PORTFOLIO ARCHITETTURA GABRIELE BELLUOCCIO
PORTFOLIO ARCHITETTURA
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GAB RIE LE
GABRIELE BELLUOCCIO
| IN TE R
PORTFOLIO ARCHITETTURA GABRIELE BELLUOCCIO Via Plinio 16, Milano gabriele.belluoccio@gmail.com
Febbraio / Giugno 2014 | Collaborazione con lo studio “VGA architettura”. Elaborazione tavole da presentare in comune per realizzazione nuovo edificio in via Argelati. Gestione del sito http://stocomprandocasa.wordpress.com Ottobre 2013 / Febbraio 2014 | Assistente presso il Politecnico di Milano del corso di progettazione urbanistica Aprile 2014 | Laurea magistrale in Architettura al Politecnico di Milano con voto 110L Febbraio 2012 | Partecipazione al workshop “Milano politecnica, 150 anni” Politecnico di Milano Novembre / Dicembre 2011 | Collaborazione con lo studio dell’architetto Pasquale Belluoccio. Progettazione e realizzazione di uno store di abbigliamento (”sette di quadri”) fino alle sue fasi finali Settembre 2010 / Luglio 2011 | Esami presso Universidade Lusiada a Lisbona - Portogallo Febbraio 2011 | Laurea di primo livello in Architettura al Politecnico di Milano con voto 101 Febbraio / Giugno 2010 | Collaborazione con lo studio “Privileggio Secchi architettura”. Partecipazione attiva a due concorsi internazionali e elaborazione definitiva delle tavole di concorso. Settembre 2009 | Partecipazione al workshop “Milano, sette scali ferroviari”. Politecnico di Milano Giugno 2007 | Diploma di Liceo Classico presso Scuola Superiore Nicola Zingarelli con voto 82
| SKILLS | LINGUE inglese portoghese SISTEMI OPERATIVI windows mac SOFTWARE Autocad Sketchup Adobe Photoshop Adobe Illustrator Adobe InDesign Adobe Lighroom
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TRAME E INTERFERENZE 2014 | TESI DI LAUREA con : Andrea Rossi
Nato dalle considerazioni sul ruolo della metropoli nello scenario contemporaneo e sulla necessità di sfruttare le potenzialità delle aree periferiche attraverso il progetto urbanistico, Trame e Interferenze si caratterizza come intervento di fondazione e recupero dell’area della cosiddetta goccia, nella zona di Bovisa. Tale area è fortemente segnata dalla presenza della ferrovia che, se da un lato garantisce un’elevata accessibilità da e verso la quasi totalità dell’area metropolitana, dall’altra frammenta notevolmente una grande porzione di città in quartieri tra loro contigui ma debolmente collegati. Il principale obiettivo progettuale è quindi quello di riconnettere parti di città tra loro separate e di creare, all’interno dell’attuale vuoto urbano della goccia un quartiere caratterizzato da trame e relazioni vitali in grado di sorreggere il nuovo edificato. La povertà relazionale dell’area di progetto è infatti accentuata, oltre che dalla barriera fisica della ferrovia, dalla modalità caotica in cui si è verificato sino ad ora il processo di riqualificazione delle aree industriali dismesse presenti nella parte meridionale, che, in assenza di un progetto unitario, ha visto sorgere edifici cintati ed incapaci di qualificare lo spazio pubblico come luogo condiviso. Il progetto si configura come una proposta di metodo che possa rispondere alla maggior parte delle pratiche urbanistiche coeve, che tendono a rendere il territorio e le aree periferiche mere reti di supporto e generare edifici sordi, estranei all’intornom e spazi frammentati e poveri di relazioni di prossimità.
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sezione urbana dello spazio pubblico
i luoghi della memoria e la nuova mobilità | pianta
2014 | TRAME E INTERFERENZE
I LUOGHI DELLA MEMORIA E LA NUOVA MOBILITA’
i nuovi spazi della triennale
I nuovi spazi pubblici inquadrano le preesistenze industriali più importanti dell’area interessate tutte da una riqualificazione funzionale. Infatti se il primo gasometro diventa un orto botanico con percorsi in elevazione, l’altro diventa una pausa all’interno del parco configurandosi con uno specchio d’acqua che riflette la struttura iconica del gasometro. Le altre strutture delle ex industrie vengono interessate da una riqualificazione in continuità con le attività della nuova triennale creando un percorso museale più dinamico e itinerante.
lo spazio pubblico in continuità con il parco
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prospetto del comparto residenziale A
prospetto del comparto residenziale B
piano tipo dell’intero sistema residenziale e dei suoi spazi pubblici
2014 | TRAME E INTERFERENZE
La radura è un vuoto, ma non un’assenza. Essa “ha una superficie, una forma, una frontiera, che la identificano sia come differenza e scarto, sia come struttura autonoma, dotata di propria estensione, spazialità e qualità geometriche: essa è appunto un luogo nel senso più pieno e completo del termine, che come tale si oppone alla genericità dell’estensione quantitativa dello spazio.” “I luoghi di Dedalo” Vittorio Ugo
la radura | campo
la radura | controcampo
LA RADURA
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sezione | prospetto delle residenze
sezione | prospetto delle residenze
LE CORTI SEMIAPERTE
PT | piano tipo delle residenze
2014 | TRAME E INTERFERENZE
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sezione | prospetto delle residenze a torre
LE TORRI SUL PARCO
PT | piano tipo delle residenze a torre
2014 | TRAME E INTERFERENZE
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Vista dei gasometri da una terrazza
Il kindergarden, sullo sfondo le residenze
2014 | TRAME E INTERFERENZE
Il progetto è stato candidato al “premio Mantero del Politecnico di Milano” Ed è stato selezionato per partecipare all’edizione di “urban-promogiovani 6”. La tavola di concorso
diaLOGOS 2014 | Lab progettazione architettonica con : Greta Cevenini, Martina Cinelli, Andrea Rossi
Nato dalle considerazioni sul ruolo dell’architettura nella città contemporanea e mosso dalla volontà di rispondere in modo alternativo alle recenti realizzazioni che stanno inevitabilmente trasformando un tessuto storico e denso di storia, diaLOGOS si inserisce in uno dei punti più critici della città. Le tendenze dell’architettura contemporanea, spinte da motivazioni di scala economica e di forte impatto visivo e formale, sembrano aver perso la volontà di relazionarsi con l’ambiente costruito circostante e di formare con esso un tutto coerente in grado di continuare la costruzione dei quartieri come un susseguirsi di progetti legati a ragioni storiche e territoriali. Prendendo in analisi riflessioni di terzi su una possibile riapertura del Naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia e movimenti sociali e culturali che contrastano la terziarizzazione dell’area in favore di attività umane di aggregazione, il progetto cerca una mediazione formale con l’architettura tradizionale del quartiere e raccoglie la sfida di un’integrazione tra le attività scolastiche e culturali presenti nel contesto. L’obiettivo è quello di ricreare e completare la cittadella che, iniziata con la costruzione del complesso dei Salesiani, ha dato carattere al quartiere sin dalla fine dell’Ottocento. Risulta così chiaro che il dialogo e la ricerca di un nuovo ordine diventino le parole d’ordine per la costruzione del progetto.
a fronte: Assonometria generale dell’intervento e spaccato dell’edificio termale
il profilo su Melchiorre Gioia: il nuovo intervento è in continuità con il tessuto preesistente
pianta del livello ipogeo, quello delle vasche termali
prospetto su Melchiorre Gioia
L’EDIFICIO TERMALE
L’edificio principale, collocato all’angolo tra via Galvani e via Melchiorre Gioia, si configura come un edificio con funzione termale, la cui definizione parte dallo studio e dall’analisi di tale tipologia come possibile funzione urbana qualificante. Se a livello stradale l’interno dell’edificio si configura come spazio di accoglienza attraverso una spaziosa hall di ingresso, ad un livello ipogeo viene sviluppato un percorso termale vero e proprio, comprensivo di vari ambienti in successione che, partendo da una vasca affacciata direttamente sull’acqua della Martesana, prosegue con vasche termali organizzate in uno spazio centrale a doppia altezza
il nuovo affaccio sulla Martesana ritrovata
sezione della piazza ipogea, con il prospetto interno dell’edificio
La sezione dell’edificio termale e della vasca piramidale
LA PIRAMIDE
Una delle vasche del complesso termale è collocata all’interno di un volume piramidale, uno spazio introverso e metafisico che nega ogni rapporto con l’esterno se non attraverso un’ apertura posta alla sua sommità, che comunica con il cielo e, idealmente, con l’infinito.
vista della piazza ipogea
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ECONNECTIVE LANDSCAPE 2010 | Concorso di idee con : Andrea Rossi, Alessandra Covini
Il caso studio del sistema del Piave analizza le caratteristiche del bacino del fiume tra i comuni di Zenson di Piave e Maserada sul Piave ed enuncia un principio che ambisce alla creazione di sistemi territoriali e locali capaci di riportare all’attenzione i luoghi di valore legati al patrimonio fluviale, valorizzando luoghi vissuti unicamente da un tipo di turismo specifico, rafforzando i senso di appartenenza e di identità territoriale e favorendo un ritrovato rapporto con la realtà fluviale. La prima mossa progettuale si è orientata verso la creazione di un disegno del territorio dell’ambito facilmente riconoscibile e strettamente legato con la realtà locale. La strategia generale del progetto si compone attraverso l’intersezione di un parco lineare che segue l’andamento del fiume Piave, e di una spina infrastrutturale inerente al sistema commerciale e produttivo della via Postumia. Quest’ultima è stata concepita come un ripensamento delle zone industriali che si attestano lungo l’autostrada, in modo tale che siano messe in connessione con le campagne circostanti, creando un sistema senza soluzione di continuità di spazi aperti che attraversi le diverse realtà dell’ambito. Il parco lineare è concepito come un sistema che segue l’andamento del fiume e che si dirama in molteplici cunei, una serie di corridoi ecologici che insinuandosi nella maglia dei campi creano una serie di connessioni all’interno del territorio agricolo e legano la campagna con la realtà fluviale. La strutturazione differenziata e molteplice dei margini fluviali ha condotto alla possibilità di individuare diverse declinazioni del parco lungo l’andamento del fiume e di creare una serie di dispostivi puntuali in grado di proporre una fruizione sempre differenziata del parco.
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pianta del parco umido navigabile
2010 | ECONNECTIVE LANDSCAPE
LE STANZE D’ACQUA
sezione territoriale dell’argine e delle stanze d’acqua
Nel tratto del Piave navigabile sono stati presi in esame bacini per il raccoglimento delle acque attrezzati con moli e attività di intrattenimento flessibili (piscine galleggianti, campi sportivi, colture acquatiche). Queste stanze d’acqua si collocano all’interno del paesagggio umido progettato per offrire all’allargamento del Piave un terreno fertile caratterizzato da colture palustri-acquatiche.
2010 | ECONNECTIVE LANDSCAPE
pianta del cuneo verde con il sistema degli agricampeggi
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piattaforme sopraelevate sul fiume
gli agricampeggi
sezione territoriale del cuneo verde
Il cuneo verde contiene campeggi in totale continuità con la campagna, edificati secondo principi sostenibili riducendo al minimo gli elementi costruiti e utilizzando materiali naturali (terrapieno, piattaforme piane, inclinate e passaggi rialzati in legno utilizzabili come porticati)
IL CUNEO VERDE
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pianta dell’agroparco acquatico
2010 | ECONNECTIVE LANDSCAPE
La Greve di Papadopoli, una porzione di territorio compresa tra due diramazioni del fiume, è stata presa in esame e potenziata attraverso la costituzione di un parco agricolo caratterizzato da un paesaggio umido: un sistema di canalizzazioni artificiali,oltre ad irrigare le colture ivi presenti,contiene e sfrutta le acque del fiume in caso di esondazione. Questo agroparco integra i campi ed i vigneti preesistenti con nuove colture, contribuendo alla creazione di un paesaggio che mira alla conservazione di flora e fauna fluviali.
IL PARCO AGRICOLO
il landmark
sezione dell’agroparco. in evidenza il landmark-belvedere
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percorsi e spazi pubblici sul fiume
il parco delle sculture
2010 | ECONNECTIVE LANDSCAPE
Il progetto ha partecipato al concorso “percorsi ecoturistici e valorizzazione urbanistica del fiume Piave”, ricevendo una menzione. La tavole di concorso
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MILANO GRECO LO SCALO FERROVIARIO 2010 | Workshop “Milano 7 scali ferroviari” con : Andrea Rossi, Alessandra Covini
Il Comune di Milano, con Ferrovie dello Stato e Regione Lombardia, ha dato avvio alla trasformazione degli scali ferroviari in via di dismissione. Tale processo, per la dimensione e la collocazione strategica delle aree, ha la potenzialità di influire in modo determinante sui mutamenti della città di Milano nei prossimi anni e sull’assetto delle sue relazioni a scala regionale. Il progetto per lo scalo ferroviario di Greco si base sulla ridefinizione della stazione ferroviaria e sul suo ruolo determinante nel legare i tessuti urbani che su di essa si attestano. Il processo progettuale è basato su tre materiali: i vuoti urbani, la forma e il verde. È a partire dai vuoti che il progetto può ancora fornire uno scenario alla modificazione della città contemporanea. Lo strumento dello scenario è la forma alle diverse scale e con obiettivi relativi alla struttura della città, alla conformazione delle sue parti, all’habitat. Il materiale indispensabile per definire le forme con le quali usare i vuoti è il verde: esso rappresenta la centralità contemporanea. Su questi postulati si è basata la progettazione architettonica, poi sviluppata con le seguenti mosse: l’individuazione di forme geometriche adatte al sito, il rapportare quelle forme con i siti, per dimensione, localizzazione, rapporto con il tessuto, l’ importazione di un disegno, leggendo i tessuti urbani e progettando il margine del parco, la costruzione di disegni per contesti più ampi, riconoscendo sottosistemi urbani.
2010 | MILANO GRECO, LO SCALO FERROVIARIO
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pianta al piano terra dell’intervento sullo scalo ferroviario
2010 | MILANO GRECO, LO SCALO FERROVIARIO
La nuova stazione progettata, che si delinea come un grande edificio a piastra sospeso sui binari e contenente diverse funzioni, e le residenze per studenti che concludono il tessuto di viale Monza, creano una tensione e un incontro di geometrie che si prefigge l’obiettivo di mettere in relazione il tessuto geometrico e rigoroso del quartiere Bicocca, con quello spontaneo ed irregolare della città normale. Questi edifici si attestano su un parco di nuova progettazione, che, a differenza del costruito di progetto, tende ad assumere una forma che include in sé tutti gli spazi residuali e non definiti nella zona, secondo un principio che ambisce alla fruizione di uno spazio attraverso l’uso di un materiale come il verde urbano.
sezione urbana della nuova stazione a ponte sui binari
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CONNETTERE COMPLETARE CONTENERE 2010 | Urban Lab di Marialessandra Secchi con : Andrea Rossi, Alessandra Covini
Il caso studio dell’ Est Milanese è emblematico per quanto riguarda la città diffusa. Il tessuto ottocentesco della città, un pieno scavato dagli spazi pubblici, inverte il suo rapporto costruito-spazio aperto in maniera progressiva dal centro verso l’esterno, fino a rarefarsi nel territorio circostante. La struttura fisica dell’hinterland si presenta come un insieme di zolle che galleggiano sul vasto territorio agricolo della campagna lombarda, che rischia di essere saturato dall’ espansione incontrollata dei piccoli centri. Il progetto si configura attraverso tre mosse: la costruzione di un “bordo” che definisca i margini dei paesi, la creazione di un sistema di parchi trasversali e la definizione di zone industriali e commerciali “concentrate”. La costruzione dei bordi dei paesi, che hanno come oggetto materiali quali orti urbani, masse alberate, parchi ed edifici ad alta e media densità ,prende forza dalla riconoscibilità data da una forma precisa, che denuncia la volontà progettuale e cerca di rispondere al problema della saturazione dell’agro-paesaggio. Troppo spesso negli ultimi anni questa importante è stata considerata poco più di uno spazio residuale, una risorsa illimitata, una piattaforma sulla quale si possa costruire indiscriminatamente e sono mancate reali considerazioni a scala territoriale. Per quanto riguarda invece il sistema del verde la proposta è stata quella di implementare i grandi sistemi esistenti del parco Lambro, del parco del naviglio Martesana, del parco del fiume Molgora e di svilupparli tramite l’ individuazione di corridoi ecologici e percorsi nella campagna con la finalità di ricucire il territorio attraverso un sistema di spazi aperti con funzioni ricreative e didattiche. Una riflessione è stata dedicata al ruolo delle grandi piastre commerciali/industriali che sempre più carat terizzano l’ hinterland milanese. È stata elaborata una proposta che ambisce al ripensamento degli spazi aperti di queste zone, con la possibilità di affiancare agli spazi commerciali zone che ospitano attività ricreative e di tipo sportivo e che si riallacciano ai percorsi nella campagna individuati aprendo la possibilità ad uno sfruttamento del territorio più consapevole e in stretta relazione alla campagna.
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il bordo costruito | pianta
sezione tipo a scala territoriale
2010 | CONNETTERE COMPLETARE CONTENERE
Il progetto è stato selezionato per partecipare all’edizione di “urban-promogiovani 2010”. Giunto alla fase finale, è stato esposto a Venezia. La tavola di concorso
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ROOMS FOR SOCIETY
Sustainable Development of Gadeokdo, Busan in the Republic of Korea
2010 | Concorso di idee Con : Niccolò Privileggio, Marialessandra Secchi Matteo Motti, Alessandra Covini, Andrea Rossi, Caterina Rosso,
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IL CIELO IN UNA STANZA 2012 | Workshop “Milano politecnica, 150 anni” con : Luisa Ferro, Andrea Rossi, Valerio Tolve, Cristian Ziggioni
Il Politecnico di Milano, in occasione dei suoi 150 anni, organizza un workshop per la realizzazione di uno o più padiglioni espositivi che raccontino la storia pluricentenaria dell’università. L’area destinata ad ospitare i padiglioni temporanei insiste su piazza Leonardo da Vinci e sugli edifici storici del politecnico, tra cui quello del rettorato. Il progetto si configura quindi come una successione di tre stanze, tre momenti diversi, costituite da altrattanti padiglioni in asse con l’edificio centrale dell’intero complesso. Si parte da un piccolo padiglione adibito a bar e zona ristoro per poi continuare con una stanza a cielo aperto racchiusa da quattro muri che raccolgono lo spazio. Questo “padiglione” costituisce un momento di pausa e riflessione all’interno del progetto, la cui superfice è trattata a verde. L’intero percorso culmina con il padiglione principale, questo edificio è costituito da un’ aula centrale caratterizzata da una grande volta con illuminazione zenitale dalla copertura che raccoglie lo spazio e raccorda le due quote del padiglione: una al piano strada e l’altra 4 metri più su costuito da un percorso espositivo che culmina in una terrazza esterna da cui si può godere dell’intero sistema. Questa terrazza è raggiungibile anche da una rampa, questa volta in continuità con l’edificio preesistente del politecnico. L’intero sistema è poi raccordato da un percorso sul piano del parco che unifica i tre padiglioni.
padiglione principale | esterno
padiglione principale | interno
la stanza a cielo aperto
2012 | IL CIELO IN UNA STANZA
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CHALLENGING THE BOX International Competition EPK - European Capital of Culture - Drava River 2012 The New Maribor Art Gallery
2010 | Concorso di idee Con : Niccolò Privileggio, Marialessandra Secchi Matteo Motti, Alessandra Covini, Andrea Rossi, Caterina Rosso,
Il nuovo Museo di Arte Contemporanea per la città di Maribor, Slovenia, è stato progettato non solo come oggetto architettonico ma anche come una nuova interfaccia dello spazio urbano. Come parte della città il nuovo edificio ambisce a definire una sequenza di spazi pubblici. Il rapporto museo-città viene giocato prevalentemente attraverso la definizione della hall come uno spazio filtro. Allo stesso livello del fiume la hall del museo scava il livello del suolo. Essa è concepita come uno spazio permeabile ai flussi della città, come una sorta di interno pubblico che può essere usato per eventi temporanei a stretto contatto con la passeggiata lungo il fiume e con la piazza del museo sul lato est dell’edificio. Una rampa che parte dalla hall si sviluppa diagonalmente rispetto al volume del museo permettendo le connessioni tra i piani e tra le diverse aree di programma. La rampa è aperta a diverse interpretazioni spaziali: può essere concepita come uno spazio isolato, come parte del sistema delle connessioni, o può essere utilizzata come parte integrante dello spazio espositivo per ottenere viste selezionate verso le esposizioni.
viste della hall di ingresso
2010 | CHALLENGING THE BOX
flussi schematici
spaccato assonometrico del museo
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EDIFICIO SPORTIVO 2014 | Esercitazione di tecnologia Con : Greta Cevenini
2014 | EDIFICIO SPORTIVO
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ABACO DEI MATERIALI SGG U-GLASS vetro stampato profilato
vetro temperato
STRUTTURA A TELAIO FACCIATA VETRATA A DOPPIA PELLE
lamiera grecata LG 55/600
sistema a telaio travi e pilastri HEB
lastre KNAUFF lastre di cartongesso
griglia di ventilazione in polimero APK-250, APKL-310
2014 | EDIFICIO SPORTIVO
assonometria con stratigrafia
particolari dei profili UGLASS
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