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VOLONTARIATO 3

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MENÙ PRINCIPALE

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PREMESSA

L’ORIZZONTE VALORIALE

NASCITA E FORMAZIONE DEL VOLONTARIATO

GIOVANI E VOLONTARIATO

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Definizione

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IL VOLONTARIO Volontario è il cittadino che, adempiuti i suoi doveri di stato (famiglia, professione...) E quelli civili (vita amministrativa, vita politica, sindacato, ecc.), Pone se stesso a gratuita disposizione della comunità. Egli impegna prioritariamente sul suo territorio le sue capacità, i mezzi che possiede, il suo tempo, in risposta creativa ai bisogni della gente. Ciò attraverso un impegno continuativo di

servizi, coscientizzazione ella comunità, di intervento politico, attuato preferibil-mente a livello di gruppo. Per il Cristiano il servizio di volontariato costituisce una risposta di coerenza con la propria fede che lo stimola a realizzare una testimonianza di condivisione con tutti i fratelli sull‟esempio di Cristo. Il Cristiano si batte per far sì che la Carità di oggi - rimosse le cause dei bisogni - diventi la giustizia di domani» (G.Pasini).

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•Parrocchia aperta al territorio: volontariato

Premessa

•Per tutti i credenti la chiamata al volontariato

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Link Premessa/ “Parrocchia e territorio”/1

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L‟invito dei Vescovi italiani ad operare una conversione pastorale (Cfr. Con il dono della Carità dentro la storia n. 23) nella consapevolezza “che il

nostro non è il tempo della semplice conservazione dell‟esistente, ma della missione”, comporta la

necessità per le nostre comunità parrocchiali di vivere una maggiore apertura al territorio per

“andare oltre i luoghi e i tempi dedicati al „sacro‟ e raggiungere i modi e i tempi della vita ordinaria”

D‟altra parte tale necessità di una parrocchia

“idonea ad essere Popolo di Dio in missione nel mondo ed incarnata nella Storia” (proposizione n.149 del Sinodo Diocesano) è più volte risuonata nel Magistero:

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Link Premessa/ “Parrocchia e territorio”/2

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«Se la Parrocchia è la Chiesa posta in mezzo alle case degli uomini essa vive e opera profondamente inserita nella società umana ed intimamente solidale con le sue aspirazioni» (ChL n. 27). «La Parrocchia non può ridursi solo al culto, e tantomeno all‟adempimento burocratico delle varie pratiche. Bisogna che nasca una parrocchia missionaria di credenti, che si ponga come „soggetto sociale‟ nel proprio territorio» (Chiesa italiana e Mezzogiorno n.34).

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Link Premessa/ “Parrocchia e territorio”/3

• «...

dobbiamo evitare di chiuderci in un “parrocchialismo” chiuso in se stesso senza un‟apertura missionaria. Come la persona umana, se si chiude in se stessa, non si realizza ... così le comunità, tutte le comunità, quando si chiudono in se stesse non sono più capaci di maturare: neanche la Parrocchia può realizzare pienamente la sua missione se diventa un ghetto chiuso in se stesso. Bisogna equilibrare l‟impegno parrocchiale con l‟impegno dell‟ambiente dove l‟uomo vive, lotta, opera, soffre ...» (Mons. Magrassi Convegno Ecclesiale Diocesano “Evangelizzazione e promozione umana”). ESC


Link Premessa/ “Parrocchia e territorio”/4

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Davanti a questa urgente prospettiva la Caritas parrocchiale, fortemente interpellata, deve assumere un ruolo importante attraverso: – l‟opera che può svolgere come concretamente indicato nel Regolamento di applicazione dello Statuto della Caritas parrocchiale; – la nascita e la formazione di un volontariato parrocchiale che esprima un‟azione ecclesiale capace di incidere sul territorio: • in primo luogo come segno di testimonianza della Carità “che sta al centro del Vangelo e costituisce il grande segno che induce a credere al Vangelo” (ETC 9); • in secondo luogo attraverso l‟attivazione di servizi specifici e qualificati in risposta ai bisogni emergenti. ESC


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PER TUTTI I CREDENTI LA CHIAMATA AL

Link Premessa/ “Tutti i credenti”/1

VOLONTARIATO a) Espressione importante di apostolato ... b) ... radicato nel Battesimo e nella Confermazione ... c) ... alimentato dall’Eucarestia

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Link Tutti i credenti/ apostolato 1

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L‟impegno verso una promozione e formazione del volontariato parrocchiale va collocato nel solco nel Concilio vaticano II, dentro l‟ecclesiologia di comunione. La concezione di Chiesa-popolo di Dio, tutta ministeriale, ha visto nel post-concilio una grossa rivalutazione dell‟importanza del laicato nella vita della chiesa. Tuttavia, per quanto l‟ecclesiologia di comunione punti a far esplodere il laicato in un‟assunzione di impegno e di responsabilità dentro la storia, esiste il rischio concreto che essa si risolva in una sorta di organizzazione che, se valorizza il laicato lo valorizza prevalentemente “dentro” la Chiesa: nella liturgia, nella catechesi, in forme “interiori” alla vita della Chiesa.

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Link Tutti i credenti/ apostolato 2

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Il volontariato, allora, rappresenta una possibilità per la comunità di esprimere una ministerialità laicale a tutto campo: facendo emergere competenze da mettere a servizio per rispondere ai bisogni e alle marginalità presenti sul territorio, favorisce la maturazione di laici che vivano una ministerialità dentro la storia, sulle vie dell‟uomo, “in quei luoghi e in

quelle circostanze, in cui la Chiesa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo” (LG 33). «Se vissuto nella sua verità di sevizio disinteressato al bene delle persone, specialmente le più bisognose e le più dimenticate dagli stessi servizi sociali, il volontariato deve dirsi una espressione importante di apostolato, nel quale i fedeli laici, uomini e donne, hanno un ruolo di primo piano» (ChL 41).

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Link Tutti i credenti/ Battestimo 1

Quale “espressione importante di apostolato” il volontariato rappresenta, quindi, una forma di partecipazione alla missione salvifica della chiesa cui “sono tutti destinati dal Signore

stesso per mezzo del Battesimo e della confermazione” (LG 33).

La motivazione profonda che spinge il cristiano a spendersi nell‟impegno di volontariato a servizio degli ultimi va ricercata, allora, nella realtà sacramentale del Battesimo che ci rende partecipi all servizio regale del Cristo:

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Con la carità verso il prossimo i fedeli laici vivono e manifestano la loro partecipazione alla regalità di Gesù Cristo, al potere del Figlio dell‟uomo che “non è venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45): essi vivono tale regalità nel senso più semplice possibile a tutti e sempre, e insieme nel modo più esaltante, perché la carità è il più alto dono che lo Spirito offre per l‟edificazione della Chiesa (1 Cor 13,13) e per il bene dell‟unità. La Carità, infatti, anima e sostiene un‟operosa solidarietà attenta alla totalità dei bisogni dell‟essere umano» (ChL 41)

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... il Battesimo impegna i cristiani e la comunità a una presenza viva sul territorio, per trasformare la storia locale in Regno di Dio. (...) Il Volontariato di matrice cattolica, che prende sempre maggiore sviluppo, riporta in primo piano il valore della gratuità e del dono che sono aspetti fondamentali del Battesimo. Si impone all‟attenzione pubblica in momenti di emergenza, come i terremoti, ma deve poi proseguire costante in un lavorio quasi anonimo, che è ancor più prezioso. Di fronte alle forme antiche e nuove di miseria e di violenza, in cui la dignità e i diritti dell‟uomo sono posti sotto i piedi il cristiano non può rimanere inerte e silenzioso: sarebbe una incoerenza radicale con il proprio Battesimo. Ognuno al suo posto è chiamato ad impegnare le sue capacità, i mezzi che possiede, il suo tempo, in risposta creativa ai bisogni emergenti...» (Mons. Magrassi Lettera Pastorale “Diventa quello che sei” n.73).

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Link Tutti i credenti/ Eucarestia 1

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La Carità verso Dio e verso gli uomini che è l‟anima di tutto l‟apostolato (e anche del volontariato che ne costituisce una “espressione importante”) viene alimentata dai sacramenti, specialmente dall‟Eucaristia.

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«La diaconia ecclesiale, che prolunga quella del Signore Gesù, va verso l‟Eucaristia e da essa procede. È un servizio esigente che vuole afferrare tutto l‟essere: tempo, energie, salute, cultura. Tutte le realtà della vita sono raggiunte in uno stile di servizio. Il credente uscito dall‟Eucaristia non può dormire sonni tranquilli; è inquieto della inquietudine di Dio, invaso dalla passione per l‟uomo. La porta aperta a Cristo si apre insieme sul mondo e sulla storia» (Eucaristia, Comunione e Comunità n. 29). ESC


Link Tutti i credenti/ Eucarestia 3

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«L‟Eucaristia è il momento in cui tutta la vita della Chiesa viene raccolta intorno al Cristo pasquale, riceve il dono del suo amore oblativo e poi viene rilanciata per le strade del mondo, per essere un segno della sua presenza di Buon Samaritano, quasi per far sperimentare ai fratelli l‟intensità e la forza con cui Dio li ama, con la qualità stessa del suo amore. Un amore che pensa più a dare che a ricevere ... anche il “volontariato” serio, che impegna cioè la vita con scelta stabile, come “vocazione al servizio”, affonda le sue radici in questo stesso amore evangelico» (ivi nn. 47-48).

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«... dedicare qualche ora e specifiche iniziative di volontariato e di solidarietà, sarebbe certamente il modo per portare nella vita la carità di Cristo attinta alla mensa eucaristica...» (Dies Domini n.72).

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Link Tutti i credenti/ Eucarestia 5

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«C‟è, nel Vangelo di Giovanni, una triade di verbi scarni, essenziali, pregnantissimi, che basterebbero da soli a sostenere il peso di tutta la teologia del servizio. I tre verbi sono: “si alzò da tavola”, “depose le vesti” , “si cinse un asciugatoio”. Ma “si alzò da tavola” significa una cosa molto importante: significa che gli altri due verbi hanno valenza di salvezza solo se partono dall‟Eucaristia. Se prima non si è stati “a tavola”, anche il servizio più generoso ai fratelli rischia l‟ambiguità e si sfilaccia nel filantropismo faccendiero, che ha poco o nulla da spartire con la carità di Cristo. Occorre partire dalla “tavola”, dalla consuetudine di Cristo, dalla familiarità con Lui, dall‟aver bevuto al calice suo con tutte le valenze del suo martirio».

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Link Tutti i credenti/ Eucarestia 6

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Cogliere il nesso esistente tra i sacramenti dell’iniziazione cristiana e l’impegno di volontariato, radicato nel Battesimo e nella Confermazione ed alimentato dall’Eucaristia, dentro una visione della ministerialità laicale riscoperta e portata a compimento, colloca il volontariato nella vita cristiana come scelta coerente e conseguenziale, non più opzionale o ricercata su onde emotive di autocompensazione psicologica

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Link Tutti i credenti/ Eucarestia 7

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«Se la comunità ecclesiale è stata realmente raggiunta e convertita dalla parola del vangelo, se il mistero della carità è celebrato con gioia ad armonia nella liturgia, l‟annuncio e la celebrazione del vangelo della carità non può non continuare nelle tante opere della carità testimoniata con la vita e con il servizio. Ogni pratico distacco o incoerenza fra parola, sacramento e testimonianza impoverisce e rischia di deturpare il volto dell‟amore di Gesù Cristo ...» (ETC 28).

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Link Tutti i credenti/ Eucarestia 8

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«L‟Eucaristia è il momento in cui tutta la vita della Chiesa viene raccolta intorno al Cristo pasquale, riceve il dono del suo amore oblativo e poi viene rilanciata per le strade del mondo, per essere un segno della sua presenza di Buon Samaritano, quasi per far sperimentare ai fratelli l‟intensità e la forza con cui Dio li ama, con la qualità stessa del suo amore. Un amore che pensa più a dare che a ricevere ... anche il “volontariato” serio, che impegna cioè la vita con scelta stabile, come “vocazione al servizio”, affonda le sue radici in questo stesso amore evangelico» (ivi nn. 47-48).

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L’ORIZZONTE VALORIALE

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individualizzazione dei rapporti personali

continuità spirito di servizio solidarietà L’orizzonte valoriale

responsabilità reciproca impegno per la promozione e liberazione dell’uomo gratuità attenzione privilegiata agli ultimi.

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Link L‟orizzonte valoriale/ Rapporti 1

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Occorre riaffermare la centralità della persona umana. Il servizio del volontariato, che pure ha un respiro comunitario, è rivolto alla persona, nella consapevolezza che ogni uomo è importante, ogni vita ha un valore incalcolabile ed insostituibile, ogni persona è portatrice di valori. Non c‟è un servizio rivolto ad una «categoria di poveri» ma il servizio «al povero» - alla persona in situazione di bisogno - che non è un numero o un dato statistico, ma una persona con una sua storia ed una ricchezza da far riaffiorare.

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Link L‟orizzonte valoriale/ Rapporti 2

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In concreto: Assumere la consapevolezza di accostarsi all‟altro come persona unica ed insostituibile maturando gli atteggiamenti di: -seguire una situazione di bisogno come se fosse unica; -avviare un dialogo che aiuti la persona a sentirsi viva e protagonista; -individuare e percorrere insieme vie d‟uscita dallo stato di necessità.

Per la riflessione: Cristo, Sacramento della Carità del Padre, accentua il rapporto e l‟incontro personale; Egli instaura un rapporto personalizzato: non esiste folla anonima, ma il popolo nel quale ciascuno è soggetto unico ed irripetibile: -l‟incontro con l‟Emoroissa (Mt 9,18); -Zaccheo (Lc 19,2); -il Paralitico della piscina (Gv 5,1); -la parabola del Buon Pastore (Gv 10,3;9). ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Continuità 1

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È un valore importante perchè la discontinuità e la conseguente saltuarietà della prestazione del servizio gratuito costituisce l‟anello debole del volontariato: chi vive nel bisogno non va in vacanza. La continuità nel volontariato richiede l‟assunzione di precisi impegni personali e consente al volontario di operare un salto di qualità tra la prestazione di una sporadica “buona azione”, legata all‟emergenza o all‟emotività, ad un‟atteggiamento che diventi stile di vita. Il volontariato nel porre primaria attenzione alla persona e al suo bisogno regola su di esso i propri tempi e ritmi e dura finchè lo stesso bisogno persiste. La “continuità” legata alla «individualizzazione dei rapporti personali» consente di realizzare il passaggio dal “gesto” al “legame” (ETC 39). ESC


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In concreto:

Link L‟orizzonte valoriale/ Continuità 2

È sempre più opportuno organizzarsi in gruppo. Ciò: - consente una maggiore organicità nell‟azione attraverso la strutturazione in compiti differenziati; - assicura la continuità attraverso la possibilità di realizzare opportune turnazioni.

Per assicurare la nascita di servizi capaci di un‟azione organica e persistente, ogni gruppo di volontariato si dia una programmazione, anche minima, con mete generali ed obiettivi intermedi.

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Link L‟orizzonte valoriale/ Continuità 3

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Per la riflessione: Il rapporto di amore che si sviluppa tra Dio e l‟uomo, al quale rimanda l‟azione di volontariato, è caratterizzato dalla stabilità, dalla sicurezza, dalla continuità. La Storia dell‟Alleanza è costellata dalle infedeltà del popolo di Israele e dei suoi continui ritorni possibili grazie alla fedeltà persistente di Dio: Is 54,10; Is 49,14-18; Os 16,22; Sal 78 (77). Un volontariato capace di esprimere un‟azione continuativa nel tempo, misurata non sull‟emotività del momento ma sul bisogno dell‟altro, che accompagni il povero fino all‟uscita dalla situazione di bisogno, diventa limpida e trasparente espressione dell‟allenaza biblica e quindi una forma concreta di annuncio dell‟amore di Dio per l‟uomo, della sua fedeltà all‟uomo. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Spirito 1

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Se il volontario è colui che si mette a servizio, «che pone se stesso a gratuita disposizione della comunità (...), impegna le sue capacità, i mezzi che possiede, il suo tempo, in risposta creativa ai bisogni emergenti», può apparire scontato soffermarci sullo spirito di servizio. Tuttavia è opportuno sottolineare che questo valore permea tutto l‟impegno di volontariato, anche nelle sue concrete modalità di attuazione. In concreto: -disponibilità a modificarsi negli atteggiamenti (per es. nel variare orari o mansioni); -impegno nel capire il bisogno nel suo evolversi storico: il volontario è pronto a cambiare “strategia” di intervento quando la sua azione risulti superata e occorra “inventarne” un‟altra (creatività del volontariato); -disponibilità ad assumere una preparazione idonea di partenza e a vivere un cammino di formazione permanente; -disponibilità alla collaborazione con altre realtà (di volontariato e non) operanti sul territorio per la realizzazione di progetti comuni. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Spirito 2

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Per la riflessione: Dio si mette a servizio dell‟uomo. Gesù si identifica con la figura del servo: Fil 2,7; Gv 13,13-15. Nel memoriale della Pasqua facciamo memoria sia del banchetto eucaristico sia della diaconìa del Signore (la lavanda dei piedi): condividere la Pasqua è possibile se c‟è disponibilità a condividere il dono del Signore e i suo banchetto e c‟è, insieme, disponibilità a condividere anche il suo servizio. Attraverso il volontariato viviamo questo servizio - la funzione diaconale del cristiano - che è rivolto alla promozione integrale dell‟uomo e diventa anticipazione della nuova vita, capace di “trasformare la storia locale in Regno di Dio”. Senza la speranza del Regno il volontariato perde la sua connotazione cristiana e diventa parte dei servizi sociali; con la speranza del Regno la diaconìa Cristiana, e con essa il volontariato, conduce oltre le compensazioni di tipo sociale verso il rinnovamento della comunità umana.

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Link L‟orizzonte valoriale/ Solidarietà 1

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È possibile leggere diversi livelli di solidarietà: solidarietà delle “relazioni brevi” determinata da vincoli reciproci sentiti come naturali (parentela, amicizia); solidarietà tesa all’autotutela di categorie deboli (associazioni che vivono una qualche forma di servizio in difesa e per la promozione dei propri associati); solidarietà come compassione (sentire insieme): soffrire insieme a colui che soffre. In questa accezione ritroviamo l‟esperienza del volontariato come luogo insostituibile di coltivazione dei valori di servizio.

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«La solidarietà è indubbiamente una virtù cristiana... Alla luce della fede, la solidarietà tende a superare se stessa, a rivestire le dimensioni specificatamente cristiane della gratuità totale, del perdono e della riconciliazione» (SRS

Link L‟orizzonte valoriale/ Solidarietà 2

n.40).

«La solidarietà dice che siamo tutti “in solidum”, che il mio bene e quello dell‟altro sono inscindibili o, per usare un‟immagine, che essendo tutti nella stessa barca se si apre una falla, andiamo a fondo tutti». (Mons.Magrassi in

“Natale di solidarietà”, 1991) Vivere autenticamente il valore della solidarietà nell’esperienza di volontariato significa superare definitivamente una concezione assistenzialistica della Carità che distingue chi “aiuta” da chi “è aiutato”, chi è nel bisogno da chi può aiutare: non esiste più il bisogno di chi stiamo aiutando, ma il problema di tutti nella ricerca comune di rimuovere le cause che generano quel bisogno. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Solidarietà 3

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Per la riflessione: L’incarnazione rivela la solidarietà di Dio con l’uomo:

«Natale è l‟espressione più luminosa di questo valore, sociale e cristiano insieme. L‟uomo era nei guai e Dio gli è venuto incontro per salvarlo. Poteva scegliere la strada più comoda: rimanere fuori dal dramma («Dio non si mescola con le cose degli uomini», come diceva un autore pagano) e dall‟alto e dal di fuori, dire una sola Parola “cui anche il vento e il mare obbediscono”. Per Lui dire e fare sono la stessa cosa. Ma non è questa la strada che ha scelto. Ha scelto invece la strada della solidarietà: si è cioè coinvolto nel nostro dramma. Fino al punto di diventare “uno di noi”, uomo come noi». (Mons.Magrassi in “Natale di solidarietà”, 1991). ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Solidarietà 4

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Nella Trinità contempliamo il modello della solidarietà di Dio: Il dovere della solidarietà discende dal mistero trinitario, è già presente in quel modello di unione e di distinzione tra le persone divine che ci è stato rivelato da Cristo: Dio è solidarietà per sua natura, essendo comunione e solidarietà di persone. E in Cristo, formato a immagine di Dio, il cristiano è chiamato a vivere questa esperienza di amore solidale nel rapporto con i fratelli. «... il

prossimo non è soltanto un essere umano, ma diviene la viva immagine di Dio Padre riscattata da Gesù Cristo e posta sotto l‟azione permanente dello Spirito Santo» (SRS 40).

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Link L‟orizzonte valoriale/ Solidarietà 5

Chiamati alla solidarietà Figlio, dell’unico Padre:

perchè

figli,

nel

«La coscienza della paternità comune di Dio, della fratellanza di tutti gli uomini in Cristo, figli nel Figlio, della presenza e dell‟azione vivificante dello Spirito Santo, conferirà al nostro sguardo sul mondo un nuovo criterio per interpretarlo. Al di là dei vincoli umani naturali, già così forti e stretti, si prospetta alla luce della fede un nuovo modello di unità, al quale deve ispirarsi in ultima istanza la solidarietà» (SRS n.40).

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Link L‟orizzonte valoriale/ Responsabilità 1

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La solidarietà converte ed educa alla responsabilità reciproca: «La solidarietà non è un sentimento di vaga

compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune, ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siano veramente responsabili di tutti» (SRS n. 38).

Per la riflessione: La corresponsabilità, ossia la coscienza di essere responsabili degli altri, è indicata dall‟apostolo Paolo come dovere derivante dal nostro essere corpo: «Voi siete il corpo di Cristo». Perciò siamo vicendevolmente responsabili: «Se

un membro soffre, tutte le membra soffrono con esso, se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui» (1 Cor 12, 26).

«Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei disepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità ... si sente realmente ed intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia» (GS n.1). ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ L‟impegno 1

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Il servizio del volontariato mira, in ultima istanza, ad aiutare l‟altro ad uscire dallo stato di povertà e di dipendenza; a perseguire il suo sviluppo perchè diventi persona libera, autonoma, partecipe e protagonista. Ciò comporta l‟impegno a conoscere le cause che determinano le povertà, per rimuoverle, scongiurando così un‟azione che altrimenti rischia di essere solo assistenzialistica e di lasciare il povero nel suo stato di bisogno e di dipendenza dall‟esterno.

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Link L‟orizzonte valoriale/ L‟impegno 2

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In concreto: L‟impegno per la promozione e la liberazione dell‟uomo si concretizza ponendo in essere: la «valenza politica» del volontariato con: -l‟interpretazione della realtà sociale e dei meccanismi che determinano processi di emarginazione: squilibri del sistema produttivo (disoccupazione e sottoccupazione), insufficienze del regime abitativo (abitazioni malsane, baraccopoli ...), deficienze del sistema sanitario (servizi non accessibili al territorio...), i vuoti del sistema scolastico (evasione e dispersione scolastica ...); -la capacità di rapportarsi alle istituzioni politiche, amministrative, sindacali, per un‟azione di denuncia, laddove necessario, ma primariamente per dare contributi di idee e sperimentazioni (una maniera per dar voce a chi non ha voce; per es. vigilando che le quote dei bilanci (comunali provinciali ...) destinate alle politiche sociali siano congrue alle povertà presenti e siano opportunamente utilizzate); -l‟azione di controllo sociale, realizzata in maniera concertata sul territorio, mirata a vigilare che leggi, disposizioni amministrative, servizi siano effettivamente realizzati e non vengano soffocati dalla burocrazia. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ L‟impegno 3

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In concreto: L‟impegno per la promozione e la liberazione dell‟uomo si concretizza ponendo in essere: la «valenza politica» del volontariato con: -l‟interpretazione della realtà sociale e dei meccanismi che determinano processi di emarginazione: squilibri del sistema produttivo (disoccupazione e sottoccupazione), insufficienze del regime abitativo (abitazioni malsane, baraccopoli ...), deficienze del sistema sanitario (servizi non accessibili al territorio...), i vuoti del sistema scolastico (evasione e dispersione scolastica ...); -la capacità di rapportarsi alle istituzioni politiche, amministrative, sindacali, per un‟azione di denuncia, laddove necessario, ma primariamente per dare contributi di idee e sperimentazioni (una maniera per dar voce a chi non ha voce; per es. vigilando che le quote dei bilanci (comunali provinciali ...) destinate alle politiche sociali siano congrue alle povertà presenti e siano opportunamente utilizzate); -l‟azione di controllo sociale, realizzata in maniera concertata sul territorio, mirata a vigilare che leggi, disposizioni amministrative, servizi siano effettivamente realizzati e non vengano soffocati dalla burocrazia. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ L‟impegno 4

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La «valenza sociale» del volontariato con sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini ai vari livelli: -di legislazione, (suscitando proposte di iniziativa popolare e promuovedo dibattiti su leggi regionali in via di attuazione, o su delibere comunali, o su iniziative di quartiere); -di programmazione, indicando priorità sulla base dei maggiori bisogni; -di controllo del potere locale contro il pericolo di una gestione autoritaria e conservatrice, a danno del bene comune.

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Link L‟orizzonte valoriale/ L‟impegno 5

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Per la riflessione: La Carità di Dio, rivelata in Cristo, è liberatoria e promozionale: chiunque viene toccato dal Suo Amore viene liberato. La Storia del popolo di Dio è tutta una serie di atti di amore del Dio che libera. L‟avvenimento centrale dell‟A.T. è l‟Esodo, liberazione dalla dominazione straniera e dalla schiavitù, premessa per la fondazione del popolo dell‟Alleanza. Le guarigioni narrate nei Vangeli indicano che l‟amore di Gesù è totale: guarisce anzitutto nel cuore ma allarga la sua opera a tutto l‟uomo. Gesù amando libera: dall‟egoismo e dall‟ingiustizia (Zaccheo - Lc 19); dall‟emarginazione umiliante (i lebbrosi - Mt 8,1); dalla dipendenza dagli altri (il paralitico della piscina - Gv 5,1); dalla vergogna (l‟emorroissa - Mt 9,18); dalla fame (la moltiplicazione dei pani - Gv 6); dalla paura (Gesù sulle onde del lago - Mt 14,22); dalla morte (Lazzaro - Gv 11).

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Link L‟orizzonte valoriale/ Gratuità 1

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Il volontario pone se stesso (tempo, energie, risorse, affetto....) a disposizione gratuita del prossimo e della comunità, senza alcun interesse personale, esclusivamente mosso dal bene per l‟altro. Egli assume uno stile di vita improntato alla disponibilità a lasciarsi interpellare dalla sofferenza umana per offrire una risposta d‟amore, accompagnamento e speranza, attraverso un‟azione di volontariato che si sottrae alla logica di scambi economici o politici e non presta il fianco a proselitismi ideologici o ad altri interessi personali di prestigio o di potere.

«Tratto peculiare della carità cristiana è poi la gratuità che va oltre ogni misura. (...) Gesù ha manifestato quella gratuità e sovrabbondanza di amore che caratterizzano tutto l‟agire di Dio. La generosità di Dio non si misura infatti sui bisogni degli uomini: è infinitamente più grande di essi. Perciò la Chiesa e ciascun cristiano devono a loro volta improntare alla gratuità e sovrabbondanza tutte le forme di servizio all‟uomo ...» (ETC n.22). ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Gratuità 2

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Per la riflessione: Tutta la rivelazione cristiana è un annuncio della gratuità: nulla ci è dovuto, tutto ci è donato gratuitamente come dono d‟amore e misericordia. La gratuità richiama il «gratis» e la «grazia» come un sovrappiù sorprendente, che avvolge la nostra vita rendendola partecipe della stessa vita divina. «Sarete riscattati senza prezzo» (Is 52,9); «A colui

che ha sete darò gratuitamente acqua alla fonte della vita» (Ap 21,6); «per grazia di Dio sono quello che sono» (2Cor 15,10); «dalla pienezza (di Cristo) noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Gv 1,16). Scrive san Paolo ai Romani (5, 7-8): «Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto;...ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi». Chi contempla il Crocifisso scorge un amore tanto gratuito e sconfinato da apparire incredibile. ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Attenzione 1

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Il volontariato, nel porsi a servizio di chi è in situazione di bisogno, vive costantemente un‟attenzione privilegiata agli ultimi, traduce concretamente uno dei temi caratteristici del magistero che va sotto il nome di opzione preferenziale dei poveri; una scelta che tutti siamo chiamati a compiere:

«L‟amore preferenziale per i poveri e la testimonianza della carità sono compito di tutta la comunità cristiana, in ogni sua componente ed espressione» (ETC n.48).

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Link L‟orizzonte valoriale/ Attenzione 2

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In concreto: L’opzione preferenziale per i poveri è vera se concretamente: -i poveri sono presenti: accolti e coinvolti nel servizio di volontariato. Se la prerogativa per far parte di un gruppo di volontariato è la disponibilità al servizio, anche i poveri stessi devono poter partecipare e poter esprimere le loro capacità di vicinanza, di ascolto, di solidarietà ... -ci poniamo in stato di missione: se i poveri non vengono nelle nostre strutture, un volontariato che voglia esprimere amore preferenziale per i poveri deve andare loro incontro ... -operiamo integrazione tra chi è povero e chi non lo è ... -consideriamo i poveri portatori di valori: “La chiesa dei poveri

è una chiesa dove i poveri hanno un posto prioritario, un posto d‟onore, perché essi hanno una sorta di connaturalità con la buona novella del vangelo, per comprenderla e per viverla; essi sono nostri maestri, nostri iniziatori, evangelizzano la chiesa stessa. Sono fermento di rinnovamento e di fedeltà alle intenzioni della chiesa nascente, segno di speranza...” (Giovanni Paolo II) -consideriamo i poveri portatori di diritti: “non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” (AA n.8). Per es. il diritto alla vita, alla salute, alla casa, al lavoro ... ESC


Link L‟orizzonte valoriale/ Attenzione 3

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Per la riflessione:

«Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. Gesù Cristo «che era di condizione divina... spogliò se stesso, prendendo la condizione di schiavo» (Fil 2,6-7) e per noi «da ricco che era si fece povero» (2Cor 8,9). Così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria terrena, bensì per diffondere, anche con il suo esempio, l‟umiltà e l‟abnegazione» (LG n.8). «Senza questa solidarietà concreta, senza attenzione perseverante ai bisogni spirituali e materiali dei fratelli, non c‟è vera e piena fede in Cristo (...) cfr. Gc 1,27; 2,13» (ETC 39). «Questa pagina (Mt 25, 35-46) ci dice senza mezzi termini, che c‟è un solo modo possibile all‟uomo per salvarsi: quello di rendere alcuni servizi essenziali e primari al Signore, al Figlio dell‟uomo: e che questo misterioso Signore è presente nei fratelli più piccoli; San Matteo parlando di “ammalati, affamati, assetati, carcerati, migranti” usa epressamante la parola “ultimi”, “infimi”, che è stata male tradotta in “più piccoli”» (card. C. M. Martini). ESC


Formazione volontariato

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NASCITA E FORMAZIONE DEL VOLONTARIATO

Come far nascere un gruppo di volontariato in Parrocchia: punti di un possibile cammino

La formazione del volontariato indicazioni di contenuto ed operative

ESC


Link Formazione/ Nascita… 1

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1. Conoscenza di uno o più bisogni del territorio (presenza di persone anziane sole, passaggio di immigrati, giovani in disagio, devianza minorile, disabili ...). 2. Riflessione animata dalla Caritas in parrocchia sul problema, sulle cause dei bisogni e delle povertà, sulle possibili forme di risposta ad esse (amicizia con gli anziani, sensibilizzazione delle famiglie, “accompagnamento dei disabili”, animazione dei minori a rischio ...), sulle realtà operanti (congregazioni religiose, servizi pubblici, altre realtà di volontariato ...). 3. Collegamento della diaconia della carità, di cui il servizio vuole essere un‟espressione, con: - catechesi (ascolto della Parola e ascolto del «povero») - liturgia (celebrazione dei misteri e presenza di Cristo nel «povero»). ESC


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4. Organizzazione di un gruppo di persone e coniugi disponibili a dare parte del tempo (ipotesi di un responsabile, definizione di obiettivi del gruppo, indicazioni di possibili azioni da fare a livello di servizio diretto, animazione della comunità parrocchiale, collegamento con i servizi pubblici). 5. Programmazione del servizio (servizio domiciliare, centro di ascolto parrocchiale, piccola casa di accoglienza, mensa parrocchiale ... ) nelle fasi di avvio, gestione, verifica. 6. Impostazione della formazione di avvio e permanente per accompagnare il cammino del gruppo sia con momenti di riflessione sia con momenti di immersione nella realtà della povertà e della emarginazione. ESC


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A Sapere: cosa deve conoscere il volontariato.Va definito

Link Formazione/ Formazione volontariato

anzitutto quali conoscenze deve avere il volontariato per svolgere il suo servizio.

B Saper fare: i livelli di "professionalità" a cui formare il

volontariato.Pur evitando confusioni tra servizi professionali e servizi del volontariato e pur nella convinzione che l'apporto del volontariato è complementare e non sostitutivo del servizio gestito da operatori professionali, si deve parlare, se non di una professionalità in senso stretto, di idoneità.

C Saper essere: quali valori, quali atteggiamenti, quale cultura sviluppare nella formazione del volontariato in vista di un cambiamento della società e delle istituzioni.

D Saper far fare: formare il volontariato come volano di cambiamento. Questo aspetto è uno dei più importanti nella formazione del volontariato. ESC


Link Formazione/ Sapere

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Sapere‌ In rapporto al servizio diretto alla persona... In rapporto alla valenza sociale del volontariato ... In rapporto alla valenza politica del volontariato ...

ESC


Link Sapere/ Servizio alla persona

54

Conoscenze relative al settore operativo in cui è impegnato (malati, handicappati, minori ...), relative cioè: -alle condizioni di bisogno reale e alle cause che generano questo bisogno; -alle linee politiche di intervento nel settore e nell'ambito più vasto della malattia o dell'emarginazione; -alle linee culturali emergenti rispetto all'intervento nel settore (ad esempio: grandi ricoveri o piccole strutture?); -è necessaria anche la conoscenza delle persone con cui si andrà ad operare e dei riflessi che la situazione di bisogno ha sulla loro personalità; -sembra necessario avere ben chiaro anche il ruolo degli operatori professionali, per capire meglio il ruolo del volontariato. ESC


Link Sapere/ Valenza sociale

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Sono richieste conoscenze relative alla popolazione del territorio su cui il volontariato opera, e verso la quale dovrà svolgere azione di responsabilizzazione; in particolare conoscenze su: - le condizioni economiche, sociali, culturali, religiose; - eventuali sperequazioni esistenti; - il grado di responsabilizzazione di fronte ai problemi o al contrario la tendenza alla delega; - gli atteggiamenti di fronte ai poveri, ai «diversi»; - il grado di coscienza delle proprie responsabilità di fronte alle situazioni di povertà e di emarginazione esistenti; - l'esistenza di fermenti di novità, sul piano culturale e operativo presenti tra la popolazione; - il costume di partecipazione della popolazione. ESC


Link Sapere/ Valenza politica

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Un terzo livello di conoscenza, riguarda la situazione amministrativa e politica, nei cui confronti il volontariato dovrebbe essere stimolo: - i servizi esistenti e la qualitĂ dei servizi; - i criteri e le prioritĂ dei bilanci; - i rapporti tra pubblico e privato; - la legislazione regionale sui servizi sociali e l'attuazione reale di queste leggi; - i meccanismi per incidere sul potere politico.

ESC


Link Formazione/ Saper fare

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Saper fare ‌ In rapporto al servizio diretto alla persona ... In rapporto alla valenza sociale del volontariato ... In rapporto alla valenza politica del volontariato ...

ESC


Link Sapere fare/ Servizio alla persona

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Idoneità a svolgere il servizio di volontariato: - esso cambia in rapporto alla finalità del servizio: volontariato ospedaliero generico o specifico (oncologico, per malati in camera di rianimazione, ecc.); volontariato assistenziale con anziani, con minori, con handicappati fisici, con malati mentali; volontariato in cooperative di lavoro, di solidarietà sociale, agricole, zootecniche, elettroniche, ecc.; volontariato scolastico o culturale, ecc.; - vale per tutti il principio che le forti motivazioni non danno la idoneità al servizio: ci vuole apprendimento, ci vuole tirocinio, ci vuole aggiornamento; - simultaneamente però ci si deve muovere anche con un'ottica di creatività: ci sono oggi bisogni non coperti da professionalità adeguate. ESC


Link Sapere fare/ Valenza sociale

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Impegno di socializzazione e di coscientizzazione: - ci sono tecniche di approccio alla popolazione; ci sono metodologie precise per guidare una discussione, per realizzare una ricerca, per stilare un questionario e per leggerne i risultati, per impostare un articolo o un volantino o un manifesto; - ci sono anche strumenti per verificare il cambiamento dell'opinione pubblica; anche in questo piano, il solo essere volontari non assicura nessuna idoneitĂ .

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Link Sapere fare/ Valenza politica

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Anche l'impegno politico è un'arte da imparare: - si tratta ad esempio di individuare i passi da compiere e le strutture da mettere in moto per modificare una legge già superata o per costringere gli amministratori ad attuare la legge ancora valida; - come realizzare un coordinamento tra le forze di volontariato e tra volontariato e altre forze sociali, sindacali, culturali agli effetti di sviluppare pressione politica; - ci sono tecniche per la raccolta delle firme, per l'organizzazione di una manifestazione pubblica, ecc.

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Link Formazione/ Sapere essere

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Saper essere‌ In rapporto al servizio diretto alla persona... In rapporto alla valenza sociale del volontariato ... In rapporto alla valenza politica del volontariato ...

ESC


Link Sapere essere/ Servizio alla persona

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ci sono atteggiamenti che fanno parte integrante della “professionalità” del volontario: -accettare le persone come sono e rispettarne il ritmo di maturazione; -lavorare «con» le persone e non solo «per» le persone: lo stile della condivisione; -saper lavorare in gruppo, superando atteggiamenti individualistici; -sapersi muovere con il criterio della progettualità; -sviluppare lo «spirito di servizio» e quindi avere la disponibilità al cambiamento delle cose che si fanno e di come si fanno; -mantenere l'apertura a tutti ma assicurare la preferenza per gli ultimi; -valorizzare gli aspetti positivi delle persone per facilitare il loro cambiamento. ESC


Link Sapere essere/ Valenza sociale

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C'è un «saper essere» che riguarda anche l'impegno sociale del volontariato:

- anzitutto va sottolineata l'esigenza e la linearità e la coerenza del volontariato tra il tempo del servizio e l'ordinarietà della vita; - se il volontariato desidera realmente un cambiamento, deve vivere nel quotidiano tutti quei valori che ritiene necessari nel servizio di volontariato (attenzione alle persone, capacità di dialogo, rispetto dei tempi di maturazione, accettazione e valorizzazione delle diversità, duttilità nel servizio , ecc.); - inoltre il volontariato va formato a sentirsi «parte della gente», non già «élite»: a stare volentieri soprattutto con la povera gente, per impararne i «valori», per capirne le sofferenze, per valorizzarne le potenzialità. ESC


Link Sapere essere/ Valenza politica

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Sul piano dell'impegno politico la formazione dei volontariato dovrebbe aiutarlo a cogliere: - il senso dei propri limiti, agli effetti del cambiamento e quindi l'esigenza di cercare alleanze con altre forze; - per altro verso ad avere la coscienza che sempre si fa una «scelta politica» anche quando si optasse per essere «apolitici»: si dà in ultima analisi un certo giudizio sulla situazione esistente e si decide di non volerla cambiare; si fa una scelta di assistenzialismo, anziché di promozione umana.

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Link Formazione/ Saper far fare

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Saper far fare‌ In rapporto al servizio diretto alla persona... In rapporto alla valenza sociale del volontariato ... In rapporto alla valenza politica del volontariato ...

ESC


Link Sapere far fare/ Servizio alla persona

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Sull'aspetto del servizio diretto, esso comporta l'impegno ad «aiutare le persone ad aiutarsi», a servire i poveri, promuovendone l'autonomia e l'uscita da uno stato di povertà e di dipendenza. Ma significa anche creare nelle persone aiutate lo stimolo a porsi esse stesse a servizio degli altri, sviluppando così a spirale l'impegno di solidarietà (ad esempio: provocare nei malati di un ospedale la disponibilità ad aiutarsi tra di loro).

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Link Sapere far fare/ Valenza sociale

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Sul piano dell'impegno sociale, vale il principio che la vera umanizzazione dei servizi ci sarà soltanto se i volontari riusciranno a trasferire lo spirito del volontariato negli operatori dei servizi, nei medici, negli assistenti sociali. Il volontariato che non operasse in tale direzione, finirebbe per restare come un'isola di umanità «idealistica» e inefficace. Va ripresa qui l'osservazione che il modello di impegno lavorativo che registriamo nei servizi, è lo stesso modello adottato nelle fabbriche: s'ignora la differenza che, nelle fabbriche, si opera su «cose», mentre nei servizi si opera su «persone». ESC


Link Sapere far fare/ Valenza politica

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Sul piano dell'impegno politico, la formazione al «far fare» può avere uno sbocco preciso nel mobilitare gli emarginati e gli oppressi, perché si organizzino da soli in vista del rivendicare i propri diritti, secondo la filosofia di don Milani: «Finiamola di parlare dei poveri: è tempo di dare la parola ai poveri».

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GIOVANI E VOLONTARIATO •Un binomio naturale

Giovani e volontariato

•Giovani e confronto con i modelli •Caratteristiche del volontariato giovanile: limiti e prospettive ESC


Link Giovani e volontariato/ Binomio naturale

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Gran parte del volontariato si sostiene grazie alla presenza dei giovani, che con il loro entusiasmo, la voglia di rendersi utili agli altri, la gratuità e la disponibilità popolano i numerosi servizi che il volontariato esprime (sia all‟interno della chiesa sia all‟interno di strutture civili). I giovani esprimono con il loro modo di essere un‟inclinazione positiva nei riguardi delle sofferenze che li circondano. Il fenomeno del volontariato rispecchia e concretizza questa “utopia” tipica del mondo giovanile: andare incontro ai bisogni, realizzare un mondo più giusto, lottare per la pace e l‟uguaglianza …

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Link Giovani e volontariato/ Giovani e modelli 1

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Spesso queste prospettive di cui si è parlato sopra sono contrastate nella fase di costruzione dell‟identità personale (adolescenza, giovinezza) producendo una tensione e un confronto con i modelli culturali proposti dalla società. Così i grandi ideali di giustizia e di pace vengono come “catturati” e depistati verso forme negative e di violenza. Positivo però è il fatto che, pur dentro questi limiti che provengono dalla società in cui si vive, dalla realtà giovanile emergono elementi di reazione alla mediocrità, dovuta al fatto di vivere nelle pieghe di questa società: c‟è insofferenza verso il pragmatismo, verso l‟indifferenza, la precarietà subita passivamente. Questi elementi di reazione alla frammentazione del quotidiano sono da valorizzare. C‟è la volontà di cercare un senso profondo del vivere, in questa società del consumismo, in questa cultura dell‟abbondanza. ESC


Link Giovani e volontariato/ Giovani e modelli 2

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Per la riflessione:

“Oso dire che un giovane della vostra età che non dia, in una forma o nell‟altra, qualche tempo prolungato al servizio per gli altri, non può dirsi cristiano, tali e tante sono le domande che nascono dai fratelli e sorelle che ci circondano.” (Giovanni Paolo II ai giovani di Torino, 3 settembre „88).

“Occorre puntare su proposte essenziali e forti, coinvolgenti, che non chiudano i giovani in prospettive di compromesso e nei loro mondi esclusivi, ma li aprano alla più vasta comunità della Chiesa, della società e della mondialità”. (ETC 45). “...anche nell‟itinerario di preparazione al Sacramento della Cresima la catechesi abbia concreto riferimento al Vangelo della carità, attraverso opportune esperienze di coinvolgimento e di servizio” (ivi). “Dalla base si chiede che la comunità parrocchiale svolga il proprio ruolo educativo ... chiedendo al cresimato con gradualità e come tirocinio impegni concreti negli ambiti della realtà parrocchiale (catechesi liturgia e carità) e della vita sociale (famiglia, scuola, quartiere, volontariato)” (dalla relazione Armenise sulla VIII tematica sinodale - La Cresima o Confermazione - letta e discussa durante i lavori della II Sessione del Sinodo Diocesano). ESC


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Link Giovani e volontariato/ Giovani e modelli 3

In concreto: Occorre condurre i gruppi giovanili delle nostre parrocchie, che già in molti casi esprimono numerosi ministeri all‟interno della comunità in ambito catechetico e liturgico, a scoprire anche la possibilità di esprimere una peculiare ministerialità laicale attenta al territorio e capace, attraverso il volontariato, di rispondere ai bisogni che in esso emergono.

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Link Giovani e volontariato/ Caratteristiche 1

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Il volontariato giovanile ha una duplice connotazione: è prestazione di un servizio ma anche esperienza formativa. Si tratta di un‟esperienza propedeutica, preparatoria, educativa, necessariamente rivolta alla formazione del soggetto che lo vive e alla prestazione di un servizio.

Mentre il volontariato adulto ha molto meno la funzione di preparazione, di formazione, di crescita, il volontariato giovanile è transitorio e per questo è, in un certo senso, ambiguo. Il giovane spesso si presta ad un servizio perché al momento non ha molto da fare, perché è ancora in attesa di un lavoro ed occupa con l‟impegno di volontario il suo tempo. È di fondamentale importanza, allora, elaborare, assimilare ed incarnare un modello di volontariato adulto, così come emerge da questo sussidio, per dire ai giovani che si affacciano ad un servizio di volontariato che esiste la possibilità di vivere il volontariato non come una parentesi interessante e formativa solo per i giovani, ma come una realtà che accompagna tutta la vita, come una scelta vocazionale. ESC


Link Giovani e volontariato/ Caratteristiche 2

75

Questo significa creare degli spazi per il volontariato dentro le istituzioni educative che noi abbiamo, offrire responsabilità, motivi di partecipazione, di creatività, di protagonismo al volontariato. Il senso vocazionale è legato alla possibilità di vivere per tutta l‟esistenza i valori che caratterizzano il volontariato, in modo che non sia solo una parentesi giovanile. Ma il volontariato non competente è una contraddizione. Certo, la competenza a livello giovanile può essere relativa, ma si richiede studio e volontà. Il giovane che fa volontariato deve trarre dalle prime esperienze competenza e capacità per dare poi, nel tempo, un contributo maggiore per crescere. Bisogna puntare, soprattutto, sulla riscoperta dell’educativo. Emerge sempre più la centralità dello specifico educativo nelle diverse forme di presenza: nella prassi di animazione, di attività culturale, nella prassi di insegnamento, di cooperazione e di servizio internazionale. ESC


Link Giovani e volontariato/ Caratteristiche 3

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Per la riflessione:

“È indispensabile che nel suo servizio di educazione alla fede dei giovani tutta la comunità cristiana proceda per progetti e itinerari educativi rispettosi della realtà dei singoli e della ricchezza della proposta evangelica, riconoscendo i giovani come soggetti attivi della propria crescita e capaci di servizio generoso alla comunità.” (“Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”, documento preparatorio al convegno di Palermo n.41).

“In ogni progetto formativo i giovani e le giovani vengano orientati a vivere in effettivo esercizio di carità evangelica mediante esperienze concrete di servizio e volontariato, compreso il Servizio Civile e l‟Anno di Volontariato Sociale per le ragazze, così da far crescere una cultura di condivisione, di non violenza, di giustizia e di pace. Non manchi pertanto in ogni itinerario educativo un solido approfondimento della dottrina sociale della Chiesa, concretizzata anche dalla partecipazione a scuole di formazione socio-politica” (Convegno ecclesiale di Palermo, I lavori del V ambito, proposte, 3).

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Link Giovani e volontariato/ Caratteristiche 4

77

In concreto:

Puntare sull‟educativo vuol dire promuovere un cammino di formazione in cui i valori di cui il volontariato è portatore non siano dei temi trattati sporadicamente, ma elementi portanti degli itinerari stessi. Educare il giovane al volontariato, allora, vuol dire: - Decidersi per l’amore alla vita nella sua quotidianità. Alla vita nel suo insieme si riconosce una dignità che viene non tanto dalle cose che si fanno, ma da una dignità intrinseca che trova la ragione ultima nel suo sconfinamento nel trascendente. Alla luce di questa dignità non c‟è situazione umana che non sia redimibile, che non sia - nella concreta situazione che per altri versi rimane incomprensibile, quando non insensata – umanizzabile da qualche gesto. L‟amore alla vita del volontario non è esaltazione del progresso, della scienza, del lavoro dell‟uomo, ma della redimibilità di ogni situazione umana. Mai l‟uomo è del tutto votato allo scacco. ESC


Link Giovani e volontariato/ Caratteristiche 5

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- Educare al dono e alla gratuità. Le cose della vita acquistano senso solo nel momento in cui vengono liberate dalla solitudine e donate gratuitamente. Il gesto che redime è il dono. Il volontariato è un tempo sottratto alle logiche del profitto e del tornaconto. - Educare al sacrificio e all’impegno. Il volontariato richiede di intensificare alcune qualità preacquisite nella vita del gruppo: continuità, resistenza alla fatica e al logorio della monotonia, capacità di collaborare con gli altri e di decentrarsi rispetto ai propri modi di vedere problemi e le loro soluzioni, sopportare la sofferenza degli altri senza esserne distrutti, non aver paura della conflittualità, saper dilazionare nel tempo i possibili risultati, riprendersi dopo momenti di comprensibili crisi, purificare continuamente le motivazioni. Impegno e sacrificio devono essere proporzionati al cammino del gruppo; non sono l‟impegno e il sacrificio che devono sviluppare un adulto. ESC


Centro di Ascolto 79

ESC


80

QUALE CENTRO DI ASCOLTO ? Miriamo a suggerire unâ€&#x;esperienza di

Centro di Ascolto

che abbia un radicamento:

ecclesiale: pastorale:

Premessa

Territoriale:

curando il rapporto tra CdA e ComunitĂ Parrocchiale; curando il rapporto tra CdA e Caritas Parrocchiale; curando il rapporto tra CdA, le istituzioni locali e i servizi pubblici

ESC


Lettura del territorio/1

81

Una corretta lettura del territorio e delle sue realtà è oggi quanto mai urgente a motivo dei rapidi cambiamenti ai quali siamo sottoposti. Ciò impone la maturazione, da parte nostra, di nuove consapevolezze. Lo stesso termine “povertà”, rischia di assumere oggi una connotazione generica; necessita di ulteriori specificazioni: parliamo di povertà materiali, di povertà spirituali (o meglio immateriali), di vecchie e nuove povertà … Lo stesso fenomeno della povertà è soggetto a rapidi cambiamenti per cui è più opportuno pensare in termini di dinamiche di povertà.

ESC


Lettura del territorio/2

82

“La fascia dei poveri è in aumento, soprattutto tra le categorie degli anziani, dei giovani e delle famiglie a basso reddito, mentre per le persone in difficoltà vi sono sempre meno risorse nel campo assistenziale, sanitario, previdenziale …” “A livello di definizioni generali si può parlare di:  povertà se si accentua l‟aspetto economico;  di disagio se si accentua quello esistenziale;  di emarginazione se si accentua quello relazionale;  di esclusione se si fa riferimento alla carenza di politiche sociali.

ESC


83

Si parla di poveri, emarginati, ultimi, nuove e vecchie povertà. Qui ci sembra importante sottolineare l‟aspetto dinamico del fenomeno e parlare di rischi e di percorsi di povertà piuttosto che di situazioni definite stabilmente” (Lo riconobbero nello spezzare il pane n. 12-13).

Lettura del territorio/3

Già nel settembre del 1972, parlando alle Caritas Diocesane, Paolo VI affermava:

«Desideriamo inoltre sottolineare che è oggi indispensabile superare i metodi empirici e imperfetti, nei quali spesso finora si è svolta l‟assistenza, e introdurre nelle nostre opere i progressi tecnici e scientifici della nostra epoca. Di qui la necessità di formare persone esperte e specializzate (…)

ESC


Lettura del territorio/4

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… e ancora

«Di qui la necessità di promuovere studi e ricerche, sia per una migliore conoscenza dei bisogni e delle cause che li generano e li alimentano, sia per una efficace programmazione degli interventi assistenziali. Sappiamo che in questa moderna concezione dell‟assistenza già si orienta il vostro lavoro con lusinghieri risultati. Ce ne rallegriamo con voi e nutriamo fiducia che la vostra opera, oltre a giovare ai fini di una programmazione pastorale unitaria, potrà servire altresì per stimolare gli interventi delle pubbliche autorità ed un‟adeguata legislazione». ESC


85

All’art. 3 dello Statuto della Caritas Italiana questi temi riecheggiano: «(tra i compiti della Caritas vi è quello di):

Lettura del territorio/5

realizzare studi e ricerche sui bisogni per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento sia curativo che preventivo, nel quadro della programmazione pastorale unitaria, e per stimolare l‟azione delle istituzioni civili ed una adeguata legislazione; promuovere il volontariato e favorire la formazione degli operatori pastorali della carità e del personale di ispirazione cristiana sia professionale che volontario impegnato nei servizi sociali, sia pubblici che privati, e nelle attività di promozione umana». ESC


Lettura del territorio/6

86

Allora il CdA, orecchio parrocchiale e antenna rilanciato e qualificato

della caritas dei bisogni,

 esprime l‟attenzione pastorale della comunità parrocchiale, attraverso la caritas, verso la formazione di persone, volontari e non, che acquisiscano una preparazione e competenze specifiche rispetto ai problemi della povertà e del disagio;  è senza dubbio lo strumento privilegiato a disposizione della Parrocchia per avviare una lettura del territorio e dei bisogni che questo esprime. ESC


87

 Costituisce un pre-requisito essenziale per la nascita dell‟Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse, del quale è un

Lettura del territorio/7

punto di osservazione. L‟Osservatorio Diocesano delle povertà e delle risorse è uno

strumento pastorale che la Caritas Diocesana promuove con la funzione di interpretare, valutare, discernere le dinamiche sociali che più interpellano la coscienza cristiana, con l‟obiettivo individuarne le cause per rimuoverle o prevenirle e di fornire orientamenti alle scelte pastorali della Comunità Diocesana e alle politiche sociali. ESC


Lettura del territorio/8

88

“Dobbiamo inoltre acquisire una adeguata competenza nella lettura dei bisogni, delle povertà, dell‟emarginazione: un osservatorio permanente, capace di seguire le dinamiche dei problemi della gente e di coinvolgere direttamente la comunità ecclesiale in modo sistematico, non dovrebbe mancare in nessuna Chiesa locale” (La Chiesa in Italia dopo Loreto n.22) Concretamente il suo lavoro parte dallo studio su base scientifica dei dati che raccolgono i suoi punti di osservazione dislocati sul territorio diocesano (i Centri di Ascolto, appunto) e collegati in rete. ESC


MENÙ PRINCIPALE

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IDENTITÀ E MOTIVAZIONI

OBIETTIVI E FUNZIONI

STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE

STRUMENTI OPERATIVI

ESC


90

IL CENTRO DI ASCOLTO

IDENTIÀ E MOTIVAZIONI

E’ uno strumento di Carità, antenna dei bisogni del territorio, punto di riferimento per le persone in difficoltà. È uno strumento pastorale, ema-nazione della Comunità cristiana. è luogo di elaborazione di un vissuto evangelico di ascolto, di condivisione.

ESC


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Strumento pastorale,

Link identità…/Strumento di carità

punto di riferimento per le persone in difficoltà

 Il CdA è lo strumento che la comunità cristiana si dà per ascoltare in modo attivo coloro che si trovano in difficoltà, con la consapevolezza che in essi Dio stesso ci interpella.  Dalla Comunità il CdA riceve il mandato dell‟ascolto dei poveri e ad essa riporta le richieste dei poveri, ricoprendo un ruolo pastorale e non confondendosi con un segretariato sociale, un‟associazione di volontariato o un ente di servizi. ESC


Link identità…/Strumento pastorale/1

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Il CdA è espressione della Comunità Cristiana. In questo modo diventa lo strumento che sollecita la corresponsabilità di tutta la comunità e non il luogo della sua delega:

 non esonera cioè dal dovere dell‟accoglienza, dell‟ascolto e della testimonianza,  ma è espressione visibile e concreta di un coinvolgimento comunitario ed al tempo stesso stimolo ad ulteriore impegno.

ESC


Link identità…/Strumento pastorale/2

93

In questa prospettiva è essenziale il collegamento con la Comunità Parrocchiale, curando in maniera particolare il rapporto vitale con la Caritas e il CPP. Se questo rapporto non funziona si determina l‟inaridirsi del collegamento con la comunità cristiana ed il conseguente venir meno delle caratteristiche pastorali del CdA. L’immagine che accosta il CdA ad un’antenna è particolarmente significativa. ESC


Link identità…/Strumento pastorale/3

94

 L‟antenna (televisiva, radiofonica ecc.) capta un segnale e lo trasmette ad un apparecchio ad essa collegato (televisore, radio ecc.).  Non avrebbe alcun senso un‟antenna che, pur capace di captare un segnale, non lo trasmettesse a nessun apparecchio: verrebbe meno alla sua funzione che è quella non solo di captare un segnale (televisivo) ma anche di trasmetterlo ad un apparecchio (televisione) perché l‟utente dell‟apparecchio possa fruirne (guardare il telegiornale).

ESC


95

Link identità…/Strumento pastorale/4

Allora,

rispetto

ad

bisogno

un

ricorrente nella Comunità Parrocchiale,

emergente possiamo

individuare i seguenti passaggi: 1.

Il CdA, funzionando proprio come un‟antenna, rileva un bisogno e lo comunica alla Comunità Parrocchiale, attraverso la Caritas Parrocchiale, Commissione pastorale presente nel CPP.

ESC


Link identità…/Strumento pastorale/5

96

2.

La Caritas Parrocchiale, venuta così a conoscenza del bisogno emergente, si attiva nel compito di animazione e sensibilizzazione di tutta la Comunità Parrocchiale, attraverso il CPP, perché si ricerchino soluzioni in grado di rispondere al bisogno emergente (sensibilizzazione di enti pubblici, promozione del volontariato parrocchiale ecc.)

3.

Il CdA orienta chi è in situazione di bisogno verso le modalità di risposta individuate dalla comunità (enti, volontariato …)

4.

Gli enti sensibilizzati, il volontariato parrocchiale promosso, ecc., a seconda dei casi, rispondono al bisogno emergente. ESC


Link identità…/Strumento pastorale/6

97

Se salta il collegamento tra CdA e Comunità Parrocchiale, saltano i passaggi velocemente schematizzati: il Centro di Ascolto  perde la connotazione di strumento pastorale  si disperde rincorrendo le emergenze  piuttosto che funzionare come antenna dei bisogni, diventa un parafulmine (Cfr. scheda pag. 8).

ESC


OBIETTIVI E FUNZIONI

98

OBIETTIVI E FUNZIONI DEL CENTRO DI ASCOLTO Accoglie, ascolta, orienta e si fa carico delle persone in difficoltà. Individua i bisogni espressi e latenti presenti sul territorio. Diffonde cultura di solidarietà, suscita il senso della centralità della persona nella Comunità cristiana e in tutta la società. ESC


Link Obiettivi …/Per l’attualizzazione

99

L‟obiettivo principale del CdA è condurre la persona che vive uno stato di bisogno, di qualunque natura, in un processo di liberazione progressivo dalle cause che hanno provocato la domanda di aiuto coinvolgendo la comunità parrocchiale. È lo strumento pastorale, espressione della comunità cristiana, che ha la funzione di

accogliere, ascoltare, orientare, prendere in carico ed accompagnare la persona che vive in

stato di bisogno, avviandola verso possibili soluzioni da ricercare insieme e delle quali essere protagonista in prima persona ESC


Link Obiettivi …/In concreto/1

100

Il CdA non eroga servizi (pacchi, vestiti, alimenti, soldi). È vero che la richiesta più frequente, che perviene ai nostri CdA si muove in questa direzione: quella di ottenere aiuti concreti e immediati. È invalsa l‟idea che al CdA si “prende” qualcosa (forse anche perché il principale servizio che ha offerto il nostro CdA è quello di “dare” qualcosa).

ESC


Link Obiettivi …/In concreto/2

101

Si tratta di cambiare mentalità, a cominciare dagli operatori. Pertanto, qualora si valuti opportuno rispondere alla richiesta di aiuto

concreto e immediato pervenuta al CdA, dando qualcosa • degli alimenti • dei vestiti, ecc:

si faccia in modo che la gestione diretta di questa risposta sia affidata ad un gruppo di volontariato costituitosi ad hoc • banco alimentare, • addetti al guardaroba parrocchiale ecc…,

che possibilmente operi in un luogo anche fisicamente diverso da quello del CdA

(sia pure la porta accanto). ESC


102

Per esempio:

Link Obiettivi …/In concreto/3

1.

Una signora si reca al CdA con la richiesta di viveri. 2. La richiesta è di estrema urgenza e provata necessità, per cui l‟operatore del CdA valuta positivamente la necessità di rispondere al bisogno; 3. Non è nei compiti del CdA rispondere al bisogno; la sua funzione è quella di accogliere, ascoltare, orientare, prendere in carico chi è in stato di bisogno. Ma in parrocchia si è costituito un gruppo di volontariato che cura una distribuzione “razionale” di viveri, di vestiti …, dando risposta a questo tipo di bisogno concreto ed urgente ESC


Link Obiettivi …/In concreto/4

103

4. L‟operatore del CdA orienta la signora verso questo gruppo di volontariato, le dice di recarvisi a suo nome (le firma un buono) oppure l‟accompagna; 5. Il volontario, accertata la provenienza della signora dal CdA, provvede ad aiutarla secondo le disposizioni dell‟operatore del CdA e in accordo con le reali possibilità contingenti del gruppo (avere o non avere in quel momento viveri a disposizione). Il CdA ha mantenuto la sua identità. La signora pian piano imparerà che al CdA si va non solo per chiedere delle cose da prendere ma soprattutto per chiedere aiuto quando si è in difficoltà. ESC


Link Obiettivi …/Accoglienza/1

104

L‟accoglienza è intimamente connessa all‟ascolto e prelude ad esso: non ci può essere ascolto se non accogliamo chi incontriamo al CdA come persona unica e irripetibile, riconoscendo in essa prima ancora che uno stato di bisogno da rimuovere o cui rispondere, una straordinaria ricchezza da far riaffiorare, una persona da accompagnare in un cammino di promozione umana verso una graduale liberazione dal bisogno.

ESC


105

un‟accoglienza

adeguata

richiede

anche

la

disponibilità di spazi fisici in cui poter allestire le stanze del CdA: Link Obiettivi …/Accoglienza/2

“Nelle parrocchie più grandi è opportuno

realizzare anche una struttura di servizio ai poveri che, aggiungendosi agli edifici destinati al culto e alla catechesi, sia segno della dimensione caritativa della pastorale” (Con il dono della carità dentro la storia n.35).

ESC


Link Obiettivi …/Accoglienza/3

106

Occorre continuamente maturare la consapevolezza che tra chi accoglie per ascoltare e chi è accolto per essere ascoltato vi sono: Elementi di uguaglianza Elementi di diversità

ESC


107

ďƒ˜ la stessa dignitĂ (le stesse origini e lo stesso destino);

Elementi di uguaglianza

ďƒ˜ gli stessi bisogni per tutti, da quelli primari/materiali al bisogno di relazione/riconoscimento; ďƒ˜ il limite persona.

che

appartiene

ESC

ad

ogni


Elementi di diversità

108

CHI È ASCOLTATO:  Chiede qualcosa che non ha e che ritiene l‟ascoltatore abbia e avverte un senso di disagio e inferiorità;  Avverte spesso un bisogno confuso, anche se è portatore di esigenze pratiche impellenti (bollette da pagare …);  Può non avere energie o risorse; essere aggressivo a motivo di storie passate o di condizioni psichiche fragili o patologiche; può essere segnato da una generalizzata diffidenza nei confronti del suo interlocutore a causa di rapporti negativi (con famiglia, amici e istituzioni). CHI ASCOLTA:  È solitamente tranquillo e motivato  Ha un certo tipo di sicurezza nei rapporti  Ha un certo potere  Deve comprendere ciò che ascolta e sollecitare, promuovere, prospettare una soluzione ESC


109

Link Obiettivi …/Accoglienza/4

“Accogliere significa sempre rischiare, disturba sempre. Ma Gesù non viene forse a disturbarci nelle nostre abitudini, nei nostri comodi, nelle nostre stanchezze? Bisogna che siamo continuamente stimolati per non cadere in un bisogno di sicurezza e di comodo, e per non continuare a camminare dalla schiavitù del peccato e dell’egoismo verso la terra promessa della liberazione.

ESC


110

Link Obiettivi …/Accoglienza/5

Accogliere non è per prima cosa aprire la porta della propria casa, ma aprire le porte del proprio cuore e con questo diventare vulnerabili. È prendere l’altro all’interno di sé, anche se è una cosa che disturba e toglie sicurezza; è preoccuparsi di lui, essere attenti, aiutarlo a trovare il suo posto.”

(da: Jean Vanier, La comunità luogo della festa e del perdono)

ESC


Link Obiettivi …/Ascolto/1

111

“Il primo dovere che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l‟amore di Dio comincia con l‟ascoltare la sua Parola, così l‟inizio dell‟amore per il fratello sta nell‟imparare ad ascoltarlo … chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio; anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare” ESC


Link Obiettivi …/Ascolto/2

112

Gli atteggiamenti e le consapevolezze maturate per l‟accoglienza costituiscono, per così dire, in un unicum, un primo ascolto, lo preparano adeguatamente e conducono all‟ascolto stesso. In un mondo in cui nessuno sembra più capace di ascoltare “il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo”. È un impegno per l‟intera comunità parrocchiale. L‟ascolto deve essere luogo della relazione d‟aiuto nel senso che chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. ESC


Link Obiettivi …/Ascolto/3

113

Allora, ascoltare concretamente significa:  Avere un‟attenta presenza a se stessi.  Centrare la comunicazione sull‟altro: saper tacere e dare precedenza all‟altro; lasciar parlare; lasciare a chi parla tutto il tempo necessario.  Vivere un atto interiore che non permette di pensare ad altro.  Voler capire.  Ascoltare con tutta la persona: non solo con l‟udito, ma con la mente, con l‟animo, con l‟espressione del viso, con i cenni del capo, con la posizione del corpo … ESC


114

1. Dio ascolta il grido del povero. Il comportamento di Dio è comandamento per il cristiano:

Link Obiettivi …/Ascolto/4

 “… nell‟angoscia ho invocato il Signore, ho gridato al mio Dio, Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce; il mio grido è giunto ai suoi orecchi (2 Sam 22,7)  “Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto (Sal 30)

 “questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce” (Sal 33)  “poiché il Signore ascolta i poveri e non disprezza i suoi che sono prigionieri” (Sal 68)

ESC


115

2. Nel Vangelo Gesù ascolta il grido dei poveri, espresso e inespresso, perché lui sa

leggere nel profondo dei cuori

Link Obiettivi …/Ascolto/5

Atteggiamenti che caratterizzano l’Ascolto di Gesù

ESC


116

3. La comunità cristiana è caratterizzata dall’atteggiamento di ascolto. “Ascolta, Israele!” (cfr. Deut 6, 4-5; Mc 12, 29-31;). “Il religioso ascolto della parola di Dio” (DV) 

Link Obiettivi …/Ascolto/6

Dall‟ascolto Dio all‟ascolto del fratello il passaggio è naturale per una mentalità cristiana: Dio ci interpella nel volto del sofferente. L‟altro rimanda immancabilmente all‟Altro e viceversa. “Ascoltate le cause dei vostri fratelli” (Deut. 1,16): le parole rivolte da Dio ai giudici di Israele esprimono molto bene l‟atteggiamento di fondo del cristiano. L‟atteggiamento dell‟ascolto è diverso da quello conoscitivo: la conoscenza tende a fagocitare l‟oggetto nel soggetto, l‟ascolto lascia l‟interlocutore in tutta la sua alterità e singolarità ESC


117

4. La Chiesa è una comunità di corresponsabili: i suoi membri non sono chiamati a rispondere solo rispetto a uffici e ministeri ma soprattutto rispetto al fratello, in particolare bisognoso e sofferente:

Link Obiettivi …/Ascolto/7

 «Allora il Signore disse a Caino: “Dov‟è Abele tuo

fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”» (Gen 4,9).

ESC


118

Orientamento  Il CdA non è chiamato a fornire risposte dirette, salvo casi di estrema necessità e provata urgenza.

Link Obiettivi …/Orientamento/1

 A questo sono deputate le realtà operanti sul territorio: Istituzioni, Comunità Parrocchiale, Volontariato parrocchiale e non.  La funzione del CdA, una volta instaurata con chi è in stato di bisogno una relazione d‟aiuto attraverso l‟accoglienza e l‟ascolto, è quella di orientarlo verso possibili soluzioni da ricercare sul proprio territorio e di cui essere primo protagonista.  Ritorna urgente il problema della conoscenza del territorio non solo rispetto ai bisogni che in esso emergono ma anche rispetto alle risorse che offre.

ESC


Link Obiettivi …/Orientamento/2

119

Ci sono al meno due livelli di orientamento: 1. Il più semplice corrisponde al fornire l’informazione giusta al momento giusto: indicazioni o indirizzi di Enti pubblici e privati; modalità di accesso ai servizi, comunità, centri di accoglienza, ecc. Ciò, naturalmente, comporta la precisa conoscenza della realtà verso cui orientiamo chi è in stato di bisogno. Allora sarà necessario allestire, in progresso di tempo, elenchi di risorse anche informali presenti sul territorio; costruire una rete di relazioni con persone-ganci che vogliano offrire la loro disponibilità di collaborazione con il CdA parrocchiale. ESC


Link Obiettivi …/Orientamento/3

120

2. Orientare chi è in stato di bisogno verso la comprensione del reale bisogno nel quale si trova, attraverso una graduale decodifica dello stesso. Questo è più difficile ma anche prioritario. Non sempre il bisogno espresso è quello reale. Attraverso l‟accoglienza e l‟ascolto può emergere che il bisogno espresso attraverso una domanda nasconde un altro, inconscio e comunque inespresso, più grave e/o più urgente. Se vogliamo instaurare una relazione d‟aiuto che accompagni il fratello verso la liberazione dal bisogno è necessario innanzitutto aiutarlo a comprendere di quale bisogno realmente si tratti. ESC


121

Presa in carico È un accompagnamento.

Link Obiettivi …/Presa in carico/1

Segna il passaggio dal gesto al legame auspicato dall‟Episcopato italiano in Evangelizzazione e

Testimonianza della carità n. 39. Non

sempre

può

bastare

fornire

un

orientamento, spesso può rendersi necessario seguire personalmente la vicenda di chi mi chiede aiuto.

ESC


Link Obiettivi …/Presa in carico/2

122

È necessario prendere a cuore il caso di una persona come se fosse l‟unico:  guardare a chi è in stato di bisogno come ad una persona unica ed irripetibile, una storia da assumere e non come ad una pratica da evadere;  Mettere in contatto con i servizi presenti sul territorio, verificando che questi si facciano veramente carico della situazione e denunciando le eventuali inadempienze;  Attivare tutte le risorse possibili a cominciare da quelle della persona;  Coniugare professionalità e Carità, competenza e servizio cristiano. ESC


Link Obiettivi …/Presa in carico/3

123

Gesù si è fatto carico dell’umanità. Nella parabola del Buon samaritano (Lc 10, 34 e ss) la scansione delle scene e i verbi che connotano gli atteggiamenti del Buon Samaritano descrivono Gesù come Samaritano dell‟uomo. “Alla domanda di un dottore della legge, prima di indicargli il comandamento più importante e poi spiegargli chi era il prossimo, Gesù raccontò la parabola del samaritano: uno straniero capace di avere compassione di suo fratello, di chinarsi su di lui, curargli le ferite, pagare di tasca propria. Quelle parole non hanno mai abbandonato la Chiesa nel suo bimillenario cammino e sempre le insegnano la strada ad ogni svolta della storia, le suggeriscono il da farsi di fronte a vecchie e nuove povertà …” (Da questo vi riconosceranno n.42). ESC


Link Obiettivi …/Individua i bisogni/1

124

Il CdA individua i bisogni espressi: li recepisce operando una necessaria

decodifica poiché  non sempre il bisogno espresso è quello reale;  non sempre la richiesta impellente che la persona rivolge corrisponde al suo reale bisogno, spesso confuso. ESC


Link Obiettivi …/Individua i bisogni/2

125

Una signora si reca al CdA rivolgendo una richiesta urgente e necessaria: chiede un contributo in danaro perché non riesce a pagare la bolletta del gas. 1.

Qual è il bisogno reale?

Ipotesi di partenza: la signora chiede tale contributo perché, avendo dovuto affrontare grosse spese impreviste per la famiglia, si trova momentaneamente scoperta. Si può rispondere al bisogno corrispondendo il contributo e concordando una qualche forma di restituzione. ESC


Link Obiettivi …/Individua i bisogni/3

126

2.Tuttavia l‟ascolto porta l‟operatore a scoprire che la signora è disoccupata e vedova: il reale bisogno allora è quello di trovare alla signora un lavoro; o magari di avviare le pratiche perché possa percepire la pensione di reversibilità del marito alla quale, senza saperlo, ha diritto … 3.Oppure l‟ascolto porta l‟operatore a scoprire che il marito della signora è disoccupato ed alcolizzato: qui il bisogno reale e prioritario non è tanto cercare un lavoro (pur urgente), quanto liberare il marito dalla dipendenza dall‟alcool, orientandolo opportunamente verso risorse esistenti sul territorio per dare risposta questo bisogno latente di liberarsi dall‟alcolismo... ESC


Link Obiettivi …/Individua i bisogni/4

127

Possibile specializzazione del CdA  L‟individuazione dei bisogni emergenti nel territorio parrocchiale conduce allora necessariamente a formulare una mappatura tanto dei bisogni quanto delle risorse attivabili per far fronte ai bisogni stessi.  Questo discorso può spingersi fino a determinare una sorta di specializzazione del servizio del CdA con un conseguente restringimento del suo raggio di azione.

 In un quartiere con una fortissima presenza di immigrati extracomunitari una comunità parrocchiale o un vicariato zonale può opportunamente ritenere di costituire un CdA specializzato per l‟accoglienza, l‟ascolto, l‟orientamento e la presa in carico di persone extracomunitarie … ESC


Link Obiettivi …/Diffonde cultura di solidarietà/1

128

Il CdA può essere strumento per la diffusione di una cultura della solidarietà nei confronti:  delle persone in difficoltà, per dare loro una voce e per aiutarle a essere protagoniste e soggetti attivi nel superamento della loro condizione di disagio e nella ricerca di se stesse;

 dei volontari e degli operatori, che vi trovano uno spazio di confronto per crescere come uomini e come cristiani, nella prossimità e nel servizio ai fratelli;

ESC


Link Obiettivi …/Diffonde cultura di solidarietà/2

129

 della comunità cristiana, perché viva il proprio essere comunione in una continua tensione missionaria, percorrendo i cammini di sofferenza e di disagio delle persone, perché al di là dei bisogni che le opprimono, emerga la pienezza della loro dignità;  della comunità civile, perché possa mantenersi attenta alle realtà di povertà del proprio territorio, facendosene carico concretamente e impegnandosi in un cammino di corresponsabilità (sentire tutti responsabili di tutti). ESC


STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE

130

STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL CENTRO DI ASCOLTO

Gruppo di lavoro Progetto operativo

ESC


Link struttura/ gruppo di lavoro 0

131

STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL CENTRO DI ASCOLTO È un gruppo di lavoro con competenze differenziate in cui si esprime la corresponsabilità e la complementarietà della Chiesa tramite l'accoglienza, l'ascolto e la presa in carico delle persone in difficoltà. ESC


132

Gruppo di lavoro È impensabile che il CdA funzioni come tale

Link Struttura…/Gruppo di lavoro/1

grazie all‟impegno, pur generoso, di una o due persone che per qualche ora alla settimana

ricevono i poveri della comunità. Tale esperienza, destinata inevitabilmente a

tradursi in erogazione di una qualche forma di servizio, non può dirsi Centro di Ascolto.

ESC


Link Struttura…/Gruppo di lavoro/2

133

Per avviare l‟esperienza del CdA, articolata in tutte le sue fasi è indispensabile la costituzione di un’equipe di lavoro, che:  raccolga le diverse competenze necessarie al corretto funzionamento del CdA  sia guidata da un coordinatore.

Il gruppo di lavoro si riunisce periodicamente in relazione alle necessità di:  Valutazione  Intervento  Assunzione di incarichi sui casi pervenuti Normalmente la riunione è settimanale. ESC


Link Struttura…/Gruppo di lavoro/3

134

Il gruppo di lavoro:  Può essere opportunamente coadiuvato da una figura professionale (come ad es. Assistente sociale).  In base alla preparazione e alla disponibilità degli operatori può articolarsi in due sottogruppi operativi: il primo si impegna nell‟ascolto e il secondo nella presa in carico:

ESC


Link Struttura…/Gruppo di lavoro/articolazione

135

 Gruppo di ascolto: ha la funzione di accogliere chi ha bisogno, di ascoltarlo e di definire un possibile orientamento. Occorre predisporre turni di avvicendamento ed orari di appuntamento così da salvaguardare la continuità del rapporto personale tra chi è in stato di bisogno e l‟operatore del CdA.  Gruppo della presa in carico: conduce la persona verso il conseguimento della possibile risposta individuata (consulenza su specifici problemi, reperimento delle risorse, accompagnamento …). In questo sottogruppo giocoforza devono poter confluire competenze più varie e perciò risulterà più numeroso. Guardandoci attorno in Parrocchia forse scopriamo tante “competenze” già presenti e forse anche operanti.

ESC


136

È anche auspicabile costituire una rete di collaboratori esterni:

Collaborazioni

 di professionisti che di volta in volta possano offrire il loro contributo per consulenze in specifiche situazioni (Avvocati, medici, commercialisti …);  di volontari che possano offrirsi per determinati servizi (accompagnamenti, prenotazioni visite …)

ESC


Riunioni

137

Nell’ambito della periodica riunione sono effettuati:

 la valutazione del bisogno sui casi presentatisi all‟ascolto,  il programma-progetto di intervento sugli stessi,  l‟affidamento dei casi nuovi agli operatori,  l‟aggiornamento e la verifica dei casi in corso,  lo scambio e il confronto di esperienze tra gli operatori con gli approfondimenti pastorali e metodologici necessari,  le necessità di coinvolgimento della comunità parrocchiale  ed in generale la verifica sul complessivo funzionamento del CdA. ESC


138

Sempre in uno spirito di servizio, il coordinatore è figura importante del CdA, suo punto di riferimento, e riconduce ad unità il lavoro complessivamente svolto. Fa parte della Caritas e, preferibilmente, del Consiglio Pastorale parrocchiale.

Link Struttura…/il coordinatore

Suo compito è:

 assicurare il collegamento con la Comunità Parrocchiale attraverso il rapporto con il Parroco e con la Caritas Parrocchiale;  curare il collegamento con la Caritas Diocesana;  curare il i rapporti con eventuali consulenti e con istituzioni civili;  coordinare gli incontri di programmazione e di verifica del lavoro svolto;  garantire le convocazioni degli operatori per le riunioni;  organizzare i turni dei volontari per garantire presenza e continuità; ESC


Link Struttura‌/ Metodo del gruppo/1

139

lavorare per progetti Lavorare per progetti significa riconoscere che è importante dare risposte personalizzate per promuovere lâ€&#x;autonomia della persona nella ricerca della risposta ai propri bisogni.

In concreto significa, fare unâ€&#x;analisi della situazione, darsi un obiettivo realistico e dei tempi per raggiungerlo, ricercare le risorse, darsi degli obiettivi intermedi rispetto a quello finale. ESC


Link Struttura…/ Metodo del gruppo/2

140

Perché questo tipo di lavoro risulti efficace è necessario:  accompagnare le persone  conoscere il territorio  coinvolgere la comunità e tutte le realtà che si occupano delle stesse problematiche, lavorare insieme e stimolarle affinché facciano sorgere risposte nuove e sempre più adeguate ai bisogni delle persone  non accettare deleghe di sorta  verificare il progetto ed eventualmente modificarlo

ESC


STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE/2

141

STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL CENTRO DI ASCOLTO Si dota di un progetto operativo che definisca identità, motivazioni, obiettivi e funzioni. Può costituirsi in Associazione e avvalersi della collaborazione di operatori professionisti.

ESC


Link Struttura…/2/Progetto operativo

142

Si dota di un progetto operativo Il progetto operativo è un documento che fornisce le linee a cui devono attenersi tutti i membri del CdA per poter agire con unità di finalità e di intenti. La formulazione di un progetto operativo è indispensabile per l‟acquisizione di motivazioni comuni, di linguaggio comune, di verifica reale.

ESC


STRUMENTI OPERATIVI

143

STRUMENTI OPERATIVI DEL CENTRO D’ASCOLTO Utilizza come strumenti operativi: il colloquio e la registrazione del colloquio su schede; la mappatura delle risorse e la documentazione; la verifica e la formazione; il lavoro di rete.

ESC


Il colloquio

144

    

Il colloquio Si possono individuare alcuni elementi che caratterizzano il colloquio. Il tempo Le modalità I contenuti L’approfondimento Le proposte e il progetto ESC


145

Il tempo

L‟incontro non deve, indicativamente,

Link il colloquio/ “ il tempo”

durare più di trenta minuti. Se necessario meglio aggiornarlo ad

altra data.

ESC


146

Le modalità occorre dialogare:

Link il colloquio/ “le modalità”

 lasciando all'interlocutore la possibilità di esprimersi senza interromperlo,  mettendolo a suo agio,  rispettando silenzio.

anche

i

ESC

momenti

di


Link il colloquio/ “i contenuti”

147

I contenuti: occorre fermare l'attenzione in particolare su alcuni dati: la richiesta espressa; il motivo che la determina; la situazione della persona così come emerge (ordinando i frammenti del discorso e le impressioni suscitate dal suo modo di atteggiarsi). i punti contraddittori e/o non sufficientemente approfonditi; il bisogno fondamentale e le possibili cause (spesso nella richiesta fatta il bisogno non è immediatamente manifestato!).

ESC


Link il colloquio/ “l’approfondimento”

148

L'approfondimento persegue l'obiettivo di fare chiarezza sui termini reali del problema esposto. deve avvenire attraverso:

 la restituzione di quanto si è compreso,  la richiesta di chiarimento su quanto non si è compreso,  domande discrete che, se è il caso, vanno motivate.

. ESC


Link il colloquio/ “proposte e progetto”/1

149

Le proposte e il progetto si prefiggono di:  individuare gli interventi prioritari (soddisfazione di bisogni primari e urgenti obiettivi intermedi, contatti con altri servizi...);  stabilire i rispettivi compiti. tenendo conto della necessaria gradualità delle richieste da fare all'interessato oltre che dell'impegno che il Centro può assumere;

ESC


150

 proporre quando è il caso. un altro appuntamento (il tempo tra il primo e il secondo incontro servirà per verifiche, informazioni, ecc.);

Link il colloquio/ “proposte e progetto”/2

 rilevare da un documento l'identità dichiarata. Gli operatori valuteranno a loro discrezione quando tale richiesta. con i risvolti che implica. sia davvero necessaria. Un percorso di successivi colloqui potrebbe portare ad approfondimenti che consentono all'équipe di formulare un progetto personalizzato concordato con l'interessato che tenga conto:  della sua situazione personale;  degli accordi presi con i servizi pubblici;  delle strategie promozionali complessivamente perseguite dall'équipe. ESC


La registrazione del colloquio

151

2. La registrazione del colloquio Gli operatori che si occupano dell'ascolto cureranno la registrazione dei colloqui e le successive verifiche. In particolare devono essere descritte le richieste avanzate e gli interventi già effettuati e/o concordati sia con l'interessato sia con altri servizi. Se si tratta di un colloquio successivo, sarà opportuno riportare sulla scheda di registrazione:

 gli elementi che sono stati ulteriormente approfonditi rispetto all'incontro precedente,  quelli ancora da approfondire,  le verifiche da fare rispetto al progetto formulato,  le ulteriori decisioni. ESC


La registrazione del colloquio/2

152

 La scheda personale è uno strumento di lavoro indispensabile perché se adeguatamente compilata e costantemente aggiornata, consente di conoscere la particolare condizione di bisogno dell'interessato e di verificare, attraverso gli interventi già realizzati e le prospettive future, se il progetto per la promozione della persona effettivamente la aiuta a superare il disagio.  Prima del colloquio è importante che l'operatore faccia riferimento alla scheda personale per conoscere la situazione generale dell'interlocutore, il tipo di rapporto instaurato, gli interventi già fatti. Questa operazione servirà per mantenere la continuità delle linee operative intraprese negli incontri precedenti.  La rilettura delle schede durante le riunioni di verifica consente infine di individuare, in relazione ai bisogni emersi, le nuove risposte da sollecitare attraverso la sensibilizzazione delle risorse presenti nel territorio. ESC


La mappatura delle risorse

153

La mappatura delle risorse  Si tratta di un elenco/schedario che può essere realizzato distinguendo le risorse pubbliche da quelle private e raggruppandole secondo le tipologie dei bisogni. L'elenco/schedario dovrà essere facilmente consultabile. Rispetto alle risorse è necessario: conoscere Aggiornarne la mappatura Operare collegamento tra CdA e l‟Osservatorio Diocesano delle povertà e delle risorse ESC


Link La mappatura delle risorse/ “conoscere”

154

Di ciascuna conoscere:

risorsa

è

necessario

 denominazione, indirizzo, numero telefonico;  nome del responsabile e/o di altri eventuali referenti;  tipologia del servizio offerto;  orari e modalità di accesso;  note con particolari informazioni qualitative.

ESC


Link La mappatura delle risorse/ “aggiornamenti”

155

 La mappatura deve essere periodicamente aggiornata.  La necessità di avere informazioni precise è legata alla volontà di evitare che la persona debba poi rivolgersi altrove: se orientiamo, dobbiamo farlo in maniera meno approssimata possibile riconoscendo alla persona che si ha di fronte una precisa dignità.  I maggior vantaggi di questo strumento sono legati ad un suo continuo aggiornamento.

ESC


Link La mappatura delle risorse/ “collegamenti …”

156

 È opportuno che la Caritas coordini tutta questa attività mettendo in sinergia e comunicazione Centro di Ascolto e Osservatorio Permanente delle Povertà e delle Risorse

altro strumento da promuovere sul piano pastorale e da vedere in un'unica ed organica progettazione.

ESC


157

La documentazione

La documentazione

ďƒ˜ Tra gli strumenti del Centro di Ascolto, la documentazione serve sia per l'organizzazione del lavoro sia per la formazione permanente degli operatori.

ESC


158

La documentazione/2

 Possono essere utili:  questionari, statistiche ed altri strumenti per la conoscenza del territorio, delle risorse presenti e per la rilevazione dei bisogni;  pubblicazioni relative ad atti di seminari e corsi di formazione;  riviste specializzate sul volontariato e sulle attività del privato-sociale;  raccolta della legislazione in materia socioassistenziale a livello nazionale e regionale;  raccolta di normative locali (delibere e regolamenti comunali e provinciali) che dettano direttive sui rapporti con il volontariato e sulla valorizzazione del "privato sociale". ESC


Lavoro di rete/1

159

 Lavorare in termini di rete significa conoscere il territorio nel modo più completo possibile; vuol dire conoscere le risorse presenti sia nell'ambito pubblico che in quello privato. È indispensabile una conoscenza piena delle competenze e delle modalità con cui tali servizi vengono erogati.  Lavorare in rete significa anche conoscere gli altri operatori. Le conoscenze a corto raggio sono estremamente importanti nell'accompagnamento e nell'efficacia delle nostre azioni.

ESC


Lavoro di rete/2

160

ďƒ˜ Lavorare in termini di rete vuol dire anche prendersi a cuore certe situazioni particolari; essere, per esempio, coloro che, nei confronti dell'ente pubblico, sollecitano, stimolano, non permettono inadempienze agendo sempre in termini gentili, ma intervenendo puntualmente e irreprensibilmente. ďƒ˜ Avere una rete di collaborazione a corto raggio vuol dire anche possedere, oltre alla mappatura dei servizi presenti sul territorio, una cerchia di collaboratori (un avvocato, un idraulico, ecc). magari all'interno della Parrocchia, che possa essere interpellata a seconda dei bisogni e delle emergenze ESC


Lavoro di rete/3

161

Il CdA opera facendo propria la logica di rete:  Nell’approccio alle diverse persone che ad esso si rivolgono: affrontando il rapporto con la persona nel suo contesto relazionale (reti familiari, amicali, lavorative, di vicinato, di quartiere ecc., che costituiscono “reti informali”)  nei suoi aspetti positivi  In quelli problematici  e anche quando tale contesto appare del tutto assente (immigrati, senza fissa dimora). Il CdA coinvolge, valorizza e promuove tali reti informali. ESC


162

Il CdA opera facendo propria la logica di rete:  Nella fase di orientamento e presa in carico, lavorando in sinergia con

Lavoro di rete/4

 le Istituzioni,  gli Enti pubblici e privati,  le agenzie educative,  i gruppi e le associazioni di volontariato: attivando, cioè, la cosiddetta “rete formale” delle risorse presenti sul territorio, nella consapevolezza di essere un nodo di tale rete. ESC


163

Atteggiamenti che caratterizzano

Ascolto di Gesù

l’Ascolto di Gesù     

attenzione rispetto dialogo fiducia valorizzazione ESC


164

Atteggiamento di attenzione

Link Ascolto di Gesù/ “Attenzione”

Gesù è attento:  al gesto di Zaccheo Lc 19,3-5;  alla fede del Centurione e della Cananea Mt 8,10-12; 15,28  alle preoccupazioni della Samaritana Gv 4,19 ss  al gesto del buon ladrone Lc 23, 42-43;

ESC


Link Ascolto di Gesù/ “rispetto”

165

Atteggiamento di rispetto Rispetto di Gesù per le persone:  tiene conto del ritmo di maturazione delle persone Mt 13,3-8; Mc 4, 26-29; 8, 22-26; Lc 13, 6-9;  rispetta sempre la libertà Mc 10,17-23;  l‟atteggiamento di rispetto presuppone saper perdere tempo, saper sperare, essere disponibili Mc 3,20; 6,31;  solidarietà nell‟ora della prova Mt 8, 23-27;  non imporre Mt 16, 24  non utilizzare procedimenti emozionali per conseguire adesioni Gv 7,3-6; ESC


166

Atteggiamento di dialogo

Link Ascolto di Gesù/ “dialogo”

La pedagogia di Gesù è quella di dialogo:  fa sempre il primo passo dando l‟amicizia Gv 11,5; 15, 14-17;  dialogo con la Samaritana Gv 4, 5-42  Dialogo con Nicodemo Gv 3,1-21;

ESC


167

Atteggiamento di fiducia

Link Ascolto di Gesù/ “fiducia”

La pedagogia di Cristo:  ha fiducia delle persone: Mt 10,5 ss; Lc 19, 8;  non si fida delle apparenze: Lc 20, 20-26;  sa che la persona può superare le difficoltà se la si aiuta: Gv, 1-16; Mt 14, 28-31;  dà responsabilità: Mt 10,5 ss.  non chiede più di quanto si può dare Mt 9, 1417

ESC


168

Atteggiamento di valorizzazione

Link Ascolto di Gesù/ “Valorizzazione”

Gesù valorizza le persone ed i piccoli gesti di bontà:      

Gesù ammira la fede del Centurione Mt 8,10-12 Dell‟emorroissa Mt 9, 20-22; della Cananea Mt 15,28; della peccatrice Lc 7,47-50; Gesù loda la generosità della vedova Mc 12, 41-44; Gesù apprezza lo slancio di Zaccheo Lc 19, 1-10.

ESC


REGOLAMENTO 169

ESC


170

PER LA «NUOVA» EVANGELIZZAZIONE OCCORRONO PRESENZE «NUOVE»

Premessa/1

Nelle nostre comunità è abbastanza definita la figura del catechista e quella dell‟animatore liturgico. Queste due presenze devono necessariamente essere ripensate alla luce del Vangelo della Carità: “La carità è il cuore del Vangelo: sia nel senso che essa costituisce l‟evento/contenuto centrale della rivelazione di Dio che giunge al suo compimento in Gesù Cristo; sia nel senso che la fede, come risposta a questo evento, anzi come coinvolgimento in esso, è fin dall‟inizio carità e giunge al suo primo e maturo dispiegarsi nella carità verso Dio e verso i fratelli”. (Piero Coda) ESC


171

Il Vangelo della carità suggerito dallo Spirito alla Chiesa, così come indicato dai nostri vescovi nel documento dopo Palermo, è la via che la nuova evangelizzazione deve percorrere. Attorno al Vangelo della carità deve oggi crearsi la necessaria osmosi tra

Premessa/2

 catechesi,  Liturgia  servizio della carità

nell‟azione ecclesiale di ogni comunità.

ESC


172

Secondo il Cardinal Martini: Esiste una sproporzione tra coloro che nelle nostre comunità si dedicano al servizio di catechista e di animatore liturgico e quelli che si dedicano alla diaconia della Carità; la sproporzione tra i pochi delegati al servizio delle Carità e l‟insieme della comunità inerte e passiva.

Premessa/3

due le cause:

 la disarmonia tra le tre dimensioni - catechesi, liturgia e Carità  “la ricerca teologica ha approfondito abbastanza il rapporto Chiesa-Parola e il rapporto Chiesa-liturgia, non ha ancora approfondito il rapporto Chiesa-Carità”.

ESC


Premessa/4

173

 Partendo da queste premesse teologico-pastorali, diventa urgente ripensare la figura dell’educatore (catechista, animatore liturgico) e crediamo la stessa composizione del Consiglio Pastorale Parrocchiale. Per la nuova evangelizzazione occorrono presenze nuove.  Una presenza educatrice capace di assumere in sé, con una sintesi dinamica ed armonica, le tre dimensioni: catechesi, liturgia e carità.  Una presenza che, in ogni ambito pastorale, sia spiritualmente formata e preparata a coniugare catechesi, liturgia e carità,  guidando all’ascolto e all’approfondimento della fede,  orientando alla liturgia,  animando alla testimonianza-servizio della carità,

nella consapevolezza che l’unico mistero di Cristo è celebrato, incontrato e vissuto percorrendo insieme catechesi, liturgia e carità. ESC


Premessa/4

174

 Ciascun operatore pastorale di una qualunque fascia di età o ambito pastorale in definitiva deve:  essere aiutato,  avere gli strumenti  essere preparato a vivere l‟incontro formativo avendo come obiettivo  il messaggio catechetico,  l‟apertura alla liturgia,  ‟orientamento al servizio della carità.  Attingendo queste tre dimensioni, non più separate, dalla riscoperta visione teologico-pastorale del Vangelo della carità, via della nuova evangelizzazione, la carità potrà finalmente diventare anche luogo di formazione.

ESC


175

NATURA DELLA CARITAS PARROCCHIALE Art. 1

La Caritas parrocchiale, quale espressione e articolazione della Caritas diocesana, è

l'organismo Pastorale

Art. 1 – Art. 2

che ha il compito di promuovere e animare la dimensione della carità nell'intera comunità parrocchiale. Art. 2 La Caritas parrocchiale è un organismo pastorale che non ha finalità propria e autonoma; persegue invece la finalità globale e totalmente ecclesiale della evangelizzazione. ESC


176

FINALITĂ€ DELLA CARITAS PARROCCHIALE Art. 3 Le finalitĂ della Caritas parrocchiale sono:

a) Sensibilizzare la parrocchia nel suo insieme (bambini, giovani, adulti, famiglie, scuola, mondo del lavoro) a vivere la testimonianza della caritĂ

Art. 3 comma a)

come dimensione essenziale per un cristianesimo autentico, capace di coniugare fede e vita,

parole e opere, chiesa e mondo. Le vie ordinarie per tale sensibilizzazione sono la liturgia, la catechesi, la presenza educativa nel territorio. ESC


Art. 3 commi b) - c)

177

Art. 3 Le finalità della Caritas parrocchiale sono: b) Ricercare le forme di povertà e di bisogno presenti nel territorio e stimolare la parrocchia a prendere coscienza della loro esistenza e della loro causa, e a farsene carico sia con risposte dirette, sia stimolando la società civile attraverso adeguati servizi sociali. c) Promuovere la nascita e la formazione del volontariato, capace di attivare servizi specifici e qualificati in rapporto ai bisogni più scoperti e alle maggiori forme di povertà e di emarginazione; promuovere la formazione spirituale degli operatori impegnati professionalmente nei servizi sociali. ESC


Art. 3 commi d) - e)

178

Art. 3 Le finalità della Caritas parrocchiale sono: d) Promuovere la nascita e la formazione di un laicato sensibile all’impegno sociale e politico, inteso come servizio alla comunità civile, capace di esprimere presenza e azione nelle istituzioni e negli organismi di partecipazione democratica dei cittadini; promuovere la formazione spirituale dei laici impegnati nell'ambito sociale e politico, attraverso l'educazione al Magistero sociale della Chiesa

e) Educare alla cultura e ai valori della MondialitĂ per vincere vecchi e nuovi egoismi che tendono ad escludere i poveri dalla partecipazione al bene comune (razzismo, nazionalismo, individualismo, separatismo, corporativismo). ESC


179

Art. 3 Le finalità della Caritas parrocchiale sono: f) Educare alla Giustizia e alla Legalità: la prima carità consiste nell'adempiere i propri doveri (familiari, professionali, civici) e nel tutelare i

Art. 3 commi f) – g)

diritti degli ultimi e dei piccoli.

g)

Educare

alla

Pace

e

alla

non-violenza

attraverso la promozione, la formazione e la gestione degli Obiettori di coscienza, quale segno evidente di un impegno per la pace che si concretizza in un servizio a favore dei poveri.

ESC


180

GESTIONE DEI SERVIZI Art. 4 Ribadendo che la Caritas non ha il compito di gestire servizi bensĂŹ quello di educare al servizio, tuttavia in alcun casi essa potrĂ farsi carico della gestione diretta di servizi, quando si verifica una urgenza di intervento a fronte di assenza di risposte. In caso di

Art. 4

gestione diretta di servizi, devono essere salvaguardati due criteri:

ESC


181

a) La "Provvisorietà" della gestione

Art. 4 commi a) – b)

La Caritas potrà supplire ma non sostituirsi al Volontariato e/o alle Istituzioni, gli unici organi abilitati a gestire servizi in maniera autonoma e permanente, nel quadro della specifica normativa legislativa ed amministrativa b) La "ecclesialità" del servizio La Caritas, in quanto realtà ecclesiale, non potrà impegnarsi in gestione di servizi "di parte" ossia sponsorizzati da associazioni o movimenti politici o partitici, ma solo in quei servizi senza nessuna etichetta, aperti a tutti, finanziati dalla parrocchia. ESC


182

STRUTTURA DELLA CARITAS PARROCCHIALE

Art. 5 comma a)

Art. 5 La Caritas è l'espressione ufficiale della pastorale della carità nella parrocchia. Perciò la sua struttura, dovendo riflettere l'impegno pastorale della chiesa, risulta così articolata:

a) Il Consiglio Pastorale Parrocchiale elegge al proprio interno una "Commissione pastorale della carità" che costituisce il nucleo portante della Caritas parrocchiale. All'interno della commissione saranno designati il Coordinatore, il Segretario, il Cassiere. ESC


183

b) La Commissione è presieduta dal Parroco (o da

Art. 5 commi b) – c)

un suo delegato), principale responsabile della pastorale della carità nella parrocchia. c) La Commissione può cooptare altre presenze (laici e religiosi) qualificate per carismi (consacrati), ministeri (ministri straordinari della S. Comunione), competenze (insegnante, medico, avvocato ecc.), testimonianze (famiglie con affido, extracomunitari ecc.), laici particolarmente impegnati in servizi di carità, rappresentanti di gruppi di volontariato e di gruppi di impegno socio-politico. ESC


184

COLLEGAMENTI PASTORALI

Art. 6 – Art. 7

Art. 6 La Caritas parrocchiale presenta al Consiglio Pastorale Parrocchiale tutti i problemi presenti in parrocchia e anche esterni (es. Terzo Mondo) e ipotesi di intervento; suggerisce al CPP linee di orientamento, attua nel suo lavoro quanto è stato pastoralmente deciso. Art. 7 La Caritas si muove in stretto collegamento con il gruppo dei catechisti e con gli animatori della liturgia, così da consentire che il cammino di formazione catechistica e di vita liturgica siano momenti di crescita nel senso della carità. ESC


185

DURATA DEGLI INCARICHI Art. 8 La Commissione Caritas viene rinnovata alla scadenza del CPP ed ha la stessa durata.

Art. 8 – Art. 9

GESTIONE ECONOMICA Art. 9 Il Consiglio per gli Affari Economici affida alla Caritas parrocchiale un "fondo di solidarietà" destinato ad interventi di emergenza e per finanziare servizi di carità non sostenibili momentaneamente dal volontariato. ESC


186

Art. 10 La Caritas presenta all'inizio e alla fine di ogni anno pastorale un preventivo ed un consuntivo spese al Consiglio per gli Affari

Art. 10 – Art.11 – Art. 12

Economici. Art. 11 Il fondo viene alimentato, oltre che dalla parrocchia, anche da offerte libere. Art. 12 L'uso del denaro viene deciso dalla Caritas nel suo insieme. Vai a Schema Riassuntivo

ESC


Link Art.1/ “espressione e articolazione …”

187

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

a) Rapporto Caritas Parrocchiale-Caritas Diocesana Questo rapporto potrà essere tanto più fecondo quanto più sarà rafforzata la coscienza di appartenere alla Chiesa locale: il Vescovo è il Presidente della Caritas. Perciò è necessaria la fedeltà della Caritas Parrocchiale alle indicazioni della Caritas Diocesana. IN CONCRETO:

Il collegamento viene realizzato: con l‟indicazione, da parte di ogni parrocchia, di due rappresentanti, coordinati da quello vicariale, alla Caritas Diocesana; con gli incontri periodici, informativi e formativi, stabiliti nel calendario diocesano. ESC


188

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

Link Art.1/ “Organismo Pastorale”/1

b) organismo pastorale ... Per la sua prevalente funzione pedagogica la Caritas è insostituibile nell‟educazione alla carità. In ogni ambito della pastorale parrocchiale la Caritas deve

essere presente. Perciò non può essere “usata” come gruppo operativo, ma deve essere valorizzata come luogo privilegiato di consultazione prima di ogni scelta ed iniziativa pastorale perché in ciascuna di essa sia individuata la dimensione della carità e della

educazione ad essa. ESC


189

IN CONCRETO:

Link Art.1/ “Organismo Pastorale”/2

la Caritas è parte costitutiva del Consiglio Pastorale Parrocchiale sia questo formato per fasce d‟età sia costituito per commissioni;

è impegnata con lo studio e la progettazione ad evitare

gli

squilibri

pastorali

esistenti

tra

catechesi, liturgia e carità; perciò deve essere attenta

e

preparata

a

sviluppare

itinerari

formativi dentro quelli già esistenti di catechesi

e liturgia, in modo da far nascere l’unico completo itinerario per la nuova evangelizzazione ESC


Link Art.1/ “Promuovere e Animare …”/1

190

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

c) Compito di promuovere ed animare Occorre muovere a favore della carità l’intera comunità e contribuire a dare un‟anima d‟amore a tutta l‟attività pastorale. “Caritas Christi urget nos...” (2Cor 5,14).

“LA CARITAS PARROCCHIALE NON SI OCCUPA DEI POVERI, MA SI PREOCCUPA CHE TUTTA LA COMUNITÀ SI OCCUPI DEI POVERI”. ESC


Link Art.1/ “Promuovere e Animare …”/2

191

IN CONCRETO:

Individuare gesti concreti* e segni in riferimento alla vita della parrocchia e del suo territorio finalizzati a questa educazione alla Carità, operando il passaggio dal gesto sporadico (di elemosina e di soccorso) al legame alla condizione di coloro che soffrono per farcene stabilmente carico, perché …

“la Carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la

seconda si accontenta di un gesto”(ETC n.39). ESC


Link Art.1/ “Promuovere e Animare …”/3

192

Questi legami si possono realizzare attraverso: la promozione di famiglie aperte ad accogliere provvisoriamente persone in difficoltà; l‟organizzazione di gruppi di volontariato a favore di anziani, malati, extracomunitari, ecc; la promozione e sostegno di fondazioni a scopo caritativo; la risposta ai molteplici bisogni di persone sole e disagiate (compagnia, assistenza notturna, aiuto scolastico-culturale, accompagnamento, servizi di spesa per persone he non possono muoversi); ESC


Link Art.1/ “Promuovere e Animare …”/4

193

… e ancora attraverso: la creazione di campi di lavoro per i giovani, sia in funzione del Terzo Mondo, sia per particolari necessità del territorio; l‟animazione dell‟anno di volontariato sociale delle ragazze o del sevizio sostitutivo del servizio militare o il sostegno e l‟incoraggiamento del volontariato internazionale; la formazione alla condivisione dei redditi familiari, individuando precisi obiettivi da raggiungere. ESC


194

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

Link Art.2/ “… evangelizzazione …”/1

a) La finalità dell’evangelizzazione

“L‟Evangelizzazione è un‟azione globale e dinamica che comporta inscindibilmente le dimensioni dell‟annuncio, della celebrazione e del servizio di carità” (Ev. Vitae n.78). (Cfr. anche proposizione n. 26 del Sinodo Diocesano). Non è compito della Caritas risolvere i problemi sociali (povertà, disoccupazione, emarginazione, emergenze varie, ...) ma evangelizzare, attraverso l‟educazione e la testimonianza della carità. ESC


195

Link Art.2/ “… evangelizzazione …”/2

Cristo non è venuto a risolvere i problemi sociali, ma si è incarnato. La strada dell‟incarnazione è quella:

dell‟essere dentro l‟umanità, dentro la storia: studio, conoscenza, comprensione, amore; dell‟essere

con

l‟umanità,

con

la

persona,

facendosene carico perché luogo teologico; dell‟essere per l‟umanità, per la persona, capace

di portare a compimento quello che in ogni persona

rimane

di

incompiuto,

potenziale. ESC

resta

solo


196

IN CONCRETO:

Link Art.2/ “… evangelizzazione …”/3

Avendo la Caritas la finalità dell‟evangelizzazione comune a tutte e tre le dimensioni della pastorale, è impegnata ad individuare e sollecitare tempi e modi per incontri sistematici tra le tre commissioni

Catechesi Liturgia

Carità sia per la programmazione pastorale parrocchiale sia per la verifica nel corso dell‟anno. ESC


Link Art.3 comma a/ “…Le vie ordinarie…”/1

197

a) Le vie ordinarie per la sensibilizzazione ...

a1) Via liturgica

La Caritas vive un costante collegamento con la commissione liturgica o con il gruppo degli animatori liturgici. IN CONCRETO:

suggerisce ed evidenzia nei tempi forti dell‟anno liturgico, in particolari festività e nell‟amministrazione dei sacramenti, segni liturgici con forte valenza pedagogica verso la Carità (particolari raccolte di offerte, preghiere dei fedeli, scambi della pace, gesti di condivisione, ecc). ESC


Link Art.3 comma a/ “…Le vie ordinarie…”/2

198

a) Le vie ordinarie per la sensibilizzazione ... a2) Via catechetica La Caritas vive un costante collegamento con la commissione della catechesi o con il gruppo dei catechisti. IN CONCRETO:

la Caritas individua, con il gruppo dei catechisti, negli itinerari e sussidi catechetici della C.E.I., il momento di educazione alla Carità e di testimonianza della carità, presenti nelle singole unità didattiche.

ESC


Link Art.3 comma a/ “…Le vie ordinarie…”/3

199

Così ogni catechista diventerà, una presenza nuova che non assolve più alla funzione soltanto di puro catecheta, ma insieme di liturgo e di educatore alla carità; in questa prospettiva è opportuno che in ogni parrocchia si formi un “pool” di educatori che si impegni a coadiuvare le guide dei vari gruppi parrocchiali per maturare il servizio educativo nuovo per la nuova evangelizzazione.

ESC


Link Art.3 comma a/ “…Le vie ordinarie…”/4

200

a) Le vie ordinarie per la sensibilizzazione ... a3) Via del territorio Perché la sensibilizzazione della Caritas raggiunga la Parrocchia nel suo insieme non solo i vicini: bambini, giovani, adulti della parrocchia; ma anche i lontani: nel mondo del lavoro, del sociale ... è necessario che essa realizzi una costante apertura al territorio interagendo con le varie realtà ivi presenti. ESC


Link Art.3 comma a/ “…Le vie ordinarie…”/5

201

IN CONCRETO:

Promozione nei vari ambiti (scolastico, sindacale, politico) di incontri, tavole rotonde, dibattiti sui temi della Mondialità, della Pace, della giustizia, su problemi sociali, povertà vecchie e nuove ...;

animazione delle associazioni culturali asistenti sul territorio circa tematiche inerenti la carità; favorire scambi formativi ed informativi con le agenzie socio-culturali operanti sul territorio.

ESC


Link Art.3 comma b/ “…Ricercare le povertà…”/1

202

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

b) Ricercare le forme di povertà presenti nel territorio

Bisogna cercare i poveri là dove sono e non aspettare che bussino alle nostre sacrestie. A tale scopo la Caritas deve maturare e proporre strumenti capaci di lettura del territorio privilegiando in questo compito il rapporto con il Centro di Ascolto (CdA), suo strumento operativo. È opportuno qui ribadire le differenze di identità, di funzioni, di organizzazione, che distinguono nettamente la Caritas, organismo pastorale con prevalente funzione pedagogica, dal Centro di Ascolto, strumento operativo-pastorale: «l‟orecchio della Caritas». ESC


Link Art.3 comma b/ “…Ricercare le povertà…”/2

203

IN CONCRETO:

Il CdA funziona come antenna dei bisogni. Infatti:

 recepisce il “bisogno espresso” (del povero che si rivolge al centro ed esprime la sua situazione di bisogno);

 ricerca

i

bisogni

inespressi

(latenti),

funzionando da “antenna mobile” dei bisogni, scovandoli nelle situazioni più sotterranee.

ESC


Link Art.3 comma b/ “…Ricercare le povertà…”/3

204

Il CdA, punto di osservazione privilegiato sulle povertà del territorio, opera anche una mappatura delle risorse ivi esistenti per poter efficacemente orientare verso una risposta al bisogno. In questo passaggio il CdA, attraverso la Caritas, coinvolge l’intera comunità ecclesiale e si avvale delle risorse monitorate sul territorio (siano ecclesiali o no, pubbliche o private)  sia per orientare verso una risposta immediata al bisogno,  sia per collaborazioni su progetti volti al raggiungimento di risposte meno immediate. ESC


Link Art.3 comma c/ “…il volontariato…”/1

205

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

c) Promuovere la nascita e la formazione del volontariato

Bisogna distinguere bene la differenza tra Caritas e Volontariato: la Caritas è organismo pastorale per l‟educazione alla carità; il Volontariato è gruppo operativo per le risposte ai bisogni. Tra Caritas e Volontariato c‟è quindi autonomia ma non

indipendenza:

autonomia perché le sfere di azione sono differenziate tra loro; dipendenza perché le sfere di azione sono collegate tra loro. La Caritas sta al volontariato come l‟anima sta al corpo: la Caritas senza volontariato sarebbe come un‟anima senza corpo; il Volontariato senza Caritas sarebbe come un corpo senz‟anima. ESC


Link Art.3 comma c/ “…il volontariato…”/2

206

IN CONCRETO:

All‟interno della Parrocchia è bene quindi che si formino (o, se ci sono, si specifichino) le varie realtà di volontariato in grado di rispondere ai bisogni specifici (es: Volontariato Vincenziano, Fratres, Anspi ecc.);

ogni gruppo di volontariato deve avere una sua autonomia gestionale (Presidente, assemblea dei soci ecc.) per dare possibilità ai laici di essere i protagonisti diretti sia negli incarichi che nelle responsabilità; ogni gruppo di volontariato conserverà un legame pastorale con la comunità attraverso suoi rappresentanti nella Caritas, così da realizzare, nel proprio specifico, le indicazioni pastorali maturate dalla Caritas nel Consiglio Pastorale Parrocchiale.

ESC


Link Art.3 comma d/ “…il laicato sensibile …”/1

207

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

d) Promuovere un laicato sensibile all’impegno sociale e politico

“... Il campo proprio dell‟attività evangelizzatrice dei laici è il mondo vasto e complicato della politica della realtà sociale, dell‟economia, della cultura della vita internazionale ...

…La pedagogia della Chiesa deve assumersi maggiormente questo impegno formativo di laici che siano soggetti attivi e responsabili di una storia da fare alla luce del Vangelo ....” (La Chiesa italiana e le prospettive del paese, nn. 22-23).

ESC


Link Art.3 comma d/ “…il laicato sensibile …”/2

208

IN CONCRETO:

Far inserire e sviluppare negli itinerari catechetici il Magistero Sociale della Chiesa, oggi quasi totalmente assente; costituire in parrocchia un gruppo di “formazione socio politica con il compito di aiutare i fedeli ad assumersi tutte le responsabilità politiche e sociali derivanti dalla loro condizione laicale (es: partecipazione alla vita scolastica, della circoscrizione ecc.).

ESC


Link Art.3 comma e/ “…mondialità …”/1

209

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

e) Educare alla Mondialità... Su questo piano siamo fortemente stimolati dalla forte ondata di immigrazione. L‟arrivo degli immigrati deve condurci a pensare i problemi su scala planetaria. Educare alla Mondialità significa impostare in maniera diversa la vita per un mondo di popoli fratelli, in un mondo in cui si comincino ad affrontare i problemi a partire dalla logica dei più poveri. Occorre quindi conoscere le ingiustizie e le “strutture di peccato” che si determinano tra i popoli del Mondo, per agire progettualmente nel comune sforzo di sconfiggerle. ESC


Link Art.3 comma e/ “…mondialità …”/2

210

IN CONCRETO:

la Caritas potrà studiare come valorizzare i momenti dedicati alla mondialità, già esistenti durante l‟anno pastorale (es.: Giornata del Migrante, Giornata delle Missioni ecc.);

la Caritas potrà anche prendere iniziative (incontri, dibattiti ecc.) per favorire il dialogo e la conoscenza di persone appartenenti a razze, culture, religioni diverse tra loro, in collegamento con l‟ufficio C.I.S.C.A.I., presso la Caritas Diocesana. ESC


Link Art.3 comma f/ “…giustizia e legalità …”/1

211

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

f) Educare alla giustizia e alla legalità ...

“La comunità Cristiana si sente fortemente impegnata, in forza della stessa fede... a combattere le cause di ingiustizia ancora diffusa e a contribuire fattivamente per il rispetto delle giuste leggi ...” ; “... La legalità, intesa come rispetto ed osservanza delle leggi, è una forma particolare della giustizia. E questa, a sua volta, nasce e fiorisce sul riconoscimento della dignità personale di ogni uomo, e quindi dei suoi diritti e dei suoi doveri, e sul riconoscimento dell‟essenziale dimensione sociale della persona. ESC


Link Art.3 comma f/ “…giustizia e legalità …”/2

212

Per questo la giustizia e la legalità, colte nelle loro radici profonde, scaturiscono dalla moralità e si configurano come amore - e per i credenti come carità o amore evangelico - verso ciascuna persona e verso la comunità” (Educare alla legalità nn. 10 e 18) IN CONCRETO:

la Caritas è chiamata ad alzare la voce contro ogni forma di ingiustizia e illegalità; è necessaria, accanto alla profezia, una personale (comunitaria) conversione permanente così da estirpare alcune consuetudini illegali che ormai fanno parte della nostra cultura (evasione fiscale, omertà ...): non dobbiamo tollerare con benevolenza ciò che moralmente non è lecito; ESC


Link Art.3 comma f/ “…giustizia e legalità …”/3

213

la Chiesa rende questo servizio: “con i contenuti e lo stile che le sono propri, soprattutto attraverso la predicazione, la catechesi, le varie iniziative di presenza e di servizio sul territorio, perché i cristiani considerino lo stato democratico non come una realtà estranea, ma come il luogo sociale e politico al quale appartengono a pieno titolo di cittadini e nel quale si impegnano a migliorare la convivenza di tutti testimoniando e proponendo i grandi valori umani ed evangelici della Dottrina sociale della chiesa”

(Educare alla legalità n.10; cfr. ivi n.15); ESC


Link Art.3 comma g/ “…Pace e non violenza …”/1

214

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

g) Educare alla Pace e alla Non-violenza ... La Caritas stimola la comunità ad una riflessione sui temi della Pace;

fornisce ai giovani (ma anche agli adulti) modelli di non-violenza, educandoli a non credere nella violenza

come

metodo

vincente

per

la

risoluzione dei conflitti; diffonde la conoscenza delle “tecniche di azione non violenta”.

ESC


Link Art.3 comma g/ “…Pace e non violenza …”/2

215

IN CONCRETO:

la Caritas promuove incontri di formazione sui temi della Pace e della Non-violenza; diffonde la conoscenza della legge sul Servizio Civile- Obiezione di Coscieza, sensibilizzandovi i giovani in maniera particolare;

potrà farsi promotrice della stipula della convenzione tra Parrocchia e Ministero per la “gestione” di alcuni obiettori di coscienza, da impiegare nelle realtà di volontariato.

ESC


Link Art.4 comma a/ “…provvisorietà gestione …”

216

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

a) La provvisorietà della gestione ... La Caritas è un po‟ come l‟avanguardia che scopre le vecchie e nuove povertà: in assenza di risposta alcuna, cerca di rispondere ad esse, in attesa della costituzione di un gruppo capace di provvedere permanentemente a quel bisogno. IN CONCRETO:

difronte ad un qualunque bisogno “scoperto”, la Caritas, pur facendosene momentaneamente carico, si attiva sollecitamente a promuovere un gruppo di volontariato capace di rispondere al bisogno stesso. ESC


Link Art.4 comma b/ “…ecclesialità servizio …”

217

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

b) La ecclesialità del servizio ... “Ecclesialità del servizio” vuol dire “servizio

finalizzato alla evangelizzazione”; come tale, nessun servizio può essere “sponsorizzato” da club, movimenti, associazioni, gruppi, partiti ecc. Se una di queste realtà vorrà offrire un contributo economico per il sostegno di un servizio, esso sarà accettato volentieri a condizione che tale contributo non venga né pubblicizzato (con targhe o altro) né reso pubblico attraverso mezzi di comunicazione. In questa maniera, la Caritas educa all‟offerta che deve essere sempre gratuita (cioé senza ritorno di pubblicità per l‟offerente) e anonima (aiutare il povero è atto profondamente religioso e quindi deve essere celebrato nel sacrario della propria silenziosa coscienza).

ESC


Link Art.5 comma a/ “…coordinatore, segretario …”

218

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

a) Il coordinatore, il Segretario e il Cassiere della Caritas Il Coordinatore avrà il compito di coordinare la caritas nella sua vita: interna (favorire sintonia ed intesa tra i gruppi di volontariato) ed esterna (creare osmosi con le commissioni liturgiche e catechetiche attraverso incontri periodici). Il Segretario avrà il compito di: convocare i componenti della caritas alle varie riunioni; redigere i verbali degli incontri e comunicare i contenuti alla comunità parrocchiale; attuivare un canale di informazione permanente tra la Caritas parrocchiale, la Parrocchia e la Caritas Diocesana. Il Cassiere avrà il compito della gestione economica e della redazione dei bilanci preventivi e consuntivi di ogni anno pastorale, distinti da quelli della parrocchia.

ESC


Link Art.5 comma b/ “…presidenza del parroco …”

219

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

b) La Caritas è presieduta dal Parroco (o da un suo delegato)

È preferibile che la Caritas sia sempre presieduta dal Parroco, principale responsabile della pastorale della carità in parrocchia. La sua presenza evidenzia la centralità e l‟importanza della carità nella vita parrocchiale (al pari della liturgia e della catechesi). In caso di impedimento, il Parroco potrà delegare un suo collaboratore nel ministero (Vice-parroco o diacono) alla guida degli incontri della Caritas. È importante chiarire che per “delega” non si intende “affidare” la Caritas a qualcuno, ma solo farsi rappresentare temporaneamente.

ESC


220

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

Link Art.5 comma c/ “…cooptazioni …”

c) Cooptazione di altre presenze

Indicativamente è bene che il numero totale dei componenti della Caritas sia di circa 10. Ricordando la specifica funzione pedagogica della

Caritas,

le

presenze

siano

significative

soprattutto dal punto di vista educativo.

ESC


Link Art.6/ “…Presenta al Consiglio Pastorale …”

221

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

Soggetto attivo della Carità non è … un gruppo di persone … né una commissione, ma l’intera comunità cristiana, che va sempre sensibilizzata e coinvolta. Ecco

perché

la

Caritas

è,

e

deve

essere,

un‟articolazione del CPP, espressione di tutta la comunità parrocchiale, al cui interno si maturano ipotesi di intervento e linee di orientamento ESC


Link Art.7/ “…stretto collegamento …”/1

222

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

“È necessario prendere coscienza piena del rapporto indissolubile tra Catechesi, Sacramenti ed azione caritativa”. (documento dopo Loreto n.22). Circa il rapporto tra liturgia, catechesi e carità, “è diventata un‟immagine corrente quella del

tripode. Se un tavolo ha solo due piedi, non si regge: ce ne vogliono tre e devono „andare insieme‟. I tre uffici diocesani stanno collaborando attualmente tra loro, dovrebbe essere così nelle singole parrocchie” (Mons. Magrassi, conclusioni del terzo Convegno Ecclesiale: Celebrare in Spirito e Verità, 1991). ESC


Link Art.7/ “…stretto collegamento …”/2

223

Il pane della Parola di Dio e il pane della carità, come il pane dell‟eucaristia, non sono pani diversi: sono la Persona di Gesù” (ETC n. 1).

La Vergine Maria, Icona della Chiesa e Patrona della nostra diocesi con il titolo di “Odegidria”, “Colei che indica la via”, brilla come luminoso esempio sul nostro impegno: quando è in ascolto della Parola e pronuncia il suo “fiat”, all‟Annunciazione; quando si mette in viaggio per andare a servire la parente Elisabetta (Visitazione); quando loda il Signore con il canto del Magnificat. In Maria ritroviamo, nell‟unicità della persona, l‟unità e la contemporaneità dell‟esperienza di catechesi, liturgia e carità. ESC


224

PER L’ATTUALIZZAZIONE:

Link Art.9/ “…fondo di solidarietà …”

a) Il fondo del CPAE ... Se il Consiglio per gli Affari Economici è il supporto

tecnico-amministrativo

per

tutta

la

pastorale parrocchiale lo è anche per la Caritas. È importante educare i laici ad assumersi responsabilità anche economiche, per liberare il clero

da

incombenze

non

specifiche

del

loro

ministero, e per far esercitare ai laici prerogative specifiche del loro stato. ESC


Comunità Parrocchiale

225

SCHEMA RIASSUNTIVO

Commissione della liturgia

Volontariato

Consiglio Pastorale Parrocchiale

Caritas Parrocchiale Commissione della carità

Giustizia

Commissione della catechesi

Mondialità

Pace Ascolto (CdA)

Comunità Parrocchiale

ESC


DIFFERENZE DI IDENTITÀ/1

226

La Caritas Parrocchiale non è un Centro di Ascolto, non è un gruppo di volontariato è piuttosto l‟organismo pastorale che ha il compito di animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità nella parrocchia con funzione prevalentemente educativa. Essa, collocata all‟interno del Consiglio Pastorale Parrocchiale, è composta non solo di “esperti di carità” (operatori del CdA, gruppi di volontariato, associazioni) ma anche da catechisti e animatori liturgici. Il suo obiettivo principale è quello di “pensare” la pastorale della carità e curarne l‟animazione. ESC


DIFFERENZE DI IDENTITÀ/2

227

Il Centro di Ascolto non è la Caritas Parrocchiale, non è un gruppo di volontariato ma è lo strumento pastorale, espressione della comunità cristiana che ha il compito di accogliere, ascoltare, orientare, avviare a prima soluzione, prendersi carico e accompagnare la persona che vive uno stato di disagio. Preferibilmente non eroga servizi (pacchi,alimenti, vestiti, soldi) se non in condizioni di estrema e provata necessità. Il suo obiettivo principale è accompagnare la persona che vive uno stato di necessità in un processo di liberazione progressivo dalle cause che hanno provocato la domanda di aiuto coinvolgendo la comunità cristiana e attivando le risorse disponibili. ESC


DIFFERENZE DI IDENTITÀ/3

228

Il gruppo di volontariato parrocchiale non è la Caritas parrocchiale, non è un Centro di ascolto, ma nasce da un‟attenta analisi dei bisogni delle povertà nel territorio parrocchiale. Esso pone la sua attenzione ad una specifica “fascia di povertà” (ad es. ragazzi a rischio, anziani, malati di mente, portatori di handicap, scolarizzazione immigrati). Il suo obiettivo principale è essere una concreta risposta al bisogno concreto individuato con la consapevolezza di essere uno strumento educativo che propone uno stile di vita basato sulla condivisione ESC


IDENTITÀ E MOTIVAZIONI

229

CARITAS

CENTRO DI ASCOLTO

Identità e motivazioni CARITAS/CdA

È l'organo pastorale delle Diocesi

la

Comunità

testimonianza della Carità sul territorio in cui è inserita; la

approfondire

Comunità i

strumento dei

di

Carità,

bisogni

del

territorio, punto di riferimento

cristiana affinché realizzi la

stimolare

uno

antenna

che ha il compito di: coinvolgere

È

È

uno

strumento

emanazione

della

pastorale, Comunità

cristiana. ad

fondamenti

evangelici della Carità.

per le persone in difficoltà.

È luogo di elaborazione di un vissuto evangelico di ascolto, di condivisione.

ESC


230

OBIETTIVI E FUNZIONI

Obiettivi e funzioni CARITAS/CdA

CARITAS

CENTRO DI ASCOLTO

La sua funzione è "prevalentemente pedagogica".

Accoglie, ascolta, orienta e si

Suo obiettivo prioritario è la sensibilizzazione e la formazione della Comunità cristiana alla Carità in forme consone ai bisogni e ai segni dei tempi.

difficoltà.

fa

carico

delle

persone

in

Individua i bisogni espressi e

latenti presenti sul territorio.

Cura il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative di ispirazione cristiana, fungendo da coscienza critica.

Diffonde cultura di solidarietà,

Indaga per conoscere i bisogni emergenti o sommersi dei territorio.

cristiana e in tutta la società.

suscita il senso della centralità della

ESC

persona

nella

Comunità


231

STRUTTURE E ORGANIZZAZIONE

Strutture e organizzazione CARITAS/CdA

CARITAS La Caritas si articola sul territorio diocesano attraverso: Referenti parrocchiali referenti vicariali, commissioni vicariali e parrocchiali che si riferiscono direttamente

ai consigli pastorali.

CENTRO DI ASCOLTO È un gruppo di lavoro con competenze differenziate in cui si esprime la corresponsabilità e la complementarietà della Chiesa tramite l'accoglienza, l'ascolto e la presa in carico delle persone in difficoltà. Si dota di un progetto operativo che definisca identità, motivazioni, obiettivi e funzioni. Può costituirsi in Associazione e avvalersi della collaborazione di operatori professionisti.

ESC


232

MEZZI E STRUMENTI CARITAS

Mezzi e strumenti CARITAS/CdA

Il Centro di Ascolto l'Osservatorio Permanente delle PovertĂ e delle Risorse.

CENTRO DI ASCOLTO Il colloquio e la registrazione del colloquio su schede.

La mappatura delle risorse e la documentazione. La verifica e la formazione. Il lavoro di rete.

ESC


233

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235

Fine Per la realizzazione di questa pubblicazione si ringrazia per la gentile collaborazione: Anna Falco

Francesco Ferrara Alfredo Giannelli Antonio Giannelli Pasquale Soleo

Fine

Vito Vavalle e gli O.d.C. dell’Ufficio Caritas ESC


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