Il Settimanale di Arezzo 54

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ANNO II

NUMERO

54 •

VENERDÌ

25

MARZO

2011 •

COPIA GRATUITA

Arezzo il settimanale di

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Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

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Testimonianza choc di un aretino a Tokio: «Terrore allo stato puro» a pag. 7

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in questo numero pagina 5

pagina 3

pagina 6

“OGNI

ANNO CIRCA DUE MILIONI DI TURISTI,

ITALIANI E STRANIERI, VENGONO A

E

AD

AREZZO?

pagina 4 VERSO LE

GIUNTA

di Fabrizio Piervenanzi

COMUNALI. ARMANDO CHERICI: «UNA 6 MEMBRI, SCELTI PER COMPETENZA»

DI

di Claudia Failli

pagina 5

RALLI (ACLI): «NO PASSA DA QUI»

pagina 11

ORVIETO…”.

AL NUCLEARE, LA LIBERTÀ

di Elena Aiello

pagina 13

pagina 6

UN “GIORNALE ARCOBALENO” IN ZONA SAIONESAN DONATO

di Luciana Pastorelli

pagina 7

TESTIMONIANZA CHOC DI UN ARETINO «TERRORE ALLO STATO PURO»

A

TOKIO:

di Claudia Failli

pagina 8

Arezzo il settimanale di

è una testata edita da Edizioni Giorgio Vasari s.r.l.

Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

Anno II numero 54 – venerdì 25 marzo 2011 Direttore Responsabile: Francesco Ciabatti, email f.ciabatti@fastwebnet.it Vicedirettore: Marco Botti Redazione: Enrico Badii, Andrea Bardelli, Monia Barelli, Marco Beoni, Serena Capponi, Fernanda Caprilli, Marco Cavini, Giacomo Chiuchini, Dory d’Anzeo, Jacopo Fabbroni, Claudia Failli, Sara Gnassi, Giulia Grilli, Ilaria Gradassi, Valeria Gudini, Giacomo Manneschi, Chiara Marcelli, David Mattesini, Paco Mengozzi, Fabio Mugelli, Riccardo Niccolini, Roberto Parnetti, Luciana Pastorelli, Fabrizio Piervenanzi, Luca Piervenanzi, Luca Stanganini, Valentina Tramutola Foto: Andrea Bardelli, Roberto Parnetti, Felice Rogialli Amministrazione: Edizioni Giorgio Vasari s.r.l., via Mantegna 4, 52100 Arezzo (AR), tel. 328/9518221, fax 0575/355734, email edizionivasari@pec.it Per le vostre pubblicità chiamate il 328/9518221 Stampa: La Zecca srl, via Umberto Terracini 25/27, 52025 fraz. Levane – Bucine (AR), tel. 055/9180101, fax 055/9180412, email info@tipografialazecca.it Autorizzazione Tribunale di Arezzo 02/2010 del 10 febbraio 2010 Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione al n. 19155 È vietata, senza formale autorizzazione, la riproduzione totale o parziale di testi, disegni, foto e pubblicità riprodotti su questo numero

EG V

L’ULTIMO DEI GIALLISTI: MARCO MALVALDI “GIARDINO DELLE IDEE”

di Valentina Tramutola

pagina 9

DA SAN LEO AI PIÙ CARLO MELICIANI

GRANDI TEATRI DEL MONDO:

di Marco Botti

pagina 10

CONSIGLI

PRATICI PER L’ACQUISTO DI UNA CASA

a cura dell’avv. Giacomo Chiuchini

pagina 11

La Fondazione Monnalisa onlus, il “Settimanale di Arezzo” e le Edizioni Giorgio Vasari sono partner nel promuovere la crescita della comunità di Arezzo e il benessere delle persone che vi abitano

PRESENTATO IL PROGETTO GIOCHI STORICI

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ARETINO


“Ogni anno circa due milioni di turisti, italiani e stranieri, vengono a Orvieto, una piccola città umbra di soli 20 mila abitanti…”. E ad Arezzo? riflessioni

L

veduta di Orvieto

di Fabrizio Piervenanzi

a frase che abbiamo utilizzato per il titolo non può certo lasciarci indifferenti. Letta così di getto, e con-

siderando che Orvieto ha un quinto della nostra popolazione, viene da domandarsi se qualche buontempone, magari per farci invidia, non l’abbia appositamente messa in circolazione. Ma non è così, fortunatamente per quell’economia. La si può leggere sul sito istituzionale di quel Comune. Non

stiamo a elencare, oltre il famoso Duomo, le altre possibilità a disposizione di visitatori e turisti compresi in quel dato iniziale. Piuttosto, conoscendo Orvieto, ci siamo fatti qualche domanda.

Ad esempio sul perché ad Arezzo è così difficile registrare un traffico di persone verso la zona alta del centro storico (piazza San Francesco,

Piazza Grande e in un prossimo futuro la Fortezza), pur non essendo così proibitiva la differenza di livello con la zona bassa. A Orvieto, chi lascia l’auto presso la stazione ferroviaria, prende la funicolare. E dopo aver percorso un tragitto di 580 metri, superando un altezza di circa 150, trova ad attenderlo un minibus elettrico, che lo lascia in prossimità del Duomo. In pieno centro storico. Sia la funicolare che il minibus hanno una frequenza nei due sensi di quindici minuti. Quindi “…altrettanto importante è che Orvieto, già conosciuta per la sua ospitalità oltre che per la sua importanza storico-artistica, oggi è citata dalle guide turistiche per il suo tourist friendly sistema di trasporto”. Ecco, noi pensiamo che è forse questo il nodo da sciogliere per la parte storica della nostra città. Quanti, tra coloro che non abitano in centro, possono giurare di percorrere normalmente tutto il corso, dai Bastioni a Piazza Grande e oltre, curiosando per negozi o addirittura nei giorni della Fiera? Una minoranza, pensiamo noi.

In questi giorni si sta dibattendo sulla possibilità di eventi collaterali all’Antiquaria, per far sì che anche la parte inferiore del centro possa animar-

si, a beneficio delle attività commerciali presenti in questa zona. Siamo favorevoli e non da ora. Esattamente tre anni fa, ipotizzammo questa soluzione, che avrebbe potuto far da cerniera tra l’Antiquaria e un’esposizione di merci legate anche al mondo dell’artigianato e dei mestieri che stanno scomparendo. Ovviamente inserendo il tutto all’interno di un disciplinare, e lasciando alla nostra ultraquarantennale rassegna gli spazi e le peculiarità che la distinguono, dal 1968 a oggi. Siamo andati a rileggerci quell’articolo scritto tre anni fa e avremmo potuto ripubblicarlo tale e quale, incontrando – da quanto vediamo – sicuramente un’adesione generalizzata. Aggiungiamo che la nostra ipotesi relativa alle attività collaterali non prevedeva assolutamente una domenica alternativa a quella della Fiera

storica. Perché sarebbe venuto meno quel fattore attraverso il quale si poteva

ampliare il numero dei visitatori. In più, cosa da non sottovalutare, non si può chiedere ai negozianti, oltre la prima domenica del mese, di rimanere aperti anche una terza. Per motivi familiari innanzitutto, e poi perché chi ha dipendenti dovrebbe sopportare costi che probabilmente non varrebbero la candela. Mentre il nostro “Settimanale” va in edicola, nel convegno “Il futuro della Fortezza ritrovata” – previsto per venerdì 25 marzo presso Palazzo Cavallo – si presenteranno le risultanze del restauro in atto e

il futuro di questo nostro importante sito. Pensiamo che, soprattutto a questo proposito, sarà utile prevedere un comodo collegamento, per far sì che da parte dei cittadini e dei turisti, allertati anche dal nome, non prevalga l’idea che sia qualcosa da conquistare.

Non abbiamo bisogno di una funicolare. Da noi fortunatamente è tutto più semplice. Per invertire le tendenze in atto, probabilmente dobbiamo

“prendere” la città dall’alto. Chi verrà lasciato confortevolmente alla Fortezza o al Duomo (il nostro), avrà due possibilità: scendere a piedi per tornare alla parte bassa della città, visitando ciò che desidera, acquistando ciò che lo attira. Oppure interrompere la discesa dove crede, per farsi riportare al punto di partenza, dal mezzo piccolo e adeguatamente ecologico preso all’andata. Il tutto naturalmente andrebbe a integrarsi con le attuali possibilità di parcheggiare e salire con le scale mobili, se si proviene da quella via d’accesso alla parte monumentale. Un’adeguata informazione sulle caratteristiche dei servizi offerti dovrebbe chiudere il cerchio. È fattibile? Crediamo di sì, se prevale lo spirito di collaborazione, la condivisione delle soluzioni, la voglia di fare insieme qualcosa che possa

soddisfare l’Amministrazione che verrà, i cittadini, gli operatori, i turisti che vogliamo attrarre. Possibilmente senza litigare. Se pensiamo al Giappone e alla Libia, non dovrebbe essere difficile. fabrizio.piervenanzi@gmail.com

e ti accompagnano in ci città cit itt ittà (e a ballare!)

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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L

a primavera è alle porte, e alle porte è anche l’appuntamento politico aretino dell’anno: il rinnovo per la carica di sindaco della città. Presto

residenti e cittadini saranno chiamati a esprimere la proprio opinione e scegliere colui che potrebbero diventare “il signore di Palazzo Cavallo”. In lista anche

Armando Cherici il quale, insieme al proprio gruppo della lista civica “Noi Cittadini”, ha deciso di lanciarsi in quest’avventura elettorale.

“Noi Cittadini”, una lista civica fatta dai cittadini per i cittadini: come nasce l’idea di creare questo gruppo per la corsa elettorale aretina 2011? «L’idea nasce nel maggio 2010, di fronte all’evidenza che la città ha perso identità, basi economiche, prospettive per il futuro: la città è morta, e questo per incapacità amministrative sia di lungo che di breve termine, tutte accomunate dall’incapacità dei partiti di rappresentare i cittadini, di coglierne i bisogni e le aspettative». Tre priorità per Arezzo. Cosa c’è di buono in città, e cosa invece realmente manca? «Priorità: sicurezza, ascolto dei problemi e soluzioni condivise, il tavolo di progetto proposto dal presidente Tricca con tutte le realtà economiche, allargato alle associazioni di base (dalla Caritas alle società sportive, ai Quartieri della Giostra), che offrono alla città servizi sociali irrinunciabili. Di buono c’è un tessuto sociale che (ancora) tiene, manca la capacità di sostenerlo e farlo crescere». Punti di forza del vostro programma? «Una Giunta di 6 membri, scelti per competenza e non per appartenenza; tra questi l’Assessore alla Periferia di Claudia Failli e alle Frazioni, quello all’Ascolto dei Cittadini, quello allo Smantellamento del Sottobosco Amministrativo (via il Consorzio Bonifica e le sue tasse, via l’Atam e i suoi “vigilini”), la pari dignità di ogni Consigliere comunale (di maggioranza o di opposizione), che potrà attuare i propri progetti – se riconosciuti validi dal Consiglio – con una specifica delega “di scopo”. Ma invito tutti a leggere il nostro programma su www.noicittadiniarezzo.it».

le voci / 1

verso le Comunali: Armando Cherici

«Una Giunta di 6 membri, scelti per competenza» Perché gli aretini dovrebbero scegliere di votare per una lista civica e non per un partito? «Perché i partiti – cito dal nostro programma – “hanno tradito la Costituzione e non rappresentano più i cittadini, ma interessi personali e di casta: loro impegno è premiare i propri clienti, generando poltrone per gente spesso dannosa, che vive di politica e che senza i partiti sarebbe stata men che nulla, sapendo solo mascherare con slogan i propri fini personali, lontani da una base onesta ma impotente che crede ancora di sostenere un’idea di città e di nazione”. Parole grosse, mi dirai tu, ma sono le parole con cui Berlinguer apriva la “questione morale”, oggi rifiutata sia dal PdL che dal “Pd meno L”; sono le parole con cui si concludeva nel 2009 il convegno che l’Università di Roma “La Sapienza” dedicò all’articolo 49 della Costituzione, sulla base del quale i Partiti stessi avrebbero rappresentatività e legittimità democratica: sottolineo avrebbero perché, come denunciò lo stesso convegno, gli attuali “partiti” si muovono sulla base dell’articolo 18: si sono trasformati in associazioni di diritto privato, con nessuna garanzia di democrazia interna. Hai mai sentito parlare di quel convegno? I media nazionali ne hanno taciuto, tutti, come ne ha taciuto la destra e la sinistra. Impossibile che gli attuali partiti-azienda, partiti-ufficio

di collocamento (ovviamente per i propri nominati) tornino, da soli, a essere ciò che pensavano i Padri Costituenti: a livello nazionale noi cittadini possiamo fare poco, ma a

livello locale, disincrostandoci dalle ideologie che servono solo a lor signori per farsi eleggere, proviamo a dar fiducia a chi vuol conoscere i problemi e a chi vuol trovarne, con i cittadini, le soluzioni». ■

Alluvione alla Chiassa: due anni dopo niente risarcimenti, e allora arriva “Striscia la Notizia”

È

una piovosa giornata di marzo, siamo alla Chiassa Superiore. Il cielo è carico di pioggia, quasi come l’estate di due anni fa, quando una mezz’ora di te

del paese. Da lì in poi, dopo lo stasamento del fosso della Peschiera, ordinato dal sindaco Fanfani, un continuo rimpallo di responsabilità, che a oggi ha di fatto im

Così, sebbene il paese sia stato messo più o meno in sicurezza, tutto continua a tacere, con gli approfondimenti della Procura ancora in corso. E l’ipote

lo scorso settembre denuncia contro ignoti per i danni subiti, è arrivato a contattare il celebre programma di Antonio Ricci “Striscia La Notizia”, che solerte è piomba Anche perché i danni subiti, non solo dai privati, ma pure dalla stupenda Pieve dell’anno Mille sono stati ingenti: dentro i muri sono in parte crepati e rov coperti di fango, ci raccontano. In più, nonostante i primi interventi, c’è la paura tra gli abitanti che possa riallagarsi il paese, il quale al centro ha una scuola elementa Già, perché al di là dello stasamento del fosso della Peschiera, le diverse alluvioni sembrano essere state causate da una serie molteplice di fattori, co completati. In più l’ovvia conseguenza del restringimento della trafficata stradina che costeggia il ruscello fino al cimitero del paese, dato dalla sistemazione della sezio Insomma, tanta frustrazione di sicuro, dopo essersi visti la casa divelta e nessuna responsabilità oggettiva ancora stabilita. ■ [nella foto sopra, un’immagine dell’alluvione

Le Comunali 2011 si avvicinano:

“SETTIMANALE VOSTRO PARTITO,

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AREZZO”

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uesto è il punto più importante di tutta l’intervista a Fabio Ralli, ingegnere nucleare prestato al Comitato Aretino “Vota Sì per fermare il Nucleare”, che da professionista del settore dà il proprio con-

tributo per fermare la costruzione delle centrali nucleari qui in Italia. La sua è una scelta motivata sia dal punto di vista tecnico che politico, “ma non partitico”, tiene a precisare. Davanti a un caffè siamo travolti da una valanga di dati tecnici: «Le centrali di terza generazione non sono così nuove e sicure, le studiavo io nel 1985 quando ero ancora all’università... Quelle di quarta generazione non ci

saranno fino al 2050... I presupposti che rendevano il nucleare innovativo lo scorso referendum, oggi lo rendono obsoleto»; infatti non si è ancora capito come gestire lo di Elena Aiello stoccaggio delle scorie radioattive prodotte dagli impianti, affinché causino all’ambiente meno danni possibile.

le voci / 1

Le centrali di terza generazione producono meno scorie rispetto alle precedenti e usano combustibile riciclato, ma i residui della fissione, come lo Iodio 129, hanno tempi di decadimento [smettono cioè di essere radioattivi, ndr] di 16 mila anni, o di 24 mila per il plutonio.

«In più la ricerca e l’industria nucleare in Italia sono ferme dal 1987, e tutti i 30-35miliardi di euro dell’investimento statale andrebbero a ricadere in territorio francese, senza nemmeno dare una ricaduta occupazionale... Qui mancano le professionalità, le competenze per gestire gli impianti».

Parlando di sicurezza e di localizzazione degli impianti, l’ingegnere ammette che potrebbero essere create centrali che si adattino alle caratteristiche del nostro territorio, ad alto rischio idrogeologico e sismico e densamente

popolato, ma i costi per la gestione del rischio connesso rendono il progetto assolutamente sconveniente. Una centrale di terza generazione produce energia elettrica per 1600 megawatt/ ora alla massima potenza, quindi tutte le centrali previste riuscirebbero a coprire solo il 10% del fabbisogno energetico italiano, che si aggira intorno ai 60 gigawatt; la potenza generata invece dalle fonti di energia rinnovabile, come l’eolico e il solare, copre il 24% del fabbisogno elettrico nazionale adesso, dopo due anni di incentivi, ed è costato allo stato un miliardo di euro.

Dire no al nucleare a giugno non è dire no a tutto il nucleare: la ricerca e gli investimenti nell’industria andranno fatti, ma nella direzione dello studio della fusione nucleare, quella che avviene nel Sole con l’idrogeno, e che non ha scorie: è energia pulita. Dobbiamo cambiare mentalità: la Germania, che

ha ogni giorno circa tre ore di sole in meno rispetto a noi, sta investendo nell’energia solare e punta sulle rinnovabili per soddisfare il proprio bisogno elettrico. «Abbiamo l’illusione di poter crescere all’infinito, invece servono logiche di risparmio energetico, che tengano in considerazione le risorse limitate che abbiamo a disposizione; è necessario un cambio di paradigma politico: la scelta consapevole di investire nelle energie rinnovabili è un modo per diffondere la libertà, è la rivoluzione del nuovo Se c’è in città un tecnico in gramillennio; grazie all’energia solare saremo tutti più liberi, gli stati in via di sviluppo potrebbero affrancarsi dalla schiavitù del comprare l’energia dalle multinazionali e dall’essere invasi e dominati do di fornire argomenti per la tesi per le loro risorse naturali». Perché non iniziare dalla nostra città, introducendo dei criteri di risparmio energetico per le nuove costruzioni in cantiere? «Sarebbe una scelta con ricadute occupazionali notevoli

in tutta la provincia, e aiuterebbe anche la pace sociale». ■

opposta, saremo lieti di ospitarlo nelle pagine del “Settimanale”

emporale a luglio e l’equivalente un mese dopo furono capaci di causare circa 3 milioni di danni, secondo le stime degli abitanti, a un centinaio di famiglie e ai negozi mpedito di arrivare ai risarcimenti degli abitanti della frazione a nord di Arezzo. esi di catastrofe naturale archiviata. Intanto, però, c’è chi ancora non si dà per vinto. Su tutti Elio Marcantoni, uno dei più colpiti, che dopo aver consegnato in Procura ato in paese lunedì scorso, con uno dei suoi inviati di punta: Max Laudadio. vinati dall’umidità. Come se non bastasse, sotto la Chiesa, i resti delle terme romane che sorgevano al centro dell’antichissimo paese, sono ancora are, tra gli edifici più danneggiati due anni fa. on il “dubbio” tra i residenti che alcuni interventi, come la totale ripulitura delle fogne, riostruite dalla successive alluvioni, non siano stati ancora ne del fosso, con il guardrail che manca per un bel pezzo, e alcuni colonnini che sono addirittura venuti giù, ci spiegano. e di due anni fa] David Mattesini

Edizioni Giorgio Vasari: a servizio di aziende, editoria e pubblicità per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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Un “Giornale Arcobaleno” in zona Saione-San Donato

società

di Luciana Pastorelli Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso ma anche per donarlo agli altri… Elli Michler

I

ragazzi del Circolo Arcobaleno di Arezzo stanno effettuando gli ultimi ritocchi al prodotto finale di un progetto che li ha visti impegnati per diversi mesi: coadiuvati dagli operatori Stefano Gasperini e Sara Monaci, dai volontari Roberto e Sergio e da alcuni giornalisti, hanno realizzato il “Giornale Arcobaleno”, un

giornalino di quartiere che il 1° aprile verrà distribuito gratuitamente alla cittadinanza nelle piazze delle zone Saione e San Donato.

Ricordiamo ai nostri lettori che il Circolo Arcobaleno, sorto a marzo 2007 grazie all’impegno dell’Aipd (Associazione Italiana Persone Down) di Arezzo, è uno spazio ricreativo gestito da un gruppo di giovani con sindrome di Down, con l’appoggio di educatori e volontari, aperto a tutti i ragazzi della città,

con lo scopo di garantire occasioni d’integrazione sociale e di confronto con la “diversità”, riconoscendo le persone oltre la disabilità, permettendo loro di assumere un ruolo di cittadinanza attiva. È un punto di riferimento per le famiglie, per gli operatori sociali, sanitari e scolastici rispetto alle problematiche riguardanti la tutela dei diritti, il pieno sviluppo fisico e mentale, l’inserimento sociale a tutti i livelli, la sensibilizzazione e la divulgazione delle conoscenze sulla sindrome. Il Circolo Arcobaleno è in via Curtatone 77/A, ed è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16 alle ore 19 (telefono 0575/1943610; segreteria aperta nei giorni di mercoledì e venerdì, con orario 9-13). Progettare, creare e gestire questo spazio ha permesso ad Alberto, Barbara, Emanuele, Laura, Luigi, Giulio, Valentina, Lorenza, Simone, Gabriele di sviluppare una maggiore autonomia, di essere responsabilizzati, di crescere. Il Circolo Arcobaleno ha partecipato al bando “Giovani Attivi” della Provincia di Arezzo con il progetto “A noi la parola”, che ha previsto un percorso finalizzato alla creazione di un “diario” di quartiere, per dare voce ai gusti, agli interessi dei ragazzi con sindrome di Down, e far conoscere aspetti importanti del quartiere San Donato, mettendo in risalto la loro integrazione e interazione con la realtà circostante. Il percorso, iniziato a novembre, ha impegnato tutti nella discussione e nella scelta delle aree di interesse su cui poter impostare la costruzione del giornalino. Successivamente i giornalisti Dory D’Anzeo e Marco

Cavini hanno aiutato i ragazzi nella “costruzione” del prodotto finale, fornendo indicazioni e suggerimenti relativi alla stesura degli aricoli, allo svolgimento delle interviste, alla scelta degli argomenti da trattare, mediando fra l’interesse personale e le esigenze del pubblico. Le aree di interesse scelte sono: • Immigrazione ( intervista di Valentina e Lorenza a una straniera residente); • Povertà e attivismo (intervista di Barbara e Laura al parroco di San Donato sulle attività parrocchiali per i giovani e i poveri); •Cucina (le ricette dei bravi chef Emanuele e Giulio); • Sport (le attività della All Stars, associazione di sport per tutti, e l’intervista di Gabriele al presidente Lucattini); • Rubrica sul dialetto locale (a cura di Simone, Alberto e Laura). Un’esperienza bella, importante, significativa, che ci auguriamo possa continuare in futuro, testimonianza, risorsa, dono per la comunità intera. ■ lu.pastorelli@libero.it

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T

anta la paura e tanta anche la gioia di essere tornato a casa dopo aver vissuto 2 minuti e 34 secondi di apocalisse. «Ho imparato il significato della parola “terrore”».

Paolo Ferrari, impiegato presso la Saima Meccanica di Indicatore, felicemente sposato e padre di una figlia di 23 anni, è l’unico testimone aretino del terremoto che lo scorso 11 marzo ha letteralmente devastato il Giappone. «Il mio viaggio è partito dalla

le voci / 3

di Claudia Failli Corea il 7 marzo scorso – racconta Paolo, – sono dovuto andare qualche giorno in Estremo Oriente per via di alcuni impegni lavorativi. Ho raggiunto Tokio, dove la mia azienda ha numerosi clienti. Dovevo incontrare un po’ di persone, presenziare meeting e poi l’11 marzo, alle 15 del pomeriggio, avrei dovuto pren-

Testimonianza choc di un aretino a Tokio

Terremoto in Giappone: «Terrore, terrore allo stato puro» dere l’aereo per fare rientro a casa mia. Quel giorno, assolti gli impegni in agenda, sono andato all’aeroporto. Poco prima dell’orario del volo ci hanno avvertito che il nostro aereo sarebbe atterrato con circa un’ora di ritardo. Mi sono seduto, impaziente e innervosito da questo contrattempo. Mi sono messo a leggere un libro per ingannare un po’ il tempo. A un certo punto il volume che tenevo in mano ha cominciato a tremare, poi tutto di un colpo un enorme boato, e poi…». E poi la terra ha iniziato a tremare come mai prima d’ora. Secondo i dati ufficiali sono circa 150 anni che il Giappone, terra sismica per eccellenza, non assiste a un terremoto di intensità 8.9 della Scala Richter. «Sono corso a una colonna di cemento – prosegue Paolo, – l’ho abbracciata con tutte le mie forze, e vi sono rimasto attaccato per un tempo che a me è sembrato davvero infinito. Dopo la situazione è cambiata. Le scosse erano meno forti, meno violente: il peggio era passato. Nella sala d’aspetto dove mi trovavo io eravamo circa 5000 persone; passeggeri pronti per tornare a casa che si sono ritrovati loro malgrado testimoni di una vicenda spaventosa. Passato il peggio, sono arrivati in nostro soccorso degli assistenti di terra dell’aeroporto, che ci hanno condotto tutti all’interno di un gate, dove abbiamo potuto chiamare le nostre famiglie e ricevere cibo e acqua. Abbiamo trascorso la notte accampati dentro l’ae-

roporto, poi all’indomani sono riuscito, dopo mille peripezie, a trovare un volo per far rientro a casa. Nelle dodici ore di volo tra Tokio e la mia destinazione, avendo visto quello che era successo fuori dall’aeroporto, ho pensato a quanto potevo essere fortunato. L’11 marzo avrei dovuto recarmi a Sendai da alcuni clienti. Fortunatamente il meeting ha impegnato il pomeriggio più del previsto, e non sono andato. Scene di questo tipo le ho viste solo nei film. Non ho mai pensato di diventarne protagonista». Panico anche tra i colleghi di Paolo.

«Abbiamo cercato di metterci in contatto con Tokio – racconta Cristina Guerri, impiegata presso la Saima, – ma con scarsi risultati. Sono riuscita a scambiare delle mail

con i nostri clienti giapponesi, che mi hanno raccontato dell’accaduto. Abbiamo ricevuto notizie di Paolo solo nel pomeriggio, dalla moglie, che dopo aver parlato direttamente con lui al telefono ha chiamato in azienda per tranquillizzarci. Sono stati momenti di panico e angoscia, per fortuna tutto è andato per il meglio, anche se rimaniamo molto preoccupati e dispiaciuti per chi invece quell’inferno lo sta ancora vivendo». ■ per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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L’ultimo dei giallisti Marco Malvaldi al “Giardino delle Idee” cultura / 1

di Valentina Tramutola

I

n Italia, l’ultimo dei giallisti è Marco Malvaldi. Com’è quasi naturale che sia, Sellerio se n’è accorta, non solo perché l’editrice palermitana è nutrice

di tutte le gestazioni autoriali di Camilleri, ma soprattutto per la freschezza della mission aziendale che persegue da sempre. Pisano di nascita e assegnista di ricerca all’Università di Pisa, Malvaldi ha portato alla ribalta un nuovo delizioso luogo di racconti, quel BarLume dove si interseca il vaievieni di sagome indimenticabili, venate di vernacolo toscano, sullo sfondo di vivaci vicende investigative. Così, dopo La briscola in cinque, Il gioco delle tre carte e Il re dei giochi, lo scrittore si lancia nel giallo storico. Ha infatti un’ambientazione ottocentesca Odore di chiuso (Sellerio Editore), volume dal titolo vagamente manieristico ma dal carattere deciso. Dal canto suo, La Fabbrica delle Idee non poteva non dedicare un pomeriggio all’autore nella giornata di sabato 26 marzo, a partire dalle ore 17, presso l’Auditorium del Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di

Arezzo. Il tutto nell’ambito dell’ultimo appuntamento marzolino del Giardino delle Idee, rassegna di incontri con l’autore corroborata più che mai dai successi dell’ultima stagione.

Malvaldi racconterà personaggi e spessori che caratterizzano la sua prosa allegra e nutriente da assorbire, la scelta di luoghi e ambientazioni, le dinamiche narrative che muovono il racconto e forse anche il segreto che gli ha permesso di scardinare il mercato, dando una inarrestabile scalata alle clas-

sifiche dei volumi più venduti. D’altra parte, la scommessa letteraria del pisano meritava il premio: un romanziere giovane, con il talento di una scrittura salda coltivata in buone letture, che scrive divertendosi, e capace di infilare tre successi narrativi costruendo una nicchia ambientale indimenticabile. Il rischio era di banalizzarsi: e Malvaldi, invece, è andato oltre. Ha retrodatato tutto al 1895, ha introdotto personaggi nuovi – quel Pellegrino Artusi, inventore della tradizione gastronomica italiana, che si ritrova a essere investigatore per caso, e tutta una schiera di caratteri presi in prestito alla nobiltà decaduta e finanche alla Commedia dell’Arte – e ha riverniciato persino qualche attualissimo tema sociale, proprio dei confini di un’epoca, quando ci si prepara ad affrontare grandi cambiamenti. Ci vorrebbe un legale. Il risultato è vincente: il libro piace e si pone, solo, nell’orizzonte del genere puro, in mezzo all’infuriare E meno male che del noir. ■

erano troppi!

B

abette Calabresi studia Giurisprudenza all’Università di Siena, e da sempre ha la passione per la letteratura. Come autrice si è già distinta

in questi anni ottenendo premi in prestigiosi concorsi. Animata dall’interesse per temi quali l’esclusione sociale, le pari opportunità e la difesa dei più deboli, Babette ha recentemente pubblicato Ci vorrebbe un legale. E meno male che erano troppi! (Gds Edizioni). Il piccolo saggio si ispira alla frase che viene spesso detta, quasi fosse un motivo, ai giovani studenti che intraprendono la facoltà di Giurisprudenza: “Ci sono troppi avvocati! Non riuscirai a trovare lavoro!”.

La Calabresi ci tiene invece a precisare e a dimostrare come tale opinione, fin troppo diffusa nell’immaginario comune, è da considerarsi, se non sbagliata, perlomeno opinabile. La scrittrice ci informa infatti che, per quanto possa essere grande il numero di legali in giro per l’Italia, altrettanto numerosi sono

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i problemi che il cittadino deve affrontare nel corso della sua vita.

Nel pamphlet vengono quindi presentati esempi passati e casi contemporanei, difficilmente sostenibili con l’ausilio delle nostre sole forze. Quattro storie emblematiche in cui

è opportuno farsi aiutare da persone capaci e preparate nel campo giudiziario, che siano però spinte anche dal desiderio di aiutare il prossimo. Requisito, quest’ultimo che un buon avvocato dovrebbe sempre avere nelle proprie corde. ■ Sara Gnassi

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Da San Leo ai più grandi teatri del mondo Carlo Meliciani cultura / 2 di Marco Botti

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arlo Meliciani è stato uno dei più importanti baritoni italiani del secondo Novecento, per alcuni critici il più grande Rigoletto di sempre [nella foto qui sopra, proprio nei panni di Rigoletto].

Oggi vive a Empoli, ma molti non sanno che è nato a San Leo, la frazione alle porte di Arezzo, nel 1929. Maestro, com’era San Leo quando ci viveva lei? «Ho lasciato il paese nel 1951 e a quei tempi era un piccolo centro abitato, dove ci conoscevamo tutti. Lì avevo amici fraterni, dei quali conservo un bellissimo ricordo». La passione per la lirica. Amore a prima vista? «In parte devo dire grazie alla nonna paterna, la quale aveva un fratello che amava la musica e sapeva cantare. Entrambi intuirono le mie doti vocali e mi sensibilizzarono verso quel mondo. L’amore per la lirica sbocciò tuttavia con la visione di un film del 1943 di Bragaglia, Fuga a due voci. Da quel momento cominciai a studiare in modo approfondito, dapprima con Lidia, sorella del compositore aretino Annibale Bizzelli, quindi frequentando la Corale “Guido Monaco” e il Liceo Musicale. Terminata la scuola fui presentato a Roma al grande tenore Beniamino Gigli, che entusiasta delle mie qualità mi propose di rimanere tre mesi con lui a studiare. Ero talmente timido che declinai l’invito. Allora Gigli scrisse una lettera alle istituzioni aretine, dove le esortò a sostenere il mio talento». Gli aretini raccolsero il suggerimento? «Purtroppo no. Per fortuna la signora che mi aveva già ospitato a Roma offrì il suo aiuto economico, utile a trasferirmi a Milano. Nel capoluogo lombardo risiedei per un breve tempo presso i Valentini, originari di Arezzo, finché trovai un lavoro da barista che mi permise di essere autosufficiente. Prima con Piero Biasini e poi con Carlo Tagliabue ebbi due maestri di canto che mi catapultarono sulla grande scena. Nel 1954, dopo aver vinto un concorso, mi esibii per il primo concerto lirico trasmesso dalla Rai. Dal 1959 al 1979 feci parte della rosa dei cantanti della Scala di Milano, debuttando con la Turandot di Puccini. Guardando indietro, posso dire di aver cantato nei teatri più prestigiosi del mondo». Lei è celebre per i ruoli nelle opere verdiane. C’è un personaggio al quale è più affezionato? «Se devo fare un solo nome dico Amonasro, il padre di Aida». Qual è la situazione attuale della lirica italiana? «Ci sono tanti problemi. I tagli finanziari degli ultimi tempi sono sbagliati. C’erano dei rami secchi da potare, ma si è mietuto in maniera indiscriminata. La lirica è rovinata anche dai registi di oggi, che vogliono stravolgere i copioni o decontestualizzarli, buttando via soldi per nuovi allestimenti. Inoltre manca una vera scuola: l’educazione è spesso approssimativa». Con il Circolo Acli di San Leo ha collaborato nello scorso periodo natalizio all’audizione internazionale per giovani voci liriche, che si è rivelata un successo strepitoso. «Un’ottima iniziativa da portare avanti anche in futuro, ma ancor più importante sarebbe

creare una scuola per cantanti, idea che l’attuale Sindaco caldeggiò tre anni fa, ma che da allora è rimasta chiusa nel cassetto. Arezzo è la terra di Guido Monaco e Antonio Cesti.

Nella Camerata fiorentina, che ha dato i natali al melodramma, c’erano anche degli aretini. Quindi la città avrebbe tutte le credenziali per ospitare un cenUn teatro a misura di bambini. tro di studi d’eccellenza». ■

“Lino il topolino coraggioso”

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orna la rassegna teatrale per i più piccoli al Teatro “Pietro Aretino”. Mercoledì 30 marzo, alle ore 9.15 e alle ore 11, è la volta di “Lino il topolino coraggioso”,

una produzione del Centro Teatrale “Corniani”. Lo spettacolo parla della natura e delle meraviglie che ci circondano. Un topolino coraggioso affronterà molte difficoltà per salvare la montagna e la valle dalla discarica che inquina e distrugge l’ambiente.Un chiaro messaggio di allarme, per aiutarci a riflettere sui danni arrecati dall’uomo, che trasforma e rovina tutto ciò che lo circonda.

Uno spettacolo teatrale educativo rivolto ai bambini tra i 3 e i 10 anni: un modo diverso di affrontare questo tema importante attra-

verso musica, pupazzi ed elementi divertenti, che possono incuriosire il mondo dei più piccoli. ■ Valeria Gudini per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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Consigli pratici per l’acquisto di una casa l’Esperto risponde

a cura dell’avv. Giacomo Chiuchini

L’

Per porre domande inerenti all’inserto odierno scrivete all’indirizzo di posta elettronica avv.chiuchinigiacomo@gmail.com

acquisto di una casa rappresenta indubbiamente un grande investimento, pertanto è doveroso per l’acquirente cautelarsi al meglio. È opportuno essere scrupolosi nella trattazione ed esecuzione

dell’affare, tenendo ben presenti le seguenti regole, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti:

Si può acquistare un immobile personalmente o per il tramite di un’agenzia immobiliare; in quest’ultimo caso è opportuno informarsi sulla

serietà e correttezza professionale dell’agente immobiliare, il quale deve essere iscritto all’Albo dei Mediatori presso la locale Camera di Commercio.

Farsi assistere da un legale sin dal momento delle “trattative” tra le parti, il quale, dopo avere ricevuto tutta la documentazione inerente all’im-

mobile (atto di provenienza e relativa nota di trascrizione), potrà provvedere a stipulare il contratto preliminare di compravendita. Scegliere, sin dall’inizio, un notaio di propria fiducia per la stipula del contratto del rogito definitivo. Conoscere più informazioni possibili sul venditore, soprattutto la sua situazione patrimoniale e reddituale, sapere se è un privato o un imprenditore; se è una società, controllare presso gli uffici competenti che la stessa non si trovi in stato fallimentare. Verificare presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari e presso il Catasto la regolarità e l’effettiva proprietà dell’immobile, nonché se lo

stesso è gravato o meno da ipoteca o da altri atti pregiudizievoli (pignoramenti, citazioni). Le fasi di una compravendita sono generalmente tre: • la proposta irrevocabile: rappresenta la proposta del compratore, il quale si impegna, per un determinato periodo di tempo, all’acquisto dell’immobile a specifiche condizioni. Tale dichiarazione è impegnativa solo per il potenziale acquirente, ma non per il venditore. La proposta va fatta per iscritto, e sempre per iscritto deve avvenire l’accettazione da parte del venditore, a seguito della quale il contratto può dirsi concluso. • il compromesso o preliminare di vendita: rappresenta il contratto con il quale acquirente e venditore si obbligano a concludere in futuro una compravendita immobiliare, stabilendo preliminarmente le condizioni essenziali. Il preliminare contiene i dati catastali relativi all’immobile, al prezzo e alla data

per la stipula del contratto definitivo, nonché prevede normalmente il versamento immediato di una caparra da parte del compratore. L’obbligo giuridico che nasce dalla firma del preliminare ha effetto solo tra le parti; pertanto il venditore, nonostante la stipula del preliminare, potrebbe vendere lo stesso immobile ad altre persone. Per essere sicuri conviene trascrivere il preliminare alla Conservatoria dei Registri Immobiliari, anche se la trascrizione ha un costo abbastanza elevato.

• il contratto definitivo di vendita o rogito notarile: rappresenta il documento finale e ufficiale di vendita che deve essere redatto in forma pubblica dal notaio. Quest’ultimo non solo si incarica di stipulare e trascrivere il contratto, ma incamera anche le imposte dovute per l’acquisto, la cui entità dipende

dai requisiti dell’acquirente (ad esempio, se si compra una “prima casa” l’Iva è al 4 anziché al 20%). Il notaio garantisce l’identità delle parti, la legalità dell’atto e la veridicità di quanto in esso dichiarato. Al notaio spettano i controlli formali sull’esistenza di ipoteche o altri vincoli, sul rispetto delle norme edilizie. avv. Giacomo Chiuchini [avvocato del Foro di Arezzo] Niente vieta di giungere direttamente al rogito senza stipulare il preliminare. ■

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1931-2011: 80 anni di Giostra del Saracino

Presentato il progetto di legge per i Giochi Storici si corre giostra!

P

di Roberto Parnetti

eriodo nero per le manifestazioni equestri, segnato dai tragici incidenti accaduti al Palio di Ronciglione (Viterbo) e nella Sartiglia di Oristano, che hanno portato al decesso di due cavalli (per la cronaca,

riportiamo che anche nella “Carrela ’e Nanti” di Santu Lussurgiu, Sassari, si è registrato un grave incidente accaduto al 24enne fantino Leonardo Manchinu il quale, dopo aver urtato uno spettatore, è caduto rovinosamente a terra. Immediati gli interventi dei soccorritori e il trasporto all’ospedale di Sassari). Tutto questo ha portato alla convocazione urgente di un vertice svoltosi al Ministero della Salute, presieduto dall’onorevole Francesca Martini (la stessa che ha emanato l’ordinanza del 21 luglio 2009, allo scopo di tutelare l’incolumità pubblica e la salute e il benessere degli equidi nelle Giostre, Quintane e Palii che si svolgono al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati). Vogliamo nella nostra rubrica, a questo proposito, dare risalto alla notizia del progetto di legge per il definitivo riconoscimento dei giochi storici italiani presentato a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati martedì 15 marzo scorso.

“Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici”, questo il titolo del disegno di legge, sottoscritto da oltre cento par-

lamentari di tutti i gruppi politici, illustrato dagli onorevoli Ermete Realacci

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ANNI DI

GIOSTRA

(primo firmatario), Anna Teresa Formisane e Paola Frassinetti, assieme al Presidente della Figs (Federazione Italiana Giochi Storici) Carlo Capotosti e al presidente di Federculture Roberto Grossi. L’onorevole Barbieri, relatore della proposta, ha già avviato alla Camera l’iter di questo disegno di legge bipartisan, che intende valorizzare il prestigioso patrimonio culturale del nostro Paese. «La settimana in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – ha spiegato Realacci – è stata la cornice più appropriata per presentare questa proposta di legge che vuole disciplinare e promuovere le manifestazioni dei giochi storici, non solo come veri e propri eventi culturali, capaci di valorizzare non solo il nostro patrimonio storico-culturale, ma anche come occasioni per favorire un forte spirito di aggregazione, e strumenti per creare lavoro e sviluppo economico. L’Italia può vincere se fa l’Italia – ha concluso, – se partendo dalla sue radici, dalla sua identità e dalle sue tradizioni trae la forza per competere nel mondo e affrontare il futuro».

Come evidenziato nel disegno di legge, le nostre manifestazioni permettono di creare occupazione, turismo e indotto economico. Permettono inoltre la valorizzazione di città e borghi, spesso ai margini

degli itinerari turistici tradizionali, che nei giorni della festa ripropongono tradizioni, antichi mestieri e specialità enogastronomiche. «Questo disegno di legge è un grande risultato che premia il nostro lavoro – ha sottolineato soddisfatto il presidente della Figs Carlo Capotosti: – l’Italia

è un Paese antico e ricco di tradizioni, pertanto sarebbe assurdo non percorrere questa strada dove si incontrano cultura, turismo e una sana e vivace aggregazione. Proprio grazie anche alla nostra azione in questo sen-

so – ha concluso – il mondo politico e quello delle istituzioni si sono accorti della valenza delle nostre rievocazioni». ■

Il “Settimanale di Arezzo”, in occasione dell’ottantesimo anno dalla ripresa della Giostra del Saracino, vuole omaggiare la rievocazione pubblicando notizie curiose, cronache di edizioni, personaggi o episodi della storia della manifestazione. uesto puntata è dedicata alla “Targa di Buratto”, dove sono riportati i singoli settori e punteggi: forse non tutti i lettori sono a conoscenza di come erano posizionati i vari punteggi nelle primissime edizioni del Saracino.

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L’immagine che pubblichiamo è ripresa da un raro documento del Dopolavoro Provinciale di Arezzo relativo al regolamento della Giostra

del 1933, dove si può notare la suddivisione dei punteggi, che sono ben 16 rispetto agli attuali 10. Tali tabelloni vennero utilizzati in 5 edizioni della Giostra, dal 1931 al 1933. ■

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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La scuola nuoto per adulti: non è mai troppo tardi per imparare a nuotare

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egli ultimi anni, è in costante crescita il numero di persone che si iscrivono alla scuola nuoto per adulti della Chimera Nuoto. Rivolti a chi ha superato i 18 anni, i corsi della scuola nuoto

per adulti si tengono presso il Centro Sport Chimera e mirano a unire l’apprendimento del nuoto ai benefici dell’acqua. “Non è mai troppo tardi per imparare a nuotare” è il motto che guida l’attività per adulti, perché con le metodologie di insegnamento della Chimera Nuoto, persone di tutte le età – anche completamente inesperte – possono imparare a nuotare. Inoltre il nuoto, un’attività rilassante, non traumatica, senza controindicazioni e che può essere svolta in tutte le stagioni, aiuta a stare in forma, a dimagrire

e a rafforzare il sistema muscolare e cardiocircolatorio. «Nonostante la nostra provincia sia ricca di bacini – spiega il direttore tecnico Marco Magara, – circa il 50 per cento degli aretini non sanno nuotare: la scuola nuoto per adulti permette loro di imparare e di sviluppare la sicurezza in acqua attraverso un’attività che fa bene al fisico e alla mente.

Abbiamo avuto persone di 60 anni che in poche settimane hanno imparato a nuotare, dunque l’età o l’inesperienza non devono spaventare. La pratica del nuoto è

resa possibile a tutti grazie al “potere normalizzante” dell’acqua: a differenza dell’ambiente terrestre, in piscina chiunque può fare attività motoria in ogni condizione fisica e a ogni età». Le lezioni della scuola nuoto per adulti, che prenderanno il via a partire da lunedì 4 aprile, si svolgono nelle coppie di giorni lunedì-giovedì o martedì-venerdì, nella fascia oraria della pausa pranzo o dalle 19.30 alle 22.50, anche se, a richiesta, sono previsti corsi individuali; le lezioni si svolgono interamente in

acqua e durano 50 minuti. «Le nostre metodologie di insegnamento – conclude Magara, – permettono un apprendimento rapido e progressi veloci. Questo è un buon momento per iscriversi: con l’estate alle porte, iniziare ora la scuola nuoto permetterà di partire per le vacanze possedendo una buona tecnica di base e avendo già acquistato la necessaria sicurezza in acqua». Per iscriversi ai corsi della Chimera Nuoto o per avere ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria del Centro, chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641 o contattare info@chimeranuoto.it. ●

N

essuna partita dei Lions nel fine settimana scorso,

per una serie di circostanze verificatesi contemporaneamente: turno di riposo per la Serie A1, per le due Under 20 e per l’Under 13; ritiro dello Spinea, avversario di turno della Serie A2; mancanza dell’avversario per la Serie B, che inizierà la seconda fase del Torneo soltanto il 2 di aprile contro lo stesso Civitavecchia con il quale aveva chiuso la stagione regolare.

LIONS HOCKEY AREZZO CLASSIFICA SERIE A1 a una giornata dal termine Edera Trieste

52

Diavoli Vicenza

20

Ghost Padova

46

Sportleale Monleale

17

Milano 24 Quanta

43

Asiago Vipers

16

H.C. Ferrara

35

H.C. Cittadella

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Lions Arezzo 33 Polet Trieste 3 Ma non si è assolutamente inPirati 28 terrotta l’attività degli atleti Civitavecchia impegnati nei vari campionati e degli “amatori” dei corsi di pattiLa Serie A2 concluderà il suo naggio, che hanno puntualmente rispettato tutti gli appuntamenti settimanali

preparandosi al meglio per un fine di stagione che si preannuncia veramente pirotecnico.

I Lions di Serie A1 sono attesi dall’ultima sfida di regular season a Ferrara contro gli estensi, che attualmente li precedono di due punti, occu-

pando la quarta posizione in classifica, a fronte della quinta degli aretini. Le due formazioni per ironia della sorte daranno anche vita, a partire dalla settimana successiva, al quarto di finale dei play-off scudetto, che si svolgerà al meglio delle due vittorie su tre incontri da disputare. Diventa quindi importantissimo un successo nell’ultima di campionato, per due semplici motivi: il primo è costituito dal fatto che arrivando quarti si disputano in casa due dei tre incontri play-off, e il secondo è costituito dalla grande iniezione di fiducia che ne potrebbe derivare per gli atleti. Per la trasferta di

Arezzo

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Ferrara Arezzo potrà contare sulla miglior formazione possibile, e la fiducia che pervade l’ambiente è letteralmente palpabile in tutte le sessioni di allenamento. campionato a Torino contro i Draghi, e sarà un impegno veramente ostico, anche perché i piemontesi tenteranno in tutti i modi di vendicare la sconfitta dell’andata, mai digerita, vista l’antica rivalità che caratterizza i due club. Con questo incontro terminerà quindi una stagione caratterizzata da risultati alterni, che hanno posizionato la squadra nel centro della classifica, ma che ha comunque permesso a molti giovani di mettersi in mostra e prepararsi al salto di categoria, per alcuni una realtà già fin dalla prossima stagione.

Ferma la Serie B, in attesa degli incontri della seconda fase, spazio nel prossimo fine settimana alla formazione

Under 13, impegnata domenica pomeriggio a Empoli, e alla formazione Under 20 B che si giocherà i tre punti, sempre domenica, a Roma contro i pari età del Latina. ●

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Arezzo DAVID SONNACCHI, IL PIONIERE ARETINO NELL’ITALIAN BASEBALL LEAGUE Il ricevitore giocherà nel Grosseto, una delle regine del baseball italiano: dopo essere stato il primo aretino a giocare in A2 e in Nazionale, ora diventa il primo giocatore professionista in IBL

di Marco Cavini

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a grinta e la forza fisica sono due doti che nel baseball possono fare la differenza. Sono le due doti che, unite alla passione e a tanto lavoro, hanno permesso a David Sonnacchi di realizzare il proprio sogno e di essere chiamato a giocare nelle

file del Grosseto, una delle regine dell’Italian Baseball League, il massimo campionato italiano di baseball. In questa intervista ripercorriamo con Sonnacchi tutta la sua carriera, una carriera ricca di soddisfazione e di “primati”: classe 1987, è stato il primo aretino a giocare in A2, il primo convocato in Nazionale e, infine, il primo a diventare professionista e ad affacciarsi nell’IBL. Sonnacchi, iniziamo ricordando gli anni nelle Giovanili. «Ho iniziato a giocare a 10 anni nel Bsc Arezzo: non conoscevo lo sport ma, abitando al Bagnoro, passavo sempre davanti al campo, così mi incuriosii e decisi di provare. Appena arrivato, ho avuto la fortuna di essere allenato da Pierangelo Omarini, un tecnico eccezionale che da subito mi ha fatto giocare come ricevitore, un ruolo che non ho mai abbandonato.

La svolta della mia carriera è però avvenuta nei Cadetti, quando ho incontrato Danilo Biagioli, un allenatore che mi ha trasformato nel giocatore che sono ora: è

il tecnico che mi ha dato di più, facendomi crescere tecnicamente e fornendomi convinzione nei miei mezzi. A 15 anni ho poi esordito in Serie B e, a contatto con i giocatori della prima squadra, sono giunto alla definitiva maturazione». A 18 anni arriva la sua prima grande occasione. «Dopo alcune stagioni in B, mi chiama la Fiorentina per giocare in A2 e per farmi crescere nella propria squadra. Sono stato a Firenze per cinque stagioni, disputando ottimi campionati di A2 e diventando uno dei pilastri della squadra». In quegli anni ha anche indossato la maglia della Nazionale. «Con l’Italia ho giocato un torneo pre-Mondiale a Praga e tante amichevoli, ma la mia sfortuna è non aver accettato di vivere al Centro federale del Coni di Tirrenia, da cui uscivano tutti i lanciatori e i ricevitori della Nazionale: mi convocarono per la selezione, ma io non me la sentì di puntare tutto sullo sport e decisi di continuare a studiare». Nel 2010 l’unione tra Arezzo e Fiorentina la riporta a casa. «Negli ultimi anni il Bsc Arezzo aveva raggiunto la Serie A federale e poteva dunque contare su una buona rosa: l’accordo con la Fiorentina ha creato una squadra d’élite e mi ha permesso di tornare a giocare in città. Nonostante il quinto posto in classifica, l’esperienza è stata ottima, e io sono stato uno dei migliori giocatori del campionato». Come ha vissuto l’ultimo inverno? «Purtroppo la Fiorentina ha deciso di ridurre gli investimenti e di ripartire dalla Serie C, così è saltato l’accordo con l’Arezzo e io mi sono svincolato. Durante l’inverno mi sono allenato in città con i Mastiff e, dopo tutta la preparazione invernale, ero in parola con il presidente della società, il mio vecchio allenatore Biagioli, per giocare con loro in Serie B, così ho rifiutato molte chiamate di squadre prestigiose come Modena, Viterbo e Parma». Infine, pochi giorni fa, ecco l’inaspettata chiamata del Grosseto. «Grosseto è una città che vive di baseball e rappresenta il sogno di ogni bambino che inizia a giocare: i maremmani in questo sport sono sempre stati un modello, e il solo entrare nel loro stadio mette i brividi. Il Grosseto nel 2008 è stato campione d’Europa e nel 2007 d’Italia: mai mi sarei immaginato che un aretino riuscisse ad arrivare tanto in alto. Giocando nella Fiorentina e entrando nel giro della Nazionale ho ricevuto più visibilità di quanta me ne avrebbe data Arezzo, così negli ultimi anni il Grosseto mi ha seguito, e appena mi ha considerato maturo ha deciso di mettermi sotto contratto. Questa chiamata è un premio per la fatica e il lavoro della mia carriera».

Cosa si aspetta da questa avventura? «Dai primi allenamenti mi son reso conto che c’è un gruppo in cui un giovane può riuscire a far bene: nonostante vi sia gente che ha giocato nella Major League americana e che ha vinto coppe e campionati, si sono tutti dimostrati disponibili a darmi una mano. Sarò il secondo ricevitore, dunque le opportunità di giocare e di crescere non mi mancheranno: devo dimostrare il mio valore anche ai vertici del baseball italiano». La sua storia insegna che la provincia può essere fucina di molti talenti. «Arezzo ha sempre lavorato bene con le giovanili, e il progetto portato avanti con me può far emergere tanti altri ragazzi: io sono la dimostrazione che le grandi società possono trovare gente di valore anche in provincia». ●


Luca Scassa a tutto gas! Vittoria al fulmicotone nella gara d’esordio del pilota aretino in Supersport

di Giacomo Belli

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isuona tra le curve del circuito australiano di Phillip Island l’inno di Mameli. Sul gradino più alto del podio oggi un italiano, come dimostra la bandiera tricolore disegnata sul suo casco alzato al cielo. Esordio nel Mondiale Supersport e prima vittoria (che sancisce anche il primo successo iridato della sua carriera). Questo ragazzo è motivo d’orgoglio non solo a livello nazionale, ma anche locale. Luca Scassa, classe 1983, è un giovane talento aretino. Rotto l’idillio con la casa inglese Triumph in dicembre per il Mondiale Superbike, la Yamaha intercetta immediatamente Scassa, assicurandogli una moto ufficiale nella classe 600 del team ParkinGo. Così Luca ha dovuto adattarsi in tempi brevissimi a una filosofia di guida completamente differente: «Se la scorsa stagione

in sella alla mia Ducati 1000, grazie ai suoi 190 cavalli, potevo permettermi di sbagliare anche di due metri la traiettoria di curva, in Supersport il margine d’errore è zero. Due decimi persi non li recuperi più». Una moto più sofisticata sotto il profilo tecnico e dell’elettronica, tanto da paragonarla a un’“astronave”. Difficoltà che sembrano non aver messo in crisi il nostro pilota. Se a questo aggiungiamo le condizioni meteo avverse che ne hanno pregiudicato le qualifiche (quinto tempo) e le poche opportunità per mettere a punto il setup, il primo posto in Australia ha tutti i connotati dell’impresa. Una gara al cardiopalma, decisa al fotofinish nell’ultimo rettilineo dell’ultimo giro. Una frazione di secondo ha diviso la Yamaha YZF R6 di Scassa dalla Kawasaki di Parkes: «Nove millesimi sono molti, ne basta solo uno per vincere», sorride Luca. Vittoria – dedicata sia al manager che al padre – che conferma il talento del pilota aretino e lo lancia tra i favoriti nella lotta per il Mondiale Supersport. Successo che onora la vigilia dei 150 dell’“Unità d’Italia”, «sperando che non vinca nuovamente tra altri 150 anni». Luca stringe forte la coppa. Sulla sua estremità un piccolo globo di cristallo. Quel giorno, ricorderemo, un pilota aretino è stato il più veloce del mondo. ●

AREZZO, AL GALOPPO!

di Luca Stanganini

A

ncora due passi e l’Atletico Arezzo, finalmente, metterà la freccia per spostarsi nella parte sinistra della classifica, quella più consona al suo nobile blasone di Cavallino di razza e, soprattutto, capace

di fare dormire sonni più tranquilli ai propri appassionati, pur essendo la strada che porta alla salvezza ancora lunga e affatto priva di insidie. Anche se, per fortuna, con il deciso cambio di passo compiuto nel girone di ritorno, la probabilità di rimanere invischiati nelle sabbie mobili appare a oggi davvero minimale.

Un Cavallino dapprima fermo che, dopo aver iniziato a trottare, adesso si ritrova lanciato al galoppo. La vittoria ottenuta, non senza qualche affanno di troppo, contro la Fortis Juventus (mai nome riesce

a evocare ricordi più negativi), ha portato infatti l’Arezzo a distanza di sicurezza rispetto alla quota salvezza. Tre punti separano i ragazzi di mister Coppola dall’Orvietana, che diventano quattro considerando gli scontri diretti, favorevoli agli amaranto nei confronti della formazione umbra. Tutto ciò alla vigilia dell’atteso derby contro il Sansepolcro, da sempre sentitissimo, specialmente dalla sponda tiberina, memori del testa a testa di quindici e passa anni fa quando l’Arezzo di Serse Cosmi superò sul filo di lana i bianconeri del Borgo, anche grazie alla penalizzazione comminata loro per il caso del tesseramento Torneo “Serboli”: irregolare dell’attaccante Guidotti.

Torna il 900 piccoli rugbisti pronti a invadere Arezzo

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società sportive da tutta Italia, 60 squadre, 900 piccoli rugbisti dai 6 ai 12 anni: sono questi i numeri del XVIII Torneo “Serboli”, il torneo organizzato dal Vasari Rugby. L’appuntamento è per domenica 27 marzo, quando, a partire dalle ore 9, sui campi

di via dell’Acropoli tanti piccoli rugbisti si sfideranno in una delle manifestazioni giovanili più prestigiose d’Italia.

Novità di questa edizione del torneo è il concorso fotografico “Scatti & Abbracci”, organizzato dall’associazione fotografica Imago e dal Vasari Rugby

con temi il gioco, l’emozione, il torneo e il ritratto. L’ingresso alla manifestazione è gratuito, dunque la società invita tutti gli appassionati aretini e tutta la cittadinanza a partecipare allo straordinario spettacolo offerto dai piccoli atleti. ● Marco Cavini

Arezzo

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Un Sansepolcro quadrato, già capace di fare il corsaro al “Città di Arezzo” nella gara di andata e che, tra le mura

amiche del “Buitoni” diventa pressoché irresistibile. Dopo Perugia, un’altra prova del nove per i ragazzi del presidente Severini, i quali dovranno fronteggiare anche la sicura assenza del portiere Bucchi, espulso contro la Fortis e conseguentemente squalificato, e i probabili forfait di Ascenzi e Speranza.

Al di là di tutto, i mezzi per superare indenni l’ostacolo ci sono comunque, nonostante i sedici punti che di-

stanziano le due compagini aretine, frutto oltremodo della sciagurata prima parte di stagione dell’Arezzo. Se ciò avverrà, le nubi addensate da mesi sulla massima espressione sportiva della nostra città spariranno, e forse, finalmente, tornerà a splendere il sole. A “Mezzanotti”. ●

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Rel

ax!

la vignetta

di Gigi Paggetti

il sonetto

CHJ VINCIARÀ?

di Leonardo Zanelli «Chj votarànno, Beppe, l’aritìni pel sìndeco de Palazzo Cavallo? Fanfani restarà ’n tul pidistallo o vinciarà quel’altra, la Sistìni?».

«Al primo, Tónio, ormèi ci’han fatto ’l callo: ci’ha cultura, è garbèto, i modi fini… quel’altra ci’ha ’l partito a pizzittini e li saràe difficile scalzallo».

«E s’arvotàsson tutti Luchirìni, ch’a l’ùltemo anco lù s’è armisso ’n ballo? O Cherici, o Macrì? Sémbron pulcini…

chilometro zero

cinema: The Fighter ■ ■ ■ ■ ■

M

assachusetts, anni Novanta. Il boom industriale ha lasciato il posto a disoccupazione, fuga nel crack e strade da riasfaltare.Due pugili, due fratelli: Dickie e Mickey Ward. Il primo incapace di conciliare un passato da leggenda (per aver messo al tappeto Sugar Ray Leonard) con un presente da tossico, il secondo in attesa di poter riprendere in mano la propria carriera di pugile e la propria vita, soffocata da un’ingombrante famiglia.

La pellicola, Premio Oscar 2011 per miglior attore non protagonista (Bale) e miglior attrice non protagonista (Leo), si basa sulla biografia del pugile Mickey Ward, che nel

2000 riuscì a diventare campione del mondo dei pesi leggeri.

La storia è vera, ma così romanzata, alla “Rocky”, da sembrare fasulla. Finché può sta alla

larga dalle mazzate sul ring (difficili da riprendere), ma non risparmia colpi sotto la cintura retorica del volemose bene. Imballato con e senza guantoni, Mark Whalberg incassa insulti e montanti spacciandola per tattica. Mickey Ward dovrebbe far(si) giustizia. ■

ma ’n tul pollèio vòlgon fère ’l gallo!». «Tocca votère, Tónio… alò, coraggio!». «Sperèmo che ’n se vada al ballottaggio!».

o spinacio è una pianta erbacea originaria dell’Asia sudoccidentale, è stato introdotto in Europa attorno al 1000, sebbene sia diventato sempre più importante come alimento solo nel corso del XIX secolo. In questi primi giorni di primavera è facile vederli negli orti di campagna. Di questa pianta si consumano le foglie, spesse e verdi. Gli spinaci sono effettivamente gli ortaggi con il più alto contenuto di ferro, ma è diffusa l’errata convinzione che ne contenga un quantitativo elevato, tanto che a volte si mangiano spinaci in alcuni casi di anemia. Sembra che questa credenza sia nata in seguito a un errore di battitura su un’etichetta: invece di scrivere 3,4 milligrammi ogni 100 grammi fu scritto 34. ■

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Fabio Mugelli

Jacopo Fabbroni

Arezzo

APPUNTAMENTO AL 1° APRILE gratis presso: EDICOLA “SAN MICHELE”, piazza San Michele – “TIRA E MOLLA”, via Romana 98/A – EDICOLA PANCI SARA, piazza Saione – EDICOLA “CAMPO DI MARTE”, via Vittorio Veneto 55 – EDICOLA CITTI & CO., piazza della Repubblica, Stazione FS – EDICOLA FAFFINI LORETTA, via F. Redi angolo via Cocci – EDICOLA AMARANTO, via Fiorentina – EDICOLA DI SAN LEO, via di San Leo 5 – NEWS EDICOLA, via Monte Falco 11 – “IL FUMETTO”, loc. Quarata – EDICOLA FABIANELLI MONIA, via Erbosa – “PAPER & CO.”, viale Amendola 15, negozio n. 5, Centro Commerciale “Setteponti” – EDICOLA FAGIOLI GABRIELE, via Vittorio Veneto, Belvedere – EDICOLA STADIO PERLINI FRANCESCO, via Giotto angolo via Tiziano – EDICOLA DELL’OSPEDALE, Ospedale “San Donato” – EDICOLA KENNEDY, via Kennedy 1 – EDICOLA “I GIRASOLI“, via Benedetto Croce 115 – EDICOLA SCOSCINI CLAUDIO, via Alfieri – SCARTONI LAURA & C., piazza San Giusto 11 – EDICOLA GIOTTO, piazza Giotto 19 – PAPERSERA, corso Italia 192 – EDICOLA SECCIANI VERUSKA, Rigutino S.S. 71 – EDICOLA CARTOLERIA “MARTINA”, loc. Battifolle – LA BOTTEGA DI GIACCO, loc. San Giuliano 32 – “LO STRILLONE”, via Guadagnoli – EDICOLA SCARTONI PIERO, piazza San Jacopo – EDICOLA TABACCHERIA N. 1, via Cavour – EDICOLA AMIDELLI EDDA, via Porta Buia – EDICOLA FONTEROSA, via Pacioli – EDICOLA “DA TONI”, viale Mecenate – EDICOLA CARTOLERIA “C’ERA 2 VOLTE”, via Tarlati – “LA TUA EDICOLA”, via Fiorentina 117 – LIBRERIA “EDISON“, Piazza Risorgimento

il settimanale di

Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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