Sigaro Toscano

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Anno 6 • Numero 2 • Giugno 2009 • € 2.00

IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE Periodico riservato ai soci del Club Amici del TOSCANO


amici scrivono

Nuovi

Veneto e arti visive sono i due fili conduttori che attraversano gli articoli del numero di questa

VENEZIA PALAZZO CORNER SPINELLI +39 041 25 84 411

estate, un doppio binario con tante tappe gustose ed eleganti, per essere sempre di più il vostro indirizzo del buon vivere. Sorpresi della nuova rivista? Speriamo proprio di si, da oggi

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una grafica rinnovata, un maggior numero di pagine e nuovi amici che scrivono per noi… Mauro Rizzo

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Philip Rylands

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GIOVANNA CAPRIOGLIO

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Susanne Helgeson

In copertina Monica Magi

Nato a Londra, nel 1950, dopo la Laurea ottenuta al King’s College, Cambridge, nel 1981 ha conseguito il dottorato (Ph.D.) presso l’Universita’ di Cambridge con una tesi sul pittore rinascimentale veneto Palma il Vecchio. Ha insegnato storia dell’arte per diverse università americane, fra le quali la New York University. Nel 1979 è stato incaricato dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim di gestire la Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Nel 2000 è diventato Direttore del Museo veneziano.

Laureata in Scienze della Comunicazione, collabora con Biblioteca della Moda a Milano, seguendo la parte di consulenza e ufficio stampa di questa realtà. È appassionata di viaggi e arte contemporanea.

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Emanuele Lavizzari

Susanne Helgeson è un’autrice svedese, specializzata in temi quali design di mobili, di prodotti e design industriale. Fin dalla metà degli anni 90 si reca ogni anno a Milano al Salone Internazionale del Mobile. Dal 1999 al 2007 è stata redattrice e caporedattrice del Form Designskriften (rivista svedese specializzata in design). Ama la lingua italiana ma ritiene che i congiuntivi siano difficili.

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Alberto IVALDI

Il Club Amici del TOSCANO® Periodico del Club Amici del TOSCANO® Reg. Trib. di Roma n° 543 del 23/12/03 Anno VI - Numero 2 - Giugno 2009 Responsabile attività del Club Mauro Rizzo – mauro.rizzo@toscanoitalia.it Coordinamento di redazione Make Tailored Advertising Srl Dierettore Responsabile Alfredo de Giglio - a.degiglio@maketa.it Hanno collaborato Maria Elena Avanzini, Giovanna Caprioglio, Laura Civinini, Luca Di Russo, Susane Halgeson, Alberto Ivaldi, Emanuele Lavizzari, Beatrice Lupi, Claudio Ranocchia, Stefano Ruggiero, Philip Rylands, Chiara Scovacricchi Pubblicità Comunicazionediretta Srl Via dei Della Robbia 53 - 50132 Firenze Tel. 055.5001302- Fax 055.5047270 miraglia@comunicazionediretta.it Fotografie AIS, Corbis, Dove, Fondazione Guggenheim, Getty Images, Claudio Ranocchia

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ISABELLA elena AVANZINI

Giornalista, nella sua carriera ha collaborato con testate quali D la Repubblica delle Donne, Corriere della Sera, La Repubblica. Oggi scrive per Velvet nella redazione ‘Bellezza e attualità’. Ha la passione del viaggio.

Progetto grafico SignDesign - info@signdesignroma.it

Redattore di DeVinis, rivista di enogastronomia dell’Associazione Italiana Sommeliers. Politica, attualità e temi sociali sono i suoi altri interessi giornalistici, che porta avanti con alcune collaborazioni per testate locali lombarde. Appassionato di musica classica e di lingue e culture straniere.

Nasce nel 1967 a Milano e si laurea in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, con specializzazione in Psicologia. È Sommelier e Relatore dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier). Nel marzo 2008 crea l’associazione MD, Meditazione e Degustazione con l’obiettivo di favorire la crescita personale attraverso il “gusto”.

Stampa Plus Group Srl Via Tiburtina Valeria km 18,300 00012 Guidonia (RM) Finito di stampare: Giugno 2009

periodico del club amici del toscano


Sommario

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CARNET

mondo toscano

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MST

L’italia È la nostra passione

La bella stagione del Kentucky

MANHATTAN La città del ricordo 08

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Venezia: un tesoro verde tutto da scoprire

IL CLUB

un dolce arrivo in famiglia

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STILE LIBERO

TRENDY APARTMENT

Guggenheim compie 50 anni

in viaggio

SAPORI

vinitaly: Vino, vedi, vici

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volti

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IL CLUB

INDIRIZZI DEL BUON VIVERE

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IL CLUB

FERMO IMMAGINE


L’Italia è la nostra

CARNET

PASSIONE

VOLTI

chiunque ami il Toscano® in qualche modo fa parte della sua storia. STILE LIBERO 01

MONDO TOSCANO

01. L’architetto Gaetano Maccaferri.

G

entili lettori e lettrici, sono felicemente emozionato e onorato di potere aprire questo numero della rivista. Il suo restyling, la sua nuova veste grafica e l’implementazione dei contenuti in termini di argomenti e rubriche, è il risultato non solo di un processo di crescita industriale ma, soprattutto, amatoriale e passionale. Se posso essere un po’ nostalgico, questo cammino positivo può essere paragonato al processo di sviluppo che il sigaro Toscano ha avuto a partire dal luglio del 2006. È un momento molto importante e significativo e per questo mi permetto di ripercorrere la storia degli utlimi tre anni dove il protagonista è il TOSCANO e le storiche Manifatture di Lucca, Cava dÈ Tirreni e Foiano della Chiana. Una cosa posso dirvi con assoluta certezza: il clima di questo mese di giugno 2009 è molto diverso, e sicuramente positivo, rispetto a quello del 2006. Sono, infatti, passati tre anni da quel fatidico giorno, nel quale abbiamo acquisito, come Gruppo Maccaferri, la proprietà del sigaro TOSCANO. Ma, la maggiore

SAPORI

soddisfazione di quei giorni era quello di aver riportato in “mani italiane” un prodotto artigianale, culturale e di grande valore storico e tradizionale. Con la costituzione nel luglio del 2006 della società Manifatture Sigaro Toscano abbiamo dato concretezza al nostro obiettivo: far conoscere in tutto il mondo un prodotto unico, il sigaro Toscano. Prodotto che abbiamo voluto rinnovare con la creazione di un nuovo logo, come simbolo della rinascita di questo celebre marchio. Molti di voi si chiederanno come è nata la sfida del Gruppo Maccaferri, da una parte ad investire e dall’altra a riportare l’italianità a casa. Il punto di partenza è il mantenimento dell’unione storica fra tradizione e innovazione che da sempre ci caratterizza. Pensate solo al fatto che la Famiglia Maccaferri e il sigaro Toscano sono entrambe ultracentenari. Ma devo anche ammettere che, accanto ad un interesse industriale, un ruolo fondamentale lo ha anche avuto la passione personale per

il nostro “stortignaccolo”. Da sempre, per quel che posso ricordare, il profumo del sigaro Toscano ha accompagnato la mia crescita personale e professionaIN VIAGGIO le. Prima mio nonno, poi mio zio e mio padre. Quindi

Da sempre, per quel che posso ricordare, il profumo del sigaro Toscano IL CLUB ha accompagnato la mia crescita personale e professionale. Prima mio nonno, poi mio zio e mio padre. la decisione, quando si è presentata l’opportunità di acquisire il prodotto, è stata veloce, ma non indolore. È stata un’operazione in cui abbiamo creduto e che si è inserita perfettamente nelle logiche strategiche che contraddistinguono da sempre il nostro Gruppo, presente da più di un secolo in diversi settori di business. In questi primi tre anni, abbiamo lavorato molto e concentrato i nostri sforzi sul nuovo


consolidamento dell’azienda e della sua identità; sulla formazione e fidelizzazione delle persone che ne fanno parte. In particolar modo a tutti coloro che lavorano e amano questo prodotto, parlo degli oltre 400 dipendenti, e delle nostre sigaraie che sono uno dei nostri patrimoni ai quali più teniamo. Prima dell’acquisizione da parte della Maccaferri, solo sette sigaraie erano rimaste nel reparto. Oggi, dopo soli tre anni, sono più di 40 e producono i sigari con la stessa tecnica di 200 anni fa. Per non parlare del nostro interesse per i ricercatori che hanno cura dei semi di Kentucky; dei nostri centri di controllo della qualità e dei 120 coltivatori italiani di Kentucky, che rappresentano una parte importantissima della filiera del sigaro Toscano. Da sempre siamo accanto a loro, investendo in ricerca applicata assieme alle Università e ad altri Istituti. Tutto questo lavoro per mantenere e assicurare l’alta qualità della materia prima e la produzione di un prodotto unico, naturale al 100%, prodotto solo con tabacco Kentucky rigorosamente NO OGM, il nostro amato sigaro TOSCANO. In questo triennio, oltre a rafforzare il mercato ita-

liano, abbiamo messo in cantiere nuovi prodotti e ci siamo concentrati per entrare nel mercato estero. Oggi il sigaro Toscano è presente in Italia e in 21 paesi: Germania, Spagna, Francia, Belgio, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Austria, Svizzera, Olanda, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Lussemburgo, Finlandia, Malta, Australia, Canada, Libano, Andorra, ed Israele. Le prossime sfide vedranno l’azienda impegnata sul fronte delle Americhe e delle Indie Orientali, ma è un processo molto graduale e che richiede tempi non brevi, per garantire prima di tutto la qualità. Ringrazio tutti voi, appassionati iscritti al Club che avete già raggiunto il numero di 40.000, dando testimonianza di grande attaccamento al sigaro Toscano. La nuova rivista del “Club Amici del Toscano” è un omaggio a chi ama il “buon vivere”, a tutti voi appassionati e sostenitori che fate della storia del sigaro italiano per eccellenza. Buona lettura.

tre generazioni di industriali, per un successo che viene da lontano.

L

a data di nascita è il 1879, come officina di trafi- bacco, con l’acquisizioneperfezionata nel 2006 del leria fondata dal capostipite Raffaele Maccaferri. ramo “sigaro toscano” da British american tobacco. VOLTI Successivamente l’azienda prendeil nome di Officine Nel 2008 il fatturato consolidato del Gruppo è stato Maccaferri e, a partire degli anni Venti, avvia le prime di 1.211 milioni di Euro, con 4.491 dipendenti e 52 acquisizioni e diversificazioni. Poi, senza interruzioni stabilimenti nel mondo, 19 in Italia, 8 in Europa, 4 di crescita, il testimone è passato all’attuale terza in Nord America, 9 in Centro e Sud America, 2 in generazione, rappresentata da Gaetano Maccaferri Africa, 9 in Asia. STILE LIBERO (nella foto il primo seduto a destra) presidente del Gruppo e di Seci Energia, e dai fratelli Fatturato 2008 Massimo (in piedi) presidente di Eridania, Alessandro (seduMONDO TOSCANO to centralmente), presidente 19 9 4 di Officine Maccaferri, e Antonio (il primo seduto a sinistra) presidente Samp. Oggi il Gruppo è attivo in più settori SAPORI di business. Oggi il Gruppo è attivo nell’ingegneria ambientale, dove è leader mondiale 9 nel campo della geotecnica; 2 nell’ingegneria meccanica (im9 pianti e macchinari per la laIN VIAGGIO Fatturato 2008 1.211 milioni di Euro vorazione di fili e cavi, utensili Dipendenti nel mondo 4.491 Stabilimenti produttivi 52 e macchine utensili per gli inSettori di attività granaggi dell’industria autoFatturato (consolidato) 2008 2007 Totale gruppo 1.211 1.162 mobilistica e ingranaggi per la meccanica di precisione); IL CLUB nel Real Estate & Costruzioni SECI HOLDING GRUPPO (acquisizione, recupero e valorizzazione di aree e immobiIngegneria Ingegneria Real Estate & Alimentare & Energia Ambientale Meccanica Costruzioni Agroindustria li). Altre aree di attività sono l’alimentare-agroindustria (con Eridania è leader italiano nello zucchero), le biotecnologie (con le società Gnosis e Gnosis Bioresearch) e il taStabilimenti in Italia

Stabilimenti in Asia

Stabilimenti in Nord America

Gaetano Maccaferri Presidente Gruppo Industriale Maccaferri

oltre a rafforzare il mercato italiano, abbiamo messo in cantiere nuovi prodotti e ci siamo concentrati per entrare nel mercato estero . Oggi il sigaro Toscano è presente in Italia e in 21 paesi.

01. I fratelli Maccaferri, da destra Gaetano, Alessandro, Massimo, Antonio.

CARNET

Stabilimenti in Europa

Stabilimenti in Africa

Stabilimenti in Centro e Sud America

WAS SAB

Tabacco

Biotecnologie


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VOLTI 01. Uno scorcio dell’inconfondibile

esterno del Museo Guggenheim di New York, opera di Frank L. Wright

02. Due Sale del Guggenheim di Venezia:

03

la Brancusi, a sinistra, e la Calder, a destra

STILE LIBERO

03. Il suggestivo Giardino Levi, con

Il museo

Solomon R.

alcune delle sue opere

Guggenheim

50 Anni

02

MONDO TOSCANO

compie

STORIA DI DUE COLLEZIONISTI E DUE ARCHITETTI

SAPORI

Testo / Philip Rylands

IN VIAGGIO 01

C

inquanta anni fa, il 21 ottobre del 1959, a New York sulla Fifth Avenue, veniva aperto un nuovo museo, pochi mesi dopo la scomparsa, a 91 anni, dell’architetto che lo aveva progettato. Si tratta forse dell’edificio-simbolo più famoso del XX secolo: il Museo Solomon R. Guggenheim di Frank Lloyd Wright. Lo stesso giorno, 27 anni prima, Peggy Guggenheim inaugurava la sua strabiliante galleria-museo Art of This Century sulla 57a strada, sempre a New York, un altro capolavoro architettonico realizzato dal geniale Frederick Kiesler. Entrambe i progetti erano destinati ad accogliere l’arte del Novecento. Solomon R. Guggenheim comincia a interessarsi all’arte astratta agli inizi degli anni ’20 grazie a Hilla Rebay von Ehrenwiesen, aristocratica artista tedesca, donna decisa e intelligente, recatasi a New York nel 1927 per avere il sostegno dei Guggenheim. Nel 1929 la Rebay porta Solomon e la moglie Irene a Dessau, dove, alla Bauhaus, conoscono Vasily Kandinsky, di cui il collezionista americano acquista Composizione 8 del 1923: si tratta di una delle maggiori tele dell’artista, la prima delle oltre 150 sue opere ad essere entrate a far parte della collezione Guggenheim nel corso di quello stesso anno. Grazie alla Rebay, Solomon R. Guggenheim sarebbe di lì a poco divenuto il più grande collezionista di Kandin-

sky, il fondatore della Fondazione Solomon R. Guggenheim, nel 1937, e del Museum of Non-Objective IL CLUB Painting, nel 1939, un museo dedicato esclusivamente alla sua collezione di arte astratta (‘arte nonoggettiva’) del XX secolo. Nel 1943, consigliato dalla Rebay, Solomon commissiona a Frank Lloyd Wright il progetto di un museo destinato ad ospitare esclusivamente la sua collezione. Trascorsero 16 anni, che videro la morte di Solomon nel 1949, le dimissioni della Rebay nel 1952, la nomina, quello stesso anno, di James Johnson Sweeney a direttore, e la scomparsa dello stesso Wright nell’aprile del 1959. Con le sue straordinarie forme fluide e la struttura a “ziggurat rovesciato” (oggi più bella che mai grazie alla ristrutturazione della facciata esterna, terminata nel settembre del 2008), il Museo Guggenheim divenne immediatamente celebre. L’idea di Frank Lloyd Wright era quella di creare “un tempio dello spirito”, e in questo si trovò ampiamente d’accordo con il pensiero estetico della Rebay e dello stesso Kandinsky, il cui manifesto, pubblicato nel 1912, era appunto intitolato La spiritualità nell’arte. Il Museo Guggenheim venne percepito fin dall’inizio come un monumento al genio di Wright: con le sue forme organiche e le dimensioni uniche nel panorama architettonico newyorkese, il suo

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12 esterno era visivamente straordinario quanto il suo interno. In realtà Wright si trovò in forte conflitto con Sweeney, che dovette lottare affinché l’edificio venisse adattato all’esposizione dei quadri sulle proprie pareti, e per convincere l’architetto a creare spazi destinati ai servizi museali di base come la didattica, la conservazione e l’amministrazione. È questo un dibattito molto interessante e ancora oggi decisamente attuale: è possibile conciliare un’architettura grandiosa con uno spazio destinato ad accogliere l’arte moderna? Lo scopo di Frederick Kiesler fu proprio questo quando, nel febbraio del 1942, Peggy Guggenheim si rivolse a lui per progettare la sua galleria di New York. Kiesler creò un luogo che portò la collezione della sua committente al centro della scena artistica newyorkese dal 1942 al 1947. Di sicuro era difficile conciliare i mondi di Peggy Guggenheim e dello zio Solomon. Agli inizi degli anni ‘20 Peggy, figlia ribelle, come il padre Benjamin che agli inizi del secolo abbandonò la società di famiglia e morì nell’affondamento del Titanic il 15 aprile del 1912, lascia New York per l’Europa. Nel 1938 Peggy apre una galleria d’arte contemporanea a Londra, la Guggenheim Jeune, nome che dimostra la sua conoscenza della collezione d’arte moderna dello zio Solomon: Guggenheim vieux. La seconda mostra organizzata alla Guggenheim Jeune viene dedicata a Kandinsky, presentato a Peggy dall’amico Marcel Duchamp. Su suggerimento dello stesso Kandinsky, che le scrive da Parigi, la collezionista americana propone allo zio Solomon di acquistare un’opera dell’artista russo e la Rebay, consapevole del proprio ruolo

VOLTI

di consulente, temendo che la sua posizione possa essere minacciata, rimprovera severamente Peggy per la sua impudenza, che a sua volta risponde animatamente. Da allora le due donne si sarebbero detestate a vita. Ciò dimostra come le due collezioni d’arte moderna Guggenheim siano state create indipendentemente l’una dall’altra, e come non fosse poi così scontato che Peggy avrebbe voluto cedere la collezione alla Fondazione di New York quando, negli anni ’60, cominciò a pensare al futuro. Nel 1939 Peggy chiude la Guggenheim Jeune decidendo comunque di creare una propria collezione e di aprire un museo a Londra. Sebbene con le sue forme organiche il progetto museae le dimensioni uniche le fallisca a causa dello scoppio del- nel panorama architettonico la guerra, Peggy newyorkese, il suo esterno riesce comunque era visivamente straordinario instancabilmente a raccogliere opere d’arte, grazie ai consigli di amici, artisti e critici d’arte, quali Marcel Duchamp, Herbert Read, Howard Putzel e Nella van Doesburg. Nel luglio del 1941, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Peggy lascia l’Europa e ritorna a New York portandosi dietro la sua collezione di arte d’avangardia europea, che nei successivi due anni cerca di incrementare con dipinti e sculture provenienti dal mercato artistico newyorkese. È in questo periodo che conosce l’architetto viennese Frederick Kiesler, amico di Duchamp e Jimmy Ernst, che progetta per la nuova galleria della collezionista quattro spazi dif-

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è possibile conciliare STILE LIBERO un’architettura grandiosa con uno spazio destinato ad accogliere l’arte moderna?

ferenti: uno per le mostre temporanee, dedicate successivamente ai grandi artisti della scuola di New York come Richard Pousette-Dart, Robert Motherwell, William Baziotes e Jackson Pollock, e tre destinati alla sua collezione permanente. Nel 1924, a Vienna, all’Internationale Ausstellung Neuer Theatertechnik, Kiesler aveva già sperimentato nuovi modi di esporre l’arte, attraverso l’uso di pannelli removibili, scorrevoli spazi labirintici e l’eliminazione delle pareti. Una volta emigrato a New York nel 1926, adotta queste idee anche per la nuova galleria di Peggy, che chiama Art of This Century, dal nome del catalogo della collezione. Uno spazio viene dedicato all’arte cubista e astratta: le pareti di tela blu e le colonne sospese, realizzate con corde bianche, a cui appendere dipinti e sculture creano

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04. Max Ernst e Peggy Guggenheim nella galleria

surrealista di Art of This Century, New York, nel 1942

05. Sala surrealista all’interno di Art of This Century, galleria newyorkese di Peggy Guggenheim

MONDO TOSCANO un ambiente fluido e amorfo, in perfetta sintonia con l’arte che vi è esposta. Similmente, in una seconda galleria progettata per l’arte surrealista, pareti incurvate, luci teatrali, e il suono di un treno in corsa creano un’atmosfera di SAPORI disorientamento, quasi terrore, in sintonia con i soggetti onirici dell’arte surrealista. Kiesler e Peggy si trovano d’accordo sul rimuovere tutte le cornici dai dipinti che l’architetto decide di esporre al diIN fuori delle pareti, nello spazio delVIAGGIO l’osservatore, unendo così il mondo reale in cui si trova lo spettatore a quello dell’immagine dipinta o scolpita. Il progetto di Kiesler era concettualmente e praticamente al servizio dell’arte in esso racchiusa, in completa opposizione con l’accesa discussione IL CLUB che di lì a poco avrebbe coinvolto, alla fine degli anni ’50, Wright e Sweeney, durante la costruzione del museo Guggenheim. Kiesler investì il proprio talento nella creazione di un unico spazio armonioso destinato ad accogliere l’arte moderna con un progetto che rappresentò per lui il coronamento del sogno di una vita, progetto che purtroppo, nonostante la passione del suo creatore, si rivelò alla fine temporaneo ed effimero poiché la galleria Art of This Century venne chiusa nel 1947, quando Peggy decise di lasciare New York per trasferirsi a Venezia. Molto diverso è stato invece il destino dell’opera creata dal genio architettonico di Wright, che ancora oggi rappresenta uno degli edifici più straordinari e visivamente coinvolgenti al mondo, e che proprio quest’anno compie mezzo secolo. Quarant’anni fa Peggy decide di donare la sua collezione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim, che alla morte della mecenate, nel 1979, diventa proprietaria del suo palazzo a Venezia. Da allora la Fondazione gestisce due musei con due illustri indirizzi: la Fifth Avenue a New York, e il Canal Grande a Venezia.


La città del

CARNET

Testo / Alfredo De Giglio

VOLTI

STILE LIBERO

MONDO TOSCANO

SAPORI

il ponte di Brooklyn immortalato nella locandina, il Central Park, i grattacieli, il Moma, la musica di Gershwin…

C

ompie 30 anni il capolavoro Manhattan, di Woody Allen. Il film è così importante che è stato inserito, nel 2001, nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA, che raccoglie le opere più significative per la storia del paese. La sua valenza estetica è tale che ancora oggi viene studiato nelle scuole di cinema e continua a raccogliere schiere di fan. Vediamo i motivi di questo successo senza soluzione di continuità. Quella di Allen costituisce una filmografia unica per vari aspetti: è un autore che, partito da film prettamente comici, richiamando i grandi del passato (Chaplin, Keaton, i Fratelli Marx, Lewis), è approdato a tematiche più impegnate, filosofiche, alla ricerca dei signifi-

cati più profondi della vita contemporanea. Dal 1978, grazie al film Interiors, un dramma da camera, come dicono i tedeschi kammerspiel, che predilige l’introspezione psicologica all’azione fisica, fa conoscere la sua vena malinconica. Dopo questo film, fortemente ispirato dal regista svedese Ingmar Bergman, Allen si dedica a quello che sarà uno dei suoi capolavori, pietra miliare di tutta la produzione cinematografica moderna, Manhattan, del 1979. Manhattan è per New York quello che La Dolce Vita di Fellini è per Roma. Allo stesso modo, il film di Allen ha creato una mitologia iconografica: il ponte di Brooklyn immortalato nella locandina, il Central Park, i grattacieli, il Moma, la musica di Gershwin… Quella che Allen rappresenta è, paradossalmente, una Manhattan che non è mai esistita, neanche all’epoca. Quindi quello che vediamo è, esteticamen-

te, una città-sogno creata artificialmente dall’autore per rendere omaggio al cinema degli anni ’40 e ’50, che ha formato il suo immaginario. Questa Manhattan è fantasmaticamente irreale, è una serie di cartoline/fotografie spedite da un passato in cui sarebbe piaciuto vivere. La città che noi stiamo ammirando, i cui fotogrammi sono cadenzati dalla Rapsodia in Blu di George Gershwin, ci rimanda ad una dimensione nostalgica e sentimentale. Per questo motivo, Allen scelse di girare il film in bianco e nero (anzi, fu girato a colori ma reso in b/n in post-produzione). Questo anacronismo serve per giustificare lo spaesamento del protagonista, Isaac Davies (Allen stesso), di fronte alla modernizzazione dei costumi. È un intellettuale che si è costruito un mondo a sua immagine a somiglianza, che frequenta sempre gli stessi posti e le medesime persone, con una forte propensione alla

moralizzazione, sebbene anche lui compia atti discutibili. A ben guardare, i personaggi messi in scena si muovono caoticamente come cavie di laboratorio, schiacciati IN VIAGGIO dall’imponente scenografia metropolitana. I grattacieli ostacolano e talvolta schiacciano, con la propria maestosità, le vite dei protagonisti. Per questo motivo molti critici hanno giuIL CLUB stamente affermato che il vero ed unico attore del film è la città, Manhattan. Come in molte altre sue opere, il milieu sociale newyorkese è paradigmatico di una condizione globale, comune a tutte le grandi metropoli moderne. Quello che mette in scena Allen è un’intera classe sociale, la middleclass americana, profondamente cambiata dall’invasività dei media, soprattutto della televisione. Si discute di arte, si frequentano musei, si ascolta musica classica, ma su tutto aleggia lo spettro di una omologazione di cui, a 30 anni dall’uscita del film, vediamo i risultati, quotidianamente. In tutti i film di Allen, e questo in particolare, la presenza di miti e comportamenti codificati e universali veicolati dai media è sempre stata al centro delle sue critiche.In Manhattan tutti vogliono scrivere un libro o apparire in televisione (“La vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione.”). Tutti vogliono il loro quarto d’ora di celebrità, come disse Andy Warhol.

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adv - signdesignroma.it

16 E stranamente, maggiore è la possibilità di far conoscere le proprie storie, condividendole con gli altri, più profonda è la solitudine. Isaac è uno scrittore comico di buon successo, fidanzato con una ragazza adolescente, che lascia per fidanzarsi con l’ex amante del suo migliore amico. Sullo sfondo, le vicende dell’ex moglie, diventata lesbica, e dell’amico professore universitario. Questi intrecci sentimentali cercano di mascherare il vuoto e l’insoddisfazione che ognuno di loro ha dentro. Si cerca una panacea al male della classe sociale rappresentata da Allen, l’anedonia, l’incapacità di provare piacere e di vivere la vita con slancio ed interesse. Solo l’arte, in alcuni casi, può portare un po’ di sollievo dalle angosce quotidiane. Questo film è un dramma contemporaneo. Si parla della crisi dell’intellettuale moderno, schiacciato dall’incultura di una massa impossibile da rieducare, della sostituzione dei valori estetici fino ad allora imperanti con altri più fragili e caduchi, dell’impossibilità di trovare un equilibrio vitale senza farsi sopraffare dai tanti input che ci arrivano dai media, etc… A 30 anni dalla sua uscita, rivedendolo oggi, ci accor-

giamo che quello di cui Allen parlava è quanto mai vero e tangibile. I cambiamenti che ci troviamo a vivere sono così rapidi da rendere impossibile una loro adeguata interpretazione e comprensione. Anche la classe che dovrebbe essere il faro da seguire in questi momenti così difficili, gli intellettuali, vacilla sotto i colpi della modernità. Come tutti i grandi artisti, Allen profetizza tutto questo parlandoci di micro-storie, delle piccole vite di uno spicciolo di newyorkesi apparentemente privilegiati ma con una grande crisi interiore. Da questo film in poi, Allen sarà sempre associato a New York, ne diverrà il cantore ufficiale e il fustigatore di tutti i suoi mali. Mai come in questo caso, nella storia della cinematografia, si era creato prima un connubio così forte tra autore e città. “Io abito in una città ed in un certo ambiente ricco. Quello che mi diverte è raccontare quello che vedo. Tutti pensano che “i ricchi” non abbiano problemi, quando, invece, in ogni mio film dimostro come le persone abbienti hanno i problemi di tutti quando vengono a scontrarsi con le questioni di cuore o psicologiche.”

Come tutti i grandi artisti, Allen profetizza tutto questo parlandoci di micro-storie, delle piccole vite di uno spicciolo di newyorkesi apparentemente privilegiati ma con una grande crisi interiore

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STILE LIBERO

APARTMENT TRENDYUna struttura concettuale Testo / Giovanna Caprioglio

MONDO TOSCANO

per dialogare con il mondo della moda

SAPORI

La moda italiana e quella internazionale, in definitiva, hanno scelto il capoluogo meneghino come polo nazionale

IN VIAGGIO

del settore. Non c’è da stupirsi, quindi, se proprio qui è nata la Biblioteca della Moda, un’idea innovativa sviluppata da Diego Valisi

IL CLUB

Nella Biblioteca della Moda si trovano pubblicazioni oramai introvabili. Gli appassionati delle tendenze fashion possono qui documentarsi e informarsi.

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ilano e Moda formano oramai da anni un connubio riconosciuto a livello internazionale. Tanto che il capoluogo lombardo è l’unico a poter competere, per frequenza degli eventi e livello dei marchi coinvolti, con città quali Parigi e New York. La moda italiana e quella internazionale, in definitiva, hanno scelto il capoluogo meneghino come polo nazionale del settore. Non c’è da stupirsi, quindi, se proprio qui è nata la Biblioteca della Moda, un’idea innovativa sviluppata da Diego Valisi, ex publisher per L’uomo Vogue e direttore pubblicità di Class Editore, con una passione personale per la moda che lo ha portato a creare una vera e propria Biblioteca, dove negli anni ha riunito il più grande archivio privato di libri e riviste sull’argomento in Italia. Questo è un luogo unico ed affascinante dove gli appassionati possono consultare, vendere o acquistare libri, riviste, quaderni di tendenza, stampe e cataloghi dal 1850 a oggi, ma anche uno spazio polivalente che si trasforma in location originale dove organizzare eventi, aperitivi, colazioni, cocktail e presentazioni legate al mondo del fashion. La Biblioteca della Moda si trova all’interno di Apartment, un progetto unico ed altrettanto interessante: è una “temporary house”, un luogo

aperto che può ospitare mostre, eventi e meeting. Come indica il nome stesso, Apartment è un vero e proprio appartamento che ha mantenuto i suoi spazi originari; il cuore della location è rappresentato da un living con una cucina di design di oltre 200 mq da utilizzare per eventi, riunioni o business lunch, intorno al quale convivono molte altre realtà della moda e del design: Milano Fashion Media, concessionaria di pubblicità per 16 riviste in Italia e nel mondo, la rivista Mood, Camera Italiana dei buyer della Moda, Federico Delrosso Architects, Spazio Younique e molte showroom temporanee. In conclusione, Apartment non è una semplice location, ma uno “spazio concettuale” che funge da collettore di stampa, operatori, designer e marchi interessati ad ospitare i propri interlocutori privilegiati per realizzare eventi, mostre o presentazioni in un luogo unico. Fin dalla sua nascita, avvenuta alla fine del 2009, numerosi marchi hanno voluto utilizzare questo palcoscenico per posizionare nella moda i loro prodotti tra i quali Mini Bmw, Sony, Harman Kardon, JBL, Hoover, BlackBerry; Heineken, Illy. Queste aziende hanno apprezzato il mood davvero speciale di questo luogo, dove è impossibile non sentirsi a casa…

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STILE LIBERO

MONDO TOSCANO

Altro che

minimalismo

TENDENZE DEL DESIGN SCANDINAVO

Testo / Susanne Helgeson

01. Lampada Maskros by Marcus Arvonen per Ikea

02. Tavolo Breeze di Monica Förster per Swedese

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SAPORI

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IN VIAGGIO

I

l design svedese, così come quello scandinavo, portandosi in maniera innovativa nei confronti della riscosse successo a livello internazionale già agli creatività, lavora a livello internazionale. inizi del ‘900. Elementi quali elegante semplicità, Designer di moda quali Helena Hörstedt e Sandra legni chiari e leggeri, modernità e praticità l’hanno Backlund sono altri esempi. IL CLUB da reso famoso e ricercato. I giornalisti stranieri hanno Monica Förster e il trio di architetti composto coniato concetti quali ‘Swedish GracÈ o ‘Swedish Claesson, Koivisto e Rune sono alcuni di quelli che Modern’, e i più eminenti architetti e designer del- hanno collaborato con aziende italiane d’alta qualil’epoca, come Gunnar Asplund e Bruno Mathsson, tà come Cappellini, Poltrona Frau, Living Divani e hanno guadagnato fama a livello internazionale. Tacchini, cosa che ha contribuito a fargli guadagnaI designer svedesi attualmente più rinomati nell’am- re notorietà. Förster, una tra le designer svedesi di bito del design dei mobili, della moda e dell’industria maggior successo del momento, utilizza spesso applicano tuttora linee nette e funzionalismo discre- materiali inconsueti, e grazie alle sensuali forme dei to, per dare più calore e fascino agli oggetti della vita suoi prodotti riesce a creare un connubio tra il suo quotidiana. essere originaria della Svezia del Nord e la vita moMa affermare che il design svedese si riduce so- derna della grande città. lamente a questo sarebbe falso. Ha fatto la sua Sta guadagnando terreno anche il duo di designer comparsa un gran numero di marche di tendenza quali Acne, Whyred e Cheap Il design svedese, così come quello scandinavo, Monday e molti designer svedesi com- riscosse successo a livello internazionale già piono una ricerca meno ‘autoctona’ nelle loro creazioni. Alla base rimangono, tut- agli inizi del ‘900. tavia, sia le tradizioni artigianali che i materiali tipici, sviluppati per esprimere qualcosa che Folkform, composto da Chandra Ahlsell e Anna stia al contempo al passo con i tempi e in sintonia Holmquist, soprattutto grazie al modo innovativo con il futuro. E in tempi di crisi come quelli che cor- di interpretare un materiale che per molto tempo è rono oggi il design svedese viene notato sempre un stato considerato brutto. Col Masonite, prodotto repo’di più. siduo derivato dalla segatura e dal truciolato, il duo Il motivo è che il recente passato si respira ancora Folkform ha realizzato una nobile e notevole internei prodotti semplici, pratici, la cui realizzazione im- pretazione, l’armadio Unique Standard. plica l’utilizzo di poche risorse; spesso con un occhio In conclusione, un punto di forza della creatività svedi riguardo allo sviluppo sostenibile, per esempio at- dese è quello di vedere tradizione e materiali della traverso produzione locale, ma senza perdere mai di vita di tutti i giorni sotto una nuova luce. Rendendo vista la scena internazionale. accessibile il design, ora più democratico: qualcosa Il gruppo di design Front è uno dei numerosi esempi che Ikea spesso usa come ragione di vendita. della nuova e creativa corrente di designer che, rap- E indubbiamente non a torto!


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Sveliamo IL trucco Nell’occhio delle ultime

tendenze

Testo / Isabella Elena Avanzini

STILE LIBERO

È quel che ha fatto Val Garland, make up artist: MONDO TOSCANO bandite polveri e creme, si è armata di pennello e ha tratteggiato due semplici linee nere intorno alla palpebra delle modelle. Essenziali ma sofisticate

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on è un caso che si chiamino make up artist: il loro lavoro è un’arte, seppur legata a un ambiente frivolo e dunque apparentemente priva di connotazioni intellettuali. Eppure, dietro le quinte delle sfilate e nei laboratori, i truccatori lavorano sodo per restituire al trucco una dignità artistica. Come? Proponendo make up arricchiti di citazioni pittoriche, scultoree, grafiche e di design. È quel che ha fatto ad esempio Val Garland, make up artist per l’ultima sfilata di Moschino: bandite polveri e creme, si è armata di pennello (da trucco) e ha tratteggiato due semplici linee nere intorno alla palpebra delle modelle. Essenziali ma sofisticate, esattamente come il concetto con cui Osvaldo Cavandoli ha ideato “La Linea” (il famoso personaggio di alcuni Caroselli) nel 1969. Questa tecnica mutuata dalle arti grafiche è stata adottata anche per altre passerelle, tra cui quella di Neem Khan a New York, in cui il segno nero era sotto la rima palpebrale inferiore, e quella di Iceberg, in cui il tratto, sottilissimo, terminava in una virgola all’insù. Non è un caso: l’eyeliner è tornato di moda, e la novità di questa stagione è proprio applicarlo in modo sofisticato, ma al contempo originale. Una sfida agevolata dalle formulazioni all’avanguardia su cui si allineano tutte le case cosmetiche: il liquido da stendere è oggi infatti talmente fluido che ci si potrebbero disegnare vere e proprie miniature. Gli occhi calcano la scena del trucco estivo da protagonisti anche grazie ai riflettori che i make up artist hanno puntato su ciglia e sopracciglia: «Devono sempre essere perfettamente delineate, qualsiasi sia la scelta di trucco di chi le indossa: persino su un viso acqua e sapone, vanno pettinate e fissate», sentenzia Max Della Maggesa, senior make up artist per Mac Pro. Nel sottolineare questo messaggio, gli artisti del trucco si sono sbizzarriti anche in performance eclatanti: alla sfilata di Bruno Pieters hanno depilato tutta l’arcata sopraccigliare e l’hanno poi disegnata con una matita. Da Diesel Black Gold, invece, l’hanno colorata di verde per ribadire il via

SAPORI

libera alla creatività. Proprio come i pittori fauves fecero con i loro quadri, i cui colori erano criticati come “sbagliati” perché non corrispondevano alla realtà (esempi eclatanti furono i dipinti di Henry Matisse e André Derain). Lo stesso meccanismo artistico è IN VIAGGIO stato mutuato da Vivienne Westwood Gold Label, che ha proposto labbra nere, e da Gaspard Yurkie-

IL CLUB

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24 vich, le cui modelle indossavano gloss d’argento. Con un ulteriore effetto: quello di dare una terza dimensione al make up, quella volumetrica. Tendenza molto forte nell’ambito delle ciglia finte, altra tendenza di stagione: tra i tanti esempi, quelle optical, con applicazioni di rombi dorati ed eliche di plastica, disegnate da Viktor & Rolf per Shu Uemura. Oppure quelle viste alla sfilata di Gareth Pugh, che ha mutuato dall’architettura il concetto di terza dimensione e l’ha posata sulle ciglia delle modelle sotto forma di ali triangolari. Gli effetti volumetrici sono anche il segreto dei fondotinta più all’avanguardia, quelli formulati con i minerali, dall’alto potere riflettente, che fungono da specchietti illuminanti sulla pelle. Per potenziare questo effetto, i make up artist si sono rifatti alla tecnica pittorica del pointillisme, corrente avanguardista che realizzava soggetti colorandoli a tratti minuscoli: «Il liquido colorato si stende a piccole pennellate dove è necessario dare più luce o

«GUARDANDO IL VISO ANCHE SOLO DA 20 CENTIMETRI DI DISTANZA, I “PUNTINI” DI FONDOTINTA NON SI VEDONO, E LA VISIONE D’INSIEME È QUELLA DI UN INCARNATO DAL COLORE OMOGENEO, BRILLANTE E NATURALE» coprire dei difetti», spiega Della Maggesa. «Guardando il viso anche solo da 20 centimetri di distanza, i “puntini” di fondotinta non si vedono, e la visione d’insieme è quella di un incarnato dal colore omogeneo, brillante e naturale». Completamente diversa, ma altrettanto ricca di reminescenze artistiche, è la tendenza dei colori vividi e delle texture viniliche tra le palette di stagione: quelle di di Mac, ad esempio, propongono rossetti fucsia, rosso fuoco, ombretti fluo e bianchi. A guardarli sul viso delle modelle, sembra che per ideare la collezione i make up artist si siano rifatti ai quadri di Liechtenstein, artista della pop art che amava usare colori sgargianti e chimici. Le labbra, ad esempio, sono lucidissime e arancioni, viola, fucsia. A guardarle di sfuggita le si potrebbe scambiare per oggetti di design contemporaneo. O per bocche di personaggi da fumetto. Insomma: tutto, fuorché il frutto di un lucidalabbra. Tant’è.


MONDO TOSCANO

SAPORI

La bella stagione IN VIAGGIO

del tabacco IL CLUB

KENTUCKY Testo / Claudio Ranocchia

S

e uno vi domandasse: di che colore è il tabacco Kentucky? È indubbio che la maggior parte risponderebbe: marrone! Già, perché la nostra idea, l’im-

magine che abbiamo stampata nella mente, è quella del tabacco nella sua ultima fase della lunga lavorazione che lo porterà ad essere sigaro. Le foglie di tabacco che vediamo sul banchetto delle sigaraie, all’ultimo stadio di una strada lunga a faticosa che impiega migliaia di persone e tantissimi controlli, sono marroni. In natura, invece, il tabacco Kentucky è una bellissima pianta verde, di una tonalità particolarmente brillante e piacevole. In questo periodo, soprattutto, tra giugno e luglio, la pianta raggiunge il massimo del suo rigoglio. Con questo articolo vogliamo accompagnarvi alla scoperta del tabacco Kentucky, fin da quando è un minuscolo seme. Vi descriveremo come si presenta, tra giugno e luglio, questa pianta così fantastica, resistente, bella e soprattutto buona...Andremo a vedere assieme le coltivazioni, le tecniche usate, le fasi di lavorazione e tanto altro ancora. Ma prima, è necessario fare le presentazioni: “Signori, questo è il tabacco Kentucky!”.

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MONDO TOSCANO

01. Le foglie più grandi, selezionate accuratamente, serviranno poi per la preparazione delle fasce dei sigari TOSCANO®

maggio

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giugno

luglio Il segreto del sigaro italiano Per confezionare il sigaro TOSCANO® viene impiegato, per la fascia e per il ripieno, solo tabacco Kentucky rigorosamente OGM free.

Oggi le coltivazioni sono distribuite in Toscana (44%), in Campania (32%), Lazio (14%), Veneto (6%) ed Umbria (4%). Negli ultimi anni la quantità di Kentucky destinato alla fabbricazione del sigaro TOSCANO® è stata circa pari al 50% della produzione nazionale. Non tutti sanno che lo stabilimento di Foiano della Chiana (AR) è l’unico centro in cui si produce, in Italia, il seme Kentucky. La qualità del sigaro TOSCANO® dipende, in prima istanza, dalla produzione in campo che, pertanto, viene monitorata attentamente e costantemente. Questo processo è molto difficile giacché richiede impegno e competenza ed i cui risultati possono es-

sere talvolta compromessi dalle avverse condizioni climatiche. Il Kentucky, essendo una pianta di origine sub-tropicale, richiede un clima con temperature da moderate ad elevate, una bassa escursione termica e una sufficiente umidità dell’aria. Nel nostro clima la prima parte della vita di una pianta deve essere svolta in serra in modo da anticipare il ciclo vegetativo, facendo in modo che in campo si trapiantino delle piantine ben sviluppate. Dopo questa doverosa presentazione, partiamo per una escursione all’interno di una coltivazione di tabacco, per vedere come ci appare in estate, un periodo fondamentale per la sua crescita.

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IL TRAPIANTO

La piantina nata dal seme di tabacco Kentucky (vedremo prossimamente come) è pronSAPORI avviene con l’ausilio di ta, in questo periodo, per essere trapiantata. Questa operazione macchine, dette agevolatrici. Le distanze di trapianto da una piantina all’altra variano in funzione della qualità del tabacco che si vuole ottenere: più si piantano vicine, aumentando la densità, minore sarà lo sviluppo delle piante, che saranno piccole e con foglie più gentili e leggere di nicotina. Inversamente, avremo Kentucky più robusto.

IN VIAGGIO

LO SVILUPPO

I primi di giugno le giovani piantine di tabacco vengono sarchiate e concimate, per una o due volte a seconda delle necessità. La sarchiatura permette di levare dalla pianta le erbe infestanti, favorendo l’arieggiamento delle radici. Questa operazione non viene eseguita con diserbanti chimici ma meccanicamente, con sarchiatrici che lavorano sia nella fila che nell’interfila. IL CLUB Le coltivazioni vengono inoltre assistite nel loro sviluppo e difese da funghi ed insetti con trattamenti fitosanitari guidati. Negli ultimi anni si sta facendo molta attenzione ai principi attivi adoperati, tramite il rispetto del Disciplinare di Produzione e utilizzando tipi di lotta compatibili con l’ambiente. L’irrigazione è indispensabile per il tabacco, poiché il ciclo colturale si svolge nei mesi estivi tipicamente meno piovosi. Dopo un leggero intervento al momento del trapianto, è preferibile non irrigare per almeno 15 - 20 giorni in modo tale da consentire lo sviluppo e l’approfondimento dell’apparato radicale.

la cimatura

Intorno al 15 luglio la pianta è alta ed al massimo della sua bellezza con il bottone fiorale pronto a schiudersi in una meravigliosa infiorescenza. In questa fase viene praticata la cimatura, consistente nell’asportazione dell’apice vegetativo. La cimatura ha lo scopo di annullare la funzione riproduttiva della pianta favorendo la concentrazione di sostanze nutritive nelle foglie e il loro sviluppo. In sintesi, questa operazione consente alla pianta di: • sviluppare maggiormente le foglie in termini di superficie; • portarle a un miglior grado di maturazione; • aumentare il tenore di nicotina di tutte le foglie e soprattutto di quelle apicali. Nei prossimi numeri, seguiremo altri processi finché non avremo riprodotto, completo ed esaustivo, tutto il ciclo annuale di questo vegetale.

02. In tutto il suo rigoglio, un campo di tabacco Kentucky 02


03

MONDO TOSCANO

Alle radici del Kentucky

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SAPORI

Da alcuni anni, Giancarlo Guzzo svolge un’intensa attività di divulgazione sul tabacco. La sua azienda, che si trova ad Albaredo d’Adige (VR), lo produce da 50 anni: partito da una piccola produzione, negli anni ’60, oggi è uno dei maggiori coltivatori in Italia. Il merito di Giancarlo è quello di aver messo IN VIAGGIO a disposizione degli appassionati tutta la sua conoscenza in materia. Con la collaborazione del TOSCANO® Padova Club, di Lodovico Masetto, organizza tutti gli anni un percorso in 5 tappe alla scoperta del tabacco Kentucky, seguendo ogni sua fase di vita. Questi gli appuntamenti organizzati da Giancarlo, che si ripetono Domenica 15 Marzo 2009 (già svolta) Domenica 3 Maggio 2009 (già svolta) IL CLUB Domenica 5 Luglio 2009 La cimatura delle piante - La pociamatura Domenica 6 Settembre 2009 La raccolta nel campo - L’essiccazione Domenica 24 Gennaio 2010 La selezione annualmente: La particolarità di questi eventi sta non solo nella passione con cui Giancarlo spiega il suo lavoro, ma nel coinvolgimento di tutti i partecipanti, che possono toccare con mano la materia prima che diventerà, un giorno, il nostro sigaro TOSCANO®. Tutti gli appuntamenti hanno poi un corollario di degustazioni e abbinamenti. Per conoscere il dettaglio di questi appuntamenti visitate il sito www.alleradicideltoscano.it o contattate direttamente Giancarlo Guzzo al numero 393 9001432.

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03. La cimatura permette di

asportare l’apice vegetativo, per impedire lo sviluppo in altezza e favorire lo sviluppo delle foglie.

04. Un fiore di tabacco

Kentucky, che solo in pochi conoscono.


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SAPORI

Vino, Vedi, Vici

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IN VIAGGIO

IL CLUB

IL SIGARO TOSCANO al VINITALY 2009 Testo / Stefano Ruggiero

L

a 43ma edizione del più imporUno stand, quest’anno, ancora più grande tante Salone internazionale dedicato al vino (dal 3 al 7 aprile 2009 ed accogliente, per garantire una maggiore a Verona) ha chiuso anche quest’an- possibilità d’accesso ai tanti appassionati no con record di presenza e di espoe maggior comfort e relax per gli ospiti. sitori. All’interno di questa cornice i visitatori hanno avuto modo di incontrare anche il sigaro TOSCANO®, presenza puntuale, dell’800. Tutti esauriti i posti disponibili per assistere ogni anno, così come i famosi ‘laboratori di degusta- ai già citati ‘laboratori di degustazionÈ, nobilitati anche zionÈ, veri e propri incontri tra le molte eccellenze dalla presenza di alcuni dei marchi più noti: Bonavenenologiche nostrane. Più di 5.000 ospiti hanno avuto tura Maschio, Distillerie Nonino, Azienda Vinicola Ammodo di assistere ad una operazione molto affasci- peleia, Distilleria Segnana dei Fratelli Lunelli, Aziennante ed esclusiva: la creazione dei sigari TOSCANO®. da Vinicola Ampeleia, Distilleria Villa Zarri, Distillerie Questo è stato possibile grazie alle sigaraie della Berta e Cioccolato Cuorenero, solo per citarne alcuni. manifattura di Lucca, che hanno mostrato “dal vivo” Ogni incontro tra i diversi sigari TOSCANO® e i vari come nasce e si realizza il famoso sigaro italiano, prodotti forniti da aziende amiche è diventato un utilizzando la stessa tecnica e gli stessi strumenti vero e proprio percorso sensoriale unico.


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Do you

01. Le curatissime aiuole fiorite e la

balaustra in pietra sul Canal Grande del giardino di Palazzo Cappello Malipiero Barnabò

SPEAK

02. Il San Clemente Palace Hotel, esclusivo relais con parco secolare che copre 2/3 dell’isoletta di San Clemente

COCKTAIL? Testo / Emanuele Lavizzari

Per le foto: modella Monica Magi art Stefano Gangli hair style Sara Vassallo make up Giordana Hassan & Simone Belli -Team fotografo Peppe Tortora assistant Valerio Mariotti Si ringrazia il St. George Hotel di Via Giulia a Roma per lo shooting fotografico

DIMMI COSA BEVI... 01

La stagione estiva è ormai alle porte e con il caldo giunge anche quel forte desiderio di rinfrescarsi le idee… E cosa c’è di meglio di un cocktail ghiacciato sorseggiato in riva al mare con il tramonto a far da sfondo? Per districarsi nel labirinto dei cocktail è bene conoscere almeno a grandi linee le possibili strade da percorrere… COCKTAIL INTERNAZIONALI: SOLO GLI ORIGINALI! Preparare un cocktail non è miscelare le varie bevande a occhio cercando ogni volta di stupire chi sta innanzi al bancone. Provate a chiedere a un barman esperto: vi dirà che è un vero e proprio rito che impone le sue regole. Per questo motivo esiste un elenco della principale istituzione dei baristi nel mondo, l’International Bartenders Association, che codifica i cocktail detti appunto “internazionali”, definendo ingredienti e quantità richieste per la preparazione. I cocktail sono innanzitutto suddivisi in quattro gruppi. I pre dinner, serviti quindi prima di cena, sono bevande miscelate secche o medio secche, che hanno alla base distillati o vini liquorosi secchi. Possono essere anche ottenuti dalla combinazione di aperitivi propriamente detti come i vermouth e i bitter. Gli after dinner seguono la cena, ma non devono essere confusi come digestivi bensì come finale di un pasto. Sono caratterizzati dalla presenza decisa di alcol a cui si aggiungono liquori e creme. I long drink sono moderatamente alcolici, preparati nello shaker o in tumbler alti. Per la realizzazione si utilizzano succhi di frutta e bevande sodate e spesso sono decorati con fettine d’agrumi o frutta tropicale. I popular sono così definiti perché rappresentano i cocktail più richiesti nei locali. Possono essere serviti in qualsiasi momento della giornata, anche se generalmente fanno da contorno alle serate di svago e divertimento.

Gli after dinner seguono la cena, ma non devono essere confusi come digestivi bensì come finale di un pasto.

DIMMI COME SCEGLI E TI DIRÒ CHI SEI… È sicuramente curioso assistere al comportamento degli avventori dei locali che si addentrano nella giungla dei cocktail. Si possono addirittura definire alcune categorie e magari ammettere anche noi di appartenerne a una. Innanzitutto il gruppo degli “indecisi cronici”: non sanno mai cosa ordinare, restano anche un quarto d’ora a studiare la lista, per poi chiedere al barman di scegliere al posto loro. Ci sono poi gli “esibizionisti del drink”: si considerano dei veri esperti e non perdono occasione per ordinare per tutta la compagnia. Sono sempre aggiornati sui cocktail del momento, sanno naturalmente quali sono gli ingredienti più “in” e non mancano di abbandonarsi a dissertazioni sulle caratteristiche delle diverse bevande. Sicuramente qualche volta avrete incontrato i “barman virtuali”. La lista delle consumazioni?Roba da principianti. Di fronte a un bancone si trasformano, fanno le richieste più strane per i cocktail più complicati, ma, soprattutto, loro stessi ne inventano di frequente e cercano di spiegare ai poveri barman come realizzarli. Infine, come non notare gli “statali dell’aperitivo”? Bersi qualcosa con gli amici diventa per loro come timbrare il cartellino. Non scelgono mai niente di nuovo, in qualsiasi posto o località si trovino, chiedono sempre lo stesso drink, in qualsiasi stagione e con qualsiasi clima.


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SAPORI

Insieme per gusto

IN VIAGGIO TOSCANO® ExtraVecchio

cocktail internazionali e sigari TOSCANO® ALEXANDER (after dinner)

Testo / Alberto Ivaldi La scelta del cocktail esprime il carattere del suo assaggiatore o lo stato d’animo di quel momento, per ottenere la massima eleganza nel gusto e nel tono è bene accompagnare ogni cocktail con l’adeguato sigaro TOSCANO®, un abbinamento che esalterà il piacere dell’uno con l’altro, come fossero gemelli omozigoti. Pertanto riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori suggerendo sei corretti abbinamenti tra cocktail e sigaro TOSCANO® con relative motivazioni.

1/3 Crema di latte (panna liquida) 1/3 Crema di cacao scura 1/3 Cognac noce moscata o cacao amaro in polvere

Agitare vigorosamente gli ingredienti nello shaker. Servire, filtrando, nella coppetta da doppio cocktail e spolverare in superficie con noce moscata o, alternativa sempre più frequente, con cacao amaro.

IL CLUB

Perfetto connubio per l’apertura della serata dove entrano in gioco la morbidezza del rum bianco addolcito e la freschezza del lime che accompagnano in un percorso di leggerezza le note secche e delicate del nostro TOSCANO® tutto Made in Italy. Un incontro di mondi dove l’essenza del tabacco Kentucky prodotto in toscana abbraccia le note suadenti di questo cocktail caraibico.

TOSCANO® SOLDATI

NEGRONI (pre dinner) 1/3 Gin 1/3 Vermouth rosso 1/3 Bitter Campari Arancia

Versare gli ingredienti nel bicchiere old fashioned colmo di ghiaccio e mescolare. Guarnire con mezza fetta di arancia.

TOSCANO® Antico

ANTICO DAIQUIRI Il drink si ottiene creando una “campana di affumicamento” attraverso l’utilizzo della parte in vetro dello shaker capovolta, al cui interno, durante la preparazione del drink brucia lentamente metà sigaro Toscano “Antico”. Il tutto viene shakerato assieme consentendo alle molecole del fumo di legarsi meravigliosamente con quelle dell’alcol. Grazie agli amici di Toscano® per l’opportunità. Massimo La Rocca Capo Barman Hotel St. George di Via Giulia a Roma

Ispirato dal connubio tra l’inconfondibile aroma del Toscano “Antico” ed uno tra i cocktails internazionali più famosi il “Daiquiri”, ho creato per gli amici di Sigaro Toscano l’”Antico Daiquiri” con un sapore fresco ed un retrogusto delicato di Toscano “Antico”

Mitico cocktail conosciuto in tutto il mondo, essenziale ed avvolgente, che ben si combina con un sigaro dalle note aromatiche e balsamiche. La parola d’ordine di questo incontro è: eleganza e colore. Siamo ancora nel campo della delicatezza e della piacevolezza del pre dinner, dove il secco del gin viene ammorbidito dal Vermouth e le note aromatiche sono perfettamente arricchite dagli elementi dolci di miele sprigionati dal sigaro TOSCANO® Soldati.

TOSCANO® Classico

CUBA LIBRE (popular) 1/3 Rum 2/3 Cola Scorza di limone

Preparare direttamente nel bicchiere old fashioned con ghiaccio e decorare con scorza di limone.

Semplicità e rusticità sono le parole d’ordine di questo mix dei due mondi dove il popular cocktail avvolge in modo immediato e diretto le note essenziali ed intense del TOSCANO®. Per chi è alla ricerca dell’essenza e del easy mix senza eccessive elaborazioni. La nota frizzante della cola compensano e arricchiscono quel pizzico di ruvidità tipica del TOSCANO® Classico.

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IN VIAGGIO

Venezia VERDE

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IL CLUB

UN TESORO TUTTO DA SCOPRIRE V

enezia è una città magica, ma per alcuni aspetti ancora poco nota. Spesso si svela in un gioco di specchi e riflessi d’acqua, di pietra e inaspettati incanti vegetali. Orti, giardini, ma anche veri e propri parchi compongono un articolato mosaico verde che interagisce con gli spazi urbani e rende ancora più preziose le antiche architetture. Sono più di 500 le zone verdi veneziane. Se oggi può disorientare pensare a una Venezia “verde”, un tempo non era così: fin dai primi insediamenti le congregazioni monastiche erano custodi di broli e orti coltivati per la 01

completa autosufficienza alimentare della comunità che si coniugavano a curati giardini, luogo di meditazione e preghiera oltre che di operosità. Isole come la Certosa, riservata a una funzione conventuale, erano strutturate in modo che la cella di ogni frate disponesse del proprio orticello. Alcuni tra i più suggestivi spazi verdi veneziani fanno tuttora parte di complessi conventuali, come gli orti del Convento del Redentore, celati dietro l’omonimo tempio votivo eretto dal Palladio sull’isola della Giudecca. Sono i soli ad aver conservato l’estensione originaria (circa un ettaro); i frati cappuccini vi coltivano ulivi e viti – da cui ricavano olio e vino – alberi da frutto, ortaggi e le erbe aromatiche un tempo impiegate nell’adiacente farmacia. L’accesso all’acqua, con la cavana (ricovero per le imbarcazioni) si trova sul lato sud, dove un giardino rigoglioso di boschetti regala un momento di riposo e una vista magnifica

01. Le curatissime aiuole fiorite e la

balaustra in pietra sul Canal Grande del giardino di Palazzo Cappello Malipiero Barnabò

dalla terrazza. Visibili già da Burano, gli scuri profili dei cipressi proteggono la pace di San Francesco del Deserto, immersa nel silenzio della laguna nord, e accompagnano il visitatore lungo il canale d’accesso alla parte dell’isola che custodisce il complesso visitabile, con la chiesa quattrocentesca e ciò che resta di quella eretta nel Duecento, la prima al mondo dedicata al Santo (secondo la leggenda sostò nell’isola “delle do vigne” nel 1220). Un albero di melograno dà il benvenuto a chi sbarca nell’isola di San Lazzaro degli Armeni, posta tra Venezia e il Lido. La pianta, rappresentazione della vita che si rinnova nella simbologia cristiana, è anche l’emblema del popolo armeno, rifugiatosi qui nel 1717, in fuga dai Turchi. Nel loro brolo (orto) i padri armeni coltivano ortaggi e piante da frutto; con i petali delle rose continuano a preparare una profumatissima marmellata secondo la ricetta tradizionale.

02. Il San Clemente Palace Hotel,

esclusivo relais con parco secolare che copre 2/3 dell’isoletta di San Clemente

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40 DORMIRE NEI

GIARDINI

dei nobili N

elle nobili dimore il giardino si configurava invece come un luogo di piaceri e delizie, colto e ricco di connotazioni gaudenti oltre che segno di prestigio. Solitamente protetto da alte mura, era teatro di feste grandiose, dotti conversari, giochi di società e, naturalmente, di otium. Passeggiare in un giardino era come sfogliare le pagine di un piccolo trattato di botanica, che sposava il diletto del collezionismo al gusto di stupire con le specie più rare ed esotiche. L’impianto classico del giardino di palazzo, con l’entrata o pòrtego, la corte lastricata e l’asse centrale che portava alla parte più privata e raccolta. Ne è raro esempio uno dei più suggestivi giardini di Venezia, nascosto dietro la facciata del Palazzo Rizzo Patarol, già sede dell’ambasciata di Francia e oggi prestigiosa cornice del soggiorno a cinque stelle offerto dal Boscolo Grand Hotel dei Dogi. Per accedervi, dalla fondamenta Madonna dell’Orto a Cannaregio, occorre varcare la soglia del palazzo: la luce catturata dagli enormi lampadari di Murano si declina nelle mille tonalità di verde di un incredibile parco romantico, sentieri e ponticelli seguono percorsi misteriosi tra colline e boschetti. Situata in posizione panoramica tra l’isola della Giudecca e il Lido, anche il relais esclusivo dell’Isola di San Clemente. Frequentata fin dall’anno Mille dai pellegrini in viaggio per la Terra Santa, sede monastica e dal 1654 abbazia camaldolese, rivede lo splendore solo da qualche anno, dopo aver seguito la sorte della maggior parte delle isole minori veneziane destinate, dopo la caduta della Repubblica, a scopi difensivi o sanitari. L’isola è dal 2003 proprietà del San Clemente Palace Hotel & Resort.

IN VIAGGIO

i GIARDINI

liberty

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IL CLUB

del lido

V

erdissima, anche l’isola del Lido che si allunga per 11 chilometri a chiudere la laguna veneziana, baluardo naturale verso il mare aperto. Pionieri amanti dei suoi desolati arenili disseminati di pini furono i poeti romantici dell’Ottocento; fu così che il litorale marino dell’isola si popolò in breve di stabilimenti, ville private e grandiosi alberghi belle époque. La sistemazione urbanistica di viali, ville e giardini avvenne secondo le linee dello stile liberty, con vetrate multicolori, maioliche preziose e cancellate floreali in ferro battuto. L’Hôtel des Bains, costruito nel ’900, dove Thomas Mann ambientò nel 1911 Morte a Venezia, ha un magnifico parco di pini e lecci, il più esteso e ricco dell’isola, progettato intorno al 1913 da Livio Tramontin. Nello storico hotel sul mare l’atmosfera fin de siècle è struggente e aleggia ancora negli interni fastosi, con stucchi, colonne e lampadari che caratterizzano l’elegantissima sala da pranzo. L’albergo offre anche tennis, spiaggia privata e piscina riscaldata. I lussureggianti giardini del Grand Hotel Excelsior (1908), quelli pensili sulla spiaggia e quelli estesissimi sul retro, non più esistenti, allietavano invece il relax di principi, magnati, artisti e celebrità. Ancora oggi la vocazione di questo palazzo merlato in stile moresco sono gli eventi mondani, spesso realizzati proprio nel bel giardino. Infine Villa Lisa, in via Negroponte, è tra quelle che maggiormente conservano le caratteristiche originarie del giardino; fu progettata nel 1912 da Giovanni Sardi ed è incorniciata da magnifiche magnolie e giganteschi glicini che si arrampicano sulla facciata.

01. Esterno dell’Hotel des Bains 01


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GLI

IN VIAGGIO

EVENTI E

ntrare in giardini inaccessibili e sorseggiare un prosecco ascoltando letture dannunziane, dedicarsi a laboratori didattici con i più piccoli immersi nei giardini odorosi di alcuni palazzi e – perché no – gustare qualche prelibatezza della cucina veneziana, mentre un esperto botanico illustra pregi e virtù di piante officinali. Un sogno realizzabile grazie all’associazione Wigwam Club Giardini Storici di Venezia – 1.000 soci nel mondo – che ha a cuore la valorizzazione del verde storico veneziano. Molte le iniziative proposte, come il Festival dei Giardini Veneziani che quest’anno si terrà a metà giugno (a partire dal 20 maggio il programma della manifestazione potrà essere scaricato da www.wigwam.it. Tutti gli incontri sono a numero chiuso su prenotazione. Sconti per soci Wigwam, Gav e studenti) e avrà come tema “Fra rose ed erbe odorose”. Schiuderà le porte di dimore privatissime e luoghi storici, come il Giardino di Palazzo Cappello, il Giardino di Palazzo Gradenigo (entrambi in Rio Marin nel sestiere di Santa Croce), il Giardino della manifattura Fortuny alla Giudecca e quello privato, ricchissimo di rose, della signora Ottilia, svizzera innamorata di Venezia. Ma Wigwam propone anche pubblicazioni, come la bella guida I giardini veneziani (Tamari Montagna 2004).

INFORMAZIONI UTILI

&INDIRIZZI

IL CLUB

COSA VEDERE Convento del Redentore Agli orti del complesso monastico sull’isola della Giudecca si accede con l’accompagnamento dei frati esclusivamente di sabato, telefonando con una settimana di anticipo al numero 041.52.24.348. San Francesco del Deserto Per raggiungere l’isola si parte da Burano con imbarcazioni di privati; la visita è accompagnata da un francescano. Orari: 9-11 e 15-17. Info: tel. 041.52.86.863, www.isola-sanfrancescodeldeserto.it San Lazzaro degli Armeni Collegamenti da San Zaccaria con la linea 20, ore 15.10. Visita guidata al monastero e a parte degli orti alle 15.30. Info: tel. 041.52.60.104.

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01. La corte di Palazzo Soranzo Cappello 02. Una suite del Boscolo Hotel Dei Dogi

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Isola di San Clemente Raggiungibile da S. Marco con la navetta del San Clemente Palace Hotel & Resort. Info: tel. 041.24.45.001, www.sanclemente.th.it Wigwam Club Giardini Storici di Venezia tel. 041.61.07.91, www.wigwam.it, www.giardini-venezia.it

DOVE DORMIRE Hôtel des Bains lungomare Marconi 17, Lido, tel. 041.52.65.921, www.sheraton.com/desbains. Prezzi: doppia b&b da 358 euro. C/credito: tutte. Grand Hotel Excelsior lungomare Marconi 41, Lido, tel. 041.52.60.201, www.starwoodhoteols.com. Prezzi: doppia b&b da 455 euro. C/credito: tutte. Boscolo Grand Hotel dei Dogi, Cannaregio Madonna dell’Orto. Centralino prenotazioni tel. 800.253.878, dal lun. al ven. 8-23, sab. 9-20. Prezzi: doppia b&b da 220 euro. San Clemente Palace Hotel & Resort Isola di San Clemente 1, tel. 041.24.45.001, www.sanclemente.thi.it. Prezzi: doppia da 400 euro. C/credito: tutte.

DOVE MANGIARE Ae do Spade Calle Do Spade 860, tel. 041.52.10.583. Chiusura lunedì. Prezzi 35 euro. C/credito: Mastercard, Visa. Vecio Fritolìn Calle della Regina 2262, tel. 041.5222881, www.veciofritolin.it. Prezzi: 35-45 euro. C/credito: Ae, Mastercard, Visa.

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MONDO TOSCANO IL CLUB

TOSCANELLO® Aroma Vaniglia

MOSCATO DI TRANI

UN DOLCE ARRIVO in famiglia in edizione limitata*

Assaggiamo il Toscanello Aroma Vaniglia con un Moscato di Trani, Villa Mottura. L’abbinamento valorizza molto il sigaro, perché da un lato addolcisce le note amarognole e dall’altro, l’effetto detergente degli acidi, prepara il nostro palato ad un’altra boccata. L’intensità e complessità ampia degli aromi, simmetricamente al nostro Toscano,

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SAPORI

IN VIAGGIO si sposano ed evidenziano sentori di Miele, di vaniglia, di candito di arancia, di ananas, di fiori secchi, di crema pasticciera, di uva passa. Il vino è fresco e abbastanza sapido, capace di equilibrare la pastosità del sigaro . Le sue morbidezze (dolce, IL CLUB caldo e morbido) rendono equilibrato questo vino che ben si armonizza con il nostro sigaro .

L

’estate del 2009 è, per la famiglia dei sigari TOSCANELLO® Aromatizzati, un momento particolare, sta arrivando nelle tabaccherie di tutta Italia il nuovo, dolcissimo e intrigante sigaro TOSCANELLO® all’Aroma di Vaniglia. Sarà disponibile sul mercato solamente per alcuni mesi, un piacere, quindi, ancor più unico ed esclusivo. Le sue note tenui e delicate, che esaltano alla perfezione la selezione dei migliori tabacchi che gli danno vita, attireranno su di sé le attenzioni dei fumatori più curiosi e buongustai e, perché no, anche del pubblico femminile, che da tempo ormai ha iniziato ad apprezzare i sigari Aromatizzati. La Vaniglia è una delle essenze più famose del mondo, la si ottiene da una pianta rampicante appartenente alla famiglia delle orchidee originaria del Messico. La sua vera particolarità sono i frutti, simili a lunghi baccelli verdi, che vengono raccolti e trattati a lungo, secondo operazioni complesse, prima di assumere l’odore e la forma che tutti noi siamo a abituati a riconoscere sulle nostre tavole: dei bastoncini colore bruno scuro, coperti di piccoli cristalli di vaniglia che emanano l’intenso e delizioso profumo. Pare che la vaniglia, universalmente apprezzata, abbia proprietà stimolanti, antisettiche e afrodisiache... Per tutti questi motivi, quella di fondere insieme tabacco Kentucky e Vaniglia sembra essere una scelta azzeccata che amplierà, in modo elegante e prezioso, lo spettro di sensazioni che i sigari TOSCANELLO® donano.

TOSCANELLO® Aroma Vaniglia

CIOCCOLATO Proseguendo il nostro percorso troviamo il cioccolato bianco: esso è persistente, cremoso, burroso. Questo abbinamento che potremmo chiamare di Eleganza, avvolge il nostro sigaro di cremosa setuosità. L’abbinamento con il cioccolato fondente, abbinamento Reale da intenditori,

un aroma tira l’altro

si sposa con i migliori aromi del nostro sigaro, ed emergono note più nascoste: di cuoio, di liquirizia, di caffè e un finale di Boisset (aroma di legno tostato). Perfetto equilibrio tra i nostri due contendenti.

Questi sigari, così diversi per caratteristiche, sono accomunati dall’alta qualità delle materie prime e dalle sensazioni particolari che trasmettono, grazie alla loro fumata elegante e profumata. Il segreto dell’intera linea ‘aromatizzata’ dei sigari TOSCANELLO® sta nelle sue cinque varianti di gusto, che li rendono un piacere multiforme.Dall’aroma rotondo del Caffè all’essenza fresca dell’Anice, dal sapore intenso della Grappa ai toni raffinati del Cioccolato fino all’odore delicato della Vaniglia, i sigari TOSCANELLO® Aromatizzati offrono una completa varietà di gusto.


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INDIRIZZI DEL

BUONVIVERE

Due nuove esclusive per i nostri socI Per scoprire tutte le nostre strutture selezionate potete visitare il sito www.amicidellatoscana.it, nella sezione Club, cliccando sul link Indirizzi del Buon Vivere. Le troverete divise in 4 tipologie: PER HOBBY, IN VIAGGIO, A TAVOLA e CON STILE.

MONDO TOSCANO IL CLUB

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SAPORI

Hotel Ristorante Zenzero

Relais L’Oliveta

L’Hotel Ristorante Zenzero, che si trova a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza). Si sviluppa su due piani: quello superiore adibito ad hotel e quello inferiore adibito a ristorante. Propone una cucina ricercata, con materie prime sempre fresche e ricette locali variamente reinterpretate. In estate, è possibile mangiare all’aperto, nell’accogliente ed elegante giardino. Una delle tre sale ristorante è riservata ai fumatori. Naturalmente, questa zona, che è omologata per 70 persone, risponde ai requisiti richiesti dalla legge, con impianto di aspirazione. I frequentatori di questa struttura noteranno anche un corner dedicato al nostro amato sigaro TOSCANO®, con vetrinetta, humidor, mannocchi di tabacco appesi alle pareti, foto d’epoca, etc... Fumando un sigaro italiano si potranno anche sfogliare i materiali del Club, come il magazine, i libri e le varie brochure. Il proprietario, Stefano Pillan, è molto attento alle esigenze dei nostri soci, tanto da offrire un menù ad-hoc per la degustazione del sigaro TOSCANO®’. Oltre a tutti questi servizi, l’Hotel Ristorante Zenzero riserva ai soci del Club ‘Amici del TOSCANO®’ uno sconto del 5%. Per informazioni: info@ristorantezenzero.com

Il Relais L’Oliveta è un antico monastero dei Monaci Olivetani di San Secondo dell’Isola Polvese, risalente al IN VIAGGIO 1487, che sorge tra l’Umbria e la Toscana tra pregiati vigneti e oliveti secolari. È stato restaurato recentemente con cura, senza alterarne le caratteristiche peculiari. Accoglie gli ospiti della struttura in un ambiente rilassante e rigenerante per il corpo e la mente. Tutti i soci del Club possono usufruire IL CLUB di uno sconto del 20% sulle camere in bassa e media stagione, secondo disponibilità. Il Ristorante Gastronomico La Fonte degli Olivetani propone una cucina che esalta il gusto del territorio. Ogni giorno, poi, il pane, la pasta, i dolci e tante altre squisitezze sono preparate in casa. Solo così si possono offrire quei piatti tipici ed unici del territorio umbro-toscano. Il Menù del ristorante La Fonte degli Olivetani costa € 40,00 a persona, durante tutto l’anno (apertivo offerto; vini esclusi). Da non perdere, la Spa, dotata di Bagno Turco, Sauna Finlandese, Solarium, vasca idromassaggio, quattro cabine per i massaggi e una zona relax. Per informazioni, www. wellcomresort.com e info@wellcomresort.com.


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Fermo

IMMAGINE

GLI AMICI DEL CLUB

Daniele Pison da Aymavilles (AO)

in compagnia dei suoi Amici del TOSCANO®, cosa c’è di meglio?

Simone Grassi

a Rio De Janeiro lo scorso novembre, con l’immancabile TOSCANELLO® Speciale.

Giacomo Todesco da Campolongo sul Brenta (VI) a - 13°C, si riscalda anche grazie al suo sigaro TOSCANO®

Vittorio Vandone da Confienza (PV)

in una rievocazione storica della battaglia di Novara del 23 marzo 1849 - Banditi con il sigaro Antico TOSCANO®

Corrado Salemi da Noto

Pietro Fiscaletti

trascorre la sua ‘fumosa’ estate insieme al sigaro TOSCANO®

sotto il vento di S.Benedetto del Tronto (AP) con il suo sigaro TOSCANELLO® Aroma Anice

Fiorenzo Ceriali da Valdobbiadene (TV)

a passeggio sull’altopiano di Asiago con il suo sigaro TOSCANO®

Dario Orzali

a Vada (LI) in meditazione con il suo sigaro TOSCANO®

Giuseppe Righini

al motoraduno Elefantentreffen insieme al fedele sigaro TOSCANELLO® Aroma Caffè


Da sin. Heinz Mack, La gioia di Calvino, 1963, Fondazione Solomon R. Guggenheim, Venezia Donazione, Heinz Mack. © Heinz Mack, by SIAE 2009, Riccardo De Marchi, Incompleto, 2008/2009. Collezione dell’artista.

COUPON DI ISCRIZIONE AL CLUB

Robert Rauschenberg, Mercury Zero Summer Glut, 1987, Private Collection. © Robert Rauschenberg by SIAE 2009 Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista, 1913, Collezione Gianni Mattioli. Deposito a lungo termine presso la Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Da inviare via fax allo 06 68401150

Maurice Prendergast, Ponte della Paglia, ca. 1898–99, Collezione Privata

AUTOCERTIFICAZIONE DELLA MAGGIORE ETÀ

18 FEBBRAIO - 31 DICEMBRE 2009 CAPOLAVORI FUTURISTI ALLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM

Dichiaro di avere più di 18 anni. Non comunicherò le mie password di ingresso a persone aventi meno di 18 anni. Sono consapevole che l’area Club è destinata a dare informazioni sul mondo del sigaro TOSCANO®.

21 MARZO – 17 MAGGIO 2009 TEMI & VARIAZIONI. DALLA GRAFIA ALL’AZZERAMENTO JASON MARTIN. VEGLIA

INSERISCA IL CODICE FISCALE (obbligatorio): FIRMA

DATA

30 MAGGIO – 20 SETTEMBRE 2009 ROBERT RAUSCHENBERG: GLUTS

INFORMATIVA ‘PRIVACY’ E CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI Manifatture Sigaro Toscano Spa La informa che i dati da Lei conferiti saranno utilizzati - tramite dipendenti della società, designati Responsabili ed Incaricati del trattamento - per consentirLe l’accesso ai servizi ed alle informazioni del Club Amici del TOSCANO® ed, in particolare: - per conoscere interessanti notizie ed iniziative riguardanti il mondo dei sigari, partecipare alle comunicazioni interattive del Club ed ai forum di discussione; - per permetterLe di effettuare aquisti online tramite l’area dedicata all’e-commerce; - per inviarLe informazioni commerciali relative a nuove iniziative prmosse da Manifatture Sigaro Toscano Spa e da società affiliate, partner, sponsor tramite il Club.

10 OTTOBRE 2009 – 3 GENNAIO 2010 PRENDERGAST IN ITALIA

Per il perseguimento delle finalità sopra descritte, nonchè per rispondere a specifici obblighi di legge, i Suoi dati potranno essere comunicati a società terze che prendono parte al nostro processo produttivo (i cui estremi sono disponibili presso la nostra sede); potranno essere trasmessi all’estero per motivi tecnici, ma non saranno diffusi. In ogni momento potrà rivolgersi a Manifatture Sigaro Toscano Spa, Titolare del Trattamento, con sede in Roma, in Largo Toniolo 6, anche inviando un messaggio di posta elettronica all’indirizzo infoclub@amicidellatoscana.it, per conoscere l’elenco dei Responsabili e per avere piena chiarezza sull’utilizzo dei Suoi dati, nonchè per chiederci modifiche, aggiornamenti o altri interventi sulle informazioni che gestiamo.

calendario 2009-2010

Con il sostegno di

Preso atto di quanto sopra indicato ACCONSENTO

NON ACCONSENTO

che i miei datisiano utilizzati per essere informato su nuove iniziativee sui servizi offerti dal Club, attraverso l’invio di comunicazioni via posta ed email.

ACCONSENTO

NON ACCONSENTO

che i miei dati siano trasferiti all’estero. In caso di mancato consenso al trasferimento dei dati all’estero, Manifatture Sigaro Toscano Spa non sarà in grado di farLa accedere al sito e dovrà cancellare i Suoi dati dal proprio archivio.

MAGAZINE CARTACEO DEL CLUB in particolare, sono interessato a ricevere questa rivista

SI

NO

NOME COGNOME INDIRIZZO CAP CITTÀ PROFESSIONE (Facoltativo) E-MAIL

PROV

Login e password per accedere al Club online verranno comunicati via email. Per entrare nel Club si colleghi a www.amicidellatoscana.it

TELEFONO DATA DI NASCITA (Obbligatorio) SESSO M F FUMATORE DI SIGARI? SI NO SE SI DI QUALI? ITALIANI EUROPEI CUBANI

TAGLIARE QUI

SCRIVERE IN STAMPATELLO E IN MODO CHIARO

Dorsoduro 701 I-30123 Venezia telefono 041 2405411 www.guggenheim-venice.it


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