Grotte di Stiffe: ricognizione della 2ª cascata e del sifone

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via Aldo Moro 15/8 – 65015 Pescara Sez. Pescara

Gruppo Esplorazione Speleologica

Grotta di Stiffe, ricognizione speleosubacquea San Demetrio ne’ Vestini, 7 febbraio 2016 Relazione (di Francesco Papetti) Partecipanti:

Francesco Papetti Silvia Clausi Schettini Mirco Camilletti Daniela Marsigliani

(GES CAI Pescara - GS CAI Iesi) (GES CAI Pescara - GS CAI Iesi) (GS CAI Iesi) (GS CAI Iesi)

Dalla sezione NEWS del sito delle Grotte di Stiffe: Luce in Grotta

Come concordato con Mirco e Daniela, domenica 7 feb. ci siamo ritrovati alla biglietteria delle Grotte di Stiffe alle ore 9,30 con mezz’ora di anticipo sulla loro apertura.

Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

Oggetto: Relazione attività

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A causa del freddo abbiamo fatto un briefing dai finestrini delle macchine affiancate in merito alle attività che avremmo svolto in grotta ed alle 10,00 siamo usciti dalle auto per andare a comprare i biglietti. L’occasione di ritrovarci a Stiffe ci è stata offerta dall’evento Luce in Grotta, giornate della fotografia organizzate dalla Società che gestisce la grotta. Per fare foto poco usuali avevamo preso contatti ed ottenuto l’autorizzazione a scattare fotografie all’interno del torrente ed anche a risalire la 2ª cascata. Eravamo quindi tutti equipaggiati anche con le mute ma la defezione all’ultimo momento di alcuni amici del CAI di Roma aveva ridotto le forze e non avevamo le idee molto chiare su cosa avremmo potuto permetterci (per ottenere immagini accettabili, tra fotografo, modelle e uominiflash è necessario un discreto numero di speleologi!). Per alimentare lampade alogene da 200 Watt avevamo a disposizione anche una batteria d’auto, ma ciò avrebbe voluto dire che per il suo trasporto avremmo dovuto sacrificare una risorsa e la cosa sarebbe risultata fattibile solo se fossimo stati in numero maggiore. Nel briefing avevamo quindi stabilito che, a causa del ristretto numero di elementi a disposizione, saremmo entrati in grotta con reflex e cavalletto ma con illuminatori “leggeri” a led. Alle 10, entrando in biglietteria, abbiamo fatto acquisti (le pubblicazioni scientifiche relative alla grotta) e, compilando la dichiarazione con cui sollevavamo l’ente gestore da eventuali responsabilità, siamo venuti a sapere che i materiali d’armo che ci eravamo portati (pensavamo di dover affrontare una risalita in artificiale!) non erano necessari perchè la 2ª cascata era stata lasciata armata.

Le pubblicazioni specialistiche relative alla Grotta di Stiffe: • Atti della Stazione Scientifica di Stiffe (Mauro Panzanaro et alii, 1995) • Le Grotte di Stiffe - Storia Naturale (Bruno Chiarelli, 1998)

Grazie alla disponibilità della gestione, ci è stata concessa la possibilità di rimanere in grotta anche durante la pausa pranzo (13÷15), essendo comunque stati avvertiti che le luci elettriche sarebbero state spente… (“Bè, noi al buio ci viviamo!”) Così verso le 10,30 abbiamo ripreso le macchine per dirigerci verso l’ingresso della grotta ma abbiamo fatto tesoro dell’informazione raccolta in biglietteria e, invece del materiale d’armo (trapano, fix, placchette, anelli, moschettoni) abbiamo preso dalla macchina un bombolino da 3 lt (rimasto nel bagagliaio da una precedente esplorazione sui monti Alburni, in attesa di essere portato alla ricarica), un reel svolgi-sagola unitamente a pinne e maschera. Non sapevamo bene che situazione avremmo trovato ma dovendo fare una scelta… non era escluso che si sarebbe creata l’opportunità per un’immersione nel lago-sifone! Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

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Passando tra i turisti in attesa sulle passerelle, siamo entrati in grotta ed abbiamo percorso l’intera sezione aperta al pubblico con il fiume che ci scorreva sotto i piedi, abbiamo aggirato la 1ª cascata e finalmente siamo arrivati alla base della 2ª cascata. Mirco ha affrontato per primo il salto (una ventina di metri), seguito da Daniela, Silvia ed il sottoscritto.

Alcuni frazionamenti sono ancora decenti ma altri, vecchi di decenni, sono completamente arrugginiti ed in vista di future esplorazioni dovranno essere sostituiti.

Stato degli armi della 2ª cascata

Le corde invece le abbiamo trovate in apparente buono stato e non infangate, anche se il frazionamento iniziale deve essere rivisto perché la corda striscia sulla roccia.

Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

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Le corde però non sono facilmente “decifrabili” (non se ne può conoscere la “storia”: scariche di pietre, piene del torrente, strattoni in fase di esplorazione, etc.) e per sicurezza Mirco le ha raddoppiate armando con corde nuove. Mentre gli altri armavano io e Silvia abbiamo approfittato del tempo a disposizione per scattare fotografie e quando siamo arrivati tutti alla sommità ci siamo ritrovati con un lago davanti ed una rombante cascata alle spalle!

A causa del frastuono generato dall’acqua in caduta avevamo problemi di comunicazione anche a breve distanza circa l’ “interpretazione” dello sviluppo del lago che stavamo guardando (…cercando di non finire nel fiume e poi giù dalla cascata! Ovviamente in modo figurativo!! La linea di longe prosegue per qualche metro con mancorrente anche dopo l'ultimo frazionamento in salita).

Il lago-sifone visto dal terrazzino che consente di rimanere sopra il livello dell’acqua. In basso a dx si vede il moto turbolento della corrente d’acqua che si avvia a gettarsi dalla 2ª cascata

Mentre noi senza stivali eravamo abbarbicati sui pochi metri quadrati di rocce al di sopra del livello dell’acqua Mirco, equipaggiato con stivali, era in grado di attraversare il fiume e muoversi fra una sponda e l’altra del laghetto. In biglietteria ci avevano parlato di una bassa portata del torrente (e conseguente basso livello dell’acqua) ed avevamo l’impressione che, una volta entrati nelle gallerie in mezzo al lago, ci fosse comunque qualche decimetro di spazio aereo sufficiente a consentire la respirazione. Così, dopo un breve consulto abbiamo deciso di sfruttare l’occasione ed organizzare una ricognizione speleosubacquea “improvvisata”. Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

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Il materiale che avevamo a disposizione non era granchè (niente GAV e niente zavorra!) ma poteva essere sufficiente a farsi un’idea dello sviluppo del lago-sifone. Quindi mi sono cambiato, ho indossato l’unica muta che avevamo portato, ho rimesso l’imbrago speleo per poterci agganciare il bombolino e ci abbiamo fissato un erogatore con manometro (che dava il bombolino carico a metà: 120 bar). Così equipaggiato sono entrato nel lago ed ho cominciato a seguire la galleria. La vecchia sagola delle esplorazioni anni ’90 era ancora lì, in apparente buono stato, a partire dall’entrata in acqua.

Continuazione del lago-sifone alla sx di chi guarda. Sotto l’acqua si intravede la partenza della sagola delle esplorazioni anni ‘90

La visibilità sott’acqua non era eccezionale ma nemmeno pessima ed era facile seguirla dato che era stesa molto vicina alla superficie. Anche i frazionamenti su roccia erano ancora fissati in maniera accettabile e la sagola seguiva lo sviluppo della galleria nelle sue deviazioni ma, arrivati ad una sala oblunga, improvvisamente si interrompeva… Ho perlustrato tutto il perimetro della sala per cercare possibili prosecuzioni, ma senza successo. Sono allora tornato all’ultimo frazionamento e per ritrovare la sagola ho cercato di andare più in profondità possibile, ma senza zavorra e senza pinne la cosa risultava estremamente difficoltosa. Sono allora ritornato verso la cascata per prendere le pinne ed i miei compagni mi hanno passato anche un piombo di zavorra sub da 2 kg che nel frattempo avevano trovato sulle rocce intorno al lago, evidentemente lasciato lì dalle esplorazioni precedenti. L’ho messo dentro la muta ed ho ripercorso gli ambienti lasciati poco prima.

La zavorra sub da 2 kg ritrovata sulle rocce

Il momento in cui vengono indossate le pinne.

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Gruppo Esplorazione Speleologica E’ visibile anche il bombolino agganciato all’imbrago

Sono tornato all’ultimo frazionamento in cui si interrompeva la sagola e da lì ho ri-iniziato l’immersione. Con quella poca zavorra ma con le pinne riuscivo a mantenermi sul fondo seppur con qualche difficoltà. Sott’acqua ho ritrovato la sagola che usciva da una specie di frana di ghiaia (accumuli trasportati in uscita dal torrente) e puntava decisa verso il basso seguendo il profilo immergente del sifone. Fra le ghiaie del fondo ho trovato parecchi “vermi” simili a sanguisughe (che mi hanno ricordato molto quelli della risorgenza di Saint Sauveur… ma come facevano a stare a così tanta distanza dagli ingressi?!) ed ho continuato a seguire la sagola.

Il verme simile ad una sanguisuga nella risorgenza di Saint Sauveur (Lot – Francia)

Nello sfondo, Gigi Casati si prepara per l’immersione

Il sifone mi era stato descritto da Mauro Panzanaro, uno dei primi esploratori a superarlo e ad effettuare il rilievo della prosecuzione della grotta negli anni novanta. Mauro è anche lo speleo che ha eseguito materialmente il rilievo della sezione di grotta oltre sifone, nonché coordinatore tecnico della stazione scientifica di rilevamento dei dati della grotta, quindi la persona più qualificata da cui ottenere informazioni.

Mi aveva raccontato come il sifone non fosse particolarmente “ostico”, non c’erano strettoie ma era ormai trascorso parecchio tempo da quando ero entrato in acqua. Vista l’estemporaneità dell’organizzazione, non indossavo guanti sub in neoprene ma soltanto guantini da canyoning per il maneggio delle corde… Avevo le mani rattrappite per l’acqua gelida e visto l’aumentare della profondità ed i pochi bar ormai a disposizione (sono uscito con 10 bar) è stato obbligatorio interrompere la discesa e tornare indietro seguendo la sagola a ritroso (…l’immersione cominciava ad assumere le caratteristiche di una vera e propria esplorazione speleosubacquea da affrontare in configurazione idonea!). Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

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Probabilmente a causa della bassa portata ho notato che non c'era corrente, o comunque non molto apprezzabile. La visibilità sul fondo era accettabile, ma a motivo della ridotta percorrenza della tratta effettivamente sifonante non ho potuto giudicare se si mantenga "integra" anche dopo il passaggio. Sembrerebbe di poter rispondere affermativamente ma la cosa andrà verificata nel corso di una vera e propria immersione speleosubacquea. Tornato al letto di ghiaia, l’ho superato e sono riuscito a trovare l’altro capo della sagola spezzata. A quel punto sono riemerso e sono tornato dai miei compagni che mi aspettavano sulle rive del lago. Il frastuono rendeva impossibile parlare ed abbiamo rinviato il debriefing ad un momento più tranquillo, organizzando soltanto qualche fotografia dall’alto. Data però la bassa temperatura della grotta e la permanenza in un ambiente ricco di vaporizzazioni acquee dovute alla cascata, un po’ infreddoliti abbiamo impiegato pochissimo tempo a capire come fosse più goliardico uscire in cerca di trattorie che rimanere in grotta a fare fotografie!!

Il team sotto la 1ª cascata

La reflex utilizzata in grotta… con custodia semi-stagna!

Usciti dalla grotta sorridenti, si va in trattoria!

Appagati dalle attività della “missione Stiffe”, siamo quindi usciti e siamo andati alla ricerca di una trattoria (anche se ormai l’ora di pranzo era passata da un pezzo!) ed abbiamo concluso la giornata presso il ristorante “La Casetta” di San Demetrio ne’ Vestini.

Titolo: Grotte di Stiffe, ricognizione speleosubacquea Autore: Francesco Papetti

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ALLEGATO La locandina dell’evento Luce in Grotta!

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