Basta volerlo. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico. Francesco Lattarulo

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FRANCESCO LATTARULO


BASTA VOLERLO Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico

http://www.tienilammente.org/


F. Lattarulo, Luglio 2013, BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico, Tienilammente.

Peer Review: Pasquale Stigliani (Ricercatore, Ises Italia) Revisione: Sara Calculli Idea Grafica: Rosaria Orlando Progetto Grafico: Michele Bisignano, Gio D’Alessandro

Web Master www.bastavolerlo.com: Gio D’Alessandro

Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc/3.0/it/


..non ci sono insegnamenti piĂš importanti di quelli che mi ha donato la mia famiglia, a lei devo tutto.


INDICE: PREFAZIONE: “Cambio di paradigma e futuri energetici” di Giuseppe Onufrio Direttore Greenpeace Italia

I

INTRODUZIONE:

1

1. CONTESTO ENERGETICO: 1.1 Contesto Energetico Globale 1.2 Contesto Energetico Europeo 1.3 Contesto Energetico Italiano

7 8 16 19

2. LE RAGIONI PER UN CAMBIO DI PARADIGMA: i principali driver di cambiamento. 2.1 Picco del Petrolio? 2.2 Global Warming 2.3 Indipendenza energetica

24 28 37 48


3. PER UN NUOVO GREEN NEW DEAL: 3.1 Strategia Energetica Globale 3.2 Strategia Energetica Nazionale 3.3 White Economy 4. SOLUZIONI GLOCALI: 4.1 Post Carbon Cities 4.2 Smart Cities e Smart Grids 4.3 ElettricitĂ e Smart Grids: il progetto Regeneratives Kombikraftwerk 4.4 Geotermia per usi termici: gli impianti di geoscambio 4.5 Trasporti e Biocarburanti: analisi critica

55 59 66 81 84 87 98

110 119 127

CONCLUSIONI

137

RINGRAZIAMENTI

147

BIBLIOGRAFIA

149


PREFAZIONE: “Cambio di paradigma e futuri energetici” Una rivoluzione energetica è in corso. Da pochi anni in molti Paesi, Italia inclusa, si sono affacciate le fonti rinnovabili e le tecnologie efficienti negli usi energetici. Questa comparsa è stata rapida e molto più forte di quanto fosse previsto. Se

guardiamo

dall‟International

gli

scenari Energy

energetici Agency

fatti (IEA)

dell‟OCSE, anche a pochi anni di distanza le previsioni si sono rivelate completamente sballate.

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I


La potenza installata dell‟eolico nel 2010 ha superato le “previsioni” dell‟IEA fatte nel 2007 di ben il 40 per cento. E persino gli scenari di Greenpeace – che a differenza dell‟IEA non erano non previsioni ma un possibile percorso di rivoluzione energetica. Col solare fotovoltaico l‟errore di previsione è stato ancora maggiore: nel 2007 l‟IEA prevedeva meno di 10 GW installati al 2010 e invece sono stati quasi 40! Il mercato ha superato anche le “speranze” di Greenpeace che per il 2010 si fermavano a circa 30 GW. Cosa è successo? Gli esperti dell‟IEA non erano così esperti o sottostimavano volutamente il potenziale delle rinnovabili?

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II


La verità è che la grande industria, da Enel alla tedesca RWE, non ha creduto nelle rinnovabili. Infatti se guardiamo qual è il ruolo delle nuove rinnovabili nel portafoglio energetico di Enel in Italia vediamo che rimane sotto il 2 per cento dell‟energia prodotta dall‟azienda nel nostro Paese. E se guardiamo al Paese leader, la Germania, vediamo che le prime 4 aziende elettriche possiedono solo un 7 per cento delle rinnovabili installate in quel Paese. La cosa importante è che questa crescita mette in discussione il sistema energetico basato su fonti fossili e nucleare. Se il 16 giugno scorso per 2 ore l‟Italia è stata alimentata a 100 per cento rinnovabile, in Spagna ormai il prezzo della Borsa Elettrica è influenzato dalla ventosità della giornata: l‟eolico in un singolo

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III


giorno può coprire anche due terzi della domanda in quel Paese. Questa recente esplosione delle rinnovabili, sperata per anni dagli ambientalisti e giudicata come “gadget” inutile dall‟industria, sta provocando una specie di guerra sulle reti elettriche con l‟industria fossile che cerca in tutti i modi di fermare o di rallentare fortemente queste tecnologie. Al di là delle polemiche sull‟eccessiva generosità degli incentivi (che c‟è stata) rimane il fatto che l‟obiettivo degli incentivi è stato centrato: non solo l‟Italia ha raggiunto in circa 3 anni gli obiettivi che doveva raggiungere in 10, ma i costi delle tecnologie stanno scendendo rapidamente tanto che in diverse zone d‟Italia l‟elettricità da solare ha costi inferiori alle tariffe elettriche. Dunque lo scontro non è più tanto sugli incentivi – che per il solare sono stati di fatto cancellati – ma BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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sulla libertà di produrre e autoprodurre l‟energia e di cederla ad aziende vicine. E tutto questo mentre i costi del nucleare si sono rivelati assai maggiori (8,5 miliardi per un reattore EPR contro i 3,5 previsti) della propaganda – tanto da far scappare a gambe levate Enel dalla Francia dove partecipava al progetto di Flamanville – anche se qualcuno, nel governo e nell‟industria italiana, continua a blaterare di ritorno al nucleare. Per uno scenario a prevalente uso di rinnovabili va cambiata progressivamente la rete e la logica della produzione. Per le grandi aziende il problema non è solo che hanno fatto gli investimenti nelle direzioni sbagliate come nucleare e carbone, ma che la nuova logica richiede una diversa organizzazione aziendale: invece di gestire pochi centrali di grandi dimensioni

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V


vanno gestiti migliaia e migliaia di impianti distribuiti nel territorio. Rinnovabili, assieme alle tecnologie efficienti, possono bastare? SĂŹ, come dimostrano diversi studi tra cui anche gli scenari di Greenpeace anche se i costi inizialmente saranno superiori alle fonti tradizionali – costi che nel tempo verranno recuperati dal risparmio economico delle fonti fossili – e a patto di avere un prezzo globale delle emissioni di đ??śđ?‘‚2 (dal 2030 in poi). Nel 2050 potremmo avere una totale indipendenza dalle fonti fossili e dal nucleare. Basta però volerlo. E per volerlo vanno battuti gli interessi dei “padroni del vaporeâ€? un oligopolio di grandi aziende e multinazionali che ha di fatto gestito il settore energetico, e di riorganizzare societĂ , modi di

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produzione e di consumo, in funzione del nuovo assetto. Ci vorrà un po‟ di tempo. Ma oggi è importante capire chi ci sta e chi no. “Basta volerlo” è una documentazione utile a orientarsi in uno dei temi cruciali su cui si gioca il futuro del mondo.

Giuseppe Onufrio Direttore Greenpeace Italia

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« Sono convinto se c'è qualcosa da temere è la paura stessa, il terrore sconosciuto, immotivato e ingiustificato che paralizza. Dobbiamo sforzarci di trasformare una ritirata in una avanzata. [..] Chiederò al Congresso l'unico strumento per affrontare la crisi. Il potere di agire ad ampio raggio, per dichiarare guerra all'emergenza. »

Franklin Delano Roosevelt


INTRODUZIONE:

Franklin

Delano Roosevelt fu il Presidente che

rivoluzionò la politica economica americana, colui che con il New Deal riuscì a salvare gli Stati Uniti d‟America dalla più grande recessione del secolo passato. Oggi, come allora, viviamo una delle crisi più profonde di sempre e le vie d‟uscita sembrano oggettivamente sempre più inconcludenti e disarmanti. Viviamo anni in cui la parola “crisi” sintetizza l‟approccio metodologico agli apparati fondamentali della vita sociale mondiale.

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Anni difficili ed inediti che ci proiettano in un‟epoca alquanto originale in cui dogmi, certezze ed abitudini dovranno necessariamente mutare. La visione miope che ha caratterizzato gli investimenti “creativi” e la produzione industriale globale ci ha incanalato in un buio tunnel, conducendoci a due tipi di crisi “simili”: quella economica e quella climatica. Mi permetto di associarle poiché entrambe derivano dall‟indifferenza e dall‟insicurezza verso il futuro, da un principio che nasce dal cinismo dei più e si contraddistingue per la mera ricerca del guadagno nel breve periodo a spese della sicurezza del lungo. Entrambe devono pertanto essere affrontate con urgenza ed una forte leadership politica. D‟altronde, entrambe possono essere leve per una trasformazione profonda e strutturale che porti l‟economia verso una nuova fase di rinascita fondata su

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un trinomio imprescindibile: Rispetto, Sviluppo, Futuro. Il cambiamento è ormai necessario. L‟eredità che il passato ci ha lasciato è, infatti, una mancata visione d‟intenti comune basata sull‟intreccio di queste tre parole: si è pensato che il futuro si costruisse solo con lo sviluppo, tralasciando il rispetto e la sostenibilità dello stesso. I governi ed i cittadini, nella miopia che li contraddistingue da sempre, si appigliano a soluzioni di pancia, accontentandosi degli spiccioli del domani ed escludendo ogni tipo di visione lungimirante, soprattutto in campo energetico. In pochi decenni si è riusciti a consumare le scorte di combustibili fossili accumulate sottoterra per milioni di anni, organizzando tutto l‟apparato energetico su fonti non rinnovabili ed ignorando non solo l‟esauribilità BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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delle stesse, ma anche l‟impatto ambientale derivante dalla loro trasformazione in energia. Infatti la combustione degli idrocarburi produce, oltre all‟energia, emissioni

e

anidride carbonica, un

composto che, una volta raggiunta l‟atmosfera, agisce come il vetro di una serra: intrappola il calore del sole e determina un aumento della temperatura del pianeta, modificandone inevitabilmente la vita così come la intendiamo oggi. L‟innalzamento della temperatura del pianeta con il conseguente cambiamento del clima è il problema centrale delle politiche economiche, sociali e di sviluppo

che

le

future

generazioni

dovranno

contrastare. L‟unico modo per far sì che il surriscaldamento “rallenti” è limitare quanto più possibile queste emissioni.

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Nel futuro la domanda mondiale di energia raddoppierà quasi, rendendo ingestibile l‟offerta. A ciò si aggiunga che l‟accesso all‟energia rappresenta la linea di confine fra ricchezza e povertà: oggi più di un miliardo e mezzo di persone, vale a dire circa un quarto della popolazione mondiale, non ha accesso all‟energia e quindi non avrà mai la possibilità di mutare lo stile di vita da preindustriale a moderno. Eppure risente e risentirà sempre più delle scelte imponderate dei Paesi più ricchi. Ecco la sfida: capire come si declina e risolve questo problema, tenendo sempre presente la diatriba fra qualità e quantità di energia. La crisi che stiamo vivendo dovrebbe convincerci a rovesciare i dogmi del passato, renderci consapevoli che crisi economica ed ambientale devono essere affrontate insieme, indicando la green economy come risposta promuovendo un vero Green New Deal: un BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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cambio di paradigma che rimetta in moto l‟economia mondiale. Il green new deal deve essere inteso come il punto

di

sintesi

più

avanzato

fra

rilancio

dell‟occupazione, difesa del clima e fuoriuscita dalla crisi; per essere vincente deve riuscire a cambiare il registro complessivo della produzione contribuendo al “riorientamento” strategico di molti settori industriali. C‟è bisogno di una rivoluzione culturale che faccia compiere “gli sforzi necessari a trasformare la ritirata in un‟avanzata”, per usare il lessico rooseveltiano. È il momento di attuare scelte importanti in grado di avviare la transizione verso un‟economia più leggera dal punto di vista dei bilanci e più attenta allo spreco di energia e materie prime. Così facendo si creeranno nuove frontiere di sviluppo e di occupazione, ponendo le basi per un‟economia sostenibile contro un futuro sempre più incerto. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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1. CONTESTO ENERGETICO: 7

Le

analisi del contesto energetico globale, delle

proporzioni relative ai ruoli delle varie fonti e dell‟impatto ambientale che si ha per alcune nei processi di raffinazione, sono fattori imprescindibili per qualsiasi valutazione di economia energetica, anche locale. Il quadro globale è fondamentale per approcciare ed ipotizzare il cambiamento dei dogmi energetici, poiché il problema dell‟esaurimento della risorsa in quanto tale e dell‟impatto che ha sull‟ambiente va declinato come una sommatoria della

fornitura e

degli

approvvigionamenti di tutti i singoli Stati che abitano il mondo. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


1.1 CONTESTO ENERGETICO GLOBALE: Nel Ventesimo Secolo la domanda energetica mondiale 8 è cresciuta esponenzialmente. Si è più che decuplicata da 1.000 Mtoe (milioni di tonnellate di equivalenti di petrolio) a 12.500 Mtoe (dato 2010). Tale aumento è dovuto soprattutto alla crescita costante della popolazione mondiale e

all‟

“adeguamento” degli stili di vita dei nuovi Paesi emergenti. Attualmente la domanda più ingente di energia arriva dagli Stati Uniti d‟America e dall‟Europa, per l‟alto tenore di vita dei propri abitanti, dalla Cina e dall‟India, per la numerosità della popolazione.

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Si ipotizza che la domanda non si fermerà qui: si prevede un aumento della popolazione mondiale fino a 9 miliardi di individui e gli stessi avranno standard di vita migliori, con un conseguente aumento del consumo pro-capite: nel 2050, la domanda energetica mondiale annua raddoppierà a 24.000 Mtoe e la produzione di energia triplicherà. L‟energia primaria mondiale si può declinare in tre differenti settori: quello dell‟energia elettrica 30,1 per cento, quello dei trasporti 34,7 per cento e l‟energia impiegata per usi termici (nel residenziale, terziario ed industria) 35,2 per cento. Grafico 1 – Suddivisione energia primaria mondiale.

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Da questi dati notiamo subito che il problema energetico non può essere osservato da un‟unica prospettiva, come spesso si fa, confondendolo con la sola produzione di energia elettrica, che è in realtà la “fetta” minore (30,1 per cento) dell‟intera energia primaria mondiale. A livello di singole fonti, l‟energia primaria globale si può suddividere in questo modo:  Petrolio: 34%;

 Fonti

 Gas Naturale:

13%;

rinnovabili:

 Energia Nucleare:

26%;  Carbone: 21%;

5%;  Legno 1%.

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Grafico 2 – Approvvigionamento da fonti per produzione energia primaria mondiale.

Questi

dati

evidenziano

l‟ingente

“peso”

dei

combustibili fossili sull‟offerta di energia mondiale: si tratta dell‟82 per cento del totale o addirittura dell‟87 se vogliamo leggere il dato come fonti non rinnovabili (combustibili fossili più nucleare). L‟energia impiegata per usi termici e per trasporti, assieme alla produzione di energia elettrica, sono le tre BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


porzioni su cui va costruita una nuova visione energetica. La produzione di energia elettrica mondiale possiamo classificarla, a livello di singole fonti, così:  Carbone: 39%;

 Energia Nucleare:

 Gas Naturale:

15%;  Petrolio: 6%;

19%;  Energia

 Altre fonti

Idroelettrica: 17%;

rinnovabili: 4%.

Grafico 3 – Produzione energia elettrica mondiale.

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Nel

settore

dei

trasporti

la

fonte

quasi

massimizzante è il petrolio con il 96 per cento. Il restante 4 per cento si suddivide in elettricità con il 2 per cento (principalmente treni e metropolitane) e rispettivamente l‟1 per cento per gas naturale e biocombustibili. Questo vale sostanzialmente per quasi tutti i Paesi del mondo. Per usi termici (nel residenziale, nel terziario e nell‟industriale) il settore energetico è invece dominato dal gas naturale (31 per cento a livello mondiale, 38 a livello europeo, 45 a livello italiano) con quote rilevanti di carbone (rispettivamente: 15, 13, 10 per cento) e petrolio (il 27 per cento uniforme in quasi tutto il mondo).

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Dâ€&#x;altro canto, in molte parti del mondo, soprattutto in quelle meno facoltose, è ancora il legno la fonte primaria per il riscaldamento degli edifici, anche se non manca lâ€&#x;apporto di energia elettrica e di fonti rinnovabili.

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1.2 CONTESTO ENERGETICO EUROPEO: 16

L‟Europa, dopo l‟America del Nord, è il continente più “affamato” di energia. Vediamo nel dettaglio come si ripartiscono i consumi energetici europei:  Energia elettrica: 30,5%;  Trasporti: 33,2%;  Usi termici: 36,3%. 4 – Energia primaria europea.

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Se, sommariamente, la suddivisione ed il peso dei consumi energetici europei rispecchiano quelli mondiali, l‟approvvigionamento da fonti fossili per la produzione di energia elettrica assume valori diversi in ogni Stato, in quanto la produzione è molto

diversificata

e

dipende

dal

contesto

industriale connesso. Ad esempio, la Francia dipende quasi totalmente dall‟energia nucleare (importante è l‟impiego di questa risorsa anche in Svizzera) che non viene assolutamente

adottata

in

Italia,

dove

l‟approvvigionamento è legato per lo più al gas naturale. In Svezia e in Finlandia il legno risulta ancora determinante. A

livello

europeo

possiamo

classificare

la

produzione di energia elettrica così: BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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 Carbone: 32%;

 Petrolio: 4%;

 Energia Nucleare:

 Altre fonti

29%;

rinnovabili (solare,

 Gas Naturale:

eolico, geotermico,

21%;

biomasse): 4%.

 Energia Idroelettrica: 10%;

Grafico 5 – Produzione di energia elettrica europea.

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1.3 CONTESTO ENERGETICO ITALIANO: 19

L‟Italia, similmente all‟Europa, rispecchia il peso e la divisione dei consumi energetici mondiali, come possiamo notare dai dati riportati di seguito:  Usi termici: 35,7%;  Trasporti: 34,1%;  Energia elettrica: 30,2%.

Grafico 6 – Energia primaria Italiana.

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Tuttavia l‟Italia si differenzia dagli altri Paesi europei per una maggiore fragilità dal lato degli approvvigionamenti e per una maggiore dipendenza soprattutto per la generazione elettrica; d‟altro canto presenta un minore contenuto di energia per unità Pil rispetto ad altri Paesi. Dal 1995 al 2005 la disponibilità interna lorda di energia - ossia la quantità di energia prodotta all‟interno del Paese più quella importata al netto delle esportazioni e delle variazioni delle scorte - è sempre stata in crescita, ma dal 2005 al 2009 si è rilevata un‟inversione di tendenza. Infatti sia nel 2008, in corrispondenza di una contrazione del Pil pari all‟1,3 per cento, e sia nel 2009, quando la disponibilità energetica si è ridotta del 5,8 per cento rispetto al 2008, il Pil ha subito una calo del 5,1, il più grave degli ultimi decenni.

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Rispetto al 2005, nel 2009 l‟intensità energetica primaria si è ridotta scendendo al di sotto dei 150 tep (Tonnellata equivalente di petrolio) per milione di euro prodotto. 21

Figura 1 - Disponibilità interna di energia e Prodotto interno lordo. Fonte: Elaborazione su dati Istat e Ministero dello Sviluppo Economico, Bilanci energetici nazionali.

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La classificazione della produzione di energia elettrica italiana odierna è così suddivisa:  Gas Naturale:

 Altre fonti

54%;

rinnovabili

 Energia

(solare, eolico,

Idroelettrica:

geotermico,

15%;

biomasse): 6%;

 Carbone: 14%;

 Energia

 Petrolio: 11%;

Nucleare: 0%;

Grafico 7 – Produzione energia elettrica italiana.

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In Italia, dopo le storiche vittorie del Sì ai referendum abrogativi del Novembre del 1987 e del Giugno del 2011, da più di venticinque anni non si ha nessun apporto da energia nucleare, ma è notevole l‟approvvigionamento da gas naturale, carbone e petrolio. In aggiunta bisogna sottolineare che il nostro Paese è dipendente dall‟importazione di energia elettrica di circa il 14 per cento dell‟energia necessaria per soddisfare

i

consumi

nazionali.

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2.LE RAGIONI PER UN CAMBIO DI PARADIGMA: i principali driver di cambiamento. Ciò che mi preme evidenziare è

che, oltre alle

ragioni etiche di cultura e passione ambientalista, vi è la necessità di cambiare il paradigma energetico anche per ovviare a problemi economici ed industriali legati ai cambiamenti climatici, come si è potuto osservare già dal 2006 con il Rapporto di Stern. Il rapporto shock commissionato dal Governo inglese a Sir Nicholas Stern, ex economista della BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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Banca Mondiale, spiega quanto può essere grave un omesso intervento per la riduzione delle emissioni di đ??śđ?‘‚2 in termini di Pil mondiale: “se non verrĂ fatto nulla per arginare le attuali emissioni, i danni per lâ€&#x;economia globale equivarranno ad una perdita complessiva del 20 per cento del Pil, pari allâ€&#x;impatto negativo delle due ultime guerre mondiali messe assiemeâ€?. Secondo Stern, “lâ€&#x;unico modo per fare fronte allâ€&#x;emergenza è sostenere costi equivalenti allâ€&#x;1 per cento del Pil mondiale entro il 2050â€? stabilizzando le emissioni di đ??śđ?‘‚2 a “500-550 parti per milione rispetto alle attuali 430â€?. In altri termini, “da qui al 2050, bisognerĂ ridurre di tre quarti le emissioni potenziali che si accumulerebbero al ritmo di crescita attualeâ€?. Tutto questo si contestualizza in una cornice non proprio ottimale, dal momento che il fabbisogno energetico è cresciuto e cresce a ritmi vertiginosi: BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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durante lâ€&#x;ultimo secolo il consumo di petrolio è aumentato del 150 per cento negli ultimi 50 anni, e quello del gas naturale addirittura del 250 e, conseguentemente,

le

emissioni

di

anidride

carbonica per soddisfarlo sono aumentate del 120 per cento (si contano ogni anno 32 miliardi di tonnellate di đ??śđ?‘‚2 nellâ€&#x;atmosfera). Nel 2011 “il tasso di crescita delle emissioni di đ??śđ?‘‚2 ha superato quello del Pil mondialeâ€?, sottolinea lâ€&#x;Agenzia Energetica Internazionale (IEA) nel suo “450 Scenarioâ€? del World Outlook 2011, ed è questo il dato che davvero fa preoccupare: si inquina di piĂš di quanto si cresce e si produce. E nel rapporto del 2012 la IEA ricorda che “anche prendendo in considerazione tutti i nuovi sviluppi e le nuove politiche, non si è ancora riusciti ad indirizzare il sistema energetico mondiale lungo un BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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percorso più sostenibile”. In più, nello scenario delle nuove politiche, si evince che “la domanda mondiale di energia aumenta di oltre un terzo da oggi al 2035, con Cina, India e Medio Oriente che assorbono il 60 per cento della crescita”. Quello che si deduce da questi rapporti è che la tematica

ambientale

deve

necessariamente

diventare prioritaria nelle azioni politiche e strategiche dei governi del mondo. Bisogna riequilibrare il baricentro fra domanda energetica, ambiente ed economia, attualmente spostato esclusivamente sull‟asse economico. Per farlo bisogna prendere in esame i principali driver del cambiamento illustrati nei successivi paragrafi.

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2.1 PICCO DEL PETROLIO?

Come abbiamo constatato dal quadro di riferimento globale, il petrolio è la fonte maggioritaria per l‟approvvigionamento energetico primario su cui si fonda l‟apparato produttivo mondiale e la mobilità dell‟uomo. In primis è importante classificare la fonte, poiché in

materia

si

fa

molta

confusione.

Esiste il petrolio cosiddetto “convenzionale”, ovvero quello che si estrae in forma di liquido poco viscoso dai pozzi e quello “non convenzionale”, che include diversi tipi come il greggio da “acque profonde” e l‟ “olio pesante”. Un‟ulteriore aggiunta è quella dei gas condensabili; alcuni includono anche il petrolio che si può BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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estrarre dalle sabbie bituminose; infine, se si considera qualsiasi tipo di combustibile liquido, si dovrebbe prendere in considerazione anche la possibilità di ottenerlo dal gas naturale o dal 29

carbone mediante vari trattamenti. In

questa

sede

valutiamo

solo

il

petrolio

convenzionale, che comunque rappresenta la porzione più abbondante nella produzione.

La

storia e la letteratura della “più controversa risorsa del mondo” è immensa, confusa ed affascinante. In merito si assiste ad una vera e propria diatriba formale tra “catastrofisti” e “abbondandisti”: per i primi il picco di produzione, limite fra domanda ed offerta della risorsa, è la vera linea di confine fra passato e futuro, invece per i secondi l‟esauribilità della risorsa non desta preoccupazione e viene addirittura smentita.

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Il primo che predisse un picco di produzione per gli Stati Uniti d‟America fu M. King Hubbert negli anni ‟70. Hubbert osservò che la produzione di petrolio disegna l‟andamento “a campana”, tipico di una risorsa esauribile, e ne ipotizzò un ciclo a quattro fasi.

Figura 2 – Produzione mondiale di petrolio. Fonte: Aspo.

Osservando la figura 2 si nota come la crescita della produzione petrolifera mondiale all‟inizio è costante, diventando poi esponenziale dal dopo guerra fino al 1973, anno in cui si registra una BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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notevole contrazione dovuta alla grande “crisi del petrolio” che si prolunga fino al 1985, quando la produzione ricomincia a crescere a ritmi più blandi fino agli anni 2000 in cui la produzione rimane sostanzialmente costante. Proprio in questi anni hanno origine le prime fasi della curva a campana (campana di Hubbert). Il geologo “catastrofista” francese Jean Laherrere sostiene che il picco del petrolio convenzionale si è avuto nel 2005 (indicando il 2070 per quello non convenzionale) come notiamo dalla figura 3, mentre per il britannico Colin Campbell dell‟IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) il picco di tutti i liquidi si è registrato nel 2010 (figura 4), conclusione simile a quella del famoso Rapporto Hirsch. Gli studi arrivano ad un‟unica formale conclusione: nel primo quarto di secolo si assisterà al collasso BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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della produzione petrolifera mondiale, con il conseguente rapido aumento dei prezzi del petrolio, e ad una fase di instabilità geopolitica. 32

Figura 3 – Ipotesi Laherrere. Fonte: Aspo.

Figura 4 – Ipotesi Campbell. Fonte: Aspo.

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Queste ipotesi, sono in contrasto con quelle sostenute dagli “abbondandisti”, tra le quali quella del professore all‟Università di Harvard Leonardo Maugieri sostenitore, nel suo ultimo studio presentato a New York dal titolo «Petrolio, la prossima rivoluzione», che “la capacità mondiale di produzione petrolifera non solo non diminuirà, ma crescerà di 17 milioni di barili al giorno (raggiungendo i 110 milioni), soprattutto con lo sviluppo della produzione non convenzionale e che nel 2020, la domanda non terrà il passo dell‟offerta portando al collasso dei prezzi del petrolio”.

Figura 5 – Capacità produttiva mondiale di petrolio fino al 2020 (previsione Maugieri). Fonte: Elaborazione CorrierEconomia.

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Lo studio è nettamente in controtendenza con quello che sostengono l‟Aspo (Association for the Study of Peak Oil) e l‟ Ipcc. Ciò è dovuto allo sviluppo, soprattutto negli Stati Uniti d‟America, di giacimenti non convenzionali come lo shale oil (olio di scisti). Si tratta di un greggio di alta qualità intrappolato nelle rocce dalle quali non defluisce naturalmente; per

l‟estrazione,

necessita della

perforazione

orizzontale e la fratturazione idraulica. L‟estrazione dello shale oil, secondo Maugieri, dovrebbe riequilibrare la geopolitica mondiale dal lato delle esportazioni, permettendo agli States di affermarsi al secondo posto tra i produttori mondiali.

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35

Figura 6 – Produttori mondiali nel 2020 (previsione Maugieri). Fonte: elaborazione CorrierEconomia.

Non si può però trascurare che il processo di estrazione

mediante

fratturazione

idraulica

(Hydraulic Fracking) genera un impatto ambientale nelle aree circostanti, con la presenza di fenomeni sismici (2,8 – 4,0 della scala Richter) ed il rischio BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


di contaminazione delle acque sotterranee e superficiali, oltre ad un elevato consumo. Si stima che un pozzo, nel corso di un intero ciclo di impiego, consumi da 7,5 a 15 milioni di litri di acqua e ciò è nettamente immorale in un contesto generale di cambiamento climatico e di water scarcity. Inoltre provoca emissioni incontrollate di gas serra (đ??śđ?‘‚2 e metano); infatti il rapporto “Science for Eviroment Policyâ€? del Direttorato Generale Ambiente della Commissione Europea stima che, nel 2050, il 29 per cento del bilancio totale delle emissioni necessarie a contenere il riscaldamento globale entro i 2°C proverrĂ dalla combustione di shale gas e shale oil.

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2.2 GLOBAL WARMING:

Come si evince, la letteratura sullâ€&#x;esauribilitĂ delle risorse è lunga e complicata. In veritĂ il punto focale non è quanto ne rimane, ma quanto ci costa; in particolare in termini di sostenibilitĂ ambientale, utilizzare i combustibili fossili, petrolio e carbone in primis, come fonti primarie di approvvigionamento energetico. La combustione di ingenti quantitĂ di petrolio e la produzione di energia dal carbone, su tutto il pianeta,

risulta

dellâ€&#x;incremento

essere delle

la

causa

percentuali

piĂš di

netta

anidride

carbonica (đ??śđ?‘‚2 ) e di altri gas nellâ€&#x;atmosfera, incidendo, in maniera significativa, sullâ€&#x;aumento dellâ€&#x; “effetto serraâ€?. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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Lâ€&#x;effetto serra, partendo da un dato puramente scientifico, è vitale per il nostro pianeta, perchĂŠ, senza di esso, la temperatura media al suolo sarebbe di -18°C e lâ€&#x;acqua si troverebbe solamente allo stato solido, non garantendo quella biodiversitĂ tipica dellâ€&#x;ambiente globale. Ma “effetto serraâ€? è anche la versione italiana di global warming che, tradotto alla lettera come “riscaldamento globaleâ€?, rende meglio lâ€&#x;idea del suo drammatico significato. Lâ€&#x;accumulo nellâ€&#x;atmosfera di inquinanti industriali, tra cui il carbonio sottoforma di đ??śđ?‘‚2 , è la maggiore causa del cambiamento climatico che sempre piĂš tragicamente si sta registrando. Qualsiasi attivitĂ che brucia combustibili fossili produce carbonio in quantitĂ sorprendente.

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Ad esempio, la combustione di un litro di benzina rilascia oltre mezzo chilo di carbonio (ogni anno solo negli Stati Uniti dâ€&#x;America si genera quasi una tonnellata di carbonio semplicemente guidando 39

lâ€&#x;auto). La combustione di una tonnellata di carbone produce quasi una tonnellata di carbonio, poichĂŠ il carbone è sostanzialmente carbonio allo stato puro. Quando il carbonio sale nellâ€&#x;atmosfera sotto forma di đ??śđ?‘‚2 altera i sistemi naturali di raffreddamento, agendo come uno specchio che funziona da una parte sola: lâ€&#x;anidride carbonica lascia passare le radiazioni

solari

attraverso

lâ€&#x;atmosfera

per

riscaldare la terra, ma poi impedisce che la maggior parte del calore prodotto ritorni dalla terra verso lo spazio.

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40 Figura 7 – Illustrazione effetto serra. Fonte: http://letstalkplastics.com/it.

Negli ultimi cento anni si è registrato un aumento della temperatura media del pianeta compreso tra 0,5 e 1,5 °C, a seconda del punto della rilevazione. Nel 1958 le concentrazioni di anidride carbonica registrate erano di 315 ppm (parti per milione), mentre nel gennaio del 2005 si sono raggiunte 385 ppm, con un incremento del 22 per cento in meno di 50 anni (nel 1800 la concentrazione media era di 280 ppm). Anche sul global warming esistono scettici che attribuiscono l‟aumento della temperatura alle BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


attività

vulcaniche

o

al

bilanciamento

dell‟inclinazione dell‟asse terrestre, ma sono davvero una parte marginale ed ininfluente giacché sono sempre più gli studi che smentiscono queste sterili

considerazioni

confermando

la

netta

responsabilità delle attività umane. Infatti, nel 2005 le accademie nazionali delle scienze delle nazioni del G8 oltre alle accademie scientifiche di Brasile, Cina e India hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla risposta globale da dare al mutamento climatico, ponendo l'accento sul fatto che “la comprensione scientifica dei cambiamenti climatici è divenuta abbastanza chiara da giustificare azioni decise da parte delle nazioni”. Due sono gli aspetti complementari responsabili dell‟immissione

nell‟atmosfera

di

anidride

carbonica: BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

41


 la deforestazione, ovvero la tendenza, del tutto moderna, da parte dell‟uomo di aggredire le aree verdi nel nome del “Dio” progresso, ha reso non sufficiente il servizio di “riciclo” dell‟anidride carbonica mediante il meccanismo della fotosintesi di piante e vegetali presenti sul territorio mondiale;  la combustione di fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone e legna), introdotta dalle rivoluzioni industriali per alimentare il fabbisogno energetico industriale, civile, del settore dei trasporti e della produzione di energia elettrica, richiede dei processi di anidride

carbonica

in

atmosfera

per

alimentare bisogni della società umana (circa

l‟82

per

cento

del

fabbisogno

energetico mondiale odierno). BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

42


Gli ultimi dati e studi sono davvero preoccupanti. Nel “Provisional annual statement on the state of the

global

climate”

del

WMO

(World

Meteorological Organization) si legge che “gli anni dal 2001 al 2011 fanno parte dei più caldi mai registrati e che la temperatura media alla superficie del globo (terre emerse ed oceani insieme) presenta un‟anomalia stimata di circa 0,45°C al di sopra della norma calcolata per gli anni dal 1961 al 1990 (14,2°C)”; in più, nella dichiarazione sullo stato del clima mondiale del 2012 si segnala uno “scioglimento senza precedenti della banchisa dell‟Artico ed una moltiplicazione degli estremi meteorologici e climatici in numerose regioni del mondo”; infine, con il rapporto decennale sullo stato del clima mondiale “2001 – 2010: A Decade of

Extremes”,

si

mette

in

luce

“come

il

riscaldamento dell‟intero pianeta, dei continenti e BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

43


degli oceani durante il decennio scorso porta delle ripercussioni sulla salute, sulla sicurezza alimentare e sullo sviluppo socio-economico”. La questione è dunque molto delicata ed assai complessa,

e

nessuno

può

non

coglierne

l‟emergenza: il global warming, modificando il ciclo dell‟acqua, cambia in maniera sostanziale i delicatissimi equilibri che si sono creati nel corso della storia; muterà la distribuzione delle aree equatoriali, tropicali, desertiche e temperate poiché si ridisegnerà la mappa delle precipitazioni e del bilancio idrico globale; aumenteranno sempre più le tempeste tropicali, uragani e tifoni anche in altre latitudini e, al contrario, in altre aree, vi saranno periodi di siccità più frequenti e desertificazioni; in Italia, ad esempio, avremo un sud sempre più arido e un nord sempre più piovoso.

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Lo scioglimento dei ghiacciai è cosa molto grave, poiché diminuisce la percentuale di luce solare riflessa ed aumenta quella assorbita da parte del suolo, invertendo le fasi di glaciazione. Inoltre lo scioglimento dei ghiacci polari provoca una perdita rilevante della riserva di acqua dolce, influenzando le correnti marine innescate dalla differenza di densità fra i bacini o strati di acqua dolce e salata. Tutto ciò avviene ad una velocità pericolosissima in quanto le cause non sono naturali. Al netto di quanto detto e dimostrato, non dovrebbe essere problematico trovare un piano d‟azione comune dei governi mondiali. Eppure, non solo è vero il contrario, ma vi è anche qualcuno che al riscaldamento globale è pronto a brindare.

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Benché il global warming stia già provocando siccità, perdita di raccolti, carestie, inondazioni e altre calamità in diverse regioni del mondo, temperature

più

alte

possono

costituire

un

vantaggio per i Paesi nordici come la Russia, dove inverni più miti e stagioni agricole più lunghe possono incrementare il benessere sociale e produttivo del Paese. In più una nuova rotta settentrionale che costeggi la Siberia libera da ghiacci farebbe risparmiare due settimane di navigazione a petroliere ed altre navi che, per andare dall‟Europa al Giappone, eviterebbero il Canale di Suez. Ma il maggior vantaggio potrebbero trarlo proprio le compagnie petrolifere russe ed i loro partner occidentali, poiché il riscaldamento potrebbe rendere più facile la trivellazione off-shore: il libero accesso ad alcuni miliardi di barili di petrolio e a BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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trilioni di metri cubi di gas attualmente imprigionati negli alti fondali dellâ€&#x;Artico russo rimetterebbe in piedi

lo

sviluppo

economico

del

Nord

e

permetterebbe al governo di continuare a mantenere il proprio ruolo di fornitore di prima scelta (le esportazioni occupano un terzo delle entrate nel bilancio russo).

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2.3 INDIPENDENZA ENERGETICA:

Il

tema

legato

alle

fonti

energetiche

ha

un‟importanza strategica in ogni Paese in quanto nei bilanci statali le importazioni e le esportazioni occupano quote vitali per i tessuti economici, ma non sempre riescono a dare stabilità. In

effetti

le

economie

basate

su

elevate

importazioni o esportazioni di risorse energetiche sono fortemente instabili, soprattutto perché molti dei grandi Paesi esportatori hanno forti elementi di instabilità geopolitica.

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48


È il caso dei maggiori produttori di:  petrolio, che si trovano quasi tutti nella regione mediorientale (Arabia Saudita, Iraq, Iran, Emirati Arabi Uniti, Libia) con presenze

significative

di

Stati

Uniti,

Messico,

Venezuela,

Norvegia,

Cina,

Canada e Russia;  gas naturale, che oltre la Russia che è senza dubbio il primo produttore, sono gli Stati Uniti, il Canada, l‟Iran, l‟Algeria, la Norvegia, la Libia e gli Emirati Arabi;  carbone, che sono Cina, Stati Uniti, Sud Africa, Australia, India e Russia;  uranio, necessario per l‟alimentazione delle centrali

nucleari,

che

sono

Canada,

Australia, Kazakhstan e Russia.

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È chiaro allora che l‟indipendenza energetica è meta ambita da quasi tutti i governi sia per motivi sostanzialmente economici sia per la sicurezza degli approvvigionamenti. 50

Gli Stati Uniti, ad esempio, la ricercano fin dagli anni settanta di Nixon, ed ora, grazie anche alla tecnologia della perforazione orizzontale e della fratturazione idraulica con cui gli scisti e altre formazioni rocciose danno accesso ad altre importanti forniture sia di gas naturale che di petrolio, sembra che riusciranno ad ottenerla. La Energy Information Administration ha affermato che entro la fine di questo decennio, gli States riusciranno ad essere quasi del tutto autosufficienti in

termini

netti

di

fabbisogno

energetico

complessivo, creando un ambiente economico di accesso all‟energia ad un costo molto più basso BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


rispetto

ad

altre

parti

del

mondo,

cosa

rivoluzionaria che sconvolgerebbe le finanze americane. Rivolgendo uno sguardo all‟Italia, come già abbiamo potuto osservare nel capitolo precedente, notiamo come il nostro Paese dipenda fortemente dalle

importazioni

per

l‟accesso

all‟energia.

Inoltre ha prezzi dell‟energia mediamente superiori ai suoi concorrenti europei e ancor più rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti. Questa situazione rappresenta un fattore di grave “appesantimento” per la competitività del sistema economico italiano. Pertanto il tema della sicurezza e dell‟indipendenza degli approvvigionamenti occupa un‟area di vitale importanza per il nostro Paese.

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51


Attraverso le linee di interconnessione sulla frontiera l‟Italia importa ogni anno circa il 14 per cento del suo fabbisogno elettrico, percentuale che la pone come il maggiore importatore di energia elettrica dall‟estero tra i Paesi europei.

Figura 8 – Importazione – in nero – ed esportazione – in verde – di energia elettrica per l’Italia, dal 1963 al 2011. Il bilancio netto è riportato in rosso. Fonte: TERNA.

Si importa l‟84 per cento del fabbisogno energetico ed il resto si produce al 10 per cento da fonti rinnovabili, dal gas e dal greggio rispettivamente al 4 e al 3 per cento. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

52


Il dato è nettamente alto, come si può osservare confrontandolo con la quota media del 53 per cento di importazioni nell‟Europa a 27. 53

Figura 9 – Produzione e importazione di risorse energetiche, 2010. Fonte: MISE.

Questa

dipendenza

ha

un

forte

impatto

macroeconomico per il Paese, con una fattura energetica (2011) pari a circa 62 miliardi di euro (importazioni

nette

di

energia)

che

grava

nettamente sulla bilancia dei pagamenti. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


Ad eccezione dei combustibili solidi, i principali fornitori di materie prime energetiche del nostro Paese sono al di fuori dellâ€&#x;area dellâ€&#x;OCSE e provengono da Paesi spesso caratterizzati da un profilo di rischio geopolitico elevato.

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54


3.PER UN NUOVO GREEN NEW DEAL: La teoria dei cicli dell‟economista russo Nicolaj Kondrat‟ev ha spiegato che, come è avvenuto per treni, automobili, apparecchiature elettroniche e televisione, “le nuove tecnologie che diventano prodotti di massa nel giro di poco tempo” producono “un‟onda congiunturale lunga che genera

nuovi

settori

industriali

con

nuova

occupazione”. Quest‟onda

può

essere

ora

generata

dalla

mobilitazione di energie rinnovabili. Infatti, con la green economy si ha la possibilità di creare nuova occupazione e in particolare di

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55


moltiplicare, a paritĂ di investimento, i posti di lavoro rispetto allâ€&#x;economia tradizionale. Scegliendo

la

rivoluzione

energetica

delle

"rinnovabili" si raggiungerebbero circa 2,7 milioni di posti di lavoro in piĂš nel settore energetico nei prossimi 20 anni nel mondo (evitando insieme 10 miliardi di tonnellate di emissioni di đ??śđ?‘‚2 ) e in Italia ciò

significherebbe

la

creazione

di

nuova

occupazione entro il 2020 di almeno 100mila posti di lavoro, come riportato nel il rapporto di Greenpeace "Working for the Climate: Green Job [R]evolution", facendo guadagnare al sistema Paese italiano fino a 49 miliardi di euro, come dâ€&#x;altronde è segnalato nel rapporto IREX 2013 di Althesys. In piĂš, secondo il rapporto Lavori Low Carbon per lâ€&#x;Europa, preparato dal WWF, la green economy può portare allâ€&#x;Europa 2,5 milioni di posti di lavoro BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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entro il 2020, mentre, per quanto riguarda gli Usa, nel rapporto The Economic Benefits of Investing in Clean Energy, si è calcolato che un milione di dollari investiti nel comparto delle energie pulite genera 16 posti di lavoro, il triplo rispetto ad un analogo investimento nel campo dei combustibili fossili. A rafforzare queste tesi vi è anche rapporto Energy [R]evolution, elaborato dal Centro nazionale tedesco per l'aerospazio, l'energia e i trasporti (DLR), in Europa si potrebbero ottenere quasi mezzo milione di posti di lavoro in più grazie a rinnovabili e efficienza energetica, ed il costo aggiuntivo

della

rivoluzione

energetica

sarà

compensato due volte dal mancato consumo di tre mila miliardi di euro di combustibili fossili nel periodo

2011-2050.

Queste

stime

lasciano

chiaramente intendere che la green economy può BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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trasportare l‟economia in un sistema inedito che contrasti i costi fatalmente in crescita delle energie convenzionali e dei relativi costi sociali al ribasso, facendo riprendere in modo deciso l‟economia che mobilita i mercati interni e non dipende dal mercato delle multinazionali. Ciò non esclude che il rinvigorimento economico si possa avere con l‟innovazione tecnica, una rivoluzione tecnologica che favorisca una nuova crescita dell‟economia mondiale.

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3.1 STRATEGIA ENERGETICA GLOBALE: 59

Lâ€&#x;America

di

Obama,

costretta

a

ridurre

necessariamente le emissioni di đ??śđ?‘‚2 , ha varato un “pacchetto greenâ€? convertendo alcuni reparti e creando settori innovativi. Un esempio è quello legato allâ€&#x;auto. Lâ€&#x;industria dellâ€&#x;auto americana stava perdendo enormi quote di mercato, data la competitivitĂ giapponese, e la crisi economica, estremizzando le difficoltĂ , è riuscita a far individuare una via dâ€&#x;uscita dal governo condizionando

lâ€&#x;erogazione

di

aiuti

federali

allâ€&#x;inversione delle scelte strategiche delle major automobilistiche.

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L‟operazione Chrysler-Fiat ha rappresentato l‟idea di un nuovo dogma culturale, impensabile fino a poco tempo fa, che ha indicato la possibilità della trasformazione di un modello sociale, organizzativo e mentale, prima ancora che tecnologico. Le grandi case automobilistiche, spinte da una bancarotta all‟orizzonte e dal sostegno governativo condizionato alla riconversione ecologica, hanno determinato le condizioni per una svolta strategica mirata all‟aumento di efficienza, non puntando più a caratteristiche come la velocità e la spaziosità. Ma gli USA non sono i soli ad aver preso direttive in merito alla green economy: su base globale si sta assistendo alla graduale conversione green, infatti, su tutte, soprattutto in Europa, lo “Stat0 pioniere del green” è la Germania con il suo Energiewende,

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60


Energiewende si traduce in “trasformazione del sistema energetico” e si riferisce alla decisione del governo tedesco di abbandonare le fonti di energia nucleare e fossile in favore delle rinnovabili – 61

solare, vento, geotermico, biodiesel. E siccome la parola wende i tedeschi la associano al crollo del blocco comunista, una diversa traduzione potrebbe

essere

“rivoluzione

del

sistema

energetico”. La trasformazione del sistema energetico è un‟idea nata durante gli anni Ottanta, attuata nel 2000 con il Renewable Energy Act grazie al quale il governo tedesco si è dato obiettivi ambiziosi:  arrivare

al

30

per

cento

di

energia

rinnovabile nel 2020, e ad un 60 per cento per il 2050. Per la sola energia elettrica, invece si vuole arrivare al 35 per cento da BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


fonti rinnovabili entro il 2020 e all‟80 per cento entro il 2050;  ridurre il consumo di energia del 20 per cento nel 2020 e del 50 per cento rispetto ai consumi del 2008, rinnovando gli edifici pubblici e privati ad un tasso dell‟1-2 per cento l‟anno;  abbassare i consumi nei trasporti immettendo 6 milioni di veicoli elettrici.

Con questo i tedeschi si propongono di “far crescere innovazione e occupazione, rafforzare la loro posizione sui mercati globali con lo sviluppo di tecnologie nuove, e dare al Paese fonti energetiche pulite e sicure”.

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62


Tuttavia non tutti adottano gli stessi pesi e le stesse misure. Secondo le Nazioni Unite, un global green new deal avrebbe bisogno di risorse pari all‟ 1 per cento della ricchezza mondiale, cioè 750 miliardi di dollari. L‟Europa ha investito una somma pari allo 0,9 per cento del Pil, gli usa l‟1,8, la Cina il 7,1. Un punto di partenza, ma è ancora troppo poco.

Figura 10 – La componente verde nei pacchetti di stimolo dell’economia. Fonte: Wuppertal 2009, valori espressi in miliardi di euro.

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63


In figura 10 si nota come, negli Usa, l‟11,5 per cento degli investimenti è qualificato dal punto di vista ambientale. In Cina più di un terzo dei 453 miliardi di euro del piano di rilancio è stato destinato a misure verdi. La Corea del Sud investe l‟80 per cento del pacchetto di stimolo economico nel compartimento energetico ambientale. In Europa il panorama è disomogeneo, con in testa la Germania, i Paesi scandinavi ed in coda l‟Italia e la Polonia. Da

stime

elaborate

in

base

alla

crescita

occupazionale dovuta ad investimenti in economia verde contiamo 100.000 nuovi addetti in Francia, 250.000 in Germania, 350.000 in Gran Bretagna, 960.000 in Corea del Sud, ed infine i 3 - 3,5 milioni in Usa. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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Insomma, i margini per continuare in questa direzione sono concreti ed ampi, gli investimenti sulle fonti rinnovabili non comporterebbero “rischi incalcolabili, ma solamente opportunità”, come sottolinea Olaf Preuss, redattore del Financial Times Deuschland nel suo libro Energie per il futuro (Energie fur die Zukunft).

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65


3.2 STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE: 66

Innovazione è sinonimo di cambiamento e crescita, e solo investendo in essa si può costruire una visione

lungimirante

per

un

nuovo

assetto

organizzativo e competitivo.

La quota di investimenti in ricerca e sviluppo è senza dubbio un indicatore chiave per comprendere quale sia lo sforzo del settore pubblico e privato nell‟ottenimento

di

vantaggi

competitivi

nell‟ambito della scienza e della tecnologia. In Italia, quando si parla d‟innovazione, ci si rende conto dei ritardi clamorosi che il nostro Paese ha nel contesto globale. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


L‟Italia investe in ricerca e sviluppo l‟1,23 per cento, percentuale lontanissima dalla media che hanno i Paesi aderenti all‟Ocse, indicata nella figura 11 dalla barra verde, che è del 2,3 per cento. 67

Figura 11 - Spesa interna lorda in R&S – in percentuale Pil (2010). Fonte: Elaborazioni Eurispes su dai OECD factbook 2011- 2012, Economic, Environmental and Social Statistics.

Nel 2001 si investiva l‟1,9 per cento, il che testimonia un‟evidente carenza nel rilancio delle politiche di ricerca che ha deteriorato nel tempo la capacità di crescita del nostro paese. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


Questo si riscontra anche nei dati riferiti al rapporto tra la spesa in R&S delle imprese ed il Pil, pari allo 0,65 per cento al di sotto della media europea caratterizzata dall‟1,21. 68

C‟è una stretta connessione tra i livelli di conoscenza e l‟avanzamento tecnologico ed in più si può constatare come vi sia una stretta correlazione

tra

progresso

tecnologico

e

trasformazioni sociali. Il nostro Paese potrà reagire solo con un rilancio ed una valorizzazione del capitale umano, poiché innovazione,

conoscenza

e

sapere

scientifico/umanistico sono strettamente legati da un comune destino: quello della crescita economica e sociale. L‟Italia per reinventare un nuovo modello di sviluppo deve necessariamente ripartire da qui, BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


soprattutto se vuole pianificare un nuovo modello energetico nazionale. Da qualche mese il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un documento ufficiale per la consultazione pubblica, diventato legge ad inizio Marzo 2013, in piena instabilità politica, a vent‟anni dall‟ultimo, dove si illustra la nuova Strategia Energetica Nazionale. Il documento è stato redatto per soddisfare le direttive europee definite dal Pacchetto Clima – Energia 2020. L‟insieme di misure adottate dalla UE per il contrasto al cambiamento climatico impegna gli Stati membri dell‟Unione Europea a raggiungere entro il 2020:  l‟impiego di fonti di energia rinnovabile per la copertura del 20 per cento dei consumi energetici finali; BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

69


 il 20 per cento di risparmio energetico in tutti i settori;  il 20 per cento di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra rispetto a quelle registrate nel 1990;  vincolare l‟approvvigionamento del 10 per cento del servizio dei trasporti a fonti alternative rinnovabili.

La strategia energetica nazionale si articola in sette priorità:  la promozione dell‟efficienza energetica;  la promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l‟Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l‟opportunità di diventare il principale hub sud-europeo;

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70


 lo

sviluppo

sostenibile

delle

energie

rinnovabili, per le quali si intende superare gli obiettivi europei („20-20-20‟), contenendo al contempo l‟onere in bolletta;  lo

sviluppo

di

un

mercato

elettrico

pienamente integrato con quello europeo, efficiente

(con

prezzi

competitivi

con

l‟Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile;  la

ristrutturazione

del

settore

della

raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio;  lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto

dei

più

elevati

standard

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

71


internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale;  la

modernizzazione

del

sistema

di

governance del settore, con l‟obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostri processi decisionali. I risultati attesi, dall‟ormai ex governo, per questa strategia proposta, sono dei più rosei. Si prevede:  l‟allineamento dei prezzi all‟ingrosso, ai livelli europei, per tutte le fonti energetiche (elettricità, gas e carburanti);  la riduzione di circa 14 miliardi di euro/anno di fattura energetica estera

(rispetto ai 62

miliardi attuali), con la riduzione dall‟84 al 67 per cento della dipendenza dall‟estero, grazie ad efficienza energetica, l‟aumento di BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

72


produzione

da

importazione

di

rinnovabili, elettricità

e

minore maggiore

produzione di risorse nazionali;  un investimento di 180 miliardi di euro da qui al 2020, sia nella green e nella white economy

(rinnovabili

ed

efficienza

energetica) sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo

idrocarburi).

Si

tratta

di

investimenti privati, in parte supportati da incentivi, con ritorno economico positivo per il Paese;  la riduzione di circa il 19 per cento di emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l‟Italia pari al 18 per cento di riduzione rispetto alle emissioni del 2005;  l‟incidenza del 20 per cento dell‟energia rinnovabile sui consumi finali lordi (rispetto BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

73


al circa 10 per cento del 2010). Sui consumi primari energetici l‟incidenza equivale al 23 per cento, mentre si ha una riduzione dall‟86 al 76 per cento dei combustibili fossili. Inoltre, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico, al pari o superando leggermente il gas, rappresentando circa il 36-38 per cento dei consumi (rispetto al 23 del 2010);  la riduzione di circa il 24 per cento dei consumi

primari

rispetto

all‟andamento

inerziale al 2020 (ovvero, -4 rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di – 20 per cento, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica. Tale strategia, se da un lato colma un gap normativo ventennale, dall‟altro lascia profonde perplessità, infatti come si legge da un comunicato BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

74


stampa

diffuso

dalle

maggiori

associazioni

ambientaliste italiane (Greenpeace, Legambiente e WWF) in merito, “questa strategia è applicata a uno scenario di respiro troppo breve, che arriva solo al 2020, ed è fondata su pochi capisaldi: - incentivare e facilitare lo sfruttamento delle scarsissime risorse petrolifere del Paese, mettendo a rischio ambiente, paesaggio e salute pubblica per un ritorno economico esiguo; - fingere che non esista la questione carbone – la fonte più dannosa per il clima e la salute umana – salvo continuare ad approvare nuovi progetti di centrali alimentate con quella fonte (come nel caso di Saline Joniche) o progetti di ampliamento di impianti già esistenti (come nel caso di Vado Ligure); - definire obiettivi di sviluppo ambiziosi per le fonti rinnovabili, ma identificare al contempo BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

75


strumenti del tutto inadeguati a consentire questa crescita; - trasformare l'Italia in un grande hub del gas, senza chiarire i vantaggi per il paese vista l'assenza di politiche che superino gli impianti a carbone e a olio combustibile. Mentre si predispongono così nuove regalie alle lobby delle fonti fossili, gli investimenti in fonti rinnovabili, in Italia, sono calati del 51 per cento nel 2012 (dato OCSE) per effetto dell‟incertezza normativa, delle riduzioni “selvagge” e non cadenzate degli incentivi, nonché per le barriere amministrative: ovvero, si sta rallentando o affossando l‟unico settore che aveva dimostrato, in questi anni, una tendenza anticiclica, continuando a generare Pil e occupazione.” Ci sarà da fare tanto ancora ma, nel contesto europeo

ed

italiano,

si

inizia

a

prendere

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

76


consapevolezza della centralità di temi come l‟innovazione e la sostenibilità; infatti il nuovo Governo per nome del Ministro all‟Ambiente e della

Tutela

On.

Andrea

del

Territorio

Orlando,

e

nelle

del

Mare,

dichiarazioni

programmatiche sostiene che è “ormai chiara a tutti l‟esigenza di una nuova visione, il più possibile condivisa. E il cambiamento, la svolta, non può che avvenire su un piano culturale, prima che economico. È ciò che impone l‟irruzione sulla scena della grande questione della sostenibilità dello sviluppo” e che “le politiche per migliorare la qualità ambientale del Paese devono diventare l‟orizzonte strategico delle sue scelte di fondo del Governo: dalle politiche di bilancio a quelle fiscali, dalla ricerca e innovazione alle politiche industriali e

per

la

competitività,

dagli

investimenti

infrastrutturali”. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

77


Per il momento, lâ€&#x;Italia riesce comunque a centrare lâ€&#x;obiettivo della riduzione dellâ€&#x;emissione di đ??śđ?‘‚2 in atmosfera;

secondo

il

Dossier

Kyoto

2013

realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, lâ€&#x;Italia ha ridotto lâ€&#x;emissione di gas serra di oltre 20 milioni di tonnellate nel 2012, diminuendo il livello di đ??śđ?‘‚2 di circa il 7 per cento (lâ€&#x;obiettivo era il 6,5), un dato significativo che porta le nostre emissioni nocive a circa 470 milioni di tonnellate di anidride carbonica (MtCO2eq), al di sotto della media di osservazione degli ultimi 4 anni pari a 480 MtCO2eq. Ăˆ doveroso però evidenziare che ciò è stato possibile non tanto per le politiche messe in atto dai policy maker in questi anni, ma per la contrazione della produzione che si è registrata in questi anni di crisi.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

78


D‟altro canto non si può trascurare che, in ambito europeo, vi è in atto un dibattito per il superamento degli obiettivi del 2020: infatti il 27 marzo scorso la Commissione europea ha pubblicato “il Libro verde sul nuovo quadro al 2030 per le politiche dell‟Unione in materia di cambiamenti climatici ed energia”, ridefinendo

il quadro normativo,

considerati i cambiamenti registrati sia in ambito economico e nei mercati energetici, sia nel campo della ricerca e della tecnologia applicata alla produzione di energia, È un primo passo verso la definizione di un nuovo accordo sulle future politiche energetiche e climatiche dell‟UE. Il

quadro

strategico

delinea

come

obiettivi

principali per il 2030 la riduzione delle emissioni di gas

ad

effetto

serra,

la

garanzia

dell‟approvvigionamento energetico ed il sostegno BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

79


alla crescita, alla competitività e all‟occupazione, da realizzarsi secondo un approccio efficiente in termini di costi e fondato sull‟impiego dell‟alta tecnologia. 80

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


3.3 WHITE ECONOMY:

La white economy (l‟efficienza energetica), in combinazione con la green, può essere la risposta. Si devono necessariamente attuare serie politiche di efficienza in tutti i settori: ottimizzare il profitto realizzato per ogni euro che spendiamo in energia, producendo più lavoro, più beni, più servizi e più ricchezza per ogni chilowattora consumato e meno impatto sull‟ambiente. In tutto il mondo, a ogni livello della società, un quarto dell‟energia prodotta dai fornelli arriva agli alimenti in cottura. Le centrali elettriche americane disperdono più energia sotto forma di calore “di scarto” di quella necessaria per far funzionare l‟intera economia BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

81


giapponese e metà dell‟energia elettrica prodotta negli Stati Uniti non è necessaria in partenza. Ma la white economy può essere una risposta non solo per l‟energia elettrica e la climatizzazione: nel settore dei trasporti l‟efficienza energetica si migliora principalmente aumentando il rendimento dei motori a combustione interna e, in misura minore, grazie al potenziamento di combustibili alternativi come il biodiesel, l‟idrogeno o l‟auto elettrica. È stato calcolato che se le automobili circolanti negli Stati Uniti consumassero quanto quelle europee si risparmierebbero quotidianamente 4 milioni di barili di petrolio, pari a quanto produce al giorno l‟Iran, o al doppio della Libia. In più, se in Europa, Usa, Canada, Giappone e Australia si avessero automobili con consumi di carburante medio di 16 – 17 Km al litro, come dimostrano le nuove tecnologie, si consumerebbero 10 milioni di BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

82


barili di petrolio in meno al giorno, pari alla produzione russa, prima produttrice mondiale. Secondo il comitato intergovernativo dell‟Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc), entro la fine del secolo il 30 per cento del fabbisogno energetico sarà soddisfatto non dalle tecnologie pulite, ma grazie alle conseguenze del risparmio energetico. La soluzione è davanti ai nostri occhi, basterebbe rivedere le abitudini e gli stili di vita che hanno accompagnato gli “anni dell‟abbondanza” di fine secolo scorso e riaffermare una società efficiente di contrasto ad una società di sprechi.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

83


4.SOLUZIONI GLOCALI: 84

Le politiche di contrasto al global warming, tema prioritario sul quale si misurerà la capacità dei social planner del presente e del futuro, devono avere diversi punti di azione e di approccio. Ogni entità locale ha la propria quota parte di responsabilità in questa sfida globale. Non a caso, in questo contesto, si parla di “glocalità”. La parola glocale è un neologismo indicante una realtà che coniuga caratteri di globalità e località insieme; indica quindi un piano d‟azione rivolto al contesto

globale,

tenendo

però

conto

delle

specificità delle singole realtà culturali locali.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


I governi del mondo hanno la responsabilità più importante di ricostruire e ristrutturare l‟assetto dello sviluppo economico, ma le amministrazioni locali hanno il dovere di contribuire alla causa, poiché in loro risiede la possibilità di adottare misure pragmatiche che invertano le vecchie logiche di approvvigionamento, avviando una nuova fase energetica. Oramai è chiara e netta la necessità di adottare politiche che ci permettano, nei prossimi anni, di passare ad una civiltà post carbon caratterizzata dal progressivo affrancamento delle fonti fossili in esaurimento e dalla volontaria riduzione di quelle attività antropiche incompatibili con la stabilità climatica e la salute degli ecosistemi.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

85


Di seguito si indicheranno varie prospettive per iniziare questo percorso, tenendo ben presente la complessità dell‟argomento e delle azioni che si devono adottare per rispondere alle esigenze di cambiamento nei tre grandi “filoni di energia” analizzati nel primo capitolo.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

86


4.1 POST CARBON CITIES: La visione e gli obiettivi strategici del Paese, come delle realtà urbane che lo compongono, devono essere al passo con i tempi e funzionali a questi. Dalle città ci si aspetta la prima mossa. Bisogna entrare in una nuova era urbana, ripensando, ridisegnando e ristrutturando le città e l‟economia in base alle nuove esigenze, creando nuove opportunità e migliorando la qualità della vita metropolitana. Alcune norme che le amministrazioni locali dovrebbero prendere seriamente in considerazione potrebbero essere:

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

87


 ridurre l‟uso delle autovetture costruendo quartieri vitali a destinazione d‟uso misto e percorribili a piedi;  incentivare l‟occupazione locale e ridurre le distanze di trasporto dei beni di consumo sviluppando l‟industria manifatturiera locale;  ridurre gli sprechi energetici migliorando la qualità

dell‟edilizia,

l‟isolamento

degli

edifici, l‟areazione e l‟esposizione al sole;  accorciare le distanze percorse dalle derrate alimentari, tutelando i terreni agricoli e incentivando l‟agricoltura locale;  generare energia in forma distribuita sul territorio da fonti sicure e rinnovabili;  sviluppare “ecosistemi di servizio” come le aree umide, i canali di scolo e gli alberi ai lati delle strade, contribuendo a mitigare i rischi

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

88


delle alluvioni e creando habitat per la flora e la fauna selvatiche. Su queste semplici proposte iniziali e “per dare un supporto alle amministrazioni locali nell‟affrontare le sfide del picco del petrolio e dei cambiamenti climatici e aiutarle a sviluppare le strategie di relocalizzazione”, nel 2007 il Post Carbon Institute, negli Stati Uniti d‟America, ha lanciato il programma Post Carbon Cities, una rete tra amministrazioni locali che consiste nel :  sottoscrivere

l‟U.S.

Mayors

Climate

Protection Agreement (Accordo dei sindaci americani sulla Protezione del Clima) e/o la World Mayors and Municipal Leaders Declaration

on

Climate

Change

(Dichiarazione sul Cambiamento Climatico dei sindaci e leader locali di tutto il mondo), BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

89


o per l‟Europa sottoscrivere il Convenant of Mayors (Patto dei Sindaci);  unirsi alla campagna ICLEI, Città per la Protezione del Clima;  firmare

l‟Oil

Depletion

Protocol

(il

Protocollo sulla Riduzione del Consumo di Petrolio), conosciuto anche come Protocollo di Rimini o di Uppsala;  creare una Peak Oil Task Force al fine di identificare e ridurre le criticità legate al picco del petrolio. In Europa è stata Monteveglio, una cittadina italiana in provincia di Bologna (5.105 abitanti), la prima città del continente a vedere la nascita di un‟iniziativa di transizione collegata al movimento delle Transition Towns.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

90


Il 26 novembre 2009 la giunta comunale di Monteveglio ha varato un‟importante delibera, caso unico in Italia, che riconosce ufficialmente il picco del petrolio (Rapporto Hirsch) ed intende orientare la comunità verso un futuro post carbon attraverso la realizzazione di un “Piano di decrescita energetica”. Da un estratto della Deliberazione n.92 del 26/11/2009 del comune di Monteveglio: “Sono previsti i seguenti indirizzi per l‟attuazione delle politiche ambientali definite dalle linee programmatiche

di

mandato

approvate

con

deliberazione consiliare n.54/2009:  fuoriuscita dal petrolio e dai combustibili fossili

come

politica

prioritaria

di

quest‟amministrazione, attraverso un Piano di

Decrescita

Energetica

che

renda

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

91


Monteveglio un comune Post Carbon; patrocinio

strategico

all‟associazione

Monteveglio Città di Transizione di cui condivide

lo

scenario

di

riferimento

(l‟esaurimento delle risorse energetiche ed il senso del limite dello sviluppo);  i metodi (il coinvolgimento dal basso della comunità), gli obiettivi (rendere la propria comunità più resiliente, ovvero più preparata ad un futuro a bassa disponibilità di risorse energetiche)

e

l‟approccio

ottimistico

(nonostante la criticità del momento, nelle trasformazioni che verranno risiedono grandi opportunità da cogliere per migliorare la qualità della vita di tutti i nostri cittadini);  attuazione di un percorso istituzionale e partecipato

per

Monteveglio

Città

la di

dichiarazione

di

Transizione,

che

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

92


preveda

il

coinvolgimento

diretto

dei

cittadini ed un passaggio conclusivo in Consiglio Comunale; ďƒź definizione di strumenti di misurazione delle emissioni

di

đ??śđ?‘‚2

e

di

politiche

di

contenimento che vadano oltre i limiti definiti dalla ComunitĂ Europea e che siano in linea con lâ€&#x;obiettivo globale delle 350 ppm; ďƒź promuovere lâ€&#x;efficienza energetica degli edifici

pubblici

esistenti,

attraverso

lâ€&#x;attuazione di progetti di miglioramento degli involucri e lâ€&#x;installazione di impianti fotovoltaici e solari termici, e di impegnarsi a realizzare

esclusivamente

nuovi

edifici

pubblici ad alta efficienza energetica;

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

93


 promuovere, di concerto con gli altri comuni coinvolti, la revisione del Regolamento Edilizio Urbanistico sovracomunale affinché recepisca: 94

• il Dlgs 115/08; • l‟atto

di

indirizzo

regionale

sui

requisiti di rendimento energetico e sulle

procedure

energetica

degli

di

certificazione

edifici

(delibera

156/08), con particolare riferimento agli art. 13, 14, 15; • impegnandosi ulteriore

a

promuovere

miglioramento

di

un tali

normative, nel senso di una migliore efficienza energetica;  promuovere presso l‟Unione dei Comuni l‟individuazione di un Energy Manager, con compiti di raccolta e nell'analisi dei dati sui BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


consumi energetici, di promozione di progetti di sviluppo di energia rinnovabile e dell'uso efficiente

dell'energia

nelle

strutture

comunali associate e come fattore di 95

promozione di tali azioni sul territorio;  promuovere

presso

la

cittadinanza

la

diffusione di energie rinnovabili attraverso: • la creazione di uno Sportello Energia Sovracomunale in grado di orientare i cittadini tra le diverse tecnologie presenti sul mercato; • il supporto ai Gruppi d‟Acquisto Fotovoltaico

e

Termico

dell‟associazione

costituiti Monteveglio

Solare

Città

di

Transizione

mediante la messa a disposizione dell‟Ufficio Ambiente come punto informativo per la adesione al Gruppo BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


e mediante la convocazione di un incontro pubblico informativo; • un

progetto

di

mappatura

dell‟efficienza energetica degli edifici privati attraverso l‟uso di Sistemi Informativi strumento

Territoriali di

crescita

come della

consapevolezza e di diffusione delle energie

alternative,

sviluppato

in

collaborazione con l‟Università di Venezia; • incontri pubblici informativi;  promuovere presso la cittadinanza: • la consapevolezza dei limiti di un‟idea di sviluppo basata su risorse illimitate; • la consapevolezza della necessità di riconvertire un‟economia basata sui

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

96


combustibili fossili e ad alto consumo di risorse non rinnovabili; • lâ€&#x;adozione di stili di vita sobri e sostenibili; • incentivare politiche di riforestazione sul

territorio

come

strumento

di

compensazione delle emissioni di đ??śđ?‘‚2 .â€?

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

97


4.2 SMART CITIES E SMART GRIDS: La

trasformazione

che

sta

avvenendo

con

l‟accelerazione di ogni dinamica e con la diffusione radicale

della

tecnologia,

sopratutto

della

comunicazione, è epocale e solo ridisegnando le nostre comunità urbane potremo cambiare il volto del mondo. Per questo abbiamo bisogno di città smart, intelligenti, di un modello urbano capace di garantire un‟elevata qualità della vita, tutelando la crescita individuale e sociale delle persone e delle imprese ed ottimizzando risorse e spazi per la sostenibilità. Possiamo rappresentare le esigenze e i bisogni della società contemporanea con la piramide dei bisogni BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

98


di Maslow, che mostra come progressivamente si è passati dal soddisfacimento dei bisogni primari e materiali,

tipici

delle

società

di

mercato

consumistiche, al soddisfacimento di bisogni più “alti”, tipici di società globali post-consumistiche. Secondo questa prospettiva, affinché un bisogno di livello gerarchico superiore emerga è necessario che quelli di ordine inferiore siano stati soddisfatti.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

99


100

Figura 12 – Piramide dei bisogni (Maslow) e relazioni con gli obiettivi strategici dei sistemi Paese. Fonte: Elaborazioni TEH – Ambrosetti su Maslow A., 1943.

I primi quattro bisogni “base” (bisogni biologici, sicurezza, protezione, affetti e rispetto) sono obiettivi strategici, centrati dalle comunità nei secoli trascorsi. I nuovi bisogni strategici che oggi reclamano soddisfazione riguardano la consapevolezza di sé e BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


del

mondo

e

la

sostenibilità

delle

scelte:

l‟equilibrio, la crescita personale e il cercare di soddisfare

i

propri

bisogni

evitando

di

compromettere la capacità delle future generazioni 101

di soddisfare i loro. Affinché questi vengano soddisfatti, le città dovranno ridisegnarsi in modo tale da:  evitare gli sprechi elettrici ed idrici attraverso l‟adozione di sistemi di rilevamento e monitoraggio

avanzati

(sistemi

di

telecontrollo e sensori su lampioni pubblici, impianti di irrigazione, ecc.);  ottimizzare

le

emissioni

industriali

e

residenziali con soluzioni che riducano l‟impatto degli impianti di aerazione e di riscaldamento;

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


 integrare le fonti di energia rinnovabile nel sistema energetico ed applicare ai settori industriale, residenziale, infrastrutturale e nei trasporti soluzioni per l‟efficienza energetica;  agevolare gli spostamenti con il controllo dei flussi ed alla infomobilità: rendere i trasporti pubblici innovativi e sostenibili, i centri storici

pedonalizzati

e

favorire

l‟intermodalità tra mezzi di trasporto non inquinanti (auto elettriche e biciclette, ad esempio);  produrre meno rifiuti e trarre energia da essi praticando la raccolta differenziata;  rendere le prenotazioni ed i pagamenti delle prestazioni sanitarie e dei servizi urbani in remoto, recuperando tempo utile per se stessi;

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

102


 rendere i servizi pubblici, bancari e postali online;  mantenere costante il patrimonio immobiliare delle città e gestirlo attraverso le tecnologie 103

più avanzate;  proteggere il verde urbano e bonificare le aree dismesse;  rendere la città un laboratorio di idee, un ambiente fertile per l‟apprendimento, la creatività e l‟innovazione, perseguiti secondo logiche inclusive. La rete e le connessioni sono la struttura principale di queste città e le nuove forme energetiche si devono “adeguare” a tali esigenze. A tal scopo nascono le tecnologie ICT (Information and Communication Technology), con l‟ambizione di

abilitare

un

processo

di

trasformazione

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


strutturale di ogni fase del ciclo energetico, dalla generazione fino all‟accumulo, al trasporto, alla distribuzione,

alla

vendita

e,

consumo intelligente di energia.

soprattutto,

al

Le tecnologie

dell‟informazione e della comunicazione sono, infatti, l‟insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni (tecnologie digitali comprese). Il connubio fra ICT ed Energia viene comunemente identificato con il termine Smart Grid, una “griglia intelligente” che rivoluziona il modo di intendere la distribuzione dell‟energia elettrica. Oggi la rete elettrica è progettata come una rete passiva che trasporta l‟energia secondo una sola direzione: da poche grandi centrali di generazione a

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

104


tanti piccoli punti di consumo, presso gli utenti finali. La nuova rete, al contrario, dovrà fare leva sull‟energia prodotta da fonti rinnovabili e sistemi micro, creando efficienza energetica attraverso l‟avvicinamento

in

termini

spaziali

tra

la

produzione ed il consumo di energia, riducendo così anche le perdite intrinseche del sistema di distribuzione: attraverso una rete capillare di dispositivi e sistemi connessi e cooperanti, che diventano parte attiva di un ciclo di controllo esteso alle grandi centrali di generazione così come ai comportamenti

dei

singoli

utenti

(agli

elettrodomestici in casa, alle auto elettriche ed ai sistemi di micro-generazione), le smart grids trasportano

e

controllano

l‟energia,

mentre

trasmettono le informazioni e analizzano i dati sul consumo. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

105


La rete di comunicazione necessaria a realizzare le smart grids può essere suddivisa in quattro segmenti, come da figura 13 : 106

Figura 13 – I quattro segmenti di una rete di comunicazione per la Smart Grid. Fonte: Telecom italia.

1. la rete domestica (Home Area Network), che interconnette

i

meter

delle

utilities

energetiche (contatori di elettricitĂ , gas, acqua, calore) con i sistemi locali di monitoraggio e controllo; BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


2. la rete di quartiere (o Neighbothood Area Network), che interconnette i meter di un quartiere e consente di gestire il bilancio energetico a livello aggregato; 3. la rete metropolitana (o Wide Area Network), che convoglia i dati alle utilities e che include tutte le piattaforme di gestione sia di tipo energetico sia di tipo ICT; 4. la rete Inter – Grid, che, infine, permette la comunicazione fra smart grids di paesi diversi al fine di gestire dinamicamente accordi di bilancio energetico. PerchÊ questo sia possibile si introdurranno degli smart

meters

connessi

ad

una

rete

di

comunicazione broadband (banda larga) che renderĂ disponibili in tempo reale i profitti di consumo/micro generazione, sia agli utenti sia ai gestori. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

107


Lo sviluppo di questi nuovi sistemi sta diventando una priorità di politica energetica in molti Paesi convinti che la sfida del futuro sia: soddisfare una crescente domanda di energia tramite una rete elettrica in grado di gestire flussi bi–direzionali di energia ed informazione, di integrare dispositivi intelligenti di consumo e di promuovere i consumatori a livello di prosumer (professional– consumer). A questo proposito

si

riporta un pensiero

dell‟economista Jeremy Rifkin : “Le

grandi

rivoluzioni

scaturiscono

dalla

convergenza tra nuove forme di energia e nuovi modi di comunicare: la scrittura si è sviluppata con l‟avvento dell‟agricoltura; la scoperta del motore a vapore è coincisa con la comparsa e la diffusione della

stampa;

ci

siamo

orientati

verso

la

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

108


concentrazione delle fonti energetiche, quali i combustibili

fossili

e

nucleari,

mentre

si

imponevano forme di comunicazione centralizzate nelle mani dei giganti delle telecomunicazioni che stavano dietro ai nostri telefoni e fax. Ma oggi, con Internet, la gente può veramente pensare in un‟ottica globale ed agire localmente. Un miliardo di persone agisce a livello locale quando si mette in contatto con gli amici dall‟altra parte del pianeta. Oggi assistiamo allo sviluppo di un‟energia “distribuita” che si evolve contestualmente ad un sistema di comunicazioni anch‟esso decentrato – la terza rivoluzione industriale, l‟unico modo per uscire dalla situazione in cui ci troviamo.”

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

109


4.3 ELETTRICITÀ E SMART GRIDS: il progetto Regeneratives Kombikraftwerk. Una delle critiche rivolte alle fonti rinnovabili riguarda la loro presunta incapacità di soddisfare in maniera continuativa il fabbisogno di elettricità, data l‟intermittenza di approvvigionamento da risorse naturali come il vento e il sole. La produzione di energia avverrebbe, dunque, non in

base

ai

consumi,

bensì

alle

condizioni

meteorologiche. In realtà, per bilanciare la domanda e l‟offerta dell‟energia immessa in rete si può ricorrere a diverse soluzioni: accumulo di energia, smart grids,

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

110


collegamento internazionale delle reti per bilanciare le diverse richieste, smart metering. Uno dei primi esperimenti in merito, su larga scala, è

il

progetto

Regeneratives

Kombikraftwerk

(Centrale Combinata ad Energie Rinnovabili), effettuato in Germania dall‟Università di Kassel in collaborazione con Schmack Biogas, Enercon, SolarWorld, l‟ISET (Institute for Solar Energy Supply Systems) ed altri 13 partner, che ha dimostrato come un sistema di impianti distribuiti ad energia rinnovabile possa invece coprire una domanda di energia di base, oltre che di picco, in modo sicuro ed affidabile. Il concetto di centrale combinata si basa sul collegamento in rete di diverse centrali di energie rinnovabili: è una “centrale virtuale” che descrive, appunto, la connessione in rete di diversi impianti BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

111


gestiti da una centrale di controllo informatico. Per realizzare questo progetto è stata costruita una rete di impianti che copre l‟ 1/10.000 della domanda elettrica tedesca che, nel caso specifico, rappresenta la domanda della città di Emden (52.000 abitanti). L‟obiettivo era dimostrare, su piccola scala, come un sistema combinato di impianti energetici alimentati da fonti pulite può essere effettivamente realizzato e, per estensione, potrà essere sviluppato anche su scala nazionale rimpiazzando le centrali convenzionali. La Regeneratives Kombikraftwerk collega in un network nazionale trentasei impianti a fonti rinnovabili sparsi sul territorio tedesco attraverso l‟uso di smart grids controllate da un computer centrale situato presso l‟università di Kassel.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

112


I componenti della centrale elettrica combinata e distribuita, sparsi sul territorio della Germania, sono:  20 impianti fotovoltaici = 5 MWp (14%);  4 impianti di biogas = 4MW (25%);  11 Impianti eolici = 12,6 MW (61%);  1 sistema di accumulo/pompaggio d‟acqua a Godistal = 1MW (accumulo idrico).

Figura 14 - Distribuzione sul territorio tedesco degli impianti di energia rinnovabile della centrale a ciclo combinato di potenza. Fonte: ISET.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

113


Il funzionamento di una centrale combinata consta di due fasi:  la regolazione e il controllo preventivo;  la sintonizzazione precisa.

114

Questo sistema si è dimostrato capace di soddisfare la domanda di base (2,73 – 6,47 MW) e di picco (22,1 MW) a tutte le ore della giornata e con qualsiasi

condizione

meteorologica,

con

capacità di accumulo di 1,06 MW per otto ore.

una La

previsione del fabbisogno di energia pianifica il controllo del coordinamento delle centrali di produzioni e accumulo. Quando gli impianti eolici e fotovoltaici non sono in grado di produrre l‟energia richiesta in rete vengono sostituiti da due fonti alternative:

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


 impianti di cogenerazione che producono energia

elettrica

e

termica

da

biogas

accumulato;  centrale di pompaggio idrico che accumula l‟energia meccanica dell‟ “acqua pompata” in un serbatoio di una certa altezza e può fornire l‟energia elettrica azionando turbine con il flusso idrico verso un serbatoio a livello inferiore. La corrente elettrica prodotta in eccedenza può essere utilizzata per l‟accumulo locale oppure esportata/importata da altre reti internazionali sotto il controllo computerizzato: è appunto questa la funzione delle reti intelligenti (smart grids).

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

115


116

Figura 15 - Sviluppo nel tempo della fornitura/accumulo di energia nel progetto ISET. Fonte: ISET.

La centrale combinata di energie rinnovabili è tuttora funzionante e dimostra che le energie rinnovabili: ďƒź sono combustibili nel tempo in qualsiasi momento; ďƒź si compensano in rete; BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


 possono apportare un valido contributo all‟approvvigionamento flessibile dell‟energia;  possono sostituire l‟attuale approvvigionamento energetico da combustibili fossili e dal nucleare. Si stima che i costi di generazione di un sistema a impianti rinnovabili combinati sono oggi di 13 centesimi di euro per kWh prodotto, il doppio dell‟elettricità convenzionale che però è in una fase di rapida ascesa in tutto il mondo. Conseguentemente a questo primo esperimento l‟Unione Europea, con il patrocinio del Ministero federale tedesco per l‟Ambiente, ha finanziato un secondo progetto di Centrale Elettrica Combinata “Kombikraftwerk 2”, presentato alla

Fiera di

Hannover MESSE nell‟Aprile del 2013. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

117


Il nuovo progetto collega via internet venticinque impianti con una potenza nominale di 120 MW al fine di dimostrare che, quando ci sono più impianti collegati in un stesso circuito, le carenze di una fonte possono

essere

bilanciate dal

surplus

produttivo di un‟altra centrale. Secondo il project

manager Kaspar Knorr,

attraverso il Kombikraftwerk 2 “in futuro le rinnovabili potranno assicurare stabilmente la fornitura di energia primaria e contribuire a servizi ausiliari, come la stabilizzazione della frequenza e del voltaggio”.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

118


4.4 GEOTERMIA PER USI TERMICI: gli impianti di geoscambio. 119

Nel paragrafo precedente si è esposta una proposta di merito, una riflessione su come sviluppare un nuovo modo di produrre energia elettrica, un nuovo dogma

tecnologico

di

produzione

energetica

sostenibile che risponda alle esigenze dei nostri tempi. Ma dallâ€&#x;analisi fatta allâ€&#x;inizio si è notato come lâ€&#x;energia

elettrica

occupi

appena

un

terzo

dellâ€&#x;energia primaria globale. Per intervenire nettamente sulle emissioni di đ??śđ?‘‚2 dobbiamo perciò concentrarci anche e principalmente su una nuova declinazione di energia termica.

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Si potrebbe prendere esempio dall‟Islanda, dove il 90 per cento dell‟energia totale necessaria al riscaldamento domestico viene prodotta tramite geotermia e il governo continua ad investire in questa direzione con notevoli vantaggi anche dal punto di vista economico (dal 1970 ad oggi sono stati risparmiati ben 7,2 miliardi di dollari). Nell‟universo delle energie rinnovabili, infatti, la geotermia è sicuramente una delle più indicate per supplire agli impianti termici tradizionali. Usa il calore della terra per produrre energia primaria: i geoscambiatori propriamente detti a “circuito chiuso”, ovvero dotati Sonde Geotermiche Verticali (SGV) e/o con Sonde Geotermiche Orizzontali (SGO) accoppiate a pompe di calore (PdC) geotermiche, consentono di riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria nell‟ BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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ambito di applicazioni residenziali, industriali e del terziario. Attualmente gli impianti di riscaldamento e raffrescamento che utilizzano la risorsa geotermica rappresentano la scelta piĂš razionale ed economica nel campo dellâ€&#x; utilizzo dellâ€&#x;energia.

Figura 16 - Sistemi Geotermici, Geotermia ad alta e bassa temperatura. Fonte: Trevi Geotermia.

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Questo tipo di realizzazione impiantistica permette di produrre acqua calda (fino a 50-60°C) e fredda (fino a 5°C) per climatizzare un edificio o per processi industriali (cantine, serre, itticoltura, etc.) e, al contempo, consente di massimizzare il rapporto dell‟energia utilizzata rispetto alle risorse impiegate e di risparmiare, per la gestione dell‟immobile, dal 55 al 75 per cento per la fase di riscaldamento e sino al 90 per la fase di rinfrescamento. La sorgente di energia è quella contenuta nel sottosuolo, un‟energia pulita, facilmente disponibile e rinnovabile perché proviene da fonti inesauribili quali il nucleo della Terra e l‟irraggiamento solare. Essa viene trasferita dal terreno all‟edificio e viceversa: l‟impianto geotermico utilizza il terreno come fonte di calore in inverno e come pozzo caldo BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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in estate. Infatti, grazie alle sonde geotermiche e alla pompa di calore, è possibile estrarre calore dal terreno per riscaldare l‟ambiente d‟inverno e cedere calore al terreno per rinfrescare l‟ambiente durante 123

l‟estate.

Figura 17 - Scambio di calore Estate/Inverno. Fonte: Trevi Geotermia.

Per riscaldare l‟edificio, l‟energia termica presente nel

sottosuolo

viene

estratta

tramite

il

geoscambiatore e trasferita, attraverso la pompa di BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


calore (alimentata elettricamente), all‟impianto di climatizzazione.

Viceversa,

per

raffreddarlo,

l‟energia termica presente nell‟edificio viene assorbita

dall‟impianto

di

climatizzazione

e

trasferita, attraverso la pompa di calore e il geoscambiatore, al sottosuolo. Affinché questo avvenga vi è bisogno di un‟integrazione di energie rinnovabili, come si nota da figura 18.

Figura 18 – Integrazione dei sistemi di energia rinnovabile. Fonte: Trevi Geotermia.

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I punti di forza di un impianto geotermico sono: ďƒź una

sola

macchina

per

riscaldamento,

raffrescamento e Acqua Calda Sanitaria; ďƒź maggiore durata ed affidabilitĂ rispetto alle PdC (pompe di calore) aerotermiche; ďƒź coefficiente di prestazione medio stagionale (CPO) della pompa di calore ed il rapporto di efficienza energetica (EER) piĂš elevati rispetto alle PdC aerotermiche; ďƒź assenza di combustione, quindi nessuna emissione locale di đ??śđ?‘‚2 , nessun bisogno di canna fumaria e mancanza di vincoli normativi (pratiche ISPESL, Vigili del Fuoco, etc.); ďƒź nessun bisogno di allaccio del metano; ďƒź massima sicurezza: assenza di sostanze nocive, infiammabili o esplosive; ďƒź scarsa manutenzione programmata; BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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 assenza di gruppi frigo all‟esterno degli edifici (nessun inquinamento visivo ed acustico);  nessun inquinamento termico d‟estate;  passaggio a classi energetiche superiori;  incremento

del

valore

di

mercato

dell‟immobile.

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126


4.5 TRASPORTI E BIOCARBURANTI: analisi critica. 127

L‟ultimo “filone” energetico da esaminare è quello legato alla mobilità, che occupa una quota importantissima dell‟energia primaria e, come si è già osservato precedentemente, è quello che dipende di più dai combustibili fossili. In una celebre citazione, lo scrittore Denis Waitley disse: “Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”. Questa citazione, nel suo complemento oggetto “responsabilità”, coglie appieno il significato di cambiamento, poiché quando si cerca di cambiare

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lo status quo delle cose ci si deve sempre assumere le responsabilità delle conseguenze legate al nuovo. Rispondere all‟esigenza di cambiare il paradigma energetico non è cosa semplice, soprattutto se si affronta il tema legato alla mobilità. A volte prendere decisioni affrettate nel nome della superficialità e di slogan ingenui può ampliare ed aggravare il problema. È questo il caso della direttiva europea definita, come già osservato, nel Pacchetto Clima – Energia 2020. Il Pacchetto Clima-Energia 2020 prevede di vincolare l‟approvvigionamento del 10 per cento del servizio dei trasporti a fonti rinnovabili nei Paesi membri. In altri termini, l‟impiego di biocarburanti e bioliquidi (biocombustibili) deve BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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essere vincolato ad alcuni criteri di sostenibilità ambientale, in particolare rispetto alle soglie di risparmio di emissioni di gas serra che si devono garantire. Tuttavia, nessun criterio di natura vincolante è stato ancora introdotto in relazione agli impatti sociali della loro produzione. Inoltre, un crescente coro di voci critiche mette in dubbio la capacità di riduzione di emissioni dei biocarburanti,

soprattutto

quelli

di

prima

generazione ricavati a partire da materie prime agricole alimentari, sia per l‟impatto che hanno sulla sicurezza alimentare sia per l‟accesso alla terra e alle risorse naturali nei Paesi poveri. Infatti il cambio di destinazione d‟uso dei suoli dovuto all‟aumento di produzione di biocarburanti per diverse materie prime utilizzate, tra le quali l‟olio di palma e i semi di girasole, provoca degli effetti indiretti che portano ad un bilancio di BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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emissione peggiore rispetto allâ€&#x;equivalente utilizzo di fonti fossili. In sintesi, con lâ€&#x;obiettivo di ridurre le emissioni ricorrendo ai biocarburanti, lâ€&#x;UE rischia di ottenere un effetto boomerang preoccupante non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale. Lo testimonia la IEA: la corsa allâ€&#x;uso di questi carburanti alternativi al petrolio (dal 2000 al 2010 il consumo mondiale dei biocarburanti è passato da 16 a 100 miliardi di litri) da una parte comporta un livello di emissioni addizionali stimato nellâ€&#x;ordine dei 27-56 milioni di tonnellate di đ??śđ?‘‚2 equivalenti per anno (vale a dire il 6 per cento del totale delle emissioni nei trasporti nel 2007), dallâ€&#x;altra ha contribuito a determinare la crisi dei prezzi del 2007- 2008 (figura 19) condizionando sia il livello dei prezzi delle commodity sia la loro volatilitĂ e BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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portando il numero di affamati nel mondo a superare il miliardo di persone (1 miliardo e 23 milioni nel 2009). 131

Figura 19 - Il ruolo svolto dai carburanti nella crisi dei prezzi del 2007- 2008. Fonte: Chris Charles, Should Web e Concerned about Competition between Food and Fuel. Analysis of biofuel consumption mandates in The European Union and United States,GSI e IISD, Aprile 2012.

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Ed ancora, l‟Agricultural Outlook 2011-2020 stima che nel 2020 il 12 per cento della produzione globale di grani duri, il 16 per cento di oli vegetali ed il 33 per cento di zucchero saranno destinati all‟industria dei biocarburanti. Inoltre, nello stesso periodo, il 21 per cento dell‟aumento della produzione di grani duri, il 29 per cento di quello degli oli vegetali e il 68 per cento di quello dello zucchero andrà all‟industria dei biocombustibili. Diversi studi, tra cui Blanco Fonseca - 2010 e Laborde - 2011, valutano che, a causa della domanda addizionale determinata dagli obiettivi di consumo obbligatori fissati dalla UE, nel 2020 i prezzi dei semi delle oleaginose cresceranno del 33 per cento, quelli degli oli vegetali del 20, quelli del

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frumento del 16, quelli del mais del 22 e quelli dello zucchero del 21. Altro grave fenomeno in crescita attribuibile alla produzione di biocarburanti è il land grabbing (acquisizione di ampie estensioni di terra): il

2000

ed

il

2010,

stando

i

tra calcoli

dell‟International Land Coalition, su un totale di 70,9 milioni di ettari di terreni già acquisiti o soggetti a negoziato per la loro acquisizione da parte di investitori nazionali e internazionali, circa 37,2 milioni sono destinati alla produzione di biocarburanti. Circa il 50 per cento di questi investimenti (18,8 milioni ettari) ha avuto come target l‟Africa Sub-Sahariana.

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133


134

Figura 20 - Tipologia di produzioni in relazione alle acquisizioni di terra a livello globale (milioni di ettari). Fonte: Elaborazione ActionAid su dati di Anseeuw W., Alden Wily L., Cotula L., Taylor M. Land Rights and the Rush for Land. Findings of the Global Commercial Pressure on Land Research Project, International Land Coalition, IIED CIRAD, Gennaio 2012.

L‟Unione Europea sostiene che la produzione di materia prima per i biocarburanti può avvenire in terre marginali o degradate anziché su terreni fertili da destinare alla produzione alimentare. Questa supposizione è nettamente ingenerosa, poiché molta della terra considerata inutilizzata rappresenta una fonte di sostentamento fondamentale per i poveri,

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in quanto in grado di fornire frutti, erbe, legno e pascoli necessari alla sopravvivenza. Sostanzialmente è molto difficile trovare una terra che non sia in qualche modo utilizzata o che non fornisca un importante servizio ambientale per gli ecosistemi. In più, trattandosi di investimenti per coltivazioni monoculturali da esportazione, sono necessarie

zone

dotate

di

infrastrutture

di

collegamento e, fattore molto importante, di disponibilità di acqua. Dunque nel mondo dei trasporti ancora non si ha una seria e valida alternativa al petrolio e soluzioni come questa rischiano realmente di peggiorare le cose invece di migliorarle. Il modo migliore per approcciarsi a questa tematica, con l‟intento di trovare una soluzione pragmatica, sarebbe quello di avviare politiche serie di BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

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efficienza, come quelle descritte nel terzo capitolo, ed iniziare coscienziose pratiche di ricerca e sviluppo condizionate al metodo e al merito. 136

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CONCLUSIONI : Vomfiabone. Vomfiabone è un termine formato da tre parole latine e significa “una maledizione che diventa una benedizione”. Il lavoro sin qui esposto si riassume in questa “parola” di speranza: siamo ancora in tempo per invertire la rotta e trasformare questa crisi in un‟opportunità. Nell‟ epoca delle passioni tristi, come amano definirla in un loro saggio gli psicoterapeuti francesi Benasayang e Schmit, dove si illustra la correlazione tra crisi dell‟individuo e crisi globale, bisogna reagire e credere che un nuovo mondo sia possibile.

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La risposta strutturale all‟avvertenza del global warming non è solo un problema ambientale, ma è una questione profondamente etica e

politico-

economica. 138

Le ricerche che lo confermano oramai sono dettagliate e non confutabili, la fazione degli scettici è davvero irrisoria; vi è stato uno studio imponente

per

ogni

articolo

scientifico

sul

riscaldamento globale degli ultimi 10 anni e su un campione rappresentativo del 10 per cento, quasi mille articoli, non ve n‟è uno che smentisca il pericolo del global warming. Ogni policy maker, ad ogni responsabilità, ha il dovere morale ed etico di assumere azioni di risposta a questo problema che, come abbiamo avuto modo di constatare, va contrastato in ogni zona del pianeta. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


Si è fatto tanto ma ancora non basta. La ricerca dellâ€&#x;indipendenza energetica e la superficialitĂ di approccio al tema delle riduzioni di đ??śđ?‘‚2 , a volte, possono condurre su binari sbagliati e, invece di risolvere il problema, possono aggravarlo. Ne sono esempi lâ€&#x;incremento della produzione dei biocarburanti e lâ€&#x;approvvigionamento da fonti non convenzionali come lo shale gas e lo shale oil che, se da un lato riducono le emissioni di anidride carbonica, dallâ€&#x;altro provocano impatti “indirettiâ€? seriamente gravi, come abbiamo potuto osservare nei capitoli precedenti. Accanto alla sfida dei cambiamenti climatici, il nuovo modello energetico dovrĂ affrontare, come definito dalla Conferenza Rio +20 nel suo outcome document “Il futuro che vogliamoâ€?, una sfida

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139


globale

altrettanto

“grande”

quale

quella

dell‟eradicazione della povertà. Uno degli elementi costitutivi della povertà di molti Paesi, soprattutto dell‟Africa Sub-Sahariana, India, Sud-Est Asia, è la povertà energetica che attualmente interessa due miliardi di persone nel mondo (si prevedono tre miliardi entro il 2030). In termini assoluti, la povertà energetica può essere definita come la mancanza di accesso a forme adeguate e affidabili di energia a prezzi sostenibili per soddisfare i bisogni primari degli individui, come mangiare, riscaldare gli ambienti, curarsi e spostarsi. Ad oggi, 1,3 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso all‟elettricità e 2,7 miliardi di persone utilizzano la biomassa tradizionale come fonte principale di energia. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

140


La riduzione della povertà energetica nei Paesi in via di sviluppo è una condizione necessaria per promuoverne lo sviluppo economico e la dignità sociale. 141

Bisogna

necessariamente

un‟interpretazione

khuniana

rientrare di

cambio

in di

paradigma, inteso come un “cambiamento nella modellizzazione fondamentale degli eventi”. È necessario concentrare gli investimenti per sviluppare una nuova produzione energetica da fonti rinnovabili e sostenibili. Le fonti rinnovabili riuscirebbero a dare risposte ad ogni nazione che ricerca l‟indipendenza energetica, basterebbe

solo

essere

più

lungimiranti

e

coraggiosi. Servono coraggio, consapevolezza e solidarietà. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.


Serve la consapevolezza del governo italiano di rivedere le concessioni per i permessi di ricerca petrolifera nel mare italiano ammettendo che non è questa la via da seguire dal momento che, tenendo conto dei consumi attuali, le scorte petrolifere a mare classificate come certe (10,3 milioni di tonnellate ovvero il 13,5 per cento delle riserve certe tra terra e mare in Italia) sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane, come si evince dal dossier di Legambiente “Trivella Selvaggiaâ€?. Serve il coraggio, da parte del nostro governo, di esplorare nuove soluzioni. Serve altrettanto coraggio al governo statunitense di continuare ad investire ingenti risorse su fonti rinnovabili, senza distrarsi con la deriva dellâ€&#x;olio di scisti. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

142


Fa riflettere il monito della IEA nel suo rapporto speciale Redrawing the Energy-Climate Map del Word Energy Outlook dove denuncia che “il mondo si sta allontanando dallâ€&#x;obiettivo concordato dai governi di limitare lâ€&#x;aumento della temperatura media globale nel lungo termine entro i 2 gradi Celsius (°C)â€? e che “ a maggio del 2013 i livelli di concentrazione ci đ??śđ?‘‚2 in atmosfera hanno superato la soglia delle 400 parti per milione per la prima volta da diverse centinaia di millenniâ€? ipotizzando la probabilitĂ che “lâ€&#x;aumento della temperatura media mondiale nel lungo termine sia compreso tra i 3,6 °C e i 5,3 °C.â€? Il rapporto continua affermando che “nonostante i risultati positivi conseguiti in alcuni Paesi, nel 2012 il livello mondiale delle emissioni di đ??śđ?‘‚2 legate allâ€&#x;energia

è

aumentato

dellâ€&#x;1,4

per

cento

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

143


raggiungendo

il

record

storico

di

31,6

gigatonnellate (GT).” Il problema è tutto energetico e la stessa IEA si è fatta

promotrice

“l‟implementazione

nel di

“consigliare”

quattro misure politiche

che possono contribuire a tenere aperta la porta dei 2 °C fino al 2020 a costi netti utili, che consisterebbero in:  adottare misure specifiche per l‟efficienza energetica (da cui deriverebbe il 49 per cento dei risparmi emissivi);  limitare la costruzione e l‟uso delle centrali di generazione a carbone meno efficienti (21 per cento)

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144


 minimizzare le emissioni di metano (CH4) durante la produzione di petrolio e gas naturale (18 per cento)  accelerare la (parziale) eliminazione dei sussidi al consumo di fonti fossili (12 per cento).” Queste “misure di efficienza energetica mirate consentirebbero di ridurre le emissioni mondiali legate all‟energia di 1,5 Gt nel 2020, un livello prossimo a quello corrente della Russia.” Il rapporto si conclude con un con un avvertimento: “rimandare al 2020 l‟implementazione di una più incisiva azione climatica avrebbe un costo: si eviterebbe di investire 1500 miliardi di dollari in tecnologie a basso contenuto di carbonio prima del 2020, ma successivamente sarebbero necessari investimenti aggiuntivi per 5000 miliardi di dollari BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

145


per ritornare lungo una traiettoria coerente con l‟obiettivo dei 2°C.”

Non c‟è più tempo, ma un green new deal è ancora possibile. Basta Volerlo. La sfida è tutta attuale e si vincerà solo con ponderazione,

lungimiranza e, per riprendere il

lessico gramsciano, con “il pessimismo della ragione e l‟ottimismo della volontà”.

BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

146


RINGRAZIAMENTI :

Oltre alla mia famiglia, cui la dedica iniziale è estremamente

dovuta,

sento

il

bisogno

di

ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo ebook. Pasquale,

Christian,

Michele,

Pier

Paolo

e

l‟immensa Saretta, per le loro competenze, fondamentali per la stesura del lavoro. I “creativi” Rosaria, Michele e Giovanni. : ) Un ringraziamento speciale al Direttore Onufrio che ha onorato questo lavoro con la sua prefazione. Roberto, Carlo, Marta, Gaia, Robertino, Angelo “Pietro”, Alessia, Domenico, Francesca, Mariano, BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

147


Gianni, Felice, Alberto, Mattia e tutti gli amici di sempre che non mi hanno mai fatto mancare il loro affetto e la loro stima. Grazie ancora.

Un saluto commosso va a due angeli.. Ciao Daniela.. Ciao Ludovica.. BASTA VOLERLO. Soluzioni glocali per un nuovo paradigma energetico.

148


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