Il Settimanale di Arezzo 63

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ANNO II

NUMERO

63 •

VENERDÌ

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2011 • COPIA ANDREA BARDELLI

GIUGNO

FOTO DI COPERTINA DI

GRATUITA

Arezzo il settimanale di

www.fondazionemonnalisa.org

loc. Montecchio Vesponi, Castiglion Fiorentino (Arezzo) 0575/1786102 - info@strasicura.eu

Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

Si avvicinano i referendum

Università volano per il turismo?

alle pag. 4 e 5

a pag. 7

In San Francesco è Piero, e il suo giardino (Gabriele D’Annunzio, “Le città del silenzio“)

l’Esperto risponde: il fermo amministrativo a pag. 6

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in questo numero pagina 8

pagina 11

pagina 3

I DISEGNI DI UNA MAESTRA DEL FUMETTO ITALIANO IN MOSTRA AD AREZZO

di Marco Botti

pagina 4

PADRE ZANOTELLI: «CON L’ACQUA STANNO UCCIDENDO»

PRIVATA CI

di Dory d’Anzeo

pagina 5

PAGLIAZZI, PDL: «NON VOTARE AL REFERENDUM COME SCELTA POLITICA»

di Elena Aiello

pagina 12

pagina 14

pagina 6

IL

FERMO AMMINISTRATIVO DEI VEICOLI: COS’È,

COSA FARE

a cura dell’avv. Giacomo Chiuchini pagina 7

AREZZO, CITTÀ DELLA GIOSTRA, DEL POLIFONICO E... DELLA FACOLTÀ DI LETTERE PRIMA IN ITALIA

di Luca Piervenanzi

pagina 8

ARTEGGIANDO:

UNA PROSPETTIVA SULLA REALTÀ

a cura del maestro Alessandro Marrone

Arezzo il settimanale di

è una testata edita da Edizioni Giorgio Vasari s.r.l.

Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

Anno II numero 63 – venerdì 3 giugno 2011 Direttore Responsabile: Francesco Ciabatti, email f.ciabatti@fastwebnet.it Vicedirettore: Marco Botti Redazione: Enrico Badii, Andrea Bardelli, Monia Barelli, Giacomo Belli, Marco Beoni, Serena Capponi, Fernanda Caprilli, Marco Cavini, Giacomo Chiuchini, Dory d’Anzeo, Jacopo Fabbroni, Claudia Failli, Sara Gnassi, Giulia Grilli, Ilaria Gradassi, Valeria Gudini, Giacomo Manneschi, Chiara Marcelli, David Mattesini, Paco Mengozzi, Fabio Mugelli, Riccardo Niccolini, Roberto Parnetti, Luciana Pastorelli, Fabrizio Piervenanzi, Luca Piervenanzi, Luca Stanganini, Valentina Tramutola Foto: Andrea Bardelli, Roberto Parnetti, Felice Rogialli Amministrazione: Edizioni Giorgio Vasari s.r.l., via Mantegna 4, 52100 Arezzo (AR), tel. 328/95.18.221, fax 0575/16.57.738, email edizionivasari@pec.it Autorizzazione Tribunale di Arezzo 02/2010 del 10 febbraio 2010 Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione al n. 19155 Per le vostre pubblicità 333/45.35.056, 348/7352911, marketing.egv@gmail.com Stampa: La Zecca srl, via Umberto Terracini 25/27, 52025 fraz. Levane – Bucine (AR), tel. 055/91.80.101, fax 055/91.80.412, email info@tipografialazecca.it È vietata, senza formale autorizzazione, la riproduzione totale o parziale di testi, disegni, foto e pubblicità riprodotti su questo numero

SCOPRI SE HAI VINTO!

I biglietti vincenti rimarranno esposti presso il Circolo ACLI di San Leo per tutto il mese di Giugno 2011 I Vincitori potranno ritirare il premio dal 15 al 30 Giugno 2011 e non oltre, presso il Circolo Acli di San Leo, via di San Leo 21/b (Arezzo), consegnando il biglietto vincente in originale

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EG V

pagina 9

“VITIANO

IN

GRIGIOVERDE”.

TRADIZIONE

di Valentina Tramutola pagina 10

RELAX! APPUNTAMENTI, LA VIGNETTA, NETTO, CHILOMETRO ZERO pagina 11

I PRE-GIUDICATI La Fondazione Monnalisa onlus, il “Settimanale di Arezzo” e le Edizioni Giorgio Vasari sono partner nel promuovere la crescita della comunità di Arezzo e il benessere delle persone che vi abitano

LA

ORALE CHE CONSERVA I VALORI

DI

GIUGNO

AREZZO SPORT • MARCO ROMIZI, LA

IL

S O-

di Enrico Badii

PIÙ BELLA PROMESSA DEL

di Marco Beoni

CALCIO ARETINO

• STEFANO BAGGIANI: «ALLA SBA C’È TUTTO PER FAR BENE» di Giacomo Belli • ALLA SCOPERTA DEL CENTRO SPORT CHIMERA • IL PODIO DI MAGGIO di Marco Cavini

1° premio Televisore 16:9 LED 40” HD 3D 2° premio I Pad 2 3° premio NoteBook 9” 4° premio IPod nano 8Gb 5° premio 1 Grappa SASSICAIA, 1 Champagne 6° premio Cesto di prodotti gastronomici pregiati 7° premio Lettore DVD 8° premio Confezione da 6 bottiglie di vini pregiati 9° premio 5 litri di Extra Vergine di Oliva Frantoio Paggeti 10° premio DVD “La Boheme” di G. Puccini

Biglietto Biglietto Biglietto Biglietto Biglietto

serie G 0498 serie E 0241 serie P 0144 serie B 0355 serie A 0625

Biglietto serie P 0032 Biglietto serie G 0923 Biglietto serie L 0124 Biglietto serie M 0803 Biglietto serie P 0026

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I disegni di una maestra del fumetto italiano in mostra ad Arezzo Puleo: «Palazzo Chianini Vincenzi sta diventando un vero e proprio cantiere di lavoro, nonché luogo di sperimentazione e ricerca»

in evidenza di Marco Botti

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ino al 31 luglio Palazzo Chianini Vincenzi, in via Cesalpino, ospita la mostra di Gabriella Giandelli, celebre illustratrice, fumettista e sceneggiatrice. L’esposizione è curata da Matilde Puleo, direttrice artistica di Mega+Mega centro d’arte contemporanea, nell’ambito del progetto

PP_ percorsi personali. Sono visibili disegni e tavole originali tratte dalle opere duzione editoriale certi dettagli si perdono». più conosciute della disegnatrice milanese, che vanta collaborazioni con riviste e Il fumetto è una forma d’arte in piena regola e in Italia vantiamo imporcase editrici di tutto il mondo. Dal 27 al 29 maggio Gabriella ha condotto anche tanti esponenti nel settore. Eppure spesso è relegato in un ruolo di secondo un workshop in città per designer, artisti, grafici e illustratori, al termine del piano. Perché? quale l’abbiamo avvicinata per intervistarla. «Sono anni che ce lo chiediamo tutti. È strano, ad esempio, come il disegno sia Qual è il bilancio dello stage? poco utilizzato nella comunicazione e nella pubblicità, al contrario di quanto ac«Possiamo ritenerci soddisfatti. Coloro che hanno aderito al workshop hanno cade nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti. Da noi si ricorre quasi sempre alla avuto un ottimo approccio al percorso formativo. In fondo non era molto il temfotografia. Inoltre mi accorgo che spesso c’è difficoltà ad assimilare il linguaggio po a loro disposizione, ma tutti i partecipanti hanno lavorato con abnegazione, del fumetto, fatto di testi e immagini, e a recepire le due cose in simultanea. e alla fine sono quasi arrivati a completare l’esercizio». Eppure la bellezza di questa arte sta proprio nei vari livelli di lettura che si La mostra, invece, è una retrospettiva del suo lavoro quasi trentennale. possono fare, anche a più «Ho portato con me i lavori a cui sono più legata. Si va dagli esordi della prima “PP_ percorsi personali” riprese». ■ metà degli anni Ottanta, per giungere a Interiorae, la graphic novel pubblicata e “Soggetti Variabili Mobili” con successo lo scorso anno per Coconino Press. L’esposizione consente di osservare il progresso abriella Giandelli è coinvolta in due progetti che Mega+Mega sta portando avanti con entusiasmo: PP_ del mio stile e l’evoluzione delle tematiche diretpercorsi personali e Soggetti Variabili Mobili. tamente dalle tavole originali. «PP_ percorsi personali – ci spiega Matilde Puleo – è un programma formativo partito lo scorso marzo Questo è importante, perché spesso nella proe voluto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia e dalla Regione Toscana. Con esso puntiamo ad avvicinare gli aretini all’arte contemporanea e a svolgere un’azione di promozione e valorizzazione dei talenti del territorio, anche attraverso il confronto con artisti di fama internazionale. In questa maniera Palazzo Chianini Vincenzi sta diventando un vero e proprio cantiere di lavoro, nonché luogo di sperimentazione e ricerca». Continuando a salire per via Cesalpino e attraversando il Corridoio di San Donato, raggiungiamo invece il percorso meccanizzato di via Pietri, che è la location del secondo progetto. «Soggetti Variabili Mobili è un prototipo di arte e cultura partecipata. Abbiamo scelto nove artisti del territorio e nove dal “resto del mondo” – tra cui la Giandelli – dai quali abbiamo ricevuto adesioni entusiastiche.

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I cittadini hanno adottato con delle donazioni le opere, ovvero diciotto stampe digitali su grande formato, divenendo così promotori di arte e propagatori dell’idea di una cultura fatta di scambio, socializzazione e comunicazione.

Questo intervento di arte urbana ha trasformato il tragitto meccanizzato in una galleria. Le opere intrattengono una relazione con il pubblico, che durante il “sali e scendi” è invitato a riflettere sul significato della scala mobile come mezzo di trasporto materiale, ma anche come metafora delle ascese e delle cadute a cui l’uomo va in contro nel corso della sua vita». mb ■ www.megamega.it

e ti accompagnano in ci città cit itt ittà (e a ballare!)

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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Padre Zanotelli: «Con l’acqua privata ci stanno uccidendo»

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ra poche settimane, il 12 e 13 giugno, gli italiani saranno chiamati a votare per quattro quesiti referendari [nel momento in cui scriviamo la Cassazione non ha

vita della città / 1 di Dory d’Anzeo

ancora deciso in merito al quesito riguardante il nucleare, nda]: due di questi quesiti riguardano l’acqua, in particolare il primo le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, e il secondo la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.

Si batte per il Sì, quindi per l’abrogazione delle norme che hanno consentito la privatizzazione dell’acqua, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, che anche ad

Arezzo ha esposto le ragioni della sua scelta a favore del ritorno dell’acqua in mano pubblica. Sul palco palc allestito all’interno del Parco “Pertini”, il sacerdote è un fiume in piena, parla di cifre e snocciola im dati impressionanti con l’energia di un ragazzino: «L’acqua è uno degli elementi fondamentali, l’uomo per la gran parte è composto di tale elemento. È la fonte della vita, insieme con l’aria è uno dei beni indispensabili, senza di questi non esisteremmo. Ecc perché è folle parlare di privatizzare l’acqua: farlo vuol dire condannare a morte milioni di poveri. Ecco rag La ragione per cui ciò sta accadendo è da ricercarsi negli enormi interessi economici che gravitano attoral no all’acqua, che è ormai l’oro blu del futuro, in sostituzione dell’oro nero, anche perché senza petrolio poss possiamo vivere. Le grandi multinazionali lo sanno. Di tutta l’acqua esistente sulla terra, solo il 3% è potab tabile: di questo 3%, il 2,70% è usato nell’agricoltura ind industriale. Ci rimane solo lo 0,30%, sul quale c’è già un pressione enorme; ricordiamoci che il 20% della una po popolazione ricca consuma l’87% dell’acqua potabile e che 1400 milioni di poveri non hanno accesso le, all’acqua a ».

«Ci stanno uccidendo – continua il missionario, – nel silenzio più totale stanno cambiando le carte in tavola e noi non abbiamo modo di far sentire la nostra voce. Vogliono produrre il nostro totale addormentamento e i media, che dovrebbero dare delle informazioni, si guardano bene dal farlo, perché anche loro sono assoggettati ai potentati economici e finanziari. Invece bisogna aiutare la gente a informarsi per reagire, so che anche ad Arezzo seimila utenze sono state bloccate: questa città dovrebbe imitare Aprilia, voi aretini dovreste mettervi tutti insieme e dire: “Ci rifiutiamo di pagare la multinazionale”, si chiama disobbedienza civile, si può fare, si deve fare». Infine, l’appello per andare a votare al referendum del prossimo 12 e 13 giugno: «Reagiamo e andiamo al referendum, l’unico mezzo per far saltare il piano messo in atto dai centri di potere è esserci; se vogliamo salvare il pianeta dobbiamo democratizzare i beni comuni, acqua, sole, terra, aria, puntando all’autosufficienza di ogni comunità, a questo mondo ce n’è per tutti, basta che il sistema venga ripensato». ■

per garantire il diritto al cibo per tutti…

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arte da Arezzo la nuova campagna internazionale di Oxfam, Coltiva. Il cibo. La vita. Il pianeta, per garantire il diritto al cibo per tutti, lanciata in questi giorni. l’obiettivo di evidenziare l’iniquità del sistema di produzione e distribuzione alimentare, dato che è dai nostri livelli di spreco e consumo che si stanno generando mi Da un lato un’opulenza alimentare che da noi porta uno spreco medio in beni alimentari di circa 500 euro all’anno per famiglia. Dall’altro il rischio, rivelato dal nu alimentari, già in corso in numerose regioni del pianeta, peggiorino, riducendo altri milioni di persone alla fame. Una campagna, quella lanciata da Oxfam, che inten sufficienza. Portando come esempio le buone pratiche realizzate da Oxfam sul nostro territorio. Dal percorso in Repubblica Dominicana in difesa dei piccoli prod sulla valorizzazione dei prodotti tipici, miele e formaggio, a livello turistico in difesa dei piccoli produttori. Quindi un appello agli aretini: «Dovrebbe cam continuo, che genera ad esempio nella grande distribuzione, e non solo, il gettar via i prodotti alimentari in scadenza. Un’iperproduzione per portare il cibo nelle nostre il tutto a danno delle comunità di piccoli produttori e della ricchezza ambientale di molte regioni del Sud del mondo». Madrina della campagna a livello toscano, l’attric

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G

ianni Pagliazzi, coordinatore del PdL aretino,

risponde così alla prima domanda sul referendum del 12 e 13 giugno, in cui saremo chiamati a decidere sull’abrogazione di alcuni articoli e commi delle leggi sul legittimo impedimento, sull’energia nucleare e sulla privatizzazione dell’acqua.

Pagliazzi, PdL: «Non votare al referendum come scelta politica»

vita della città / 2 di Elena

Curiosi Aiello delle motivazioni di questa scelta, gli chiediamo spiegazioni su ognuno dei quattro quesiti, par-

tendo dall’energia nucleare; per Pagliazzi la Camera ha già dato il suo parere, approvando la legge che blocca la costruzione di centrali in Italia, e ha contribuito il

disastro di Fukushima, «anche se le centrali giapponesi erano degli anni Settanta e abbiamo quelle francesi e quelle slovacche così vicine che, se succedesse qualcosa, saremo sicuramente contaminati. Io, in prima

possa governare senza perder tempo a causa dei processi e che sia processato a mandato finito. Il

referendum si gioca, come sempre, sul quorum ed è su questo che possiamo agire... Credo che ci sarà una campagna a livello nazionale dopo i ballottaggi, ma a livello locale non faremo nulla». Sull’acqua pubblica, il tema più

vicino alla nostra città, continua Pagliazzi: «Noi siamo per la semplificazione di tutto, dalle inutili Ato alle Circoscrizioni, ma proprio su questo tema c’è grande disinformazione e non si può tornare indietro: la pena-

persona, sono favorevole al nucleare perché si abbasserebbero i costi di produzione dell’energia elettrica, che adesso sono tra i più alti in Europa e perché, da perito fisico-ambientale, ritengo che sia più sicura delle biomasse». Il legittimo impedimento: «È una legge del governo e non possiamo che approvarla, ma penso sia giusto che il premier

le richiesta da Nuove Acque è altissima... tanto da bloccare il bilancio del Comune per due o tre anni

[non è stato possibile verificare la cifra esatta della penale richiesta in caso di rescissione del contratto stipulato tra la società e il Comune, ndr], quindi riteniamo sia inutile esprimersi per una soluzione che, in ogni caso, per la nostra città è impossibile». ■

Da una terra, Arezzo, da sempre presente e attenta all’intreccio fra locale e mondiale, che ha da tempo aperto il suo sentiero di solidarietà. Una campagna che si pone ilioni di nuovi affamati. Un sistema alimentare che rischia di collassare e soprattutto far morire di fame milioni di persone nel mondo. uovo rapporto Coltiva un futuro migliore, diffuso da Oxfam, che in assenza di interventi efficaci i prezzi degli alimenti continuino a salire e le crisi de sostenere un movimento di opinione pubblica a livello internazionale, proprio a partire da Arezzo e dalla Toscana, per assicurare a tutti cibo a uttori di caffè, sull’esperienza della “Strada del Vino” realizzata dalla Provincia di Arezzo, a quanto realizzato in Bosnia Erzegovina

biare la logica per cui pensiamo sempre che sia meglio che il cibo avanzi. – spiega il portavoce della campagna Francesco Torrigiani. – Uno spreco e tavole, che di riflesso produce nei Paesi del Sud del mondo, una lotta continua per il controllo delle terre da parte delle grandi aziende del settore, ce Vittoria Puccini. Un movimento di opinione di cui sentiremo parlare ancora a lungo. ■ David Mattesini

Edizioni Giorgio Vasari: a servizio di aziende, editoria e pubblicità per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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Il fermo amministrativo dei veicoli: cos’è, cosa fare

Per porre domande inerenti all’inserto odierno scrivete all’indirizzo di posta elettronica avv. chiuchinigiacomo@gmail.com CONSEGUENZE

l’Esperto risponde

a cura dell’avv. Giacomo Chiuchini DEFINIZIONE

Il fermo amministrativo è un atto tramite il quale le Amministrazioni o gli Enti competenti (ad esempio Regioni, Comuni, Inps...) provvedono, tramite i concessionari della riscossione, al recupero coattivo di crediti insoluti, “bloccando temporaneamente” un bene mobile di proprietà del debitore iscritto nei pubblici registri (ad esempio automobili, motocicli). Il fermo amministrativo segue il mancato pagamento di una cartella esattoriale, riferita solitamente a tributi o tasse (canone Rai, bollo auto, contributi Inps, Ici...) oppure a multe relative a infrazioni del Codice della Strada. Se non viene pagata una cartella esattoriale, entro i termini di legge (solitamente 60 giorni), il concessionario di riscossione locale può disporre il fermo dei veicoli intestati al presunto debitore, tramite iscrizione del provvedimento “fermo del veicolo” nei registri del PRA (Pubblico Registro Automobilistico). PREAVVISO DI FERMO

Gli agenti della riscossione (Equitalia, Cerit, Esatri, Gerit…) notificano normalmente al debitore un preavviso di fermo, ma è da tenere ben presente che tale comunicazione non è prevista dalla legge come obbligatoria. In questo documento viene indicato l’importo dovuto, la natura del debito, il numero e l’anno di riferimento della cartella di pagamento, la relata di notifica della stessa, oltre il termine per pagare, solitamente 20 giorni, decorsi i quali il fermo diventa effettivo. Al preavviso di fermo, pur non avendo valore formale e non impedendo l’utilizzo dell’auto, è ammesso fare ricorso.

L’iscrizione nei pubblici registri del fermo del veicolo comporta le seguenti conseguenze: il veicolo viene lasciato al proprietario, che lo deve custodire in luogo non sottoposto a pubblico passaggio e non lo può utilizzare: la circolazione con veicoli sottoposti a fermo, nonostante non costituisca reato, è vietata e sanzionata con una multa da 714 a 2859 euro, e con la confisca del mezzo stesso (art. 214, comma 8, CdS); se non viene pagato interamente l’importo richiesto dall’ente di riscossione, il concessionario di riscossione locale potrà agire forzatamente per il sequestro e la successiva vendita del veicolo all’asta giudiziaria; il mezzo sottoposto a fermo non può essere rottamato (salvo che non sia interamente danneggiato o già a disposizione della pubblica amministrazione), demolito, radiato dal PRA, esportato all’estero; se il veicolo viene venduto dopo l’iscrizione del fermo questo non potrà essere cancellato, e il compratore ignaro dell’iscrizione potrà richiedere la risoluzione del contratto di compravendita con conseguente restituzione del prezzo corrisposto al venditore. Al contrario, se il veicolo è stato venduto (con documento avente data certa) prima dell’iscrizione del fermo e la vendita risulta iscritta successivamente, l’ACI dovrà informare la competente direzione delle entrate che cancellerà il fermo, con comunicazione sia al concessionario che al contribuente. CANCELLAZIONE

L’unico metodo per cancellare il fermo amministrativo sul veicolo è quello di provvedere all’intero pagamento (importo dovuto e spese di notifica). In tal caso, il concessionario dovrà darne comunicazione, nel termine di 20 giorni, alla competente Direzione Regionale delle Entrate, che nei 20 giorni successivi dovrà emettere un provvedimento di revoca del fermo, notificandolo poi al proprietario del veicolo. Il contribuente dovrà conseguentemente recarsi al PRA e consegnare detto provvedimento per farsi cancellare il fermo. RICORSO

Contro il fermo amministrativo è ammesso ricorso per vizi di forma o di merito, nonché per vizi riguardanti le notifiche degli atti precedenti. Il ricorso dovrà essere presentato in caso di debiti di natura tributaria (imposte, tasse, tributi vari...) al giudice tributario, mentre negli altri casi (multe, contributi INPS...) al giudice ordinario. ■ dott. Giacomo Chiuchini [avvocato del Foro di Arezzo]

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Arezzo, città della Giostra, di Piero, del Polifonico e... della Facoltà di Lettere prima in Italia facoltà... di parola di Luca Piervenanzi

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e ultime elezioni sono ormai archiviate. La città ha votato e ha deciso di rinnovare la fiducia a Giuseppe Fanfani per altri cinque anni. Un lustro forse decisivo per il futuro di Arezzo, nel quale il Sindaco potrà contare su una maggioranza forte, con ben 16 consiglieri Pd su 32.

Le cose da fare e i progetti in vista sono tanti. Primo tra tutti cercare di far passare Arezzo da città dell’oro a città a forte vocazione turistica. Una città non più da una toccata

e fuga giusto perché ci sono gli affreschi di Piero o perché è vicina a Firenze, ma piuttosto un centro

riorganizzato a misura di turista, per accoglierlo nel modo adeguato e soprattutto trattenerlo o invitarlo a tornare.

Arezzo può essere tranquillamente una tra le più importanti città d’arte d’Italia, come già aveva fatto notare

Marco Botti qualche tempo fa proprio su questo settimanale. Il futuro di Arezzo si gioca quindi soprattutto in questo campo. Un settore turistico che con un potenziale così potrebbe essere trainante, o almeno avere delle ricadute anche sull’università presente in città.

Perché non tentare di legare la promozione turistica all’offerta universitaria? Arezzo: la città della Giostra, di Piero della Francesca, del Polifonico e della Facoltà di Lettere e Filosofia prima in Italia. Questo sarebbe sicu-

ramente un buon modo per ridare importanza all’offerta universitaria aretina, evitando così di menzionarla solo quando arrivano cattive notizie (vedi tagli o razionalizzazioni) da Siena. Sarebbe sicuramente uno strumento in più per valorizzarla, un ulteriore canale per pubblicizzarla oltre a quelli ufficiali dell’Università di Siena e della Facoltà di Arezzo (Open Day, Youtube, ecc.). Come dire, abbiamo delle eccellenze nel nostro territorio, perché non puntarci veramente e con tutti gli strumenti possibili? Che il nuovo Consiglio Comunale si confronti anche su questo e su quanto possa essere utile un’università più visibile all’interno della città. Cinque anni sono più che sufficienti per trovare un momento in cui progettare un qualcosa per l’Università. Cinque anni danno anche la possibilità di creare perfino un tavolo o un piccolo organo

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

permanente che possa pensare e confrontarsi insieme con i rappresentanti del Polo Aretino e dell’Università di Siena. Che le idee e le pro-

poste interessanti vengano prese in considerazione, a prescindere dalla parte politica o dalle divisioni maggioranza/opposizione. L’università ad Arezzo è una grande opportunità che finora la nostra città non ha saputo sfruttare al meglio. I prossimi cinque anni sono una grande occasione per il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale per rifarsi.

La presenza un po’ più interessata della politica all’interno del campus del Pionta è iniziata più o meno un anno fa, con quella convocazione della Commissione Cultura all’interno dell’aula 1 della Facoltà aretina. Da quel mo-

mento la questione università è riuscita (a tratti) a oltrepassare il viale alberato e la stazione facendosi notare dalla città. Ma se allora eravamo quasi alle porte di una nuova campagna elettorale per le elezioni, tra l’altro appena trascorse, e i progetti per il futuro erano già stati delineati, adesso non siamo che all’inizio. Se Arezzo si trova davvero di fronte all’esigenza di dover fare un salto di qualità verso il futuro, crediamo che l’università possa essere un piccolo aiuto da prendere in considerazione all’interno di un progetto di rilancio serio della nostra città. ■

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S

ono passate le nostre tre settimane, e torniamo a parlare di Arte.. Abbiamo detto che per apprendere a disegnare bisogna essere come una macchina a acchina fotografica, e con il cervello un po’ tra le nuvole. È pure vero che a questo q

“Nelle braccia di Morfeo”, 2010, ceramica, cm 60

punto del percorso si dovrebbe cominciare ad abbandonare la teoria e passare alla pratica, dando l’inizio a un vero e proprio corso di disegno. Questa cosa non è possibile su queste pagine poiché la tecnica richiederebbee l’uso di grafici di spiegazione ed esercitazioni, perciò posso solo sollevare quesiti e far aumentare il punto di riflessione nel campo delle arti visive parlando di esempi, e perché no, d’immagini che sono visibilmente riconoscibili e appropriatamente raggiungibili anche nella nostra città. Uno dei grandi problemi che una persona affronta nella fase dell’apprendimento del disegno è la riproduzione proa cura del maestro spettica della Alessandro Marrone realtà.

arteggiando

Una prospettiva sulla realtà te dall r ’a

a

L

diseUna cosa da non sottovalutare assolutamente. Infatti, durante i miei corsi di apprendimento al dise gno e alla pittura, è il momento che crea più impegno da parte degli allievi. Guardiamo nel nostro personale bagaglio storico, tutti avremo la sensazione chiara di quello che intendo scrivere. Ritorniamo con la memoria alla nostra infanzia. Ci ricorderemo i nostri primi disegni da bambini, che riproducevano in maniera piatta le figure composte primariamente da sintesi, come le stanghette con cui si disegnava la figura umana, le g p case erano rigorosamente piatte, e inoltre la sproporzione tra la casa e le figure era evidente. Crescendo la capac Crescendo, capacita c espressiva e critica aumenta, e con essa lo spessore delle stanghette cambia e muta, fino a diventare laa rappresentazione di pantaloni e magliette, e stranamente appare anche la parete laterale della casa, anche ancc se sempre fuori prospettiva. Questo significa che il punto di osservazione è aumentato cco ed è già cominciata la ricerca dello spazio tridimensionale nella seconda dimensione, ancora non curandoo per nulla della profondità prospettica. Questo ha sempre sollevato in me un dubbio che curandosi nessuno nessu un ancora oggi è riuscito a spiegarmi in modo esaustivo.

“A”

Come Co o mai per arrivare ad avere una rappresentazione tridimensionale e prospettica abbiamo dovuto aspettare Brunelleschi nell’architettura, e Piero della Francesca nella pittura? Alcune teorie dicono che poiché la raffigurazione tridimensionale era divina ne n

n non era possibile rappresentarla. La ritengo una risposta completamente errata, anche perché devo ancora trovare un uomo che non abbia disubbidito a Dio, è per questo che sono in attesa che si trovi un documento, magari risalente ai tempi dei Faraoni, che mi faccia capire che l’uomo tentava di riprodurre in senso prospettico la realtà. Giacché a oggi nessuno mi ha mai dato una risposta plausibile, azzardo un’ipotesi: è possibile che per incapacità (pari a quella di un bimbo) e ignoranza, per lungo tempo non si sia data assolutamente importanza alla cosa? Prediligendo la scultura

come rappresentazione della realtà e relegando al segno l’astrazione della stessa, arrivando quasi a una sintesi tipica del segno comunicativo, sia esso numerico sia linguistico. Q Questo è quello che vediamo nei geroglifici egizi e altre civiltà ancora, come Maya, Aztechi, Etruschi, ecc. Ciò mi fa pensare che finché l’alfabetizzazione era minima il linguaggio era Et E deii segni, e solo in un secondo momento, grazie all’alfabetizzazione di massa, si sia presentata l’esigge l’esigenza di sviluppare altre finezze espressive come la pittura, che diventa riproduzione della aan realtà anche tridimensionale. Approfo fo Approfondiremo l’argomento alla prossima uscita con altri esempi, e spero nel frattempo che poss contattarmi, se ha informazioni in merito per consolidare o smentire il mio pensiero. ■ qualcuno possa “Nelle braccia di Morfeo”, 2010, ceramica, cm 60

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www.alessandromarrone.it

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Vitiano in grigioverde La tradizione orale che conserva i valori cultura

di Valentina Tramutola

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osa succederà quando perderemo la generazione della guerra, quella che fu giovane nella più giovane Italia dopo quella del Risorgimento? Andrea Gallorini fa il suo dovere a chiederselo, e scrivere una storia per tenerlo a mente è prima di

tutto un esercizio di onestà intellettuale. Solo che l’autore, che ha ventidue anni e una sconfinata dedizione alle vicende della sua terra d’origine, di storie ne inanella molte, un po’ per il suo impegno di segretario presso l’Associazione “Dalla parte degli altri”, un po’ per l’abitudine all’analisi storica di cui è grande amatore. Ma soprattutto per essersi messo in ascolto e aver ricavato Vitiano in grigioverde. Ricordi e memorie di reduci di guerra (Calosci Editore), volume di rievocazioni e aneddoti di sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale.

È un libro che quasi si fa da sé, denso di voci, parole, suoni irrimediabilmente datati, perfetti nel ridipingere un paesaggio bellico che non fu solo territoriale, ma un “paese dell’anima”. Nella sua ricerca, Gallorini

ha realizzato l’intento di dare un cuore a un periodo storico che tracciò la GIORNATE DI STUDIO fine di un’era e di certo attraversò ogni singola esistenza. Per questo moDue imperi che hanno cambiato la storia tivo, la ricostruzione avviene mediante più fasi: lo studio dell’assetto politico-territoriale, l’individuazione dei nomi, il rintracciamento dei reduci del mondo: Roma e Cina di guerra, i loro racconti. L’autore ha portato alla ribalta le figure di soldati al 10 al 12 giugno, con inizio ogni mattina alle ore 10, all’Auditorium “Aldo Ducci” di Arezzo potremmo co– tutti originari o residenti della franoscere e confrontare due imperi che hanno cambiato il mondo: quello romano e quello cinese. L’evento, dal titolo zione di Vitiano, a pochi chilometri Origines. Roma e Cina: i due imperi e la nascita di Oriente e Occidente, comprende tre giorni di studio dove poter da Arezzo – cui una certa incultuapprofondire temi quali: Fondamenti storici e principi ideologici dell’unità imperiale all’interno della Cina e di Roma antica; razione, una manipolazione sociale Invenzione del mito romano e cinese e costruzione di un passato mitico; Struttura del potere, società ed economia nei due impee l’ineluttabilità della storia rubò la ri. A guidare il pubblico in questo viaggio due esperti di fama internazionale: Maurizio Harari, docente di Etruscologia giovinezza. e Archeologia Italica all’Università di Pavia e Stefano Cammelli, docente di Colonialismo e Identità Culturali all’Uni-

D

La dovizia dei particolari, la lucidità e la componente emotiva ancora vitale fanno il resto. La pe-

culiarità della pubblicazione sta forse nella molteplicità delle angolazioni: sebbene Gallorini non imposti il discorso narrativo con stile intenzionale ma prediliga un fluire inarrestato di ricordi – proprio come fosse un racconto orale – le diverse vicende della guerra sono tutte ben visibili: la disastrosa offensiva greca, la Libia, la prigionia tedesca, il mercato nero, la farina così preziosa, l’8 settembre quale tragedia trasversale e i ritorni a casa, tremendamente descritti, a piedi, su treni sopravvissuti alle bombe, lungo rotaie scardinate dalle loro sedi. Come naturale appendice del passaggio del fronte, la Resistenza, episodio drammatico nella vita delle comunità appenniniche tra la Toscana e l’Emilia Romagna.

versità di Bologna. Le conferenze permetteranno di analizzare le origini e lo sviluppo dell’impero romano e di quello cinese sotto tutti gli aspetti. Verranno attraversati secoli di storia e potere ma anche di miti e riti, di vita quotidiana, di come quegli uomini immaginavano la morte e l’aldilà. Al termine di ciascuna sessione ci sarà uno spazio riservato alla discussione e alle domande del pubblico. L’evento è patrocinato dalla Provincia di Arezzo, dalla Soprintendenza Regionale per i Beni Archeologici della Toscana e dall’Associazione Musei Archeologici Toscani. ■ Valeria Gudini

Il lavoro di Andrea Gallorini non si pone dunque quale pretesa accademica, piuttosto come passaggio di conoscenze: la tradi-

zione orale come metodo di autoconservazione imparata da mille altre civiltà. ■ per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

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Relax

!

la vignetta di Gigi Paggetti

il sonetto

SÉMO RICCHI DE POVERTÀ

di Leonardo Zanelli

«Ho letto ’n tul giornéle la nutizia che piùe de la metà de le pensioni che paga l’Ìmpese son d’avarizia: men de cinquecent’euri al mese! Bóni ’sti governanti, eh, a parlé de giustizia! Sémo a la fème, ’n te fère illusioni: se frugaràe tra ’n po’ ’n tu l’ammundìzia si se cuntinua a essere minchjoni!» «Che sarà mèì! Ce vegghj sempre mèle: ancora ’n sémo giònti al funerèle! Abbi pacenzia, vedrè che fra póco s’armangeràe, perché… si cambia ’l cóco, in dù balletti ce pensaràn loro…» «Sì… a ’rmantenésse le pensioni d’oro!»

chilometro zero

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appuntamenti: Sons of Vesta Summer Fest

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abato 4 giugno appuntamento con la prima edizione estiva di Sons of Vesta Fest. Dalle 16, allo Skate Park di via Ferraris, prendono il via una serie di iniziative tra cui

il torneo di biliardino e il mercatino. Vertiginose rampe e strutture per gli amanti dello skate saranno a disposizione per potersi esercitare e divertire. Dalle 18 in poi aperitivo e cena, organizzati dallo staff di Sons of Vesta, che poi daranno spazio – dalle 22 – ai concerti live. Ospiti della serata i Magdalene, gruppo di hardcore psichedelico di Pontedera, gli Zeus!, con la loro miscela esplosiva di noise, indie-funk, post rock e jazz metal, i Tideland, grunge band direttamente da Sterling (Virginia), e infine i romagnoli Raein, pionieri italiani di screamo-hardcore punk. Chiuderanno la serata i dj set.

Una giornata ricchissima, con ingresso a 5 euro, dove si potrà usufruire degli spazi dello Skate Park – uno dei più belli e attrezzati

d’Italia e recentemente rinnovato – e dove si potrà ascoltare musica dePaco Mengozzi flagrante di qualità. ■

ta terminando la stagione di un prodotto molto diffuso in tutto il Paese, e che da noi trova un apprezzamento tutto speciale. I baccelli o fave, quando coltivati in modo naturale, su terreni non trattati, danno gusto e valore nutritivo alla nostra tavola. In Toscana siamo i campioni per gustare questa speciale leguminosa, in particolare con prosciutto e pecorino rigorosamente locali. Altre variabili sono fave, pecorino e pancetta che rappresentano un piatto ideale da gustare durante una scampagnata, o in una tavolata rustica nella quale questo trittico può essere gustato come antipasto di stagione o come secondo piatto. Uno dei momenti gastronomicoculturali più noti legato a questo accostamento alimentare è il “maggetto” romano, scampagnata di inizio maggio dove le fave e il pecorino romano sono diventati un rito irrinunciabile. L’ulteriore accostamento della pancetta dolce (o del guanciale) è un tocco in più che arricchisce questo saporito piatto, da accompagnare senz’altro con pane casereccio e del buon vino rosso. ■ Fabio Mugelli

Arezzo

APPUNTAMENTO AL 10 GIUGNO gratis presso: EDICOLA “SAN MICHELE”, piazza San Michele – “TIRA E MOLLA”, via Romana 98/A – EDICOLA PANCI SARA, piazza Saione – EDICOLA “CAMPO DI MARTE”, via Vittorio Veneto 55 – EDICOLA CITTI & CO., piazza della Repubblica, Stazione FS – EDICOLA “IL GIORNALAIO“, via F. Redi angolo via Cocci – EDICOLA AMARANTO, via Fiorentina – EDICOLA DI SAN LEO, via di San Leo 5 – NEWS EDICOLA, via Monte Falco 11 – “IL FUMETTO”, loc. Quarata – EDICOLA FABIANELLI MONIA, via Erbosa – “PAPER & CO.”, viale Amendola 15, negozio n. 5, Centro Commerciale “Setteponti” – EDICOLA FAGIOLI GABRIELE, via Vittorio Veneto, Belvedere – EDICOLA “STADIO” PERLINI FRANCESCO, via Giotto angolo via Tiziano – EDICOLA DELL’OSPEDALE, Ospedale “San Donato” – EDICOLA KENNEDY, via Kennedy 1 – EDICOLA “I GIRASOLI“, via Benedetto Croce 115 – EDICOLA SCOSCINI CLAUDIO, via Alfieri – SCARTONI LAURA & C., piazza San Giusto 11 – EDICOLA GIOTTO, piazza Giotto 19 – PAPERSERA, corso Italia 192 – EDICOLA SECCIANI VERUSKA, Rigutino S.S. 71 – EDICOLA CARTOLERIA “MARTINA”, loc. Battifolle – LA BOTTEGA DI GIACCO, loc. San Giuliano 32 – EDICOLA “ASIA”, via Guadagnoli – EDICOLA SCARTONI PIERO, piazza San Jacopo – EDICOLA TABACCHERIA N. 1, via Cavour – EDICOLA AMIDELLI EDDA, via Porta Buia – EDICOLA FONTEROSA, via Pacioli – EDICOLA “DA TONI”, viale Mecenate – EDICOLA CARTOLERIA “C’ERA 2 VOLTE”, via Tarlati – “LA TUA EDICOLA”, via Fiorentina 117 – LIBRERIA “EDISON“, Piazza Risorgimento

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Il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine gratis in edicola dal venerdì

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I Pre-giudicati “consigli per gli acquisti” sui film in uscita nelle sale aretine a GIUGNO la rubrica mensile per aiutarvi a orientare le vostre scelte in campo cinematografico

di Enrico Badii enrico.badii@gmail.com London Boulevard, regia di William Monahan, uscita prevista il 10 giugno

Una Londra ultramoderna e inedita per un gangster movie dall’impianto classico: il criminale che vuole ritirarsi, il boss che lo tiene in pugno, Keira Knightley femme fatale da proteggere. Dirige lo sceneggiatore premio Oscar per The Departed, troneggia un Colin Farrell amletico e brutale allo stesso tempo, che dopo In Bruges convince appieno nel ruolo. Pre-giudizio: London calling 13 assassini, regia di Takashi Miike, uscita prevista il 24 giugno

Lo ammetto, di Miike ci siamo fidati pure con Yattaman, figuriamoci se non lo facciamo quando rielabora il cappa e spada della tradizione orientale, modernizzandolo con elementi tardo western alla Peckinpah: il film di samurai definitivo, una gioia per gli occhi, una riflessione storica, un bagno di sangue. Pre-giudizio: se non esce, facciamo harakiri I guardiani del destino, regia di George Nolfi, uscita prevista il 17 giugno

L’opera del genio fantascientifico Philip Dick è stata portata al cinema con risultati alterni: dagli orridi Minority Report e Atto di forza, al visionario Un

oscuro scrutare fino all’epocale Blade Runner. Qua Matt Damon ed Emily Blunt lottano tra destino e libero arbitrio, le citazioni ai Fifties e la fotografia di Toll sono ottime, ma c’è il rischio di ridurre il tutto a una love story. Pre-giudizio: chissà ESP – Fenomeni paranormali, regia di The Vicious Brothers, uscita prevista il 1° giugno

Una troupe di un reality show acchiappafantasmi va a riprendere di notte in un manicomio infestato. Muoiono tutti, caso strano. Ma è tutto vero (come no)! Ma ci sono le immagini verdi notturne (come nei porno amatoriali)! Ma le sedie volano (ecchissenefrega?)! Ma sono due mesi che vediamo il trailer (appunto, non vi basta?)! Pre-giudizio: perché non succede mai nella casa del Grande Fratello? 6 giorni sulla terra, regia di Varo Venturi, uscita prevista il 10 giugno Nauta, regia di Guido Pappadà, uscita prevista il 3 giugno

Ex-aequo assoluto per due primizie nostrane, che vincono i premi: registi sconosciuti, storia inguardabile, regia da Un posto al sole, stupro di un genere, il fanta-horror l’uno e il viaggio-documentario l’altro, per proporre stupide illazioni filosofico-psicanalitico-animistiche. Pre-giudizio: in breve, ’na strunzata ■

A SAN SECONDO PARMENSE IL PALIO DELLE CONTRADE PARLA ARETINO

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utto pronto a San Secondo Parmense (PR) per la XXII edizione del Palio delle Contrade. Una manifestazione che da anni parla “aretino”, in quanto fin dalla prima edizione in cui fu introdotta la giostra a cavallo (1998) vi partecipano giostratori di Arezzo (i quali su 13 edizioni ne hanno vinte 11). Quest’anno saranno Carlo Farsetti (che correrà per la Contrada Trinità) e Enrico Giusti (Dragonda) i “portacolori” della città del Saracino. A contendergli il

Palio, dipinto dall’artista Ester Aimi, ci saranno Marco Remoli (che correrà per la Contrada Buregh di Minen), Francesco Ronchi (Grillo) mentre la Contrada Prevostura deve ufficializzare se sarà il vincitore dello scorso anno Luca Pizzi oppure la riserva Luigi Ripani. La novità è rappresentata dal fatto che, a questa edizione e per la prima volta, non prenderà parte la Contrada Castell’Aicardi. Sabato scorso si è svolta la cerimonia di presentazione del Palio e l’estrazione dell’ordine delle tornate; ad aprire la competizione sarà la Contrada Grillo seguita dal Buregh di Minen, Trinità, Dragonda e Prevostura. Questo sarà anche l’ordine per le prove ufficiali che si svolgeranno domani (sabato 4 giugno) con inizio alle ore 16. Per gli aretini che vorranno cogliere l’occasione di vivere in prima persona il Palio consigliamo di recarsi a San

Secondo fin da domani quando, alle ore 20, inizieranno i festeggiamenti che rievocano il matrimonio tra il marchese Pier Maria Rossi e Camilla Gonzaga del 1523. Tra gli ospiti presenti a tale evento anche il “nostro” Pietro Aretino. Il corteo storico farà tappa presso la Rocca dei Rossi, dove si svolgerà la cerimonia di investitura

dei cavalieri giostranti. A seguire il “Rubeo Convivio”, mentre nelle piazze delle contrade si terranno le animate cene propiziatorie. Domenica il programma prevede alle ore 9 l’inizio del torneo storico di tiro con l’arco; alle ore 11 la benedizione di cavalli e cavalieri. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, l’inizio del corteo storico e, alle ore 17.30, l’ingresso nell’“Arena del Grosso” dove si svolgerà la giostra. Per info www.paliodellecontrade.com

XXII edizione del

PALIO

delle

Contrade Banchetti rinascimentali, “Rubeo Convivio”, gara di Arcieri, Artisti di Strada, Corteo storico, Concorso fotografico e l’attesa Giostra all’Anello (bersagli di 4 e 3 centimetri, la misura più piccola utilizzata nelle quintane nazionali), con la partecipazione di giostratori aretini

per segnalazioni, richieste, domande scrivete a ilsettimanalediarezzo@gmail.com

di San Secondo Parmense (PR)

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MARCO ROMIZI

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apelli castani, sguardo sicuro, un metro e 75 per 75 chili di esplosività muscolare. È forse la più bella promessa che il calcio aretino abbia, ormai quasi una realtà. I primi calci nelle squadre della città, poi tutta la trafila delle Giovanili nella Fiorentina, e quest’anno la tappa intermedia di Reggio Emilia, per provare a lanciarsi davvero, anche con la Nazionale. Nome. «Marco Augusto Romizi». Nato ad... «Arezzo, il 13 febbraio 1990». Ci racconti com’è andata l’ultima stagione. «Un’annata da titolare, abbiamo mancato i playoff di poco, una sola rete, che non è molto, poi l’infortunio alla spalla che mi ha impedito di giocare le ultime partite. Tutto sommato un’annata buona, sopratutto per la conquista della maglia azzurra Under 21, anche se a dire il vero speravo in qualcosa di più». Come ha iniziato a giocare a calcio? «Ho iniziato a giocare con l’Arezzo, che poi è fallita, ma la squadra in cui ritengo di esser nato calcisticamente è certamente il San Domenico. Il mio primo allenatore era Roberto Bidini». La sua stagione migliore? «Sicuramente questa, senza dubbio». Perché ha scelto proprio il calcio. «Fin da piccolo ho sempre giocato a calcio in casa, anzi i miei mi buttavano fuori spesso perché non ne potevano più. Così appena ho potuto mi hanno iscritto a una scuola calcio. È solo passione, e credo sia fondamentale in questo sport». Quali sono state le figure che più hanno lasciato il segno nel suo percorso sportivo?

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LA PIÙ BELLA PROMESSA DEL CALCIO ARETINO

«Sicuramente una figura importante è stata Bonini alla Primavera della Fiorentina, così come quest’anno lo è stato molto mister Mangone, che ha saputo darmi gli stimoli e le motivazioni giuste per affrontare un’annata positiva». Idolo sportivo e squadra del cuore. «Idolo sportivo senza dubbio Zidane, sono uno juventino, dichiarato fin dal primo giorno a Firenze». Dove giocherà la prossima stagione? «Molti mi hanno fatto questa domanda, ma ancora non so nulla. Sono qui in prestito, quindi certamente tornerò alla Fiorentina, che probabilmente mi girerà nuovamente in prestito [anche se lui spera ovviamente di no, ndr]; spero solo di poter giocare magari in un campionato ancora più competitivo della Prima Divisione». Ha qualche passione particolare fuori dai campi di giuoco? «Adoro l’informatica e l’elettronica in generale, sono un appassionato di computer e di tutto ciò che ne deriva». Un sogno per il futuro. «Chiaramente il sogno più bello da far avverare sarebbe giocare almeno una Champions League e un Mondiale, io ci spero, oltre a sognarlo. In realtà ho giocato due anni fa il Mondiale Under 20 in Egitto, ma non è proprio la stessa cosa». Una massima che segue nella

conclusione del giro di valutazioni, come in ogni scrutinio che si rispetti, passiamo all’elenco dei bocciati, o comunque dei rimandati alla prossima stagione, che non è detto sia di nuovo sotto San Cornelio, anche a causa del rendi-

di Marco Beoni

vita. «Mai mollare, sempre lottare tanto. A me non ha mai regalato nulla nessuno, e questo credo mi abbia finora aiutato nella carriera». Siamo alla conclusione. Una domanda e la conseguente risposta. «Pensi di solcare un giorno campi importanti? Sicuramente sì!». ●

PIANETA AREZZO

mento offerto. Per alcuni di loro, tra l’altro, l’avventura in amaranto si è già conclusa prima della fine del campionato. Iniziamo dai due allenatori che si sono succeduti in panchina, prima dell’avvento di di Luca Stanganini Coppola. Per Marco Carrara (voto 6-) ci sono tutte le attenuanti del caso, ovvero squadra mal costruita, in tutta fretta e senza avere avuto la possibilità di amalgamare tra loro gli uomini a disposizione, con evidenti lacune in alcune zone del campo, anche se il suo tabellino, a fine avventura, è risultato quantomeno avaro di punti. Non migliore della sua è stata l’avventura di Fabrizio Fratini (voto 5,5), il quale ha il merito di aver portato la prima vittoria del nuovo Arezzo, anche se il trend dei risultati è stato più o meno lo stesso del predecessore, nonostante qualche innesto di valore nella rosa. Uno di questi, l’attaccante Ivan Iacona (voto 4,5), è stato probabilmente la delusione maggiore dell’annata. Reduce da stagioni nelle quali aveva segnato gol a raffica, tra Foligno, Figline e Gavorrano, non è riuscito a ripetersi in amaranto, al punto da meritarsi il taglio dalla rosa di Coppola, contestualmente all’arrivo di Mario Raso. Anche Stefano Del Grande (voto 4,5), considerando trascorsi e aspettative, va annoverato nell’elenco delle delusioni maggiori. Anche per lui, stessa sorte del compagno di reparto, nel mercato invernale. Deludente pure il percorso in amaranto di Cristiano Caleri (voto 5), giocatore esperto e molto conosciuto da queste parti, capitano in pectore di questo Arezzo che, nonostante l’impegno, non è riuscito quasi mai a dare il contributo in campo che ci aspettavamo. Disastroso l’apporto di David Della Bianchina (voto 4), presentato come uno dei più esperti della difesa, naufragato quasi subito in un mare di incertezze, al punto da essere stato tra i primi a essere colpito dalla mannaia dei tagli della nuova dirigenza. Giacomo Fei (voto 5), dopo una buona partenza, si è arreso agli infortuni e alla concorrenza, e le uniche occasioni nel quale è stato riproposto sono quasi sempre state legate alla necessità di avere un giocatore under in campo. Deludenti anche il tanto atteso argentino Muller (voto 5), rimasto ai margini della rosa dopo un inizio promettente e, soprattutto, Emiliano Landolina (voto 4), centrocampista chiamato a dare geometrie in mezzo al campo ma che, alla prova dei fatti, non si è neppure meritato di giocare. Michele Bacis (voto 5,5) ha pagato l’handicap di un fisico oltremodo usurato, non riuscendo a dare il contributo che ci si aspettava, mentre da Mario Ascenzi (voto 5), ci aspettavamo di più, visti i trascorsi, ma alla fine non c’è stato bisogno dei suoi gol. Chiudiamo la lista con due giovani: Matteo Lancini (voto 5,5), portiere di belle speranze e buone doti fatte vedere a sprazzi, e il giovane camerunese Menge Andersonho (voto 5), partito a razzo e sparito nei meandri della juniores di Marini. È un 1993, le doti ci sono, sarebbe opportuno lavorarci sopra e insistere. Il futuro dell’Arezzo deve per forza partire dai giovani talenti. ●

Arezzo

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STEFANO BAGGIANI: «ALLA SBA C’È TUTTO PER FAR BENE» PARLA IL FUTURO ALLENATORE DELLA

Arezzo sport

di Giacomo Belli

SCUOLA BASKET AREZZO

S

arà Stefano Baggiani il futuro allenatore della Scuola Basket Arezzo, squadra militante in Serie D. Allenatore d’esperienza, en nza, niico dalla prossima stagione avrà a che fare con un gruppo di giovani davvero interessante. Scommessa rischiosa, quella del tecnico livornese, che ha già iniziato a lavorare sull’interessante progetto societario in cui si punta tutto sul settore giovanile. Stefano an no Baggiani e il basket. Un connubio inscindibile che lo ha accompagnato durante tutto l’arco della sua vita. Baggiani, quando ha iniziato a masticare pallacanestro? roo. «Sono partito come giocatore a Livorno quando avevo 19 anni. Da subito ho iniziato ad allenare, me lo sentivo dentro. noo Ricoprivo così il doppio ruolo di giocatore professionista e allenatore delle Giovanili. Poi sono andato a San Giovanni Valdarno ». dove ho vinto un campionato. Così mi hanno chiamato a Montevarchi. Passato un anno ero ad allenare la prima squadra in C1». Da qui in poi possiamo parlare di “era Baggiani”: infatti il tecnico è rimasto per 13 anni consecutivi. Coach, questa però non è la sua prima volta ad Arezzo. «No, infatti due anni fa sono stato chiamato per salvare l’Arezzo dalla retrocessione nel campionato di B2, traguardo che siamo riusciti a raggiungere». È strano, per noi che la abbiamo vista da sempre come acerrimo nemico, pensarla ad allenare proprio qua… «Questi passaggi in società “nemiche” sono sempre risultati cambiamenti positivi. Sono stato molto bene quei sei mesi ad Arezzo, e il tarlo di non aver dato tutto ciò che potevo mi dava fastidio. Quando mi hanno chiamato quest’anno, ero come in dovere di restituire ciò che gli spettava. Spero di poter dare pure gli interessi. Il progetto che mi hanno presentato è buono. Un settore giovanile interessante, con molti giocatori futuribili. Ci sarà da lavorare molto e magari i risultati a breve termine potranno essere sotto le aspettative, ma prima si inizia a lavorare con questi ragazzi e prima potranno portare la loro squadra ad alti livelli. I risultati sono legati alla loro crescita. Ci sono tutte le potenzialità per fare bene». Ma quali sono gli ingredienti necessari per far crescere il gruppo? «Il mio primo scopo è quello di coinvolgere gli atleti, di fargli provare piacere in ciò che fanno. Quando vengono in palestra non deve essere un obbligo, ma un divertimento. Per questo punto tutto sul legame tra me e loro, cercando di creare un ambiente motivante in cui tutti possano migliorare; in cui ognuno creda nelle proprie possibilità, tenendo a mente che si fa parte di una squadra in cui ci sono regole da rispettare. Non è l’allenatore che fa migliorare il giocatore, ma è lui che si adegua ai giocatori. È solo uno strumento dei ragazzi. Un giocatore deve avere la libertà di fare ciò che sa fare, non ciò che gli si impone di fare. Il modello a cui mi ispiro è quello della Stella Azzurra Roma, che dal proprio settore giovanile ha sfornato moltissimi talenti, non ultimo Bargnani». Quali sono i lati positivi e negativi del suo modo di allenare? «Il lato peggiore è sicuramente quello di legarmi troppo ai giocatori, e in alcuni momenti in cui dovrebbe prevalere la razionalità, prevale il mio lato passionale e irrazionale. Positivo, quello di lasciare qualcosa ai ragazzi che alleno. Penso alla squadra tutto il giorno e mi dedico a lei interamente. Mi piace poi che il legame rimanga per anni, come nella mia carriera è successo più volte». Nella sua vita c’è solo il basket? «Chiaramente no. Ho un lavoro e una splendida famiglia. L’altra grande passione è il rugby, sport per eccellenza: in campo si gioca duramente, ci si massacra, ma finita la partita esiste il terzo tempo in cui tutti ritornano a essere amici. Sono cresciuto in una famiglia di atleti. A Livorno sono sempre stato a contatto con quella cerchia di giocatori di basket e calcio che ha fatto la storia. Ho vissuto di sport e continuerò a farlo».

Regalati la possibilità di dire: “Io c’ero!” Annuario dello Sport Aretino, la memoria dei tuoi momenti vincenti


ALLA SCOPERTA DEL nel cuore di Arezzo, un impianto moderno che ospita decine di attività di Marco Cavini

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orreva l’anno 2004 quando la società Centro Sport Chimera s.r.l. propose all’Amministrazione comunale il progetto di costruzione di una nuova piscina. Attraverso lo strumento della “finanza di progetto”, la società iniziò i lavori per realizzare quello che sarebbe diventato il Centro Sport Chimera: in pochi mesi la città poté gloriarsi del nuovo Palazzetto del Nuoto, un impianto che, in quanto a modernità e funzionalità, non ha rivali nel resto della Toscana. Al proprio interno, il Centro Sport Chimera è diviso in due parti distinte e indipendenti l’una dall’altra: la zona vasche (dedicata alle attività natatorie e acquatiche) e la zona delle attività collaterali (bar e ristorante, spogliatoi e squash, centro benessere e palestra ). Circondato da un piacevole giardino, con un tetto completamente in legno che ne assicura elasticità e bellezza estetica, il Palazzetto del Nuoto vanta anche una tribuna che può ospitare fino a 500 spettatori, un numero elevato che permette l’organizzazione di grandi eventi regionali e nazionali. In questa pagina, insieme a Marco Magara, direttore tecnico del Centro Sport Chimera, andiamo alla scoperta dei vari ambienti presenti nel Palazzetto del Nuoto. IL PRIMO SETTORE: LE VASCHE Vasca grande (25 metri x 16.50): è una vasca da 8

corsie, omologata F.I.N.A. (Federazione Internazionale Nuoto), che può ospitare gare di nuoto amatoriale e agonistico di livello regionale, nazionale e internazionale. È utilizzata per tutte le attività didattiche del nuoto, per il nuoto libero e per l’allenamento. Vasca media (9,50 metri x 16.50): è una vasca didattico-ricreativa, con profondità di 120 centimetri, dedicata al fitness in acqua, alle attività con i disabili e ad altre discipline acquatiche non legate al nuoto sportivo. Vasca piccola (9 metri x 8): vasca alta 60 centimetri utilizzata per il nuoto baby da 0 a 3 anni e per i laboratori acquatici con i bambini di 3-5 anni. Vasca polifunzionale (m 6 x 9): è una vasca con profondità variabile, da 120 centimetri a 4 metri, utilizzata per le attività più disparate: dalla ginnastica per gestanti a quella post-parto, dal fitness in acqua alla rieducazione fisica, dall’apnea ai corsi da sub. IL SECONDO SETTORE: LE ATTIVITÀ COLLATERALI Bar-ristorante: il servizio di ristorazione è aperto per colazioni, pasti, merende e aperitivi; durante tutto l’orario di apertura (9.00-20.00) è disponibile la saletta con tavoli e sedie. Spogliatoi: esistono vari tipi di spogliatoio, dedicati alle diverse attività praticabili all’interno del Palazzetto del Nuoto: vi è quello per adulti e ragazzi, quello per bambini e quello riservato, di volta in volta, alle singole esigenze (gestanti, disabili, scolaresche ). Campi da squash: i due campi da squash sono in parquet chiaro, provvisti di tribuna e di impianti di areazione; sono omologati dalla Federazione Italiana Gioco Squash per incontri singoli o tornei. Palestra: salendo le scale, si arriva a una palestra di 700 metri quadrati composta da 5 diverse sale, climatizzate, dedicate alle varie attività di fitness e ginnastica. Centro benessere: al primo piano della struttura, vicino ai campi da squash, è presente un ambiente di 200 metri quadri rivolto alla cura del proprio corpo, con la possibilità di usufruire di servizi quali sauna, solarium, massaggi, manicure e pedicure, shiatsu… Sala polifunzionale: uno spazio di 250 metri quadri usato per le attività didattiche, per le riunioni, per le conferenze e per attività di ginnastica o fitness poco dinamiche (ginnastica per gestanti o yoga). ●

Arezzo

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Arezzo sport

IL PODIO DI MAGGIO Badalotti, Rossi e Glave: Arezzo sforna Campioni d’Italia

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ono mesi di grandi soddisfazioni per lo sport aretino: anche a maggio abbiamo assistito a una pioggia di successi che hanno reso difficile la scelta dei migliori tre da inserire sul podio. Senza nulla togliere ad Alessio Bulletti (tennista del C.T. Giotto campione regionale Under 13) o ad Andrea Fausti (vincitore nella seconda tappa del campionato Europeo Prototipi a Spa-Francorchamps), alla fine la scelta è ricaduta su tre giovani promesse dello sport italiano: Ilaria Badalotti dell’Arezzo Karate, Camilla Rossi del Circolo Schermistico Aretino e Riccardo Glave della Chimera Lotta, tre ragazzi che nell’ultimo mese si sono laureati Campioni d’Italia. posto: AREZZO KARATE Maggio si è aperto e chiuso nel segno dell’Arezzo Karate: la prima settimana del mese, a Zurigo, il maestro Alessandro Balestrini e l’atleta di Kata Michela Pezzetti, hanno vinto l’Europeo con la Nazionale italiana, mentre l’ultima, ad Ostia, Ilaria Badalotti ha conquistato il titolo italiano nella categoria Esordienti B, confermandosi una delle atlete italiane di maggiore interesse (in alto a destra). posto: CIRCOLO SCHERMISTICO ARETINO Ai Campionati italiani di Scherma, in programma a Rimini dal 4 al 10 maggio, Camilla Rossi ha messo il sigillo a una stagione incredibile, laureandosi campionessa italiana: nel Fioretto, nella categoria Bambine, Camilla non ha lasciato niente alle avversarie, dominando ogni incontro e sconfiggendo in finale Ravagli di Prato con un rotondo 10 a 2 (a sinistra). posto: CHIMERA LOTTA Al Gran Premio Giovanissimi di Lotta, in programma il 21 maggio a Ostia, i ragazzi del G.S. Chimera Lotta Arezzo si sono confermati ai vertici italiani conquistando la medaglia d’oro con Riccardo Glave e quella d’argento con Jacopo Parlangeli. Nei 34 kg della categoria Ragazzi, Glave ha tenuto una linea di gara molto intelligente e ha battuto in finale il roveretano Gribencea, confermandosi campione italiano (in basso a destra). ● Marco Cavini

Arci Pesca Fisa e Provincia di Arezzo unite nel ripopolamento dei fiumi O

rmai da quattro anni, l’Arci Pesca Fisa di Arezzo e la Provincia di Arezzo stanno anno portando avanti un progetto rivolto ai bambini delle scuole elementari e medie ie

per educare al rispetto dell’ambiente attraverso la conoscenza dell’ecosistema fluviale e della fauna ittica. Il progetto, giunto da poco al termine (in questo anno scolastico ha preso il via a inizio maggio ed è terminato dopo cinque incontri), si è svolto presso l’impianto ittio-n di nto genico provinciale di Carda, nelle cui vasche si producono le trote fario per il ripopolamento tutti i torrenti della provincia di Arezzo.

«L’impianto di Carda – spiega Alfredo Rondoni, presidente provinciale dell’Arci Pesca s Fisa, – è dedicato alla produzione di materiale ittico autoctono destinato a essere seminato in tutti i fiumi della provincia. Questo progetto didattico, finanziato dall’Amministrazione provinciale,

mirava a far conoscere ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie il funzionamento onamento e l’importanza di questo impianto, spiegandogli l’ecosistema fluviale e le varie fasi di crescita della trota, dalla nascita all’acquisizione della taglia per poterla liberare in acqua. Alla fine di questo percorso i bambini hanno vissuto l’emozione di liberare personalmente le trote nel torrente Calleta, dando il loro concreto aiuto alla nostra opera di ripopolamento». Il progetto ha coinvolto la IV e V elementare e la I e II media del comune di Poppi, per un totale di oltre 180 studenti. In ognuna di queste uscite, i ragazzi sono stati accolti a Carda dal dottor Stefano Porcellotti, ittiologo della provincia, il quale, attraverso vari pannelli didattici, ha introdotto i bambini a una prima conoscenza dell’impianto. Dopo la teoria ecco la pratica, con gli studenti che sono stati accompagnati all’interno del centro alla scoperta delle dieci vasche che contengono le trotelle nei diversi stadi di crescita.

Ogni percorso si concludeva poi con la liberazione dei pesci nel torrente Calleta: in questa fase, ogni bambino è stato protagonista attivo perché ha ricevuto una bacinella con alcune trote da gettare nel fiume.

«Questo progetto cresce ogni anno di più – conclude Rondoni. – Siamo particolarmente soddisfatti per gli esiti di questa edizione, sia per il numero dei bambini coinvolti, sia per l’interesse che abbiamo riscontrato in loro.

L’Arci Pesca Fisa ringrazia la Provincia di Arezzo e il Comune di Poppi, i due enti che si sono fatti promotori dell’iniziativa, e l’Istituto onnicomprensivo di Poppi e il suo preside, che si sono attivati perché l’iniziativa andasse al meglio». ●


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“Il Settimanale di Arezzo”, il giornale dei cittadini, delle imprese e delle famiglie aretine, e la città di Guido Moonaco: una nuova rubrica, per parlare di musica a tuttii gli appassionati di Arezzo, a cui serve un logo bello ed efficace. REGOLAMENTO ISCRIZIONE 1. La partecipazione al concorso è completamente gratuita. 2. Il concorso è rivolto a tutti. 3. È legittimata la partecipazione singola o in gruppo, ove più individui collaborano alla stessa opera in ruoli differenti (disegnatore, coloratore, elaboratore in digitale, fotografo, ecc.). 4. I candidati devono essere maggiorenni; la responsabilità civile per le eventuali violazioni di legge e regolamento da parte di minorenni in concorso ricade sul rappresentante legale. 5. Ogni candidato dovrà compilare un modulo di partecipazione, accettazione del regolamento e della legge sulla privacy che verrà spedito al momento dell’invio dell’elaborato. Ogni partecipante accetta integralmente il regolamento e tutte le condizioni di partecipazione. 6. Eventuali inadempienze potranno essere sanzionate con la squalifica. MODALITÀ 7. Per partecipare al concorso il candidato o il gruppo dovrà realizzare uno e un solo logo per la rubrica “Arezzo’n’Roll”. 8. Il formato è di 24 cm di larghezza OBBLIGATORIA per un’altezza libera rimessa al buon senso, a un definizione di 300 dpi e in formato jpg. 9. Il logo potrà essere creato con tecnica libera. 10. È vietato ricalcare e/o riprodurre lavori esistenti o che violino il © copyright; il logo deve essere assolutamente inedito, e non dovrà essere pubblicato in altri spazi prima che siano dichiarati i vincitori. I candidati sono gli unici ed esclusivi responsabili del contenuto delle proprie opere riguardo a questioni legali del diritto d’autore, secondo la legislazione italiana e internazionale. 11. Il logo, rigorosamente originale, deve essere inviato entro la scadenza del concorso (vedi art. 20) all’indirizzo email arezzonroll@gmail.com. Gli elaborati restano a disposizione della casa editrice, a cui l’autore si impegna a cedere la proprietà del logo in caso di vittoria. Per gli elaborati non vincitori rimangono comunque a disposizione della Casa Editrice non solo per eventuali mostre o altre iniziative non a scopo di lucro: la proprietà intellettuale rimane dell’autore. 12. È vietato materiale pedopornografico, istigazione al razzismo e discriminazione religiosa. GIURIA 13. Sono previste 2 (due) giurie: Giuria Ufficiale e Giuria Popolare. 14. La Giuria Ufficiale sarà composta da Professionisti della comunicazione e della grafica. 15. La Giuria Popolare sarà composta dagli utenti Facebook che possono votare gli elaborati; il voto avverrà tramite tasto “Mi piace” per utente Facebook. 16. In caso di ex aequo, il vincitore sarà il candidato che ha ottenuto maggior numero di voti (vedi art.15) da parte della Giuria Popolare. 17. Nei mesi successivi alla consegna on-line degli elaborati, la Giuria Ufficiale (l’organizzazione si riserva di modificare la designazione della giuria) voterà gli elaborati on-line e selezionerà i migliori; Il voto della Giuria Ufficiale sarà visibile solo a scadenza concorso (vedi art. 20); l’elenco dei vincitori sarà pubblicato sul “Settimanale di Arezzo” i primi di giugno 2011. 18. La Giuria Popolare può votare fino il mese di maggio; nel corso di tale mese sarà data comunicazione ufficiale che i voti non saranno più conteggiati, tale voto è visibile a tutti, a differenza del voto della Giuria Ufficiale. 19. Il giudizio della Giuria Popolare e Giuria Ufficiale è insindacabile e inappellabile. PREMIO SCADENZA 22. Il premio consiste nella pubblicazione del logo sul “Settimanale di Arezzo” (180.000 co20. Scadenza del concorso è il 23 Giugno 2011. pie annue di distribuzione) ogni uscita della rubrica, con riportati nome, cognome e contatti 21. Scadenza delle votazioni è il 30 Giugno 2011. del vincitore.


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