fuori binario 154 gennaio/febbraio

Page 1

UTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 154 GENNAIO /FEBBRAIO 2013 - OFFERTA LIB

- WWW.FUORI ERA

E DI STRADA A NAL

FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 1

ARIO.ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COmmA 20/CL 662/96-FIRENZE - GIOR BIN sfrattati per morosità

ari esodati e prec Maggio Musical e Nella situazione attuale, a margine di nuove elezioni, sono tante le parole che i politici spendono per risultare migliori, i più bravi a sistemare le cose. Tra tutti i bla bla non si cercano volutamente soluzioni alla realtà che coinvolge i lavoratori: perdita del lavoro,

ATAF disoccupati

ILVA disoccupazione, lavoro precario, posti a rischio, l’incertezza del futuro, sono cose di cui non parlare apertamente. Tutto è concentrato sull’uscita dalla crisi economica come se fosse fine a se stessa. Purtroppo siamo in prima persona a

Richard-Ginori giovani disoccup ati 37%

EDISON farne parte, a pagare le conseguenze delle malgestioni di questi ultimi anni, a scoprire che, come è già accaduto, ci fidiamo sempre di chi poi peggiora le cose. Nelle pagine interne inserto sul lavoro

Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 2

PER NON PERDERSI CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani, 443 Tel. 055 453580 C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39 - orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 055 4630876, associazioneciao@gmail.com. CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17, mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar. e gio. ore 9-12 per gli italiani.

Mosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti

PAGINA 2 BAGNI E DOCCE

CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - Via Baracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferiBAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482. mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta). PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. al OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441 Pignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643. PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052. AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart. COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718. a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono. C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Accoglienza CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dal Tossicodipendenti senza tetto). lun. al ven. ore 15-18,30.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore 16-19; ven: ore 9-11. CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.

CENTRI ACCOGLIENZA FEMMINILI

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150. SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “il SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri Via A. Corelli 91- Tel. 055 4223727. Progresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30. CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S. CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento, 187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) Lorenzo - Tel. 055 291516. + spuntino serale. colazione CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel. PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel. 055 677154 - Lun-sab ore 9-12. ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635 055 294093 - donne extracomunitarie. - ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30. CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar. ore 10 -12. TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 1518 allo 055 2344766.

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11r Tel./fax 2466833. SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823. Collegamento interventi prostituzione. CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r Tel.fax 055/667604.

CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S. Lorenzo - Tel. 055 291516.

PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza a bassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 055 6582000 - email: aperte@tin.it CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione di vestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza Santi Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto, max 10 persone per giorno.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150. GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533. Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPOSITO BAGAGLI ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS

MENSE - VITTO MENSA CARITAS: Via Santa Caterina d'Alessandria,11. MENSA S. FRANCESCO: (pranzo, più possibilità doccia) P.zza SS. Annunziata - Tel. 055 282263. ARCA DI SAN ZANOBI: (locali suore Carmelitane parrocchia Santa Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 055 741383 - ore 18-20. MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoni in Via dei Pucci, 2) MENSA ROVEZZANO: Via Aretina, 463.

CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21a Tel. 055/2298922. ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donne straniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326

CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi di lingua italiana).

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3. C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’Altro Diritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’ Greci, 3 Firenze. E-mail adir@tsd.unifi.it

CENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 055 2480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici).

S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 - donne extracomunitarie con bambini.

GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven. ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterina d’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491. L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze. Tel./fax 055 2479013.

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE

ASSISTENZA MEDICA CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven. ore 15-19. AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 Ven. 8 - 10. PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogate dalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112, dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.

via G. Pietri n.1 ang. via Baracca 150/E, Tel. 055 301052 deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro 10 - 14.30.

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro" DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico Guarino CAPo REDATToRE: Roberto Pelozzi CooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia Passigli GRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone, Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, Dimitri Di Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich, Stefano Galdiero. CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta Di Pietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor. STAmPA: Nuova Cesat - Firenze ------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro - Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (informazioni: CARITAS Tel. 4630465).

“Periferie al Centro onlus” Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa di San ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 Gervasio. orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta accoPARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel glienza. 055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì matSUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle tina; vestiario e docce mercoledì mattina.

email: sito: skype:

redazione@fuoribinario.org www.fuoribinario.org redazione.fuoribinario


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 3

PAGINA 3

LA BACHECA DI FUORI BINARIO

REDAZIONE APERTA SECONDO APPUNTAMENTO

“Racconti senza fissa dimora”

8 MARZO UNA GIORNATA DEDICATA ALLE DONNE DA COSTRUIRE INSIEME

È possibile sopravvivere a quei cambiamenti più o meno traumatici che nel nostro dizionario esistenziale comunemente cataloghiamo alla voce crisi? Come si convive poi con gli stress provocati da scelte nostre o altrui, seguite spesso da conseguenze imprevedibili, che fanno fatalmente, a volte frettolosamente, rimpiangere quando si stava peggio?

Via del Leone 76 - dalle 11 fino a sera Info: fuoribinarioblog@gmail.com Rossella - 333 4565423

Queste sono solo alcune delle suggestioni narrative evocate dal tema scelto per la prima edizione del concorso letterario “Racconti senza fissa dimora” ed appunto intitolato “Stavo meglio quando stavo peggio? Sopravvivere alle crisi”.

Incontrarsi per stare faccia-a-faccia Per affermare qualcosa di sé Per creare un lavoro artistico in comune Per raccontare, per condividere quello che ci frulla in testa Regaliamoci storie… poesia arte musica, deliri notturni e sogni diurni, foto collages disegni, diari di viaggio da paesi lontani o dal nostro quartiere, memorie e progetti, urla pianti sospiri risate, inni al sole e ululati alla luna, i nostri sì e i nostri no… per creare un lavoro artistico in comune, per ascoltare la storia di un'altra per non delegare la propria voce per esprimere voci diverse...

Organizzato dal Centro Animazione Culturale “Antonio Aristide” di Potenza, in collaborazione con il Gruppo Volontariato “Solidarietà”, il concorso è rivolto a tutti quelli che hanno una storia di crisi, di cambiamento, da raccontare, non importa se autobiografica o inventata di sana pianta. Gli autori che intendono dire la loro potranno farlo gratuitamente inviando un racconto inedito di lunghezza non superiore alle venti cartelle entro e non oltre il 28 febbraio 2013 utilizzando l’indirizzo di posta elettronica raccontisenzafissadimora@yahoo.it. Le opere in concorso saranno valutate in maniera anonima da una giuria popolare. La proclamazione del vincitore avrà luogo nel corso di una serata inserita nel programma della XXIX edizione del “Quartiere in Festa”, manifestazione che si svolge ogni anno a Potenza durante l’ultima settimana di giugno. Per i primi tre classificati sono previsti premi in denaro ed attestati di merito più tutto ciò che la generosità degli sponsor consentirà…

Dal fuori verso il dentro, dal piccolo sempre più verso il grande Un nuovo ciclo di MORMODOU una terapia popolare a rifiuti zero. Per coltivare il proprio giardino interiore, con costante consapevolezza e senza strappare le erbacce. Da “una roba per disorientati” , “al trucco della candela”:

: 9 incontri settimanali, sulle orme di Tiziano Terzani.

“Il grande progresso materiale non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi forse da questo punto di vista l’uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l’idea che l’uomo, coscientemente, inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente. Quella mente finora impegnata prevalentemente a conoscere ed impossessarsi del mondo esterno, come se quello fosse la sola fonte della nostra struggente felicità, dovrebbe rivolgersi anche all’esplorazione del mondo interno, alla conoscenza di sé.” T.Terzani,Lettere contro la guerra.

nella sede di FUORI BINARIO, giornale di strada dei senza dimora, in via del Leone 76, Firenze Ogni mercoledi a partire dal 06.02.2013 , dalle 18 alle 20, Si raccomanda la puntualità! Gli incontri saranno condotti da Gian Luca Garetti, medico e psicoterapeuta Il costo simbolico dell’intero ciclo è di 50 euro da devolvere all’Associazione Fuori binario

PER ADESIONI: mandare email a: gianluca.garetti@alice.it o telefonare al 3348668064 o lasciare messaggio al 0553427368

Gli ultimi tre incontri saranno dedicati ad una esperienza di danzamovimentoterapia insieme a Manuela Giugni iscritta al Registro Professionale Nazionale dei Danzamovimentoterapeuti Italiani (APID) e al C.I.D (Centro Internazionale Danza), manuela.giugni@gmail.com “Invece che cercare le medicine per le malattie, cerchiamo di vivere in maniera che le malattie non insorgano”. T. TERZANI, Un altro giro di giostra.

RESTIAMO UMANI


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 4

DENTRO LA GABBIA

PAGINA 4

OPG Montelupo in attesa della chiusura Il 23 novembre 2012, la senatrice dei Radicali Donatella Poretti e il dr. Cesare Bondioli, Responsabile carceri e opg di Psichiatria Democratica, hanno effettuato una visita all’Opg di Montelupo Fiorentino. Nelle more della chiusura di queste strutture - che per legge è prevista per il prossimo marzo - abbiamo potuto constatare che finalmente dopo un anno dalla fine dei lavori, e dopo una serie di problemi burocratici e pratici la consegna all’uso dei locali è stata data lo scorso 13 settembre, ora le nuove celle sono agibili e occupate dagli internati. Stamani erano presenti 105 internati (15 piano terra - Pesa -, 46 al primo piano e 44 al secondo. Il primo e secondo piano sono così tornati alla loro origine per metà vecchie (del 2007) e per metà nuove (primo piano aperto il 30 ottobre e il secondo sabato scorso). Le nuove celle (con soffitti a cassettone e simil cotto al pavimento) e i nuovi spazi comuni sono una buona notizia e una realtà dignitosa contro il degrado della parte più vecchia che se al piano terra ha infiltrazioni di acqua

e muffa, anche nei piani a salire mostra tutta la necessità di interventi di ripulitura. Purtroppo la carenza dei fondi per il mantenimento e la gestione ordinaria è alla base di una sporcizia e del conseguente degrado delle celle vecchie, ma già inizia ad apparire anche in quelle nuove. Le pulizie sono (non) fatte dagli internati...Va inoltre sottolineato che gli arredi sono rimasti quelli recuperati dalle vecchie celle e sono totalmente inadeguati e in pessime condizioni, il che aggrava il senso di degrado complessivo della struttura che nemmeno il recente restauro riesce a nascondere. Una sala colloqui nuova è pronta dall’estate ma senza l’autorizzazione delle opere pubbliche non può aprire, e altre problematiche minori si sono rilevate, ma la contraddizione del luogo di detenzione per persone che hanno bisogno di cure sanitarie è sempre più evidente. La struttura ormai ha assunto sempre più l’aspetto di un carcere a media sicurezza, dagli spazi esterni per l’aria ai blindati delle celle e dei sistemi di vigilanza. Una struttura in attesa di

Ventiduesima lettera di Buon Compleanno alla compagna di un uomo ombra Buon compleanno amore. Eccoti anche quest’anno la mia lettera di Buon compleanno. E con questa sono ventidue. Lo so! In tutto questo tempo non è stato facile starmi accanto. Eppure ci sei riuscita. E per tutti questi anni sei stata l’energia del mio cuore e dei miei pensieri. Buon compleanno amore. Lo so! È stato difficile amarmi. E lo hai fatto senza chiedere nulla in cambio. D’altronde un uomo ombra non può più dare nulla alla compagna che ama. Buon compleanno amore. In questi 22 anni mi hai fatto esistere grazie al tuo amore. E hai sempre sussurrato al mio cuore: -I sogni a forza di crederli diventano veri. Dopo tutto il tempo che è passato e con un fine pena nel 9999 è difficile crederlo ancora. Io non ci credo più, ma il mio cuore continua a crederci ancora. Buon compleanno amore. È stato facile amarti. Ti amavo ancora prima di conoscerti. Impossibile è stato smetterlo di farlo. E mai lo farò. Buon compleanno amore. Si può imprigionare un uomo per tutta la vita. E divorargli tutti i suoi sogni. Non si può però impedirgli di amare. Ed io ti amo. Buon compleanno amore. Carmelo Musumeci

Carcere Padova, 19 dicembre 2012

essere svuotata dagli internati che devono per lo più essere riassorbiti nei progetti dei loro territori con comunità o altre nuove strutture che la legge sta individuando. Da quanto sottolineato dagli operatori sanitari, in particolare, si è colto il disagio per la mancanza di iniziative concrete per la dimissione degli internati il 25% circa dei quali si trova in regime di proroga della misura di sicurezza (in qualche caso la proroga è stata rinnovata ripetutamente, anche per 23 volte!); in particolare il regime di proroga è particolarmente grave tra gli internati provenienti dalla Sardegna (11 proroghe su 28 internati) ma anche per le altre Regioni del bacino: per la Toscana (7 su 45), per la Liguria (7 su 20) e l’Umbria (2 su 7 internati di cui uno con 23 proroghe). Occorre quindi che i programmi di dimissione ricevano un nuovo impulso e che le Regioni competenti, attraverso i loro Dipartimenti di Salute Mentale, formulino i progetti terapeutico-riabilitativi in favore dei loro internati con date certe per la loro realizzazione.

Occorre altresì che le Regioni, che hanno richiesto il finanziamento per la realizzazione delle strutture sanitarie alternative all’opg, tanto più ora che è stato emanato il Regolamento con le loro caratteristiche strutturali, passino alla realizzazione delle strutture per cui hanno richiesto il finanziamento. Il rischio che, in assenza di un effettivo governo della fase di transizione, gli opg rimangano in funzione in attesa di una proroga (da tutti oramai data per scontata) dei termini per la loro chiusura va scongiurato e che ci si accontenti delle piccole migliorie senza dare seguito alla riforma. Ad un migliaio di internati in tutta Italia sono negati ancora oggi il diritto alla salute e alla dignità umana. Un problema numericamente piccolo, che ha la legge e i fondi economici per la sua soluzione, e a cui va “solo” data applicazione.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 5

PAGINA 5

DENTRO LA GABBIA

Carceri, Strasburgo condanna l'Italia Scommetto che il famoso "ce lo chiede mo non mi stupisce". Per le carceri l'europa" vale per tagliare pensioni e italiane, aggiunge il Guardasigilli, diritti, molto meno per intervenire sono urgenti "misure strutturali". sulle carceri ... I giudici della Corte europea hanno STRASBURGO - L'Italia viola i diritti constatato che il problema del sovrafdei detenuti tenendoli in celle dove follamento carcerario in Italia è di hanno a disposizione meno di 3 metri natura strutturale, e che il problema quadrati. La Corte europea dei dirit- della mancanza di spazio nelle celle ti umani di Strasburgo ha quindi con- non riguarda solo i 7 ricorrenti: la dannato il nostro Paese per tratta- Corte ha già ricevuto più di 550 ricormento inumano e degradante di 7 si da altri detenuti che sostengono di carcerati detenuti nel carcere di essere tenuti in celle dove avrebbero Busto Arsizio e in quello di Piacenza. non più di 3 metri quadrati a disposiLa Corte ha inoltre condannato l'Italia zione. La richiesta europea all'Italia è a pagare ai sette detenuti un ammon- quindi anche quella di dotarsi, entro tare totale di 100 mila euro per danni un anno, di un sistema di ricorso morali. Nella sentenza anche l'invita a interno che dia modo ai detenuti di porre rimedio immediatamente al rivolgersi ai tribunali italiani per denunciare le proprie condizioni di sovraffollamento carcerario. vita nelle prigioni e avere un risarci"C'era da aspettarselo", sentenzia il mento per la violazione dei ministro della Giustizia Paola loro diritti. Severino, "sono profondamente avvilita ma purtroppo l'odierna condanna Con la sentenza emessa oggi l'Italia della Corte europea dei diritti dell'uo- viene condannata una seconda volta

per aver tenuto i detenuti in celle troppo piccole. La prima condanna risale al luglio del 2009 e riguardava un detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dopo questa prima condanna l'Italia ha messo a punto il "piano carceri" che prevede la costruzione di nuovi penitenziari e l'ampliamento di quelli esistenti oltre che il ricorso a pene alternative al carcere. Ma la sentenza europea di oggi tocca una ferita aperta. Il 6 gennaio un detenuto somalo di 38 anni, Mohamed Abdi, si è suicidato nel penitenziario di Borgo San Nicola, a Lecce, impiccandosi in una delle celle dell'infermeria. L'uomo era detenuto da circa un anno per reati contro il patrimonio. "I soccorsi dei pochi agenti lasciati nella programmazione dei servizio nella serata festiva di ieri, non sono serviti", ha racconta il vicesegretario del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria Osapp,

Domenico Mastrulli. Mastrulli ha sottolineato come il carcere leccese sia vessato da vari problemi, "fra cui un sovraffollamento mai risolto". Ieri nella struttura erano reclusi in 1.400. Lecce - ha sottolineato il sindacato - ha "il primato delle 'vittime' le cui responsabilità o le colpe non devono e non possono ricercarsi sull'anello più debole del sistema penitenziario italiano, ma vanno ricercate nel fallimento di un sistema dove ministro e capo dipartimento poco fanno nonostante la drammaticità dei penitenziari e della situazione del personale di polizia dipendente". Proprio L'Osapp si è detto pronto "a dichiarare lo stato di agitazione, proteste su tutto il territorio con l'astensione dalla mensa di servizio". Ma anche manifestazioni in strada "per attirare la sensibilità dell'opinione pubblica".

Ogni anno 60 detenuti e 10 poliziotti penitenziari si tolgono la vita La discesa in campo degli uomini ombra Due suicidi su tre correlati a condizioni di vita (e di lavoro) fuori dalla legalità “Più che mai dato persistente di inciviltà da sradicare in Italia rimane la realtà angosciosa delle carceri” (Giorgio Napolitano: Messaggio di fine anno, 31 dicembre 2012) Ormai ci siamo. Il 24 febbraio si voterà. Per gli uomini ombra queste saranno le votazioni più importanti della loro vita. Soprattutto per quelli che hanno 20, 30 o più anni di carcere sulle spalle. Oggi al colloquio mia figlia mi ha detto che è indecisa per chi votare e mi ha chiesto consiglio. Ed ho pensato che se anche i detenuti e gli uomini ombra non possono votare, lo potranno però fare i parenti e gli amici. Subito dopo mi è venuta l’idea di fare campagna elettorale alla luce del sole nelle carceri. Molti nostri familiari, amici e conoscenti di norma non vanno a votare, ma lo potrebbero fare per quei partiti, che per le imminenti elezioni, nel loro programma sulla giustizia metteranno questi tre punti: 1) Legalità in carcere 2) Applicazione della funzione rieducativa della pena prevista dall’articolo 27 della Costituzione 3) Abolizione dell’ergastolo In questi giorni mi sto chiedendo: molte persone perbene (e forse non perbene) sono “scese in campo”, perché non farlo anche noi? In Italia molti cittadini hanno a che fare con la giustizia, molti di questi sono ristretti in carcere e alcuni in pene alternative. E tutti insieme, con le nostre famiglie, parenti e amici, possono essere un serbatoio di voti per qualsiasi partito politico che abbia il coraggio e sia d’accordo a migliorare la giustizia e a riconoscere ai detenuti il diritto a relazioni affettive intime, diritto al lavoro (anche ricompensato esclusivamente con sconti di pena), allo studio e il diritto a un fine pena per gli ergastolani. Dopo ventidue anni di carcere sono molto convinto che se lo Stato saprà custodire i suoi prigionieri con più attenzione e in condizioni di legalità, questi usciranno persone migliori. Molti uomini politici hanno sempre affermato che il garantismo per i poveracci e l’impegno per i detenuti fanno perdere i voti. Ora i detenuti e soprattutto gli uomini ombra desiderano dimostrare che quel partito o lista civica che s’interesserà di carcere li guadagnerà. Il voto dei nostri familiari è l’unico mezzo per trasformare la debolezza del singolo detenuto nella forza di tutti i detenuti. Ignazio Bonaccorsi - Carmelo Musumeci - Gaetano Fiandaca

La frequenza dei suicidi tra i detenuti è 20 volte superiore rispetto alla norma, mentre quella tra gli agenti penitenziari è 3 volte superiore alla norma e risulta anche la più elevata tra tutte le Forze dell’Ordine. Di frequente il suicidio è legato a vicende personalissime, tuttavia un semplice studio comparativo ci fa ritenere che almeno i 2/3 dei casi sono correlati al “fattore ambientale”: non tanto per l’ambiente carcerario di per se stesso, quanto piuttosto per una condizione detentiva “al di fuori della legalità”. Negli ultimi decenni le carceri italiane hanno vissuto una progressiva perdita di legalità, con l’intensificarsi del sovraffollamento e della “detenzione sociale” (tossicodipendenti, immigrati), con la diminuzione delle opportunità di lavoro interno, delle risorse economiche per il “trattamento dei detenuti”, del numero di personale penitenziario. Angelo Antonio Aragosa, 48 anni è stato ritrovato impiccato la notte del 7 dicembre 2012 in una cella del carcere di Ariano Irpino. L’ennesimo suicidio di un detenuto, il 57esimo dall’inizio dell’anno, il 748esimo dal 2000 ad oggi. Ogni anno gli agenti di Polizia Penitenziaria (ed anche i compagni di cella) salvano oltre 1.000 detenuti da morte certa, quasi sempre per impiccagione. Senza questi interventi provvidenziali, le carceri italiane (“specchio della civiltà del Paese”) sprofonderebbero a livelli da Terzo Mondo. L’opinione pubblica purtroppo è assuefatta e la politica altrettanto: un detenuto che si toglie la vita non fa “notizia”, il fatto che in carcere il suicidio sia 20 volte più frequente rispetto al complesso della società italiana sembra assolutamente “normale” perché giustificato dalla “inevitabile sofferenza” della detenzione. Anche tra il Personale di Polizia Penitenziaria la frequenza dei suicidi è 3 volte superiore alla norma e negli ultimi 10 anni quasi 100 poliziotti si sono uccisi.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 6

CASA

PAGINA 6

I soldi per le case popolari ai trasporti APPELLO ALLA GIUNTA, ALLE FORZE POLITICHE, AI CONSIGLIERI REGIONALI DELLA TOSCANA REGIONE: I SOLDI PER CASE POPOLARI E SFRATTATI AI TRASPORTI IL NO DEI SINDACATI INQUILINI!!! I Sindacati Inquilini, SUNIA, SICET, Unione Inquilini della Toscana esprimono la loro contrarietà e preoccupazione per la decisione della Giunta regionale Toscana di distogliere la somma di 130 milioni di euro dai fondi destinati a dare risposta al bisogno e all’emergenza abitativa per sanare, per il solo 2011, la mancanza di risorse del trasporto pubblico locale. Pur comprendendo le difficoltà della Regione nel reperire risorse per assicurare importanti servizi alla collettività compromessi dai tagli del governo centrale, la giunta Rossi rischia di comportarsi allo stesso modo sul fronte dell’emergenza abitativa.

È stata proprio la Regione negli anni passati a riuscire a recuperare, non senza difficoltà, un “tesoretto” di milioni di euro che, dalla fine degli anni 80 e fino al 2000, i Comuni non avevano saputo e voluto spendere per costruire nuove case popolari e per ristrutturare quelle esistenti. Fu proprio la Regione, su denuncia dei Sindacati Inquilini, a bloccare per anni, attraverso un vivace contenzioso, milioni di euro al Comune di Firenze perché quest’ultimo, invece di destinarli al settore abitativo li impiegava indebitamente per ripianare altre voci del bilancio comunale. Adesso, proprio quando la crisi economica, la precarizzazione e perdita dei posti di lavoro sta rendendo ancora più drammatica la vita di migliaia di famiglie toscane strozzate dal caro affitti, dagli sfratti per morosità e per l’impossibilità di pagare le rate del mutuo, la Regione adotta un provvedimento che rischia di compromettere pesantemente la vita futura di queste famiglie, sottovalutando in prospettiva il fenomeno e sminuendo il tema del diritto alla casa a favore del

diritto alla mobilità. Sono anni che il governo centrale non finanzia più il settore abitativo. Il fondo per il contributo all’affitto è stato ridotto ad un elemosina. La prossima introduzione della cedolare secca a favore dei proprietari di casa non produrrà di fatto alcuna calmierazione del caro affitti. Gli uffici casa, di assistenza sociale dei grandi Comuni toscani e non solo, lamentano un aumento preoccupante delle famiglie in stato di precarietà abitativa senza poter loro dare risposte adeguate, soprattutto, perché il patrimonio di case popolari esistenti è insufficiente e versa in precarie condizioni manutentive. Non sarà sufficiente a sanare la situazione il piano straordinario che la Regione si appresta a varare per la casa, ne il contentino di 10 milioni di euro spendibili subito destinato ai contributi di sostegno all’affitto. Di fatto, senza adeguate garanzie sul rientro dei 130 milioni di euro e sul reperimento di una fonte di finanziamento costante del settore, a partire dal 2012 i fondi regionali per inter-

venti strutturali per la casa saranno totalmente prosciugati. Infine, i sindacati inquilini esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’atto. Quei soldi sono per legge vincolati ad interventi per l’edilizia residenziale pubblica. Il trasferire tali fondi a settori che niente hanno a che fare con le politiche abitative risulta essere quantomeno una forzatura contabile. I sindacati inquilini invitano la Giunta, le Forze politiche, i Consiglieri regionali, a rivedere il provvedimento nelle prossime riunioni di bilancio di dicembre nella convinzione che il sostenere l’accesso delle famiglie ad una abitazione con canoni sostenibili costituisca la migliore forma di ammortizzatore sociale e di sostegno alla produttività del sistema paese. Facciamo si che, almeno nella nostra regione, la soluzione abitativa sia considerata come una priorità al pari di lavoro, studio e salute! Per le Segreterie generali della Toscana di SUNIA, SICET, U.I. Simone Porzio – SUNIA Daniele Cosci - SICET

Vincenzo Simoni - U.I.

L'ODISSEA DEI PROFUGHI RIComINCIA LA “mATTANZA” APPELLO A TUTTE/I GLI ANTIRAZZISTI Il 31 dicembre scadono i termini di aiuto e assistenza umanitaria in tutta Europa per i profughi della Libia. Non era difficile immaginare che un gruppo consistente di queste persone si rivolgesse direttamente al movimento di lotta per la casa. Sono perlopiù singoli cittadini del Ghana, dell'Eritrea, del Bangladesh ... Cosa succede in pratica: Finita la pappatoia dei finanziamenti UE, le organizzazioni umanitarie comunicano ai diretti interessati che devono lasciare le strutture entro il 31 dicembre, con qualche eccezione per le famiglie con i bambini ... Ci viene risposto, da qualche incaricato, che nessuno sarà abbandonato al proprio destino ... In realtà a queste persone, che non parlano italiano, gli viene concesso (al massimo) qualche centinaio di euro con l'invito esplicito a lasciare la città ..."arrivederci e grazie"... con l'attuale ondata di gelo andiamo ben ... Tuttavia da quasi un mese alla sede del movimento, oltre il consueto parapiglia di sfrattati e famiglie in emergenza abitativa, questi uomini cercano risposte che difficilmente siamo in grado di offrire. Infatti, oltre l'enormità dei quotidiani problemi, pensavamo in cuor nostro che perlomeno l'ultima ondata di richiedenti asilo diventasse un problema da risolvere all'interno dei tavoli europei e istituzionali ... ANCORA UNA VOLTA NON CI SIAMO ... Da parte nostra non vogliamo diventare l'ultimo rifugio dei richiedenti asilo, ne tantomeno costringere uomini e donne a occupare case senza ancora comprendere le ragioni e le cause che costringono centinaia di sfrattati e senza casa all'estremo strumento delle occupazioni. Abbiamo già forzato su richiedenti asilo somali, eritrei, etiopi alla fine di battaglie epocali per il diritto alla vita delle persone. Ma non ce la sentiamo di lasciare altre decine di persone vittime di legislazioni d'inferno in balia del freddo e delle incomprensioni. alcuni compagni/e del movimento di lotta per la casa

È finita la tregua ... Lunedì 14 a ritmo implacabile riprendono le esecuzioni di sfratto. Quasi 70 esecuzioni per gli ultimi 15 giorni di gennaio, una media di cinque sfratti al giorno ... Il tutto in un quadro istituzionale che parla il linguaggio, forte, della più pesante desolazione ... Tante donne sole con bambini, tante famiglie disperate e senza possibilità alcuna ... Nella maggioranza dei casi il Comune non ha riconosciuto la morosità incolpevole, e quindi per tanti nuclei familiari non sono previste soluzioni alloggiative. Le nuove norme, rigidissime, imposte dalla Regione Toscana per l’accesso alle graduatorie di edilizia sociale, escludono nuovamente le famiglie in “morosità” dall’assegnazione di alloggi pubblici ... inutile dire che tutti gli sfratti, oramai, sono per morosità ... Mentre i Servizi Sociali sono lentamente spariti, e le loro funzioni si sono nel tempo, trasformate in funzioni di controllo sociale e di psichiatrizzazione collettiva ... ben lontani da costruire vincoli di solidarietà e mutuo aiuto alla persona. Questa è la Firenze del candidato premier Renzi, una città sempre meno giardino e sempre più galera, dove aumentano povertà e disperazione sociale, dove le aziende chiudono, e la precarietà (dal lavoro alla abitazione) diventa l’elemento costante dell’esistenza quotidiana... Da tempo ci organizziamo a tutela dei bisogni sociali, della difesa del diritto alla vita di migliaia di uomini e donne, in una guerra a bassa intensità che ci vedrà impegnati anche nel mese di gennaio. I PRImI PRESIDI ANTISFRATTo: LUNEDI’ 14 GENNAIo oRE 9 - PRESIDIo IN VIA mICHELAZZI 16, QUARTIERE DI CAREGGI mARTEDI’ 15 GENNAIo oRE 9 - IN VIA DE’ VAGELLAI 8, QUARTIERE DI SANTA CRoCE mARTEDI’ 15 GENNAIo oRE 9 - IN VIA DI BELVEDERE 19, QUARTIERE DI SAN NICCoLo’

IL COMITATO SFRATTATI DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 7

ODISSEA EDISON Dopo la chiusura della Libreria Edison di Firenze a fine novembre 2012, e in attesa di un progetto concreto per quanto riguarda il futuro dello spazio di piazza della Repubblica, i dipendenti della libreria hanno deciso di scrivere una lettera aperta a Carlo Feltrinelli. In allegato è presente anche il volantino che riproduce la lettera.

“Grande comprensione” e “attenta considerazione” da parte del Gruppo Feltrinelli nei confronti della lettera aperta che, sotto forma di volantino, i dipendenti della libreria Edison di Firenze, chiusa da alcune settimane, hanno indirizzato a Carlo Feltrinelli. Ma il gruppo editoriale, in una nota, ribadisce che “la responsabilità della situazione venutasi a creare è tutta della proprietà di Gentilissimo Carlo Feltrinelli, Edison”, che aveva sede nei locali di proprietà del Gruppo abbiamo deciso di scriverle questa lettera, sintesi delle nostre riflesFeltrinelli al quale sono tornati dopo un lungo contenzioso giudisioni sugli ultimi fatti accaduti a Firenze quest’anno, avvenimenti che ci ziario. E comunque il Gruppo Feltrinelli non è “controparte negoriguardano da vicino e di cui lei è certamente a conoscenza. La sua ziale” dei lavoratori Edison e quindi un incontro con loro sarebbe immobiliare, EFFECOM, ha acquisito alcuni anni fa la società che gesti“inopportuno e prematuro”. va l’affitto della Libreria Edison, non rinnovando poi il contratto di La proprietà di Edison, spiega infatti locazione. Feltrinelli, “negli anni, invece di Nessuno vuol criticare metodi e stratecercare una soluzione diversa e gia per sviluppare la rete di vendita e Vi scrivo queste veloci due righe dopo aver letto sia la lettera dei librai adeguata per la libreria si è limitata finalizzati alla realizzazione di più utili, a sollevare contenziosi legali che Edison sia la tua testimonianza nella mailinglist sulla giornata di ieri. ma vorremmo che il tutto avvenisse Premetto la massima solidarietà ai lavoratori Edison ed alle loro fami- sono stati regolarmente respinti da secondo criteri di sostenibilità - per glie, e sottolineato che, in questi casi, come sempre, la priorità va alla diversi Tribunali”. “Come è stato più tutti - e nel rispetto dell’Altro. volte dichiarato durante lo scorso anno salvaguardia dei posti di lavoro. In ogni modo. Altro, che è il lettore, il quale preferiPerò, poi, voglio anche dirvi, per esperienza personale, avendo pubbli- all’amministrazione cittadina, al sindarebbe godere di un mercato in cui ci sia cato tre libri con l'editore Bellentani (patron di Edison) che la Edison cato e in ogni occasione pubblica, il possibilità di reale concorrenza invece non chiude per colpa della Feltrinelli, ma per l'insensatezza delle poli- Gruppo Feltrinelli non è oggi in grado di che di un regime di monopolio; tiche del 'pirata' Bellentani. Già condannato per bancarotta fraudo- stabilire se e quando potrebbe essere Altro, che oggi è il giovane disoccupalenta, allontanato in malo modo da Bologna per i fatti di 'Sala Borsa', aperta una Libreria Feltrinelli nei locali to, l’esodato forneriano, l’operaio casda chi lo conosce bene definito senza mezzi termini, 'l'imprenditore ex-Edison. Non lo può fare principalsaintegrato; mente a causa della perdurante debodel debito'. Altro, che siamo noi, librai senza più Lo stesso Bellentani cui, in estate 2011, i distributori avevano smes- lezza del mercato del libro e, soprattutlavoro di una libreria che era un posto so di consegnare libri perché non li pagava, lo stesso che credo non to, a causa dell’incertezza circa la disdavvero speciale, un punto di incontro e pagasse l'affitto a Feltrinelli da mesi. Ecco, vorrei che in questo fran- ponibilità dei locali nella Stazione di di scambio. E che fosse speciale ce lo gente, con l'onestà che ci dobbiamo tra chi, come noi, pensa che un Santa Maria Novella - prosegue nel hanno dimostrato i Fiorentini con le loro mondo migliore sia sempre possibile, non si perdesse di vista -anche comunicato riferendosi al progetto di quarantamila firme a difesa del vincolo attraverso il ns. Giornale- che in questo caso ai lavoratori tocca paga- una nuova libreria - su cui sono conculturale sull’immobile; re il prezzo non tanto del 'monopolio' Feltrinelli, ma soprattutto di un centrati gli investimenti cittadini delL’Altro è soprattutto la sofferenza delle 'padrone' indegno e truffatore. Che ha usato per anni il ricatto occu- l’azienda”. diversità e delle pluralità possibili senza pazionale per farsi, letteralmente, gli affari suoi. Per inciso Bellentani “Inoltre Librerie Feltrinelli ha come dignitoso futuro. è lo stesso che pochi mesi fa ha chiuso la martelli (da lui acquistata sua primaria responsabilità la sicuMa l’Altro riguarda anche lei. dopo il fallimento marzocco), senza nemmeno bisogno della Feltrinelli. rezza dei propri dipendenti che I libri e gli autori della straordinaria casa Quindi: solidarietà ai lavoratori, ma anche da parte loro mi piacerebbe operano nella piazza di Firenze editrice Giangiacomo Feltrinelli si sono che venisse detto qualcosa di più sull'infausto personaggio artefice della anche a seguito della chiusura del occupati dell’Altro. negozio Ricordi MediaStore: i posti loro sciagura. Che cosa hanno scritto autori come Scusate lo sfogo, un lettore ben informato di lavoro dei dipendenti di quel Foucault, Baudrillard, Deleuze e tanti negozio - continua il comunicato altri se non parole per illuminare sullo sono stati salvaguardati con l’attistato e sull’ordine sociale imposto vazione del contratto di solidarietà sull’Altro dalle diverse forme di potere repressivo? che coinvolge tutti i lavoratori Feltrinelli cittadini che sacrificano La Feltrinelli, in piazza della Repubblica, potrebbe gestire una libreria parte del loro orario di lavoro e delle loro retribuzioni per contridi grande futuro, direttamente o in altre forme, anche con l’aiuto della buire alla difesa dei livelli occupazionali in attesa dell’apertura di nostra esperienza, recuperando la sua immagine nella nostra città . Santa Maria Novella. Infine il Gruppo Feltrinelli, oltre ad aver conCrediamo che una libreria in quei locali possa ancora vivere e con cesso a Edison una proroga gratuita del contratto di affitto di circa nuove idee anche migliorare. due mesi, si è già pubblicamente impegnata, e non ha mai ritirato Ecco, vorremmo discutere con lei di NOI che in questo momento rapquesto impegno, a selezionare alcuni lavoratori di Edison nel caso presentiamo un ALTRO dei tanti possibili Altro che esistono in questa in cui l’organico della libreria della stazione ferroviaria dovesse assurda liquida società. Può farlo per noi, che ancora amiamo IL LIBRO, essere rafforzato. Perdurando la situazione qui descritta e verificapuò farlo per i suoi autori e per i loro lettori. bile da parte di ogni fiorentino - conclude la nota - qualunque Di una cosa siamo certi: gliene sarebbero tutti molto grati. incontro con i dipendenti Edison sarebbe inopportuno, perché il Gruppo Feltrinelli non è controparte negoziale di quei lavoratori, e I dipendenti Edison comunque prematuro”.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 8

Tagli alla sanità ... e il diritto alla salute? manifestazione in difesa della sanità pubblica, contro i tagli regionali A settembre si è costituito un Coordinamento nazionale per la difesa della sanità pubblica, con lo scopo di contrastare le politiche del Governo e della Regione, che stanno demolendo l’assistenza sanitaria come diritto universale e costituzionale. A livello regionale hanno dato vita al Coordinamento: associazioni di utenti (ADINA, AIM, Amici del Cuore, Consulta Comunale Disabili Firenze, In Nome dei Diritti) e operatori (Medicina Democratica), sindacati di base (COBAS, CUB, USB), altre associazioni e comitati (Augusto Castrucci Onlus, Consumatori In Marcia, le Lotte dei Pensionati, San Salvi Chi Può, In Marcia). I provvedimenti del governo Berlusconi e quelli attuali del governo Monti stanno imponendo pesanti tagli lineari ai fondi del SSN, dopo il quasi totale azzeramento dei fondi per il sociale: nel 2013 un decimo del 2008! Tutto questo, accompagnato dall’incremento dei ticket sui farmaci e sulle prestazioni specialistiche, mette a durissima prova le fasce più deboli della popolazione: i disabili, gli anziani e i meno abbienti. Ma i provvedimenti del governo sono anche miopi ed ingiustificati sotto il profilo economico. Infatti la spesa per la sanità in Italia è del 7% del PIL, a fronte del 9% in Germania e Francia, del 14% negli USA. Questo 7% garantisce l’assistenza a tutti i cittadi-

ni - come sancito dalla nostra Costituzione. Se tutti pagassero le tasse in rapporto al reddito reale, le risorse per il SSN ci sarebbero. Altre sono le spese da tagliare: spese militari e grandi opere inutili. La Regione Toscana nel documento di “riorganizzazione del Sistema Sanitario” del 25 ottobre 2012 peggiora notevolmente i provvedimenti del governo. In tale documento si prevede la riduzione dei posti letto a 3,15 ogni mille abitanti, a fronte dei 3,7 previsti dal governo quindi con un taglio di 2000 posti letto. Nell’ASL 10 è prevista la dismissione di 82 posti letto: 18 a Torregalli, 14 di Ponte a Niccheri, 12 del Serristori di Figline, 13 di Borgo San Lorenzo e 10 di Santa Maria Nuova; ulteriore riduzione dei distretti territoriali; riduzione del 20% delle prestazioni diagnostiche che sarà “ceduto” al privato sociale; l’accorpamento di servizi e prestazioni (prevenzione, laboratori analisi, 118…). Tutto ciò, senza che sia stato minimamente avviato quel processo, più volte dichiarato, di un reale potenziamento del territorio, e di un’implementazione delle cure intermedie, con la creazione annunciata di circa 400 posti letto a bassa e media intensità di cura. Si tolgono posti letto ospedalieri senza garantire servizi e prestazioni alternative sul territorio con una ricaduta negativa sulla qualità dell’assistenza,sui servizi ai cittadini e sui lavoratori del settore. Infatti, accanto alla riduzione della spesa sul personale del servizio pubblico con il blocco del turn

over, la revisione e il taglio previsto dalla spen- zione, dai distretti sanitari, dall’assistenza domiciding review nazionale, porterà anche al taglio liare, dalle cure primarie, dal controllo qualitativo sino al 10% delle convenzioni e dei contratti in sulle prestazioni, dalla riduzione delle liste di essere con le ditte e le cooperative a cui si sono attesa…… appaltati i vari servizi sanitari e sociosanitari, con Siamo fermamente contrari a che si possa trasforricadute pesantissime sul livello occupazionale, in mare il diritto alla salute in un affare di mercato termini di ore lavorative, di tutele e di diritti, in dove vince il più forte. Un diritto, quello alla saluparticolare su quei lavoratori già a forte rischio di te che può essere garantito solo da una forte saniprecarizzazione e con già scarsissimi livelli salaria- tà pubblica a carattere universale. li, come i lavoratori delle cooperative in appalto che,oltre ai tagli delle ore, all’attivazione Ennesima doccia fredda di Marchionne della Cassa integrazio- Doccia fredda arriva per lo stabilimento di Melfi, Potenza, dopo che ne in deroga, hanno l’Azienda ha annunciato la cassa integrazione straordinaria per visto anche bloccato il ristrutturazione dal prossimo 11 febbraio fino al 31 dicembre 2014. magrissimo aumento La notizia ha gelato tutti anche perché non è trascorso neppure un contrattuale previsto mese da quando l’amministratore delegato della Fiat, Sergio nel mese di ottobre (20 Marchionne, annunciava che avrebbe fatto dell’Italia la base produteuro). tiva per le esportazioni del gruppo e che proprio a Melfi sarebbero La programmazione stati investiti 1 miliardo di euro. Nel gruppo si sarebbe presto prosanitaria regionale ceduto alla fabbricazione della nuova fiat 500X, la grande 500L e deve essere costruita a presto anche un modello a marchio Jeep. La produzione dei due partire dall’analisi dei nuovi modelli fiat sarebbe partita già all’inizio del 2014. Una nota bisogni dei cittadini, emessa da Fiat chiariva che lo stabilimento aveva necessità di esseda investimenti che re rinnovata attraverso l’installazione di “una piattaforma modulare, potenzino il pubblico che può essere facilmente adatta per costruire vetture di dimensiomigliorandone le pre- ni anche maggiori”. stazioni e eliminando- Profondi dubbi sono stati espressi dalla Fiom Cgil che ha espresso ne gli sprechi, da un forte preoccupazione perché non non sono ancora noti né i dettagli potenziamento dei dell’investimento, né i tempi per la realizzazione del nuovo progetto. servizi sul territorio a Di tutt’altro parere la FIM, la cui posizione è stata espressa da partire dalla preven- Leonardo Bruno per il quale l’avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento prospettive future” e lo impegna in una dimensione non solo più europea ma mondiale e questo è l’aspetto più significativo per una rapida uscita dalla crisi.” L’unica cosa certa è che l’annuncio della cassa integrazione per ristrutturazione è stato dato proprio mentre sono in corso le trattative con i sindacati per l’aumento del salario, e come non sembra proprio un caso. Avere dei dubbi sull’operazione della Fiat è più che lecito dal momento che con una cassa integrazione per due anni i costi della ristrutturazione di Fiat ricadranno sullo stesso Stato. Infatti, la Cigs (cassa integrazione guadagni straordinari) è in misura prevalente a carico dello stato che vi provvede attraverso la GIAS istituita presso l’Inps con la legge n.88 del 1989. Gli assegni sono pagati dallo Stato che li eroga attraverso l’Inps, che a sua volta riceve i versamenti tempo per lanciare dalle imprese nella misura dello 0,90% delle retribuzioni mensili, di l'affondo finale questi lo 0.30% è a carico dei lavoratori. A carico dell’impresa vi è facendo rispettare un onere pari al 4,5% per aziende superiori ai 50 dipendenti e del appieno il principio 3% per quelle che hanno meno di 50 dipendenti. della "non facoltà Quindi se Fiat si atterrà alla parola data e per ci sarà l’investimento d'uso" e bloccando da 1 miliardo, quale sarà il contributo che lo Stato Italiano dovrà le emissioni cance- offrire per mantenere gli operai in cassa integrazione straordinaria rogene e nocive con per due anni per i 5500 lavoratori di Melfi?

ILVA: lavoro o salute? In soccorso dell'azienda è sceso anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmando un decreto sull'Ilva di Taranto che dà al potere esecutivo una preminenza su quello giudiziario. È uno dei più gravi tentativi di violazione della Costituzione mai avvenuti in Italia e va respinto perché i poteri dello Stato devono rimanere indipendenti e non va consentito che il governo blocchi la magistratura. La situazione è resa ancora più grave in quanto nel decreto le ragioni economiche dell'azienda acquisiscono priorità sul diritto alla vita e alla salute dei cittadini, mentre la Costituzione Italiana subordina le ragioni dell'economia alla difesa della salute e della vita, ritenendo tali diritti inalienabili e incomprimibili. Tuttavia la partita non è persa e può riservare grosse sorprese in quanto la Procura

potrebbe sollevare il conflitto di attribuzione fra i poteri dello stato (ossia fra governo e magistratura). In tal caso la questione passerebbe all'esame della Corte Costituzionale. È un procedimento lungo che durerebbe mesi, nei quali tuttavia gli impianti non verrebbero dissequestrati. Infatti il conflitto di attribuzione nel frattempo "congelerebbe" il procedimento in corso nello stato attuale, ossia mantenendo l'ordinanza che impone il sequestro senza facoltà d'uso degli impianti ritenuti "pericolosi" dalle perizie commissionate dalla Procura. Se la Procura deciderà di sollevare il conflitto di attribuzione, il Decreto del governo avrà fallito nel suo intento immediato, ossia di restituire all'azienda la piena disponibilità degli impianti per produrre come prima. Passerebbero mesi e la Procura avrebbe il

lo spegnimento degli impianti inquinanti. Ormai è un braccio di ferro e noi sappiamo da che parte stare. Dall'altra parte ci sono coloro che sono stati intercettati e indagati. È ormai una questione morale, oltre che ambientale, e chiediamo a tutti gli italiani che hanno a cuore la difesa della Costituzione di sostenere la Procura di Taranto, che in questo momento rappresenta lo Stato di diritto, la Costituzione e l'ultimo baluardo a difesa della salute e della vita dei cittadini. Chiamiamo a raccolta tutti i comitati in difesa

della Costituzione e della legalità, tutti i comitati che si battono per l'ambiente e la salute in Italia. Difendere la Procura della Repubblica di Taranto è oggi fondamentale per tutta la nazione. Taranto è oggi il cuore dello stato di diritto, il luogo simbolo dove far vivere lo spirito e la lettera della nostra Costituzione.

Alessandro Marescotti Presidente di PeaceLink - www.peacelink.it


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 9

Tutti per la Ginori, la Ginori per tutti Come è noto, da lunedì gli operai della Ginori di Sesto Fiorentino sono in occupazione, dopo che il tribunale ha annunciato il fallimento del gruppo. Sotto trovate un messaggio da parte del Coordinamento 20 Maggio su cui a partire da domani raccoglieremo adesioni e firme nelle aziende. Non è solo un messaggio di solidarietà, ma un testo che vuole porre il problema politico e sindacale a tutti i soggetti esterni alla Ginori di imbastire una mobilitazione territoriale, che comprenda anche lo sciopero generale territoriale. Attendiamo adesioni, osservazioni e firme. Uniti siamo tutto, divisi siamo nulla Coordinamento 20 Maggio Tutti per la Ginori, la Ginori per tutti Il tribunale ha dichiarato il fallimento della Ginori. Un fatto strano e clamoroso se si considera che Ginori aveva già trovato un compratore e che i primi operai erano già pronti a rientrare in produzione. Ma al di là di ogni ipotesi su

quanto accaduto, ciò che vogliamo alla crisi e agli attacchi che tutti noi sufficiente. È necessario chiedere che ogni soggetto sociale metta in affermare è che ciò che è fallito è il subiamo. gruppo imprenditoriale che posse- Alla Ginori la maggioranza dei lavo- campo tutte le sue forze per imperatori è iscritto ai Cobas. E sono i dire la chiusura della fabbrica, a deva Ginori. Ma la Ginori sono i suoi lavoratori e Cobas la struttura che sta portando partire dalle organizzazioni sindalavoratrici, sono le loro famiglie. E’ avanti in maniera più determinata cali. La questione dovrebbe essere il territorio. E gli operai Ginori oggi la difesa dei posti di lavoro. Ma posta in ogni assemblea sindacale, andrebbero formati comitati sono ancora in campo. Dopo la noti- indipendentemente dalla propria di solidarietà, aperta una zia del fallimento, hanno "La cassa di resistenza, per preimmediatamente occupaGinori deve vivere": con questo striscione i lavoratori della parare e arrivare a uno to l’azienda. Un’azione fondamentale nota azienda ora in crisi hanno sfilato a Sesto Fiorentino. sciopero generale territoper rimarcare la difesa ad Erano almeno duemila persone, che così hanno voluto riale. oltranza dello stabilimento esprimere tutta la loro preoccupazione per una ditta stori- Il messaggio da lanciare a ca sull'orlo del baratro e per i loro posti di lavoro, mai chiunque voglia speculare produttivo di Sesto. ora in bilico. L'assessore regionale Simoncini ha sulla Ginori è questo: mettevi come La Ginori diventa così una vertenza chiave per tutti manifestato insieme agli operai. ''La Richard Ginori deve l’animo in pace, la Ginori non noi. La chiusura dell’azien- vivere - dice l'assessore - In questa direzione che, fin dal- vi appartiene. da inciderebbe su tutto il l'inizio, la Regione si è mossa e sta continuando anche in Appartiene ai suoi lavoratori e territorio. Viceversa una questi giorni a lavorare, per assicurare continuità produt- alle sue lavoratrici e a loro vittoria degli operai Ginori tiva e occupazione a un pezzo importante della storia indu- fianco il territorio ne impedirà diventerebbe un esempio striale toscana e italiana che, come più volte ribadito, è la chiusura. Attorno alla per tutti coloro che oggi indissolubilmente legata a questo territorio e qui deve Ginori, devono così trovare restare''. motivo d’unione tutti coloro combattono contro crisi che oggi lottano contro preeconomica, licenziamenti, carietà, licenziamenti, appartenenza sindacale, ogni lavodisoccupazione. Sarebbe la dimostrazione che la lotta, il pro- ratore deve adoperarsi perché que- sfruttamento. Tutti per la difesa della Ginori, tagonismo e la compattezza dei sta lotta vinca. la difesa della Ginori per tutti lavoratori è l’unica reale risposta La solidarietà astratta non è però

Esodati

Persi 567 mila posti di lavoro in quattro anni

L’approvazione della legge di stabilità non annulla il numero dei senza lavoro e senza pensione A differenza di quanto i maggiori canali d'informazione hanno dato ad intendere, il problema esodati non è per nulla risolto e vede una stima di 260 mila persone ancora senza tutela. Facciamo un po' di chiarezza: poco più di un anno fa s'insedia il Governo Monti e il ministro Fornero nel giro di pochi giorni emana una riforma delle pensioni che, per sua stessa ammissione, presenta molti buchi normativi, tanto da lasciare migliaia di persone senza lavoro e senza pensione. La magagna è dovuta al fatto che un allungamento dell'età pensionabile mette in seria difficoltà tutte quelle persone che dopo aver perso il lavoro, magari addirittura a seguito di accordo con l'azienda, erano in procinto di 'agganciarsi' alla pensione alla fine del periodo di mobilità o con il pagamento di contributi volontari, o addirittura con entrambi i meccanismi. In tutte le situazioni analoghe precedenti il legislatore aveva tenuto conto di chi, ormai fuori dal mondo del lavoro, aveva intrapreso un percorso che li avrebbe portati alla pensione, tutelandoli dai provvedimenti di legge successivi al licenziamento; ma la riforma Fornero non ha quest'accortezza ed il Ministero del Lavoro stima inizialmente i soggetti penalizzati in circa 60 mila. Altre fonti sindacali ed INPS arrivano invece a ipotizzare cifre di trecento, quattrocentomila esodati! Il calcolo è reso difficile se non impossibile dalla miriade di accordi collettivi ed individuali stipulati da aziende e sindacati nel corso degli ultimi anni. I soggetti così drammaticamente penalizzati dalla riforma sono lavoratori prossimi al conseguimento della pensione di anzianità o di vecchiaia e hanno dunque contribuito per tutto l'arco lavorativo alla sua maturazione, trovandosi quando ormai erano ad un passo dal raggiungerla, senza reddito e con un'età che non li rende più appetibili al mondo del lavoro. Facile immaginare lo stato di prostrazione che può assalire chi venga a trovarsi in tale situazione con una famiglia da mantenere e tasse da pagare. Per tamponare la situazione, il governo farà una parziale marcia indietro concedendo la possibilità di accedere alla pensione con le vecchie regole con tre decreti successivi, prima a 65milasoggetti, poi ad altri 55mila ed infine, con l'approvazione recente della legge di Stabilità, ad altri10mila. Ma i conti non tornano e ad oggi, a più di un anno dall'entrata in vigore di una riforma concretizzata nel giro di qualche giorno da un governo ormai dimissionario, si ipotizzano 260mila persone (e relative famiglie) fuori tutela, sprofondate nell'angoscia di trovarsi senza lavoro, senza pensione e senza la speranza, ormai ultracinquantenni, di accedere ad un lavoro che non c'è nemmeno per i loro figli.

In Italia si sono persi 567 mila posti di lavoro in quattro anni. Lo ha rilevato l'osservatorio della Cisl, evidenziando anche il boom della cassa integrazione. Anche nel 2012 e rispetto ai valori pre-crisi, in tutto il periodo 2008-2012, i livelli di utilizzo risultano superiori di circa sette volte. Con i dati definitivi dell'anno, le ore di cassa integrazione si attestano intorno al miliardo per il quarto anno consecutivo, pari a circa 500 mila lavoratori mediamente coinvolti ogni anno. Nel terzo trimestre 2008, vale a dire subito prima dell'inizio della crisi mondiale, il tasso di occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23 milioni 518 mila persone occupate, dopo quattro anni l'indicatore è sceso al 56,9%, pari a 22.951.000 di occupati, segnala ancora l'osservatorio Cisl. CIG: AUmENTo DEL 12,1%. A dicembre 2012, evidenzia il sindacato, le ore autorizzate di cassa integrazione ammontano a 86,5 milioni, portando il numero di ore complessivamente autorizzate nel 2012 a 1.090,6 milioni, contro i 973,2 milioni del 2011, con un aumento del 12,1%. Nel 2012, rispetto all'anno precedente, sale il valore della cassa ordinaria, indicativo di nuove aziende in crisi, mentre l'utilizzo complessivo della cassa straordinaria e di quella in deroga è simile nei due anni. SoFFRE IL CommERCIo. Il settore più in sofferenza nel 2012 è il commercio che ha visto un aumento di circa il 40% delle ore autorizzate rispetto al 2011. L'area geografica più penalizzata è invece il Centro Italia con un aumento delle ore di cassa tra 2011 e 2012 di circa il 26% più del doppio del dato medio del Paese. Nel complesso del periodo gennaio-novembre 2012 le domande di disoccupazione sono cresciute del 14,49% rispetto allo stesso periodo 2011 e le domande di mobilità del 17,82%. Gli effetti della crisi si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine e i collaboratori, e nella riduzione del tempo pieno con contestuale aumento del tempo parziale involontario. In qualche modo lavoro flessibile e part-time evitano un calo ancora maggiore dell'occupazione, ed è ancora il settore industriale a mostrare chiari segnali di sofferenza.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 10

Ataf, la cura di Moretti sono 194 esuberi Tra i dipendenti che lavorano a terra quasi uno su due perderà il posto di lavoro. Il piano industriale è stato illustrato alle Rsu ORA non sono neanche più paure. I numeri parlano crudi e certi. Annunciano quello che si profila come un dramma sociale all’Ataf. Tra i dipendenti che lavorano a terra, che non guidano, quasi uno su due perderà il posto: senza ammortizzatori a attenuare la botta, il contratto di lavoro del trasporto pubblico non li prevede. Lo perderanno anche una sessantina di autisti, anche se c’è la speranza che alcuni di loro, i più giovani, si trasferiscano pur di non perdere il lavoro. I nuovi proprietari (in sostanza le Ferrovie che attraverso Busitalia hanno la quasi totalità di Ataf più Cap e Autogiudovie) hanno ieri illustrato alla rsu il piano industriale. Prima e non discutibile intenzione, dimagrire l’organico. Gli esuberi sono quasi duecento, per l’esattezza 194. I dipendenti di Ataf sono 1.181, devono scendere a 987. I tagli tra gli autisti sono del 6,7%: da 887 a 828. Quelli tra chi sta

Ci dicevano che il gestore privato avrebbe riorganizzato AtafGestioni per migliorare l'efficienza e offrire un servizio migliore. Pensavano che per far questo, avrebbero presentato un piano industriale, la cui parola d'obbligo fosse “risanamento”. Invece niente di tutto questo. Ci sono state mostrate 2 diapositive con dentro due numeri e una parola: 59 autisti e 135 indiretti in ESUBERO. Cifre queste, prese dai Sindacalisti di professione per “oro colato” senza verificare o almeno capirne i criteri. Ma da quelle diapositive era chiaro solo il vero progetto aziendale, il PROFITTO Ataf per loro non è l'azienda che per 76 anni ha fatto trasporto e storia in città, è una scatola vuota, senza significato, da far sparire tranquillamente. Ciò che

a terra del 45,9, 135 lavoratori sui 294 che devono diventare 159: quasi la metà. Tra loro non c’è nessuno che abbia chiesto il trasferimento e pochi che sembrino intenzionati a andarsene a casa volontariamente con un incentivo. I nuovi proprietari procedono a gamba tesa, con logica aziendale ma senza fingere. Ataf perde, dicono, 8 milioni e mezzo l’anno, noi ne vogliamo guadagnare uno e mezzo. C’è un divario di dieci milioni da recuperare: tagliando i dipendenti, ma anche aumentando il biglietto da 1,20 a 1,50 euro e gli abbonamenti del 10% in modo da ricavare per ogni viaggio 2,28 euro invece di 1,95. Non basta. Siccome i compensi, rivendicano, devono essere indicizzati secondo l’Istat, chiederanno alla Provincia, che per ora continua a essere il riferimento del traspor-

to pubblico in attesa che la gara regionale lo trasferisca alla Regione, di ricevere 2,61 euro invece di 2,46 a chilometro. Così sarà braccio di ferro anche con la Provincia a cui strappare il sì all’aumento sia delle tariffe che dei compensi. Quasi 200 esuberi sono meno dei 270 inizialmente e informalmente annunciati da Ataf Gestioni, come ora si chiama l’azienda. Ma la consolazione è magra. Il numero è comunque alto. Anche se i 69, tra gli autisti, che per ora si sono detti pronti a trasferirsi (43 in Germania e 26 in Italia) non cambiassero idea durante la trattativa per un qualche sostegno e non la mutasse neanche la quindicina, tra autisti e personale a terra, che sembra vagamente favorevole a andarsene a casa con incentivo, resterebbero tra 135 e 120 lavoratori da licenziare. “Ma voi lo sapete che non

abbiamo ammortizzatori sociali?” grida all’azienda Americo Leoni, delegato della Faisa durante l’incontro sui licenziamenti. L’azienda allarga le braccia. Ha detto: assolutamente e subito, ogni giorno perdiamo soldi. “Purtroppo la realtà ci ha dato ragione visto che noi prevedevamo gli esuberi e il sindaco diceva che erano barzellette. Sono lui e l’ex presidente Bonaccorsi a aver raccontato le barzellette. La colpa è loro che non hanno voluto mettere nella vendita la clausola sociale che tutela i lavoratori”, protesta Massimo Milli della rsu. Sostiene Andrea Viciani, Filt Cgil: “Le istituzioni dovranno contribuire ad alleviare il disastro. Il Comune che non ha voluto la clausola sociale. Ma anche la Regione che nella gara stanzia risorse per i lavoratori, ma è il futuro: invece bisogna affrontare questo dramma subito”. Quando già si annuncia un inizio anno di fuoco sul bus. “Al primo licenziamento la risposta sarà drastica”, avvertono i sindacati. ILARIA CIUTI

come proseguirà, se non giorno per giorno, senza darci una visione di insieme. Non sappiamo niente, ma intanto i sindacati bravi firmano un accordo. Con questo scenario, la sottoscrizione dell'accordo avrebbe significato l'accettazione di questo percorso di razzia facendoci divenire loro complici. Adesso proveranno a screditarci e a illudersi di aver salvato gli apprendisti che, in realtà, se saranno assunti, sarà solo perché dopo aver lavorato tre anni a part-time, sottopagati e con le peggiori normative, accetteranno di trasferirsi in altre città e non certo grazie all'accordo firmato. Il tempo purtroppo ci darà ragione. Basterà aspettare.

COUNTDOWN a loro interessa è accaparrarsi il buono per poi, nei prossimi 6/7 mesi (massimo fine anno), passarci a Cap e Busitalia alle loro normative. Gli altri, gli “avanzi” e gli “scarti” (impiegati, operai e inidonei) resteranno in attesa di un miracolo salvifico o di una eliminazione definitiva. Non è servito a nulla offrire la nostra disponibilità a “rimetter in gioco tutte le carte” per garantire a TUTTI un posto di lavoro e un futuro.

Non contenti, ormai che c'erano, hanno chiesto e ottenuto con la consueta condiscendenza sindacale, anche il “rimborso” degli incentivi all'esodo a spese nostre (1,2 milioni €), che otterranno con una nuova “strizzatina” ai soliti autisti. Un vero e proprio “SACCHEGGIO” già iniziato con la cessione del “Volainbus” e proseguito con il trasferimento forzato degli apprendisti per soddisfare le altre aziende del gruppo proprietario. Non ci è dato sapere

COBAS ATAF


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 11

PAGINA 11

CITTÀ

I “deportati” di San salvi Si è consumata ancora una ingiustizia all’ex manicomio di San Salvi nonostante la grande conquista di civiltà della legge 180 (legge Basaglia). I 60 ospiti dei mini appartamenti sono stati “democraticamente deportati”. Nel 1985 quando il dott. Carmelo Pellicanò assunse la direzione dell’Ospedale Psichiatrico di San Salvi per attuare la legge Basaglia e quindi chiudere definitivamente il manicomio, aveva dimesso pazienti autosufficienti e senza più famiglia accogliendoli in un reparto ristrutturato in mini appartamenti.

manutenzione fino a giungere all’attuale totale degrado nonché alla pericolosità della struttura denunciata recentemente dalla stampa cittadina. Questo motivo la ASL è stata costretta ad accelerare l’indegna deportazione di queste anziane persone tra l’altro separandole in due gruppi uno nella zona del Guarlone e l’altro addirittura all’Antella, sradicandoli così dalla loro casetta, dal quartiere in cui si erano costruiti faticosamente il loro fragile equilibrio.

Qui questi ex ricoverati avevano finalmente abbandonato i padiglioni infernali e segreganti dove per anni avevano subito atrocità e disumanità, riconquistando così dignità di uomini, libertà ed autonomia. Avevano ognuno il loro spazio, le loro cose ed avevano imparato di nuovo a gestirsi, erano finalmente usciti dal manicomio e si erano creati i loro punti di riferimento nel quartiere, ricostruendo rapporti umani anche con volontari che li andavano a trovare.

quello comunale del Welfare, incon- delle Rose” sono luoghi belli, puliti e nuovi, ma fa difetto la possibilità di tro che non ha avuto nessun esito. libero movimento perché le porte Il trasferimento di queste anziane principali sono chiuse così come le persone sembrerebbe un atto di finestre delle stanze al piano terra. responsabile attenzione da parte della ASL: riteniamo invece che In queste nuove strutture fa difetto la sarebbe stato più responsabile se la privacy perché quasi tutte le camere ASL oltre ad aver ristrutturato alcuni sono doppie ed abituarsi a questa padiglioni dismessi per trasferire i promiscuità dopo aver vissuto in una suoi uffici avesse anche effettuato la camera singola per tanti anni e con doverosa manutenzione ai mini tutte le proprie cose è un po’ dura. appartamenti: forse ora non sarebbe Dispiace sapere che i propri elettrostata necessaria questa assurda domestici siano immagazzinati in un deportazione. locale dell’azienda perché nelle nuove A questo punto bisogna anche strutture non c’è possibilità di avere il dire il vero motivo di questo frigorifero o la televisione privata. insano ed incivile trasferiPer l’incuria dell’istituzioni che si permento: la ASL vuole vendere petua da anni come si può impunegran parte dell’aria di San mente far pagare un così alto prezzo Salvi per cui ovviamente ha ad anziane persone fragili che dopo tutto l’interesse di liberare aver subito per anni la segregazione e queste strutture. le atrocità del manicomio speravano Pare che con il ricavato della almeno di morire liberi e dignitosi? vendita intenda per ultimare i L’ultima ingiustizia che è stata loro lavori dell’Ospedale di inflitta non è degna di tutte le istituTorregalli. zioni di questa città che orgogliosaVorrei far riferimento alla legge Bindi mente si ritengono democratiche e (1998) che prevede che il ricavato che noi vorremmo riscontrare nei della vendita del patrimonio dei fatti. manicomi dismessi venga rinvestito Concetta Pellicanò in strutture psichiatriche, ma non sanitarie in genere. Presidente dell’Associazione “Memoria Viva di

Oltre alla denuncia della stampa si aggiungono le sollecitazioni fatte dall’Associazione per una Memoria viva di San Salvi che ha scritto anche al Sindaco (senza avere risposta) ed ha incontrato quasi un anno fa il Purtroppo però a questi mini appar- Direttore della ASL di allora, Sappiamo che le strutture dove sono tamenti non è stata fatta mai nessuna l’Assessore Regionale alla Sanità e stati trasferiti gli ospiti del “Giardino Il problema è che ricordo. Ciò mi causa un senso di poco adattamento immerso, come tutti, in una realtà in cui la maggior parte dei miei simili dimenticano le notizie con la medesima velocità con cui le apprendono. Sono contento così però. Le varie notizie, che inizialmente si affastellano in disordine come matasse di fili di lana, col tempo si ordinano ed inizia a comparire una trama. A quel punto tutto diventa molto chiaro. Basta ricordare e pazientare.

I pazienti e gli addetti ai lavori si rallegrarono con meno contentezza. Sorrisero a mezza bocca perchè c'era incertezza su quale sarebbe stata la “pronta e rapida soluzione”. Avrebbero cambiato gli infissi che, con lo spiffero, fanno passare anche la pioggia? Ripareranno l'impianto elettrico che, funestato dalla mancanza di fusibili nelle derivazioni delle stanze, era mezzo inservibile? Oppure gli ascensori che spesso sono fermi? Oppure imbiancheranno i locali, che l'ultima volta furono rinfrescati in occasione delle riprese del film “Per le antiche scale” con Mastroianni, girato proprio là? Bah ... non riuscivano a capire e la contentezza non poteva essere piena.

annunciato “a breve” senza sapere dove e come.

potrete parlare con qualcuno e forse fare delle foto.

Lunedì 7 gennaio, nella riunione convocata per le 14, Poi potreste andare a vedere come sono alloggiati gli fù annunciato che l'indomani mattina sarebbe parti- altri già partiti. Ecco ... in quelle strutture ho seri to il primo gruppo. Un secondo gruppo il giovedì dubbi che possiate entrare e liberamente girare seguente e l'ultimo gruppo lunedì 11 gennaio. come faceste al “Giardino delle Rose”. Ancor più Quello era il momento in cui avreste potuto cogliere dubbi che vi facciano fare foto. Poco male, testimoil tipo ed il tenore delle emozioni con cui fù accolto il nio io che i luoghi sono belli, puliti e nuovi.

Ricordo una notizia che apparve sul quotidiano “La Repubblica” a novembre e mi colpì perchè riferita a persone ed a luoghi che conosco bene: le residenze assistite “I Girasoli” e “Il giardino delle Rose” per utenti con malattia psichiatrica e disagio psichico grave. Ai primi di dicembre dissero che i pazienti sarebbero Ricordo il vostro articolo di denuncia sullo stato dei stati trasferiti presto... non si sapeva quando ma si luoghi in cui venivano assistite le persone, molto sapeva che era “presto”. E già le facce cominciarono dettagliato e preciso nel fare il punto della situazio- ad essere meno contente. Prima di Natale i pazienti ne. Giustamente critico, se non scandalizzato, peral- de “I Girasoli” seppero che sarebbero stati trasferiti a tro. Entraste al “Giardino delle Rose” accompagnati gennaio. Gennaio. Il giorno non era dato di sapere ed da chi conosceva bene le persone ed i luoghi: foste il luogo ancor meno, però essendo alla vigilia di liberi di girare per la residenza, fare domande e foto. Natale di tempo non nen manca molto. Dopo pochi giorni, a quell'articolo seguì una replica dell'allora neo-insediato Direttore dell'Azienda Sanitaria di Firenze, il Dott. Morello. Egli, non responsabile della situazione perchè appena arrivato alla direzione dell'Azienda, promise pronta e rapida soluzione i problemi denunciati. L'indomani tale notizia fu salutata dal vostro giornale con contentezza e soddisfazione: “ecco il buon risultato della nostra denuncia” era la sostanza del messaggio, se non ricordo male.

San Salvi, Carmelo Pellicanò”

I timori erano tanti. Le persone alloggiate presso la struttura, ben lungi dall'essere allucinate dalla realtà come farebbe pensare la definizione generica di “schizofrenici” riportata nell'articolo di denuncia, temevano di essere in procinto di perdere i contatti risultato di cui con malcelata soddisfazione vi ralleumani con le persone con cui avevano convissuto per graste. Però, a voler essere onesti, non avreste potutanto tempo e con gli operatori. Temevano che to scrivere un articolo che avrebbe trasmesso un avrebbero perso gli arredi dei loro appartamenti messaggio di contentezza. Non c'eravate perchè non acquistati con tanti sacrifici. Temevano di perdere la foste avvisati. loro identità, ricostruita a faticosamente in quei luo- Però siete sempre in tempo a fare un resoconto. ghi. C'era in tutti il sano timore di un trasloco, L'ultimo gruppo parte lunedì prossimo e, se venite,

Magari fà difetto la possibilità di libero movimento, perchè le porte principali sono chiuse, così come le finestre delle stanze al piano terreno. Hanno lasciato apribili le finestre dei piani superiori ... e c'è il rischio che qualcuno, prima o poi, abbia in mente di saltare giù: nell'Ospedale Psichiatrico succedeva spesso. Ecco, spero che l'eventuale vostro articolo spinga l'Azienda ad un'altra pronta soluzione. Nele nuove strutture fà difetto la privacy, perchè quasi tutte le camere sono doppie, ed abituarsi a questa promiscuità dopo aver vissuto in una camera singola per tanti anni è un po' dura. Dispiace sapere che i propri elettrodomestici siano immagazzinati in un locale dell'Azienda, perchè nelle nuove strutture non c'è possibilità di avere frigoriferi, lavatrici o televisioni private. Spero vogliate prendere coscienza, e dare testimonianza, di come è arrivata a valle la palla di neve che incautamente lasciaste andare a novembre. Capitolo che è finale per “I Girasoli”, ma preludio alla soluzione finale dei problemi denunciati presso il “Giardino delle Rose”. Spero vogliate farlo per dar modo ad altri ricordanti, che pur ci sono, di ordinare in una trama la matassa di fili colorati.

Alessandro Restivo


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 12

CITTÀ

PAGINA 12

Il tunnel TAV è in arresto

PERQUISIZIONI E ARRESTI hanno travolto il tunnel Tav di Firenze, giovedì 17 gennaio. Ecco, di seguito, la notizia, il comunicato del comitato No tunnel Tav e quello della consigliera comunale Ornella De Zordo. IPoTESI TRUFFA, CoRRUZIoNE E SmALTImENTo ABUSIVo DEI RIFIUTI Firenze, 17 gen. – (Adnkronos) – Sono una trentina le perquisizioni in tutta Italia in corso dalle prime ore del mattino, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze sulla Tav. Gli accertamenti sarebbero relativi al passante ferroviario fiorentino dell’alta velocità e le ipotesi di reato sarebbero di truffa, corruzione e smaltimento abusivo dei rifiuti. Secondo quanto appreso, sarebbe stata perquisita la sede di Nodavia, la società che ha vinto la gara per realizzare il nodo fiorentino della Tav.

Sergio Bertero

NEL SOGNO Nella notte Di una profonda Vidi d’occhi In verde fiamma Di una bruna In veste bianca… Vibrante al vento Limpida e trasparente Come in una primavera L’acqua d’un fiume Scorrendo di sera… Sorrideva! Come luna Romantica piena… Ai tremolii Di fiammelle Delle stelle… Dal brillo manto Nel vestendo Cielo in splendo… Nel firmamento Un luminato stello Illuminava d’immenso Per l’universo… In uno spazio Di un enorme Manifestava l’apparso Dei finiti Nel ben finito un maestrale dipinto Le dimostrava Tra l’infinito Al sù d’ alture Sulle pianure Ad una tra una collina alle penombre dei ulivi a un danzo di foglie sui rami al vento al cado di luci cadendo dai lumi tra la notte profonda… Vibrò l’ vesto bianco Sulla pelle Di quella bruna Da sogno! Nel sogno.

IL ComUNICATo DEI No TIUNNEL TAV FIo- tà e interessi particolari, su cui non a caso la po gravi e coinvolgono a quanto risulta anche ‘sogMagistratura ha deciso di intervenire. getti riferibili a strutture pubbliche’ per essere ignoRENTINI L’alternativa c’è!

L’intervento della magistratura con il sequestro dei Cantieri Tav è davvero una bella notizia! Da mesi, da Venerdi 18 gennaio 13 ore 11.30 CONFERENZA STAManni denunciamo i problemi, le contraddizioni e le PA alle Giubbe Rosse in piazza della Repubblica, irregolarità di questo assurdo progetto di sottoattra- Firenze versamento Tav della città, un’opera che abbiamo sempre definito inutile, dannosa e fonte di grande IL ComUNICATo DI oRNELLA DE ZoRDo spreco di denaro pubblico. Un’opera che rappresenta solo un affare per grandi imprese e grandi cooperati- “Fermare tutti i cantieri dell’Alta velocità a Firenze, compreso quello della stazione Foster. E’ sempliceve di costruzioni, una potente lobby del cemento, trasversale agli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, a Pdl e Pd, mentre in piena crisi vengono tagliati servizi sociali basilari per i cittadini. Alterazione della falda, possibili danni per centinaia e centinaia di edifici, mancanza di Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster, difformità nelle normative antisismiche, gestione e conferimento dei materiali di scavo, forte crescita dei costi dell’opera (tra cui aver montato eppoi tenuto ferma la “talpa”), mancanza di un adeguato controllo pubblico..sono alcune delle questioni su cui abbiamo sempre concentrato la nostra iniziativa, anche a livello giuridico, proponendo in alternativa il progetto di passaggio in superficie dei treni veloci, unica soluzione per eliminare i suddetti problemi, evitare un nuovo scempio alla città e risparmiare risorse preziose da destinare al rilancio del trasporto regionale. Anche alla luce del sequestro di stamani, richiediamo con forza a Governo, Ferrovie dello Stato, Regione, Comune e Provincia di FERMARE QUESTO PROGETTO ASSURDO, che, lungi dal rispondere al primato dell’interesse pubblico, nasconde ormai gravi irregolari-

“Buongiorno signor vigile che c’è? una multa per me! e che ho fatto?”

mente questa la prima cosa da fare dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura che ha portato al sequestro del cantiere di Campo di Marte e dell’ormai mitica fresa Monna Lisa. Allo stesso tempo vanno finalmente fatte tutte le verifiche, anche in sede amministrativa: tutti gli allarmi sulle irregolarità che sono stati più volte avanzati non hanno mai avuto un serio ascolto nelle istituzioni.” Lo ha detto Ornella De Zordo, capogruppo a Palazzo Vecchio della lista di cittadinanza perUnaltracittà. “I reati contestati, corruzione, truffa, gestione abusiva dei rifiuti, oltre ad altri reati contro la pubblica amministrazione, sono trop-

spicciolato però lo giuro mai speculato, vede io vivo alla giornata e così in questo minuto mi sono approfittato nel ripassando in mio meditato per uno scritto che sarà “Si alzi immediatamente caro per la prossima uscita in nero su bianco su signore (per modo di dire) da carta di stampo che verrà stampata su quequesto angolo privato che io sta illustrissima rivista su questo giornalisto tutelando e che lei sta no naturalmente di strada che io vendo da intralciando, ma come mi chie- strada in strada, se lei non mi crede glielo do e mi domando al meravi- posso far sentire alla recitata o alla cantata gliato, come ha fatto di essere per via del canto o addirittura alla fischiata così sbandato a non vedere per via del fischio, quale di queste vie il quel cartellino appiccicato a signor vigile preferisce? o sennò c’è quella due dita dal suo naso e che poi scorciatoia per via sua, arriva molto prima è appeso per tutta quanta la se va via subito” città, ora lo vede? VIETATO! “Si alzi immediatamente, raccolga i suoi ecco la multa ha da aggiunge- bricioli li tenga stretti e prosegua la sua re… aaah ora si vuole scusare strada, cosa? addirittura scolpare!” se ne vada!” “Sì signor giudice cioè signor vigi- “Ma che belle maniere nel vostro potere” le la assicuro lei è in errato quello “Se ne vada!” di sbagliato, ma io sono Sergio “Mamma mia, ma non si può nemmeno più Bertero! il piccolo poeta della grande sedere nemmeno riposare, nemmeno penstrada non ha mai sentito! ma come è sare, nemmeno la pisciata senza la pagata, possibile cosa? e se ne frega , ma ma dove ci ha cascati questa cascata, ma signor vigile mi sono giusto e mi sem- questa città è tutta privata? ma fra un poco brava giusto di essermi qui seduto sarà anche l’acqua che cade dal cielo quansolo per un minuto nel riposando in do si fa nero, ma l’aria si deve respirare mio faticato dal mio lavorato ma allo solo nei saloon privati?”

rati dai committenti pubblici di questa grande opera inutile, costosa e dannosa per la città. “Tutto va fermato, subito, e vanno utilizzate quelle risorse per opere realmente utili al trasporto locale e alla sicurezza del territorio. Abbiamo detto più volte che le procedure seguite per l’approvazione dei progetti non erano trasparenti nè regolari, come pure tutta la problematica relativa al trattamento dei materiali di scavo. Era solo l’estate scorsa quando perUnaltracittà rese pubblica la missiva riservata con la quale proprio Nodavia, il general contractor del sottoattraversamento dell’Alta velocità fiorentina, annunciava che nonostante ancora non siano partiti i lavori degli interventi maggiormente complessi e impattanti, il costo dell’intervento è già passato da 694 milioni iniziali a oltre 890 milioni, con un incremento di 200 milioni, quasi il 30%».” De Zordo in quell’occasione spiegò che dalla lettura di quei documenti riservati si evinceva come si fosse voluto montare a tutti i costi la fresa Monna Lisa quando ancora non c’era la possibilità di portare via il materiale, e quindi di fatto tenere tutto fermo, il che comportò, proprio secondo Nodavia, danni pari a 5 milioni di euro. 5 milioni di cui Nodavia chiedeva conto perchè qualcuno decise ‘discrezionalmente di non gestire il materiale come rifiuto, ma di attendere il perfezionamento del percorso giuridico-amministrativo per gestire il materiale come terra e roccia. Ci hanno sempre trattato come visionari, ora finalmente facciamo chiarezza.

“Se ne vada!!” “Calma, calma signor vigilino, ma non vede il mio inchinando che sta raccattando per il mio andando sì! però prima che vada una cosetta levolevo nel ben dire a voce un po’ alzata alla strillata alla urlata, TU M’HAI STUFATO e sopra cagato, piccolo cretino di un grande imbecille, vai a fare in culo almeno il tuo non è privato è di tutti, ora me ne vado, ma guardate un pò sto barattolo bucato … a uno come me!”…… Come eri bella Firenze sembravi una diva in quel vestitino di poesia ma te l’hanno sudiciato te l’hanno strappato e gettato via per questo di stracci di questa malinconia ma anche in queste condizioni io non ti lascio ti starò sempre vicino perché io sono il tuo piccolo poeta e tu la mia poesia anche tra questo grande schifo! povera Firenze mia.

Sergio Bertero


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 13

PAGINA 13

mIGRANTI

Rivolta nel Cie “Assolti, fu legittima difesa”

Annamaria Rivera

Tre immigrati trattenuti nel centro d’espulsione di Crotone erano imputati per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice non li punisce: erano lì illegittimamente e in condizioni al “limite della decenza” , quindi reagirono a “offese ingiuste”. Roma – 8 gennaio 2012 - Dal 9 al 15 ottobre scorso tre cittadini stranieri, un tunisino, un algerino e un marocchino, furono i protagonisti di una rivolta nel centro di identificazione ed espulsione di Isola capo Rizzuto, Crotone. Tra le altre cose, salirono sul tetto e lanciarono sulla Polizia suppellettili, rubinetti e grate. Lo fecero, però, per “legittima difesa” e quindi non risponderanno dei reati di danneggiamento e di resistenza a pubblico ufficiale. Ad assolverli, il 12 dicembre scorso, è stato il Tribunale di Crotone, con il giudice Edoardo D’Ambrosio che ha sposato la linea dei difensori, gli avvocati Natale De Meco, Eugenio

Naccarato e Giuseppe Malena. E non ha accolto la richiesta del pm Francesco Carluccio, che voleva una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione. Secondo D’Ambrosio, quella rivolta era una “difesa proporzionata all’offesa”. Innanzitutto perché i provvedimenti di trattenimento “erano privi di motivazione, e dunque illegittimi alla luce dell’articolo 15 della direttiva n. 115 del 2008, così come interpretato dalla Corte di Giustizia europea”. Omettevano infatti “del tutto l’indicazione delle ragioni specifiche in forza delle quali non era stato possibile adottare una misura coercitiva meno afflittiva del trattenimento presso il Cie”. C’erano poi da considerare le condizioni di vita nel centro, con “materassi luridi, privi di lenzuola e con coper-

Askavusa Il 12 gennaio attorno alle 18 un gruppo di migranti veniva portato dalle forze dell’ordine all’interno del centro di Imbriacola, i migranti si trovavano di fronte alla piazza della chiesa come succede da mesi. Alcuni migranti dicono che l’atteggiamento all’interno del centro è cambiato da alcuni giorni, non vengono consegnate le schede telefoniche, viene impedito di pregare, dall’oggi al domani si impedisce loro di uscire dal centro e non sono stati consegnati loro i ticket per la mensa del centro. Al canale d’informazione on line Libera Espressione è stato impedito di filmare quanto accadeva, ed è stato fatto cancellare il materiale fino a quel momento filmato, nonostante l’operazione fosse in una piazza pubblica e non presentava apparenti motivi di segretezza militare. Si sceglie ancora una volta una strategia che non comprendiamo, invece di regolamentare le entrate e le uscite di queste persone, che da più di un mese escono ed entrano dal centro, si sceglie di vietare la libertà di circolazione in maniera brusca. Invece di trasferirli in altre zone d’Italia e garantire loro i diritti di cui dovrebbero godere, si sceglie di incarcerarli e ridurre i loro diritti. Inoltre, ma sono notizie da accertare, si dice che sono stati stanziati sette milioni euro per l’ampliamento del centro di Imbriacola e per la destinazione a centro per migranti, alla ex base Loran. Ci opponiamo assolutamente ad altri luoghi di detenzione sull’isola di Lampedusa e in ogni luogo, non vogliamo carceri e ribadiamo che Lampedusa può essere un luogo di passaggio per i migranti, questa regola viene costantemente violata, da tutti i governi di tutte le posizioni politiche e fa in modo che Lampedusa diventi ciclicamente teatro di sofferenze e ingiustizie per i migranti e per la popolazione locale. — Ass. Culturale Askavusa sede amministrativa Via G.Verga 1 Lampedusa e Linosa (Ag) sede legale - Via Terranova 42

te altrettanto sporche, lavabi e “bagni alla turca” luridi, asciugamani sporchi, pasti in quantità insufficienti e consumati senza sedie né tavoli”.

Strutture ”al limite della decenza”, cioè, ha spiegato il giudice, “non convenienti alla loro destinazione: che è quella di accogliere essere umani. E,

si badi, esseri umani in quanto tali, e non in quanto stranieri irregolarmente soggiornanti sul territorio nazionale. Lo standard qualitativo delle condizioni di alloggio non deve essere rapportato a chi magari è abituato a condizioni abitative precarie, ma al cittadino medio, senza distinzione di condizione o di razza”. Gli imputati sono stati quindi vittima di “offese ingiuste”, alle quali hanno opposto una “legittima difesa”. Senza alcuna sproporzione, anzi: “il confronto tra i beni giuridici in conflitto – si legge nella sentenza - è pacificamente a favore dei beni difesi (dignità umana e libertà personale), rispetto a quelli, offesi, del prestigio, efficienza e patrimonio materiale della pubblica amministrazione”.

NON MANDIAMOLI SULLA STRADA! Con la chiusura dell’emergenza Nord Africa, rischiano di aggravarsi le condizioni di precarietà di migliaia di migranti forzati in Italia Appello delle associazioni Medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini del Mondo medici per i Diritti Umani (mEDU), Naga e Cittadini del mondo, associazioni che prestano assistenza sociosanitaria ai migranti forzati (richiedenti asilo, rifugiati e profughi in transito verso altri paesi europei) in condizioni di precarietà a Roma, Milano e Firenze, esprimono profonda preoccupazione per l’imminente chiusura - tra due settimane - delle strutture di accoglienza approntate nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa, che ospitano a tutt’oggi oltre 17.500 profughi. Il rischio concreto è che, a partire dal primo gennaio, la maggior parte di queste persone, si ritrovi sulla strada senza aver potuto accedere ad un reale percorso di integrazione. Il 31 dicembre è terminato infatti lo stato di emergenza dichiarato il 12 febbraio 2011 in seguito all’afflusso di cittadini in fuga dai rivolgimenti politici verificatisi nei Paesi del Nord Africa. La maggior parte dei profughi ospitati nelle strutture di accoglienza distribuite in tutte le Regioni italiane (alberghi, centri della rete associativa, strutture comunali, appartamenti, caserme ecc) si sono trovati senza dimora e faranno inevitabilmente riferimento soprattutto ai Comuni delle grandi aree metropolitane, già in difficoltà nel gestire l’accoglienza ordinaria dei rifugiati. Sono infatti ormai ben conosciute le rilevanti carenze del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati del nostro Paese tra le quali la cronica insufficienza dei posti di accoglienza e la frammentazione del sistema complessivo in differenti sotto-sistemi – CARA (Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo), CDA (Centri di accoglienza), SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), centri degli enti locali e ora appunto Piano straordinario della Protezione Civile - che si differenziano tra loro per la rilevante

disomogeneità dei costi e dei servizi offerti e la persistente difficoltà a pianificare in modo adeguato i flussi di richiedenti asilo. Tale situazione ha portato alla nascita di circuiti informali di accoglienza (tendopoli, baraccopoli, edifici abbandonati, stazioni ferroviarie), soprattutto nelle grandi aree metropolitane, che, per le loro stesse caratteristiche di estrema precarietà, non possono che rappresentare delle soluzioni mancate caratterizzate da fenomeni di ghettizzazione e cronica marginalità. E proprio in queste aree, presso le quali i medici e volontari di MEDU, Naga e Cittadini del Mondo operano, i profughi che usciranno dall’accoglienza il 31 dicembre 2012 potrebbero trovare “rifugio”. medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini del mondo rivolgono quindi un appello al ministero dell’Interno affinché, a partire dal primo gennaio 2013, le migliaia di profughi dell’Emergenza Nord Africa non vengano abbandonati a se stessi e affinché vengano loro assicurate la necessaria protezione e gli opportuni percorsi di integrazione. Nel ricordare che l’Italia ospita un numero di rifugiati, sia in termini assoluti che relativi, ancora ben inferiore rispetto ai principali paesi europei, Medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini del Mondo chiedono che venga affrontata l’intollerabile condizione di precarietà ed emarginazione in cui vengono lasciati migliaia di profughi, richiedenti asilo e rifugiati nel nostro Paese, in particolare nelle grandi aree metropolitane. In una prospettiva di civiltà e di rispetto dei diritti fondamentali della persona che il nostro Paese ha il dovere di assicurare, Medici per i Diritti Umani, Naga e Cittadini del Mondo ritengono ineludibili e prioritari il potenziamento e la razionalizzazione del sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i rifugiati, sia dal punto di vista delle risorse finanziare (il recente decreto del Viminale che aumenta di 702 posti i posti a disposizione dello SPRAR è un passo positivo ma di certo non sufficiente) sia per quanto riguarda la pianificazione dei servizi in un sistema organico e coerente.


FB154_FB16 19/01/13 20:56 Pagina 14

VOCI

PAGINA 14 Balenghi si nasce

E tu lo naqquesty, caro mio buon amico, buon anno, il pezzo inizia qui e non finirà mai, mio dolce fratello. A 38,8 gradi all'ombra scieriii, muoio per te? non credo, un grande vaffanculo a tutte le volte che non ci salutano, per tutte le volte che li incontreremo, anche se non vorrebbero, Noi della tribù dei Malvolsuti, Noi dalle bocche sdentate, Noi dalle dita livide Noi dall'enfisema facile Noi inopportuni Noi così poco spendibili E troppo commerciati Noi della banda randa Noi delle coperte rubate dall'ordine pubblico Noi dalle costole rotte non importa più da chi, se son fasci sfasceranno, il prodotto non ci cambia le radiografie. Noi che malsopportiamo Le brutture della falsa solidarietà Noi assolutamente fuori da qualsiasi ordine di priorità, anche perche non fu mai nemmeno presa in considerazione, anche perché se permetti se ne è viste talmente tante ... tra abusi e veri soprusi Che siamo proprio noi a salutare giusto per la gastrite, giusto per quel sano incazzo a guardarli nella mischia Mentre si spartiscono le ultime budella di un vecchio transeunte potere di un paletot ormai consunto. Noi, caro mio salutiamo sempre, come si concerne alla schiatta dei coerenti, la minaccia di un ciao sarà costante, fa più danni di una bomba. Ti auguro davvero un buon anno vecchio uomo e mio buon amico. Noi, che rotoliamo in una fede così cieca che non ammette nessun tipo di correzione ottica, noi che ancora lottiamo contro un’ottusità che non ci appartiene. Noi, mio amato complice, per semprissimo, non ce la faranno mai.

Anna

Incenerimento mascherato Oggi, dopo due anni di lotte il Tar Toscana ha accolto tutti e tre i ricorsi contro l’impianto di incenerimento di rifiuti della Waste Recycling a Castelfranco di Sotto, annullando così l’autorizzazione che era stata rilasciata nel dicembre dell’anno scorso dal Servizio Ambiente della Provincia di Pisa.

I Pirogassificatori rappresentano la nuova frontiera dell’incenerimento mascherato. Si tratta comunque di sistemi per distruggere i rifiuti ed ottenere energia. “Il trucco” questa volta sta che nel fatto che il pirogassificatore tratta rifiuti industriali e, in questo modo sfugge al piano regionale che limita il numero degli impianti di trattamento. Altra particolarità di questo inceneritore mascherato è quella di poter fare a meno anche della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) perchè presentato come piano di ristrutturazione produttiva ed energetica. La scelta “innovativa” di questi piccoli inceneritori aziendali sta nel fatto che si elimina qualsiasi operazione di separazione e trattamento dei rifiuti per valorizzarli producendo energia e quindi profitti. Indipendentemente dai motivi giuridici, che saranno ulteriormente valutati, con l’occasione vogliamo ringraziare chiunque si sia impegnato in questa lotta contro i poteri forti regionali. Poteri che hanno sostenuto falsamente e cinicamente come tali impianti “non producano rifiuti tossici”. La temperatura normale minima per la pirolisi è di 800°C, temperatura alla quale vengono prodotte ancora polveri sottili, le famose PM2.5 e PM10. La temperatura massima raggiungibile dall’impianto, 1600°C, richiederebbe un’enorme quantità di spesa energetica iniziale, per raggiungere la temperatura stessa. Inoltre, è proprio aumentando la temperatura di combustione che diminuisce la grandezza delle polveri prodotte. In particolare, alla temperatura massima un inceneritore emette grandi quantità di metalli pesanti in forma molecolare. È noto che gli unici filtri per questo tipo di particelle sono le matrici biologiche, ossia i nostri polmoni e le foglie. La forte mobilitazione di questi due anni ha obbligato le amministrazioni locali a “cambiare rotta” spingendole a condividere l’impugnazione al Tar. La deportazione è cominciata Invece, al Presidente Rossi gli vogliamo e, chissà quando, finirà...? rivolgere un invito ad un pubblico “mea culpa”. La deportazione è cominciata... Forse sarà giunta l’ora delle scuse alla il popolo dei senza niente, popolazione del Comprensorio del Cuoio subisce un nuovo insulto. ed alle sue amministrazioni che ha tratUn traguardo della scuola dell'umiliazione. tato con tanta supponenza? Trattati un'altra volta, Giovanni Rubattu, come nonsense. Un numero, un'anima come Cobas Empoli - Valdelsa carne, sulla quale, sperimentare farmaci. E nuove tecniche più o meno aggiornate, e al più possibile La morte non è speranza tali da indurre veramente a impazzire. dove c’è l’idolatria c’è vittimismo Cerchiamo di diminuire, dove c’è tristezza c’è amarezza la sofferenza, mi dicevo, dove amarezza ....c’è dolore . fra le lacrime. questo è il mio pensiero. nessuno mi diceva niente. Ma la ricchezza Sempre un approfittare, di ogni della nostra mancanza di potere. ANIMA In positivo, c'era una certa garanzia risiede solo della nostra privacy. nella Alcune persone ai girasoli Solitudine. erano da sempre vissute in queste strutture ed era la prima volta che potevano avere cure a livello di assistenzache poteva garantire loro Tornare bambino; è molto difficile o forse impossibile. libertà e dignità Perché non riesci a capirti con facilità, sebbene come ho detto ma anche perché hai più sofferto che gioito. in situazioni strane. Perché gli altri non sanno capirti con facilità. Intanto si erano formati, Perché gli altri non sanno capirti tutta una forma di legami sottobosco, quando sei sincero e vuoi loro del bene. nei dintorni della struttura. Non sanno il gioire del tuo tornare bambino; Legami perduti per strada. non sanno vedere il bello di questo. Un ultimo riferimento al modo, Tornare bambino: meno inibizione, alla velocità con cui è stato attuato cocciutaggine e voglia di capire come si questo trasloco, muovono le cose del mondo e perché. in tre giorni e non ancora terminato. Tornare bambino: rompere le palle agli altri. La deportazione è cominciata, e chissà Chiedendo ciò che ti interessa. quando, finirà...?

Solitudine

CONFRONTO E PROGETTAZIONE Letizia Sgalambro FOTOGRAFIA E TERRITORIO Massimo D’Amato IMMAGINE E FORMAZIONE Fotomorgana INCONTRO E NARRAZIONE Biancalisa Conti CI SIAMO UNITI per azzerare le distanze reali sociali culturali generazionali e psicologiche che impediscono il fluire delle relazioni fra persone provenienti da diversi background, per costruire ponti e permettere il dialogo tra le differenze. L’associazione nasce per sperimentare nuove modalità di gestione dei rapporti e per intraprendere metodologie alternative di produzione culturale. VOGLIAMO raccontare storie individuali e collettive attraverso pensieri e immagini, testimoniare la vita quotidiana, offrire strumenti per sviluppare le capacità individuali, favorire la comunicazione fra persone con culture o età diverse, mettere la nostra esperienza a servizio di chi vuole imparare. CI RICONOSCIAMO nei valori del Rispetto, dell’Uguaglianza, della Compassione. Con questi intenti agiremo nel territorio e metteremo a disposizione le nostre professionalità Per costruire reti di associazioni, organizzare momenti di incontro e condivisione, promuovere iniziative di formazione, realizzare ricerche storiche e lavori di documentazione; Per collaborare alle proposte di enti pubblici e associazioni che condividono il nostro percorso.

Tornare bambino

Enzo Casale

Sisina (deportata da I Girasoli di S. Salvi)


FB154_FB16 19/01/13 20:57 Pagina 15

PAGINA 15

VOCI

Risveglio Siamo tutti concordi nel constatare che questo è un periodo storico, sociale ed economico particolarmente difficile. E non solo difficile, ma anche confuso. È uno sbandamento generale anche ideologico, e questa situazione fa certamente il gioco del potere. Anzi, è indotto deliberatamente. E’ evidente che le vecchie categorie e divisioni politiche a cui siamo abituati a fare riferimento non sono più credibili, ma ci è difficile destrutturare modi di pensare con i quali ci siamo identificati per decenni. Alcuni di noi sono diventati qualunquisti, non capendoci più niente in questo caos e in questa generale corruzione e ingiustizia; altri continuano a ripetere slogan antiquati, non riuscendo a trovare alternative valide, altri ancora fanno quello che possono a livello del loro cerchio di vita quotidiana e nelle scelte di tutti i giorni.

essere umano normale non ha accesso. Vengono chiamati “rettiliani” (termine che deriva dall’uso di una parte del cervello che presiede gli istinti più bassi). La loro storia è complessa e richiede un briciolo di fiducia in informazioni di tipo diverse da quelle che siamo abituati a ricevere.

Comunque, per capire meglio, tutti i grandi e noti organismi di Con una crisi così profonda, il cambiamento richiesto potere (grandi potenze, servizi è altrettanto profondo. segreti, banche Forse va rivista anche la gerarchia del potere reale e internazionali, di chi lo detiene, al di là di quello che abbiamo cre- alta finanza, duto finora. mafia e soprattutForse le cose stavano diversamente da come ci è to vaticano) sono strettamente colstato raccontato. È un pezzo che cerco di capire come mai nella storia legati tra loro e le vanno avanti da sempre le parti peggiori, pur esi- loro divergenze sono solo apparenti, e con queste stendo molti esseri umani consapevoli e sinceramen- studiate divisioni ci tengono scaltramente sotto (a te desiderosi di vivere in un mondo migliore e più noi meschini ci pare di essere d’accordo con la sinistra, ad altri con la destra, qualcuno preferisce un giusto. presidente, mentre altri preferiscono un altro. Più Sono anni che mi informo, chiedo, leggo. E’ solo ulti- facce di una stessa medaglia). Ovviamente l’ONU è mamente però, guarda caso in concomitanza con l’organizzazione preposta alla gestione operativa del l’accelerarsi del degrado, che circolano ampiamente potere globale. In realtà tutte le guerre, i conflitti, le informazioni prima riservate a pochi eletti, anche spartizioni delle ricchezze, la crisi economiche, le perché facilmente inflazioni, la gestioOtto gennaio a Borgunto mettibili in dubbio ne della salute e dalle nostre menti delle malattie, la occidentali e poco Alla tredicesima ora di oggi, a Borgunto ricerca scientifica e aperte. La nebbia si dissolve l’informazione sono La natura riappare nelle mani dei granSempre di più circoIn tutta la sua magnificenza di potenti che manilano informazioni Il sole illumina con calore polano come buratdettagliate su come Nonostante la fredda stagione tini coloro che agiil pianeta intero sia Urano si dipinge d’azzurro scono in prima fila in obiettivo di granLa figlia Ciprigna mi sorride questi ambiti, e che diose manovre di La natura si manifesta a loro volta manipopotere che vanno In tutta la sua divina bellezza lano noi che gli avanti fin dall’antiTogliendosi il misterioso Velo di Maya diamo credito perché chità. Un po’ come Ciò che in politica non accade mai sono “autorevoli”. in certi film di fanGiacché verrebbe manifesta tascienza, che tanto Tutti questi settori Solo la corruzione, la bruttezza fantascienza evivengono decisi al E si vela e si nasconde dentemente non vertice all’unanimiDietro il velo dell’ipocrisia sono. tà, compreso le false

A un’analisi economica approfondita, ci sono tredici grande famiglie che governano l’economia mondiale, e se indaghiamo bene li ritroviamo sempre (da secoli e secoli con le loro discendenze) implicati in tutti i grossi movimenti della storia. Visto che questo è solo un piccolo articolo che tratta di un argomento forse nuovo per molti, rimando la lista dei nomi ad altra sede, ma quando la si legge ci possiamo ricordare di diversi nomi che conosciamo per qualche da motivo, Rockfeller a Mc Donald. Il bello è che proprio ieri ho visto alla televisione una pubblicità della Fondazione Mc Donald per aiutare i bambini (certo, dopo che li fanno ammalare loro....)

sentire veramente piccoli pesci dentro una grande rete.

I membri di queste famiglie sono i grandi burattinai. Agiscono come piovre, hanno le mani dappertutto. Quasi tutti i potenti del mondo fanno parte della massoneria, la grande società del potere.

Siamo tutt’uno col pianeta, con la natura, con gli animali, con gli altri esseri umani. Siamo un unico corpo che lavora insieme, nessuna parte deve essere trascurata o violentata. Il potere e il denaro non sono la nostra storia, anche se ce lo fanno credere.

E’ gente che ha secolare esperienza di gestione del potere occulto sulle masse.

Ma ci danno anche da pensare sulla nostra forza e dignità di esseri umani, la ricchezza più importante che abbiamo. Viene la voglia di svegliarsi, di non essere presi più in giro, di non sottostare al senso di impotenza, frustrazione e annichilimento che deliberatamente viene creato da abili manipolatori. Una volta ridotti a sentirci noi stessi delle nullità, a livello economico, sociale e anche individuale, di noi si può fare tutto, e siamo ancora più carne da macello. La consapevolezza di essere vittime di manovre disgustose anziché avvilirci potrebbe accomunarci e darci una forza nuova. Ci aiuta certamente il diventare consapevoli che niente è vero di quello che vogliono farci credere, che il nostro valore di esseri umani è grande e non è misurabile con i loro parametri e che perdersi in inutili differenze e guerre tra poveri fa solo il gioco del potere. Chissà che questo periodo di crisi possa rivelarsi positivo perché stimola la consapevolezza e la crescita personale. Non ha senso urlare slogan politici e riprodurre meccanismi di potere e di sopraffazione nella nostra vita quotidiana.

Penso che come esseri umani potremmo ribellarci a Si divertono a farci credere che ci sia la democrazia, una logica imposta dai nostri sopraffattori e non farci che possiamo scegliere, e leggere ecc ecc. Tutto un contagiare. Cercare di non riprodurre la filosofia del bluff. In realtà fanno sempre e comunque quello che sopruso e della manipolazione. Di contrastare la perversa logica del “divide et impera”. Potremmo scevogliono. gliere di non sottostare alla castrazione e all’infeliciQuello che sto scriventà nelle quali vogliodo è giusto per avere La lunga strada della vita no farci vivere. una visione alternativa Per questo credo che del perché ci troviamo Una lunga strada percorsa l’informazione di nella situazione attuami volto indietro guardo rabbrividisco come stanno verale. Esistono già libri e di certo il più è fatto mente le cose ci può libri con informazioni per nulla, mai vorrei rifarla essere di grande dettagliate e prove dei forse sono al centro o alla fine aiuto. Questa è una loschi accordi, movidavanti vedo una via infinita proposta di lavoro menti e decisioni della che mi inorridisce insieme, potremmo grandi famiglie. Si può che mi mette angoscia scriverne ancora, risalire alla loro origine e solo la morte può tracciare parlarne insieme, e conoscerne i nomi, se la linea del traguardo. comunicare, approil presupposto iniziale fondire, quindi evisembra convincente. Francesco Cirigliano tare di credere a Allora sì che viene la tutte le balle che ci voglia di saperne di raccontano e ci più. Esempi interessanti di studi sull’argomento sono i libri di David Icke, giornalista che a un certo punto hanno raccontato per potersi gradualmente impadella sua vita ha deciso di indagare sulle connivenze dronire di tutto annullando le nostre teste. e sulle complicità che stanno sotto alla politica mon- Questa non è vita! diale. Sono libri difficile da reggere, perché ci fanno Un abbraccio a tutti, Caterina

differenze e i finti Non a caso la brama Francesco Cirigliano antagonismi ideolodi potere e il delirio gici. di dominare sugli altri non sono peculiarità esclusiva del mondo attua- Come vediamo quotidianamente nel nostro piccolo, i le, ma hanno contraddistinto imperi, dittature, con- politici di diversi schieramenti si combattono in telequiste in tutta la storia che ci viene propinata. Sì, per- visione, quasi si scannano, recitando un copione, e ché questi sono gli esempi che deliberatamente ci poi cenano allegramente insieme. Stessa cosa per la vengono insegnati, come se essere una persona spartizione della torta più grande, le ricchezze grande e realizzata significasse assoggettare, dell’intero pianeta. Nell’atrio della chiesa io con gli altri aspettavamo che il servizio parrocchiale distruggere, possedere, violentare. Culture, tradizioI personaggi che conosciamo noi sono solo picci distribuisse un pranzo. ni, ideologie diverse sono state distrutte, negate e cole pedine, anche se a noi sembrano grandi. C’era un discreto freddo e il sole dell’estate si faceva vedere da lontano. fatte scomparire nel nulla. È ormai dall’antichità che il potere sta nelle mani di È incredibile che l’uomo più ricco del mondo Come i rami degli alberi senza foglie ognuno viveva la sua situazione di solitudine persone che risultano da molti studi essere imparen- non sia un petroliere o un grande industriale, dove anche il paesaggio della piazza vicina non aveva più il colore dell’autunno. tate tra loro e fare parte di una stessa “razza”. Sono ma il “papa nero”, un signore cecoslovacco capo Ardu Emilio, 9/1/2013 “altri” da noi esseri umani. È una cricca alla quale un dei gesuiti.


FB154_FB16 19/01/13 20:57 Pagina 16

SPETTACOLI

PAGINA 16

Strage di Viareggio: nessun silenzio Se l’Italia fosse realmente una repubblica fondata sul lavoro molti problemi del paese sarebbero risolti. Chi lavora e lo riesce a fare con dignità sente il peso diretto delle responsabilità legate alle sue azioni. Questa è una delle lezioni di Viareggio, dove i ferrovieri e i familiari delle vittime si ritrovano uniti nel sostenere una battaglia che cerca verità e giustizia. Di questo parla lo spettacolo “Non c’è mai silenzio”, andato in scena a Firenze come prima nazionale, al Teatro Puccini, l’8 gennaio, grazie anche a Libera e all’ARCI. Lo sguardo del pubblico accoglie una scenografia essenziale, dove due figure si muovono con gesti semplici e lineari, come se per un’ora e mezzo si stesse assistendo allo scorrere di una scena di vita reale, fluida e priva di interruzioni. Dall’ottima interpretazione di Elisabetta Salvatori ci si lascia trasportare in un insieme di colori, odori e suoni (realizzati anche dalle non invadenti esecuzioni di Matteo Ceramelli): il tutto a trasmettere il senso di una strage che doveva essere evitata. Il coinvolgimento del pubblico sta nella naturalità di una strada che viene descritta attraverso i ritratti di chi morirà in quella notte del 29 giugno 2009, quando un “treno bomba”, squarciato, causerà un’esplosione che si trascinerà dietro la vita racchiusa in via Ponchielli. Non si rompe l’intimità delle famiglie e degli amici colpiti dal lutto. Non si indaga sulla vita dei singoli. Non si fanno distinzione tra italiani nati nella penisola e italiani che sono arrivati a vivere nel paese. Si dipinge quello che era e adesso non c’è, provando a lasciare da parte il dolore e l’angoscia, dimostrando l’importanza della vita e quindi di ciò che riempie il silenzio, perché dove c’è silenzio c’è morte e dove c’è morte non c’è ricordo o memoria. I gesti di chi animava via Ponchielli sono parti di una composizione musicale che tra testo recitato e canzoni reinterpretate, anche attraverso le parole di Guccini e Battiato, descrive una parte delle note che sono state scritte sul pentagramma della città di Viareggio, la seconda in Italia (dopo Napoli), per canzoni dedicate alla propria storia. La strage di Viareggio è direttamente legata alla parte peggiore di una “povera patria” dove l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, un tempo sindacalista, si impegna a licenziare un ferroviere deciso a far emergere la verità su un pluriomicidio che non può essere ridotto ad incidente. Il marcio di un paese che ha vissuto il fascismo come pagina autobiografica da cui con difficoltà si riscatta quella parte migliore che, prima sulle montagne, oggi nei piccoli e grandi gesti di resistenza, si mostra unita nella voglia di costruire rapporti di solidarietà, attraverso la ricerca di una verità da conquistare. Uno spettacolo a cui occorre essere presenti, per ascoltare, sentire, capire, quello che è stato, che non deve essere dimenticato e che potrebbe ancora essere. Perché la velocità di 100 chilometri orari a cui viaggiava il treno merci quel 29 giugno è stata limitata solo per la stazione di Viareggio, una città dove però si è deciso di non abbattersi, non chiudersi nel dolore ma riempire con la memoria il silenzio che vorrebbe essere imposto da una società sempre più in crisi, da cui occorre riscattarsi, giorno dopo giorno. I prossimi spettacoli: 17 gennaio a Lucca, 26 gennaio a Casalguidi (PT), a marzo al Festival Crucifixus a Brescia, il 27 gennaio giorno della memoria. Il 22 gennaio si terrà l'udienza di Riccardo Antonini.

! "

#

"

A gennaio arriva in italia e viene presentato a Firenze il film ‘Trashed’, di Jeremy Irons, che segna un altro passo importante verso la piena presa di coscienza sulla necessità di un cambio di rotta mondiale rispetto al modello consumistico e capitalistico sfrenato che ha generato ad oggi solo invivibilità, insostenibilità, disastri ambientali e distruzione del pianeta. I rifiuti ne sono la dimostrazione più evidente e tangibile: collocati alla fine di un processo di consumo spinto lineare e non circolare, rappresentano oggi in questo sistema viziato solo qualcosa di cui doversi sbarazzare in qualsiasi modo. E i governi non vogliono capire che una via ecosostenibile circolare, alternativa alla distruzione della materia, è l’unica che potrà salvare il pianeta. Questo film, da non perdere, è un contributo significativo che farà discutere molto e, c’è da giurarci, sarà osteggiato e boicottato dai circuiti cinematografici nazionali legati alle grandi lobbies. Il film sarà presentato in prima assoluta in Italia il giorno 23 gennaio 2013 a Firenze presso il cinema Odeon in piazza Strozzi alle ore 20,30. Presenterà Domenica Guarino con il Prof. Paul Connett, promotore nel mondo della strategia Rifiuti Zero e Rossano Ercolini co-coordinatore di Zero Waste Italy. VOGLIAMO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE CI SOSTENGONO QUOTIDIANAMENTE, OGNUNO A MODO SUO: LE TIPOGRAFIE NUOVA CESAT E IDEALPRESS, LE TANTE PERSONE CHE HANNO DECISO DI COMPRARE I REGALI DI NATALE NELLA BOTTEGA DI FUORI BINARIO E QUELLE CHE CONTINUAMENTE CI PORTANO CIò DI CUI HANNO BISOGNO LE PERSONE CHE VIVONO IN STRADA.

BUON 2013


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.