Franco Bonfiglio, teatro in fotografia

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in copertina un disegno originale di Bruno Rinaldi



Pericle, principe di Tiro di Shakespeare, Il Teatrino delle meraviglie di Cervantes, Play Shakespeare, e Il Cavaliere del Pestello Ardente, testo elisabettiano di Beaumont e Fletcher, sono stati gli ultimi ‘saggi’ da me diretti all’Accademia d’Arte Drammatica: saggi finali terzo anno Pericle (2015), e Play Shakespeare (2016); esercitazioni di secondo anno Il Teatrino delle meraviglie (2016), e Il Cavaliere (2017). Il Teatrino e Il Cavaliere, furono pensati per un ampio spazio all’aperto: Villa Piccolomini a Roma, e il Giardino della Casina dell’Ippocastano al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Pericle e Play Shakespeare invece, furono pensati per Il Teatrino di Via Vittoria a Roma, storica sede dell’Accademia. Pericle è stato poi ‘rimontato’ al celebre Teatrino delle 6 di Spoleto, per la 58 edizione del Festival. Un ‘saggio’ è sempre un’occasione di gioco per venti, venticinque ragazzi, che aspettano la fine dell’anno per scatenarsi in una simulazione gioiosa del lavoro di palcoscenico che domani sarà il loro. Un gioco del quale mi è sempre piaciuto, da insegnante e regista, complicare le regole: testi impervi, ritmi scatenati, uso spericolato dello spazio scenico, cambi veloci di costume, doppi ruoli… insomma, un percorso accidentato, tanto per rendersi la vita difficile. D’altronde, giocare è anche faticoso; ogni gioco ha regole da non disattendere, richiede specifiche abilità, rigore nel divertimento, passione nella disciplina. 4


A questo gioco faticoso mi chiese di partecipare Franco, domandandomi con squisita discrezione, di assistere qualche volta alle prove e scattare qualche fotografia. Per me non è cosa usuale, ma accettai subito perché, in varie occasioni (festival, serate a teatro…), avevo avuto modo di conoscere Franco come quello che potrei definire lo spettatore ideale: un’attenzione instancabile ad ogni frammento di ogni tipo di messinscena, una curiosità insieme lucida e appassionata per ogni genere di teatro, un interesse ‘assoluto’, non legato a questa o quella scuola di pensiero, o moda, o proposta; in breve, un rispetto per il lavoro di palcoscenico che si trova di rado. Le foto esposte in questa mostra, insieme alle altre mille che Franco custodisce gelosamente, mi capita spesso di riguardarle. Ogni volta che le osservo, nello sguardo di Franco, scopro dettagli dello spettacolo di cui io stesso ero scarsamente consapevole; ma, soprattutto, ogni volta, mi sale il buonumore ripensando alla pertinace ostinazione di Franco quando le scattava quelle foto - bisogna dirlo - nelle peggiori delle condizioni possibili. Poteva essere il sole di mezzogiorno a picco sulla scena, o il pubblico tra i piedi, o l’andirivieni di venticinque energumeni sul palco, Franco non si dava mai per vinto. Un esempio per i ragazzi. Lorenzo Salveti 5


William Shakespeare

Pericle, principe di Tiro regia di Lorenzo Salveti scene di Bruno Buonincontri costumi di Santuzza CalĂŹ 2015 - Roma, Teatro Studio Eleonora Duse Spoleto 58, Festival dei Due Mondi 6


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Miguel De Cervantes

Il teatrino delle meraviglie tre intermezzi

regia di Lorenzo Salveti scene di Bruno Buonincontri costumi di Santuzza CalĂŹ 2016 - Roma, Villa Piccolomini Spoleto 59, Festival dei Due Mondi 24


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Play Shakespeare regia di Lorenzo Salveti 2016 - Roma, Teatro Studio Eleonora Duse 34


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Beaumont e Fletcher

Il cavaliere del pestello ardente regia di Lorenzo Salveti scene di Bruno Buonincontri costumi di Santuzza CalĂŹ 2017 - Roma, villa Piccolomini Spoleto 60, Festival dei Due Mondi 42


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Molière

Le intellettuali regia e costumi di Giovanni Firpo scene di Bruno Buonincontri 2015 - Roma, Teatro Studio Eleonora Duse 2017 - Roma, Teatro Vittoria 52


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Le Intellettuali è la penultima opera di Moliére, l’ultima scritta in versi. Una commedia raffinata e divertente, sempre attuale, che sa far riflettere, ridere e sorridere sulle trappole “intellettuali” della società. La sfida al testo per la realizzazione di questo spettacolo mi fu lanciata durante gli anni dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. L’obiettivo era confrontarsi su Moliére nelle traduzioni di Cesare Garboli, un compito che in realtà nascondeva un grande vantaggio, vista la bravura e la sensibilità teatrale di questo grande intellettuale. La scelta ricadde su questo testo orchestrale in cui una famiglia spaccata in due dalle rispettive ossessioni verso l’apollineo, capeggiato da Filaminta e dal suo circolo di Intellettuali, e il dionisiaco, mosso dai rudi istinti di Crisalo e dalla praticità del suo seguito, si scontra sul matrimonio della figlia minore Enrichetta: dovrà sposare il campione intellettuale, il sedicente poeta Trissottani, o seguire l’istinto che la porta verso il bene del giovane rampollo Clitandro? Il confronto vero fu però quello con gli attori, tutti giovani studenti a cui affidare parole di altri tempi senza farli cadere nella trappola retorica e manieristica della recitazione formale. La soluzione, anche se ancora una nota di merito va data alla spigliatezza della traduzione, fu quella di stilizzare lo spazio piuttosto che gli attori, costruire una gabbia minimalista di posizioni ed elementi scenici dietro i quali non si potessero nascondere e fossero, anzi, costretti a riempire con la loro energia. Uno spazio geometrico ed essenziale arredato da sei sedie bianche e abitato da corpi rock/dark, un po’ barocchi, vissuto attraverso una coreografia di relazioni nel tentativo di fissare la verità di ogni rapporto nell’istante fotografico in cui veniva vissuto. 54


Sempre più infatti, con le nuove tecnologie e la diffusione immediata dei materiali artistici attraverso recensioni online e la promozione della propria opera attraverso i social media, la nuova generazione di artisti è chiamata ad avere un confronto con l’idea della raffigurazione del proprio lavoro. Per questo motivo il ruolo della fotografia di scena e il ruolo della fotografia della scena si stanno evolvendo insieme, tendendo ad un equilibrio estetico che si configura come fondamento essenziale del teatro di regia contemporaneo che, in attesa di riacquisire la forza essenziale del suo mezzo e dei suoi contenuti, sta specializzando il pubblico, gli artisti, le maestranze e i fotografi stessi nella ricerca tecnica e stilistica della massima qualità visuale. Giovanni Firpo

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Mask regia di Michele Monetta 2015, 2016, 2017 Spoleto, Festival del Due Mondi 66


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Ho sempre avuto un forte interesse per il mondo antico e arcaico. Da ragazzo ho incessantemente disegnato e modellato forme e volti umani. Sorta di rozze protomi invadevano, come figure magiche e spiriti, il vecchio e umido cantinato dei miei nonni e che è stato il mio primo e silenzioso laboratorio. Quest’alterità mi ha sempre commosso. Da sempre sono rimasto affascinato e rapito da questo tentativo – a tratti disperato - da parte dell’uomo di assomigliare a un animale, a uno spirito a una divinità. Ho sempre percepito nella maschera quel desiderio di fissità (nel gergo teatrale detta fissazione) nei confronti della notte, della luna e dello spazio siderale. La maschera, infatti, era chiamata dai comici dell’Arte lupo. L’immobilità - come ha detto il grande maestro francese Etienne Decroux – è, talvolta, un atto appassionato. La fissità nella maschera è azione e turba i nostri animi. E’ interessante scoprire e riconoscere nel mondo contemporaneo le malinconiche, patetiche, aggressive, dubbiose, pavide, irriverenti, grottesche, timide, irritanti maschere sociali e comportamentali. Pirandello insegna! Su buona parte di questa ricerca teatrale è basato il mio lavoro di regista, attore e pedagogo. Ritengo che la fotografia sia la compagna perfetta della maschera. Entrambe tagliano il tempo senza fermarlo. Michele Monetta 69


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Il Premio Europa per il Teatro è stato creato nel 1986 ed è stata la prima iniziativa culturale nel campo dello spettacolo messa in atto dalla Comunità Europea, presieduta da Jacques Delors con il primo Commissario alla Cultura Carlo Ripa di Meana. In quegli anni un impulso alla sua creazione viene anche da Melina Mercouri, che fu madrina della I edizione, e da Jack Lang, allora Ministro francese della Cultura e Presidente del Premio. Dal 2002 il Premio Europa per il Teatro, per le sue attività e il suo ruolo, è stato riconosciuto dal Parlamento e dal Consiglio Europeo come “organizzazione d’interesse culturale europeo”. Il Premio, dopo 9 edizioni a Taormina, dà maggiore continuità a un proprio percorso internazionale basato sull’incontro fra culture e paesi all’insegna del teatro, inteso come luogo privilegiato di aggregazione e di scambio: dopo un’edizione tenutasi a Torino, due a Salonicco, poi a Wroclaw, San Pietroburgo e Craiova, il Premio Europa per il Teatro è rientrato nel 2017 in Italia come progetto speciale del Ministro dei Beni Culturali, a Roma, città in cui chiude idealmente l’anniversario dei 60 anni dai Trattati di Roma ed apre, in qualità di prima iniziativa, l’anno europeo del patrimonio culturale 2018. Nel 2018 San Pietroburgo, per la seconda volta, accoglierà le manifestazioni del Premio Europa per il Teatro, 78


Il Premio Europa per il Teatro è conferito a quella personalità o istituzione teatrale (teatri o compagnie) che maggiormente abbia contribuito alla realizzazione di eventi culturali determinanti per la comprensione e la conoscenza tra i popoli. Il premio viene assegnato alla carriera e il vincitore viene scelto per l’insieme del suo percorso artistico, tra esponenti di grande rilievo del teatro internazionale, inteso nelle sue diverse forme, articolazioni ed espressioni. Lavorando alle diverse edizioni del Premio Europa, si è messo in pratica una concezione del teatro che, nel suo evolversi, sperimentarsi, trasformarsi e contaminarsi (escludendo ogni rischio di manipolazione), crea e ricrea nuovi spazi di condivisione e da energie alle forme più dirette ed umane di comunicazione e di incontro. Il teatro, da sempre luogo privilegiato di riflessione sulla contemporaneità e strumento insostituibile per capire l’uomo nel suo tempo, attraverso le iniziative del Premio, si caratterizza per essere un’occasione di studio e approfondimento dell’attività degli artisti premiati che incontrano la vasta comunità teatrale che sostiene e segue il Premio, una manifestazione articolata in diverse giornate dedicate ai premiati, dense di spettacoli, workshop, anteprime, convegni, mostre, video, stage. Si assegnano, tra gli altri, due riconoscimenti: il Premio Europa per il Teatro (alla carriera) e il Premio Europa Realtà Teatrali ispirato alla volontà di incoraggiare tendenze ed iniziative nel teatro europeo. La Giuria del Premio Europa Realtà Teatrali, nell’individuazione dei candidati, è coadiuvata da una Consulta composta da circa 400 esperti del teatro internazionale. I principali premiati sono stati Ariane Mnouchkine et son theatre du Soleil, Peter Brook, Giorgio Strehler, Heiner Muller, Robert Wilson, Luca Ronconi, Pina Bausch, Lev Dodin, Michel Piccoli, Harold Pinter, Robert Lepage, Peter Zadek, Patrice Chereau, Kristian Lupa, Peter Stein, Mats Ek., Isabelle Huppert, Jeremy Irons. Alessandro Martinez Segretario Generale Premio Europa per il Teatro 79


William Shakespeare

Richard III regia di Thomas Ostermeier scene di Jan Pappelbaum costumi di Florence von Gerkan 2016 - Craiova 80


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14° Premio Europa Realtà Teatrali Susanne Kennedy

The virgin suicides regia di Susanne Kennedy drammaturgia di Johanna Hohmann basato sul romanzo di Jeffrey Eugenides scenografia di Lena Newton costumi di Teresa Vergho 2017 - Roma, Teatro Palladium 88


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14° Premio Europa Realtà Teatrali Alessandro Sciarroni

Cowboys (dimostrazione di lavoro) di Alessandro Sciarroni 2017- Roma, Palazzo Venezia 92


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untitled_I will be there when you die regia di Alessandro Sciarroni 2017 - Roma, Teatro Argentina 96


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14° Premio Europa Realtà Teatrali Yael Ronen Roma Armee regia di Yael Ronen da un’idea di Sandra Selimovic, Simonida Selimovic scene di Heike Schuppelius costumi di Maria Abreu, Delaine Le Bas 2017 - Roma, Teatro Argentina 100


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16° Premio Europa per il Teatro Isabelle Huppert Jeremy Irons Harold Pinter

Ashes to Ashes (reading) 2017 - Roma, Teatro Argentina 104


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Tutti i diritti sono riservati, nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in qualsiasi forma senza il permesso scritto dell’autore.

©2018 Fotografie Franco Bonfiglio, editing Lucia Perrotta, grafica Debora Freddi, testi Lorenzo Salveti, Giovanni Firpo, Michele Monetta, Alessandro Martinez, postproduzione Daniele Zedda e Franco Bonfiglio Stampato in Italia da K100 design, Roma


Grazie a Raffaele Bocchi, Giovanni Firpo, Margherita Fusi, Jole Landi, Alessandro Martinez, Michele Monetta, Lucia Perrotta, Bruno Rinaldi, Lorenzo Salveti, Daniele Zedda

un ringraziamento particolare a


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