FREQUENZE VISIVE PRESENTAZIONE / PRESENTATION
L’associazione culturale di Fotografia e Arti Multimediali Frequenze Visive, fondata nel 2004, si occupa della promozione e della diffusione della cultura fotografica e delle arti visive svolgendo numerose attività: organizzazione di corsi di fotografia base e avanzata, incontri con autori, rassegne di documentari, uscite fotografiche, organizzazione e realizzazione di manifestazioni ed eventi in sinergia con enti e realtà locali. The cultural association of photography and multimedial arts, Frequenze Visive, founded in 2004, is dedicated to promoting and spreading the culture of photography and visual arts through numerous activities: organizing basic and advanced courses in photography, encounters with authors, presentation of documentaries, photographic publications, organization and realization of manifestations and events in synergy with local groups and organizations.
Riflettendo sui cinque temi: Cura, Effimero, Incontro, Riconversione e Spazi eterotopi, ci siamo chiesti:”La fotografia è una necessità?” La nostra risposta è affermativa. Essa è uno strumento critico e progettuale che crea un altrove attraverso cui vedersi; è necessaria perché rappresenta la memoria storica della bellezza e dell’errore, un archivio inesauribile di ciò che è stato.
LA FOTOGRAFIA È UNA NECESSITÀ? INTRODUZIONE
Oggi più che mai siamo travolti dalle immagini: tornare all’essenziale, al minimalismo cromatico e di forme, alla purezza dell’immagine, ci sembra la via giusta per arrivare ad uno sguardo positivo e sentimentale sul grande soggetto del nostro lavoro, l’uomo con i suoi bisogni e le sue speranze. Uno sguardo interiore attraverso le nostre suggestioni per svelare la fragilità e i desideri, per guardare al futuro con innocente fiducia. L’uomo è il responsabile di ciò che lo circonda: può decidere di costruire, di distruggere, di cambiare e reinterpretare gli spazi e i luoghi agendo di riflesso sulla qualità della sua vita. Il suo corpo è l’unico spazio da cui egli non si può allontanare; irrimediabilmente sempre qui è il luogo reale assoluto. La fotografia crea un altrove attraverso cui egli può vedere se stesso; è necessaria perché rappresenta la memoria storica della bellezza e dell’errore, un archivio inesauribile di ciò che è stato. CURA > “Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.” (Richard Avedon) Guardarsi e mostrarsi in una fotografia diventa una tappa essenziale lungo il percorso che conduce alla scoperta e alla costruzione identitaria. Fotografia come conoscenza di sé e dei propri bisogni. In risposta alle necessità dell’uomo è fondamentale assumersi la responsabilità di migliorare il mondo fisico da consegnare alle generazioni future. TRANSITORIETÀ > “È strano come l’eternità si lasci captare piuttosto in un segmento effimero che in una continuità estesa.” (Elsa Morante) La fotografia consente di fermare il tempo e in questo senso si contrappone all’effimero: ciò che è precario viene fissato dando la possibilità di soffermarsi su situazioni e momenti, visioni altrimenti fuggevoli. Essa è forma espressiva e in quanto tale va interpretata: “dietro l’obiettivo lo sguardo si fa proiezione del pensiero e il sentimento si combina alla realtà tanto da rendere qualsiasi immagine un fatto da interpretare, un frammento di un reportage della mente.”
INCONTRO > “Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore.” (Henri Cartier Bresson) Uno scatto è già di per sé un incontro tra un soggetto e un autore. I ritmi febbrili della vita di oggi, la pluralità di centri di interesse e le sempre più diffuse forme di contatti virtuali, hanno modificato sensibilmente le relazioni umane e creato nuovi luoghi d’incontro. Soggetti che non si conoscono, compongono relazioni irreali attraverso superfici riflettenti, restando imprigionati in una stessa inquadratura. RICONVERSIONE > “Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente.” (Roland Barthes) Qual’è il rapporto tra architettura e felicità? Dare nuova vita a spazi inutilizzati e abbandonati è una scelta praticata in molte città come possibile alternativa al consumo del territorio. Lo scopo di queste riconversioni è spesso quello di creare spazi dedicati alla cultura, al pensiero e all’incontro. Imparando a ritrovare in edifici e oggetti doti e qualità presenti anche nell’uomo, avremo l’occasione di conoscere meglio noi stessi. ETEROTOPIA > “Quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano.” (Michel Foucault) Sono proprio questi i luoghi che ci hanno affascinato, poiché in essi abbiamo trovato situazioni emblematiche di come si svolge l’incontro oggi. I nostri tempi si caratterizzano per le aumentate opportunità d’incontro ma anche per una diffusa superficialità nelle relazioni umane: ciò è dovuto alle moderne forme di comunicazione, alla relativa scarsità di tempo libero e all’individualismo. Fotografie di: antonio fenio, Cinzia Clemente, Davide Truffo, Filippo De Liberali, Michele Salmaso, Michele Vanuzzo, Rita Rossi.
Is photography a need? INTRODUCTION
Today more than ever before, we are overwhelmed by images. A return to the essentials, to chromatic and formal minimalism, to the purity of image, seems to us the right way to acquire a positive, sensitive view of the great subject of our endeavour: man, with his needs and his hopes. An intimate view by way of allusion, in order to unveil fragility and desire, and look to the future with innocent trust. Man is the one responsible for what surrounds him. He may decide to build or destroy, to change and reinterpret space and place, and in so doing, affect the quality of his life. His body is the only space from which he cannot depart; irremediably, it always remains the absolute, real place. Photography creates a different place by which he can view himself. It is necessary, since it represents the historic memory of beauty and error. It is an inexhaustible archive of what has been. CARE > “If a day goes by in which I have not done something linked to photography, it’s as if I’d neglected something essential. It’s as if I’d forgotten to wake up” (Richard Avedon) To look at oneself and show oneself in photographs becomes an essential stage in the journey leading to self-discovery. Photography as knowledge of oneself and one’s needs. In response to man’s needs it is essential to accept responsibility for improving the physical world to be handed down to future generations. EPHEMERAL > “It’s strange the way eternity lets itself be captured in an ephemeral fragment rather than a vast continuity” (Elsa Morante) Photography allows us to arrest time, and in this sense it opposes the ephemeral. What is precarious becomes fixed, giving us a chance to stop and examine situations and moments in visions which are otherwise fleeting. Photography is a form of expression, and as such should be interpreted: “behind the lens the gaze becomes a projection of thought, and feeling merges with reality to such a point that it turns any image into a fact to be interpreted, a fragment of mental reporting”.
ENCOUNTER > “To photograph is to put on the same aiming level, the mind, the eyes and the heart” (Henri Cartier Bresson) The click of a camera is in itself an encounter between subject and author. The feverish pace of life today, the plethora of centres of interest and the increasingly widespread forms of virtual contact, have tangibly modified human relations and created new meeting places. Persons who never meet physically create unreal relationships by way of mirrors, remaining imprisoned in the same framework. CONVERSION > “What photography reproduces ad infinitum has taken place only once: photography mechanically repeats what can never be repeated existentially” (Roland Barthes) What is the relationship between architecture and joy? To give new life to unused, abandoned spaces is the choice made in many cities as a possible alternative to consumption of the territory. The purpose of such reconversion is often to create space dedicated to culture, thought and social encounters. By learning to rediscover in buildings and objects, gifts and qualities present in man as well, we have a chance to know ourselves better. HETEROTOPE SPACES > “Those spaces which have the particular quality of being connected to all other spaces in such a way as to suspend, neutralise or invert the set of relations which they themselves designate, reflect or mirror” (Michel Foucault) It is such places that have fascinated us, for in them we have found emblematic instances of the way in which encounters proceed today. Our times are marked by a rise in opportunities for meeting, but also by a widespread superficiality in human relations, due to modern forms of communication, a relative scarcity of free time, and individualism.
Photographs by: antonio fenio, Cinzia Clemente, Davide Truffo, Filippo De Liberali, Michele Salmaso, Michele Vanuzzo, Rita Rossi.
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SI PUÒ MENTIRE CON LE FOTOGRAFIE, SI PUÒ PERFINO DIRE LA VERITÀ, PER QUANTO CIÒ SIA ESTREMAMENTE DIFFICILE. IL LUOGO COMUNE VUOLE CHE LA FOTOGRAFIA SIA SPECCHIO DEL MONDO ED IO CREDO OCCORRA ROVESCIARLO: IL MONDO È LO SPECCHIO DEL FOTOGRAFO.
ONE CAN TELL LIES USING PHOTOGRAPHY OR ONE CAN EVEN TELL THE TRUTH, HARD AS IT IS. COMMON WISDOM HOLDS THAT PHOTOGRAPHY IS THE WORLD’S MIRROR. I BELIEVE THE REVERSE: THE WORLD IS THE PHOTOGRAPHER’S MIRROR.
FERDINANDO SCIANNA
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SCATTO DI NECESSITA’ progetto / project Associazione Frequenze Visive 32
grafica e impaginazione / graphic Michele Salmaso fotografie / photos © Associazione Frequenze Visive selezione foto / photo selection Associazione Frequenze Visive testi / texts © Associazione Frequenze Visive traduzioni inglese / english Janet Sethre edizione /edition aprile 2012
www.frequenze-visive.it info@frequenze-visive.it Ringraziamenti Silvia Barzon, Simona Malerba, elena cioli , Roberto mazzetto.