La storia di
NABUCCO Carlo Scheggia
Francesco Giustozzi
in collaborazione con
II
La storia di Nabucco
tratta dal libretto “Nabucco” di Temistocle Solera raccontata da Carlo Scheggia illustrata da Francesco Giustozzi progetto grafico e impaginazione Francesco Giustozzi stampato dalla Tipografia San Giuseppe s.r.l. ISBN 978-88-6056-361-3 Prima edizione: maggio 2013 © 2013 eum edizioni università di macerata Centro Direzionale, Via Carducci 63/a – 62100 Macerata info.ceum@unimc.it http://eum.unimc.it
Oh Futuro! Stiamo per entrare nel cuore del primo capolavoro di un giovane compositore che rese l’opera ancora più grande, Giuseppe Verdi, a partire dalle parole di Temistocle Solera. La vicenda inizia come spesso iniziano le antiche favole: “C’era una volta un re”. Eppure il vero protagonista di questa storia non è Nabucco, il feroce monarca babilonese che dà il titolo all’opera, e nemmeno le sue due figlie, la buona Fenena e la spietata, infelice Abigaille. Questa non è la storia di un’unica persona, per quanto eroica o terribile possa essere: Nabucco è la storia di tante persone, tanti individui che si trovano uniti da un destino e da alcune scelte che li fanno chiamare “popolo”. Quelle dei popoli sono storie avventurose, piene di colpi di scena, storie infinite: la gente ebraica ha riempito un immenso libro, il più letto di tutti, la Bibbia, ed era solo l’inizio! Con Nabucco si è conquistata un palcoscenico degno di lei, anche perché molti popoli sofferenti come quello si sono identificati nel destino di quanti cercano una terra dove poter vivere serenamente. Quando il giovane Verdi compose il suo primo successo, il popolo italiano non era ancora nato ma in qualche modo questa favola parlava di lui. Sarà per questo che le parole più affascinanti scritte da Temistocle Solera, autore del libretto, non mi sembrano tanto “Va’, Pensiero”, attacco del coro forse più famoso della storia della musica: poco dopo quelle pagine immortali, tutte le donne e gli uomini del popolo ebraico esclamano con un misto di speranza e paura “oh futuro!”, pensando a tutti quanti sarebbero giunti dopo di loro. È ai bambini di tutti i popoli, a partire da quello italiano, ma senza muri, senza divisioni, che Carlo e Francesco dedicano nuove pagine di questa grande saga, una favola con un finale ancora da scrivere, confidando in un futuro sempre migliore. Francesco Micheli
C
’era una volta un re. Questa storia inizia come la più classica delle storie. Immaginate un re che vive nella sua reggia. Il suo
nome è Nabucodonosor, un nome lunghissimo vero? Proprio perché troppo lungo, veniva chiamato semplicemente
Nabucco.
R
e Nabucco di Babilonia, superbo e prepotente, aveva due figlie: Abigaille , ambiziosa come lui, e Fenena , molto intelligente ed innamorata di un giovane soldato ebreo, dal nome Ismaele .
l re Nabucco piaceva combattere e conquistare sempre nuove terre. Questa volta, con il suo esercito, stava attaccando gli ebrei . Gerusalemme, la cittĂ dove vivevano gli ebrei, venne conquistata in fretta e i loro abitanti, cacciati e sottomessi, piangevano per la sconfitta . Ma non tutto era perduto, diceva la loro guida
A
Zaccaria.
urante la battaglia gli ebrei avevano rapito una delle figlie di Nabucco, Fenena, che venne affidata proprio al soldato Ismaele. In realtĂ i due ragazzi si conoscevano e da tempo e Ismaele sperava di liberare Fenena il prima possibile.
D
si amavano
ntanto arrivò nel tempio la tremenda Abigaille, al comando di alcuni guerrieri babilonesi. Anche lei, come Fenena, era innamorata di Ismaele e gli offrì la possibilità di salvare gli ebrei, in cambio del suo amore. Ma Ismaele amava perdutamente Fenena e non ci pensò due volte: rifiutò l’offerta,
I
scatenando
le ire
di Abigaille.
L a situazione peggiorò ancora per Fenena e Ismaele, infatti irruppero nel tempio anche Nabucco e le sue truppe, terrorizzando gli ebrei. La guida ebrea Zaccaria minacciò di uccidere Fenena se Nabucco non fosse uscito dal tempio, ma il superbo re rimase nel luogo santo e ordinò di inginocchiarsi davanti a lui. Zaccaria non volle ascoltare e di nuovo alzò il contro Fenena, allora Ismaele glielo tolse dalle mani perché temeva per la vita della sua innamorata e
pugnale
la liberò.
Per Zaccaria, ora disarmato, questo gesto significava tradire il popolo. Infatti, il re Nabucco era libero di saccheggiare il tempio, mentre Abigaille capì che non poteva mai avere l’amore di Ismaele e giurò vendetta contro gli ebrei.
La storia di
NABUCCO Carlo Scheggia
La storia di un popolo che lotta per il suo futuro.
â‚Ź 10,00
Francesco Giustozzi