Il Settimanale di Arezzo 113

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ANNO III NUMERO 113 • VENERDÌ 31 AGOSTO 2012 • COPIA GRATUITA ANDREA BARDELLI – LA LUPA DI SIENA È UN’OPERA DI GIULIANO VANGI

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IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Fine della Provincia? Parla Vasai 4 Il degrado aretino al di là dei soliti sospetti 16 Arezzo sotto Siena?

nale di Sos Cabaret Festival 25 Polifonico, tanti auguri! 26 Giovanni Tombesi: nonno, impiegato del catasto, estroso scrittore

HANNO FATTO L’IMPRESA 6 Masiano Mobili, da Arezzo al resto d’Italia con la forza della tradizione

SPECIALE GIOSTRA DEL SARACINO DELLA MADONNA DEL CONFORTO col poster del Quartiere vincitore a giugno!

AREZZO’N’ROLL 8 Festival estivi aretini, il punto della situazione

AREZZO SPORT 17 Maschi e femmine: la Volley 88 arricchisce la pallavolo aretina 19 Arezzo ritorna capitale dell’equitazione 20 Freemove, un modo innovativo per fare ginnastica 22 Buon campionato, US Arezzo! 23 Rafting Vigili del Fuoco, sull’onda dell’entusiasmo

FACOLTÀ DI PAROLA 10 Immatricolarsi ad Arezzo: ultimo mese per conoscere la nostra Università CULTURA 12 Gianni Bigoni: come aprire nuovi orizzonti artistici risvegliando il fanciullo che è in noi 14 Risate da sold out! Tutto esaurito per la serata fi-

TRUCCO & PARRUCCO 29 Riportiamo i capelli al loro splendore!

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO III NUMERO 113 – VENERDÌ 31 AGOSTO 2012 DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL F.CIABATTI@FASTWEBNET.IT VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, SARA GNASSI, GIULIA GRILLI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, PACO MENGOZZI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL EDIZIONIVASARI@PEC.IT AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010 ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155 STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL INFO@TIPOGRAFIALAZECCA.IT È VIETATA, SENZA FORMALE AUTORIZZAZIONE, LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DI TESTI, DISEGNI, FOTO E PUBBLICITÀ RIPRODOTTI SU QUESTO NUMERO

a servizio di aziende, editoria, pubblicità 2

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LA FONDAZIONE MONNALISA ONLUS, IL “SETTIMANALE DI AREZZO” E LE EDIZIONI GIORGIO VASARI SONO PARTNER NEL PROMUOVERE LA CRESCITA DELLA COMUNITÀ DI

AREZZO E IL BENESSERE DELLE PERSONE CHE VI ABITANO


FINE DELLA PROVINCIA? PARLA VASAI

di Luca Trippi

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e polemiche sul possibile capoluogo del nuovo “provincione” non mi interessano. Francamente, mi preoccupa più se verrà creata veramente una provincia più grande di Marche e Abruzzo. Non avrebbe nessun senso». Il presidente della Provincia Roberto Vasai interviene ancora sul tema dell’accorpamento delle province. È il tema politico più caldo di questa estate lunghissima, anche se a dire il vero di abolizione di province se ne sente parlare già da anni, e probabilmente ne sentiremo parlare per molto altro tempo ancora. Le discussioni sulla “fantageografia”, nei giorni scorsi, sono state alimentate prima da alcuni sindaci valdarnesi che hanno paventato la volontà di entrare nella città metropolitana di Firenze; poi dal governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, che in un’intervista televisiva ha indicato Siena come possibile capoluogo della macroarea della Toscana del Sud, comprendente i territori che oggi appartengono ad Arezzo, Siena e Grosseto. Secondo il disegno che la Regione ha presentato a Roma, la Toscana del futuro dovrebbe avere tre aree vaste: la città metropolitana di Firenze (con Prato e Pistoia); la Toscana del Sud e infine l’area litoranea (Pisa, Lucca, Massa Carrara e Livorno). «Che Rossi la pensasse così non era per me una novità. Ma si sbaglia se pensa di cambiare le norme per stabilire il capoluogo aggirando di fatto il decreto nazionale», ha detto Vasai, riferendosi al fatto che il ruolo spetterebbe ad Arezzo perché è la città più popolosa. «Arezzo ha le potenzialità e le caratteristiche per essere capoluogo, ma in ogni caso questo non è il problema più importante». Il problema più importante, secondo Vasai, «sarà la diminuzione dei servizi per i cittadini. Ecco perché io ho la priorità di difendere il territorio e chi vi abita, sempre e comunque, a prescindere dall’ente che lo presiederà». Vasai, valdarnese doc, in questi giorni deve convivere anche con le esternazioni fatte da alcuni primi cittadini della sua terra, guidati con convinzione da Maurizio Viligiardi, i quali strizzano l’occhio a Palazzo Vecchio. Il sindaco di San Giovanni considera l’ingresso nell’area di Firenze come un’ottima chance di crescita per tutto il Valdarno, oltre al fatto che riunirebbe sotto un’unica area un territorio adesso diviso da confini geografici. «Sono dichiarazioni che non commento perché vengono fatte prematuramente, senza sapere realmente


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a cosa si andrà incontro», replica Vasai. Sono chiacchiere da bar, insomma? «No, quando parla un Sindaco non è mai una chiacchiera. Probabilmente ci sono degli interessi più grandi, esterni al territorio valdarnese ed esterni alla politica». Ma perché allora, secondo Vasai, il Valdarno vuole fuggire da Arezzo? «Ripeto, non so spiegarmi come si possano fare valutazioni ancor prima di sapere come effettivamente cambieranno le cose».

IL DEGRADO A DEI SOLITI SO i sono vari tipi di degrado che possono coinvolgere una città: il degrado urbano, il degrado sociale di determinati quartieri particolarmente popolosi, e quello monumentale, che va a colpire più che i servizi il turismo. Tutti conosciamo quali possono essere le zone critiche della nostra città: Saione, Pratacci, l’area dismessa dell’ex Lebole, la Stazione. Luoghi che soprattutto la sera si fanno poco piacevoli. Di giorno il degrado è ben visibile su al Prato, il parco della Fortezza Medicea è considerato da molti un vero e proprio monumento della città ed è completamente lasciato a se stesso, un “prato ormai senza più prato”, dopo la visita del Santo Padre. La situazione in prossimità del centro si fa particolarmente critica nelle zone vicino al colle del Pionta, nella stradina che collega il parcheggio dietro l’Ospedale agli edifici dell’Università. Qui, dietro la biblioteca universitaria, a pochissimi passi dalla strada e da dove i ragazzi che frequentano il luogo di studio parcheggiano, le sterpaglie nascondono rifiuti e persino residui di accampamenti notturni, con cartoni e piumoni

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Scene di ordina

Scene di ordinario degrado: dietr

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ARETINO AL DI LÀ SPETTI di Cecilia Falchi

ario degrado: dietro la Biblioteca dell’Università / 1

utilizzati probabilmente durante la notte da senzatetto o tossicodipendenti, vista pure la presenza di siringhe nei dintorni. Il degrado della zona continua all’interno del parco del colle del Pionta, vicino ai giochini per bambini. Scese le scalette è facile imbattersi in una zona con scavi dismessi e per questo abbastanza pericolosa, ma al momento accessibile a causa di una manomissione della recinzione che ne consente l’entrata a chiunque. Certamente al di là delle zone “solite sospette” c’è ancora tanto da segnalare: quando si fa buio perfino l’insospettabile zona Giotto si trasforma…

Scene di ordinario degrado: il colle del Pionta

“Il Rifugio del Buongustaio”, in collaborazione con la macelleria “Il Suino Nostrale”, organizza VENERDÌ 31 AGOSTO una cena tutta a base di carni CHIANINA e LIMOUSINE, a sole 30 euro vino escluso. Solo su PRENOTAZIONE, al 392/078.04.44, IL RIFUGIO DEL BUONGUSTAIO 389/444.44.98 o loc. Le Doccie Casavecchia di Capolona

ro la Biblioteca dell’Università / 2

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HANNO FATTO L’IMPRESA

DA AREZZO AL RES LA FORZA DELLA T

ALLA SCOPERTA DI MASIANO MOBILI, L’IMPRESA DI BADIA AL P DI QUALITÀ È RIUSCITA A SUPERARE LA CRISI E AD AFFERMARS a cucina è una delle stanze più importanti della casa e per questo deve essere attentamente curata in ogni dettaglio. Da sempre questa filosofia guida l’operato di Masiano Mobili, azienda familiare specializzata nella produzione di cucine che, dalla sede di Badia al Pino, è riuscita ad affermarsi in tutta Italia facendo leva su un’identità “antica” basata sulla forza della tradizione e la cura di ogni singola parte dei propri prodotti. Per conoscere la storia e i valori di questa bella realtà manifatturiera aretina ci siamo incontrati con Martina Bracciali, una delle titolari dell’impresa che, prima dell’intervista, ci ha accompagnati a fare un giro tra gli ampi saloni dello stabilimento: impossibile non rimanere rapiti dal fascino del rustico e da quello stile che rievoca i tempi andati, uno stile ben lontano dalla modernità spesso “pacchiana” dei nostri giorni. La Masiano Mobili ha una storia di quasi 45 anni: ci racconta le origini? «L’impresa nacque nel 1968 per l’intraprendenza di mio padre e di mia madre, Tommaso Bracciali e Maria Fabbrini, che avviarono un’attività basata sulla produzione di oggettistica di piccole dimensioni, mobiletti e ceramiche. Con il tempo e l’affermazione sul mercato, l’azienda è passata a complementi sempre più importanti fino a specializzarsi nella produzione di cucine, oggi il nostro pezzo forte. Nonostante l’ampliamento, la Masiano è rimasta un’impresa ben radicata sul territorio e, soprattutto, sempre a carattere familiare, con me, mio marito e i miei fratelli che ne abbiamo preso le redini». Quali sono i punti di forza della vostra produzione? «Abbiamo sempre puntato tutto sulla qualità del prodotto. I nostri mobili sono realizzati interamente in legno massello, con un forte richiamo alla tradizione e al rustico; anche nei nostri manufatti più contemporanei il legno, un prodotto che oggi utilizzano pochissime imprese, rimane la componente principale. Ci riteniamo a tutti gli effetti degli artigiani perché, nonostante l’acquisizione di macchinari moderni che velocizzano la produzione di alcune componenti, la maggior parte del lavoro viene ancora fatto a mano: la rifinitura, l’invecchiatura o la carteggiatura sono realizzate con un metodo di lavoro antico che si discosta da quello moderno della grande produzione, e ci permette di curare il prodotto a 360 gradi e in tutte le sue parti». Cucine e non solo… «La nostra produzione non si limita alla cucina ma si amplia a tutto l’arredamento della casa. Mantenendo

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TO D’ITALIA CON TRADIZIONE

PINO CHE CON I SUOI PRODOTTI SI SUL MERCATO NAZIONALE

di Marco Cavini

lo stesso stile rustico delle cucine ammobiliamo anche tutte le altre stanze della casa, producendo mobili su misura e adattabili alle necessità dei clienti». Il vostro è un mercato che non si limita alla sola città di Arezzo. «In realtà siamo più forti a livello nazionale che a livello locale. Noi siamo presenti in tutto il territorio italiano, rifornendo direttamente alcuni negozianti che vendono i nostri mobili, mentre ad Arezzo non abbiamo rivenditori e lavoriamo direttamente dallo stabilimento. Si tratta di una scelta obbligata perché il rustico attrae un pubblico di nicchia, dunque abbiamo deciso di rivolgerci verso un mercato più ampio». Per il futuro che prospettive nutrite? «Purtroppo il nostro settore ha accusato duramente la crisi di questi anni. Dal momento che vendere in Italia è sempre più difficile, il nostro obiettivo è superare i confini nazionali e di aprirci a nuovi mercati esteri europei».

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logo di www.samueleschiatti.com

di Lucio Massai

FESTIVAL ESTIVI ARETINI, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

he cosa sarebbe l’estate, la vita, senza musica? Una colonna sonora che ci accompagna nelle nostre scenografie quotidiane come al lavoro, a casa, in macchina, nei momenti liberi e di privacy, nelle accaldate e afose giornate, nelle lunghe e fresche notti, ammantandoci di emozioni, colorando le nostre sensazioni, ispirando visioni e soprattutto mettendo in stand-by per qualche istante la nostra mente. Con Gianluca Bennati, il nostro fotografo ufficiale e musicista, quest’estate siamo andati a girellare fra alcuni dei molteplici festival del nostro territorio. Che dire? Proviamo a dare qualche voto, senza entrare nei dettagli delle band e nelle diversità dei singoli festival – Arezzo Jazz merita un discorso a parte – con l’intento di riflettere insieme su alcuni aspetti di quello che abbiamo potuto vedere. 10 agli organizzatori. Quasi tutti i festival sono stati a ingresso libero, a offerta o a poco, e tutti chi più chi meno di buona qualità. Questo vuol dire per gli organizzatori contare solo sulle entrate economiche della pubblicità sull’evento, sulle vendite di alimenti e bevande, gadget e poco altro. Sono molti

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SONS OF VESTA SUMMER Arezzo MENGO Arezzo AREZZO JAZZ SUMMER Arezzo CASENTINO LOVE AFFAIRE Casentino

ARNO ROCK Capolona ITALIAN PARTY Umbertide THE RIVER Ponte alla Chiassa

i ragazzi che s’impegnano in volontariato e solo per vivere un’esperienza musicale in prima persona, facendo grandi sacrifici in impegno, tempo e spesso autofinanziandosi, contando soprattutto sugli amici e sul passaparola degli amici, ma tant’è, la passione a volte paga davvero, a volte travolge la razionalità e spesso 8

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i budget non corrispondono a quelli preventivati. Insomma, se tutto va bene la si fa pari o a guadagni minimi, anche se alcuni gruppi suonano gratuitamente o quasi. Ci auguriamo chiaramente di sbagliare e che i numeri siano altri. Da parte nostra sosterremo in comunicazione e a spada tratta chiunque s’impegni professionalmente o per passione a divulgare e a promuovere la musica in genere nel territorio aretino. 8 alle band. La qualità dei gruppi musicali in genere negli anni si è alzata. E non di poco, non ci si accontenta più di fare cover o scimmiottare altri ma si mira a esprimersi con pezzi propri, si suona con l’intento di imparare ogni volta, di vedere le cose da musicisti. Tecnicamente abbiamo visto una sufficiente padronanza degli strumenti, non abbiamo visto “mezze calzette” anzi, quasi tutti buoni esecutori. Comunque c’è e si vede una certa mancanza di idee musicali di fondo e di come comunicarle agli spettatori; le band, a parte eccezioni, non trascinano, non travolgono emotivamente gli spettatori, o poco. Francamente abbiamo visto pochi gruppi consapevoli di essere su di un palco a fare uno show davanti a un pubblico, quindici o cinquecento spettatori non cambia. 6 e ½ ai service. O a causa della location o dell’acustica o di settaggi così così, il suono è la componente più dolente di alcuni festival. Purtroppo succede che non esca in equilibrio o che alcuni strumenti non si sentano affatto. Abbiamo ottimi fonici ma ce ne vorrebbero di più. 6+ al pubblico. 10 a Paolo Bruni. A parte le eccezioni delle band di richiamo nazionale, con centinaia e centinaia di persone, il pubblico in genere ha snobbato le perfomance di alcuni nostri gruppi invece degni di nota. Pochi si sono mossi per curiosare fra le band emergenti aretine, e forse perché non era cool. Ci è anche capitato di vedere più musicisti che spettatori ai concerti. Un applauso infine a Paolo Bruni, il “Pau” dei Negrita, che quando è ad Arezzo lo abbiamo visto più di una volta per i festival aretini come al River, a parlare insieme a noi di musica e arte e non solo con noi, come dire, umiltà e “core”. Un artista affermato nel panorama nazionale italiano come carismatico frontman, capace di interagire con il pubblico come pochi. Lasciatecelo dire: ci sono musicisti che hanno la “puzza sotto il naso” e dovrebbero forse guardarsi meno allo specchio. A proposito, il giorno dopo il Corriere della Sera a tutta pagina lo ha pubblicato in foto con intervista. arezzonroll@gmail.com

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IMMATRICOLAR

ULTIMO MESE PER CONOSCERE L i riparte! L’estate è ormai agli sgoccioli e un nuovo anno accademico è alle porte. Ai futuri universitari rimangono poche settimane per decidere definitivamente la strada da intraprendere. Anche Arezzo, pur non essendo cambiato granché rispetto all’offerta formativa dello scorso anno, si rifà il trucco e si presente ai futuri studenti. La Facoltà aretina dell’Università di Siena si presenta ai blocchi di partenza con nove corsi di laurea, di cui sei triennali e tre magistrali (la vecchia laurea specialistica). È possibile iscriversi entro il 30 ottobre ai seguenti corsi di laurea: Lingue per la Comunicazione Interculturale e d’Impresa; Scienze dell’Educazione e della Formazione; Studi Umanistici (curriculum in Letteratura, Arti, Spettacolo e Filosofia e curriculum in Storia e Scienze Sociali). Eccezion fatta per la laurea in Lingue, gli altri corsi triennali hanno anche una laurea magistrale corrispondente: Discipline Letterarie, Artistiche e dello Spettacolo; Scienze per la Formazione e la Consulenza Pedagogica nelle Organizzazioni; Filosofia e Storia: Fonti, Testi e Teorie. Per quanto riguarda le lauree magistrali è possibile iscriversi fino al 28 dicembre. Otre a quelli della Facoltà di Lettere il campus del Pionta offre altri tre corsi triennali per le professioni sanitarie. Seppur ormai chiusi (la domanda di partecipazione alla prova di ammissione scadeva l’8 di agosto) è sempre bene

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DOVE TROVARE (GRATIS!) “IL SETTIMANALE”

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SI AD AREZZO

LA NOSTRA UNIVERSITÀ

di Luca Piervenanzi

ricordarli, dato che anche quest’anno accoglieranno un’ottantina di nuovi studenti suddivisi tra Infermieristica, Fisioterapia, Tecniche di Laboratorio Biomedico. Ovviamente in questo periodo di rilancio e promozione dell’università in ottica “nuovi iscritti”, non potevano non mancare internet e i soliti social network. Nonostante canali YouTube e vari contatti Facebook siano aperti già da un pezzo, restano comunque un’opportunità in più per ottenere informazioni, conoscere e vedere ciò che offre il campus del Pionta. Per quanto riguarda il social network più diffuso, è attiva anche una chat per poter contattare gli studenti tutor dell’Università di Siena, basta infatti richiedere l’“amicizia” a Tutor Scelta Universitaria Unisi e collegarsi negli orari previsti dal calendario (per Lettere e Filosofia è attiva tutti i mercoledì dalle 17 alle 18). Ma se da una parte internet facilita e velocizza la diffusione di informazioni, non è comunque l’unico mezzo per conoscere la realtà universitaria nella quale vivere e studiare per qualche anno. Per coloro infatti che ancora oggi preferiscono le care e vecchie “quattro chiacchiere” sono attivi dall’inizio dell’estate fino alle fine di settembre i colloqui di orientamento con i docenti dell’università. Gli ultimi incontri in programma, tutti organizzati ovviamente all’interno del campus, saranno il 13 e il 21 settembre per Studi Umanistici; il 10, 11, 18, 20, 24, 25 settembre per Lingue per Comunicazione Interculturale e d’Impresa; il 5, 10, 11, 12, 13, 17, 19, 25, 26 settembre per Scienze dell’Educazione e della Formazione. Gli orari e il nome dei docenti a disposizione durante i colloqui sono disponibili sul sito dell’Università, nella pagina dedicata all’orientamento. Oltre ai corsi di laurea classici l’offerta formativa aretina è completata da altri percorsi post-laurea. Master di I e II livello, corsi di perfezionamento, corsi di aggiornamento professionale e corsi di formazioni. Un’offerta sicuramente ridimensionata negli ultimi anni ma che sembra reggere bene il colpo. Vedremo poi a breve, con la riorganizzazione dei dipartimenti in accordo con la Riforma Gelmini, se ci saranno ulteriori novità nei prossimi anni.

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Gli ultimi colloqui di orientamento con i docenti dell’università sono in programma, all’interno del campus universitario, il 13 e il 21 settembre per Studi Umanistici; il 10, 11, 18, 20, 24, 25 settembre per Lingue per Comunicazione Interculturale e d’Impresa; il 5, 10, 11, 12, 13, 17, 19, 25, 26 settembre per Scienze dell’Educazione e della Formazione

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COME APRIRE NUOVI RISVEGLIANDO IL FAN GIANNI BIGONI

o storico Caffè “Le Stanze” di Poppi ha ospitato, nel mese di agosto, la mostra Viaggio nella memoria di Gianni Bigoni. Ferrarese di nascita e aretino d’adozione, Bigoni è un artista che da autodidatta muove i primi passi nella pittura nel 1968, ammaliato dai grandi del Rinascimento e dell’Impressionismo francese. Nel 1970 si trasferisce a Bologna, dove perfeziona le tecniche frequentando corsi e lavorando in una bottega come esecutore di tele ispirate ai maestri dell’arte contemporanea. Il ritorno sulle rive del Po, a Serravalle di Ferrara, porta in dote una fase pittorica incentrata sul “grande fiume” e i suggestivi paesaggi da esso plasmati. Quando l’emiliano giunge in Toscana, nel 1986, si porta dietro un notevole bagaglio artistico che va a fondersi con nuovi interessi, condensando visioni e tematiche sempre più concettuali e cariche di simboli. Dopo quarant’anni di mostre in tutta Italia, oggi Bigoni è ancora un artista in evoluzione che fa della ricerca uno dei punti fermi. Le sue opere sono affascinanti percorsi tra passato e futuro, tra tangibilità e sogno, tra realtà e fantasia. Un’arte misurata, armonica e soave, in cui le ampie campiture di colore e l’orizzontalità creano un mix dinamico e allo stesso tempo placido, che stimola il pensiero dello spettatore. «Il “viaggio nella memoria” era un itinerario metaforico – ci spiega il pittore, – un espediente per affrancarsi dalle imposizioni quotidiane e favorire le emozioni, le riflessioni e la massima libertà interpretativa in chi osserva. Durante il viaggio, però, c’era anche la voglia di battere strade artistiche alternative, approcciare tecniche diverse, elaborare nuove idee». Lei è partito dalla pittura classica e dalla rappresentazione del paesaggio per raggiungere gli esiti attuali, prossimi all’arte concettuale. Un’evoluzione naturale o c’è stato un momento di rottura? «Quello che sono oggi, sia come uomo, sia come artista, è dovuto alle esperienze del passato. Tutto ciò che affrontiamo durante la vita contribuisce a plasmarci, ma nel corso dell’esistenza esistono anche degli “spartiacque”. Per molto tempo, ad esempio, ho represso quello spirito fanciullesco che a tutte le età ci portiamo dentro. Quando ho deciso di liberarlo anche i miei orizzonti artistici si sono ampliati a dismisura». La mostra in Casentino è appena terminata. Ci sono nuovi progetti in cantiere? «Sto elaborando una personale da organizzare tra il prossimo anno e il 2014. Saranno esposte opere di grandi dimensioni, incentrate “sulle

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I ORIZZONTI ARTISTICI NCIULLO CHE È IN NOI

di Marco Botti

GIUSEPPE PALUMBO | LUCE CONCRETA L’artista veneziano in mostra fino al 22 settembre ad Arezzo

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n settembre ricco di mostre prestigiose quello che attende Arezzo. Tra i protagonisti avremo anche Giuseppe Palumbo, che presenta per la prima volta in città la sua produzione quarantennale, con oltre venti opere inedite. L’esposizione, promossa dall’Associazione culturale lucchese “Nuove Tendenze” e curata da Tiziana Tommei, sarà visibile, a ingresso gratuito, alla Galleria RiElaborando di via Oberdan fino al 22 settembre. In occasione del vernissage di venerdì 31 agosto, alle ore 18, e il giorno successivo, l’artista sarà presente in galleria. Luce, colore e realtà: questa è la formula della cifra palumbiana, i cui riferimenti possono essere ricercati nell’arte antica e rinascimentale. Una fusione di forme e tecniche, in un percorso di alternanza tra pittura, grafica e scultura, che ammalierà tutti coloro che visiteranno la personale di questo protagonista dell’avanguardismo anti-avanguardia. Correlate all’appuntamento numerose iniziative, come recital in galleria, degustazioni e la mostra fotografica allestita in parallelo presso “La Feltrinelli” Point di via Cavour, con scatti di Matteo Barale ispirati all’opera di Palumbo. www.rielaborandoarte.it Chiara Savarino

ali della ritmica”, e verranno realizzate con un materiale plastico, a differenza di quelle che avete visto a Poppi, dove avevo utilizzato colori acrilici su cartone. Giocando sulla “materia nel concetto e viceversa” sto sviluppando una tematica intrigante. Sono già al lavoro per produrre alcuni prototipi, ma ancora è presto per scendere nel dettaglio».

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RISATE DA SOLD O S TUTTO ESAURITO PER LA SERATA FINALE DI SOS CABARET FESTIVAL os Cabaret Festival ha chiuso la sua sesta edizione mercoledì 22 agosto, in un’Arena Eden stracolma di pubblico, accorso nonostante il caldo torrido ad applaudire gli otto comici in gara provenienti da tutta Italia e il super ospite internazionale John Peter Sloan. Ci siamo fatti raccontare la serata dai presentatori e padroni di casa Samuele Boncompagni e Riccardo Valeriani, ovvero il duo comico Noidellescarpediverse. Anzitutto, trattandosi di un concorso, i nomi dei vincitori. «Data la bravura di tutti i partecipanti, è stato un difficile verdetto. Alla fine, l’ha spuntata Salvatore Gisonna da Napoli, che ha così ricevuto il trofeo dall’assessore della Provincia di Arezzo Francesco Ruscelli, battendo al fotofinish Matteo Cesca da Lucca. Come vincitore del premio più ambito, ritroveremo il comico partenopeo a videoregistrare il suo spettacolo in un teatro della Rete Teatrale Aretina, per poi portarsi a casa le cinquanta copie in dvd della trasmissione messe in palio». Gli altri premiati? «Il Premio Originalità e il Premio “Accademia del Comico”, consegnati dal consigliere del Comune di Arezzo Fabrizio Piervenanzi, se li sono aggiudicati Laura Martelli e Marco Pepe, provenienti rispettivamente da Bologna e Milano: il duo è stato particolarmente apprezzato per la sperimentazione di un linguaggio comico lontano dal puro cabaret. Questi riconoscimenti assumono ancora più prestigio per i comici emergenti, se consideriamo la giuria chiamata ad assegnarli, al cui interno spiccavano autori come Antonio De Luca – tra le penne dello Zelig di prima serata tv – attori come Stefano Bellani, Andrea Muzzi, William Catania e Uberto Kovacevich, operatori culturali, gestori di teatri e giornalisti». Tiriamo le somme di quest’edizione. «Un bel finale per un festival che ha messo a calendario 24 spetta-

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OUT!

FORME E PROFUMI TOSCANI Vincenzo Calli e Susan Leyland colorano il settembre aretino

di Enrico Badii

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coli tra gennaio e agosto e che ha goduto di importanti partnership istituzionali come Ministero della Gioventù e Regione Toscana – che con la Provincia di Arezzo lo hanno inserito nel progetto “Generazione Protagonista”, – il Comune di Arezzo, che ha ospitato anche le serate in primavera al Teatro “Pietro Aretino”, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino con RidiCasentino, i comuni di Civitella in Val di Chiana, Marciano della Chiana e Lastra a Signa (Fi), oltre a Coingas, Atam e Arezzo Multiservizi. Un pubblico così generoso ci ripaga

i inaugura sabato 1° settembre, alle ore 18, presso la Villicana d’Annibale Galleria d’Arte di via Cavour, la mostra Forme e Profumi Toscani di Vincenzo Calli e Susan Leyland. Calli, anghiarese, è un sapiente interprete di una sorta di alta pittura rinascimentale, rivisitata in chiave moderna. Le sue tele grandiose evocano i profumi inebrianti dell’amore e della vita, e restituiscono al pubblico i sogni dell’adolescenza. Da anni ai vertici dell’arte figurativa contemporanea toscana, è presente nella rosa dei 99 artisti recensiti ne I giudizi di Sgarbi del 2005. Susan Leyland è una scultrice britannica dedita a innovare l’interpretazione del cavallo nell’arte. Le sue opere, compiute con grazia e originalità, esprimono uno splendore e una leggiadria che i grandi maestri del Rinascimento toscano apprezzerebbero. Anche il suo destino si è incrociato con quello di Sgarbi: è stata infatti da lui selezionata per la 54a Edizione della Biennale di Venezia. Il prestigioso appuntamento artistico, curato dalla gallerista e artista californiana Danielle Villicana per omaggiare l’edizione di settembre della Giostra del Saracino, proseguirà, a ingresso gratuito, fino a mercoledì 12 settembre 2012. www.frescoqueen.com Chiara Marcelli

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IL SETTIMANALE DI AREZZO

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AREZZO SOTTO SIENA? di David Mattesini

è ancora da lottare. La bolla scoppiata in faccia alla comunità aretina, dopo le esternazioni del governatore Rossi, non dovrebbe però sorprendere più di tanto. La ratio dei numeri è chiara, se accorpi tre Province quella con più abitanti diviene il nuovo baricentro. Dietro i numeri, però, c’è una realtà innegabile. Siena anche oggi, nonostante crisi plurime, è più forte in termini economici e quindi di potenziale sviluppo di Arezzo. La nostra purtroppo una città in declino, in sudditanza economica e a volte “psicologica”. Una realtà di fatti che viene da lontano. Basti pensare alla sudditanza del polo universitario aretino. Poi ci sono i servizi, così come le reti economiche e di potere, lo sviluppo turistico alternativo al declino industriale e molto altro: la notorietà internazionale che Arezzo ancora non ha. Unico vantaggio le infrastrutture, anche se non ci sono veri collegamenti aerei né un vero e composito progetto di sviluppo turistico, e soprattutto i necessari capitali a sostenerlo. In Serie C purtroppo ci siamo da un po’, basti guardare alle prospettive di lavoro date ai giovani sul territorio. Il punto è che la prospettiva odierna rischia di divenire la mazzata finale. Unica soluzione? Uno scatto di orgoglio che ha però tutto il sapore dell’ultima spiaggia. Una sensazione trapelata anche dopo l’incontro del sindaco Fanfani con il governatore Rossi. Fanfani, il quale adesso sta conducendo una battaglia più che sul piano amministrativo su quello politico, tutta interna al Pd. Un partito di per sé frammentato, ma che ha in mano il governo della Regione. Da qui la lettera a Bersani con la conseguente richiesta di incontro, assieme a quella al ministro Patroni Griffi. Una battaglia, quella del Sindaco, doverosa e coraggiosa. C’è però sullo sfondo una sensazione molto netta, Siena sotto Arezzo non ci andrà mai, a meno di clamorose decisioni dall’alto. Unica soluzione percorribile, quindi, tentare di restare da soli appellandosi alla forza dei numeri, che ci penalizzerebbero di 5000 abitanti nell’ultimo censimento 2012, secondo quando previsto dal decreto del Governo ( il tetto richiesto è di 350.000), ma che comunque ci portano molto vicino all’obiettivo richiesto. Ci sarebbe poi un’altra leva efficace, ossia minacciare di mettersi davvero di traverso al raddoppio del tanto discusso inceneritore, ma anche qui non sembra che ci sia vera forza e intenzione. Vedi crisi di maggioranza in Comune. Dall’altra parte, però, anche dopo l’incontro con Fanfani la posizione di Rossi resta chiara: un’unica provincia della Toscana meridionale. Speriamo dunque che il possibile ingresso di un aretino nella commissione regionale di riordino non sia solo un contentino che non porti poi a nulla, facendo perdere solo tempo. Le dimissioni minacciate con coraggio da Fanfani? Uno spettro che potrebbe allarmare solo il Pd, purtroppo. La difficile partita resta quindi aperta…

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A cura di Roberto Parnetti, con la collaborazione di Matteo Bidini, Stefano Brandini Dini, Redazione del Quartiere di Porta del Foro, Felice Rogialli (foto), Saimon Savini (foto) e Andrea Scartoni (foto). Si ringraziano l’Ufficio del Folclore e Giostra del Saracino del Comune di Arezzo e i Quartieri

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a Lancia d’Oro della Giostra della Madonna del Conforto (124a edizione dell’età contemporanea) è dedicata al monastero di Camaldoli, e all’omonimo Ordine religioso, in occasione del millenario della sua fondazione. Intagliata da Francesco Conti, la Lancia d’Oro è stata realizzata su bozzetto di Giuliano Censini, vincitore del relativo concorso. L’artista ha riportato l’antico simbolo ravennate dell’Ordine, con due colombe che bevono in un unico calice sormontato da una stella che esprime l’unità armonica vissuta nell’unico calice della fede e dell’eucarestia dalle due esperienze monastiche: l’eremitica e la cenobitica.

Presentazione della mostra dei bozzetti delle Lance d’Oro. Da sinistra Marco Ercolini (rettore Porta Crucifera), Andrea Orlandi (rettore Porta del Foro), Ezio Gori (rettore Porta Santo Spirito), Maurizio Carboni (rettore Porta Sant’Andrea), Giuseppe Fanfani (sindaco di Arezzo), Lucia De Robertis (assessore delegato alla Giostra del Saracino) e Francensco Conti (intagliatore). Qui a destra Giuliano Censini, vincitore del concorso per il bozzetto della Lancia d’Oro La presentazione dei Quartieri che segue è in base all’ordine di estrazione delle carriere: Porta Santo Spirito, Porta del Foro, Porta Sant’Andrea e Porta Crucifera

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ppuntamento con la Storia! Sì, il Quartiere della Colombina ha un appuntamento con la Storia perché, in caso di successo nella giostra di domenica 2 settembre, otterrebbe quel “cappotto” che ai Bastioni manca dal 1934. Ovviamente nessun gialloblù “osa” menzionare tale cosa ma la splendida prova dei due “ragazzi terribili”, così ribattezzati dal capitano vittorioso Marco Geppetti dopo la Giostra di giugno, fa ben sperare per la compagine guidata dal rettore Ezio Gori. Nella notturna dello scorso 23 giugno Gianmaria Scortecci ed Elia Cicerchia non si sono lasciati minimamente intimorire dai più blasonati ed esperti giostratori degli altri Quartieri, ma anzi hanno saputo tirar fuori quanto provato e riprovato al campo addestramento “Edo Gori”, sotto la supervisione di quella volpe che risponde al nome di Martino Gianni e dell’intero staff gialloblu. In più, da quest’anno, conta pure la collaborazione di Lele Formelli. Per gli amanti della cabala c’è poi un ulteriore fattore, legato alla Lancia d’Oro dedicata al monastero di Camaldoli e all’omonimo Ordine religioso, il cui stemma è contraddistinto dai colori blu e oro con due colombe che si abbeverano a un calice… Non è tutto: infatti il vincitore del concorso relativo alla realizzazione dell’impugnatura della Lancia d’Oro, Giuliano Censini, è il primo artista a vincere per due volte l’iniziativa. Sapete quando fu la prima volta? Nell’edizione del 20 giugno 1999 (dedicata a Pietro Berrettini detto “Il Cortona”), Giostra vinta poi da Santo Spirito. Torniamo a come il Quartiere sta vivendo questo magic moment iniziato la sera del 23 giugno e che si sta protraendo con tutta una serie di iniziative. Ovviamente il momento clou è stato con la Cena della Vittoria, svoltasi in una location storica del Quartiere, ovvero piazza San Jacopo, e che ha visto pure la presenza di Vittorio Sgarbi, spettatore anche al torneo. E i giostratori… Beh, anche per loro ci sono stati giorni di festa e “bagordi”, ovviamente meritati ma limitati, proprio per continuare in quel lavoro intrapreso al campo gara e portare altri importanti e prestigiosi risultati. Adesso solo il Buratto saprà dire se tanto sudore, passione e abnegazione premieranno i “ragazzi terribili”… Ai Bastioni, comunque vada, sarà un successo.

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er Porta del Foro questa sarà senza ombra di dubbio una Giostra fondamentale, diversa da tutte le altre. I giostratori sono pronti a riscattarsi dopo l’opaca prova della Giostra di Giugno. Il Quartiere è consapevole della propria forza, e proprio in virtù di questo si aspetta una vittoria che ormai da troppo tempo manca. La vittoria sarebbe, inoltre, il giusto coronamento dell’impegno profuso dal Quartiere per l’ultimazione dei lavori del nuovo campo prove, in località Petrognano. La Giostra di settembre vedrà inoltre vestire i panni del capitano Dario Tamarindi, già sceso in piazza con queste vesti per la Giostra di giugno in sostituzione di Gianni Cantaloni, il quale per motivi di salute ha dovuto rinunciare a questo ruolo. Il Consiglio direttivo ripone nel giovane Capitano la massima fiducia, la stessa che ha in Enrico Giusti e Daniele Gori. La coppia è reduce da un periodo di allenamento intenso che si è protratto nell’arco di tutta l’estate, praticamente senza sosta, proprio per questo il Consiglio è certo dell’affidabilità del duo e dei loro successi in futuro. Nonostante le mancate vittorie di questi ultimi anni, il rettore Orlandi è orgoglioso della partecipazione del popolo giallo cremisi, che ha dimostrato un grande attaccamento ai propri colori: il Quartiere è infatti reduce da una “Settimana del Quartierista” che ha visto una grandissima partecipazione, a coronamento dello sforzo profuso dal Comitato giovanile della Chimera. Le manifestazioni organizzate da quest’ultimo, sotto la supervisione del Consiglio direttivo, hanno coinvolto persone di generazioni diverse che nel Quartiere hanno un punto di riferimento e di aggregazione sociale, su cui fare affidamento. La degna conclusione della “Settimana del Quartierista” sarà la cena propiziatoria, a cui si potrà prendere parte prenotando il biglietto fino alle ore 17 di domani (sabato 1) presso la sede del Quartiere o telefonando al 328/5457912.

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colori del Quartiere di Palazzo San Giusto, com’è ben noto, sono il bianco e il verde, e lo stemma è la croce di Sant’Andrea che si presenta, secondo la dicitura araldica, “di verde alla croce di Sant’Andrea d’argento”. Il motto in latino recita Divus Andreas superior discedit che, tradotto, significa “Sant’Andrea esce vincitore”. I ragazzi del Comitato giovanile, traendo ispirazione dal motto, si appellano al loro Quartiere come Divus. Quello di Sant’Andrea è stato il primo Quartiere a poter vantare la formazione di un Comitato giovanile che, nel 2011, ha festeggiato gli oltre 30 anni di attività. I giovani che compongono il Comitato sono molti e, sempre più spesso, colorano e riempiono di vita la sede in via delle Gagliarde con le loro iniziative. La Sala d’Armi in Palazzo San Giusto è intitolata allo storico capitano Enzo Piccoletti, adiacente a questa vi è il meraviglioso museo del Quartiere contenente le Lance d’Oro conquistate, i costumi d’epoca e cimeli di Giostre passate. Il museo è abbastanza recente: è stato inaugurato infatti nell’aprile 2011, grazie all’apporto dei Quartieristi e di Banca Etruria, ed è oramai divenuto tappa obbligatoria per molti turisti e appassionati di Giostra. Nella stessa struttura sono anche presenti la sala dei costumi, il circolo ricreativo e la sala del Consiglio dedicata a Giuseppe Municchi, storico rettore del Quartiere. Il Consiglio direttivo è composto da 21 membri, eletti dai quasi 700 tesserati, e presieduti dalle due massime figure del Quartiere: il rettore Maurizio Carboni e il capitano Andrea Lanzi. Entrambi molto amati e più volte riconfermati alle loro prestigiose cariche. Durante i dieci giorni che precedono le due Giostre, il Quartiere organizza svariati eventi in Piazza San Giusto ai quali partecipano numerosi quartieristi e giovani aretini. I festeggiamenti culminano la sera antecedente la Giostra, quando ha luogo la cena propiziatoria. Durante quest’ultima Sant’Andrea riesce a mettere a sedere oltre 1500 persone, facendole cenare con piatti cucinati interamente e serviti da centinaia di biancoverdi volontari. Nel periodo invernale le attività non si fermano, anzi hanno luogo nella sede continue pizzate e nel circolo attività ricreative che, associate alla buona compagnia, aiutano a costruire uno status di aggregazione che va ben oltre le differenze generazionali o sociali, unendo uomini e donne, grandi e piccini, attorno a un progetto comune culminante nella discesa sulla lizza dei due giostratori biancocrociati. Per il Quartiere di Porta Sant’Andrea corrono Enrico Vedovini, detto “Ucellino”, che vanta ben 7 vittorie dal 2001, in groppa a Peter Pan, e Stefano Cherici, detto “Bricceca”, che dal 2004 ha collezionato già 6 vittorie e giostra su Lilly Gray Mac. Coppia inamovibile del Quartiere e molto amata dai suoi sostenitori in quanto, fin da giovanissimi, i due vestono i colori bianco e verde. WWW.FONDAZIONEMONNALISA.ORG

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iostra da archiviare in fretta, quella di giugno, per i colori rossoverdi. Il preludio di quella che sarebbe stata una serataccia si è avuto poche ore prima, con l’imprevisto forfait di Carlito Brigante, il cavallo di Carlo Farsetti, poi una serie di situazioni strane condite anche da scelte discutibili hanno fatto sì che dal cilindro uscisse la sorpresa di Santo Spirito con i suoi due “baby” debuttanti. Togliamo ogni dubbio o fraintendimento, Porta Santo Spirito ha meritato la Lancia con due carriere dove si è notato oltre che lo spessore tecnico dei due giostratori (Cicerchia, prova magistrale!) anche la determinazione e soprattutto il lavoro di squadra. Chi è primo e abituato a vincere come noi, difficilmente accetta il ruolo di comprimario, ma essere primi vuol dire anche avere la forza di applaudire la meritata vittoria (quando lo è) dell’avversario, per poi ributtarsi a capofitto sul lavoro, convinti di essere comunque un Quartiere da battere. Le ultime quattro Giostre hanno sentenziato; due Lance a testa per Colcitrone e Colombina. La prossima Giostra vede certamente Porta Crucifera entrare in piazza con ovvie e maggiori pressioni, non certo per questa “gara nella gara” ma per mantenere il trend di almeno una Lancia all’anno, che deve restare l’obiettivo primario. Un obiettivo da mantenere con la consapevolezza dei propri valori, con umiltà e tanto duro lavoro. Questo non spaventa certo Alessandro Vannozzi, Carlo Farsetti e soprattutto il capitano Maurizio Fazzuoli. Tre personaggi tenaci, vincenti nel dna, aiutati da un team ottimo di ragazzi volenterosi. Il ritorno di Marco Filippetti riporta al nostro Quartiere un “patrimonio” di amicizia e storia indelebile. Marco ogni volta che viene chiamato risponde “presente” senza esitazione, è uomo di grande spessore, figura leggendaria del Saracino e presenza rassicurante. È chiaro che il nuovo Direttivo, unitamente al gruppo che costituisce il “Consiglio allargato”, aveva sognato di iniziare con una vittoria, che avrebbe voluto dire capitalizzare subito al massimo il lavoro fatto (il Quartiere è senz’altro rifiorito con nuove politiche sociali, una ritrovata coesione e tanti progetti). Pazienza, i programmi restano, la voglia di vincere è invece aumentata a dismisura. Non possiamo non concludere senza ringraziare, a nome di tutto il Consiglio direttivo, il Comitato Donne, instancabile nel suo determinante lavoro, e il Comitato giovanile, che con tante iniziative ha porG. i tato vigore ed entusiasmo. S. rm Al lla I Quartieri hanno assolula A rm S. . i G tamente bisogno di forze fresche per non disperdere quel grande patrimonio che è la Giostra del da 30 anni impianti Saracino, una delle cose d’allarme per la (poche per ora, purtroppo) vostra sicurezza! per cui possiamo vantarci 327 1658249 – 329 1221125 di essere aretini.

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I DATI DELLA GIOSTRA DI GIUGNO Spettatori presenti: 4611; incasso: 85.106,44 euro Punteggi e tempi dei singoli giostratori (il tempo massimo è di 4,85 secondi oltre il quale il cavaliere viene penalizzato di 2 punti): Prima serie di carriere 1: Porta Sant’Andrea, Enrico Vedovini, in sella a Peter Pan, punti 5 (4,69 secondi). 2: Porta del Foro, Daniele Gori, in sella a Tudor, punti 0 (lancia persa dopo aver colpito il 4; 4,30 secondi). 3: Porta Santo Spirito, Gian Maria Scortecci, in sella a Machine Gun, punti 4 (4,74 secondi). 4: Porta Crucifera, Carlo Farsetti, in sella a Enola Gay, punti 0 (lancia persa dopo aver colpito il 4; 4,40 secondi). Seconda serie di carriere 5: Porta Sant’Andrea, Stefano Cherici, in sella a Lilly Gray Mac, punti 3 (4,79 secondi). 6: Porta del Foro, Enrico Giusti, in sella a Luna, punti 2 (4,48 secondi). 7: Porta Santo Spirito, Elia Cicerchia, in sella a Baby Doll, punti 2 (4,68 secondi). 8: Porta Crucifera, Alessandro Vannozzi, in sella a Lonja, punti 4 (4,43 secondi). Prova Generale del 17 giugno 2012 Piatto d’Argento dedicato a Carlo Fardelli.

Mauro Piantini

Prima serie di carriere 1: Porta Sant’Andrea, Mauro Piantini, in sella a Stella, punti 5. 2: Porta del Foro, Andrea Bonardi (esordiente), in sella ad Areco, punti 2. 3: Porta Santo Spirito, Andrea Bennati (esordiente), in sella a Colonnel, punti 3. 4: Porta Crucifera Andrea Acquisti, in sella a Merlino, punti 4. Seconda serie di carriere 5: Porta Sant’Andrea, Francesco Rossi, in sella a Farah Diba, punti 4. 6: Porta del Foro, Gabriele Gamberi, in sella a Principessa, punti 3. 7: Porta Santo Spirito, Thomas Tanganelli (esordiente), in sella a El Chico, punti 4 ridotti a 2 per carriera lenta 8: Porta Crucifera, Andrea Vernaccini, in sella a Guendalina, punti 2.

Francesco Rossi

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ra le grandi novità dell’estate pallavolistica aretina spicca l’apertura del settore giovanile maschile della Volley 88 Chimera. La società, che vanta centinaia di bambine e di ragazze dalla Serie D al minivolley e che negli ultimi anni ha fatto incetta di titoli e di vittorie, ha deciso di ampliare la propria attività inaugurando i corsi di pallavolo e di avviamento allo sport rivolti ai bambini da 6 a 14 anni, con l’obiettivo di integrare l’attività femminile e di costituire anche un forte vivaio maschile. Di tutto questo parla Massimo Gialli, presidente della Volley 88. Quali sono i motivi che vi hanno spinto a inaugurare il settore giovanile maschile? «Con le femmine abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere, dunque la nostra società aveva bicontinua a pag. 18

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Maschi e femmine: la Volley 88 arricchisce la pallavolo aretina Tra le novità dell’estate pallavolistica c’è l’apertura del settore giovanile maschile da parte della società aretina

di Marco Cavini

[segue da pag. 17]

sogno di nuove ambizioni e nuovi stimoli. Ampliare l’attività e creare una scuola di pallavolo maschile ci è sembrata la soluzione naturale, anche perché da anni tante famiglie e la stessa Federazione ci stavano chiedendo di allargare la nostra proposta anche a bambini e a ragazzi». Che obiettivi vi ponete? LA NOVITÀ 2012-13: «Vogliamo creare LA SCUOLA DI PALLAVOLO APRE un settore giovaniLE PORTE ANCHE AI BAMBINI le completo che dal La Volley 88 Chimera è ormai da anni minivolley arrivi, un un punto di riferimento della pallavolo giorno, fino alla prigiovanile aretina e, anche per la stagione ma squadra, offrendo 2012-2013, organizza corsi di avviamento un’opportunità in più a tutti coloro che ad Arezzo vogliono allo sport per bambini e bambine dai 6 ai giocare e divertirsi con la pallavolo. Per riuscirvi faremo af14 anni. Tutti i corsi, di cui sono già aperte fidamento su tecnici e istruttori competenti e qualificati, in le iscrizioni, si tengono presso le palestre grado di insegnare a giocare, di far crescere sportivamente dell’Itis o della Scuola media “Cesalpino”: i nostri atleti e promuovere i valori dello sport». coloro che effettueranno la prima iscrizioCosa rappresenta il settore giovanile per la vostra sone riceveranno in regalo due magliette cietà? della società e lo speciale zaino “Volley «La cura del vivaio è sempre stata una delle priorità del la88 Chimera”. voro della Volley 88 e uno dei segreti alla base dei nostri sucPer ottenere ulteriori informazioni è poscessi. Siamo consapevoli che i buoni risultati e il futuro della sibile chiamare i numeri 347/30.57.243 o società dipendano dal vivaio, dunque investiamo sul settore 333/43.23.206 o inviare una mail all’indigiovanile gran parte dei nostri sforzi e delle nostre professiorizzo saragialli@virgilio.it, mentre per conalità. Di anno in anno ripartiamo con entusiasmo dalle basi, noscere ulteriormente la Volley 88 è attivo dai coril sito www.volley88.com, una pagina si di che contiene tutte le indicazioni, le notizie avviae le foto della società aretina. mento a l l a pallavolo e dal minivolley, ed è proprio grazie a questa politica che siamo diventati uno dei punti di riferimento della pallavolo giovanile cittadina e siamo riconosciuti anche a livello nazionale».

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di Omero Ortaggi

Arezzo ritorna capitale dell’equitazione

Occhi puntati sull’Equestrian Centre che dal 31 agosto al 16 settembre ospiterà i fuoriclasse dell’equitazione internazionale

n questi ultimi giorni d’estate, l’Arezzo Equestrian Centre torna a essere il centro del mondo ippico. Considerata una delle strutture agonistiche più all’avanguardia a livello europeo, il prestigioso centro equestre sarà luogo di una delle più importanti competizioni presenti nel panorama continentale: l’Equestrian Style 2012. Un evento sportivo di grande rilevanza internazionale, che dal 31 agosto al 16 settembre porterà a San Zeno il top dell’equitazione, con i più grandi campioni che si misureranno all’interno di tre grandi appuntamenti, a cui saranno unite altre competizioni riguardanti le categorie Young Horses, Children, Juniores e Young Riders. La manifestazione si concluderà con la Ladies Cup, gara riservata alle amazzoni, e il Gran Premio Fei (Fédération Equestre Internationale) che domenica 16 settembre sarà, come di consueto, l’evento di chiusura della kermesse. Le gare si svolgeranno nella maggior parte dei casi all’interno del Campo “Boccaccio”, un’arena di erba (di oltre un ettaro) considerata una delle migliori d’Europa e tenuta in condizioni impeccabili, nonostante la grave siccità, attraverso l’ottimo lavoro dei vivaisti. Campo “Boccaccio” che, con i suoi fossi, banchine e laghetti, sarà anche teatro del Derby d’Italia. Ma l’equitazione va oltre i confini dello sport, mischiandosi con la moda e dando così vita a una disciplina unica. Per celebrare l’equitazione in tutta la sua eleganza e stravaganza, non poteva mancare (in concomitanza con la Ladies Cup) il Ladies Day, un pomeriggio nel quale le signore gareggeranno sugli spalti mettendo in mostra i loro particolari cappelli. Campioni, giovani promesse e circa 2000 cavalli (attorno ai quali gravitano 7000 persone mediamente) animeranno l’affascinante location dell’Equestrian Centre aretino, facendo conoscere ulteriormente al mondo il nome della nostra città, ormai punto di riferimento internazionale per quanto riguarda l’ambiente dell’equitazione. Una struttura, quella gestita dalla Holmo srl di Riccardo Boricchi e Carlo Bernardini, che ha come obiettivo quello di stabilire un rapporto sempre più diretto con la nostra città, visto il crescente impatto positivo che ha in materia di turismo, diventando così un’occasione per Arezzo e un’occasione per conoscere Arezzo.

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Freemove, un modo innov

Sbarca ad Arezzo grazie a Simone Maggini una nu e basato sullo “Small Group Personal Trainer” barca ad Arezzo Freemove, un modo nuovo per intendere e praticare la ginnastica. Nata da un’idea di Simone Maggini, preparatore aretino specializzato in fitness funzionale, Freemove propone una ginnastica per tutti improntata sul concetto dello Small Group Personal Trainer, cioè sul gruppo ristretto di persone seguite individualmente attraverso un’attività personalizzata e diversificata a seconda delle necessità di ciascun allievo. In questa intervista, lo stesso Maggini ci illustra nei dettagli in cosa consiste questa innovativa attività. Maggini, cosa è Freemove? «È un approccio diverso per il benessere psicofisico della persona: è un corso di ginnastica che considera ogni allievo in maniera approfondita e specifica, proponendogli esercizi calibrati e mirati alle sue esigenze e ai suoi bisogni. Il lavoro avviene con gruppi ristretti, con lezioni a numero chiuso che garantiranno la figura del personal trainer e permetteranno un’attività di qualità». Quali sono gli elementi di novità di questa attività? «Innanzitutto si tratta di un tipo di ginnastica che lavora su tutto il corpo, coinvolgendo sia le capacità condizionali (forza, resistenza e velocità) sia quelle coordinative (la correttezza dei movimenti). Freemove non si concentra sul singolo muscolo, ma sull’intero movimento e quindi sul gesto nella sua interezza: vengono enfatizzate le movenze che ognuno compie nella propria vita quotidiana, rendendo il lavoro molto specifico e variegato. Oltre all’attività di fitness forniremo consigli nutrizionali e sullo stile di vita da seguire, con un lavoro a 360 gradi che va oltre la palestra e si trasferisce nella quotidianità di ogni allievo». A chi è rivolta la ginnastica di Freemove? «Dal momento che il lavoro è personalizzato e mira a obiettivi diversificati, la proposta si adatta a persone di tutte le età: può servire per integrare la preparazione sportiva, per rimanere in forma, per effettuare la riabilitazione dopo un infortunio, per dimagrire, aumentare la massa muscolare, ristabilire la postura del corpo… Il lavoro principale riguarda il rafforzamento dei muscoli del core, i muscoli profondi presenti nella zona centrale del corpo e da cui partono tutti i movimenti: la ginnastica conduce verso un maggior controllo delle proprie azioni e una maggior percezione del proprio sé, due caratteristiche che permettono un aumento del benessere e della possibilità di prevenire infortuni, sia sportivi che quotidiani (mal di schiena, dolori alle gambe…)». Quali sono gli attrezzi utilizzati? «Principalmente Freemove fa leva sul peso corporeo, utilizzato

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vativo per fare ginnastica

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per sollevarsi e per spostarsi, integrandolo con attrezzi dove il controllo è dato dalla stessa persona: dai classici bilancieri e manubri fino ad arrivare ad attrezzi più specifici come le superfici instabili (semilune, cuscinetti, fitball…)». Per concludere conosciamo il personal trainer: chi è Simone Maggini? «Sono laureato in

Scienze e Tecniche dello Sport, preparatore a Coverciano e specializzato in Fitness funzionale. Professionalmente nasco come istruttore di coordinazione, psicomotricità e divertimento con i bambini; in seguito sono passato a lavori di sala peso, da personal trainer e alla preparazione atletica di varie società di pallacanestro e calcio, un ruolo che tuttora ricopro attività di FREEMOVE prenderà il via negli Juniores nazionali da martedì 18 settembre con lezioni dell’Arezzo. gratuite di prova presso la palestra della In Freemove non ho Flashdance di Manola Feira (ad Arezzo, fatto altro che riunire la in via Ristoro 170): per ulteriori informamia esperienza e i miei zioni e per iscrizioni contattate Maggini al ultimi studi in un’unica 328/28.97.952 o scrivete una mail a simogrande attività, per ne.maggini@gmail.com. metterla al servizio di tutta la città di Arezzo».

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Buon campionato, US Arezzo! i riparte. La lunga estate calda sta lasciando il posto al ritorno del calcio giocato, dopo settimane di chiacchiere, polemiche, scandali e lunghi strascichi che hanno accompagnato i tifosi di tutto il Belpaese. Mentre dalle vicine Siena e Grosseto sono tornati a galla vecchi ricordi legati a “tiri Mancini” subiti dall’Arezzo, allora allenato da quell’Antonio Conte adesso sulla bocca di tutti – e che hanno di Luca fatto riemergere pure la rabbia per la Stanganini disparità di trattamento subita dai colori amaranto – qua, all’ombra di San Cornelio abbiamo dovuto “accontentarci” di argomenti dei quali si è occupata solo la stampa locale, non per questo meno fastidiosi per chi ha a cuore le sorti dei ragazzi di Abel Balbo. C’è crisi, lo abbiamo detto e lo sappiamo bene, e il calcio non fa alcuna eccezione. Per cui, il disimpegno dei soci romani Felletti e Anzalone hanno messo – non poco – in difficoltà il sempre più solo presidente Severini, il quale, va detto, si è accollato da solo la gestione finanziaria di un campionato oneroso, sebbene si parli di categorie dilettantistiche. A queste condizioni, venendo al punto, viene da chiedersi con quali ambizioni l’Arezzo si appresta, nel weekend a venire, ad affrontare il blasonato Pierantonio, squadra alla quale pare manchi un cognome, ma che già lo scorso anno ha saputo dare un cocente dispiacere agli uomini di Bacis. Senza possedere la sfera di cristallo, ma limitandoci a dati oggettivi ed evitando di drammatizzare oltre il dovuto alcuni risultati del precampionato – vedi la sconfitta contro il Fondi oppure lo storico pareggio contro il Capolona, – si può essere moderatamente ottimisti. Walter Martucci ha acappato i migliori fichi del bigoncio, confermando dapprima Martinez e Mencarelli, a seguire Pecorari e Bucchi, infine Mario Raso, sì, proprio l’esule bomber di Fondi. Alle conferme sono seguiti alcuni innesti di valore – Bagnato – e interessanti scommesse quali Testa, erede designato di Speranza in mezzo al campo, e il colored Dieme, chiamato a ripetere le gesta del rimpianto Cissè, emigrato nel lontano Portogallo in cerca di fortuna. Alla fine l’ossatura è rimasta, non si vedono all’orizzonte avversari del calibro del Pontedera, per cui l’unica Speranza persa si chiama Daniele. Son cambiati i tempi, il grande calcio è lontano, e lungo il cammino per riapprodarci. C’era Croce, adesso Testa. Questione di moneta e monetine. Ma non disperiamo che prima o poi qualcuno arriverà, a dare una mano al povero Severini. Magari un Locatelli che, se diamo retta alla pubblicità di un tempo, fa le cose per bene. Buon campionato e bentornato, vecchio Us Arezzo, cavallino rampante. Per noi, la più forte sei tu.

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Rafting Vigili del Fuoco, sull’onda dell’entusiasmo di Giacomo Belli

i sono mestieri non adatti ai deboli di cuore; mestieri nel cui dna scorre un alto tasso d’adrenalina legato al pericolo del proprio scopo, che è quello di salvaguardare la nostra incolumità. Lo sport, alle volte, si mescola all’operato di queste persone per dar loro man forte in occasioni davvero estreme. Lottare tra rapide scoscese e turbolente, mulinelli, cascate e rocce sporgenti non è affare da poco. Situazioni in cui la furia dell’acqua esalta le capacità fisiche, atletiche e di coordinazione di un gruppo che sfida se stesso e la natura fluida, impetuosa, su un semplice gommone: è questo il legame tra i Vigili del Fuoco di Arezzo e il rafting. Strano connubio, a prima vista, dato che nella nostra provincia non sono molti i fiumi adatti a tale disciplina. Ma la squadra di rafting dei Vigili del Fuoco di Arezzo è a oggi la sede della Rappresentativa Nazionale VV.F. Un fregio che portiamo dal 2007. «Questo sport è strettamente legato al soccorso fluviale. Tutti i ragazzi che compongono il nostro equipaggio sono specializzati in questo tipo d’attività». Marco Covani ne è il capitano ed è lui a parlarci del rafting nel nostro territorio: «Siamo dieci persone a praticare tale disciplina ad Arezzo. Col nostro gruppo partecipiamo al Campionato Assoluto italiano (iscritti quindi alla Firaft), che è costituito da circa sette gare dislocate nell’intera penisola. L’addestramento tecnico – iniziale – della Nazionale italiana a Vipiteno, invece, avviene su laghi, per coordinare i movimenti prima di affrontare le rapide dei fiumi. Gli allenamenti più vicini possono svolgersi in alcuni tratti dell’Arno. Molto belli i percorsi sulla Dora Baltea in Valle d’Aosta, sull’Adda, ma andiamo anche nel Salernitano. Intanto ci prepariamo alla prossima gara sul Tevere». Il rafting è composto da un estuario di discipline al suo interno vario ed emozionante: «Equipaggi R4 o R6, composti cioè da quattro o sei atleti, si sfidano nella “discesa” che si snoda per un tratto di circa sette chilometri. Lo “sprint” è una gara di velocità su una distanza inferiore a un chilometro. Lo “slalom” invece ha porte [come i circuiti di canoa visti nella recente Olimpiade, nda] e tratti controcorrente. Infine c’è il “testa a testa”, che è la più emozionante e intensa, con gare a eliminazione diretta». Dall’impegno e dalla determinazione di questi ragazzi sono scaturiti notevoli risultati di cui il più recente e prestigioso è stato conquistato a metà giugno in Lapponia, a Rovaniemi, in occasione della Coppa Europea: «Con la squadra di rafting dei Vigili del Fuoco di Arezzo siamo riusciti a conquistare il terzo posto, sfidando fiumi dalla portata d’acqua notevole. Tanto che, all’inizio, mi ero spaventato. Poi siamo stati bravi, e con un pizzico di fortuna abbiamo conquistato il bronzo, su via del otto equipaggi in lizza». Sembolino 96 Sull’onda dell’entusiasmo, Badia al Pino è proprio il caso di dirlo, 0575/410431 chissà questi eroi, a suon di www.masianosas.com remate, dove potranno ancora arrivare.

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IL CENTRO SPORT CHIMERA RIPARTE CON UN “ASSAGGIO DEI CORSI”

Le pagelle di fine anno Il 6 e 7 settembre due giornate promozionali gratuite per provare i corsi di nuoto, salvamento e fitness

l Centro Sport Chimera è già proiettato verso il futuro: i primi appuntamenti della nuova stagione saranno giovedì 6 settembre e venerdì 7 settembre, quando è in programma l’“Assaggio dei Corsi”, un’iniziativa promozionale dedicata alla scuola nuoto per adulti, alla sicurezza in acqua e al fitness in acqua.

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Completamente gratuito, il doppio evento permetterà agli aretini di provare alcune delle attività presenti all’interno del Centro Sport Chimera, dando loro l’opportunità di godere di un “assaggio” di varie proposte per scegliere quelle che meglio si adattano alle loro necessità. «È la prima volta che organizziamo giornate del genere – spiega

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NUOTO, ATTIVITÀ ACQUATICHE E MOLTO ALTRO!

Marco Magara, direttore tecnico del Centro Sport Chimera. – Siamo convinti che il miglior modo per far conoscere e apprezzare le nostre attività sia proprio quello di farle provare: questi assaggi offriranno la splendida occasione di scoprire il Centro Sport Chimera, testare le numerose discipline proposte e mettersi alla prova. Invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare perché l’evento è completamente gratuito e può essere il giusto stimolo per iniziare a praticare una nuova disciplina che, in un ambiente chiuso e protetto da qualsiasi condizione meteorologica, potrebbe configurarsi come l’attività ideale in vista della stagione invernale». Giovedì 6 settembre, ore 19, Nuoto e Salvamento – La Chimera Nuoto e la Società Nazionale di Salvamento proporranno assaggi dei corsi di nuoto e del corso professionale di bagnino di salvataggio, testando le capacità natatorie di tutti i partecipanti in vista di una possibile futura iscrizione. Al termine della giornata scenderanno in vasca i bagnini formati negli anni passati che simuleranno alcune situazioni di soccorso, dando modo ai presenti di conoscere i contenuti e le proposte di questa attività. Venerdì 7 settembre, ore 18.30, Fitness in Acqua – Organizzata dalla Sport3, la seconda giornata permetterà ai partecipanti di provare le varie discipline della ginnastica in piscina, facendo esercizi con numerosi attrezzi quali il treadmill (trampolino), i manubri, le tavolette e i galleggianti. A conclusione dell’evento sarà possibile assistere all’esibizione della squadra agonistica di fitness sportivo, reduce da uno splendido quarto posto ai recenti Campionati italiani di Specialità.


POLIFONICO, TANTI AUGURI! di Valentina Paggini

Il concorso musicale più longevo del mondo è nato e vive ogni estate nella nostra città

i è conclusa la scorsa domenica la 60a edizione del Concorso Corale Nazionale e Internazionale “Guido d’Arezzo”, noto nel mondo come il Polifonico. Come tutti gli anni a partire dal 1952, Arezzo ha ospitato per una settimana – dal 18 al 26 agosto – eccellenze musicali da tutto il mondo, dando vita a concerti corali che si sono svolti al chiuso in preziose chiese come quella della Badia e di San Francesco, oppure all’aperto nelle piazze omonime. Per meglio capire quali sono stati i fiori all’occhiello di questa storica edizione, abbiamo rivolto qualche domanda al direttore artistico della Fondazione “Guido d’Arezzo”, il Maestro Piero Caraba. Polifonico significa letteralmente più suoni, molteplicità di voci. Maestro, quali sono state quelle di quest’anno? «Gli appuntamenti giornalieri della manifestazione sono stati molteplici. La musica ha certamente avuto il primato, con i suoi tradizionali eventi: il Concorso Internazionale di Composizione, i Concorsi Corali Internazionale e Nazionale, il Festival di Canto Popolare e il Gran Premio “Città di Arezzo”. Non sono mancati i classici incontri didattici, di interazione e artistici, come le mostre presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea. Inoltre, per celebrare i sessant’anni, è stata allestita una mostra fotografica documentale che diventerà permanente presso la Fondazione “Guido d’Arezzo”».

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Le novità dell’edizione appena conclusa? «Un’edizione davvero importante, se pensiamo che il nostro è il concorso corale più longevo al mondo. Quest’anno abbiamo avuto le giurie interamente composte da direttori di coro, musicisti di professione che hanno giudicato facendo appello alle loro elevate conoscenze musicali. Per di più, nel trentesimo di fondazione dell’Associazione Cori della Toscana, è stata dedicata una serata-rassegna alle esibizioni delle compagini corali della regione». Si lavora già al Polifonico numero 61. Ci saranno delle sorprese? «Il prossimo anno avremo la presenza di cori a voci pari, con categorie distinte di uomini e donne; in più, un’intera sezione dedicata alle voci bianche, al canto gregoriano e alla musica antica, con l’esecuzione diretta di antichi strumenti musicali. Ma ne saprete di più nei prossimi mesi».

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nato a Massa Carrara nel 1952, Giovanni Tombesi, ma è qui ad Arezzo che vive da parecchi anni. Lavora come impiegato del Catasto; felicemente divorziato, a casa ha un gatto bianco. Un personaggio davvero singolare, autoironico, coltissimo. Traspare la sua onestà intellettuale, l’estrema sensibilità. L’arte è per lui un gettito di lava nella notte. Non ha pretese da grande scrittore, ma lo è eccome... Introspettivo e allo stesso tempo esteta. Si definisce un instancabile viaggiatore dall’anima leggiadra. Profondo, indissolubile il legame con la sua terra. I suoi due libri finora pubblicati (per le Edizioni Perosini), Il gioco (dedicato alla madre) e Centoottanta, regalano un lieto fine, ossia una parte positiva sulla quale riflettere. Ci dice: «Nascono da una sfida, una scommessa a cena con il mio amico Eros Olivotto: io, da sempre fortissimo in italiano, avrei dovuto pubblicare… Una bella soddisfazione personale quando l’azzardo si è poi rivelato un successo!». Immaginiamo il suo voto in matematica. «Immaginate bene, non la capivo, “vantavo” perciò l’insufficienza». Quale scrittore sente più vicino? «Per il saper scindere l’arte e il lavoro, Franz Kafka: malgrado l’ufficio sottraesse tempo prezioso alla sua scrittura». I colleghi del Catasto. «Apprezzano ciò che scrivo, con loro a volte mi piace indossare la maschera del pagliaccio. Sono molto affezionato a Mauro Sestini, con il quale divido l’ufficio: una persona generosa e aperta». Il messaggio dei suoi racconti. «Positività. Voglio far sognare a occhi aperti, commuovere e sorLARGO 1° MAGGIO 5 ridere». PESCHERIACARLA@GMAIL.COM TEL. 0575.370042 Affascinato dalla psiche, ha frequentato per tre anni corsi di psiCELL. 366.3921911 coanalisi attitudinale. Da scettico ha voluto sperimentare un di-

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di Ivana Marianna Pattavina

I: NONNO, IMPIEGATO ROSO SCRITTORE verso stato di coscienza, ricorda un po’ il compianto Mino Damato. Ci spiega: «Mi sono ricreduto riguardo le risorse di mente, corpo e anima. In un centro di Sansepolcro, grazie a una vera e propria full immersion sono riuscito a concentrarmi e a camminare sui carboni ardenti». Cos’è per lei la normalità? «Con una vena di dolore, la considero un male sociale. Un po’ di follia ci salva dal ridursi a pezzi meccanici come bulloni, viti, ecc. Non voglio essere normale!». I suoi pregi e difetti. «L’entusiasmo, i profumi, le sensazioni di quando ero bambino sono rimaste in me. Mi voglio bene, riesco a metabolizzare velocemente un dispiacere, aprendo un altro libro nella biblioteca della mia mente. I difetti: pignolo e rompiscatole, pretendendo dagli altri, ma soprattutto da me stesso». Il poeta preferito. «Il maestro Lucio Dalla, ho avuto la fortuna di riceverlo nella mia villa di Montepulciano poiché era venuto a vedere insieme a un antiquario alcuni miei pezzi antichi. Una persona delicata e rispettosa… Il poeta non se ne è andato: oltre c’è un’altra vita…». Giovanni Tombesi nonno. «Il mio nipotino Lorenzo ha 14 mesi, è amore puro, l’universo, la più struggente musica mai udita!». La musica svolge un ruolo importante per questo originale scrittore: il dono innato gli permette di suonare la chitarra e di esibirsi nei piano bar senza averla studiata. Giovanni Tombesi, impiegato del catasto, contro ogni appiattimento dell’anima, nel cassetto ha altri racconti inediti che esortiamo vivamente a pubblicare... Questo incontro testimonia ancora una volta che lo spirito e la mente di ognuno posVENDITA E DEGUSTAZIONE DA MARTEDÌ A DOMENICA 9-22 CHIUSO IL LUNEDÌ! sono rimanere giovani. VISITACI IN VIA PIAVE 43. PER ORDINAZIONI CHIAMA IL 393 0189387

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Trucco & Parrucco Direste mai di una persona con i capelli rovinati che sia affascinante?!?

Riportiamo i capelli al loro splendore!

nutile raccontarsi bugie, durante il periodo estivo, soprattutto per chi va in villeggiatura, ci piace occuparci del nostro relax e benessere “spirituale”, è piacevole stare sdraiati sul lungomare con le onde che accarezzano il corpo e il sole che riscalda la pelle, o fare lunghe passeggiate immersi nel verde a frescheggiare. Sono in pochi a pensare al benessere dei propri capelli, incuranti dei danni che vengono loro arrecati; perché dovremmo tener conto che le esigenze della pelle sono le esigenze del cuoio capelluto, l’evolversi dei danni da sole – tra mare e montagna, tra luce e lampade – e da stress ossidativo sul capello, si trascinano ben oltre i mesi estivi, creando anomalie dal nulla o peggiorando quelle preesistenti. Prendiamo principalmente atto di queste anomalie al nostro rientro a casa, nel riprendere le normali mansioni giornaliere. Fortunatamente gli strumenti per riportare i capelli alla loro naturale struttura esistono! Parliamo di trattamenti cosmetici professionali in grado di ristrutturare, rimineralizzare e reidratare intensamente capelli e cute; un trattamento ad esempio può essere la ricostruzione della fibra capillare, che viene richeratinizzata e rinforzata tramite l’utilizzo di collagene marino e aminoacidi di cheratina, dando corpo, elasticità e forma: i capelli risultano così forti, morbidi e luminosi. Un secondo trattamento può essere a base di alghe e sali minerali marini, con cui contrastare il processo di invecchiamento del cuoio capelluto e del capello, allungando il tempo della moltiplicazione cellulare, che funziona da idroregolatore, rigenera e inspessisce il capello e lo rinforza nel bulbo pilifero (prevenendo la caduta): i capelli così rigenerati sono più forti e corposi, lucidi e brillanti. Questi trattamenti li possiamo fare in totale relax nel nostro salone di fiducia, accompagnati da conoscenze adeguate e mani esperte. Avremo di nuovo un capello sano, perché il fascino passa anche attraverso una splendida chioma. Anna Maria Magrini per Acconciature Astra

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il sonetto

Sintìssi un tóno, vidìssi un baléno… chjssà per quanto ancora un piovarà!» «Unn’è un mistero, Tónio, io credo almeno: lo vù sapé lla cosa come stàe? Quande c’era i pulitici al governo piuvìva sempre…» «Ma che me racconti?» «Quest’anno un piovarà manco d’inverno…» «De chj è la colpa?» «È troppo onesto Monti!» «Che c’entra lù, si fa un caldo d’inferno?» «Pióve, governo ladro!… e attorna i conti!»

chilometro zero

di Leonardo Zanelli

La susina “Coscia di Monaca” fa parte sicuramente della sottospecie Insititia, cioè delle susine di Damasco ed è in effetti una damaschina, frutto piccolo e cuoriforme con la buccia e la polpa gialla molle e succosa. Si è adattata molto bene al nostro clima e matura nella seconda metà di agosto. Storicamente ha messo le radici in tutta la Toscana, ed è in Maremma che sembra aver trovato il suo habitat ideale, anche se a causa delle produzioni massive di altre varietà rischia l’estinzione. Sembra che però a Montepulciano (Si) si ricavi dalla “Moscina” – così viene chiamata la “Coscia di Monaca” – una particoladi Fabio Mugelli re e gustosa confettura.

Twixt *** John Baltimore è uno scrittore in crisi di romanzetti gotici. Durante un patetico tour promozionale si trova in un paesino che nasconde diversi segreti. Twixt è il nuovo lavoro di Francis Ford Coppola, in cui si dirige con tutta la sua veemenza creativa sul thriller gotico per raccontarci un altro frammento della sua vita. Sono infatti la sua passione per l’opera di Edgar Allan Poe e la sua recente propensione per le storie surrealistiche che prendono vita. Peccato che botole, candele, catene, vampiri, fantasmi, cimiteri e una follia imperante facciano di Twixt un piatto unico piuttosto indigesto, un grottesco esercizio di stile che mette nello stesso calderone l’attualità con il passato, il moderno e il classico senza dar luogo a esercizio di sintesi. Jacopo Fabbroni

cinema

«Me dici, Beppe, come se faràe si cuntinua ’sto caldo e ’sto sereno? S’i fiumi, i laghi, e i pozzi un fano l piéno se mòre tutti da la siccitàe!

MASH UP FESTIVAL Dal 31 agosto al 2 settembre a Terranuova Bracciolini al Parco Fluviale. Ingresso libero. Al via la seconda edizione del festival organizzato dalla cooperativa BB 2.0 in collaborazione con l’associazione culturale Zona Franca e col patrocinio del Comune di Terranuova. Oltre 60 artisti si alterneranno su tre palchi in contemporanea e quindi musica, arte, motori, fotografia, bazar, skate park, solidarietà e spazi per i bambini. Per la prima edizione si è parlato di oltre 10.000 presenze. Sabato 1° settembre fra gli altri The di Lucio Massai Cyclops in concerto.

dove andare

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