Sfondato l’Elefante! cronaca dell’esplorazione (campo speleo luglio 2018)
Sez. Roma e Pescara
Sfondato l’Elefante! Guidonia, 13-15 luglio 2018
Cronaca dell’esplorazione (di Francesco Papetti) Partecipanti: Vincenzo Bello (Gruppo Speleologico CAI Roma) Barbara Fioretti (Gruppo Speleologico CAI Roma) Emanuele Gizzi (Gruppo Speleologico CAI Roma) Michele Viviano (Gruppo Speleologico CAI Roma) Francesco Papetti (Gruppo Esplorazione Speleologica Pescara) Silvia Clausi Schettini (Gruppo Esplorazione Speleologica Pescara)
Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
pag. 2 di 8 Oggetto: Cronaca dell’esplorazione
ediz. 20 luglio 2018
Sez. Roma e Pescara
La Grotta dell'Elefante si apre all'interno di un tunnel artificiale adiacente l'aeroporto militare di Guidonia ed utilizzato come bunker anti-aereo durante la 2ᵃ Guerra Mondiale. Si tratta di una stretta faglia che molto probabilmente arriva all'acquifero di falda del Pozzo del Merro. Interessata quindi da allagamenti sulfurei, alle difficoltà di una progressione speleologica in spazi ridotti somma quelle della progressione nel fango che rende disagevole il trasporto e la gestione dei materiali. Le esplorazioni sono in corso da parecchi anni e l’8 febbraio 2018 è stato fatto il punto della situazione in una serata tematica che è stata organizzata nella sede del CAI Roma. In quell’occasione Vincenzo Bello, Danilo Blanda e Fabrizio Paoloni hanno illustrato lo stato dell'arte e le idee per nuove esplorazioni dei 3 gruppi speleo che ci stanno “lavorando”: Gullivert, Monte Kailash e CAI Roma. Vincenzo, Fabrizio e Barbara Fioretti hanno quindi organizzato un campo speleo per i giorni 13-15 lug. 2018 e la sera di venerdì 13 nel briefing di start-up i partecipanti si sono ripartiti i compiti. Era stata ipotizzata anche un'immersione speleosubacquea ma i rappresentanti Gullivert hanno manifestato qualche perplessità ad effettuarla in assenza di Danilo Blanda che in passato aveva già fatto altre immersioni all’Elefante ma che non avrebbe potuto partecipare al campo. Si stabiliva quindi che la squadra Gullivert avrebbe verificato alcune risalite già individuate, mentre la squadra CAI avrebbe puntato alla frana che l'anno precedente aveva sbarrato il passo all'interno della faglia allagata dell'Acheronte. Lasciate le macchine, verso le 12,30 di sabato la squadra CAI termina la preparazione dei materiali e si dirige a piedi verso la grotta.
La preparazione dei materiali
L’interno del tunnel di accesso alla grotta
All'interno del tunnel di accesso incontriamo quattro speleologi che avevano appena terminato la ripetizione del rilievo dei primi 50 m di grotta e successivamente, dopo aver atteso che le corde venissero liberate, è cominciata la nostra discesa. Arrivati alla quota di falda all’interno della grotta abbiamo incontrato il gruppo Gullivert entrato qualche ora prima. Ci siamo comunque separati nuovamente, ognuno verso la sua destinazione. Dopo aver superato una strettoia abbastanza ostica disostruita a forza di “manzi”, arrivati all'Acheronte la squadra di punta (Vincenzo Bello, Emanuele Gizzi, Michele Viviano, Francesco Papetti) ha cominciato la vestizione con le mute mentre la squadra di supporto (Barbara Fioretti e Silvia Clausi Schettini) ha atteso la discesa in acqua dei 4 prima di tornare indietro.
Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
pag. 3 di 8 Oggetto: Cronaca dell’esplorazione
ediz. 20 luglio 2018
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La preparazione alla vestizione
Preparazione delle corde e vestizione
Vincenzo è stato il primo a calarsi in acqua e poi via via tutti gli altri. Durante la progressione nella faglia allagata faccio notare ai giovani speleo Emanuele e Michele i pozzi ed i camini sfondati accanto a noi che collegavano i livelli fossili dei piani superiori, dei quali ogni tanto occhieggiava qualche finestra sopra le nostre teste. Ogni tanto verifichiamo in acqua la direzione della faglia con la bussola subacquea: 240° rispetto al Nord.
Emanuele a spasso con il bussolotto
In navigazione con il bussolotto
Scandagliamo anche il fondo della faglia: una lampada subacquea attaccata ad un reel speleosub metrato ci indica una profondità di 10m.
Vincenzo osserva l’Acheronte
Vincenzo scandaglia l’Acheronte
Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
pag. 4 di 8 Oggetto: Cronaca dell’esplorazione
ediz. 20 luglio 2018
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Misurazione della profondità con sagola metrata
Osservazione di una frattura subacquea
Emanuele e Michele sorridenti nelle strettoie dell’Acheronte! (ai piedi della frana smetteranno di ridere!!)
Arrivati alla frana, Vincenzo si rende conto che per rimontarla non è necessaria la risalita in artificiale che aveva ipotizzato perchè il livello dell'acqua è talmente alto che è diventato possibile arrampicarla. Con grande entusiasmo inizia a salire suscitando in noi 3 qualche perplessità: la frana è instabile, i massi si muovono ed al culmine di essa è necessario intrufolarsi in una strettoia che crea molti problemi di progressione, per di più cercando di non smuovere i massi!
Vincenzo si prepara a risalire la frana
La testa di Vincenzo sotto la frana (all’interno del cerchio rosso)
Michele non se la sente ed è un bene per il gruppo: sarà l'uomo che rimarrà a distanza di sicurezza per eventuali allarmi in caso di incidente. Con Emanuele decidiamo che lui salirà dopo di me quando gli darò il “libera”. Arrivato alla sommità della frana, il rischio di continuare mi è sembrato troppo alto e decido di rinunciare. Comunico ad Emanuele la mia rinuncia e gli dico di prepararsi a salire per sostituirmi non appena fossi sceso io.
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Emanuele, valutata la situazione, mi comunica che rinuncia anche lui e quindi ci disponiamo nel seguente modo: Vincenzo → al di là della frana; Francesco → sulla sommità della frana; Emanuele → ai piedi della frana; Michele → a distanza di sicurezza; In questo modo avremmo mantenuto le comunicazioni e valutato il da farsi. Vincenzo quindi prosegue da solo ma si trova di fronte un altro ostacolo in acqua: ci comunica che va superato in apnea. Dopo qualche minuto di tentativi si rassegna: lo stress psicologico è troppo grande, non se la sente, preferisce optare per lo scavalcamento aereo ma ha bisogno di trapano e corda. La comunicazione rimonta fino a Michele e quindi organizziamo la catena umana per far arrivare il bidone stagno fino a Vincenzo. Terminata l’operazione con molta accortezza per non urtare la “suscettibilità” della frana, Vincenzo si ritrova da solo dall’altra parte a tentare una complessa operazione di risalita: mi rendo conto che da solo è troppo pericoloso, è necessario andare ad aiutarlo! Quando lo comunico ad Emanuele e Michele, fanno un po’ di resistenza: che cosa è cambiato? Se prima superare la frana era pericoloso, perché adesso non lo è più? Gli spiego che esplorazione è anche questo: valutazione del rischio prevalente! Per operazioni complesse è più pericoloso lasciare un uomo solo dall’altra parte piuttosto che andare ad aiutarlo!! Tutto sommato però decidiamo che due uomini sono sufficienti e così raggiungerò Vincenzo da solo mentre Emanuele e Michele sarebbero rimasti al di qua della frana, anzi si sarebbero allontanati mettendosi al sicuro. Valutiamo che ci saremmo ricongiunti dopo un paio d’ore e quindi avrebbero dovuto aspettarci in un punto che consentisse di rimanere il più possibile con il corpo fuori dall’acqua. Raggiungo quindi Vincenzo davanti ad una roccia che sbarra la progressione in acqua all’interno del meandro ma mi rendo conto che l’ostacolo dovrebbe essere superabile sott’acqua. La dimestichezza con l’acqua di un subacqueo è diversa da quella delle persone votate alla montagna ed infatti mi ritrovo dall’altra parte abbastanza facilmente. A questo punto però siamo divisi anche noi due: Vincenzo mi aspetta ed io continuo ad avanzare.
Roccia sospesa che ostacola la progressione acquatica
Preparazione all’apnea
Incontro altri due ostacoli, sono necessarie altre due apnee ma poi arrivo ad una specie di bivio davanti ad una frana abbastanza ostica da attaccare: a destra il livello dell’acqua si abbassa, a sinistra forse prosegue sott’acqua. Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
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Decido che da solo non vale la pena rischiare ulteriormente: torno indietro verso Vincenzo. Ancora apnee, questa volta al contrario, e ci ricongiungiamo. Torniamo indietro, rimontiamo la frana a ritroso e ci avviamo verso Michele ed Emanuele. Li troviamo che ci stavano aspettando proprio davanti ad un camino che immette su degli spazi aerei. Michele, che già alla frana proponeva ricerche aeree invece che in acqua, viene accontentato: organizziamo la risalita! Emanuele è un praticante di arrampicata: sarà lui a provare con Vincenzo a fargli sicura! L’operazione ha successo: si può mettere la corda per far salire tutti! Si comincia a lavorare di trapano per preparare armi “speditivi”, Vincenzo su quelli di testa ed io per posizionare un deviatore (ma ho trovato solo gesso!!). Ci ritroviamo 6-7 metri sopra l’acqua ma con la prosecuzione ostruita da un’altra frana, ancora più instabile di quella in acqua. Troppo rischioso camminarci sopra, organizziamo un traverso/salita sopra la frana: se cede rimaniamo comunque appesi!! Stavolta è Vincenzo ad andare da primo e, visti gli spazi ancora stretti, l’uomo in posizione migliore per fargli sicura è Emanuele mentre io farò il “vigile” per i comandi “dai/recupera corda”. Spiego ad Emanuele quello che deve fare (non è avvezzo a fare sicura con il discensore speleo), le manovre riescono perfettamente ed in pochi minuti mettiamo in sicurezza la frana. Sistemati gli armi, raggiungo Vincenzo e mentre lui traffica per far salire Emanuele e Michele, io trovo un passaggio nella frana e… sono dall’altra parte. In preda ad una certa euforia non posso fare a meno di gridare: “RAGAZZI, SIAMO ATTERRATI SU MARTE! ABBIAMO TROVATO UN MOSTRO!!” I miei 3 compagni di esplorazione capiscono al volo e Vincenzo grida a sua volta: “NON TE NE ANDARE, ASPETTACI!”. Consapevole che la grande scoperta che stiamo per fare è dovuta unicamente all’intuizione speleologica ed alla caparbietà di Vincenzo, rispondo: “VINCE’, HAI DEDICATO ANNI A QUESTO MOMENTO, RIMANGO AD ASPETTARVI QUI E SARA’ IL TUO PIEDE A CALCARE PER PRIMO LE NUOVE GALLERIE!!”. Quando mi raggiungono l’eccitazione è enorme, siamo in una grande sala (che battezziamo “Sala dei 4”) e davanti a noi si aprono più gallerie: siamo entrati nel sistema fossile principale della falda sulfurea ed in alto sopra le nostre teste vediamo i segni di stazionamento dell’acqua: probabilmente queste gallerie sono rimaste allagate per centinaia di migliaia di anni! Finalmente si cammina agevolmente, dobbiamo solo scegliere quale galleria percorrere. Lasciamo perdere quella più grande perché pericolosa, coperta com’è di fango scivoloso intervallato da pozzi ad imbuto dalla forma perfetta per il risucchio (sembrano buchi neri: se ci scivoli dentro chissà dove finisci…). Ne scegliamo un’altra nella quale si cammina speditamente. Altra sala, altra galleria, proseguiamo per centinaia di metri fino a che decidiamo che può bastare così: forse abbiamo veramente fatto Bingo, forse siamo veramente entrati nel sistema carsico del Pozzo del Merro che Vincenzo sta cercando da così tanto tempo! Se è così, soltanto con le esplorazioni dei prossimi anni si verrà a capo del labirinto che potremmo avere davanti!! Decidiamo di fermarci, abbiamo fatto molto tardi e siamo a rischio di allarme CNSAS: è opportuno far uscire velocemente un uomo scarico per tranquillizzare gli amici al campo speleo. L’uomo da far uscire non può che essere il leader della spedizione, che avrà l’onore di annunciare la scoperta. Vincenzo è quello che si muove meglio nella sua grotta e per non perdere tempo uscirà direttamente con la muta, noi 3 invece ci occuperemo di portare fuori i materiali (una Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
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menzione speciale ad Emanuele e Michele che si sono fatti carico quasi interamente del “bussolotto”: un bidone stagno da 30 lt !). Alle 2,10 di domenica 15 luglio 2018 l’ultimo uomo è fuori dalla grotta: alla sommità del pozzo di ingresso trovo Fabrizio ad aspettarmi! Non ha potuto partecipare alla spedizione per motivi di lavoro ma si rifarà in futuro: le esplorazioni continueranno ancora per anni! Quando ci ricongiungiamo tutti al campo l’eccitazione è ancora alle stelle. In grotta abbiamo saltato la cena ma al campo Vincenzo ci fa trovare panini caldi ed il debriefing continua per ore… poi alle 4,30 di mattina andiamo a cercare un forno con cornetti caldi e cappuccino! Ancora chiacchere e finalmente alle 6 a.m. la stanchezza prende il sopravvento: è ora di andare a nanna...
Ore 5 a.m.: si termina di cenare con la colazione!
Ore 6 a.m.: è ora di andare a dormire!
Acheronte: una faglia che lascia il segno!!
Titolo: Sfondato l’Elefante! Autore: Francesco Papetti
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