Fuori Binario n°153 Dicembre

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GIORNALE

DI

STRADA

Stralcio dalla testimonianza di Adriana, ragazza italiana presente a Gaza nei giorni dei bombardamenti con altri cooperanti italiani e internazionali

DEI

SENZA

DIMORA

un’operazione che sta terrorizzando l’intera popolazione di Gaza sotto assedio. I bombardamenti avvengono in prossimità e dentro aree densamente popolate mettendo a rischio la Ciao a tutti, vita dei civili. stanno continuando a colpire su Finora 28 persone sono state uccitutta la striscia e finora hanno com- se, più di 250 quelle ferite di cui piuto più di 600 bombardamenti, 100 bambini e 30 casi in condizioni

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AUTOGESTITO

gravi. La maggior parte della gente per 810 ore al giorno non ha elettricità nelle case (come da tre anni a questa parte) e molti la sera sentono gli aerei e gli attacchi stando nel buio delle loro case, penso alla paura dei bambini (a Gaza il 50% della popolazione ha meno di 14 anni). Munir un amico mi ha raccontato

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153 dicembre 2012

che suo figlio di 3 anni grida spaventato per i botti e la bimba di 8 anni non vuole mangiare né bere niente. Un abbraccio Adriana

ndr: All’inizio della tregua i morti erano già 150, 38 i bambini, più migliaia di feriti.

Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.


Per non perdersi CENTRI ASCoLTo INFoRmAZIoNI A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani, 443 Tel. 453580 C.I.A.o. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39 orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 4630876, associazioneciao@gmail.com. CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 46389273 lu. ore 14-17, mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar. e gio. ore 9-12 per gli italiani. CENTRo ASCoLTo CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore 16-19; ven: ore 9-11. CENTRo ASCoLTo CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole Tel. 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17. CASA DIRITTI SoCIALI: Via de' Conciatori, 4/R - Tel. 2341020. PRoGETTo ARCoBALENo: V. del Leone, 9 - Tel. 288150. SPoRTELLo INFoRmATIVo PER ImmIGRATI: c/o Circolo arci “il Progresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30. CENTRo AIUTo: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S. Lorenzo - Tel. 291516. CENTRo ASCoLTo Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel. 677154 - Lun-sab ore 9-12. ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 294635 - ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30. CENTRo ASCoLTo: Via Centostelle, 9 - Tel. 603340 - Mar. ore 10 -12. TELEFoNo moNDo: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 1518 allo 055-2344766. GRUPPI VoLoNTARIATo VINCENZIANo: Ascolto: Lun. Mer. Ven. ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterina d’Alessandria, 15a - Tel. 480491. L.I.L.A. Toscana o.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze. Tel./fax 2479013. PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3. C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’Altro Diritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’ Greci, 3 Firenze. E-mail adir@tsd.unifi.it moVImENTo DI LoTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11r Tel./fax 2466833. SPAZIo INTERmEDIo: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823. Collegamento interventi prostituzione. CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r Tel.fax 055/667604. CENTRo SoCIALE CoNSULToRIo FAmILIARE: Via Villani 21a Tel. 055/2298922. ASS. NoSoTRAS: centro ascolto e informazione per donne straniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326 PoRTE APERTE “ALDo TANAS”: Centro di accoglienza a bassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 055 6582000 - email: aperte@tin.it CENTRo AIUTo FRATERNo: centro d'ascolto, distribuzione di vestiario e generi alimentari a lunga conservazione4, Piazza Santi Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto, max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCoGLIENZA mASCHILI SAN PAoLINo: Via delle Porcellane, 28 - Tel. 055 294707 (informazioni: CARITAS Tel. 4630465). ALBERGo PoPoLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 - orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta accoglienza. SUoRE "mADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle Mosse, 29 - Tel. 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCoGLIENZA "IL SAmARITANo": Per ex detenuti - Via Baracca 150E - Tel. 30609270 - fax 30609251 (riferimento: Suor Cristina, Suor Elisabetta). oASI: V. Accursio, 19 - Tel. 2320441 PRoGETTo ARCoBALENo: Via del Leone, 9 - Tel. 280052. ComUNITÁ EmmAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718. C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Accoglienza Tossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCoGLIENZA FEmmINILI SUoRE "mADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri Via A. Corelli 91- Tel. 4223727. CASA ACCoGLIENZA: SAN DoNNINo (Caritas) - Via Trento, 187 - Tel. 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) - colazione + spuntino serale. PRoGETTo S. AGoSTINo: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel. 294093 - donne extracomunitarie. S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 222455 - donne extracomunitarie con bambini. PRoGETTo ARCoBALENo: Via del Leone, 9 - Tel. 280052. CENTRo AIUTo VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S. Lorenzo - Tel. 291516.

BAGNI E DoCCE BAGNI ComUNALI: V. S. Agostino - Tel. 284482. PA R Ro C C H I A SANTA mARIA AL PIGNoNE: P.zza S. M. al Pignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 225643. AURoRA oNLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 2347593 Da mart. a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono. CENTRo DIURNo FIoRETTA mAZZEI: Via del Leone, 35. Dal lun. al ven. ore 15-18,30.

CoRSo DI ALFABETIZZAZIoNE CENTRo SoCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 2480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici). CENTRo LA PIRA: Tel. 219749 (corsi di lingua italiana). PRoGETTo ARCoBALENo: V. del Leone, 9 Tel. 288150. GLI ANELLI mANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 2399533. Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPoSITo BAGAGLI

mENSE - VITTo

ASSoCIAZIoNE VoLoNTARIATo mENSA CARITAS: CARITAS-oNLUS Via Santa Caterina via G. Pietri n.1 ang. via d'Alessandria,11. Baracca 150/E, Tel. 055 mENSA S. FRANCE- 301052 - deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario conseSCo: (pranzo, più gna - ritiro 10 - 14.30. possibilità doccia) P.zza SS. Annunziata - Tel. 282263. ARCA DI SAN ZANoBI: (locali suore Carmelitane parrocchia Santa Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 741383 - ore 18-20. Abbonamento annuale Euro 30; socio sostenitore Euro 50. Effettua mENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoni il versamento a Banco Desio e della Brianza - Viale Mazzini 1 - IBAN in Via dei Pucci, 2) - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. mENSA RoVEZZANo: Via Aretina, 463. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro - Via del Leone 76, - causale “ adesione all’ Associazione”

“ ABBONAMENTI”

ASSISTENZA mEDICA CENTRo STENoNE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.ven. ore 15-193. AmBULAToRIo: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 Ven. 8 - 10. PRoNTo SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogate dalle UU.SS.LL. fiorentine tel. 287272 o al 167- 864112, dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.

VESTIARIo CENTRo AIUTo FRATERNo: Vestiario adulti, Chiesa di San Gervasio. PARRoCCHIA DI S.m. AL PIGNoNE: Via della Fonderia 81 - Tel 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì mattina; vestiario e docce mercoledì mattina.

“ Periferie al Centro onlus” Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 Lunedì , mercoledì , venerdì 15 - 19. redazione@fuoribinario.org email: www.fuoribinario.org sito: redazione.fuoribinario skype:

binario

153

giornale di strada dei senza dimora autogestito e autofinanziato

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico Guarino CAPo REDATToRE: Roberto Pelozzi CooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia Passigli GRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone, Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, Dimitri Di Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich, Stefano Galdiero. CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta Di Pietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor. STAmPA: Nuova Cesat - Firenze


Redazione aperta

153 - dicembre 2012 pagina 3

Lettera aperta ai nostri lettori

ma originali, articoli di cartoleria, stampe, quaderni, disegni per autofinanziamento. La parola d’ordine di Rossella è: “non compriamo niente, ma ricicliamo il materiale che abbiamo e che ci portano”. stanze nelle quali Spesso avete letto delle farete sul nostro giornafermate per le l’appello per troLa bacheca godere mostre vare nuovi volontafotografiche, di ri per realizzare mercatino di Fuori Binario nuovi progetti, quearticoli vari di sta volta vi diamo riciclo, inforuna bella notizia!! mazioni su Abbiamo Donella, 15 DICEMBRE 2012 - DALLE 10 ALLE 18 come e con chi si Rossella e Marco i realizza il giornale, musica, proiezioni di picquali in pochi mesi coli documentari, buffè autoprodotto e tante Proiezioni, mostre, microfono aperto, hanno arricchito altre idee che ci porterete voi con i quali voralla grande la mercatino di autoproduzione, banchino informaremmo costruire una collaborazione più attiva. nostra redazione. tivo, buffet ad offerta libera - the e biscotti Abbiamo aggiorPer informazioni e contatti: nato il sito interRossella 3334565423 net, tante persone Mariapia 3391883289 che visitano il Roberto lun, merc, ven, dalle ore 15 alle 18,30 nostro blog e in redazione 0552286348 allargano i nostri Mail redazione@fuoribinario.org Un nuovo servizio di contatti. Montagne di riviste sociali e libri che hanno “Orientamento al lavoro” che seguirà Marco e spieghiamo meglio nello specchietto sotto. abbandonato sedie e Corso di italiano per stranieri gratuito scatole per alloggiare in un archivio perfetta- Per mostrarvi tutto questo e altro ci vediamo presso il CPA FI Sud alla prima giornata di REDAZIONE APERTA che mente in ordine e consultabile. Via Villamagna 27/a – Firenze Laboratorio di bricolage che realizza semplici, intendiamo come un TOUR attraverso le nostre

FuoRi BinaRio REDAZIONE APERTA

venite a trovarci!

ORIENTAMENTO AL LAVORO

Onlus L’ Aurora

Fuori Binario ha iniziato un nuovo servizio curato da Marco Aglietti, volontario in redazione. Il servizio è rivolto a tutte le persone che sono in cerca di occupazione e che non sono pratiche all’utilizzo del computer. Si basa su vari punti:

Via dè Macci 11 - Firenze Associazione per la solidarietà sociale

• come riempire il curriculum vitae in tutte le sue caratteristiche anche negli aggiornamenti; • informazioni sulle offerte di lavoro presenti sui vari siti internet e nelle agenzie interinali; • indirizzare la persona all’offerta lavorativa che più si avvicina alle proprie caratteristiche e in base all’esperienza. È attivo in redazione ogni venerdì dalle 15.30 alle 17.30 - info: lun. mer. ven. 055 2286348 pomeriggio

Tutti i giovedì dalle 18 alle 20

“ Gli ultimi mangeranno i primi” … . … .. un primo piatto per chi ha fame e per chi vuole insieme dividere e condividere

Orario di Apertura Cena: Mercoledì e Domenica ore 19.00 euro 1,00 ——————————————— Pranzo: Giovedì e Sabato ore 13.00 euro 1,00 ——————————————— Centro ascolto - Distribuzione viveri - Ritiro posta Mercoledì – Domenica ore 17.00 – 19.00

A chi ancora non è venuto a conoscere la nostra bottega in via Gioberti 5r consigliamo una visita al nostro meraviglioso mondo di ARTE DEL RICICLO per scoprire la creatività , le idee e la magia dei nostri artisti-artigiani. Vi aspettiamo con tanti articoli nuovi.


153 - dicembre 2012 pagina 4

Eccomi di nuovo a Sollicciano, ormai ho deciso di affrontare questo destino che mi perseguita in ogni momento della giornata sfondando ogni tipo di mia intimità, mentre faccio l’amore con mio marito, mentre scambio coccole con i miei figli, mentre faccio i miei bisogni nel bagno, addirittura mentre dormivo sognavo di tornare a Sollicciano. La mia prima carcerazione è stata il 2-5-2011, che incubo, non ero sola, c’era anche lui, il mio bambino ricciolino, la mia principessa bambina lasciata a casa con mia sorella e mia cognata, tre cuori hanno subito il malessere della separazione. Ci hanno portato al Nido di Sollicciano, ero un corpo che camminava senza passi perché i piedi non mi reggevano, mi svegliavo a sentivo l’odore del mio bambino che tenevo

Eccomi di nuovo a Sollicciano mandarino”, niente, avevo voglia solamente di piangere. Pensavo ai miei figli, tornavano dalla scuola e non mi trovavano, mi sentivo il cuore strappato, sanguinava, gli occhi li sentivo pesanti, chiusi dalle lacrime, aspettavo solo il colloquio perché mia sorella avrebbe portato i miei figli. Prima di lei arrivò lo psicologo, gli chiesi di chiamare casa mia per sentire come stavano, rispose mio fratello, non parla bene l’italiano ma capì cosa gli chiese lo psicologo. Io gli chiesi di farsi passare la bambina, parla benissimo l’italiano perché va alla prima elementare, io ero attenta a ogni parola, a ogni gesto, reazione dello psicologo, che ripeté la domanda a mio fratello “Dove sono i bambini?” Saltavo sulla sedia, il cuore mi batteva a mille, mi si era seccata la bocca, sentii sezione giudiziaria, vieni chiusa un minimo di tre mio fratello “...sociale”. “Oh mamma mia, perché? giorni finché arriva lo psicologo, per tre giorni non ho Dove sono i miei figli, con chi?” Li immaginai tra mangiato, c’era con me una donna non più giovane, estranei, che piangevano, me li avevano strappati, con i capelli rossi, era talmente tranquilla, mi conso- anzi, rapiti, ma per quale motivo una cosa del genelava quando mi vedeva piangere, insisteva che man- re, dov’è l’interesse del minore? Dove era il servizio giassi qualcosa, mi diceva “almeno un frutto, un sociale dal 2008 che ero agli arresti domiciliari? Ero incinta del bambino e la bambina aveva meno di tre anni, perché una legge dà la possibilità di stare con i figli e un’altra te li strappa senza il diritto che i figli stiano con i familiari invece che affidarli a degli sconosciuti? E poi il bello è che fanno passare un Sono nel paese delle meraviglie, dove tutto è blu l’ho vista parecchie volte, offre tanto affetto alla inferno ai bambini dopo averli traumatizzati, fissano però con la magia diventa splendido, basta una sua mamma... Il cuore immenso dell’Africa è anco- una udienza per cercare i legami più significativi dei carezza, una cioccolata, magari una legge nel ra qui, io sono uscita con il mio fanciullo, e sono di familiari di quarto grado, cercano l’affettività. Perché regno delle fate che magicamente fa volare anche nuovo tornata dentro senza il mio fanciullo, ma lui non ci pensano prima a questa cosa così fondameni fanciulli verso il loro nido caldo, così passa la è sempre qui, con la sua mamma, loro due un tale. rabbia e regna il nostro silenzio dolce amaro, sì, altro mondo, il nido per loro è la giungla, tutti gli Sono passati due mesi senza vedere i miei figli, senza amaro! Noi mamme così capiamo che non vale la anni il fanciullo fa il compleanno qui, che sfiga, sentirli, ogni volta che mi dicevano di prepararmi per pena far passare i nostri fanciulli da questo giro però che legge, qui il sangue bolle e scattano i liti- il colloquio speravo di trovare i miei bambini con mia tondo chiuso. E aumentano i loro sussurri, il mio gi, però tutto passa quando passa la fata con le ali sorella, invece niente, tornavo triste e la ferita guarirà solo quando potrò abbracciarli. mi dice con una vocina tenera attenta “mamma ti volando lanciando magia. piace qui?” L’altro biondino d’etnia rom, sempre Una volta questo gruppetto di fanciulli ha deciso di Mi consolavo dicendo che Dio me li aveva dati e me li legato al passeggino dalla sua mamma, perché è parlare con la fata, hanno chiesto a lei “perché avrebbe restituiti, cercavo il lato positivo, ma francapiccolo e lei ha paura che si faccia male, ma ogni non ti fermi a dormire nel nostro lettino?”. Lei ha mente da dietro queste sbarre di positivo non c’è volta che passa vicino a lui un fanciullo, lo tira, risposto di “sì, però siccome siete tanti, facciamo niente. C’è un lungo corridoio con tante finestre, un quanti graffi ha preso il mio da lui, e se viene libe- un patto, dormo dieci minuti con ciascuno di voi bunker in cui nemmeno una zanzara ce la fa a entrarato supera la Formula Uno gattonando, e ci fanciulli”, va bene però dopo ci fai volare da qui? re, se ci riesce sarà difficile che ce la faccia a uscire, credo diventare liberi è la cosa più bella è più La fata ha abbassato le ali e non ha detto nulla, come noi. desiderata anche dai nostri fanciulli. noi mamme abbiamo partecipato con la fata canNezha Vito, il mio cioccolatino fondente dolce, non tando la ninna nanna. dimentico mai i suoi abbracci calorosi sempre La mattina ogni fanciullo ha trovato un cioccolatiall’improvviso e al momento giusto quando senti- no nel suo lettino, mentre eravamo noi mamme in vo proprio il bisogno di affetto. Lui ha fatto l’inter- cucina a preparare la colazione, tutti i fanciulli “ Il grado di civiltà vento chirurgico della circoncisione, l’hanno por- sporcati dl cioccolato a dire in un colpo solo, tutti di una Nazione si misura tato le fate con le ali vere all’ospedale, “il Mayer”, insieme “chi ha dormito nel mio lettino?” Noi ci sullo stato delle sue prigioni” è stato bravo, ha superato anche questo dolore, guardiamo l’un l’altra, “la fata”, loro “e perché delle volte la sua mamma lo lascia senza mutandi- non ci ha portato via da qui, lei ha le ali non la diceva Voltaire. ne perché è molto fiera del suo fanciullo perché vede nessuno”. Il carcere in Italia è contraddizione, ha il pisellino enorme. La femmina della situazione Noi mamme zitte, zitte perché sappiamo che la drammatici esempi di sovraffollamenè amica della fata perché ha una statura molto fata non va mai via da qui, perché ogni volta arripiccolina in tutto, carina nei suoi passi diritti, fur- va un bambino e se non bastano i letti ne portato e esempi di detenzione produttiva, betta coi suoi occhi, sculetta qua e là, molto famo- no altri. E a chi non ha dormito in quei lettini non strutture fatiscenti e edifici modelsa quanto la sua mamma, casinista, sta volentieri capirà mai la storia della fata con le ali e i fanciullo. Ma in carcere nonostante li, è il simbolo della libertà scagionata e desideracon tutti. È stata trasferita con la sua mamma a Napoli ma ta anche dai fanciulli del nido blu. tutto si continua a moriè tornata, è rimasta uguale, sempre più piccola, re. più furbetta ma cresciuta tanto sentimentalmente, Nezha

in braccio e mi giravo verso di lui “Amore, vuoi il ciuccio?”, non parla, mi fa segno di sì con la testa. Meno male che ci siamo stati solo due mesi, poi ho avuto di nuovo gli arresti domiciliari. Dopo cinque mesi il mio incubo si è avverato, diverse volte quando ero al Nido sognavo di uscire ma mi toccava sempre tornare a Sollicciano, però questa volta lo sapevo, da quando ero diventata definitiva il 28-10-2011 aspettavo da un momento all’altro il bussare della polizia. Solo per una settimana sono stata al sicuro, all’ospedale a causa di un aborto spontaneo, lì non mi batteva il cuore come quando sentivo suonare il campanello di casa mia, però il mio cuore era morto perché una parte di me non c’era più. Dovevo scontare tutta la pena dal 173-2008, non hanno considerato quello che avevo già scontato, pagato, lo chiamano “il presofferto”. Il 15-11-2011 ho chiamato l’avvocato per sapere se avevano corretto lo sbaglio, se avevo già scontato metà pena potevo rimanere a trascorrere l’altra agli arresti domiciliari. “Ancora niente”, mi disse. “Ormai ho la valigia pronta”, gli risposi. Era solamente que-

stione di tempo, la mia vita non aveva più senso, non più fiori, pioggia, solo spine a forma di processi, camere di consiglio, istanze, avvocati, giudici, tribunali, niente fiabe, poesie, e tutto questo finisce dietro le sbarre. Il 17-11 ci sono finita anch’io, ormai sapevo come funziona, sapevo dove andare, alla sezione penale perché sono definitiva, invece mi hanno sbattuta alla

Chi è stato nel mio nido? Una voce piccola, carina, che parla e straparla anche da sola, piccola, una manina fragile che tra la rete cerca una carezza da te, da lei, da ogni detenuta, anche una caramella, uno sguardo innocente di due gocce bianche grandi con una macchia nera dentro, le pupille, nel cuore nuotano senza acqua ma trasmettono tanto. Un gruppetto di fanciulli da neonati fin a tre anni tutti insieme dentro il giro tondo, fiori, fioriranno? senza acqua senza aria pulita? Pure il bagnetto lo fanno senza acqua, anzi lo fanno con il latte materno. La fata del nido ogni volta fa la sua passeggiata, vola in alto ma non ce la fa a bucare le mura, i fanciulli la seguono con lo sguardo magico, con il sorriso spento profondo, ma non parlano con lei nonostante che, tutte le volte che passa, butta dei cioccolatini di diversi colori. Butta anche i giochi ma non scende a giocare con loro, io li seguo con gli occhi per cercare di capire di che si tratta, è una magia o una guardia giurata o una spia? Ma i fanciulli non le danno conto solamente perché lei ha le ali e loro no, loro continuano a stare dentro il giro tondo giocando il loro gioco preferito, l’unico gioco che sanno fare “la caccia a guardie e ladri”, dicono sempre “lei ha le ali ma noi no”. Noi non vogliamo volare perché non si può, siamo chiusi inutile volare”. Delle volte costruiscono una bolla di sapone e ci si incastrano dentro e non trovano una via di uscita però basta un soffio di aria pulita e “voilà” sono fuori, e non ci fanno caso perché vicino a loro c’è un altro giardino delle ciliege pieno di farfalle bianche ma sempre lì una dietro l’altra impazzite di volare invano, ma c’è il calore di ogni mamma che li protegge da ogni tipo di tristezza e angoscia.


Carcere e meditazione:

sono compatibili?

Si può avere libertà interiore quando non si ha libertà fisica? Risponde un maestro zen di Roma che sta realizzando un progetto molto interessante a Rebibbia.

to i detenuti partecipanti al corso hanno mostrato curiosità e interesse, dando vita a vivaci domande e riflessioni, non soltanto sulle tecniche in sé, ma anche sul Buddhismo e la psicologia.

Si chiama Dario Doshin Girolami (foto) è un monaco buddhista e dirige il Centro Zen l’Arco di Roma. La formazione di Doshin (in giapponese “Cuore della Via”) è molto particolare perché pur essendo un monaco zen ha ricevuto insegnamenti e iniziazioni anche da grandi maestri di varie tradizioni: da Corrado Pensa a Thich Nhat Hanh al Dalai Lama. Yoga Journal lo ha intervistato per chiedergli come questo eclettico percorso lo abbia portato a un’esperienza di grandissimo interesse: la gestione di corsi di meditazione – sia per i detenuti sia per le guardie – nel carcere di Rebibbia a Roma.

4) Come si svolgono questi corsi di meditazione e qual è il loro scopo precisamente? Sebbene le pratiche meditative proposte provengano dalla millenaria tradizione Buddhista, tuttavia il corso è stato strutturato in maniera non denominale. In altre parole sono state semplicemente presentate le tecniche di consapevolezza, senza far riferimento alla tradizione che le ha generate, nel pieno rispetto delle idee dei partecipanti. Fondamentalmente si tratta di tecniche di presenza mentale, o Mindfulness, atte a riportare la mente al “qui e ora”. Ci sono periodi di meditazione seduta associati a periodi di meditazione camminata, dove l’attenzione al corpo e al respiro viene praticata in maniera dinamica associando la consapevolezza al movimento. In tal modo ogni camminata, anche il percorso effettuato per andare dalla cella alle docce, può essere trasformato in un occasione di pratica, in un’occasione di pace interiore. Entrambe le pratiche consentono di sviluppare uno spazio interiore di libertà paragonabile all’occhio del ciclone: un centro interiore che rimane tranquillo anche nel mezzo del caos, un luogo di chiarezza nel mezzo della confusione. Si tratta di uno spazio interiore che, una volta addestrati, può essere contattato a piacimento. Tale pratica consente di fare pace con il momento presente, qualunque esso sia, e di fare pace con se stessi; consente di non “scappare fuori” con la mente ma di rimanere sereni esattamente dove si è, e di trasformare il “disagio” in “agio”. Con l’approfondirsi della pratica diviene possibile liberarsi dai sensi di

1) Da dove nasce l’idea di insegnare la meditazione in un carcere? Dalla mia esperienza americana. Il San Francisco Zen Center, monastero dove sono stato ordinato monaco Zen e dove continuo a insegnare e praticare periodicamente, da anni promuove un corso di meditazione per i detenuti del carcere di San Quintino. Del resto, negli Stati Uniti sono più di quarant’anni che si tengono corsi di meditazione nelle prigioni, con grandi risultati. Perciò ho partecipato al programma per riproporre lo stesso tipo di corsi anche in Italia. Ora sono già due anni che un crescente numero di detenuti del carcere di Rebibbia di Roma segue assiduamente il corso di meditazione di consapevolezza che conduco settimanalmente tra le mura dell’istituto penitenziario. 2) Che cosa insegna l’esperienza americana? Quali risultati ha dato fra la popolazione carceraria? I risultati sono straordinari: sensibile diminuzione dello stress, della rabbia e, addirittura, calo del numero dei suicidi. Inoltre è stato registrato un calo del 20% delle recidive criminali negli ex detenuti che hanno frequentato tali corsi. La pratica meditativa si è rivelata estremamente efficace anche nei bracci della morte, dove condannati alla pena capitale sono riusciti a vivere più serenamente e pienamente il tempo che rimaneva loro, grazie all’assidua meditazione. Ma c’è di più. Alcuni detenuti hanno trasformato il periodo di detenzione in un ritiro spirituale, o, addirittura, in un ritiro monastico, tanto da ricevere una ordinazione religiosa tra le mura del carcere. A loro detta, infatti, non c’è poi molta differenza tra la vita cenobitica, dove si trascorre il tempo in una “cella” monastica, in silenzio, seguendo la Regola, e la vita in prigione. 3) E in Italia cosa è successo? Ha incontrato collaborazione o difficoltà? Dopo vari tentativi, e con il significativo contributo del professor Antonino Raffone, della Facoltà di Psicologia della Sapienza, sono entrato in contatto con il direttore e gli educatori del carcere di Rebibbia che, da subito, hanno dimostrato grande apertura e interesse nel progetto. E’ stato così strutturato un primo corso di “meditazione di consapevolezza” (Vipassana) della durata di sei mesi. Assieme agli educatori si è deciso di rivolgere il corso a un gruppo di detenuti condannati all’ergastolo, cioè a delle persone con problemi di aggressività – molte di esse hanno condanne per omicidi plurimi – e che dovevano affrontare le molteplici difficoltà che derivano dal confrontarsi con una pena a vita. Da subi-

colpa, osservare le tendenze negative senza dargli corso, prendere consapevolezza delle proprie azioni passate e delle conseguenze di tali azioni. 5) Quali differenze ha riscontrato fra l’esperienza americana e quella italiana? Anzitutto, l’entusiastica partecipazione delle guardie carcerarie italiane. Negli Stati Uniti mi era stata segnalata una forte resistenza da parte delle guardie carcerarie, che non solo non erano interessate alla meditazione ma anzi la schernivano. In Italia invece ho avuto una gioia inaspettata: il comandante delle guardie di Rebibbia mi ha chiesto di organizzare un corso anche per le guardie carcerarie – ovviamente in spazi e in

orari diversi. Spesso si parla dello stress e dei suicidi dei detenuti, dimenticando che anche le guardie passano gran parte della loro vita dentro il carcere, sviluppando alti livelli di stress, tanto da arrivare anche esse al suicidio. Mi è subito risultato chiaro che per portare una maggior pace all’interno delle mura carcerarie occorreva intervenire su entrambe le facce dell’istituto penitenziario: i detenuti e le guardie. I poliziotti hanno risposto con entusiasmo, formando subito un gruppo di venti persone. Anche questo rappresenta una novità per l’Italia. Un’altra particolarità italiana è straordinario legame umano tra guardie e detenuti che ho riscontrato a Rebibbia. Ho scoperto infatti che il legame umano che si instaura porta le guardie a farsi carico psicologico dei drammi dei detenuti, carico che si va ad aggiungere allo stress derivante da un lavoro logorante. Da qui la necessità di un corso anche per loro. 6) Al progetto collabora anche l’Università la Sapienza di Roma. Qual è il suo ruolo? Entrambi i corsi – quello per i detenuti e quello per le guardie – sono stati organizzati assieme alla Facoltà di Psicologia della Sapienza, con l’intento di fare anche una ricerca scientifica – sul modello di quanto già fatto negli Stati Uniti - volta a monitorare gli effetti della meditazione sui partecipanti. Sono stati fatti quindi dei test psicologici ai meditanti prima, durante e dopo il primo corso, atti a misurare i livelli di stress, di ansia, di rabbia e di auto-compassione. 7) Nella popolazione di Rebibbia quali effetti sta provocando questo corso di meditazione? Al di là dei test condotti dalla Facoltà di Psicologia – test che hanno effettivamente dimostrato un aumento della tranquillità interiore – immediatamente un dato è balzato ai miei occhi: i detenuti riuscivano a dormire di notte. Sebbene questo possa sembrare un fatto banale, in realtà non lo è. Infatti uno dei principali problemi che i carcerati incontrano è quello dell’insonnia, dovuta ai sensi di colpa, al pensiero che va “fuori dalle mura”, al costante rumore dovuto alle porte di ferro che sbattono, ai richiami dei secondini, alle televisioni ad alto volume. E il tutto porta a uno smisurato uso di sonniferi. Il fatto quindi che, grazie alle tecniche di meditazione e di rilassamento, i detenuti riuscissero a dormire, ha rappresentato un primo grosso risultato. 8) E lei, quali insegnamenti ha tratto da questa esperienza? L’immergersi nell’inferno della prigione costituisce una pratica difficile. Il dolore è palpabile, il senso di oppressione è forte. Anche la paura è presente: la paura della reclusione, la paura di essere a stretto contatto con persone pericolose. Tuttavia, e con mia grande sorpresa, mi ha donato e continua a donarmi grande gioia e apertura.?Incontrare di persona pluri-omicidi, sedere accanto a loro in meditazione in una cella angusta, mi ha permesso di comprendere che non si tratta di mostri ma di esseri umani, non diversi da noi. In fondo tutti, prima o poi, abbiamo concepito pensieri violenti. L’assunto fondamentale della tradizione Buddhista Mahayana è che tutti gli esseri viventi hanno la Natura di Buddha. Un pensiero bello e affascinante, ma altra cosa è incontrare persone che sembrano davvero lontane dalla buddhità. Eppure ho avuto modo di sperimentare che tutti, prima o poi, rivelano la loro natura umana e la loro fondamentale bontà.

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Carcere, De Zordo: ‘ La Giunta inadempiente su indirizzi del Consiglio’ Audizione odierna del Garante dei detenuti A partire dal novembre 2009 sono stati approvati all’ unanimità vari atti in cui il Consiglio comunale ha dato indirizzi precisi alla Giunta per interventi finalizzati a migliorare la vivibilità del carcere di Sollicciano e le altre strutture cercerarie sul territorio fiorentino. Il Comune di Firenze infatti per sua competenza può intervenire sul controllo della situazione socio-sanitaria (che è intollerabile), sulle misure alternative al carcere (di cui usufruiscono meno detenuti/e di quanti potrebbero), sul lavoro degli ex detenuti (mentre le cooperative di tipo B non vengono sufficientemente considerate), sulla residenza per chi esce dal carcere (e invece molti si ritrovano sbandati a bivaccare per le strade), per non parlare del reperimento di spazi per le madri con figli. Già attivandosi su questi aspetti l’ affollamento del carcere fiorentino diminuirebbe, anche se è evidente che le cause prime dell’ abnorme presenza deriva da leggi come la Bossi-Fini sull’ immigrazione, la Fini- Giovanardi sulle droghe e la Cirielli sulla recidiva, provvedimenti incivili che hanno criminalizzato situazioni e comportamenti - come la tossicodipendenza e l’ immigrazione che dovrebbero essere trattati con ben altri metodi. Il Comune ha un ruolo significativo in materia carcerario/a e il carcere va considerato parte della città e non un corpo estraneo: cosa aspetta la Giunta a attivarsi? E a dare seguito, oltre a decisioni che le competono, anche all’ impegno di creare un tavolo cittadino permanente sul carcere insieme a Provincia - per le sue competenze in materia di lavoro- l’ Assessorato regionale con delega specifica sul carcere, il Garante dei detenuti, e i rappresentanti delle realtà di volontariato attive all’ interno delle strutture carceraria fiorentine.


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Firenze 10+10 chiude con una chiamata all’azione e road-map Migliaia i partecipanti, 300 reti e organizzazioni da 28 paesi non solo europei si sono incontrati alla Fortezza da Basso a Firenze per dibattere e fare strategia insieme per un’altra Europa. Più di 100 incontri e il lancio di nuove reti e campagne paneuropee. Un appello alla mobilitazione unitaria è emerso dalle convergenze, e la proposta di un’agenda comune:

UNIRE LE FORZE PER UN’EUROPA COMUNE

locali. La prima iniziativa unitaria di larga convergenza europea sarà lo Sciopero Generale e le mobilitazioni contro Organizzazioni l’austerità in tanti paesi europei il 14 della società civi- novembre. le, movimenti sociali, sindacati e citta- Promuoviamo una giornata comune di dini impegnati contro l’austerità e il mobilitazione in occasione del Summit debito, per i beni comuni sociali e natu- di Primavera dell’Ue che avrà luogo il rali, per i diritti sociali e del lavoro, per 23 marzo a Bruxelles. la democrazia, la giustizia globale e la pace, per le istanze di genere e i diritti Sosterremo le seguenti azioni e mobilidei migranti si sono ritrovati a Firenze tazioni: • 18 Dicembre 2012: Giornata 10+10. Noi chiediamo una mobilitazione euro- Mondiale dei Migranti pea permanente che sostenga le lotte • 23-27 Gennaio 2013: Mobilitazione per sconfiggere la crisi e costruire un Contro la Finanziarizzazione della vita e futuro per tutti in Europa e nel mondo. dei beni comuni (mobilitazione contro Questa mobilitazione includerà sia azio- le banche) ni di convergenza che mobilitazioni • 8 Marzo 2013: Mobilitazione europea

La nostra Democrazia invece della Loro Austerità

per affermare l’emancipazione delle donne contro l’austerità e il debito • 26/30 Marzo 2013: Forum Sociale Mondiale in Tunisia • Maggio 2013: Blockupy a Francoforte (Germania) • Maggio/Giugno 2013: Alter Summit ad Atene (Grecia) • Giugno 2013: azioni in occasione del vertice G8 nel Regno Unito • Azioni concrete di solidarietà per sostenere le vittime delle politiche di austerità così come le vittime della violenza razzista e di abusi. Le organizzazioni possono sostenere le azioni dove intendono partecipare con le modalità che riterranno più consone alle loro pratiche.

Firenze 10+10

Unire le forze per un'altra Europa

“Voglio restare”

Firenze, Fortezza da basso, 8-11 novembre 2012 www.firenze1010.eu

sabato 10 novembre a Firenze 10+10 c’è stato il primo incontro nazionale di una generazione che non si arrende

Otto marzo contro l’austerity. Nasce la Rete Europea delle Donne: “I tagli al welfare penalizzano tutte noi” È nata a Firenze 10+10 la Rete Europea delle Donne, un network che, oltre a rivendicare il ruolo delle donne come protagoniste nella vita sociale, politica e lavorativa, lancia un allarme contro la crisi del debito dei Paesi europei, che le costringe ad “accollarsi enormi quantità di lavoro gratuito per sopperire alla mancanza di welfare”. Da qui l’idea di fare del prossimo 8 marzo una giornata europea di mobilitazione contro le politiche di austerity. La proposta è stata lanciata questa mattina all’assemblea di convergenza dei vari gruppi, al lavoro per costruire delle azioni comuni. E ieri - al seminario Strategia di resistenza e alternative femministe, che ha registrato una affluenza straordinaria - sono intervenute attiviste provenienti da tutto il continente europeo, dalla Grecia al Portogallo, passando per la Polonia. Nicoletta Pirotta di IFE (Femministe per un'altra Europa) ha sottolineato come l'obbligo del pareggio di bilancio contribuisca a creare ulteriore debito e che “il sistema sociale che si prefigura sarà usufruibile solo da parte di chi avrà un reddito per accedere ai servizi. Facendo una manovra come quella di quest'anno di 45-50 miliardi, alla quale vanno aggiunti altri tagli per 40miliardi per il pareggio di bilancio, si rischia, tra 2-3 anni, di non avere più concretamente lo stato sociale. La Rete Europea – precisa Pirotta - è quindi un progetto comune di donne di diverse appartenenze, ma dai propositi condivisi, per trovare soluzioni efficaci ai problemi di tutte noi”.

Perunaltracitta

Milletrecento aderenti in due settimane: studenti e dottorandi, metalmeccanici, giornalisti precari, blogger e attivisti del mondo antimafia, giovani attivi in spazi sociali e circoli Arci, videomaker, architetti, medici specializzandi di medicina, interpreti e traduttori, disoccupati, piccoli editori, attivisti di numerose reti. C’è chi è partito e vorrebbe tornare, e chi cerca di restare, chi sta facendo i bagagli e sta partendo, costretto a farlo. È stata del tutto straordinaria l’adesione all’appello “Io voglio restare”, lanciato con il sito www.vogliorestare.it. Hanno risposto mondi diversi di questa generazione, segno della necessità di costruire un progetto ampio e concreto per difendere il futuro. L’appello prelude ad una campagna che verte attorno a quattro temi: Conoscenza e saperi; welfare e reddito; lavoro e precarietà; innovazione e nuova occupazione, e che ha visto i numerosi aderenti all’appello confrontarsi per la prima volta di persona sabato 10 novembre, presso la Fortezza da Basso a Firenze Quello di Firenze è stato un incontro per organizzarsi e costruire un percorso pubblico, partecipato e indipendente, in cui trasformare le idee delineate nel sito www.vogliorestare.it in proposte concrete, credibili e sostenibili, per cui battersi in ogni ambito - lavorativo, di piazza, politico - e che permettano a questa generazione di restare in Italia e non arrendersi alla fuga. Idee e contributi stanno arrivando numerosi da tutta Italia e dall’estero, e sono raccolti e pubblicati sul blog della campagna <http://vogliorestare.it/index.php/blog>.


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Le lotte della Toscana si uniscono e si presentano all’Europa comune non cambi la destinazione assenza dei diritti garantiti nella d’uso dello stabile che occupa la libreria Costituzione italiana ai detenuti e il sovraffollamento insostenibile del carL’incontro “Spazi liberati, lotte locali e che a fine novembre chiuderà. cere fiorentino e il Coordinamento proposte dal basso” tenutosi a Firenze 10+10 è stata l’occasione per la presen- Gli spazi culturali trasformati in com- comitati Ato Toscana centro che lavora tazione di un appello per una mobilita- merciali sono spazi della città che ven- da anni per una gestione virtuosa dei zione locale condivisa presentato da gono occupati dal mercato a spese dei rifiuti priva dei pericolosi impianti di diverse realtà fiorentine, e non solo, cittadini e a pagarne le spese è a collet- incenerimento. che per la prima volta hanno deciso di tività visto che nel centro di Firenze far confluire le singole energie in un sono rimasti due soli cinema e due sole Il Comitato contro la privatizzazione di lavoro comune. Tante battaglie diverse, grandi librerie. Il cambio di destinazio- Ataf ha denunciato la privatizzazione diciotto per l’esattezza, ma con idee di ne d’uso da parte del consiglio comuna- dei servizi pubblici che nella città di fondo e pratiche di resistenza comuni a le di Firenze aprirebbe la strada ala spe- Firenze ha disatteso completamente i un punto tale di essere capaci di anda- culazione commerciale e all’esclusione risultati del referendum nazionale sulla re a formare una vertenza ampia ma della cultura da una città che proprio di ripubblicizzazione dell’acqua mentre i No Tunnel Tav hanno ribadito i pilastri unica: buona gestione dei rifiuti, ripub- cultura si vanta di vivere. della loro contrarietà al progetto delblicizzazione dei servizi pubblici, difesa dei diritti dei lavoratori, dei migranti e Dalla mercificazione degli spazi cultura- l’alta velocità fiorentina e italiana dopo dei detenuti, contrasto alle grandi li alle privatizzazioni di servizi pubblici la bocciatura da parte della Corte dei opere e alla cementificazione, rinnova- messe in atto da sedicenti politici di Conti francese della Torino-Lione ormai mento della politica e della rappresen- sinistra, il passo è breve. Spazi liberati sostenuta soltanto dal governo italiano. tanza dal basso, promozione della declina sul locale obiettivi globali come finanza fuori dai circuiti bancari e molto quelle di una società giusta egualitaria La Comunità delle Piagge ha presentato e solidale, della fine delle politiche di Mag Firenze, una finanziaria solidale: altro. austerità e di salvaguardia della finan- esperienza che ha richiamato interesse in tutta Italia che mettendo in rete Hanno aperto l’incontro i dipendenti za e delle banche. associazioni, gruppi e persone si è della libreria Edison che hanno inquadrato la loro lotta in un contesto più Si sono alternati, tra gli altri, alla pre- inventata un nuovo modo di fare finandi Spazi Liberati za, mentre il Comitato San Salvi chi può ampio ovvero quello del destino della sentazione cultura in una città come Firenze. l’Associazione Pantagruel che, con i che si oppone alla vendita dell’area di Hanno portato con loro un appello già suoi 30 volontari nel carcere di San Salvi e alla realizzazione di case, firmato da 30.000 persone affinchè il Sollicciano, ha denunciato la più totale ville e villette in uno spazio verde che di Francesca Conti per Spazi Liberati

No Tav d’Europa: “Un metro di Alta velocità brucia cento assegni di ricerca” Il Comitato europeo No Tav lancia un appello al premier Monti, già sottoscritto da più di 1000 professori universitari, e da oltre 15mila cittadini, invitandolo al ripensamento del progetto di linea ferroviaria Tav della Val di Susa e, di conseguenza, delle altre “Grandi opere inutili”, così come definite dal Forum omonimo, costituitosi durante Firenze 10+10, in corso fino all’11 novembre. Il Comitato europeo sottolinea gli enormi costi di realizzazione, sproporzionati rispetto ai reali vantaggi dell’opera: svantaggi di natura economica, energetica ed ambientale. Un centimetro di Tav ha lo stesso costo di una borsa di studio annuale per un ricercatore universitario, ovvero circa 23.500 euro. “Questa cifra - commenta Winfried Wolf, economista dei trasporti - rappresenta, meglio di tante parole, il dramma del vostro Paese, che preferisce creare ulteriore debito anziché investire nell’economia reale, nel lavoro e nell’istruzione”. Tiziano Cardosi, del comitato No Tav Firenze, ricorda inoltre che i costi della tav fiorentina sono già aumentati del 30% rispetto al progetto iniziale: “La costruzione delle grandi opere serve solo a creare una ricchezza fittizia, a vantaggio esclusivo delle imprese costruttrici che cercano, in tal modo, di combattere la crisi, oltre a causare ingenti problemi ambientali”. Dello stretto rapporto tra realizzazione delle Segnalo che stanno arrivando a casa convocazioni presso gli uffici di assistenza sociale, opere e crisi economica e finanziaria se ne parla richiesti dalla Procura di Torino - Tribunale dei minorenni - per i ragazzi, minorenni oggi, dalle 11 alle 13, nel seminario in cui ver- appunto, che prendono parte a presidi, sit-in, volantinaggi, manifestazioni, attività No ranno presentate le possibili soluzioni alternati- Tav, senza che ci sia una configurazione di un reato. ve: “Non siamo contro il lavoro nell’edilizia; sap- Si tratta di ragazzini identificati dalle forze dell'ordine, mentre, pacificamente, manifepiamo che il 12% della popolazione italiana vive stavano in Valle di Susa. Mio figlio Francesco, ancora 14enne, è stato segnalato, insieme di questa attività - precisano -, siamo invece ad altri minorenni, in quanto volantinava a Susa, a fine settembre. contro il consumo del territorio, i danni ambien- Non essendoci presenza di reato, perché la Procura "segnala" i ragazzini ai servizi sociali? tali, lo scarso lavoro che queste opere produco- Per vedere se il loro sano attivismo è sintomo di patologie o disagi familiari? no, oltre ad essere di bassissima qualità, e con- Se hanno genitori violenti, oppressivi che li costringono a manifestare per diritti civili e tro l’ulteriore creazione del debito dei nostri politici? Manifestare diviene sintomo di disagio, per i rappresentanti della legge? Paesi. Presenteremo quindi le alternative possi- Se questo non è regime, non so cos'altro dire. Angela bili, che esistono. Basta volerle pianificare”.

Vietato dissentire

contiene le memorie dello storico ospedale psichiatrico. Perseguendo l’obiettivo di trasformare le vertenze di quartiere in vertenze cittadine poichè la salvaguardia degli spazi verdi e della memoria della città riguarda tutta la città e non un solo quartiere, spazi liberati ha visto la presenza della lista di cittadinanza perUnaltracittà che ha affrontato in anni di presenza in consiglio comunale e nella città tutte queste tematiche affiancadosi a molte realtà fiorentine e nazionali. La presenza di Spazi Liberati in una cornice internazionale come quella del Forum 10+10 da alle lotte locali un respiro più ampio e la possibilità di confrontarsi con esperienze presenti nel resto d’Europa e del mondo. Le lotte toscane si uniscono in un’unica vertenza e si presentano al mondo....


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È nata a Capannori l’associazione nazionale ‘Comunità Rifiuti Zero’ In un anno roddoppiato il numero degli enti aderenti. Nasce oggi ufficilamente a Capannori l’associazione delle comunità che guardano al futuro e contrastano lo spreco di materia in discariche ed inceneritori. Promuovere attività mirate alla riduzione dei rifiuti, all’abbattimento della produzione di plastica, alla valorizzazione della filiera corta. Sono questi i principali obiettivi che si pone la nuova associazione “Comunità Rifiuti Zero” a cui hanno aderito 107 Comuni italiani, tra cui capoluoghi come Parma, Napoli, Benevento, La Spezia, e molte associazioni tra cui quella dei Comuni Virtuosi e l’Anpas. La neonata associazione ha visto la luce oggi a Capannori, dove avrà sede, nel corso di un incontro nazionale che ne ha approvato lo statuto. All’incontro, svoltosi nell’Auditorium dell’azienda Usl 2 di piazza Aldo Moro, hanno partecipato il sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro, il professore americano Paul Connett che ha ripercorso la storia della Zero Waste in America e in Europa, l’assessore all’am-

Comunità Rifiuti Zero biente del comune di Capannori, Alessio Ciacci, il coordinatore del Centro di ricerca Rifiuti Zero del Comune, Rossano Ercolini che essendo il referente italiano della ormai conosciuta strategia ha coordinato i soggetti che sono confluiti nell’associazione, e naturalmente i rappresentanti di numerosi Comuni e Associazioni. Come ha spiegato uno dei esponenti del Centro di Ricerca Riccardo Pensa la nuova associazione interessa circa 3 milioni di abitanti. La provincia di Lucca è al terzo posto tra le province più rappresentate (con 9 Comuni aderenti alla strategia Rifiuti Zero, Capannori, Lucca, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Villa Basilica, Massarosa,

2007 da Capannori – dichiara il sindaco, al futuro con la partecipazione attiva di Giorgio Del Ghingaro. La nascita oggi del- tutti.” l’associazione nazionale delle ‘Comunità La nuova associazione intende operare rifiuti zero’ è un risultato straordinario, nel campo dell’assistenza, della formazioperché dà vita ad un soggetto che rappre- ne della promozione e della valorizzaziosentando molti Comuni e quasi il 5% della ne della cultura della strategia Rifiuti popolazione italiana, può realmente inci- Zero, così come definita nella Carta interdere sul cambiamento culturale in ambito nazionale di Napoli, dare assistenza alle ambientale e particolarmente nel campo amministrazioni comunali che vi hanno dei rifiuti a livello nazionale. Sono certo aderito per affrontare la questione del che questa nuova associazione potrà fare ciclo dei rifiuti, promuovere campagne di cose importanti per migliorare la qualità sensibilizzazione e informazione sulle buone pratiche nell’ambito dei rifiuti e della vita di tutti i cittadini”. “Oggi abbiamo scritto una pagina impor- creare una rete per lo scambio di infortante della storia del movimento Rifiuti mazioni tra Pubbliche Amministrazioni e Zero a livello nazionale ed internazione - soggetti privati. Infine, ma non certo per afferma l’Assessore all’Ambiente Alessio ultimo, dare un contributo fattivo alla forCiacci. In un anno abbiamo raddoppiato i mazione culturale di comunità che vedocomuni aderenti ed ogni giorno stiamo no nel bene comune ambiente il punto di crescendo sia per quantità di enti ma riferimento principale per contribuire ad anche in qualità del lavoro intrapreso e innalzare la qualità della vita di tutti. condiviso. Stiamo dimostrando che un’alternativa a discariche ed inceneritori esiste, ha vantaggi sociali, ambientali, economici ed occupazionali. Questa rivoluzione coinvolge ormai milioni Con oltre il 94 per cento di contrari è stato bocciato, con un referendum, il di cittadini e promuove progetto per costruire l'impianto di trattamento a caldo dei rifiuti, un invea livello regionale e stimento da 220 milioni. nazionale una politica Nel referendum - consultivo - sulla legge regionale che dava il via all'opedi vera sostenibilità. razione hanno vinto i contrari: il 94 per cento (47 mila elettori) ha detto Siamo entusiasti che no all'inceneritore. I favorevoli sono stati poco più del 5 per cento (3mila Capannori rappresenti persone). L'esito era apparso scontato non appena, domenica sera, era sempre più un luogo di stato diffuso il dato sull'affluenza: era stato raggiunto infatti il 48,92 per incontro, confronto e cento, quasi la metà degli aventi diritto, dopo una campagna elettorale da di riferimento per molti giocata sull'invito all'astensione (in Val d'Aosta il referendum conquanti in tutta Italia sultivo è valido se viene superata la soglia del 45 per cento di partecipastanno inseguendo zione. I cittadini che si sono recati alle urne sono stati 50.909 su 104.063 questo obiettivo. La aventi diritto). Ed ora sull'esito della consultazione è già bagarre politica. strada da fare è ancora "Nonostante i discutibili inviti a non votare arrivati da diverse parti nelle lunga ma i numeri ci ultime settimane - sottolinea Fabio Dovana di Legambiente - i cittadini dimostrano l’ottimivaldostani hanno deciso di far valere il loro diritto democratico La decisiosmo della ragione e la ne di costruire un impianto impattante come il pirogassificatore non è bellezza di costruire andata giù ai valdostani che in questi mesi si sono documentati e hanno una politica che guarda criticato la scelta dell'amministrazione regionale". Per Alberto Bertin (Alpe) "una maggioranza regionale divisa e litigiosa, incapace di capire l'urgenza del cambiamento, ha ricevuto con questo voto la sfiducia dei valdostani. Il governo Rollandin deve assumersene la responsabilità e trarne le conseguenze".

La Val d'Aosta boccia il via all'inceneritore

Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi) dopo Napoli e Roma. Il numero di amministrazioni comunali che hanno sposato la strategia ideata da Connett è raddoppiato nel giro di un anno facendo registrare un vero e proprio boom nel 2011, “Non posso che essere orgoglioso che il percorso Rifiuti Zero in Italia sia nato nel

Brevi osservazioni

Chi scrive non è un malato di Sla, ma è comunque un disabile motorio grave quasi dalla nascita ed ha 52 anni. In merito all’articolo di Massimo Gramellini “Lacrime e no” (sito web de La Stampa, sabato 3 novembre u.s.), si ha l’impressione che esso sia stato scritto su commissione. Pur essendo convinto che l’etica e la morale debbano riacquistare molto più rilievo di quanto attualmente non ne godano, ritengo che il persistente e reiterato azzeramento del fondo per la non autosufficienza vada affrontato sotto l’aspetto politico e giuridico. Occorre dire con la massima forza che, anche con questo “Governo dei professori”, questo Stato delinque ed è fuorilegge molte volte. La Costituzione (cioè la legge fondamentale della Repubblica italiana, che vincola non solo i cittadini ma anche le istituzioni) pone alcuni punti fermi ben precisi. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Questo ed altri Governi precedenti hanno alimentato la disoccupazione.

“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”; “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. I Governi attuano politiche diametralmente opposte a questi dettami: basti pensare all’istituzione dei CIE per la reclusione dei migranti e appunto al taglio delle risorse per l’assistenza ai disabili. Contemporaneamente, questo Governo e i precedenti violano spudoratamente anche l’articolo 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio e dei beni culturali e sulla promozione della cultura e della ricerca, “investendo” (leggi: sprecando) cifre spropositate di soldi pubblici per opere molto distruttive quali la TAV e il ponte sullo stretto di Messina (quest’ultima opera sapendo bene che è praticamente irrealizzabile e che quasi con certezza matematica andrà ad alimentare Cosa nostra e altre mafie).

L’articolo 11 della Costituzione dichiara solennemente che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questo Governo e i precedenti tengono impegnato il nostro paese in eufemistiche “missioni di pace” e soprattutto mantiene saldamente l’impegno di acquistare oltre una decina di cacciabombardieri dal costo di almeno 50 milioni di € cadauno. Dalla mancata violazione dei due ultimi articoli citati (9 e 11) potremmo sicuramente recuperare le risorse per attuare completamente la Costituzione. A mio modesto avviso, il pessimo rapporto tra cittadini e cosa pubblica sta proprio nell’essere lo Stato il principale violatore delle sue proprie norme. E ciò non vale solo per i cittadini imprenditori che avanzano crediti dalla pubblica amministrazione (tutelati ora dal termine di 30 giorni per i pagamenti delle forniture e delle prestazioni). Ci sono molti altri cittadini che ogni giorno si vedono calpestati i propri diritti di libertà anche solo dalla mancanza di intervento pubblico.

Tutti i disabili gravi (e non solo quelli colpiti dalla Sla) non vivono senza l’assistenza personale fornita da persone scelte e istruite da ciascuno di noi. Molti di noi necessitano di assistenza personale per 18 o anche 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. E, quando il presidente della FISH (federazione italiana per il superamento dell’handicap) dichiara pubblicamente che per un disabile grave sono sufficienti € 1500 mensili, è evidente l’incapacità di questa federazione a rappresentare la realtà vera di chi ha gravi disabilità. Perciò, anche l’invito finale di Gramellini che lo Stato chieda l’aiuto al mondo delle associazioni non è pienamente condivisibile. Si tratta di garantire diritti fondamentali delle persone. E i diritti restano sempre individuali e non si appaltano alle associazioni. Pur nutrendo rispetto per chi ha attuato lo sciopero della fame, resto saldamente ancorato alla convinzione che le forme di lotta debbano danneggiare la controparte, e non chi le attua.

Luca Pampaloni


153 - dicembre 2012 pagina 11 C’era una volta il cinema. Donne, uomini e bambini accorrevano numerosi a guardare lo schermo bianco che s’illuminava con la luce sfavillante dei carboni della macchina di proiezione. Era una magia assistere alla proiezione in una sala cinematografica strapiena. La maschera faceva luce ai passi frettolosi degli ultimi arrivati in sala e qualcuno protestava per le ombre dei ritardari proiettate sulle immagini giganti di gente e case. La pellicola scorreva imperterrita a ventiquattro fotogrammi il secondo. Il film premio Oscar “Nuovo cinema paradiso” racconta molto bene la popolarità della sala cinematografica italiana in quegli’ anni d’oro. Italo Calvino dal 1939 al 1950 riusciva a guardare più di due film il giorno “rinchiuso” nel suo cinema preferito. Poi nacque la televisione e … lo schermo si rimpicciolì di colpo. I giganti diventarono nani. Arrivò anche il film in cassetta e gli spettatori continuarono a diminuire ulteriormente. Dopo l’avvento dell’era digitale, del multiplex in periferia e dei soli pop corn, coca e patatine la sala cinematografica di quartiere perse importanza e con essa la vita degli spettatori fedeli al sacro rito della visione del film in sala. Nel duemiladoci poi sono già sessanta le sale che hanno chiuso i battenti per sempre. Luglio 2006. Mi trovo in compagnia del mio collega videomaker Giuseppe Capoano. Sono alla guida della mia automobile un’Alfa Romeo 2000 Berlina del 1974. Stiamo andando all’ennesimo concorso di cortometraggi di provincia. Sappiano già chi sarà il vincitore, del resto siamo in Italia. Si discute su come far guardare i propri lavori. La vita dei corti è breve, il tempo di una stagione e poi la storia che è stata creata con tanto amore e sofferenza è messa dentro un cassetto e niente più. Mi viene una voglia improvvisa e la comunico al mio compagno di viaggio: “E se andassi al Festival di Venezia a mostrare i miei corti direttamente agli spettatori?” “E come? Non ti ha invitato nessuno”. “Mi auto-invito! Attrezzerò l’Alfa a cinema per due spettatori alla volta e ci

Le persone che passano dal luogo di proiezione scelto si fermano incuriositi e diventano nostri “spettatori mobili”. Il formato breve non ha una diffusione commerciale capillare perché la televisione italiana non investe nemmeno un euro per l’acquisto dei corti. Questo è uno dei motivi fondanti che fa di Cortomobile un’occasione unica per entrare in contatto con i piccoli film diretti da giovani registi italiani e stranieri. In quasi 200 serate di proiezione sono entrati dentro “il più piccolo cinema del mondo” più di 10000 spettatori. “Bellissima proiezione, c’è un’incisività pazzesca. Andate avanti così Cortomobili!” ci ha apostrofato così il regista, tanto amato da Quentin Tarantino, Umberto Lenzi nel 2008 (per intendersi sedili di pelle ricoperti da un telo leo- quelo di “Roma a mano armata” ecc) pardato. Vengono tirate le tendine di Come in tutte le storie d’invenzioni c’è raso bordeaux, fa buio in sala, il proiet- l’amara realtà da sopportare. L’ardua tore posto sul baule proietta la pellicola lotta nel farsi pagare il lavoro d’artista. sul piccolo telo sopra il volante di legno, Decine di notti passate all’addiaccio dalle casse degli anni Settanta (qui perché non c’erano i soldi per l’hotel. tutto è vintage) parte la colonna sono- Trasferte rocambolesche per portare il ra. Inizia lo spettacolo e il pubblico è nostro cinema in cima a montagne catapultato dentro la storia: sembra quasi di poter afferrare per mano i protagonisti, fare un passo ed entrare nello schermo. L’abitacolo si trasforma in una scatola magica. Il cinema è servito”. (Dall’articolo di Ivana Zuliani del “Corriere Fiorentino “del 12 dicembre 2011). La Cortomobile appare alla 63° Mostra D’arte Cinematografica di Venezia e accoglie i primi ottantotto spettatori paganti. Dopo il Lido continua a comparire nei luoghi più impensati (piazze, par- della Basilicata dove ad attenderci c’era cheggi, garage, giardini, perfino in riva un poeta in bicicletta. Rimozioni forzate al mar). La 2000 settimana dopo setti- notturne dell’auto con perdita di tempo mana miete spettatori con cifre da e denaro. L’impossibilità burocratica di capogiro. Il pubblico sale a due a due (i riuscire a vivere di quest’invenzione bambini anche in cinque) sui sedili perché il Comune non ti “riconosce” posteriori color biscotto della vettura. come artista di strada. La difficoltà Si scelgono i corti dal Cortomenù, set- burocratica nell’organizzare anche una tanta cortometraggi suddivisi in antipa- sola tappa proprio nel Comune di sti, primi, secondi e cinedessert! In Firenze dove l’idea è nata. Dal 2009 ho genere facciamo un gioco con tutti gli portato lo spettacolo “Cortomobile, il spettatori in fila: io sono il “Maître a cinema più piccolo del mondo” in tutta penser del corto” che sugge- Italia e all’estero ma a Firenze ancora risce i corti da guardare e poi oggi non è possibile riuscire a fare una c’è la maschera Viviana Gori data neppure regalandola. Tanti sogni che accompagna gli spettato- e tanti chilometri macinati dal motore ri nella sala mignon. del cinema su quattro ruote. Ambedue siamo vestiti da “Se gli spettatori non vanno più sera o come i personaggi del al cinema, è Cortomobile che va mondo del cinema. Ma è dagli spettatori!” affacciandosi nelle piazze cittadine e di paese che Questa è la filosofia alla base del proCortomobile dà il meglio di getto. Dall’esperienza del cinema più sé. Ci siamo accorti che il piccolo del mondo” nasce allora il procinema è ancora popolare. getto del CINEKAMPER, la sala cinema-

proietterò dentro i corti” . Così nacque la Cortomobile, il più piccolo cinema del mondo, la sala cinematografica su quattro ruote. “Ci sono corti in super 8 che hanno fatto la storia del cinema e filmati in digitale più recenti. Gli spettatori ordinano il «piatto» preferito poi entrano nel minicinema, accomodandosi sui

tografica mobile realizzata all’interno di un mezzo d’epoca più grande: un Autocaravan Ford Transit Grand Soleil del 1981. Lo schermo cinematografico è posto nella zona che prima era adibita al riposo notturno, la mansarda; la cabina di proiezione in pellicola 16 mm., Super 8 e digitale Full HD è stata progettata nella zona del bagno. L’interno è dipinto di nero a tintura naturale. I posti a sedere sono sette: quattro ribaltine di legno appartenute a un cinema di quartiere degli anni cinquanta, sono state fissate al centro dello spazio interno, due sedute vintage sono sul lato destro della sala e l’ultimo posto è ricavato in quello che, prima il camper diventasse cinema, era un armadio per i vestiti da viaggio. Il proiezionista può facilmente operare all’interno della cabina cambiando i rulli della pellicola in 16 mm e super 8; la cassa per pagare il biglietto è interna, prima della porta d’accesso alla sala. L’esterno del cinema mobile, la carrozzeria del Ford Transit, è arancione e la cabina di guida è nera come il buio della sala cinematografica. Il Cinekamper era già operativo dall’estate del 2008 ma ha avuto un incidente. Per questo con Hulot associazione culturale, abbiamo attivato una campagna di crowdfunding sul sito Eppela.com. Si sostiene il progetto Cinekamper facendo una donazione di euro 7.00 come un prezzo medio di un biglietto cinematografico. E così un giorno poter raccontare al proprio bambino C’era una volta la storia di un cinema, il cinema più piccolo del mondo! FINE (THE END) Per saperne di più: www.cortomobile.it www.hulot.it, www.eppela.com


Palestina, quello che i media non dicono TERRA CONTESA E COLONIE ISRAELIANE NEI TERRITORI PALESTINESI Nella cartina qui sotto, la parte in NERO è la PALESTINA, quella in BIANCO è ISRAELE. Della Palestina originaria rimane ben poco. Lo stato di Israele, nato nel 1948, ha continuato, con il tempo, la sua occupazione di gran parte della Palestina, costruendo insediamenti, ovvero colonie. Ogni anno l’esercito distrugge case e villaggi palestinesi per costruire colonie, ovvero agglomerati di case grandi come paesi in cui possono risiedere anche 2.000 coloni. Lo stato di Israele fornisce incentivi e facilitazioni agli ebrei residenti in varie parti del mondo per persuaderli ad andare a vivere in queste colonie. Sono nati così tanti insediamenti all’interno della Palestina che hanno creato una situazione di vera apartheid, ricordando quella del Sudafrica, con tanto di autostrade che collegano tra loro le colonie che possono essere utilizzate solo dagli israeliani (anche se percorrono in lungo e largo la terra di Palestina). La Palestina, riconosciuta dall’ONU, sarebbe quella all’interno dei confini della terza figura. Oggi, è diventata un vero e proprio gruviera. Di fatto, con la costruzione delle colonie, Israele rende palese il suo progetto di occupare l’INTERA PALESTINA, non accontentandosi della parte del territorio occupato nel 1948 e definito con la nascita del relativo stato. Così, ogni anno centinaia di famiglie palestinesi vengono cacciate dalle proprie case con l’uso delle armi e la terra palestinese si riduce sempre più. Con le guerre e la politica coloniale la Palestina è stata addirittura divisa in due territori separati: la West bank/Cisgiordania e la Striscia di Gaza. COSA È LA STRISCIA DI GAZA? E’ una striscia di terra che si affaccia sul mediterraneo, lunga 45 km e larga circa 10 Km. Ci vivono 1 milione e 600 mila palestinesi ed è considerato il posto sulla terra a più alta densità di popolazione. La STRISCIA confina quindi con Israele, con l’Egitto e con il mare. Il confine con Israele è delimitato da un MURO. Israele controlla il confine decidendo quali merci fare entrare e decide anche chi può entrare e chi può uscire. I palestinesi della West bank non possono entrare nella Striscia di Gaza ed ai palestinesi di Gaza non viene permesso di uscire dalla Striscia. Il confine con l’Egitto è stato chiuso fino allo scorso anno. In seguito alla rivoluzione egiziana questo valico è saltuariamente aperto. Può restare chiuso per settimane e comunque si può entrare e uscire solo dietro autorizzazione, per niente facile da ottenere. Il confine con il mare è delimitato da un muro di navi da guerra israeliane che non permettono a nessuno di raggiungere Gaza via mare (da qui i tentativi delle diverse Freedom Flotilla), a nessuna abitante di Gaza di uscire per questa via e neanche ai pescatori di pescare oltre le 3 miglia dalla costa (secondo Accordi internazionali dovrebbero essere 20 miglia). GAZA è una gabbia, una prigione a cielo aperto. CHI VIVE NELLA STRISCIA DI GAZA? L’80% dei suoi abitanti sono profughi (per creare lo stato israeliano i palestinesi sono stati costretti ad abbandonare le loro case) e vivono all’interno di campi profughi in situazioni di grave povertà dove i bambini vanno nelle scuole delle Nazioni Unite e il cibo viene distribuito dalle organizzazioni internazionali. COS’È LA RESISTENZA PALESTINESE? La Palestina e Gaza non hanno un esercito, in quanto

non sono uno Stato e non hanno neanche il sostegno dei paesi arabi, che preferiscono difendere i loro interessi economici. Se avessero il loro appoggio la risposta ai bombardamenti israeliani non sarebbe fatta da RAZZI fabbricati in casa ma da un arsenale ben più fornito. La Palestina è sola nella sua Resistenza e lo dimostra il fatto che ogni anno perde pezzi del proprio territorio senza avere alcuna forza per reagire. Il termine GUERRA pare dunque usato a sproposito in quanto non sono due potenze con condizioni simili a fronteggiarsi, da una parte abbiamo uno STATO che possiede uno degli armamenti più grandi al mondo (compresi arsenali atomici) e dall’altro SOLO UN POPOLO, quello palestinese che risponde lanciando razzi prodotti artigianalmente. Dobbiamo credere che l’elefante abbia paura del topolino?

PERCHÉ ISRAELE STA BOMBARDANDO GAZA (OPERAZIONE PILLAR OF DEFENSE)? Questi bombardamenti sulla popolazione della striscia di Gaza non sono iniziati a causa dei razzi di Hamas ma per altri motivi: 29 novembre 2012 l'Autorità palestinese chiederà all’ONU di riconoscere la Palestina come Stato e l'attacco contro Gaza è un tentativo di spostare l'attenzione e di far apparire inaffidabili e “terroristi” i palestinesi (Israele, a cominciare dall’omicidio politico del rappresentante di Hamas del 14 novembre, sembra fare di tutto per scatenare reazioni da parte palestinese). 22 gennaio 2013 ci saranno le elezioni in Israele e punire i “terroristi palestinesi” crea consenso tra gli elettori israeliani. Netanyahu sta mostrando al suo popolo qual è il nemico, sta diffondendo odio verso il nemico e sta facendo sentire agli israeliani quanto lui è forte nel difendere i suoi cittadini, lui Padre/Protettore Signor Netanyahu. L’84% degli israeliani si dichiara a favore dell’operazione (secondo il sondaggio del giornale israeliano Haaretz). PERCHÉ LA RESISTENZA PALESTINESE TIRA I RAZZI SU ISRAELE? I palestinesi vivono da 60 anni nella provocazione quotidianamente delle azioni israeliane. Alcuni esempi: Nella striscia di Gaza: • i pescatori non possono pescare perché, al posto di branchi di acciughe, si trovano di fronte le navi da guerra israeliane; • i contadini vengono uccisi mentre coltivano i loro campi per mano dei soldati in servizio sulle torrette al confine; • quotidianamente gli aerei israeliani volano sulla

striscia causando terrore e sganciando bombe sulla popolazione. Nella West Bank/Cisgiordania: • i bambini vengono attaccati dai coloni quando vanno a scuola; • le donne partoriscono ai check point perché i soldati israeliani non permettono loro di raggiungere gli ospedali; • i pastori vengono attaccati dai coloni quando portano al pascolo il gregge e i contadini si trovano i loro secolari ulivi bruciato per mano dei coloni; • le case dei palestinesi vengono demolite per occuparle e costruire nuove colonie. COSA SUCCEDEVA OGNI GIORNO A GAZA PRIMA DEL 14 NOVEMBRE? Siamo precisi nel dire che la provocazione non è il

razzo lanciato da Hamas la scorsa settimana ma quello che succede ogni giorno a Gaza e di cui nessuno parla mai: 13 novembre 2012: l’esercito israeliano fa un’incursione via terra nel campo di Khan Yunis e in strada viene colpito ed ucciso da un proiettile un ragazzino di 13 anni mentre giocava a calcio; 8-11 novembre 2012: bombardamenti dal cielo e dai carri armati al confine, 7 persone uccise tra cui 3 ragazzi dai 16 ai 19 anni e 50 i feriti tra cui due bambini in terapia intensiva; 22 ottobre 2012: 4 pescatori arrestati mentre pescavano e le loro barche sequestrate (e mai restituite ovviamente) dalla marina militare israeliana; 22 ottobre 2012: mentre i contadini cercavano di raccogliere le olive a Beit Hanoun sono partite dal confine raffiche di spari e un drone ha ucciso un ragazzo di 26 anni e ferito 4 persone; 7 e 8 ottobre 2012: lancio di missili ad est di Rafah, decine di feriti, molti bambini, ucciso un uomo molto grave un bambino che ha il corpo pieno di schegge di missile; 28 settembre 2012: un pescatore di 22 anni ucciso con due proiettili mentre era in mare con la sua barca e viene anche ferito gravemente il fratello che era con lui. … possiamo andare avanti ricordando Mohammed, 17 anni, ferito ad agosto con i proiettili “dum-dum” vietati dalle convenzioni internazionali, colpevole di coltivare un campo troppo vicino al confine - Ali di 5 anni e una bambina di un anno e mezzo uccisi da una raffica di bombardamenti a fine giugno che ha ammazzato in tutto 16 persone e ferite 60 - Ayoub, 12 anni, ucciso da un proiettile mentre andava a scuola ecc. e così

potremmo ripercorre giorni e giorni di provocazioni. COSA È L’OPERAZIONE PIOMBO FUSO (CAST LEAD)? In 3 settimane, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, Israele ha bombardato Gaza e sono morti 1400 palestinesi. Adulti e bambini di Gaza hanno ustioni sulla pelle perché in quelle 3 settimane Israele lanciò bombe al fosforo bianco, che si infiamma al contatto con l’ossigeno e la sua combustione può continuare per giorni. L’acqua non lo spenge ma contribuisce a riattivare la combustione. Le ustioni sulla pelle dei bambini fanno spezzare l’epidermide durante la crescita. Devono quindi sottoporsi ogni anno ad operazioni per permettere al loro corpo di crescere. Durante Piombo fuso, ed anche in questi giorni, Israele utilizza sulla popolazione di Gaza le bombe DIME. Sono bombe non potenti nell’impatto ma che scatenano una nuvola di micro-schegge che aggredisce la pelle penetrandola, anche in profondità. La polvere trasmette il suo calore agli organi provocando ustioni e migliaia di microferite. Il fosforo bianco e le bombe Dime sono armi proibite dalle convenzioni internazionali. L’utilizzo di queste bombe che possono “uccide meno” nasconde un intento forse peggiore e sadico in quanto il loro utilizzo porta spesso ad amputazioni e menomazioni costringendo i feriti a continui interventi chirurgici e la popolazione e le strutture ospedaliere ad un lungo calvario di assistenza e impegno nelle cure dei malati. ISRAELE HA DIRITTO ALL’AUTODIFESA DEL SUO POPOLO. QUANDO A DIFENDERSI E’ LA RESISTENZA PALESTINESE, SI PARLA DI “TERRORISTI” Come si può definire autodifesa l’uccisione di bambini che giocano a palla per strada, di neonati, donne e uomini a cui cade addosso un intero palazzo, di giornalisti che hanno la sola colpa di raccontare quello che succede a Gaza… questi sono per voi terroristi? Tutta la popolazione Resiste quotidianamente alle aggressioni israeliane, alla vita sotto assedio. Non tutta la popolazione di Gaza sceglie di impugnare le armi. Tutti gli israeliani (uomini e donne) sono obbligati a prestare 3 anni di servizio militare. In Palestina non esiste il servizio militare. In questi giorni i media hanno riportato che “per la prima volta dopo 21 anni sono risuonate le sirene d’allarme a Tel aviv”. Non passa settimana in cui Israele non uccida almeno un palestinese. Dal 2000 ad oggi Israele ha ucciso più di 4.500 palestinesi. Questo c’è sul piatto della bilancia di questo quotidiano massacro del popolo palestinese. Gaza ha tenuto in prigione 1 militare israeliano, sono 10.000 i palestinesi nelle carceri israeliani, e sono civili ed anche bambini. Oggi 20 novembre 2012, a 6 giorni dall’inizio del massacro, Israele ha ucciso 116 palestinesi, di cui 28 bambini.


Lo strapotere delle banche e la violenza del mercato “Il potere logora chi non lo detiene..” la famosa frase di Giulio Andreotti pare essere ancora parte integrante dell’ esistenza della società dell’oggi ... E il potere oggi lo detiene chi governa l’economia ... in primo luogo il potere delle Banche. Succede che l’ultima occupazione del Movimento di lotta per la casa in Via Buffalmacco, Pian di Mugnone, Comune di Fiesole sia diventata la prima occupazione a essere SOTTO SGOMBERO ... Uno scherzo del destino? Una vendetta delle forze dell’ordine? Niente di tutto questo ... ma la RICHIESTA INDEROGABILE DI IMMEDIATO SGOMBERO DEL PALAZZO OCCUPATO è la scontata “pressione” che la CASSA DI RISPARMIO proprietaria dell’immobile ha esercitato sulla stessa Magistratura e sulla Prefettura minacciando un insieme di denunce per omissione di intervento alle istituzioni stesse ... A noi preme ricordare che:

1) Lo stabile di Pian di Mugnone era sfitto da almeno sette anni, alla mercè di piccioni e fantasmi... 2) La Cassa di Risparmio detiene un immenso patrimonio abitativo (700 alloggi tra Firenze e Provincia) e applica affitti da capogiro e molti inquilini sono sotto sfratto ...

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3) La struttura è ufficialmente in vendita, e quindi non esiste una immediata urgenza di liberare l’edificio ... 4) Nello stabile vivono venti famiglie, italiane e straniere, molti hanno subito le esecuzioni di sfratto ... E ben oltre le considerazioni sulla natura dell’occupazione stessa, ci preme ricordare che le BANCHE COME LE GRANDI FINANZIARIE sono le prime responsabili della CRISI ECONOMICA in corso. Se oggi l’intera Europa vive meccansimi da recessione e milioni di persone sono costrette alla povertà, i principali attori di questa tragedia in corso d’opera, vanno ricercati proprio nell’esistenza stessa dello strapotere bancario. Pensiamo, a ragione, che in uno stato di crisi ognuno deve fare la sua parte. Noi lottiamo quotidianamente per L’EQUA REDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE, e anche le Banche invece di esercitare il loro demoniaco STRAPOTERE devono fare un passo indietro e comiciare a

lasciare in pace milioni di contribuenti. Pensiamo, a ragione, che il sistem a Bancario, finanziato spesso con i soldi pubblici deve essere totalmente svuotato dell’enorme potere che esercita. DUNQUE CHIEDIAMO L’IMMEDIATO RITIRO DEL PROVVEDIMENTO DI SGOMBERO PER PIAN DI MUGNONE E L’AVVIO DI UNA TRATTATIVA TRA LE PARTI. SIAMO DISPONIBILI A PAGARE CANONI DI LOCAZIONE STABILITI SU CRITERI DI EQUITÀ SOCIALE.

Il Movimento di Lotta per la Casa

La guerra Guarda icche c’è?!! degli sfratti I’ Melograno!

A Firenze, negli ultimi mesi si consuma una vera e propria agonia, figlia della crisi e della speculazione... Con quasi cento esecuzioni al mese il capoluogo toscano è diventato la capitale degli sfratti, con buona pace del Sindaco Renzi... Le vittime delle esecuzioni sommarie sono tante: intere famiglie, giovani precari, donne separate con bambini, e anche anziani e disabili... Le istituzioni non hanno strumenti per affrontare le emergenze e sono ricorse, spesso, all’umiliante inserimento solo per donne e bambini nelle strutture di accoglienza messe a disposizione dal Comune o dalla Caritas... Il famoso passaggio da casa a casa non è più garantito da anni... Mentre il nuovo bando per l’assegnazione di alloggi in edilizia residenziale pubblica è tornato ad essere un bando con un insieme di norme vessatorie che, nei fatti, esclude la possibilità di partecipazione alle famiglie o ai singoli in morosità, praticamente il 90% degli sfrattati... Mentre il taglio ai Servizi Sociali ha prodotto l’estinzione, vera e propria di questi ultimi dalle agende dell’emergenza abitativa Abbiamo richiesto alla Prefettura un BLOCCO DEGLI SFRATTI per almeno due mesi, dal primo dicembre al primo febbraio, non ci è ancora stato risposto... Stiamo esercitando il DIRITTO ALLA LEGITTIMA DIFESA, riappropriandosi di beni e SPAZI VUOTI da consegnare alle famiglie sfrattate. Era successo a marzo dello scorso anno in Via Baracca, è successo negli scorsi giorni in Viale Corsica. Purtroppo il SILENZIO e il totale vuoto istituzionale, anche di proposte, continuano a regnare sovrano nella città e in tutta la sua cintura periferica compresi i Comuni limitrofi ... per queste ragioni: GIOVEDI’ 29 NOVEMBRE ORE18 PRESSO L’SMS DI RIFREDI, VIA VITTORIO EMANUELE 364 SI SVOLGERÀ UNA ASSEMBLEA METROPOLITANA DEGLI SFRATTATI/E

GLI SFRATTATI DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA DI FIRENZE

L’associazione il Melograno nell’obbiettivo di legare con le varie realtà associative, invita a farsi conoscere con “Fuori Binario”, in modo che questo giornale diventi sempre più un punto di riferimento informativo, che raccolga le attività volte verso i bisogni di chi è colpito, in modo sociale ed individuale. Molte realtà operanti nel tessuto cittadino spesso non sono in contatto. Di fronte alla frantumazione sociale si risponde spesso in maniera frantumata, cogliamo quindi l’occasione per presentare il nostro progetto:

Hausprojekt 513, ass.”Il Melograno” Via Aretina 513, Firenze Telefono 055 6505885 Il nostro progetto è un luogo di coesistenza ed espressioni umane quali attività nel sociale, culturale, artistico, un laboratorio sociale tra persone diverse per estrazione culturale, sociale, età e genere. Abbiamo uno spazio per svolgere tali attività, aperto a un confronto quotidiano con bisogni semplici ed essenziali con volontà, attenzione, disponibilità per promuovere stimoli e sviluppare appunto relazioni umane su valori di cooperazione, uguaglianza, pace e rispetto dell’ambiente. Tutte le iniziative che proponiamo non sono a fine di lucro o soggette a competizione di mercato e sono svolte da volontari della nostra associazione. Abbiamo costruito la tenda “Pow-Wow” che, con i suoi sette metri di diametro, è lo spazio di uso collettivo tra associazioni e individui diversi tra loro come simbolo di esigenze di punti in comune, ove è possibile uno scambio creativo. Ogni associazione o gruppo interessato può quindi usufruire di questo spazio per le proprie iniziative ed eventi.

Per rispondere ai crescenti bisogni e alle capacità di molte persone si è costituita nel febbraio 2011 dall’assemblea permanente riunita, la “Società di Mutuo Scambio del Lavoro”, una libera organizzazione basata sulla cooperazione, l’incontro e lo scambio tra necessità e attitudini, opponendo all’unità del denaro l’unità del tempo dedicato. Le altre attività sono: - Cena sociale, piatto unico e vino, tutti i mercoledì dalle 20:30, anche durante le vacanze di natale, a seguire musica dal vivo o dj-set, dibattiti, film o documentari su tematiche sociali, culturali e politiche, performance ed esposizioni artistiche… - Laboratorio di Incisione su zinco, rame o Xilografia per uso stampa con apposito torchio a pressione. - Laboratorio di Pittura con preparazione e significato dei colori, corsi di Arteterapia. - Punto Internet e biblioteca per consultazione. - Cineforum a tema. - Sede della banda popolare di strada “I Fiati Sprecati”. - Laboratorio “il pane di una volta” con cottura del pane e focacce nel forno a legna. - Cena delle Donne. - Laboratorio “l’arte dei bambini al parco”, presso il parco di Villa Favard. - Uso della resede per eventi culturali e scambi sociali. Tutte le iniziative sono svolte senza fini di lucro. Ricordiamo che per una buona riuscita delle attività c’è bisogno di una partecipazione attiva e collaborativa con nuove idee, pazienza, costanza e determinazione…

Contatti: email: melograno513@gmail.com internet: www.melograno513.altervista.org


La Fiat in Italia non c’è più

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I LORO “RAMPOLLI” SONO ACCOMPAGNATI A SCUOLA NELLA “FUORISERIE” GUIDATA DALL’AUTISTA, AI NOSTRI FIGLI PRESTO NON POTREMO METTERE IL PIATTO A TAVOLA. Siamo donne del movimento operaio. Mogli degli operai della Fiat di Pomigliano. Molte tra noi sono operaie. E siamo stanche di vedere i nostri uomini tornare a casa cupi in volto e con lo sguardo perso nel vuoto e fisso alle scadenze di fine mese. Noi che con i nostri figli e le nostre famiglie siamo costrette a fare i conti e a vivere con 750 euro al mese. Siamo stanche di vivere la sensazione di rassegnazione e sconfitta che comincia a far presa sui nostri mariti. E

addolorate da quanti urlano dai tetti la loro disperazione, si tagliano le vene o, addirittura, si tolgono la vita. Siamo stanche di assistere a programmi tv che mostrano famiglie operaie raccolte in cucina con la pentola che bolle e poco da cucinare e, di contro, le interviste ai “professori” che vorrebbero convincerci che “abbiamo vissuto fin’ora al di sopra delle nostre possibilità mangiandoci il futuro dei nostri figli”!! Ma chi... noi...?! Con 750 euro al mese quando va bene?! Vero è che sono sempre e solo i loro “bamboccioni” che continuano a sperperare in una notte di “vizietti” quello che un operaio (quando gli andava bene) guadagnava in un anno. I loro “rampolli” che, oggi come ieri, vengono accompagnati a scuola con la “fuoriserie” guidata dall’autista. Mentre noi per i nostri figli, tra poco, non potremo più mettere nemmeno il piatto a tavola. Tutto questo non è più tollerabile. Ed è ancora più intollerabile anche considerato il “massacro operaio” in atto in tutte le fabbriche della Fiat di Marchionne e realizzato con un fiume di finanziamenti pubblici e gravi connivenze politico-istituzionali e sindacali. Proprio quei sindacati - i confederali che oggi sembrano scesi da Marte, come se non fossero stati proprio loro a sottoscrivere gli accordi più infamanti

7 dicembre - Taranto ore 14-19 Biblioteca comunale piazzale Bestat convegno nazionale dall‛Ilva alla Thissenkrupp, dall‛Eureco a Marghera, da Gela a Molfetta, A Taranto perchè l’lLVA è la fabbrica con più morti sul lavoro perchè è divenuta la città simbolo con più malattie professionali tumori, inquinamento ed emergenza sanitaria e ambientale ma anche la città dove gli operai e i cittadini lottano per difendere il lavoro, la sicurezza in fabbrica e la salute sul territorio

OPERAI IN FABBRICA

PADRONI IN GALERA

per i lavoratori. Eppure siamo convinte che se la Fiat ha da sempre rappresentato il “potere forte” per eccellenza (lo Stato nello stato), i suoi operai hanno sempre saputo tenere alta la testa. Ed oggi è innanzitutto da <questi operai> (e sono ancora tanti) che può ripartire un credibile segnale di unità e di lotta. Un obiettivo non facile, tenendo conto del fatto che chi sindacalmente e politicamente dovrebbe stare dalla parte dei lavoratori si attiene al motto che “dividere è meglio (e più proficuo) che unire” ostinandosi nel tentativo di separare tra loro le lotte dei lavoratori delle singole fabbriche. Ed è proprio oggi che ci troviamo precipitati in un preoccupante arretramento della condizione operaia, oggi che Monti ed i suoi ministri benestanti si riuniscono con Marchionne (e con Riva per citare ad esempio il “cul de sac” in cui hanno cacciato gli operai dell’Ilva di Taranto) e con CGIL-CISL-UIL per accordarsi come al solito a danno dei lavoratori Fiat e dell’indotto, oggi più che mai dobbiamo mobilitarci a fianco degli operai come donne, come compagne, come mamme e come mogli perché questa è una lotta esemplare per tutti. Perché quello che succederà nelle fabbriche Fiat ricadrà sulle nostre famiglie sui nostri figli e, se sconfitti i lavoratori, con il governo Monti (come per i pen-

sionati) ricadrà sui lavoratori del pubblico e del privato, sulle loro famiglie e sull’intera società. Ma veramente oggi c’è chi può ancora credere e rivendicare gli investimenti di Marchionne se non quanti, con l’approssimarsi della campagna elettorale, sono interessati solo a creare nuove illusioni? Noi che a Pomigliano già subimmo le prediche anche dai pulpiti delle chiese che, in uno con politici e sindacalisti, magnificarono la Fiat per il suo “piano di investimenti e sviluppo” VOGLIAMO GRIDARE A TUTTI CHE LA FIAT IN ITALIA NON C’È PIU’ e che con quest’andazzo a breve i pochi presidi esistenti non assicureranno più lavoro nemmeno per una piccola parte degli operai. Ed oggi lo diciamo con forza e prima dell’annunciato disastro industriale e sociale, anche perché dopo sarà troppo tardi: la Fiat deve restituire un centinaio di miliardi di euro di finanziamenti pubblici ad oggi incassati ed usati in danno sociale e per interesse privato e restituire al pubblico le fabbriche tutte già abbondantemente strapagate dalla collettività.

Comitato Mogli Operai Pomigliano

Il mondo è delle prostitute La chiamavo la signora; le telefonavo tutti i giorni, la imploravo di venire da me, la pregavo di farsi amare. Semplicemente l’adoravo, cancellava all’istante i brutti momenti della mia vita. Cercavo protezione. Ma poi qualcosa si è rotto, qualcosa si è rotto dentro, e si è come spezzato in due, lasciando visibile una cicatrice che non mi abbandonerà mai piu, quella stessa cicatrice che ha scavato nel mio petto un solco così profondo e frastagliato (come un arido canyon) da crepare il cuore a tal punto da starne quasi per morire. Allora ho cominciato a riscrivere, su tutto, compreso su quella signora che finalmente mi ero scrollato di dosso, come una tigre ferita ancora pazza di sangue e dolore: quella signora che ancora si affacciava, così bruna ed esotica, tra le nuvolette dei miei sogni in bianco e nero. È una cosa che ho sentito dentro; bisogna sentire qualcosa che si strappa, che lacera quel legame che ti tiene avvinghiato alle sue voluttuose cosce strette dal nylon. La signora ha provato ancora a stringermi al suo petto: vuole l’ultimo bacio, il bacio dell’addio, quel bacio che non è mai stato l’ultimo; quel bacio scolpito tra le sue labbra velenose, che troppe bocche hanno toccato.

Miky


18 dicembre 2012: Giornata d’azione globale

MIGRARE PER VIVERE! FERMIAMO LA STRAGE! Migrare è una scelta per la vita: per sfuggire alla Tra gli Stati Uniti e il Messico è stata costruita una miseria o alla guerra, per costruire un futuro per sé e barriera di separazione di oltre mille chilometri, lungo la quale hanno perso la vita migliaia di per i propri famigliari. migranti. Ma ancor prima di raggiungere quel muro Tuttavia, purtroppo, attraversare le frontiere, terredella vergogna, migliaia di uomini e donne sono stri o marittime, vuol dire spesso vivere situazioni scomparsi lungo il tragitto percorso da un vecchio pericolose e rischiare la vita. Le rotte migratorie nel mondo sono punteggiate di fosse comuni e di tombe. Sono anche luoghi in cui migliaia di persone scompaiono nel nulla ogni anno, lasciando i loro famigliari nell’angoscia dell’incertezza. Succede al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, lungo le piste del Sahara, a Ceuta e Melilla, verso e all’interno della Cina, nel Mare Mediterraneo. Ma anche lungo le frontiere che ancora separano l’Europa orientale da quella occidentale e quelle che dividono i paesi dell’America meridionale.

migranti”. Il Mar Mediterraneo, frontiera naturale tra l’Europa e il Maghreb, antico luogo di incontro tra i popoli, è ora un cimitero marino. Il naufragio delle cosiddette “carrette del mare” è diventato la normalità, addirittura sotto gli occhi delle pattuglie della Nato. Negli ultimi 20 anni sono almeno 20 mila le persone che hanno trovato la morte nel Mare Mediterraneo. E di molti altre non si hanno notizie. Queste politiche di morte, messe in atto dai paesi ricchi e agite tramite strategie di respingimento e di chiusura delle frontiere, si traducono in una feroce caccia ed sterminio della gente in movimento. È una strage quotidiana che molte associazioni e reti nel mondo da diversi anni denunciano. Ma la gravità della situazione ci impone oggi unire i nostri sforzi!

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L o scorso anno, in quella stessa data, diverse organizzazioni e reti si sono messe insieme per realizzare la prima giornata d’azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti. Vorremo che questo 18 dicembre 2012 si trasformi nuovamente in uno spazio unitario che amplifichi le voci di tutti coloro che dicono “MIGRARE È VITA! FERMIAMO LA STRAGE”. Una giornata per contrastare le strutture e le politiche anti-immigrati degli Stati, i primi responsabili di questa tragedia. Una giornata per affermare il diritto a migrare e a non migrare, il diritto a stabilirsi e a non essere sfollato forzatamente e alla libertà di circolazione. Una giornata un cui ricordare che gli uomini e le donne morti nelle rotte migratorie avevano invece scelto la vita e sognavano un mondo migliore per se e per i propri cari. Una giornata in cui esigere notizie certe sulla migliaia di migranti scomparsi in queste stesse rotte. Una giornata per affermare che finché c’è un migrante scomparso, ci sarà una madre, un padre, una sorella, un amico, una compagna che lo cercheranno.

treno noto col sinistro nome de “La Bestia”. I rapporti Due luoghi, distanti geograficamente tra di loro, delle organizzazioni di difesa dei diritti umani in Urge restituire la dimensione globale dell’eccidio che Messico e a livello internazionale stimano che alme- si sta consumando lungo le frontiere di tutto il esemplificano questa drammatica situazione. no 60 mila persone sono scomparse in transito in mondo. Urge che i popoli e i lavoratori del mondo, Messico da quan- dei paesi di origine, di transito e di destinazione alzido questo paese no le loro voci contro questa strage in atto. ha iniziato la “guerra contro il Per questo proponiamo, in occasione del prossimo 18 crimine organiz- dicembre 2012, di far convergere tutte le iniziative e zato” nel 2006. Si le campagne che diverse reti e organizzazioni a liveldice che “il lo internazionale e locale stanno già realizzando su questa drammatica vicenda e in generale per la difeEletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di Messico è un di sa dei diritti umani dei migranti, rifugiati ed sfollati. VIVI SONO PARTITI, VIVI LI VOGLIAMO! persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per cimitero me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola? Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che PONTEDERA (PISA), 12 NOV - Il sindaco avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne di Pontedera, Simone Millozzi ha forsono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è malmente presentato un espostosempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare denuncia alla polizia contro Forza restituisce. Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere Nuova, i cui militanti sono stati protacontagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che gonisti di un’irruzione al Teatro Era ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad sabato scorso mentre era in corso la una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. consegna dei certificato di cittadinanza onoraria a 603 bambini nati in Italia da famiglie straniere. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri ‘’Si è trattato di un gesto di una gravità inaudita’’, ha detto il sindaco - Invito tutte le amministraquesto tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterzioni comunali della provincia a svolgere iniziativa analoga a quella che abbiamo fatto a Pontedera rente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possisabato scorso dimostrando così la forza del tessuto democratico di questo territorio’’. Il Comune di bilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa Pontedera terrà un consiglio comunale aperto, Giusi Nicolini motivo di vergogna e disonore. mercoledì prossimo, per discutere di quanto In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico accaduto. In una nota il presidente della motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, ha scritto che che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 ‘’non potevano scegliere palcoscenico migliore miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto per dimostrare a tutti la propria inciviltà, ignoaccorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha ranza e arretratezza culturale, ponendosi così regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motodefinitivamente fuori dal consesso di un territovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherio che consapevolmente e concretamente sta recci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche. costruendo una società inclusiva e coesa. La Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze prepoconsegna dell’attestato, che la Provincia di Pisa ste al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste perha promosso già nel marzo scorso è un gesto sone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti simbolico per testimoniare l’importanza di sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo superare l’attuale iter burocratico, lungo e torogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come tuoso, di conferimento della cittadinanza a perse fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza. sone nate in Italia’’. (ANSA).

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa

CERIMONIE FIGLI IMMIGRATI: SINDACO PONTEDERA DENUNCIA FORZA NUOVA

Giusi Nicolini


153 - dicembre 2012 pagina 14

Il doppio volto di Firenze

(...e l’arte contemporanea)

Ho visto Pistoletto che interpreta simbolicamente la realtà circostante e quello che pensa. Come la statua nel piazzale di porta romana è dalla mente dell’arte antica

che nasce l’arte nuova; come dalla mente di Giove, anzi dal senno di Giove nasce Minerva. Quindi non è vista come una stacco, o una rivoluzione ma come una continuità. Pensando al titolo “Dietro fronte” forse fa pensare, come il David di Michelangelo che lottava contro Golia, simbolo della libertà repubblicana, a una figura simbolo che protegge le mura di Firenze contro i malintenzionati. Per quanto riguarda l’artista contemporaneo Botero, le sue figure grasse e opulente possono far pensare a chi pensa solo a mangiare e se ne infischia

degli altri. A Sandro chiedo: Che cosa pensa da fiorentino dell’arte contemporanea abitando nella città del Rinascimento? Ognuno ha il suo linguaggio il suo modo di esprimersi e il suo modo di vedere le cose, nessuno può dire che un artista Ë brutto o bello, del resto ognuno di noi è diverso dagli altri ... Come mai l’arte contemporanea spesso Ë difficile da capirsi rispetto a quella anticha? Mi chiamo Luca sono tanti anni che vivo a Firenze e l’unico episodio di interazione tra antico e nuovo ben riuscito penso che sia il “Naso” di Clet (artista della Normandia) appoggiato sul torri-

no San Niccolò. L’arte contemporanea spesso non si vuole far capire forse per lasciare un alone di mistero. Nonostante la bellezza della città di Firenze, c’è un forte contrasto con i malanni della città. Non me lo so spiegare ma quando alzo lo sguardo verso la cupola del Brunelleschi mi sento bene, ma quando abbasso lo sguardo e vedo gente malconcia mi rattristo. Forse le cose non vanno poi così tanto bene. Come il sudiciume e degrado che spesso si vede a giro ...

Alessandro e Luca Firenze 14/11/2012

La grande contraddizione Cari lettori, vi vorrei aprire gli occhi, su una cosa che a me sbalordisce!! Obama si è ricandidato, ed ha rivinto. Ma lui non era quello che è andato in Africa, aveva indossato i vestiti degli africani dicendo: “Questa è la mia famiglia”??? E poi porta avanti la contraddizione che sta facendo guerra all’Afghanistan e a quelli di colore come lui che magari non hanno cibo e non hanno acqua, ma hanno tanto petrolio!!! Ecco chi è Obama.

Isabella Antoniozzi

Tu girovago incostante mi domandi chi io sono Io sono quello che alla fine del mare cerchi di riuscire a scovare L’illusione che un potente amore ha timore di possedere La speranza che l’anima va sospirando mentre lascia il corpo inerme a tacere Io sono quel briciolo di pane che tanti uomini ucciderebbero per assaporare E tanti altri lascerebbero andare a male Io sono il sogno che per un batter di ciglia ti piace respirare E un attimo dopo ti fa paura da morire. Adesso guardami - o crederai di non avermi mai potuto udire né toccare. Io sono l’infinito Ed adesso stammi ad ascoltare. Camilla Piari

Il Prometeo liberato Sempre mi frantumano per la gelosia di Era per opera dei Titani sempre Rea mi ricompone ma porto ferite e lacerazioni per le passate frantumazioni dolore tragico intenso ma anche gioia immensa quando mi ricompongo ritorno all’unità dell’uno nel tutto armonico, in musica tragica Francesco Cirigliano

I due cigni

Un cigno dice ad un altro collega cigno: Se stai così potresti cadere, tirati su, che aspetti! L’avventura iniziò un giorno con il tempo nuvoloso, il cigno sentì bisbigliare: Il lago è per i paurosi, soltanto i più coraggiosi si spingono fino al mare e ad un tratto scoppiò un incendio, il cigno aiutò l’altro Aspetto buttandosi per ripararlo Iesce il sole dalla fiamme e disse: Iesce o sole. Bisogna raggiungere il mare, Iesce l’alba, là c’è la salvezza, nella notte voliamo più alto delle nuvole sì, per non farci notare dai cacciatori, il cielo ma un cacciatore si squarcia però colpì si dissolve quel blu uno dei due cigni evanescente, all’ala sinistra. e fra poco nascerà Era una brutta ferita il sole. che non permetteva al cigno più di volare, La vita che avara, allora l’altro cigno ci conduce. gli disse: Ricordandoci Che si sarebbe il nostro dolore, preso cura ci commuove. di lui e della sua ferita. Ma io ti aspetto Quindi i due cigni o sole. non raggiunsero mai il mare Come gazzella e finirono per invecchiare intenta a bere insieme alle trote al ruscello. e ai gamberi del lago. Io mi domando Ora i due cigni ormai vecchi se mi riuscirà si rincorrono a vicenda creare mai qualcosa e poi ridono di così meraviglioso. a più non posso. Certo non hanno mai raggiunto Aspetto il mare Iesce o sole. ma sono diventati sicuramente dei buoni amici... Luca Mori Sisina


Le persone

1° ATTO

albero, e con greve distacco ho cominciato ad osservare le persone che, come piccole e confuse chiazze colorate, mi passavano davanti. Le persone. Sostanzialmente per le persone esiste soltanto una vita, la propria. Tutte le altre vite germogliano in universi troppo … Pensavo ai Natali distanti, troppo proprio questo Natale insignificanti o un pò prima di andare troppo patetici A quell’ora … per essere al nodo in gola… presi in consi…Dalla finestra di una capanna sulla montagna … derazione, e “Ma è neve in scendo che sto nel vedendo … vengono sistePer Bacco! ci risiamo un altro Natale … uffa che barba! maticamente …È come a quei altri ... già quassù venuti e andati nei anni passati … cancellate dal Non vedo Babbo … nemmeno lo sacco … il carbone manco … loro sistema Fossero matti!!” solare, come se Ma sì che non me la prendo … anche senza di loro mica sono da solo … in effetti un Per tutto l’inverno come nei tutti … c’è l’amico freddo e fuoco spento … enorme buco Di nuovo quel soffio … lo sento fischiare … al fischio forte! … nero le avesse cercando un entro tra le buche di porte … ancora quel vento con quell’alito ghiaccio afferrate e spa“Ma chi se ne frega!! lascia che entri! ho trovato un riparo e anche uno scaldo rate via dalla tra quel mantello di straccio. loro esistenza. Ora lo prendo … me lo ficco addosso lo stringo per stretto …e per seduto Non hanno la mi siedo sullo sgabello di tronco legno …” benchè minima Perché sul mio letto … di cartone imbottito … al cuscino di crino … c’è consapevolezancora quel fiocco un po’ bianco … dopo quel salto dal tetto del vecchio marcio … za di quello che gli succede “Mamma mia! … si è già fatta mezza questa lunga notte vestita da festa … attorno. ma questo mio sonno non prende il suo dormo … non ha più sonno … Le persone colpa del penso … che sempre pensa … a quel nullo di mangio … tendono semche non ha mai nulla … per vuoto pancio”. pre a restringeCosì non dormo e sto sveglio … così per meglio brindo il veglio … al cin cin e clin clin re i propri orizal bicchier rubinetto … zonti; il sole Ma sento quel peso qui sul mio petto è di quel … stufo stanco! pieno di rabbio nasce e traper quel tutto nel manco … e per le qualità di quel vero devo essere sincero … monta dietro il non più ce la faccio! … di questi Natali di rabbia … di quel barba bianca picchiettato dal sorriso di larga e di scoppia pancia … profilo di un naso. Ma ora …. Io dico BASTA!! perché ho già deciso … non più lo bado! Vi faccio degli lo lascio nel perdo che lo lasci stare in lascio di fare quel che gli pare! esempi. Aspetto l’alba … ecco che arriva …con luce grigia … mi alzo per esco e fuori esco … e per ultima volta sbatto sta porta! in quel gelido gelo … allaccio mantello sui torci del collo … e scaldo ste dita al bocca soffio ad un lento avvio … ai lenti del passo di un soffiato cammino vado avviato … vado dall’albero e sono arrivato ... e in sforzato sorriso … per vedo lo guardo al tiro di sguardo … per giù e su e con grinta tenacia! … lo rampico in salgo e su salgo per cima in alto … e qui su stando su questo alto … allungo braccio che mi penda sta corda sull’ultimo ramo … Giunta è l’ora!! …

Devo ricredermi. Le persone, a modo loro, sanno essere anche divertenti. Prendi oggi. Oggi sono andato al parco, mi sono accomodato su una tetra e sboccata panchina, interamente circoncisa dal ristretto giardino d’ombra di un vecchio

153 - dicembre 2012 pagina 15 Avete presente quando piove, e magari s i e t e s e n z a ombrello? Il nostro cervello ci suggerisce che, in questo caso, sarebbe meglio camminare protetti dai cornicioni delle case, quindi rasenti il muro, se non vogliamo buscarci una broncopolmonite. Bene. E avete presente quando poi, magari nella stessa circostanza, vi ritrovate sgomenti ad osservare enormi ombrelli neri che avanzano, proprio davanti a voi, venendovi incontro sotto lo stesso cornicione? TU pensi che la persona, siccome è dotata di ombrello, si sposti e conceda a te, quello senza ombrello, di rimanere dove è, protetto dal cornicione .... ma non funziona così. TU non esisti, il tizio con l’ombrello neanche ti vede, ti devi spostare, e anche alla svelta, se non vuoi ritrovarti con un ombrello al posto della faccia. Una zanzara avrebbe causato piu attenzione di te. Almeno a lei sarebbe rimasta la soddisfazione di essere stata notata. E che dire, poi, di quelle persone che escono all’improvviso dai negozi, e come proiettili impazziti si catapultano in strada, gracchiando come scimmie, e avanzando imperterrite come bulldozer? Per l’appunto, in quel preciso istante, stai passando proprio tu, e anche stavolta, se non riesci a smaterializzarti alla svelta, vieni travolto, spazzato via,

Un pò prima di andare a quel L’ORA … al nodo in gola … ma che ora vado al coraggio … di una paura senza … per mano BUON NATALE! Sergio Bertero … il piccolo poeta delle grandi strade “A volte penso e mi domando, ma chissà perché in questa nostra maniera e con tutta questa roba si festeggia in questo giorno per quel giorno che a noi venne in questo mondo UN GRANDE e RICCO SIGNORE! ma tramite una stalla, quando si poteva comprare il cielo, ma non lo ha fatto perché pensava che qualcuno quaggiù con lo sguardo lassù potrebbe averne un pò di bisogno. … Di nuovo, Buon Natale e felice capodanno

Michele Giardiello

Ideale e coerenza

Però che strano … sto così nel pensando … e penso … ma … ma ai Natali si nasce … ai Natali pensavo. Sì li pensavo! proprio questo Natale sull’altura di questo ramo di questo albero di questo Natale …

sospinto sulla strada trafficata e schiacciato come un insetto. La reazione che ti affretti ad osservare sul volto di queste persone? Zero. Niente di niente. Neanche si sono accorti di te. Cerchi di balbettare qualcosa, ti aspetti un mimino di comprensione dai passanti, ti agiti, cerchi di farti notare, la tua voce deve per forza di cose arrivare alle loro orecchie; insomma, dovranno pur captarti in qualche maniera, altrimenti come farebbero a comunicare tra loro? Ma niente. Sono già lontane; riesci solo a seguire ancora gli strascichi della loro animata conversazione, e cioè l’ esatto proseguimento di quello che stavano dicendo al momento della loro irruzione sul marciapiede. Ancora incredulo, improvvisamente ti rendi conto che non hanno interrotto il loro ciarlare neanche per una frazione di secondo. Sei stato totalmente cancellato, fatto sparire dal loro piano di esistenza, trasferito in un’ altra dimensione. Di esempi ne potrei fare molti altri, ma a che scopo se ormai sono solo il ricordo di un ombrello nero, spinto dal vento sulla strada e travolto dalle auto in corsa?

È una preghiera vera e propria questa mia, ma ascoltatemi! Cari potenti del mondo, quest’anno sotto l’albero mettiamoci un pò di pace per tutti. Non mettiamo carri armati Non mettiamo F35 Non mettiamo guerra È Natale; a dei bisognosi basterebbe un pò di pane e certo i soldini non sono tantini, ma qualcosa per i bambini Ma il Natale ci dà sempre quell’atmosfera sincera di fare un qualcosa per l’altro e vedrete che questo sarà il periodo più fecondo, fecondo per l’unità di tutti noi e che quest’unità ci darà armonia. Se siamo tutti uniti con questa armonia sarà il Natale della magia. E pensare che voleva essere solo una poesia!

Vedo e ammiro persone che nonostante le sconfitte e delusioni vanno inesorabilmente avanti li illumina la luce di Apollo la fede nell’ideale gli dà forza. Un ideale dà gran forza per tutta una lunga vita poiché l’essere trova in esso la cagione lo scopo di vivere intensamente perché si vive per davvero solo per un ideale, illuminati da un Dio e non importa il tempo, né il quando e il quanto la meta dell’ideale non si vede ma Egli è sempre presente, nel presente e nel futuro un ideale è divino, il divino è senza tempo. Ma il mio ideale è morto l’ha ucciso la lunga, forte angoscia poiché non ero abbastanza forte l’angoscia assassina mi ha travolto.

Isabella Antoniozzi

Francesco Cirigliano

Sotto l’albero


Care the People Onlus dieci anni insieme Care the People è una Associazione no profit a carattere internazionale che nasce di dall’esperienza cooperazione internazionale e volontariato in ambito sociosanitario del Dr. Enzo Falcone.

L’associazione annovera medici, operatori sanitari e sociali ed è aperta alle altre professioni e a tutti coloro che siano utili alla sua missione.

L’associazione non ha fini di lucro e si propone di perseguire obiettivi di solidarietà sociale, nel rispetto dei principi di eguaglianza tra persone di ogni razza, nazionalità, religione e sesso, mediante lo svolgimento di attività volte:

Care the People potrà operare fino a che esisterà una base di cittadini solidali che ne condivide lo spirito e gli obiettivi.

Vari progetti, svolti in Guinea, Laos e Vietnam a partire dagli anni Ottanta, hanno permesso di promuovere attività tese al miglioramento delle condizioni di vita di alcune comunità locali. Attualmente operiamo in VIETNAM nella città di Da Nang.

Care the People non ha contiguità politiche: mantiene così una reale autonomia e indipendenza da ogni condizionamento.

A tutti chiediamo il rispetto dei principi ispiratori del • all’assistenza socio sanitaria nei confronti di chi si nostro Statuto e la Carta dei Principi. trova in condizioni di disagio e/o svantaggio; Anche Chiara, la figlia di Enzo e Tam, aiuta Care the • all’istruzione e alla formazione, con particolare People. attenzione ai bambini e alle donne. Chiara canta e suona con un discreto successo. È stata L’associazione vuole contribuire a costruire un MOD- notata in diverse sedi ed ha già partecipato a diversi ELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE, che garantisca a tutti spettacoli. la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali, attraverso una ridistribuzione delle ricchezze, un Da anni Care the People ha sostenuto iniziative a minor dispendio di risorse e un maggior rispetto per favore delle vittime della diossina a partire da quando Enzo ha lanciato un appello a questo proposito nel la natura. 2005 ad Hanoi fino ad oggi. Per questo si impegna a praticare un consumo Chiara é stata scelta per cantare durante alcune responsabile e a promuovere esperienze di economia tappe di una marcia da Hanoi a Saigon per sensibilizsolidale. zare l'opinione pubblica e internazionale al problema. L'iniziativa si chiama green journey. L’associazione vive la DIMENSIONE COMUNITARIA: Chiara ha usato la sua voce ed il suo talento per raccogliere fondi per l’associazione umanitaria Care the . nei rapporti interni, realizzando un clima di parteci- People, fondata e gestita dai suoi genitori Tam ed pazione, fiducia, dialogo, amicizia; Enzo Falcone. È stata invitata ad importanti manifestazioni, per . nei rapporti esterni, favorendo un’apertura ed una onorare l’impegno sociale Vietnamita per le vittime collaborazione nei confronti di tutti gli uomini, movi- della diossina ed in eventi socio-culturali, che si sono menti, associazioni di buona volontà tenuti in varie città vietnamite. Chiara suona anche molto bene il violino e si è già esibita in vari teatri. Mentre Chiara usa la canzone per narrare l’Italia e il Vietnam, suo fratello Francesco preferisce il disegno e la pittura. Di seguito alcuni dei progetti realizzati da Care the People che potete sostenere.

assistenza medica, nutrizionale, educativa, nonché a promuovere la loro dignità, fornendo uno spazio in cui possono vivere, sviluppare attività di istruzione e formazione professionale, promuovere il loro diritto allo sviluppo sociale ed umano. “Fammi andare a scuola” è destinato al sostegno economico di bambini poveri della città di Da Nang, per garantire loro il diritto di terminare la scuola dell'obbligo e di ricevere una formazione professionale corretta. “Posso avere anche io un dottore?” A partire dalle competenze ottenute nell'ambito della cooperazione sociosanitaria internazionale di alcuni dei suoi soci fondatori, ha come obiettivo, d'intesa con le autorità locali, lo sviluppo di strutture sanitarie in Vietnam. Tale regione infatti paga ancora gli effetti della guerra che ha sconvolto il Paese per circa vent'anni. “C’è lavoro per me?” È rivolto a donne in condizioni economiche particolarmente disagiate della regione di Da Nang, con il fine di offrire nuove opportunità di lavoro, attraverso l'organizzazione di corsi di formazione professionale, la costituzione di cooperative di lavoro, l'erogazione di microcrediti per avviare attività produttive in proprio. Microcredito: L'obiettivo di questa iniziativa è di sostenere e soddisfare, tramite un fondo che abbiamo creato, le richieste di famiglie in particolari condizioni di povertà che si rivolgono a noi domandando una piccola somma per aprire un'attività in proprio. Casa Amica: Ogni anno il Vietnam viene colpito da tifoni e uragani che provocano molti disastri soprattutto alle case che vengono letteralmente spazzate via. Vorremmo creare un fondo di solidarietà per tutte le vittime di questi terribili eventi naturali incontrollabili. COSTO PER OGNI CASA: 3.000 EURO.

finanziario : banche, risparmi e credito, etc), dandoli così l'opportunità di aumentare il loro reddito e la loro indipendenza finanziaria; Aumentare il loro potere nella società e di conseguenza la loro autostima così che possano difendere i loro diritti; Ridurne le ineguaglianze; tramite il sostegno di una cooperativa tessile denominata CoopThePeople. Care the People Onlus SEDE ITALIA Via Monreale 15 - 20148 Milano - Italia Tel. +39.024035838 info@carethepeople.it www.carethepeople.it www.carethepeopleonlus.org Care the People SEDE VIETNAM 190 Nguyen Cong Tru St. - Danang - Vietnam Tel. +84.0511.3831464 Mob. +84.0905.059559 Mob. +84.0905.061239 msfnt@dng.vnn.vn

“Coop the people” Questo progetto, diretto in particolare a donne giovani diversamente abili, ha come obiettivi di: Migliorarne le condizione di vita, Migliorare il loro accesso al credito (siccome sono spesso esclusi dal settore

La Casa del Sorriso non è solo una costruzione ma un progetto di assistenza per garantire a bambini e ragazzi poveri in particolari condizioni di disagio o difficoltà i loro diritti alla salute, all'alimentazione e all'istruzione. Il progetto "Casa del Sorriso" vuole offrire loro un'esperienza di sicurezza di Bambini, è Natale! vita e di crescita culturale ed è cosa vi è insegnato dai grandi su questa festa? stato inserito nelle azioni di sostegno a distanza. Vi dicono che Gesù Bambino era un essere umano che voleva insegnarci ad essere più giusti?

È Natale, bambini

Il progetto "Green House" è volto a contribuire allo sviluppo a lungo termine, a sostenere le donne svantaggiate attraverso

Vi dicono che questa è una festa per tenere sveglio questo insegnamento datoci da Gesù Bambino? No, non è questo che viene detto a voi, ma bensì che è una festa per mangiare di più, che è un’ennesima occasione per avere in regalo cose che dopo un paio di giorni non vi interessano più. Enzo Casale


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