Il Settimanale di Arezzo 161

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ANNO IV NUMERO 161 • VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2013 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: SCATTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI

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IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Centrale del 118, è un problema politico 4 Scuola e docenti le rivendicazioni dei precari 6 Stazione sulla Direttissima, solita partita col “morto”? 7 Vieri Dischi non molla e combatte la crisi discografica 10 La danza di un operaio orafo disoccupato AREZZO’N’ROLL 8 Ilbanchiereanarchico AREZZO SPORT 13 La Stella Azzurra alla conquista dell’Italia 15 Passione ed entusiasmo dal vivaio della Volley 88 Chimera 16 Arezzo, serve autorevolezza in campo e fuori 17 Dieci squadre e 130 bambini per il minibasket “Nova Verta” 18 Ritmica Vigili del Fuoco, si rientra in pedana 19 Centro Taekwondo Arezzo, lo spettacolo dei cal-

ci in volo 20 Nuoto, fitness e tanto altro: al via le attività del Centro Sport Chimera A REGOLA D’ARTE 21 Tra strade affollate e grigie atmosfere, il nuovo libro di Tarek Komin, “Il dedalo del sottosuolo” 22 “Catino azzurro di strega”: le ricerche artistiche di Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti si incontrano a Citerna 24 La “recherche” di Sara Lovari alla Galleria 33 LE PELLEGRINE ARTUSI E… 26 …i pici al sugo di “nana” ACLINFORMA 27 Buone notizie per il conguaglio 730 FACOLTÀ… DI PAROLA 28 Borse di mobilità per chi si iscrive fuori regione

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO IV NUMERO 161 – VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2013 © EDIZIONI GIORGIO VASARI DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL FRANCESCOCIABATTI.EGV@GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI, SAIMON SAVINI AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL EDIZIONIVASARI@ARUBA.IT PUBBLICITÀ E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, PAOLAPRATO.EGV@GMAIL.COM AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010 ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155 STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL INFO@TIPOGRAFIALAZECCA.IT

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di Cecilia Falchi

CENTRALE DEL 118 È UN PROBLEMA POLITICO

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on sono ancora terminate le discussioni riguardo Siena o Arezzo quale sede operativa del 118 per l’Area Vasta Toscana Sud (Siena, Grosseto e Arezzo, per l’appunto). La destinazione definitiva rimane ancora incerta dopo l’ultimo incontro tra il Sindaco Fanfani e l’assessore regionale Marroni. Il prossimo incontro sarà all’attenzione pure del presidente della Regione Enrico Rossi. L’assessore alle Politiche sanitarie del Comune, il dottor Marcello Caremani, ha precisato cosa ci aspetta per il futuro. È stata fissata una data per l’incontro? «Ancora non è stata data una risposta certa sul futuro del 118 della nostra Area Vasta. La serie di interventi dei politici aretini ha probabilmente fermato il progetto, che avrebbe voluto portare la sede della Centrale del 118 a Siena, ma ancora non è detto che sia tutto risolto. L’incontro tra il Sindaco di Arezzo e il presidente della Regione Rossi ha lo scopo di sciogliere questo nodo politico, perché di politica si tratta». Quali sono i requisiti che la futura sede operativa del 118 deve avere per essere pienamente efficiente? Arezzo soddisfa tali requisiti? «Il primo requisito è l’esperienza maturata in questi anni, il secondo è la professionalità acquisita, che fanno della nostra Centrale una delle meglio organizzate nella regione Toscana. A chi ci dice che una centrale di ascolto

può stare pure al Polo Nord, rispondiamo con i dati in mano del lavoro che questo servizio ha fatto negli anni, non dimenticando la spesa sostenuta nel 2012 dalla nostra Usl per modernizzare la centrale». Se si dovesse optare per Siena, cosa comporterebbe per la nostra città e la provincia questa perdita? «La perdita della Centrale del 118 rappresenterebbe un grave segnale di politica sanitaria, che farebbe pensare che la nostra realtà in questo ambito è stata ed è tuttora poco ascoltata, non solo all’interno dell’Area Vasta, ma pure a livello regionale. A questo problema potranno seguirne altri come accorpamenti di strutture ospedaliere con quelle universitarie: è successo a Careggi, dove uno storico reparto ospedaliero di Malattie Infettive è scomparso, essendo stato inglobato con il reparto universitario, struttura clinica questa con poca storia alle spalle».

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naugurato a Mosca, il nuovo showroom Toscana Loft, con un restyling attento a mettere in evidenza i valori aggiunti delle singole aziende, inserite in un’immagine corporate condivisa. Monnalisa e Miniconf, le due aziende aretine (associate a Bimbo Italia), stanno rafforzando la posizione commerciale non solo in Russia, ma nell’intera area delle ex repubbliche di questo ricco mercato.

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SCUOLA E DOCEN LE RIVENDICAZIO La prima parte dell’intervista a Francesca Lorenzoni, insegnante di scuola secondaria e coordinatrice del Comitato Provinciale Precari di Arezzo, è stata pubblicata nel numero 160 di venerdì 6 settembre, e potete leggerla a questo indirizzo: http://goo.gl/AzhHEZ A proposito di perplessità, parliamo del concorso regionale. «Ci riferiamo a quello indetto nell’autunno dello scorso anno, gestito su scala regionale e riguardante soltanto alcune classi di concorso. La prima assurdità è che classi praticamente esaurite non sono state prese in considerazione mentre altre oberate, come inglese oppure filosofia e storia, sono state riaperte. La seconda anomalia è che l’Ufficio Scolastico Regionale toscano non ha permesso l’accesso agli atti, e non lo permetterà se non alla conclusione della procedura. La terza che, viste le rinunce dei commissari di esame a causa dell’inadeguato trattamento economico previsto per il ruolo, si è verificato il paradosso di giudici che valutavano candidati con titoli superiori rispetto ai loro». Torniamo al Comitato, come è articolato e di cosa si occupa? «Il Comitato è nato nel 2008 e all’inizio aveva un’organizzazione più strutturata rispetto a quella attuale, grazie a cui fu possibile condurre in quell’anno un’operazione significativa come l’occupazione del Ministero. A oggi, complice uno scoramento che deriva da un certo sentimento di impotenza malgrado i nostri sforzi, siamo impegnati nell’organizzazione di manifestazioni e iniziative di sensibilizzazione prevalentemente in alcuni momenti dell’anno. L’ultima di rilievo in ordine di tempo è stata quella del 2012 di fronte alla Prefettura». Come Comitato, quali ritenete siano le questioni più urgenti da affrontare? «La principale: dopo il pensionamento di Alfonso Caruso e la sua

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ENTI IONI DEI PRECARI di Andrea Bardelli

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sostituzione con funzionari esterni, si avverte la mancanza di un provveditore aretino, e la provincia sembra meno tutelata a livello di politiche scolastiche. Giusto come esempio, è strano che vi siano province in Toscana dove soggetti con pochissimo punteggio risultano occupati, oppure situazioni in cui i trasferimenti ammessi siano in percentuale inferiore rispetto ad altri distretti. Chiediamo pertanto che la politica si adoperi e si imponga onde avere un Provveditore per la città che conti come gli altri in Toscana, perché altrimenti a rimetterci non sono soltanto i precari ma tutte le componenti del sistema scolastico, a cominciare dagli studenti. Inoltre vorremmo si discutesse di misure a sostegno del precariato, in particolare di quello di lungo corso. Perché la Toscana, a differenza di altre regioni, non ha approntato nessuna manovra straordinaria di tamponamento? Nel nostro caso infatti non è prevista cassa integrazione e dopo 8 mesi di disoccupazione sei alle corde, oppure sei costretto ad accettare incarichi di un paio d’ore settimanali nei quali è più la rimessa che il guadagno. Infine, sarebbe opportuno lavorare verso un diverso sistema di reclutamento del personale, che non significa necessariamente il metodo della chiamata diretta – in un Paese clientelare come il nostro risulterebbe ingestibile – ma semplicemente ripensare ai meccanismi di assunzione, che in alcuni casi garantiscono troppo e in altri niente, contribuendo al discredito che investe l’ambito del pubblico impiego».

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di David Mattesini

STAZIONE SULLA DIRETTISSIMA: LA SOLITA PARTITA COL “MORTO”?

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na stazione dell’Alta Velocità nei pressi di Arezzo. Una chimera o una prospettiva realistica? Di fronte alla situazione attuale di sempre maggiore defilamento della nostra provincia dalle vie della grande comunicazione ferroviaria, la proposta rilanciata dall’assessore regionale Ceccarelli – che conferma grande vicinanza ai problemi del territorio – ritorna di grande attualità. Quello che potrebbe mancare ancora una volta, alla fine, al di là dell’accanito dibattito sulla questio, è la volontà delle FS e, cosa non da poco, la disponibilità di fondi sufficienti per l’investimento complessivo. Una prospettiva, quella di una stazione aretina sulla Direttissima, che sembrava pressoché cosa fatta qualche anno fa, ma di cui poi non si è fatto nulla. Il punto cruciale è quindi non ripetere l’esperienza dell’Interporto di Indicatore, rispetto all’ipotesi di creare il maggiore scalo merci intermodale gommarotaia del Centro Italia. Intanto però si discute sulla sede. Arezzo, lo hanno chiarito il sindaco Fanfani e il vice Gasperini, la vuole a Rigutino. Da Chiusi insistono invece per una dislocazione a Montallese, a metà strada tra il

«INVESTIRE

nostro comune capoluogo e Siena, strizzando l’occhio a Perugia, che certo non è servita ottimamente. Chi la spunterà? Di certo c’è un dato per gli aretini che vanno a nord, andare a prendere un Eurostar a Firenze è più comodo che andare a Montallese; per chi va a Roma potrebbe invece essere comunque un grosso passo in avanti. In questa partita ci potrebbe quindi essere una carta da giocare per rendere ancora più “appetitoso” il progetto di una stazione a Rigutino, quella che vedrebbe un’implementazione di un servizio ferroviario metropolitano sulla linea lenta, in grado di smaltire l’intenso traffico su gomma verso Castiglion Fiorentino e Cortona. Un’ipotesi di cui adesso si torna a parlare, e di cui scriviamo da diversi anni, quando fu addirittura la defunta Circoscrizione Rigutino a rilanciare il progetto. C’è però un altro dato da considerare. Un servizio ferroviario verso l’ingresso sud della città dovrebbe necessariamente vedere la riattivazione delle stazioni di Rigutino e Olmo, cadute in abbandono da diversi anni. Un investimento economico non da poco. Le carte sono sul tavolo, speriamo non si riveli la solita partita col “morto”.

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di GIacomo Manneschi

IL GIRO DELLE BOTTEGHE

VIERI DISCHI NON MOLLA E COMBATTE LA CRISI DISCOGRAFICA uesta settimana abbiamo scambiato due chiacchiere con Roberto Bianchi, guru musicale nonché dipendente dello storico negozio Vieri Dischi, situato in Corso Italia, una certezza aretina da oltre quarant’anni, grazie alla figura di Norina Vieri. Come fa un negozio di dischi ha rimanere ancora in piedi nel 2013? «Un’impresa disperata, ci agevola il fatto che l’immobile sia di proprietà dei titolari, di fatto non abbiamo la così detta acqua alla gola di fine mese; in altro modo sarebbe durissima. Non sussiste più un business musicale come quello degli anni Ottanta e Novanta, ai tempi le case discografiche sottovalutarono la diffusione degli mp3. Anche i centri commerciali si sono adeguati e stanno riducendo lo spazio dedicato ai dischi. Per fortuna, tornando nel nostro caso specifico, vendiamo oltre agli album, gadget e t-shirt attinenti al mondo musicale, inoltre siamo uno dei punti vendita all’interno del circuito di TicketOne». Nel vostro negozio possiamo trovare anche dischi prodotti da etichette indipendenti sia italiane che estere: parlaci un po’ di questo mondo. «Teniamo pure prodotti più di nicchia, perché comunque fa parte della storia del negozio e c’è pure una rilevante richiesta. Tra le etichette che hanno partorito album di qualità risollevando negli ultimi anni il mercato penso alle inglesi Domino Records, Rough Trade e XL Recordings, a seguire le americane In The Red, Matador Records e la storica Sub

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Pop Records, mentre tra quelle italiane spiccano Tempesta Dischi e Ghost Records». Puoi fornirci un excursus su come sono strutturate le vendite e quali differenze sussistono tra le varie fasce d’età? «Fondamentalmente gli adolescenti, quindi quelli che vanno dai 13 ai 17 anni prediligono acquisti di artisti pop mainstream, che vanno dai giovani nuovi rapper fino alle boy band, cito ad esempio gli One Direction, Lady Gaga, Fedez e Moreno. Poi c’è la fascia degli over 35, che appassionata di musica e cresciuta con un certo modello cultural-musicale viene ad acquistare album storici oppure ristampe importanti( Pink Floyd, Bob Dylan, Beatles, Clash…), insomma parlo dei cosiddetti “nostalgici”. Ma allo stesso tempo vi è una parte sostanziosa di giovani, diciamo dai 20 ai 30 anni che è interessata ad acquistare dischi nuovi dello scenario indie (inteso come attitudine e non come genere musicale), tra i nomi più conosciuti direi Strokes, Arctic Monkeys, Sigur Ros e Queens of the Stone Age, ma anche autori appartenenti al sottobosco internazionale come Ty Segall e Black Lips. Sporadicamente giungono anche richieste su dischi italiani indipendenti, per esempio una ragazza pochi giorni fa entra in negozio e mi chiede un album dei Beatles e uno dei Fine Before You Came, band dell’odierna scena punk italiana. Ma il calo vertiginoso lo si può notare sugli artisti pop dello star system, difatti le uscite di Madonna, Muse, ma anche gli stessi Ligabue o Vasco non riescono più a vendere quanto prima».

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di Lucio Massai

ILBANCHIEREANARCHICO o avete letto il libro di Pessoa? Fatelo, ne vale culturalmente la pena. Di questi tempi, dove tutte le certezze sociali, politiche ed economiche sono crollate, il popolo che bisbiglia sempre più forte “non ci fidiamo più, buffoni!”, e per un lucido confronto fra liberi pensatori, un ideale di stato sociale libero, non violento, autogestito dal popolo, con la totale solidarietà e condivisione nelle responsabilità fra tutti i cittadini, ci affascina. Alzi la mano chi non desidera una mondo più giusto e leale! Ma è praticabile hic et nunc? Dovremmo aspettare un ulteriore evoluzione spirituale umana non di pochi ma del popolo tutto? Il potere in poche mani rende folle l’uomo, qualsiasi uomo normale, come tutta la nostra storia millenaria di violenza dimostra. Ilbanchiereanarchico è una band aretina che contesta e provoca ma lo fa artisticamente, con la musica e il teatro, con l’unica arma di ogni tempo davvero rivoluzionaria, quella che decondiziona le menti, la cultura. La scelta di darsi questo nome, come band di rock alternative teatrale, è stimolante nonché provocatoriamente intelligente. I loro pezzi sono tutti sotto licenza copyleft, e sono di Alberto Rinnovati, voce e chitarra, Paolo Caprini, chitarra baritono e cori, Mirco Cecconi, batterista, Massimiliano Foglini alle tastiere.

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Si parte da Tijuana. «Venivamo tutti da altre esperienze e generi diversi, con il gruppo Tijuana suonavano Alberto e Paolo, e poi Mirco. Avevamo lavorato con Massimiliano a Pratovecchio, dove aveva rifatto le basi in chiave elettronica di Jesus Christ Superstar, da qui J.C. Electrostar. Ci siamo conosciuti, e così tutti e quattro siamo diventati nel 2011 Ilbanchiereanarchico». La scelta del vostro nome? «Ci è piaciuto il racconto e il messaggio anarchico di Pessoa: oltre le convenzioni e le finzioni sociali esiste la Natura che crea le differenze di base, poi, non per diritto di nascita o conoscenze personali, ma solo per le tue capacità e i tuoi meriti entri in società. Il concetto poi del banchiere e delle banche va di moda… Anarchia non vuol dire caos ma assenza di autorità, e quindi si parla di autogestione, di responsabilità da assumere senza delegare ad altri il nostro benessere, e di altre cose». Avete fatto uscire diversi video. «Siamo al quarto. Abbiamo cominciato con Chi ha paura del bobo? a budget zero, il secondo Blinden Market con la regia di Gaetano Mastrocinque. Paolo La Cola ha firmato il terzo, Come un dio. Entro la fine di ottobre uscirà il quarto video. Due video con demo prodotti da Riganelli dello studio Bpa di Pierle di Cortona».

State per far uscire la vostra prima demo ufficiale. «A fine mese saremo a registrare dal Simoncioni al suo The Garage Studio a Civitella in Valdichiana… Ci siamo autofinanziati, abbiamo fatto i provini e siamo pronti per lo studio, abbiamo alle spalle due anni suonati insieme e vogliamo documentarli, ci interessa ricreare quel nostro suono live. Diamo fin d’ora l’appuntamento per una anteprima del nostro lavoro con il live del 26 ottobre al Rock Heat». Ci parlate della vostra metodica creativa? «Si registra qualsiasi cosa, ci interessa il momento e il feeling che si crea o meno fra di noi, insieme ci fermiamo o insieme andiamo avanti in maniera spontanea, spaziamo e ci facciamo trasportare da ogni elemento musicale che ognuno di noi porta, lo stesso vale per i testi… Fondere, confrontarsi con generi differenti, sperimentare, ognuno con le sue personali scintille creative… Il piacere di suonare è fondamentale, c’è voglia di suonare insieme, il piacere di ritrovarsi e lasciare i problemi fuori». E l’Ozu Film Festival che c’entra? «Stiamo finendo di lavorare con film muti dei primi del Novecento, abbiamo sonorizzato il film del 1909 The Sailed Room. Su Youtube tutti nostri video, le musiche su Myspace». arezzonroll@gmail.com

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ono aperte le selezioni per la prima compilation delle band aretine. Fino al 15 ottobre. Regolamento e invio file su www.arezzonroll.it

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LA DANZA D ORAFO DISO

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l signor C. (lo chiameremo così per tutelare la sua privacy), 41 anni, sposato con un figlio, ha perso il lavoro. Unico suo ammortizzatore sociale, la madre pensionata. Ci racconta: «Da qualche sera mio figlio di soli 5 anni aggiunge alle sue solite preghiere a Gesù, la richiesta di far trovare al babbo il lavoro, altrimenti, essendo anche la mamma disoccupata, il fratellino o la sorellina non potrà arrivare». La sua giornata tipo? «Troppi no: ci si alza già scoraggiati… Se vi sono

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delle commissioni le sbrigo, altrimenti già subito dopo la colazione mi metto al computer e cerco tutte le ditte orafe – anche fuori Arezzo – a cui finora non ho mandato il curriculum, o che essendo passato un po’ di tempo vanno ricontattate». Di solito cosa le rispondono? «Ho 23 anni di esperienza come orafo. Mando via email curriculum e lettera di presentazione: alcune non rispondono proprio, altre a causa della crisi o non avendo bisogno sono comunque gentili e mi congedano con frasi di solidarietà. Altre ancora mi chiamano per un colloquio, proponendomi di lavorare al nero». Cosa ultimamente l’ha fatta proprio andare in bestia? «Mercoledì scorso mi chiamano per un colloquio… Tutto ok: mi avrebbero contattato loro la sera entro le 19 dopo aver sentito il commercialista, ma niente. Decido di chiamare io, ma il titolare non c’è e mi dicono di richiamare l’indomani mattina… Puntualmente, il giorno dopo costui non è in sede, e va ricercato nel pomeriggio dopo le 15, ma il pomeriggio risponde al telefono la moglie, dicendomi che hanno avuto da fare e non hanno più bisogno di me… Mi faranno sapere». Ha provato verso altri settori? «Certamente: commesso, magazziniere, cassiere, boscaiolo, fornaio, ecc. ecc. Sono “vecchio”, senza

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DI UN OPERAIO OCCUPATO di Ivana Marianna Pattavina

esperienza negli altri settori, ma disposto a imparare: nessuno però ferma la produzione per insegnarti». La giornata di oggi? «Ore 8, mi sono alzato, dopo la colazione sono andato a camminare in centro per scaricare i nervi. Ho osservato chi lavora: lo spazzino, l’autista degli autobus, il postino, e ho provato una sorta di angoscia. Ho pensato a mio padre che da maggio non c’è più: mi incoraggiava sempre. Ore 11.30, sono tornato a casa frastornato. Ho spedito un altro curriculum via email, e alla lettera di presentazione ho aggiunto una foto di me insieme a mia moglie e il bimbo, per gridare che io sono quest’uomo, e questi sono i valori importanti per me». L’insegnamento tratto da questa sua situazione. «Prima mi lamentavo del mio lavoro, la fatica. Mi rendo conto che sbagliavo, ne farei cento volte di più di fatica adesso, specialmente per mio figlio, e comunque so che c’è chi sta peggio di me». Il paradosso. «Da esperto orafo mi sono iscritto a Linkedin e molti, forse scambiandomi per un manager, mi chiedono a loro volta un lavoro!». Gioca con suo figlio adesso che è a casa? «Più di prima… L’unica nota positiva da disoccupato. Vedendomi al computer a cercare nei siti, pretende la mia attenzione e batte le mani nei tasti

facendomi smettere. Non posso arrabbiarmi, è solo un bambino e vede il babbo preoccupato e troppo serio, mi sforzo di giocare con lui… Mi dà la forza di andare avanti». I suoi sogni riguardo a un possibile lavoro. «Con la mia esperienza nel settore orafo potrei aprire un’azienda, ma mancano gli agganci per partire, qualcuno affidabile disposto a rischiare e mettersi in società… Oggi, in questo settore, ci vuole davvero tanto coraggio per rischiare». Chi l’ha delusa? «Una persona importante alla quale ho chiesto aiuto, mi ha proposto l’interinale, una vita alla giornata. Proprio da chi ci si aspetta l’impegno per incrementare un’economia rispettosa, sana e trasparente, arrivano queste proposte… Ma non perdo la speranza, ho molta fede, lo devo a mio figlio».

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Stella Azzurra in copertina

randi novità dal fronte della Stella Azzurra. Una squadra che, dopo una partenza entusiasmante, si prepara a regalarci una stagione 2013-2014 a dir poco avvincente, carica di sorprese ed emozioni. Negli ultimi mesi le giocatrici aretine si sono ritrovate al centro di importanti cambiamenti, ma stanno già dimostrando di avere spalle larghe, voglia di fare e grinta da vendere. Quest’anno infatti, la Stella Azzurra disputerà, per la prima volta nella sua storia, il campionato nazionale di Serie B, una sfida impegnativa ma stimolante che porterà la compagine aretina in giro per gran parte dell’Italia. Per la squadra il 2013 sembra proprio essere l’anno delle “prime volte”. Le è stata infatti concessa l’opportunità di poter giocare le partite casalinghe allo stadio comunale di Arezzo, un evento senza precedenti (lo stadio è da sempre appannaggio esclusivo dell’Arezzo Calcio) che lascia ben intendere quanto il calcio

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La società aretina, per la prima volta nella sua storia, disputerà il campionato nazionale di Serie B, conquistando così anche il “Città di Arezzo”

La Stella Azzurra si fa strada alla conquista dell’Italia [segue da pag. 13]

femminile stia prendendo piede in città, e quanto la società diretta da Claudio Chiarini stia diventando un vero e proprio punto di riferimento. Di certo la Stella Azzurra non delude le aspettative degli aretini, anzi giorno dopo giorno si dimostra sempre più all’altezza di questa nuova avventura nazionale. Il banco di prova è stata la prima fase di Coppa Italia, che ha visto la formazione aretina passare il turno sbaragliando prima il Foligno con un netto 5-0 per poi trionfare anche sul Perugia, che milita in Serie A. «Siamo estremamente orgogliosi e soddisfatti dei risultati ottenuti in questi primi incontri di Coppa – spiega Claudio Chiarini, direttore generale della Stella Azzurra. – Li abbiamo vissuti come un test in vista del campionato: dovevamo verificare il lavoro svolto nei mesi estivi e saggiare, a grandi linee, il livello delle formazioni avversarie di questa stagione. Ovviamente queste due vittorie hanno messo in luce l’effettivo valore delle nostre giocatrici, facendoci capire che non abbiamo nulla da invidiare nemmeno alle squadre di categoria superiore». Giulia Bruci in azione Per la squadra di casa nostra il tanto atteso esordio in campionato sarà domenica 29 Settembre, al “Città di Arezzo”, contro la compagine romagnola di Castelvecchio. «Non è facile fare pronostici sul Campionato continua Chiarini. – Incontreremo squadre sicuramente in gamba, di cui però conosciamo poco a livello tecnico perché provenienti da varie zone di Elettra del Centro e del Nord-Est dell’Italia. Fiorini Posso però dire che affronteremo il tutto in maniera serena, senza inutili preoccupazioni, perché la sfida che ci attende quest’anno è comunque un’ottima opportunità di crescita». Reduci dalle meritate vittorie di Coppa, le calciatrici aretine non stanno dunque mollando la presa, bensì continuano ad allenarsi al meglio per farsi strada anche in ambito italiano. «Fino ad adesso abbiamo dimostrato grandi doti tecniche e strategiche in campo – conclude il Direttore. – Possiamo contare su una salda difesa e sulla capacità indiscutibile di creare ottime azioni. Faremo di tutto affinché via questa nuova esperienza si trasformi in un bel successo. Guadagnoli 37 Terremo alta la bandiera are0575/302676 tina». Un momento della partita contro il Foligno

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le due squadre Under 14 della Volley 88 Chimera

Passione ed entusiasmo dal vivaio della Volley 88 Chimera

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ue Under 12, due Under 13 e due Under 14. Queste sei squadre sono frutto dell’ottimo lavoro svolto dalla Volley 88 Chimera con il minivolley e con il settore giovanile, lavoro che ha permesso alla storica società aretina di poter contare su un numeroso gruppo di atlete nate tra il 2000 e il 2003, e di poter allestire con loro ben sei squadre. Ognuna di queste formazioni disputerà un campionato provinciale e, in vivi sta dell’inizio delle partite, le giocatrici hanno già iniziato a prepararsi con la stessa sa passione e lo stesso entusiasmo che da sempre contraddistinguono il vivaio della Volley 88. «Con queste ragazze non puntiamo alla vittoria dei campionati – spiega il presidente Massimo Gialli. – Ovviamente il risultato è importante e scendiamo sempre in campo per fare al meglio, ma il vero obiettivo della nostra società è la crescita e la valorizzazione di ogni singola atleta, per farne una vera giocatrice di pallavolo. Abbiamo deciso di allestire sei squadre per permettere alle atlete di trovare il proprio spazio, giocare con continuità ed emergere: per la nostra società si tratta di un grande impegno, ma riteniamo RIPARTONO I CORSI DI MINIVOLLEY che sia l’unica via per seguire individualmente ogni ragazza e permeta Volley 88 organizza corsi di avtere a tutte di sentirsi protagoniste della Volley 88». viamento alla pallavolo per bamIl compito di seguire queste squadre è stato affidato a un pool bini e bambine dai 6 ai 14 anni. I cordi tecnici qualificati e preparati, formato da Stefano Gialli ed Erica si, di cui sono già aperte le iscrizioni, si Fantoni (responsabili delle Under 12), e da Riccardo Mantovani e da tengono presso le palestre dell’Itis o Caterina Valesio (allenatori delle Under 13 e delle Under 14). «Questi della Scuola media “Cesalpino”: per tecnici – conclude Gialli – sono riusciti a far appassionare le nostre ottenere ulteriori informazioni è possiragazze alla pallavolo e a creare in loro un forte affetto nei confronti bile chiamare i numeri 347/30.57.243 dei nostri colori. o 333/43.23.206 oppure inviare una Siamo orgogliosi di poter contare su un gruppo di atlete così numemail all’indirizzo saragialli@virgilio.it roso che, sicuramente, è in grado di garantire un grande futuro alla Volley 88».

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Arezzo, serve autorevolezza in campo e fuori furia di immaginare valanghe di gol, in preda a una virile eccitazione da abbondanza di bomber di razza in rosa, di Luca l’Arezzo si è ritrovato in andropausa, sterile e impacciato, non appena Stanganini si avvicina all’altrui area di rigore, come in preda ad ansia da prestazione nel mentre cerca il punto G della difesa avversa. Il dottor Mezzanotti dovrà fare sfoggio di buoni consigli e proferire calma e gesso, così da sbloccare la squadra, attualmente inchiodata a centro classifica da due onesti pareggi ottenuti nei primi due turni del campionato appena cominciato. Chi si aspettava di vedere i fuochi di artificio ha viceversa rischiato di annoiarsi, nonostante l’apporto di un ambiente finalmente tornato ai livelli che competono al blasone amaranto. Squadra compatta dietro ma impacciata e prevedibile nella manovra. Lavori in corso, dunque, anche se appaiono evidenti i passi indietro compiuti, alla luce delle prime confortanti amichevoli estive disputate contro squadre di categoria superiore. Il ruolo di favorita da rispettare può aver provocato un eccesso di tensione ma, da solo, non spiega le difficoltà incontrate. Niente di così grave, comunque, probabilmente difetti di rodaggio di una squadra completamente rifondata o quasi, nonché di condizione non ancora ottimale per alcuni petali della rosa coltivata da Ferretti e Diomede. L’importante però è non nascondersi in alibi che lasciano il tempo che trovano, vedasi la sparata del Presidente contro la classe arbitrale, conseguenza di due arbitraggi fastidiosi sì, ma francamente poco influenti sul risultato. Soprattutto, occorre porsi in campo e fuori con l’autorevolezza che il blasone di questo cavallino

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335 6363847 –

novantenne si è conquistato nel tempo. Jerome Louis DIEME Se avesse voluto iniziare male la stagione, ha trovato il modo migliore. Alla prima di campionato, entra in campo e subito ne esce, come da una porta girevole di un hotel. Due gialli sventolati che si sommano in un cartellino rosso e che, come conto da pagare, fanno due giornate di squalifica. “Per avere colpito da tergo un avversario…”. Il Mostro di Scandicci. Davide MEZZANOTTI Come già spiegato sopra, il dottor Mezzanotti dovrà virtualmente tirare fuori una pillola blu per virilizzare la squadra. Con o senza ricetta. L’importante è metterla dentro, che con un arsenale simile non dovrebbe essere difficile anche se la mentalità di ex difensore potrebbe condizionarlo. A ben pensarci, alla lunga potrebbe anche pagare. I 90 ANNI DELL’AREZZO CALCIO Passano gli anni, le generazioni cambiano, rimane l’amore per i gloriosi colorii amaranto. Immutato. La bella festa che la società ha organizzato per celebrare la ricorrenza ha contribuito a riportare a galla memorie, ricordi, aneddoti, personaggi e tante emozioni vissute e convissute, chi in campo, chi tifando su una gradinata, in casa e in trasferta, sole, vento, acqua, a prescindere dalla categoria. Buon compleanno, vecchio cuore amaranto.

ARCIPESCAFISAAREZZO@GMAIL.COM

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entusiasmo di 10 squadre e di 130 bambini ha animato la palestra della Scuola Basket Arezzo. Da martedì 10 settembre sono ripartiti i corsi del minibasket “Nova Verta”, il settore dedicato ai più piccoli cestisti della società aretina, quelli nati tra il 2002 e il 2008. La Sba da anni sta lavorando con impegno per far crescere il minibasket nei due poli di Arezzo e Castiglion Fiorentino, dedicando a questo settore ingenti investimenti, un pool di tecnici qualificati e un costante lavoro nelle scuole elementari. Questo sforzo ha fatto crescere il minibasket e ha aggregato un numero sempre più alto di bambini, permettendo alla Sba di allestire per la stagione 20132014 ben dieci squadre, sette ad Arezzo (Esordienti 2002, Aquilotti 2003, Aquilotti 2004, Scoiattoli 2005, Scoiattoli 2006, Pulcini 2007 e Pulcini 2008) e tre a Castiglion Fiorentino (Aquilotti 2003-2004, Scoiattoli 2005-2006 e Pulcini 2007-2008). Per coordinare l’attività dell’intero settore la Sba ha rinnovato la fiducia a Paolo Bruschi, che in questa stagione sarà affiancato anche dai tecnici Franco Guccione, Lorenzo Guccione e Michele Roggi. «Il minibasket è il perno del lavoro e della programmazione della Sba – spiega Bruschi. – Questo settore si basa esclusivamente sul gioco e sul divertimento e, con questi strumenti, educa e fa crescere i bambini attraverso un’attività che permette loro di sviluppare tutto il corpo». La Sba ora non vuole interrompere questa crescita ed è intenzionata a trovare sempre più mini-cestisti: per riuscirvi ha organizzato due settimane di allenamenti gratuiti che, dal 10 settembre, permetteranno ai bambini di provare lo sport senza alcun impegno. «Questi allenamenti gratuiti – conclude Bruschi – garantiranno l’opportunità di conoscere il minibasket e apprezzarne lo spirito di gioco: invitiamo tutti i bambini nati tra il 2002 e il 2008 a venire a provare questo bello sport». Ad Arezzo i corsi si svolgono presso la palestra della Sba nell’area di San Lorentino: per iscrizioni e informazioni è possibile recarsi presso la segreteria, visitare il sito www. sba-arezzo.it o chiamare allo 0575/299719.

10 squadre e 130 bambini: al via i corsi del minibasket “Nova Verta”

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Si rientra in pedana La squadra di ginnastica ritmica maschile del G.S. VV. F. “Italo Gasbarri” ai nastri di partenza di una nuova stagione: ne parliamo con Matteo Parri

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opo un agosto passato a ricaricare le batterie, adesso è venuto il momento di ripartire e puntare diritto verso i primi impegni che caratterizzano la nuova stagione sportiva, proprio come sta facendo la squadra di ginnastica ritmica maschile del Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco “Italo Gasbarri” di Arezzo. Una società longeva, che proprio quest’anno ha raggiunto il mezzo secolo di vita di Omero e in queste settimane si sta rivolgendo ai prossimi impegni sportivi, dando uno sguardo ai Ortaggi risultati ottenuti nella stagione scorsa, come possiamo capire dalle parole del preparatore atletico Matteo Parri: «Negli ultimi due anni siamo riusciti, con la nostra selezione, a vincere il campionato di Serie B regionale, andandoci di conseguenza a giocare la fase finale nazionale per andare in A2 (in entrambi i casi senza riuscirci). Per questa stagione, il nostro obiettivo è senza dubbio cercare di ripetere i risultati ottenuti l’anno passato, anche se sappiamo che sarà difficile». Tra l’altro, i ginnasti facenti parte della selezione che parteciperà al campionato di Serie B regionale, si stanno già preparando per il primo importante impegno oramai alle porte: «Con grande dedizione, i nostri atleti Vestri, Gjeci, Vasarri e Pineschi (al quale potranno unirsi altri) sono in preparazione in vista del campionato di specialità, dove ogni componente dovrà cimentarsi nell’attrezzo, appunto, della propria specialità. L’obiettivo è fare grandi prestazioni a partire sin dalla prima gara che si svolgerà il 13 ottobre prossimo (con sede ancora da decidere)». La ginnastica artistica, si sa, richiede un alto grado di concentrazione e abnegazione durante gli allenamenti in vista degli eventi sportivi, per una preparazione che vede come uno dei propri ingredienti fondamentali il rapporto tra l’istruttore e il proprio allievo: «La nostra disciplina poggia su un lavoro molto impegnativo, dove il rapporto umano tra istruttore e allievo è di cruciale importanza, perché porta quest’ultimo ad avere maggiori motivazioni per il miglioramento delle proprie capacità individuali». Infatti la ginnastica ritmica è una disciplina che richiede un impegno psicofisico costante, capace di renderla uno sport dal fascino unico e un’esperienza formativa importante per tutti i giovani che vi si vogliono avvicinare. Giovani sui quali il G.S. Vigili del Fuoco di Arezzo continuerà a puntare sempre con grande lungimiranza, e volontà di raggiungere traguardi ogni volta più importanti.

DOVE TROVARE (GRATIS!) “IL SETTIMANALE”

EDICOLA “KENNEDY” (VIA KENNEDY 1) EDICOLA DELL’OSPEDALE (VIA NENNI) “TIRAMOLLA” (VIA ROMANA 98/A) EDICOLA “ FAGIOLI” (BELVEDERE) EDICOLA “PANCI” (PIAZZA SAIONE) EDICOLA “CAMPO DI MARTE” (VIA VITTORIO VENETO) LIBRERIA “EDISON” (PIAZZA RISORGIMENTO 31) EDICOLA “SCARTONI” (P.ZZA SAN JACOPO) LIBRERIA “MONDADORI” (CORSO ITALIA) LIBRERIA UNIVERSITARIA “LEGGERE” (VIA CITTADINI)

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INFORMAGIOVANI (PIAZZA SANT’AGOSTINO) EDICOLA “SAN MICHELE“ (PIAZZA SAN MICHELE) “LA FELTRINELLI POINT” (VIA CAVOUR 13) EDICOLA “AMIDELLI” (VIA PORTA BUIA) EDICOLA “SCARTONI” (PIAZZA SAN GIUSTO) EDICOLA “BIDINI” (VIA REDI) EDICOLA “ROSSI” (VIA PACIOLI)

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EDICOLA “DALLA NOCE” (P.ZZA GIOTTO) EDICOLA VIA ERBOSA EDICOLA “BURRONI” (VIA TARLATI) PAPER CO. (CENTRO COMM. SETTEPONTI) EDICOLA PORTA SAN LORENTINO EDICOLA “SAN LEO” BOTTEGA DI GIACCO (SAN GIULIANO) CARTOLIBRERIA “MILLE IDEE” (VIA FIORENTINA 244) FOTO OTTICA MARCO (VIA DAL BORRO 68/70) SPAZIO SEME (VIA DEL PANTANO 36) MASTRO ARTISTA (VIA BENEDETTO VARCHI 73)


Centro Taekwondo Arezzo lo spettacolo dei calci in volo La società aretina diretta da Andrea Rescigno è già proiettata verso la nuova stagione pettacolare e acrobatico, il taekwondo è l’arte marziale più praticata al mondo. A promuovere questa disciplina tra gli aretini è il Centro Taekwondo Arezzo, una di Marco società che, pur essendo nata solo nel 2012, si è rapidamente diffusa e ha già colto i Cavini primi importanti risultati. Dopo le otto medaglie ottenute agli ultimi campionati regionali, la società è pronta a ripartire per una stagione in cui il presidente e tecnico Andrea Rescigno si impegnerà soprattutto per sviluppare ulteriormente la disciplina tra bambini, ragazzi e adulti dai 4 anni in su. «Tantissime persone hanno conosciuto il taekwondo per i successi italiani alle Olimpiadi di Londra – avvia Rescigno. – La nostra società è affiliata alla stessa federazione olimpica, il World Taekwondo Federation, e propone le stesse spettacolari tecniche ammirate a Londra. Siamo soddisfatti perché, dopo un anno di attività, abbiamo già un bel gruppo di atleti e siamo riusciti a conquistare tante belle medaglie regionali: l’obiettivo di questa stagione è ripeterci e portare ancora più in alto il taekwondo aretino». Gli allenamenti del Centro Taekwondo Arezzo si svolgono presso la palestra Fame Star Academy di via Calamandrei, con i corsi per bambini dalle 18 alle 19.30 e i corsi per adulti dalle 19.30 alle 21. In queste lezioni, rese altamente spettacolari dalle tecniche dei “calci in volo”, i maestri preparano gli atleti sia alle gare di combattimento sia a quelle di forma. Se gli allenamenti di combattimento mirano al confronto con un avversario, la forma è invece la massima espressione del taekwondo perché è un combattimento simulato in cui vengono giudicati la realizzazione delle tecniche, la velocità e l’espressività dell’atleta. «Il taekwondo – continua Rescigno – è un’arte marziale che, con dedizione e allenamento, permette di realizzare tecniche ed evoluzioni spettacolari, divertenti e appaganti». Perché un bambino dovrebbe fare taekwondo? «Perché questo sport favorisce la socializzazione, insegna il rispetto delle regole e la disciplina, sviluppa le capacità motorie e permette ai bambini di sfogare la loro vivacità e di scaricare la loro energia. Tutte caratteristiche che vogliamo riproporre anche in ogni allenamento del Centro Taekwondo Arezzo». Per richiedere ulteriori informazioni o per iscriversi ai corsi è possibile contattare Rescigno al 347/07.44.290. Andrea Rescigno

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La mia attività professionale prevede: Dietoterapia per la cura del soprappeso e obesità; Dieta personalizzata per diabete, ipertensione e altre patologie nutrizionali; Indicazioni dietetiche per soggetti sani; Indicazioni dietetiche per donne in gravidanza e allattamento; Analisi della composizione con tecnica impedenziometrica; Educazione alimentare; Dietoterapia DOTT.SSA e educazione alimentare in età pediatrica; Dietoterapia GIULIA ROGHI secondo regime Axodiet DIETISTA 349/0842310 13 SETTEMBRE 2012

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Nuoto, fitness e tanto altro: al via le attività del Centro Sport Chimera uoto libero o corsi di nuoto. Ginnastica in acqua o squash. Corsi da bagnino o corsi da istruttore di nuoto. L’inizio di settembre coincide con la ripresa di tutti i corsi del Centro Sport Chimera, il Palazzetto del Nuoto aretino che anche in questa stagione si appresta a proporre alla città una vasta gamma di attività, corsi e progetti. Moderno e polifunzionale, il Centro Sport Chimera può infatti godere di quattro piscine e numerosi altri locali che permettono a tante società e associazioni cittadine di organizzare attività acquatiche e natatorie.

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Una panoramica delle principali società attive all’interno del Palazzetto del Nuoto aretino

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er ulteriori informazioni o per iscriversi alle attività è possibile rivolgersi alla segreteria del Centro Sport Chimera in viale Gramsci 7, visitare il sito www.centrosportchimera.com, chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641

LE PRINCIPALI SOCIETÀ ATTIVE ALL’INTERNO DEL PALAZZETTO DEL NUOTO ARETINO Centro Sport Chimera: la Centro Sport Chimera Srl ha realizzato e gestisce l’impianto, relazionandosi con tutte le altre realtà operanti all’interno della struttura e concedendo loro i vari ambienti. La società, oltre a questo ruolo gestionale, si occupa pure delle attività non organizzate praticabili all’interno della struttura, come il nuoto libero o la prenotazione dei campi da squash. Chimera Nuoto: forte del titolo di “Scuola Nuoto Federale”, la Chimera Nuoto gestisce la scuola nuoto, il nuoto agonistico e tutte le altre attività didattiche connesse alla pratica natatoria. La società organizza corsi da “0 a 100 anni” (dal nuoto baby alla scuola ola nuoto per bambini, ragazzi e adulti), gestisce i vari settori del nuooto sportivo (Propaganda, Pre-Agonistica, Agonistica e Master) ed dè particolarmente attiva nell’organizzazione di gare provinciali, regionali e nazionali. Società Nazionale di Salvamento: organizzazione no-profit atti-va nel promuovere la sicurezza nelle acque, la S.N.S. è attiva nella gestione di attività formative come i corsi professionali di bagnino di salvataggio e i corsi per istruttori di nuoto. Sport3: la Sport3 svolge una serie di attività variegate che spaziano dalle discipline acquatiche del fitness (acqua gym, hydrobike, training, triathlon, acqualta…) al vero e proprio fitness sportivo, fino alle attività dedicate al benessere psicofisico delle gestanti nella loro condizione pre e post-partum.

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AREZZO

BELLE ARTI

prodotti per artisti eventi d’arte tel. 0575/294110 www.mastroartista.it

TRA STRADE AFFOLLATE E GRIGIE ATMOSFERE, IL NUOVO LIBRO DI TAREK KOMIN

IL DEDALO DEL SOTTOSUOLO

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er gli antichi Greci Dedalo era un personaggio della mitologia, colui che costruì il labirinto più famoso. Oggi il termine è usato come sinonimo di intricato, labirintico appunto. Questa chiave va ad abbracciare anche tutti i dieci racconti di Tarek Komin – ventinovenne di Sansepolcro, laureato in Storia ad Arezzo – raccolti nel volume dal titolo Il dedalo del sottosuolo per Edizioni Tracce. Profondamente attratti e allo stesso tempo imprigionati nel traffico di metropoli senza nome, i protagonisti delle storie che l’autore ci racconta sono creazioni della loro solitudine, chi vittime di loro stessi, chi di amori perduti o di scelte apparentemente insignificanti ma pur sempre sbagliate. È proprio percorrendo le strade e i marciapiedi o saltando da un treno della metro a un altro, che i protagonisti si lasciano andare al flusso caotico della memoria e dei ricordi come se la loro vera esistenza si svolgesse nel sottosuolo, e solo lì potessero svelarne la natura più profonda. Ecco che in alcuni racconti anche il linguaggio si fa caotico e confuso, ma insieme poetico, mentre in altri si cela dietro l’ironia per farsi portatore di denuncia sociale e di rapporti falsi, tenuti in vita solo da bigotte apparenze. Ma di certo tutte le storie sono grandi metafore di sogni e desideri degli uomini, simboli di quelle volontà che stanno nella parte più profonda e più nascosta del nostro animo, che ci rendono simili tra noi e spesso ci deludono. In questo modo Tarek Komin ci fa assomigliare a Mario, operaio in una fantascientifica fabbrica creatrice di paragoni e personaggi letterari che sfrutta i lavoratori; o ad Andrea, incapace di fare una scelta anche di fronte al dubbio quotidiano più banale: cosa ordinare al bar; o ancora, siamo Mirco che mentre attraversa la strada viene portato nell’altro mondo. Arriviamo così alla storia che chiude la raccolta dove ci troviamo tutti insieme accanto al protagonista che pare riflettere su tutto e sul nulla, immerso in una quotidiana corsa di pensieri tra negozi, borghi, distributori automatici e Paesi lontani dove, come le parole e la vita, tutto sembra dominato dal caos. www.tracce.org

Valentina Paggini 13 SETTEMBRE 2013

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GALLERIA ESPOSITIVA CENTRO DI RICERCA E DOCUMENTAZIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA via Oberdan 30 – 347 8717183 www.rielaborandoarte.it

LE RICERCHE ARTISTICHE DI ALESS INCONTRANO A CITERNA

CATINO AZZURRO DI S

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a Valtiberina, terra di Piero della Francesca, che tra Sansepolcro e Monterchi ha eseguito alcune delle sue opere più mirabili, riserva sempre delle sorprese. Una gita domenicale settembrina sulle orme dell’artista, in questa parte d’Italia al confine tra Umbria e Toscana, può portare alla riscoperta di borghi fuori dal tempo, come la deliziosa Citerna, dove un altro mostro sacro del Rinascimento, Donatello, ha lasciato una bellissima Madonna con il Bambino ammirabile nella chiesa di San Francesco. A pochi passi dal luogo religioso, nelle cosiddette Sale degli Ammassi del Palazzo Comunale, dal 7 al 28 settembre 2013 è allestita una imperdibile doppia personale dal titolo Catino azzurro di strega. Curata da Roberta Panichi e Atlante Cultura, la mostra mette in connessione le opere di due artiste di talento – la perugina Alessandra Baldoni e la tosco-emiliana Ilaria Margutti – che negli affascinanti ambienti sotterranei del borgo valtiberino dialogano all’insegna di una ricerca introspettiva e identitaria incessante. Il titolo dell’esposizione è ispirato da un verso della Baldoni, poetessa e fotografa, che mette il visitatore di fronte a vere e proprie sceneggiature scritte per uno scatto, all’interno delle quali essa compone un mondo metafisico e incantato in cui rovesciare miti e luoghi comuni, raccontare gli spazi dell’anima, svelare quelle geografie esistenziali nelle quali ognuno, con la propria sensibilità, può riconoscersi. Le “sindoni” della Margutti sono invece il risultato di un lungo percorso che, partendo da una pittura espressionista, ha trovato nella tecnica del ricamo quella in grado di esprimere pienamente la poetica dell’artista. Autoritratti e ritratti, corpi cuciti sulla tela con trame complesse, dove il filo diviene prolungamento del proprio essere e il mezzo per instaurare relazioni con l’esterno, raggiungere la consapevolezza interiore e superare i propri limiti. Come afferma la curatrice Roberta Panichi, in questa esposizione «Alessandra e Ilaria rievocano indirettamente quella poetica coraggiosa proveniente da molte artiste a loro care, le quali dopo gli anni del femminismo, riqualificarono il concetto di “corpo” della donna al di fuori dei canoni prefissati 22

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ESSANDRA BALDONI E ILARIA MARGUTTI SI

I STREGA

IL FASCINO DEL DUBBIO Pierluigi Bellacci espone alla Sala Sant’Ignazio di Marco Botti

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ipartono gli appuntamenti artistici aretini curati dal Centro di Arte contemporanea Mega+Mega. Sabato 7 settembre è stata inaugurata la personale di Pierluigi Bellacci dal titolo Il fascino del dubbio, allestita all’interno della Sala Sant’Ignazio di via Carducci, che resterà aperta fino al prossimo 8 ottobre. Una mostra a cura di Matilde Puleo, organizzata in collaborazione con Fondazione “Augusto Rancilio” e Kiron Espace, e ospitata dall’Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, in cui l’artista aretino presenta per la prima volta un nucleo di opere frammentate stilisticamente le une dalle altre: 25 lavori in cui prevale l’eterogeneità di stili e significati e che volutamente lasciano il “dubbio” tra tridimensionalità e pittura, tra segno e forma. Bellacci, nel suo percorso creativo, si interroga sull’anatomia umana, sui significati religiosi e antropologici, ma non trovando risposte certe lascia che sia il fascino del dubbio a emergere e prevalere. Chiara Savarino

dai tradizionali ruoli sociali, usando quell’arte che si fa linguaggio in una comunicazione intima e corale insieme». La mostra, inserita nel percorso di “Piccoli Grandi Musei” promosso dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è visitabile dal martedì alla domenica. In occasione della doppia personale, sabato 14 settembre alle ore 21.30 si terrà lo spettacolo Una stanza tutta per noi. Il filo rosso delle donne nella trama della storia a cura di Atlante Cultura con Francesca Rosini, Mauro Silvestrini, video-performance di Ilaria Margutti e con la partecipazione di Alessandra Baldoni. www.atlantecooperativa.it

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UN’INDAGINE DEL PASSATO PIÙ IN

LA “RECHERCHE” DI SAR ALLA GALLERIA 33

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utto è pronto per il vernissage della mostra aretina di Sara Lovari, giovane artista che da alcuni anni riscuote successi in giro per l’Italia e all’estero. Venerdì 13 settembre alle ore 19, presso la Galleria 33 di via Garibaldi 33, sarà infatti inaugurato Recherche, un progetto espositivo curato da Tiziana Tommei, patrocinato da Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo e Comune di Poppi e realizzato con il contributo di Damiano Parati e il supporto tecnico di Antiche Mura, Leuta, Le Rotte Ghiotte, Sotto la Pieve, nonché la collaborazione di Elle Adv. Arte come arma contro il tempo: nell’opera della Lovari si evince un forte richiamo alla Recherche du temps perdu; le sensazioni associate ai ricordi, come madeleine proustiane, bloccano l’incessante scorrere cronologico, permettendo l’emergere dell’io attraverso un recupero che è passionale prima che razionale. L’artista originaria di Poppi e cortonese d’adozione mira, attraverso un approccio emozionale e intimo, a dar vita a oggetti marginali ma carichi di valenza mnemonica e simbolica: da qui, la sua opera raggiunge il superamento della soggettività, per assurgere a una valenza umana generale. Le sue nature morte, costruite con tecnica mista di dipinto, collage e assemblaggio, si scrollano di dosso la semplicità e l’umiltà dei materiali di partenza per assumere un valore superiore, una dignità e un’importanza di base ignote. Il bricolage – inteso nel senso levistraussiano del termine – lavora sui segni di partenza, per crearne di nuovi più forti e basati sulla storia dei precedenti: è un’arte più forte del simbolismo spicciolo, perché creata a scapito dei segni stessi, emergendo come vero e proprio stile riconoscibile dell’artista casentinese. Stile che non è solo intimo e personale, ma mira a una narrazione universale: l’uomo non è mai fisicamente visibile, ma emerge in tutta la sua presenza attraverso la storicizzazione e il vissuto degli oggetti stessi, superandone la soggettività e riuscendo a trovare albergo nel cuore di tutti gli spettatori. L’esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile sino al prossimo 6 ottobre, con i seguenti orari: dal mer-

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INTIMO ATTRAVERSO L’ARTE

ARA LOVARI

di Enrico Badii enrico.badii@gmail.com

E VIDI CORRER GIOSTRA Le foto di Alessandro Barbagli gettano una luce diversa sul Saracino

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roseguirà fino al prossimo 28 settembre, con ingresso libero, la mostra fotografica E vidi correr Giostra di Alessandro Barbagli, organizzata in collaborazione con l’Associazione Fotografica “Imago” di Arezzo e il Centro di Accoglienza Turistica “Benvenuti ad Arezzo” di piazza della Repubblica. Le foto esposte sono state scattate durante le edizioni degli ultimi quattro anni della Giostra del Saracino e vogliono essere una rappresentazione diversa e unica della manifestazione. Utilizzando il bianco e nero, l’artista distoglie l’attenzione dal vivo campanilismo tra i Quartieri, concentrandosi unicamente sulla rievocazione storica. Barbagli si è focalizzato sul dinamismo, la velocità e la forza che esprimono i giostratori quando avviene l’impatto con il Buratto, nonché sulla visione delle gesta dei figuranti, dei musici e degli sbandieratori durante l’evento, riuscendo così a rendere al meglio le emozioni e il pathos dei veri protagonisti. Una mostra pregevole, che racconta una rievocazione che da oltre ottant’anni dà lustro ad Arezzo in Italia e nel mondo. www.barbaglialessandro.it Serena Capponi

coledì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20. A corollario della personale, si terranno due eventi collaterali: venerdì 20 settembre, alle ore 19, il vernissage di S.lov presso il B&B “Antiche Mura”, in Piaggia di Murello 35; domenica 29 settembre alle ore 17, artAperitivo enSembLe presso Le Rotte Ghiotte, in via Monte Falterona 34. La presenza in città della Lovari proseguirà anche dopo la mostra alla Galleria 33. L’artista esporrà infatti dal 5 ottobre al 3 novembre presso il Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo, nell’ambito del progetto SKA - Spazi Kreativi Arezzo, a cura di Danilo Sensi. www.galleria33.it

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PICI AL SUGO DI NANA

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a ricetta che scriviamo oggi è un punto fermo della varia e saporita storia culinaria dell’Aretino. Non ci sono domeniche, nei ricordi nella mia infanzia, che non mi restituiscano la nostalgica immagine di mia nonna alle prese con i fornelli di buon mattino, mentre mescolava lentamente una grande pentola di coccio rosso dove borbottava, bollendo piano piano, un sugo dall’odore delizioso. Per me e mia sorella era un rito sgattaiolare in cucina non viste (o almeno così ci piaceva credere), e intingere una fettina di pane in quella grande pentola, e poi mangiarlo sotto il tavolo ridendo e apprezzando quella anomala colazione.

Il rito domenicale del “sugo” aveva delle variazioni sul tema: a volte era di carne di vitello, a volte di cinghiale, a volte di lepre, ma il mio preferito era sicuramente quello di “nana”, come viene familiarmente chiamata l’anatra ad Arezzo. Vi ripropongo fedelmente la ricetta che facciamo nella mia famiglia da tanti anni, accompagnandola però dai pici, che invece ho imparato a fare da poco, grazie ai consigli della mia amica Lucianella che riesce a rendere semplice qualsiasi cosa. Questo tipo di pasta l’avevo sempre fatto con il mio Kenwood o... comprato già fatto, ma vedrete che con semplici mosse sarete in grado di portare in tavola un primo da favola!

Ingredienti per il ragù • Una piccola anatra di circa 1 chilo • 150 grammi di carne di maiale macinata • 300 grammi di passata di pomodoro • 1 cipolla rossa • 1 gambo di sedano • 1 carota • 1 bicchiere di vino rosso • 1 bicchiere di olio E.V.O. Ingredienti per i pici • 500 grammi di farina 00 • Acqua q.b. Cominciate con lo spezzare l’anatra in pezzi piccoli e regolari, tenendo da parte il fegato. In un tegame, possibilmente di coccio, mettete la cipolla, la carota e il sedano, tritati finemente. Aggiungete l’olio e fate andare il soffritto qualche minuto. Unite l’anatra e fate rosolare bene tutti i pezzetti per qualche minuto, a fiamma vivace. Unite la carne macinata e lasciate cuocere altri due o tre minuti. Bagnate con il vino e fate evaporare. Aggiungete il passato di pomodoro a piacere. Fate cuocere il tutto per circa due ore a fuoco bassissimo, togliendo il fegato dopo circa un’ora e aggiungendo nel tega-

me un po’ d’acqua se dovesse asciugarsi troppo. Tritate il fegato e aggiungerlo al ragù negli ultimi dieci minuti di cottura. Le parti di anatra che sono rimaste integre si servono come secondo. Nel frattempo farete i pici, cominciando con una pastellina morbida di acqua e poca farina, aggiungendo mano a mano prima l’uovo poi la farina finché non diventa una palla piuttosto elastica, morbida e non appiccicosa. Avvolgetela in un panno e lasciatela riposare per mezz’ora. Riprendetela e battetela con forza sulla spianatoia per una ventina di volte (io ho fatto la pasta con la planetaria, l’ho lasciata coperta nella sua ciotola e l’ho fatta andare alla massima velocità con il gancio a uncino). Prendete un pezzettino di pasta per volta, avendo cura di coprire la restante, e formate con le mani asciutte e pulite, delle striscioline lunghe circa 40/50 centimetri (Mi raccomando, non infarinate mai le mani!). Lasciateli asciugare stesi e distanziati e se, come me, avete una piccola aiutante, fateli immergere per un attimo in una ciotola con la farina. Cuocete i pici in abbondante acqua salata, a cui avrete aggiunto un cucchiaio di olio, per 5 minuti. Condite i pici con abbondante sugo di “nana”!

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INFORMA

Acli, un servizio sempre in cammino “Per un cammino di lotta e contemplazione”: le Acli di Arezzo hanno scelto questa espressione di frère Roger, fondatore di Taizè, come slogan per la quinta Festa provinciale dell’associazione. La grande festa itinerante, svoltasi in Casentino del 29 al 31 agosto, è coincisa con i festeggiamenti per i 20 anni di vita delle Acli provinciali ed è iniziata con una serie di incontri a Poppi e a Pratovecchio su povertà, lavoro, sviluppo e diritti. «In un mondo per pochi – ha spiegato Enrico Fiori [nella foto qui a destra], presidente delle Acli di Arezzo – non c’è posto per nessuno. Le Acli si sono impegnate a riflettere su povertà e disuguaglianza, mantenendo sempre l’orizzonte del Vangelo e della Costituzione». Fedele al suo titolo, il festival si è poi messo in cammino guidato dal parroco di Lonnano, don Francesco Pasetto, fino all’eremo di Camaldoli per un nuovo incontro dedicato al millenario dello stesso eremo e della foresta camaldolese. La festa si è conclusa con la santa messa celebrata dal vescovo di Fiesole, monsignor Mario Meini, che ha esortato gli aclisti a essere al servizio della comunità affermando che “l’autorità ha senso solo nel servizio”. Caf Acli – Buone notizie per il conguaglio 730 L’estate porta buone notizie per tutti quei lavoratori che non hanno presentato il modello 730 ordinario. Il decreto legge 69 del 21 giugno 2013 ha infatti velocizzato le operazioni per il conguaglio, aprendo una nuova possibilità per tutti i lavoratori privi di 730. Dal 2 al 30 settembre i contribuenti senza un rapporto di lavoro in essere da giugno e luglio potranno infatti recarsi presso gli sportelli del Caf Acli per compilare la modulistica del 730 per recuperare i crediti. Lo stesso lasso di tempo sarà lasciato anche a tutti coloro che, pur avendo già compilato il 730, hanno bisogno di sostituire il modello Unico precedentemente presentato.

ACLI

INFORMA

Fap Acli - Turismo e cultura, le due leve per rilanciare il lavoro Il turismo e la cultura possono essere le leve per rilanciare il lavoro. Di questo ne è convinta la Fap – Federazione Anziani e Pensionati delle Acli che, attraverso il proprio segretario Paolo Formelli, ha espresso la necessità di unire SEDE PROVINCIALE AREZZO l’ambito via Guido Monaco 48 – 0575/21.700 – 0575/21.396 turistico arezzo@patronato.acli.it e l’ambito culturale, per smuovere l’econoSEDE MERIDIANA mia e creare nuovi posti di lavoro. via Pizzuto 34 – 0575/18.22.319 In questo senso sono urgenti nuove straarezzomeridiana@patronato.acli.it tegie che portino a sinergie tra i vari territori SEDE ZONALE VALDARNO attraverso il sistema delle Pro Loco, delle covia Roma 1, San Giovanni Valdarno – 055/91.21.686 operative e le altre realtà del turismo sociale. valdarno@patronato.acli.it «Governo, regioni ed enti locali – spiega SEDE ZONALE CASENTINO Formelli – dovrebbero individuare risorse da via Nazario Sauro 26, Ponte a Poppi – 0575/52.00.36 destinare al turismo sociale, permettendo casentino@patronato.acli.it un’immissione di liquidità che avrebbe ricaSEDE ZONALE VALTIBERINA dute positive sull’intero comparto economivia XX Settembre 127, Sansepolcro – 0575/73.46.45 co e sul mercato del lavoro». valtiberina@patronato.acli.it

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ARRIVANO LE BORSE PER CHI SI ISCRIVE F

È

metà settembre e ormai molti studenti che soltanto meno di tre mesi fa erano alle prese con gli esami di maturità si ritrovano iscritti all’università. Non ci possiamo ancora sbilanciare con i numeri, ma se si conta che i diplomati aretini erano nell’ordine dei 2400, anche scartando coloro che non proseguiranno gli studi, potrebbe comunque rimanere una bella fetta della gioventù aretina. Molti, dicevamo, saranno già in possesso del loro libretto e di un numero di matricola, altri invece si staranno ancora interrogando su quale corso di laurea scegliere, molti avranno superato i test d’ingresso e altri no, dovendo quindi ripensare al proprio futuro accademico in tempi pure abbastanza stretti. Alcuni studenti avranno deciso di rimanere a casa, continuando a studiare in città e scegliendo tra i corsi di laurea dell’Università di Siena attivi al Pionta o l’ultima novità targata Politecnico di Milano, come il corso on-line in Ingegneria. Un totale di dieci corsi di laurea, sette lauree triennali di area umanistica, delle professioni sanitarie e scientifica e tre lauree magistrali, sempre legate all’ex Facoltà di Lettere di Arezzo. Una buona base di partenza ma che ovviamente lascia scoperte molte altre aree accademiche. Così, per tutti coloro che si vogliono iscrivere a giurisprudenza, medicina, architettura non resta altro da fare che continuare i propri studi in un’altra città. Questa non è sicuramente una novità, così come non è una scoperta che la maggior parte degli aretini alle prese con la scelta dell’università decideranno di immatricolarsi all’ateneo fiorentino, da sempre il più gettonato, sia per la presenza di praticamente tutti i corsi di laurea principali sia per la vicinanza con la nostra città, che rende Firenze “affrontabile” dagli studenti pendolari.

e ti accompagnano in città (e a ballare!)

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SE DI MOBILITÀ E FUORI REGIONE

di Gigi Paggetti

di Luca Piervenanzi

Ma se la maggior parte degli ex maturandi si dividerà probabilmente tra i corsi aretini e i corsi fiorentini, ci sarà pur sempre qualcuno che nelle realtà limitrofe non troverà quello che cerca. Così anche quest’anno alcuni studenti aretini dovranno abbandonare addirittura la nostra regione (che oltre ai già citati atenei senese e fiorentino conta pure quello pisano) per poter proseguire gli studi. Ed è qui che arriva la novità. Il 4 settembre scorso il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha firmato il decreto relativo alle borse di mobilità per gli studenti universitari immatricolati nell’anno accademico 2013-14. Il bando, scaricabile sul portale del Ministero www.universitaly.it, è rivolto agli studenti che hanno superato gli esami di maturità nell’anno scolastico 2012-13 con voto non inferiore a 95/100, e che si sono appena iscritti, o si stanno iscrivendo, in una università di una regione diversa da quella di residenza. Un’opportunità non da poco, se si conta che per i vincitori di borsa potranno arrivare circa 5000 euro l’anno. Per partecipare al bando si deve necessariamente accedere a universitaly.it, dove saranno richiesti i dati anagrafici, scuola superiore e voto esame di Stato ottenuto, Università e corso di laurea di altra regione dove ci si è immatricolati o siete in procinto di farlo, e infine la dichiarazione Iseeu al 31/12/2013. Una possibilità in più per molte famiglie di poter mandare i propri figli a studiare fuori, in città dove soprattutto i costi degli affitti spesso sono un problema. Un’iniziativa interessante ma che forse è stata poco pubblicizzata. In una città come la nostra, che non è in grado di coprire un’offerta formativa accademica a 360 gradi, può veramente essere d’aiuto, così come importante si può rivelare per tutti gli studenti di altre regioni che sceglieranno Arezzo come città in cui vivere e studiare nei prossimi anni. Il bando scade il 26 settembre alle ore 15.

d a e g g e l i t t I o l l u B stri a L Caffè & Restaurant

via Garibaldi 73 – 335 6163316

bottegadegliillustri@gmail.com 13 SETTEMBRE 2013

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il sonetto

Giostra veloce! Dua, Daniele Gori: quel pòro citto è ito ’n cunfusione. Cherici: centro… e batte ’l Re de’ Mori! Scortecci: quattro… a la misurazione! Re Carlo perde ’l trono e arvà de fori: fa solamente dua… che dilusiòne! Fa quattro la Chjmera e son dolori, perché li tocca uscì da la tenzone. Errìco el Grande tenta ’l colpo e sbaglia: fa solo quattro, ma Sangiusto esulta, perché Cicerchja questa volta un di Leonardo Zanelli quaglia, e a Chjericoni un quattro li risulta. Vannozzi: quattro, ma ’n rompe la lancia. Santandréa vince e l’altri… ’l mal de pancia!

chilometro zero

WHAT’Z ART 2013 13 -14 settembre Giardini Anfiteatro Romano

LA GIOSTRA DE SITTÈMBRE 2013 (in un sonetto)

La stagione dei pomodori è cominciata già da un poco e dalle nostre parti offre una vera prelibatezza, il Pomodoro Costoluto Fiorentino. Ha forma rotondeggiante e grande, di un colore rosso intenso. La sua caratteristica principale è data dalle “costole” o grinze, che formano spicchi simili a quelli di alcune zucche. Coltivato in tutta la Toscana, va raccolto a mano a partire dalla metà di agosto. È un prodotto della terra ottimo consumato fresco, ed è eccellente anche per la preparazione di sughi, salse e zuppe come la ribollita e la pappa di Fabio Mugelli col pomodoro.

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Deviazioni Sonore e Woodworm Label con il patrocinio e il contributo del Comune di Arezzo presentano in concerto: Metrodora, Punk Lobotomy e Freaks – venerdì 13 – Erucaliphus, Lamente e Sycamore Age – sabato 14. Dalle 19 alle 24 stand gastronomici, rummeria a cura di “La Torre di Gnicche”, shooting fotografico a cura di Silvia Baglioni, esposizione pittorica a cura di Lucio Meacci. di Lucio Massai Ingresso libero. John Dies At the End di Don Coscarelli ** Il giovane Dave racconta a un giornalista la sua storia mozzafiato: come lui e il suo amico John sono diventati esperti del paranormale, in un profluvio di droghe, zombi e colpi di scena. Il regista di Bubba Ho-Tep – Il re è qui ritorna mettendo in scena il romanzo di successo di David Wang, di cui tenta una riduzione coerente; il risultato è un pastiche che segue più il flusso allucinatorio della droga che una narrazione vera e propria. Lo stile scanzonato di Coscarelli fa il resto, lasciando la pellicola a metà strada tra Romero e Edgar Wright, tra l’horror gore e la dark comedy. Un piacevole intrattenimento, che lascia il tempo che trova: peccato, perché il materiale di partenza era davvero brillante. Enrico Badii enrico.badii@gmail.com

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Merlotti Il tuo pane quotidiano dal 1963

Rigutino – Arezzo – Castiglion Fiorentino


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