PORTFOLIO Francesco Capparelli

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Francesco Capparelli portfolio 2013-2019


Dottore Magistrale in Architettura nome Francesco Capparelli data di nascita 16 dicembre 1994 contatti francesco.capparelli94@gmail.com +39 388 183 5311 Italia

Ciao! Sono Francesco, un aspirante progettista e BIM Manager. A prima vista potrei sembrare una persona timida, ma mi definirei più come una persona intraprendente con tanto spirito d’iniziativa, tanta voglia di lavorare e imparare. Amo l’architettura e continuerò ad amarla. Ho avuto eccellenti esperienze nel lavoro in team ma anche un’ottima capacità di organizzazione individuale. Durante la formazione universitara ho acquisito ottime competenze nell’utilizzo di diversi software, focalizzandomi maggiormente sull’utilizzo di Autodesk Revit. Software che utilizzo: Autodesk Revit Autodesk Autocad Autodesk Recap Autodesk Formit Adobe Photoshop Adobe Indesign Adobe Illustrator Rhinoceros SketchUp Lumion


ISTRUZIONE E FORMAZIONE: settembre 2008 - giugno 2013 Diploma di Scuola Superiore (95/100) Istituto Tecnico Geometri E. Masi, Foggia aprile 2011 Certificato ECDL Istituto Tecnico Geometri E. Masi, Foggia febbraio 2013 attestato INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ Istituto Tecnico Geometri E. Masi, Foggia settembre 2013 Iscrizione al Corso di laurea Magistrale a ciclo unico Scuola di Architettura, Firenze AA 2015-2016 Collaborazione con il Dipartimento Tecnico del Comune di Firenze per rilevare Palazzo Corsini Suarez a Firenze settembre - dicembre 2015 Corso Autodesk Revit Kickstart Scuola di Architettura, Firenze settembre - dicembre 2015 Corso Autodesk Revit In Depth Scuola di Architettura, Firenze aprile - maggio 2016 Corso Autodesk Revit In Depth 2° Scuola di Architettura, Firenze AA 2016 -2017 Partecipazione come CONSULENTE nella parte BIM al seminario “Rilievo, riqualificazione e progettazione dell’Architettura e dell’Ambiente gennaio-marzo 2019 Esperienza di tirocinio presso lo studio PROJEKTO, seguito dall’architetto Egidio Raimondi, Firenze settembre 2019 Riconoscimento di laurea al Corso di laurea Magistrale a ciclo unico (109/110) Scuola di Architettura, Firenze


PROGETTI SELEZIONATI:

Il BIM per l’architettura e l’archeologia: il caso del Kyrenia Shipwreck Museum, un percorso di 25 secoli Tesi di laurea del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in architettura (A.A. 2018/2019) Relatore: Prof. Giorgio Verdiani Correlatori: Prof. Carlo Biagini, Prof. Alessandro Camiz, Ing. Paolo Ottobri

Progetto di un teatro a Sansepolcro (AR) Laboratorio di Progettazione I (A.A. 2013/2014) Prof. Mauro Alpini

Progetto di un centro per la musica al Salviatino, Firenze Laboratorio di Progettazione III (A.A. 2015/2016) Prof. Gabriele Bartocci

Progettare uno spazio per gli artisti di strada, Firenze Laboratorio di Progettazione III (A.A. 2015/2016) Prof. Gabriele Bartocci


Rilievo e restauro di Palazzo Corsini Suarez, Firenze Laboratorio di Restauro I (A.A. 2015/2016) Laboratorio di Restauro II (A.A. 2016/2017) Prof. Luca Giorgi

Progetto di Social Housing, Arezzo Laboratorio di Progettazione IV e Urbanistica II (A.A. 2016/2017) Prof. Fabrizio Rossi Prodi Prof. Matteo Scamporrino

Complesso scolastico Don Milani-Fasolo, Firenze Laboratorio di Progettazione Ambientale (A.A. 2016/2017) Prof. Marco Sala

antoniolupi Headquarter, Stabbia (EM) Laboratorio di Progettazione V (A.A. 2017/2018) Prof. Fabrizio Franco Vittorio Arrigoni


Il BIM per l’architettura e l’archeologia:

il caso del Kyrenia Shipwreck Museum, un percorso di 25 secoli Tesi di laurea del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in architettura (A.A. 2018/2019) Relatore: Prof. Giorgio Verdiani Correlatori: Prof. Carlo Biagini, Prof. Alessandro Camiz, Ing. Paolo Ottobri Link pubblicazione: https://issuu.com/francescocapparelliarchitetto/docs/relazione_tesi_pagine_singole Il lavoro proposto tratta la realizzazione di un modello parametrico delle sale che ospitano il Shipwreck Museum e il museo di Vrysi situate all’interno del castello di Kyrenia ad est della piazza d’armi. Il castello si trova all’estremità orientale del vecchio porto della città. Il museo di Vrysi comprende tre mostre principali che coprono il Neolitico, l’Età del Bronzo e dal periodo Ellenistico a quello Bizantino; il Shipwreck Museum custodisce un’antica imbarcazione greca del IV secolo a.C., rinvenuta dal fondale marino a pochi metri di distanza dalla costa di Kyrenia, e ciò

che resta del suo prezioso carico. Per una gestione dei dati più proficua è stata utilizzata la metodologia BIM nel campo del patrimonio esistente (HBIM). Partendo da una nuvola di punti 3D, già elaborata in precedenza, e modellando il manufatto con tutte le informazioni reperibili sulle sue condizioni attuali, si è proposto un intervento di valorizzazione del Shipwreck Museum, il quale si presenta soggetto a mancanza di progettazione unitaria degli allestimenti e con sistema di illuminazione inadeguato.


^ Inquadramento del manufatto preso in esame in una visualizzazione 3D del castello di Kyrenia

v Foto del manufatto preso in esame


Viste modello 3D

Viste nuvola di punti


Pianta piano terra

Pianta piano primo

Sezione A-A’

Sezione B-B’

Assonometria

Comparazione nuvola-modello


Esploso assonometrico del manufatto (stato di fatto)



^ Sezione prospettica della sala della nave di Kyrenia (stato di fatto)

v Vista 3D del prospetto principale esterno del manufatto (stato di fatto)



v Vista esterna del prospetto principale del manufatto (stato di progetto)



^ Spaccato prospettico del Shipwreck Museum (stato di progetto)



> Vista interna della sala della nave di Kyrenia (stato di progetto)

Esploso prospettico del portale (stato di progetto)



Progetto di un teatro a Sansepolcro (AR) Laboratorio di Progettazione I (A.A. 2013/2014) Prof. Mauro Alpini L’area d’intervento è situata all’interno del borgo di Sansepolcro (AR) a ridosso delle mura, in prossimità del bastione sul lato sud rispetto al centro. Dopo aver effettuato il sopralluogo e appreso la misura dello spazio, l’idea progettuale è stata concepita riflettendo sull’aula centrale del teatro. In perfetta armonia con il luogo, mostra come può essere ripreso e manipolato uno degli elementi più caratterizzanti del borgo: la casa a schiera. Il gesto più rilevante è il ribaltamento che avviene al suo interno, ribaltando il Cielo e la Terra per stravolgere lo spazio e renderlo totalmente funzionale. Sradicate dal terreno e ripiantate sul soffitto, adattandole alla destinazione d’uso dell’edificio, le case a schiera mantengono la loro praticabilità dalle strade, che fungono da corridoi collegandole v Planimetria

tra loro, mentre la platea assume la forma dei cerchi celesti, ricordando una cavea. Per esaltare l’aula, le parti funzionali (biglietterie, camerini, magazzino e bagni) sono state poste al di sotto del piano di campagna, raggiungibili con delle scale situate agli angoli che permettono gli eventuali spostamenti ai vari livelli. Il teatro è accessibile su tre lati dell’edificio, dove, in corrispondenza delle strade esterne che portano a esso, sono presenti delle grandi aperture che rompono la continuità del muro. Sul quarto lato dell’edificio vi è un’apertura più grande rispetto alle altre che ha il fine di incorniciare il paesaggio dal suo interno, commemorando i quadri di Piero della Francesca.


^ Schizzo di progetto, Firenze

v Sezione


Pianta piano inferiore


Pianta piano superiore


^ Vista interna



Foto plastico


Foto plastico


Progetto di un centro per la musica al Salviatino, Firenze Laboratorio di Progettazione III (A.A. 2015/2016) Prof. Gabriele Bartocci L’area d’interesse si trova tra Firenze e Fiesole. Il primo problema da affrontare è stato quello di trovare un connubio tra questi due contesti urbani differenti tra loro per grandezza e morfologia del terreno: Firenze, centro della sua città metropolitana con un grande numero di abitanti, dentro un’ampia conca e circondata da colline; Fiesole, un paese con un numero molto ridotto di abitanti, appartenente alla città metropolitana di Firenze, che sorge su un doppio colle. Dopo un’approfondita analisi su questi due, abbiamo cercato di estrapolare i loro caratteri più importanti: l’immagine di massa piena dei palazzi fiorentini e la struttura urbana fiesolana. Si è voluto dare un aspetto formale che richiamasse un violino; la corte interna, oltre a dare una visione similare a quella di uno strumento musicale, ripropone la corte presente all’interno dei palazzi storici. Come si può vedere dalla foto aerea, la copertura mostra che al suo centro avviene uno scavo, riprendendo l’arte della sottrazione di Michelangelo, in cui si può vedere anche nella sezione, cercando di allargarsi verso il fondale dell’edificio, e v Sezione

raggiungendo la sala concerti protetta dai livelli sovrastanti. Non possiamo parlare di piani di riferimento perché la rampa perimetrale è in continua salita fino alle ultime stanze dei livelli superiori. Appena si entra nella scuola, ci si ritrova all’interno di uno spazio che svolge la funzione di piazza, dove si affacciano le funzioni pubbliche tra cui: biblioteca, area ristoro, portineria e uffici. Su tutto il perimetro dell’edificio, segue una rampa che sale e scende, riprendendo del tutto i caratteri di una strada di paese in salita come a Fiesole. Ai lati di questo percorso ci sono le aule di solfeggio e strumento, ma anche degli spazi di relazione che si affacciano sulla piazza centrale al piano terra. I tre materiali utilizzati sono: la pietra forte, per i prospetti esterni, essendo il più caratteristico nei palazzi fiorentini; la pietra serena, per le pavimentazioni interne, avendo scarsa resistenza agli agenti atmosferici; il legno, come rivestimento delle pareti interne della piazza e delle aule, per avere un’ottima acustica dello strumento che si sta suonando.


Planimetria


Livello: -1 Sala concerti

Livello: 0 Portineria Segreteria Biblioteca Area ristoro

Livello: 1 Aule strumento Aule solfeggio

Livello: 2 Aule strumento Aule solfeggio

Livello: 3 Aule strumento Aule solfeggio



> Vista interna dalla corte centrale

Interno di uno strumento musicale



Progettare uno spazio per gli artisti di strada, Firenze Laboratorio di Progettazione III (A.A. 2015/2016) Prof. Gabriele Bartocci Scopo dell’eserciazione è quello di creare uno spazio per gli artisti di strada, donandogli un carattere che possa essere coerente con la storia del luogo e che salvaguardi le sue tradizioni. Il posto stabilito è Piazza Santa Croce a Firenze; dopo un’apposita analisi storica della zona, il mio obiettivo è stato quello di provare a concepire uno spazio, o meglio una scultura, che possa richiamare l’essenza del luogo, in modo tale da perdere del tutto il suo significato se posizionato in una piazza di qualsiasi altra città. Il tutto è partito da una riflessione sul Crocifisso di Santa Croce di Cimabue, raffigurante un Cristo morente sulla croce, con gli occhi chiusi, la testa appoggiata sulla spalla e il corpo inarcato a sinistra. Facendo attenzione ai particolari di quest’opera, da notare che l’unico elemento che esce fuori dalla croce è la testa di Cristo, e in altre parole si può dire che rompe la linearità della croce. Il gesto da compiere è stato proprio questo: rompere la sua linearità, come ha fatto Cimabue, cercando di semplificare l’opera stessa. Posizionamento del progetto: in asse con la pianta della chiesa di Santa Croce, essendo l’altare la posizione originaria della croce, e arretrato di molto rispetto alla facciata, precisamente dove il punto di rottura avviene in corrispondenza di Via Giovanni Da Verrazzano, richiamando i due bracci della croce mediante il suo asse viario. Le proporzioni del progetto rispettano le stesse dell’opera di Cimabue. Lo sfalsamento dei due corpi lineari è dovuto dalla spinta della testa di Cristo sulla parte superiore della croce.

La sua funzione è quella di seduta per creare uno spazio di sosta accompagnato dalla melodia di un musicista di strada, intrattenendo il viaggiatore.

> Planimetria



Crocifisso di Cimabue


Schizzo progettuale


Prospetto ovest


Prospetto sud


Vista di piazza Santa Croce



Foto plastico


Foto plastico


Rilievo e restauro di Palazzo Corsini Suarez, Firenze Laboratorio di Restauro I (A.A. 2015/2016) Laboratorio di Restauro II (A.A. 2016/2017) Prof. Luca Giorgi

L’edificio oggetto di analisi è Palazzo CorsiniSuarez, detto palazzo della Commenda, che si trova in Via Maggio n°42, poco distante da piazza San Felice, nel quartiere di Oltrarno a Firenze. Inquadramento storico-territoriale LA FAMIGLIA CORSINI L’edificio è legato al nome dei Corsini fin dalla sua origine: qui vi erano già nei primi del Trecento alcune case di proprietà della famiglia che, incendiate e semi distrutte durante il tumulto dei Ciompi del 1378, vennero definitivamente abbattute per fare spazio ad una nuova e grande residenza. I lavori furono promossi da Filippo Corsini, che sostanzialmente determinarono l’attuale configurazione della facciata sulla via, mentre per quanto riguarda gli interni probabilmente si provvide a integrare nel nuovo alcune murature preesistenti. Il palazzo rimase di proprietà alla famiglia fino al 1559. LA FAMIGLIA SUAREZ Dopo alcuni passaggi di proprietà il palazzo fu acquistato nel 1590 dal nobile portoghese Baltasar Suarez de la Concha, nobile castigliano titolare della Commenda di Firenze dell’Ordine di Santo Stefano, da cui una delle denominazioni tradizionali con cui il palazzo è noto. Lo stesso Baltasar, e quindi suo figlio Ferdinando, per conferire all’edificio un tono consono sia al nome della famiglia sia al suo ruolo di sede fiorentina dell’Ordine, provvidero a ingrandire la proprietà verso borgo Tegolaio, acquistando alcuni edifici contigui e affidando a Gherardo Silvani il compito della ristrutturazione, conclusasi entro il 1625 circa. A questo

periodo risalgono su via Maggio il grande portone, la serie di finestre inginocchiate al piano terreno e l’intero terzo piano, caratterizzato da finestre più piccole e da una monumentale gronda sporgente impreziosita dalle imprese araldiche intagliate con il tema della conchiglia, attributo peculiare dei Suarez. Segni dei lavori sono pure nel cortile, dove gli eleganti capitelli in pietra serena a foglie d’acqua (ripetuti nei lavori d’ingrandimento su modello di quelli tardo trecenteschi) mostrano l’arma dei Suarez e le insegne dell’Ordine di Santo Stefano. La parte tergale che guarda su borgo Tegolaio è sempre da datare a questo periodo. Tra la fine del Seicento e il 1720 fu realizzata l’alcova e affrescati vari ambienti con l’intervento di Ranieri Del Pace, di Giovanni Camillo Sagrestani e della sua bottega. IL COMUNE DI FIRENZE Dopo l’estinzione dei Suarez nel 1799 e la soppressione dell’ordine cavalleresco, il palazzo passò tra i beni del demanio e quindi divenne proprietà del Comune di Firenze. Negli anni di Federico Fantozzi e fino alla fine degli anni sessanta del Novecento ospitò il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Santo Spirito, con significativi interventi di restauro nel 1913, alla facciata, nel 1918 (con la direzione dell’architetto Ezio Zalaffi) e di manutenzione straordinaria nel 1956. Nel 1967 fu individuato dall’Amministrazione Comunale quale sede degli archivi novecenteschi del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux che, dopo importanti lavori di consolidamento e di adeguamento della struttura avviati nel 1970 (progetto degli architetti G. Morozzi e F. Gurrieri), furono qui trasferiti a partire


dal 1979-1980. Nell’ambito dei più recenti interventi di restauro diretti dall’architetto P. Ruschi (1989-1992) sono tornate alla luce alcune decorazioni monocrome che un tempo decoravano la facciata, realizzate probabilmente nel 1618 (come suggeriscono gli elementi araldici rinvenuti) in occasione delle nozze del figlio di Baldassarre, Ferdinando, con Maria, appartenente a un ramo cadetto dei Medici. Alle due famiglie farebbero infatti chiaro riferimento i temi della palla (Medici) e della conchiglia (Suarez) alternati. Interamente leggibile è una grande figura femminile panneggiata, rivolta a destra nell’atto di stendere la mano sinistra a toccare una grande palla, mentre alle sue spalle è un piccolo putto nudo. Su questo stesso prospetto si segnala la piccola finestra da bambino posta all’estrema sinistra e, dal lato opposto, uno scudo antico con l’arma dei Corsini. Nel cortile, oltre a quanto già segnalato, è da notare all’altezza del primo piano il terrazzo con balaustri cinquecenteschi che, visto dal basso, mostra un pregevole soffitto ligneo a cassettoni con rosoni intagliati. Il palazzo appare nell’elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale

v Foto aerea

delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. IL PALAZZO: STATO ATTUALE Dopo l’estinzione della famiglia Suarez, nel 1799, e la soppressione dell’ordine cavalleresco il palazzo entrò a far parte dei beni di proprietà demaniale. Dopo l’alluvione del 1966 preso in esame, sono iniziati i restauri. Oggi il palazzo, di proprietà comunale, accoglie gli archivi del Novecento del Gabinetto Vieusseux: particolarmente interessante il fondo di Angiolo e Laura Orvieto, comprendente anche i mobili del loro studio, sistemati in modo simile all’originale. Fra i molti fondi citiamo quelli di Arturo Loria, di Paola Ojetti, di Emilio Cecchi, di Giuseppe de Robertis, di Alessandro Bonsanti, di Luigi Dallapiccola, di Alberto Savinio comprendente due rari modelli di scenografie teatrali. Acquisizioni recenti sono i fonti Pasolini e De Filippo. Nella sala su Borgo Tegolaio si conservano i documenti e gli arredi appartenuti al fondatore dello storico Gabinetto ScientificoLetterario: Gian Pietro Vieusseux (1779-1863).


Pianta piano interrato


Pianta piano terra


Pianta piano primo


Pianta piano secondo


Pianta piano terzo


Pianta piano copertura


Pianta soffitti piano terra

Pianta soffitti piano primo


Pianta soffittipiano secondo

Pianta soffitti piano terzo


Sezione A-A’


Prospetto in via Maggio


Degradi del prospetto


Legenda degradi


Progetto di Social Housing, Arezzo Laboratorio di Progettazione IV e Urbanistica II (A.A. 2016/2017) Prof. Fabrizio Rossi Prodi Prof. Matteo Scamporrino “L’architettura è una scultura abitata.” (Constantin Brâncusi) Il progetto consiste nella realizzazione di un edificio di social housing situato nel quartiere San Lorentino di Arezzo, in prossimità delle mura e del bastione che proteggevano il borgo nel Medioevo. Ledificio è situato alla fine del lotto longitudinale del masterplan, e dialoga con il bastione. Il corpo di fabbrica ha uno stile architettonico coerente con le architetture pre-esistenti, rifacendosi alla storia e alle tradizioni aretine. Considerando l’edificio come un blocco di pietra e manipolando la materia mediante l’arte della sottrazione, sono stati ricavati la sua morfologia e gli spazi da vivere. Si distinguono tre corpi che lo compongono: un elemento lineare, un elemento torre e un basamento in pietra su cui sono appoggiati entrambi. Il tutto funziona come un organismo, con i collegamenti orizzontali e verticalinecessari a vivere al meglio tutti gli spazi comuni. La copertura ricrea un movimento delle falde che rispecchia i tetti degli edifici circostanti v Foto aerea dello stato di fatto

e dà la sensazione di pietra tagliata, richiamando la lavorazione di un blocco di pietra. I prospetti sono stati disegnati mediante una griglia per individuare i punti dove tagliare la materia per ricreare le logge e segnare dei tagli nel muro che servano a inserire le finestre degli spazi interni. I materiali utilizzati sono listelli in pietra per il bsasamento, richiamando la stratigrafia del terreno e il concetto di scavo, contenente gli spazi comuni e per simboleggiare la sua forza nel reggere gli altri due corpi, e l’intonaco bianco per l’elemento torre e l’elemento lineare, per donargli purezza e risaltare i vuoti scavati. Lo stesso materiale del basamento lo si ritrova all’interno delle logge per evidenziare i tratti scavati dell’edificio. La torre viene vista anche dall’esterno delle mura, prendendo spunto dalla città di Arezzo come venne affrescata nella “Cacciata dei diavoli da Arezzo” di Giotto, dove le torri spiccano dietro le mura.


^ Planimetria del progetto


Piante




Vista esterna dal bastione


Vista esterna da un loggia



Complesso scolastico Don Milani-Fasolo, Firenze Laboratorio di Progettazione Ambientale (A.A. 2016/2017) Prof. Marco Sala Tema del progetto è l’ampliamento e riqualificazione energetica del complesso didattico Don Milani-Fasolo. Gli edifici esistenti sono realizzati con struttura metallica e tamponamenti in pannelli con copertura a falde inclinate. Il progetto di ampliamento nasce dall’esigenza di aumentare fino a quattro i cicli della scuola media e riqualificare energeticamente l’intero complesso. La nostra proposta è stata di dividere la scuola materna dalla media con la demolizione del corpo scale ed ascensori in modo da creare due corpi indipendenti. La demolizione dell’attuale corpo palestra e corpo aula polivalente per realizzare l’ampliamento delle aule della scuola media e la ricostruzione della palestra con i relativi spogliatoi e dell’aula polivalente. Inoltre l’ingresso principale alla scuola media è stato spostato e sottolineato con una facciata continua vetrata. E’ stato realizzato un giardino interno demolendo parte dei solai del vecchio edificio, nella parte dell’edificio esistente sono stati sostituiti i pannelli di tamponamento con una soluzione di facciata ventilata. Si è realizzata una copertura fotovoltaica che copre lo spazio tra i due edifici. Il nuovo corpo di fabbrica destinato a contenere la palestra e l’aula polivalente è a servizio della scuola media, ma avendo un accesso dedicato, è utilizzabile anche fuori dall’orario scolastico in quanto è separabile con porte dalla parte propriamente didattica. Il nuovo edificio di cui si è redatto il progetto definitivo è realizzato con struttura metallica e chiusure con pareti ventilate per la zona spogliatoi e sala polivalente e con facciata continua vetrata per la palestra. L’ingresso agli spogliatoi della palestra è posto al piano terra tramite un atrio al quale

si accede dalla scuola media e dagli spazi esterni. I locali destinati a spogliatoi sono divisi in due, maschi e femmine, con i relativi spazi per le docce e servizi, sono accessibili da portatori di handicap in quanto le dimensioni dei corridoi e delle porte di accesso sono superiori ai minimi di normativa. Sono presenti due spogliatoi per i professori e un vano destinato alla medicina sportiva. Dagli spogliatoi avviene l’accesso alla palestra dotata di un campo regolamentare di basket, utilizzabile anche per la pallavolo e le attività ginniche previste dalla scuola. L’aula polivalente ha accesso dall’atrio al piano primo al quale si accede dalla scuola e dall’esterno tramite una passerella pedonale, dall’atrio sono accessibili i servizi igienici a servizio dell’aula polivalente.


Vista esterna della palestra


Pianta piano terra


Prospetto nord

Sezione A-A’


Sezione terra-tetto


Spaccati assonometrici della struttura


antoniolupi Headquarter, Stabbia (EM) Laboratorio di Progettazione V (A.A. 2017/2018) Prof. Fabrizio Franco Vittorio Arrigoni La frazione di Stabbia fa parte del comune di Cerreto Guidi, centro noto sin dai tempi dei Medici che vi costruirono la maestosa Villa e la fattoria medicea proprio nell’area di Stabbia. Situata nel suggestivo Valdarno, pochi metri sul livello del mare, la zona pianeggiante ha da sempre favorito l’insediamento e le attività di contadini ed agricoltori. Solo dalla seconda metà del ‘900 cominciano a sorgere le prime fabbriche. Poco distante si trova il Padule di Fucecchio, specchio d’acqua silenzioso in cui si riflette la natura. Crocevia tra le due direzioni indicate dalla griglia residenziale e da quella industriale, il nuovo Headquarter antoniolupi sorge sulle ceneri del vecchio stabilimento risalente agli inizi della seconda metà del ‘900. L’area d’intervento è delimitata a Nord da un piccolo fosso che apre alla campagna toscana e a Sud dalla SP31, mentre a Est e ad v Foto del padule di Fucecchio

Ovest sono situati i capannoni industriali e il centro abitato. Nell’inserimento planivolumetrico è ben visibile l’allineamento all’asse suggerito dalle altre fabbriche, mentre all’interno dello stabilimento, per distinguere i diversi blocchi della produzione, è stata ripresa la frammentazione tipica dell’area residenziale. L’accesso al lotto avviene dall’ingresso a SudEst dove sono situati i parcheggi riservati ai visitatori e ai dipendenti degli uffici, opportunamente schermati dal traffico veicolare, mentre da Sud-Ovest è riservato l’ingresso ai veicoli commerciali, diretti al deposito merci, e agli operai, che possono usufruire di parcheggi riservati e di un ingresso più vicino al proprio luogo di lavoro. Il giardino a Nord invece, nascosto agli occhi dei più, ospita gli orti sociali fortemente voluti dalla famiglia Lupi e curati dagli stessi


dipendenti. Guadagnando l’accesso dall’ingresso principale si è accolti da due elementi naturali, l’acqua e la vegetazione, che sembra vogliano indicare due percorsi diversi, ma che in realtà accompagnano il visitatore in ogni ambiente della struttura, attraverso un corridoio che distribuisce i due blocchi funzionali. Appena varcata la soglia del blocco “pubblico” vi è una hall da cui si può accedere - al piano terra - al centro uffici (uffici clienti, uffici direzione, open space uffici nazionali, open space uffici internazionali, archivio) e - al primo piano - al centro ricerca (sala riunioni, uffici clienti, atelier di progettazione) oppure al giardino tropicale. Da qui si può essere guidati poi verso il museo d’impresa, la sala conferenze, lo showroom, il padiglione “La Terra e il Fuoco” e la foresteria, che presenta anche un ingresso indipendente sul lato Est il quale consente l’accesso diretto alle dodici camere. Il blocco produttivo è accessibile da più ingressi e comprende l’opificio, dove hanno luogo le lavorazioni del legno e del vetro, il deposito e l’area relax per i lavoratori. Sia i dipendenti degli uffici che gli operai

possono godere in qualsiasi momento della vista su corti interne verdi che rilassano e facilitano la concentrazione, oltre a garantire un illuminamento naturale ottimale; anche le camere della foresteria affacciano su un giardino interno, delimitato da un muro perimetrale e da un filare alberato che scherma la vista dagli altri edifici industriali. Alcuni spazi all’interno dei luoghi di lavoro sono pensati e adibiti appositamente per le pause e il ristoro dei lavoratori. Il giardino tropicale, oltre a costituire il nuovo marchio di fabbrica dell’azienda insieme alla vasca d’acqua, va ad influire sugli aspetti termici della zona degli uffici che, grazie all’azione mitigatrice della serra, può beneficiare di un clima meno rigido d’inverno.

v Foto aerea del tessuto esistente


Assonometria


Planivolumetrico


Pianta piano terra

Pianta piano primo


Dettagli costruttivi


Vista esterna del giardino d’inverno e dell’ingresso



Vista interna dell’ingresso



Vista interna del capannone produttivo



Vista esterna dalla campagna retrostante



CONTATTI email: francesco.capparelli94@gmail.com telefono: +39 3881835311


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