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.ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COmmA 20/CL 662/96 - FIRENZE - GIO RIO
“Porta di Lampedusa – Porta d'Europa” di Mimmo Paladino
W.FUORIBINA
ALE DI STRADA N R
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AUTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 163 GENNAIO 2014 - OFFERTA LIBERA
"Mi piacerebbe sognare che il Mediterraneo sia davvero mare di pace non di guerre dichiarate alla civiltà, all’accoglienza, alla giustizia. Mi piacerebbe che la libertà di movimento appartenesse ad ogni donna e ad ogni uomo e che ad ogni essere umano venisse data la libertà di trovare rifugio se sta cercando salvezza. Mi piacerebbe un’Europa capace di un’unica sola barriera: quella contro il crimine dalla tratta di esseri umani e del traffico d’armi devi paesi dove guerre e persecuzioni costringono alla fuga gli abitanti. Mi piacerebbe sognare per quei bambini e per
quelle bambine portati in braccio sul barcone della speranzana meta o almeno un rifugio differente da una piccola bara bianca. Mi piacerebbe che la legalità in Italia e nel Mediterraneo fosse una cosa normale e non l’eccezione da sottolineare con qualche premio così come la solidarietà. Vorrei che combattere la mafia divenisse semplicemente un dovere e non vocazione al martirio. Vorrei che in questo Natale non ci fossero bambini costretti a vivere in clandestinità solo perché il loro papà ha un cognome straniero ed è irregolare o si chiama Di Matteo e il suo mestie-
re è la lotta alla mafia. Mi piacerebbe che la bellezza, la bellezza che ci hanno lasciato le generazioni precedenti, la bellezza della natura che questo paese ci potrebbe regalare, la bellezza delle nostre città, del mare, delle isole, delle mie isole, diventasse la leva per combattere il declino e rilanciare il paese. La bellezza dei luoghi, la bellezza delle produzioni, la bellezza dei gesti tra le persone, la bellezza del soccorso e dell’accoglienza". Giusy Nicolini, Sindaco di Lampedusa e Linosa
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CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (informazioni: CARITAS Tel. 4630465).
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LA BACHECA DI FUORI BINARIO
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ImmIGRAZIONE
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Migranti, dal Cie di Roma due lettere per Napolitano Due lettere indirizzate al presidente della Repubblica di Roma Giorgio Napolitano per chiedere l'annullamento della legge Bossi-Fini Gli immigrati del Cie di Ponte Galeria a Roma continuano nella loro protesta. E dalle bocche cucite e sciopero della fame passano ad una offensiva diplomatica, ma sempre ferma sullo stesso punto. Le lettere sono state consegnate al presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi che oggi all'ora del pranzo ha visitato il centro. Una delle lettere è firmata da 84 immigrati, tutti quelli attualmente detenuti nel Cie, 26 donne e 58 uomini, ed un'altra firmata soltanto dai 16 immigrati marocchini proveniente da Lampedusa che la scorsa settimana hanno partecipato alla protesta pacifica delle 'bocche cucite'. Dal Cie di Ponte Galeria gli immigrati avevano scritto nei giorni scorsi anche una letteraappello al Papa lamentando soprattutto i tempi di detenzione troppo lungi.
Noi abbiamo cercato di far arrivare la nostra manifestazione ai mass-media in maniera pacifica e in questo modo finalmente qualcuno si è accorto della nostra problematica. Vorremmo che lei potesse intervenire per velocizzare il cambiamento della legge sull'immigrazione, sappiamo che noi qui dentro, ad oggi, non potremmo usufruirle perché i tempi per il cambiamento della legge sono lunghi. Per cui le chiediamo almeno di aiutarci - aggiungono - a regolarizzare la nostra permanenza in Italia. Abbiamo viaggiato dal Marocco in Libia in cerca di una situazione migliore, ma ci siamo trovati nella guerra e nella povertà abbiamo affrontato il viaggio verso l'Italia sperando di trovare fortuna ma abbiamo
legge che - sostengono - obbliga le persone a rimanere sempre fuori legge, perché qualsiasi extracomunitario che ha avuto problemi con la legge non può usufruire permesso di soggiorno e nessuno oggi assume persone senza permesso di soggiorno". Manconi ha, tra gli altri, incontrato una coppia di sposi tunisini fuggiti "per amore" perché i parenti di lei non accettano il matrimonio. "Mi sono impegnato - ha detto Manconi - a far ottenere loro il permesso di "No alla Bossi-Fini" Nella lettera, firmata da tutti i reclusi del Cie, viene soggiorno per ragioni umanitarie, cosa prevista". chiesto "l'annullamento della legge Bossi-Fini: una
scampato la morte. Ora ci troviamo qui rinchiusi senza speranze e per questo che le chiediamo - concludono la missiva - di aiutarci ad avere il diritto ad avere una vita normale". La lettera dei 16 si conclude con le firme e il percorso fin qui da loro compiuto: Marocco, Libia, Lampedusa, Caltanissetta e Roma.
ASSOCIAZIONE “RESPIRARE”: ABOLIRE I CAMPI DI CONCENTRAMENTO Le terribili vicende degli ultimi mesi, dalle stragi nel Mediterraneo alla condizione imposta ai superstiti, dalla riduzione in schiavitù alle morti assurde, alla protesta estrema delle persone segregate nei campi di concentramento - giunte fino all’atto di cucirsi le labbra per mettere fine alla sordità dell’opinione pubblica italiana ed alla violenza delle istituzioni - dovrebbero aver raggiunto la coscienza di ogni persona ragionevole. È dinanzi agli occhi di tutti la realtà effettuale di un paese in cui la violenza razzista agita in primo luogo dalle istituzioni (e dai poteri criminali che le istituzioni hanno di fatto favoreggiato in danno dei migranti) provoca gravi lesioni alla vita, alla dignità e ai diritti di innumerevoli esseri umani. Questa violenza razzista istituzionale (e questa complicità istituzionale con i poteri mafiosi) è in flagrante contrasto con il fondamento legislativo stesso del nostro ordinamento giuridico: la Costituzione della Repubblica Italiana, che invece “riconosce e garantisce i diritti inviolabili” di ogni essere umano ed afferma il dovere di solidarietà, di accoglienza e di assistenza, stabilendo che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”. Occorre tornare alla legalità costituzionale, alla legalità della repubblica democratica ed antifascista. Occorre tornare al rispetto dei diritti umani. In primo luogo occorre quindi abolire immediatamente i campi di concentramento e restituire pienezza di diritti a tutti gli esseri umani; occorre abolire immediatamente le criminali e criminogene misure razziste imposte nel nostro paese da scellerati governi golpisti nel corso degli ultimi decenni; occorre riconoscere immediatamente a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi sull’unico pianeta casa comune dell’umanità intera. Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà: come affermano tutte le grandi tradizioni di pensiero; come attestano tutte le grandi tavole legislative; come sa la mente e il cuore di ogni persona.
"Egregio signor presidente, ci aiuti ad avere una vita normale" "Egregio presidente iniziamo con il ringraziarla scrivono i 16 - per l'interesse che ha rivolto alla nostra situazione qui al Cie di Ponte Galeria. Le chiediamo di aiutarci ad evitare il nostro rimpatrio in Marocco perché sarebbe per noi troppo doloroso, dopo aver affrontato un viaggio cosi' difficile.
Associazione “Respirare” L’associazione “Respirare” è stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente.
La battaglia dei migranti per dignità e uguaglianza: non lasciamoli soli Siamo un paese smemorato, dove tutto si ripete ciclicamente come se accadesse la prima volta. Dove la memoria e l’esperienza non procedono per addizione ma per sottrazione. Dove lo sdegno per ingiustizie e misfatti pubblici resiste finché i media e qualche personaggio politico vogliono farlo durare. Forti di tale consapevolezza, questa volta non dovremmo mollare. Ora che l’ondata di proteste, invero neppur essa inedita, dei reclusi nei lager di Stato – si chiamino Cie, Cara o Cpsa – ha ottenuto una speciale risonanza pubblica, dovremmo resistere fino a ottenere una riforma radicale delle normative che regolano l’immigrazione e l’asilo. Altrimenti tutto tornerà come prima. I lager ridiventeranno “centri di accoglienza”: così il 21 dicembre l’Ansa e molti quotidiani online, anche autorevoli, definivano il Cie di Ponte Galeria, dando per la prima volta la notizia della “protesta choc”, come dicono loro, delle labbra cucite. Il rischio è che siano presto dimenticati tanto le proteste estreme degli “ospiti” quanto l’atto coraggioso del deputato Khalid Chaouki, auto-reclusosi nel Cpsa di Lampedusa. Qui, ricordiamo, sono tuttora trattenuti diciassette sopravvissuti alla strage del 3 ottobre, che il gesto di Chaouki, pur di grande efficacia politica, non è riuscito a liberare al pari degli altri. I diciassette sono ristretti del tutto illegittimamente, in barba all’art.13 della Costituzione: nessun giudice, infatti, ne ha con-
validato la privazione della libertà. Conviene precisare che non è la prima volta che dei senzavoce si cuciono la bocca in segno di protesta. Di frequente lo fanno i detenuti in carceri “normali”. In Tunisia lo hanno fatto, tra gli altri, i “feriti della rivoluzione”, che i governi di transizione hanno abbandonato al loro destino d’indigenza e privazione di cure sanitarie. Lo hanno fatto nel passato recente altri “ospiti” dei lager di Stato, in Italia come in altri paesi, europei e non. Per esempio, a novembre del 2010, nel Cie di Torino, furono una decina a cucirsi la bocca, preceduti, nel Cie di Bologna, da una trentenne tunisina cui era stato rifiutato l’asilo. Nonostante la pregnanza politica e simbolica di questa forma di protesta, l’unica risposta delle autorità italiane fu un certo numero di deportazioni. Siamo un paese smemorato, dove perfino gli autori della legge 40 del 6 marzo 1998 sembrano immemori del fatto che fu la loro creatura a inaugurare la detenzione amministrativa. Aprendo così la strada a un crescendo di violazioni della Costituzione, dello stato di diritto, dei diritti umani, della stessa Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: violazioni quasi sempre approvate dal capo dello Stato di turno, compreso l’ultimo. Siamo il paese dove anche rispettabili politici e rappresentanti di istituzioni, per non dire di buona parte dei giornalisti, ignorano la legislazione sull’immigra-
zione e quella sull’asilo; e suppongono sia sufficiente qualche ritocco alla Bossi-Fini per “umanizzare” il trattamento discriminatorio, ingiusto e/o crudele inflitto a migranti, profughi e richiedenti asilo. Ignari del fatto che si tratta invece di smantellare non solo i lager di Stato ma anche l’intero impianto che regge norme quasi tutte all’insegna del sorvegliare e punire: perlopiù ispirate dal principio di un diritto differenziato riservato agli “altri”, avarissime nel conferire i diritti di cittadinanza, a cominciare dalla nazionalità italiana e il diritto di voto. Anche su quest’ultimo versante c’è il rischio che la montagna dell’attuale protagonismo politico di migranti e rifugiati produca solo qualche topolino nato male. Di recente, il ministro della difesa, Mario Mauro, ha avuto l’ardire di proporre “una piccola modifica della Costituzione per dare agli immigrati la possibilità di entrare nelle forze armate” e guadagnare così qualche punto per la concessione della nazionalità italiana. Insomma, se abbiamo capito bene, il ministro ribadisce l’idea di un diritto speciale riservato a una speciale categoria di persone. Abolita, di fatto, la leva obbligatoria da quasi un decennio, si tratterebbe, in sostanza, di reintrodurla solo per gli immigrati: una sorta di reclutamento degli ascari, che andrebbero così a costituire i “battaglioni indigeni”, di funesta memoria coloniale, magari da utilizzare per “missioni di pace” particolarmente difficili.
Non contento di questa bella trovata, nella stessa intervista a Libero Mauro oppone allo ius soli, come si dice sbrigativamente, l’oscura nozione dello ius culturae: un concetto (si fa per dire) rubato a Giovanni Sartori, singolare impasto vivente di spocchia accademica, xenofobia smodata, competenza dubbia nel campo delle politiche su asilo e immigrazione. Abbiamo citato questi spropositi solo per ribadire che occorre sventare il rischio che le proteste di migranti e rifugiati e una certa attenzione pubblica verso il tema dei loro diritti siano presto svuotate e cannibalizzate dalla politica politicista e dai giochi del governo delle intese semi-larghe. Si tratta dunque di alzare il livello della mobilitazione. Della quale una tappa importante sarà di certo l’appuntamento finalizzato a scrivere collettivamente la Carta di Lampedusa. Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014, infatti, movimenti, reti, associazioni delle due sponde del Mediterraneo si ritroveranno nell’isola per elaborare un patto costituente “che metta al primo posto le persone, la loro dignità, i loro desideri, le loro speranze”. Ma una tappa ancor più rilevante sarebbe quella di una grande manifestazione nazionale, per affermare con vigore che questa volta non permetteremo che tutto ricominci come se niente fosse accaduto.
Annamaria Rivera
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DENTRO LA GABBIA
Né la pena di morte, né la “pena di morte viva” Quinto Congresso di Nessuno tocchi Caino
Il Congresso affronterà un tema di attualità nel nostro paese che, dopo aver abolito la pena di morte, mantiene ancora la “pena fino alla morte” quale è l’ergastolo o riserva la “morte per pena” come purtroppo accade nelle nostre carceri a causa di condizioni strutturali inumane e degradanti. Normalmente nei convegni, nei congressi e nelle tavole rotonde quando si affrontano questioni di carcere e di pena, mancano comunemente i diretti interessati: i prigionieri. Il Segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D’Elia, come fanno di solito i radicali, è voluto andare contro corrente. E ha deciso che il Quinto Congresso di Nessuno tocchi Caino si svolgerà, in collaborazione con “Ristretti Orizzonti”, il 19 e 20 dicembre nel carcere di Padova fra i prigionieri e gli ergastolani condannati alla Pena di Morte Viva. A mia volta io per coinvolgere più prigionieri e per avere una testimonianza dal basso ho scritto a diversi ergastolani sparsi nei vari carceri chiedendo a loro: “Preferisci la pena di morte o l’ergastolo?”ed ecco alcune loro risposte: -Io credo che molto dipenda dallo stato d’animo in cui una persona si trova, ci sono dei momenti che si desidera solo morire, a volte vivere per sperare di uscire, anche se vecchio e acciaccato, gli ultimi anni fuori di que-
sti luoghi. (Mario da Sulmona, venticinque anni di carcere fatti).
il mio vero pensiero, poiché se in alcu- perché l’ergastolo è l’idea di essere ni giorni la voglia di vivere sembra condannato a morte rimanendo vivi. superare ogni ostacolo, in altri invece (Alfio da San Gimignano, ventiquattro -Bella domanda! Posso parlare per quando penso che per tutta la vita anni di carcere fatti). me: quando ho avuto l’ergastolo prefe- dovrei sottostare ai voleri altrui, preferivo la pena di morte, anzi l’ho deside- rirei la morte” (Salvatore da Volterra, - Pena di morte, però una cosa sbrigarata, ma pensando a tanti ergastolani vent’otto anni di carcere fatti) tiva, non come in America che ti con figli, ammazzano dopo tanti anni. In tutti i loro per -La casi, in modo diverso sono entrambi penso che d o m a n d a spegnimento di vita. (Vincenzo da sia non s i n c e r a - Novara, vent’otto anni di carcere giusto. A mente è fatti) ogni modo molto vioe - L’ergastolo lascia sempre una speuna morte lenta bianca poco risolu- ranza, ma volendo guardare in faccia l’abbiamo tiva, poiché la realtà, allo stato attuale, a come lo stesso. so per certo vengono applicate le leggi, per tutto (Antonio che una ciò che provoca l’isolamento e la lontatra- nanza del carcere, forse sarebbe da Parma, vita ventidue scorsa qui meglio la pena di morte, sicuramente anni di s a r e b b e meno dolorosa. (Francesco da carcere come mori- Spoleto, ventinove anni di carcere fatti). re con un’a- fatti). gonia interminabile, ma con una flebiQueste sono alcune delle testimo- Io sinceramente preferirei la pena di le speranza che alimenta la voglia di nianze dal “Paese dei morti viventi”: il morte: è rapida e non soffri e soprat- andare avanti. La morte l’ho pensata tutto non devi subire giornalmente tante volte e con la più sincera verità 19 e 20 dicembre io cercherò di racmille abusi e soprusi. L’ergastolo in un propenderei per la speranza di vivere, contare cosa significa vivere da morti certo qual modo equivale alla pena di affinché la stessa vita mi desse modo di e senza speranza, pur con un corpo morte perché lo stato ti sopprime riscattare il mio diritto all’acquisizio- che vive ancora. Penso che in Italia piano, piano; il che è molto più annien- ne di uno spazio di liberta. (Giovanni siamo riusciti a sconfiggere la pena di tante sotto il profilo psicofisico e mora- da Opera Milano, ventinove anni di morte ufficiale, ma non siamo riusciti a sconfiggere la cultura della pena di le, rispetto alla pena di morte vera e carcere fatti). morte. E forse molti sono contrari alla propria. (Pasquale da Catanzaro, trentaquattro anni di carcere fatti). -Domanda da un miliardo di euro. Se pena capitale solo perché è più crudenon avessi i miei figli e la mia compa- le tenerci in vita. - Una domanda difficile cui non sono gna e in tutti i casi una buona ragione Carmelo Musumeci sicuro di poter rispondere esprimendo per soffrire preferirei la pena di morte
Non posso
Non cancellatemi
Non posso accettarti; non sei ricco!
Non cancellatemi con una
Ma io sono ricco di amore.
gomma di pane.
Ma non basta l’amore.
Costruite intorno a me
Cosa c’è alla fine di una vita se non c’è amore?
un recinto d’amore
Sì, tutto ciò è vero, ma non mi va bene.
senza né sbarre né rancore.
Io do me stesso in cambio di poco.
Curatemi con la libertà.
Belle parole, ma adesso vai via.
Libertà d’essere amato
Non vedi che con tutto il tuo oro e lussi mondani non sei contento?
d’amore senza malizia né ipocrisia.
Non sono contento? …
Non abbandonatemi ad
Adesso basta stai esagerando, vai via.
un crudele destino ma baciatemi e datemi speranza.
Aldo da “Parole, colori e interpreti dall’ O.P.G. di Montelupo” Quaderni Fondazione Michelucci ottobre 1994
Lascia che resti con te per darti ciò che cerchi,
Siamo come foglie Siamo come foglie al vento, ma noi potremmo fermare il vento. Col solito vecchio sistema appoggiandosi uno all’altro.
Enzo Casale
un sorriso, un abbraccio disinteressato. Basta! basta, basta! Non puoi arrivare adesso dopo una vita che ti ho cercato, non posso cambiare la mia vita dopo tanto sforzo per accettarla.
Enzo Casale
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CITTÀ
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21 dicembre: Assedio al lusso
Sabato 21 dicembre, alle ore 14,30 inizia in Piazza San marco la manifestazione “Assedio al lusso” contro l’impoverimento sociale, provocato dagl’interessi finanziari e dalle politiche di austerità antipopolare, esercitate da corresponsabili governi nazionali, passati e presenti. Sarà una protesta che girerà nelle strade centrali della Firenze-Vetrina nel pieno dello shopping natalizio. La manifestazione, proposta dal Movimento Lotta per la Casa e poi definita in una serie di assemblee aperte, partecipate e organizzate da varie realtà di base, tra cui l’USI-’Unione Sindacale Italiana, è condivisa dall’Ateneo Libertario di Firenze. L’area libertaria fiorentina sarà in piazza con un proprio documento (vedi allegato), uno striscione ad Hoc e le proprie bandiere. Invitiamo compagni, amici e quanti si riconoscono nelle lotte per l’uguaglianza sociale e la difesa dei diritti collettivi, a partecipare e a far circolare l’informazione. CoNTRo IL LUSSo DI LoR SIGNoRI PER L’UNITÀ DI TUTTI GLI oPPRESSI E DI TUTTI GLI SFRUTTATI Perché siamo qui a manifestare la nostra rabbia contro il lusso invece di fare shopping?
1. Perché avremmo ben poco da comprare, Gli stipendi quando esistono sono fermi, mentre i prezzi volano. Il lavoro non c’è o quando c’è è precario, è a intermittenza, è a capriccio di Lor Signori! Più di un italiano su 10 è povero in canna, uno su 3 è sull’orlo della miseria. In Grecia questi numeri sono doppi. Tra i lavoratori immigrati i poveri sono la larga maggioranza.
4. Perché noi al contrario dei cosddetti “Forconi” non lottiamo per una “comunità nazionale”. Noi lottiamo per la comunità degli oppressi, degli sfruttati, indipendentemente dalla nazionalità, dall’etnia, dal colore della pelle. E lottiamo contro la “comunità” degli oppressori, degli sfruttatori, dei pescecani di ogni razza e colore.
2. Perché i beni di lusso vanno alla grande nonostante la crisi, e questo dimostra che non siamo tutti sulla stessa barca. Al contrario ci sono in giro parecchi pescecani che sulla crisi si sono arricchiti ancora di più di quanto lo fossero già: grandi e medi imprenditori, banchieri, finanzieri, speculatori, politici, burocrati e lac5. Perché è da qui, dalla Città –Vetrina di Firenze, chè di vario genere. che è partita la scalata politica del ” ragazzo prodi3. Perché molte delle merci che vengono vendute a gio”, portatore di un modello sociale che esalta tutto prezzi esorbitanti nel centro di Firenze, sono prodot- lo schifo di questa sistema. Stiamo parlando di quel te grazie allo sfruttamento schiavistico e disuma- Matteo Renzi, sindaco di Firenze e neo–segretario no dei lavoratori di etnie diverse dalla nostra, i quali del PD che si è fatto conoscere in questi anni a Firenze spesso ci rimettono direttamente la vita! (vedi la per gli sgomberi violenti della povera gente, per la recente tragedia dei lavoratori cinesi morti svendita del patrimonio immobiliare pubblico, per le privatizzazioni selvagge (vedi l’ATAF) e per i tagli bruciati in una fabbrica tessile pratese).
all’assistenza degli anziani e dei disabili. Quello stesso Renzi che come futuro premier promette fin da ora un lavoro ancora più precario di quello di oggi. 6. Perché siamo stanchi di consumi imposti, di un modello di vita che non ci appartiene,di una pubblicità che mostra un benessere inesistente, mentre intanto i tagli continui alla sanità costringono ormai le persone a pagarsi praticamente ogni tipo di diagnosi e cura, o in molti casi a rinunciare di curarsi. 7. Perché vogliamo una società diversa non più basata sul comando e sullo sfruttamento, ma sull’uguaglianza, sulla libertà, sull’autodeterminazione consapevole degli individui. Auto-organizzazione delle l’Autogestione della società!
lotte
per
ATENEo LIBERTARIo FIoRENTINo UNIoNE SINDACALE ITALIANA (USI-AIT) SEZ. FIRENZE INDIVIDUALITÀ ANARCHICHE
Manifestazione del Movimento di lotta per la casa, De Zordo: “inedito e irresponsabile vietare un corteo che voleva essere pura manifestazione del dissenso sancita dalla Costituzione”
ANNO NUOVO ... CONDANNE NUOVE ...
Erano molti anni che a Firenze non si vietavano le strade del centro a una manifestazione di cui era stato dato regolare preavviso alla Questura. Vietare il corteo organizzato per sabato pomeriggio dal Movimento di lotta per la casa (ribattezzato non si sa bene perché ‘Gli antagonisti’), è stato un gesto irresponsabile che ha provocato reazioni finite poi in cariche da parte delle forze dell’ordine.
Si è concluso questa mattina il logorante processo per l'occupazione della palazzina di Via Baracca 21 occupata da tre famiglie sfrattate nell'aprile del 2012 ...
Il corteo era finalizzato a far emergere che, a fianco delle strade del lusso, esiste anche a Firenze una realtà sempre più numerosa di persone che soffrono la mancanza di casa e di lavoro; una parte di popolazione che non può essere ignorata e che chiede risposte perché sta pagando un prezzo troppo alto per scelte che altri hanno fatto. Un corteo a cui volevano partecipare tranquillamente donne e bambini e che si è trasformato in luogo di tensione a causa di un divieto la cui conseguenze erano fin troppo immaginabili; dov’è finito il diritto a manifestare sancito dall’art. 17 della nostra Costituzione? Solidarietà quindi va espressa non solo alle persone che sono state caricate dalle forze dell’ordine, e di cui nessuno ha parlato, ma a tutti coloro che hanno generosamente dedicato il loro tempo e energia a sostenere i diritti e i bisogni di tutte e tutti coloro che, sempre più numerosi, si trovano a portare il peso spesso insopportabile di una crisi che colpisce molti, ma non tutti: gli unici settori in crescita sono quello del lusso e i discount alimentari, segno tangibile di una crescente voragine sociale che divide i pochi detentori di ricchezza da una maggioranza sempre più impoverita. Pensare di nascondere queste contraddizioni esplosive vietando un corteo è miope, inutile e irresponsabile.
La sentenza è, ovviamente, una sentenza di condanna: Condanna a 5 mesi e 500 uero di multa per Lorenzo Bargellini, colpevole di essere un noto militante del movimento ... Condanna a 6 dei sette occupanti a seicento euro di multa per il reato di occupazione ... Assoluzione per uno degli imputati perchè non presente in Italia all'epoca dei Fatti ... Condanna per tutti al risearcimento danni richiesto dalla parte civile nei confronti della proprietà...risrcimento danni da stabilire in separata sede ... Un processo caratterizzato da numerose udienze, con contraddizioni infinite, si è trasformato in un piccolo "processo politico" contro il movimento ... Alla base della condanna resta la diffusione a macchia d'olio delle occupazioni di stabili, con pratiche di legittima resistenza alla devastante crisi economica... Alla base di una condanna ridicola il tentativo di ostacolare le lotte del movimento, si tratta della quinta condanna penale nei confronti del movimento di lotta per la casa nel corso di questo ultimo anno ... Nessun fondamento giuridico sostiene una condanna a 5 mesi a Lorenzo se non unicamente essere considerato il mandante morale delle occupazioni di case a Firenze ... Se il movimento è colpevole di organizzare e diffondere la pratica dell'EQUA REDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE, SE IL MOVIMENTO È COLPEVOLE DI ORGANIZZARE LE LOTTE PER LA RIAPPROPRIAZIONE DEI BISOGNI VITALI .... ALLORA SIAMO TUTTE E TUTTI COLPEVOLI!!!
le DoNNe e gli UoMiNi Del MoViMeNto Di lotta per la Casa
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Le immagini della pagina sono murales di Bansky sul muro che separa la Palestina da Israele
Le date importanti 29 nov. 1947 L’Assemblea generale dell’Onu adotta la risoluzione 181 per la spartizione della Palestina - fino ad allora sotto mandato britannico - e la creazione di due Stati, uno ebreo e l’altro arabo, stabilendo la tutela internazionale su Gerusalemme. La risoluzione è respinta dai Paesi arabi.
15 maggio 1948 Nakba: “Il 14 maggio 1948 segna una data terribile per il popolo palestinese: la nascita dell’entità sionista sulle terre, sulle città e sui villaggi di Palestina. È la Nakba, il disastro: la pulizia etnica che rese possibile la creazione di uno stato ebraico in una zona dove i palestinesi (musulmani e cristiani) costituivano il 70% della popolazione totale. Con la fine del mandato britannico sulla Palestina, là dove sarebbero dovuti nascere, secondo la risoluzione 181 dell’ONU (adottata il 29 novembre 1947), due distinti stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo-palestinese, ne vide ufficialmente la luce uno solo: Israele. Al popolo di Palestina, invece, fu negato ogni diritto di vivere libero e autonomo in un fazzoletto di terra a cui dare il nome di “patria”. Anche un’altra risoluzione ONU, la 194 dell’11 dicembre 1948, che sancisce il diritto dei profughi palestinesi a fare ritorno a casa, non è mai stata rispettata.“Tutto questo suona ancora più inspiegabile se si pensa che gli ebrei che formarono lo stato d’Israele non erano la popolazione autoctona della regione, bensì degli immigrati, giunti appositamente a ri-
occupare quella che, secondo il loro punto di vista, sarebbe stata un tempo “la loro terra”. Gli arabi della Palestina furono così scacciati dalle case dove abitavano da generazioni e generazioni, da centinaia e centinaia di anni, e questo proprio in un periodo in cui, in altre parti del mondo, la fine formale del colonialismo vedeva la nascita di paesi indipendenti in base al principio del dover essere “padroni a casa propria”. Perché questo in Palestina non accadde? Perché gli ebrei strapparono questa terra ai suoi legittimi abitanti e nessuno li punì?”. “Nakba. La tragedia del 1948“, edizioni Al Hikma (61° anniversario della Nakba: il libro.)
La Nakba palestinese: i dati 531 tra villaggi e città palestinese sono stati distrutti completamente durante la Nakba. L’85% degli abitanti della superficie della Palestina sulla quale è stata costituita Israele (più di 840.000 abitanti) sono stati cacciati durante la Nakba. Il 93% della terra di Israele sarebbe di proprietà dei profughi palestinesi. 1.717.800 ettari appartenenti ai Palestinesi sono stati sequestrati da Israele nel 1948. Israele è stata costituita sul 78% della Palestina storica occupata nel 1948. Solo 150.000 palestinesi sono rimasti nelle zone sulle quali è stata costituita Israele. 30.000 – 40.000 palestinesi sono stati uccisi durante le operazioni di pulizia etnica. 400.000 palestinesi, un terzo della popolazione locale, sono stati eliminati entro la primavera del 1948. 199 villaggi palestinesi (33.696,4 ettari) sono stati evacuati
prima della primavera del 1948. 15.000 palestinesi sono stati uccisi durante la Nakba. Più di 50 sono i massacri “documentati” ai danni dei palestinesi nel 1948. 70.000 ettari sono stati sequestrati ai palestinesi dal 1948 al 1967. Il 70% dei territori appartenenti ai palestinesi sono passati nelle mani sioniste dal 1948 all’inizio degli anni Cinquanta. Il 70% dei territori appartenenti ai palestinesi che sono rimasti all’interno di Israele sono passati nelle mani sioniste dal 1948 al 2000. Attualmente il 75% dei palestinesi sono profughi espulsi dalla loro terra. Circa il 50% del totale dei palestinesi vivono in esilio dalla Palestina storica. Circa il 10% della Palestina storica appartiene oggi ai palestinesi.
27 dicembre 2008 18 gennaio 2009 Operazione piombo fuso I dettagli nella pagina seguente
5 aprile
Giornata del bambino palestinese, I bambini palestinesi arrestati da Israele vengono sottoposti alle medesime pratiche lesive inflitte agli adulti. I minori arrestati vengono sottoposti a interrogatori condotti in isolamento, vengono maltrattati e torturati, umiliati e traumatizzati, senza alcuna possibilità di difendersi”. “I bambini non vengono risparmiati dalle quotidiane campagne di arresti di Israele (20 cittadini sono stati arrestati 17 aprile 1974 oggi a Qalqiliya) e, dal 1967, Israele ha Ricorre infatti la giornata internaziona- sequestrato decine di migliaia di minori le del prigioniero politico, celebrata per palestinesi, infliggendo loro abusi nella prima volta nel 1974 in Palestina in l’ambito della detenzione. seguito alla liberazione di Mahmoud Hijazi Baker, rilasciato dopo uno scambio di prigionieri con Israele. Da allora questa è per la popolazione palestinese una giornata (in più) di lotta e mobilitazione per la liberazione dei e delle prigionieri/e politici/che e contro la repressione dello stato sionista di Israele.
30 marzo 1976 Ricorre la Giornata palestinese della Terra. L’evento commemora la protesta del 1976 e il riconoscimento della lotta palestinese per il diritto alla terra.
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Operazione Piombo fuso 27 dicembre 2008: Israele dà il dovrebbero essere bloccati in città e vil- Gaza, bloccando cibo, carburante, rifor- tarono alla distruzione delle abitazioni via all’Operazione Piombo Fuso laggi, impediti ad esercitare una norma- nimenti sanitari ed altri beni indispen- di 325.000 persone. Vennero distrutte le vita economica, rimossi dai luoghi di sabili per “sottomettere” i palestinesi 18 scuole e ne vennero danneggiate nella Striscia di Gaza.
lavoro, dalle scuole e dagli ospedali. Questo incoraggerà l’emigrazione ed Gaza è una regione di circa 360 km quaindebolirà la resistenza a future espuldrati e una delle aree più densamente sioni”. Ur Shlonsky, citato da Ghali popolate al mondo. La popolazione è di Hassan, Gaza: The World’s Largest circa 1,5 milioni di persone. Obiettivo ufficiale dell’attacco israeliano: colpire Hamas, partito al potere dal 2007 e responsabile di lanci di razzi Qassam sul Sud di Israele, ma l’operazione “Piombo Fuso” fu un’iniziativa accuratamente pianificata, parte di un più ampio piano militare e di intelligence formulato per la prima volta nel 2001 dal governo del primo ministro Ariel Sharon: “Fonti dell’establishment della difesa hanno dichiarato che il ministro della difesa Ehud Barak ha ordinato alle Forze Aeree Israeliane di prepararsi per l’operazione più di sei mesi fa, anche mentre Israele iniziava a negoziare un accordo per il cessate il fuoco con Hamas”. (Barak Ravid, Operation “Cast Prison, Global Research, 2005) Lead”: Israeli Air Force strike followed Israele ruppe la tregua il giorno delle months of planning, Haaretz, 27 dicemelezioni presidenziali USA, il 4 novembre 2008) bre: L’obiettivo a più lungo termine di que“Israele ha utilizzato questa distrazione sto piano, come formulato dai funzioper rompere il cessate il fuoco tra se nari politici israeliani, era ed è l’espulstesso e Hamas bombardando la sione dei palestinesi dalle terre palestiStriscia di Gaza. Israele ha preteso che nesi: questa violazione del cessate il fuoco è “Terrorizzare la popolazione civile, stata per impedire a Hamas di scavare garantendo la massima distruzione gallerie fino al territorio israeliano. delle proprietà e delle risorse culturaProprio il giorno successivo, Israele ha li... La vita quotidiana dei palestinesi lanciato un terrorizzante assedio di deve essere resa insopportabile:
Gennaio
Febbraio
mentre allo stesso tempo si impegnava in incursioni armate. In risposta, a Gaza Hamas ed altri sono ancora ricorsi a sparare primitivi, artigianali e nel complesso imprecisi razzi
in Israele. Durante i sette anni passati, questi razzi sono stati responsabili della morte di 17 israeliani. Nello stesso intervallo di tempo, gli assalti da guerra lampo israeliani hanno ucciso migliaia di palestinesi, attirando la protesta in tutto il mondo ma non trovando ascolto all’ONU”. (Shamus Cooke, The Massacre in Palestine and the Threat of a Wider War, Global Research, dicembre 2008) L’Operazione durò 22 giorni. I bombardamenti israeliani da terra e cielo por-
l’infanzia della protagonista nel celebre istituto “Dar Al Tifel” di Gerusalemme, 11 Gennaio ore 17.00 Piazza della Fra Apartheid e Convivenza: 3 films che dal 1948 accoglie gli orfani palestiRepubblica – presidio per non dimenti- sulla Palestina alla Biblioteca nesi. care “Piombo Fuso” dell’Isolotto giovedì 20 febbraio giovedì 13 febbraio 16 Gennaio ore 17.00 Giardino dei cilieHanna K Miral gi Cecilia Gentile presenta il libro regia di Costantin Costa Gavras regia di Julian Schnabel Durata:108’. 1983 Francia/Gran Breta“Bambini all’inferno” Ore 21.00 Biblioteca Isolotto Cecilia Gentile presenta il libro “Bambini all’inferno”
Durata 109’ – Francia/Gran Bretagna/Israele/USA – 2010 - in lingua italiana. Attori: Hiam Abbass, Freida Pinto, Yasmine Al Massri, Ruba Blal, Alexander Siddig, Omar Metwally, Stella Schnabel, Willem Dafoe, Vanessa Redgrave
23 Gennaio ore 21.00 Casa del Popolo Tratto dal libro autobiografico “La straviale Maccari, 194, Isolotto Samantha da dei fiori” della regista italo-palestiComizzoli presenta il film documentario nese Rula Jebreal, il film del regista “Shoot the film” americano Julian Schnabel ripercorre
altre 280. Tra queste anche 50 scuole dell’UNRWA (United Nations relief and works agency for Palestine refugees in the near East). Il 3 gennaio, i carri armati e la fanteria israeliani entrarono a Gaza in una offensiva terrestre totale: “L’operazione di terra è stata preceduta da diverse ore di fuoco dell’artiglieria pesante a notte fatta, incendiando i bersagli in fiamme che sono scoppiate nel cielo notturno. Il fuoco di mitragliatrice sferragliava mentre proiettili traccianti luminosi balenavano nella notte attraverso l’oscurità ed il fragore di centinaia di proiettili di artiglieria mandava su lampi di fuoco”.(AP, 3 gennaio 2009) Il bilancio finale fu di più di 1400 palestinesi uccisi, di cui un quarto bambini. I morti israeliani risultarono 13. Israele, nel corso dell’Operazione, utilizzò anche il fosforo bianco che, quando entra in contatto con la pelle può continuare a bruciare anche in profondità, fino a raggiungere la massa muscolare e le ossa. Il governo di Tel Aviv, durante l’Operazione vietò l’ingresso nella Striscia a tutti i corrispondenti israeliani e stranieri. Solo i cronisti e i cameraman palestinesi poterono diffondere le immagini del massacro in corso. Sono passati cinque anni, ma l’assedio non si è concluso. Gaza è ancora la più grande prigione a cielo aperto al mondo. Per non dimenticare. giovedì 27 febbraio
Ticket to Jerusalem regia di Rashid Masharawi Durata:85’. Palestina/Olanda/Francia/Australia 2002. Attori: Ghassan Abbas, Areen Omary. in lingua originale, con sottotitoli in italiano
Una coppia palestinese, Jaber e Sanah, vive in un campo profughi nei pressi di Ramallah. Nonostante l’attuale situagna/Israele. Attori: Jill Clayburgh, Jean Yanne, Mohammad Bakri, Gabrierl Byrne, David zione politica, i due provano a realizzaClennon. in lingua italiana re qualcosa nella loro vita: un cinema La storia di un’avvocatessa ebrea ooffi- itinerante in tutto il territorio della ce FilmsPalestinaFebbraio2014.docx a West Bank, che cercheranno di portare francese, che decide di iniziare una nella città vecchia di Gerusalemme. nuova vita a Gerusalemme. L’incontro Un’impresa tutt’altro che semplice, con un suo cliente palestinese cambie- nonostante i pochi chilometri da perrà la vita di entrambi. correre.
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Campagna Boicottaggio Sanzioni contro Israele Campagna Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele La campagna mondiale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele (BDS) fino al completo riconoscimento delle leggi internazionali e dei diritti palestinesi è nato in seno alla società civile palestinese nel 2005, coordinato dal Palestinian BDS National Committee (BNC) sorto nel 2007. Il BDS è una strategia che permette a chiunque lo voglia di giocare un ruolo effettivo nella lotta palestinese per la giustizia semplicemente decidendo di non acquistare determinare prodotti . Il 9 luglio 2005, un anno dopo lo storico consultivo della Corte parere Internazionale di Giustizia (ICJ) che ha giudicato illegale il Muro costruito da Israele nei territori Palestinesi occupati, la maggioranza della società civile palestinese ha lanciato un appello a tutte le persone di coscienza affinché iniziassero il boicottaggio e il disinvestimento nei confronti di Israele e ne chiedessero le sanzioni fino al completo riconoscimento dei diritti del palestinesi e il rispetto delle leggi internazionali. Appello della Società Civile Palestinese al boicottaggio, al ritiro degli investimenti e all’applicazione di sanzioni contro lo stato di Israele fino a quando non rispetterà il Diritto Internazionale ed i Principi Universali dei Diritti dell’Uomo.
9 Luglio 2005 Un anno dopo lo storico parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che ha giudicato illegale il Muro costruito da Israele nei territori Palestinesi occupati, Israele continua la costruzione del Muro coloniale in totale disprezzo della decisione della Corte. Dopo 38 anni di occupazione della Cisgiordania Palestinese (compresa Gerusalemme Est), della Striscia di Gaza e delle alture siriane del Golan, Israele continua a espandere le colonie ebraiche. Israele si è annessa unilateralmente Gerusalemme-Est occupata e le alture del Golan e sta ora di fatto annettendosi per mezzo del Muro parti importanti della Cisgiordania. Israele si sta anche preparando – all’ombra del suo previsto ritiro dalla Striscia di Gaza – a costruire e espandere le colonie nella Cisgiordania. Cinquantasette anni
dopo che lo Stato di Israele è stato costituito sulla terra ripulita etnicamente dei suoi proprietari palestinesi, una maggioranza di palestinesi sono profughi, molti dei quali senza una nazione. Inoltre, il rafforzato sistema israeliano di discriminazione razziale contro i suoi cittadini Arabo-Palestinesi rimane intatto. Alla luce delle sistematiche violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, e: Dato che, dal 1948, centinaia di risoluzioni dell’ONU hanno condannato le politiche coloniali e discriminatorie di Israele come illegali e sollecitato immediati, adeguati e effettivi rimedi, e Dato che tutte le forme di intervento internazionale e di peace-making hanno fino ad ora fallito nel convincere o forzare Israele a rispettare le leggi umanitarie, i diritti umani fondamentali e a porre termine alla occupazione e all’oppressione del popolo palestinese, e In considerazione del fatto che persone di coscienza nella comunità internazionale si sono storicamente prese la responsabilità morale di combattere l’ingiustizia, come esemplificato dalla lotta per l’abolizione dell’apartheid in Sud Africa attraverso diverse forme di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni; Inspirati dalla lotta dei Sudafricani contro l’apartheid e nello spirito di solidarietà internazionale, coerenza morale e resistenza all’ingiustizia e all’oppressione, Noi, rappresentanti della società civile palestinese, chiediamo alle organizzazioni internazionali della società civile ed alle coscienze degli uomini di tutto il mondo di imporre ampi boicottaggi e realizzare iniziative di disinvestimento contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel
Disinvestimento
periodo dell’apartheid. Noi facciamo appello a voi perché facciate pressione sui vostri rispettivi stati per imporre embargo e sanzioni contro Israele. Noi invitiamo anche gli israeliani di buona volontà a sostenere questa richiesta, nell’interesse della giustizia e di una
e
ritorno nelle loro case e nelle loro proprietà come stabilito nella risoluzione 194 dell’ONU Questo appello è stato sottoscritto da oltre 170 organizzazioni (partiti politici, sindacati e associazioni) che rappresentano in modo integrato le tre parti del popolo Palestinese: i profughi palestinesi, i palestinesi sotto occupazione e i palestinesi cittadini di Israele.
Petizioni: Al Comitato olimpico internazionale: Israele sia escluso dai Giochi Olimpici del 2016
pace effettiva. Queste misure punitive non-violente dovrebbero essere mantenute fino al momento in cui Israele fa fronte ai suoi obblighi di riconoscere il diritto inalienabile del popolo Palestinese all’autodeterminazione e di rispettare completamente le norme del diritto internazionale: Ponendo termine alla occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellando il Muro Riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini Arabo-Palestinesi di Israele alla piena uguaglianza Rispettando, proteggendo e promovendo i diritti dei profughi palestinesi al
UniCoopFirenze ritiri i gasatori SodaStream sia dai premi a punti per i soci sia dagli scaffali di vendita dei supermercati Petizione per dire NO a SodaStream nelle Case dell’Acqua comunali Scrivi agli Europarlamen-tari italiani: Sostenere le nuove Linee Guida per escludere le colonie israeliane dai Programmi UE Firma la lettera al Ministro Bonino e a 40 parlamentari italiani per dire NO ai finanziamenti europei alle colonie israeliane. http://www.bdsitalia.org/index.php/agisci/online
Per contatti: bdsitalia@gmail.com Facebook: facebook.com/BDSItalia Twitter: @bdsitalia
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L’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese onlus
Si è costituita formalmente il 28 luglio 2004 a Firenze allo scopo di dare una veste ufficiale a tutte quelle iniziative a favore della Palestina e del suo popolo che richiedono un rapporto più diretto e affidabile con le istituzioni, sia locali che nazionali. Essa è conseguente al naturale sviluppo associativo della Comunità Palestinese integrata nel tessuto sociale della Toscana, regione in cui vive ed opera, tant’è che i suoi membri, oltre ad essere di diritto soci, per norma statutaria partecipano in modo preminente alla direzione dei suoi organismi. L’Associazione rifiuta una qualsiasi connotazione di carattere politico o religioso ed è quindi aperta a tutti purché ogni componente si impegni efficacemente in appoggio al difficile processo di autodeterminazione del popolo della Palestina, al di là delle personali posizioni ideologiche. Si richiede solo che lo spirito d’iniziativa, la chiarezza, la capacità di collaborazione, il rispetto reciproco ed il senso di solidarietà, siano alla base dei rapporti interni, i cui obiettivi devono sempre ricadere nel campo di quelle attività che sono previste per le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità sociale (O.N.L.U.S.) L’Associazione, in particolare, ha come
oggetto lo sviluppo di iniziative culturali, politiche e di solidarietà atte a promuovere la conoscenza della cultura del popolo palestinese e a realizzare, anche in cooperazione con le organizzazioni e le istituzioni palestinesi, interventi di solidarietà sociale in tutti i campi inerenti lo sviluppo della persona umana a favore della popolazione palestinese e concorrere, per tale via, a promuovere e rafforzare il processo di pace nella regione e consentire al popolo palestinese la propria libera e pacifica determinazione. L’ATTIVITÀ DI SUPPORTO SOCIO – SANITARIO in Palestina viene svolta grazie ad una rete di contatti e di gemellaggi stabiliti con organizzazioni sanitarie locali. Essa si propone lo scopo di: • rifornire le strutture sanitarie di farmaci da destinarsi prevalentemente a pazienti poveri; • reperire o acquistare apparecchiature sanitarie per esami diagnostici; • fornire protesi e sussidi ortopedici a persone disabili; • sostenere il recupero di individui traumatizzati.
indiretto di singoli bambini o di classi che presentino carenze nell’apprendimento dovute a lesioni traumatiche, a disturbi genetici, o le cui famiglie siano troppo povere per poterli sostenere nello studio. Il progetto di adozione a distanza di bambini o bambine assolve questa finalità. La sua area di applicazione si estende dalle città e villaggi dei Territori Palestinesi Occupati, ai Campi Profughi del Libano. Ove possibile o necessario viene fornito materiale didattico per l’uso quotidiano degli allievi e vengono donati computer e altre apparecchiature didattiche.
LE ATTIVITÀ CULTURALI possono essere gestite dall’Associazione in forma esclusiva o possono prevedere la presenza di partner che compartecipano alla realizzazione di tutte le attività che si propongono l’obiettivo di: • diffondere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico o folclorico della Palestina, sopravvissuto all’azione distruttiva del tempo e degli uomini; • divulgare le opere degli scrittori palestinesi, dei poeti, oltre che degli altri artisti che lavorano in Palestina o all’estero; L’ATTIVITÀ DI SUPPORTO SCOLASTICO • di realizzare mostre, rassegne cinecomporta, invece, il sostegno diretto o matografiche, spettacoli teatrali, musi-
cali e balletti, oltre a quant’altro utile a stimolare la conoscenza della locare espressività artistica, tradizionale o contemporanea; • organizzare conferenze, dibattiti, incontri che abbiano funzione di momenti di “formazione alternativa” o di controinformazione sulle tematiche della realtà vissuta dalla popolazione palestinese sotto l’attuale occupazione. L’ASSOCIAZIONE DI AMICIZIA ITALOPALESTINESE ONLUS Il 1 gennaio 2005 ha firmato un progetto di gemellaggio con l’Associazione “El-Ehssan” di Bethlehem. Il 22 dicembre 2007 si è costituito un accordo di gemellaggio con l’Associazione USEP (The Palestinian Emergency Support Unit) di Nablus. L’Associazione collabora con il “Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila”. http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/ e su facebook associazione-di-amicizia-italo-palestinese dove sarà possibile trovare informazioni aggiornate e una ricca pagina dedicata alla cultura palestinese con recensioni di libri e film.
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CITTÀ
L’università popolare è per tutti!
L’Università Popolare rinasce proprio a Firenze, sembra un “sogno” ma è realtà! Per frequentare questi corsi non è necessario nessun requisito! Ci possono venire pensionati, laureati, persone di qualsiasi provenienza, con l’intento di riavvicinare alla cultura e all’impegno sociale chiunque, senza distinzione di sesso, età, confessione religiosa, etnia. Le Università Popolari sono nate in Italia tra il 1900 e il 1901 ad opera del Partito Socialista e dei sindacati seguendo gli esempi già attivi in Danimarca e Svezia. La diffusione fu rapida in Italia come lo fu contemporaneamente in tutta Europa. Nacquero nelle maggiori città, nelle città di provincia, ma anche in piccoli comuni di tutta Italia. Alla base di quel movimento vi era l’idea di diffondere l’istruzione tra il popolo per mezzo di conferenze, dibattiti, distribuzione di opuscoli e libri. Queste realtà ripresero vita nel dopoguerra dopo la caduta del fascismo che le aveva chiuse o inglobate. Le Università Popolari si rivolgono a tutti! I principi ottocenteschi ispiratori che incontriamo in tutta Europa, furono quelli di fare avvicinare alla cultura tutti i ceti sociali, specialmente quelli più emarginati. Il Presidente dell’Università Popolare, Dott. Giuseppe Latte, ha l’obiettivo di far raggiungere alla sede di Firenze la stessa considerazione già presente in altri paesi europei. I soci sono attualmente 120; i corsi vengono attivati con un minimo di 6 iscritti. Le persone interessate possono trovare corsi di: musicoterapia, gruppi esperienziali, danza hip hop per adulti e bam-
bini, yoga, corsi di lingue straniere, laboratori teatrali per bambini e adulti, storia delle religioni, architettura del rinascimento, archeologia, project management, Europrogettazione, diritto costituzionale, percorso emotivo della Divina Commedia, corso di letteratura dell’Italia contemporanea, tecniche PNL, informatica, scrittura creativa, Qi Gong, psicologia dello sport, grafologia, filosofia dell’immagine, informazioni su come prepararsi con successo ad un colloquio di lavoro, “istruzioni” per i futuri genitori, orientamenti per migliorare le relazioni con gli altri. Un grande interesse è stato suscitato dal corso di taglio e cucito, fonte di numerose e continue richieste! Oltre al vasto panorama dei corsi, alcune iniziative di enorme successo sono “I Mercoledì dell’Università Popolare”, mini convegni a cadenza quindicinale, ingresso gratuito, dalle ore 18 alle 20, presso i locali dell’U.P.F. in via Ricasoli n. 7, la prenotazione è gradita tramite e-mail o telefonicamente. Nei mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre sono stati tenuti degli incontri sul fascismo, in particolare quello toscano, dal Prof. Marco Palla, che hanno suscitato un grande interesse e coinvolgimento da parte del pubblico presente; altri appuntamenti di notevole risonanza e approvazione sono stati svolti dalla Dott.ssa Barbara Bargigli sulla grafologia e dal Dott. Stefano Callipo sulla prevenzione del rischio suicidario. Le date dei prossimi mini-convegni saranno le seguenti: 15 Gennaio 2014, Dott.ssa Silvia Guetta, “Educazione alla pace”. 29 Gennaio 2014, Dott.ssa Silvia
Guetta, “Dialogo interculturale e variegata, si può consultare il sito www.universitapopolaredifirenze.it interreligioso”. 12 Febbraio 2014, Associazione per avere maggiori informazioni sui Ciao Lapo, “Lutto Perinatale”. corsi. 26 Febbraio 2014, Dott. Adriano Vi aspettiamo numerosi! Bugliani, “Psicoterapia e Psicoanalisi”. Dott.ssa Luciana Bonaccorsi 12 Marzo 2014, Dott.ssa. Sara Bini, “Biomusica”. 26 Marzo 2014, Dott.ssa Firenze 03/01/2014 Franca Gambino”Gioventù: la spinta verso la felicità, il desi- Giornate invernali, problemi difficili da risolvere. derio di indipendenza e la sco- La sera quando rientro al mio rifugio di fortuna, i pensieri sembra che t’ assalgano la mente. perta dell’eros.” 9 Aprile 2014, Dott. Stefano Tutti noi abbiamo un obiettivo che vorremmo conseguire, Callipo e Carmine Castoro, una pace interiore che semplifichi le situazioni, “Comunicazione ed emozioni un amore per la buona stella ed una strada da seguire. nella postmodernità: vita, Emilio Ardu morte, immagine e parola tra psicologia e filosofia”. 23 Aprile 2014, Dott.ssa Franca gambino, “Maturità: lavoro, vita matrimoniale e genitorialità.” 7 Maggio 2014, Dott. Giovanni Cipriani, “Firenze Capitale”. 21 Maggio 2014, Dott.ssa Franca Gambino, “Vecchiaia: Un’età da preparare, trascorrere, arricchire”. 4 Giugno 2014, Dott.ssa Dora Liscia, “Oreficieria e arti minori”. 18 Giugno 2014, Dott. Augusto Cacopardo, “Razzismo”. L’Università Popolare di Firenze ha la sua sede in via Ricasoli n. 7, telefono 055294670, fax 055-2648389, l’offerta formativa è ampia e
Natale a Firenze A.DI.N.A. FIRENZE C.U.B. Sanità Firenze Comitato SAN SALVI CHI PUo’
idonea e gli ospiti rischiano un nuovo e più doloroso trasferimento in altra sede. Quale? Ricordiamo che al momento del primo sfratto a San Salvi era libero il piano terra della RSA Le Civette, di LA ASL ImPACCHETTA oSPITI E LAVodella ASL, che poteva essere utilizzato per RAToRI DELL’EX GIARDINo DELLE proprietà gli ospiti del Giardino delle Rose, come da noi più RoSE E LI SPEDISCE A NUoVA DESTI- volte richiesto. Questa scelta sarebbe stata la meno traumatica per i NAZIoNE pazienti, che avrebbero conservato la residenzialità, Proprio in questi giorni le donne e gli uomini con e la meno costosa per l’ASL. Del resto la ASL stessa patologie psichiatriche dell’ex “Giardino delle Rose” subiranno un nuovo trasloco: il secondo trasferimento nel giro di 8 mesi. Lo scorso febbraio erano già stati trasferiti a Poggiosereno dopo aver trascorso tanti anni nelle strutture fatiscenti dentro l’area di San Salvi. Queste non sono mai state rese idonee e abitabili per gli ospiti, mentre per gli uffici le ristrutturazioni sono state addirittura lussuose, come nel caso di Villa Fabbri. Nuovi e non facili adattamenti, ma poi i pazienti si erano rassegnati a restare nella nuova struttura di Poggiosereno. ora si scopre che questa struttura non è più
dichiarava nelle proprie delibere di febbraio e luglio 2012 che “era opportuno non sottoporre gli ospiti a gravosi e onerosi spostamenti ravvicinati nel tempo”: buoni propositi mai mantenuti! Altri infatti erano i piani della ASL: chiudere la fisioterapia di Piazza Elia della Costa e di Borgo Ognissanti (rimasta poi vuota dopo che il compratore si è ritirato) e accorpare a San Salvi, nel piano vuoto delle Civette, i servizi di fisioterapia dei quartieri 1, 2 e 3 con notevoli disagi per i cittadini che devono usufruire dei servizi e lasciando scoperto da ogni servizio sanitario il quartiere di Gavinana. La ASL si è mostrata irremovibile su questi accorpamenti, nonostante le proteste dei cittadini. Ora, in occasione della nuova gara di appalto per la gestione dei servizi, veniamo a sapere del nuovo trasloco a cui saranno sottoposti gli ospiti del-
l’ex “Giardino delle Rose”. Come mai solo ora viene fuori che la struttura dove sono stati spostati 8 mesi fa, Poggiosereno, non è idonea e accreditabile? Come mai in fretta e furia si procede al trasloco, avvisando all’ultimo momento i diretti interessati e i loro familiari? Si pensa al disagio che un altro trasloco porterà agli utenti? Quali i costi? Quale destino per gli operatori? Sappiamo che il gruppo verrà smembrato, non rispettando le relazioni tra gli ospiti e con gli operatori di riferimento, costruite in anni di convivenza. Sappiamo che buona parte degli ospiti sarà spostata a San Casciano. E la territorialità, più volte invocata dalla ASL per giustificare ad esempio l’acquisto di Villa IRIS, su cui sono in corso le indagini della magistratura, non ha ora più importanza? Quello che sappiamo è che in questa girandola di spostamenti e scelte sbagliate le conseguenze vengono sempre pagate dai cittadini, dagli ospiti e dai lavoratori, che la ASL considera di sua proprietà come i mobili e gli immobili che può comprare, vendere e barattare.
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VOCI
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Ritorno
Il seguente racconti mi è stato ispirato da un gatto di un paese siciliano, un randagio di quartiere come se ne trovano in tutti i quartieri del mondo. La collocazione è irrilevante, dato il carattere di questo particolare tipo di animale: il gatto randagio, quello della spazzatura e dei cassonetti, quello che, anche nei fumetti di Walt Disney, spunta sempre da un bidone con una lisca di pesce in bocca. Ed è appunto a tutti i randagi in genere ed ai loro simili che questo raccontino è dedicato. Stava tornando a casa. Ormai non era più tanto giovane, il pelo gli era diventato un po’ ispido e la coda non più tanto folta. Una volta era di iun bianco immacolato, ma oggi sarebbe stato difficile definire esattamente la sua sfumatura. Certo al momento attuale il bianco taceva, soffocato da una gamma sempre più estesa di grigi. Le orecchie, sfrangiate in più punti, mostravano i segni di numerose lotte, come pure il naso, attraversato da un profondo graffio trasversale ormai cicatrizzato e ricoperto da una lieve peluria. Solo le narici di un rosa luminoso e chiarissimo, spiccavano nitide e sensibili sul suo muso e formavano con gli occhi tuttora vividi, anche se rimpiccioliti, un perfetto sistema di rilevazione e di sorveglianza. Aveva abbandonato molto giovane la casa ove era nato e cresciuto e da allora non vi era più tornato, né aveva sentito per essa niente più che una lieve nota di nostalgia collegata al piacevole odore del pelo della madre ed alle sue ruvide leccate che, poche e bene assestate, avevano il potere di ridare il giusto verso al suo pelo, allora soffice e candido. Mentre camminava con passo rapido e indolente si sentiva completamente a suo agio. Ecco una sensazione che conosceva bene: lo scorrere del terreno sotto i polpastrelli delle sue zampe, forse l’unica realtà della sua vita, l’unica sensazione veramente rilassante. Tutto il resto non era altro che una parentesi compresa entro il ritmo silenzioso dei suoi passi. E adesso tornava, ma senza un apparente motivo, tornava come tutte le cose tornano al suo posto una volta compiuto il tempo. C’era ancora un po’ di sole che illuminava la soglia, così si sedette socchiudendo gli occhi, in attesa che gli aprissero la porta.
Andrea Greco
“La malattia mentale” Da un pò di tempo frequento malati mentali, così detti. Chi abita in appartamenti gestiti dalla misericordia e sono qualificati malati mentali gravi. Uno che è diventato mio caro amico, privacy su nome e persona è stato ospite dell’O.P.G. Ho maturato in questi tempi e sull’argomento un pensiero o un idea, che la malattia mentale in questa nostra società, mentalmente e umanamente malata colpisce chi il cervello ce l’ha, chi non ce l’ha non corre nessun pericolo. Francesco Cirigliano
Ho fatto colazione al Bar. Una pasta un bicchiere di acqua gassata ed un cappuccino. Ho fumato tabacco all’aperto. Contento sono rientrato in Residenza. Il cielo nuvoloso pioggia.
Vorrei comprarmi una bicicletta per non starmene sempre rinchiuso in quella stanza. Con la bicicletta potrei arrivare al circolo da me preferito. Nel parco. Una bicicletta sportiva. Che non costi tanto.
C. Gisbi
C. Gisbi
Addio al partigiano
Saturno Nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 dicembre Giuliano Martelli, per tutte e tutti "Saturno" ci ha lasciato. Ho conosciuto Saturno nel 2006 nella sua casa di Scarperia insieme alla mia compagna, appassionata di storia della Resistenza in forma quasi morbosa. Saturno appartenente alla Brigata Senigaglia era una persona semplice e mite, riusciva in forma straordinaria a raccontare e raccontarsi le storie partigiane, parlava volentieri con tutte e tutti delle montagne resistenti, delle sensazioni vissute tra coloro che combattevano in prima fila per liberare l'Italia dalla barbara oppressione nazi-fascista. Ma Saturno aveva anche la dote di sapere ascoltare, di essere autocritico, di guardare ben oltre i limiti imposti dalle barriere comuni. Per questo Saturno era una grande persona, oltre a essere stato un grande combattente... Abbiamo passato pomeriggi interi a discutere di mondi diversi. Io da sempre autonomo e iper-critico nei confronti della storia del Partito Comunista, e lui fiero sostenitore di tanti percorsi intrapresi. Alla fine delle discussioni, però, dicevamo insieme che questo non è il nostro mondo, che i valori di eguaglianza sociale e di mutuo soccorso erano stati seppelliti dalla violenza del mercato globale e da un mondo imbastito solo sui profitti di pochi... Vorremmo ricordare Saturno in ogni momento di socialità, di libertà e di memoria «viva». Noi continueremo a lottare, perché la nostra «patria è il mondo intero» e Giuliano Martelli Saturno ne è stato un piccolo ma fierissimo appartenente.
Lorenzo Bargellini
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LAVORO
Lettera aperta agli autisti ATAF Cari colleghi/e:
soci proprietari, lo sono agli effetti avete dato una grandissima lezione di legali; ma senza di noi autisti cosa come si fa sindacato ai sindacalisti Ieri si è chiusa la vicenda definita sarebbe ATAF? professionisti, qualcuno ha capito “SCIOPERO SELVAGGIO”, in realtà qualche altro no; chi non ha capito o quella che si è chiusa è stata una Come diceva Eduardo De Filippo “gli fatto finta di non capire ha finito col battaglia civile. esami non finiscono mai” e di questo pagare con le tessere dei propri iscritdobbiamo esserne consapevoli. ti. In quasi 33 anni di azienda non ho Tutti noi abbiamo capito come all’interno di ATAF negli anni venivano condotte le trattative e come l’informazione fornita ai tranvieri fosse assoggettata ad interessi che a noi non appartenevano. L’azienda siamo noi; noi, tutti i giorni facciamo in modo che essa possa vivere affinché ci possa dare da vivere a noi e le nostre famiglie. Per questo motivo dico che ATAF è nostra e non abbiamo interesse a smantellarla. I
Colleghe Autistesse e colleghi Autisti ... prima ancora di essermi ripresa da queste giornate, provo a dare ordine alle idee. E stato stancante ma bellissimo; rifarei tutto. Ho imparato tante cose in questo ultimo periodo di cui farò tesoro. Oggi mi sento cresciuta e migliore, come Donna e Lavoratrice. Ho conosciuto meglio e riacquistato fiducia in tutti coloro che quotidianamente mi lavorano accanto: ascoltare pensieri, idee e sentire la presenza e la partecipazione attiva e pratica alla discussione e alla lotta, mi fa sperare che qualcosa per noi tranvieri e per questo paese ancora si possa fare. Mi auguro fortemente che l’unità e la solidarietà createsi fra tutti noi in questa occasione non vadano perse. Mi auguro di non sentire più in piazza e nei depositi frasi che suonano come: “…tanto fanno come vogliono, dunque a me non interessa…”. Mi auguro di non vivere più fra persone che per pigrizia o solo per un’ ingiustificata bassa autostima, delegano ad altri la tutela dei propri diritti e quella di altre Donne e Uomini che lavorano duramente. Mi auguro di non trovarmi più a dover dividere i miei Colleghi per appartenenza etnica o sindacale e molto ardentemente, mi auguro anche di vedere sempre tante teste pensanti e appassionate alle assemblee retribuite e non retribuite, che si incazzano, protestano, discutono e ridono senza timore. Ognuno di noi dovrebbe assolutamente, in prima persona, provare a plasmare il futuro che vorrebbe senza demandare il progetto a chi ha dei privilegi personali da difendere. Non sono 10, 20, 30 lavoratori che devono godere di immeritati benefici a spese degli altri 800; tutti quanti devono avere pari diritti e pari dignità. Va da se che anche la “democrazia” lascia pur sempre qualcuno scontento, che dovrà alla prima occasione, far sentire forte le sue ragioni e idee su cui discutere con chi la pensa diversamente. La lotta inizia ora e sarà impegnativa e dura: se sostenuta da tutti sarà sopportabile e costruttiva; se combattuta da pochi sarà solo la lotta di quei pochi e delle loro idee, che umanamente, possono essere giuste ma anche sbagliate. Solidali, partecipi e uniti si possono cambiare le cose e ne abbiamo oggi le prove; delegando e infischiandosene di quello che riguarda ognuno di noi, la vita e la dignità di tutti verranno offese e umiliate. Sinceramente, vi ringrazio per queste indimenticabili giornate e nottate; una sola presenza mancava purtroppo perché la bellezza fosse totale. Rimane sempre e forte dentro ognuno di noi, il nostro meraviglioso Amico.
Nadia
Abbiamo vinto un battaglia, non la guerra, vi chiedo quindi di mantenere sempre alta l’attenzione per le vicende di ATAF ed esserne sempre partecipi, perchè adesso non saranno i sindacati a dover trattare con la proprietà di ATAF ma saremo NOI TUTTI e quindi dobbiamo essere partecipi come lo siamo stati in questi giorni. Tutti VOI uomini e donne,
MAI visto in due giorni azzerarsi (o quasi) una organizzazione sindacale, ora potrò raccontare di averlo vissuto perchè io c’ero! Voglio rivolgere un pensiero ai colleghi più pavidi che per paura delle sanzioni hanno ricorso ad avvisi di malattia, permessi, assenze di vario tipo: cari miei vi siete persi una grande occasione! La partecipazione e la coesione di tutti i colleghi ha donato una espe-
UOMO FORTE!? Al mastico di carne che togli dalla vita ingoiando la sua morte… Tutto normale tutto regolare! Non ha l’anima … l’animale. IL VERGOGNOSO CREDO DI QUESTO IGNORANTE CLERO… Appunto e aggiungo, com’è possibile? a pensare che un corpo abbia l’anima pensiamo piuttosto che è l’anima che ha preso un corpo … e non c’è detto né scritto che deve essere esclusivamente umano sull’albero della vita in questo quadro creato… Cerchiamo di allargare la nostra coscienza che può aprire il cuore ai nostri fratelli “inferiori”, nati come noi per godere questo dono fino al fondo di una naturale fine… A voi tutti! Un felice Anno nuovo VEGETALE! Sergio Bertero
rienza che meritava di essere vissuta. A tutti gli altri dico, accogliamo questi colleghi/e meno coraggiosi/e, non emarginiamoli ma aiutiamoli a capire che quando si portano avanti rivendicazioni giuste e sacrosante non c’è niente d’aver paura. Diamogli una seconda opportunità dato che l’occasione non mancherà. Infine voglio aggiungere che sono ORGOGLIOSO di avervi per colleghi; tutti quanti siamo autisti fiorentini in quanto svolgiamo il nostro lavoro in questa città compresi indigeni, calabresi, napoletani, pseudopadani del sud Europa e terroni di ogni ordine e grado. Sono orgoglioso e onorato di poter far parte di un gruppo così variegato e coeso; gente con le palle che adesso potrà sentirsi fiero e camminare con la schiena eretta davanti a chicchessia. Un pensiero a tutti gli altri colleghi delle città Italiane che ci hanno sostenuto e un grazie agli amici che sono venuti a portarci il loro sostegno e coraggio la vostra presenza ci ha infuso ulteriore determinazione. Noi autisti fiorentini cercheremo di ricambiare con tutti; rimaniamo in contatto e scambiamoci informazioni, essere informati è importante per combattere e vincere qualsiasi battaglia.
Alberto
Grazie, auguri e a presto (lo speriamo..) Il 24 dicembre è stato l’ultimo giorno de La Piazza dei Libri, libreria all’aperto che, a partire da luglio scorso ha rappresentato un punto di riferimento importante per la vita cittadina e non solo. È stata un’iniziativa che, per chi vive Firenze, ha, anche se per una piccola parte, colmato il vuoto lasciato in quella piazza dalla chiusura della Libreria Edison, avvenuta a novembre 2012. Questa iniziativa, nata e gestita dalle case editrici Mandragora e Clichy, è stata inoltre una possibilità di occupazione per gran parte degli ex dipendenti della Libreria Edison. Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno frequentato la libreria di piazza della Repubblica e tutte le persone che hanno animato la vita della Piazza: cittadini, autori di libri e tutti coloro che hanno partecipato a eventi e incontri. E un grande ringraziamento va a tutti coloro che in questi mesi, nel vederci nuovamente in piazza della Repubblica dopo la chiusura della Libreria Edison, hanno quotidianamente manifestato tanto affetto nei nostri confronti. Infine, augurando a tutti il meglio per il nuovo anno, auspichiamo anche di poterci incontrare di nuovo e al più presto a Firenze in mezzo ai libri!
Librai Edison
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Marinaleda: una utopia verso la pace
UN BUON ESEMPIO DI - A poco più di 100 chilometri da randosi agli ideali del socialismo Deputato del Parlamento Andaluso SOCIALITÀ DA DIFFONDERE Siviglia, nel cuore dell'Andalusia, si reale, ha costruito nell'arco di 30 anni dal 2008 nel partito Izquierda Unida,
trova una piccola comunità rurale di un sistema economico e sociale che il sindaco Sanchez Gordillo ha deciso Nel cuore dell'Andalusia sorge una circa 2700 abitanti. Si chiama garantisce la sussistenza dell'intera di devolvere il suo compenso da paralla comunità di piccola comunità rurale che è riuscita Marinaleda. Comune agricolo circon- comunità e che ha permesso alla cit- lamentare Durante il discorso di Marinaleda. di reggere ai colpi della crisi tadina da campi coltivati e migliaia di dato a sconfiggere la piaga dei senza lavoalberi di ulivo che si perdono all'oriz- economica che proprio in Andalusia insediamento ha pronunciato un giuro. Un esempio unico nell'Europa ramento inusuale lasciando sbicolpita dalla crisi e dalla recessiogottita l'intera aula, impegnanne creato dallo storico sindaco dosi a "lottare con ogni forza per della cittadina. Juan Manuel sovvertire il sistema di produSànchez Gordillo ha fondato la zione capitalistico e a ribellarsi politica economica e sociale su un alla dittatura del mercato, alle principio che ha avuto successo: sue ricette e ai suoi mandati." non più copetività ma cooperazioAnche i servizi alla cittadinanza ne. Ispirandosi ai valori del sociahanno un costo simbolico: la lismo reale ha costruito nell'arco mensa scolastica costa 12 euro di 30 anni un sistema che garantimese, la piscina 3 euro per al sce la sussistenza all'intera comututta l'estate. E la cura degli nità agricola. Il risultato è la piena spazi comuni compete a tutti i occupazione e un sogno che residurante le cosiddette cittadini: ste: l'utopia di un sistema di con"domeniche rosse" ci si rimbocvivenza e produttivo diverso. ca le maniche dedicandosi a pulire ha prodotto negli ultimi anni gli effetzonte fin dove l'occhio può arrivare. Siamo andati a visitarlo. Ecco quello strade, aiuole e giardini. La Polizia che abbiamo scoperto MARINALEDA La particolarità di questo luog oappa- ti più devastanti. rentemente simile a molti altri delle A Marinaleda si producono, conserva- Locale non esiste e, manco a dirlo, aree interne al Mediterraneo, non è il no ed esportano peperoni, carciofi, non esiste la criminalità. Come la dispaesaggio e tanto meno la natura, ma legumi, olio d'oliva. La disoccupazio- occupazione. la sua forza economica che lo rende ne è allo 0% contro il 30% di media Sulla bandiera tricolore, lo stemma al Le tue trecce sono troppo lunghe. unico. Qui la disoccupazione non esi- nazionale e il 21% della provincia di centro riporta la scritta "Marinaleda: Le tue trecce sono troppo intriganti. Siviglia. Il salario è lo stesso per tutti, una utopia verso la pace". ste. Ti riconosco, Dal 1979, con le prime elezioni demo- qualunque sia la mansione: 47 euro al capelli infantili, cratiche del post franchismo, a giorno per sei giorni la settimana. E se LUIGI POLITANO ma sei tu. Marinaleda la giunta è guidata dallo in qualche stagione i raccolti non Le tue trecce. storico Alcalde, Juan Manuel Sánchez vanno bene per via delle intemperie, Ndr: estratto da “le inchieste di Repubblica” Mi ricordo di te, Gordillo questo piccolo comune, ispi- si lavora meno ma si lavora tutti. con tanto dispiacere. Se tu non fossi mai esistito probabilmente non sarei morta, le tue trecce. Serge Latouche ci ha scritto un libro (Usa e Getta, Bollati e Boringhieri, 2013). Cosima Dannoritzer ne ha tratto uno splendido documentario (Comprar, tirar, Movimento in Amsterdam, comprar, disponibile su You Tube). Ogni consumatore la teme. È la conseguenza più spregevole della logica economica della crescita fine a sé stessa. Si chiama obsomilk way, a palla. lescenza programmata. È quell’insieme di accorgimenti tecnici messi in atto dai produttori per far durare le merci meno di quanto potrebbero. In pratica i progetTi odio Charles Barkleys, tisti inseriscono deliberatamente nei prodotti di largo consumo dei punti deboli destinati ad usurarsi o guastarsi entro un tempo massimo prestabilito e tali da non mi hai rovinato lo spirito della pace. poter essere riparati o sostituiti. Quante volte ci siamo sentiti dire: “Caro signore, le conviene comprarsi un prodotto nuovo (sia esso una lavatrice o la stampante Occhi, occhi magnetici. del computer, un orologio o un l’ombrello, il rasoio e persino l’automobile), perché costa meno cambiarlo che aggiustarlo”. Per evitare il riciclo dei componenti dei Ci hanno spiato. computer perfettamente funzionanti, ad esempio, i costruttori li saldano in modo da impedirne lo smontaggio. L'estate del '79, L’artigianato di riparazione, che per definizione è labour intensive, è eliminato. Accorciare il ciclo di vita di una merce è una strategia produttiva (che serve a manma chi sono io, per giudicare quello che un maschio, tenere artificiosamente alta la domanda) vecchia quanto il marketing. Sono noti i casi dei maggiori produttori di lampadine che si accordarono per mantenere basso il tempo di funzionamento medio delle lampadine, oppure della fibra in nailon della combina a una donna. Dupont, praticamente indistruttibile, ritirata dal mercato. Peccato che con l’obsolescenza proDipinto di Silvia Prelazzi grammata non buttiamo via solo oggetti, energia, risorse naturali, ma anche il tempo della Spogliata. nostra vita dedicato a produrre e a comprare merci-spazzatura. In una parola, rendiamo insigniDa sempre designata, ficante la nostra vita. Per essere precisi, la sacrifichiamo al fine della continuazione della produa dire di sì. zione industriale di massa. Il consumatore, anche quello più attento e consapevole, spesso non Corri, corri, a guadagnare. ha gli strumenti informativi per difendersi e poter scegliere cosa comprare. Un po' di libertà. Le normative europee sulla garanzia degli elettrodomestici e degli apparecchi elettronici non “ogni cosa ha il suo prezzo, vanno oltre l’obbligo dei due anni. Nei fatti, una licenza a favore dell’obsolescenza. Ma alcuni ma nessuno saprà, stati (la Svezia e la Gran Bretagna) hanno quanto costa la mia libertà...” cominciato a pretendere dai produttori magVai Palestina, vai Egitto, giori prestazioni. In altri (il Belgio e la vai Grecia. Francia) ci si sta muovendo. Meritoria, quinIo sono qui, piccolo individuo, di, l’iniziativa dei deputati Giulio Marcon e che ti aspetta e non smetterò mai Luigi Lacquaniti (Sinistra ecologia libertà) di lottare per te, per me. che hanno depositato una proposta di legge I piccoli. “Disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza Fuori binario, siamo insieme. programmata dei beni di consumo”. Una sola ragione di vivere. L’obiettivo è di fare emergere in etichetta Per sempre. anche la durata potenziale del prodotto, Buon compleanno per i nostri all’interno di un elenco di beni di consumo venti anni di attività. dove la obsolescenza sia calcolabile. Nonché Abnegazione, e amore. la possibilità o meno di poterli riparare. Le tue trecce.
Le tue trecce
obsolescenza programmata
Paolo Cacciari Sisina 2014
(collaboratore di Rete per la Decrescita)
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mEDICINA DEmOCRATICA
report morti sul lavoro 2013
mente o direttamente nel Pubblico Impiego. Accorpando tutti questi dati si raggiunge un numero elevatissimo di decessi. È possibile fornire i dettagli su richiesta degli interessati. A questo punto vorremmo fare un’ulteriore riflessione. Siamo convinti che l’abolizione di fatto dell’artihttp://cadutisullavoro.blogspot.com colo 18 dello Statuto dei lavoratori farà aumentare in poco tempo gli infortuni sul lavoro, anche Siamo a darvi la situazione delle morti sul lavoro mortali, perché i nuovi assunti avranno difficolta nel 2013. a contestare o a denunciare, pena il licenziamenNel 2013 sono 571 i morti sui luoghi di lavoro, to, le proprie condizioni di lavoro e i sindacati ma oltre 1300 se si aggiungono anche i decessi stessi non avranno tra gli iscritti questi precari e sulle strade e in itinere (stima minima).
osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro attivo dal 1° gennaio 2008
Ricordiamo ancora una volta che intere categorie di lavoratori non sono annoverate tra gli assicurati dello Stato attraverso l’INAIL; tra questi morti invisibili ci sono anche i lavoratori con partita IVA individuale che spesso nascondono un lavoro dipendente. Le categorie che non rientrano nelle statistiche ufficiali sono numerose: Carabinieri, Poliziotti, Esercito, Vigili del Fuoco, Agenti di Commercio, oltre ai lavoratori in nero e agli agricoltori schiacciati dal trattore che hanno già di una pensione. Gli agricoltori rappresentano con ben 210 decessi il 37% delle morti complessive; 138 sono stati schiacciati dal trattore e 66 hanno oltre 65 anni. L’agricoltura è l’unico settore che risulta non in crisi in questi anni difficili e un notevole contributo all’economia lo forniscono anche questi anziani. Nonostante la devastante crisi nel settore 137 decessi sono in edilizia, il 22% sul totale dei decessi. Nella maggior parte dei casi si tratta di morti che assieme ai lavoratori con partita IVA individuale non sono inclusi nei dati statistici ufficiali e nemmeno tra gli infortunati. Inoltre spesso i lavoratori con partita Iva individuale ricorrono a polizze a bassi costi e in caso di grave infortunio o di morte le assicurazioni non garantiscono ai familiari o all’assicurato un giusto indennizzo o una pensione adeguata. La terza categoria con più vittime è l’Industria, il 7,4% delle morti totali. Un dato che risente della crisi e abbassa ulteriormente la percentuale complessiva dei decessi. Il settore dell’industria è anche l’unico, assieme all’edilizia, che vede ancora una grande presenza del sindacato che ha un ruolo decisivo nell’arginare questo fenomeno; soprattutto laddove esiste un rappresentante della Sicurezza le morti sono quasi inesistenti rispetto al numero di lavoratori occupati. Anche l’Autotrasporto paga un prezzo durissimo di sangue con oltre il 6,5% di tutti i morti; anche in questa categoria temiamo non vengano rispettate del tutto le norme relative alla sicurezza. Numerosissimi sono i morti nei Servizi, soprattutto in quelli alle imprese e anche indiretta-
si sono verificati meno decessi rispetto al 2013. Questo cosa significa? Che si è fatto poco o niente per migliorare le condizioni di lavoro di chi svolge mansioni pericolose. L’allungamento dell’età della pensione ha fatto aumentare il numero di morti dei lavoratori di una certa età e si tratta di un dato rilevante se si considera che il 23% dei decessi riguarda persone la cui età supera i 65 anni. E intanto abbiamo milioni di giovani disoccupati. Siamo di fronte a una politica che rema contro il mondo del lavoro e che si giustifica solo con la lontananza dai bisogni reali dei cittadini e dei
sono le strutture a rischio sismico e gli interventi da mettere in atto. Esperti del settore ci hanno confermato che la maggior parte di questi capannoni industriali, ma anche dei supermercati, non rispettano le norme antisismiche. Chi se ne deve occupare e perché non si sta facendo nulla a riguardo? Anche in questo caso si deve far intervenire un giudice come Raffaele Guariniello per verificare omissioni e carenze? È così difficile chiedere il rilascio di un’autocertificazione d’idoneità da parte dei proprietari di capannoni e supermercati? Qui sotto le Tabelle Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2013 raggruppati per province (sono esclusi i decessi in autostrada, all’estero e per malori). Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro “Un grazie di cuore per la collaborazione dei miei figli Elisa e Lorenzo che mi danno una mano nonostante i notevoli impegni familiari”.
la possibilità d’incidere in ogni settore. Le conseguenze si vedranno col tempo anche tra i lavoratori a tempo indeterminato che vedranno pericolosamente diminuita la propria forza contrattuale. Questo è il gioco di una politica antipopolare. I nuovi arrivati, assunti con contratti a tempo “indeterminato” ma a termine, contribuiranno a far sparire dal panorama italiano i sindacati, soprattutto i più combattivi. Le aziende a loro volta tenderanno a non investire in tecnologie, ma ad aumentare lo sfruttamento di manodopera a basso costo e silenziosa, come già sta succedendo con i precari; tutto ciò non farà altro che incrementare ancora di più le diseguaglianze. Tutto questo è già ben evidente: a morire sono soprattutto lavoratori in nero o di piccole aziende dove non esiste il sindacato. Nei tre anni di prova le aziende tenderanno a selezionare e stabilizzare quei pochi che, oltre ad essere capaci, saranno anche i meno sindacalizzati e poco politicizzati e tenderanno a lasciare a casa, ad esempio, quelli con condizioni di salute precarie e i lavoratori più critici su condizioni di sicurezza e carichi di lavoro. A nostro parere tutto ciò si può considerare una nuova forma di “fascismo discriminatorio” che impoverirà ulteriormente il paese e lascerà la democrazia fuori dai luoghi di lavoro. Nel corso di quest’anno rispetto al 2012 c’è stato un miglioramento dell’8%, per quanto riguarda i decessi per infortunio sui luoghi di lavoro, complice la grande crisi che quest’anno è stata devastante in molti settori. In questi sei anni di monitoraggio dell’Osservatorio in passato ci sono stati anni cui
lavoratori che di fatto non hanno rappresentanza Qui i totali per regione per tutto il 2013. in parlamento. Inoltre ricordiamoci anche dei tanti stranieri VAL D’AoSTA 1 moLISE 6 che muoiono sui luoghi di lavoro e che quest’an- PIEmoNTE 35 ToSCANA 41 mARCHE 21 23 LIGURIA no raggiungono l’11,5% del totale. UmBRIA 12 LomBARDIA 68 Pagano un tributo di sangue notevole e i “cugini” CAmPANIA 34 TRENTINo A. ADIGE 10 romeni, oltre il 30% dei morti tra gli stranieri, VENETo 42 CALABRIA 27 FRIULI VENEZIA GIULIA 8 PUGLIA 35 seguiti da albanesi e marocchini. 45 EmILIA RomAGNA BASILICATA 4 Come non ricordare inoltre la strage dei sette ABRUZZo 24 SARDEGNA 17 lavoratori cinesi morti in modo così disumano e LAZIo 25 SICILIA 48 incivile. Per concludere vorremmo ancora una volta denunciare l’indifferenza della nostra Quanto ha rilevato Valerio Gennaro conferma che i TLV classe dirigente nei (Valori limite agli agenti di rischio) europei non vengono confronti di un proble- adottati è per salvaguardare la salute delle persone ma ma così grave che per salvaguardare i potentati economici: nella situazione dovrebbe essere fiorentina abbiamo avuto 12 giorni consecutivi di sforaaffrontato senza ulte- mento dei limiti senza che il Sindaco decidesse di prendere le misure drastiche che sarebbero state necessarie. riori ritardi. L’assemblea pubblica di ieri sera svoltasi a Firenze ha Il terremoto in Emilia focalizzato come la DIFESA della SALUTE di cittadini e Romagna ha messo in lavoratori sia un obbiettivo prioritario per il quale è luce che quasi la tota- necessaria un’ampia mobilitazione. lità delle morti sono È stato a mio avviso molto importante che tutti gli interstate tra i lavoratori venti pur toccando tematiche diverse (il Lavoro, i rifiuti impiegati in capanno- zero, la casa etc) avessero ben presente la gravità dell’atni non adeguati alle tacco del Capitale contro la Salute di cittadini e lavoratonorme antisismiche ri. Il perno di questo attacco a Firenze (e non solo…) è il del 2005. E ciò riguar- Sindaco Matteo Renzi, che mentre trasforma Firenze in da la quasi totalità dei una Camera a GAS prepara l’attacco finale ai lavoratori e capannoni che sorgo- ai pensionati una volta che avrà raggiunto lo scranno romano. no sul territorio italiaMa forse stavolta si può vincere ... e si può assestargli il no. primo colpo. Ad oggi non ci risulta Gino Carpentiero che si stia intervenensezione Pietro Mirabelli di Medicina Democratica do per verificare quali
Firenze camera a GAS
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BUONE POLITICHE
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Bolivia: il governo sostiene l’autogestione
Il governo boliviano autorizza i do azioni giudiziarie da parte dei crelavoratori a prendere il controllo ditori o la liquidazione, o che sono di aziende chiuse o abbandonate chiuse o abbandonate senza giustificazione, e che possono formare Il 7 ottobre, il Presidente Evo Morales imprese comunitarie o sociali. Lo ha emesso un decreto governativo stato contribuirà all’azione dei lavoche permette ai lavoratori di stabilire “imprese sociali” in aziende che sono in bancarotta, che stanno per chiudere o che sono chiuse o abbandonate senza giustificazione. Queste aziende, nonostante siano private, saranno gestite dai lavoratori e abilitate per avere assistenza governativa. Morales ha emesso il Decreto Supremo 1754 durante una cerimonia nel palazzo presidenziale, che segnava il 62° anniversario della Confederazione Generale dei Lavoratori dell’Industria della Bolivia. Il ministro del Lavoro, Daniel ratori.” Santalla, ha detto che il decreto era Nelle sue osservazioni al pubblico di stato emesso sulla base dell’articolo parecchie centinaia di membri e di 54 della nuova Costituzione della dirigenti dei sindacati, il Presidente Bolivia che afferma che i lavoratori: Morales ha fatto notare che spesso i “in difesa dei loro posti di lavoro e a datori di lavoro cercano di ricattare i protezione dell’interesse sociale, pos- lavoratori con le minacce di chiudere, sono, in conformità con la legge, riat- quando devono affrontare le richieste tivare e riorganizzare aziende che di stipendi più alti. “Adesso, se vi sono in bancarotta, che stanno suben- minacciano in questo modo, l’azienda
può anche fallire o chiudere, perché voi diventerete i proprietari, saranno nuove imprese sociali.” Il ministro del lavoro Santalla, ha osservato che l’articolo costituzionale era stato già usato per alcune aziende
come la Enatex, la Instrabol e la Trabotex, e che altre aziende di quel genere potevano ora essere fondate in base al nuovo decreto. I portavoce delle aziende hanno, prevedibilmente, avvertito che i nuovi piani sarebbero un disincentivo per gli investimenti privati e un rischio per la sopravvivenza delle aziende. Santalla ha anche detto che le aziende
che non si attengono agli obblighi verso i loro dipendenti in base alla legge, perderanno meccanismi preferenziali per esportare i loro prodotto a mercati gestiti dallo stato. E ha citato alcuni casi recenti nei quali il governo era intervenuto in difesa dei lavoratori vittime dei loro tentativi di formare i sindacati. In uno di questi casi il mese scorso, la compagnia Burger king è stata multata di 30.000 bolivianos (4.300 dollari), le è stato ordinato di riassumere i lavoratori licenziati e di riconoscere il sindacato. Nell’articolo che segue, Alfredo Rada, Vice ministro della Bolivia per il Coordinamento dei Movimenti Sociali pone all’attenzione verso alcuni importanti sviluppi all’interno del movimento dei lavoratori della nazione, e suggerisce dei mezzi con i quali i sindacati possono essere più efficacemente inseriti nel “processo di cambiamento” che è ora caldeggiato dal governo del MAS-IPSP, il Movimento verso il Socialismo – Strumento Politico perla Sovranità dei Popoli. (Il movimento guidato di Evo Morales, fondato nel 1998, n.d.t.)
Alfredo Rada - Richard Fidler
PEPE MujICA: UN ESEMPIO PER OGNI CAPO DI STATO ONESTO “Sembra che io sia in corsa per il Premio Nobel per la pace! ‘Ma dai, ma chi se ne importa! Pero’ e’ fantastico! Pensavate che avrei perso la testa per questo? Se io dovessi essere il vincitore di questo premio o di un altro della stessa risma, sarebbe un onore per il popolo, il piccolo popolo del mio paese, il denaro ci permetterebbe di costruire alloggi per i più poveri. Non dobbiamo dimenticare che in Uruguay, molte donne sono genitori single di 4 o 5 figli, perché gli uomini spesso le abbandonano, quindi cerchiamo di accogliere queste famiglie nel modo piu’ degno possibile. In questo contesto, si, un premio così avrebbe senso. Tuttavia, la pace è gia’ dentro di noi, la pace è ovunque nel mio paese: per le strade, nei saluti dei miei amici, nei bar, nelle case umili, nelle persone più semplici. Nel mio paese, io cammino tranquillo per le strade, se voglio, posso andare a mangiare dove mi pare, senza tutto quell’ambaradan di protocollo destinato ai Capi di Stato .. “ José Mujica, alias “Pepe”. ha 78 anni, è il presidente uruguaiano probabilmente più insolito tra i leader mondiali. Socialista, umanista, anti-consumista, Pepe non ha cambiato il suo modo di vita: vive nella sua fattoria e coltiva i suoi campi. L’Uruguay delle dimensioni di un fazzoletto; stretto tra i giganti brasiliani e argentini ha solo 3,5 milioni di abitanti, un modo di vita all’europea, un paese segnato da dodici anni di dittatura militare. Alla sua testa, c’è proprio lui: José Mujica detto “Pepe”. Pepe è un uomo del popolo, “El Hombre del pueblo”. Ex “Tupamaro” appartenente alla guerriglia urbana di sinistra che fu duramente repressa durante gli anni sessanta, ha ricevuto sei proiettili nel suo corpo ed è stato imprigionato per 14 anni sotto la dittatura e torturato, come sua moglie Lucia Topolansky, ora senatrice. È stato rilasciato nel 1985, quando l’Uruguay è diventato una democrazia. Da allora,
José Mujica ha deposto le armi per impegnarsi nel processo democratico: co-fondatore del Movimento di Partecipazione Popolare (MPP) è diventato un parlamentare nel 1995, poi senatore, ministro dell’Agricoltura ed è stato eletto al supremo ufficio il 29 novembre 2009. Presidente orticoltore, si autodefinisce un “vecchio libertario”. Pragmatico, raccomanda di mangiare di meno per vivere più a lungo. Vive con 680 euro al mese, lo stipendio medio del suo paese e destina il 90% delle riserve di trattamento presidenziali (circa 9000 euro al mese) a organizzazioni di b e n e f i ce n z a . L’unico “lusso” del presidente è un Maggiolino azzurro, comprato nel 1987. Egli continua a vivere nella sua fattoria e si rifiuta di trasferirsi nel Palazzo Presidenziale. “Mi chiamano il presidente più “povero “, ma non mi sento un povero presidente. I poveri sono quelli che lavorano solo per cercare di mantenere un insieme di vita costoso, e vogliono sempre di più”, ha detto. “È una questione di libertà. Se non si hanno molti beni, allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per mantenerli, e si può avere più tempo per se stessi”. Nel 2012 a Rio de Janeiro, monta in tribuna durante la conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Così il mondo scopre un vecchio uomo senza cravatta che mette i potenti di fronte alle loro contraddizioni e li affronta a viso scoperto senza tentennamenti. Le parole all’ONU di
“Pepe” Mujica, più disinvolto che mai, hanno svegliato l’assemblea generale. “Invece di guerra, dobbiamo attuare una politica neo-keynesiana su scala globale, e abolire i problemi più vergognosi. “Come?“ Il mondo ha bisogno di regole globali che soddisfino i progressi nel campo della scienza,” ha detto Mujica. E ha aggiunto: “l’ONU langue ed e’ inutilmente burocratizzato, manca di potere e di autonomia, e non da’ riconoscimento democratico alla maggioranza costituita da un mondo fragile”. Facendo eco alle preoccupazioni della maggior parte degli ambientalisti, Pepe Mujica ha posto un atto d’accusa contro una falsa civiltà, che ha eretto un ideale illusorio insostenibile per le risorse della Terra: “La civiltà contro la semplicità, contro la sobrietà, contro tutti i cicli naturali, e ciò che è peggio, la civiltà contro le libertà primarie del tempo per vivere i rapporti umani, l’amore, l’amicizia, l’avventura, la solidarietà, famiglia ... “Inizia la leggenda di Pepe. Tutti abbiamo sentito parlare dell’Islanda, che ha rifiutato di inginocchiarsi davanti alla finanza, che rifiuta anche di adottare una politica di austerità, come in altri paesi europei e che va a riscrivere la sua costituzione, il lavoro affidata ad una commissione di cittadini sorteggiati ... Beh, c’è un altro piccolo paese che potrebbe ispirarci tutti .. Questo è l’Uruguay. L’Uruguay è stato uno dei primi paesi al mondo ad abolire la pena di morte nel 1907. Sei anni più tardi,
ha permesso alle donne di chiedere il divorzio. Già nel 1877 il paese ha promosso l’istruzione dei propri cittadini con le scuole pubbliche, gratuite e quasi laica, molto prima di Jules Ferry (politico francese, due volte primo ministro tra il 1880 e il 1890 promosse provvedimenti a favore della separazione fra Stato e Chiesa e per la laicità della scuola pubblica, primo esempio europeo). L’Uruguay è il paese meno corrotto del continente sudamericano, e uno dei paesi più felici. Criticando l’”ipocrisia” delle società moderne e dei leader mondiali, José Mujica ha avviato nel mese di giugno di quest’anno un ampio dibattito, che ha superato i confini di questo piccolo paese di 3,3 milioni di abitanti, sulla produzione e la vendita di cannabis sotto il controllo statale, con la finalità di lottare contro il traffico e la dipendenza. Un modo di agire molto criticato anche nel suo paese, ma ora accettato e superato. Ha anche depenalizzato l’aborto in determinate condizioni e da ottobre 2012 è legale, anche se Mujica stesso riconosce limiti di carattere “filosofico, religioso, intimo” nelle file del suo partito. Mujica ha dichiarato che la questione “dovrebbe essere risolta da un referendum per tutte le donne in Uruguay. E noi uomini, staremo in silenzio!”. I suoi risultati alla guida del suo paese stanno facendo sognare i paesi vicini: i salari sono aumentati del 36,6% in sette anni, grazie ad una crescita economica del 6,4%. Il tasso di disoccupazione (5,3%) è il più basso e solo il 13,7% degli uruguayani vive al di sotto della soglia di povertà, con un calo di cinque punti percentuali in un anno. L’analfabetismo è praticamente scomparso e tutti i bambini vanno a scuola. Nessuno ha indicatori tanto buoni, tanto che molti immigrati provenienti da paesi vicini (Argentina e Brasile), ma anche da Spagna e Italia in un numero crescente si stabiliscono in Uruguay.