Sandscape
La “Marina di Latina”, nata spontaneamente, collega la località di Capo Portiere (dove era stata collocata l’idrovora durante i lavori per la bonifica integrale) con quella di Foce Verde (dove sbocca il canale Mussolini), creando un lungomare fatto di una sola fila di edifici, perlopiù residenziali
Dopo il Piano Regolatore di Littoria (1932-1933) e il suo ampliamento, ad opera dell’architetto Oriolo Frezzotti, nel 1962 un gruppo di architetti si riunisce per disciplinare il litorale. Sembrava potesse esserci la speranza di dotare di servizi un quartiere spontaneo
Il Comune di Latina aveva praticato una politica di cessione delle aree di sua proprietà a prezzi molto bassi per incentivare l’edilizia. Dopo la svendita di terreni edificabili dell’ONC, posti in maggioranza su di una duna naturale, si procedette ad un’operazione di sminamento di queste aree, distruggendo inconsapevolmente un patrimonio naturale per far posto a villette e villoni senza nessuna attenzione alla valorizzazione del territorio
Il risultato è la “Marina di Latina”, sulla quale incombono la dimessa centrale nucleare, due foci di fiumi altamente inquinati, una rete fognaria inesistente, l’erosione marina che anno dopo anno interviene sul litorale