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WW.FUORIBINAR
ALE DI STRADA N R
AUTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 156 APRILE 2013 - OFFERTA LIBERA - W
ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COmmA 20/CL 662/96 - FIRENZE - GIO IO.
Zane e i suoi amici Questa è una storia di ordinaria semplicità. Ho due figli. Ale, il più piccolo, ha 9 anni. Gli piace giocare a pallacanestro, qui dove viviamo trova un canestro ad ogni angolo di strada. Appena può corre e inizia sfide memorabili con il fratello più grande. Fa parte di una squadretta locale ed è da poco iniziato un torneo. Ogni sabato mattina hanno da giocare una partita. A volte vincono e a volte perdono. Così almeno una volta la settimana si ritrova con un amichetto, un ragazzino di nome Zane. Zane è alto e robusto più della media. Sorride sempre e sempre corre a prendere ogni palla per passarla ai compagni. Alcuni di loro li conosce già. Giocavano insieme in una squadretta di calcio qualche mese fa. Gran squadra, si cercavano con gli occhi, si passavano la palla e via a fare goals. Giorno 12 dicembre era il suo compleanno e Zane ed i suoi genitori hanno organizzato una festa. Hanno invitato tutti i bambini che conoscevano, hanno noleggiato una sala grande e qualche ora di gonfiabili. Questo è il riassunto dell’ invito: Solo una breve nota per farvi sapere che Zane vuole invitare tutti i membri del nostro team favoloso per la sua festa di compleanno:
Boys!!!!!! Birthday!!!!!! Bouncing!!!!!! Basketball!!!!!!! NO REGALI, PER FAVORE! Invece di regali a Zane piacerebbe molto se si potesse portare qualcosa per aiutare i senzatetto a Davis. Alcune idee: L’associazione ha bisogno di coperte (quelli che avete a casa, che non si stanno utilizzando vanno bene), shampoo, sapone, dentifricio, cappelli, guanti, sciarpe, calzini caldi, e gli alimenti come barrette di cereali, zuppe istantanee, cibo in scatola, ecc. Saranno ben accetti anche i regali a sostegno delle associazioni che si occupano di chi ha meno, non ultimo il canile comunale. Zane sarebbe così felice! Grazie! Speriamo di vedere tutti presto. Noi non avevamo in casa vestiti o coperte in più del necessario. Allora con i miei figli siamo usciti e insieme abbiamo scelto i regali che secondo noi Zane avrebbe ricevuto volentie-
ri: Tonno in scatola, fagioli, biscotti, formaggi, patatine etc... Chi suggeriva una cosa chi un altra. Ne è venuto fuori un bel dialogo sapendo a chi Zane avrebbe girato i suoi regali. Non ci eravamo mai dati così tanti abbracci nel fare la spesa. Abbracci che si sono ripetuti durante il compleanno giorno 12 tra tutti i bambini. Sembrava avessero vinto il campionato di Pallacanestro. Due settimane dopo questo è quello che abbiamo trovato nella cassetta delle lettere e che vogliamo condividere con voi. P.s. Il 28 ottobre sarà il compleanno di mio figlio e anche se a scuola ci han sempre detto di non copiare questa volta lo faremo.
Caro Alessandro, grazie alle vostre meravigliose donazioni, siamo stati in grado di portare tutte le cose che vedi nelle foto sulla parte anteriore di questa cartolina al “Rifugio per senzatetto” a Davis (lenzuola, abiti, giacche, cibo, articoli da bagno, apriscatole, tagliaunghie, ecc) e allo “Yolo County Animal Shelter in Woodland” (asciugamani, detersivo per bucato, giocattoli per cani e gatti, un letto per cane, ecc)! Erano così felici di avere tutta questa roba! È stato davvero sorprendente! Mi ha fatto sentire così bene essere in grado di aiutare tante persone e animali per il mio compleanno! Grazie! Grazie per essere venuto alla mia festa! Zane
Nelle pagine interne inserto: Social Forum Mondiale - Tunisi 2013 Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno. Qualsiasi richiesta di soldi in favore dell’associazione, al di là dell’offerta libera per l’acquisto del giornale, non è autorizzata.
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PER NON PERDERSI CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani, 443 Tel. 055 453580 C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39 - orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 055 4630876, associazioneciao@gmail.com. CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17, mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar. e gio. ore 9-12 per gli italiani.
Mosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti
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CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - Via Baracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferiBAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482. mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta). PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. al OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441 Pignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643. PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052. AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart. COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718. a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono. C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Accoglienza CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dal Tossicodipendenti senza tetto). lun. al ven. ore 15-18,30.
CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore 16-19; ven: ore 9-11. CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.
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PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150. SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “il SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri Via A. Corelli 91- Tel. 055 4223727. Progresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30. CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S. CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento, 187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) Lorenzo - Tel. 055 291516. + spuntino serale. colazione CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel. PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel. 055 677154 - Lun-sab ore 9-12. ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635 055 294093 - donne extracomunitarie. - ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30. CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar. ore 10 -12. TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 1518 allo 055 2344766.
MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11r Tel./fax 2466833. SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823. Collegamento interventi prostituzione. CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r Tel.fax 055/667604.
CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S. Lorenzo - Tel. 055 291516.
PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza a bassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 055 6582000 - email: aperte@tin.it CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione di vestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza Santi Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto, max 10 persone per giorno.
PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150. GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533. Corso di lingua italiana per stranieri.
DEPOSITO BAGAGLI ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS
MENSE - VITTO MENSA CARITAS: Via Santa Caterina d'Alessandria,11. MENSA S. FRANCESCO: (pranzo, più possibilità doccia) P.zza SS. Annunziata - Tel. 055 282263. ARCA DI SAN ZANOBI: (locali suore Carmelitane parrocchia Santa Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 055 741383 - ore 18-20. MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoni in Via dei Pucci, 2) MENSA ROVEZZANO: Via Aretina, 463.
CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21a Tel. 055/2298922. ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donne straniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326
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PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.
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GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven. ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterina d’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491. L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze. Tel./fax 055 2479013.
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ASSISTENZA MEDICA CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven. ore 15-19. AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 Ven. 8 - 10. PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogate dalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112, dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.
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Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro" DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico Guarino CAPo REDATToRE: Roberto Pelozzi CooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia Passigli GRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone, Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, Dimitri Di Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich, Stefano Galdiero. CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta Di Pietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor, Anna Pes. STAmPA: Nuova Cesat - Firenze ------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro - Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”
CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (informazioni: CARITAS Tel. 4630465).
“Periferie al Centro onlus” Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.
VESTIARIO
CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa di San ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 Gervasio. orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta accoPARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel glienza. 055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì matSUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle tina; vestiario e docce mercoledì mattina.
email: sito: skype:
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LA BACHECA DI FUORI BINARIO
LETTERA AI NOSTRI LETTORI/SOSTENITORI La nostra storia Nel 1994 da alcuni educatori che lavoravano all’Albergo popolare e da alcuni ospiti della Struttura, parte il desiderio di far sentire la loro voce attraverso una informazione indipendente, dal basso per l’autodeterminazione delle persone e per combattere il sistema dell’assistenzialismo e il business della povertà. Nasce così l’Associazione di volontariato “Periferie al Centro” creatrice della testata FUORI BINARIO, giornale di strada delle persone senza fissa dimora di Firenze. Il prossimo mese di giugno la nostra redazione compie 19 anni di informazione autogestita e autofinanziata. Il giornale è un periodico mensile che viene distribuito solo in strada dalle stesse persone che fanno parte della redazione. I distributori pagano 70 centesimi ogni copia e lo vendono a offerta libera, la differenza del guadagno resta a loro come un minireddito autogestito. Qualsiasi richiesta di denaro oltre l’offerta libera per il giornale, non è autorizzata dalla redazione. Al distributore viene assegnata una zona della città e non deve invadere gli spazi degli altri. Ogni venditore deve avere un cartellino di identificazione e dato che vengono persi facilmente stiamo finendo di preparare delle borse con il logo del giornale. Abbiamo una tiratura media di 4000 copie al mese (di queste circa 500 vengono spedite alle carceri, a scambio con altre riviste e/o per abbonamenti in altre regioni) e con la somma dei 70 cent. ci paghiamo tutte le spese di gestione (tipografia, bollette, affitto…) E’ uno strumento di lavoro importante perché le persone riprendono un dialogo con la città e un rapporto proprio con quei cittadini che li avevano emarginati.
a r t i g i a n a t o solidale”dove potete trovare tanti oggetti ricavati da materiali riciclati. Dovete venire a trovarci per vedere delle sorprese. Si allega locandina per gli scopi. Prendiamo i lavori in contovendita e si dovrebbe (??) trattenere il 30% del ricavato per pagare l’affitto del locale di ben 700 euro!! Nel 2012 si
Ciao Stefano
Vorrei parlarti e chiederti come mai i nostri destini si sono separati senza più rimedio. E tu sei cambiato, verso di meCosì il nostro incontro si è scollegato. Vivevi a Milano una doppia vita. Chiusa come censurata. Ma io mi ricordo la nostra infanzia quando eravamo spesso in colluttazione e perdevamo il senso della realtà. Fino a che mamma e papà, chiudevano la diatriba, ed erano botte. Le tristi botte che tendevano. prova a A castrare la nostra personalità, realizzare un e ad appiattire le forme di sogno nel cassetto: un gigante dalle cinque teste, che eravamo noi. UN PROGETTO “piloTu eri il più ribelle di noi ta” (in collaborazione con il da cui scaturì poi la tua grande indole, SERT del Q. 5) per una “CASA” di condottiere in famiglia che accolga 4 persone (pratilibero, e solo a tuo modo. camente senza fissa dimora) le Come quando avevi quali, dopo aver seguito un perquindici anni e ti eri stampato corso di conoscienza e avendo Sul retro di una maglietta azzurra, raggiunto un minireddito (una che non dimenticherò mai, pensione di invalidità, un insericon scritto “hobo”, mento lavorativo socioterapeutiripresa da bob dylan I nostri progetti co, o altro) potrebbero finalmente “i'm a lonesome hobo without family Nel 2001 esce la nostra prima pubblicazione con uscire dalle famigeand friends” FuoriBinarioLibri “Storie di Vento e di Follia” di rate, erano bei tempi, saltuarie Vittorio Porfito scrittore e pittore,in sua memoria da 5 strutture di accoquando tu diventasti anni si bandisce un CONCORSO LETTERARIO, la giuria glienza istituzionacampione italiano di nuoto e così io. sceglie il vincitore, poi però si pubblica un’antologia le e provare ad autofinanziarsi e autogestirsi Le trasferte a Roma. con tutti gli elaborati che ci arrivano. Gli ultimi due dignitosamente una “casa”. Tu che arrivavi primo. sono: “Poesia e Diversità” e “Il Degrado, cos’è” Tutti i Una amica di Fuori Binario ha contribuito con una Senza fare gli allenamenti. nostri libri sono scritti da redattori del giornale, con- donazione a far partire il progetto, poi altri amici si E con nostro fratello tengono interessanti storie di vita, poesie, racconti filo- stanno impegnando per arredarla, procurare bianchepiù grande facevate i jolly sofici, interviste, sogni e speranze. ria, stoviglie, oggetti vari con le ragazze. L’ultimo nato da un mese è di Silvia Prelazzi (nostra e soprattutto sostegno affettivo. Così sei andato via storica redattrice e pittrice) si intitola “Sisina allo spec- Dopo 18 anni, grazie a Rossella abbiamo finalmente come sei nato chio” creato un sito e aperto un blog aggiornato in tempo in punta di piedi. Chiediamo a tutti di aiutarci a diffonderli. Con un vento reale, attraverso il quale potete seguire e partecipare Nel 2007 si inaugura la bottega “ARTE FUORIBINARIO, alle nostre iniziative, venendoci a trovare. che ti ha salvato al nascere da settimino. Così , a gentle wind ti ha preso Codice Fiscale: 94051000480 da noi. Un alito dorato. Come se eolo si - Merc. 3 cena con serata "jam session" per musicisti sperimentali nel tendone pow wow! ci ammantasse di stardust, - Merc. 10 cena con intervento dell''archivio '68'' sulla “comune di Parigi” ciao stefano, - Merc. 17 cena con concerto rock ''Mahabanda'' con il nuovo album nuove sonorità
Il vostro 5xmille servirà a sostenere questi e magari altri nuovi progetti
Programma Aprile 2013
- Vene. 19 cena delle donne ... presentazione del libro “Sisina allo specchio” - Dome. 21 film ''L'insolito caso di mister hire'' di Patrice Leconte ore 18:00 - Merc. 24 cena con il Menestrello alessandro canti partigiani
SISINA
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DENTRO LA GABBIA
Il 9 aprile si firma per la Campagna davanti ai Tribunali di tutta Italia Milano, Torino, Roma, Palermo, Ancona, Bologna, Firenze, Genova, Bari, Chieti, Lecce, Cagliari e tante altre ancora: il 9 aprile 2013, dalle ore 9 alle ore 13, nelle piazze dei Tribunali di tutta Italia i promotori della Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe raccoglieranno le firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario. La prima, Introduzione del reato di
tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.
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Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità. Infine la terza proposta, Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.
La seconda, Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli Al sito la mappa di tutti luoghi dove ingressi in carcere, affinché nessuno sarà possibile sottoscrivere le tre provi entri qualora non ci sia posto. poste, che sono promosse da A Buon
diritto, Acat Italia, A Roma, insieme Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Il Naga, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.
L’orizzonte “corto” dei detenuti e la vista che se ne va ... Fra le milioni di cose che non so, c’era anche questa: che ai detenuti, con il tempo, cala la vista. Non ci avevo mai pensato. Eppure, ora che me lo hanno detto, mi pare una cosa ovvia. Bastava fare due più due per arrivarci: se una cosa la usi poco, poi non funziona più tanto bene. Lo so anch’io che mi alzo troppo poco dalla sedia, e mi basta fare due passi in più del solito che poi mi fanno male i muscoli delle gambe. Atrofizzati, si dice. Atrofia vuol dire precisamente questo, che qualcosa soffre perché non gli
diamo il giusto nutrimento, o non gliene diamo abbastanza. Ora che mi hanno detto della penuria di occhiali a Sollicciano, mi viene in mente Dante, che nel Canto X fa dire a Cavalcante “Se per questo cieco carcere vai”. L’inferno è dunque un “carcere cieco”: non si vede una via d’uscita, perché una via di uscita non c’è. La dannazione eterna consiste proprio nel fatto che l’inferno non sia solo un carcere, ma che, soprattutto, sia un vicolo “cieco”. Penso anche a Gramsci che, in un altro carcere cieco,
dedicò non per caso a questo Canto alcune della pagine più acute dei suoi Quaderni. Il carcere, ora lo so, diventa cieco con il tempo, perché vivere scrutando un orizzonte monocromo di pochi metri atrofizza gli occhi. Ma voglio arrischiarmi oltre, per dire che secondo me non c’entra solo la fisiologia in questo abbassamento della vista nei regimi detentivi. C’entra la sostanza di cui sono fatti gli uomini, ciò che li distingue davvero dagli altri animali: guardare oltre, progettarsi nell’avvenire. Fosse solo pensare a cosa ci sarà per secondo a mensa domani, o attendere una visita, o ricordarsi che mercoledì c’è una partita importante in televisione. Questo aspettare, attendere, questo rivolgersi a ciò che ancora non c’è, è in realtà sempre un darsi appuntamento allo specchio
con s e stessi, con ciò che ci rende umani. Ed è qualcosa che facciamo soprattutto con gli occhi. Anche ad occhi chiusi, certo. Ma sempre con la vista che traguarda un orizzonte. Per questo, quando l’orizzonte finisce a pochi metri e le pareti hanno sempre lo stesso colore, la vista si atrofizza. Nella finzione poetica del Canto X i dannati, “come quei c’ha mala luce”, non vedono le cose vicine e intuiscono invece le lontane, tanto che se Cavalcante ignora cosa ne sia di suo figlio, Farinata invece profetizza a Dante l’esilio. Nella realtà del regime detentivo, al contrario, la prigione condanna sicuramente ad avere la vista corta. Succede per il continuo mettere a fuoco l’angustia dello spazio. Ora, chi ama le parole, sa che Spa-tium ha la stessa radice di Spes, speranza. Perché come la speranza è un tendersi verso qualcosa, un attendere, così lo spazio è ciò in cui ci muoviamo, da questo punto a un punto dove ancora non siamo, ma che pure già abbiamo traguardato.
Simone Lenzi (stralcio da La Repubblica)
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DENTRO LA GABBIA
Un padre di famiglia scrive agli “uomini ombra”
Cari Uomini Ombra,
sono un padre di famiglia che si avvicina alla cinquantina, sono artista e uomo di scienza, come lo sono molti nella mia famiglia da ormai qualche generazione. Da bambino mio nonno mi diceva: “Da giovane speravo di poter vivere così a lungo da poter vedere realizzate quelle che pensavo fossero grandi conquiste per l’umanità come volare, e ancor di più andare sulla luna, anche se allora era impossibile. Nel corso della mia vita ho visto realizzarsi queste cose per cui ritengo che l’umanità si sia in qualche modo evoluta”. Io personalmente spero di poter vivere così a lungo da vedere l’abolizione dell’ergastolo (e poi anche del carcere) da parte di una grande nazione
organizzata (credo infatti che forse gli unici popoli che non concepiscono l’orrore del carcere appartengono a civiltà tribali). Questo ritengo che sarebbe un grande passo evolutivo per l’umanità, che non è paragonabile ad alcuna delle tecnologie finora raggiunte dall’uomo.
Ho sempre amato la vita e la libertà anche se da quando ho conosciuto da voi via e-mail la vera storia degli ergastolani un po’ più da vicino, è come se una parte di me avesse perso la libertà e sia stata murata insieme a voi. Sento che non potrò mai essere completamente libero finché esisteranno certi tipi di “punizioni”. È come se provassi una sorta di vergogna interiore per il fatto di appartenere ad una società in grado di concepire questa grande assurdità, quella degli uomini ombra e del carcere in
quanto istituzione. Vi ringrazio per avermi fatto vergognare e riflettere su certe ingiustizie e di avermi dato la possibilità di ostacolarle firmando contro l’ergastolo.
gente. Forza, lottate e ne uscirete! Non sprecate un briciolo del tempo che avete (anche se può sembrarvi tanto): forza e coraggio! ... siete a buon punto ... e se avete deciso di lottare vuol dire che neanche con la condanna a vita sono riusciti a togliervi fino in fondo la speranza ... dunque non lasciatela mai!
Vi prego assolutamente di non gettare la spugna e continuare sempre (nei limiti del possibile) a portare avanti la Vi penso sempre, e come padre di vostra lotta affinché l’umanità possa famiglia (che spera di lasciare ai propri figli un mondo migliore), non evolvere e finalmente definirsi tale. posso non pensare anche ai vostri Poiché credo che la maggior parte cari che sono costretti a sopportare delle notizie siano “pilotate” non con voi questo grande peso. Vi mando leggo giornali e non guardo la tv. Da a tutti un po’ di energia e di conforto questo ne deduco che se siete arrivati per aiutarvi a sopportarlo ... fino a me vuol dire che siete riusciti (nonostante tutto) a fare le cose giuste per far breccia nella dilagante ipo- Un abbraccio forte a tutti voi crisia ed acquistare così potere ed importanza anche agli occhi della Luca
Pene ... di morte Nelle carceri italiane si continua a morire: 6 decessi nei primi 15 giorni di marzo In tre casi si tratta sicuramente di suicidio, mentre per gli altri 3 casi le cause non sono ancora state accertate Opg di Reggio Emilia, 16 marzo 2013. Un detenuto ghanese di 47 anni si toglie la vita. L’uomo si è inferto una ferita allo stomaco ed è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. I medici hanno tentato di operarlo per salvargli la vita, ma la ferita era troppo profonda. Il 47enne si è spento sabato mattina presto nel reparto di Chirurgia. Casa di Reclusione di Massa Carrara, 18 marzo 2013. Detenuto muore in cella il giorno prima di uscire in permesso premio. Non si hanno ulteriori notizie. Casa Circondariale di Milano San Vittore, 15 marzo 2013. Detenuto muore nella notte. Era rinchiuso nel terzo raggio e di nazionalità straniera. Opg di Reggio Emilia, 13 marzo 2013. Daniele De Luca, 29 anni, originario di Roma, detenuto per “reati minori”, viene ritrovato morto in cella. Il corpo viene trasferito all’obitorio di Coviolo. Casa Circondariale di Pescara, 8 marzo 2013. Un detenuto tunisino viene ritrovato senza vita nella sua cella. Secondo i primi risultati dell’autopsia la morte è dovuta ad “asfissia acuta”. Casa Circondariale di Crotone, 6 marzo 2013. Pasquale Maccarrone, 27 anni, si impicca al letto a castello della cella (nella quale era rinchiuso da solo!). Era stato arrestato il giorno precedente con l’accusa di aver preso parte ad una rapina. fonte: Ristretti Orizzonti
Questa è la storia di Biagio: né morto, né vivo, né sano Mi viene da sorridere quando sento parlare di convegni sulla sanità in carcere, è un sorriso ironico e benevolo al tempo; per vivere e per stare bene c’è bisogno di amare e di libertà. (Alessandro Bruni) Biagio Campailla, è un giovane “Uomo Ombra” arrestato in giovane età e condannato all’ergastolo ostativo. È arrivato da poco tempo dalla Sardegna, dal lager di Badu Carros, e abbiamo fatto presto amicizia. Tutte le mattine appena ci aprono i cancelli viene a trovarmi nella mia cella, gli faccio il caffè, lo ascolto e provo a confortarlo. Biagio sta male, soffre di una malattia genetica
come la sorella che per questa malattia è scomparsa da pochi anni. Soffre di numerosi linfonodi latero-cervicali, di cervicobrachialgia, di ipoastenia sinistra e dell’arteria mammaria interna sinistra che incrocia e impronta il vaso venoso succlavio, che da 15mmm passa a 6mm con conseguenze possibile situazione clinica di sindrome dello stretto toracico superiore. Sulle sue spalle pesano due gravi condanne, tutte e due mortali, ma, bizzarria della sorte, una condanna può far finire l’altra. Dagli uomini è stato condannato alla “Pena di Morte Viva” (così chiamiamo l’ergastolo ostativo, quello senza possibilità di liberazione), dal destino invece è
stato condannato a questa rara malattia. Biagio s’è sposato giovane, appena quattordicenne, come accadde ancora nel meridione, ha quattro figli e a quarantadue anni ha cinque nipoti. Ha una famiglia che resiede in Belgio da tanti anni: dolce, colorita, solare e affettuosa, con una madre malata ma combattiva che lo segue con affetto da quattordici anni, l’ho conosciuta nella sala colloqui. Biagio mi parla spesso dei suoi figli e dei suoi nipotini e mi confida che gli dispiace che a causa della malattia non potrà vederli crescere. L’altro giorno mi ha confidato che non ha neppure più l’energia per stare male, che quello che lo terro-
rizza di più è spegnersi lentamente fra sbarre e cemento. Penso che abbia ragione perché quello che fa più paura ad un uomo ombra malato è morire prigioniero, lontano dai propri familiari. Invece quello che terrorizza un uomo ombra sano è continuare a vivere senza neppure un calendario in cella per segnare i giorni che mancano al suo fine pena. Questa è la storia di Biagio: né morto, né vivo, né sano, che si sta spegnendo lentamente come una candela senza luce e al buio in una prigione dei buoni.
Carmelo Musumeci
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CASA
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Figli della stessa rabbia Da tempo i devastanti effetti della crisi economica si traducono nella vita quotidiana in disperazione e rabbia... Sono migliaia le famiglie che vivono l’incubo della precarietà che trasforma spesso una vita considerata “quasi normale” nella più feroce delle agonie... Sono diventati dodici i suicidi (solo in questo mese...) provocati dall’assenza di lavoro e dall’incubo dell’esecuzione di sfratto. Per molte famiglie, per giovani coppie, per persone sole o con figli a carico il moto della rassegnazione prende corpo in una società fondata sulle diseguaglianze. Tutto questo mentre chi comanda si diletta in un perpetuo litigio che produce più schifo che rabbia... Tutto questo mentre ancora ci dicono che bisogna ridistribuire i sacrifici, per uscire dalla crisi infinita... Ma la realtà è ben diversa. A pagare i costi della crisi sono milioni di uomini e di donne che già vivevano in stato di povertà e precarietà. A Firenze come in tutta Italia assistiamo imperterriti alla quotidiana mattanza degli sfratti, settemila nei prossimi anni (e il dato è stimato per difetto...). Centinaia di donne con bambini ammassate nelle strutture di accoglienza, persone anziane e sole costrette a dormire nell’Albergo Popolare, centinaia di famiglie impossibilitate a versare i denari dei mutui di Banche sempre più arroganti..il tutto dentro ad un quadro istituzionale che concede una manciata di alloggi popolari ogni anno e servizi sociali oramai ridotti allo stato di fallimento dalle politiche governative... ORGANIZZIAMO LA RABBIA... Da mesi sfrattati e senza casa si sentono meno soli. Abbiamo organizzato la RETE ANTISFRATTO per garantire a tutti il diritto a un tetto. Per ricostruire vincoli di solidarietà altrimenti distrutti dalla mercificazione della vita nella società del profitto. Ci siamo RIPRESI PALAZZI DI SOCIETÀ FINANZIARIE E DI BANCHE che, da sempre, speculano sulla pelle di milioni di uomini e donne... È proprio in tempi di CRISI che ognuno deve fare la propria parte. Per noi garantire L’EQUA REDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE E DELLE RISORSE significa garantire LA SOPRAVVIVENZA SOCIALE A MILIONI DI PERSONE.
SABATO 20 aprile ore 15 Piazza San Marco manifestazione-corteo per il diritto alla casa
*Immediato Blocco degli sfratti finché non sia garantito il passaggio da casa a casa. *Realizzazione di 10.000 alloggi in edilizia sociale utilizzando il patrimonio del Ministero della Difesa e del Demanio *Requisizione IMMEDIATA degli stabili di Finanziarie, Banche e Società fantasma abbandonate o prossime alla speculazione*Imposizione di una legge che Garantisca il DIRITTO AL RECUPERO DEL PATRIMONIO ABBANDONATO *Diritto al tetto e all’Autonomia responsabile per donne e uomini separati, per disabili, per giovani e per ANZIANI *Diritto alla vita, all’accoglienza e all’autogestione per i richiedenti asilo provenienti dalle guerre. *Riconoscimento di PARI DIRITTI E PARI DIGNITÀ per coloro che sono vittime dell’Usura Bancaria sui mutui. Solidarietà alle compagne e ai compagni bersagli della locale Magistratura nella miriade di processini e processoni contro il moto antagonista e il diritto alla casa....
L’ASSEMBLEA DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA Occupazione palazzo MPS: “Le istituzioni si attivino per trovare soluzioni ad un’emergenza sociale che riguarda pezzi sempre più ampi della nostra collettività.” “La Valorizzazioni Immobiliari, società partecipata da MPS che ha rilevato da quest’ultima un portafoglio di immobili da oltre 100 milioni di euro, nell’edificio di Via Nigra aveva alloggi sfitti anche da 30 anni e negli ultimi tempi ha pagato per far andar via le famiglie affittuarie pur di procedere a speculare sull’immobile realizzando nuovi appartamenti, spacchettando le superfici aumentandone il numero e riducendone la dimensione.” – affermano i Consiglieri comunali Ornella De Zordo e Tommaso Grassi. “Domenica scorsa il Movimento Lotta
per la Casa ha occupato l’immobile per dare la possibilità a 15 nuclei familiari – italiani e richiedenti asilo – con ben 40 minori di avere un tetto sulla testa. – dichiarano i Consiglieri comunali De Zordo e Grassi - Si tratta di persone penalizzate dall’attuale crisi economica che non riescono più a pagare un affitto a prezzi di mercato né tantomeno a sostenere un mutuo. Se a Firenze non rimane altra soluzione per coloro che non hanno un tetto sulla testa che occupare, significa che siamo di fronte ad un’emergenza sociale ed è necessaria una risposta netta agli sfratti incolpe-
dormire la propria famiglia per strada) chiedono di poter pattuire con la proprietà un affitto sostenibile: ci auguriamo che la VIM non proceda con la richiesta di sgombero, come ha invece annunciato, e crediamo che le istituzioni debbano farsi carico di trovare soluzioni ad un problema che non può essere considerato individuale ma voli, oltre 100 a gennaio e circa 140 a sempre più un emergenza sociale che febbraio.” riguarda pezzi ampi della nostra col“Ora gli occupanti, costretti a questo lettività.” passo da necessità primarie (non far
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Dichiarazione dell’Assemblea dei movimenti Sociali
Social Forum mondiale 2013 29 marzo 2013, Tunisia In qualità di Assemblea dei Movimenti Sociali del Social Forum Mondiale 2013 della Tunisia, siamo qui riuniti per affermare il contributo fondamentale dei popoli del Maghreb-Mashrek (dal Nord Africa al Medio Oriente) nella costruzione della civiltà umana. Affermiamo che la decolonizzazione per i popoli oppressi rimane per noi, i movimenti sociali del mondo, la sfida più importante. Attraverso il processo del Social Forum Mondiale, l’Assemblea dei Movimenti Sociali è il luogo in cui ci siamo riuniti attraverso le nostre diversità, al fine di formare lotte comuni ed un agenda collettiva per combattere contro capitalismo, patriarcato, razzismo e tutte le forme di discriminazione ed oppressione. Abbiamo costruito una storia comune di lavoro che ha portato a qualche progresso, particolarmente in America Latina, dove siamo stati in grado di intervenire nelle alleanze neoliberali e di creare svariate alternative per il solo sviluppo che veramente onora la natura. Insieme, i popoli di tutti i continenti stanno lottando per opporsi al dominio del capitale, nascosto dietro ad illusorie promesse di progresso economico e all’illusione della stabilità politica. Ora, siamo alla svolta in cui le forze retrograde e conservatrici vogliono arrestare il processo iniziato due anni fa con le insurrezioni nella regione del Maghreb-Mashreq, che hanno aiutato a far cadere delle dittature ed a sfidare il sistema neoliberale imposto sui popoli. Queste insurrezioni si sono diffuse a tutti i continenti del mondo, ispirando indignazione e l’occupazione di luoghi pubblici. Il popolo di tutto il mondo sta soffrendo degli effetti dell’aggravamento di una profonda crisi del capitalismo, in cui i suoi agenti (banche, corporazioni transnazionali, conglomerati di mass media, istituzioni nazionali e governi complici del neoliberalismo) mirano ad incrementare i loro profitti applicando politiche interventistiche e
neocolonialiste. La guerra, le occupazioni militari, trattati di libero mercato neoliberale e “misure di austerità” si esplicano in blocchi economici che privatizzano i beni comuni e i servizi pubblici, tagliano salari e diritti, incrementano la disoccupazione, sovraccaricano il lavoro di occupazione femminile e distruggono la natura. Tali politiche colpiscono più duramente i paesi più ricche del Nord e stanno incrementando la migrazione, il trasferimento forzato, gli sfratti, il debito e le disuguaglianze sociali come in Grecia, a Cipro, in Portogallo, in Italia, in Irlanda e nello stato spagnolo. Esse rinforzano il conservatorismo ed il controllo sui corpi e le vite delle donne, cercano di imporre una “economia verde” come soluzione alla crisi ambientale e alimentare, che non solo esacerba il problema, ma conduce allo sfruttamento ai fini di profitto, alla privatizzazione e alla finanziarizzazione della vita e della natura. Noi denunciamo l’intensificarsi delle repressioni alle ribellioni del popolo, l’assassinio della leadership dei movimenti sociali, la criminalizzazione delle nostre lotte e dei nostri propositi. Asseriamo che il popolo non deve continuare a pagare per questa crisi sistemica e che non vi è soluzione all’interno del sistema capitalista! Qui, a Tunisi, riaffermiamo il nostro impegno a riunirci per forgiare una strategia comune per guidare le nostre battaglie contro il capitalismo. Questo è perché noi, movimenti sociali, combattiamo: Contro le corporazioni transnazionali ed il sistema finanziario (IMF, WB e WTO), che sono i principali agenti del sistema capitalista, che privatizzano la vita, i servizi pubblici e i beni comuni quali acqua, aria, terra, semi e risorse minerarie, che promuovono guerre e violazioni dei diritti umani. Le corporazioni transnazionali riproducono pratiche di sfruttamento che mettono in pericolo la vita e la natura, che invadono le nostre terre e sviluppano semi e cibo geneticamente
modificati, che tolgono i diritti del popolo al cibo e distruggono la biodiversità. Combattiamo per la cancellazione dell’illegittimo ed odioso debito che oggi è uno strumento globale di dominio, repressione e strangolamento economico e finanziario del popolo. Noi rigettiamo gli accordi per il libero scambio, che sono imposti dagli Stati e dalle corporazioni transnazionali ed affermiamo che è possibile costruire un altro tipo di globalizzazione, fatta a partire da e dal popolo, basata sulla solidarietà e sulla libertà di movimento per tutti gli esseri umani. Per la giustizia del clima ed la sovranità del cibo, perché sappiamo che il cambiamento del clima globale è un prodotto del sistema capitalistico di produzione, distribuzione e consumo. Le corporazioni transnazionali, le istituzioni finanziarie internazionali e i governi che le servono non vogliono ridurre i gas serra. Noi denunciamo la “green economy” e rifiutiamo false soluzioni alla crisi del clima come biocarburanti, organismi geneticamente modificati e meccanismi del mercato del carbone come REDD (Ridurre Emissioni dalla Deforestazione e dalla Degradazione della Foresta), che adescano popoli impoveriti con false promesse di progresso, mentre privatizzano e sfruttano per profitto le foreste ed i territori in cui questi popoli vivono da migliaia d’anni. Noi difendiamo la sovranità alimentare e supportiamo l’agricoltura sostenibile contadina, che è la vera soluzione alla crisi alimentare e climatica e include l’accesso alla terra per tutti coloro che vi lavorano. A causa di questo, invochiamo una mobilitazione di massa per fermare l’occupazione delle terre e supportare le lotte locali dei contadini. Contro la violenza contro le donne, spesso praticata nei territori militarmente occupati, ma anche la violenza che colpisce le donne che sono criminalizzate per prendere parte alle lotte sociali. Noi combattiamo contro la violenza domestica e sessuale perpe-
trata sulle donne perché sono considerate oggetti o beni, perché la sovranità dei loro corpi e delle loro menti non è riconosciuta. Noi lottiamo contro il traffico di donne, ragazze e ragazzi. Noi difendiamo la diversità sessuale, il diritto alla autodeterminazione del genere e ci opponiamo ad ogni omofobia e violenza sessista. Per la pace e contro la guerra, il colonialismo, le occupazioni e la militarizzazione delle nostre terre. Denunciamo il falso discorso della difesa dei diritti umani e lottiamo contro il fondamentalismo, che spesso giustifica queste occupazioni militari come ad Haiti, in Libia, Mali e Siria. Difendiamo il diritto alla sovranità popolare ed all’autodeterminazione come in Palestina, Sahara dell’Ovest e Kurdistan. Denunciamo l’installazione di basi militari straniere per istigare conflitti, per controllare e saccheggiare le risorse naturali e per instaurare delle dittature in svariati paesi. Lottiamo per la libertà di organizzazione in sindacati, movimenti sociali, associazioni ed altre forme di resistenza pacifica. Rinforziamo il nostro strumento di solidarietà tra i popoli come il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele e la lotta contro la NATO e per bandire tutte le armi nucleari. Per la democratizzazione dei mass media e la costruzione di media alternativi, che sono fondamentali per rovesciare la logica capitalista. Ispirati dalla storia delle nostre battaglie e dalla forza del popolo per le strade, l’Assemblea dei Movimenti Sociali chiama tutti a mobilitarsi e ad azioni di sviluppo – coordinate a livello mondiale – in un Giorno globale di mobilitazione. Movimenti sociali del mondo, avanziamo verso un’unione globale per distruggere il sistema capitalista! Niente più sfruttamento, niente più patriarcato, razzismo e colonialismo! Viva la revolution! Lunga vita alla lotta del popolo!
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Tunisi - Resoconto finale dal Forum Sociale Mondiale
Voci, appelli e campagne per un mondo senza frontiere Basta respingimenti e detenzioni nella “fortezza Europa”. Basta violazioni dei diritti umani e della dignità dei migranti. Basta frontiere di mare e di terra come luoghi di morte e di “illegalità istituzionale”. Al Forum Sociale Mondiale si alza ancora una volta alto il grido d’allarme e di denuncia dei migranti e delle associazioni che li supportano. Tre giorni di incontri e workshop conclusi con l’assemblea finale del 29 marzo in cui i partecipanti al Forum di Tunisi hanno elencato le varie raccomandazioni e lanciato le prossime campagne e battaglie in difesa dei diritti dei migranti. Il programma è stato molto ricco: dal 27 al 29 marzo quasi 50 workshop e tre assemblee. Partendo dai contenuti dei singoli workshop sono stati individuati alcuni macro-temi: libertà di circolazione e di permanenza, autoorganizzazione dei migranti, migrazioni e crisi economica, diritti fondamentali, migrazioni forzate, politiche migratorie, migrazioni e lavoro, media e immigrazione, razzismo e non discriminazione, donne e migrazioni. Ovviamente si tratta di categorie piuttosto forzate e “artificiali” figlie del poco tempo e della necessità di riassumere e schematizzare quanto discusso durante il Forum. La realtà ci dice invece che ogni aspetto è trasversale e abbraccia tanti ambiti: le violazioni dei diritti umani nei CIE-lager e le nuove schiavitù quali quelle di cui sono vittime molti lavoratori stagionali, ad esempio, rientrebbero in diverse categorie tra quelle indicate sopra. E tutte queste questioni non devono farci dimenticare inoltre – come è stato ribadito durante il Forum la necessità di collocare le battaglie per i diritti umani e per i diritti dei migranti all’interno di una prospettiva più ampia che includa in maniera chiara e decisa una visione altermondialista e una lotta al neoliberismo e al neocolonialismo. La globalità e la complessità delle questioni legate all’immigrazione sono state esplicitate durante l’intervento del Progetto Melting Pot
tappe che precederanno il Forum Sociale Mondiale dei Migranti che si svolgerà sempre in Africa nel 2014.
Europa nel corso dell’assemblea conclusiva del 29 marzo: viviamo in un mondo che fa la guerra ai migranti (a partire dai respingimenti dai porti italiani) ma le battaglie per i diritti dei migranti non sono isolate rispetto a quanto sta accadendo a livello socio-politico nell’area mediterranea e rispetto a quanto i movimenti sociali stanno facendo e faranno (vedi il prossimo Blockupy di Francoforte) per
Dallo sviluppo delle reti informali a “Frontexit” e “Watch the Med”: nuove campagne e prospettive contro la vergogna dei respingimenti Tema centrale nel Forum è stata la denuncia dei respingimenti nel
constrastare le politiche della troika che stanno privando sempre più individui dei diritti basilari. Nonostante la riproposizione di slogan e appelli già sentiti in passato, il Forum di Tunisi è stata quindi l’occasione per raccontare alcune esperienze e per lanciare nuove campagne e nuovi progetti. E per sottolineare che il Forum di Tunisi sulle migrazioni è un processo e non una struttura rigida e che questa è solo una delle tante
Mediterraneo. Avvengono molto vicino a noi, dai porti di Venezia e Marghera (quasi 300 migranti respinti ogni anno) così come in moltissimi luoghi d’Italia e d’Europa. Le varie realtà presenti hanno ribadito la necessità di rinforzare le reti e i contatti tra attivisti che operano nei vari paesi sia per scambiare informazioni e dati sia per supportare direttamente i migranti che viaggiano da un paese all’altro. Tra le campagne contro i respingimenti appena
lanciate particolare rilievo assume Frontexit, nata su iniziativa di Migreurop. Il comunicato di lancio della campagna dice “l’Europa è in guerra contro un nemico che ha inventato”. L’agenzia Frontex è il braccio armato dell’Unione Europea che lotta contro questo “nemico” intercettando i migranti alle frontiere europee e rispedendoli indietro violando i loro diritti fondamentali. Cosa chiede Frontexit? Che venga fatta chiarezza sul mandato, le responsabilità e l’operato dell’agenzia Frontex; che si ponga fine alle azioni che violano i diritti dei migranti e infine, dopo aver avuto prova della sua “incompatibilità con il rispetto dei diritti fondamentali” che si annulli il regolamento che ha istituito l’agenzia Frontex. “Le rivendicazioni della campagna saranno portate al Parlamento Europeo, ai parlamenti nazionali fino alla Commissione Europea e a Frontex stessa” dicono i rappresentanti di Migreurop presenti a Tunisi. Sulla stessa linea l’osservatorio Watch the Med, nato sulla scia del viaggio intrapreso nel 2012 dal network internazionale Boats4People”. Watch the Med è un progetto che mira a monitorare quanto accade nel Mediterraneo e a fornire un supporto diretto attraverso la costituzione di una piattaforma online che raccoglie testimonianze dei migranti e altri testimoni, immagini satellitari, mappature, ecc… Inoltre il progetto include la possibilità di avviare cause legali contro le violazioni dei diritti dei migranti messe in atto sia dai singoli paesi europei sia dall’agenzia Frontex. “E’ fondamentale in ogni caso creare dei network e scambiarci informazioni dai vari paesi europei. L’obiettivo sarà quello di creare un ‘network dei network” affermano i rappresentanti di Watch the Med presenti al Forum. Mai più sans papiers, mai più carceri: appelli per una cittadinanza universale e storie di colpevoli sparizioni. Tra gli spazi caotici e sempre
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“ridefiniti” del Village Migration di Tunisi tanti erano i volantini e i materiali. Ma tra questi spiccava un simil-passaporto regalato da Utopia, una delle associazioni partecipanti. Era il “passaporto della cittadinanza universale”. Per i membri di Utopia questo passaporto non è un’utopia ed è la stessa speranza che anima la lotta del movimento dei Sans Papiers, che ha portato a Tunisi una carovana molto numerosa e attiva. Sulle loro magliette la scritta “sans papiers sans frontieres”. Il loro augurio è che i sans papiers – cioè quelli che i media razzisti del nostro paese si ostinano a chiamare “clandestini” – abbiano ancora più spazio nei prossimi Social Forum diventando una componente decisiva e imprescindibile. E così facendo rendano ancora più palese l’assurdità di un sistema che li condanna all’invisibilità. La stessa invisibilità che sembra riguardare i ragazzi tunisini arrivati in Italia nel marzo 2011 e poi “scomparsi”. Sono 250 i giovani partiti dalla Tunisia dopo l’inizio della rivoluzione e poi spariti. Anche qui ovviamente le responsabilità del governo italiano sono evidenti così come quelle del governo tunisino. L’associazione “La terre pour tous” unisce le famiglie dei migranti tunisini scomparsi. 151 persone che hanno lanciato un appello affinchè venga fatta chiarezza e giustizia su questi ragazzi “desaparecidos”. Alcuni sono stati riconosciuti dalle famiglie in alcuni video trasmessi dalle televisioni italiane ma il nostro governo non ha fornito risposte chiare ai familiari. Rachida è una delle donne che al Forum ha raccontato il suo viaggio in Italia alla disperata ricerca del figlio. Né le autorità italiane né quelle tunisine le hanno dato una risposta. Nessuna possibilità di accedere a documenti e atti ufficiali. E il serio sospetto che il figlio di Rachida - così come molti altri suoi connazionali – possa essere rinchiuso nei lager chiamati CIE sparsi per l’Italia. E proprio dal Social Forum di Tunisi è partito un nuovo appello per la chiusura definitiva di tutti i centri di detenzione (qualunque sia la loro “natura” e struttura) sparsi per l’Europa. Perché ovunque sono luoghi di repressione e
umiliazione e quindi vere e proprie galere. Ed è stata lanciata la proposta di istituire una commissione di inchiesta per far chiarezza sulle sparizioni di centinaia di tunisini arrivati in Italia.
profughi sono disastrose ma loro hanno anche il problema che l’UNHCR non li ha considerati “idonei” per richiedere asilo politico. “Voglio essere considerato un richiedente asilo come gli altri
Né accoglienza, né diritti, né documenti: il grido d’aiuto dei rifugiati di Choucha arriva al Forum Con ancora davanti agli occhi i disastri dell’“accoglienza indegna” italiana dell’emergenza Nord Africa, conosciamo a Tunisi persone che in Italia e in Europa non sono nemmeno arrivate e forse mai ci arriveranno. Sono i rifugiati del campo profughi di Choucha, nel sud della Tunisia al confine con la Libia. Sono arrivati circa
ma l’UNHCR ci ha detto che non avevamo i requisiti per essere considerati richiedenti asilo” ci dice un ragazzo del Ciad. E un suo connazionale aggiunge “A giugno il campo chiude e non sappiamo cosa fare perché se torniamo in Libia ci considerano ex mercenari di Gheddafi e se torniamo nel nostro paese rischiamo la vita”. Dal palco dell’assemblea finale è risuonato il loro appello che è stato solo il momento finale di una tre giorni di presidio perma-
due anni fa scappando dalla guerra e al momento sono in totale 3600. Sono arrivati al Forum con una numerosa delegazione per raccontare la terribile situazione che riguarda in particolare 260 di loro (molti dei quali ciadiani). Le condizioni di vita in quel campo
nente che li ha resi finalmente visibili alla Tunisia e al mondo. Gli altri appelli dell’assemblea e le prossime iniziative a livello mondiale. Istituire un osservatorio transnazionale per monitorare gli “hate-
speech”, l’uso di parole e toni razzisti e discriminatori (che ricorda le campagne italiane contro le “parole sporche”); sostenere e favorire i processi di auto-organizzazione (come l’esperienza del progetto “Todo cambia” dell’ARCI); e di auto-narrazione dei migranti; contrastare con forza l’islamofobia; rafforzare le reti informali con i paesi di origine degli immigrati. Queste le altre proposte-slogan emerse nel corso del Forum. E poi l’idea di uno sciopero generale a livello mondiale (esperienza già avviata alcuni anni fa con lo sciopero del primo marzo). E la volontà di “avvicinare” ancora di più il Forum Sociale Mondiale al Forum Sociale Mondiale dei Migranti che si svolgerà nel 2014. Ma prima del 2014 tanti saranno gli appuntamenti importanti per dare seguito a quanto detto e fatto in questo Forum di Tunisi. Tra questi uno dei principali è la Giornata di Azione Mondiale del 18 dicembre ed è stata anche avanzata la proposta di far pressione sulle Nazioni Unite (che hanno già indetto il 13 ottobre una conferenza sulle migrazioni) affinchè organizzino un evento sulla libertà di movimento e di permanenza delle persone. Tutte queste idee e proposte, così come stabilito durante il Forum, saranno raccolte e inserite in un sito web creato ad hoc tramite il quale si promuoverà lo scambio di esperienze, informazioni ed iniziative di ciascun paese e di ciascuna organizzazione in modo da rinforzare i network esistenti e crearne al tempo stesso di nuovi. Al di là delle raccomandazioni dette spesso sotto forma di slogan e già sentite nei precedenti Forum, l’obiettivo – sicuramente non facile - deve essere quindi quello di unire le forze per le prossime campagne di mobilitazione e contemporaneamente scambiarsi esperienze di “buone pratiche di lotta” e di attivismo. Per dare forza e sostanza alle battaglie di ognuno/a e garantire a tutti i migranti quella che è stata eletta come parola-simbolo del Forum, la “dignità”. [domenica 31 marzo 2013]
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Una Palestina mai vista Non sono mancate tensioni su all’Onu. E poi la sospensione delSiria e Sahrawi, però ora c’è una l’accordo di associazione UeIsraele, lo stop al commercio realtà «mediterranea» delle armi e il boicottaggio Tante bandiere palestinesi non si soprattutto della G4S, il gruppo erano mai viste. Ad aprire la internazionale di sicurezza impemanifestazione era quella enor- gnato in Israele per il controllo dei me che nei giorni scorsi aveva check point. Sono solo alcune coperto l’edificio dell’anfiteatro delle azioni che dovrebbero condella facoltà di diritto nell’univer- tribuire ad affermare i diritti dei sità al Manar, che ha ospitato il palestinesi: autodeterminazione, Forum sociale mondiale. La mani- fine dell’occupazione israeliana, festazione per la Palestina, nel liberazione dei prigionieri, diritto giorno della terra, partita dalla al ritorno, fine del blocco di Gaza, piazza 14 gennaio – come è stata tra gli altri. Donne indipendenti ribattezzata la piazza dell’orolo- Ieri mattina nel campus del gio dopo la rivoluzione – si è conclusa a place Pasteur, dove ha sede l’ambasciata palestinese. «Il popolo vuole una Palestina libera», lo slogan più urlato. Una manifestazione molto più militante di quella di apertura del Forum, con un ferreo servizio d’ordine del sindacato e un maggiore dispiegamento di polizia. Il corteo di apertura della cinque giorni tunisina era stato “monopolizzato” dal Fronte popolare in ricordo di Manar le numerose bancarelle, Chokri Belaid, assassinato il 4 feb- che avevano contribuito a dare brario, quello di ieri ha visto una alla grande kermesse l’aspetto del presenza massiccia dell’Unione suq, hanno dato il via ai saldi generale dei lavoratori tunisini, prima di chiudere bottega. che oltre a sindacato è anche un Queste vendite hanno permesso a protagonista della scena politica gruppi di autofinanziarsi ma tunisina. A salutare i manifestanti anche alle donne tunisine, che alla partenza è stato un breve e stanno sperimentando piccole discreto passaggio di Nabil Shaat, produzioni per rendersi indipenil capo dei negoziatori palestinesi, denti, di verificare il loro appeal che si trova a Tunisi in questi gior- sul mercato. Sono diverse le ong ni. La Palestina è stato il tema che si sono orientate verso l’aiuto dominante del Forum sociale concreto alle donne che, specialmondiale che si è concluso con mente nelle zone più povere, se l’impegno a rendere concrete le non hanno una autonomia non si azioni finora rimaste sulla carta. possono ribellare alle imposizioni Tra queste, quella di portare i cri- e alle violenza dei maschi della mini di Israele davanti alla Corte famiglia, aumentati con il diffoninternazionale di giustizia, resa dersi dell’islamismo radicale. «È possibile dal riconoscimento della questo il miglior modo per far Palestina come osservatore loro prendere coscienza dei propri
diritti», sostiene Norhene Lasram di Enda, una ong che si occupa di microcredito. Dopo tre giorni in cui si sono svolti circa 1.000 seminari con la partecipazione di circa 4.000 associazioni e, secondo i tunisini, di 70.000 persone, ieri mattina si sono tratte le conclusioni nelle assemblee di convergenza. Per la verità in queste assemblee sono stati presentati documenti che più che una riflessione approfondita sul tema erano liste di rivendicazioni o azioni da compiere. Forse non poteva che esse-
re così: alcuni seminari sono stati molto frequentati, altri disertati, alcuni ben organizzati altri sono saltati e non solo per le difficoltà logistiche – mancanza di microfoni, di elettricità per proiezioni, di traduzione -, ma anche per disorganizzazione delle associazioni promotrici. Forse è proprio la formula che va ripensata, dopo oltre un decennio. E poi, il contesto dove si svolge il Forum dà la sua impronta. Per i molti tunisini, che si ritrovavano al campus, cantare le canzoni della rivoluzione piuttosto che ballare era un momento di libertà che non sempre si possono permettere. Il canto e il ballo sono diventate forme di resistenza ai salafiti che li vorrebbero impedire. Anche la frequentazione è cambiata con il passare dei
giorni: all’inizio non« si vedevano donne con il niqab e poche erano velate, i barbuti proprio non c’erano, ma poi sono arrivati gli altri e le altre, che rivendicano la possibilità di indossare il velo integrale all’università. I salafiti hanno minacciato gli artisti, «ma noi non abbiamo accettato la provocazione, il forum doveva riuscire senza essere compromesso da atti di violenza», ci ha detto Omar Ghedamsi, pittore e segretario del sindacato degli artisti. Bandiere in fiamme Ma scontri ci sono stati. Dopo un inizio tranquillo e, sembrava, persino foriero di nuovi dialoghi, i conflitti del mondo arabo sono esplosi: i marocchini hanno aggredito i sahrawi, le bandiere dell’Esercito libero siriano sono state bruciate e i tunisini hanno sventolato quelle della Siria di Assad sostenendo che quella siriana non è una vera rivoluzione perché la maggior parte dei combattenti sono stranieri, tra i quali molti tunisini arruolati dai salafiti. In altri casi si è trattato di scontri solo verbali. Sono nati però anche molti progetti, i cui sviluppi potranno arricchire i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo: sull’ambiente, la migrazione, lo sviluppo, i media, etc. Quello di Tunisi è stato un forum mediterraneo, per l’assenza o la scarsa presenza di altri protagonisti, ma in questo momento quello che poteva essere un limite ha avuto un vantaggio: ha segnato la nascita, forse persino ancora inconsapevole, di una comunità mediterranea che supera la definizione di euromediterranea. Questo è sicuramente un passo in avanti.
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Firenze antifascista
Il 9 marzo circa 3000 persone hanno ti rilanciando la mobilitazione antifapreso parte al corteo di Firenze scista. Importante la presenza delle sezioni Antifascista. dell’ANPI e l’intervento dal microfono di Silvano Sarti “Pillo”, presidente dell’ANPI provinciale. Anche quest’anno Firenze ha dato un’ottima risposta alla vergognosa e misera presenza dei neofascisti in piazza. Il corteo è partito verso le 15.30 da Da sottolineare ancora una volta la piazza S.Marco dietro allo striscione militarizzazione della città: viali chiuunitario “Firenze è Antifascista” e si è si e transennati e centinaia di agenti snodato per le strade del centro città. in assetto antisommossa per difendeMolti gli interventi dal microfono: re un gruppuscolo di fascisti che evistudenti, lavoratori, militanti dei cen- dentemente questa città non vuole: tri sociali e partigiani si sono alterna- poche decine di persone per un cor-
teo nazionale disertato anche dalla stessa Meloni danno il senso del loro isolamento e loro della superflua presenza in città. Il corteo si è chiuso con il del ricordo compagno DAX, il lancio del corteo nazionale di sabato prossimo a Milano e l’appuntamento del prossimo 25 aprile in piazza S.Spirito a Firenze. Una nota a margine per chiarire che se due militanti del PD si sono sentite di lasciare il corteo la responsabilità
non è da ricercarsi nella coerenza degli organizzatori ma nelle evidenti contraddizioni che questo partito esprime riguardo all’antifascismo. Firenze Antifascista
Guarda, Senti, Parla: volantino contro l’indifferenza,
genere@anche.no
Negli ultimi giorni in città è apparso un volantino. Nelle cassette della posta, nelle università, ci siamo imbattuti in un appello alla solidarietà per contrastare la violenza di genere. La firma è genere@anche.no, un’email per contattare l’assemblea sulla questione di genere che da qualche mese ha iniziato a riunirsi a Firenze. Già l’assemblea si era fatta sentire, con un comunicato volantinato nel centro della città rispetto al pestaggio avvenuto in S.Croce a inizio dicembre, ai danni di una militante di Lotta Per La Casa. L’analisi dell’assemblea appare chiara: in un’epoca di crescente atomizzazione sociale le istituzioni e i media favoriscono una cultura machista e un clima di paura che faccia da supporto ai provvedimenti securitari portati avanti negli ultimi anni. Dallo svuotamento delle piazze, all’esaltazione della polizia come “difesa” delle persone (quando poi appare evidente quanto spesso questa raffigurazione risulti debole), alla stigmatizzazione della prostituzione che è stata trasformata ancor più in un mondo sommer-
so da cui la “società civile” deve stare lontano, all’odio nei confronti dell’altro, soprattutto degli immigrati, da cui, così ci dicono, tutti questi provvedimenti ci “difenderanno”. Questo volantino risulta quindi un invito a rifiutare una lettura della realtà di questo tipo. Al contrario, si chiede alle persone di reagire, di comunicare, di solidarizzare per dare vita a un tessuto sociale coeso, nelle strade e nelle piazze dei quartieri, come antidoto reale alle violenze di genere e, ci permettiamo di aggiungere, anche di razza e di classe. Questo il testo del volantino: Apri gli occhi, non cedere all’indifferenza, se assisti a una scena di violenza domestica o pubblica non aver paura di rivolgerti a chi potrebbe essere di aiuto o di soccorrere chi viene aggredito. Il silenzio e la mancanza di aiuto sono anch’essi forme di violenza. L’indifferenza è complice, la solidarietà è un’arma: usiamola!
Appello per un Primo Maggio della solidarietà dell’accoglienza e della libertà Non vogliamo rassegnarci a subire il degrado sociale, a delegare ad istituzioni e partiti decadenti – che peggiorano la nostra esistenza, difendendo i propri interessi – il nostro presente ed il nostro futuro. Vogliamo impegnarci per migliorare la vita nostra, delle persone che ci stanno accanto a partire da coloro che maggiormente subiscono le conseguenze della crisi, della violenza diffusa, del razzismo, delle discriminazioni. C’è bisogno di solidarietà, unione, protagonismo e ambiti di aggregazione per tessere una trama di relazioni basata sull’accoglienza, il rispetto, la convivenza e la condivisione. C’è bisogno di solidarietà umana per accogliere chi arriva in questo paese con l’unica intenzione di cercare una vita migliore e quindi per denunciare le leggi razziste dello Stato che
chiudono le frontiere, legittimano la morte in mare di migliaia di esseri umani e condannano al reato di clandestinità persone incolpevoli. Così come c’è bisogno di solidarietà per contrastare l’insopportabile clima di razzismo quotidiano e diffuso, ma anche per combattere l’odiosa crescente violenza dell’estrema destra in particolare verso persone immigrate e omosessuali. C’è urgente bisogno di solidarietà umana. Per aiutarci reciprocamente facendo fronte alla disoccupazione, alla precarietà del lavoro e della vita. Per sostenere le migliaia di profughi della guerra in Libia che vengono cacciati in strada dal governo. Per supportare la ricerca di libertà, amicizia e spazi autogestiti da parte di tanti giovani.
Per accogliere le persone disabili. Per sostenere e difendere la libertà di scelte affettive e sessuali di ognuna e ognuno. Per impedire e denunciare le crescenti violenze contro le donne, sostenendo la loro autodifesa e libertà di scelta. Per combattere la criminalità organizzata e la corruzione che avvelenano la vita di tutti. Per sostenere quei popoli che pur subendo violenze terribili continuano a lottare per la libertà sulle altre sponde del mediterraneo, dalla Siria alla Tunisia, passando per l’Egitto. Tutto questo ci riguarda e ci riguarda tutti perché migliorare insieme il presente, a partire di quello che è più colpito, è il modo migliore per costruire il futuro di tutti. Per questi motivi torniamo in piazza Dalmazia il 1° maggio – anche quest’anno – invitandovi
ad una giornata di lotta, di festa, di incontro (quindi con dibattiti, workshop, musica, stand ecc.) per scambiare idee, progetti e percorsi per il futuro in un luogo così importante per questa città e non solo, per non dimenticare la strage razzista compiuta da un militante dell’estrema destra e per far rivivere la reazione popolare della manifestazione nazionale del 17 dicembre. Un 1° maggio che sia di accoglienza per tutti, di solidarietà e unione contro la crisi, per la libertà e il rispetto di ogni persona, per la difesa dei diritti. promuovono: Comitati Solidali e Antirazzisti di Firenze e Prato per informazioni e adesioni: coordinamento.csa@gmail.com oppure emybenvenuti@yahoo.it
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Via gli ambulatori, il centro si ribella logia — al Palagi (ex Iot) di viale tando via quello che è stato già definiAssemblee e petizioni dei resi- Stefania Saccardi. Michelangelo, ma per la ripresa del to «l’ultimo presidio di Oltrarno»: «Il La riorganizzazione sanitaria entra denti per il taglio dei presidi. Lo storico presidio di piazza Santissima Annunziata è chiuso da una settimana. La stessa sorte toccherà, entro fine mese (destinazione Palagi, in viale Michelangelo), alla dermatologia e alla clinica dermatologica Santa Chiara in piazza Indipendenza. In Borgognissanti c’è invece tempo fino a maggio per svuotare i locali, mentre tra due anni — quando tutta l’assistenza sarà trasferita a Montedomini — a chiudere saranno i poliambulatori di Santa Rosa. E così — in centro — rischia di non restarci più nulla. Nei prossimi giorni i residenti di Oltrarno distribuiranno un volantino per rivendicare una maggiore attenzione per un territorio che in pochi mesi ha visto chiudere tre storici ambulatori: «Hanno ragione, chiederemo alla Asl presìdi momentanei», assicura il vicesindaco con delega al welfare,
dunque nel vivo e fa sentire i suoi primi effetti (collaterali) soprattutto nel centro storico, che nella cosiddetta fase di transizione - almeno due anni - rischia di restare completamente sguarnito dai principali servizi assistenziali. E per alcuni di questi non si conosce neppure la destinazione: la Radioterapia dermatologica, ad esempio, sarà attiva in Santa Chiara solo fino a domani, dopodiché sarà ripresa «non appena tecnicamente possibile e in sede che sarà comunicata quanto prima», fanno sapere dall’Asl. Stesso discorso per le educatrici, prima in piazza Santissima Annunziata: «Comunicheranno alle famiglie dove e quando portare i bambini», confessa una delle due impiegate rimaste a sorvegliare gli ultimi scatoloni. Si conosce invece la destinazione per la fototerapia dermatologica, che andrà — assieme a tutta la dermato-
servizio se ne riparla a Giugno. Niente più riabilitazione e fisioterapia, invece, in Borgognissanti: bambini ed anziani con disabilità fisiche dai primi di aprile saranno costretti a raggiungere San Salvi o il presidio di via D’Annunzio. E così dalla protesta di Oltrarno, dove i comitati denunciano un territorio ormai «povero di qualsiasi servizio, anche di assistenza sanitaria», si spiega la proposta di Palazzo Vecchio: «I cittadini hanno ragione: parleremo con l’Asl per studiare soluzioni che prevedano presìdi momentanei soprattutto per i servizi di riabilitazione», dice il vicesindaco. Ma c’è un altro fronte che rischia molto presto di infiammarsi: quello del poliambulatorio di Santa Rosa, dove oggi è possibile fare prelievi e usufruire di tutta l’assistenza specialistica. Tra due anni sarà tutto trasferito a Montedomini, in via Malcontenti, por-
Nasce associazione Nidiaci Il 26/03/2013, abbiamo registrato l’associazione Amici del Nidiaci in Oltrarno, associazione di promozione sociale e Onlus. I 25 soci fondatori sono per la maggior parte genitori delle scuole Torrigiani (elementare) e Mazzei (infanzia), 19 sono nati in Italia, 6 all’estero. L’associazione è nata in seguito a un incontro con i rappresentanti del Comune, della cooperativa che gestisce il Centro Giovani nel giardino del Nidiaci, del Quartiere e della nuova ludoteca “temporanea” in Via Maffia. Lo scopo immediato è quello di riaprire al più presto la parte accessibile del giardino del Nidiaci, grazie a una convenzione che stiamo stilando con le istituzioni. Non vogliamo semplicemente colmare il doppio vuoto lasciato dalle istituzioni - il comportamento negligente delle amministrazioni precedenti nel non stroncare sul nascere la speculazione immobiliare in Via della Chiesa; e quello dell’amministrazione attuale che dopo cinque anni non mantiene le promesse, non ci spiega cosa sta succedendo e non stanzia nemmeno i fondi per aprire il giardino. Vogliamo tenere viva la presenza dei residenti nel giardino, prima che si possa dire che è acqua passata; e vogliamo offrire ai residenti anche la possibilità di trovarsi insieme, per le questioni comuni del quartiere. Le prossime tappe: 1) stilare la convenzione che ci permetterà, si spera entro una ventina di giorni, di aprire il giardino 2) stabilire turni di volontariato, aperti anche a non genitori seriamente motivati 3) aumentare il numero dei tesserati all’associazione gli iscritti hanno l’obbligo di versare 5 euro di iscrizione più 5 euro di quota annua per il 2013 4) lanciare una festa di inaugurazione, forse verso la fine di aprile o l’inizio di maggio, che coinvolga il più possibile il quartiere, tirando fuori la creatività e i contatti che ciascuno di noi ha!
Comune ha imposto all’azienda che anche nel caso in cui Santa Rosa sarà venduta, dovrà essere comunque garantito un presidio sanitario — assicura la Saccardi, che sul piano di riorganizzazione aggiunge — Non impoverirà i servizi, che saranno invece più strutturati ed organizzati, ma alcune criticità ci saranno e per questo abbiamo aperto un tavolo con l’azienda per cercare di porre subito dei rimedi». Uno di questi riguarderà Gavinana: ieri sera si è tenuta un’assemblea alla biblioteca «Villa Bandini» per discutere sulle conseguenze della chiusura del presidio in piazza Elia Dalla Costa. Assemblea molto partecipata (circa un centinaio di persone) in cui è stata decisa una raccolta di firme per chiedere a Comune e Asl di bloccare il trasferimento.
Gaetano Cervone
16 marzo contro le mafie 150.000 persone intervenute alla giornata contro le mafie promossa a Firenze dall’Associazione Libera di Don Ciotti
Tutto troppo Tutto niente Non pensano … o troppo poco, ma promettono e dicono in semplici complicate parole troppo e niente. Mà!? ma si diceva e si dice penso tuttora chi troppo … stroppia. Ora arriva il vero tutto senza troppo o niente ma sinceramente reale nella verità artigiana, quella zappata, levigata, potata, sudata, cantata, dipinta, combattuta o scritta. Quella che avete in parte ammazzato. Quella che con denaro o altri modi nascosti con corruzioni. E ora anche il nostro meritato spazio volete prendere?! Ma lì non entrerete.. né tè né tè. Noi sì ora! pieni e ripieni, traboccanti di voglia e d’umile rispetto, noi guerrieri di vera luce; vi sveglieremo. vi inchineremo alla nostra dignità. Allora finalmente vedrete… Il potere Artigiano cos’è! Guido Scanu (Passpartout)
Sul far del mattino l’autobus viaggiava per le vie del centro la città piano piano si risvegliava, i pensieri tornavano alla mente. Dentro di me sentivo che era necessario come realizzare un sogno lontano. Io non ero un campione in queste cose ma qualcosa mi aveva fatto capire che l’amore poteva realizzare ciò che non solo per me era importante in questa vita. Il sole continuava a sorgere, il giorno si faceva strada come gli altri. Ardu Emilio
SULLA TRAMVIA Voglia di piangere Voglia di morire Voglia di correre Pensando a Fuori Binario, mi viene voglia di scrivere; ciò che ho scritto sul lato del mio armadio; Mi si realizza un sogno (quasi trentenne) ed eccomi a concludere, al caldo della mia stanza. Ebbene sì piango. Ho voglia di viverla tutta questa vita. Perché, brutta che sia, non abbiamo il dirittodi interromperla e di far piangere i nostri amici e parenti Enzo Casale
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LAVORO
Lettera di un figlio distrutto dal dolore .... GIUSEPPE MARCHESE
Oltre 5000 morti sul lavoro in 5 anni
LETTERA APERTA A MIO PADRE, UCCISO SUL LAVORO A te, padre, morto per non farci mancare un pezzo di pane; a te, che hai preferito sin da fanciullo la strada del lavoro a quella del malaffare; a te, che hai costruito una famiglia ed hai permesso che noi fossimo; a te, che sei partito da casa stretto dal dovere, che hai svolto con onestà e dedizione totale il lavoro in cui credevi e sei tornato nella stessa ... casa in una fredda bara; a te, dotato di una forza leonina nel servire alla buona causa della professione e ridotto a corpo esanime; a te, che non hai risparmiato sacrifici per la tua azienda anche nei giorni festivi; a te, vittima sacrificale dell’altare dell’insicurezza, di un sistema perverso che ha adorato il denaro; a te, che avrai digrignato i denti in una espressione di dolore estremo e così hai salutato la terra; a te, spesso maltrattato da coloro ai quali hai donato tutto e non gratificato per le tue fatiche; a te, vittima di colpevoli distrazioni e valutazioni superficiali; a te, caduto nella trappola della disonestà troppo giovane e reso schiavo di preoccupazioni per un tetto; a te, che piangevi perché non arrivavamo a fine mese; a te, padre che ha garantito la sua presenza a costo di viaggi defatiganti; a te, marito che ci ha dato l’esempio della fedeltà coniugale; a te, che hai rinunziato ad ogni divertimento per il necessario; a te, capace di salutare ogni piccola gioia come una grande sorpresa della vita; a te, che hai preferito alla piazza ed alle sue chiacchiere il lettone di casa e un po’ di musica folk con i tuoi figli; a te che hai fatto coincidere la tua felicità con la realizzazione scolastica ed umana dei tuoi figli; a te, che hai condiviso con noi la tua insoddisfazione con lacrime di sincera amarezza; a te, che ci hai insegnato a superare le offese ricevute per riconciliarci con noi stessi; a te, capace di coltivare amicizie genuine e disinteressate; a te, vissuto nell’ombra della quotidianità e sconosciuto ai più; a te, esempio luminoso per i giovani di paternità, intessuta di gesti feriali; a te, che hai praticato la giustizia le cui ossa, forse, non otterranno mai una vera giustizia; a te, che quest’anno non hai potuto festeggiare con noi il tuo cinquantesimo compleanno: GRAZIE!
L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http: //cadutisullavoro.blogspot.com <http://cadutisullavoro.blogspot.com/> è nato il 1 gennaio 2008 in seguito alla tragedia della Thyssenkrupp di Torino dove morirono 7 lavoratori bruciati vivi. Dal giorno dell’apertura dell’osservatorio ad oggi 13 marzo 2013 sono morti per infortunio sul lavoro oltre 5000 lavoratori di cui 2515 sui luoghi di lavoro e gli altri sulle strade e in itinere. Un’autentica carneficina che purtroppo viene sottostimata dalle statistiche ufficiali e ignorata dalla politica che potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in questa triste classifica in Europa, dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani. Carlo Soricelli
Dal balcone di Terra Affaccio l’universo Manifestandomi l’apparso A lumi di Stello Là Dove si ferma la mente Oltre, và il mio pensiero.
Su nà giostra d’immenso Girando nel tempo Passo il mio tempo Che è solo per un tempo. Sergio Bertero
Sergio Bertero FUoRI TUTTI FUoRI TUTTI 500 euro per lasciare il paese Il primo marzo 2011 si celebrava la giornata dell’orgoglio migrante. Sembra passata un’eternità. Giovedì, due anni dopo, è divenuta esecutiva la circolare con cui il Viminale ha stabilito che l’emergenza umanitaria africana è finita. Per cui tutti fuori dalle strutture di accoglienza. Espulse donne e uomini migranti. Erano tutti in attesa dello status di rifugiati. Da mezzanotte hanno ricevuto una buonuscita da 500 euro a testa e sono stati messi in strada a Falerna, Petilia, Isola Capo Rizzuto, Cutro, Rogliano, Amantea e Cetraro. Molti di loro però non sanno dove andare. Qualcuno è partito verso il Nord, altri sono andati a Rosarno. Molti hanno completato l’iter per l’ottenimento del permesso di soggiorno e lo status di rifugiato o di titolare di protezione umanitaria. Altri hanno ancora solo la “ricevuta” rilasciata dall’ufficio stranieri della questura. fonte: Corriere Immigrazione Bahrain: morte manifestante dopo percosse subite, 2 poliziotti condannati a 10 anni carcere
d’inchiesta ha criticato l’uso eccessivo della forza nel corso delle manifestazioni di febbraio e marzo di due anni fa, il massiccio uso della tortura e le violazioni dei diritti umani commesse nei mesi successivi. Israele, torna in auge il segregazionismo sugli autobus a danno dei palestinesi Il governo ha creato linee di autobus riservate solo ai palestinesi in Cisgiordania. Il piano é stato messo a punto dal ministero dei Trasporti israeliano. La notizia è comparsa sul sito del quotidiano Yedioth Arhronoth che per primo si pone la domanda se si tratti di una caso di “segregazione razziale”. Su questi autobus saliranno solo ed esclusivamente lavoratori palestinesi dalla Cisgiordania e diretti a lavorare in Israele. Secondo il ministero si tratta solo di un misura per ridurre l’affollamento sugli autobus usati anche dagli ebrei nelle stese zone. Ma alcuni autisti citati dal quotidiano hanno rivelato che gli e’ stato ordinato di chiedere di scendere ai palestinesi.
La Nato pronta ad intervenire in Siria. Due poliziotti sono stati condannati a dieci anni di car- L´Alleanza Atlantica si prepara alla guerra. Ecco i poscere in Bahrain nell’ambito di un’inchiesta sulla morte sibili piani di attacco e le strategie degli Stati coinvolti. di un manifestante antigovernativo, Ali Saqer, avve- Ma come si svolgerebbe l´attacco alla Siria? Sono tre le nuta nel 2011. Lo riferisce il sito web del quotidiano ipotesi in campo più accreditate. Gulf News, secondo cui il giudice ha riconosciuto i due Nella prima, avverrebbe quanto già accaduto agenti colpevoli di omicidio. Secondo un rapporto nell´operazione “Odissea all´alba” in Libia della Commissione indipendente d’inchiesta sul (marzo 2011): unità della marina americana dispieBahrain, presieduta da Cherif Bassiouni, Saqer morì il gate nel Mediterraneo potrebbero lanciare l´attacco 9 aprile 2011 a causa delle percosse subite dalle forze contro obiettivi precisi, lasciando che l´aviazione frandi sicurezza. Nel suo rapporto finale, la Commissione cese e britannica spianino la strada alle truppe ribelli
già in campo (Washington ha già fornito 3mila tonnellate di armi suddivise in 3 carichi ufficialmente pagati dall´Arabia Saudita e dirette ai ribelli due settimane fa). (….) Il punto resta comunque questo: prima di partire per l´avventura, si hanno chiari i possibili sviluppi del dopo? L´esperienza libica insegna che quando si libera il genio (islamista?) dalla lampada, poi è difficile ricacciarlo dentro. Luciano Tirinnanzi (per LookOut News ) La Turchia festeggia il Newroz, il capodanno curdo, a modo suo: Antonio olivieri respinto alla frontiera Sono passati solo pochi giorni da quando a un altro italiano, Francesco Marilungo, interessato alla cultura e alla lingua curda, è stato rifiutato l’ingresso in Turchia; adesso è il turno di Antonio Olivieri, un altro italiano, presidente dell’associazione Verso il Kurdistan di Alessandria e parte della Rete Kurdistan Italia, che da almeno quindici anni si reca in Kurdistan per promuovere progetti concreti di amicizia fra diverse municipalità kurde e le istituzioni e la società civile italiana. All’arrivo all’aeroporto Atatürk di Istanbul, alle 18.45 circa di oggi, Olivieri è stato isolato dagli altri membri della delegazione italiana che si sta recando in Kurdistan per monitorare la situazione dei diritti umani; gli sono stati ritirati i documenti, è stato perquisito e lasciato senza acqua nè cibo in una stanzetta con altre sette persone sottoposte presumibilmente a controlli in frontiera. Non è stato possibile finora mettersi in contatto con l’ambasciata italiana,
nè è stata data finora a Olivieri una motivazione per il suo trattenimento. E’ solo l’ultimo di una lunga serie di respingimenti di italiani che seguono pacificamente e con determinazione le vicende del popolo curdo: chiediamo al Parlamento italiano appena insediatosi di attivarsi con urgenza per verificare le condizioni del trattenimento e del respingimento in frontiera di Antonio Olivieri e di rivedere i rapporti con la Turchia, fino a quando questa violerà insieme ai diritti del popolo kurdo anche i diritti di quei cittadini europei solidali che si adoperano per la pace e la soluzione della questione kurda. Arabia Saudita: creano Ong diritti umani, 2 attivisti condannati a 10 e 11 anni di carcere. Un tribunale saudita ha condannato a 10 e 11 anni di carcere due attivisti accusati di aver infranto la fedeltà al sovrano incitando l’opinione pubblica e fondando un’organizzazione in difesa dei diritti umani senza licenza. Gli attivisti Mohammed al-Qahtani e Abdullah al-Hamed, fondatori nel 2009 dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici, sono stati condannati rispettivamente a 10 e 11 anni di carcere. Il tribunale ha anche imposto loro il divieto di espatrio per 10 anni dopo aver scontato la pena. Il giudice ha quindi ordinato lo scioglimento della loro organizzazione e la confisca delle sue proprietà senza licenza. Tra le accuse, la comunicazione con i gruppi delle Nazioni Unite per i diritti umani, l’uso di informazioni false con l’intento di mettere le organizzazioni internazionali contro il regno.
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LA PAROLA ALLE DONNE
COMPAGNE DI STRADA Compagne di strada, come quando mi perdo, nel mare di non. Amiche annullate in un sole incandescente. Come tu sorella, sorridi e i tuoi occhi no. Ti rincontrerò a tempo dovuto. Rideremo insieme, degli affanni passati. Compagne di strada. Ti sei laureata, hai cambiata look. Non ti riconosco più, però a feeling ti sento ancora, non ho bisogno, di tanti salamelecchi, né, titubanze. Tu sarai sempre, stampata sul cuore. Sconvolgiamo tutto, e piombiamo nel centro del problema. Ancora è duro e sconvolgente, io e tu non ci scordiamo, mai. Il nostro destino come ci separa così ci fa reincontrare. Come il ruscello si getta nell'allegro fiume e va a morire rigenerato. Dolcemente nel grande mare. Compagne di strada.
Sisina
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LE TELEFONATE DI SOLLICCIANO Un sabato tra il bianco e il nero Fra la gioia e la tristezza Fra che dire e che non dire In dieci minuti Dopo tanta attesa di ciò che mi appartiene Tra la stranezza del momento anche del luogo Dove mi trovo e il luogo dove si trovano loro IO qui sono invano senza loro La mia anima è da loro, è loro Quando le parole non possono più trasmettere un sentimento Tra mamma e un figlio In dieci minuti Quando le parole scappano e arriva tutto l’amore e il calore Che passano i fili della cornetta del telefono In dieci minuti Quando questo forte sentimento evade Malgrado ogni tipo di legge Maledetta legge Non ha risparmiato chi ha colpa E chi di colpa non ne ha In dieci minuti Quando il cordone ombelicale ha resistito ben nove mesi Legando due anime in un’anima sola Quel cordone tutt’ora esiste Tra l’innocenza e la colpevolezza In dieci minuti Cosa può raccontare una bambina? Cosa può capire una mamma che dopo tanta attesa?
Ha solamente dieci minuti Cade la lena finisce la telefonata Poi mi bastano mille minuti per prendere il mio cuore da terra Ferito, gocciola sangue. Dentro di me sono rimaste incastrate queste parole Perdono quando mi sognate e io non ci sono Perdono al vostro ritorno dall’asilo e io non sono nascosta dietro la porta come al solito Perdono per ogni lacrima, per ogni respiro profondo Perdono per avervi tolto le vostre abitudini Perdono Badar, non posso essere al tuo intervento
Perdono Chaymaa, non posso farti la treccia al mattino, prepararti i piatti nello zainetto Perdono se non posso accarezzarvi prima di andare a letto Perdono, abbiamo fatto un patto, non l’ho mantenuto, ma non è colpa mia, è colpa di loro Da noi non si festeggia il Natale Ma per voi ne ho fatti tanti di alberi Perdono ma non vado all’inferno Cristiani, ebrei, mussulmani siete tutti bambini di Dio Natale, capodanno, befana per tutti i bambini una gioia è un gioco Perdono ma io non ci sono, voi siete là e io a Sollicciano Ti tornerò Promesso Perdono.
Nezha
IL GATTO Due donne accarezzano un gatto, non potendo più accarezzare il loro uomo! Quell’uomo che le aveva conquistate con parole romantiche e promesse di amore eterno! Poi le parole romantiche sono diventate critiche esasperanti, le promesse di amore eterno tentativi d’infedeltà! Quest’uomo adesso è solo e spesso le rimpiange, ma, invece di fare un passo indietro, insegue una donna “perfetta” che forse non esiste, alla quale ripetere parole romantiche e promesse di amore eterno! Due donne accarezzano un gatto, non potendo più accarezzare il loro uomo. Una, per orgoglio si è arresa, l’altra, più matura, spera ancora! P.S. Ma forse vincerà la terza alla quale si consiglia di procurarsi un gatto.
Arual
INFINE ASPETTERÒ ...
Infine aspetterò con tanta dolcezza e riconoscenza Di poter vedere – i tuoi occhi – e sarai bella come Lo sono stata io Come lo ero prima di incontrare loro Loro, quegli esseri asessuati Uomini o donne Che non hanno neppure avuto la pietà e il coraggio di finirmi Lasciata fra le piaghe mai leccate del corpo Fra le urla mutolite della mente terrorizzata Mai Mai Ho smesso di desiderare te, sorella morte. Infatti nacqui in una piccola casa borghese E una serie di persone sin dall’infanzia Hanno picchiato Terrorizzato Adescato la mia esistenza, anche da allora dall’infanzia Ed ero un infante vero: senza parole. E iniziai ad amarti E poi tu, lui, l’altro. Loro molti
Una caserma Mentre le sinapsi cerebrali si infuocavano di rosso sangue vero E i neurotrasmettitori trasmettevano solo: il niente Davo il corpo la mente il cuore alla mente dei maschi Che dopo avermi avuta e riavuta restavano pure perplessi che non gridassi Che non piangessi Che non mi vergognassi Quando finiva il tempo delle fragole Mi svegliavo in ospedale dove la violenza la subivo dall’infermiere Che una notte mi mise il suo cazzo duro in mano mentre dormivo Mi svegliai inorridita e impaurita: - che fai? Io ho bisogno d’aiuto! E lui: - io ti sto aiutando. Non so come ho fatto a dirlo alla psichiatra Dopo qualche giorno lui sparì e in me continuò a perpetuarsi la colpa del fatto Nessuno però recide la carotide,
o picchia fino all’ultimo respiro Nessuno mi porta davanti ai tuoi occhi ... fino ad oggi: Finalmente ti vedo, anche chi mi guarda dal sopra al sotto e dice che se ne sta andando Capisce la mia autentica gioia Finalmente nessuno mi farà più del male Mi chiamo Sabrina, Lucia, Ipazia, Giovanna, Silvia e ho il nome di tutte le donne martorizzate dalla violenza ma che Non hanno né la possibilità di scappare – c’è la guerra Di nascondersi – c’è un colpo di stato Di mescolarsi alla folla vivo in un piccolo paese della Calabria interna Noi donne bambine creature del cielo intero Finalmente vediamo i tuoi occhi mentre dolce e misericordiosa ti avvicini alla nostra tesa anima
Silvia Con tutto l’amore che posso, e ne posso alla n.8
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VOCI
PER DIVENTARE UN UOMO Forse un giorno ci sarà, per diventare un uomo forse lo capirò, per vivere da solo. Forse il mondo mi appartiene, oppure forse no, se mi chiedi come stai, ti rispondo non lo so. Il mondo sta cambiando ma non sto cambiando io basta essere felice e poi il mondo sarà mio. Non esco più con quei ragazzi per le vie della città basta ascoltare il cuore e l’autostima salirà
Tutti dobbiamo essere considerati Siamo in una città in cui convergono razze, religioni, etnie, e civiltà differenti, ma come creare un punto d’incontro in una città che vive di scontri passati (guelfi e ghibellini) e presenti (calcio e politica) ...Dove s’andrà a finire? Il dialogo di cui parlava La Pira è andato a farsi friggere, la gente non si rispetta, specialmente se uno viene da un paese lontano … I poveri (in aumento) testimoniano una città come Firenze che solo in apparenza ci lascia tranquilli. Il lavoro manca a tutti, gli artigiani chiudono bottega. CHI ABBIAmo CHE CI CoNSoLA?
I genitori, gli amici, la ragazza. Ma c’è chi è solo e non voluto, non capito direbbe Madre Teresa di Calcutta. Stringiamoci e diamoci una mano … La presenza di FUORI BINARIO in città penso che sia un’occasione per tutti di un avvicinamento e di un confronto . Se si sta bene tutto ovviamente va bene, ma se si sta male, si diventa diversi in una società che non permette di esserlo. Se uno si afferma in qualsiasi campo, allora le cose vanno bene, ma chi Rit. Per diventare un uomo, basta usare quella testa fallisce rimane deluso e purtroppo emarginato. Per trovare la forza di reagire ci vuole una forza interiore che la società stordisce e a volte annienta. La per diventare un uomo, vai alla giusta festa vera rivoluzione secondo me deve partire dal basso per far capire a chi sta in alto che si deve occupare anche di noi altri. Quindi vedendo industrie che chiudono e aumento di delinquenza, purtroppo l’uomo smarrito e solo può cadere in cose anche peggiori. Diciamo che siamo come una barca senza Per diventare un uomo ascolta Dimo e Ghetta una meta precisa e in balia di una tempesta che giorno dopo giorno aumenPer diventare un uomo butta via la sigaretta ta sempre di più. Quindi c’è chi annega e non ce la fa. C’è chi nuota ma viene Acqua, Tar Toscano dà ragione Basta dir la verità per essere più nitidi, mangiato dagli squali, c’è chi rimane in barca ma ancora per poco tempo. La ai movimenti: le bollette post soluzione è trovare l’ancora di salvezza che sta in una convivenza secondo non fumare gli spinelli per essere più lucidi me possibile in cui la gente si saluta, si abbraccia e si preoccupa del prossi- referendum sono illegittime. il mondo ci vuol bene, trattiamolo per bene mo … invece di ubriacarti perché non fai del bene? ll Tar della Toscana accoglie il ricorso presentaEcstasy in bocca, crystal nell’acqua Luca Mori 20/03/2013 to dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua: passano gli anni e tu ci hai perso la faccia, le tariffe presentate dai gestori dopo il referenusa quella testa, invece di impazzire dum sono illegittime in quanto comprendono non comprare più pacchetti e smetti di soffrire ancora la “remunerazione del capitale investito” abolita dal referendum del 12 e 13 giugno Rit. Per diventare un uomo, basta usare la tua testa 2011. per diventare un uomo, và alla giusta festa La Giornata Mondiale dell’Acqua non poteva per diventare un uomo, ascolta Dimo e Ghetta essere festeggiata in modo migliore dai movimenti dell’acqua di tutta Italia che in per diventare un uomo, butta via la sigaretta. questo fine settimana stanno dando vita a molArmati per le strade, rapine e agguati tissime iniziative in sostegno all’Iniziativa dei questa vita mi fa schifo e ho i polmoni malati Cittadini Europei per l’acqua pubblica. Una sentenza che conferisce un’ulteriore slancio ma non perdiamo il segno, si può sempre rimediare a quel processo di ripubblicizzazione dell’acqua dico “basta” discoteca per finire a vomitare. che è in marcia in molte città italiane: il Tar toscaNon ho voglia di fermarmi a metà della mia lotta no oggi ribadisce “fuori i profitti dall’acqua”, il ma lo sai quanto ci ho messo per uscire dalla botta?? Forum rilancia “fuori l’acqua dal mercato, verso Godiamoci la vita, camminiamo in linea retta, la completa ripubblicizzazione”. forse tu non l’hai capito, allora ascolta Dimo e Ghetta. Il rispetto del voto referendario è più vicino. Buona Giornata Mondiale dell’Acqua a tutti! Rit. Per diventare un uomo, basta usare la tua testa per diventare un uomo, và alla giusta festa Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per diventare un uomo, ascolta Dimo e Ghetta Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua per diventare un uomo, butta via la sigaretta. By Dimo e Ghetta
Un appello a non rimanere immobili in questa fase da parte del Forum dei Movimenti dell’Acqua
PER UNA PRESA DI PARoLA DAL BASSo E DENTRo LA SoCIETÀ Nel pieno di una profonda crisi economica e sociale, le recenti elezioni politiche ci consegnano un quadro di forte sommovimento, instabilità e relativa incertezza. Un elemento tuttavia emerge con nitida chiarezza: il popolo italiano ha pesantemente bocciato il Governo Monti e le politiche di austerità che, durante un anno di governo “tecnico”, hanno terremotato socialmente il Paese, peraltro senza ottenere neppure l’obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico. Così come si evidenzia una domanda forte di rinnovamento della democrazia e delle sue forme, in un quadro di pressoché totale assenza di riflessione sulla crisi della rappresentanza e sul venire avanti di nuove forme partecipative espresse dalle molte vertenze da tempo aperte nel Paese, nel mondo del lavoro e nelle conflittualità territoriali per la riappropriazione sociale dei beni comuni. La sconfitta della coalizione di centrodestra, ma anche di quella di centrosinistra, nonché l’irruzione nel quadro istituzionale del Movimento 5 Stelle, ci consegnano un quadro complesso, gravido di possibili involuzioni ma anche di nuove potenzialità. In questa situazione, l’atteggiamento peggiore che i movimenti attivi nel paese possono assumere è
quello di stare alla finestra ed attendere il succedersi degli eventi. Sia perché gli eventi continuano ad operare e i vincoli monetaristi europei – Fiscal Compact e pareggio di bilancio/Patto di Stabilità e Crescita 2012-2014 – approvati dal precedente Parlamento, sono attivi e renderanno perpetue le politiche di austerità. Sia perché sarebbe sbagliato pensare che l’unico campo di gioco sia quello istituzionale, con tutti i rischi di ripiegamento politicista che ciò comporterebbe. Serve invece uno scatto della società e una forte presa di parola da parte di tutti i movimenti che, dentro i territori e a livello nazionale, da sempre rivendicano un’altra uscita dalla crisi, a partire dalla riappropriazione dell’acqua, dei beni comuni e della ricchezza sociale per costruire un altro modello produttivo, ecologicamente e socialmente orientato. In questo senso, a nostro avviso, diviene urgente promuovere una nuova cultura dei beni comuni soprattutto a partire dalle nuove generazioni. È sulla base di questa impellente necessità che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intende avviare una forte iniziativa sociale e di interlocuzione con la politica affinché il voto referendario espresso dalla maggioranza assoluta del popolo italiano sia
democraticamente rispettato e compiutamente realizzato. In questo senso, riteniamo che le prime azioni che il nuovo Parlamento dovrà compiere siano: • l’immediata ripresentazione ed approvazione della legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato, presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, ed oggi legittimata dal voto referendario di oltre 27 milioni di cittadini; • l’immediata censura del nuovo metodo tariffario e della stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, in quanto l’azione dell’Authority e conseguentemente il provvedimento adottato si pongono in diretto contrasto con l’esito referendario, per cui chiediamo l’immediato ritiro della delibera e delle competenze attribuite all’Autorità stessa; • la ridiscussione del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, da restituire all’originaria funzione pubblica, affinché metta a disposizione le risorse per l’effettiva realizzazione del processo di ripubblicizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato; • non dare corso ad alcun tentativo di assoggettamento al patto di stabilità delle aziende speciali e “in house” e porre in essere un provvedimen-
to volto all’esclusione dal patto di stabilità di tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle categorie dei beni comuni e del welfare locale. Come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intendiamo a brevissimo attivare un percorso di relazione tra tutti i movimenti e le autonomie sociali attive sui beni comuni, precarietà, diritti e lavoro al fine di produrre su alcuni obiettivi condivisi un percorso collettivo, capace di dare un segnale forte dentro la società e indicazioni precise su quali siano le direzioni che l’intero quadro istituzionale deve intraprendere. Così come intendiamo interloquire con le forze politiche, a partire da quelle che hanno sostenuto i Sì ai referendum, su tali indicazioni. Perché se è grande il disordine sotto il cielo, una forte iniziativa dei movimenti dal basso diventa necessaria per attraversarlo e segnare un punto netto di avanzamento sociale per la riappropriazione dei beni comuni.
Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua
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LIBRARSI
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Book Bike
È un piacere ritrovare libri e giornali nella lingua che anche molto tempo dopo la pubblicazione, chiesi parlava a casa, non per fermarsi alla nostalgia ma diamo chi li prende di restituirli quando la book bike torna in strada. per trovare parole e idee per il futuro. È un piacere guardare cosa scrivono gli altri, come Quotidiani e settimanali si possono tenere, ma se chi li prende ha occasione di passarli direttascrivono, di che cosa si interessano. È un piacere condividere una lettura con altre perso- mente a qualcuno ci fa piacere, sta pedalando ne. Quando i libri passano di mano in mano, non pos- nella nostra direzione. siamo sapere chi aprirà dopo di noi il libro che abbiamo in mano ma, come diceva un poeta, sappiamo DoVE E QUANDo FARE BooKBIKING? La book bike è in strada una volta ogni quindici già che è un nostro simile, un nostro fratello. giorni, di sabato. PERCHE’ PoRTIAmo AVANTI QUESTA INIZIATIVA? Alla book bike si possono prendere i testi, riporLeggere è un diritto di tutti e un bene comune. tarli e portare altro materiale che si vuole metQuando disuguaglianze economiche, scelte politiche tere a disposizione di tutti. superficiali e distratte, pregiudizi e razzismi di ogni CoSA SI PUo’ TRoVARE E CoSA SI PUo’ PoRsorta impediscono alla TARE? gente di leggere, allora Raccogliamo e distribuiamo libri di saggistica, poesia e narrativa in tutte le lingue da tutti i paesi. bisogna pedalare... Ma sia chiaro: noi non por- Abbiamo anche riviste e quotidiani, fumetti, libri di tiamo qualcosa da leggere fotografia. agli altri, l’assistenzialismo Inoltre la book bike a Firenze è non ci interessa, non partia- tra i pochi punti di distribuziomo da una “mancanza”, ma ne di periodici fatti dai migrandalla ricchezza di scritture e ti per le loro comunità, pubblidi scritti, ne siamo affascinati e curiosi, vogliamo cazioni che affrontano svariati argomenti e che ci sembrano scambiarci consigli e commenti. BooK BIKE LA LETTURA E’ UN BENE ComUNE interessanti per tutti. CHE CoSA E’? Leggere un giornale non signiLa BOOK BIKE è una biblioteca leggera, così leggera ComE FUNZIoNA? che si può muovere per le strade, fermarsi in piazza, La book bike è una occasione di incontro mediato e fica solo decifrare gli articoli parola per parola, ma anche facilitato da libri, giornali, fumetti. aspettare sotto casa. Per prenderli non si chiedono dati e documenti, guardare le foto, i titoli, la scelbasta un nome, anche per il piacere di vedere che il ta degli argomenti, le priorità. A CoSA SERVE? A volte si rimane colpiti dalle Serve a dare la possibilità a chi vuole di leggere quel- materiale circola e la cosa interessa. Se si prendono libri riviste che vale la pena leggere differenze, a volte viene da lo che si stampa in tutte le lingue del mondo.
La Book Bike è realizzata da “Palazzuolo Strada Aperta”, gruppo che opera da giugno scorso in Via Palazzuolo. Si tratta di un gruppo di base, antirazzista e solidale a carattere assembleare, che si ripromette di promuovere le relazioni tra residenti e i migranti frequentatori della strada. “Palazzuolo Strada Aperta” é presente con varie attività: promuove cene conviviali multiculturali, realizza con cadenza mensile un “foglio di strada” multilingue che viene distribuito nelle case di via Palazzuolo e strade vicine e si oppone alla speculazione in atto con il progetto di trasformazione in un hotel a 5 stelle del complesso dell’ex Monte dei Pegni di piazza San Paolino.
Bambini all’inferno
M. De Micco
GRAZIE A FUORI BINARIO CHE MI HA DATO TANTO Ci sono momenti della vita in cui succedono cose che da tempo attendevamo. Io quando ho letto la prima volta F. B., sei anni fa e poi ho sentito un’intervista a Roberto Pelozzi per il giornale su Nova Radio, ho capito che c’ero anch’io, che ero come loro, che sarei voluta essere una di loro. Libera. Libera di essere Silvia ilvia P Prrelazzi Prelazzi me stessa, libera dai tanti pregiudizi GRAZIE A FUORI BINARIO CHE MI HA DA O O borghesi e fascisti, libera di giudicare SISINA ALLO ALLO SPEC ECCHIO sono momenti vita in per cui succedono da tempo e male. daCisola ciòdellache mecoseèchebene attendevamo. anni fa e poi ho sentito ho letto lache prima v c’era . B., sei uno HoIoo quando sentito spirito creatiun’inter ober elozzi per il giornale su Novaa Radio, ho capito che c’ero anch’io, ’io, che er ero come loro, che sarei ei voluta v essere una di loro. voLibera. in quello che scrivevano e si capiva egiudizi si borghesi e fascisti, Libera di esseree me stessa, libera dai tanti pr pregiudizi dall’intervista, da come presentavalibera di giudicaree da sola ciò che per me è bene e male. Ho sentito che c’era cr o in quello che scrivevano e si ’era uno spirito creativo scriv no,capivaanche parlando delle cose più ano, anche parlando delle cose dall’intervista, pr vista, da come si presentavano, più serie,a a volte olte anche tragiche. serie, volte anche tragiche. volta in redazione E quando sono entrata per la prima volta r con un articolo miei problemi tr oblemi hosono trovato l’ambiente ’ambiente come me l’aspettavo. l perSono ono E sui quando entrata lastataprima “ ”, dico accolta perché ché non ci sono porte porte chiuse nel mondo e così ealtà, solo e tanto tanto rispetto umano, e così in questi volta in redazione con un articolo sui anni di collaborazione nei momenti duri come in quelli belli è quello che ho sempre trovato ato. miei problemi ho trovato l’ambiente Grazie Fuori Binario inario. come me l’aspettavo. Sono stata “accolta”, dico accolta perché non ci sono porte chiuse nel mondo e così è per F.B. nella realtà, solo e tanto tanto rispetto umano, e così in questi anni di collaborazione nei momenti duri come in quelli belli è quello che ho sempre trovato. Grazie Fuori Binario. elazzi SISINA ALL CHIO
Un corridoio sospeso nel nulla, in mezzo al deserto di una terra disabitata, sempre sotto il tiro delle armi israeliane. È l’ultimo chilometro prima di entrare nella Striscia di Gaza dal valico di Erez. L’autrice l’ha percorso in completa solitudine, con paura. Alla fine si è trovata davanti gli uomini di Hamas, i versetti del Corano, i taxi scalcinati che portano lontano dal confine, le montagne di detriti e i bambini che scavano con le mani per raccogliere i calcinacci da riutilizzare. Nella Striscia vivono un milione e settecentomila persone, strette tra il blocco israeliano e l’integralismo di Hamas. Oltre la metà sono ragazzi con meno di 18 anni, il 44% bambini con meno di 15 anni. Questo libro è nato dal loro incontro con l’autrice, che è entrata nella loro vita, li ha fatti parlare e raccontare. Una sconvolgente inchiesta sulla drammatica situazione dei bambini a Gaza e nei Territori Occupati della Palestina. Titolari, come tutti, di diritti inviolabili, questi ragazzi sono le vittime incolpevoli della violenza e della guerra. Questo libro è per loro, perché possano ricominciare a sognare. I diritti d’autore di questo libro saranno devoluti (attraverso la Fondazione Movimento Bambino) al Palestinian Centre for Democracy and Conflict Resolution, associazione di Gaza che insieme a Save the Children è impegnatain progetti di sostegno e protezione all’infanzia.
pensare che tutto il mondo è paese...
Presentazione del libro il 19 aprile 2013 presso l’Associazione Il Melograno, Via Aretina 513 (di fronte alla caserma) alle ore 22,00. La presentazione sarà preceduta da una cena dedicata alle donne alle 20.40; per partecipare portare un “dono culinario”.