazione FN e un tratto del fiume Seveso; _a sud scorre il canale Villoresi. La vocazione di quest’area pare evidente essere quella di aprirsi alla città in maniera graduale, con azioni ed interventi mirati a garantirne la permeabilità e l’accessibilità. I gradi di apertura saranno condizionati dai sistemi esistenti. L’immagine attuale che emerge è quella di un’area non solo isolata dalla città, ma nel suo complesso divisa in due macro-aree: una a nord più costruita, a contatto col centro città, e una a sud caratterizzata da un aspetto più naturalistico, da anni coinvolto in programmi di bonifica.
pista ciclabile
07_Il contributo dei territori e dei luoghi del lavoro alla costruzione dello spazio abitabile nella regione milanese Laboratorio di Urbanistica A.A. 2017 - 2018, docente prof. Francesco Infussi
Nel Laboratorio di Urbanistica si è affrontato il tema del recupero e della rigenerazione urbana applicato al caso studio dell’ormai dismesso stabilimento della SNIA di Varedo.
apertura del bordo
+
++ _permeabilità
_Varedo senza la SNIA
=
Una città è un essere vivente longevo e complesso caratterizzato da un trascorso e dal susseguirsi di sovrapposizioni date dal tempo. L’apertura verso nuove aree o verso nuovi orizzonti in un dialogo articolato comporta uno sforzo progettuale caratterizzato da ricerca e sperimentazione. Si valutano le potenzialità, le debolezze di quei due mondi ancora separati, le mancanze e le ridondanze di essi. Ma qual è esattamente l’approccio migliore per raggiungere l’obiettivo? Innanzitutto allargando lo sguardo sull’intera città di Varedo ci si accorge subito di quanto essa si sia sviluppata nel corso degli anni volgendo le spalle all’ex area industriale, escludendola completamente da ogni di relazione. Difatti dalle analisi preliminari si evince che il tessuto urbano si sia costruito nel corso del tempo seguendo particolari schemi completamente estranei all’area in questione; si noti ad esempio il
==
_SNIA senza Varedo
green green connection connection
_accessibilità
tessuto in maggioranza a destinazione residenziale a nord dell’area. Inoltre si evince che la zona presenta uffici, banche, scuole, cliniche, luoghi di culto, ville storiche e diverse attività commerciali, che hanno completamente separato la città dall’area d’interesse. Ci si chiede dunque se la SNIA possa rientrare a fare parte di un tessuto così largamente consolidato, se possa risultare un vantaggio reintegrarlo nel tessuto nell’ottica di entrare a far parte di un meccanismo su scala urbana maggiore. In effetti la città è una piccola parte dello sguardo totale, perché la posizione della SNIA è strategica: _a nord dell’area transita una delle arterie più frequentate che conduce al centro città, la via Umberto I, che è che il tratto urbano della strada provinciale che unisce Saronno a Monza; _a ovest è agganciata alla Comasina, snodo stradale molto
_apertura alla città
legenda: strade ferrovie
importante e molto trafficato, affiancata alla metrotramvia Milano-Limbiate; _a est è collocata la stazione FN e un tratto del fiume Seveso; _a sud scorre il canale Villoresi. La vocazione di quest’area pare evidente essere quella di aprirsi alla città in maniera graduale, con azioni ed interventi mirati a garantirne la permeabilità e l’accessibilità. I gradi di apertura saranno condizionati dai sistemi esistenti. L’immagine attuale che emerge è quella di un’area non solo isolata dalla città, ma nel suo complesso divisa in due macro-aree: una a nord più costruita, a contatto col centro città, e una a sud caratterizzata da un aspetto più naturalistico, da anni coinvolto in programmi di bonifica.
pista ciclabile fiumi e canali bordo dell’area di progetto tessuto urbano consolidato
apertura del bordo
_permeabilità
_accessibilità
_tema progettuale
_sintesi dell’analisi progettuale:
_tema progettuale
_Varedo _Varedo senzasenza la SNIA la SNIA
_SNIA_SNIA senzasenza Varedo Varedo legenda:
1_analisi delle infrastrutture INFRASTRUTTURE
COMO
_sintesi dell’analisi progettuale:
1_analisi delle infrastrutture INFRASTRUTTURE
confini dell’area di progetto strada fiume Seveso canale Villoresi ferrovia / tram
Lentate sul Seveso COMO
green green connection connection green green connection connection SARONNO
COMO
1)
Varedo FN
MONZA
_problema
confini dell’area di progetto
SARONNO LIMBIATE Ospedale
bordo chiuso edifici esistenti Lentate sul Seveso COMO
legenda:legenda:
stazione ferroviaria stazione tramviaria edifici esistenti
Varedo FN
pista ciclabile
_soluzione
legenda:
strada 1) APERTO BORDO CHIUSO / BORDO APERTO BORDO CHIUSO / BORDO fiume Seveso canale Villoresi ferrovia / tram pista ciclabile
SEVESO - Camnago Lentate MARIANO COMENSE Erba - CANZO ASSO
MONZA
stazione ferroviaria stazione tramviaria edifici esistenti
Cana
le Vil lore
si
strade strade MILANO
ale Can
Villores i
_Strada Statale Comasina; _metrotramvia Milano - Limbiate; _Strada Provinciale Saronno - Monza; _ferrovia Milano - Canzo - Asso; _pista ciclabile sul Villoresi.
l’area di progetto si trasforma da sistema chiuso a sistema permeabile alla città
2)
ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO
MILANO MILANO
Tale sistema crea un bordo che circonda completamente il sito progettuale. Attualmente esso costituisce un limite che impedisce alla SNIA di stabilire un rapporto con il tessuto di Varedo. L’obiettivo di progetto è quello di aprirsi alla città e al territorio circostante sfruttando i collegamenti riportati nell’analisi e potenziandoli con nuove assialità, partendo da quelle interne all’area.
MILANO Cadorna - Passante
fiume Seveso
3)
canale Villoresi
MILANO
EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO
previsione del corridoio ecologico
ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO
parchi regionali BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO aree di sviluppo del corridoio ecologico aree verdi pubbliche L’area analizzata è inserita all’interno di un vasto corridoio ecologico che dal Parco delle Groane si estende verso il Parco della Valle del Lambro.
Villores i
MILANO
esistente andando a costituire l’area di progetto si turale trasforma da il sistema di permeabilità e di accessibilità all’area sistema chiuso a sistema permeaedifici abbandonati edifici da recuperare bile alla città SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO
SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO
collegamento con le infrastrutture esistenti l’apertura verso il territorio circostante costituisce una grande opportunità di recupero dei suoli e degli edifici del sito, a lungo abbandonati e in gravi condizioni di degrado
4)
SUOLO INQUINATO / BONIFICA
BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
SUOLO INQUINATO / BONIFICA
BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
edifici esistenti area bonificata
edifici esistenti area da bonificare
L’azione di bonifica avviene secondo le regole previste dal D. LGS n. 152/2006 e dalla normativa disposta dal Consorzio del Villoresi.
MILANO Cadorna - Passante
Politecnico di Milano
Laboratorio di Urbanistica
Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
Prof. Arch. Francesco Infussi
le assialità interne principali vengola bonifica del sito progettuale costituisce l’azione principale da attuare connettere l’area di progetto al no allungate fino alla per rete infrastrutsistema ecologico esistente turale esistente andando a costituire Studenti: Erica Spaggiari_883803 IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI il sistema diJennifer permeabilità e di accesE DEI LUOGHI DEL LAVORO Rizzi_883272 ALLA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO ABITABILE sibilità all’area Elena Tarantino_896784 _tema progettuale
Corso di Progettazione Architettonica - Architettura e Disegno Urbano Tutor Arch. Daniela Gambino, Arch. Roberto Manuelli, Arch. Alice Mento NELLA REGIONE MILANESE EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
SUOLO INQUINATO / BONIFICA
Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
collegamento con le infrastrutture esistenti
L’asse portante di tale corridoio è la pista ciclabile che si snoda lungo il percorso del Villoresi, proponendosi come anello di congiunzione fra i due sistemi. Anche il verde assume un ruolo centrale nello sviluppo del tema dell’accessibilità e della permeabilità, poché attraverso di esso si stabilisce un collegamento fra l’area di progetto e la rete di parchi a carattere provinciale e regionale che si trovano nell’areale a nord di Milano. In tale ottica si sviluppa il tema della bonifica e del recupero del grande appezzamento di suolo naturale incolto e abbandonato che occupa circa la metà della superficie dell’area di progetto.
Politecnico di Milano _apertura _apertura alla città alla città
BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO
ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO
le assialità interne principali vengono allungate fino alla rete infrastrut-
legenda:
MILANO
BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO
assi interni
2_analisi del sistema del verde
nale Ca
BORDO ASSI MORTI CHIUSO / ASSI / BORDO DI COLLEGAMENTO APERTO
ferrovie ferrovie
area naturale da bonificare
L’area di progetto risulta essere circondata da
e Vill oresi
BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
abbattimento confine apertura alla città sfruttamento del perimetro
area naturale da bonificare
fitto sistema di infrastrutture, composto da Una cittàUna è uncittà essere è unvivente esserelonvivente lontessuto tessuto in maggioranza in maggioranza a des- a desimportante importante e un molto etrafficato, molto trafficato, afafdiversi elementi: pista ciclabile pista ciclabile gevo e complesso gevo e complesso caratterizzato caratterizzato tinazionetinazione residenziale residenziale a nord a nord fiancata fiancata alla _Strada metrotramvia alla metrotramvia MilaMilaStatale Comasina; _metrotramvia Milano - Limbiate; da un trascorso da un trascorso e dal susseguire dal susseguirdell’area.dell’area. no-Limbiate; no-Limbiate; 2) interni _Strada Provinciale Saronno - Monza; fiumi assi e canali fiumi e canali si di sovrapposizioni si di sovrapposizioni date daldate Inoltre dal si Inoltre evince si che evincela che zonala zona _a est è _a collocata est_ferrovia è collocata laMilano stazione la- Asso; stazione FN FN - Canzo _pista ciclabile sul Villoresi. tempo. tempo. L’apertura L’apertura verso nuove verso nuove presentapresenta uffici, uffici, banche,banche, e un tratto e un deltratto fiume delSeveso; fiume Seveso; bordo dell’area bordo dell’area di progetto di progetto Tale sistema crea un bordo cheVilloresi. circonda comaree o verso aree nuovi o verso orizzonti nuovi orizzonti in un inscuole, un scuole, cliniche,cliniche, luoghi diluoghi culto,di culto, _a sud scorre _a sud il scorre canale il Villoresi. canale pletamente il sito progettuale. Attualmente esso costituisce un limite che impedisce alla SNIA di dialogo dialogo articolatoarticolato comporta comporta uno uno ville storiche ville storiche e diverse e diverse attività attività La vocazione La vocazione di quest’area di quest’area pare pare stabilire un rapporto con il tessuto di Varedo. sforzo progettuale sforzo progettuale caratterizzato caratterizzato commerciali, commerciali, che hanno che comhanno comevidenteevidente essere quella essere diquella aprirdi aprirL’obiettivo di progetto è quello di aprirsi alla città tessuto urbano tessuto consolidato urbano consolidato territorio circostante sfruttando i collegamenda ricerca daericerca sperimentazione. e sperimentazione.pletamente pletamente separatoseparato la cittàla città si alla città si alla ineti almaniera città in maniera graduale, graduale, riportati nell’analisi e potenziandoli con nuove assialità, partendo da quelle interne all’area. a Si valutano Si valutano le potenzialità, le potenzialità, le de- le dall’area dedall’area d’interesse. d’interesse. con azioni coned azioni interventi ed interventi mirati a mirati 2_analisi del anverde bolezze bolezze di quei del di duesistema quei mondi due mondi Ci an-si chiede Ci si dunque chiede dunque se la SNIA se la SNIA garantirne garantirne la permeabilità la permeabilità e l’ace l’aclegenda: cora separati, cora separati, le mancanze le mancanze e le epossa le rientrare possa rientrare a fare parte a fare di parte un dicessibilità. un cessibilità.fiume Seveso aperturaapertura del bordo del bordo 3) Villoresi saranno ridondanze ridondanze di essi. di essi. tessuto così tessuto largamente così largamente consoli- consoliI gradi diI gradi apertura di canale apertura saranno conconedifici abbandonati previsione del corridoio ecologico Ma qualMa è esattamente qual è esattamente l’approc-l’approcdato, sedato, possa serisultare possa risultare un van- un vandizionatidizionati dai sistemi dai esistenti. sistemi esistenti. parchi regionali cio migliore cio migliore per raggiungere per raggiungere taggio reintegrarlo taggio reintegrarlo nel tessuto nel tessuto L’immagine L’immagine attuale attuale emerge che emerge areeche di sviluppo del corridoio ecologico verdi pubbliche l’obiettivo? l’obiettivo? nell’ottica nell’ottica di entrare di aentrare far parte a far di parteè di quella èdiquella un’area diareeun’area non solonon iso-solo isoL’area analizzata èma inserita all’interno un vasto Innanzitutto Innanzitutto allargando allargando lo sguar-lo sguarun meccanismo un meccanismo su scalasu urbana scala urbana lata dallalata città, dalla ma città, nel suo nel comsuodi comcorridoio ecologico che dal Parco delle Groane do sull’intera do sull’intera città di città Varedo di Varedo maggiore. maggiore. plesso divisa plesso inestende divisa dueverso macro-aree: inil Parco duedella macro-aree: si Valle del Lambro. ci si accorge ci si accorge subito disubito quanto di quanto In effetti In la effetti città èla una città piccola è una parpiccola paruna a nord una più aL’asse nord costruita, piùdi tale costruita, acorridoio con-è la a conportante pista ciclabile che si snoda lungo il percorso del Villoresi, essa si essa sia sviluppata si sia sviluppata nel corso nel corso te dello sguardo te dello sguardo totale, perché totale,laperché la col tatto tatto centro col città, centro e una città, a sud e una a sud proponendosi come anello di congiunzione fra i due degli anni degli volgendo anni volgendo le spalle le all’ex spalle all’ex posizione posizione della SNIA dellaè SNIA strategiè strategicaratterizzata caratterizzata dasistemi. un aspetto da un aspetto più più area industriale, area industriale, escludendola escludendola ca: ca: naturalistico, naturalistico, da da anni coinvolto incentrale nello in Ancheanni il verdecoinvolto assume un ruolo 4) del tema dell’accessibilità e della peredifici esistenti completamente completamente da ogni da di ogni rela- di rela_a nord_adell’area nord dell’area transita transita una una programmi programmi disviluppo bonifica. di bonifica. meabilità, poché attraverso di esso si stabilisce area da bonificare un collegamento fra l’area di progetto e la rete zione. zione. delle arterie dellepiù arterie frequentate più frequentate che che di parchi a carattere provinciale e regionale che si trovano nell’areale a nord di Milano. Difatti dalle Difatti analisi dalle preliminari analisi preliminari si si conduce conduce al centro al città, centrola città, via la via In tale ottica si sviluppa il tema della bonifica e evince che evince il tessuto che il tessuto urbano urbano si si Umberto Umberto I, che è I,che cheil ètratto che uril tratto urdel recupero del grande appezzamento di suolo naturale incolto e abbandonato che occupa cirsia costruito sia costruito nel corso neldel corso tem-del tembano della bano strada dellaprovinciale strada provinciale che che ca la metà della superficie dell’area di progetto. po seguendo po seguendo particolari particolari schemi schemi unisce Saronno unisce Saronno a Monza;a Monza; L’azione di bonifica avviene secondo le regole previste dal D. LGS n. 152/2006 e dalla normaticompletamente completamente estranei estranei all’area all’area _a ovest_aè ovest agganciata è agganciata alla Co-alla Cova disposta dal Consorzio del Villoresi. in questione; in questione; si noti adsiesempio noti ad esempio il il masina, masina, snodo stradale snodo stradale molto molto Canal
_soluzione BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
bordo chiuso BORDO abbattimento confine CHIUSO / BORDO APERTO ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO edifici esistenti apertura alla città sfruttamento del perimetro
L’area di progetto risulta essere circondata da un fitto sistema di infrastrutture, composto da diversi elementi:
e Seveso F i um
LIMBIATE Ospedale
_problema e Seveso F ium
SEVESO - Camnago Lentate MARIANO COMENSE Erba - CANZO ASSO
e Seveso F i um
Gli elaborati sono stati realizzati mediante l’utilizzo del software CAD, supportato dai programmi Photoshop e Illustrator per il completamento della grafica. Le viste 3D sono invece state redatte tramite Sketchup e colorate sempre con Photoshop e Illustrator.
tessuto urbano consolidato
e Seveso F ium
L’attività laboratoriale si è focalizzata sull’analisi, a scala urbana e territoriale, dei problemi e delle potenzialità costituite da un complesso industriale attorno al quale la città di Varedo si è incentrata nel corso degli anni, costruendo la sua forma urbana e le sue relazioni sociali e con il territorio. Lo sfruttamento delle opportunità costituite dal sito ha condotto all’elaborazione di una strategia progettuale che si è tradotta nella realizzazione di interventi graduali e distribuiti nel corso del tempo; essi mirano a restituire gradualmente la vasta area alla città, di modo tale che essa sia in grado di ristabilire appieno un rapporto con l’ex SNIA la quale diventa, a sua volta, parte di un corridoio ecologico a scala regionale.
_apertura alla città
fiumi e canali
bordo dell’area di progetto
_permeabilità _permeabilità
Laboratorio di Urbanistica
Prof. Arch. Francesco Infussi
Corso di Progettazione Architettonica - Architettura e Disegno Urbano Tutor Arch. Daniela Gambino, Arch. Roberto Manuelli, Arch. Alice Mento
BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
_accessibilità _accessibilità
IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI E DEI LUOGHI DEL LAVORO ALLA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO ABITABILE NELLA REGIONE MILANESE
1
Francesco Turati_883881 SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
_analisi
edifici da recuperare
l’apertura verso il territorio circostante costituisce una grande opportunità di recupero dei suoli e degli edifici del sito, a lungo abbandonati e in gravi condizioni di degrado SUOLO INQUINATO / BONIFICA
BORDO CHIUSO / BORDO APERTO
edifici esistenti area bonificata
la bonifica del sito progettuale costituisce l’azione principale da attuare per connettere l’area di progetto al sistema ecologico esistente Studenti: Erica Spaggiari_883803 Jennifer Rizzi_883272 Elena Tarantino_896784
1
_tema progettuale
32
tenti tenti
care e restituire alla città e ai suoipubblico abitanti. Nel momento cuiun unoperatore operatore pubblicooooprivato privatosia siarealrealNel Nel momento momento ininincui cui un operatore pubblico privato sia realNel momento in cuiprime un operatore pubblicoeeoedecida privato sia realmente coinvoltodalle dalle prime azioniprogettuali progettuali decidadi invemente mente coinvolto coinvolto dalle prime azioni azioni progettuali decida didi inveinvemente coinvolto azionifermarsi progettuali e decida di investire nell’area, nondalle piùprime necessario fermarsiesclusivamente esclusivamente stire stire nell’area, nell’area, non non èèèpiù più necessario necessario fermarsi esclusivamente alalal stire nell’area, non è più necessario fermarsi esclusivamente perimetro dellastessa, stessa, ma puòpensare pensare concederedelle delleal perimetro perimetro della della stessa, ma ma sisisipuò può pensare di didiconcedere concedere delle perimetro della stessa, ma si può pensare di concedere delle areeda darecuperare recuperareagganciandosi agganciandosiall’interno all’internodel delsito. sito.Ciò Ciòdovrà dovrà aree aree da recuperare agganciandosi all’interno del sito. Ciò dovrà aree daseguendo recuperare agganciandosi all’interno del sito.graduale Ciò dovrà avvenire seguendosempre sempre principio dell’apertura graduale avvenire avvenire seguendo sempre ilililprincipio principio dell’apertura dell’apertura graduale avvenire seguendo sempre il principio dell’apertura graduale verso il contesto. verso versoililcontesto. contesto. verso il contesto. L’evoluzione dell’intervento mira mira ad ad un un recupero recupero completo completo L’evoluzione L’evoluzione dell’intervento dell’intervento mira ad un recupero completo L’evoluzione dell’intervento miratale adda un recupero completo dell’intera areadi diprogetto progettoinininmodo modo tale da realizzare unsistema sistema dell’intera dell’interaarea area di progetto modo tale da realizzare realizzare un un sistema dell’interaee area di progetto in modo tale da realizzare un sistema permeabile eaccessibile accessibile tramite valorizzazione delle assialità permeabile permeabile accessibile tramite tramite lalalavalorizzazione valorizzazione delle delle assialità assialità permeabile eloro accessibile tramitema la valorizzazione dellel’inseriassialità esistenti potenziamento, ma ancheattraverso attraverso l’inseriesistenti esistenti eeeilililloro loro potenziamento, potenziamento, ma anche anche attraverso l’inseriesistenti e il loro potenziamento, ma anche attraverso l’inserimento nuove dinamiche. mento mento di didinuove nuove dinamiche. dinamiche. mento diaaanuove dinamiche. risultato cuisisisiambisce ambisceèèèun’apertura un’aperturacompleta completaalla allacittà cittàeeealalal IlIlIlrisultato risultato cui cui ambisce un’apertura completa alla città Il risultato a cuilala silastrategia ambisce èadottata un’apertura completa alla la città e al territorio; tuttavia strategiaadottata consente attuare proterritorio; territorio; tuttavia tuttavia strategia adottata consente consente di didiattuare attuare lalaproproterritorio; tuttavia la strategia adottata consente di attuare la progettazionedell’area dell’areaper perlivelli, livelli,che chenon nonnecessariamente necessariamentedevono devono gettazione gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente devono gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente devono essere raggiunti,ma mache checonsentono consentonodi soddisfarediversi diversigradi gradi essere essere raggiunti, raggiunti, ma che consentono didisoddisfare soddisfare diversi gradi step2_bordo raggiunti, ma che consentono di soddisfare diversi gradi permeabilità accessibilità. di didiessere permeabilità permeabilità eeeaccessibilità. accessibilità. di permeabilità e accessibilità.
L’evoluzione L’evoluzione dell’intervento dell’intervento mira mira ad ad un un recupero recupero completo completo dell’intera dell’interaarea areadidiprogetto progettoininmodo modotale taleda darealizzare realizzareun unsistema sistema permeabile permeabileeeaccessibile accessibiletramite tramitelalavalorizzazione valorizzazionedelle delleassialità assialità esistenti esistentieeil illoro loropotenziamento, potenziamento,ma maanche ancheattraverso attraversol’inseril’inserimento mentodidinuove nuovedinamiche. dinamiche. Il Ilrisultato risultatoaacui cuisisiambisce ambisceèèun’apertura un’aperturacompleta completaalla allacittà cittàeealal territorio; territorio;tuttavia tuttavialalastrategia strategiaadottata adottataconsente consentedidiattuare attuarelalaproprogettazione gettazionedell’area dell’areaper perlivelli, livelli,che chenon nonnecessariamente necessariamentedevono devono essere essereraggiunti, raggiunti,ma mache checonsentono consentonodidisoddisfare soddisfarediversi diversigradi gradi didipermeabilità permeabilitàeeaccessibilità. accessibilità.
La strategia di progetto strada strada is prevede, di fatto, ferrovia-tram ferrovia-tram pista pistaciclabile ciclabile perimetro perimetrodell’area dell’areadidiprogetto progetto un’apertura graduale dei fiume fiumeSeveso-canale Seveso-canaleVilloresi Villoresi _definizione _definizionedel delperimetro perimetrodell’area dell’areaattraverso attraversoleleviabilità viabilitàesistenti esistenti _definizione _definizione confini del sito verso la città. viabilità viabilitàesist esi strada strada strada areedididiintervento interventosul sulperimetro perimetro aree aree intervento sul perimetro ispessimentodel delbordo bordo ispessimento ispessimento del bordo Partendo dall’individuazione strada ferrovia-tram aree diverso intervento sul perimetro ferrovia-tram ferrovia-tram apertura versol’esterno l’esterno ispessimento del bordo apertura apertura verso l’esterno ferrovia-tram pista ciclabile apertura verso l’esterno pista pista ciclabile ciclabile del perimetro (definito dagli pista ciclabile perimetro dell’area di progetto perimetro perimetrodell’area dell’areadidiprogetto progetto step1_perimetro step3_apertura 1_PERIMETRO 2_BORDO 1_PERIMETRO 2_BORDO 3_APERTURA 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 2_BORDO perimetro dell’areaVilloresi di progetto fiume Seveso-canale Villoresi fiume fiume Seveso-canale Seveso-canale Villoresi step4_penetrazione step4_penetrazione step5_assialità step5_assialitàesterne esterne step6_ag step6_a 6_SISTE 6_SIST 1_PER 3_AP 5_AS 1_PE 3_AP 5_AS 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORD 4_PENE 2_BOR 4_PEN La strategia è stata individuata partendo dall’attività di analisi fiume Seveso-canale Villoresi assi di trasporto stradale, _definizionedel del perimetro dell’areaattraverso attraversoleleleviabilità viabilitàesistenti esistenti _definizionedididiun unintorno intornoprossimo prossimoalalalconfine confineche checompende compendeanche anchelalala _definizionedelle delleprime primearee areedididiintervento interventoche chesisisiattestano attestanosul sulperimetro perimetro _definizione _definizione del perimetro perimetro dell’area dell’area attraverso viabilità esistenti _definizione _definizione un intorno prossimo confine che compende anche _definizione _definizione delle prime aree intervento che attestano sul perimetro svolta per comprendere l’area di progetto. Si è infatti evidenviabilità esistente per riusciread adaprire aprire ilsito sitoaree progetto versoVaredo Varedo _definizione del perimetro dell’area attraverso le viabilità esistenti _definizione di un intorno prossimo al confine che compende anche la per _definizione delle prime di intervento che si attestano sul perimetro viabilità viabilità esistente esistente per riuscire riuscire ad aprire ililsito dididiprogetto progetto verso verso Varedo ziato come il sito sia completamente circondato da un sistema viabilità esistente per riuscire ad aprire il sito di progetto verso Varedo ferroviario e ciclopedonale, infrastrutturale formato da strade, ferrovie e piste ciclabili. Tale sistema definisce un bordo, che può divenire il primo livello di nonché dal fiume Seveso), si un’azione progettuale finalizzata alla penetrazione all’interno del sito e al suo recupero. step4_penetrazione step5_assialitàesterne esterne step6_aggancioDI step7_estensione 6_SISTEMA DIBORDO BORDO adotta una serie di iniziative e 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE step4_penetrazione step4_penetrazione step5_assialità step5_assialità esterne step6_aggancio step6_aggancio step7_estensione step7_estensione 6_SISTEMA 6_SISTEMA DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 2_BORDO 4_PENETRAZIONE L’area comincia ad aprirsi gradualmente verso la città scoprenstep4_penetrazione step5_assialità esterne step6_aggancio DI BORDO step7_estensioneDI BORDO 6_SISTEMA 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SIST 2_BOR 4_PEN 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE step2_bordo step3_apertura 1_PERIMETRO 2_BORDO 3_APERTURA 4_PENETRAZIONE dosi pian piano e stabilendo un primo rapporto con essa. Ciò2_BORDO 1_PERIMETRO 2_BORDO diavviene interventi progettuali attraverso i primi interventi progettuali localizzati sul perimetro dell’area di progetto; essi sono mirati a generare delle atpiccoli ela mirati che trattività verso collettività, che può in questo modo cominciare ad avvicinarsi all’area e ad interessarsene. “rosicchiano” pianodi persone, ofL’apertura garantirebbe un pian aumento dell’afflusso frendo alcuni servizi di interesse territoriale. L’obiettivo in talsempre senso è di volgere l’attenzione su una scala urun’area più vasta del bana maggiore così da suscitare l’interesse da parte di soggetti non immediatamenteindustriale, coinvolti con la comunità ma con la vocomplesso lontà di investire economicamente nell’area per poterla riqualificare e restituire alla città e ai suoi abitanti. penetrando dall’esterno verso Nel momento in cui un operatore pubblico o privato sia realmente coinvolto dalle prime azioni progettuali e decida di invel’interno lungo le infrasttutture stire nell’area, non è più necessario fermarsi esclusivamente al perimetro della stessa, ma si può pensare di concedere delle sopra citate. Contestualmente aree da recuperare agganciandosi all’interno del sito. Ciò dovrà avvenire seguendo sempre il principio dell’apertura graduale a verso questa penetrazione, si il contesto. L’evoluzione dell’intervento mira ad un recupero completo cerca altresì diin modo stabilire delle dell’intera area di progetto tale da realizzare un sistema permeabile e accessibile tramite la valorizzazione delle assialità nuove che esistenti e ilassialità loro potenziamento, ma anche attraverso l’inserimento di nuove dinamiche. consentano all’area di essere strada Il risultato a cui si ambisce è un’apertura completa alla città e al aree di intervento sul perimetro ispessimento del bordo penetrazioneverso versol’interno l’interno penetrazione ferrovia-tram territorio; tuttavia la strategia adottata consente di attuare la proapertura verso l’esterno estensio estens assialità assialità attraversata, ovvero, in altredevono pista ciclabile gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente perimetro dell’area di progetto essere raggiunti, ma che consentono di soddisfare diversi gradi _dopo _dopoaver avereliminato eliminatoi confini i confinisisipuò puòpassare passarea auna unaazione azionerivolta rivoltaall’interall’inter_definizione _definizionedelle delleprime primeassialità assialitàall’interno all’internodell’area dell’area _le _learee areedidip fiume Seveso-canale Villoresi di permeabilità parole, die accessibilità. divenire permeabile nonodell’area dell’area _definizione del perimetro dell’area attraverso le viabilità esistenti _definizione di un intorno prossimo al confine che compende anche la _definizione delle prime aree di intervento che si attestano sul perimetro viabilità esistente per riuscire ad aprire il sito di progetto verso Varedo al suo interno, cosicché il sito in penetrazioneverso versol’interno l’interno penetrazione penetrazione verso l’interno estensionedelle dellearee areedididiprogetto progettoverso versoleleleassialità assialitàverticali verticali estensione estensione delle aree progetto verso assialità verticali gradualeaggancio agganciodel delbosco boscoalalalcostruito costruito assialità graduale graduale aggancio del bosco costruito questione possa essere assialità assialità penetrazione verso l’interno estensione delle aree di progetto verso le assialità verticali graduale aggancio del bosco al costruito assialità aree aree di di intervento intervento sul sul perimetro perimetro ispessimento ispessimento del del bordo bordo _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’inter_definizione delle prime assialità all’interno dell’area _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne _la riserva diventa parte integrante del progetto collegagradualmente gradualmente apertura apertura verso verso l’esterno l’esterno _dopo _dopo aver aver eliminato eliminato i i confini confini si si può può passare passare a a una una azione azione rivolta rivolta all’interall’inter_definizione _definizione delle delle prime prime assialità assialità all’interno all’interno dell’area dell’area _le _le aree aree di di progetto progetto si si agganciano agganciano alle alle assialità assialità interne interne _la _la riserva riserva diventa diventa parte parte integrante integrante del del progetto progetto eeesisisicollega collega gradualmente davvero sfruttato in tutte le sue 3_APERTURA no dell’area costruito _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’inter-6_SISTEMA _definizione delle primeDI assialità all’interno dell’area _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne _la riserva diventa parte integrante del progetto e si collega gradualmente no no dell’area dell’area alalalcostruito costruito step4_penetrazione step5_assialità esterne step6_aggancio step7_estensione 6_SISTEMA DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' BORDO 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE no dell’area al costruito step8_assialità step8_assialitàinterne interne step9_operazioni step9_operazioni interne interne step10_d step10_ 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SIST 2_BOR 4_PEN 1_PER 5_AS 3_AP 1_PE 5_AS 3_AP potenzialità e in tutte le sue _definizione _definizione di di un un intorno intorno prossimo prossimo al al confine confine che che compende compende anche anche la la _definizione _definizione delle delle prime prime aree aree di di intervento intervento che che si si attestano attestano sul sul perimetro perimetro parti. viabilità viabilità esistente esistente per per riuscire riuscire ad ad aprire aprire ilil sito sito di di progetto progetto verso verso Varedo Varedo
strategia di progetto
step6_aggancio DI BORDO 6_SISTEMA 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE
step7_estensioneDI BORDO 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA'
penetrazione verso l’interno _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’interno dell’area
assialità _definizione delle prime assialità all’interno dell’area
step8_assialitàinterne interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' step8_assialità step8_assialità interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' step8_assialità interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO
estensione delle aree di progetto verso le assialità verticali _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne
step9_operazioni interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO step9_operazioni step9_operazioni interne interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO BORDO step9_operazioniDI interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' BORDO
step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO step10_demolizioni selettive step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO
graduale aggancio del bosco al costruito _la riserva diventa parte integrante del progetto e si collega gradualmente al costruito
assialità assialitàest-ovest est-ovestprimaria primaria nuova nuovaassialità assialitànord nordsud sud assialità assialitàest-ovest est-ovestsecondaria secondaria _definizione _definizionedelle dellenuove nuoveassialità assialitàininbase basealle allepreesistenze preesistenze
estensione estensione delle delle aree aree di di progetto progetto verso verso le le assialità assialità verticali verticali
step8_assialità 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' _le aree aree di di progetto progetto si si interne agganciano alle alle assialità assialità interne interne _le agganciano
graduale graduale aggancio aggancio del del bosco bosco al al costruito costruito
assialitàest-ovest est-ovestprimaria primaria assialità assialità est-ovest primaria nuova assialità nordsud sud assialità est-ovest primaria nuova nuova assialità assialità nord nord sud nuova assialità nord sud assialità est-ovest secondaria assialità assialitàest-ovest est-ovestsecondaria secondaria assialità est-ovest secondaria
step9_operazioni interne step10_demolizioni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIselettive BORDO _la _la riserva riserva diventa diventa parte parte integrante integrante del del progetto progetto ee si si collega collega gradualmente gradualmente6_SISTEMA _definizionedelle dellenuove nuoveassialità assialitàinininbase basealle allepreesistenze preesistenze _definizione _definizione delle nuove assialità base alle preesistenze al al costruito costruito
_definizione delle nuove assialità in base alle preesistenze
PolitecnicodididiMilano Milano Politecnico Politecnico Milano Politecnico di Milano
edificiesistenti esistenti edifici edifici esistenti edifici esistentifronti consolidamento frontiedifici edifici consolidamento consolidamento fronti edifici consolidamento fronti edifici
step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO _primiinterventi interventisull’esistente:consolidamento sull’esistente:consolidamentodei deifronti frontiesterni esterni _primi _primi interventi sull’esistente:consolidamento dei fronti esterni
_primi interventi sull’esistente:consolidamento dei fronti esterni
LaboratoriodididiUrbanistica Urbanistica Laboratorio Laboratorio Urbanistica Laboratorio di Urbanistica
erosione erosione erosione erosione Politecnico PolitecnicodidiMilano Milano
step11_percorsiinterni interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO step11_percorsi step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO
6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SIST 2_BOR 4_PEN
e
edifici edificiesistenti esistenti consolidamento consolidamentofronti frontiedifici edifici
_primi _primiinterventi interventisull’esistente:consolidamento sull’esistente:consolidamentodei deifronti frontiesterni esterni
_erosione _erosioneses e ealla allapossib poss
percorsiinterni interni percorsi percorsi interni percorsi interni Laboratorio LaboratoriodidiUrbanistica Urbanistica
6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO Scuola Scuola didiArchitettura Architettura Urbanistica UrbanisticaIngegneria Ingegneriadelle delleCostruzioni Costruzioni Prof. Prof.Arch. Arch.Francesco FrancescoInfussi Infussi _erosioneselettiva selettivadell’esistente dell’esistenteinininbase baseallo allostato statodidididegrado degradodegli degliedifici edifici _definizionedididinuovi nuovipercorsi percorsigrazie grazieall’erosione all’erosioneselettiva selettiva _erosione _erosione selettiva dell’esistente base allo stato degrado degli edifici _definizione _definizione nuovi percorsi grazie all’erosione selettiva
allapossibile possibile destinazione d’uso _erosione selettiva dell’esistente in base allo stato di degrado degli edifici _definizione di nuovi percorsi grazie all’erosione selettiva eeealla destinazione d’uso alla possibile destinazione d’uso Corso Corso didi Progettazione Progettazione Architettonica Architettonica - Architettura - Architettura e eDisegno DisegnoUrbano Urbano Tutor Tutor Arch. Arch.Daniela DanielaGambino, Gambino, Arch. Arch.Roberto Roberto Manuelli, Manuelli,Arch. Arch.Alice AliceMento Mento e alla possibile destinazione d’uso
ILCONTRIBUTO CONTRIBUTODEI DEITERRITORI TERRITORI IL IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI IL CONTRIBUTO DEILAVORO TERRITORI DEILUOGHI LUOGHIDEL DEL LAVORO EEEDEI DEI LUOGHI DEL LAVORO
Studenti:Erica EricaSpaggiari_883803 Spaggiari_883803 Studenti: Studenti: Erica Spaggiari_883803 Studenti: Jennifer Erica Spaggiari_883803 Rizzi_883272 Jennifer JenniferRizzi_883272 Rizzi_883272
33
ALL AL
N
Il masterplan di progetto si divide in più parti: _un intervento di riqualificazione del fronte fiume lungo il corso del Seveso, con un parco e dei percorsi ciclopedonali; _una vasta operazione di recupero, ristrutturazione, adeguamento e rifunzionalizzazione degli edifici esistenti, adibiti a funzioni residenziali, commerciali, lavorative e culturali; _l’istituzione di un centro di ricerca per la botanica; _l’inserimento di un centro sportivo lungo la Strada Statale Comasina; _la creazione di una riserva naturale conseguente alle operazioni di bonifica dell’area meridionale del sito. Si è prestata attenzione agli attraversamenti stradali e ciclopedonali, così come a quelli ferroviari: viene prevista, infatti, la costruzione di un anello tramviario che diviene una deviazione della esistente tramvia Milano-Limbiate, il quale attraversa la parte settentrionale dell’area di progetto.
1
4
3
7 5
2
Masterplan di progetto Legenda: 1_fronte fiume; 2_zona residenziale 3_zona commerciale/ lavorativa 4_zona culturale/ amministrativa 5_centro ricerca 6_centro sportivo 7_riserva naturale
6
34
1_sezione A-A’_viale alberato est-ovest
5
_sezione _vista 5 D-D’_canale Villoresi e riserva naturale Sezione _vista 1
territoriale
_postazione birdwatching _fotomontaggio
_a
_azioni progettuali
_vista 4
_ 1_consolidamento dei fronti
2_demolizione selettiva
5_accessibilità agli edifici
6_piazza pubblica
3_restauro
7_spazi aperti
1_
4_pieni e vuoti
1
8_bonfica
2_sezione B-B’_via Umberto I
5_
_sezione F-F’_area Seveso _vista 2
_azioni progettuali
5
_vista 6
Vista a voloE-E_ d’uccello (sud-est / nord-ovest) _sezione centro ricerca
_a
Sezione birdwatching 1_consolidamento dei fronti
2_demolizione selettiva
5_accessibilità agli edifici
6_piazza pubblica
3_restauro
4_pieni e vuoti
1_
_vista 5
7_spazi aperti
8_bonfica
_
3_sezione C-C’_campi sportivi
_vista 3
_azioni progettuali
5_ 1
_sezione D-D’_ canalearea Villoresi e riserva naturale _sezione F-F’_ Seveso
Vista a volo d’uccello (nord-est / sud-ovest)
1_consolidamento dei fronti
2_demolizione selettiva
5_accessibilità agli edifici
6_piazza pubblica
3_nuova costruzione
7_spazi aperti
4_pieni e vuoti
5
8_bonfica
_postazione birdwatching
35
08_Progetto di un edificio per uffici riconvertibile ad edificio residenziale Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Monica Lavagna, Michela Buzzetti Nel Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto si è affrontato il tema del cambio di destinazione funzionale di un edificio, analizzato nelle sue parti costruttive, tecnologiche ed impiantistiche. Lo stabile è ubicato nel centro storico di Milano, in via Sant’Agnese. L’impostazione del lavoro prevede la realizzazione di una palazzina che nel suo ciclo di vita dovrà ospitare dapprima degli uffici e successivamente delle residenze. Il progetto è stato analizzato in tutte le sue componenti stratigrafiche con l’adozione di pacchetti murari e di solaio che garantiscano una facile smontabilità ed interoperabilità, seguendo i principi della sostenibilità ambientale ed economica. Importante è stata l’analisi degli impianti di riscaldamento/ raffreddamento, con studi e simulazioni mirate a trovare le soluzioni migliori per realizzare un edificio a basso impatto ambientale. E’ stata fornita altresì un’ipotesi degli impianti elettrici e di smaltimento delle acque. AutoCAD e il pacchetto Adobe sono i principali software usati per la realizzazione degli elaborati grafici. Il programma Sketchup, invece, corredato dal plug-in BestEnergy, è stato usato per realizzare le simulazioni energetiche e dell’edificio di progetto e dell’edificio come da normativa (in quanto a limiti di trasmittanza dei pacchetti tecnologici). I dati ottenuti sono stati rielaborati con Excel. Masterplan di progetto
36
TIGRAFIE - CHIUSURE E PARTIZIONI VERTICALI 1_Parete con pannello di rivestimento esterno
a
a_Facciata vetrata continua SchĂźco FW 50 con vetrocamera 6/20/6mm su infisso e telaio in acciaio fissato con profili in acciaio alla struttura portante b_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm c_Isolante in sughero Corkpan sp 70mm d_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm e_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm f_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm g_Profilo montante a C
b
Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 53 Fattore di attenuazione (fd): 0,287 Sfasamento (h): 10,46
Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 53 Fattore di attenuazione (fd): 0,287 Sfasamento (h): 10,46
5_Partizioni vetrate Trasmittanza (W/m2K): 0,166 Massa (kg/m2): 35 Fattore di attenuazione (fd): 0,526 Sfasamento (h): 6,57
i
i
c de f g
ab c d e
f g
6_Partizioni bagno
i
i
i
a b c d e f g a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Isolante in sughero Corkpan sp. 80mm c_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm d_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm e_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm f_Profilo montante a C g_Parete verde Puzle
a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Isolante in sughero Corkpan sp. 80mm c_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm d_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm e_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm f_Malta cementizia per muratura Fassa Bortolo MM 30 sp. 15mm g_Profilo montante a C
3
1
4_Parete divisoria interna
2
a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 15mm c_Isolante in fibra di canapa Naturtherm CA sp. 100mm d_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 30mm e_Isolante in fibra di canapa Naturtherm CA sp. 100mm f_Profilo montante a C g_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm
i
Divisorio trasparente Fantoni IWallSpace/IW
4
3
Divisorio per bagni Kemmlit
5
450
180 150
80 210
281
A
90 150
280
80 210
586
302
B 597
80 210 180 150
90 150 271
450
90 150
697
4
80 210
90 150
90 150
90 150
F
1193
C
100 210
6
100 210
289
100 210
75 210
75 210
75 210
75 210
450
592
300
90 150
100 210
100 210
697
G
286
D
170
100 210
875
697
5
80 210
575
600
80 210
90 150
284
450
857 90 150
586
2
80 210
283 280
+7.40
600
1
300
900
Docenti
600
Tutors
Studenti
180 150
90 150
H 180 150
E 180 150
g
e
e
180 150
b c d e f
e
281
a
Trasmittanza (W/m2K): 0,19 Massa (kg/m2): 70 Fattore di attenuazione (fd): 0,271 Sfasamento (h): 10,44
3_Parete perimetrale esterna verde
286
i
2_Parete perimetrale esterna
Pianta piano secondo (uffici) con pacchetti tecnologici murari 37
TAVOLA 07 A
STRATIGRAFIE - CHIUSURE E PARTIZIONI ORIZZONTALI
e
a
b
Trasmittanza (W/m2K): 0,14 Massa (kg/m2): 491 Fattore di attenuazione (fd): 0,280 Sfasamento (h): 10,83
c
i
a_Piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm b_Gettata in CLS sp. 350mm c_Alleggerimento in EPS sp. 200mm
i a
b c
4_Copertura
3_Solaio interpiano
2_Solaio a sbalzo
1_Solaio predalles
d
e
f
g
h
e
i
a_Malta cementizia per muratura Fassa Bortolo MM 30 sp. 15mm b_Isolante in EPS 100 Fassa Bortolo sp. 160mm c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante in lana di roccia Rockwool Acoustic 225 Plus sp. 40mm f_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm g_Massetto in cementolegno Betonwood tongue&groove sp 40mm h_Pavimento galleggiante Topfloor con piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm
Trasmittanza (W/m2K): 0,124 Massa (kg/m2): 127 Fattore di attenuazione (fd): 0,123 Sfasamento (h): 14,63 a
b
c d
e
f
g
h
e
a_Controsoffitto metallico con pannelli in aggancio Atena Enigma Open con struttura a triangolo singola b_Trave in acciaio IPE 450 c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante in lana di roccia Rockwool Acoustic 225 Plus sp. 40mm f_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm g_massetto in cementolegno Betonwood tongue&groove sp 40mm h_pavimento galleggiante sistema Topfloor con piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm
Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 386 Fattore di attenuazione (fd): 0,297 Sfasamento (h): 10,22 a_Controsoffitto metallico con pannelli in aggancio Atena Enigma Open con struttura a triangolo singola b_Trave in acciaio IPE 450 c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm f_Lastra in vetro cellulare Foamglas sp. 175mm g_Membrana impermeabilizzante bitume polimero Bituver Fleximat sp. 4mm h_ghiaia satura di livellamento Vezzola
i
a b
c d e
f
g
i
h
4
+11.10
3 +7.40
2 +3.70
1 +0.00
Prospetto B-B’
Prospetto C-C’ B
B’ A
C
C’
-3.70
A’
Sezione A-A’
Docenti
Tutors
Studenti
Monica Lavagna Michela Buzzetti
Serena Giorgi Valerio Panella Gianluca Peplis Alberto Prinzo Manlio Mazzon
Martina Preda_883682 Jennifer Rizzi_883272 Francesco Turati_883881
LABORATORIO DI COSTRUIBILITA’ E SOSTENIBILITA’ DEL PROGETTO CORSO DI STUDIO IN ARCHITETTURA E DISEGNO URBANO ANNO ACCADEMICO 2017-2018
TAVOLA 07 B
Sezione_Prospetti e prospetti e sezione scala(uffici) 1:50 UFFICI con pacchetti tecnologici di solaio 38
GREEN BELT BUILDING
La sostenibilità del progetto, componente fondamentale del Laboratorio, è stata raggiunta mediante un’approfondito studio delle proprietà fisico-termiche dei materiali utilizzati per l’edificio, fondamentali per il soddisfacimento dei criteri previsti dai protocolli LEED e ITACA e per lo svolgimento della valutazione LCA (Life Cycle Assessment) cui è stato sottoposto lo stabile. Tutte queste verifiche sono indispensabili per il perseguimento dell’obiettivo della sostenibilità: servono infatti a capire quali sono i livelli di impatto ambientale ed economico per il trasporto dei materiali, per la costruzione, la demolizione, l’efficienza impiantistica, l’adeguatezza dello smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti, il contributo al risanamento del tessuto cittadino, la percentuale di verde cui è destinata parte dell’area edificabile, etc.
+11.10
+11.10
+7.40
+7.40
+3.70
+3.70
+0.00
+0.00
Prospetto B-B’_fronte interno - uffici
Prospetto D-D’_fronte strada - uffici
-3.70
Piante, sezioni, prospetti (uffici) Porzioni sul fronte interno Porzioni sul fronte strada
-3.70
Pianta 2_fronte strada - uffici: porzione del secondo piano
Sezione C-C’ _fronte strada - uffici Pianta 1_fronte interno - uffici: porzione del secondo piano
A
Sezione A-A’ _fronte interno - uffici
B
A’
D
Pianta 1
C
D’
Pianta 2 B’
C’
39 Docenti
Tutors
Studenti
TAVOLA 09 A
Docenti
Tutors
Studenti
TAVOLA 09 B
09_Il naviglio della Martesana: asse portante di nuove centralità per Milano Laboratorio di Progettazione Architettonica A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Marco Stanislao Prusicki, Alessio Schiavo, Nicola Cefis Nel Laboratorio di Progettazione Architettonica si è affrontato il tema della valorizzazione del sistema dei Navigli milanesi che, in previsione della loro riapertura, possono innescare meccanismi di riprogettazione urbana in grado di connettere e unificare il tessuto urbano di Milano. In questo caso, il progetto è ubicato lungo il Naviglio della Martesana, nel quartiere di Crescenzago. L’intervento prevede la realizzazione di un imponente edificio ad isola, caratterizzato da uno sbalzo di 72m, che sorge al centro del letto del canale, appositamente allargato per ospitarlo. In più, è previsto il recupero degli edifici industriali immediatamente a nord del manufatto di nuova costruzione, nonché l’organizzazione di aree verdi e di spazi dedicati allo sport e al tempo libero. Rimane importante il tema delle connessioni, con due lunghe passerelle che, sfruttando una piazza rialzata aperta al primo piano dell’edificio, collegano le due sponde del canale; un’altra passeggiata collega gli edifici industriali al secondo piano dello stabile al centro del Naviglio. Infine, il masterplan istituisce un rapporto con la vicina ex industria CARGO.
+128.0 +135.5
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Tutti i disegni impostati su CAD sono stati successivamente colorati con Photoshop; esistono anche delle viste 3D realizzate con l’aiuto dei softwares Sketchup e Revit. Masterplan di progetto
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piscina per tuffi
Ciò che si cerca di stabilire è un rapporto fra l’edificio e l’acqua. Così, risulta che l’edificio ad isola concentri in sé delle funzioni sportive e ludiche che hanno appunto a che fare con l’acqua. E’ da sottolineare, infatti, che al piano terra del manufatto è presente una palestra dedicata al canottaggio e un campo da water polo, mentre al piano quarto sono state inserite delle terme e al quinto delle piscine. Tra le altre funzioni, c’è una parete d’arrampicata alta 23,70m e, al piano terzo, delle palestre. Il piano secondo invece assume la funzione di hall d’ingresso, in quanto punto d’arrivo della passerella proveniente dagli edifici industriali e, soprattutto, perchè da questo piano si accede alla grande sala teatrale a sbalzo sul Naviglio.
piscina all’aperto piscina termale coperta risalite
terme spogliatoi risalite
2
palestre spogliatoi magazzino risalite
hall di ingresso
4
Negli edifici industriali, riconvertiti anch’essi a funzioni ludico sportive, sono presenti campi da bocce e piste da bowling, nonché una sala per la scherma. Esiste un punto ristoro, mentre in copertura sono stati posti dei campi da beach volley che dialogano con i campi sportivi presenti immediatamente di fianco ai manufatti ristrutturati.
foyer
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infopoint +128.0
7
3
bar risalite
piazza pubblica all’aperto ristorante
6
risalite
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Planimetria generale del piano terra con schemi funzionali Legenda: 1_campo da water polo; 2_ingresso agli ex edifici industriali; 3_campo da bocce; 4_piste da bowling; 5_sala da scherma; 6_punto ristoro; 7_campi sportivi
guardaroba
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arrampicata canottaggio spogliatoi
1
risalite
risalite area carico - scarico
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3 7
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Pianta piano secondo Legenda: 1_hall; 2_foyer; 3_teatro; 4_guardaroba; 5_infopoint; 6_bar; 7_parete d’arrampicata I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Progettazione Architettonica
Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio Cefis Nicola
Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272 Turati Francesco 883881
I’
Pianta Pianta Prosp Sezion H’
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Prospetto H-H’
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Pianta piano quarto Legenda: 1_terme; 2_spogliatoi; 3_magazzino; 4_parete d’arrampicata Prospetto H-H’ I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Progettazione Architettonica
Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio Cefis Nicola
I’
Pianta Pianta Prosp Sezion
Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272 Turati Francesco 883881
H’
H
Sezione I-I’ I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano
Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio
Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272
I’ Pianta piano quarto +144.5 m - Scala 1:200 Pianta piano quinto +150.8 m - Scala 1:200 Prospetto H-H’ - Scala 1:200 Sezione I-I’ - Scala 1:200
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10_Palazzo Magio - Grasselli
di natura Quando sono note le cause sistono presenze di malta di terra. I mattoniprocessi sono molto similidiversa. fra di loro per dimensioni, del degrado, possono essere utilizzati anche termini come abrasione erosione per corraricostruzione precisa delle fasi di costruzione dellaerosione cantina. per I mattoni sono ovisibili sopratsione (cause meccaniche), erosione per corrosione tutto sulle pareti del vano in analisi. (cause chimiche e l’utilizzo biologiche), erosione per usura La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela di malta di calce RILIEVO FOTOGRAFICO (cause impegnata per ricoprire la struttura realizzata in antropiche). mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco RILIEVO FOTOGRAFICO originale dell’epoca di costruzione della cantina.
Laboratorio di Restauro ANALISI DELLA CANTINA RILIEVO FOTOGRAFICO ANALISI DELLA CANTINA A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Alberto Grimoldi, Raffaella Brumana ANALISI DELLA CANTINA
ANALISI DELLA CANTINA
Codice: 01 EFFLORESCENZA
CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 Rilievi scala 1:75 0.15 0.14 Abaco dei degradi
Il Laboratorio di Restauro si è 0.15 0.14 focalizzato sul rilievo e la 0.15 0.14 rifunzionalizzazione dello storico Palazzo Magio - Grasselli a Cremona.
Rilievi scala 1:75 Abaco dei degradi
Descrizione
Rilievi scala 1:75
processi di natura diversa. Quando sono note le cause Formazione di possono sostanze,essere generalmente di colore del degrado, utilizzati anche termini biancastro e di aspetto cristallinoo oerosione pulverulento o come erosione per abrasione per corra-
Abaco dei degradi 0.15 0.14 La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte 0.15 fasi le sue attuale di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione attuale mostra le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione mostra 0.14 l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se per-
Descrizione
del degrado, possono essere utilizzati anche termini Descrizione
come erosione per abrasione o erosione per corraCodice: 01 sione (cause meccaniche), erosione per corrosione processi di natura diversa. Quando sono note le cause (cause chimiche e biologiche), erosione per usura Descrizione del degrado, possono essere utilizzati anche termini (cause antropiche). come erosione per abrasione o erosione per corraprocessi di natura diversa. Quando sono note le cause sione (cause meccaniche), erosione per corrosione Trattamento del degrado, possono essere utilizzati anche (cause chimiche e biologiche), erosione pertermini usura Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere come per abrasione o erosione per corra(cause erosione antropiche). sione (cause meccaniche), erosione per corrosione Trattamento (cause chimiche e biologiche), erosione per usura base di latte di calce. (cause antropiche). Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere
Formazione Codice: 02 di sostanze, generalmente di colore avvenire all’interno del materiale provocando spesbiancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o
Descrizione
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino provocando o pulverulento o avvenire all’interno del materiale spes-
Trattamento
EFFLORESCENZA
RILIEVO MATERICO Trattamento Si procede alla risoluzione delle problematiche legate
alla formazione di vaporemeccanica. acqueo e umidità di risaliSi procede con spazzolatura ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti
EFFLORESCENZA Descrizione
con impacchi argilla o polpa cellulosa. Si procede alladirisoluzione dellediproblematiche legate alla formazione di vapore acqueo e umidità di risaliTrattamento ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Si procede alla risoluzione delle problematiche legate alla formazione di vapore acqueo e umidità di risalicon impacchi di argilla o polpa di cellulosa. ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti
Descrizione
RILIEVO DEI DEGRADI
RILIEVO DEI DEGRADI
Trattamento
02
Vano Vano 0.15 -0.14 Scala- Scala 1:75 1:75
02 riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita 04 Si procede con spazzolaturacuimeccanica dell’aprevalentemente da la microrganismi possono ade02 interessata dalecc. degrado, con conseguente sirirerea polvere, terriccio, 02 02 gillatura della lacuna con malta preferibilmente di 04 Trattamento calce, alla quale si appone uno strato di intonaco. 02 02 02 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bio04 cida con ossigeno volume 20).
01
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Formazione di sostanze, generalmente di color biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento
03
con si ossigeno volume 20). checida perde, passa alla sostituzione della parte dan06 neggiata.
che si passa alla sostituzione dellacon parte Areaperde, caratterizzata dal contatto diretto unadansor- 01 Trattamento neggiata. gente, falda acquifera, tubazioni,... Si procede con l’isolamento e manutenzione dell’og02 getto causa del degrado; nel caso di una tubazione 02 Trattamento 01 che perde, si passa alla sostituzione della parte danSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogneggiata. 02 getto causa del degrado; nel caso di una tubazione 0201 che perde, si passa alla sostituzione della parte danneggiata. 02
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02 01 UMIDITA’ Studenti: Docenti:DA INFILTRAZIONE
02 02 01 02
POLITECNICO DI MILANO
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Legenda:
04 04 02
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PALAZZO MAGIO-GRASSELLI
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Legenda:
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EROSIONE
03 EFFLORESCENZA 04 Legenda: 03 DISGREGAZIONE 02 06 EROSIONE 01 LACUNA 04 Legenda: EFFLORESCENZA 02 PATINA BIOLOGICA 05 EROSIONE 01 01 DISGREGAZIONE 03 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE 06 03 EFFLORESCENZA 02 LACUNA
03 03
04 DISGREGAZIONE 03 PATINA BIOLOGICA 05 LACUNA DA04 04 UMIDITA’ INFILTRAZIONE 06 05 PATINA BIOLOGICA Studenti: 06 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE
01
01 02
0302
Preda Martina Grimoldi Alberto ANALISI DELLA CANTINA PALAZZO MAGIO-GRASSELLI
03
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02 04
01
883682 ANALISI DELLA CANTINA
03
04
Descrizione
03 01 Decoesione03 caratterizzata da distacco di granuli o cri talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 02 01 03 Si procede con spazzolatura meccanica.
03
01 02 03 04 05 06
01
EROSIONE
03
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EFFLORESCENZA
01
DISGREGAZIONE LACUNA PATINA BIOLOGICA UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE
LACUNA Codice: 04 Descrizione
04 05 06
04
Codice: 01 03
Trattamento
Legenda:
02
DISGREGAZIONE
03
02
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02 04
01
con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.
Vano 0.14 - Scala 03 1:75 V
02
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Vano 0.15 - Scala 1:75 01
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05 06 01 EROSIONE 03 02 EFFLORESCENZA 01 Legenda: 01 02 01 DISGREGAZIONE 03 EROSIONE 0201 LACUNA 04 Legenda: EFFLORESCENZA 02 01 BIOLOGICA 01 05 PATINA 01 DISGREGAZIONE 03 EROSIONE 01 UMIDITA’01 DA INFILTRAZIONE 06 LACUNA EFFLORESCENZA 0202 04 01 01 DISGREGAZIONE 05 03 BIOLOGICA 05 03 01 PATINA 02 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE 06 LACUNA 04 01 PATINA BIOLOGICA 05 Docenti: DA INFILTRAZIONE 06 UMIDITA’
04 01
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04 01 04
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Si procede alla risoluzione delle problematiche legat alla formazione di vapore acqueo e umidità di risa ta, ove non fosse possibile intervenire con strumen
03
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Trattamento
04
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Vano 0.15 - Scala 01 1:75 Vano 0.14 - Scala 1:75 V 04 Vano 0.14 - Scala 1:75 01 02 02 V 03
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01 01 04 01 02 02
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avvenire all’interno del materiale provocando spe 01
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Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 - Scala 1:75 V
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Vano 0.15 - Scala 1:75
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UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE
UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE Descrizione Trattamento Codice: 06 Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’og02 gente, falda acquifera, tubazioni,... Descrizione getto causa del degrado; nel caso di una tubazione
03 01 05
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PATINA BIOLOGICA
Studenti: Docenti: POLITECNICO DI MILANO Preda Martina 883682 Grimoldi Martina 883682 Grimoldi Alberto Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria dellePreda Costruzioni Codice: 06 Alberto Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Risso Martina 883277 Martina 883277 Scuola diRisso Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Corso di Architettura e Disegno Urbano
POLITECNICO DI MILANO
01
02
PATINA BIOLOGICA 04 04 Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su02 05 Codice: 05 05 01 04 01 01 0203 per lo più verde. La patina biologica è costituita 01 02 03 riabile 01 0203 03 PATINA BIOLOGICA 03 Descrizione prevalentemente da microrganismi cui possono ade- 01 03 01 01 01 02 04 Codice: 05terriccio, rire Strato sottile, morbidoecc. e omogeneo; aderente 01 alla su01 0104 01 polvere, 01 05 01 02 0201 04 05 Descrizione 02 03 03 Trattamento 03 è costituita 03 riabile per lo più verde. La patina biologica 03 0402 03 Strato sottile, morbido etensioattivi omogeneo;(trattamento aderente allabiosu- 01 04 01 Si procede con impacchi prevalentemente da microrganismi cui possono ade01 01 04 0104 04 05 05 02 01 polvere, cida con ossigeno volume rire ecc. 20). 01 030105 02 Codice: 0301per loterriccio, 03 05 riabile più 05verde. La patina biologica 03 è costituita 03 03 Trattamento prevalentemente da microrganismi cui possono ade- 01 01 01 01 04 02 04 Descrizione 02 01 02 rire polvere, terriccio, ecc. 01 01 01 01 04 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bioCodice: 02 02 06 04 06 06 01 ossigeno cida con 05 volume 20). Trattamento 01 Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su05 02 01 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bio-0104 Descrizione 01 01 04 01 01 01 02 01 02 04 0404 04 03 03 03 02 01 cida con volume 20). 06 01 ossigeno 01 02 una sor050503 05 05 06 Area caratterizzata dal contatto diretto con riabile verde. La patina biologica è costituita 03 per lo più 03 04 04 04 04 04 prevalentemente da microrganismi cui possono ade01 gente, falda acquifera, tubazioni,... 02 DA 02 01INFILTRAZIONE 01 UMIDITA’ 03 04 01 04 01 01 03 06 01 02 01 rire06polvere, terriccio, ecc. 03 06 Codice: 06 05 03 05 03 Trattamento 03 04 0104 01 04 Descrizione 03 04 Trattamento 0101 01 04 01 03 03 Si procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogUMIDITA’ DA Area dal contatto diretto con una sor05INFILTRAZIONE 05 03 06 03 caratterizzata 03 04 Si procede condegrado; impacchinel tensioattivi (trattamento bio04 getto 04 gente, Codice:falda 06 acquifera, tubazioni,... causa del caso di una tubazione
Descrizione
INTONACO INTONACO
vano 0.14
DEI DEGRADI
V 02 01 Vano 0.14 - Scala 1:75 01 02 V 02
01
Codice: 02
MATTONI
V
04
05 Vano Vano 0.15 -0.14 Scala- Scala 1:75 1:75 V 02 03
degli strati morbido più internie della muratura o del supporto. Strato sottile, omogeneo; aderente alla su02
02
Vano 0.15 - Scala 1:75 RILIEVO
V
Si procede l’isolamento e manutenzione dell’oggente, faldacon acquifera, tubazioni,... Descrizione getto causa del degrado; nel caso di una tubazione che perde, si passa dal allacontatto sostituzione della parte Trattamento Area caratterizzata diretto con unadansorneggiata. gente, faldacon acquifera, tubazioni,... Si procede l’isolamento e manutenzione dell’oggetto causa del degrado; nel caso di una tubazione Trattamento che perde, si passa alla sostituzione della parte danSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogneggiata. getto causa del degrado; nel caso di una tubazione che perde, si passa alla sostituzione della parte danneggiata.
04
INTONACO MATTONI MATTONI
V
Trattamento Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorCodice: 06
02 Descrizione
INTONACO INTONACO
V
DescrizioneDA INFILTRAZIONE UMIDITA’
Legenda:
Vano 0.14 - Scala 1:75 V
MATTONI 02
INTONACO
V
Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorCodice: 06 gente, falda acquifera, tubazioni,...
MATTONI MATTONI
INTONACO INTONACO
V
Descrizione
UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE
MATTONI
V
Codice: 06
INTONACO INTONACO
EFFLORESCENZA
INTONACO
INTONACO INTONACO
02
INTONACO
Legenda:
INTONACO INTONACO
02
Codice: 05 Descrizione Descrizione
gillatura della lacuna con malta preferibilmente di RILIEVO DEI DEGRADI Trattamento calce, alla quale si appone uno strato di intonaco. degli strati più interni della muratura o del supporto. Si procede con la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente si- 04 Trattamento gillatura della lacuna con malta preferibilmente di Si procede con la spazzolatura meccanica dell’acalce, alla quale si appone uno strato di intonaco. rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di 04 calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.
Codice: 05
UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE
MATTONI
RILIEVO DEI DEGRADI
vano 0.15
PATINA BIOLOGICA
Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento biocida con ossigeno volume 20).
MATTONI MATTONI
INTONACO INTONACO
Vano 0.15 -MATTONI Scala 1:75 MATTONI
MATTONI
Legenda:
LACUNA PATINA Codice:BIOLOGICA 04
LACUNA Descrizione Trattamento RILIEVO Codice: 04DEI DEGRADI Si procede con la spazzolatura meccanica dell’adegli strati più interni della muratura o del supporto.sirea interessata dal degrado, con conseguente Descrizione
Codice: 05
Trattamento
MATTONI MATTONI Legenda: INTONACO
INTONACO MATTONI MATTONI
degli strati Codice: 04più interni della muratura o del supporto.
PATINA BIOLOGICA
Strato sottile, morbido e omogeneo;cui aderente allaadesuprevalentemente da microrganismi possono Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento biorire polvere, terriccio, ecc. cida con ossigeno volume 20). riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita Trattamento prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere,con terriccio, ecc.tensioattivi (trattamento bioSi procede impacchi cida con ossigeno volume 20).
MATTONI
Legenda:
Legenda:
LACUNA RILIEVO DEI DEGRADI
base di latte di calce. MATTONI
Legenda:
MATTONI MATTONI
LACUNA Codice: 04
Descrizione riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita Trattamento
RILIEVO DEI DEGRADI
INTONACO
Descrizione
prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.
Si procede con spazzolatura meccanica per rimuover
V
Si procede con spazzolatura meccanica. talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Descrizione
Codice: 04
La 0.15, di attuale cuimostra è le suecantina fasi di costruzione. (vani In particolar modo, lo stato0.14), di conservazione Vano 0.14 - Scalagiuntati 1:75 fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se perl’utilizzo di mattoni sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, V proposto il rilievo, conserva intatti i ricostruzione precisa delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratmateriali utilizzati durante le fasi di tutto sulle pareti del vano in analisi. La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce impegnata per ricoprire la struttura realizzata costruzione. Lo statoin mattoni. di Si tratta ancora dell’intonaco originale dell’epoca di costruzione della cantina. conservazione attuale mostra l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro ABACO DEI DEGRADI MATTONI Legenda: per la maggior parte con malta di MATTONI INTONACO MATTONI INTONACO EROSIONE calce, con presenze di malta di Codice: 01 INTONACO Descrizione terra. La volta rivela l’utilizzo di processi di natura diversa. Quando sono note le caus malta di calce impegnata per del degrado, possono essere utilizzati anche termi erosione per abrasione o erosione per corr ricoprire la strutturacome realizzata sione (cause meccaniche), in erosione per corrosion (cause chimiche e biologiche), erosione per usur (cause antropiche). mattoni. Trattamento
procedecon con spazzolatura meccanica. Si Si procede la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.
DISGREGAZIONE Descrizione Trattamento Codice: 03 caratterizzata da distacco di granuli o crisDecoesione
Si procede con spazzolatura meccanica.
Strato sottile, Codice: 05 morbido e omogeneo; aderente alla su-
V Vano 0.14 - Scala 1:75 V
Vano 0.15 - Scala 1:75al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente
Codice: Codice: 0403 Descrizione Descrizione
DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto03 minime sollecitazioni meccaniche. Codice:
Si procede con spazzolatura meccanica.
riabile perBIOLOGICA lo più verde. La patina biologica è costituita Descrizione PATINA
vano Vano 0.14 Vano - Scala 0.15 -0.14 Scala 1:75 1:75
Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V
Vano V 0.15 - Scala 1:75
Trattamento Trattamento
Trattamento
Codice: 05
Vano 0.15 - Scala 1:75 Vano 0.14 - Scala 1:75
Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 V - Scala 1:75
DISGREGAZIONE LACUNA
DISGREGAZIONE
Trattamento
Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su-
Vano 0.15 - Scala 1:75
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. degli strati più interni della muratura o del supporto.
talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Si procede con spazzolatura meccanica.
Descrizione
con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.
Codice: 02 avvenire all’interno del materiale provocando spesFormazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o Descrizione Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o avvenire all’interno del materiale provocando spesTrattamento
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisTrattamento talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Si procede con spazzolatura meccanica.
PATINA BIOLOGICA
-
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisRILIEVO MATERICO talliTrattamento sotto minime sollecitazioni meccaniche.
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro Codice: 02 e di aspetto cristallino o pulverulento o
Descrizione
Si procede con la spazzolatura meccanica dell’adegli strati più interni della muratura o del supporto. Descrizione rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di Trattamento calce, alla quale si appone strato o didel intonaco. degli strati più interni dellauno muratura supporto. Si procede con la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente siTrattamento gillatura della lacuna con malta preferibilmente di Si procede consi la spazzolatura meccanica dell’acalce, alla quale appone uno strato di intonaco. rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.
RILIEVO MATERICO
Descrizione
vano 0.15 EFFLORESCENZA
Codice: 03
Descrizione Trattamento Codice: 04
avvenire Codice: 03 all’interno del materiale provocando spes-
Descrizione
Descrizione
Codice: 04 degli strati più interni della muratura o del supporto.
DISGREGAZIONE
EFFLORESCENZA Codice: 02 MATERICO RILIEVO base di latte di calce.
con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.
Descrizione Trattamento Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cris-
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o
MATERICO SiRILIEVO procede con spazzolatura meccanica per rimuovere base di latte di calce.
con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.
Si procede con spazzolatura meccanica. talli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
Descrizione
Trattamento
Si procede alla risoluzione delle problematiche legateavvenire all’interno del materiale spesalla formazione di vapore acqueo eprovocando umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Trattamento -
Descrizione Trattamento Decoesione Codice: 03 caratterizzata da distacco di granuli o cris-
Codice: 02
processi di natura diversa. Quando sono note le cause Codice: 01 del degrado, possono essere utilizzati anche termini EROSIONE Descrizione come erosione per abrasione o erosione per corraCodice: 01 meccaniche), erosione per corrosione sione (cause (cause chimiche biologiche), perle cause usura processi di natura ediversa. Quandoerosione sono note Descrizione (cause antropiche). del degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corraTrattamento processi di natura diversa. Quando sono note le cause sione (cause meccaniche), erosione per corrosione del degrado, essere utilizzati per anche termini Si procede conpossono spazzolatura meccanica (cause chimiche e biologiche), erosione rimuovere per usura come erosione per abrasione o erosione per corra(cause antropiche). sione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura Trattamento RILIEVO MATERICO base di latte di calce. (cause antropiche). Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere
Si procede alla risoluzione delle problematiche legateavvenire all’interno del materiale spesalla formazione di vapore acqueo eprovocando umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Trattamento Si procede alla risoluzione delle problematiche legate con impacchi di argilla o polpa di cellulosa. alla formazione di vapore acqueo e umidità di risaliTrattamento ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Si procede alla risoluzione delle problematiche legate alla di vapore acqueo e umidità di risalicon formazione impacchi di argilla o polpa di cellulosa. ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisCodice: 03 talli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
Tutto il lavoro è stato realizzato con i software CAD e mediante il supporto del pacchetto Adobe (Photoshop, Illustrator, Indesign). Di fondamentale importanza sono stati il programma di fotogrammetria Agisoft Photoscan e le applicazioni Revit e Rhino per l’approfondimento 3D della cantina in analisi.
con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.
EROSIONE
Codice: 03
RILIEVO MATERICO
V
Descrizione
Si procede alla risoluzione delle problematiche legate base di latte di calce. alla formazione di vapore acqueo e umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti
V
Formazione di sostanze, generalmente di colore Codice: 02 biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o
0.15 0.14
Trattamento
V
Descrizione
Rilievi scala 1:75 Abaco dei degradi
-
V
Codice: 02 di calce. base di latte
CANTINA 0.15 CANTINA 0.14
Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere
V
Si procede spazzolatura meccanica per rimuovere base di lattecon di calce.
Vano 0.14 - Scala 1:75 PIANO INTERRATO V
Vano 0.14 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V
V
Trattamento
Vano 0.15 - Scala 1:75
V
Codice: 01
Descrizione
Codice: 01 processi di natura diversa. Quando sono note le cause
Trattamento
EROSIONE
Codice: 01
V
sione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura avvenire del materiale provocando spes(cause all’interno antropiche).
l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se perpresenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra disistono loro per dimensioni, La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione attualeprecisa mostra ricostruzione di costruzione cantina. I mattoni sonoattuale visibili sopratle sono sue fasi di costruzione. In particolar modo,della lo stato di conservazione mostra ricostruzione precisa delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni visibili soprat-delle fasi l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se per-vano in analisi. tutto sulle del l’utilizzo dipareti mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se pertutto sulle pareti del vano in analisi. La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora materiali utilizzati La cantina, risalente tutte albuono XV secolo, ancora intatti irivela materiali utilizzatimalta durante tutte sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono intatti molto isimili fra di loro perdurante La volta sidimensioni, trova statoconserva conservazione che simili l’utilizzo di calce sistono presenze diun malta di terra. Idimattoni sono molto fra di lorodiper dimensioni, La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di in calce le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione le sue attuale fasi di costruzione. mostra In particolar modo, lo stato di conservazione attuale mostra per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si trattaimpegnata ancora dell’intonaco l’utilizzo di mattoni fra di loro per la maggior conI mattoni malta di l’utilizzo calce,visibili anche di mattoni se pergiuntati fra lorodella per cantina. la maggior parte con malta di calce, anche se perricostruzione precisagiuntati delle fasi costruzione della parte cantina. sono sopratoriginale dell’epoca costruzione ricostruzione precisadidelle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratoriginale dell’epoca di costruzione della cantina. sistono presenze di malta di analisi. terra. I mattoni sono molto simili fra disistono loro perpresenze dimensioni, di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, tutto sulle pareti del vano in tutto sulle pareti del vano in analisi. La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce ricostruzione precisa dellelafasi di costruzione cantina. Si I mattoni sono visibili precisa soprat- delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratimpegnata per ricoprire struttura realizzatadella in mattoni. tratta ricostruzione ancora dell’intonaco impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco tutto sulledell’epoca pareti deldi vano in analisi.della cantina. tutto sulle pareti del vano in analisi. originale costruzione originaleDEI dell’epoca di costruzione della cantina. ABACO DEGRADI ABACO DEGRADI La volta DEI si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo La volta di malta si trova di calce in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta impegnata ancora dell’intonaco per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco originale dell’epoca di costruzione della cantina. originale dell’epoca di costruzione della cantina.
ABACO DEI DEGRADI EROSIONE ABACO DEI DEGRADI Del manufatto è stato ABACO DEI DEGRADI ABACO DEI DEGRADI EROSIONE implementato e perfezionato il EROSIONE rilievo di alcune sue parti; è stato ovvero realizzato il “carotaggio” della fascia che comprende la cantina e il Salone Manfredini lato strada. Di tale carotaggio sono EFFLORESCENZA RilievoEFFLORESCENZA dei materiali stati riportati i rilievi (fotografico, EFFLORESCENZA materico e del degrado), nonché un approfondito resoconto della stratigrafia e delle fasi costruttive dell’edificio, dall’epoca di fondazione fino ai giorni odierni. E’ stato altresì pensato un DISGREGAZIONE programma di riconversione DISGREGAZIONE funzionale dello stabile, per DISGREGAZIONE adibirlo a sala concerti con spazi di servizio per prove, una piccola galleria espositiva e degli spazi catering e di relax. Il lavoro LACUNA progettuale ha anche riguardato il LACUNA ripensamento dell’impianto LACUNA elettrico e di ventilazione Rilievo dei degradi dell’edificio.
Vano 0.15 - Scala 1:75
Vano 0.14 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V
Descrizione Codice: 02
ANALISI DELLA CANTINA
vano 0.14 Vano 0.14 - Scala 1:75
Vano 0.14 - Scala 1:75 V
EROSIONE
Vano 0.15 - Scala 1:75
V
CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 Rilievi scala 1:75 0.15 Abaco dei degradi 0.14
vano 0.15
RILIEVO MATERICO
V
PIANO INTERRATO
Rilievi scala 1:75 CANTINA 0.14 Abaco dei degradi
Vano 0.15 - Scala 1:75
Vano 0.15 - Scala 1:75
V
Rilievo fotografico CANTINA 0.15
Abaco dei degradi
Vano 0.15 - Scala 1:75
base di latte di calce.
V
Rilievi scala 1:75 CANTINA 0.14
ABACO DEI DEGRADI
Vano 0.15 - Scala 1:75
V
CANTINA 0.15 PIANO INTERRATO
CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 PIANO INTERRATO
RILIEVO FOTOGRAFICO
V
CANTINA 0.15 PIANO INTERRATO CANTINA 0.14
RILIEVO Si procede con FOTOGRAFICO spazzolatura meccanica per rimuovere
RILIEVO FOTOGRAFICO
V
PIANO INTERRATO ANALISI DELLA CANTINA
PIANO INTERRATO ANALISI DELLA CANTINA
Trattamento
03
01
03
44
02 muratura o del supporto più interni della 03degli strati01
Trattamento
03
C
Abaco dei degradi A
Salone Manfredini, che prende il nome dall’autore A’ B’
ABACO DEIParticolare DEGRADI 1
scala 1:100 o fessurativo o dei degradi
C
C’
A’
MARMO MARMO MARMO 0.14
Codice: 07 D’ Descrizione
D B’
Legenda: TELA TELA TELA
TELA TELA
MARMO
TELA TELA
LEGNO LEGNODI ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIROVERE ROVERE
TELA
LEGNO DI NOCE
LEGNO LEGNODI ABETE LEGNO DI ABETE LEGNO DIDIABETE ABETE
Particolare 3 LEGNO DI NOCE
LEGNO DI ROVERE
LEGNO DI ROVERE
LEGNO DI ABETE
Sezione A-A’
Sezione B-B’
A
B
Sezione C-C’
LEGNO DI ABETE
ABACO DEI DEGRADI
RILIEVO DEI DEGRADI SALONE MANFREDINI 3.14 Sezione Sezione A-A’ A-A’ PIANO INTERRATO
MARMO
Legend
FESSUR
FESSUR
STUCCO DIPINTO FINTOMAR
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO
PIANO NOBILE
rovere e le ante in legno di abete.
Legenda: TELA
MARMO
LEGNO LEGNODI NOCE LEGNO DI NOCE LEGNO DIDINOCE NOCE
STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO
0.15
MANCANZA
Particolare Particolare 1 1
MARMO MARMO MARMO RILIEVO MATERICO
rovere e le ante in legno di abete.
al 1785, è interamente realizzato in muratura rivestita FESSURE PASSANTI con malta su cui sono staFESSURE NON PASSANTI ANALISI DEL SALONE MANFREDINI - QUADRO FESSURATIVO QUADRO FESSURATIVO ti realizzati i dipinti a calce. Particolare 2 RILIEVO RILIEVO MATERICO MATERICO Sezione A-A’ Particolare 3 le porte (quella principale, le due sulla parete ovest RILIEVO FOTOGRAFICO e le due sulla parete est) realizzati in macchia vecchia d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-
NE MANFREDINI 3.14
TINA 0.15 - 0.14
D’
d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-
RILIEVO MATERICO
Legenda:
Particolare 3
O INTERRATO
0.15 0.14
Quadro fessurativo D Il
B
RILIEVO MATERICO
O NOBILE
C’
Particolare 2 Particolare 3
MANCANZA
Particolare 1
CANTINA 0.15 - 0.14
Codice: 07
LEGNO NOCE DI TELA MARMO tale forma TELA LEGNO DIDINOCE NOCE Il Salone Manfredini (vano 3.14)diCaduta è e perdita di parti. Il termine si usa quandoLEGNO Rilievi scala 1:100 degradazione non è descrivibile con altre parole del lessiDescrizione LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO Quadro fessurativo TELA LEGNO DI NOCE LEGNO DI DI ROVERE ROVERE co. C C’ Caduta e perdita di parti. Il termine si u interamente realizzato in Abaco dei degradi LEGNO DI ABETE di degradazione non è descrivibile0.1 con QUADRO FESSURATIVO LEGNODI ABETE Trattamento LEGNO LEGNO DI NOCE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIABETE ABETE co. Particolare 2 0.1 muratura rivestita con malta suQualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sullaSTUCCO parte le-DIPINTO STUCCO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Particolare 2 STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO DI ROVEREParticolare 1 LEGNO DI ABETE STUCCO sionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione Trattamento D D’ cui sono stati realizzati dipinti adella parte mancante. A’ B’ Qualora sia possibile, e solo dopo atten LEGNO DI ABETE STUCCO DIPINTO FINTOMARMO sionata, si può procedere alla sostituz calce. Fanno eccezione i profili della parte mancante. STUCCO DIPINTO FINTOMARMO RILIEVO DEI DEGRADI delle porte realizzati in macchia QUADRO FESSURATIVO vecchia d’Arzo. Le porte sono Legenda: realizzate in legno di noce, gli 02 EFFLORESCENZA infissi delle finestre in legno di COLATURA 04 LACUNA Codice: 08 rovere e le ante in legno di abete. COLATURA 07 MANCANZA Legenda: Descrizione Particolare 3 Particolare 3 Codice: 08 Particolare 08 COLATURA Traccia 1 ad andamento verticale. Frequentemente se ne FESSURE PASSANTI Al centro delle pareti est e ovest riscontrano numerose ad andamento parallelo. Descrizione 09 ESFOLIAZIONE FESSURE NON PASSANTI Legenda: Legen Sezione B-B’ Sezione D-D’ Sezione C-C’ due grandi dipinti su tela Sezione A-A’ Traccia ad andamento verticale. Fre Trattamento Sezione B-B’ FESSURE FESSU PA riscontrano numerose ad andamento p Si procede con spazzolatura meccanica. Nel caso del Salone ABACO DEI DEGRADI FESSURE FESSU N raffiguranti rovine nascondonoManfredini, la in particolare, è possibile procedere con pulitura ABACO DEI DEGRADI Trattamento MARMO MARMO MARMO Si procede con spazzolatura meccanic Legenda: Studenti: Docenti: ABACO ABACO DEI DEGRADI DEI DEGRADI POLITECNICO DI MILANO loro natura materica imitando lori lea base di calce. TELA TELA TELA MARMO Manfredini, in particolare, è possibile p Preda Martina 883682 Grimoldi Alberto MARMO Rilievo dei degradi Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Rilievo dei materiali MARMO Particolare 1 MARMO MARMO LEGNO LEGNODI NOCE muratureLegenda: adiacenti. Altre cinque MARMO LEGNO DI NOCE TELA Risso Martina 883277 MARMO MARMO PALAZZO TELA LEGNO DIDINOCE NOCE Corso di Architettura e Disegno Urbano lori a base MAGIO-GRAS di calce. TELA TELA TELA MARMO Legenda: MANCANZA MARMO MARMO Rizzi Jennifer 883272 MARMO MARMO Laboratorio di Restauro MARMO MARMO TELA LEGNO ROVERE LEGNODI ROVERE TELA LEGNO DI ROVERE TELA TELA MARMO LEGNO DI NOCE LEGNO DIDILegenda: ROVERE MAN tele, di dimensioni più piccole e Turati Francesco 883881 Legenda: Legenda: Codice: 07 LEGNO DI NOCE A.A. 2017 - 2018 LEGNODI NOCE LEGNO DIDINOCE NOCE TELA MARMO TELA TELA LEGNO TELA TELA TELATELA TELA MARMO MARMO MANCANZA MANCANZA Codic LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE EFFLORESCENZA LEGNO DI NOCE TELA MARMO LEGNO 02 LEGNO DI NOCE TELA LEGNO DI NOCE LEGNO DI ROVERE LEGNO DI DI ABETE ABETE Descrizione situate sopraLEGNO le DIDIDIporte Codice: Codice: 07 07 LEGNO DIROVERE ROVERE delle LEGNO LEGNO DI DI LEGNO ROVERE LEGNO LEGNO NOCE NOCE TELA LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE TELA Desc LEGNO DI NOCE LEGNO ROVERE MARMO MARMO TELATELA TELA LEGNO LEGNO DIDINOCE NOCE DIDINOCE NOCE LACUNA 04 STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO LEGNODI ROVERE STUCCO Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma LEGNO DI ROVERE STUCCO TELA LEGNO DI ROVERE LEGNO DI NOCE LEGNO DIDIROVERE ROVERE LEGNO DI Descrizione ABETE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Descrizione Cadu LEGNO LEGNO DI DI medesime pareti, svolgono lo LEGNO LEGNO LEGNO ROVERE ROVERE di degradazione non è descrivibile con altre parole del lessiMANCANZA LEGNODI DIABETE ABETE LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE NALISI DEL SALONE MANFREDINI - QUADRO FESSURATIVO LEGNO DI ABETE TELATELA 07 LEGNO DI NOCE LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE LEGNO LEGNO DIDIROVERE ROVERE DIDIROVERE ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ABETE Caduta Caduta e perdita e perdita di parti. di parti. Il termine Il termine sidiusa siq LEGNO deg LEGNODI ABETE LEGNO DI ABETE co. LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIABETE ABETE STUCCO DIPINTO FINTOMARMO COLATURA LEGNO LEGNO DI DI 08 di degradazione di degradazione non ènon descrivibile è descrivibile con co LEGNO LEGNO ABETE ABETE STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE STUCCO LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE co.alt LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE LEGNO LEGNO DIDIABETE ABETE DIDIABETE ABETE STUCCO stesso ruolo. LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ABETE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Particolare 2 Trattamento STUCCO DIPINTO FINTOMARMO co. co. STUCCO A-A’ ESFOLIAZIONE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO DI NOCE
Particolare Particolare 2 2
Particolare Particolare 3 3
Sezione Sezione B-B’ B-B’
Rilievo fotografico
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO RILIEVO MATERICO
Codice: 09
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO
RILIEVO DEI DEGRADI
PIANO NOBILE
SALONE MANFREDINI 3.14 RILIEVO DEI DEGRADI
Si procede con spazzolatura meccanica.
Particolare 2
02 04 07 08 09
COLATURA ESFOLIAZIONE
QUADRO FESSURATIVO POLITECNICO DI MILANO
MARMO
TELA TELA
TELA
LEGNO DI NOCE
LEGNO DI NOCE
LEGNO DI ROVERE
FESSURE PASSANTI
LEGNO DI ROVERE
LEGNO DI ABETE
FESSURE NON PASSANTI
LEGNO DI ABETE
STUCCO DIPINTOABACO FINTOMARMO DEI DEGRADI
MANCANZA
Legenda:
D’
rovere e le ante Codice: in legno08 di abete.
Sezione C-C’ C-C’ Sezione D-D’ Sezione
FESSURE NON PASSANTI
Docenti: Grimoldi Alberto MANCANZA
Studenti: Preda Martina Risso Martina Rizzi Jennifer Turati Francesco
883682 883277 883272 883881
PALAZZO MAGIO-GRASSELLI lori a base di calce.
Degradazione che si manifesta con di (sfoglie).
Trattamento
Si procede con spazzolatura meccanica
COLATURA COLATURA
COL
Codic
DescF Traccia Traccia ad andamento ad andamento verticale. verticale. Freque riscontrano riscontrano numerose numerose ad andamento ad andamento para Tracc
Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne
Sezione C-C’ riscontrano numerose ad andamento parallelo.
Si procede con spazzolatura meccanica. Nel caso del Salone Manfredini, in particolare, è possibile procedere con pulitura
Docenti: Grimoldi Alberto
Descrizione
Descrizione Descrizione
riscon
Trattamento Trattamento
Trattamento
ABACO DEI DEGRADI
Codice: 09
Codice: Codice: 08 08
Descrizione
FESSURE PASSANTI
B’
COLATURA
Si procede Si procede con spazzolatura con spazzolatura meccanica. meccan N Tratta Manfredini, Manfredini, in particolare, in particolare, è possibile è possibile proce
Si pro
Manf ANALISI DEL SALONE MANFREDINI lori a lori basea di base calce. di calce. QUADRO FESSURATIVO lori a
Particolare 2
Codice: 07 Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre parole del lessico.
Trattamento
ESFOLIAZIONE ESFOLIAZIONE
Qualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sulla parte lesionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione della parte mancante. Legenda: Legenda:
LACUNA
A’
0.15 0.14
Qualo
Qualora Qualora sia possibile, sia possibile, e soloedopo solo dopo attenti atts siona sionata, sionata, si puòsiprocedere può procedere alla sostituzione alla sostitu ESFOLIAZIONE della della della parteparte mancante. mancante.
Descrizione Legenda:
Particolare 3
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO
EFFLORESCENZA
Particolare 3
Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Restauro A.A. 2017 - 2018
MARMO
02 04 07 08 09
C’
Sezione C-C’
3
ANALISI DEL SALONE MANFREDINI QUADRO FESSURATIVO
C
D
POLITECNICO DI MILANO
Particolare 3
Particolare 1
Tratta
Trattamento Trattamento
della parte al 1785, è interamente rea-mancante. lizzato in muratura rivestita con malta su cui sono stati realizzati i dipinti a calce. Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Sezione A-A’ le porte (quella principale, le due sulla parete ovest Laboratorio di Restauro e le due sulla parete est) A.A. 2017 - 2018 realizzati in macchia vecchia d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-
Particolare 2
CANTINA 0.15 - 0.14
EFFLORESCENZA Rilievi scala 1:100 Quadro fessurativo LACUNA Abaco dei degradi MANCANZA
Sezione B-B’
STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO
PIANO INTERRATO
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO Manfredini, che Qualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sulla parte le-
prende il nome dall’autore RILIEVO DEI DEGRADI sionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione STUCCO DIPINTO FINTOMARMO
RILIEVO RILIEVO DEI DEGRADI DEI DEGRADI
Legenda:
09 Il Salone
LEGNO DI ABETE
LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE
LEGNO DI ABETE
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito
Trattamento
Legenda:
A LEGNO B DI ROVERE
LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE
Descrizione
(sfoglie).
LAZZO MAGIO-GRASSELLI
B-B’
STUCCO DIPINTO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO
ESFOLIAZIONE LEGNO DI ABETE
ILIEVO FOTOGRAFICO
EFFLORESCENZA EFFLORESCENZA 02 02 MANCANZA LACUNA LACUNA 04 04 Legenda: Codice: 07 MANCANZA MANCANZA 07 07 Descrizione EFFLORESCENZA 02 COLATURA COLATURA 08 08 Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma LACUNA ESFOLIAZIONE ESFOLIAZIONE 04 di degradazione non è descrivibile09 con09 altre parole del lessi-
COLATURA
co.
ESFOLIAZIONE
Trattamento
MARMO MARMO MARMO
Legenda: TELA TELA TELA
07 08
MANCANZA COLATURA
ESFOLIAZIONE
Particolare 1
COLATURA Codice: 08
MARMO
Codice: Codice: 09 09
ESFOLIAZIONE
Descrizione Descrizione
Codice: 09
Legenda:
Descrizione
02 04 07 08 09
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito
EFFLORESCENZA Sezione B-B’ LACUNA
(sfoglie).
MANCANZA
Trattamento
COLATURA
Si procede con spazzolatura meccanica.
ESFOLIAZIONE Sezione Sezione D-D’ D-D’
Particolare 3
ESFO
Degradazione Degradazione che siche manifesta si manifesta con distacc con d Codic (sfoglie). (sfoglie).
Desc
Trattamento Trattamento
Degra
Si procede Si procede con spazzolatura con spazzolatura meccanica. meccani
(sfogl
ABACO DEI DEGRADI
Tratta
Si pro
45 MANCANZA
Il progetto di rifunzionalizzazione del complesso prevede di riutilizzare il Salone Manfredini quale sala concerti, in onore della tradizione liutaia di Cremona e del suo secolare rapporto con la musica. Questo intento è pensato per la restituzione di un manufatto storico alla collettività, mantenendo intatta la tradizione e la storia della città. Accanto al Salone, in cui vengono risolti i problemi riscontrati nel lavoro di analisi e di rilievo, trovano luogo alcuni spazi di supporto come sale catering e stanze prova. Non da trascurare è la proposta di risistemazione degli impianti elettrico, con un sistema di punti luce per garantire la massima illuminazione del Salone, e quindi una maggiore attenzione sui suoi affreschi e apparati decorativi, e di ventilazione, per un corretto ricircolo dell’aria sia per la conservazione del manufatto sia per il mantenimento dei livelli di comfort per i nuovi utenti.
Assonometria di progetto Rifunzionalizzazione del Salone Manfredini
46
Legenda: 1_distribuzione; 2_uffici e archivio; 3_servizi; 4_sala prove; 5_sala prove; 6_spazio per esposizioni temporanee; 7_spazio per esposizioni temporanee;
8_locale servizio catering e spogliatoi; 9_sala catering; 10_sala di conversazione; 11_sala di conversazione; 12_accoglienza; 13_ingresso; 14_Salone Manfredini: Sala d’Ascolto, 40 posti a sedere
12 10
11
13
1
2 14
9
8 3
4
5
6
7
Progetto di riuso - Planimetria 0
1
5
10m
Studio dell’illuminazione Legenda: A_studio dell’illuminazione: lampadario preesistente B_studio dell’illuminazione: lampadari secondari C_studio dell’illuminazione: quadro complessivo
A
B
C
47
11_(Quattro) Identità latenti
Laboratorio di Rigenerazione Diffusa A.A. 2018 - 2019, docenti proff. Laura Montedoro, Fabio Lepratto, Gabriele Pasqui Nel Laboratorio di Rigenerazione Diffusa si è posta attenzione sull’area a nordest di Milano che si estende tra viale Monza e via Palmanova. Attraverso l’attività di analisi e di sopralluogo si sono evidenziati i caratteri identitari e storici del sito, giungendo a rilevare quattro ambiti progettuali in cui attuare dei progetti esplorativi che facciano leva sulle peculiarità dei siti in questione, oltre ovviamente a prefiggersi il compito di risolvere le criticità e le problematiche riscontrate. Dal quadro strategico e dal masterplan emergono delle proposte di riqualificazione urbana che dettano le linee guida per la rigenerazione diffusa del sito, che miri a restituire alla comunità un quadrante di città ad oggi afflitto da problemi di abbandono e degrado urbano. Tutto il lavoro è stato interamente realizzato con i software CAD e tramite i programmi Adobe Photoshop, Adobe Illustrator e Adobe Indesign. E’ stato realizzato un modello per ciascuno dei quattro ambiti di progetto. Assetto strategico
Accessibilità di progetto esistente
Ferrovia Metropolitana Tram Pista ciclabile Autobus
Potenzialità Servizi Identità storica Filari d’alberi Aree boscate Verde Parchi
Bikesharing
Estendere e potenziare la rete ciclabile al fine di renderla un sistema capillare
Piazze
Predisporre nuove piazze per la comunità al fine di aumentare la vitalità e di offrire uno spazio pubblico di qualità
naviglio della Martesana
Servizi
Parco Adriano
Residenze con commercio al piede
ex rimessa ATM
Forestazione
Crescenzago
Terziario
Incrementare il numero di serivizi al fine di rendere l’area più accessibile e fruibile da parte degli utenti
Riscoprire il valore del lavoro artigianale ricollegandosi alla tradizione del quartiere
Piantumare filari alberati lungo le piste ciclabili al fine di rendere più fresco e godibile il tracciato
Predisporre spazi per le attività amministrative
48
Il masterplan di progetto riporta i quattro ambiti su cui si sono sperimentati i progetti esplorativi. 1_infrastrutture blu Naviglio della Martesana L’area lungo il naviglio della Martesana all’altezza di CARGO è stata scelta per la caratteristica di disporre di un doppio affaccio lungo il corso del canale. Attualmente il sito versa in uno stato di abbandono e le aree che la compongno risultano degradate e in disuso. 2_sistema del verde Parco Adriano L’area del quartiere Adriano soffre di problematiche e di un carattere 1_infrastrutture blu di incompiutezza che ne definiscono l’assetto attuale. L’estrema vicinanza al Parco Lambro lo rende un nodo interessante per l’ampliamento e il passaggio del sistema del verde che si radica all’interno del paesaggio urbano. 3_aree di trasformazione Ex rimessa ATM Identifica l’area ad oggi occupata da una rimessa autobus dell’ATM all’incrocio tra via Padova e via Carlo Esterle; l’interesse verso questo sito deriva dalla futura fermata della circle line che ne garantirà una maggiore fruizione ed accessibilità anche a carattere sovralocale. 4_nuclei storici Crescenzago L’area selezionata si trova a ridosso del nucleo storico consolidato di Crescenzago, che ad oggi rappresenta un vuoto da sanare e riqualificare, per riaccendere i riflettori anche sul costruito storico che ne delimita il perimetro.
2_sistema del verde
4_nuclei storici
Intervento
Pavimentazione Drenante Minerale Prato
Piantumazione Orti Filari d’alberi Frutteti
3_aree di trasformazione
Aree boscate Alberi ad alto fusto Alberi a basso fusto
49
Assonometria di progetto: 1_infrastrutture blu
Assonometria di progetto: 2_sistema del verde
50
Assonometria di progetto: 3_aree di trasformazione
Assonometria di progetto: 4_nuclei storici
51
INDICE PARTE PRIMA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica
PARTE SECONDA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica
PARTE TERZA
Esperienze lavorative e formazione professionale 12_Tirocinio curricolare: Pool Professionale Milano srl 54 marzo - maggio 2016 13_Tirocinio curricolare: Francesco Adorni Architetto 56 settembre - novembre 2018 14_Corso di formazione professionale: 3DS MAX + V-Ray 58 settembre - ottobre 2019
PARTE QUARTA
Workshop ed esposizioni
Presidio Ospedaliero di Vaprio d’Adda, Milano Il progetto prevede l’adeguamento alle norme vigenti per la riconversione dell’ospedale da Presidio Ospedaliero di Vaprio d’Adda a Presidio Ospedaliero Territoriale.
125 230+80
518 270+80
125 230+80
12_Tirocinio curricolare: Pool Professionale Milano srl Piazza Carlo Erba, 4 - Milano, Italia / marzo - maggio 2016 Attività di supporto ad un gruppo di lavoro finalizzata alla progettazione di edifici residenziali ed ospedalieri
AREA TIPO D
80 210
300 90 80 210 hc=300 hc=300
P4-25 120 FILTRO 120 210 2.20 mq 210 80 210
h=335
P4-26 WC 2.40 mq
hc=260
75 240+80
150 240+80
P4-23 WC 2.40 mq
P4-30 CORRIDOIO 27.35 mq 120 210
190 160+60
P4-21 P4-22 120 120 DEGENZA A 210 FILTRO 210 PRESSIONE NEG. 2.20 mq 10.14 mq
D5
P4-28 WC 2.40 mq
120 235
80 210
TERRAZZO
80 210
80 210
80 210 150 240
120 210 120 210 80 210
120 210
P4-32 WC 3.45 mq
hc=300
P4-10 LOCALE DI LAVORO 15.10 mq h=335
P4-07 LOCALE VISITA MEDICAZIONI 15.20 mq h=335
P4-20 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 12.25 mq h=335
125 230+80
h=335
P4-24 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 9.95 mq
hc=300
140 230+60
P4-05 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 15.05 mq h=335
150 240+80
120 210
hc=300
450 240+80
450 240+80
75 240+80
P4-02 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 15.35 mq h=335
hc=300
P4-19 VUOTATOIO 2.45 mq
P4-31 FILTRO 4.61 mq 120 210
50 240+80
P4-09 WC 3.45 mq
P4-08 CORRIDOIO 5.40 mq
80 210
450 240+80
A
P4-04 2,90 mq
75 240+80
CAMERA DEGENZA
450 240+80
140 230+60
140 230+60
CAMERA DEGENZA
120 210
80 210
80 210
MEDICHERIA E FARMACIA
hc=300
80 210
P4-18 WC 2.00 mq
P4-17 WC 2.25 mq
90 240+80 50 240+80
120 210
P4-06 RIP. 2.65 mq
WC
FILTRO P4-03 4.40 mq
75 240+80
DEGENZA
P4-01 WC 80 3.60 mq 210
80 210
D4
h=335 hc=260
150 240+80
SALA MEDICAZIONI
CAMERA
GUARDAROBA
80 210
D3
FILTRO P4-11 29.60 mq
120 210
120 210
125 240+70
93 211
80 210
80 210
SERVIZI
80 210
SERVIZI 80 210
P4-33 h=335 hc=260
300 90
h=335
125 230+80
Presidio Ospedaliero di Sondalo, Sondrio Il progetto prevede la realizzazione di camere a pressione negativa con il recupero del sottotetto per il nuovo impianto UTA (Unità Trattamento Aria).
125 230+80
P4-27 DEGENZA A P4-29 PRESSIONE NEG. FILTRO 120 9.35 mq 2.25 mq 210 h=335
120 210
A
AREA ESCLUSA DALL'INTERVENTO
125 230+80
125 230+80
LEGENDA AREE DI INTERVENTO
B
PUNTO PRIMO INTERVENTO
ACCOGLIENZA
COORDINAMENTO ATTIVITA' CONGIUNTE LEGENDA
1811
SERVIZI SANITARI DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI
518
CAMERA CALDA
SERVIZI IN CONDIVISIONE DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI 366
SERVIZI TERRITORIALI ASL DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI
ISOLATO 466
659
641
CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE 487
WC UTENTI
AREA NON OGGETTO DI INTERVENTO
106 126
SALA INTERNISTICA
PORTA TAGLIAFUOCO REI IN ACCIAIO
58
RIP.
371 UFFICIO INFERMIERISTICO
ATTESA C.U.P. 1159
ECONOMATO
367
564
COORDINAMENTO ATTIVITA' CONGIUNTE
401
400
SPOGLIATOIO ODONTOIATRIA
540
UFFICIO
478
379
PERS.
278
1063
537
169
293
220
475
433
151
131
90 210 76
239
SERVIZI TERRITORIALI ASL
239
492
492
435
158
CAMERA MORTUARIA
392
2036
WC PERSONALE
431
432
STUDIO MEDICO
345
STUDI MEDICI
306
STUDIO MEDICO
304
STUDIO MEDICO 289
285
SERVIZI TERRITORIALI
ADI
STUDIO MEDICO MEDICINA GENERALE
291
309
307
SERVIZI TERRITORIALI
421
408
SERVIZI TERRITORIALI
395
386
396
STUDIO MEDICO
CAMERA AUTOPTICA 299
OBITORIO 301
436
STUDIO MEDICO
396
409
409
STUDIO MEDICO
671
124 WC PERSONALE
90+30 210
505
158
90+30 210
505
431
STUDI MEDICI A.O.
CAMERA ARDENTE 556 175
MEDICO DI GUARDIA
ATTESA
ANTIBAGNO
90+30 210
728
620
90+30 210
505
CAMERA ARDENTE
223
90+30 210
505
90+50 210
WC PERSONALE
ODONTOIATRIA
491
491 220
90+50 210
C.U.P.
ZONA DISINFEZIONE (PULITA)
292
90+30 210
CENTRO PSICOSOCIALE
584
WC UTENTI
391
ARCHIVIO
90+30 210
586
CENTRO DIURNO SALA ATTIVITA'
303
90+30 210
284
CENTRO DIURNO SALA PRANZO
DEPOSITO
1936
90+30 210
291
CAPOSALA
DEPOSITO
277
80 210
567
SEGRETERIA
ZONA DISINFEZIONE (SPORCA)
590
236
Q.E.
317
WC UTENTI
211
WC PERS.
ODONTOIATRIA SALA D'ATTESA
242
150
FILTRO
ACCETTAZIONE
DEPOSITO
90 210
SVILUPPO RX
DEPOSITO
372
108
90+90 210
177
118 220
ATTESA ODONTOIATRIA
90+30 210
WC UTENTI
MAGAZZINO MATERIALE
WC UTENTI
60+60 210
WC PERSONALE
MAGAZZINO MATERIALE
536
144
588 90+90 210 90+30 210
WC UTENTI
90+30 210
1335 90+90 210
MEDICO DI GUARDIA
90 210
162
90 210
120+60 210
90 210
WC UTENTI
1835
157
90+30 210
DIVISE PULITE E GIPSOTECA
2560
CENTRO PSICO-SOCIALE
90 210
157
90+30 210
276 337
WC PERSONALE
WC PERSONALE
893
150
CUCINA
315
90+50 210
90+30 210
ASSISTENTE SOCIALE INSERIMENTI LAVORATIVI
DEPOSITO SPORCO
297
276
295 90 210
120 210
468
STUDIO MEDICO PSICHIATRA
468
STUDIO MEDICO PSICHIATRA
326
368
353
177
352
337
343
467
INFERMERIA
288
310
310
279 310
310
350 STUDIO MEDICO PSICOLOGO
80 210
339 STUDIO MEDICO PSICHIATRA
90+30 210
414
90+30 210
80 210
223
90+50 210
401
90+30 210
FILTRO
151
90 210
WC PERSONALE
498
165
211
UFFICIO
409
275
643
90 210
90+30 210
640
90+30 210
368
431
FOTOCOPIATRICE
SALA CHIRURGICA
408
774
DIREZIONE SANITARIA
380
UTENTI
ASTANTERIA
CAPOSALA
CENTRO RESIDENZIALE TERAPEUTICO
560 DIRETTORE SANITARIO
398
668
415
406
2^ SALA INTERNISTICA
401
140
ACCOGLIENZA 359
PUNTO PRIMO INTERVENTO
90+90 210 90+90 210
A titolo esplicativo, sono riportati due esempi di progetti in CENTRO RESIDENZIALE TERAPEUTICO cui si spiega brevemente l’attività svolta.
90+90 210
90+30 210
426
WC UTENTI
671
320
Lo studio presso il quale è stato affrontato il tirocinio curricolare, previsto dal Piano degli Studi del terzo di anno di corsi di Laurea Triennale, si occupa prevalentemente di strutture ospedaliere dipendenti dalla ASL Lombardia. E’ stato fornito supporto nella realizzazione di progetti di ampliamento, sistemazione e adeguamento di strutture già esistenti. Tali attività sono state integrate dalla redazione degli elaborati grafici (tavole, fascicoli) da consegnare agli enti predisposti all’approvazione dei progetti.
hc=315
150 240+80
93 211
hc=300
93 211
90 210
QUADRI E. P4-34 5.73 mq
90 210
211
muro a ridosso
P4-16 SERVIZI IGIENICI 10.70 mq
120 160+60
P4-15 WC 4.10 mq
hc=300
80 80
BALCONE 120 160+60
GUARDAROBA
h=335 hc=240 vetrata
P4-12 LOCALE VISITA 17.50 mq
80 210
8.00
ELETTRICO QUADRO
P4-14 WC 4.20 mq
P4-13 WC 4.60 mq
h=360
90 210
ATRIO
80 210
500 250+80
80 210
92 211
scala interna principale in marmo
535 245+80
525 220
120 160+60
120 160+60
B
SALA ATTESA
80 210
STUDIO MEDICO
STUDIO MEDICO STUDIO MEDICO MEDICINA GENERALE MEDICINA GENERALE 304
292
CAMERA MORTUARIA
54
Un’eccezione è rappresentata dal progetto di restauro di un condominio sito nel comune di Arese, Milano. Lo stabile presenta notevoli problemi, soprattutto legati all’isolamento termico. Si prevede, dunque, la sistemazione delle pareti esterne attraverso l’applicazione di uno strato isolante lungo tutto il perimetro dell’edificio; a ciò si deve aggiungere la sostituzione di tutti i serramenti dei diversi appartamenti che compongono lo stabile. Il progetto, relativamente semplice, è stato analizzato in buona parte dei suoi aspetti, compresa la planimetria di cantiere da proporre al Comune interessato. 525
187
187
3740
470
+13.60
470
1315
1315
1455
+7.40
1455
300
1647
1647
300
+10.45
+4.35
115
+1.30
+0.00
1890
PROSPETTO A - A' - STATO DI PROGETTO
500
PROSPETTO C - C' - STATO DI PROGETTO
PIANTA PIANO PRIMO - STATO DI CONFRONTO
1040
1660
1040
187
228
525
490
1455
1647
300 1315
1455 1315
1455
1647
300
470
761
3740
PROSPETTO B - B' - STATO DI PROGETTO
PROSPETTO E - E' - STATO DI PROGETTO
500
1890
PROSPETTO D - D' - STATO DI PROGETTO
Prospetti
CA
E
PIANTA PIANO TERRA - STATO DI CONFRONTO
DEMOLIZIONE
COSTRUZIONI
A’D
Piante piano terra e piano tipo
C’B
E’
B’D’
55
13_Tirocinio curricolare: Francesco Adorni Architetto Via Castel Morrone, 2 - Milano, Italia / settembre - novembre 2018 Progettazione in fase definitiva dell’ampliamento di un complesso di uffici e produttivo a Calcinate, Bergamo 4
1.27
7.06
CW01
2
2336
2
1
2336
1
CW01
80 210
360
90 210
501
251
500.5
500.5 794.5
DW01
DW06 DW01
WD02 WD02
560 104
382
543.5
382
102
GL01
80 210
610 70 210 70 210 70 210 70 210
422.5
4234 295
70 210 70 210
DW01
1522
70 210 70 DW01 210
70 210 70 210
80 210
1302
1302
80 210
DW06
70 210 70 DW01 210
2097
80 210
80 210
GL01
2097
632
70 210 70 210
GD01
809.5
794.5
GD01
DW01
543.5
422.5
80 210
251
104 382
DW01
382
MD03
1048.5
MD03
505
505 1048.5 9285
P3_Copertura Capann 1 : 200
MD03
6351.5
MD03
6351.5
cF 2000
120 210
500 450
MA02
c3
Area Coperta
c2 1053.5
cG
cG
1053.5
c4
360
120 210
500 450
1.27
501
MD03
120 210
MD03
120 210
MD03
1048.5
MD03
1048.5
7.04
560
80 210
MD04
500 450
120 210
120 210
80 210
80 210
3280.5
cB 1048.5
MD03MD03 MA02
cI
MD04
MD03
4
cI
4
1.27
1.27
1 : 200
1048.5
120 210
c3 c2
MD03
c4 c3
P3_Copertura Capannone A_SDP
c2 c1
c1
1990
6130
6130
2010
2010
c3 c2
c2 c1
Planimetria Keyplan
c1
P0_Piano Terra Capannone A_SDP
1 : 2000
P0_Piano Terra Capa
P0_Piano Terra Capannone B_SDP
1 : 200
1 : 200
1 : 200
1 : 200
cD 505
cD
1990
c4 c3
c4
P0_Piano Terra Capannone A_SDP
1 : 200
2000
2000
120 210
794.5
c4 P3_Copertura Capannone A_SDP
cC
DW06
1302
DW01
1048.5
MD04
1048.5
MD04
120 210
MD03
500 450
MD03
500 450
500 450 500 450
MA02
500 450
MD04MD04
120 210
MD03 MD03
120 210
MD04
120 210
MD03
120 210
cI
676.5
500 450
DW01
120 210
295
429 80 210
MA02
232.5
4234
DW01
5500
cI
1048.5
DW01
80 210
70 210 70 210
1522
1448.5
70 210 70 DW01 210
610
256
70 210 70 210
400.5
70 210 70 210
741.5
5500
cC
1048.5
3280.5
1048.5
382
cH
MA02
cH
MA02
500.5 DW06
5500
cH
422.5
794.5
DW01
cH
DW01
DW01
1048.5
cF
DW06
2097
cB
120 210
686.5
120 210
543.5
DW01
DW01
120 210
P cA
DW01
92 356
cE
251
104 102
WD02 WD02
80 210 80 210
GL01
GD01
382
GL01 GD01
92 356
809.5
MD03
1118
120 210
606
REV
P3_Copertura Capannone B_SDP
FL09
1.27 MA02
cE
cE cI
O
c4
c3
c4
Area Coperta
cF
c2
501
8130
MD04
MD04
2000
2000
2000
IMS TECHNOLO P.I. IT04698340 Via Cavalier Ber
OGGETTO
Ampliamento s Via Cavalier Ber
500.5
5500
500 450
120 210
500 450
120 210
500 450
1.27
120 210
MA02
A 1053.5
cG
IMPRESA
cB 70 210 70 210
MD03
1048.5
B
120 210
4234
70 210 70 210
PROGETTISTI
cm2
Francesco Ado Maura Tardini Via Castel Morr 20129 Milano ‐
MA02
3280.5
cH
1048.5
cH
676.5
MA02
295
DW01
cC Planimetria Keyplan
1048.5
1302
DW06
1 : 2000
MD04
MA02
MD03
cI
120 210
MD03
500 450
MD04
120 210
MD03
500 450
120 210
cI
MD04
120 210
MD03
500 450
5500
4
1048.5
70 210 70 210
429 80 210
80 210
422.5
DW06
232.5
120 210
MD03
632
80 210
DW01 DW01
1522
1448.5
70 210 70 DW01 210
610
256
COMMITTENTE
500 450
120 210
1048.5
500 450
cG
80 210
c3
cF 2000
3
N.B Prevedere l'inserimento de
120 210
c2
P cA
6
cI
MA02
120 210
DATA
1
1 : 200
90 210
120 210
DW06
3
cG 6
WD02 DW01
7.04
80 210
2097
500 450
1.27
90 210
cG
cA
422.5
794.5
3
686.5
560
80 210
O
DN
UP
7.04
DW06
DW01
120 210
MD04
3
MA02
1418
1243
DN
543.5
DW01
400.5
606
P3_Copertura Capannone B_SDP
MA02
7.06
2
P 6
382 741.5
cD
606
1275
DW01
DW01
cC
DW06
FL09
120 210 120 210
1.27
251
104 102
382
WD02 WD02
GL01
GD01
80 210
MA02
422.5
1.27
7.06
2336
1
CW01
MD03
3
DW01
DW01
92 356 GL01
GD01
809.5
92 356
1048.5
1522
3
1048.5
2
WD02
80 210
GL01
GD01
3
360
5311
7.06
120 210
429 DW01
676.5
4
UP
DW01
120 210
MD04
7.06
O
1048.5
3
120 210
MD04
7.06
2
7.06
2336
1
cC
DW06
cB
cI 1048.5
7.06
N
7.06
232.5
429 DW01
676.5
cF N
1 1.27
6351.5
5
DW01
80 210
cE
4
MD03
6
DW01
80 210
cB
256
MD03
5
1048.5
7
400.5 1448.5
FL09
1048.5
6
cF
N
9285
8
120 210
MD03
7
5052.5
9
MA02
1048.5 1048.5
8
DN
10
794.5
1048.5
9
632
4
10
7.04
4
-
1
11
693
7.06
DW01
794.5
9285
12
4
1
-
741.5
232.5
DW01
DW01
DW01
DW01
256
cD
1048.5
5
1.27
7.05
400.5
DW06
cE
cE
80 210
6
DW01 92 356
7.04
1 : 200
DW06
7
741.5
80 210
80 210 DW06 DW01
P cA
6 686.5
120 210
7.04
cD
cD
422.5
8
DW01
cC
cC
5311
9
DW01 92 356
92 356
5052.5
5052.5
1418
10
cB
1243
11
80 210 80 210 DW01
1448.5
746.5
12
102
GL01 GD01
92 356
809.5
120 210
MD03
1118
MD03
1118
120 210
686.5
120 210
DW01
P cA
6
WD02
WD02 DW01
cB
MA02
Il lavoro svolto durante il periodo di tirocinio curricolare, previsto dal Piano degli Studi del secondo anno di corsi di Laurea Magistrale, ha riguardato la stesura degli elaborati grafici per il progetto di ingrandimento di un complesso produttivo di Calcinate, in provincia di Bergamo. Accanto alla realizzazione di nuovi capannoni industriali, il progetto prevede la realizzazione di nuovi edifici destinati ad ospitare gli uffici dello stabilimento. La fase di progetto è stata impostata secondo un approccio multidisciplinare, in stretto contatto con altri gruppi di lavoro che si occupavano delle mansioni ingegneristiche ed impiantistiche del progetto. A tal proposito è bene sottolineare l’utilizzo del software Autodesk Revit, grazie al quale è stato possibile realizzare una grande quantità di materiale tenendo sotto controllo tutti gli aspetti progettuali, dalla disposizione degli ambienti interni, agli impianti, alla maglia strutturale.
360
120 210
cA
7.04
WD02 WD02
6
cA
O
DN
90 210
746.5
MA02
693
746.5
P
P 6
MA02
693
DN
7.04
3
O
1275
1275
DN
3
DN
UP
UP
DW01
O
7.06
70 210 70 210
3
O
N
7.067.06
7.06
7.06
7.06
80 210
3
4
N
1
1 1.27
7.067.06 2
5
120 210
2
4 6
501
1
7
5
560
N
-
-
4
8
6
DW06
7.06
7 9
422.5
1
7.06
10
80 210
7.05
-
-
4
11
8
610
7.05
9 12
10
7.04
4
N
7.06
11
632
7.04
12
4234
4
5
295
4 6
80 210
7
5
DW06
8
6
5311
1 1.27
7 9
1418
1 1.27
10
1243
11
8
5311
9 12
10
1418
11
1243
12
1.27
cD
2000
1990
2010
FASE PROGETTO
Progetto Prelimin
TITOLO
Edifici produttivi
505
6130
c4 P3_Copertura Capannone B_SDP 1 : 200
cE
c3
c2
c1 REV
P0_Piano Terra Capannone A_SDP 1
1 : 200
DATA
DESCRIZIONE RED APR P0_Piano Terra Capannone B_SDP 1 : 200
1.27
MA02
cI
N.B Prevedere per tutte le travi alari
120 210
c1
606
120 210
c2
120 210
c3 FL09
MA02
c4
120 210
MA02
As indicated Scala
56
Formato
1805
Sigla
FO
G
PcA
cB
cC
cD
Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p
Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space
Lucernai a SHED
FO
G
PcA
cB
cE
Carro-ponte 20t
cC
Panelli fotovoltaici
cD
cF
cG
cH
cI
cF
cG
cH
cI
cF
cG
cH
cI
Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10
cE
Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space
Lucernai a SHED
FO
G
PcA
cB
Carro-ponte 20t
cC
Panelli fotovoltaici
cD
Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10
cE
Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space
Carro-ponte 20t
808.5
Sezione 14_SDP 1 : 100
c4
883.5
1160
1160
808.5
883.5
1160
1160
808.5
883.5
1160
Panelli fotovoltaici
Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10
1160
Lucernai a SHED
12
11
10
c3
9
8
7
c2
6
5
c1
4
c4
12
11
10
c3
9
8
7
c2
12
11
10
c3
9
8
7
c2
6
5
c1
4
c4
12
11
10
c3
9
8
7
c2
Sezione 14_SDP 1 : 100
c4
P Sezione 14_SDP 1 : 100
c4
12
11
10
c3
9
8
7
c2
6
5
c1
c4
4
12
11
10
c3
9
8
7
c2
P
REV
P
REV
REV Sezione 17_SDP
Sezione 16_SDP
1 : 100
1 : 100
COMMITTEN
Sezione 17_SDP
Sezione 16_SDP 1 : 100
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
cB
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
cA P
G
O
F
N
E
M
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero
D
L
C
I
B
1 : 100
OGGETTO
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
portone sezionale a taglio termico
H A
cB
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero
COMMITTEN
Tettoia su travatura metallica reticolare
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero
OGGETTO COMMITTENT PROGETTISTI
Tettoia su travatura metallica reticolare
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero
Tettoia su travatura metallica reticolare
cA P
O
N
M
L
I
H
IMPRESA
Sezione 17_SDP
Sezione 16_SDP 1 : 100
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero
1 : 100
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
portone sezionale a taglio termico
PC_SDF - Copertura Esedra
Distribuzione
+8.73 m
63 m²
WC
515
Antib.
2 m²
6 m²
Sala pranzo
11000
PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura
352
9237 9870
P2_SDP - Piano Secondo
52 m²
7480
90
P1_SDP - Piano Primo Rosso
372
372
7480
PC_SDF - Copertura Rosso 32 m²
290
47
290
Meeting Room
5400
Ufficio Sales
Ufficio Sales
154 m²
Ufficio Sales
154 m²
136
P1_SDP - Piano Primo 3760
PR_SDF - Piano Rialzato
PR_SDF - Piano Rialzato
436
+1.65 m
1650 13 m²
Dis.
Auditorium
6 m²
115 m²
PT_SDF - Piano Terra
PT_SDF - Piano Terra
0
0
TITOLO As indicated Scala
PT_SDP - Piano Terra -600
PT_SDP - Piano Terra
42 m²
FASE PROGET
1650
300
Meeting Room
?
300
?
?
300
?
Prospetto A-A'_SDP
Archivio
TITOLO
3760
3760
1 : 100
FASE PROGET
P1_SDF - Piano Primo Esedra
3760
97 m²
cm
5400
26 m²
+3.76 m
P1_SDP - Piano Primo
376
6 m²
PROGETTISTI
PC_SDF - Copertura Rosso
Ufficio Dir.
154 m²
P1_SDF - Piano Primo Esedra 101 m²
IMPRESA
7560
P2_SDF - Piano Secondo Esedra
7480
Palestra
cm
P2_SDP - Piano Secondo +7.56 m
7480
Dis.
PROGETTISTI
9237 9870
Ufficio Presidente
26 m²
7560
P2_SDF - Piano Secondo Esedra P1_SDP - Piano Primo Rosso
Area break
OGGETTO
P3_SDP - Piano Terzo
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura
Meeting Room
59 m²
cm
11000
P3_SDP - Piano Terzo 11000 portone sezionale a taglio termico
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
270
Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero 352
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
IMPRESA
PC_SDF - Copertura Esedra
11000
Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK
-600
I01- Interrato Padiglione rosso
Prospetto A-A'_SDP 1 : 100
FASE PROGET
I01- Interrato Padiglione rosso
-2130
-2130
I91 - interrato tunel
I91 - interrato tunel
-3000
-3000
I01 - Piano Interrato
I01 - Piano Interrato
-3760
-3760
TITOLO
As indicated Scala
Prospetto A-A'_SDP As indicated
1 : 100
Scala
Sezione 1_SDP
Sezione 2_SDP
1 : 100
1 : 100
cI
cH
cG
cF
cE
cD
REV 0
cC
cB
cA P
O
N
Panelli fotovoltaici
M
L
Pavimentazione esterna flottante in quadrotte di cemento, impermeabilizzazione in guaina ardesiata e isolamento in polistirene pendenziato
I
H
Balaustra in vetro temperato extrachiaro, con sistema di fissaggio a pavimento tipo Faraone NINFA 4
+11.00 m
DA 10 ot
Parete vetrata per divisione uffici
Facciata continua vetrata, con sistema a montanti e traversi tipo Schueco FW50+ SG, vetrocamera bassoemissiva con fattore solare 27%, trasmissione luminosa 72%. Vetro tipo extrachiaro
PC_SDF - Copertura Esedra 11000
P3_SDP - Piano Terzo 11000
344
PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura 9237 9870
Sala Consiglio 98 m²
COMMITTENTE
P2_SDP - Piano Secondo 7560
+7.56 m
P2_SDF - Piano Secondo Esedra
110
7480
P1_SDP - Piano Primo Rosso
Antib. 5 m²
270
380
7480
WC
3 m²
Amministrazione
Ufficio HR
43 m²
22 m²
5400
26 m²
Facciata continua vetrata, con sistema a montanti e traversi tipo Schueco FW50, vetrocamera bassoemissiva con fattore solare 27%, trasmissione luminosa 72%. Vetro tipo extrachiaro
436
136
808.5
+3.76 m
4910 m²
WC
1 m²
Spogliatoio M 7 m²
300
My Lab
OGGETTO
PC_SDF - Copertura Rosso
Meeting Room
P1_SDF - Piano Primo Esedra
IMPRESA
3760
P1_SDP - Piano Primo 3760
PR_SDF - Piano Rialzato
PROGETTISTI
cm
1650
Mensa 208 m²
PT_SDF - Piano Terra 0
-0.79 m PT_SDP - Piano Terra -600
I01- Interrato Padiglione rosso -2130
I91 - interrato tunel -3000
I01 - Piano Interrato -3760
FASE PROGETTO Sezione 3_SDP
TITOLO
1 : 100
1 : 100 Scala
57
Fo
14_Corso di formazione professionale: 3DS MAX + V-Ray ABEA Scuola di Formazione - Via Bernardo Quaranta, 47/A - Milano, Italia / settembre 2019 - ottobre 2019 Corso di formazione di 3DS Max con motore di renderizzazione V-Ray finalizzato al conseguimento del titolo professionale di GRAFICO 3D Svolto corso sulla sicurezza con rilascio di attestazione ufficiale
E’ stato affrontato un Corso di Formazione Professionale, finanziato da Forma.Temp e pomosso da Lavorint S.pA., riguardante il software di modellazione tridimensionale 3DS MAX con motore di renderizzazione V-Ray. Il corso ha avuto lo scopo di introdurre alla conoscenza professionale del programma. Sono stati mostrati i comandi base sia per la modellazione 3D, sia per la realizzazione di render. Durante l’intervento formativo sono stati illustrati sia gli aspetti teorici del programma, con la spiegazione dei vari comandi e le loro funzioni, sia gli aspetti pratici, con ore dedicate alla modellazione e alla renderizzazione; lo scopo prevedeva il raggiungimento di un prodotto finale che si avvicinasse ad esperienze professionali realmente affrontabili. E’ stato svolto un modulo obbligatorio sulla sicurezza sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, finalizzato all’ottenimento del Certificato di Sicurezza sul Lavoro (raggiungibile attraverso il 70% di frequentazione complessiva del corso). Il soddisfacimento di tali parametri ha consentito il raggiungimento del titolo professionale di GRAFICO 3D.
Render finale: cucina
58
Dopo l’iniziale spiegazione dell’interfaccia e dei metodi di visualizzazione, si è passati ai metodi di realizzazione di solidi, poligoni e alle tecniche di modificazione dei loro parametri. Successivamente, sono state illustrate le viste e la loro preparazione, con lo strumento V-Ray Camera; dopodiché si è passati all’impostazione e alla regolazione delle luci, agendo sulla loro intensità, sul colore e sulla loro esposizione. Per l’applicazione dei materiali è stato utilizzato il motore V-ray; dopo la renderizzazione finale, si è svolta una fase di postproduzione con il software Adobe Photoshop in cui sono stati utilizzati gli strumenti di render elements per la regolazione dei livelli di intensità e saturazione dell’immagine renderizzata, per la sistemazione delle luci, per l’ottenimento di effetti di sfocatura e per l’apposizione di sfondi ed elementi aggiuntivi (ad es., le persone nel render a fianco).
Render finale: esterno 59
INDICE PARTE PRIMA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica
PARTE SECONDA
Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica
PARTE TERZA
Esperienze lavorative e formazione professionale
PARTE QUARTA
Workshop ed esposizioni 15_Mostra Abitare ad Alta Quota 62 Ligonchio, Reggio Emilia -17 maggio 2014 16_Workshop Atmospheres: Domestic Sparks 63 Politecnico di Milano, Milano - aprile 2018
15_Mostra Abitare ad Alta Quota Ligonchio, Reggio Emilia -17 maggio 2014 Esposizione di modelli di casi-studio propedeutici alla stesura del progetto di recupero del bivacco Rio Grande Nel territorio ossolano Piero Portaluppi progetta diversi interventi, che mirano allo sviluppo economico (le centrali idroelettriche) e turistico della regione. L’attenzione per l’alta Val Formazza è particolare e si concretizza nel progetto, solo in parte realizzato, per l’albergo sulle cascate del Toce. Per la stessa società l’architetto progetta sopra il bacino del Toggia il Wagristoratore, ristorante e punto d’appoggio ad alta quota, in cui il cittadino potesse godere della montagna senza rinunciare alle comodità urbane. Il sito, raggiungibile in macchina, era formato da un edificio centrale su tre livelli, affiancato da due vagoni ferroviari. L’edificio, la cui forma richiamava inizialmente l’aspetto di San Giacomo, protettore del passo sovrastante, non venne mai realizzato: i due vagoni ferroviari vennero invece trasportati in loco e, poggiati su sei coppie di piloni in cemento, ancor oggi visibili, vennero usati come ristorante fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.
B
A
A
Pianta primo piano
0
B
S O C I E T A'
Prospetto Est
Sezione A-A
A L B E R G H I
D E
L A
F O R M A Z Z A
-
W A G R I S T O R A T O R E
S A N
G I A C O M O
1
5m
P E S C A T O R E
0
1
5m
0
1
5m
62
16_Workshop Atmospheres: Domestic Sparks Politecnico di Milano, Milano - aprile 2019 Progettazione e costruzione dell’installazione (UN)COMFORTABLE, legata al tema della vita domestica e del riposo L’installazione pone in evidenza la realtà dello “studente tipo”. Nonostante la voglia e la necessità di riposarsi, le consegne che incalzano e lo stress determinano un non riposo o meglio un riposarsi in posizioni assurde. A chi non è mai capitato di addormentarsi sulla tastiera, sul banco, sui modellini...? Così l’allestimento propone una seduta che si presta al riposo tanto quanto al non riposo, Un gioco accattivante nell’alternanza degli opposti.
30
54,9
55
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L’installazione è caratterizzata da un pannello in tessuto lycra, elastico e resistente, il cui utilizzo viene inteso come il punto di appoggio tramite il quale “riposarsi in posizioni scomode”.
135
7,8
206,1
200
90
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109,9
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34,71
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Pianta e prospetti dell’intervento
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