ANNO IV NUMERO 166 • VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 • COPIA GRATUITA CREATIVE COMMONS © LUTTY MOREIRA
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UNOAERRE INDUSTRIES STRADA E, 5 LOC. SAN ZENO, AREZZO TEL. 0575 925953
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IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Aborto e obiezione di coscienza: la situazione nella nostra USL nelle parole del direttore Desideri 6 Servizio Civile: una risorsa (anche economica) per il territorio 10 Un Pd unito ma non troppo… IL GIRO DELLE BOTTEGHE 5 Come leggere un buon vino NON PIÙ PAROLE OMAI 8 Doping in Giostra: il punto della situazione AREZZO SPORT 13 Petrarca, una garanzia per la ginnastica italiana 15 Un sogno diventato realtà: Jacopo Bianchi, giovane rugbista aretino, è entrato nell’Accademia federale 16 La Volley 88 inizia la rincorsa alla Serie C 17 La Stella Azzurra festeggia il primo successo in
Serie B 18 Donne ai vertici dello sport, una vera rarità 20 Nuoto e fitness in acqua, due attività per tutte le età A REGOLA D’ARTE 21 Lo sguardo cinematografico sulla Palestina. Il nuovo ciclo organizzato dalla Società Storica Aretina 22 Luciferi Visionibus: in via de’ Redi uno studio di ricerca e sperimentazione dell’arte fotografica 23 “Thanks to Luigi Ghirri”: l’omaggio di Arezzo a un protagonista della foto del Novecento 24 Metti due giovani “penne” aretine al festival di “Internazionale” 25 “The Bridge”: il ponte tra reale e fantastico di Orlandi e Giusti 26 Patrizio Zona: quando un grande scultore si trasferisce nella nostra città 28 Viaggio “artigianale” alla scoperta di mestieri e storie
“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO IV NUMERO 166 – VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 © EDIZIONI GIORGIO VASARI DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI EMAIL FRANCESCOCIABATTI.EGV@GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI, SAIMON SAVINI AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL EDIZIONIVASARI@ARUBA.IT PUBBLICITÀ E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, PAOLAPRATO.EGV@GMAIL.COM AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010 ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155 STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL INFO@TIPOGRAFIALAZECCA.IT
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ABORTO E OBIEZIONE DI COSCIENZA LA SITUAZIONE NELLA NOSTRA USL: INTERVISTA AL DIRETTORE DESIDERI dati diffusi dal Ministero della Salute nella “Relazione annuale dell’applicazione Legge 194” rilevano che 7 medici su 10 si dichiarano obiettori di coscienza in merito all’aborto. Dichiararsi obiettore di coscienza è un diritto tutelato dalla legge; ma tale scelta non di Cecilia Falchi deve contrastare con il diritto di una donna di porre fine volontariamente a una gravidanza. Come garantire quindi l’applicabilità della Legge gg 194? A questa e ad altre domande ci ha risposto il direttore generale d dell’Ausl ell’Au A sl di Arezzo Enrico Desideri. «Abbiamo sempre compiuto le scelte necessarie a garantire il rispetto delle leggi. Ad Arezzo abbiamo adottato, a fine 2011, un “Codice etico” firmato da tutti i ginecologi. Tale codice sottolinea il valore della vita, unitamente nte ai principi e ai diritti contenuti nella Legge 194. La “prevenveenn zione primaria” rappresenta la risposta più importante al “nuovo” fenomeno delle interruzioni volonta-rie di gravidanza nelle donne giovanissime e nelle migranti. La lotta al fenomeno dell’aborto clandestino è la seconda priorità indicata nel Codice per tutti gli operatori sanitari, di qualunque professione e credo religioso. E da qui nasce l’impegno condiviso, secondo il quale, ove si dovessero realizzare condizioni or-ganizzative tali da rendere concretamente inapplicabilee il diritto all’interruzione di gravidanza sicura, il sistema ma sanitario aretino rivedrà, con i professionisti, sia le proprie prie scelte organizzative sia quelle individuali. In caso di conclamata necessità, quindi, anche i medici dici obiettori faranno la loro parte per garantire alle donne i diritti tti sanciti dalla Legge 194». Arezzo si discosta dalla media nazionale? «All’Ospedale “San Donato” attualmente i ginecologi ogi non ob obiettori biettori sono n licenza Creative Commons 3 su 14, ma altri 3 colleghi partecipano pano attivamente alla © Raúl Hernández González
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imbo Italia, non solo bambino! Il disegno di internazionalizzazione concepito dal Consorzio “Bimbo Italia” si è negli anni allargato ad altri settori, per menzionarne alcuni: gioielleria, maglieria, calzature, food. Inoltre, dal territorio locale le aziende iscritte si sono allargate ad altre aree italiane. Da Bimbo Italia a Borgo Italia, la piazza che racconta le eccellenze imprenScopri di più su WWW.BORGO-ITALIA.COM e WWW.BIMBO.NET ditoriali italiane nel mondo! 18 OTTOBRE 2013
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fase di certificazione e avvio della procedura. Tutti gli altri ginecologi hanno sottoscritto un documento che attesta l’impegno etico a sostenere l’applicazione della legge, sia per la prevenzione sia per il rispetto delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza». Come fare ulteriore prevenzione? «Rafforzare il lavoro in rete già esistente di tutti i soggetti appartenenti alla rete terrifoto sotto licenza Creative Commons © Riccardo Battistella toriale, istituzionali e non (consultori, medici di medicina generale, istituzioni scolastiche, associazioni, enti), al fine di sensibilizzare e informare il singolo e/o la coppia in un’ottica di tutela della salute psicofisica. Particolare attenzione è stata rivolta da questa azienda sanitaria ai giovani, proponendo tutti gli anni e in tutte le Scuole Medie Inferiori e Superiori del Comune di Arezzo interventi di formazione/informazione su affettività e sessualità, organizzati e gestiti dall’équipe consultoriale di Arezzo. Sempre per i ragazzi, dai 14 ai 24 anni, è presente nel Consultorio familiare il “Consultorio Giovani”: tutti i martedì dalle 14.30 alle 17.30 ad accesso libero e gratuito, con équipe multiprofessionale (ostetrica, ginecologo, psicologa, assistente sociale e mediatore linguistico-culturale)». Le difficoltà pratiche in cui una donna incorre al momento di un’interruzione di gravidanza possono veicolare un messaggio sbagliato. «L’Azienda si impegna proprio per evitare questo messaggio sbagliato. Esiste una questione che va oltre il nostro compito diretto, e dobbiamo interrogarci sul perché dopo più di venti anni dalla entrata in vigore della Legge 194, il sistema rischia di andare al collasso. L’Azienda deve garantire l’applicazione della legge e la qualità del servizio, occorre poi una spinta di natura culturale, legislativa e politica in difesa della vita, delle donne, dei diritti civili, oggi in parte offuscati, e del rispetto pieno delle leggi dello Stato, anche quando queste vanno in conflitto fra loro».
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IL GIRO DELLE BOTTEGHE di Giacomo Manneschi
COME LEGGERE UN BUON VINO uesta settimana abbiamo fatto due chiacchiere con Fiorenzo Buricca, titolare di Bacco in Toscana, nota enoteca e vendita di vini sfusi di alta qualità. Come ha puntualizzato Fiorenzo, l’importante è avere amore per ciò che si fa, difatti per bere con giudizio e passione non è necessario spendere cifre esorbitanti. Quando e come è stato concepito “Bacco in Toscana”? «Io provengo da esperienze lavorative alquanto differenti, dato che ho lavorato nel settore bancario per svariati anni, ma a un certo punto sono stato inserito in un piano di esuberi che mi ha portato ad affrontare un altro percorso di vita. Mi sono avvicinato al mondo del vino grazie a mia moglie, che proviene da generazioni di vignaioli, e abbiamo ponderato l’idea di aprire un’attività mirata alla vendita di vino. Il negozio vede la sua nascita nel 2005 e inizialmente ci siamo concentrati soprattutto nella vendita di vino sfuso, con una piccola sezione dedicata all’enoteca. Ma quest’ultima caratteristica è stata sviluppata con il trascorrere del tempo e adesso possiamo vantare una vasta gamma di scelta, o almeno lo speriamo. Difatti, gli introiti possono essere sud-
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divisi in un 45% di imbottigliato e un 55% di vino sfuso, inoltre abbiamo aumentato l’assortimento di quest’ultimo: da tre rossi e due bianchi, siamo giunti a cinque rossi e tre bianchi. Tutti di provenienza toscana fuorché la Falanghina, di origine campana». Ci potrebbe fare una “cartina di tornasole” della sua clientela, soffermandosi sulle varie fasce d’età e disponibilità economica? «Più che suddividerle in fasce di età, direi che la differenza si può notare sulla capacità economica di acquisto; ultimamente, ad esempio, un prodotto molto richiesto è il rosso sfuso da 1,60 euro, che ha raggiunto, a livello di vendite, quello da 2,30. Questo per far capire che la crisi ha raggiunto quasi tutti i consumatori, ma persistono anche i clienti più abbienti, che prediligono vino imbottigliato». Ultimamente, vi è una ben diffusa volontà di conoscere ciò che si beve, anche attraverso la frequenza di corsi per sommelier e degustazione. Ha notato questa lungimirante ricerca? «Senz’altro vi è un maggior interesse nello scoprire cosa si acquista e la ricerca è diventata più selettiva; in Italia esistono tre principali associazioni: Ais, Fisar e Onav che permettono tutto ciò. Io faccio parte dell’Onav, struttura che opera esclusivamente nell’assaggio e giudizio dei vini».
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utti gli anni verso fine agosto vengono pubblicati i bandi per il Servizio Civile Regionale, permettendo a molti enti di aggiungere al proprio organico giovani volenterosi attraverso specifici progetti che hanno una diretta ricaduta per la Toscana, per le istituzioni e i volontari. Nato per sopperire alla mancanza del servizio reso alla nazione una volta venuta meno di Elena Aiello l’obiezione di coscienza al servizio militare, il servizio civile “è l’opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale. Il servizio civile volontario garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, un’importante e spesso unica occasione di crescita personale, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nost nostro Paese”. N Negli ultimi anni le opportunità di fare servizio civile si sono m moltiplicate: si può scegliere di svolgerlo per i settori di assis stenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, o addirittura all’estero per un periodo dalle due alle sedici settimane; nel caso invece si voglia rimanere comodamente a casa solo per la nostra provincia per l’anno 2013-14 sono stati attivati ventinove progetti nazionali che si svolgono in enti nel nostro territorio, di cui quindici nel comune di Arezzo, e ben cinquantaquattro progetti regionali con sede in istituzioni aretine. Tra gli enti con sede ad Arezzo e provincia che hanno fatto visto approvati i loro progetti di servizio civile ci sono il Comune, la Caritas Diocesana, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, l’Anpas con la Croce Bianca, la Asl, l’Unione Ciechi, le Misericordie, l’Avis, la Fraternita dei Laici, l’
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: UNA RISORSA (ANCHE R IL TERRITORIO il Tribunale, la Procura e molte altri istituzioni. Quando nel 2001 il servizio civile nazionale è nato dalla Legge 64/2001 i posti a disposizione erano solo 396, ma in soli sei anni il numero di volontari era più che decuplicato: nel 2007 c’erano 104.815 domande per 51.273 posti; i numeri sono calati da allora, sia per i posti di volontariato offerti sia per le domande, ma da quando è stato istituito al 2011, ultimo anno di cui sono disponibili le statistiche, 319.340 giovani italiani hanno aderito a questo volontariato particolare: è infatti prevista una minima retribuzione per chi vince il bando. Fino al 2011, invece, i progetti finanziati dal solo Servizio Civile Nazionale sono stati 25.839, a cui vanno sommati quelli sovvenzionati dal Servizio Civile Regionale che quest’anno, ad esempio, in Toscana mette a disposizione fondi per 348 progetti selezionati tra quelli presentati e divisi in quattro aree tematiche; queste iniziative si traducono in 2034 posti per giovani dai 18 ai 30 anni a cui spetterà “un assegno di natura non retributiva analogo a quello previsto per il servizio civile nazionale, attualmente 433,80 euro netti al mese” per 25 o 30 ore lavorative settimanali. Solo per Caritas Toscana le domande per il bando in corso sono state quasi ottocento per circa centotrenta posti disponibili, di cui solo tredici saranno disponibili ad Arezzo; nella stessa situazione si è trovata anche la Asl aretina, dove le domande presentate sono state di gran lunga superiori alle posizioni che potranno essere ricoperte: saranno selezionati meno di un decimo dei richiedenti. Visti i numeri, la spending review e la situazione economica il dubbio viene: è questo l’anno della riscoperta dell’impegno civico o, dato che si tratta di volontariato pagato, una speranza di lavoro per giovani disoccupati?
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NON PIÙ PAROLE OMAI… a cura di Roberto Parnetti
ulla vicenda relativa alla presunta positività riscontrata su un cavallo nell’ultima edizione della Giostra del Saracino, in attesa dei responsi richiesti, pubblichiamo quanto rilasciato dell’Istituzione “Giostra del Saracino” e del Quartiere di Porta Santo Spirito.
DOPING IN GIOSTRA: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
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L’Istituzione “Giostra del Saracino” a seguito della notizia pubblicata in data 2 ottobre 2013, sulla cronaca di Arezzo del quotidiano “La Nazione”, riferisce e precisa che come di consueto sono state disposte da parte di questa Istituzione le analisi sui prelievi ematici condotte sui cavalli che hanno corso la Giostra del Saracino, edizione del 1° settembre 2013, e su due cavalli vincitori che hanno partecipato alla Prova Generale della manifestazione. Con lo spirito di massima collaborazione e trasparenza che anima i rapporti interistituzionali fra Comune di Arezzo e azienda Usl 8 Arezzo, i prelievi di sangue sono stati condotti dal servizio veterinario della Usl, che è in contatto con le scuderie dei Quartieri della Giostra e con i rispettivi veterinari, oltre che con il veterinario della manifestazione dottor Roberto Gottarelli. Successivamente i campioni sono stati affidati al laboratorio di analisi UnireLab di Milano, che si occupa per conto di questa Istituzione di condurre le analisi e riferirne l’esito. Pertanto non vi sono novità dal punto di vista della procedura seguita.
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Circa l’esito dei risultati che sono stati comunicati da UnireLab all’Istituzione “Giostra del Saracino”, si precisa che si è trattato di analisi condotte con metodo qualitativo e non quantitativo e che quindi la positività segnalata su un solo cavallo, non sta a rappresentare di per sé positività ai controlli antidoping, potendo trattarsi di un residuo di un farmaco antinfiammatorio (Meloxicam), peraltro segnalato dal veterinario del Quartiere alle autorità veterinarie competenti, con un emivita di 48 ore circa. Può infatti capitare di trovare nei cavalli che partecipano alla Giostra del Saracino tracce di metaboliti compatibili con i farmaci usati prima della manifestazione, e in precedenza dichiarati dai veterinari dei Quartieri. Ciò sta a significare, nel caso in esame, che il cavallo trovato positivo alle analisi, potrebbe
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avere subito un trattamento farmacologico pienamente lecito, nei giorni precedenti la Giostra del Saracino, lasciando così un residuo di principio attivo farmacologico nel sangue del cavallo, che comunque non avrebbe avuto alcuna azione terapeutica, non potendo influire sulle prestazioni del cavallo stesso. Tuttavia proprio per non dare adito ad alcun dubbio sulla questione, l’Istituzione “Giostra del Saracino” si è prontamente attivata con il laboratorio di analisi, affinché venisse eseguita una ulteriore verifica ematica sul cavallo all’esame, questa volta da condursi con metodo di tipo quantitativo, al fine di individuare l’esatta quantità dell’antinfiammatorio rinvenuto nel sangue del cavallo suddetto. L’Istituzione “Giostra del Saracino” è pertanto in attesa dei nuovi risultati delle analisi, che non giungeranno prima di un mese circa. Inoltre si riferisce che tutti i cavalli partecipanti alla Giostra sono sottoposti a visita medico veterinaria, preliminare alla manifestazione, al fine di accertarne l’idoneità psicofisica a disputare la corsa. Il Servizio Veterinario della USL 8 Arezzo è inoltre presente in Piazza Grande con la propria équipe veterinaria e con i tecnici al seguito, guidati dal responsabile dottor Paolo Omizzolo, che può in qualità di pubblico ufficiale intervenire in ogni momento della manifestazione. Il presidente dell’Istituzione dottor Angiolo Agnolucci si dichiara assolutamente sereno per le modalità e i criteri con i quali sono state eseguite le analisi ematiche sui cavalli della Giostra del Saracino e si riserva – a nome dell’Istituzione che rappresenta – di procedere nelle sedi di legge contro tutti co-
loro i quali dovessero essere ritenuti responsabili di divulgare informazioni false o tendenziose atte a ledere il prestigio ed il buon nome della Giostra del Saracino e della città di Arezzo. Il Quartiere di Santo Spirito, di concerto con il proprio giostratore Elia Cicerchia, in merito alle notizie di stampa aventi a oggetto la pretesa positività alle analisi antidoping della cavalla con cui Cicerchia ha corso in Giostra, precisa che il giostratore e tutti gli organi e operatori del Quartiere hanno sempre e strettamente conformato la propria azione alle norme che regolano la Giostra, con particolare attenzione a quelle in tema di doping e, in genere, a quelle concernenti la salute dei cavalli, in perfetto accordo e piena condivisione con gli organi di controllo della Giostra stessa; che, quindi, il Quartiere ed Elia Cicerchia attendono fiduciosi gli ulteriori accertamenti che saranno svolti, consapevoli di come, prima di ciò, non sia in alcun modo possibile parlare di positività del cavallo interessato e comunque sicuri della propria buona fede e lealtà. Prossimamente approfondiremo la questione com’è nello stile del “Settimanale di Arezzo”.
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UN PD UNITO MA NON TROPPO…
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l Pd aretino ha già scelto i neo-segretari provinciali e comunali. Massimiliano Dindalini sembra destinato a raccogliere il testimone di Marco Meacci, Elisa Bertoli quello di Lanzi. Una scelta, ad esempio quella di Dindalini, che incassa l’elogio dei sostenitori aretini di Gianni Cuperlo, mentre appare chiaro che la candidatura di Elisa Bertoli è una mano tesa alla ben consistente componente renziana del partito. Due parti trovano un’intesa, rinunciando in partenza all’atteso confronto che mentre avrebbe potuto creare non poche tensioni nella maggioranza monocolore che regge la Giunta alla guida di Palazzo Cavallo, al contempo avrebbe prodotto un aperto e costruttivo dibattito interno. Ma ce n’è una terza che alla fine tanto d’accordo non sembra con quest’intesa, a monte del dibattito congressuale: i civatiani aretini. In altre parole coloro che sostengono il maggior outsider alla Segreteria nazionale. Una componente che in questo momento sembra rappresentare senza ombra di dubbio l’ala sinistra del partito, a partire dalla posizini espresse a livello locale, così come nazionale. «Una candidatura che esce fuori da una stanza ristretta a pochi partecipanti – attaccano i civatiani aretini sulla scelta del neo-segretario
provinciale – per noi non può essere unitaria. Per noi è unica, ma non unitaria. Abbiamo provato con tutte le nostre forze a crearne un’altra, ma non ce l’abbiamo fatta per due semplici motivi: il primo è che eravamo gli unici a volerla fare, il secondo è perché non siamo riusciti, ed è questa la nostra colpa, a far capire che in un congresso bisognerebbe parlare dei problemi reali e confrontarsi sulle soluzioni. In un congresso, non prima e non dopo. Perché è quello il momento giusto, abbiamo provato a dirlo con il nostro documento. Ecco perché siamo stupiti della voglia di unitarietà anche per il congresso comunale di Arezzo. Perché nel volemose bene, folli guastafeste noialtri, è nascosto il rischio di non affrontare le criticità della nostra città, un rischio troppo elevato per il Partito Democratico, unico azionista dell’Amministrazione locale. Che linea prenderemo sull’acqua pubblica e sui rifiuti, tra inceneritore e raccolta differenziata? E sulle scuole e i servizi, non è il caso di rianalizzare le spese destinate al sociale e cominciare a studiare un welfare locale alternativo e più efficiente ed efficace?». Insomma, una posizione chiara quella dei civatiani, che benché forse minoritaria tra gli iscritti pone tra le righe una questione centrale se si estendesse il diritto di scelta al variegato popolo del centrosinistra, il quale pur facendo riferimento al Pd come area, non si riconosce più nel “vecchio modo” di trovar le intese. [nella foto Filippo Gallo, rappresentante dei civatiani aretini]
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di David Mattesini
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Ginnastica Petrarca
ovità e vittorie. Siamo soltanto all’inizio della stagione 2013-2014, ma la Ginnastica Petrarca ne sta già collezionando a bizzeffe. Storica società sportiva aretina (la prima ad aprire alla nostra città le porte della ginnastica agonistica), ha appena dato il via a un nuovo anno di attività rivolgendo, come sempre, particolare attenzione ai giovanissimi e offrendo loro un ambiente sano ed educativo all’interno del quale imparare a esprimersi. Anche quest’anno sono tre le sezioni ginniche sulle quali la Petrarca incentrerà il proprio lavoro: ginnastica ritmica e ginnastica artistica, maschile e femminile. «La ginnastica ritmica è probabilmente il settore più frequentato, ma sono soddisfatto su tutti i fronti perché la ripresa delle attività ha dato riscontri positivi – spiega il presidente della so-
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Nuovi campionati, tante manifestazioni e la passione di sempre in una stagione tutta da scoprire
Petrarca, una garanzia per la ginnastica italiana
di Elettra Fiorini
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cietà Paolo Pratesi. – Nonostante la scarsa sensibilità dei nostri amministratori nei confronti dello sport e il periodo di crisi che stiamo attraversando, la Petrarca presenta ancora un altissimo numero di tesserati, in costante crescita, e questa prospettiva fa ben sperare per il futuro». Il nome della Petrarca non è soltanto una garanzia sul nostro territorio, ma in tutta Italia. Infatti, al di là del valore degli atleti che crescono nella sua fila, la società stessa è ormai diventata un simbolo di serietà e intelligenza nel promuovere la disciplina. Ne è un esempio la gara che si terrà il prossimo 2 novembre al Palasport “Mario d’Agata”. «Anche se siamo retrocessi, organizzeremo qui ad Arezzo la seconda prova del campionato nazionale di Serie A1 e A2. Un segno di forte fiducia da parte della Federazione – illustra Pratesi. – Alle società italiane il nostro palasport piace molto perché lo spettatore si trova proprio a ridosso del campo di gara e le istruttrici sostengono che una tale disposizione aiuti le ginnaste fin da subito a stabilire un contatto con il pubblico». Con l’avvento della nuova stagione, riprendono anche gli impegni agonistici per le Petrarchine di turno che saranno quest’anno alle prese con un ostico campionato di Serie B. «Malgrado la retrocessione, speriamo di poter tornare presto in Serie A – continua il Presidente. – La squadra che disputerà la B sarà composta da quattro dei nostri più validi elementi e sarà capitanata da Maria Vilucchi e Aurora Peluzzi, le due ginnaste che hanno indossato la maglia azzurra agli Europei 2013. La formazione potrà inoltre contare sul sostegno tecnico dell’istruttrice Irene Leti che sarà affiancata da Federica Peloso e dalla ex ginnasta bulgara, campionessa del mondo, Elena Zaharieva». Molti ancora sono gli appuntamenti che regaleranno forti emozioni al pubblico aretino, come il Memorial “Manola Rosi” di dicembre, che probabilmente vanterà la presenza della Nazionale, e l’ultima prova di campionato di Serie B (abbinata a quello di Serie A) che potrebbe vedere, nel 2014, le Petrarchine riconquistare in casa la categoria superiore. Anche la sezione di ginnastica artistica sembra tornare a splendere. «La scorsa settimana il nostro ginnasta Francesco Venturini ha vinto la prima gara regionale a Montevarchi in ben due specialità – racconta Pratesi. – Mi auguro che questo risultato diventi uno stimolo per tutti i giovanissimi che si stanno preparando per la Serie C e per le nostre bambine. Teniamo molto alla ginnastica artistica perché è con essa che è nata la nostra società, ma so che per questa disciplina il percorso è lungo e difficile. Noi continuiamo però a seminare e a curare i nostri fiori, sono certo che prima o poi sbocceranno in tutta la loro bellezza».
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Un sogno diventato realtà Jacopo Bianchi, giovane rugbista aretino, è entrato nell’Accademia federale
di Alessio Segantini
giovane, classe 1998, e ha molto talento. Con queste poche parole si potrebbe descrivere Jacopo Bianchi, rugbista aretino quindicenne, cresciuto nel Vasari Rugby e adesso entrato nell’ Accademia federale di Prato. Dopo una stagione passata a fare selezioni, test, allenamenti e amichevoli, nei primi giorni di settembre è stato scelto per far parte di questa “scuola” di rugby davvero rinomata. L’Accademia per cui Jacopo è stato selezionato è una sorta di centro sportivo federale: ha il compito di raggruppare i migliori giocatori provenienti da varie zone d’Italia e farli allenare assieme, facendoli crescere e mettendo in risalto tutto il loro talento. Le accademie sono otto in Italia e la più vicina alla nostra zona è quella di Prato, a riguardo della quale Bianchi ci dice: «Sono a Prato quasi da un mese e mi trovo bene. L’Accademia è un posto creato per far migliorare i giovani talenti e far maturare in noi un’ esperienza rugbystica di alto livello, che poi un giorno, potrà avviare qualcuno di noi alla Nazionale o comunque a grandi team. Per me questa scelta è motivo di grande gioia e soddisfazione. Sono davvero contento di esser arrivato fin qua, ma è adesso che viene il difficile: devo ancora imparare molto e sudare tanto per arrivare a traguardi ancora più prestigiosi». È questo il pensiero di Bianchi, che ha ancora davanti a sé tutto l’ anno per dimostrare ai nuovi tecnici tutte le sue doti atletiche e fisiche. «Gli allenamenti sono davvero tosti ma interessanti, poiché impariamo tutti cose nuove, e anche il confronto con i miei compagni si è rivelato stimolante da questo punto di vista. In più, finora, abbiamo fatto due amichevoli che ci hanno permesso di conoscerci meglio, e fra un po’ inizieranno le amichevoli tra le Accademie: un momento molto importante per tutti. Esser entrato a far parte di questa organizzazione mi ha ripagato di tutti gli sforzi che ho fatto lo scorso anno, quando sono dovuto andare per fare le selezioni quasi sempre lontano da Arezzo». La speranza è che questa esperienza, per Jacopo, non sia un punto d’ arrivo ma piuttosto di partenza verso nuovi e ambiziosi traguardi da raggiungere.
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rimo successo in Serie B e quarto posto in classifica. Dopo i due pareggi iniziali con Castelvecchio e Mestre, domenica 13 ottobre la Stella Azzurra finalmente ha fatto festa e, allo stadio comunale di Arezzo, ha vinto contro il Bearzi di Udine portandosi nei piani alti della classifica. Le aretine alla vigilia della gara hanno dovuto fare i conti con le assenze di alcune forti giocatrici, ma hanno trovato ottimi rincalzi nel settore giovanile con i positivi innesti nella formazione titolare di alcune ragazze della squadra Primavera, già dimostratesi pronte ad affrontare la Serie B.
Giulia Bruci in azione
La Stella Azzurra festeggia il primo successo in Serie B La vittoria per 1-0 contro le friulane del Bearzi porta la società aretina al quarto posto in classifica La Stella Azzurra fin dai primi minuti di gioco ha preso possesso di ogni zona del campo iniziando a macinare tante azioni, ben ispirate dalla trequartista Serena Patu, e arrivando al goal al 30’ con Giulia Bruci, brava a intercettare un errato rinvio di un difensore su un calcio d’angolo e a siglare da pochi passi la rete del vantaggio. Nel secondo tempo la Stella Azzurra ha continuato a sfruttare gli spazi lasciati dal Bearzi con tante veloci azioni in contropiede, con cui però non è riuscita a chiudi Marco dere la gara, accontentandosi alla fine di un 1-0 che rappresenta il giusto premio per un incontro Cavini dominato e che la lancia ai piani alti della classifica. «Siamo entusiasti per questa grande partenza in campionato – afferma il direttore generale Claudio Chiarini. – Tre risultati positivi consecutivi e la vittoria sul Bearzi proiettano la Stella Azzurra al quarto posto in Serie B, una posizione inaspettata ma pienamente meritata che inorgoglisce tutta la società, dalla dirigenza allo staff tecnico. All’indomani di questo bel successo dobbiamo ulteriormente ringraziare l’Amministrazione comunale per la concessione dello stadio cittadino, perché per noi è un ulteriore stimolo a far bene e a tenere alto il nome della città di Arezzo». Nel prossimo turno, domenica 20 ottobre, la Stella Azzurra sarà attesa da un vero e proprio big match contro il San Zaccaria, capolista e principale candidata alla vittoria del campionato. «Una gara – conclude Chiarini – che affronteremo con serenità e consapevolezza dei nostri mezzi per capire il ruolo che potremo giocare in questa stagione». Stella Azzurra, foto di squadra 2013-2014
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La Volley 88 inizia la rincorsa alla Serie C
di Marco Cavini
Sabato 19 ottobre scatta il campionato: le aretine di Peruzzi debuttano contro le fiorentine del Liberi e Forti arte la nuova avventura in Serie D della Volley 88 Chimera. Sabato to 19 ottobre le ragazze di Giorgio Peruzzi debutteranno in campionato contro le fiorentine del Liberi e Forti, con l’obiettivo di centrare immediatamente una vittoria e iniziare col piede giusto una stagione in cui l’obiettivo sarà la promozione in Serie C. Dopo i play-off sfiorati nella scorsa stagione, la società aretina nel corso dell’estate ha rinforzato la propria rosa con alcuni innesti di valore e tante promettenti giovani del settore giovanile, allestendo un mix tra gioventù e esperienza che candida la Volley 88 tra le favorite per il successo in campionato. RIPARTONO I CORSI DI MINIVOLLEY La strada verso il primato sarà comunque costellata di nua Volley 88 organizza corsi di avmerose difficoltà, basti pensare che l’annata di Serie D preveviamento alla pallavolo per bamde ben cinque derby contro varie formazioni della provincia di bini e bambine dai 6 ai 14 anni. I corArezzo: Ius, Sansepolcro, Tegoleto e le neopromosse Arnopolis si, di cui sono già aperte le iscrizioni, si e Pian di Scò. «Sarà una stagione lunga e impegnativa – affertengono presso le palestre dell’Itis o ma il presidente Massimo Gialli. – Noi siamo consapevoli delle della Scuola media “Cesalpino”: per grandi potenzialità delle nostre ragazze e ambiremo alla proottenere ulteriori informazioni è possimozione diretta in Serie C, ma sappiamo che questo obiettivo bile chiamare i numeri 347/30.57.243 sarà particolarmente difficile da raggiungere, perché il livello o 333/43.23.206 oppure inviare una delle squadre che affronteremo è elevato e, soprattutto, permail all’indirizzo sara.gs@virgilio.it ché dovremo fare i conti con cinque impegnativi derby». A dare ulteriore carica alla Volley 88 è un pre-campionato entusiasmante, in cui le pallavoliste aretine si sono allenate bene, hanno raggiunto il giusto amalgama e sono riuscite a vincere tutte le partite giocate. Le migliori prestazioni arrivano da un quadrangolare in Casentino in cui la squadra biancoazzurra ha superato il Cortona (formazione di Serie C), l’Arnopolis e la Ius, ricevendo ottime risposte da tutte le 12 giocatrici scese in campo agli ordini di Peruzzi. «Motivazioni ed entusiasmo non ci mancano – conclude Gialli. – Per il momento sarà di fondamentale importanza rimanere con i piedi per terra e iniziare a inanellare qualche risultato positivo, vincendo già la gara d’esordio contro la neopromossa Liberi e Volley 88, la Serie D 2013-2014 Forti».
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Donne ai vertici d sport, una vera ra V enti a uno: è questo il rapporto che dimostra, con evidenza più di ogni altro dato, il divario abissale che riscontriamo ai “piani alti” dello sport in terra aretina. Un divario che pone su due livelli ben distinti, ancora una volta, uomini e donne. I numeri riportati all’inizio si riferiscono al solo settore calcistico, poiché su circa 200 società, solo 5 (e questa stima potrebbe essere addirittura al rialzo!) presentano nell’organigramma una presidentessa donna. Negli altri sport la disparità potrebbe essere ancora maggiore poiché un censimento completo delle società pare assai difficile tanto è polverizzato il panorama. Il dato, analizzato in maniera avulsa dal contesto, è di per sé tristemente esplicativo. Questo
aspetto, largamente sconosciuto o semplicemente assimilato come fatto naturale della nostra cultura sportiva, deve indurre a porsi più di una questione. Non si tratta di guardare meramente a uomo e donna nella propria dimensione fisiologica (coloro che praticano sport), ma nell’atto dirigenziale, di scelta, di guida di una società. Come mai le donne sono quasi completamente escluse da questo ambito? Andando a puntare la lente su molti degli organigrammi societari impegnati in differenti discipline, si nota infatti come le donne siano, anche nei piani gerarchicamente inferiori, quantitativamente in difetto rispetto alla controparte maschile. Una presenza maggiore è innegabile a livello di segreterie o di coordinamento. Poche, sempre
in rapporto, le allenatrici. Il quadro, rappresentato nella sua struttura elementare, evidenzia un problema di fondo che ha bisogno di di Giacomo Belli essere rimpolpato, riempito di vissuti, per provare ad afferrarne l’urgenza. Nelle parole di presidentesse come Paola Salvi dei Lions Hockey Arezzo, l’ex presidentessa della Bocciofila aretina Miriam Paggini, di Laura Chierici, vicepresidentessa di una squadra di calcio la cui compagine dirigenziale è in maggioranza femminile – solo per citarne alcune, – riscontriamo molti degli elementi di una cultura dirigenziale che vede le donne ancora ai margini. Non che esse abbiano ricevuto
il settore giovanile dei Lions con la presidentessa Paola Salvi
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i dello rarità espliciti attacchi discriminatori dall’altro sesso (anzi, nei rari casi riscontrati esse sono state ben accettate). Vi è una ragione ancor più profonda: l’accettazione di schemi in cui esse si trovano nella vita quotidiano, che chiede a una donna di essere innanzitutto madre, dedita alle faccende e ai figli, a fare la spesa e a cucinare la sera. Questo sottrae tempo alla possibilità di guidare, ad esempio, una società sportiva. Tali testimonianze hanno il pregio di farci vedere in filigrana quali siano alcuni stereotipi duri a morire o talmente radicati da essere considerati ovvi, naturali. E tranquillamente accettati da tutti noi che consapevolmente o no, in totale acquiescenza, ci facciamo artefici del mantenimento di questo stato discriminatorio. L’interrogativo che ci poniamo è se lo sport, espressione del vigore maschile all’ennesima potenza, di onore e virtù cavalleresca, sia stato a lungo espressione di disparità che resistono ancora oggi. Frasi come “Non fare la femminuccia”, “Tira fuori gli attributi”, “Non fare la checca” sono un linguaggio ricorrente nell’am-
Chiara Malentacchi dell’Arezzo Roller2, società aretina guidata da una donna (Elena Belotti) e a maggioranza di atlete femmine
bito sportivo e tendono a porre su due distinti piani donne e uomini. Questo privilegio maschile si ripercuote anche nella sua gestione, nei piani alti dello sport, in cui sono rarissimi i casi di un presidente donna (poiché la femminilità è tradizionalmente vista come op-
posto di virilità). Come se l’uomo fosse l’unico con le competenze caratteriali e simboliche per assurgere a tale ruolo. I tempi sono comunque maturi per una svolta, e le presidentesse dello sport aretino sono l’esempio di questo germe di cambiamento.
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on l’arrivo dell’autunno sono scattati tutti i corsi del Centro Sport Chimera. La Chimera Nuoto e la Sport3 hanno ripreso a pieno ritmo la loro attività all’interno del Palazzetto del Nuoto, animando la piscina aretina con una vasta gamma di lezioni di nuoto e fitness acquatico. A occuparsi del nuoto è la Chimera Nuoto, scuola federale che, oltre a gestire l’attività sportiva agonistica, è impegnata anche in numerosi corsi rivolti a persone da 0 a 100 anni. Le lezioni di nuoto prevedono infatti attività diversificate in relazione alle diverse fasce d’età: da 0 a 3 anni c’è il nuoto baby, da 3 a 6 i laboratori acquatici e la scuola nuoto per bambini, da 6 a 18 la scuola nuoto per ragazzi e da 18 a 100 la scuola nuoto per adulti. «Nella scuola nuoto – spiega Marco Magara, direttore tecnico del Centro Sport Chimera – abbiamo sia bambini e ragazzi che imparano a nuotare per entrare in futuro nella nostra squadra agonistica, sia
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CENTRO SPORT CHIMERA
Nuoto e fitness in acqua, due attività per tutte le età Con l’arrivo dell’autunno
aretini che nuotano semplicemente per fare un’attisono scattati tutti i corsi vità fisica, mantenersi in forma o acquisire sicurezza in acqua. In questo senso il nuoto è uno sport che si promossi all’interno del adatta a tutti, perCentro Sport Chimera ché propone corsi per ogni fascia d’età e si svolge in un ambiente, quello acquatico, che non è traumatico, è privo di controindicazioni ed è adatto pure alla stagione invernale». La Sport3 si occupa invece di ginnastica in acqua e garantisce numerose alternative che permettono di scegliere tra l’Acqua Gym, il Training, il Triathlon, l’Idrobike, l’Acqualta e la novità del Biathlon, attività er ulteriori informazioche prevedono l’utilizzo di strumenti e meni o per iscriversi alle todi di allenamento diversificati. attività è possibile rivol«Le iscrizioni resteranno aperte fino gersi alla segreteria del all’esaurimento dei posti disponibili – conCentro Sport Chimera in clude Magara. – Tutti i corsi si svolgono su viale Gramsci 7, visitare il una frequenza ideale di due allenamenti sito www.centrosportchialla settimana, con la possibilità di persomera.com, chiamare o nalizzare la preparazione con lezioni indiscrivere un sms a Marco viduali e ritagliate sulle esigenze di ogni Magara al 347/42.49.641 atleta».
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LO SGUARDO CINEMATOGRAFICO SULLA PALESTINA
rende il via il 25 ottobre Verso AL VIA IL NUOVO CICLO DI PROIEZIONI ORGANIZZATO DALLA Oriente: mondi inquietanti, SOCIETÀ STORICA ARETINA quindicesimo ciclo di proiezioni “Cinema e Storia”, organizzato dalla Società Storica Aretina in collaborazione con il Circolo Artistico. La rassegna, curata dallo studioso ed esperto di cinema professor Ermanno Alpini, si compone di due parti: la prima prevede quattro titoli, proiettati il venerdì sera alle ore 21.30 presso il Teatrino del Circolo Artistico di via de’ Redi 12, come sempre a ingresso di Enrico gratuito. Il tema attorno a cui ruotano le pellicole proiettate è la Palestina, tra affreschi di Badii vita locale e riflessioni sul decennale conflitto israelo-palestinese, attraverso gli sguardi di registi italiani, internazionali o autoctoni. Si comincia venerdì 25 ottobre con Munich di Steven Spielberg (2005), storia della reazione ebraica agli attentati di Settembre Nero durante le Olimpiadi del 1972. Un colossal girato da una prospettiva interna al Mossad, che però mina le certezze delle parti e fa riflettere sul dramma di una guerra tuttora in corso. Venerdì 8 novembre sarà proiettato Kadosh (Sacro) (1999), diretto dall’israeliano Amos Gitai: il racconto di quattro vite e due amori, sulle cui scelte ha conseguenze drammatiche il peso dell’ortodossia religiosa ebraica. Venerdì 22 novembre è la volta de L’amante perduto (1999): il nostro Roberto Faenza ci trasporta a Tel Aviv, per seguire il triplice intreccio sentimentale tra una coppia ebraica in crisi per la perdita di un figlio, la fuga della donna con un giovane amante francese e la nascita di una relazione tra la figlia quindicenne e un suo coetaneo palestinese, nella speranza di convivenza pacifica fra i due popoli. Quarto e ultimo appuntamento invernale, la proiezione venerdì 6 dicembre del secondo titolo a firma italiana, Private di Saverio Costanzo (2004), vincitore del David di Donatello e del Pardo d’Oro al Festival di Locarno. La storia di uno stallo tra una pattuglia israeliana e la famiglia palestinese tenuta prigioniera in casa propria, divenuta base operativa. Una sintesi tra quattro mura del conflitto mediorientale, una resistenza passiva e non violenta senza l’abbandono delle proprie radici, tratteggiata splendidamente nell’esordio del regista romano.
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LUCIFERI VISION
IN VIA DE’ REDI UNO STUDIO DI R SPERIMENTAZIONE DELL’ARTE FOT
na nuova finestra sul mondo della fotografia, uno sguardo retrò e al contempo avanguardistico. Ad Arezzo un nuovo piccolo grande atomo di pura fotomania”. Così presentavano lo scorso maggio Luca De Pasquale ed Enrico Fico il loro studio aperto in via de’ Redi 15 ad Arezzo: Luciferi Visionibus. Valdostano il primo, campano il secondo, i due hanno scelto la nostra città per portare avanti il loro progetto legato al mondo della foto analogica, dopo una breve esperienza a Siena. «La città del Palio si è dimostrata poco ricettiva alla nostra proposta – ci dicono. – I senesi stanno vivendo una vera e propria crisi d’identità legata ai problemi del Monte dei Paschi. Ad Arezzo invece è stato diverso. Nonostante la fama di “botoli ringhiosi”, l’accoglienza degli aretini è stata ottima. Stiamo conoscendo tante persone valide, professionisti e amatori con cui collaborare a progetti stimolanti. Abbiamo messo su anche un gruppo di lavoro: 20W libere espressioni fotografiche». In cosa consiste? «È un gruppo di ricerca e sperimentazione – non il classico fotoclub – che mira a riscoprire e rilanciare la foto artistica a tutto tondo, sia dal punto di vista della stampa sia della tecnica dello scatto e della scelta dei soggetti». Perché investire nel 2013 sull’analogico? «Ci piace recuperare il passato per rinnovare il presente, una vera sfida. Con l’avvento del digitale si sono persi il rapporto “materico” e la relazione diretta con quello che hai scattato: tutto ciò ha penalizzato la foto professionale. Non siamo contrari alle nuove tecnologie, ci teniamo costantemente aggiornati sulle novità, però le facciamo interagire con i vecchi metodi». Il nome della società. «Premettiamo che Luciferi Visionibus non ha niente a che vedere con il satanismo. Tra gli antichi greci c’era il culto per il dio Eosforo, la stella del mattino (che in realtà è il pianeta Venere). Per i romani divenne Lucifero, il “portatore di luce”, elemento fondamentale senza cui la fotografia non esisterebbe». I vostri progetti artistici? «Sabato 9 ottobre abbiamo inaugurato Bang! Nuove generazioni fotografiche, un evento espositivo che propone una rete di relazioni tra l’imprenditoria giovanile e i talenti dell’ottava arte. Realtà eterogenee, dislocate nel centro storico, hanno messo a disposizione gli spazi per far esporre fino al prossimo 3 novembre alcuni tra i migliori
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DI RICERCA E FOTOGRAFICA
THANKS TO LUIGI GHIRRI L’omaggio di Arezzo a un protagonista della foto del Novecento
di Marco Botti
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o scorso 5 ottobre è stata inaugurata, presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea di piazza San Francesco, la mostra fotografica Thanks to Luigi Ghirri, realizzata dalla Galleria Montrasio Arte e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo. L’evento, a cura di Fabio Migliorati e Daniele Astrologo Abadal, racconta il lavoro del grande Luigi Ghirri, proponendo uno dei capisaldi della sua poetica: la serie Atlas (1973-1974). Ghirri è uno dei massimi esponenti della fotografia del secolo scorso, per il suo apporto teorico e tecnico al mondo creativo, specialmente quale precursore nell’uso nel colore. Con il suo lavoro ha sposato l’orizzonte dell’obiettivo per posizionarlo più avanti, oltre l’esperienza umana, come un viaggio interiore di ricerca. La mostra esprime una linea di confine tra fotografia e opera concettuale e, inoltre, riunisce i lavori di cinque giovani fotografi – Susanna Pozzoli, Ottavia Castellina, Margherita Cesaretti, Alessandro Imbriaco e Claudia Pozzoli – che hanno nella parola “libertà” il principale punto d’incontro con il maestro. Serena Capponi
fotografi emergenti del territorio e non solo. Terminata la mostra collettiva, che ci sta assorbendo molte energie, continueremo a portare avanti workshop e allestire nuove esposizioni». Il vostro spazio di via de’ Redi. Piccolo ma fornitissimo. «Abbiamo tutto quello che serve per chi lavora in analogico: accessori, rullini, formati particolari, polaroid, diapositive, macchinari ormai introvabili come una sviluppatrice a pellicola degli anni Ottanta. Facciamo servizi fotografici, sviluppo – il bianco e nero ancora a mano – e stampa, attività che ci permettono di finanziare il nostro lato artistico, che altrimenti non sopravvivrebbe da solo».
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METTI DUE GIOVANI “PENNE” ARET
QUANDO ENRICO MENTANA A UNA DOMANDA SCOMODA
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er Wislawa Szymborska la parola “tutto” è “sfrontata e gonfia di boria” e, fingendo di non tralasciare nulla, è “soltanto un brandello di bufera”. Ecco, “Internazionale” a Ferrara – il festival organizzato dal noto settimanale che pubblica i migliori articoli dei giornali di tutto il mondo – svoltosi nella città estense dal 5 al 7 ottobre scorso, se proprio non ha incluso o concentrato tutto, ci è arrivato molto vicino. Per un intero weekend ci siamo trovate – chi scrive e la collaboratrice de “Il Corriere di Arezzo” Micaela Caporale – a contatto con giornalisti, fotografi, musicisti e scrittori da tutto il mondo, che ci hanno spiegato il lavoro di redazione, dall’impaginazione alla scelta degli articoli da tradurre, dai libri da recensire alle foto migliori da scegliere tra centinaia nel web. Poi dibattiti sulla situazione europea e italiana, interviste a chi il mondo ha cercato di cambiarlo davvero – come la giornalista radiofonica congolese Chouchou Namegabe, vincitrice del Premio “Anna Politkovskaja”, che ha denunciato lo stupro come azione di Valentina di guerra – e a chi, in Italia, sa solo critiPaggini care ed emettere sentenze dando la colpa a noi giovani di non fare abbastanza: è il direttore del tg di La7 Enrico Mentana, che però non risponde alla nostra collega quando gli chiede cosa farebbe lui se avesse oggi 25 anni. Il festival è anche molto altro, basta scegliere. Usciamo dalla sala del cinema e in una Ferrara nuvolosa e bellissima ci aspettano conferenze, film-documentari e incontri che vanno dai diritti umanitari alla violenza sulle donne, dalla pratica della scrittura alla finanza, passando per la linguistica e i social network, la piaga sociale dell’Aids in Africa e i Mosuo, gruppo etnico della provincia cinese dello Yunnan dove le donne sono capofamiglia. Così, tra il Giardino delle Duchesse, dove abbiamo potuto visitare l’ospedale da campo di Medici senza Frontiere, piazza Savonarola con le sue mura che ospitano meravigliose installazioni fotografiche curate da un fotografo francese – Clément Briend – e le strade
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RETINE AL FESTIVAL DI “INTERNAZIONALE”
NA NON RISPONDE ODA…
THE BRIDGE Il ponte tra reale e fantastico di Orlandi e Giusti
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al 17 al 26 ottobre saranno esposte, presso la Villicana D’Annibale Galleria d’Arte, le opere di Claudio Orlandi e Giacobbe Giusti. La mostra, dal titolo The Bridge, curata da Angelo Andriuolo, Francesco Giulio Farachi e Danielle Villicana D’Annibale, affianca un’artista romano e uno toscano, accomunati dalla passione per le forme e le superfici ondulate e luminose. I due invitano lo spettatore a viaggiare con la propria fantasia grazie agli elementi di novità e freschezza che riescono a esprimere con le loro opere. Claudio Orlandi trova nella fotografia la sua forma d’arte prediletta e raffigura immagini sensazionali, di grande formato che si basano sull’osservazione diretta, poi rielaborata e trasformata in proiezione fantastica e ideale. Accanto alle foto saranno esposte due grandi installazioni in alluminio dello scultore Giacobbe Giusti, accompagnate da un suggestivo sistema di illuminazione che contribuirà a creare un effetto visivo affascinante. Questi due sperimentatori porteranno il visitatore a percorrere quel ponte tra realtà e fantasia, che conduce a una dimensione artistica pura e originale. www.villicanadannibale.com Sara Gnassi
che portano fino alla Porta degli Angeli, con in mostra le migliori illustrazioni realizzate per Internazionale da Shout, si respira davvero un senso nuovo di libertà, quella libertà che spesso i media ci negano e che può esistere solamente mettendo il naso fuori dalle proprie abitudini. Che senso ha svegliarsi, lavorare, studiare e amare senza chiedersi cosa c’è oltre le nostre azioni? Senza voler sapere cosa ci sta succedendo intorno, convinti che la nostra vita di provincia ci basti? Ma la vita che facciamo non dovrebbe mai bastarci e dovremmo sempre essere incuriositi dai raffronti, sforzandoci di aprire fino alle orecchie i nostri paraocchi. Il vero, grande messaggio del festival di “Internazionale” è stato questo: “Conoscere altri mondi, non fosse che per un confronto”. Parola di Szymborska.
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INCONTRIAMO PATRIZIO ZONA
QUANDO UN GRANDE SCULTO TRASFERISCE NELLA NOSTRA
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ue anni fa, l’artista Patrizio Zona, classe 1953, da Napoli si trasferisce con la moglie nella nostra città. Un onore per noi aretini averlo come concittadino. Proviene da una famiglia di pittori e musicisti, suonatori di violino e pianoforte. Poeta, pittore, suona a orecchio basso e flauto. Il suo talento ci fa veramente comprendere la gioia provata dall’artista, che giunge al culmine a lavoro finito! Col marmo (materiale da lui preferito) si viene a creare di Ivana un rapporto prettamente fisico, primordiale, ci dice Zona. Marianna Come mai ha scelto di venire ad abitare proprio qui Pattavina ad Arezzo? «Pur amando in modo viscerale Napoli, ero stanco della sua confusione. Mi sono preso una pausa e per conservare il mio equilibrio mentale ho dovuto fare una scelta… La città di Vasari, Petrarca… Clima buono, abbastanza equidistante tra nord e sud, tranquilla. Ogni cambiamento è fonte di energia per rimettersi in gioco». Autodidatta, Zona ha un’eccellente manualità. La sua missione: andare contro ogni schema precostituito di una società in corsa, del quale ognuno è inconsapevolmente vittima e complice. L’io viene corroso da meccanismi sofisticati e complessi: cominciando da noi stessi, qualcosa bisogna fare, come nelle sue opere in cui figure incatenate sovrapposte vogliono liberarsi. Il maestro dice: «Ho iniziato da ragazzino con i pastorelli del presepe, per poi inoltrarmi sempre di più in una strada spesso tortuosa, ma affascinante. L’artista come un’antenna vede oltre.
DOVE TROVARE (GRATIS!) “IL SETTIMANALE”
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LTORE SI RA CITTÀ Ho insegnato scultura nelle scuole. Mi dispiace per la poca educazione all’arte, quando vedo ragazzini di talento rinunciare alle prime difficoltà». Tra i lavori del maestro apprezzati all’estero, l’Araba Fenice in marmo di Carrara, alta tre metri e trenta, acquisita nella collezione pubblica SAS “Ranieri III di Monaco”. Esposta nei giardini di Fontvieille a Montecarlo, accanto ad altri grandi maestri della scultura mondiale come Botero, Manzù, De Chirico… Afferma: «È faticoso plasmare la materia a suon di martello. Mi alzo presto la mattina e spesso lavoro la notte, ma per me è un’esigenza interiore. Il guadagno viene dopo». Maestro, lei crea opere in bronzo, gioielli, addirittura nel 2010 scolpisce un libro “scolpito” su un cartoncino nero traforato con delle frasi bellissime: cento copie di manifattura artigianale uguali e al contempo diverse. «Tutti pareva volessero scrivere e così ho espresso le mie emozioni scolpendole, in pagine e pagine con pazienza e amore. Mi hanno scherzosamente dato del matto per essere arrivato a scolpirne cento di copie, ognuna in modo diverso… Una di queste è attualmente nella vetrina di una nota libreria di Arezzo». Cosa la delude nel mondo dell’arte oggi? «La poca meritocrazia. Un tempo, il gallerista andava a cercare e pagava l’artista di talento, oggi è il contrario». Cosa vorrebbe realizzare a breve nella nostra città? «Riuscire a organizzare una mostra in un sito istituzionale, con musica, proiezioni video, qualcosa che entusiasmi questa bellissima città… Per chi volesse contattarmi: info@patriziozona.it». Zona predilige l’astratto per la più ampia libertà di espressione. Avremmo potuto citare tutte le sue maestose opere, e i premi vinti durante la sua carriera, ma non basterebbe questo poco spazio. È un uomo semplice e gentile. La critica ottenuta, ci confida, è stata sempre azzeccata, ma quella severa di sua moglie (conosciuta da ragazzino), è la migliore in assoluto. Infine, una verità. «Artisti si nasce!».
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VIAGGIO “ARTIGIAN
ALLA SCOPERTA DI MESTIERI E ST etti due ragazzi, non comuni nelle loro passioni e interessi; il richiamo forte dell’estate che mette in moto quell’impazienza di far i bagagli e partire per “bere” con avidità luoghi e posti nuovi; aggiungete infine un’idea particolare di conoscere persone i cui mestieri sono storie incredibili. Ecco a voi servita un’esperienza esclusiva, talmente semplice da far ammettere a chiunque “Perché non ci avevo mai pensato?”, talmente forte da far riemergere nel palato intimo di ognuno di noi quei sapori di umanità che sembrano ogni giorno stingersi sempre più. Il progetto di Marco Montanari e Eleonora Chiarugi del “Viaggio Artigianale” si nutre di curiosità, spinta alla conoscenza, spirito d’iniziativa e voglia di avventura. Il loro blog viviwow.wordpress.com – acronimo di “v(v)edi, osserva, v(v) ivi – è il prodotto di tale spirito. «Abbiamo pensato, con sette giorni a disposizione, a una vacanza che coniugasse la passione per il mare e la riscoperta dei vecchi mestieri – ci dice Montanari, – seguendo la falsariga dei percorsi artigianali in Lombardia e rimodellarli qui, nei territori del litorale toscano». Perché il nostro territo-
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La mia attività professionale prevede: Dietoterapia per la cura del soprappeso e obesità; Dieta personalizzata per diabete, ipertensione e altre patologie nutrizionali; Indicazioni dietetiche per soggetti sani; Indicazioni dietetiche per donne in gravidanza e allattamento; Analisi della composizione con tecnica impedenziometrica; Educazione alimentare; Dietoterapia DOTT.SSA e educazione alimentare in età pediatrica; Dietoterapia GIULIA ROGHI secondo regime Axodiet DIETISTA 349/0842310 28
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18 OTTOBRE 2013
ANALE” STORIE
rio non è solo fecondo di bellezze paesaggistiche ma, cercando, si possono scovare di Giacomo Belli realtà artigianali preziose e uniche. Le storie che ci raccontano questi due ragazzi nostri concittadini sono un richiamo potente al presente che, affondando le proprie radici nel suo stesso passato, ci restituisce racconti intrisi di sudore, tradizioni, innovazioni, sporche di terra impastate d’acqua, sogni e speranze. Altresì è un tentativo di scardinare quella cortina d’indifferenza che tende a sommergere tutto ciò che è differente, ma anche ad aprirsi all’Altro da noi. Attraverso resoconti che attingono direttamente dai protagonisti: «Siamo partiti a Pitigliano fino ad arrivare a Marina di Pietrasanta. Ogni giorno abbiamo incontrato un artigiano differente, affidandoci un po’ al nostro istinto e un po’ all’aiuto di Confartigianato e Cna». Marco ed Eleonora hanno fatto così conoscenza di artigiani davvero particolari, pubblicandone in tempo reale le interviste, meravigliose foto e le impressioni sul proprio blog: «Abbiamo creato un percorso che guardasse sia alle piccole sia alle grandi realtà – prosegue Montanari. – Ci siamo imbattuti nel seggiolaio di Grosseto che creava le proprie sedie senza chiodi né colla, attingendo dalla
tecnica tramandatagli dal nonno; abbiamo incontrato un fabbro a Pitigliano con sculture alte anche tre metri e altre opere incredibili; ma pure l’artigiano che nella sperduta Sovano ricrea vasi etruschi con la tecnica del X secolo A.C.». L’iter comprende scultori, viticoltori, apicoltori, ognuno con una propria incredibile peculiarità. Stupefacente è la voglia di raccontarsi di questi umili lavoratori, portatori di un seme d’ingegnosità tale da sembrare quasi il prodotto delle loro terre, un valore aggiunto di esse in una relazione vicendevole: «Queste persone ci hanno accolto con estrema gioia, gratitudine e voglia di raccontarsi. Non abbiamo solamente ripercorso le loro storie e attività, di cui ognuno è innamorato, ma si è aperto dinanzi a noi uno spaccato di Italia con le sue luci e le molteplici ombre». Ne esce una radiografia do18 OTTOBRE 2013
lorosa: questi lavori irripetibili che calamitano infinito interesse dall’estero, in patria vengono tristemente ostracizzati. «Purtroppo abbiamo a disposizione immense ricchezze di cui siamo inconsapevoli – conclude Marco. – Potremmo pensare a modelli alternativi sfruttando le nostre radici culturali e lavorative da declinare pure sotto il profilo turistico. Un vero e proprio spreco di talento e potenzialità». Per ereditare qualcosa dall’Altro non è sufficiente ricevere passivamente un’eredità già costituita, ma è necessario un movimento soggettivo di ripresa del passato che ci costituisce. Solo così, attraverso una spinta di coraggio e curiosità, potremo capire meglio chi siamo. È questo il messaggio, il regalo, che si annida tra le righe del grande progetto di Marco ed Eleonora. IL SETTIMANALE DI AREZZO
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il sonetto
«Lo sé, Beppe, che un póro pensionato, che campa apéna con mill’euri al mese, che se sente depresso e abandonàto, che ’n ce la fa a fa’ ’ffronte a quéle spese ch’ogni giorno lo fàno disperato, sempre ’n affanno e senza più difese, si vòle, po’ trovà ’n un antro stato quel che li manca qui nel su’ paese»
CINQUE ANNI DI KAREMASKI 2008-2013
di Leonardo Zanelli
«Che dici, Tónio?» «Un son bagattèlle! Si vè ai Caraibi, in Tunisia, in Egitto, in Messico, in Tailanghja o a le Seicèlle, pù vìve da nababbo: alloggio e vitto un còston gnènte, estate tutto l’anno…» «C’è gente che lo fa?» «Eeeh… si lo fanno!»
La Mela Casciana ha origine nel comune di Camporgiano, ed è un’antica varietà ormai diffusa da oltre cento anni in tutta la Garfagnana. Di sapore dolce e un po’ acidulo, questo frutto ha forma appiattita – in alcune zone è chiamata anche “rotella” – e dimensioni mediopiccole, è rustico e facile da coltivare. Le piante raggiungono frequentemente i 6-8 metri di altezza e ne esistono alcuni esemplari che continuano a dare frutti pure dopo i cinquanta anni, richiedendo, di tanto in tanto, solo un po’ di concimazione organica. La qualità principale di questa mela toscana è l’autoconservazione, che può durare più mesi semplicemente tenendi Fabio Mugelli dola in locali freschi e asciutti.
Sabato 19 ottobre, dalle ore 22.30, si festeggia il quinto anno di attività del locale di via Edison. Per l’occasione ci saranno i protagonisti che hanno animato le serate in questi anni. Torta e brindisi finale, il tutto a ingresso libero.
di Lucio Massai
Gravity **** La differenza tra Gravity e il resto dei surival movie sta, in parte, in un solo elemento (e da quello che ne deriva), vale a dire lo spazio; nessuno aveva mai esplorato quest’ambiente come fa questo film, nessuno l’aveva reso così intensamente coprotagonista e messo in evidenza le sue particelle. Alfonso Cuaron è la mente dietro tutto ciò. Gli effetti speciali sono degni dei più grandi studi di computer grafica, la Terra è creata in un modo talmente suggestivo da sembrare il luogo più desiderabile dell’universo. Gravity quindi si pone come un caposaldo della fantascienza moderna, in cui la CGI e il 3D hanno una funzione poetica più che commerciale, in costante ricerca del sense of wonder.
e ti accompagnano in città (e a ballare!)
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IL SETTIMANALE DI AREZZO
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cinema
chilometro zero
dove andare
MORTI DE FAME ’N PATRIA, NABABBI A L’ESTERO
la vignetta di Gigi Paggetti
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