Il Settimanale di Arezzo 128

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ANNO III NUMERO 128 • VENERDÌ 14 DICEMBRE 2012 • COPIA GRATUITA ANDREA BARDELLI – SCATTO OFFERTO DA VESTRI

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IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Province, punto e a capo 5 Movimento 5 Stelle: non più leader, ma tanti portavoce in Parlamento: anche ad Arezzo si lavora per questo 6 Sei aretini alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle 6 “Parlamentarie” sì o no? 10 Shopping contro la crisi 11 La SR71 tra Olmo e Vitiano, un campo minato da mettere in sicurezza 27 Occhio alla garanzia: Aeci spiega cosa fare 28 Fa ancora parlare di sé Paula Pavalache, la pasticciera artista di via Piave NON PIÙ PAROLE OMAI 8 La Giostra del Saracino a Roma AREZZO SPORT 13 Riconfermato! Dopo essere stato il presidente

dell’Aia durante la ricostruzione post-Calciopoli, Marcello Nicchi ottiene una netta riconferma 15 Angelica Savrajuk, un ritiro ricco di emozioni 16 L’Arezzo del soft dart si colora d’azzurro 17 Un progetto per gettare il cuore oltre l’ostacolo… al galoppo 18 2012, anno orribile per l’U.S. Arezzo 19 Gli Scoiattoli 2004, 11 bambini innamorati del basket 20 Al Centro Sport Chimera, un Natale in vasca con il nuoto libero CULTURA 21 L’amore rubato: Dacia Maraini torna ad Arezzo per raccontare la violenza sulle donne 22 E se l’Aratore di Arezzo diventasse un monumento? Piazza San Jacopo, piazza Sant’Agostino e la stazione tra i luoghi suggeriti 24 Una città da cartolina… a tiratura limitata: “Arezzo, i tetti dal cielo”

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO III NUMERO 128 – VENERDÌ 14 DICEMBRE 2012 DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL FRANCESCOCIABATTI77@ GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI

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LA FONDAZIONE MONNALISA ONLUS, IL “SETTIMANALE DI AREZZO” E LE EDIZIONI GIORGIO VASARI SONO PARTNER NEL PROMUOVERE LA

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PROVINCE, PUNTO E A CAPO di Luca Trippi

a notizia di Arezzo autonoma era stata festeggiata a destra e sinistra come una grande vittoria per Arezzo. Il Decreto Legge 188, quello del cosiddetto “riordino delle Province”, riduceva le Province italiane da 86 a 51 ma lasciava intatta Arezzo. Un successo che aveva reso felici e orgogliosi tutti, cittadini e istituzioni, della città della Chimera. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. Il decreto doveva esser convertito in legge dai due rami del Parlamento, e teoricamente ci sarebbe stato tempo per farlo fino al 5 gennaio. Ma qualcosa è andato storto. Poche ore prima dell’annunciato approdo del decreto in Senato, la Commissione Affari Istituzionali ha votato all’unanimità di rinunciarvi. Vasai: «Perché nessun giornale Una decisione scaturita per due modice che le Province costano tivi contingenti: l’impasse prolungato a ogni cittadino del Parlamento aggravato dalla preappena 1,5 euro all’anno?» sentazione di un’infinita serie di subemendamenti – circa 140 – e la notizia del voto anticipato a febbraio, che implica lo scioglimento delle Camere nel periodo di Natale, e che quindi ha ristretto in modo preoccupante i tempi di discussione del decreto legge. Campanelli d’allarme c’erano stati anche in precedenza: da una parte il rinvio della sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso presentato da otto Regioni contro il decreto “Salva-Italia”, dall’altra la pregiudiziale di incostituzionalità posta dal PdL. Segnali che avevano lasciato perplesso il presidente della Provincia Roberto Vasai: senza la conversione, infatti, si dovrebbe tornare al punto di partenza, al cosiddetto decreto “Salva-Italia”, che lascia tutti i confini provinciali così come sono, ma dal primo gennaio azzera le funzioni dell’ente che verrebbero allocate alle Regioni, le quali si troverebbero a far fronte a una lievitazione dei costi del personale. Il Ministero della Funzione Pubblica nei giorni scorsi è stato molto chiaro: «Rischio caos istituzionale». Abbiamo sentito il presidente della Provincia, in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero arrivare dopo la stampa del “Settimanale”. «Ci aspettavamo una situazione così, perché non si modifica la Costituzione a colpi di decreto, mettendo

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all’angolo gli organi del potere legislativo» ha commentato Vasai. Presidente, il temporeggiamento ha fatto fallire tutto. E adesso? «Avevamo salutato positivamente il riordino perché tutto sommato apportava degli elementi positivi. Ma se questa situazione di stallo non si sblocca, che facciamo? Il primo gennaio riconsegno le chiavi? Mandiamo tutti a casa?». Lei aveva preventivato l’impasse, cosa glielo faceva pensare? loc. Gragnone 29 «Perché si tratta di una modifica che richiede il consenso di tutti, un qualcosa tel. 0575 365251 che andava riflettuto prima e in modo più approfondito. Ma in Italia si va dietro alle mode. A un certo punto si è creduto che tutto il male dell’Italia fosse causato dalle Province, e si è deciso, in modo demagogico, di volerle abolire. Pensando di risolvere il problema in un attimo. Quando in realtà nessun giornale dice che le Province costano a ogni cittadino appena 1,5 euro all’anno». Come vivono questa situazione i dirigenti e i dipendenti della Provincia? «Incertezza, disagio, ma anche rabbia. Nessuno di noi sa cosa succederà il prossimo primo gennaio. Noi chiediamo, anzi pretendiamo che il Parlamento abbia più rispetto dei dipendenti pubblici, che al momento non sanno dove lavoreranno il 2 gennaio. E posso assicurare che i dipendenti del nostro Ente si impegnano, e non sono come li descrive l’opinione comune. I casi di mala-politica, i vari Fiorito, non esistono nelle Province». Del resto, il ruolo delle Province è stato spesso minimizzato… «Questo succede solo perché non abbiamo potere legislativo! Le leggi le fanno il Parlamento e le Regioni, noi dobbiamo adeguarci per forza di cose. Però poi nessuno evidenzia mai il lavoro che facciamo nei settori strade, trasporti, fiumi, scuole e quant’altro. Settori che fra meno di un mese rischiano di rimanere “scoperti”. Per altri sei o sette anni ci troviamo quasi impossibilitati a fare investimenti di alcun genere, e poi ci vengono a dire che lo spreco della pubblica amministrazione è colpa nostra». Lei, come rappresentante della Provincia di Arezzo, pensa di fare qualcosa per non gettare alle ortiche quella che era stata definita una vittoria per Arezzo e gli aretini? «Ripeto, la Provincia di Arezzo temeva questa evoluzione dei fatti ed è tanto tempo che ha alzato la voce. Il primo comunicato risale a quindici giorni fa, ben prima del monito del Ministero. Evidentemente nessuno ci ascolta. Non possiamo far altro che restare in attesa».

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MOVIMENTO 5 STELLE NON PIÙ LEADER, MA TANTI PORTAVOCE IN PARLAMENTO: ANCHE AD AREZZO SI LAVORA PER QUESTO

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ucio Bianchi, consigliere comunale per Movimento 5 Stelle, vede la partecipazione dei sei aretini alle Parlamentarie come «una grandissima soddisfazione: sono persodi Elena Aiello ne che conosciamo direttamente, con cui abbiamo avuto la grandissima esperienza Bianchi: «Siano i cittadini di cominciare questo cambiamento culturale con a prendere le decisioni, le elezioni amministrative dell’anno scorso e veperché non si elegga più un derle proseguire a livello nazionale un anno dopo, leader che scelga per noi, quando nessuno di fatto sospettava di questa posma un rappresentante sibilità. Sono soddisfatto, e non solo perché i candidati a mio giudizio sono capaci, competenti e, della nostra volontà» quello che conta di più, onesti e volenterosi… Oggi l’onestà e il voler fare sono caratteristiche che purtroppo dalla politica italiana sono completamente disattese, se non addirittura scomparse; sono contento perché sono persone con le quali lavoro quotidianamente, quindi mi rendo conto del coinvolgimento e della partecipazione, ma anche delle competenze specifiche che hanno ognuno nei differenti campi, ed è quello che cerchiamo di portare avanti», perché richiesto da un mondo e una società in continua evoluzione come la nostra. «Quindi stiamo cercando di portare in Parlamento, in questa fase transitoria tra democrazia rappresentativa e diretta, persone che fungano da portavoce. Portavoce perché siano i cittadini a prendere le decisioni, perché non si elegga più un leader che scelga per noi, ma un rappresentante della nostra volontà e delle proposte che vengono fatte nelle assemblee cittadine… Ovviamente ognuno ha le proprie competenze da mettere in rete con quelle altrui e questo ci dà la possibilità di evolverci come comunità, che è quello a cui il M5S punta, creare un sistema differente di fare politica perché quello che abbiamo finora non ha funzionato: manca innovazione, e il concepire un futuro sostenibile, finora si è pensato solo al presente».

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“PARLAMENTARIE” SÌ O NO?

SEI ARETINI ALLE P PARLAMENTARIE DEL MOVIMENTO 5 STELLE u 79 toscani che si sono candidati alle selezioni on-line del Movimento 5 Stelle, sei giovani attivisti, tra cui due donne, sono della nostra provincia o ci vivono. Marco Baldassarre, Andrea Cheli, Chiara Gagnarli, Rosanna Marino, di Elena Luigi Polvani e Omar Valente si sono messi in gioAiello co: tutti di età compresa tra i 28 e i 33 anni, i sei aretini hanno messo on-line il loro profilo, ma solo quattro di loro hanno dichiarato pubblicamente i loro intenti politici. Andrea Cheli è uno dei tanti italiani all’estero: vive a Siviglia, è laureato in Comunicazione di Massa, fa l’artigiano, il blogger e crea, gestisce siti web; 28 anni, grazie a internet è attivo politicamente e desidera una democrazia partecipativa grazie all’utilizzo della Rete, dove i programmi elettorali diventino mandati formali e dove ci sia un dialogo permanente tra deputati ed elettori. Chiara Gagnarli vive a Cortona, ha 31 anni e due figli: laureata in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali, vuole essere portavoce del cambiamento che da anni ha sognato, informandosi e informando, per poter essere strumento di trasparenza e democrazia per i cittadini. Marco Baldassarre, 28 anni, è di Lecce, ma vive nella nostra città e vuole “uno stato che si prenda cura dei cittadini”, dove cultura, istruzione e merito tornino a essere elementi fondanti della nazione, fondata sulla fiducia tra cittadini e governo e sulla trasparenza per poter servire la collettività. Luigi Polvani, 29 anni, laureato in Informatica, è un ex scout in cui vivono ancora “valori come la scelta e l’impegno” per realizzare una visione comune di come vorremmo il nostro Paese; vuole dare il proprio tempo, competenze ed esperienza per realizzare idee concrete e fattibili, per dimostrare che democrazia, semplicità e partecipazione possono convivere.

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Solo un “escamotage” per battere il malcontento?

ossono le Primarie per la selezione dei parlamentari compensare una legge elettorale tanto brutta da scoraggiare gli elettori ad andare al voto? Forse sì, ma gli interrogativi non mancano. Con questa domanda “non detta”, il centrosinistra, alias il Pd, si muove adesso verso le Politiche, all’indomani del quasi inaspettato successo di partecipazione per la selezione del candidato premier. “Parlamentarie”, le ha definite il Movimento 5 Stelle di Grillo, che invece di mettere in campo poderose macchine organizzative si sta muovendo ad Arezzo con l’assai più agile voto su internet, forte dei sondaggi che lo danno in crescita nei consensi. E il centrosinistra? Ha poco più di un mese per organizzarle, dopo il “regalo” del Cavaliere, mettendo in campo un confronto che, organizzato in fretta e furia col Natale di mezzo, potrebbe non garantire il prossimo 13 gennaio quell’affluenza che invece sarebbe necessaria per ridare credibilità in generale a una classe politica “romana” ancora imputata di decidere tutto nelle “segrete stanze”. Allora che fare? Non resta che provare, seppur davvero in zona Cesarini. Nel mezzo, la consapevolezza che nemmeno un Governo di “unità nazionale” è riuscito a cambiare quel Porcellum, indicato come tale dal suo stesso “inventore” leghista. Così mentre Bersani, spinto dalle federazioni locali di Toscana, Emilia e Liguria, le vorrebbe, c’è chi nei vertici nazionali del Pd nutre più di qualche dubbio. Insomma un rebus, che però dovrà essere sciolto a breve, assieme a un altro nodo: chi avrà diritto al voto questa volta, solo gli iscritti? Sembra proprio di sì e da noi questo potrebbe davvero cambiare le carte in tavola, in termini di consensi. Intanto ad Arezzo inizia la girandola di candidature, a riproporre quel confronto tra componente renziana e bersaniana. Tre i nomi più accreditati tra i sostenitori del sindaco di Firenze: Marco Donati, già coordinatore del comitato dei Renziani aretini, il consigliere regionale Enzo Brogi e Maria Elena Boschi, giovane avvocato di Laterina che ha coordinato i comitati per Renzi in tutta Italia. Mentre tra i Bersaniani la ricandidatura più probabile sembra quella della parlamentare uscente, Donella Mattesini, senza escludere però la possibile candidatura del segretario provinciale del Pd, Marco Meacci. David Mattesini


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NON PIÙ PAROLE OMAI… a cura di Roberto Parnetti

arà la nostra città la protagonista della XXVIII edizione del tradizionale corteo storico-folcloristico “Viva la Befana – Per riaffermare e tramandare i valori dell’Epifania” che, il prossimo 6 gennaio, sfilerà a Roma. La partenza del corteo avverrà da Castel Sant’Angelo quindi, percorrendo via della Conciliazione, giungerà in piazza San Pietro per assistere poi all’Angelus di Papa Benedetto XVI, al quale saranno portati i doni dei Re Magi così come vuole la tradizione. Arezzo potrà in tal modo mettere in vetrina le sue “eccellenze” folcloristiche al pubblico della capitale, che nelle passate edizioni è stato calcolato in oltre 100 mila presenze. La Giostra del Saracino farà la “parte da leone” con una partecipazione della quasi totalità dei figuranti del corteo storico. Ci saranno pertanto i Musici, gli Sbandieratori, i Fanti e i Quartieri al gran completo (unica eccezione i Cavalieri di Casata, che saranno solo tre per ogni Quartiere). A rendere “storica” questa iniziativa è proprio il fatto di avere le rappresentanze al completo dei Quartieri, evento che ha rarissimi riscontri nella storia della manifestazione.

LA GIOSTRA DEL SARACINO A ROMA

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SANTO SPIRITO DIVORZIA DA MARCO CHERICI Con uno nota emessa in data 7 dicembre il Consiglio direttivo del Quartiere di Porta Santo Spirito ha annunciato la rescissione del contratto con Marco Cherici [nella foto di Andrea Scartoni il giostratore nella carriera vittoriosa della Giostra del Saracino del 18 giugno 2011, nda]. “A seguito delle scelte programmatiche di rinnovamento e ringiovanimento della struttura tecnica – si legge nel comunicato stampa – il Consiglio direttivo del Quartiere di Porta santo Spirito ha deciso di interrompere il rapporto di collaborazione con il giostratore Marco Cherici. Sono stati due anni di lavoro e applicazione che hanno portato dei risultati davvero

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eccezionali, culminati con la vittoria della Giostra del Giugno 2011. La serietà e la professionalità di Marco – continua la nota del Quartiere – hanno

contribuito in maniera determinante anche e soprattutto alla doppia vittoria di quest’anno. È per questo che il Quartiere si alza in piedi per tributare una standing ovation alle sue qualità di uomo e di giostratore. omplimenti al nostro Roberto Parnetti! Roberto Le porte delle scuderie “Edo Gori” e quelle è stato nominato membro della Commissione Comunicazione, Immagine, Cultura e Ufficio Stampa del Quartiere di via Niccolò Aretino, saranno della F.I.G.S. (Federazione Italiana Giochi Storici). sempre aperte per accogliere una persona speLa nomina è avvenuta domenica 9 dicembre in ciale, in una parola… un amico!”. occasione dell’Assemblea Nazionale che si è svolta a

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Firenze in Palazzo Vecchio (Sala delle Miniature). La F.I.G.S. è stata instituita nel 1992 con lo scopo di riunire tutte le associazioni di rievocazione storica del nostro Paese, e il suo operato è quello di promuovere e valorizzare le manifestazioni e il patrimonio storico, culturale e sociale che portano con sé, sovrintendendo alla salvaguardia e alla divulgazione dei giochi storici. Francesco Ciabatti

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questo l’ultimo appuntamento di “Non più parole omai” per il 2012. Ai nostri affezionati lettori appassionati di Giostra del Saracino, ma non solo a loro, i migliori auguri di buone feste e buon 2013. La rubrica sul Saracino ritorna con il primo numero del nuovo anno, che sarà in edicola dall’11 gennaio

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SHOPPING CONTRO LA CRISI PERCHÉ RINUNCIARE AI PICCOLI PIACERI? NONOSTANTE LA CRISI, È PUR SEMPRE NATALE

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asce anche ad Arezzo la Piggy Bank, un nuovo modo di fare shopping, risparmiando in modo intelligente. Dopo il grande successo di siti internet come Groupon, Piggy Bank – in italiano “salvadanaio” – sfida la crisi, aprendosi al mercato come una sorta di raccoglitore di offerte, servizi e occasioni del

di Chiara Savarino

territorio. Una sede tutta rosa in via Garibaldi 26, dietro piazza Sant’Agostino, ha aperto a novembre per offrire agli aretini questo nuovo servizio che ha l’obiettivo di mettere in contatto utenti e aziende del territorio attraverso la formula dei pacchetti/offerta. Un modo per rilanciare le economie locali, facendo risparmiare i clienti che in questo modo possono acqquistare servizi e beni a prezzi scontati tramite la formula dei coupon. La novità rispetto ad altri siti di offerte è che Piggy Bank va incontro anche a chi ancora preferisce il contatto diretto alla transazione on-line avendo a disposi disposizione il punto vendita dove acquistare i pacchetti. L’ide L’idea nasce a Perugia per sfruttare il concetto di offerta proposto dal web ma avvicinandolo alla realtà di tutti i giorni, nel contatto diretto e fissico con il cliente. Sono allora i parrucchieri, negozi, ristoranti della città a lanciare le proprie offerte attraverso questo canale. Chi è interessato all’offerta può scegliere e acquistare direttamente presso la sede di Piggy Bank o dal sul sito internet www.piggy-bank. it. Ba Basta registrarsi al sito e alla newsletter per essere sempre aggiornati sulle ultime offerte che di giorno in giorno crescono, diversificandosi sempre di più! fican Tra T le novità di Natale anche la Gift Card, card prepagate e ricaricabili da regalare con le quali è possibile acquistare tutti i rica prodotti e i servizi presenti sul sito o in sede. prod Tagli Ta di capelli, massaggi, cene, lezioni di cucina, cesti di natale e m molto altro ancora è possibile acquistare. Una pubblicità per i com commercianti, un supporto concreto per il territorio e un modo originale per i clienti di acquistare o fare regali a Natale, e non origin solo, rrisparmiando! Per maggiori informazioni www.piggy-bank.it, 366/9904444, arezzo@piggy-bank.it 366/9904

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LA SR71 TRA OLMO E VITIANO, UN CAMPO MINATO DA METTERE IN SICUREZZA SCATIZZI INVITA A RECUPERARE LE RISORSE PER di Marco LA VARIANTE E CHIEDE DI RIATTIVARE LE Cavini STAZIONI DI RIGUTINO E OLMO

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ultimo numero del “Settimanale” ha affrontato il tema della sicurezza stradale. Sensibili all’argomento, abbiamo deciso di riprendere la questione insieme al consigliere comunale Luigi Scatizzi, capogruppo del Nuovo Polo per Arezzo, che ci invita a focalizzare l’attenzione su uno dei tratti viari più pericoloso dell’intero territorio comunale: la Strada Regionale 71 tra Olmo e Vitiano. «La famigerata SR71 – avvia Scatizzi – ha conosciuto negli ultimi anni un incremento esponenziale del flusso di traffico non solo locale ma anche di media e lunga percorrenza, con 36.000 passaggi di veicoli al giorno e un conseguente aumento di incidenti, molti dei quali hanno coinvolto gli stessi pedoni». Preoccupato da questa situazione, il Consigliere ha presentato due interrogazioni alla Giunta comunale per ricevere chiarimenti sulle prospettive della viabilità di questo tratto della Umbro-Casentinese. «L’Amministrazione ha investito sulla sicurezza realizzando marciapiedi, attraversamenti pedonali e una complessiva illuminazione di tutti i tratti abitati – continua, – ma i fatti dimostrano che tutto ciò non è bastato per rallentare l’escalation di incidenti, morti e feriti. Alla luce di questo ho chiesto alla Giunta se abbia fatto tutto il possibile per scongiurare simili eventi, consigliando di individuare nuovi deterrenti e strumenti per ridurre la velocità dei veicoli. Inoltre ho incitato il Comune ad attivarsi per recuperare le risorse necessarie per realizzare la variante della SR71, l’unica reale possibilità per limitare il traffico dai paesi e per unire in tempi rapidi la Val di Chiana e Arezzo». Per ridurre il traffico è possibile anche incentivare il trasporto ferroviario: con questa consapevolezza Scatizzi ha chiesto all’Amministrazione i tempi necessari per la riattivazione delle stazioni di Rigutino e Olmo. «Nel 2009 la Giunta si era impegnata a dialogare con Trenitalia, Rfi e Regione Toscana per il ripristino delle due stazioni – conclude. – Riaprire questo tratto ferroviario permetterebbe di offrire ai cittadini un’alternativa al mezzo privato e, di conseguenza, di sottrarre traffico alla SR71. Soprattutto la stazione di Rigutino riuscirebbe a soddisfare un rilevante bacino di utenti, considerando che questa frazione ha subito negli ultimi anni un considerevole taglio agli autobus». 14 DICEMBRE 2012

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DI PASSIONE IN TAVOLA

30 ANNI


in copertina on una vittoria ad ampio margine Marcello Nicchi batte il rivale Anthony Boggi e si riconferma presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Una vittoria netta che dimostra la volontà da parte dell’Aia di dare continuità alla ricostruzione iniziata dopo lo scandalo di Calciopoli. Una solida rielezione che sottolinea l’importanza dei risultati ottenuti nel quadriennio precedente, dopo il tornado che si è abbattuto sul calcio italiano nell’estate 2006. La sua è stata una grande riconferma: qual è il suo bilancio riguardo allo scorso quadriennio? «Un bilancio molto positivo basato sull’acquisizione dell’autonomia tecnica e il consolidamento del nostro posto all’interno del Consiglio federale. Quattro anni fa abbiamo iniziato una ricostruzione tecnica e associativa, adesso dobbiamo rispondere all’esigenza di far conoscere il nostro movimento e la qualità del nostro lavoro».

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Riconfermato! Dopo essere stato il presidente dell’Aia durante la ricostruzione post-Calciopoli, Marcello Nicchi ottiene una netta riconferma

di Omero Ortaggi

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Riguardo al percorso fatto da presidente in questi quattro anni, cosa le viene in mente? «Mi viene in mente un’associazione forte, incentrata su importanti qualità umane, tecniche e associative. Un’associazione centenaria che si propone sempre gli obiettivi di diffondere nel mondo dello sport sia la cultura delle regole, sia la cultura sociale. È questa missione a rendere importante il lavoro della classe arbitrale». Lei è stato eletto presidente dell’Aia nel 2008, nel periodo post-Calciopoli: cosa si propose di fare all’epoca? «Mi proposi di dimostrare l’onestà della classe arbitrale. Avevamo l’esigenza di far conoscere il nostro movimento promuovendo le qualità tecniche e umane, perché attraverso la nostra formazione crescono arbitri e prima di tutto uomini». Nella cultura sportiva italiana ha visto qualche obiettivo che lei giudica come irrealizzabile? «Niente è impossibile. Di cose difficili ce ne sono tante, ma ho notato una voglia, da parte di tutti, di stare insieme e crescere. Noi serviamo il calcio attraverso il nostro impegno e la nostra voglia di divertirsi, per questo siamo indispensabili». Un parallelo tra il nostro Paese e il resto del mondo: cosa manca alla cultura sportiva italiana? «Più che una mancanza, c’è un continuo perseverare nell’inseguire sempre polemiche inutili che fanno male alla cultura del nostro sport». Cosa è cambiato rispetto al “suo” calcio? «Purtroppo sono scomparsi i vivai, e questo ha fatto regredire il nostro calcio. Per quanto riguarda gli arbitri, è maturato un maggiore senso di confronto con gli allenatori e i giocatori stessi». La classe arbitrale aretina sta mettendo in mostra grandi talenti: qual è il segreto? «Senza dubbio la sezione aretina ha potuto contare sempre su riferimenti comportamentali seri, e i nostri giovani che si stanno affacciando alle realtà nazionali dimostrano di aver recepito al meglio i loro insegnamenti». Giovani rampanti che dimostrano la qualità della nostra sezione arbitrale che vede il suo ex arbitro Marcello Nicchi presidente dell’Aia, al quale via auguriamo buon lavoro per il Guadagnoli 37 bene della classe arbitrale e soprattutto del nostro calcio. 0575/302676

Spedizioni in tutto il mondo!

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di Marco Cavini

a Londra ad Arezzo. Le grandi protagoniste del III Memorial Manola Rosi, organizzato dalla Ginnastica Petrarca, sono state le “Farfalle” della Nazionale italiana di ginnastica ritmica, vincitrici della medaglia di bronzo alle ultime Olimpiadi.

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Angelica Savrajuk un ritiro ricco di emozioni

Al termine dell’esibizione di Elisa Blanchi, Romina Laurito, Elisa Santoni e, soprattutto, dell’aretina d’adozione Angelica Savrayuk, l’intero palazzetto “Mario d’Agata” si è alzato in piedi e ha tributato un lungo applauso alle atlete di una delle Nazionali più vincenti dello sport italiano. Noi abbiamo colto l’occasione per fare un’intervista alla Savrajuk che, proprio nelle scorse settimane, ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica. «Esibirmi al Memorial “Rosi” mi dà sempre un’emozione particolare – rivela Angelica. – A Manola devo la mia carriera: lei mi ha allenato, mi ha fatto arrivare in alto e mi ha permesso di entrare in Nazionale. Sono fiera di mantenere vivo il suo ricordo». Se l’aspettava tale acclamazione dal pubblico? «Mi ha fatto tanto piacere vedere tutto il palazzetto in piedi ad applaudirci. Questa è stata una delle mie ultime esibizioni, e ringrazio gli aretini perché me l’hanno fatto vivere in maniera eccezionale». Tre Mondiali e un bronzo olimpico: quale è la vittoria che ricorda con maggior piacere? «Sicuramente il primo Mondiale a Mie, in Giappone, nel 2009, una rivincita dopo la medaglia persa alle Olimpiadi di Pechino: questa vittoria ci ha dato l’entusiasmo e le motivazioni per tutti gli altri successi». Per Angelica inizia ora una nuova vita: non possiamo fare altro che augurarle un sincero in bocca al lupo.

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L’Arezzo del soft dart si colora d’azzurro Quattro giovanissimi aretini si preparano a volare in Slovenia, alla volta degli Europei di freccette

di Elettra Fiorini

aranno ben quattro gli aretini che rappresenteranno l’Italia agli Europei di Soft Dart nel 2013. Quattro ragazzi che mai avrebbero pensato di poter macinare tanta strada, facendo diventare un vero e proprio sport quello che, per loro, era inizialmente un semplice hobby. Molti di noi non conoscono, infatti, la faccia nascosta del Soft Dart, e pensano che giocare a freccette sia un piacevole passatempo da bar. Da qualche anno, in seguito all’affiliazione al Coni della Fedi (Federazione Electronic Dart Italiana), le freccette sono una realtà ufficiale: un mondo piuttosto complesso, fatto di regole, tornei e campionati ufficiali, che si prepara a scrivere una delle più interessanti pagine dello sport aretino. «Il gioco delle freccette prevede due tipologie: il Soft Dart dove si tira con le freccette elettroniche, e lo Steel Dart che richiede quelle con la punta in ferro», spiega Alessandro Dragoni, classe 1989, dopo la qualificazione all’Europeo. Alessandro fa parte, come Samuele Dini, dei convocati in Nazionale del Team Baradero, il bar dove si ritrovano per i loro allenamenti settimanali davanti al tabellone elettronico. Allenamenti che hanno di certo dato i loro frutti. «Tutti gli anni, io e Samuele partecipiamo al campionato regionale e a quello nazionale, sia singolo sia a squadre, di Serie B – continua Alessandro. – Al campionato nazionale di quest’anno, tenutosi nei pressi di Rimini i primi di novembre, tra 150 partecipanti siamo riusciti a posizionarci tra i primi otto in Italia, guadagnando il diritto di accedere alla fase europea. Ci siamo confrontati con giocatori ben più forti di noi, ma con il passare delle partite, abbiamo realizzato che la qualificazione poteva essere un obiettivo alla nostra portata». Samuele Dini è infatti riuscito ad aggiudicarsi il quinto posto, mentre Alessandro Dragoni si è piazzato al settimo. Settima posizione anche per Sara Magnanensi, giovanissima giocatrice che, dopo una serie di meritate vittorie, è riuscita a strappare la maglia azzurra nella categoria Donne. Infine, un altro posto in Nazionale l’abbiamo guadagnato grazie al casentinese Luca Pastorini, che gioca in Serie C in una squadra di Bibbiena. «Ci prepareremo al meglio per essere all’altezza della situazione. Già adesso ci incontriamo al Baradero due volte la settimana. Inoltre molti di noi hanno anche una propria attrezzatura a casa, in modo da non perdere mai l’allenamento». Da adesso in poi, tutti gli appuntamenti con il Soft Dart, regionali e nazionali, per i quattro giovani di casa nostra, saranno soltanto le prove generali della sfida continentale che li attende, il prossimo settembre, in Slovenia, dove indosseranno la maglia azzurra.

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in città (e a ballare!)

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di Giacomo Belli

io prese un soffio del vento del Sud e vi alitò sopra. Così creò il cavallo». È questa la novella che i beduini solevano narrare ai loro figli nelle lunghe traversate nel deserto, per descrivere quegli animali maestosi ed eleganti. L’uomo, col tempo, ha imparato a domare il cavallo, conoscerlo e capirlo nel profondo. Si è compreso che il cavallo possedeva straordinarie doti di sensibilità, adattamento, intelligenza e venne ritenuto, fin da tempi antichissimi, una “straordinaria medicina”. È proprio questo il fulcro dell’ippoterapia, disciplina che sbarca anche ad Arezzo grazie alla determinazione di Francesca Giacomoni del Pan-Pony Club di Mulinelli. Un’attività ancor più nobile se destinata alla riabilitazione e al divertimento dei diversamente abili: «Dopo aver seguito dei corsi di formazione F.I.S.A. a Roma e Firenze, grazie ai quali mi è stato dato l’attestato tecnico, ho deciso di fare qualcosa per questi ragazzi nella mia città – ci dice entusiasta Francesca. – Qui nel centro ippico di Mulinelli c’è ancora tanto da fare. Per questo, il 22 dicembre alle 17.30 ci sarà la presentazione ufficiale del progetto di ippoterapia che partirà nella primavera prossima». Sarà Palazzo Guazzesi, sede del Circolo Artistico di Corso Italia, a ospitare l’evento. «Oltre a questo, annunceremo anche “Giochi coi Quartieri”, ovvero una giornata in cui i ragazzi disabili e non cavalcheranno i loro pony simulando, nei vari quartieri, una specie di Giostra del Saracino. Con tanto di piccola lancia fabbricata appositamente dall’intagliatore ufficiale Conti». Un modo per promuovere questa disciplina terapeutica positiva. «Il nostro centro è aperto a tutti e alla maggior parte delle disabilità. C’è la possibilità di stare all’aria aperta, di divertirsi in compagnia e a contatto con un animale con cui si instaura da subito un legame magnetico. Io ho già insegnato a ragazzi disabili e il loro divertimento, l’impegno e i progressi mi hanno fatto comprendere le enormi potenzialità di questa disciplina». Per ogni tipo di disabilità c’è un percorso specializzato che ha come obiettivo il raggiungimento di una notevole autonomia del soggetto. Ma oltre a questo, vedere il sorriso, pieno, vivo, di questi ragazzi. È questo un grande progetto che mira a superare con un balzo tanti di quei steccati che la vita ha posto loro dinanzi. Per questo il lavoro di Francesca non può rimanere inascoltato.

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Un progetto per gettare il cuore oltre l’ostacolo… al galoppo

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2012, anno orribile

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en prima della scadenza fissata dagli antenati Maya, che avevano predetto la fine del mondo per il prossimo 21 dicembre, la fine dell’Arezzo Calcio pare vicina, per colpa di un ancestrale idiosincrasia a tutto ciò che si chiama sport di una città sempre più chiusa a riccio su se stessa. Capita perciò, che un Flaminia, squadra che rappresenta la metropoli di Civita Castellana, fanalino di coda della classifica, arrivi al “Città di Arezzo” senza la via da caminare e torni a casa quasi rinvisolato, con un punto nel carniere. Insomma, all’Arezzo non riesce ormai più niente, tantomeno vincere contro la peggior squadra del campionato e il futuro si fa nero come la pece. La società, retta da un triumvirato composto da Genesio, Gino e dal dottor Severini, non si capisce cosa vuole fare. Un giorno vende, l’altro annuncia il nuovo Direttore Sportivo. Un giorno prepara la diaspora dei vari Macellari, Bagnato, Bucchi, Raso, Martinuzzi e compagnia bella, l’altro porta ad Arezzo Zuppardo e Piccolo e tratta Bricca, Calori e chissà chi altro. Boh. Intanto, allo stadio le presenze si abbassano. Che avessero ragione i Maya che tutto doveva finire? Già che ci siamo, proviamo a fare un bilancio di questo 2012, annus horribilis. Un pagellone con voti invernali, sottozero. Da brividi. La società: 3 La nuova triade del calcio, con loro sembra di essere tornati ai tempi d’oro dei sindacati, quando Cigl, Cisl e Uil litigavano sempre e i poveri lavoratori, oggi tifosi, erano quelli che ci rimettevano. Piccoli, Storti e Malfatti, ricordate? Severini, Anzalone e Felletti, e magari pure Zingaretti. Lo staff tecnico: 2 La strana coppia Balbacis o, se preferite, Bacilbo, ha fatto più danni della grandine, alla fine del salmo. Sì, perché, pur riconoscendo la scarsa qualità del legno, se il falegname ha mani sensibili, qualcosa di buono tira sempre fuori. Invece tra una scusa e l’altra, campi stretti, arbitri scarsi, siamo arrivati allo scempio di una squadra senza identità

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relegata nel fondo della classifica. Balbo se n’è volato via, come il suo omonimo aviatore, è rimasto sir Alex Bacis. Resistente a tutte le intemperie, il “Ferguson di San Cornelio”. Tocca rimpiangere i tempi di Luciano De Paola, chi hi l’avrebbe mai detto. La rosa: 3 Squadra costruita male da Martucci, messa in campo peggio, condizionata da infortuni e bizze, non una individualità di spicco come poteva essere il Cissè della scorsa stagione, di Luca equivoci tattici, giovani non all’altezza. Insomma, c’è poco da fare, se non Stanganini sperare nello sceicco del Dubai che porti ad Arezzo un Ibra o un Messi. Siamo a Natale, sognare si può, magari alla Playstation. Come la canzone tanto in voga in questo periodo, il cui ritornello abbiamo sentito storpiare allo stadio così: «Sto lontano dallo stress, fumo un poco e dopo gioco a Pes, Succi, Mexes, Pucci, Valdes…». L’ambiente: 2 Escludiamo il manipolo di fedelissimi che segue sempre l’Arezzo e lo seguirebbe anche quando glielo impedisce il famigerato osservatorio del Casms, e parliamoci chiaro: il calcio non interessa a nessuno, ma proprio nessuno. Istituzioni, imprenditori, tifosi, media, probabilmente presi da altre contingenze, sicuramente poco stimolati dai risultati, fanno a gara per latitare. Di sicuro, se un domani le cose dovessero tornare a funzionare, sarebbero tutti pronti a saltare sul carro. Sempre se davvero riusciremo a vedere di nuovo calcio ad alti livelli dalle nostre parti. Questo, neppure i Maya potrebbero prevederlo.


a priorità è far appassionare i bambini alla pallacanestro. Questo è il primo obiettivo che guida l’attività della Scuola Basket Arezzo con gli Scoiattoli 2004, un gruppo di 11 bambini inserito all’interno del minibasket “Nova Verta”. Il compito di trasmettere loro l’amore per la pallacanestro è stato affidato all’esperto Franco Guccione, uno dei volti storici del basket aretino: il gioco e il divertimento sono i due strumenti su cui il tecnico sta impostando la propria attività per insegnare i primi rudimenti dello sport. «Gli Scoiattoli sono uno dei gruppi più “giovani” della Sba – spiega Guccione. – Il lavoro nelle scuole, i corsi gratuiti e il passaparola tra i ragazzi ci permettono ogni anno di aumentare il numero dei nostri atleti: la conseguenza di questo fenomeno è che la maggior parte dei bambini di

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Gli Scoiattoli 2004, 11 bambini innamorati del basket

questo gruppo ha iniziato a giocare da pochi mesi, e dunque in questa stagione stanno vivendo le loro prime esperienze nel basket. Il mio principale lavoro non è dunque insegnare tecniche o tattiche, ma far divertire questi bimbi perché si appassionino allo sport, prendano confidenza con l’ambiente, siano felici di venire in palestra ad allenarsi e continuino a giocare anche negli anni futuri». Oltre ai due allenamenti settimanali nella palestra della Sba, gli Scoiattoli sono impegnati anche in un campionato provinciale “non competitivo”, il cui fine è solo ed esclusivamente quello di far giocare i bambini. Le partite, disputate in 4 contro 4 e con 6 tempi da 6 minuti l’uno, si svolgono in un clima di festa e sono giocate senza punteggio e senza alcun interesse per il risultato finale, privilegiando la crescita dei giocatori e permettendo loro DETERSIVO PAVIMENTI 1,40 EURO/KG di confrontarsi con atleti di DETERSIVO LAVATRICE 1,80 EURO/KG altre società. AMMORBIDENTE 1,50 EURO/KG «Poca teoria e tanto diverOXIGEN 1,60 EURO/KG timento sono alla base del FORM IGIENIZZANTE 1,50 EURO/KG nostro modo di fare – conLAVASTOVIGLIE LIQUIDO 2,80 EURO/KG clude Guccione: – lavoriamo perché gli Scoiattoli crescaSAPONE MANI 1,90 EURO/KG no armoniosamente pratiSHAMPOO DOCCIA 2,60 EURO/KG cando un’attività motoria e BAGNO SCHIUMA 2,30 EURO/KG stando in un ambiente sano 61/63 ZONA BELVEDERE insieme ai loro coetanei».

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Al Centro Sport Chimera, un Natale in vasca con il nuoto libero Dal 2 dicembre al 5 gennaio è possibile acquistare un abbonamento per il nuoto libero a tariffe ridotte

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l Centro Sport Chimera è sempre stato un punto di riferimento per l’attività natatoria aretina. Tra le discipline che è possibile svolgere all’interno del Palazzetto c’è anche il nuoto libero, un’opportunità rivolta a chi, sapendo già nuotare, è intenzionato a cogliere i benefici dell’acqua allenandosi da solo, senza istruttori né orari prestabiliti. Proprio nel nuoto libero il Centro Sport Chimera ha pensato a uno speciale regalo di Natale, dedicato a tutti gli aretini: da domenica 2 dicembre a sabato 5 gennaio sarà possibile acquistare un abbonamento promozionale, a tariffe ridotte rispetto a quelle applicate nel resto dell’anno. «Abbiamo pensato di fare questa speciale promozione – spiega il direttore tecnico Marco Magara, – perché nel periodo natalizio la scuola nuoto è ferma e l’impianto è meno frequentato: questo ci permette di ampliare la fascia oraria in cui dedicare la vasca grande al nuoto libero, garantendo ai nuotatori maggiori possibilità di scelta nel corso della giornata. Sottoscrivere un abbonamento in questo periodo è quanto mai conveniente, perché permette di risparmiare e sfruttare la piscina con più libertà di orari». La promozione natalizia permette di acquistare 15, 25 o 35 ingressi validi per 90 giorni, con la possibilità, per chi ha già sottoscritto un abbonamento, di sommare i nuovi accessi a quelli precedentemente acquistati. «È possibile accedere alla piscina comprando un singolo biglietto o un abbonamento – conclude Magara. – Il nuoto libero rappresenta la miglior disciplina per chi vuole svolgere un’attività che lo aiuti a star bene, a dimagrire e a mantenere la forma, anche se è doveroso ricordare come questo sport porti benefici solo se viene praticato con una certa frequenza. In questo senso l’abbonamento rappresenta la soluzione ideale, perché vincola a un allenamento costante che permette di sfruttare i benefici e i vantaggi dell’acqua in totale relax e con i propri ritmi».

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er ulteriori informazioni o per iscriversi alle attività è possibile rivolgersi alla segreteria del Centro Sport Chimera in viale Gramsci 7, visitare i siti www.centrosportchimera.com o w w w. s a l v a m e n t o . i t , chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641


L’AMORE RUBATO

di Chiara Marcelli

DACIA MARAINI TORNA AD AREZZO PER RACCONTARE LA VIOLENZA SULLE DONNE abato 15 dicembre, alle ore 17, Dacia Maraini sarà di nuovo ospite del Giardino delle Idee per presentare L’Amore rubato (Rizzoli), il suo nuovo saggio dedicato alle donne che combattono una battaglia antica, ma sempre attuale, contro gli amati che spesso confondono la passione con il possesso, e pertanto l’amore lo rubano: alle bambine che non sanno, a quante si donano troppo. Le violenze domestiche sono realtà di cui l’opinione pubblica, anche femminile, non sembra pienamente comprendere l’estrema drammaticità. Con la penna della grande scrittrice, Dacia racconta questo problema sociale spesso sottaciuto attraverso le vicende di Marina, Angela, Anna, Franci, Carmelina, Giusi e Rosaria, Venezia, Giorgia e Ale, donne diverse fra loro, colte in varie età della vita, ma che in comune hanno le cicatrici visibili o nascoste di un dolore. Senza enfasi o retorica, l’autrice delinea ritratti agghiaccianti degli uomini protagonisti di tali efferatezze, compagni che agli occhi della gente appaiono educati e gentili, amanti devoti e genitori premurosi, ma che tra le mura domestiche si trasformano in aguzzini, sfogando rabbia e violenza immotivata. Tutti sembrano avere una doppia personalità. Non riescono ad accettare la volontà di autonomia delle donne, la loro emancipazione. C’è il marito della giovane Marina, confinata in casa e ferocemente percossa, che riesce a rassicurare con il suo sguardo mite l’assistente sociale intervenuta, su segnalazione della polizia, perché la moglie si è ripetutamente presentata al pronto soccorso dolorante e ferita, ma contraria a denunciare il coniuge di cui si crede innamorata. C’è il padre-padrone della piccola Venezia, una bambina trasformata in una “divetta” della moda, fotografata e pagata a soli nove anni come un’adulta, che sparisce da casa, vittima di un bruto che la tiene segregata a lungo per poi ucciderla e seppellirla in giardino. Paladina del sesso “debole” la Maraini lo è da sempre, ma qui oltre ai diritti della donna sono reclamate attenzioni e misure sociali precise perché tali scempi abbiano fine. È questione di coscienza, di rispetto umano, di vero... amore. L’appuntamento con la scrittrice e il suo libro è presso la consueta “Sala delle Muse” del Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo. Introduce e modera l’incontro Barbara Bianconi, con gli approfondimenti della giornalista Nadia Frulli.

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E SE L’ARATORE DI AREZZO DIVENTASSE U

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nche questa settimana, come di consuetudine già da alcune, proseguono le nostre interviste ai cittadini sull’Aratore di Arezzo, scultura bronzea del V secolo a.C. che ritrae una figura umana mentre porta avanti due buoi durante l’aratura. Il piccolo bronzo, rinvenuto nel XVII secolo nei pressi del baluardo di San Giusto, riveste, secondo importanti etruscologi, una grande importanza simbolica per la nostra città, nonostante sia quasi del tutto sconosciuto alla maggior parte degli aretini. Proprio per questo, il “Settimanale” ha lanciato l’idea di rendere nota e valorizzare la scultura anche attraverso un monumento, sia per abbellire la città, sia per conferire degli stimoli alla produttività locale, dato che, come ha giustamente suggerito lo studioso Santino Gallorini, siamo di fronte a un’opera che rimanda a due attività da sempre nel dna degli aretini: la lavorazione dei metalli e l’agricoltura. Per questo numero siamo andati a sentire le opinioni dei gestori di alcuni bar e pub del centro. «So che la statua-simbolo di Arezzo è la Chimera – ci dice Pierluigi che ha da poco aperto la Birreria B17, in stile irlandese, in via della Tolletta. – Non sapevo, però, che ce ne fossero altre così importanti. L’idea che una riproduzione monumentale dell’Aratore possa essere esposta in qualche piazza, magari Sant’Agostino o davanti alla Stazione, la trovo stimolante e può essere motivo di interesse culturale per persone, che come me, non ne avevano mai sentito parlare». «Ho letto di questa vostra proposta – rivela Francesca, giovane barista della Bottega degli Illustri di via Garibaldi – ed è molto carina. Secondo me la bellezza di Arezzo è racchiusa soprattutto nei suoi vicoli storici, che la rendono unica e rappresentativa dell’urbanistica medievale toscana e non solo. Proprio per questo collocherei l’Aratore nella parte alta della città, per richiamare l’attenzione dei turisti

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SE UN MONUMENTO?

PIAZZA STAZIONE RITI di Valentina Paggini

SALUTI DALLA GIOSTRA! Una cartolina celebrativa per i primi trenta che prenoteranno il libro sul Saracino

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o scorso Natale, le Edizioni Giorgio Vasari dettero alle stampe il volume Saluti dalla Giostra! La Giostra del Saracino nelle cartoline e negli annulli filatelici, a cura di Roberto Parnetti. Un’opera straordinaria e unica nel suo genere, pubblicata con l’autorizzazione dell’Istituzione Giostra del Saracino e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Arezzo, del Comune di Arezzo, della Fise (Federazione Italiana Sport Equestri) e del Circolo Filatelico Numismatico “M. Buonarroti”. Un totale di 144 pagine a colori, contenenti cartoline realizzate tra gli anni Trenta e Sessanta, locandine storiche e annulli filatelici provenienti da collezioni private, il tutto raccolto per la prima volta in un unico volume. In definitiva un libro per ripercorrere la grande storia della più celebre rievocazione storica del territorio aretino. In occasione delle prossime festività natalizie l’opera viene riproposta in confezione regalo. I primi trenta che prenoteranno il volume, inviando una mail a edizionivasari@aruba.it, avranno in omaggio anche una cartolina celebrativa recante l’annullo filatelico dell’ultima Giostra di settembre. Serena Capponi

nella sua zona più poetica e antica». Di parere diverso è invece Luigi, titolare del bar Spazio Morini di piazza San Jacopo: «Non conoscevo la scultura ma ho letto i vostri articoli e l’idea di riprodurre l’Aratore a monumento è molto interessante. Dato che immortala un uomo e i suoi buoi al lavoro, potrebbe essere messa proprio qui vicino al nostro bar, a richiamare una delle vocazioni principali del nostro territorio. Piazza San Jacopo è la piazza aretina che ospita, più delle altre, negozi, bar e uffici commerciali: è un po’ il cuore lavorativo del centro storico e quindi, se leghiamo il bronzo etrusco alla dinamicità dell’imprenditoria locale, di posti più consoni non ce ne sono». Appuntamento alla prossima settimana

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UNA CITTÀ DA CARTOLINA… A TIRATURA

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salire c’è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta…», diceva Tiziano Terzani. La stessa filosofia pare aver accompagnato la realizzazione di Arezzo, i tetti dal cielo, un progetto editoriale curato da Andrea Bardelli, giornalista e fotografo ufficiale del nostro “Settimanale”. Un elegante cofanetto a tiratura limitata, in 500 di Marco Botti copie numerate, che raccoglie sette vedute panoramiche del centro storico aretino, ottenute dal montaggio di scatti effettuati da punti inediti. Il particolare formato delle “cartoline”, 50 per 12,5 centimetri, contribuisce a rendere l’opera originale e appetibile a chi va alla ricerca di chicche legate alla nostra città. «Il progetto – ci racconta l’autore – è nato dalla mia passione per la fotografia e, in particolare, per l’immagine panoramica e la sperimentazione di software dedicati a questo tipo di foto. Negli anni ho creato un ampio database che ha destato l’interesse di Maurizio Baldi e di Settore8 Editoria, con cui è nata l’idea di costruirci attorno un prodotto di qualità. Prima di scegliere gli scatti migliori, però, era necessario trovare un filo conduttore che potesse legare le foto selezionate. Alla fine abbiamo optato per alcune immagini panoramiche che raccontassero Arezzo in modo diverso, una “suggestione aerea” quanto più possibile esaustiva della parte storica». Non solo fotografie, perché sul retro le cartoline sono ricche di contenuti. «Innanzitutto sono presenti le mappe con l’indicazione del luogo esatto di ripresa. Quindi sono stati aggiunti dei brevi racconti legati al tema dell’ascesa, in modo da conferire al cofanetto anche un taglio letterario». La salita e gli ostacoli che ci troviamo di fronte diventano una metafora della vita, ma per realizzare le foto sono stati davvero scalati palazzi e torri di solito inaccessibili. «È vero. Benché abbia una certa propensione all’arrampicata, per raggiungere certi punti di osservazione ho affrontato percorsi impervi. Ciò nonostante, ne è valsa la pena». Foto, mappe e racconti che dialogano tra loro. Un lavoro complesso. «L’aggiunta di contenuti editoriali e in generale una postproduzione articolata hanno permesso di costruire un progetto distintivo, nel quale immagini e testi interagiscono e si qualificano a vicenda. Per questo motivo chiamarla semplicemente “raccolta di vedute” è riduttivo». 24

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TURA LIMITATA

AL CIELO

FONDAZIONE GUIDO D’AREZZO Al via la seconda Rassegna Corale di Voci Bianche e Giovanili

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a Fondazione Guido d’Arezzo quest’anno ha festeggiato il 60° compleanno con il suo celebre Concorso Polifonico Internazionale. Più di mezzo secolo dedicato alla musica vocale polifonica, allo sviluppo e alla promozione della cultura musicale su scala internazionale. Non solo, perché la Fondazione vanta la Scuola per Direttori di Coro, un’attività formativa professionale apprezzata da un decennio a livello europeo. Altro fiore all’occhiello, da due anni, è la Rassegna Corale di Voci Bianche e Giovanile, rivolta esclusivamente ai più piccoli. La seconda edizione si preannuncia di gran qualità. Venerdì 14 dicembre, alle 19, alla chiesa della Badia di Arezzo si esibirà il Coro “Piccole Note” di Monte San Savino e a seguire il Coro del Liceo Ginnasio “A. Mariotti” di Perugia. Sabato 15 dicembre, alle 19, la basilica aretina di San Francesco ospiterà il Coro “Piccoli Polifonici Sulmonesi” di Sulmona e quindi il Coro “Aurora” di Bastia Umbra. Nella stessa giornata, alle 16.30, presso la sede della Fondazione sarà presentato il libro Cinque secoli di musica ad Arezzo di Claudio Santori. Valeria Gudini

A chi è rivolta l’opera? «Collezionisti e cultori di tutto ciò che riguarda Arezzo in primis. Tuttavia ritengo che possa interessare anche ai turisti italiani e stranieri, che avranno la possibilità di portarsi a casa un souvenir esclusivo. Perciò abbiamo inserito sul retro delle cartoline le traduzioni in inglese dei racconti, curate dall’amico Roberto Gennari». Dove possiamo trovare Arezzo, i tetti dal cielo? «Viene distribuito, al prezzo di 10 euro, in tutte le librerie del centro storico e negli uffici turistici gestiti da Creative Arts (emiciclo Giovanni Paolo II e Logge vasariane). Data la sua elegante veste, il cofanetto si presta bene come regalo natalizio». E chi lo riceverà – aggiungiamo noi – saprà apprezzare la qualità di questa iniziativa editoriale. l’immagine in alto è la riproduzione, per gentile concessione dell’Autore, di una foto del cofanetto

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OCCHIO ALLA GARANZIA AECI SPIEGA COSA FARE

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n quest’occasione vorremmo parlarvi della garanzia legale sui beni di consumo: garanzia che può essere reclamata nel caso in cui un bene non corrisponda all’uso a cui è stato destinato, oppure presenti difetti nell’aspetto o non funzioni regolarmente. Si tratta di una garanzia che ha la durata di due anni e può essere esercitata entro due mesi dal momento in cui si riconosce il difetto, per questo è essenziale conservare lo scontrino, la ricevuta oppure la fattura di acquisto. Nel momento in cui si decide di presentare il reclamo, possiamo rivolgerci al rivenditore, anche se diverso dal produttore. Una volta assodato il difetto, il consumatore ha diritto alla riparazione o alla sostituzione del bene senza nessun addebito di spese accessorie; nel caso in cui il bene non sia riparabile o sostituibile, il consumatore ha diritto ha una riduzione del prezzo di acquisto o, restituendo il bene stesso, al reso del denaro speso. Il rivenditore ha l’obbligo di verificare il difetto: nei primi sei mesi dopo l’acquisto i costi di verifica saranno a totale appannaggio del rivenditore, mentre nei mesi successivi al sesto, potrebbe essere richiesto al consumatore il rimborso degli stessi. La garanzia legale che tutela i consumatori esiste a prescindere dalla presenza di ulteriori garanzie gratuite e/o a pagamento offerte dal rivenditore: rivenditore che è comunque obbligato a sottolineare la presenza, nonché la diversità delle garanzie praticate. La nostra associazione è tra le altre cose a disposizione di chi ritenga di essere leso nell’esercizio della garanzia legale: rivolgetevi tranquillamente ai nostri sportelli, sarà nostra cura avallare le richieste dei nostri soci e presentare regolare istanza anche all’organo di controllo per le violazioni al Codice del Consumo. Ovviamente, come sempre ricordiamo, per esercitare un diritto è necessario ottemperare al dovere corrispondente: in questo caso, la garanzia legale può essere reclamata solo se il difetto non è frutto di cattiva conservazione e/o manutenzione. Per info via email arezzo@euroconsumatori.eu proteggiamo i tuoi diritti ad Arezzo e provincia! chiamaci allo 0575/21.514 e al 345/44.60.670

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FA ANCORA PARLARE D LA PASTICCIERA ARTIS

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a pasticciera Paula, romena e aretina d’adozione, nella sua Cofetaria ci stupisce con delizie romene e non. Ordini un dolce particolaree e lei lo fa. Strudel, gli originali cantuccini di Prato… È straordinaria,, Paula: sa fare qualsiasi cosa! Fra poco è Natale e le specialità di questa esta stagione sono tante, così aumenta anche il suo lavoro, che svolge con n arte e passione. Sì, perché ci vuole davvero passione! La Romania ha una cultura popolare bellissima riguardo le tradizioni natalizie e pasquali, i valori morali dell’uomo semplice. Dapprima chiamata “Dacia”, fu poi influenzata da vari popoli e per molto tempo dall’antica Roma: da qui il nome “Romania”, e il fatto che ancora oggi nella lingua sono in uso espressioni latine. Paula ci dice: «Desideravo aprire una cofetaria, portare qui ad Arezzo un pezzetto del mio Paese con i suoi dolci, ed eccomi qua». Novità intraprese. «Ogni settimana mi invento un dolce e gli do un nome di fantasia, ntasia, unico». Se diciamo cioccolata? «È un ottimo stimolante: ci fanno anche i cosmetici. La “mia” cioccolata agisce nel palato, così pure i miei cioccolatini ripieni di crema». Un consiglio alle persone che devono dimagrire. «Ogni tanto, nel rispetto della salute, è giusto, un dovere verso voi stessi, concedervi un premio». Panettone. «Naturalmente il mio panettone romeno». I dolci forniscono velocemente energia. Rappresentano feste e tradizioni, vita sociale. Più o meno ricchi di zucchero, sono preziosi per la presenza di sostanze come latte, cereali e tutte ciò di goloso che può offrire madre Natura. Predispongono al buon umore, specialmente i più piccini. La nostra Paula, da ragazzina, la prima cosa che ha imparato sulla cucina è stata “pasticciare”! Paula, vuole darci qualche sua ricetta? «Veramente conservo gelosamente i segreti del mio mestiere, cioè le ricette dei dolci che vendo nel mio negozio, ma ve ne regalerò due semplici e gustose che realizzo solamente a casa». TORTA CON ALLE NOCI

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Ingredienti 200 grammi di noci, 6 uova, 280 grammi di zucchero, 3 cucchiai di farina, 1 cucchiaio di lievito, 6 savoiardi, 3 cucchiaini di caffè solubile, 400 grammi di panna, 1 foglio e ½ di colla di pesce, 200 grammi di cioccolato. 28

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E DI SÉ PAULA PAVALACHE TISTA DI VIA PIAVE

di Ivana Marianna Pattavina

Procedimento Lavorare i tuorli frullati con 200 grammi di zucchero, 120 grammi di noci tritate, farina, savoiard savoiardi sbriciolati e lievito. Unire gli albumi a neve e versare l’impasto in una tortiera imb imburrata e infarinata. Infornare per 40 minuti a 150 gradi. Intanto versare mezzo decilitro d’acqua in un tegame con il caffè e 40 grammi di zucchero, facendo addensare. Spennellare la torta con questo sciroppo e tagliarla in due dischi, uno più alto dell’altro. Lavorare 300 grammi di panna con 40 grammi di zucchero e la colla di pesce ammorbidita e strizzata, spalmare questa crema su un disco, sovrapponendo l’altro. Con la panna restante preparare una glassa aggiungendo il cioccolato grattugiato, spalmarla sulla g p tortaa e guarnirla con le noci. n

DI DOLCI

BARCHETTE BARC TTE PATATE P TE

Ingredienti per 4 persone 1 chilo di patate dolci, non troppo grosse, 800 grammi di frutta mista (mele, albicocche, prugne, uva, melone), 30 grammi di zucchero semolato, 2 limoni. Procedimento Lavate, lessate e sbucciate le patate, tate, tagliatele a metà nel senso della lunghezunghezza. Quindi scava tele all’interno in n modo da ottenere delle barchette dello spessore di 2 centimetri. Fate una macedonia con la frutta, conditela con lo zucchero e il succo di limone e riempite le barchette, che ovviamente mangerete con la macedonia. “Pasticciare” è un’arte, i dolci di Paula mettono d’accordo tutti: impossibile trovare qualcuno a cui non piacciono! 14 DICEMBRE 2012

IL SETTIMANALE DI AREZZO

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il sonetto

«In cucina, se dice, basta un còco e du’ galli se béccon nel pollaio, Bersani vinciarà, e non de póco, ma è Renzi che fàe ’l burattinaio» «Tónio, perché?» «Perché, Beppe, el su’ gióco è bel che fatto! Si perde unn’è ’n guaio: c’è chj gni toglie le brice dal fòco» «E alóra… tutto ’sto bumburinaio?» «Unn’è mica ’n coglione! Ire al governo, de ’sti tempi c’è rischio de bruciasse in du’ balletti e ’n superà l’inverno. Lascia Bersani a sbroglià le matasse, e lù se ne starà chjòtto e contento ad aspettare i frutti ch’ha seménto»

Masanobo Fukuoka, 1913-2008: un uomo che è la prova di come si possa superare il concetto di produttività legato alle macchine, ai concimi chimici, ai diserbanti e quindi al petrolio, che stanno minando la sicurezza alimentare mondiale. In sintonia con la natura ha dato nuovamente origine all’agricoltura naturale o “del non fare”, ha dimostrato che l’uomo con le sue sole mani, un falcetto e poco più, è in grado di produrre alimenti in quantità e qualità praticamente irraggiungibili da qualsiasi altro metodo moderno. Un metodo rivoluzionario che capovolge radicalmente i pilastri economici e culturali della modernità, indicandoci una strada per la nostra rinaturalizzazione. «Lo scopo vero dell’agricoltura non è coltivare le piante, ma la coltivazione e il perfezionamento degli esseri di Fabio Mugelli umani».

la vignetta di Gigi Paggetti

Moonrise Kingdom di Wes Anderson ****½

cinema

chilometro zero

di Leonardo Zanelli

I Calibro 35 sono un gruppo funk, jazz, alternative rock italiano formatosi nel 2007 a Milano. Il loro sound è ispirato dalle colonne sonore di molti film di genere poliziottesco tipici dell’Italia degli anni Settanta. Ingresso dalle 22 all’una, 10 euro con tessera Arci, Uisp, Legambiente, inizio live ore 23. Dall’una ingresso di Lucio Massai “anticrisi” a 2 euro!

dove andare

Calibro 35 in concerto Karemaski 15 dicembre

UN’ÓVO OGGI O UNA GALÌNA DOMANI?

Attorno alla fuga d’amore di due preadolescenti si compone l’ennesimo bizzarro e nostalgico universo andersoniano, estremizzato dall’insularità e dalla chiusura del gruppo scout da un lato e della famiglia dall’altro. Tra Willis, Murray, McDormand, Swinton, Schwartzman, Keitel e un meraviglioso melanconico Norton, troneggiano gli esordienti Gilman e Hayward, piccoli Bonnie & Clyde che ci insegnano la vita. Il regista sfodera la miglior prova dopo I Tenenbaum, scavando nel subconscio della generazione dei Sixties con una favola profonda, mai banale né mielosa, scritta con Roman Coppola e sapientemente illuminata dal fedele Yeoman. La sequenza d’apertura, fatta solo di carrelli, inquadrature simmetriche, recitazione, colonna sonora intradiegetica, è ciò che dà a Mr. Wes il titolo di Autore. Est, est, est! Enrico Badii, enrico.badii@gmail.com

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