PORTFOLIO

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PORTFOLIO

FRANCESCO

TURATI

ARCHITETTO



Il PORTFOLIO raccoglie i lavori svolti durante la carriera universitaria. Viene diviso in quattro parti per garantire un quadro chiaro e complessivo delle esperienze maturate durante gli anni di studio. Ciascuna parte raccoglie gli elaborati proposti catalogandoli in ordine cronologico. Lo scopo del PORTFOLIO è di mostrare metodi, tecniche e abilità acquisite che trovano forma ed espressione in una grande varietà di progetti, ognuno dei quali affronta diverse tematiche e molteplici questioni.

INDICE 04

PARTE PRIMA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica

31

PARTE SECONDA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica

53

PARTE TERZA

Esperienze lavorative e formazione professionale

61

PARTE QUARTA

Workshop ed esposizioni



INDICE PARTE PRIMA 01_Abitare ad alta quota 05

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni

02_Progetto per un’abitazione unifamiliare 09

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura I

PARTE SECONDA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica

03_Ex Chiesa della Trasfigurazione di Cantù 13

Laboratorio di Restauro

04_La casa collettiva 16

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II

05_Milano ex caserme: presidi straordinari per le emergenze sociali 21

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III

06_Dispositivi per una nuova vita urbana 26

Laboratorio di Progettazione Urbanistica

PARTE TERZA

Esperienze lavorative e formazione professionale

PARTE QUARTA

Workshop ed esposizioni


01_Abitare ad alta quota

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni A.A. 2013 - 2014, docenti proff. Marta Averna, Roberto Rizzi, Alessandro Baglioni Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura degli Interni il tema affrontato è stato quello del bivacco montano. Il progetto prevedeva la rifunzionalizzazione di un casotto abbandonato nel Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, ai piedi del Monte Cusna. Partendo dallo studio del “bivacco Rio Grande”, un piccolo casolare di 3x5m, se ne è studiato il riuso e la rifunzionalizzazione, prestando particolare attenzione al tipo di arredo da destinare ad un luogo di ristoro temporaneo (tenendo dunque conto degli spazi minimi) e ad un possibile ampliamento dello stesso senza contaminare la natura circostante. Il progetto è stato completato da una serie di interventi da inserire all’interno del parco circostante il nuovo edificio, in un’ottica di valorizzazione del contesto ambientale preso in considerazione.

Intervento 1

Intervento 2

Bivacco

Intervento 3

Intervento 2

Sono stati redatti i disegni CAD di piante, sezioni e prospetti del bivacco in scala 1:20; di esso, è stato realizzato un modello. Anche gli interventi nel parco sono stati realizzati con CAD, in scala 1:50. Per la rifinitura degli aspetti grafici è stato usato il programma Photoshop. N

Masterplan di progetto

0

10

20

50

100m

05


La soluzione proposta prevede l’innalzamento del corpo esistente di due parallelepipedi della medesima dimensione, di cui uno (quello centrale) inclinato di 10°. Al piano terra sono situati una piccola cucina, un bagno e un tavolo reclinabile per 8 persone. I piani superiori, raggiungibili da una scala a pioli, sono dotati di 8 tatami (4 ciascuno). Entrambi hanno a disposizione un piccolo balcone. La struttura è completata da un tetto fotovoltaico con lucernario.

N 0

1

2

3m

Pianta piano terra

1

2

3m

0

1

2

3m

Pianta piano primo

N 0

Pianta piano secondo

N 0

1

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3m

N

Pianta coperture 06


Il materiale principale scelto per l’ampliamento del bivacco è il legno lamellare autoportante (XLAM). Questa soluzione minimizza l’impatto ambientale ed è compatibile con la natura del luogo. Foto del modello di progetto

0

Prospetto A-A’

1

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1

2

B

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A

A’

3m

Sezione B-B’

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A

Intervento 1: sentire E’ un ponte realizzato in tappeti elastici, pensato per offrire un’esperienza sensoriale a chi lo percorre. Camminando per i sentieri montani, infatti, l’uomo può perdersi alcuni suoni che vengono offerti dalla natura. L’installazione permette di camminare senza produrre alcun rumore in modo tale da ascoltare tutto ciò che la montagna ha da “dirci”.

A’

Planimetria di progetto: sentire

N 0 1

2

5m

0

Prospetto A-A’

1

2

5m

B’

Intervento 2: osservare E’ un’installazione presente in più zone del parco, con una duplice funzione: la prima è godere dei migliori panorami del Monte Cusna e dell’Appennino, grazie a più piattaforme poste a diverse altezze; la seconda è di aggregazione, poiché è una serie di piccoli spazi pensati per far incontrare i vari frequentatori del parco.

B 0

1

2

5m

Sezione B-B’

Planimetria di progetto: osservare

2

5m

Intervento 3: scoprire E’ un tronco cavo di 230cm, pensato per offrire un’esperienza didattica all’utente del parco: sono presenti diversi schermi che ne illustrano la storia, le attrattive principali e le curiosità. In questo modo si ottiene una conoscenza ancora più profonda della natura in cui si è immersi, dagli aspetti generali alle caratteristiche più intime.

C’

C

Planimetria di progetto: scoprire

N 0 1

N 0 1

2

5m

Sezione C-C’

0

1

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02_Progetto per un’abitazione unifamiliare

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura I A.A. 2013 - 2014, docenti proff. Ilario Boniello, Carlo Alberto Sanjust

Nel Laboratorio di Progettazione Architettonica I è stato affrontato il tema della casa unifamiliare, destinata ad un totale di 4 persone. E’ stato realizzato il disegno CAD dell’abitazione, indagata sia alla scala di dettaglio (1:50) sia alla scala standard (1:100). Di seguito si è fornita una proposta di recupero di un’area dismessa nei pressi del quartiere di Milano Rogoredo, all’interno della quale la singola unità abitativa è stata disposta in serie così da ottenere un quartiere residenziale formato da case monofamiliari. Tale quartiere, nel Laboratorio chiamato “aggregazione”, è stato affrontato alla scala urbana (1:500, 1:1000); inoltre, tramite modellazione 3D Sketchup e renderizzazione V-Ray, sono state redatte alcune viste dell’impianto residenziale.

Masterplan di progetto

09


Il piano terra dell’abitazione è dotato di salotto, cucina e bagno, comprensivo di antibagno con lavatrice. Al piano superiore sono presenti una camera matrimoniale, una camera doppia e un bagno di servizio. Tutti gli ambienti principali dispongono di un affaccio sulla corte interna.

Pianta piano terra - scala 1:50

Pianta piano terra

Pianta piano terra Pianta piano primo - scala 1:50

Pianta piano prim A

E

10


A-A

I materiali da costruzione sono cemento armato e mattoni a vista, che ricoprono tutto l’edificio, fatta eccezione per la corte interna, per la quale è stato adottato un rivestimento in legno.

E

C

F-F

E-E

D-D

F-F

C-C

Prospetto A-A’ - scala 1:50

Pianta coperture

D-D

Sezione B-B’ - scala 1:50

B A

D

MILANO

POLITECNICO DI MILANO - FACOLTÀ DI ARCHITETTURA CIVILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA 1 - A23 Anno Accademico 2013/2014 A Ilario Boniello - Carlo Alberto Sanjust

C

B’

D

Prospetto C-C’ - scala 1:100

E

E

F

F

D-D A-A Sezione D-D’ D B Cscala 1:100 Pianta piano terra

C Pianta primo piano

Tomasoni Patrick - 818538 Tunesi Luca - 818261

D’

A

B A

D

F

B

A’

A

E-E E

C’

F-F E

Pianta coperture - scala 1:100 F

Pianta coperture

11


La disposizione seriale a schiera permette di avere il proprio piccolo cortile privato e, contemporaneamente, un ampio contatto con il parco in cui è immerso il quartiere.

Assonometria dell’unità abitativa - scala 1:100

Viste 3D dell’intervento

Assonometria dell’aggregazione - scala 1:500 12


Esso è costruito attorno ad un ampio spazio centrale circondato sui 4 lati da un porticato colonnato, attorno al quale si organizzano i corpi di fabbrica. L'edificio è costituito da tre piani più un piano interrato destinato alle cantine.

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Nel 2002 l'architetto Dezzi Bardeschi inizia il progetto di conservazione e riuso dell'ex chiesa. L’intervento si pone l’obiettivo primario di conservare la fabbrica esistente nella attuale consistenza materica di tutte le sue stratificazioni storiche, indipendentemente dalla fase costruttiva cui appartengono. Oltre alla conservazione dell'intero fabbricato, alla chiesa vengono affiancati due nuove presenze architettoniche: un corpo d'ingresso principale a due piani sul lato nord e un corpo composto sul lato sud formato da una torre di risalita (con scale e ascensore) collocata in prossimità della posizione dell'antico campanile della chiesa e un volume a tre livelli. I corpi aggiunti si accostano ai muri esterni della fabbrica senza gravare su di essi e si reggono su colonne portanti in acciaio. La particolare e complessa trama policroma del rivestimento esterno è attenuta attraverso la posa di mattoni prodotti dalla SanMarco, presenti nelle tre differenti colorazioni: rosso, rosato e giallo.

Scuo Corso di P La

Professori: Gabrie Assistenti: Dan

EX C TRAS

Martina Agrofoglio Elena Penna

TAVOLA STO

Storia della chiesa - Intervento di M. Dezzi Bardeschi

16

4.3

5.60

20

0.50

4.1

2.00

5

3.3

0

5

0

3.8

0.25

5

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0

1.6

14

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0 0

6.2

7.75

PROSP

1.5

5

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8

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+0.00

5.7

5

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0

6.50

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4.00

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7.15

2.00

15

Pianta piano terra e sezione (con le aggiunte in rosso), 2006. (”Costruire”)

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

G. Motta, Vicende storiche ed aspetti dell’antica e nuova Cantù, Cantù, 1970.

POLITEC

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Dopo aver effettuato una breve ricerca storica dell’edificio, è stato restituito in CAD un rilievo geometrico generale della chiesa, per poi passare ad una misurazione più dettagliata delle parti prese in considerazione (le due recenti aggiunte dell’arch. Marco Dezzi Bardeschi sul fronte e sul retro dell’edificio). Di tali componenti sono stati elaborati Fino anche al 1910 i proprietari della fabbrica, i Porta, continuano a costruire strutture addossate all'edificio, finché nel 1936 il podestà di Cantù delibera la demolizione del corpo principale del fabbricato del monastero di Sant'Ambrogio particolareggiati rilievi fotografici e patologici; successivamente si sono proposte delle perché ritenuto troppo vecchio: le strutture fondamentali non possono essere rafforzate. Alla demolizione del fabbricato seguirà la sistemazione dell'area del soluzioni per il restauro coerenti con i materiali di costruzione. mercato. Nel 1940 nelle mappe catastali si legge la costruzione di due murature all'interno dello spazio Il progetto per il riuso ha previsto la rifunzionalizzazione della chiesa, che è stata adibita a ecclesiale a chiusura dei bracci ovest e sud e l'ingresso allo spazio principale avviene attraverso un androne di nuova costruzione. Nel 1977 viene stanziato un finanziamento per demolire i corpi aggiunti nell' spazio espositivo, e la sistemazione della piazza su cui sorge; tale intervento è 800 fino al raggiungimento dei perimetri esterni primitivi della chiesa e per permettere una serie di restauri e consolidamenti. Nel 1980 l'ex chiesa diventa patrimonio culturale e il progetto di riuso prevede l'istituzione di un museo particolarmente contraddistinto dalla presenza di una torre panoramica situata ad ovest civico. Nel 1990 viene istituito il museo dell'artigianato canturino. dell’edificio.

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Nel Laboratorio di Restauro è stato proposto il progetto di conservazione e di riuso di una ex chiesa monastica nella città di Cantù, contestuale al recupero della piazza antistante.

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Laboratorio di Restauro A.A. 2014 - 2015, docenti proff. Gabriella Guarisco, Ferdinando Zaccheo

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

03_Ex Chiesa della Trasfigurazione di Cantù

trionale verso il chiostro. Nel 1861 i locali rimasti de

Erasmo Lucini, Tipo in pianta del Locale di ragione Erariale, detto di S. Ambrogio, situato in Cantù Provincia di Como, 4 agosto 1825.

(A.S.Co., Intendenza di finanza, c. 41, f.AUTODESK 11) CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO

4.80

0.77

0

5.7

75 300

5.50

5.60

8,25 5

2.70

2.65

2.9

0

5 3.1 2.70

2.65

25.02

70 300

90 210

0.25

10.40

1.52

130 280

2.0

0

130 280

5

70 210

3.1

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0 9.0

-2.50

4.10

+991 1.92

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5 6.1

85 210

.05 14

+6.75

+0.42

6.30

8.10

4.55 2.86

1.55

1.20

+6.75

PROSPETTO CORPO SUD

+6.00

3.30

3.11

12.70

2.55

6.1

90 175

11.00

0

15.10

0.25

7.25

0 .1 14

7.6

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120 210

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2.25

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3.8

0 1.8

70 200

5

5 5.8

9.6

5

9.3

95 200

100 200

0

2.10

0

7.0

7.15

5

5

0

23

0

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11

3.4

0

22

4.1

2.9

70 300

8.50

5

0

2.9

0

120 210

3.0

2.9 5

0

2.4

3.0

0

5.00

105 100

7.00

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4.2

2.35

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6.8

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+0.00

5.35

11 20 0 0

0

10.9

5

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0.30

9

5.35

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75 300

2.25

5.60

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75 300

75 300

2.8

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120 210

4.80

0

0

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6.10

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0

4.05

1.3

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5

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4.00

1

1.25

11.00

13

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2.85

21

2.40

PIANTA CORPO SUD

+3.35

+3.17

7.22

SCALA 1:50

+3.35

5

8.15

6.25

+0.00

+0.00

3.04

+0.00

+0.00

+0.49 4.35

11.30

240 230

3.23

2.87

24

120 235

8.30

4.55

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245 310

0

.10

.3

8.9

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-1.78

-3.40

7.25

90 175

11

8.15

9.10

2.20

100 200

100 195

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0 90 210

70 210

5

3.20

13 PIANTA CORPO NORD

SCALA 1:50

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2.4 0

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1.25

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2.00

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2.5 5

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2.3

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1.80 5 2.4

0

2.15

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1.80

.30

1.9

1.45

0

1.50

2.45

2.6

6.35

5.85

0

2.8

2.05

6.5

0

1.50

3.8

5

80 140

80 140

1.45

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9.50

8.4

0

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2.5

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2.7

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5 2.4

2.9

2.7 4.3

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2.6

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0

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0

2.4

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0

5 1.6

5

5

0

SCALA 1:100

4.10

3

1.7

2

2.10 0

2.5

15

14

8.6

6.4

5.80

6.40

0

7.3

PIANTA

4.10

4

1 0

2.4

27 6.3

0 6.0

6.00

1.10

1.80

2.6

2.00

5.40

5

5.60

2.5

0

9.55

5.50

9.00

0

5

5

0

2.3

3.20

3.20

5

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2.6

5.2

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0

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0

0

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2.5

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4.30

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0

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+0.00

6.2

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0 2.05

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3.20

3.9

3.9

0

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6.3

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0

8.9

210 130

4.8

0

100 285

3.8

2.70

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A' +0.51

6.6

75 210

8

100 285

3.95

100 200

5

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8.90

SCALA 1:100

2.75

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SEZIONE A-A'

2.70

2.75

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25

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90 210

0

1.55

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70 210

75 210

0

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6.5 0

3.7

9.50

5 105 210

1.25

8

1.25

7

1.25

6

1.50

5

4

A

Rilievo geometrico 13


Rilievo patologico

Progetto di conservazione I vari rilievi effettuati hanno evidenziato che, nonostante l’intervento di Dezzi Bardeschi sia relativamente recente, sono giĂ presenti diversi problemi (patine, percolazioni, vegetazione infestante, etc.) che necessitano di essere risolti. Si è cercato di fornire una proposta di conservazione che meglio si adattasse al materiale principalmente utilizzato per le aggiunte, ovvero i mattoni San Marco (dimensioni 12x25x6,5 cm), accostati in modo tale da formare una trama che rievoca il pizzo di CantĂš. 14


Progetto di rifunzionalizzazione della Chiesa

A1

N

B1

SEZIONE B-B1

PROSPETTO EST

PROSPETTO SUD

ROSPETTO SUD

PROSPETTO EST

PROSPETTO NORD

PROSPETTO NORD

SEZIONE A-A1

ANTA PIANO TERRA

PIANTA PIANO PRIMO

PIANTA PIANO TERRA

A

PIANTA PIANO SECONDO B

PIANTA PIANO PRIMO

Il progetto di riuso prevede l'inserimento di un edificio a torre nella giacitura che ospitava la chiesa interna utilizzata esclusivamente dalle monache. Lo sviluppo in altezza è dettato dalla volontà di voler offrire un belvedere sul Monte Rosa e sull'Alta Valsesia ed inoltre ricalca la presenza antecedente della torre ad uso delle monache del convento. La struttura che regge il solaio principale, al quarto piano, è in acciaio; la sua pendenza riprende l'inclinazione fuori piombo dei prospetti dell'intervento sulla Chiesa della Trasfigurazione realizzato dal prof. arch. Marco Dezzi Bardeschi. I tre solai intermedi, cinti da un parapetto in acciaio e vetro, fungono sempre da terrazza panoramica e poggiano sui pilastri inclinati ai quattro vertici. Al quarto piano l'ultima terrazza distribuisce verso i due accessi del bar ed allo stesso tempo offre una veduta della Chiesa.

PIANTA PIANO SECONDO

Riqualificazione della piazza del mercato

Il progetto di riuso prevede l'inserimento di un edificio a torre nella giacitura che ospitava la chiesa interna utilizzata esclusivamente dalle monache. Lo sviluppo in altezza è dettato dalla volontà di voler offrire un belvedere sul Monte Rosa e sull'Alta Valsesia ed inoltre ricalca la presenza antecedente della torre ad uso delle monache del convento. La struttura che regge il solaio principale, al quarto piano, è in acciaio; la sua pendenza riprende l'inclinazione fuori piombo dei prospetti dell'intervento sulla Chiesa della Trasfigurazione realizzato dal prof. arch. Marco Dezzi Bardeschi. I tre solai intermedi, cinti da un parapetto in acciaio e vetro, fungono sempre da terrazza panoramica e poggiano sui pilastri inclinati ai quattro vertici. Al quarto piano l'ultima terrazza distribuisce verso i due accessi del bar ed allo stesso tempo offre una veduta della Chiesa.

Ingresso

ANTA PIANO TERZOGuardaroba

PIANTA PIANO QUARTO

Servizi Igienici Sala Espositiva Ufficio Magazzino

PROSPETTO SUD

PIANTA PIANO TERZO

PROSPETTO EST

PROSPETTO NORD

PIANTA PIANO QUARTO

La riqualificazione del sito prevede la dismissione dell’attuale piazza del mercato e l’adibizione a spazio pubblico/parco. La torre panoramica presenta un bar con servizi all’ultimo piano; offre una visuale completa della piazza e delle colline brianzole.

15


04_La casa collettiva

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II A.A. 2014 - 2015, docenti proff. Giovanni Iacometti, Francesca Floridia, Ottorino Gaburri

Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II si è affrontato l’argomento della Casa Collettiva. Nello specifico, il progetto riguardava le residenze per gli studenti di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Il lavoro svolto ha previsto il disegno in CAD di due parti distinte dell’intero intervento: la nuova scuola di scenografia e le annesse residenze per gli studenti, indagate alla media scala (1:100, 1:200). Gli aspetti grafici sono stati curati con Photoshop; il lavoro è stato integrato con la realizzazione di un modello. Tramite modellazione 3D Sketchup e renderizzazione V-Ray sono state fatte alcune viste dell’intervento. Il progetto è stato approfondito tramite la redazione di una sezione tecnologica analizzata in più scale (1:50, 1:20, 1:10). E’ stato incluso anche l’edificio dell’ex Ansaldo di via Tortona, situato di fronte al progetto, la cui proposta di recupero prevedeva il riutilizzo come spazio polifunzionale.

N

Masterplan di progetto

0 10 20

50

100

200m

16


x 3_e

Il progetto è stato studiato per rendere la scenografia protagonista principale dell’intero complesso. Esso è dotato di una serie di macchinari, spazi ed elementi scenici che lo rendono una sorta di “teatro a cielo aperto”, fruibile non solo dagli studenti ma anche dalla comunità.

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Foto del modello di progetto

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ort

1_v

Gli spazi individuati sono tre: 1_viale scenografico E’ il lungo percorso che divide la scuola dalle residenze. Si caratterizza per la presenza, su entrambi i lati, di grandi battenti a tutta altezza dove è possibile appendere le scenografie realizzate dagli studenti. I battenti si aprono e si chiudono a seconda di occasioni ed eventi vari; 2_corte E’ ricavata all’interno dell’edificio scolatisco per organizzare spettacoli e rappresentazioni. Si è pensato di dotarla di un carroponte che sposti le scenografie all’interno della stessa a seconda delle varie occasioni. E’ circondata da un porticato al cui interno sono inseriti dei carrelli che permettono alle scenografie di muoversi lungo tutto il suo perimetro; 3_ex Ansaldo L’interno di quello che era uno spazio industriale si appresta ora ad accogliere funzioni museali, mostre, spettacoli e concerti legati alle attività che si svolgono nella scuola.

gra

no sce fico

N

0

10

20

50

100m

Planimetria generale del piano terra 17


L’edificio scolastico, sviluppato su quattro piani, comprende aule per lezioni e laboratori, oltre a servizi come bagni, spogliatoi, una segreteria e due box mensa all’ultimo piano. Fulcro dell’edificio è il teatro di prova per le scenografie; esso è situato al di sotto del laboratorio di modellistica dal quale i lavori degli studenti possono essere calati direttamente nel teatro tramite un sistema di piattaforme mobili.

Pianta piano terzo - Scuola Legenda: 1_aule laboratoriali; 2_aule polivalenti; 3_ingresso laboratorio di modellistica; 4_ripostiglio; 5_laboratorio di modellistica; 6_box mensa; 7_servizi (scuola)

1

2

2

1

1

7

4

3

7

5

6

6

N

Anche le residenze si sviluppano su quattro piani. Esse sono formate da camere doppie e una grande sala comune per ciascun piano, dotata di cucina e tavoli da pranzo/lavoro. Da questo spazio si può accedere direttamente alla sala studio. L’edificio di testa che si affaccia su via Tortona offre i principali servizi agli studenti (biblioteca, copisteria, reception/portineria).

7

Pianta piano terzo - Residenze Legenda: 8_biblioteca; 9_servizi (biblioteca) 10_sala studio 11_area comune 12_camere doppie

10 8

9

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0

5

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20m

10

11

11

11

12

12

12

N

0

5

10

20m

18


D

Tutti gli edifici del nuovo complesso sono realizzati in calcestruzzo. La scelta dei materiali è differente per quanto riguarda il viale scenografico, dove è stato adottato un rivestimento policromo di lastre in pietra indiana. I battenti a tutta altezza sono fatti di legno. L’edificio dell’ex Ansaldo non ha subito interventi di particolare rilievo; di esso, a titolo illustrativo, sono riportati una sezione (C-C’) e un prospetto (D-D’).

C

D’ B

C’ A

0

5

10

20m

0

5

10

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0

5

10

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0

5

10

20m

Sezione A-A’ B’

A’

Viste 3D dell’intervento

Prospetto B-B’

Sezione C-C’

Prospetto D-D’ 19


Dettaglio tecnologico tipo - Residenze

20


05_Milano ex caserme: presidi straordinari per le emergenze sociali

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III A.A. 2015 - 2016, docenti proff. Marco Enzo Biagi, Vittorio Garatti, Pietro Crespi, Marco Pozzi, Alessandro de Masi

Nel Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III si è proposto un piano di recupero e rifunzionalizzazione della Caserma Montello di Milano. Lo scopo del progetto è stato quello di studiare un complesso che potesse adattarsi a tre tipi di esigenze: - la mancanza di spazi per l’accoglienza della popolazione immigrata; - la carenza di alcuni servizi per gli abitanti del quartiere in cui sorge la caserma; - la necessità di alloggi per gli studenti universitari. Il programma funzionale dell’impianto è stato pensato per favorire l’aggregazione fra le varie categorie di persone che frequentano tale luogo, così da renderlo vivace, attivo e a contatto con le emergenze sociali vissute dalla città. L’intero lavoro è stato redatto attraverso CAD e modellazione 3D tramite Sketch-up, con il supporto di Photoshop per la colorazione e la grafica. E’ stato realizzato un plastico del progetto. Anche in questo caso è stata redatta una tavola tecnica, con sezione tecnologica e calcolo delle trasmittanze, carpenteria di piano e schema di evacuazione delle acque meteoriche. N

Masterplan di progetto

0 10 20

50

100

200m

21


N

0

10

20

50

100m

Planimetria generale del piano terra Il progetto prevede la salvaguardia dei principali edifici che compongono la caserma, eccetto per i due corpi ad L che vengono aggiunti alle estremità nord-est e nord ovest dell’impianto. Essi sono destinati a residenze studentesche. Ciascuno è dotato, al piano terra, dei principali servizi rivolti agli utenti che ne usufruiscono (sala studio, bar/ristorante self service, sala comune e, nel corpo nord-ovest, un auditorium). I tre piani superiori sono destinati alle camere per gli studenti (in composizione doppia e singola). All’esterno dei due edifici si trovano dei campi sportivi collocati 3,40m sotto il livello stradale. Questa operazione ha consentito di ricavare sia degli spalti con rampe d’accesso ai campi, anche per disabili, sia un piano seminterrato in entrambi i corpi, occupato da aree ristoro e da spogliatoi. 22


Gli edifici storici mantenuti sono stati convertiti a nuove funzioni, destinate agli abitanti del quartiere della caserma e all’accoglienza della popolazione immigrata. Ingresso al parco/laboratori: è l’ingresso per chi proviene da Piazza Firenze. Nelle due ali dell’edificio sono presenti delle aule didattiche per attività rivolte ai bambini.

Palazzina di comando: e’ l’ingresso principale al complesso. Al piano terra sono presenti servizi alla comunità (un mercato rionale coperto e centri di aggregazione) e servizi di ristoro. Al piano primo vi sono le camerate per la popolazione immigrata, con servizi, sala comune e refettorio. Il corpo centrale della palazzina ospita uffici amministrativi.

Maneggi: riqualificati per ospitare diverse attività, i due corpi laterali ospitano delle aule polifunzionali, mentre l’edificio centrale può adattarsi a manifestazioni culturali, espositive, conferenze, convegni, etc.

Biblioteca: serve gli studenti delle residenze e il quartiere. E’ dotata di sala lettura e PC. Assonometria generale dell’intervento

23


Il materiale principale dei corpi di nuova costruzione è il calcestruzzo armato, rivestito con mattoni a vista in corrispondenza dei pilastri, per accentuarne al meglio la scansione modulare. Tali edifici si distinguono per le grandi superfici vetrate in corrispondenza degli alloggi per gli studenti e dei corridoi di disimpegno. zoom 1

6

6

5 1

7

3

zoom 2

6

6

4 7

zoom 3 2 N0

Foto del modello di progetto

5

8

5

10m

6 N0

zoom 1: pianta tipo - residenze

5

10

20m

zoom 2: pianta tipo - maneggi

9

9

10

11 12

12

N 0

5

10

20m

zoom 3: pianta tipo - palazzina di comando Legenda: 1_camere doppie; 2_camere singole; 3_area relax; 4_aule; 5_atrio; 6_servizi; 7_sala polifunzionale; 8_magazzino/spogliatoio; 9_camerate per accoglienza immigrati; 10_sala comune; 11_area ristoro; 12_servizi con docce 24


EX CASERMA MONTELLO: ACCOGLIENZA PER LA POPOLAZIONE IMMIGRATA Prima ospitalità e alloggi temporanei, assistenza, istruzione, lavoro; residenza popolare, attività collettive e verde attrezzato

1 +13.60

1 2 3 4 5

SEZIONE 1 - COPERTURA

1.1 1.2 1.3 1.4 1.5

1 2 3

2

MATERIALE Pavimentazione esterna in lastre di cls - "Apavisa Microcement Anarchy" Massetto di pendenza in cemento gettato in opera Guaina impermeabilizzante bitume polimero - "Monoplus Mineral P California" Solaio predalle in calcestruzzo armato - "Travi Sud Spa PR30" Coibentazione in polistirene estruso, alleggerimento del solaio sotto descritto (EPS) - "Poliespanso 200" Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,006 1,300 0,0046 0,030 1,100 0,0273 0,004 0,100 1,400 0,0714 0,200 0,035 5,7143 0,0200 0,0125 5,8501 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

SEZIONE 2 - TELAIO SERRAMENTO UNITÁ RESIDENZIALI

2.1 2.2 2.3

MATERIALE Coibentazione in polistirene espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500 C" Telaio fisso in alluminio - "Schueco ASS70.HI" Schiuma espansa poliuretanica - "DOW Great Stuff Pro" Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,100 0,032 3,1250 0,004 0,500 0,0080 0,060 1,300 0,0462 0,0200 0,0125 3,2117 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

SEZIONE 3 - CHIUSURA TRASPARENTE UNITÁ RESIDENZIALI

3.1 3.2

RESIDENZA STUDENTESCA (lato sud-ovest)

+10.20

0,1709

MATERIALE Vetro doppia camera Intercapedine riempita in gas argon Coefficiente liminare esterno Coefficiente liminare interno

0,3114

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,100 1,000 0,1000 0,010 0,018 0,5556 0,0200 0,1250 0,8006 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

SEZIONE 4 - SOLAIO LOGGIA UNITÁ RESIDENZIALI

1,2491

Totale: 430 mm

4.1 4.2 4.3 4.4 4.5

A

A’

MATERIALE DESCRIZIONE DELLO STRATO s C Ordine (dall'interno (mm) (W/m²K) Pavimentazione esterna in lastre di cls - "Apavisa Microcement Anarchy" all'esterno) Adduttanza interna 7.7 Massetto di pendenza in cemento gettato in opera Solaio predalle in calcestruzzo armato - "Travi Sud1 Spa PR30" Intonaco di calce e gesso 20.00 0.5500 Coibentazione in polistirene estruso, alleggerimento del sotto descritto (EPS) -naturali "Poliespanso 200" Clssolaio a struttura densa con aggregati 2 300.00 1.2630 (per pareti Coibentazione in polistirene espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500esterne C" non protette) Polistirene espanso estruso-XPS Coefficiente liminare esterno 3 100.00 0.0320 (con pelle) Coefficiente liminare interno 4

Intonaco di gesso puro

10.00

Adduttanza esterna

0.0900

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 1,300 0,0046 0.13 0,040 1,100 0,0364 0,160 1,400 0,1143 18.00 0.036 0,080 0,035 2,2857 2.60 0.238 0,100 0,032 3,1250 - 3.125 0,0200 1.04 0,1250 9.00 0.111 5,7110 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

M.V. (Kg/m³)

P R (Kg/msPa) (m²K/W) 0,006

1400.00 2000.00 35.00 500.00

25.0

0.04

SEZIONE 5 - CHIUSURA OPACA PATIO SPORTIVO

PORZIONE ANALIZZATA PER CARPENTERIA DI PIANO

5.1 5.2 5.3 5.4

+ 6.80

MATERIALE s = Spessore dello strato; C = Conduttività termica del materiale; M.S. = Massa superficiale; P = Permeabilità al vapore; R = Resistenza termica Intonaco esterno - "Fassa Bortolo KS9" Calcestruzzo di tamponamento gettato in opera Trasmittanza (W/m²K):espanso 0.272 (Valore legge) Coibentazione in polistirene (XPS) -di "Lape HD Styrodur 2500 C" Massa superficiale (Kg/m²):636.5 Intonaco interno - "Fassa Bortolo KT48" Resistenza termica (m²K/W):3.68 Coefficiente liminare esterno Spessore totale (mm):430 Coefficiente liminare interno

Il valore della trasmittanza (0.272) è all'interno dei termini di legge (0.34) Comune di Milano Zona Climatica: E, Gradi Giorno 2404

3

1

MATERIALE Pavimentazione interna T interna (°C): 20.0 T esterna (°C): -5.0 Massetto di pendenza in cemento gettato in opera U interna (%): 52.0 Massetto per impianto di riscaldamento a pavimento U esterna 38.7 espanso (XPS) - "Lape HD Styrodur 2500 C" Coibentazione in (%): polistirene Solaio tipo "Igloo" con armatura in rete elettrosaldata, ventilato - "Pontarolo Cupolex H45" Sottofondo in malta bastarda Coefficiente liminare interno

Usando CLIMABLOCK otterrai una trasmittanza U = 0,28 W/m 2K in

0,2774

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,010 1,300 0,0077 0,030 1,100 0,0273 0,050 1,000 0,0500 0,100 0,032 3,1250 0,440 0,387 1,1370 0,100 0,340 0,2941 0,1250 soli 270 mm di spessore! 4,7660 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

2

0,1751

SPESSORE (m) λ UNITARIO (W/mK) λ RELATIVO h 0,020 0,550 0,0364 0,300 1,600 0,1875 0,100 0,032 3,1250 0,010 0,090 0,1111 0,0200 0,1250 3,6050 RESISTENZA TOTALE (m²K/W)

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

SEZIONE 6 - SOLAIO CONTROTERRA

6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6

TRASMITTANZA TOTALE (W/m²K)

0,2098

1 2 3 4 5

+ 3.40

All'interno della parete in esame non si generano fenomeni di condensa

4 1

2

3

0,3

A

4 4

3,7

0,3

B

3,7

+ 0.00

1 2 3

0,3

C

4

5

4

3,7

0,3

D

3,7

4

1

-3.40

E

0,3

2 3 4 5 6

SCHEMA DEI PLUVIALI 3,5 0,3

3,2

7 0,3

6,7

0,3

CARPENTERIA DI PIANO scala 1:100

SEZIONE TECNOLOGICA A - A’ scala 1:20

POLITECNICO DI MILANO

Scuola di Architettura Civile Corso di Laurea in Progettazione Architettonica

6

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA III

Proff. Marco Enzo Biagi, Vittorio Garatti, Pietro Crespi (strutture), Marco Pozzi (tecnologia), Alessandro de Masi (disegno) Assistenti: Claudio Pavesi, Alberto Soci, Christian Zecchin

MILANO EX CASERME: PRESIDI STRAORDINARI PER LE EMERGENZE SOCIALI Residenza popolare e temporanea, istruzione, lavoro, attività collettive

Giovanni Gentile_761173 Matteo Giulio Marretta_818618 Francesco Turati_819046

SEZIONE TECNOLOGICA scala 1:20 SCHEMA DEI PLUVIALI CARPENTERIA DI PIANO scala 1:100

09

25


06_Dispositivi per una nuova vita urbana

Laboratorio di Progettazione Urbanistica A.A. 2015 - 2016, docenti proff. Chiara Nifosì, Silvia Sbattella

Nel Laboratorio di Progettazione Urbanistica è stato condotto uno studio per il recupero e la valorizzazione di alcune aree dismesse della città di Tirana, in Albania. Il progetto ha avuto origine dall’iniziale analisi della città; sono stati studiati i principali luoghi pubblici e le caratteristiche degli spazi che essi generano. Si sono schematizzati e indicizzati tutti i dati raccolti grazie all’utilizzo di colori, grafici e percentuali. Successivamente, l’attenzione si e’ focalizzata su un quartiere a sud-ovest della città, dove sono state individuate delle aree di progetto da recuperare e adibire a uso pubblico, attraverso l’attivazione di alcuni “dispositivi progettuali” che hanno come scopo le relazioni interpersonali e l’integrazione fra gli abitanti del quartiere, appartenenti a culture e religioni diverse. Sono state scelte tre aree campione, all’interno delle quali si sono cercati di spiegare i temi progettuali. I software utilizzati sono stati AutoCAD per i disegni base, Sketchup per la modellazione 3D dei fotomontaggi, Adobe Photoshop e Illustrator per le scale cromatiche, Excel per grafici e percentuali.

Masterplan di progetto con analisi dei principali edifici e spazi cittadini

Edifici governativi Luoghi di culto Università Spazi pubblici Spazi privati Centri sportivi Quartiere di intervento Network di progetto Aree di progetto Assi viari principali N

0 100 200

500

1000m

26


totale analizzato: 899.589 mq

luoghi di culto 20.787 mq

spazi privati

edifici 234.950 mq

28%

26% 46%

spazi pubblici

L’analisi urbana e territoriale effettuata ha dimostrato che il fulcro della città è il cosiddetto Boulevard, il grande viale centrale su cui si affacciano i principali edifici governativi, i maggiori enti statali (ad es., i musei) e i luoghi di culto più importanti di Tirana, nonché le piazze e i parchi più frequentati della capitale albanese. Dal Boulevard si originano le grandi arterie che conducono agli altri luoghi presi in considerazione (università/ cittadelle studentesche, centri sportivi, luoghi di culto di minor importanza). E’ stato interessante osservare come tali arterie, al di fuori della città, si trasformano nelle più importanti vie di comunicazione nazionali; dipartendosi dal sopraccitato Boulevard, lo rendono, di fatto, il centro dell’Albania.

spazi privati 255.674 mq

università 92.169 mq

9%

edifici

edifici governativi/ enti statali

23%

39%

52.979 mq 29% strutture sportive 69.015 mq

L’ altro risultato ottenuto dall’analisi conferma che le parti più decentrate della città mancano del tutto o in parte di luoghi attrattivi come quelli che si sviluppano lungo le vie di comunicazione più importanti. Ciò che accomuna queste zone è una vasta quantità di spazi vuoti, inutilizzati o abbandonati; l’obiettivo del progetto affrontato è quello di sfruttare le potenzialità di questi spazi. Attraverso una serie di piccoli interventi, si garantisce l’aggregazione e l’inclusione sociale anche nelle parti più marginali di una città che è abitata da persone di religioni e culture diverse. Tirana presenta più poli d’attrazione lungo i suoi assi viari più importanti

spazi pubblici 408.965 mq

ma le zone periferiche restano escluse dal sistema di spazi e luoghi da essi generati. strade principali

27


L’area di progetto è situata a sud-ovest della città, nelle vicinanze di un grande parco cittadino. Si sono individuate tutte le aree inutilizzate (aree intercluse fra edifici, aree dismesse, aree inutilizzate) all’interno delle quali attivare tre dispositivi di progetto: coltivare immaginari, lavorare in prossimità e mettere in gioco. Ciascuno di questi dispositivi prevede un intervento specifico per le diverse aree selezionate e innesca un processo di relazioni e integrazioni tramite il gioco, la cultura e le manifestazioni, ma anche con il semplice incontrarsi e interloquire. Sono state scelte tre aree campione che spiegano come funzionano i dispositivi proposti.

Analisi delle aree di progetto (stato attuale) Area di progetto 1

Area di progetto 2

Area di progetto 3

Strategie di intervento: Coltivare immaginari Lavorare in prossimità Mettere in gioco

suoli

Area di progetto 3

accessi

Area di progetto 2

area urbanizzata

Coltivare immaginari Lavorare in prossimità

Area di progetto 1

Mettere in gioco Network N

0

analisi completa 100

200

500

1000m

Network delle potenziali aree di intervento

suolo minerario

accessi

suolo vegetale

strade principali d’accesso 28


Progetti per le singole aree prese in considerazione

Area 1: coltivare immaginari Da spazio dismesso si trasforma in un grande parco, con percorsi, attrezzi sportivi, prati, zone boscate e aree pic-nic. Nell’esempio proposto, il fulcro dell’intervento è il palco adibito a manifestazioni di ogni tipo (concerti, spettacoli, raduni, mostre all’aperto, etc.), che funziona anche come luogo aggregativo e piattaforma panoramica sulle colline a sud di Tirana.

Area 2: lavorare in prossimità E’ uno spazio racchiuso fra edifici alti; viene riqualificato a giardino dotato di sedute e gazebo che divengono luoghi di incontro, svago e relax. Queste funzioni sono accresciute da piccoli orti urbani lasciati direttamente alla cura e alla manutenzione di coloro che frequentano tale spazio.

Area 3: mettere in gioco E’ una zona in disuso di fronte ad una scuola; è adibita a playground, con giochi e pavimentazioni studiate per il divertimento e lo svago. E’ altresì presente un piccolo anfiteatro per delle piccole rappresentazioni o come semplice luogo di aggregazione.

29



INDICE PARTE PRIMA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica

PARTE SECONDA

07_Il contributo dei territori e dei luoghi del lavoro alla costruzione dello spazio abitabile nella regione milanese 32 Laboratorio di Urbanistica

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica

PARTE TERZA

08_Progetto di un edificio per uffici riconvertibile ad edificio residenziale 36

Esperienze lavorative e formazione professionale

09_Il naviglio della Martesana: asse portante di nuove centralità per Milano Città Metropolitana 40

PARTE QUARTA

Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto

Laboratorio di Progettazione Architettonica

10_Palazzo Magio - Grasselli 44

Laboratorio di Restauro

11_(Quattro) Identità latenti 48

Laboratorio di Rigenerazione Diffusa

Workshop ed esposizioni


Una città è un essere vivente longevo e complesso caratterizzato da un trascorso e dal susseguirsi di sovrapposizioni date dal tempo. L’apertura verso nuove aree o verso nuovi orizzonti in un dialogo articolato comporta uno sforzo progettuale caratterizzato da ricerca e sperimentazione. Si valutano le potenzialità, le debolezze di quei due mondi ancora separati, le mancanze e le ridondanze di essi. Ma qual è esattamente l’approccio migliore per raggiungere l’obiettivo? Innanzitutto allargando lo sguardo sull’intera città di Varedo ci si accorge subito di quanto essa si sia sviluppata nel corso degli anni volgendo le spalle all’ex area industriale, escludendola completamente da ogni di relazione. Difatti dalle analisi preliminari si evince che il tessuto urbano si sia costruito nel corso del tempo seguendo particolari schemi completamente estranei all’area in questione; si noti ad esempio il

tessuto in maggioranza a destinazione residenziale a nord dell’area. Inoltre si evince che la zona presenta uffici, banche, scuole, cliniche, luoghi di culto, ville storiche e diverse attività commerciali, che hanno completamente separato la città dall’area d’interesse. Ci si chiede dunque se la SNIA possa rientrare a fare parte di un tessuto così largamente consolidato, se possa risultare un vantaggio reintegrarlo nel tessuto nell’ottica di entrare a far parte di un meccanismo su scala urbana maggiore. In effetti la città è una piccola parte dello sguardo totale, perché la posizione della SNIA è strategica: _a nord dell’area transita una delle arterie più frequentate che conduce al centro città, la via Umberto I, che è che il tratto urbano della strada provinciale che unisce Saronno a Monza; _a ovest è agganciata alla Comasina, snodo stradale molto

importante e molto trafficato, affiancata alla metrotramvia Milano-Limbiate; _a est è collocata la stazione FN e un tratto del fiume Seveso; _a sud scorre il canale Villoresi. La vocazione di quest’area pare evidente essere quella di aprirsi alla città in maniera graduale, con azioni ed interventi mirati a garantirne la permeabilità e l’accessibilità. I gradi di apertura saranno condizionati dai sistemi esistenti. L’immagine attuale che emerge è quella di un’area non solo isolata dalla città, ma nel suo complesso divisa in due macro-aree: una a nord più costruita, a contatto col centro città, e una a sud caratterizzata da un aspetto più naturalistico, da anni coinvolto in programmi di bonifica.

pista ciclabile

07_Il contributo dei territori e dei luoghi del lavoro alla costruzione dello spazio abitabile nella regione milanese Laboratorio di Urbanistica A.A. 2017 - 2018, docente prof. Francesco Infussi

Nel Laboratorio di Urbanistica si è affrontato il tema del recupero e della rigenerazione urbana applicato al caso studio dell’ormai dismesso stabilimento della SNIA di Varedo.

apertura del bordo

+

++ _permeabilità

_Varedo senza la SNIA

=

Una città è un essere vivente longevo e complesso caratterizzato da un trascorso e dal susseguirsi di sovrapposizioni date dal tempo. L’apertura verso nuove aree o verso nuovi orizzonti in un dialogo articolato comporta uno sforzo progettuale caratterizzato da ricerca e sperimentazione. Si valutano le potenzialità, le debolezze di quei due mondi ancora separati, le mancanze e le ridondanze di essi. Ma qual è esattamente l’approccio migliore per raggiungere l’obiettivo? Innanzitutto allargando lo sguardo sull’intera città di Varedo ci si accorge subito di quanto essa si sia sviluppata nel corso degli anni volgendo le spalle all’ex area industriale, escludendola completamente da ogni di relazione. Difatti dalle analisi preliminari si evince che il tessuto urbano si sia costruito nel corso del tempo seguendo particolari schemi completamente estranei all’area in questione; si noti ad esempio il

==

_SNIA senza Varedo

green green connection connection

_accessibilità

tessuto in maggioranza a destinazione residenziale a nord dell’area. Inoltre si evince che la zona presenta uffici, banche, scuole, cliniche, luoghi di culto, ville storiche e diverse attività commerciali, che hanno completamente separato la città dall’area d’interesse. Ci si chiede dunque se la SNIA possa rientrare a fare parte di un tessuto così largamente consolidato, se possa risultare un vantaggio reintegrarlo nel tessuto nell’ottica di entrare a far parte di un meccanismo su scala urbana maggiore. In effetti la città è una piccola parte dello sguardo totale, perché la posizione della SNIA è strategica: _a nord dell’area transita una delle arterie più frequentate che conduce al centro città, la via Umberto I, che è che il tratto urbano della strada provinciale che unisce Saronno a Monza; _a ovest è agganciata alla Comasina, snodo stradale molto

_apertura alla città

legenda: strade ferrovie

importante e molto trafficato, affiancata alla metrotramvia Milano-Limbiate; _a est è collocata la stazione FN e un tratto del fiume Seveso; _a sud scorre il canale Villoresi. La vocazione di quest’area pare evidente essere quella di aprirsi alla città in maniera graduale, con azioni ed interventi mirati a garantirne la permeabilità e l’accessibilità. I gradi di apertura saranno condizionati dai sistemi esistenti. L’immagine attuale che emerge è quella di un’area non solo isolata dalla città, ma nel suo complesso divisa in due macro-aree: una a nord più costruita, a contatto col centro città, e una a sud caratterizzata da un aspetto più naturalistico, da anni coinvolto in programmi di bonifica.

pista ciclabile fiumi e canali bordo dell’area di progetto tessuto urbano consolidato

apertura del bordo

_permeabilità

_accessibilità

_tema progettuale

_sintesi dell’analisi progettuale:

_tema progettuale

_Varedo _Varedo senzasenza la SNIA la SNIA

_SNIA_SNIA senzasenza Varedo Varedo legenda:

1_analisi delle infrastrutture INFRASTRUTTURE

COMO

_sintesi dell’analisi progettuale:

1_analisi delle infrastrutture INFRASTRUTTURE

confini dell’area di progetto strada fiume Seveso canale Villoresi ferrovia / tram

Lentate sul Seveso COMO

green green connection connection green green connection connection SARONNO

COMO

1)

Varedo FN

MONZA

_problema

confini dell’area di progetto

SARONNO LIMBIATE Ospedale

bordo chiuso edifici esistenti Lentate sul Seveso COMO

legenda:legenda:

stazione ferroviaria stazione tramviaria edifici esistenti

Varedo FN

pista ciclabile

_soluzione

legenda:

strada 1) APERTO BORDO CHIUSO / BORDO APERTO BORDO CHIUSO / BORDO fiume Seveso canale Villoresi ferrovia / tram pista ciclabile

SEVESO - Camnago Lentate MARIANO COMENSE Erba - CANZO ASSO

MONZA

stazione ferroviaria stazione tramviaria edifici esistenti

Cana

le Vil lore

si

strade strade MILANO

ale Can

Villores i

_Strada Statale Comasina; _metrotramvia Milano - Limbiate; _Strada Provinciale Saronno - Monza; _ferrovia Milano - Canzo - Asso; _pista ciclabile sul Villoresi.

l’area di progetto si trasforma da sistema chiuso a sistema permeabile alla città

2)

ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO

MILANO MILANO

Tale sistema crea un bordo che circonda completamente il sito progettuale. Attualmente esso costituisce un limite che impedisce alla SNIA di stabilire un rapporto con il tessuto di Varedo. L’obiettivo di progetto è quello di aprirsi alla città e al territorio circostante sfruttando i collegamenti riportati nell’analisi e potenziandoli con nuove assialità, partendo da quelle interne all’area.

MILANO Cadorna - Passante

fiume Seveso

3)

canale Villoresi

MILANO

EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO

previsione del corridoio ecologico

ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO

parchi regionali BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO aree di sviluppo del corridoio ecologico aree verdi pubbliche L’area analizzata è inserita all’interno di un vasto corridoio ecologico che dal Parco delle Groane si estende verso il Parco della Valle del Lambro.

Villores i

MILANO

esistente andando a costituire l’area di progetto si turale trasforma da il sistema di permeabilità e di accessibilità all’area sistema chiuso a sistema permeaedifici abbandonati edifici da recuperare bile alla città SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO

SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO

collegamento con le infrastrutture esistenti l’apertura verso il territorio circostante costituisce una grande opportunità di recupero dei suoli e degli edifici del sito, a lungo abbandonati e in gravi condizioni di degrado

4)

SUOLO INQUINATO / BONIFICA

BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

SUOLO INQUINATO / BONIFICA

BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

edifici esistenti area bonificata

edifici esistenti area da bonificare

L’azione di bonifica avviene secondo le regole previste dal D. LGS n. 152/2006 e dalla normativa disposta dal Consorzio del Villoresi.

MILANO Cadorna - Passante

Politecnico di Milano

Laboratorio di Urbanistica

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni

Prof. Arch. Francesco Infussi

le assialità interne principali vengola bonifica del sito progettuale costituisce l’azione principale da attuare connettere l’area di progetto al no allungate fino alla per rete infrastrutsistema ecologico esistente turale esistente andando a costituire Studenti: Erica Spaggiari_883803 IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI il sistema diJennifer permeabilità e di accesE DEI LUOGHI DEL LAVORO Rizzi_883272 ALLA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO ABITABILE sibilità all’area Elena Tarantino_896784 _tema progettuale

Corso di Progettazione Architettonica - Architettura e Disegno Urbano Tutor Arch. Daniela Gambino, Arch. Roberto Manuelli, Arch. Alice Mento NELLA REGIONE MILANESE EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO EDIFICI ABBANDONATI / RECUPERO SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

SUOLO INQUINATO / BONIFICA

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni

collegamento con le infrastrutture esistenti

L’asse portante di tale corridoio è la pista ciclabile che si snoda lungo il percorso del Villoresi, proponendosi come anello di congiunzione fra i due sistemi. Anche il verde assume un ruolo centrale nello sviluppo del tema dell’accessibilità e della permeabilità, poché attraverso di esso si stabilisce un collegamento fra l’area di progetto e la rete di parchi a carattere provinciale e regionale che si trovano nell’areale a nord di Milano. In tale ottica si sviluppa il tema della bonifica e del recupero del grande appezzamento di suolo naturale incolto e abbandonato che occupa circa la metà della superficie dell’area di progetto.

Politecnico di Milano _apertura _apertura alla città alla città

BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO

ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO

le assialità interne principali vengono allungate fino alla rete infrastrut-

legenda:

MILANO

BORDO ABBANDONATI CHIUSO / BORDO APERTO EDIFICI / RECUPERO

assi interni

2_analisi del sistema del verde

nale Ca

BORDO ASSI MORTI CHIUSO / ASSI / BORDO DI COLLEGAMENTO APERTO

ferrovie ferrovie

area naturale da bonificare

L’area di progetto risulta essere circondata da

e Vill oresi

BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

abbattimento confine apertura alla città sfruttamento del perimetro

area naturale da bonificare

fitto sistema di infrastrutture, composto da Una cittàUna è uncittà essere è unvivente esserelonvivente lontessuto tessuto in maggioranza in maggioranza a des- a desimportante importante e un molto etrafficato, molto trafficato, afafdiversi elementi: pista ciclabile pista ciclabile gevo e complesso gevo e complesso caratterizzato caratterizzato tinazionetinazione residenziale residenziale a nord a nord fiancata fiancata alla _Strada metrotramvia alla metrotramvia MilaMilaStatale Comasina; _metrotramvia Milano - Limbiate; da un trascorso da un trascorso e dal susseguire dal susseguirdell’area.dell’area. no-Limbiate; no-Limbiate; 2) interni _Strada Provinciale Saronno - Monza; fiumi assi e canali fiumi e canali si di sovrapposizioni si di sovrapposizioni date daldate Inoltre dal si Inoltre evince si che evincela che zonala zona _a est è _a collocata est_ferrovia è collocata laMilano stazione la- Asso; stazione FN FN - Canzo _pista ciclabile sul Villoresi. tempo. tempo. L’apertura L’apertura verso nuove verso nuove presentapresenta uffici, uffici, banche,banche, e un tratto e un deltratto fiume delSeveso; fiume Seveso; bordo dell’area bordo dell’area di progetto di progetto Tale sistema crea un bordo cheVilloresi. circonda comaree o verso aree nuovi o verso orizzonti nuovi orizzonti in un inscuole, un scuole, cliniche,cliniche, luoghi diluoghi culto,di culto, _a sud scorre _a sud il scorre canale il Villoresi. canale pletamente il sito progettuale. Attualmente esso costituisce un limite che impedisce alla SNIA di dialogo dialogo articolatoarticolato comporta comporta uno uno ville storiche ville storiche e diverse e diverse attività attività La vocazione La vocazione di quest’area di quest’area pare pare stabilire un rapporto con il tessuto di Varedo. sforzo progettuale sforzo progettuale caratterizzato caratterizzato commerciali, commerciali, che hanno che comhanno comevidenteevidente essere quella essere diquella aprirdi aprirL’obiettivo di progetto è quello di aprirsi alla città tessuto urbano tessuto consolidato urbano consolidato territorio circostante sfruttando i collegamenda ricerca daericerca sperimentazione. e sperimentazione.pletamente pletamente separatoseparato la cittàla città si alla città si alla ineti almaniera città in maniera graduale, graduale, riportati nell’analisi e potenziandoli con nuove assialità, partendo da quelle interne all’area. a Si valutano Si valutano le potenzialità, le potenzialità, le de- le dall’area dedall’area d’interesse. d’interesse. con azioni coned azioni interventi ed interventi mirati a mirati 2_analisi del anverde bolezze bolezze di quei del di duesistema quei mondi due mondi Ci an-si chiede Ci si dunque chiede dunque se la SNIA se la SNIA garantirne garantirne la permeabilità la permeabilità e l’ace l’aclegenda: cora separati, cora separati, le mancanze le mancanze e le epossa le rientrare possa rientrare a fare parte a fare di parte un dicessibilità. un cessibilità.fiume Seveso aperturaapertura del bordo del bordo 3) Villoresi saranno ridondanze ridondanze di essi. di essi. tessuto così tessuto largamente così largamente consoli- consoliI gradi diI gradi apertura di canale apertura saranno conconedifici abbandonati previsione del corridoio ecologico Ma qualMa è esattamente qual è esattamente l’approc-l’approcdato, sedato, possa serisultare possa risultare un van- un vandizionatidizionati dai sistemi dai esistenti. sistemi esistenti. parchi regionali cio migliore cio migliore per raggiungere per raggiungere taggio reintegrarlo taggio reintegrarlo nel tessuto nel tessuto L’immagine L’immagine attuale attuale emerge che emerge areeche di sviluppo del corridoio ecologico verdi pubbliche l’obiettivo? l’obiettivo? nell’ottica nell’ottica di entrare di aentrare far parte a far di parteè di quella èdiquella un’area diareeun’area non solonon iso-solo isoL’area analizzata èma inserita all’interno un vasto Innanzitutto Innanzitutto allargando allargando lo sguar-lo sguarun meccanismo un meccanismo su scalasu urbana scala urbana lata dallalata città, dalla ma città, nel suo nel comsuodi comcorridoio ecologico che dal Parco delle Groane do sull’intera do sull’intera città di città Varedo di Varedo maggiore. maggiore. plesso divisa plesso inestende divisa dueverso macro-aree: inil Parco duedella macro-aree: si Valle del Lambro. ci si accorge ci si accorge subito disubito quanto di quanto In effetti In la effetti città èla una città piccola è una parpiccola paruna a nord una più aL’asse nord costruita, piùdi tale costruita, acorridoio con-è la a conportante pista ciclabile che si snoda lungo il percorso del Villoresi, essa si essa sia sviluppata si sia sviluppata nel corso nel corso te dello sguardo te dello sguardo totale, perché totale,laperché la col tatto tatto centro col città, centro e una città, a sud e una a sud proponendosi come anello di congiunzione fra i due degli anni degli volgendo anni volgendo le spalle le all’ex spalle all’ex posizione posizione della SNIA dellaè SNIA strategiè strategicaratterizzata caratterizzata dasistemi. un aspetto da un aspetto più più area industriale, area industriale, escludendola escludendola ca: ca: naturalistico, naturalistico, da da anni coinvolto incentrale nello in Ancheanni il verdecoinvolto assume un ruolo 4) del tema dell’accessibilità e della peredifici esistenti completamente completamente da ogni da di ogni rela- di rela_a nord_adell’area nord dell’area transita transita una una programmi programmi disviluppo bonifica. di bonifica. meabilità, poché attraverso di esso si stabilisce area da bonificare un collegamento fra l’area di progetto e la rete zione. zione. delle arterie dellepiù arterie frequentate più frequentate che che di parchi a carattere provinciale e regionale che si trovano nell’areale a nord di Milano. Difatti dalle Difatti analisi dalle preliminari analisi preliminari si si conduce conduce al centro al città, centrola città, via la via In tale ottica si sviluppa il tema della bonifica e evince che evince il tessuto che il tessuto urbano urbano si si Umberto Umberto I, che è I,che cheil ètratto che uril tratto urdel recupero del grande appezzamento di suolo naturale incolto e abbandonato che occupa cirsia costruito sia costruito nel corso neldel corso tem-del tembano della bano strada dellaprovinciale strada provinciale che che ca la metà della superficie dell’area di progetto. po seguendo po seguendo particolari particolari schemi schemi unisce Saronno unisce Saronno a Monza;a Monza; L’azione di bonifica avviene secondo le regole previste dal D. LGS n. 152/2006 e dalla normaticompletamente completamente estranei estranei all’area all’area _a ovest_aè ovest agganciata è agganciata alla Co-alla Cova disposta dal Consorzio del Villoresi. in questione; in questione; si noti adsiesempio noti ad esempio il il masina, masina, snodo stradale snodo stradale molto molto Canal

_soluzione BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

bordo chiuso BORDO abbattimento confine CHIUSO / BORDO APERTO ASSI MORTI / ASSI DI COLLEGAMENTO edifici esistenti apertura alla città sfruttamento del perimetro

L’area di progetto risulta essere circondata da un fitto sistema di infrastrutture, composto da diversi elementi:

e Seveso F i um

LIMBIATE Ospedale

_problema e Seveso F ium

SEVESO - Camnago Lentate MARIANO COMENSE Erba - CANZO ASSO

e Seveso F i um

Gli elaborati sono stati realizzati mediante l’utilizzo del software CAD, supportato dai programmi Photoshop e Illustrator per il completamento della grafica. Le viste 3D sono invece state redatte tramite Sketchup e colorate sempre con Photoshop e Illustrator.

tessuto urbano consolidato

e Seveso F ium

L’attività laboratoriale si è focalizzata sull’analisi, a scala urbana e territoriale, dei problemi e delle potenzialità costituite da un complesso industriale attorno al quale la città di Varedo si è incentrata nel corso degli anni, costruendo la sua forma urbana e le sue relazioni sociali e con il territorio. Lo sfruttamento delle opportunità costituite dal sito ha condotto all’elaborazione di una strategia progettuale che si è tradotta nella realizzazione di interventi graduali e distribuiti nel corso del tempo; essi mirano a restituire gradualmente la vasta area alla città, di modo tale che essa sia in grado di ristabilire appieno un rapporto con l’ex SNIA la quale diventa, a sua volta, parte di un corridoio ecologico a scala regionale.

_apertura alla città

fiumi e canali

bordo dell’area di progetto

_permeabilità _permeabilità

Laboratorio di Urbanistica

Prof. Arch. Francesco Infussi

Corso di Progettazione Architettonica - Architettura e Disegno Urbano Tutor Arch. Daniela Gambino, Arch. Roberto Manuelli, Arch. Alice Mento

BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

_accessibilità _accessibilità

IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI E DEI LUOGHI DEL LAVORO ALLA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO ABITABILE NELLA REGIONE MILANESE

1

Francesco Turati_883881 SUOLO INQUINATO / BONIFICA BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

_analisi

edifici da recuperare

l’apertura verso il territorio circostante costituisce una grande opportunità di recupero dei suoli e degli edifici del sito, a lungo abbandonati e in gravi condizioni di degrado SUOLO INQUINATO / BONIFICA

BORDO CHIUSO / BORDO APERTO

edifici esistenti area bonificata

la bonifica del sito progettuale costituisce l’azione principale da attuare per connettere l’area di progetto al sistema ecologico esistente Studenti: Erica Spaggiari_883803 Jennifer Rizzi_883272 Elena Tarantino_896784

1

_tema progettuale

32


tenti tenti

care e restituire alla città e ai suoipubblico abitanti. Nel momento cuiun unoperatore operatore pubblicooooprivato privatosia siarealrealNel Nel momento momento ininincui cui un operatore pubblico privato sia realNel momento in cuiprime un operatore pubblicoeeoedecida privato sia realmente coinvoltodalle dalle prime azioniprogettuali progettuali decidadi invemente mente coinvolto coinvolto dalle prime azioni azioni progettuali decida didi inveinvemente coinvolto azionifermarsi progettuali e decida di investire nell’area, nondalle piùprime necessario fermarsiesclusivamente esclusivamente stire stire nell’area, nell’area, non non èèèpiù più necessario necessario fermarsi esclusivamente alalal stire nell’area, non è più necessario fermarsi esclusivamente perimetro dellastessa, stessa, ma puòpensare pensare concederedelle delleal perimetro perimetro della della stessa, ma ma sisisipuò può pensare di didiconcedere concedere delle perimetro della stessa, ma si può pensare di concedere delle areeda darecuperare recuperareagganciandosi agganciandosiall’interno all’internodel delsito. sito.Ciò Ciòdovrà dovrà aree aree da recuperare agganciandosi all’interno del sito. Ciò dovrà aree daseguendo recuperare agganciandosi all’interno del sito.graduale Ciò dovrà avvenire seguendosempre sempre principio dell’apertura graduale avvenire avvenire seguendo sempre ilililprincipio principio dell’apertura dell’apertura graduale avvenire seguendo sempre il principio dell’apertura graduale verso il contesto. verso versoililcontesto. contesto. verso il contesto. L’evoluzione dell’intervento mira mira ad ad un un recupero recupero completo completo L’evoluzione L’evoluzione dell’intervento dell’intervento mira ad un recupero completo L’evoluzione dell’intervento miratale adda un recupero completo dell’intera areadi diprogetto progettoinininmodo modo tale da realizzare unsistema sistema dell’intera dell’interaarea area di progetto modo tale da realizzare realizzare un un sistema dell’interaee area di progetto in modo tale da realizzare un sistema permeabile eaccessibile accessibile tramite valorizzazione delle assialità permeabile permeabile accessibile tramite tramite lalalavalorizzazione valorizzazione delle delle assialità assialità permeabile eloro accessibile tramitema la valorizzazione dellel’inseriassialità esistenti potenziamento, ma ancheattraverso attraverso l’inseriesistenti esistenti eeeilililloro loro potenziamento, potenziamento, ma anche anche attraverso l’inseriesistenti e il loro potenziamento, ma anche attraverso l’inserimento nuove dinamiche. mento mento di didinuove nuove dinamiche. dinamiche. mento diaaanuove dinamiche. risultato cuisisisiambisce ambisceèèèun’apertura un’aperturacompleta completaalla allacittà cittàeeealalal IlIlIlrisultato risultato cui cui ambisce un’apertura completa alla città Il risultato a cuilala silastrategia ambisce èadottata un’apertura completa alla la città e al territorio; tuttavia strategiaadottata consente attuare proterritorio; territorio; tuttavia tuttavia strategia adottata consente consente di didiattuare attuare lalaproproterritorio; tuttavia la strategia adottata consente di attuare la progettazionedell’area dell’areaper perlivelli, livelli,che chenon nonnecessariamente necessariamentedevono devono gettazione gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente devono gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente devono essere raggiunti,ma mache checonsentono consentonodi soddisfarediversi diversigradi gradi essere essere raggiunti, raggiunti, ma che consentono didisoddisfare soddisfare diversi gradi step2_bordo raggiunti, ma che consentono di soddisfare diversi gradi permeabilità accessibilità. di didiessere permeabilità permeabilità eeeaccessibilità. accessibilità. di permeabilità e accessibilità.

L’evoluzione L’evoluzione dell’intervento dell’intervento mira mira ad ad un un recupero recupero completo completo dell’intera dell’interaarea areadidiprogetto progettoininmodo modotale taleda darealizzare realizzareun unsistema sistema permeabile permeabileeeaccessibile accessibiletramite tramitelalavalorizzazione valorizzazionedelle delleassialità assialità esistenti esistentieeil illoro loropotenziamento, potenziamento,ma maanche ancheattraverso attraversol’inseril’inserimento mentodidinuove nuovedinamiche. dinamiche. Il Ilrisultato risultatoaacui cuisisiambisce ambisceèèun’apertura un’aperturacompleta completaalla allacittà cittàeealal territorio; territorio;tuttavia tuttavialalastrategia strategiaadottata adottataconsente consentedidiattuare attuarelalaproprogettazione gettazionedell’area dell’areaper perlivelli, livelli,che chenon nonnecessariamente necessariamentedevono devono essere essereraggiunti, raggiunti,ma mache checonsentono consentonodidisoddisfare soddisfarediversi diversigradi gradi didipermeabilità permeabilitàeeaccessibilità. accessibilità.

La strategia di progetto strada strada is prevede, di fatto, ferrovia-tram ferrovia-tram pista pistaciclabile ciclabile perimetro perimetrodell’area dell’areadidiprogetto progetto un’apertura graduale dei fiume fiumeSeveso-canale Seveso-canaleVilloresi Villoresi _definizione _definizionedel delperimetro perimetrodell’area dell’areaattraverso attraversoleleviabilità viabilitàesistenti esistenti _definizione _definizione confini del sito verso la città. viabilità viabilitàesist esi strada strada strada areedididiintervento interventosul sulperimetro perimetro aree aree intervento sul perimetro ispessimentodel delbordo bordo ispessimento ispessimento del bordo Partendo dall’individuazione strada ferrovia-tram aree diverso intervento sul perimetro ferrovia-tram ferrovia-tram apertura versol’esterno l’esterno ispessimento del bordo apertura apertura verso l’esterno ferrovia-tram pista ciclabile apertura verso l’esterno pista pista ciclabile ciclabile del perimetro (definito dagli pista ciclabile perimetro dell’area di progetto perimetro perimetrodell’area dell’areadidiprogetto progetto step1_perimetro step3_apertura 1_PERIMETRO 2_BORDO 1_PERIMETRO 2_BORDO 3_APERTURA 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 2_BORDO perimetro dell’areaVilloresi di progetto fiume Seveso-canale Villoresi fiume fiume Seveso-canale Seveso-canale Villoresi step4_penetrazione step4_penetrazione step5_assialità step5_assialitàesterne esterne step6_ag step6_a 6_SISTE 6_SIST 1_PER 3_AP 5_AS 1_PE 3_AP 5_AS 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORD 4_PENE 2_BOR 4_PEN La strategia è stata individuata partendo dall’attività di analisi fiume Seveso-canale Villoresi assi di trasporto stradale, _definizionedel del perimetro dell’areaattraverso attraversoleleleviabilità viabilitàesistenti esistenti _definizionedididiun unintorno intornoprossimo prossimoalalalconfine confineche checompende compendeanche anchelalala _definizionedelle delleprime primearee areedididiintervento interventoche chesisisiattestano attestanosul sulperimetro perimetro _definizione _definizione del perimetro perimetro dell’area dell’area attraverso viabilità esistenti _definizione _definizione un intorno prossimo confine che compende anche _definizione _definizione delle prime aree intervento che attestano sul perimetro svolta per comprendere l’area di progetto. Si è infatti evidenviabilità esistente per riusciread adaprire aprire ilsito sitoaree progetto versoVaredo Varedo _definizione del perimetro dell’area attraverso le viabilità esistenti _definizione di un intorno prossimo al confine che compende anche la per _definizione delle prime di intervento che si attestano sul perimetro viabilità viabilità esistente esistente per riuscire riuscire ad aprire ililsito dididiprogetto progetto verso verso Varedo ziato come il sito sia completamente circondato da un sistema viabilità esistente per riuscire ad aprire il sito di progetto verso Varedo ferroviario e ciclopedonale, infrastrutturale formato da strade, ferrovie e piste ciclabili. Tale sistema definisce un bordo, che può divenire il primo livello di nonché dal fiume Seveso), si un’azione progettuale finalizzata alla penetrazione all’interno del sito e al suo recupero. step4_penetrazione step5_assialitàesterne esterne step6_aggancioDI step7_estensione 6_SISTEMA DIBORDO BORDO adotta una serie di iniziative e 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE step4_penetrazione step4_penetrazione step5_assialità step5_assialità esterne step6_aggancio step6_aggancio step7_estensione step7_estensione 6_SISTEMA 6_SISTEMA DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 2_BORDO 4_PENETRAZIONE L’area comincia ad aprirsi gradualmente verso la città scoprenstep4_penetrazione step5_assialità esterne step6_aggancio DI BORDO step7_estensioneDI BORDO 6_SISTEMA 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SIST 2_BOR 4_PEN 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE step2_bordo step3_apertura 1_PERIMETRO 2_BORDO 3_APERTURA 4_PENETRAZIONE dosi pian piano e stabilendo un primo rapporto con essa. Ciò2_BORDO 1_PERIMETRO 2_BORDO diavviene interventi progettuali attraverso i primi interventi progettuali localizzati sul perimetro dell’area di progetto; essi sono mirati a generare delle atpiccoli ela mirati che trattività verso collettività, che può in questo modo cominciare ad avvicinarsi all’area e ad interessarsene. “rosicchiano” pianodi persone, ofL’apertura garantirebbe un pian aumento dell’afflusso frendo alcuni servizi di interesse territoriale. L’obiettivo in talsempre senso è di volgere l’attenzione su una scala urun’area più vasta del bana maggiore così da suscitare l’interesse da parte di soggetti non immediatamenteindustriale, coinvolti con la comunità ma con la vocomplesso lontà di investire economicamente nell’area per poterla riqualificare e restituire alla città e ai suoi abitanti. penetrando dall’esterno verso Nel momento in cui un operatore pubblico o privato sia realmente coinvolto dalle prime azioni progettuali e decida di invel’interno lungo le infrasttutture stire nell’area, non è più necessario fermarsi esclusivamente al perimetro della stessa, ma si può pensare di concedere delle sopra citate. Contestualmente aree da recuperare agganciandosi all’interno del sito. Ciò dovrà avvenire seguendo sempre il principio dell’apertura graduale a verso questa penetrazione, si il contesto. L’evoluzione dell’intervento mira ad un recupero completo cerca altresì diin modo stabilire delle dell’intera area di progetto tale da realizzare un sistema permeabile e accessibile tramite la valorizzazione delle assialità nuove che esistenti e ilassialità loro potenziamento, ma anche attraverso l’inserimento di nuove dinamiche. consentano all’area di essere strada Il risultato a cui si ambisce è un’apertura completa alla città e al aree di intervento sul perimetro ispessimento del bordo penetrazioneverso versol’interno l’interno penetrazione ferrovia-tram territorio; tuttavia la strategia adottata consente di attuare la proapertura verso l’esterno estensio estens assialità assialità attraversata, ovvero, in altredevono pista ciclabile gettazione dell’area per livelli, che non necessariamente perimetro dell’area di progetto essere raggiunti, ma che consentono di soddisfare diversi gradi _dopo _dopoaver avereliminato eliminatoi confini i confinisisipuò puòpassare passarea auna unaazione azionerivolta rivoltaall’interall’inter_definizione _definizionedelle delleprime primeassialità assialitàall’interno all’internodell’area dell’area _le _learee areedidip fiume Seveso-canale Villoresi di permeabilità parole, die accessibilità. divenire permeabile nonodell’area dell’area _definizione del perimetro dell’area attraverso le viabilità esistenti _definizione di un intorno prossimo al confine che compende anche la _definizione delle prime aree di intervento che si attestano sul perimetro viabilità esistente per riuscire ad aprire il sito di progetto verso Varedo al suo interno, cosicché il sito in penetrazioneverso versol’interno l’interno penetrazione penetrazione verso l’interno estensionedelle dellearee areedididiprogetto progettoverso versoleleleassialità assialitàverticali verticali estensione estensione delle aree progetto verso assialità verticali gradualeaggancio agganciodel delbosco boscoalalalcostruito costruito assialità graduale graduale aggancio del bosco costruito questione possa essere assialità assialità penetrazione verso l’interno estensione delle aree di progetto verso le assialità verticali graduale aggancio del bosco al costruito assialità aree aree di di intervento intervento sul sul perimetro perimetro ispessimento ispessimento del del bordo bordo _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’inter_definizione delle prime assialità all’interno dell’area _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne _la riserva diventa parte integrante del progetto collegagradualmente gradualmente apertura apertura verso verso l’esterno l’esterno _dopo _dopo aver aver eliminato eliminato i i confini confini si si può può passare passare a a una una azione azione rivolta rivolta all’interall’inter_definizione _definizione delle delle prime prime assialità assialità all’interno all’interno dell’area dell’area _le _le aree aree di di progetto progetto si si agganciano agganciano alle alle assialità assialità interne interne _la _la riserva riserva diventa diventa parte parte integrante integrante del del progetto progetto eeesisisicollega collega gradualmente davvero sfruttato in tutte le sue 3_APERTURA no dell’area costruito _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’inter-6_SISTEMA _definizione delle primeDI assialità all’interno dell’area _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne _la riserva diventa parte integrante del progetto e si collega gradualmente no no dell’area dell’area alalalcostruito costruito step4_penetrazione step5_assialità esterne step6_aggancio step7_estensione 6_SISTEMA DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' BORDO 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO 1_PERIMETRO 3_APERTURA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE no dell’area al costruito step8_assialità step8_assialitàinterne interne step9_operazioni step9_operazioni interne interne step10_d step10_ 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO BORDO 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SIST 2_BOR 4_PEN 1_PER 5_AS 3_AP 1_PE 5_AS 3_AP potenzialità e in tutte le sue _definizione _definizione di di un un intorno intorno prossimo prossimo al al confine confine che che compende compende anche anche la la _definizione _definizione delle delle prime prime aree aree di di intervento intervento che che si si attestano attestano sul sul perimetro perimetro parti. viabilità viabilità esistente esistente per per riuscire riuscire ad ad aprire aprire ilil sito sito di di progetto progetto verso verso Varedo Varedo

strategia di progetto

step6_aggancio DI BORDO 6_SISTEMA 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 2_BORDO 4_PENETRAZIONE

step7_estensioneDI BORDO 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA'

penetrazione verso l’interno _dopo aver eliminato i confini si può passare a una azione rivolta all’interno dell’area

assialità _definizione delle prime assialità all’interno dell’area

step8_assialitàinterne interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' step8_assialità step8_assialità interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' step8_assialità interne 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO

estensione delle aree di progetto verso le assialità verticali _le aree di progetto si agganciano alle assialità interne

step9_operazioni interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO step9_operazioni step9_operazioni interne interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO BORDO step9_operazioniDI interne 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' BORDO

step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO step10_demolizioni selettive step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI BORDO step10_demolizioni selettive 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO

graduale aggancio del bosco al costruito _la riserva diventa parte integrante del progetto e si collega gradualmente al costruito

assialità assialitàest-ovest est-ovestprimaria primaria nuova nuovaassialità assialitànord nordsud sud assialità assialitàest-ovest est-ovestsecondaria secondaria _definizione _definizionedelle dellenuove nuoveassialità assialitàininbase basealle allepreesistenze preesistenze

estensione estensione delle delle aree aree di di progetto progetto verso verso le le assialità assialità verticali verticali

step8_assialità 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' _le aree aree di di progetto progetto si si interne agganciano alle alle assialità assialità interne interne _le agganciano

graduale graduale aggancio aggancio del del bosco bosco al al costruito costruito

assialitàest-ovest est-ovestprimaria primaria assialità assialità est-ovest primaria nuova assialità nordsud sud assialità est-ovest primaria nuova nuova assialità assialità nord nord sud nuova assialità nord sud assialità est-ovest secondaria assialità assialitàest-ovest est-ovestsecondaria secondaria assialità est-ovest secondaria

step9_operazioni interne step10_demolizioni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIselettive BORDO _la _la riserva riserva diventa diventa parte parte integrante integrante del del progetto progetto ee si si collega collega gradualmente gradualmente6_SISTEMA _definizionedelle dellenuove nuoveassialità assialitàinininbase basealle allepreesistenze preesistenze _definizione _definizione delle nuove assialità base alle preesistenze al al costruito costruito

_definizione delle nuove assialità in base alle preesistenze

PolitecnicodididiMilano Milano Politecnico Politecnico Milano Politecnico di Milano

edificiesistenti esistenti edifici edifici esistenti edifici esistentifronti consolidamento frontiedifici edifici consolidamento consolidamento fronti edifici consolidamento fronti edifici

step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI BORDO _primiinterventi interventisull’esistente:consolidamento sull’esistente:consolidamentodei deifronti frontiesterni esterni _primi _primi interventi sull’esistente:consolidamento dei fronti esterni

_primi interventi sull’esistente:consolidamento dei fronti esterni

LaboratoriodididiUrbanistica Urbanistica Laboratorio Laboratorio Urbanistica Laboratorio di Urbanistica

erosione erosione erosione erosione Politecnico PolitecnicodidiMilano Milano

step11_percorsiinterni interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO step11_percorsi step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DI DI step11_percorsi interni 6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE 1_PERIMETRO 3_APERTURA 5_ASSIALITA' DIBORDO BORDO

6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SISTE 2_BORD 4_PENE 6_SIST 2_BOR 4_PEN

e

edifici edificiesistenti esistenti consolidamento consolidamentofronti frontiedifici edifici

_primi _primiinterventi interventisull’esistente:consolidamento sull’esistente:consolidamentodei deifronti frontiesterni esterni

_erosione _erosioneses e ealla allapossib poss

percorsiinterni interni percorsi percorsi interni percorsi interni Laboratorio LaboratoriodidiUrbanistica Urbanistica

6_SISTEMA 2_BORDO 4_PENETRAZIONE DI BORDO Scuola Scuola didiArchitettura Architettura Urbanistica UrbanisticaIngegneria Ingegneriadelle delleCostruzioni Costruzioni Prof. Prof.Arch. Arch.Francesco FrancescoInfussi Infussi _erosioneselettiva selettivadell’esistente dell’esistenteinininbase baseallo allostato statodidididegrado degradodegli degliedifici edifici _definizionedididinuovi nuovipercorsi percorsigrazie grazieall’erosione all’erosioneselettiva selettiva _erosione _erosione selettiva dell’esistente base allo stato degrado degli edifici _definizione _definizione nuovi percorsi grazie all’erosione selettiva

allapossibile possibile destinazione d’uso _erosione selettiva dell’esistente in base allo stato di degrado degli edifici _definizione di nuovi percorsi grazie all’erosione selettiva eeealla destinazione d’uso alla possibile destinazione d’uso Corso Corso didi Progettazione Progettazione Architettonica Architettonica - Architettura - Architettura e eDisegno DisegnoUrbano Urbano Tutor Tutor Arch. Arch.Daniela DanielaGambino, Gambino, Arch. Arch.Roberto Roberto Manuelli, Manuelli,Arch. Arch.Alice AliceMento Mento e alla possibile destinazione d’uso

ILCONTRIBUTO CONTRIBUTODEI DEITERRITORI TERRITORI IL IL CONTRIBUTO DEI TERRITORI IL CONTRIBUTO DEILAVORO TERRITORI DEILUOGHI LUOGHIDEL DEL LAVORO EEEDEI DEI LUOGHI DEL LAVORO

Studenti:Erica EricaSpaggiari_883803 Spaggiari_883803 Studenti: Studenti: Erica Spaggiari_883803 Studenti: Jennifer Erica Spaggiari_883803 Rizzi_883272 Jennifer JenniferRizzi_883272 Rizzi_883272

33

ALL AL


N

Il masterplan di progetto si divide in più parti: _un intervento di riqualificazione del fronte fiume lungo il corso del Seveso, con un parco e dei percorsi ciclopedonali; _una vasta operazione di recupero, ristrutturazione, adeguamento e rifunzionalizzazione degli edifici esistenti, adibiti a funzioni residenziali, commerciali, lavorative e culturali; _l’istituzione di un centro di ricerca per la botanica; _l’inserimento di un centro sportivo lungo la Strada Statale Comasina; _la creazione di una riserva naturale conseguente alle operazioni di bonifica dell’area meridionale del sito. Si è prestata attenzione agli attraversamenti stradali e ciclopedonali, così come a quelli ferroviari: viene prevista, infatti, la costruzione di un anello tramviario che diviene una deviazione della esistente tramvia Milano-Limbiate, il quale attraversa la parte settentrionale dell’area di progetto.

1

4

3

7 5

2

Masterplan di progetto Legenda: 1_fronte fiume; 2_zona residenziale 3_zona commerciale/ lavorativa 4_zona culturale/ amministrativa 5_centro ricerca 6_centro sportivo 7_riserva naturale

6

34


1_sezione A-A’_viale alberato est-ovest

5

_sezione _vista 5 D-D’_canale Villoresi e riserva naturale Sezione _vista 1

territoriale

_postazione birdwatching _fotomontaggio

_a

_azioni progettuali

_vista 4

_ 1_consolidamento dei fronti

2_demolizione selettiva

5_accessibilità agli edifici

6_piazza pubblica

3_restauro

7_spazi aperti

1_

4_pieni e vuoti

1

8_bonfica

2_sezione B-B’_via Umberto I

5_

_sezione F-F’_area Seveso _vista 2

_azioni progettuali

5

_vista 6

Vista a voloE-E_ d’uccello (sud-est / nord-ovest) _sezione centro ricerca

_a

Sezione birdwatching 1_consolidamento dei fronti

2_demolizione selettiva

5_accessibilità agli edifici

6_piazza pubblica

3_restauro

4_pieni e vuoti

1_

_vista 5

7_spazi aperti

8_bonfica

_

3_sezione C-C’_campi sportivi

_vista 3

_azioni progettuali

5_ 1

_sezione D-D’_ canalearea Villoresi e riserva naturale _sezione F-F’_ Seveso

Vista a volo d’uccello (nord-est / sud-ovest)

1_consolidamento dei fronti

2_demolizione selettiva

5_accessibilità agli edifici

6_piazza pubblica

3_nuova costruzione

7_spazi aperti

4_pieni e vuoti

5

8_bonfica

_postazione birdwatching

35


08_Progetto di un edificio per uffici riconvertibile ad edificio residenziale Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Monica Lavagna, Michela Buzzetti Nel Laboratorio di Costruibilità e Sostenibilità del Progetto si è affrontato il tema del cambio di destinazione funzionale di un edificio, analizzato nelle sue parti costruttive, tecnologiche ed impiantistiche. Lo stabile è ubicato nel centro storico di Milano, in via Sant’Agnese. L’impostazione del lavoro prevede la realizzazione di una palazzina che nel suo ciclo di vita dovrà ospitare dapprima degli uffici e successivamente delle residenze. Il progetto è stato analizzato in tutte le sue componenti stratigrafiche con l’adozione di pacchetti murari e di solaio che garantiscano una facile smontabilità ed interoperabilità, seguendo i principi della sostenibilità ambientale ed economica. Importante è stata l’analisi degli impianti di riscaldamento/ raffreddamento, con studi e simulazioni mirate a trovare le soluzioni migliori per realizzare un edificio a basso impatto ambientale. E’ stata fornita altresì un’ipotesi degli impianti elettrici e di smaltimento delle acque. AutoCAD e il pacchetto Adobe sono i principali software usati per la realizzazione degli elaborati grafici. Il programma Sketchup, invece, corredato dal plug-in BestEnergy, è stato usato per realizzare le simulazioni energetiche e dell’edificio di progetto e dell’edificio come da normativa (in quanto a limiti di trasmittanza dei pacchetti tecnologici). I dati ottenuti sono stati rielaborati con Excel. Masterplan di progetto

36


TIGRAFIE - CHIUSURE E PARTIZIONI VERTICALI 1_Parete con pannello di rivestimento esterno

a

a_Facciata vetrata continua SchĂźco FW 50 con vetrocamera 6/20/6mm su infisso e telaio in acciaio fissato con profili in acciaio alla struttura portante b_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm c_Isolante in sughero Corkpan sp 70mm d_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm e_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm f_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm g_Profilo montante a C

b

Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 53 Fattore di attenuazione (fd): 0,287 Sfasamento (h): 10,46

Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 53 Fattore di attenuazione (fd): 0,287 Sfasamento (h): 10,46

5_Partizioni vetrate Trasmittanza (W/m2K): 0,166 Massa (kg/m2): 35 Fattore di attenuazione (fd): 0,526 Sfasamento (h): 6,57

i

i

c de f g

ab c d e

f g

6_Partizioni bagno

i

i

i

a b c d e f g a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Isolante in sughero Corkpan sp. 80mm c_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm d_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm e_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm f_Profilo montante a C g_Parete verde Puzle

a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Isolante in sughero Corkpan sp. 80mm c_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 50mm d_Isolante in sughero Corkpan sp. 70mm e_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 25mm f_Malta cementizia per muratura Fassa Bortolo MM 30 sp. 15mm g_Profilo montante a C

3

1

4_Parete divisoria interna

2

a_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm b_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 15mm c_Isolante in fibra di canapa Naturtherm CA sp. 100mm d_Pannello in fibra di legno mineralizzata Celenit N sp. 30mm e_Isolante in fibra di canapa Naturtherm CA sp. 100mm f_Profilo montante a C g_Lastra in cartongesso Knauf GKB sp. 12,5mm

i

Divisorio trasparente Fantoni IWallSpace/IW

4

3

Divisorio per bagni Kemmlit

5

450

180 150

80 210

281

A

90 150

280

80 210

586

302

B 597

80 210 180 150

90 150 271

450

90 150

697

4

80 210

90 150

90 150

90 150

F

1193

C

100 210

6

100 210

289

100 210

75 210

75 210

75 210

75 210

450

592

300

90 150

100 210

100 210

697

G

286

D

170

100 210

875

697

5

80 210

575

600

80 210

90 150

284

450

857 90 150

586

2

80 210

283 280

+7.40

600

1

300

900

Docenti

600

Tutors

Studenti

180 150

90 150

H 180 150

E 180 150

g

e

e

180 150

b c d e f

e

281

a

Trasmittanza (W/m2K): 0,19 Massa (kg/m2): 70 Fattore di attenuazione (fd): 0,271 Sfasamento (h): 10,44

3_Parete perimetrale esterna verde

286

i

2_Parete perimetrale esterna

Pianta piano secondo (uffici) con pacchetti tecnologici murari 37

TAVOLA 07 A


STRATIGRAFIE - CHIUSURE E PARTIZIONI ORIZZONTALI

e

a

b

Trasmittanza (W/m2K): 0,14 Massa (kg/m2): 491 Fattore di attenuazione (fd): 0,280 Sfasamento (h): 10,83

c

i

a_Piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm b_Gettata in CLS sp. 350mm c_Alleggerimento in EPS sp. 200mm

i a

b c

4_Copertura

3_Solaio interpiano

2_Solaio a sbalzo

1_Solaio predalles

d

e

f

g

h

e

i

a_Malta cementizia per muratura Fassa Bortolo MM 30 sp. 15mm b_Isolante in EPS 100 Fassa Bortolo sp. 160mm c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante in lana di roccia Rockwool Acoustic 225 Plus sp. 40mm f_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm g_Massetto in cementolegno Betonwood tongue&groove sp 40mm h_Pavimento galleggiante Topfloor con piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm

Trasmittanza (W/m2K): 0,124 Massa (kg/m2): 127 Fattore di attenuazione (fd): 0,123 Sfasamento (h): 14,63 a

b

c d

e

f

g

h

e

a_Controsoffitto metallico con pannelli in aggancio Atena Enigma Open con struttura a triangolo singola b_Trave in acciaio IPE 450 c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante in lana di roccia Rockwool Acoustic 225 Plus sp. 40mm f_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm g_massetto in cementolegno Betonwood tongue&groove sp 40mm h_pavimento galleggiante sistema Topfloor con piastrelle in gres porcellanato sp. 10mm

Trasmittanza (W/m2K): 0,18 Massa (kg/m2): 386 Fattore di attenuazione (fd): 0,297 Sfasamento (h): 10,22 a_Controsoffitto metallico con pannelli in aggancio Atena Enigma Open con struttura a triangolo singola b_Trave in acciaio IPE 450 c_Lamiera grecata d_Riempimento della grecata in acciaio con lana di roccia sfusa Rockwool e_Isolante anticalpestio in sughero biondo Betonwood Corkpanels sp. 3mm f_Lastra in vetro cellulare Foamglas sp. 175mm g_Membrana impermeabilizzante bitume polimero Bituver Fleximat sp. 4mm h_ghiaia satura di livellamento Vezzola

i

a b

c d e

f

g

i

h

4

+11.10

3 +7.40

2 +3.70

1 +0.00

Prospetto B-B’

Prospetto C-C’ B

B’ A

C

C’

-3.70

A’

Sezione A-A’

Docenti

Tutors

Studenti

Monica Lavagna Michela Buzzetti

Serena Giorgi Valerio Panella Gianluca Peplis Alberto Prinzo Manlio Mazzon

Martina Preda_883682 Jennifer Rizzi_883272 Francesco Turati_883881

LABORATORIO DI COSTRUIBILITA’ E SOSTENIBILITA’ DEL PROGETTO CORSO DI STUDIO IN ARCHITETTURA E DISEGNO URBANO ANNO ACCADEMICO 2017-2018

TAVOLA 07 B

Sezione_Prospetti e prospetti e sezione scala(uffici) 1:50 UFFICI con pacchetti tecnologici di solaio 38

GREEN BELT BUILDING


La sostenibilità del progetto, componente fondamentale del Laboratorio, è stata raggiunta mediante un’approfondito studio delle proprietà fisico-termiche dei materiali utilizzati per l’edificio, fondamentali per il soddisfacimento dei criteri previsti dai protocolli LEED e ITACA e per lo svolgimento della valutazione LCA (Life Cycle Assessment) cui è stato sottoposto lo stabile. Tutte queste verifiche sono indispensabili per il perseguimento dell’obiettivo della sostenibilità: servono infatti a capire quali sono i livelli di impatto ambientale ed economico per il trasporto dei materiali, per la costruzione, la demolizione, l’efficienza impiantistica, l’adeguatezza dello smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti, il contributo al risanamento del tessuto cittadino, la percentuale di verde cui è destinata parte dell’area edificabile, etc.

+11.10

+11.10

+7.40

+7.40

+3.70

+3.70

+0.00

+0.00

Prospetto B-B’_fronte interno - uffici

Prospetto D-D’_fronte strada - uffici

-3.70

Piante, sezioni, prospetti (uffici) Porzioni sul fronte interno Porzioni sul fronte strada

-3.70

Pianta 2_fronte strada - uffici: porzione del secondo piano

Sezione C-C’ _fronte strada - uffici Pianta 1_fronte interno - uffici: porzione del secondo piano

A

Sezione A-A’ _fronte interno - uffici

B

A’

D

Pianta 1

C

D’

Pianta 2 B’

C’

39 Docenti

Tutors

Studenti

TAVOLA 09 A

Docenti

Tutors

Studenti

TAVOLA 09 B


09_Il naviglio della Martesana: asse portante di nuove centralità per Milano Laboratorio di Progettazione Architettonica A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Marco Stanislao Prusicki, Alessio Schiavo, Nicola Cefis Nel Laboratorio di Progettazione Architettonica si è affrontato il tema della valorizzazione del sistema dei Navigli milanesi che, in previsione della loro riapertura, possono innescare meccanismi di riprogettazione urbana in grado di connettere e unificare il tessuto urbano di Milano. In questo caso, il progetto è ubicato lungo il Naviglio della Martesana, nel quartiere di Crescenzago. L’intervento prevede la realizzazione di un imponente edificio ad isola, caratterizzato da uno sbalzo di 72m, che sorge al centro del letto del canale, appositamente allargato per ospitarlo. In più, è previsto il recupero degli edifici industriali immediatamente a nord del manufatto di nuova costruzione, nonché l’organizzazione di aree verdi e di spazi dedicati allo sport e al tempo libero. Rimane importante il tema delle connessioni, con due lunghe passerelle che, sfruttando una piazza rialzata aperta al primo piano dell’edificio, collegano le due sponde del canale; un’altra passeggiata collega gli edifici industriali al secondo piano dello stabile al centro del Naviglio. Infine, il masterplan istituisce un rapporto con la vicina ex industria CARGO.

+128.0 +135.5

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+126.0 +158.3

Tutti i disegni impostati su CAD sono stati successivamente colorati con Photoshop; esistono anche delle viste 3D realizzate con l’aiuto dei softwares Sketchup e Revit. Masterplan di progetto

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piscina per tuffi

Ciò che si cerca di stabilire è un rapporto fra l’edificio e l’acqua. Così, risulta che l’edificio ad isola concentri in sé delle funzioni sportive e ludiche che hanno appunto a che fare con l’acqua. E’ da sottolineare, infatti, che al piano terra del manufatto è presente una palestra dedicata al canottaggio e un campo da water polo, mentre al piano quarto sono state inserite delle terme e al quinto delle piscine. Tra le altre funzioni, c’è una parete d’arrampicata alta 23,70m e, al piano terzo, delle palestre. Il piano secondo invece assume la funzione di hall d’ingresso, in quanto punto d’arrivo della passerella proveniente dagli edifici industriali e, soprattutto, perchè da questo piano si accede alla grande sala teatrale a sbalzo sul Naviglio.

piscina all’aperto piscina termale coperta risalite

terme spogliatoi risalite

2

palestre spogliatoi magazzino risalite

hall di ingresso

4

Negli edifici industriali, riconvertiti anch’essi a funzioni ludico sportive, sono presenti campi da bocce e piste da bowling, nonché una sala per la scherma. Esiste un punto ristoro, mentre in copertura sono stati posti dei campi da beach volley che dialogano con i campi sportivi presenti immediatamente di fianco ai manufatti ristrutturati.

foyer

5

infopoint +128.0

7

3

bar risalite

piazza pubblica all’aperto ristorante

6

risalite

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Planimetria generale del piano terra con schemi funzionali Legenda: 1_campo da water polo; 2_ingresso agli ex edifici industriali; 3_campo da bocce; 4_piste da bowling; 5_sala da scherma; 6_punto ristoro; 7_campi sportivi

guardaroba

+126.0

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arrampicata canottaggio spogliatoi

1

risalite

risalite area carico - scarico

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3 7

6

1

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4

2

Pianta piano secondo Legenda: 1_hall; 2_foyer; 3_teatro; 4_guardaroba; 5_infopoint; 6_bar; 7_parete d’arrampicata I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Progettazione Architettonica

Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio Cefis Nicola

Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272 Turati Francesco 883881

I’

Pianta Pianta Prosp Sezion H’

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Prospetto H-H’

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3

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Pianta piano quarto Legenda: 1_terme; 2_spogliatoi; 3_magazzino; 4_parete d’arrampicata Prospetto H-H’ I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Progettazione Architettonica

Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio Cefis Nicola

I’

Pianta Pianta Prosp Sezion

Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272 Turati Francesco 883881

H’

H

Sezione I-I’ I POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Architettura e Disegno Urbano

Docenti: Prusicki Marco Stanislao Schiavo Alessio

Alunni: Preda Martina 883682 Rizzi Jennifer 883272

I’ Pianta piano quarto +144.5 m - Scala 1:200 Pianta piano quinto +150.8 m - Scala 1:200 Prospetto H-H’ - Scala 1:200 Sezione I-I’ - Scala 1:200

43


10_Palazzo Magio - Grasselli

di natura Quando sono note le cause sistono presenze di malta di terra. I mattoniprocessi sono molto similidiversa. fra di loro per dimensioni, del degrado, possono essere utilizzati anche termini come abrasione erosione per corraricostruzione precisa delle fasi di costruzione dellaerosione cantina. per I mattoni sono ovisibili sopratsione (cause meccaniche), erosione per corrosione tutto sulle pareti del vano in analisi. (cause chimiche e l’utilizzo biologiche), erosione per usura La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela di malta di calce RILIEVO FOTOGRAFICO (cause impegnata per ricoprire la struttura realizzata in antropiche). mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco RILIEVO FOTOGRAFICO originale dell’epoca di costruzione della cantina.

Laboratorio di Restauro ANALISI DELLA CANTINA RILIEVO FOTOGRAFICO ANALISI DELLA CANTINA A.A. 2017 - 2018, docenti proff. Alberto Grimoldi, Raffaella Brumana ANALISI DELLA CANTINA

ANALISI DELLA CANTINA

Codice: 01 EFFLORESCENZA

CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 Rilievi scala 1:75 0.15 0.14 Abaco dei degradi

Il Laboratorio di Restauro si è 0.15 0.14 focalizzato sul rilievo e la 0.15 0.14 rifunzionalizzazione dello storico Palazzo Magio - Grasselli a Cremona.

Rilievi scala 1:75 Abaco dei degradi

Descrizione

Rilievi scala 1:75

processi di natura diversa. Quando sono note le cause Formazione di possono sostanze,essere generalmente di colore del degrado, utilizzati anche termini biancastro e di aspetto cristallinoo oerosione pulverulento o come erosione per abrasione per corra-

Abaco dei degradi 0.15 0.14 La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte 0.15 fasi le sue attuale di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione attuale mostra le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione mostra 0.14 l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se per-

Descrizione

del degrado, possono essere utilizzati anche termini Descrizione

come erosione per abrasione o erosione per corraCodice: 01 sione (cause meccaniche), erosione per corrosione processi di natura diversa. Quando sono note le cause (cause chimiche e biologiche), erosione per usura Descrizione del degrado, possono essere utilizzati anche termini (cause antropiche). come erosione per abrasione o erosione per corraprocessi di natura diversa. Quando sono note le cause sione (cause meccaniche), erosione per corrosione Trattamento del degrado, possono essere utilizzati anche (cause chimiche e biologiche), erosione pertermini usura Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere come per abrasione o erosione per corra(cause erosione antropiche). sione (cause meccaniche), erosione per corrosione Trattamento (cause chimiche e biologiche), erosione per usura base di latte di calce. (cause antropiche). Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere

Formazione Codice: 02 di sostanze, generalmente di colore avvenire all’interno del materiale provocando spesbiancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o

Descrizione

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino provocando o pulverulento o avvenire all’interno del materiale spes-

Trattamento

EFFLORESCENZA

RILIEVO MATERICO Trattamento Si procede alla risoluzione delle problematiche legate

alla formazione di vaporemeccanica. acqueo e umidità di risaliSi procede con spazzolatura ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti

EFFLORESCENZA Descrizione

con impacchi argilla o polpa cellulosa. Si procede alladirisoluzione dellediproblematiche legate alla formazione di vapore acqueo e umidità di risaliTrattamento ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Si procede alla risoluzione delle problematiche legate alla formazione di vapore acqueo e umidità di risalicon impacchi di argilla o polpa di cellulosa. ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti

Descrizione

RILIEVO DEI DEGRADI

RILIEVO DEI DEGRADI

Trattamento

02

Vano Vano 0.15 -0.14 Scala- Scala 1:75 1:75

02 riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita 04 Si procede con spazzolaturacuimeccanica dell’aprevalentemente da la microrganismi possono ade02 interessata dalecc. degrado, con conseguente sirirerea polvere, terriccio, 02 02 gillatura della lacuna con malta preferibilmente di 04 Trattamento calce, alla quale si appone uno strato di intonaco. 02 02 02 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bio04 cida con ossigeno volume 20).

01

02 01

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01

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Formazione di sostanze, generalmente di color biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento

03

con si ossigeno volume 20). checida perde, passa alla sostituzione della parte dan06 neggiata.

che si passa alla sostituzione dellacon parte Areaperde, caratterizzata dal contatto diretto unadansor- 01 Trattamento neggiata. gente, falda acquifera, tubazioni,... Si procede con l’isolamento e manutenzione dell’og02 getto causa del degrado; nel caso di una tubazione 02 Trattamento 01 che perde, si passa alla sostituzione della parte danSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogneggiata. 02 getto causa del degrado; nel caso di una tubazione 0201 che perde, si passa alla sostituzione della parte danneggiata. 02

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02 01 UMIDITA’ Studenti: Docenti:DA INFILTRAZIONE

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POLITECNICO DI MILANO

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Legenda:

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PALAZZO MAGIO-GRASSELLI

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Legenda:

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EROSIONE

03 EFFLORESCENZA 04 Legenda: 03 DISGREGAZIONE 02 06 EROSIONE 01 LACUNA 04 Legenda: EFFLORESCENZA 02 PATINA BIOLOGICA 05 EROSIONE 01 01 DISGREGAZIONE 03 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE 06 03 EFFLORESCENZA 02 LACUNA

03 03

04 DISGREGAZIONE 03 PATINA BIOLOGICA 05 LACUNA DA04 04 UMIDITA’ INFILTRAZIONE 06 05 PATINA BIOLOGICA Studenti: 06 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE

01

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0302

Preda Martina Grimoldi Alberto ANALISI DELLA CANTINA PALAZZO MAGIO-GRASSELLI

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01

883682 ANALISI DELLA CANTINA

03

04

Descrizione

03 01 Decoesione03 caratterizzata da distacco di granuli o cri talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 02 01 03 Si procede con spazzolatura meccanica.

03

01 02 03 04 05 06

01

EROSIONE

03

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EFFLORESCENZA

01

DISGREGAZIONE LACUNA PATINA BIOLOGICA UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE

LACUNA Codice: 04 Descrizione

04 05 06

04

Codice: 01 03

Trattamento

Legenda:

02

DISGREGAZIONE

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02 04

01

con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.

Vano 0.14 - Scala 03 1:75 V

02

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Vano 0.15 - Scala 1:75 01

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06 04

05 06 01 EROSIONE 03 02 EFFLORESCENZA 01 Legenda: 01 02 01 DISGREGAZIONE 03 EROSIONE 0201 LACUNA 04 Legenda: EFFLORESCENZA 02 01 BIOLOGICA 01 05 PATINA 01 DISGREGAZIONE 03 EROSIONE 01 UMIDITA’01 DA INFILTRAZIONE 06 LACUNA EFFLORESCENZA 0202 04 01 01 DISGREGAZIONE 05 03 BIOLOGICA 05 03 01 PATINA 02 UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE 06 LACUNA 04 01 PATINA BIOLOGICA 05 Docenti: DA INFILTRAZIONE 06 UMIDITA’

04 01

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01 04

Si procede alla risoluzione delle problematiche legat alla formazione di vapore acqueo e umidità di risa ta, ove non fosse possibile intervenire con strumen

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Trattamento

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Vano 0.15 - Scala 01 1:75 Vano 0.14 - Scala 1:75 V 04 Vano 0.14 - Scala 1:75 01 02 02 V 03

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01 01 04 01 02 02

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avvenire all’interno del materiale provocando spe 01

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Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 - Scala 1:75 V

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Vano 0.15 - Scala 1:75

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UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE

UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE Descrizione Trattamento Codice: 06 Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’og02 gente, falda acquifera, tubazioni,... Descrizione getto causa del degrado; nel caso di una tubazione

03 01 05

02

PATINA BIOLOGICA

Studenti: Docenti: POLITECNICO DI MILANO Preda Martina 883682 Grimoldi Martina 883682 Grimoldi Alberto Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria dellePreda Costruzioni Codice: 06 Alberto Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Risso Martina 883277 Martina 883277 Scuola diRisso Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Corso di Architettura e Disegno Urbano

POLITECNICO DI MILANO

01

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PATINA BIOLOGICA 04 04 Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su02 05 Codice: 05 05 01 04 01 01 0203 per lo più verde. La patina biologica è costituita 01 02 03 riabile 01 0203 03 PATINA BIOLOGICA 03 Descrizione prevalentemente da microrganismi cui possono ade- 01 03 01 01 01 02 04 Codice: 05terriccio, rire Strato sottile, morbidoecc. e omogeneo; aderente 01 alla su01 0104 01 polvere, 01 05 01 02 0201 04 05 Descrizione 02 03 03 Trattamento 03 è costituita 03 riabile per lo più verde. La patina biologica 03 0402 03 Strato sottile, morbido etensioattivi omogeneo;(trattamento aderente allabiosu- 01 04 01 Si procede con impacchi prevalentemente da microrganismi cui possono ade01 01 04 0104 04 05 05 02 01 polvere, cida con ossigeno volume rire ecc. 20). 01 030105 02 Codice: 0301per loterriccio, 03 05 riabile più 05verde. La patina biologica 03 è costituita 03 03 Trattamento prevalentemente da microrganismi cui possono ade- 01 01 01 01 04 02 04 Descrizione 02 01 02 rire polvere, terriccio, ecc. 01 01 01 01 04 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bioCodice: 02 02 06 04 06 06 01 ossigeno cida con 05 volume 20). Trattamento 01 Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su05 02 01 Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento bio-0104 Descrizione 01 01 04 01 01 01 02 01 02 04 0404 04 03 03 03 02 01 cida con volume 20). 06 01 ossigeno 01 02 una sor050503 05 05 06 Area caratterizzata dal contatto diretto con riabile verde. La patina biologica è costituita 03 per lo più 03 04 04 04 04 04 prevalentemente da microrganismi cui possono ade01 gente, falda acquifera, tubazioni,... 02 DA 02 01INFILTRAZIONE 01 UMIDITA’ 03 04 01 04 01 01 03 06 01 02 01 rire06polvere, terriccio, ecc. 03 06 Codice: 06 05 03 05 03 Trattamento 03 04 0104 01 04 Descrizione 03 04 Trattamento 0101 01 04 01 03 03 Si procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogUMIDITA’ DA Area dal contatto diretto con una sor05INFILTRAZIONE 05 03 06 03 caratterizzata 03 04 Si procede condegrado; impacchinel tensioattivi (trattamento bio04 getto 04 gente, Codice:falda 06 acquifera, tubazioni,... causa del caso di una tubazione

Descrizione

INTONACO INTONACO

vano 0.14

DEI DEGRADI

V 02 01 Vano 0.14 - Scala 1:75 01 02 V 02

01

Codice: 02

MATTONI

V

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05 Vano Vano 0.15 -0.14 Scala- Scala 1:75 1:75 V 02 03

degli strati morbido più internie della muratura o del supporto. Strato sottile, omogeneo; aderente alla su02

02

Vano 0.15 - Scala 1:75 RILIEVO

V

Si procede l’isolamento e manutenzione dell’oggente, faldacon acquifera, tubazioni,... Descrizione getto causa del degrado; nel caso di una tubazione che perde, si passa dal allacontatto sostituzione della parte Trattamento Area caratterizzata diretto con unadansorneggiata. gente, faldacon acquifera, tubazioni,... Si procede l’isolamento e manutenzione dell’oggetto causa del degrado; nel caso di una tubazione Trattamento che perde, si passa alla sostituzione della parte danSi procede con l’isolamento e manutenzione dell’ogneggiata. getto causa del degrado; nel caso di una tubazione che perde, si passa alla sostituzione della parte danneggiata.

04

INTONACO MATTONI MATTONI

V

Trattamento Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorCodice: 06

02 Descrizione

INTONACO INTONACO

V

DescrizioneDA INFILTRAZIONE UMIDITA’

Legenda:

Vano 0.14 - Scala 1:75 V

MATTONI 02

INTONACO

V

Area caratterizzata dal contatto diretto con una sorCodice: 06 gente, falda acquifera, tubazioni,...

MATTONI MATTONI

INTONACO INTONACO

V

Descrizione

UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE

MATTONI

V

Codice: 06

INTONACO INTONACO

EFFLORESCENZA

INTONACO

INTONACO INTONACO

02

INTONACO

Legenda:

INTONACO INTONACO

02

Codice: 05 Descrizione Descrizione

gillatura della lacuna con malta preferibilmente di RILIEVO DEI DEGRADI Trattamento calce, alla quale si appone uno strato di intonaco. degli strati più interni della muratura o del supporto. Si procede con la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente si- 04 Trattamento gillatura della lacuna con malta preferibilmente di Si procede con la spazzolatura meccanica dell’acalce, alla quale si appone uno strato di intonaco. rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di 04 calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.

Codice: 05

UMIDITA’ DA INFILTRAZIONE

MATTONI

RILIEVO DEI DEGRADI

vano 0.15

PATINA BIOLOGICA

Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento biocida con ossigeno volume 20).

MATTONI MATTONI

INTONACO INTONACO

Vano 0.15 -MATTONI Scala 1:75 MATTONI

MATTONI

Legenda:

LACUNA PATINA Codice:BIOLOGICA 04

LACUNA Descrizione Trattamento RILIEVO Codice: 04DEI DEGRADI Si procede con la spazzolatura meccanica dell’adegli strati più interni della muratura o del supporto.sirea interessata dal degrado, con conseguente Descrizione

Codice: 05

Trattamento

MATTONI MATTONI Legenda: INTONACO

INTONACO MATTONI MATTONI

degli strati Codice: 04più interni della muratura o del supporto.

PATINA BIOLOGICA

Strato sottile, morbido e omogeneo;cui aderente allaadesuprevalentemente da microrganismi possono Si procede con impacchi tensioattivi (trattamento biorire polvere, terriccio, ecc. cida con ossigeno volume 20). riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita Trattamento prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere,con terriccio, ecc.tensioattivi (trattamento bioSi procede impacchi cida con ossigeno volume 20).

MATTONI

Legenda:

Legenda:

LACUNA RILIEVO DEI DEGRADI

base di latte di calce. MATTONI

Legenda:

MATTONI MATTONI

LACUNA Codice: 04

Descrizione riabile per lo più verde. La patina biologica è costituita Trattamento

RILIEVO DEI DEGRADI

INTONACO

Descrizione

prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Si procede con spazzolatura meccanica per rimuover

V

Si procede con spazzolatura meccanica. talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Descrizione

Codice: 04

La 0.15, di attuale cuimostra è le suecantina fasi di costruzione. (vani In particolar modo, lo stato0.14), di conservazione Vano 0.14 - Scalagiuntati 1:75 fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se perl’utilizzo di mattoni sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, V proposto il rilievo, conserva intatti i ricostruzione precisa delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratmateriali utilizzati durante le fasi di tutto sulle pareti del vano in analisi. La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce impegnata per ricoprire la struttura realizzata costruzione. Lo statoin mattoni. di Si tratta ancora dell’intonaco originale dell’epoca di costruzione della cantina. conservazione attuale mostra l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro ABACO DEI DEGRADI MATTONI Legenda: per la maggior parte con malta di MATTONI INTONACO MATTONI INTONACO EROSIONE calce, con presenze di malta di Codice: 01 INTONACO Descrizione terra. La volta rivela l’utilizzo di processi di natura diversa. Quando sono note le caus malta di calce impegnata per del degrado, possono essere utilizzati anche termi erosione per abrasione o erosione per corr ricoprire la strutturacome realizzata sione (cause meccaniche), in erosione per corrosion (cause chimiche e biologiche), erosione per usur (cause antropiche). mattoni. Trattamento

procedecon con spazzolatura meccanica. Si Si procede la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.

DISGREGAZIONE Descrizione Trattamento Codice: 03 caratterizzata da distacco di granuli o crisDecoesione

Si procede con spazzolatura meccanica.

Strato sottile, Codice: 05 morbido e omogeneo; aderente alla su-

V Vano 0.14 - Scala 1:75 V

Vano 0.15 - Scala 1:75al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente

Codice: Codice: 0403 Descrizione Descrizione

DISGREGAZIONE Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto03 minime sollecitazioni meccaniche. Codice:

Si procede con spazzolatura meccanica.

riabile perBIOLOGICA lo più verde. La patina biologica è costituita Descrizione PATINA

vano Vano 0.14 Vano - Scala 0.15 -0.14 Scala 1:75 1:75

Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V

Vano V 0.15 - Scala 1:75

Trattamento Trattamento

Trattamento

Codice: 05

Vano 0.15 - Scala 1:75 Vano 0.14 - Scala 1:75

Vano 0.14 - Scala 1:75 Vano 0.15 V - Scala 1:75

DISGREGAZIONE LACUNA

DISGREGAZIONE

Trattamento

Strato sottile, morbido e omogeneo; aderente alla su-

Vano 0.15 - Scala 1:75

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. degli strati più interni della muratura o del supporto.

talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Si procede con spazzolatura meccanica.

Descrizione

con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.

Codice: 02 avvenire all’interno del materiale provocando spesFormazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o Descrizione Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o avvenire all’interno del materiale provocando spesTrattamento

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisTrattamento talli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Si procede con spazzolatura meccanica.

PATINA BIOLOGICA

-

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisRILIEVO MATERICO talliTrattamento sotto minime sollecitazioni meccaniche.

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro Codice: 02 e di aspetto cristallino o pulverulento o

Descrizione

Si procede con la spazzolatura meccanica dell’adegli strati più interni della muratura o del supporto. Descrizione rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di Trattamento calce, alla quale si appone strato o didel intonaco. degli strati più interni dellauno muratura supporto. Si procede con la spazzolatura meccanica dell’area interessata dal degrado, con conseguente siTrattamento gillatura della lacuna con malta preferibilmente di Si procede consi la spazzolatura meccanica dell’acalce, alla quale appone uno strato di intonaco. rea interessata dal degrado, con conseguente sigillatura della lacuna con malta preferibilmente di calce, alla quale si appone uno strato di intonaco.

RILIEVO MATERICO

Descrizione

vano 0.15 EFFLORESCENZA

Codice: 03

Descrizione Trattamento Codice: 04

avvenire Codice: 03 all’interno del materiale provocando spes-

Descrizione

Descrizione

Codice: 04 degli strati più interni della muratura o del supporto.

DISGREGAZIONE

EFFLORESCENZA Codice: 02 MATERICO RILIEVO base di latte di calce.

con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.

Descrizione Trattamento Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cris-

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o

MATERICO SiRILIEVO procede con spazzolatura meccanica per rimuovere base di latte di calce.

con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.

Si procede con spazzolatura meccanica. talli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

Descrizione

Trattamento

Si procede alla risoluzione delle problematiche legateavvenire all’interno del materiale spesalla formazione di vapore acqueo eprovocando umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Trattamento -

Descrizione Trattamento Decoesione Codice: 03 caratterizzata da distacco di granuli o cris-

Codice: 02

processi di natura diversa. Quando sono note le cause Codice: 01 del degrado, possono essere utilizzati anche termini EROSIONE Descrizione come erosione per abrasione o erosione per corraCodice: 01 meccaniche), erosione per corrosione sione (cause (cause chimiche biologiche), perle cause usura processi di natura ediversa. Quandoerosione sono note Descrizione (cause antropiche). del degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corraTrattamento processi di natura diversa. Quando sono note le cause sione (cause meccaniche), erosione per corrosione del degrado, essere utilizzati per anche termini Si procede conpossono spazzolatura meccanica (cause chimiche e biologiche), erosione rimuovere per usura come erosione per abrasione o erosione per corra(cause antropiche). sione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura Trattamento RILIEVO MATERICO base di latte di calce. (cause antropiche). Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere

Si procede alla risoluzione delle problematiche legateavvenire all’interno del materiale spesalla formazione di vapore acqueo eprovocando umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Trattamento Si procede alla risoluzione delle problematiche legate con impacchi di argilla o polpa di cellulosa. alla formazione di vapore acqueo e umidità di risaliTrattamento ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti Si procede alla risoluzione delle problematiche legate alla di vapore acqueo e umidità di risalicon formazione impacchi di argilla o polpa di cellulosa. ta, ove non fosse possibile intervenire con strumenti

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o crisCodice: 03 talli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

Tutto il lavoro è stato realizzato con i software CAD e mediante il supporto del pacchetto Adobe (Photoshop, Illustrator, Indesign). Di fondamentale importanza sono stati il programma di fotogrammetria Agisoft Photoscan e le applicazioni Revit e Rhino per l’approfondimento 3D della cantina in analisi.

con impacchi di argilla o polpa di cellulosa.

EROSIONE

Codice: 03

RILIEVO MATERICO

V

Descrizione

Si procede alla risoluzione delle problematiche legate base di latte di calce. alla formazione di vapore acqueo e umidità di risalita, ove non fosse possibile intervenire con strumenti

V

Formazione di sostanze, generalmente di colore Codice: 02 biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o

0.15 0.14

Trattamento

V

Descrizione

Rilievi scala 1:75 Abaco dei degradi

-

V

Codice: 02 di calce. base di latte

CANTINA 0.15 CANTINA 0.14

Si procede con spazzolatura meccanica per rimuovere

V

Si procede spazzolatura meccanica per rimuovere base di lattecon di calce.

Vano 0.14 - Scala 1:75 PIANO INTERRATO V

Vano 0.14 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V

V

Trattamento

Vano 0.15 - Scala 1:75

V

Codice: 01

Descrizione

Codice: 01 processi di natura diversa. Quando sono note le cause

Trattamento

EROSIONE

Codice: 01

V

sione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura avvenire del materiale provocando spes(cause all’interno antropiche).

l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se perpresenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra disistono loro per dimensioni, La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora intatti i materiali utilizzati durante tutte le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione attualeprecisa mostra ricostruzione di costruzione cantina. I mattoni sonoattuale visibili sopratle sono sue fasi di costruzione. In particolar modo,della lo stato di conservazione mostra ricostruzione precisa delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni visibili soprat-delle fasi l’utilizzo di mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se per-vano in analisi. tutto sulle del l’utilizzo dipareti mattoni giuntati fra loro per la maggior parte con malta di calce, anche se pertutto sulle pareti del vano in analisi. La cantina, risalente al XV secolo, conserva ancora materiali utilizzati La cantina, risalente tutte albuono XV secolo, ancora intatti irivela materiali utilizzatimalta durante tutte sistono presenze di malta di terra. I mattoni sono intatti molto isimili fra di loro perdurante La volta sidimensioni, trova statoconserva conservazione che simili l’utilizzo di calce sistono presenze diun malta di terra. Idimattoni sono molto fra di lorodiper dimensioni, La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di in calce le sue fasi di costruzione. In particolar modo, lo stato di conservazione le sue attuale fasi di costruzione. mostra In particolar modo, lo stato di conservazione attuale mostra per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si trattaimpegnata ancora dell’intonaco l’utilizzo di mattoni fra di loro per la maggior conI mattoni malta di l’utilizzo calce,visibili anche di mattoni se pergiuntati fra lorodella per cantina. la maggior parte con malta di calce, anche se perricostruzione precisagiuntati delle fasi costruzione della parte cantina. sono sopratoriginale dell’epoca costruzione ricostruzione precisadidelle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratoriginale dell’epoca di costruzione della cantina. sistono presenze di malta di analisi. terra. I mattoni sono molto simili fra disistono loro perpresenze dimensioni, di malta di terra. I mattoni sono molto simili fra di loro per dimensioni, tutto sulle pareti del vano in tutto sulle pareti del vano in analisi. La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce La volta si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce ricostruzione precisa dellelafasi di costruzione cantina. Si I mattoni sono visibili precisa soprat- delle fasi di costruzione della cantina. I mattoni sono visibili sopratimpegnata per ricoprire struttura realizzatadella in mattoni. tratta ricostruzione ancora dell’intonaco impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco tutto sulledell’epoca pareti deldi vano in analisi.della cantina. tutto sulle pareti del vano in analisi. originale costruzione originaleDEI dell’epoca di costruzione della cantina. ABACO DEGRADI ABACO DEGRADI La volta DEI si trova in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo La volta di malta si trova di calce in un buono stato di conservazione che rivela l’utilizzo di malta di calce impegnata per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta impegnata ancora dell’intonaco per ricoprire la struttura realizzata in mattoni. Si tratta ancora dell’intonaco originale dell’epoca di costruzione della cantina. originale dell’epoca di costruzione della cantina.

ABACO DEI DEGRADI EROSIONE ABACO DEI DEGRADI Del manufatto è stato ABACO DEI DEGRADI ABACO DEI DEGRADI EROSIONE implementato e perfezionato il EROSIONE rilievo di alcune sue parti; è stato ovvero realizzato il “carotaggio” della fascia che comprende la cantina e il Salone Manfredini lato strada. Di tale carotaggio sono EFFLORESCENZA RilievoEFFLORESCENZA dei materiali stati riportati i rilievi (fotografico, EFFLORESCENZA materico e del degrado), nonché un approfondito resoconto della stratigrafia e delle fasi costruttive dell’edificio, dall’epoca di fondazione fino ai giorni odierni. E’ stato altresì pensato un DISGREGAZIONE programma di riconversione DISGREGAZIONE funzionale dello stabile, per DISGREGAZIONE adibirlo a sala concerti con spazi di servizio per prove, una piccola galleria espositiva e degli spazi catering e di relax. Il lavoro LACUNA progettuale ha anche riguardato il LACUNA ripensamento dell’impianto LACUNA elettrico e di ventilazione Rilievo dei degradi dell’edificio.

Vano 0.15 - Scala 1:75

Vano 0.14 - Scala 1:75 V Vano 0.14 - Scala 1:75 V

Descrizione Codice: 02

ANALISI DELLA CANTINA

vano 0.14 Vano 0.14 - Scala 1:75

Vano 0.14 - Scala 1:75 V

EROSIONE

Vano 0.15 - Scala 1:75

V

CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 Rilievi scala 1:75 0.15 Abaco dei degradi 0.14

vano 0.15

RILIEVO MATERICO

V

PIANO INTERRATO

Rilievi scala 1:75 CANTINA 0.14 Abaco dei degradi

Vano 0.15 - Scala 1:75

Vano 0.15 - Scala 1:75

V

Rilievo fotografico CANTINA 0.15

Abaco dei degradi

Vano 0.15 - Scala 1:75

base di latte di calce.

V

Rilievi scala 1:75 CANTINA 0.14

ABACO DEI DEGRADI

Vano 0.15 - Scala 1:75

V

CANTINA 0.15 PIANO INTERRATO

CANTINA 0.15 CANTINA 0.14 PIANO INTERRATO

RILIEVO FOTOGRAFICO

V

CANTINA 0.15 PIANO INTERRATO CANTINA 0.14

RILIEVO Si procede con FOTOGRAFICO spazzolatura meccanica per rimuovere

RILIEVO FOTOGRAFICO

V

PIANO INTERRATO ANALISI DELLA CANTINA

PIANO INTERRATO ANALISI DELLA CANTINA

Trattamento

03

01

03

44

02 muratura o del supporto più interni della 03degli strati01

Trattamento

03


C

Abaco dei degradi A

Salone Manfredini, che prende il nome dall’autore A’ B’

ABACO DEIParticolare DEGRADI 1

scala 1:100 o fessurativo o dei degradi

C

C’

A’

MARMO MARMO MARMO 0.14

Codice: 07 D’ Descrizione

D B’

Legenda: TELA TELA TELA

TELA TELA

MARMO

TELA TELA

LEGNO LEGNODI ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIROVERE ROVERE

TELA

LEGNO DI NOCE

LEGNO LEGNODI ABETE LEGNO DI ABETE LEGNO DIDIABETE ABETE

Particolare 3 LEGNO DI NOCE

LEGNO DI ROVERE

LEGNO DI ROVERE

LEGNO DI ABETE

Sezione A-A’

Sezione B-B’

A

B

Sezione C-C’

LEGNO DI ABETE

ABACO DEI DEGRADI

RILIEVO DEI DEGRADI SALONE MANFREDINI 3.14 Sezione Sezione A-A’ A-A’ PIANO INTERRATO

MARMO

Legend

FESSUR

FESSUR

STUCCO DIPINTO FINTOMAR

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO

PIANO NOBILE

rovere e le ante in legno di abete.

Legenda: TELA

MARMO

LEGNO LEGNODI NOCE LEGNO DI NOCE LEGNO DIDINOCE NOCE

STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO

0.15

MANCANZA

Particolare Particolare 1 1

MARMO MARMO MARMO RILIEVO MATERICO

rovere e le ante in legno di abete.

al 1785, è interamente realizzato in muratura rivestita FESSURE PASSANTI con malta su cui sono staFESSURE NON PASSANTI ANALISI DEL SALONE MANFREDINI - QUADRO FESSURATIVO QUADRO FESSURATIVO ti realizzati i dipinti a calce. Particolare 2 RILIEVO RILIEVO MATERICO MATERICO Sezione A-A’ Particolare 3 le porte (quella principale, le due sulla parete ovest RILIEVO FOTOGRAFICO e le due sulla parete est) realizzati in macchia vecchia d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-

NE MANFREDINI 3.14

TINA 0.15 - 0.14

D’

d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-

RILIEVO MATERICO

Legenda:

Particolare 3

O INTERRATO

0.15 0.14

Quadro fessurativo D Il

B

RILIEVO MATERICO

O NOBILE

C’

Particolare 2 Particolare 3

MANCANZA

Particolare 1

CANTINA 0.15 - 0.14

Codice: 07

LEGNO NOCE DI TELA MARMO tale forma TELA LEGNO DIDINOCE NOCE Il Salone Manfredini (vano 3.14)diCaduta è e perdita di parti. Il termine si usa quandoLEGNO Rilievi scala 1:100 degradazione non è descrivibile con altre parole del lessiDescrizione LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO Quadro fessurativo TELA LEGNO DI NOCE LEGNO DI DI ROVERE ROVERE co. C C’ Caduta e perdita di parti. Il termine si u interamente realizzato in Abaco dei degradi LEGNO DI ABETE di degradazione non è descrivibile0.1 con QUADRO FESSURATIVO LEGNODI ABETE Trattamento LEGNO LEGNO DI NOCE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIABETE ABETE co. Particolare 2 0.1 muratura rivestita con malta suQualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sullaSTUCCO parte le-DIPINTO STUCCO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Particolare 2 STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO DI ROVEREParticolare 1 LEGNO DI ABETE STUCCO sionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione Trattamento D D’ cui sono stati realizzati dipinti adella parte mancante. A’ B’ Qualora sia possibile, e solo dopo atten LEGNO DI ABETE STUCCO DIPINTO FINTOMARMO sionata, si può procedere alla sostituz calce. Fanno eccezione i profili della parte mancante. STUCCO DIPINTO FINTOMARMO RILIEVO DEI DEGRADI delle porte realizzati in macchia QUADRO FESSURATIVO vecchia d’Arzo. Le porte sono Legenda: realizzate in legno di noce, gli 02 EFFLORESCENZA infissi delle finestre in legno di COLATURA 04 LACUNA Codice: 08 rovere e le ante in legno di abete. COLATURA 07 MANCANZA Legenda: Descrizione Particolare 3 Particolare 3 Codice: 08 Particolare 08 COLATURA Traccia 1 ad andamento verticale. Frequentemente se ne FESSURE PASSANTI Al centro delle pareti est e ovest riscontrano numerose ad andamento parallelo. Descrizione 09 ESFOLIAZIONE FESSURE NON PASSANTI Legenda: Legen Sezione B-B’ Sezione D-D’ Sezione C-C’ due grandi dipinti su tela Sezione A-A’ Traccia ad andamento verticale. Fre Trattamento Sezione B-B’ FESSURE FESSU PA riscontrano numerose ad andamento p Si procede con spazzolatura meccanica. Nel caso del Salone ABACO DEI DEGRADI FESSURE FESSU N raffiguranti rovine nascondonoManfredini, la in particolare, è possibile procedere con pulitura ABACO DEI DEGRADI Trattamento MARMO MARMO MARMO Si procede con spazzolatura meccanic Legenda: Studenti: Docenti: ABACO ABACO DEI DEGRADI DEI DEGRADI POLITECNICO DI MILANO loro natura materica imitando lori lea base di calce. TELA TELA TELA MARMO Manfredini, in particolare, è possibile p Preda Martina 883682 Grimoldi Alberto MARMO Rilievo dei degradi Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Rilievo dei materiali MARMO Particolare 1 MARMO MARMO LEGNO LEGNODI NOCE muratureLegenda: adiacenti. Altre cinque MARMO LEGNO DI NOCE TELA Risso Martina 883277 MARMO MARMO PALAZZO TELA LEGNO DIDINOCE NOCE Corso di Architettura e Disegno Urbano lori a base MAGIO-GRAS di calce. TELA TELA TELA MARMO Legenda: MANCANZA MARMO MARMO Rizzi Jennifer 883272 MARMO MARMO Laboratorio di Restauro MARMO MARMO TELA LEGNO ROVERE LEGNODI ROVERE TELA LEGNO DI ROVERE TELA TELA MARMO LEGNO DI NOCE LEGNO DIDILegenda: ROVERE MAN tele, di dimensioni più piccole e Turati Francesco 883881 Legenda: Legenda: Codice: 07 LEGNO DI NOCE A.A. 2017 - 2018 LEGNODI NOCE LEGNO DIDINOCE NOCE TELA MARMO TELA TELA LEGNO TELA TELA TELATELA TELA MARMO MARMO MANCANZA MANCANZA Codic LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE EFFLORESCENZA LEGNO DI NOCE TELA MARMO LEGNO 02 LEGNO DI NOCE TELA LEGNO DI NOCE LEGNO DI ROVERE LEGNO DI DI ABETE ABETE Descrizione situate sopraLEGNO le DIDIDIporte Codice: Codice: 07 07 LEGNO DIROVERE ROVERE delle LEGNO LEGNO DI DI LEGNO ROVERE LEGNO LEGNO NOCE NOCE TELA LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE TELA Desc LEGNO DI NOCE LEGNO ROVERE MARMO MARMO TELATELA TELA LEGNO LEGNO DIDINOCE NOCE DIDINOCE NOCE LACUNA 04 STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO LEGNODI ROVERE STUCCO Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma LEGNO DI ROVERE STUCCO TELA LEGNO DI ROVERE LEGNO DI NOCE LEGNO DIDIROVERE ROVERE LEGNO DI Descrizione ABETE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Descrizione Cadu LEGNO LEGNO DI DI medesime pareti, svolgono lo LEGNO LEGNO LEGNO ROVERE ROVERE di degradazione non è descrivibile con altre parole del lessiMANCANZA LEGNODI DIABETE ABETE LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE NALISI DEL SALONE MANFREDINI - QUADRO FESSURATIVO LEGNO DI ABETE TELATELA 07 LEGNO DI NOCE LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE LEGNO LEGNO DIDIROVERE ROVERE DIDIROVERE ROVERE LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ABETE Caduta Caduta e perdita e perdita di parti. di parti. Il termine Il termine sidiusa siq LEGNO deg LEGNODI ABETE LEGNO DI ABETE co. LEGNO DI NOCE LEGNO DI ABETE LEGNO DI ROVERE LEGNO DIDIABETE ABETE STUCCO DIPINTO FINTOMARMO COLATURA LEGNO LEGNO DI DI 08 di degradazione di degradazione non ènon descrivibile è descrivibile con co LEGNO LEGNO ABETE ABETE STUCCODIPINTO DIPINTOFINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE STUCCO LEGNO LEGNO DI NOCE DI NOCE co.alt LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE LEGNO LEGNO DIDIABETE ABETE DIDIABETE ABETE STUCCO stesso ruolo. LEGNO DI ROVERE LEGNO DI ABETE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO Particolare 2 Trattamento STUCCO DIPINTO FINTOMARMO co. co. STUCCO A-A’ ESFOLIAZIONE STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO LEGNO DI NOCE

Particolare Particolare 2 2

Particolare Particolare 3 3

Sezione Sezione B-B’ B-B’

Rilievo fotografico

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO RILIEVO MATERICO

Codice: 09

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO

RILIEVO DEI DEGRADI

PIANO NOBILE

SALONE MANFREDINI 3.14 RILIEVO DEI DEGRADI

Si procede con spazzolatura meccanica.

Particolare 2

02 04 07 08 09

COLATURA ESFOLIAZIONE

QUADRO FESSURATIVO POLITECNICO DI MILANO

MARMO

TELA TELA

TELA

LEGNO DI NOCE

LEGNO DI NOCE

LEGNO DI ROVERE

FESSURE PASSANTI

LEGNO DI ROVERE

LEGNO DI ABETE

FESSURE NON PASSANTI

LEGNO DI ABETE

STUCCO DIPINTOABACO FINTOMARMO DEI DEGRADI

MANCANZA

Legenda:

D’

rovere e le ante Codice: in legno08 di abete.

Sezione C-C’ C-C’ Sezione D-D’ Sezione

FESSURE NON PASSANTI

Docenti: Grimoldi Alberto MANCANZA

Studenti: Preda Martina Risso Martina Rizzi Jennifer Turati Francesco

883682 883277 883272 883881

PALAZZO MAGIO-GRASSELLI lori a base di calce.

Degradazione che si manifesta con di (sfoglie).

Trattamento

Si procede con spazzolatura meccanica

COLATURA COLATURA

COL

Codic

DescF Traccia Traccia ad andamento ad andamento verticale. verticale. Freque riscontrano riscontrano numerose numerose ad andamento ad andamento para Tracc

Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne

Sezione C-C’ riscontrano numerose ad andamento parallelo.

Si procede con spazzolatura meccanica. Nel caso del Salone Manfredini, in particolare, è possibile procedere con pulitura

Docenti: Grimoldi Alberto

Descrizione

Descrizione Descrizione

riscon

Trattamento Trattamento

Trattamento

ABACO DEI DEGRADI

Codice: 09

Codice: Codice: 08 08

Descrizione

FESSURE PASSANTI

B’

COLATURA

Si procede Si procede con spazzolatura con spazzolatura meccanica. meccan N Tratta Manfredini, Manfredini, in particolare, in particolare, è possibile è possibile proce

Si pro

Manf ANALISI DEL SALONE MANFREDINI lori a lori basea di base calce. di calce. QUADRO FESSURATIVO lori a

Particolare 2

Codice: 07 Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre parole del lessico.

Trattamento

ESFOLIAZIONE ESFOLIAZIONE

Qualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sulla parte lesionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione della parte mancante. Legenda: Legenda:

LACUNA

A’

0.15 0.14

Qualo

Qualora Qualora sia possibile, sia possibile, e soloedopo solo dopo attenti atts siona sionata, sionata, si puòsiprocedere può procedere alla sostituzione alla sostitu ESFOLIAZIONE della della della parteparte mancante. mancante.

Descrizione Legenda:

Particolare 3

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO

EFFLORESCENZA

Particolare 3

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Laboratorio di Restauro A.A. 2017 - 2018

MARMO

02 04 07 08 09

C’

Sezione C-C’

3

ANALISI DEL SALONE MANFREDINI QUADRO FESSURATIVO

C

D

POLITECNICO DI MILANO

Particolare 3

Particolare 1

Tratta

Trattamento Trattamento

della parte al 1785, è interamente rea-mancante. lizzato in muratura rivestita con malta su cui sono stati realizzati i dipinti a calce. Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Architettura e Disegno Urbano Sezione A-A’ le porte (quella principale, le due sulla parete ovest Laboratorio di Restauro e le due sulla parete est) A.A. 2017 - 2018 realizzati in macchia vecchia d’Arzo. Le porte sono realizzate in legno di noce, gli in-

Particolare 2

CANTINA 0.15 - 0.14

EFFLORESCENZA Rilievi scala 1:100 Quadro fessurativo LACUNA Abaco dei degradi MANCANZA

Sezione B-B’

STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO

PIANO INTERRATO

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO Manfredini, che Qualora sia possibile, e solo dopo attenti studi sulla parte le-

prende il nome dall’autore RILIEVO DEI DEGRADI sionata, si può procedere alla sostituzione e/o ricostruzione STUCCO DIPINTO FINTOMARMO

RILIEVO RILIEVO DEI DEGRADI DEI DEGRADI

Legenda:

09 Il Salone

LEGNO DI ABETE

LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE

LEGNO DI ABETE

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito

Trattamento

Legenda:

A LEGNO B DI ROVERE

LEGNO LEGNO DI ROVERE DI ROVERE LEGNO LEGNO DI ABETE DI ABETE

Descrizione

(sfoglie).

LAZZO MAGIO-GRASSELLI

B-B’

STUCCO DIPINTO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO STUCCO STUCCO DIPINTO DIPINTO FINTOMARMO FINTOMARMO

ESFOLIAZIONE LEGNO DI ABETE

ILIEVO FOTOGRAFICO

EFFLORESCENZA EFFLORESCENZA 02 02 MANCANZA LACUNA LACUNA 04 04 Legenda: Codice: 07 MANCANZA MANCANZA 07 07 Descrizione EFFLORESCENZA 02 COLATURA COLATURA 08 08 Caduta e perdita di parti. Il termine si usa quando tale forma LACUNA ESFOLIAZIONE ESFOLIAZIONE 04 di degradazione non è descrivibile09 con09 altre parole del lessi-

COLATURA

co.

ESFOLIAZIONE

Trattamento

MARMO MARMO MARMO

Legenda: TELA TELA TELA

07 08

MANCANZA COLATURA

ESFOLIAZIONE

Particolare 1

COLATURA Codice: 08

MARMO

Codice: Codice: 09 09

ESFOLIAZIONE

Descrizione Descrizione

Codice: 09

Legenda:

Descrizione

02 04 07 08 09

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito

EFFLORESCENZA Sezione B-B’ LACUNA

(sfoglie).

MANCANZA

Trattamento

COLATURA

Si procede con spazzolatura meccanica.

ESFOLIAZIONE Sezione Sezione D-D’ D-D’

Particolare 3

ESFO

Degradazione Degradazione che siche manifesta si manifesta con distacc con d Codic (sfoglie). (sfoglie).

Desc

Trattamento Trattamento

Degra

Si procede Si procede con spazzolatura con spazzolatura meccanica. meccani

(sfogl

ABACO DEI DEGRADI

Tratta

Si pro

45 MANCANZA


Il progetto di rifunzionalizzazione del complesso prevede di riutilizzare il Salone Manfredini quale sala concerti, in onore della tradizione liutaia di Cremona e del suo secolare rapporto con la musica. Questo intento è pensato per la restituzione di un manufatto storico alla collettività, mantenendo intatta la tradizione e la storia della città. Accanto al Salone, in cui vengono risolti i problemi riscontrati nel lavoro di analisi e di rilievo, trovano luogo alcuni spazi di supporto come sale catering e stanze prova. Non da trascurare è la proposta di risistemazione degli impianti elettrico, con un sistema di punti luce per garantire la massima illuminazione del Salone, e quindi una maggiore attenzione sui suoi affreschi e apparati decorativi, e di ventilazione, per un corretto ricircolo dell’aria sia per la conservazione del manufatto sia per il mantenimento dei livelli di comfort per i nuovi utenti.

Assonometria di progetto Rifunzionalizzazione del Salone Manfredini

46


Legenda: 1_distribuzione; 2_uffici e archivio; 3_servizi; 4_sala prove; 5_sala prove; 6_spazio per esposizioni temporanee; 7_spazio per esposizioni temporanee;

8_locale servizio catering e spogliatoi; 9_sala catering; 10_sala di conversazione; 11_sala di conversazione; 12_accoglienza; 13_ingresso; 14_Salone Manfredini: Sala d’Ascolto, 40 posti a sedere

12 10

11

13

1

2 14

9

8 3

4

5

6

7

Progetto di riuso - Planimetria 0

1

5

10m

Studio dell’illuminazione Legenda: A_studio dell’illuminazione: lampadario preesistente B_studio dell’illuminazione: lampadari secondari C_studio dell’illuminazione: quadro complessivo

A

B

C

47


11_(Quattro) Identità latenti

Laboratorio di Rigenerazione Diffusa A.A. 2018 - 2019, docenti proff. Laura Montedoro, Fabio Lepratto, Gabriele Pasqui Nel Laboratorio di Rigenerazione Diffusa si è posta attenzione sull’area a nordest di Milano che si estende tra viale Monza e via Palmanova. Attraverso l’attività di analisi e di sopralluogo si sono evidenziati i caratteri identitari e storici del sito, giungendo a rilevare quattro ambiti progettuali in cui attuare dei progetti esplorativi che facciano leva sulle peculiarità dei siti in questione, oltre ovviamente a prefiggersi il compito di risolvere le criticità e le problematiche riscontrate. Dal quadro strategico e dal masterplan emergono delle proposte di riqualificazione urbana che dettano le linee guida per la rigenerazione diffusa del sito, che miri a restituire alla comunità un quadrante di città ad oggi afflitto da problemi di abbandono e degrado urbano. Tutto il lavoro è stato interamente realizzato con i software CAD e tramite i programmi Adobe Photoshop, Adobe Illustrator e Adobe Indesign. E’ stato realizzato un modello per ciascuno dei quattro ambiti di progetto. Assetto strategico

Accessibilità di progetto esistente

Ferrovia Metropolitana Tram Pista ciclabile Autobus

Potenzialità Servizi Identità storica Filari d’alberi Aree boscate Verde Parchi

Bikesharing

Estendere e potenziare la rete ciclabile al fine di renderla un sistema capillare

Piazze

Predisporre nuove piazze per la comunità al fine di aumentare la vitalità e di offrire uno spazio pubblico di qualità

naviglio della Martesana

Servizi

Parco Adriano

Residenze con commercio al piede

ex rimessa ATM

Forestazione

Crescenzago

Terziario

Incrementare il numero di serivizi al fine di rendere l’area più accessibile e fruibile da parte degli utenti

Riscoprire il valore del lavoro artigianale ricollegandosi alla tradizione del quartiere

Piantumare filari alberati lungo le piste ciclabili al fine di rendere più fresco e godibile il tracciato

Predisporre spazi per le attività amministrative

48


Il masterplan di progetto riporta i quattro ambiti su cui si sono sperimentati i progetti esplorativi. 1_infrastrutture blu Naviglio della Martesana L’area lungo il naviglio della Martesana all’altezza di CARGO è stata scelta per la caratteristica di disporre di un doppio affaccio lungo il corso del canale. Attualmente il sito versa in uno stato di abbandono e le aree che la compongno risultano degradate e in disuso. 2_sistema del verde Parco Adriano L’area del quartiere Adriano soffre di problematiche e di un carattere 1_infrastrutture blu di incompiutezza che ne definiscono l’assetto attuale. L’estrema vicinanza al Parco Lambro lo rende un nodo interessante per l’ampliamento e il passaggio del sistema del verde che si radica all’interno del paesaggio urbano. 3_aree di trasformazione Ex rimessa ATM Identifica l’area ad oggi occupata da una rimessa autobus dell’ATM all’incrocio tra via Padova e via Carlo Esterle; l’interesse verso questo sito deriva dalla futura fermata della circle line che ne garantirà una maggiore fruizione ed accessibilità anche a carattere sovralocale. 4_nuclei storici Crescenzago L’area selezionata si trova a ridosso del nucleo storico consolidato di Crescenzago, che ad oggi rappresenta un vuoto da sanare e riqualificare, per riaccendere i riflettori anche sul costruito storico che ne delimita il perimetro.

2_sistema del verde

4_nuclei storici

Intervento

Pavimentazione Drenante Minerale Prato

Piantumazione Orti Filari d’alberi Frutteti

3_aree di trasformazione

Aree boscate Alberi ad alto fusto Alberi a basso fusto

49


Assonometria di progetto: 1_infrastrutture blu

Assonometria di progetto: 2_sistema del verde

50


Assonometria di progetto: 3_aree di trasformazione

Assonometria di progetto: 4_nuclei storici

51



INDICE PARTE PRIMA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica

PARTE SECONDA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica

PARTE TERZA

Esperienze lavorative e formazione professionale 12_Tirocinio curricolare: Pool Professionale Milano srl 54 marzo - maggio 2016 13_Tirocinio curricolare: Francesco Adorni Architetto 56 settembre - novembre 2018 14_Corso di formazione professionale: 3DS MAX + V-Ray 58 settembre - ottobre 2019

PARTE QUARTA

Workshop ed esposizioni


Presidio Ospedaliero di Vaprio d’Adda, Milano Il progetto prevede l’adeguamento alle norme vigenti per la riconversione dell’ospedale da Presidio Ospedaliero di Vaprio d’Adda a Presidio Ospedaliero Territoriale.

125 230+80

518 270+80

125 230+80

12_Tirocinio curricolare: Pool Professionale Milano srl Piazza Carlo Erba, 4 - Milano, Italia / marzo - maggio 2016 Attività di supporto ad un gruppo di lavoro finalizzata alla progettazione di edifici residenziali ed ospedalieri

AREA TIPO D

80 210

300 90 80 210 hc=300 hc=300

P4-25 120 FILTRO 120 210 2.20 mq 210 80 210

h=335

P4-26 WC 2.40 mq

hc=260

75 240+80

150 240+80

P4-23 WC 2.40 mq

P4-30 CORRIDOIO 27.35 mq 120 210

190 160+60

P4-21 P4-22 120 120 DEGENZA A 210 FILTRO 210 PRESSIONE NEG. 2.20 mq 10.14 mq

D5

P4-28 WC 2.40 mq

120 235

80 210

TERRAZZO

80 210

80 210

80 210 150 240

120 210 120 210 80 210

120 210

P4-32 WC 3.45 mq

hc=300

P4-10 LOCALE DI LAVORO 15.10 mq h=335

P4-07 LOCALE VISITA MEDICAZIONI 15.20 mq h=335

P4-20 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 12.25 mq h=335

125 230+80

h=335

P4-24 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 9.95 mq

hc=300

140 230+60

P4-05 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 15.05 mq h=335

150 240+80

120 210

hc=300

450 240+80

450 240+80

75 240+80

P4-02 DEGENZA A PRESSIONE NEG. 15.35 mq h=335

hc=300

P4-19 VUOTATOIO 2.45 mq

P4-31 FILTRO 4.61 mq 120 210

50 240+80

P4-09 WC 3.45 mq

P4-08 CORRIDOIO 5.40 mq

80 210

450 240+80

A

P4-04 2,90 mq

75 240+80

CAMERA DEGENZA

450 240+80

140 230+60

140 230+60

CAMERA DEGENZA

120 210

80 210

80 210

MEDICHERIA E FARMACIA

hc=300

80 210

P4-18 WC 2.00 mq

P4-17 WC 2.25 mq

90 240+80 50 240+80

120 210

P4-06 RIP. 2.65 mq

WC

FILTRO P4-03 4.40 mq

75 240+80

DEGENZA

P4-01 WC 80 3.60 mq 210

80 210

D4

h=335 hc=260

150 240+80

SALA MEDICAZIONI

CAMERA

GUARDAROBA

80 210

D3

FILTRO P4-11 29.60 mq

120 210

120 210

125 240+70

93 211

80 210

80 210

SERVIZI

80 210

SERVIZI 80 210

P4-33 h=335 hc=260

300 90

h=335

125 230+80

Presidio Ospedaliero di Sondalo, Sondrio Il progetto prevede la realizzazione di camere a pressione negativa con il recupero del sottotetto per il nuovo impianto UTA (Unità Trattamento Aria).

125 230+80

P4-27 DEGENZA A P4-29 PRESSIONE NEG. FILTRO 120 9.35 mq 2.25 mq 210 h=335

120 210

A

AREA ESCLUSA DALL'INTERVENTO

125 230+80

125 230+80

LEGENDA AREE DI INTERVENTO

B

PUNTO PRIMO INTERVENTO

ACCOGLIENZA

COORDINAMENTO ATTIVITA' CONGIUNTE LEGENDA

1811

SERVIZI SANITARI DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI

518

CAMERA CALDA

SERVIZI IN CONDIVISIONE DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI 366

SERVIZI TERRITORIALI ASL DA ADEGUARE ALLA NORMATIVA PREVENZIONE INCENDI

ISOLATO 466

659

641

CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE 487

WC UTENTI

AREA NON OGGETTO DI INTERVENTO

106 126

SALA INTERNISTICA

PORTA TAGLIAFUOCO REI IN ACCIAIO

58

RIP.

371 UFFICIO INFERMIERISTICO

ATTESA C.U.P. 1159

ECONOMATO

367

564

COORDINAMENTO ATTIVITA' CONGIUNTE

401

400

SPOGLIATOIO ODONTOIATRIA

540

UFFICIO

478

379

PERS.

278

1063

537

169

293

220

475

433

151

131

90 210 76

239

SERVIZI TERRITORIALI ASL

239

492

492

435

158

CAMERA MORTUARIA

392

2036

WC PERSONALE

431

432

STUDIO MEDICO

345

STUDI MEDICI

306

STUDIO MEDICO

304

STUDIO MEDICO 289

285

SERVIZI TERRITORIALI

ADI

STUDIO MEDICO MEDICINA GENERALE

291

309

307

SERVIZI TERRITORIALI

421

408

SERVIZI TERRITORIALI

395

386

396

STUDIO MEDICO

CAMERA AUTOPTICA 299

OBITORIO 301

436

STUDIO MEDICO

396

409

409

STUDIO MEDICO

671

124 WC PERSONALE

90+30 210

505

158

90+30 210

505

431

STUDI MEDICI A.O.

CAMERA ARDENTE 556 175

MEDICO DI GUARDIA

ATTESA

ANTIBAGNO

90+30 210

728

620

90+30 210

505

CAMERA ARDENTE

223

90+30 210

505

90+50 210

WC PERSONALE

ODONTOIATRIA

491

491 220

90+50 210

C.U.P.

ZONA DISINFEZIONE (PULITA)

292

90+30 210

CENTRO PSICOSOCIALE

584

WC UTENTI

391

ARCHIVIO

90+30 210

586

CENTRO DIURNO SALA ATTIVITA'

303

90+30 210

284

CENTRO DIURNO SALA PRANZO

DEPOSITO

1936

90+30 210

291

CAPOSALA

DEPOSITO

277

80 210

567

SEGRETERIA

ZONA DISINFEZIONE (SPORCA)

590

236

Q.E.

317

WC UTENTI

211

WC PERS.

ODONTOIATRIA SALA D'ATTESA

242

150

FILTRO

ACCETTAZIONE

DEPOSITO

90 210

SVILUPPO RX

DEPOSITO

372

108

90+90 210

177

118 220

ATTESA ODONTOIATRIA

90+30 210

WC UTENTI

MAGAZZINO MATERIALE

WC UTENTI

60+60 210

WC PERSONALE

MAGAZZINO MATERIALE

536

144

588 90+90 210 90+30 210

WC UTENTI

90+30 210

1335 90+90 210

MEDICO DI GUARDIA

90 210

162

90 210

120+60 210

90 210

WC UTENTI

1835

157

90+30 210

DIVISE PULITE E GIPSOTECA

2560

CENTRO PSICO-SOCIALE

90 210

157

90+30 210

276 337

WC PERSONALE

WC PERSONALE

893

150

CUCINA

315

90+50 210

90+30 210

ASSISTENTE SOCIALE INSERIMENTI LAVORATIVI

DEPOSITO SPORCO

297

276

295 90 210

120 210

468

STUDIO MEDICO PSICHIATRA

468

STUDIO MEDICO PSICHIATRA

326

368

353

177

352

337

343

467

INFERMERIA

288

310

310

279 310

310

350 STUDIO MEDICO PSICOLOGO

80 210

339 STUDIO MEDICO PSICHIATRA

90+30 210

414

90+30 210

80 210

223

90+50 210

401

90+30 210

FILTRO

151

90 210

WC PERSONALE

498

165

211

UFFICIO

409

275

643

90 210

90+30 210

640

90+30 210

368

431

FOTOCOPIATRICE

SALA CHIRURGICA

408

774

DIREZIONE SANITARIA

380

UTENTI

ASTANTERIA

CAPOSALA

CENTRO RESIDENZIALE TERAPEUTICO

560 DIRETTORE SANITARIO

398

668

415

406

2^ SALA INTERNISTICA

401

140

ACCOGLIENZA 359

PUNTO PRIMO INTERVENTO

90+90 210 90+90 210

A titolo esplicativo, sono riportati due esempi di progetti in CENTRO RESIDENZIALE TERAPEUTICO cui si spiega brevemente l’attività svolta.

90+90 210

90+30 210

426

WC UTENTI

671

320

Lo studio presso il quale è stato affrontato il tirocinio curricolare, previsto dal Piano degli Studi del terzo di anno di corsi di Laurea Triennale, si occupa prevalentemente di strutture ospedaliere dipendenti dalla ASL Lombardia. E’ stato fornito supporto nella realizzazione di progetti di ampliamento, sistemazione e adeguamento di strutture già esistenti. Tali attività sono state integrate dalla redazione degli elaborati grafici (tavole, fascicoli) da consegnare agli enti predisposti all’approvazione dei progetti.

hc=315

150 240+80

93 211

hc=300

93 211

90 210

QUADRI E. P4-34 5.73 mq

90 210

211

muro a ridosso

P4-16 SERVIZI IGIENICI 10.70 mq

120 160+60

P4-15 WC 4.10 mq

hc=300

80 80

BALCONE 120 160+60

GUARDAROBA

h=335 hc=240 vetrata

P4-12 LOCALE VISITA 17.50 mq

80 210

8.00

ELETTRICO QUADRO

P4-14 WC 4.20 mq

P4-13 WC 4.60 mq

h=360

90 210

ATRIO

80 210

500 250+80

80 210

92 211

scala interna principale in marmo

535 245+80

525 220

120 160+60

120 160+60

B

SALA ATTESA

80 210

STUDIO MEDICO

STUDIO MEDICO STUDIO MEDICO MEDICINA GENERALE MEDICINA GENERALE 304

292

CAMERA MORTUARIA

54


Un’eccezione è rappresentata dal progetto di restauro di un condominio sito nel comune di Arese, Milano. Lo stabile presenta notevoli problemi, soprattutto legati all’isolamento termico. Si prevede, dunque, la sistemazione delle pareti esterne attraverso l’applicazione di uno strato isolante lungo tutto il perimetro dell’edificio; a ciò si deve aggiungere la sostituzione di tutti i serramenti dei diversi appartamenti che compongono lo stabile. Il progetto, relativamente semplice, è stato analizzato in buona parte dei suoi aspetti, compresa la planimetria di cantiere da proporre al Comune interessato. 525

187

187

3740

470

+13.60

470

1315

1315

1455

+7.40

1455

300

1647

1647

300

+10.45

+4.35

115

+1.30

+0.00

1890

PROSPETTO A - A' - STATO DI PROGETTO

500

PROSPETTO C - C' - STATO DI PROGETTO

PIANTA PIANO PRIMO - STATO DI CONFRONTO

1040

1660

1040

187

228

525

490

1455

1647

300 1315

1455 1315

1455

1647

300

470

761

3740

PROSPETTO B - B' - STATO DI PROGETTO

PROSPETTO E - E' - STATO DI PROGETTO

500

1890

PROSPETTO D - D' - STATO DI PROGETTO

Prospetti

CA

E

PIANTA PIANO TERRA - STATO DI CONFRONTO

DEMOLIZIONE

COSTRUZIONI

A’D

Piante piano terra e piano tipo

C’B

E’

B’D’

55


13_Tirocinio curricolare: Francesco Adorni Architetto Via Castel Morrone, 2 - Milano, Italia / settembre - novembre 2018 Progettazione in fase definitiva dell’ampliamento di un complesso di uffici e produttivo a Calcinate, Bergamo 4

1.27

7.06

CW01

2

2336

2

1

2336

1

CW01

80 210

360

90 210

501

251

500.5

500.5 794.5

DW01

DW06 DW01

WD02 WD02

560 104

382

543.5

382

102

GL01

80 210

610 70 210 70 210 70 210 70 210

422.5

4234 295

70 210 70 210

DW01

1522

70 210 70 DW01 210

70 210 70 210

80 210

1302

1302

80 210

DW06

70 210 70 DW01 210

2097

80 210

80 210

GL01

2097

632

70 210 70 210

GD01

809.5

794.5

GD01

DW01

543.5

422.5

80 210

251

104 382

DW01

382

MD03

1048.5

MD03

505

505 1048.5 9285

P3_Copertura Capann 1 : 200

MD03

6351.5

MD03

6351.5

cF 2000

120 210

500 450

MA02

c3

Area Coperta

c2 1053.5

cG

cG

1053.5

c4

360

120 210

500 450

1.27

501

MD03

120 210

MD03

120 210

MD03

1048.5

MD03

1048.5

7.04

560

80 210

MD04

500 450

120 210

120 210

80 210

80 210

3280.5

cB 1048.5

MD03MD03 MA02

cI

MD04

MD03

4

cI

4

1.27

1.27

1 : 200

1048.5

120 210

c3 c2

MD03

c4 c3

P3_Copertura Capannone A_SDP

c2 c1

c1

1990

6130

6130

2010

2010

c3 c2

c2 c1

Planimetria Keyplan

c1

P0_Piano Terra Capannone A_SDP

1 : 2000

P0_Piano Terra Capa

P0_Piano Terra Capannone B_SDP

1 : 200

1 : 200

1 : 200

1 : 200

cD 505

cD

1990

c4 c3

c4

P0_Piano Terra Capannone A_SDP

1 : 200

2000

2000

120 210

794.5

c4 P3_Copertura Capannone A_SDP

cC

DW06

1302

DW01

1048.5

MD04

1048.5

MD04

120 210

MD03

500 450

MD03

500 450

500 450 500 450

MA02

500 450

MD04MD04

120 210

MD03 MD03

120 210

MD04

120 210

MD03

120 210

cI

676.5

500 450

DW01

120 210

295

429 80 210

MA02

232.5

4234

DW01

5500

cI

1048.5

DW01

80 210

70 210 70 210

1522

1448.5

70 210 70 DW01 210

610

256

70 210 70 210

400.5

70 210 70 210

741.5

5500

cC

1048.5

3280.5

1048.5

382

cH

MA02

cH

MA02

500.5 DW06

5500

cH

422.5

794.5

DW01

cH

DW01

DW01

1048.5

cF

DW06

2097

cB

120 210

686.5

120 210

543.5

DW01

DW01

120 210

P cA

DW01

92 356

cE

251

104 102

WD02 WD02

80 210 80 210

GL01

GD01

382

GL01 GD01

92 356

809.5

MD03

1118

120 210

606

REV

P3_Copertura Capannone B_SDP

FL09

1.27 MA02

cE

cE cI

O

c4

c3

c4

Area Coperta

cF

c2

501

8130

MD04

MD04

2000

2000

2000

IMS TECHNOLO P.I. IT04698340 Via Cavalier Ber

OGGETTO

Ampliamento s Via Cavalier Ber

500.5

5500

500 450

120 210

500 450

120 210

500 450

1.27

120 210

MA02

A 1053.5

cG

IMPRESA

cB 70 210 70 210

MD03

1048.5

B

120 210

4234

70 210 70 210

PROGETTISTI

cm2

Francesco Ado Maura Tardini Via Castel Morr 20129 Milano ‐

MA02

3280.5

cH

1048.5

cH

676.5

MA02

295

DW01

cC Planimetria Keyplan

1048.5

1302

DW06

1 : 2000

MD04

MA02

MD03

cI

120 210

MD03

500 450

MD04

120 210

MD03

500 450

120 210

cI

MD04

120 210

MD03

500 450

5500

4

1048.5

70 210 70 210

429 80 210

80 210

422.5

DW06

232.5

120 210

MD03

632

80 210

DW01 DW01

1522

1448.5

70 210 70 DW01 210

610

256

COMMITTENTE

500 450

120 210

1048.5

500 450

cG

80 210

c3

cF 2000

3

N.B Prevedere l'inserimento de

120 210

c2

P cA

6

cI

MA02

120 210

DATA

1

1 : 200

90 210

120 210

DW06

3

cG 6

WD02 DW01

7.04

80 210

2097

500 450

1.27

90 210

cG

cA

422.5

794.5

3

686.5

560

80 210

O

DN

UP

7.04

DW06

DW01

120 210

MD04

3

MA02

1418

1243

DN

543.5

DW01

400.5

606

P3_Copertura Capannone B_SDP

MA02

7.06

2

P 6

382 741.5

cD

606

1275

DW01

DW01

cC

DW06

FL09

120 210 120 210

1.27

251

104 102

382

WD02 WD02

GL01

GD01

80 210

MA02

422.5

1.27

7.06

2336

1

CW01

MD03

3

DW01

DW01

92 356 GL01

GD01

809.5

92 356

1048.5

1522

3

1048.5

2

WD02

80 210

GL01

GD01

3

360

5311

7.06

120 210

429 DW01

676.5

4

UP

DW01

120 210

MD04

7.06

O

1048.5

3

120 210

MD04

7.06

2

7.06

2336

1

cC

DW06

cB

cI 1048.5

7.06

N

7.06

232.5

429 DW01

676.5

cF N

1 1.27

6351.5

5

DW01

80 210

cE

4

MD03

6

DW01

80 210

cB

256

MD03

5

1048.5

7

400.5 1448.5

FL09

1048.5

6

cF

N

9285

8

120 210

MD03

7

5052.5

9

MA02

1048.5 1048.5

8

DN

10

794.5

1048.5

9

632

4

10

7.04

4

-

1

11

693

7.06

DW01

794.5

9285

12

4

1

-

741.5

232.5

DW01

DW01

DW01

DW01

256

cD

1048.5

5

1.27

7.05

400.5

DW06

cE

cE

80 210

6

DW01 92 356

7.04

1 : 200

DW06

7

741.5

80 210

80 210 DW06 DW01

P cA

6 686.5

120 210

7.04

cD

cD

422.5

8

DW01

cC

cC

5311

9

DW01 92 356

92 356

5052.5

5052.5

1418

10

cB

1243

11

80 210 80 210 DW01

1448.5

746.5

12

102

GL01 GD01

92 356

809.5

120 210

MD03

1118

MD03

1118

120 210

686.5

120 210

DW01

P cA

6

WD02

WD02 DW01

cB

MA02

Il lavoro svolto durante il periodo di tirocinio curricolare, previsto dal Piano degli Studi del secondo anno di corsi di Laurea Magistrale, ha riguardato la stesura degli elaborati grafici per il progetto di ingrandimento di un complesso produttivo di Calcinate, in provincia di Bergamo. Accanto alla realizzazione di nuovi capannoni industriali, il progetto prevede la realizzazione di nuovi edifici destinati ad ospitare gli uffici dello stabilimento. La fase di progetto è stata impostata secondo un approccio multidisciplinare, in stretto contatto con altri gruppi di lavoro che si occupavano delle mansioni ingegneristiche ed impiantistiche del progetto. A tal proposito è bene sottolineare l’utilizzo del software Autodesk Revit, grazie al quale è stato possibile realizzare una grande quantità di materiale tenendo sotto controllo tutti gli aspetti progettuali, dalla disposizione degli ambienti interni, agli impianti, alla maglia strutturale.

360

120 210

cA

7.04

WD02 WD02

6

cA

O

DN

90 210

746.5

MA02

693

746.5

P

P 6

MA02

693

DN

7.04

3

O

1275

1275

DN

3

DN

UP

UP

DW01

O

7.06

70 210 70 210

3

O

N

7.067.06

7.06

7.06

7.06

80 210

3

4

N

1

1 1.27

7.067.06 2

5

120 210

2

4 6

501

1

7

5

560

N

-

-

4

8

6

DW06

7.06

7 9

422.5

1

7.06

10

80 210

7.05

-

-

4

11

8

610

7.05

9 12

10

7.04

4

N

7.06

11

632

7.04

12

4234

4

5

295

4 6

80 210

7

5

DW06

8

6

5311

1 1.27

7 9

1418

1 1.27

10

1243

11

8

5311

9 12

10

1418

11

1243

12

1.27

cD

2000

1990

2010

FASE PROGETTO

Progetto Prelimin

TITOLO

Edifici produttivi

505

6130

c4 P3_Copertura Capannone B_SDP 1 : 200

cE

c3

c2

c1 REV

P0_Piano Terra Capannone A_SDP 1

1 : 200

DATA

DESCRIZIONE RED APR P0_Piano Terra Capannone B_SDP 1 : 200

1.27

MA02

cI

N.B Prevedere per tutte le travi alari

120 210

c1

606

120 210

c2

120 210

c3 FL09

MA02

c4

120 210

MA02

As indicated Scala

56

Formato

1805

Sigla


FO

G

PcA

cB

cC

cD

Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p

Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space

Lucernai a SHED

FO

G

PcA

cB

cE

Carro-ponte 20t

cC

Panelli fotovoltaici

cD

cF

cG

cH

cI

cF

cG

cH

cI

cF

cG

cH

cI

Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10

cE

Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space

Lucernai a SHED

FO

G

PcA

cB

Carro-ponte 20t

cC

Panelli fotovoltaici

cD

Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10

cE

Tegolo a doppio T di solaio in c.a.p Travi in c.a.v. o c.a.p.tipo Tegolo alare 'Space

Carro-ponte 20t

808.5

Sezione 14_SDP 1 : 100

c4

883.5

1160

1160

808.5

883.5

1160

1160

808.5

883.5

1160

Panelli fotovoltaici

Lastre curve superiori in lamiera preverniciata, spessore 6/10

1160

Lucernai a SHED

12

11

10

c3

9

8

7

c2

6

5

c1

4

c4

12

11

10

c3

9

8

7

c2

12

11

10

c3

9

8

7

c2

6

5

c1

4

c4

12

11

10

c3

9

8

7

c2

Sezione 14_SDP 1 : 100

c4

P Sezione 14_SDP 1 : 100

c4

12

11

10

c3

9

8

7

c2

6

5

c1

c4

4

12

11

10

c3

9

8

7

c2

P

REV

P

REV

REV Sezione 17_SDP

Sezione 16_SDP

1 : 100

1 : 100

COMMITTEN

Sezione 17_SDP

Sezione 16_SDP 1 : 100

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

cB

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

cA P

G

O

F

N

E

M

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero

D

L

C

I

B

1 : 100

OGGETTO

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

portone sezionale a taglio termico

H A

cB

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero

COMMITTEN

Tettoia su travatura metallica reticolare

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero

OGGETTO COMMITTENT PROGETTISTI

Tettoia su travatura metallica reticolare

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero

Tettoia su travatura metallica reticolare

cA P

O

N

M

L

I

H

IMPRESA

Sezione 17_SDP

Sezione 16_SDP 1 : 100

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero

1 : 100

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

portone sezionale a taglio termico

PC_SDF - Copertura Esedra

Distribuzione

+8.73 m

63 m²

WC

515

Antib.

2 m²

6 m²

Sala pranzo

11000

PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura

352

9237 9870

P2_SDP - Piano Secondo

52 m²

7480

90

P1_SDP - Piano Primo Rosso

372

372

7480

PC_SDF - Copertura Rosso 32 m²

290

47

290

Meeting Room

5400

Ufficio Sales

Ufficio Sales

154 m²

Ufficio Sales

154 m²

136

P1_SDP - Piano Primo 3760

PR_SDF - Piano Rialzato

PR_SDF - Piano Rialzato

436

+1.65 m

1650 13 m²

Dis.

Auditorium

6 m²

115 m²

PT_SDF - Piano Terra

PT_SDF - Piano Terra

0

0

TITOLO As indicated Scala

PT_SDP - Piano Terra -600

PT_SDP - Piano Terra

42 m²

FASE PROGET

1650

300

Meeting Room

?

300

?

?

300

?

Prospetto A-A'_SDP

Archivio

TITOLO

3760

3760

1 : 100

FASE PROGET

P1_SDF - Piano Primo Esedra

3760

97 m²

cm

5400

26 m²

+3.76 m

P1_SDP - Piano Primo

376

6 m²

PROGETTISTI

PC_SDF - Copertura Rosso

Ufficio Dir.

154 m²

P1_SDF - Piano Primo Esedra 101 m²

IMPRESA

7560

P2_SDF - Piano Secondo Esedra

7480

Palestra

cm

P2_SDP - Piano Secondo +7.56 m

7480

Dis.

PROGETTISTI

9237 9870

Ufficio Presidente

26 m²

7560

P2_SDF - Piano Secondo Esedra P1_SDP - Piano Primo Rosso

Area break

OGGETTO

P3_SDP - Piano Terzo

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura

Meeting Room

59 m²

cm

11000

P3_SDP - Piano Terzo 11000 portone sezionale a taglio termico

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

270

Pannello prefabbricato in cemento isolato, tipo ISOCELL. Spessore 35cm finitura fondo cassero 352

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

IMPRESA

PC_SDF - Copertura Esedra

11000

Uscita di sicurezza in metallo preverniciato colore grigio trasmittanza minima U=0,60W/mqK

-600

I01- Interrato Padiglione rosso

Prospetto A-A'_SDP 1 : 100

FASE PROGET

I01- Interrato Padiglione rosso

-2130

-2130

I91 - interrato tunel

I91 - interrato tunel

-3000

-3000

I01 - Piano Interrato

I01 - Piano Interrato

-3760

-3760

TITOLO

As indicated Scala

Prospetto A-A'_SDP As indicated

1 : 100

Scala

Sezione 1_SDP

Sezione 2_SDP

1 : 100

1 : 100

cI

cH

cG

cF

cE

cD

REV 0

cC

cB

cA P

O

N

Panelli fotovoltaici

M

L

Pavimentazione esterna flottante in quadrotte di cemento, impermeabilizzazione in guaina ardesiata e isolamento in polistirene pendenziato

I

H

Balaustra in vetro temperato extrachiaro, con sistema di fissaggio a pavimento tipo Faraone NINFA 4

+11.00 m

DA 10 ot

Parete vetrata per divisione uffici

Facciata continua vetrata, con sistema a montanti e traversi tipo Schueco FW50+ SG, vetrocamera bassoemissiva con fattore solare 27%, trasmissione luminosa 72%. Vetro tipo extrachiaro

PC_SDF - Copertura Esedra 11000

P3_SDP - Piano Terzo 11000

344

PC_SDP_Travi PC_SDF - Copertura 9237 9870

Sala Consiglio 98 m²

COMMITTENTE

P2_SDP - Piano Secondo 7560

+7.56 m

P2_SDF - Piano Secondo Esedra

110

7480

P1_SDP - Piano Primo Rosso

Antib. 5 m²

270

380

7480

WC

3 m²

Amministrazione

Ufficio HR

43 m²

22 m²

5400

26 m²

Facciata continua vetrata, con sistema a montanti e traversi tipo Schueco FW50, vetrocamera bassoemissiva con fattore solare 27%, trasmissione luminosa 72%. Vetro tipo extrachiaro

436

136

808.5

+3.76 m

4910 m²

WC

1 m²

Spogliatoio M 7 m²

300

My Lab

OGGETTO

PC_SDF - Copertura Rosso

Meeting Room

P1_SDF - Piano Primo Esedra

IMPRESA

3760

P1_SDP - Piano Primo 3760

PR_SDF - Piano Rialzato

PROGETTISTI

cm

1650

Mensa 208 m²

PT_SDF - Piano Terra 0

-0.79 m PT_SDP - Piano Terra -600

I01- Interrato Padiglione rosso -2130

I91 - interrato tunel -3000

I01 - Piano Interrato -3760

FASE PROGETTO Sezione 3_SDP

TITOLO

1 : 100

1 : 100 Scala

57

Fo


14_Corso di formazione professionale: 3DS MAX + V-Ray ABEA Scuola di Formazione - Via Bernardo Quaranta, 47/A - Milano, Italia / settembre 2019 - ottobre 2019 Corso di formazione di 3DS Max con motore di renderizzazione V-Ray finalizzato al conseguimento del titolo professionale di GRAFICO 3D Svolto corso sulla sicurezza con rilascio di attestazione ufficiale

E’ stato affrontato un Corso di Formazione Professionale, finanziato da Forma.Temp e pomosso da Lavorint S.pA., riguardante il software di modellazione tridimensionale 3DS MAX con motore di renderizzazione V-Ray. Il corso ha avuto lo scopo di introdurre alla conoscenza professionale del programma. Sono stati mostrati i comandi base sia per la modellazione 3D, sia per la realizzazione di render. Durante l’intervento formativo sono stati illustrati sia gli aspetti teorici del programma, con la spiegazione dei vari comandi e le loro funzioni, sia gli aspetti pratici, con ore dedicate alla modellazione e alla renderizzazione; lo scopo prevedeva il raggiungimento di un prodotto finale che si avvicinasse ad esperienze professionali realmente affrontabili. E’ stato svolto un modulo obbligatorio sulla sicurezza sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, finalizzato all’ottenimento del Certificato di Sicurezza sul Lavoro (raggiungibile attraverso il 70% di frequentazione complessiva del corso). Il soddisfacimento di tali parametri ha consentito il raggiungimento del titolo professionale di GRAFICO 3D.

Render finale: cucina

58


Dopo l’iniziale spiegazione dell’interfaccia e dei metodi di visualizzazione, si è passati ai metodi di realizzazione di solidi, poligoni e alle tecniche di modificazione dei loro parametri. Successivamente, sono state illustrate le viste e la loro preparazione, con lo strumento V-Ray Camera; dopodiché si è passati all’impostazione e alla regolazione delle luci, agendo sulla loro intensità, sul colore e sulla loro esposizione. Per l’applicazione dei materiali è stato utilizzato il motore V-ray; dopo la renderizzazione finale, si è svolta una fase di postproduzione con il software Adobe Photoshop in cui sono stati utilizzati gli strumenti di render elements per la regolazione dei livelli di intensità e saturazione dell’immagine renderizzata, per la sistemazione delle luci, per l’ottenimento di effetti di sfocatura e per l’apposizione di sfondi ed elementi aggiuntivi (ad es., le persone nel render a fianco).

Render finale: esterno 59



INDICE PARTE PRIMA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Triennale in Progettazione Architettonica

PARTE SECONDA

Progetti di Laboratorio svolti durante la Laurea Magistrale in Architettura Progettazione Architettonica

PARTE TERZA

Esperienze lavorative e formazione professionale

PARTE QUARTA

Workshop ed esposizioni 15_Mostra Abitare ad Alta Quota 62 Ligonchio, Reggio Emilia -17 maggio 2014 16_Workshop Atmospheres: Domestic Sparks 63 Politecnico di Milano, Milano - aprile 2018


15_Mostra Abitare ad Alta Quota Ligonchio, Reggio Emilia -17 maggio 2014 Esposizione di modelli di casi-studio propedeutici alla stesura del progetto di recupero del bivacco Rio Grande Nel territorio ossolano Piero Portaluppi progetta diversi interventi, che mirano allo sviluppo economico (le centrali idroelettriche) e turistico della regione. L’attenzione per l’alta Val Formazza è particolare e si concretizza nel progetto, solo in parte realizzato, per l’albergo sulle cascate del Toce. Per la stessa società l’architetto progetta sopra il bacino del Toggia il Wagristoratore, ristorante e punto d’appoggio ad alta quota, in cui il cittadino potesse godere della montagna senza rinunciare alle comodità urbane. Il sito, raggiungibile in macchina, era formato da un edificio centrale su tre livelli, affiancato da due vagoni ferroviari. L’edificio, la cui forma richiamava inizialmente l’aspetto di San Giacomo, protettore del passo sovrastante, non venne mai realizzato: i due vagoni ferroviari vennero invece trasportati in loco e, poggiati su sei coppie di piloni in cemento, ancor oggi visibili, vennero usati come ristorante fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

B

A

A

Pianta primo piano

0

B

S O C I E T A'

Prospetto Est

Sezione A-A

A L B E R G H I

D E

L A

F O R M A Z Z A

-

W A G R I S T O R A T O R E

S A N

G I A C O M O

1

5m

P E S C A T O R E

0

1

5m

0

1

5m

62


16_Workshop Atmospheres: Domestic Sparks Politecnico di Milano, Milano - aprile 2019 Progettazione e costruzione dell’installazione (UN)COMFORTABLE, legata al tema della vita domestica e del riposo L’installazione pone in evidenza la realtà dello “studente tipo”. Nonostante la voglia e la necessità di riposarsi, le consegne che incalzano e lo stress determinano un non riposo o meglio un riposarsi in posizioni assurde. A chi non è mai capitato di addormentarsi sulla tastiera, sul banco, sui modellini...? Così l’allestimento propone una seduta che si presta al riposo tanto quanto al non riposo, Un gioco accattivante nell’alternanza degli opposti.

30

54,9

55

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L’installazione è caratterizzata da un pannello in tessuto lycra, elastico e resistente, il cui utilizzo viene inteso come il punto di appoggio tramite il quale “riposarsi in posizioni scomode”.

135

7,8

206,1

200

90

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30

30

109,9

40

34,71

40

40

30

Pianta e prospetti dell’intervento

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