RASSEGNA STAMPA DEL 28 GENNAIO 2021

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 16

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 22

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 22

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 14-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-12 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 11/2020: 114.220 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Stefano Feltri

Lettori Audipress 09/2020: 200.000 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Stefano Feltri

Lettori Audipress 09/2020: 200.000 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 12 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Tarquinio

Lettori Audipress 11/2020: 114.220 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 12

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-15 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 1-15 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 10-10 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 11/2020: 52.577 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 24 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 13 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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da pag. 1-8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 11/2020: 52.577 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 1-8 Quotidiano nazionale

Direttore: Marco Travaglio

Lettori Audipress 11/2020: 52.577 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 11/2020: 45.367 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 10 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

Lettori Audipress 11/2020: 45.367 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-13

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

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28-GEN-2021 Estratto da pag. 3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 27

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-26

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 1-9

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


28-GEN-2021 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


da pag. 1-6 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 1-6 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 17 Quotidiano nazionale

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 11/2020: 258.991 63

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA

27-GEN-2021


da pag. 17 Quotidiano nazionale

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VIII

Treviso

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Topi in centro storico «Invase Calmaggiore e Corso del Popolo» Denuncia di Franco Rosi: «Le strade deserte e i bidoni favoriscono i ratti». Manera: «Siamo pronti a disinfestare» `

IN CONSIGLIO TREVISO Tra una discussione sul Terraglio Est, un battibecco sul rimpasto di deleghe, in consiglio comunale spunta, nuovamente, un problema che soprattutto in centro storico sembra impossibile risolvere: il proliferare dei topi. La denuncia arriva da Franco Rosi (Treviso Civica). La questione non è da poco: «Ho già segnalato più volte il caso ha esordito - ma adesso la situazione sta peggiorando e le segnalazioni si moltiplicano. In determinate zone della città è sempre più evidente la proliferazione dei topi. In questo periodo di restrizioni e chiusure, la gente torna a casa presto lasciando le strade vuote e i ratti avanzano senza timori». Ormai il problema è generalizzato, dentro e fuori le Mura: «Si ripetono sempre più di frequente gli avvistamenti in Corso del Popolo e in Calmaggiore - ha continuato Rosi i topi sono attirati dai bidoni lasciato all’aperto. E, in certi casi, dei residenti se li sono trovati direttamente in casa. Sarebbe il caso di intervenire». Alessandro Manera, assessore all’Ambiente, ha preso nota: «Quando siamo partiti come amministrazione il capitolo di bilancio a disposizione della derattizzazione era pari a zero - ha ricordato il secondo anno hanno abbiamo quindi investito delle risorse e nel 2020 le abbiamo raddoppiate. Due settimana fa è stato fatto un intervento puntuale a San Liberale, dove ci erano stati segnalati dei casi. Adesso farò un’ulteriore verifica e procederemo nel resto della città».

Torresan ha anche sottolineato la necessità di realizzare una pista ciclabile che unisca Sant’Antonino alla cittadella sanitaria. Diametralmente opposta l’opinione di Domenico Losappio (Gruppo Misto), da sempre contrario all’opera è più in generale al consumo di suolo: «Il Terra-

glio Est - ha sottolinea - si prenderà due ettari di terreno solo nel comune di Treviso. Se questo è il cemento zero previsto dal sindaco Conte, non ci siamo». «Losappio proviene dal partito del “no” a prescindere ha ribattuto il sindaco - le infrastrutture servono e non consumiamo territorio, ma siamo per il recupero».

DELEGHE

CONSIGLIERE Franco Rosi

TERRAGLIO EST, LA MAGGIORANZA INCALZA: «BASTA POLEMICHE TRA ENTI QUELL’OPERA DEVE PARTIRE»

Inevitabile poi il passaggio sulla creazione della nuova delega per la gestione dei finanziamenti in arrivo col Recovery Fund, affidata ad Alessandro Manera. Dal Pd Antonella Tocchetto, Nicolò Rocco e il capogruppo Stefano Pelloni hanno accolto con favore la novità, ma anche chiesto più attenzione al sociale e la capacità di immaginare progetti in linea con una città che deve svilupparsi armonicamente: «La nuova delega ha spiegato il sindaco - servirà per farci trovare pronti quando le risorse per i comuni saranno disponibili. Si parla di 50 miliardi solo per le amministrazioni comunali di tutta Italia. È necessario per avere le idee chiare e progettualità precise. Abbiamo di fronte una grande opportunità». Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ok alle Pietre d’Inciampo «Una davanti al Riccati» LA DISCUSSIONE TREVISO Anche in città verranno collocate le “pietre d’inciampo”, le mattonelle pensate per ricordare e onorare gli ebrei deportati durante la Seconda Guerra Mondiale e umiliati dalle leggi razziali. Ieri il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione presentata ancora nel febbraio 2020 dal capogruppo del Pd Stefano Pelloni e discussa, per uno scherzo del calendario, proprio nel Giorno della Memoria.

prelevati. A Treviso però fuggirono per tempo. Proporrei di metterne una, intanto, davanti al Riccati in ricordo del professor Ottolenghi che lì insegnava». Antonella Tocchetto ha invece avanzato l’idea di collocarne una nei pressi del Portico Oscuro: «Il nostro ghetto». E mentre Matteo Marin (Lega) presentava un emendamento per dare alla Giunta la scelta di dove collocare le pietre, il sindaco Mario Conte

TENSIONE

VIABILITÀ Altro tema a tenere banco è stato il Terraglio Est. Dai banchi della maggioranza Giorgio Torresan (Lista Conte) e Giancarlo Da Tos (Lega) hanno lanciato un invito perentorio: «Basta diatribe tra Provincia, Comune, Veneto Strade. Bisogna partire con la realizzazione dell’infrastruttura il prima possibile. La città ha bisogno del Terraglio Est».

L’ISTITUTO La scuola Riccati in piazza Vittoria dove insegnava il professor Ottolenghi perseguitato

L’ALLARME Segnalata la presenza di topi in centro storico

I gruppi consiliari avevano preparato bene il terreno per arrivare a palazzo dei Trecento con un accordo già in tasca in modo da mostrare compattezza e unità d’intenti su un tema così importante in un giorno così delicato. Progetto riuscito a metà. Pelloni ha illustrato la sua mozione evidenziando un dettaglio: «Le pietre d’inciampo andrebbero collocate davanti alle case da dove i cittadini ebrei vennero CAPOGRUPPO Riccardo Barbisan

ha tagliato corto: «Formerò un comitato scientifico composto da Istresco, membri della maggioranza e minoranza per decidere». A quel punto però, inaspettata, è scoppiata la lite verbale tra il capogruppo della Lega Riccardo Barbisan, che voleva intervenire, e il presidente del Consiglio Giancarlo Iannicelli che invece aveva già annunciato l’inizio del voto. I due hanno battibeccato in maniera molto accesa tra l’imbarazzo generale. Alla fine Barbisan, pur garantendo il voto favorevole della maggioranza, ha comunque voluto sottolineare che la mozione presentata da Pelloni «era copiata da Wikipedia. Un argomento così importante avrebbe meritato più cura». Parole che hanno irritato Pelloni:«Se Barbisan voleva modificare la mozione avrebbe potuto partecipare alle commissioni. Da lui non accettiamo lezioncine». Alla fine però il voto è arrivato, così come quello sulla cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, sempre all’unanimità. P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I sindacati ai Comuni: «Potenziate l’assistenza in casa» LA CONTRATTAZIONE TREVISO Ci sono le emergenze legate al Covid, come gli aiuti per le nuove povertà, i programmi per le donne costrette dalle norme anti contagio alla convivenza forzata con mariti o padri violenti, gli aiuti alle famiglie (dagli asili e dai dopo-scuola per i ragazzi ai servizi per anziani e disabili). E poi storici cavalli di battaglia: l’ampliamento - numerico e di valore - dell’esenzione sull’addizionale Irpef (la applicano 59 municipi, ma ne beneficia il 9% dei contribuenti), la lotta all’evasione aderendo agli appositi patti, le fusioni tra i piccoli comuni. Nelle istanze che Cgil, Cisl e Uil si apprestano a presentare alle amministrazioni comunali della Marca si mescolano fenomeni recenti e problemi strutturali del territorio: da ormai un quindicennio i sin-

ma Vigilio Biscaro, segretario provinciale dello Spi Cgil - Non smetteremo di indicare la via principale, ovvero l’assistenza domiciliare e il potenziamento dei distretti altrimenti, come abbiamo visto in questi mesi, rischiamo che gli ospedali si saturino e non riescano più a rispondere alle esigenze dei cittadini, soprattutto di quelli più fragili e con meno possibilità economiche». La tornata di negoziazioni che si apre sarà straordinaria anche per un altro motivo di fondo, come spiega Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso: «Perché coincide con l’avvio della partita del Recovery Plan. Alcune delle linee guida del piano, dalla sostenibilità, al digitale, ad, appunto, la sanità, sono carne viva anche della nostra piattaforma e su queste vogliamo portare l’attenzione dei Comuni».

dacati, con in prima linea le rispettive organizzazioni dei pensionati, conducono una contrattazione sociale con gli enti locali. La piattaforma di confronto per il 2021 è pronta e in questi giorni verrà inviata agli interlocutori istituzionali, insieme alla richiesta di fissare un incontro per discuterla. In primo piano, inevitabilmente, dato il periodo, le questioni sanitarie.

L’EMERGENZA «E in particolare la questione della sanità territoriale – confer-

CGIL, CISL E UIL PREPARANO LE RICHIESTE DA PRESENTARE AI SINDACI: «SERVONO AIUTI ALLE FAMIGLIE» 111062a3-8e24-496c-8c0b-6447015567e5

I RISULTATI Finora comunque il bilancio è positivo: nel 2020 i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato i rappresentanti di 90 amministrazioni su 94 e sottoscritto altrettanti verbali di accordo (mancano Vedelago, Breda di Piave, Monfumo e Castelcucco per ragioni dovute all’emergenza). «Un risultato non così scontato, perché naturalmente i sindaci non sono tenuti ad ascoltare i nostri suggerimenti. Dove l’hanno fatto, crediamo però di aver portato un contributo al miglioramento della qualità della vita», nota Guglielmo Pisana, responsabile della Uil trevigiana. Così, tra le politiche sollecitate ci sarà anche la rigenerazione di aree produttive dismesse o zone residenziali in abbandono, anziché consumare nuovo suolo. Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 LA NUOVA

VENEZIA

la giornata della memoria

Le iniziative degli studenti nella celebrazione al Goldoni Dalla pulizia delle pietre d’inciampo, fino alla piantumazione delle rose Gnignati, Comunità ebraica: «La radice dell’odio è l’antidemocrazia» Qual è la radice dell’odio se non l’antidemocrazia? Si è aperto con questa riflessione l’intervento video del presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati, pubblicato sul canale YouTube del Comune in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, ripresa al Teatro Stabile del Veneto, Carlo Goldoni. «Il fascismo non si è fermato davanti a niente», ha continuato Gnignati. «Ha distrutto il tessuto sociale espellendo cittadini integrati da ogni settore, perfino nello sport».

la visita

Luca Zaia in Ghetto: no ai rigurgiti fascisti nelle istituzioni

SCUOLE

I saluti istituzionali, incluso quello della presidente del consiglio Ermelinda Damiano che ha ricordato che «coltivare la memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza», hanno preceduto la proiezione del racconto di Davide Giandrini che, con chitarra e filmati storici, ha raccontato la storia dell’allenatore

Il presidente della Regione, Luca Zaia, alla commemorazione in Ghetto

Coco, associazione Kalderash: gli esclusi e i perdenti sono visti da molti come l’unica veste, tralasciando i tanti intellettuali

«Non negare né dimenticare che ci fu anche l’eccidio dei rom»

Come ogni anno, ma senza annunci ufficiali, il presidente della Regione, Luca Zaia, si è recato ieri nel campo del Ghetto per il Giorno della Memoria, per accendere una candela sul memoriale del muro della già Casa israelitica, dove l’architetta Franca Semi fece incidere i 246 nomi degli ebrei deportati. Zaia, recatosi in via personale come ogni anno, ha detto che non c’è spazio per rigurgiti fascisti di nessun tipo nelle istituzioni, rivolgendo indirettamente – senza fare nomi – il messaggio all’assessora all’Istruzione Elena Donazzan, che lo scorso 8 gennaio ha cantato Faccetta Nera a “La Zanzara”.

ebreo Arpad Weisz in “Dal Campo di calcio ad Auschwitz”. Quest’anno i 64 eventi in streaming sono stati rivolti in gran parte agli studenti che hanno partecipato in questi giorni con diverse iniziative. La classe V meccatronica Fermi del polo Tecnologico IIS Corner ha ricordato il maestro Giovanni Gervasoni, dissidente antifascista assassinato a Dachau, pulendo la pietra d’inciampo con il suo nome inciso, posta vicino alla scuola e adottata dall’istituto. Il liceo Benedetti Tommaseo ha scelto quest’anno di piantumare nel proprio giardino due tipi di rose. Le Resurrection, legate al lager di Ravensbruk in memoria degli studenti veneziani deportati, e le rose bianche nel centenario della nascita della studentessa Sophie Scholl del gruppo antinazista tedesco Rosa Bianca. Gnignati ha proseguito tirando le fila delle celebrazioni che hanno lo scopo di ricordare affinché il passato non ritorni. «Il male si presenta in forme diverse», ha detto. «Per questo bisogna avere sempre una coscienza critica ed è per questo che ricordiamo gli ebrei, ma costruiamo anche il futuro di domani». COMPLEANNO

Oggi, tra l’altro, Egeria Banòn compie 100 anni e i figli Daniela e Franco Foà la festeggiano. La sua storia racconta molto bene i pericoli che moltissimi ebrei dovettero fronteggiare, nel suo caso

a un lieto fine. «Mia mamma, ebrea, si è sposata il 5 dicembre 1943, il giorno in cui fecero l’ultima retata contro gli ebrei. Avevano avuto una soffiata ed erano riusciti a trovare una famiglia a Pianiga che li avrebbe nascosti in una stalla» ricorda la figlia Daniela. «Quel giorno però ci fu un fuggi fuggi generale e lei e i suoi fratelli si dispersero perché molti andarono in Svizzera. Mia mamma da sola, subito dopo le doglie, tornò a Venezia, in campo della Bragora per partorire da una leva-

«Il male si presenta in forme diverse, per questo bisogna avere coscienza critica» trice che conosceva e poi dopo soli pochi giorni, con questo fagottino appena nato in braccio, tornò a Pianiga facendosi trasportare da un carrettino trainato da cavalli che partiva da piazzale Roma». Egeria ricorda per filo e per segno i suoi 100 anni: «Quando arrivarono gli americani videro le bandiere dal loro nascondiglio e capirono che sarebbe stati liberi», chiude la figlia. «La gioia fu ancora più grande quando videro dietro le truppe alleate un uomo in bicicletta. Era suo fratello che aveva seguito gli americani in bici dalla Svizzera e c stava tornando a Venezia». — VERA MANTENGOLI © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA LETTERA

I

eri si è celebrata la Giornata della Memoria, voluta per non dimenticare, né negare il passato tragico della Shoah. Come Associazione, vorremmo che fosse anche evidenziato in questa giornata l’altro grande eccidio perpetrato dai nazisti nei campi di sterminio: quello dei rom. Tra i deportati non ebrei nei lager, i rom erano presenti perché, come dissero i nazisti incriminati a Norimberga e a Gerusalemme, erano considerati esseri asociali e pericolosi per l’ordine pubblico e quindi perseguiti e incarcerati. La verità nascosta era invece che i rom avevano una identità etnica vista come inferiore e inquinante la purezza ariana. Questa fu la convinzione del regime che, costruttore dell’identità ariana assoluta, si era proposto l’esclusione sociale degli altri. Iniziò così come per gli ebrei anche per il popolo rom il “grande divoramento”, il “Porrajmos”, un sistematico sterminio di massa. Un carro bestiame per Auschwitz– Birkenau era

riservato a donne uomini e bambini “romano”, provenienti da ogni parte d’Europa dove la loro stima approssimativa era di circa tre milioni. Ne furono deportati, uccisi lasciandoli morire di fame, bruciati nei forni crematori e nelle fosse comuni 500 mila, secondo i dati ufficiali finora accreditati, ma in realtà il numero dei morti fu ben superiore, come ha affermato il grande intellettuale Umberto Eco in uno dei suoi ultimi articoli. Oggi i rom vivono principalmente nei paesi dell’Est europeo e in misura ridotta in tutti gli altri stati d’Europa. Il regime nazista (1933 1945) non ebbe mai alcuna incertezza nel perseguitarli fin dall’inizio, ma fu dalla primavera del 1942, come per gli ebrei, che il regime decise di cancellarne la presenza per motivi razziali e non più per opportunità sociale o politica. Oggi noi facciamo memoria di questi fatti perché sussistono e “sono duri a morire” i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti di questo gruppo sociale variegato che però dovrebbe essere in qualche modo ri-

sarcito dalla storia. I ladri, gli accattoni, gli esclusi e i perdenti sono visti da molti come l’unica veste che caratterizza i rom, senza tener conto degli intellettuali, degli artisti, dei politici, dei docenti universitari rom in Europa. Il nascondimento sociale per vergogna o necessità segna profondamente il modo di sopravvivere dei rom marginali, al punto da fargli rifiutare i loro stessi patronimici e questo può contribuire a vanificare la volontà positiva di riscatto di molti giovani. L’andamento delle politiche europee per l’integrazione dei rom è altalenante, perché il razzismo è ancora fortemente radicato, ma queste politiche hanno esiti positivi come il sorgere di cooperative sociali gestite da rom con una propria valenza economica e l’inserimento scolastico anche a livelli superiori. Vale la pena di continuare su questa strada, proprio per rendere giustizia ai morti. — CARMELO COCO EX DIRIGENTE SCOLASTICO VICEPRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ROM KALDERASH VENEZIA

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GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: il rischio sanitario nel Bellunese il bollettino

Un decesso in 24 ore ma calano i ricoverati BOLLETTINO

Una visita ambulatoriale di un paziente in ospedale: dal primo febbraio ripartiranno le visite istituzionali e in libera professione

Attività ambulatoriale al via l’Usl lavora a nuove agende La direzione strategica dell’azienda sta calcolando le prestazioni da reinserire Fabio Bortot della Fimmg: «Siamo pronti a rivedere le priorità delle impegnative» Paola Dall’Anese / BELLUNO

Dopo l’annuncio del governatore Luca Zaia del riavvio da lunedì delle visite ambulatoriali con 30, 60 e 90 giorni di priorità e delle prestazioni in libera professione, l’Usl 1 Dolomiti sta lavorando per calcolare quante siano le prestazioni da recuperare per singola specialità e per ridefinire le agende del Cup dove prenotare in base alle disponibilità dei medici. Rispetto alla prima “riapertura” del maggio scorso, l’azienda sanitaria si trova, però, ancora diversi ricoveri in Terapia intensiva e in area non critica Covid. Una cosa comunque dalla direzione strategica fanno sapere: non sarà una riapertura tout court a 360°, ma graduale. Intanto, i medici di famiglia e i sindacati di categoria stanno attendendo delle indicazio-

ni per capire come muoversi. «Posto che si deve ripartire, come indicato dalla Regione, credo che l’Usl abbia già in mente quali sono i volumi di prestazioni da recuperare e che ora sia impegnata a studiare le modalità più efficaci per garantire un rientro veloce delle visite in sospeso a causa del Covid. Modalità che, mi auguro, saranno doverosamente concordate anche con le organizzazioni sindacali», precisa Stefano Capelli nella sua veste di referente provinciale del sindacato Cimo. «È infatti impensabile che si possa recuperare le tante prestazioni messe in stand by in questi mesi di emergenza all’interno del normale orario di lavoro, già peraltro tutto stravolto dall’emergenza. Quindi», prosegue Capelli, «l’Usl ci dica cosa vuole fare e concordi con noi una programmazione delle prestazioni. Si-

curamente, però», ci tiene a precisare l’esponente del Cimo, «il cittadino non si potrà aspettare che lunedì ci saranno le porte aperte e in quella sola giornata il problema sarà risolto. Serve del tempo per organizzare tutto». Come presidente anche dell’Ordine dei medici, Capelli si augura che «questa situazione impropria possa rientrare nei tempi più rapidi possibili. Ci sono interventi chirurgici che erano stati rinviati in quanto non urgenti e programmabili da rimettere in calendario, ci sono indagini radiologiche che devono essere recuperate. Si tratta di molte prestazioni per eseguire le quali in tempi rapidi serve una programmazione». Dal canto loro i medici di famiglia si dicono pronti ad entrare in azione, rivedendo le impegnative redatte in questi mesi e le priorità. «Non abbia-

il caso

Carenza di anestesisti negli ospedali Il Pd veneto firma l’interrogazione «Si riconosca la specificità di Belluno» BELLUNO

«La Regione deve garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio, riconoscendo con i fatti la specificità della provincia di Belluno. Non è più rimandabile una seria politica di incentivi per assicurare un numero di medici, ospedalieri e non, adeguato alle esigenze dei cittadini».

È quanto afferma in una nota Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi del gruppo Francesca Zottis, Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni che prende spunto dal caso del concorso per ane-

stesisti da assumere a tempo indeterminato indetto da Azienda Zero da cui è rimasta fuori soltanto la provincia di Belluno. Sulla vicenda nei giorni scorsi si sono scatenate le polemiche da parte dell’Ordine provinciale dei medici, dell’Anaao, e anche del Pd comunale che, su indicazione della segretaria Monica Lotto ha interessato il gruppo in

STEFANO CAPELLI PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI E REFERENTE DEL SINDACATO CIMO

«Attendiamo di essere convocati per definire con l’azienda le modalità di recupero delle prestazioni» Regione e anche alla Camera. La questione è nata perchè in provincia mancano 15 anestesisti, figura chiave soprattutto nel corso di questa pandemia, e non si comprende come l’azienda sanitaria dolomitica abbia potuto, con questa carenza, non entrare nel concorso di Azienda zero. La cosa ha stupito ancora di più quando all’indomani di questa notizia, la direzione strategica dolomitica ha indetto, per suo conto, un concorso per assumere questi professionisti a tempo indeterminato. «L’Usl Dolomiti si è mossa poi in un secondo tempo con un bando per 15 rianimatori da reperire tramite mobilità da altre aziende, a cui ha risposto però un solo professio-

mo ancora ricevuto alcuna comunicazione dall’Usl», precisa Fabio Bortot a capo della medicina di gruppo integrata di Cavarzano e fiduciario della Fimmg, «ma se sarà lo stesso sistema della scorsa primavera, come professionisti potremo entrare in una piattaforma regionale in cui rivaluteremo le nostre prescrizioni. In questi mesi, infatti, alcune patologie infiammatorie potrebbero essersi risolte da sole con il solo aiuto farmacologico e in quel caso l’impegnativa di indagini radiologiche andrà annullata, ma potrebbero anche essersi acuite e allora dovremo cambiare la priorità all’esame. Insomma, siamo in attesa, consapevoli, visto quanto accaduto anche la volta precedente dopo il lockdown, che la popolazione saprà aspettare la chiamata». Dal canto suo la referente provinciale di Cittadinanzattiva, Ottorina Bompani si dice contenta che si possa tornare alla normale attività ospedaliera. «Molte persone, in questi mesi», dice, «si sono rivolte all’associazione che rappresento per lamentare il fatto che le visite erano state loro spostate a data da destinarsi, pur trovandosi loro in stato di bisogno. Mi auguro che si possano recuperare al più presto per il bene dei pazienti». —

Un decesso e 46 nuovi positivi. Nelle ultime 24 ore ha perso la sua battaglia con il Covid, un uomo di 64 anni ricoverato in Rianimazione a Belluno. Scendono a quota 1.052 i positivi in provincia, mentre i guariti sono 15.553. Dall’inizio della pandemia, quasi un anno fa, i casi di Covid in provincia sono stati 17.124. In calo anche le infezioni tra il personale sanitario. La settimana scorsa i positivi erano 31 di cui 18 infermieri, sette operatori socio sanitari, due dipendenti amministrativi, un medico ospedaliero e uno territoriale. Dal primo settembre 2020 al 26 gennaio scorso i casi di positività in ambito sanitario sono stati 559. Calano anche i ricoveri nei reparti di area non critica: ieri erano 63 di cui 37 a Belluno e 26 a Feltre. Sette i degenti in Rianimazione di cui sei al Santa Maria del Prato e uno soltanto al San Martino. Sedici i ricoverati negli ospedali di comunità. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sanità

Un’infemiera e un medico in aiuto all’ospedale BELLUNO

nista e ha poi annunciato che farà un ulteriore concorso specifico per gli anestesisti. Ma se non cambiano gli indirizzi di giunta, Azienda zero e Usl, i risultati continueranno a essere desolanti», scrive ancora la consigliera Bigon che aggiunge: «La provincia di Belluno è zona disagiata totalmente montana e da sempre deve fare i conti con la carenza di medici; perciò ribadiamo che è indispensabile costruire una seria politica di incentivi, anche economici, per attrarre e mantenere in pianta stabile, personale. I bellunesi hanno diritto agli stessi livelli di assistenza degli altri veneti: la Regione ci dica, numeri alla mano, se è davvero così». —

Un medico e una infermiera assunti in regime di libera professione per far fronte all’emergenza sanitaria. Li ha assunti l’Usl 1 Dolomiti per cercare di tamponare alcune criticità emerse in questi mesi. Il medico, classe 1995, sarà impiegato nel Pronto soccorso di Belluno, ma dovrà garantire anche su chiamata delle prestazioni per il Dipartimento di Prevenzione soprattutto nell’ambito dei drive in tamponi. L’infermiera, invece, sarà attiva laddove le necessità lo richiedano vale a dire in ospedale ma anche sul territorio. Sia per questa figura che per il medico l’incarico varrà fino al 31 marzo, salvo eventuali proroghe in caso di necessità. Intanto, l’ex primario della Malattie infettive, Ermenegildo Francavilla dal gennaio 2020 in pensione, ha rinnovato la propria disponibilità a lavorare nei reparti Covid in modo gratuito. L’Usl gli ha conferito un incarico per un massimo di sei mesi. —

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PRIMO PIANO

Coronavirus: il rischio sanitario

In Veneto i contagi in caduta con Rt 0,62 Zaia: buone speranze di tornare in giallo Domani la riclassificazione, il governatore punge l’opposizione: «Hanno provato a cavalcare le disgrazie, ora stanno zitti... » Filippo Tosatto / VENEZIA

Dopo tre settimane di penitenza arancione, il Veneto intravede il ritorno in fascia gialla con conseguente allentamento di restrizioni e divieti. Domani l’attesa riclassificazione del dicastero della salute: «Rispetto al picco epidemiologico del 31 dicembre, siamo alla ventisettesima giornata di calo», è il commento di Luca Zaia «dai calcoli dei nostri esperti, abbiamo un Rt pari a 0,62, un valore che ci collocherebbe al penultimo posto tra le regioni per rischio di trasmissibilità del virus». La conclusione? «Ho ragionevoli speranze che si passi in zona gialla, è l’augurio che faccio a tutti i colleghi. In ogni caso, nel bene e nel male, ci siamo sempre rimessi alle valutazioni scientifiche dell’Istituto superiore di sanità e lo faremo anche stavolta. La prospettiva di un sostanziale ritorno alla normalità è un segnale incoraggiante ma nel contempo ci preoccupa: forse abbiamo già scontato la seconda-terza ondata però il virus procede in altalena, con cambi repentini, e ciò che sta accadendo nei vicini Paesi europei non lascia tranquilli». TRA CRISI DI GOVERNO E FONDI EUROPEI

Al riguardo, un esplicito invito al ministro Speranza arriva dall’alfiere dell’Udc Antonio De Poli – «Consenta il trasloco del Veneto in giallo e la ripartenza di cittadini, famiglie e imprese nel rispetto delle condizioni di sicurezza previste» – e l’occasione offre al governatore l’opportunità di togliersi un sassolino: «Quando eravamo in difficoltà, l’opposizione ha provato a cavalcare le disgrazie, invocavano la fascia rossa ma chi avrebbe ristorato gli ulteriori danni ai lavoratori e alle imprese in ginocchio? Ades-

Piano vaccinale in fase di rimodulazione la priorità agli over 70 per abbattere i decessi

Da sinistra in senso orario: la campagna vaccinale in corso nel Veneto, il governatore Luca Zaia e l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin

so che il peggio è passato, tutti zitti. C’è gente che dispensa consigli dal divano di casa e nell’emergenza non si fa mai vedere»; ce n’è anche per il traballante premier Conte: «Prendiamo atto che la sua maggioranza non c’è più, siamo nelle mani del presidente Mattarella, è giusto che sia lui a compere la scelta migliore. Starà con la calcolatrice in mano per vedere se questi qui hanno i numeri. Le risorse europee del programma Next Generation? Non c’è stato alcun confronto con le regioni, a conferma dell’orientamento centralista di chi, ostile all’autonomia, vorrebbe stravolgere il titolo V della Costituzione». DUE INDAGINI SCIENTIFICHE IN CORSO

Torniamo al coronavirus, la cui ritirata è cosparsa di vitti-

Il trend aggiornato dell’epidemia

Calano i ricoveri nei reparti 288 in terapia intensiva IL REPORT

n’altra giornata sotto i mille casi. Ieri il Veneto ha registrato 995 nuovi contagi, con la discesa sotto quota 40 mila persone attualmente positive: sono 39.816, divise tra le sette province. A dirlo è il report quotidiano fornito da Azienda zero. Calano anche i decessi, in linea con un trend che prosegue da una mancia-

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Un reparto di terapia intensiva

me, avviate ormai a quota novemila... «Siamo ottavi in Italia per mortalità, a precederci sono esclusivamente regioni del Nord, a riprova che l’infezione ha privilegiato questo bacino, e nel nostro caso l’incidenza delle mutazioni Covid balza gli occhi: l’Istituto Zooprofilattico ne ha identificate otto, tra le quali la prima variante inglese comparsa in Italia e altre due, tipicamente venete, sulle quali stiamo lavorando». SONO ARRIVATE LE 50 MILA DOSI PFIZER

Che altro? L’accenno a due ricerche. Quella universitaria condotta da Vincenzo Baldo, a Padova, che ha esplorato la diffusione casuale del virus (cassiere, passanti, luoghi pubblici) al di là dei contatti stretti; quella ospedaliera del microbiologo Roberto

ta di giorni e che fa ben sperare. Ieri si sono contate 59 vittime; fino a poche settimane fa, erano un centinaio in più. E poi scendono i ricoveri negli ospedali: sono 2.120 (-82) i posti letto occupati in area medica e 288 (-3) nei reparti di terapia intensiva. Intanto prosegue la campagna vaccinale, che finora ha visto la somministrazione di 143.818 dosi, alcune anche di Moderna. Ieri si sono contate 9.9140 nuove iniezioni. Le province venete più virtuose sono le Usl 6 padovana e 3 veneziana, le uniche ad avere superato le 20 mila somministrazioni: sono rispettivamente 21.681 e 20.458, tra nuove inoculazioni e richiami sul personale e gli ospiti delle strutture sanitarie. — L.B.

Rigoli, a Treviso, che studierà la reazione anticorpale in 20 mila soggetti campione per valutare l’effettiva circolazione del contagio. E la sospirata campagna vaccinale? Le 50. 300 dosi promesse da Pfizer sono state consegnate e prontamente destinate al completamento dei richiami. Tagli e ritardi nelle forniture impediscono di avviare nuove somministrazioni (oggi il capo della prevenzione Francesca Russo illustrerà l’aggiornamento del cronoprogramma) e l’obiettivo realistico diventa la copertura prioritaria degli over 70: «È la fascia d’età che calamita il 95% dei decessi, se riusciamo ad immunizzarla in tempi ristretti gli effetti più gravi della pandemia saranno scongiurati». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ASSESSORE LANZARIN

Visite sospese, 48 milioni per tagliare le liste d’attesa VENEZIA

Sono 90 mila le prestazioni specialistiche arretrate nel circuito ospedaliero del Veneto per effetto dell’emergenza sanitaria causata dalla seconda ondata del Covid-19 che ha imposto la sospensione delle attività ambulatoriali e diagnostiche non urgenti. L’ha precisato l’assessore regionale alla salute Manuela Lanzarin (confermando l’anticipazione al riguardo del nostro giornale) alla vigilia del-

Il presidente Aifa: Regioni molto efficaci

Palù: «Immunità di gregge si può avere entro il 2021 » L’ESPERTO

aggiungere l’immunità di gregge in Italia entro l’anno è un obiettivo possibile, secondo il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Giorgio Palù, anche grazie all’arrivo previsto di altri vaccini, come il russo Sputnik, quello dell’azienda cinese Sinovac e quello dell’americana Johnson&Johnson. Lo

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Giorgio Palù, presidente Aifa

la ripresa dell’attività ambulatoriale, prevista lunedì primo febbraio. Lo smaltimento dell’arretrato richiederà impegno e risorse straordinari: «Abbiamo 48 milioni di residui attivi del bilancio 2020 destinati alle prestazioni aggiuntive del personale, un margine utile a recuperare in fretta le liste d’attesa», fa sapere l’assessore regionale «altri fondi per il 2021 dovrebbero permettere di riuscire a dare risposte e rimettere in moto la macchina». —

ha detto lo stesso Palù ieri a Sky Tg 24. «L’immunità di gregge dipende dall’efficacia dei vaccini e dall’R0, cioè l’indice di contagiosità. Si stima – ha osservato – che ci voglia circa il 65% di soggetti vaccinati per proteggere anche quelli che non possono vaccinarsi e per arrivare a circa 40 milioni di vaccinati si puntava all’autunno». Secondo Palù «ce la possiamo fare, siamo ben attrezzati. Mi pare che le Regioni siano state molto efficaci sia nel provvedere ai siti di vaccinazione che nel reclutare personale». Di conseguenza, ha proseguito il presidente dell’Aifa, «saremmo in grado di vaccinare 2-300mila persone al giorno e questo ci porterebbe in linea con le previsione per la fine d’anno». —


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Coronavirus: il ritorno in classe in Veneto

Scuola, rinuncia dei ricorrenti: lunedì in aula I genitori che hanno impugnato l’ordinanza di Zaia ritirano l’istanza di sospensiva. Il Tar rinvia la decisione al 24 marzo al computer, per frequentare le lezioni solo on-line». Gli undici genitori avevano chiesto una misura cautelare monocratica che sospendesse l’ordinanza regionale che prescriveva la didattica a distanza al 100% alle superiori. Un ricorso che – se non nella sostanza, nei fini – ripeteva quelli proposti (e accolti) in Lombardia, Emilia e Friuli. Con una decisione, in quest’ultimo caso, che era stata travolta da una ulteriore ordinanza regionale, ennesimo tassello di un braccio di ferro con i genitori “No dad” , che hanno poi proposto un nuovo

ricorso, respinto. Anche la richiesta di misura cautelare monocratica dei genitori veneti era stata respinta dal Tar, con nuovo aggiornamento a ieri, per la decisione nel merito, da parte del collegio. Così non è stato, visto che la richiesta di sospensiva è stata ritirata dai genitori ricorrenti, appunto. «Ma la Regione ha deciso di aprire lunedì e quindi è andata bene così» sintetizza Lago. Intanto, la sentenza di merito del Tar – sull’oggetto del ricorso e non sulla sospensiva – è attesa per il 24 marzo.

La Regione presenta le linee per il trasporto pubblico: le superiori riaprono al 50% ma da subito tutti i mezzi in strada

studenti siano posti a conoscenza delle corse aggiuntive disponibili».

VENEZIA

Arriverà il 24 marzo la sentenza del Tar sul ricorso di un gruppo di genitori vicentini che ha impugnato l’ordinanza regionale di chiusura delle scuole superiori fino al 31 gennaio. L’annuncio è arrivato dai giudici nella mattinata di ieri mentre i ricorrenti – vista la riapertura delle classi decisa dal governatore Luca Zaia a partire da lunedì – hanno ritirato la richiesta di sospensiva del provvedimento (già respinta dal tribunale che non ha ravvisato le ragioni d’urgenza addotte) in atte-

sa del pronunciamento di merito. «Vista la riapertura delle scuole superiori lunedì, evidentemente non c’era urgenza nel decidere sul merito» commenta Umberto Lago, uno dei ricorrenti, papà di un ragazzo iscritto in una scuola superiore di Vicenza. Da parte degli undici genitori, sostenuti dagli avvocati Giovanni Sala e Marta Bassanese, non c’è alcuna delusione per la mancata decisione del Tar, la settimana scorsa, sulla richiesta di provvedimento cautelare. I ricorrenti rivendicano comunque una sorta di “vitto-

ria”, nonostante le superiori riapriranno lunedì per decisione della Regione e non del tribunale. «Prima di tutto, la cosa importante è che i nostri figli possano tornare a scuola. E poi riteniamo che la pressione che abbiamo esercitato abbia indotto la Regione a non prorogare ulteriormente la sua ordinanza e, quindi, la chiusura delle superiori» spiega Lago. «L’istanza non arriva da noi soli ricorrenti, ma anche da parte di tanti altri comitati di genitori. Era giusto che ci facessimo sentire, in un periodo in cui i nostri ragazzi sono costretti delle ore davanti

Lezione all’aperto per protesta

Pronti 683 bus in più con 224 steward De Berti: ogni sforzo per la sicurezza IL PIANO

IL PIANO DELLA REGIONE Filippo Tosatto

C

on qualche patema, dettato dal rischio epidemiologico segnalato dai virologi, il Veneto si avvia alla riapertura delle scuole superiori in programma lunedì. Limitato al 50% di presenza nelle tre settimane iniziali, il ritorno in aula lieviterà progressivamente al 75% coinvolgendo a rotazione circa 213. 000 studenti (dei quali 155 mila pendolari) nonché 17. 000 insegnanti. Cruciale, allora, il ruolo del trasporto scolastico, chiamato a garantire una mobilità in sicurezza, capace di scongiurare gli assembramenti e il riaccendersi dei contagi sperimentati ad ottobre. A definirne i contorni, l’assessore regionale Elisa De Berti, che in mattinata è intervenuta al briefing del governatore, illustrando il piano concordato con i prefetti.

Lunedì 1 febbraio Ripresa attività scolastica in presenza al 50%

Adeguamento della percentuale in presenza al 75% in circa 3 settimane

Sin dal 1 febbraio trasporti già dimensionati per didattica in presenza al 75 per testare sistema [totale di 683 mezzi aggiuntivi]

Totale studenti circa 213.000 di cui circa 155.000 «pendolari » oltre a circa 17.000 docenti Capacità massima dei mezzi 50% dell’omologazione

Personale TPL aggiuntivo di ausilio totale 224 steward

Costo totale circa 6,5 Milioni €/mese (stima piano regionale)

SINTESI PER PROVINCE VICENZA Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 143 (SVT); • Personale di ausilio (Steward): Totale 48

VERONA Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 85 (ATV); • Personale di ausilio

ROVIGO Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 20 (Busitalia Garbellini) • Personale di ausilio (Steward): Totale 12

LA CAPIENZA RIDOTTA DEL 50%

PADOVA Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 166 ( Busitalia) • Personale di ausilio (Steward): Totale 40

«Abbiamo previsto la dotazione di 683 bus supplementari, pubblici e privati, fino alla conclusione dell’anno scolastico viaggeranno con una capienza dimezzata rispetto all’omologazione. Il numero di mezzi su strada supera largamente il reale fabbisogno di partenza, abbiamo tarato il servizio in previsione del tetto del 75%, perciò non meravigliatevi quando vedrete circolare veicoli semivuoti, ci serve un test su modalità di accesso e tempi di percorrenza». L’altra novità sostanziale investe gli steward, saranno

224, reclutati per regolare il flusso dei ragazzi alle fermate: «A questo personale aggiuntivo affidiamo il compito di prevenire gli affollamenti, certo è facile prevedere qualche problema nella circolazione urbana, con centinaia di automezzi diretti alle città nell’ora di punta. Ingressi differenziati nell’arco temporale? No, soltanto Verona e due comuni del Veneziano hanno adottato questa opzione, prevale ovunque l’orario unico d’entrata perciò è fondamentale che famiglie e

Studenti salgono a bordo, a destra Elisa De Berti assessore ai trasporti

BELLUNO Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 18 (Dolomitibus) Personale di ausilio (Steward) Totale 6 TREVISO Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 20 (AVM ATVO) • Personale di ausilio (Steward) Totale 120

VENEZIA Mezzi aggiuntivi messi a disposizione 131 (AVM ATVO) • Personale di ausilio Totale 48

F.T. L.B.

COSTO MENSILE DI 6,5 MILIONI

Scandite le risorse su base provinciale, De Berti volge lo sguardo ai costi dell’operazione e alla situazione finanziaria del trasporto pubblico locale: «La spesa complessiva ammonta a circa 6,5 milioni di euro al mese. Dall’esplodere della pandemia, il calo di domanda ha raggiunto picchi di 90 punti percentuali, attestandosi su una media di –60%, dal confronto con le aziende emerge una voragine nei bilanci stimata in 70 milioni. A fronte di minori oneri per manutenzioni e rifornimenti dei mezzi e risparmi per la cassa integrazione, c’è un crollo di entrate dai biglietti e un costo sensibile di sanificazione. Il Governo? Finora ci ha erogato 51 milioni, la Regione ne ha aggiunti 8,8. Non basteranno». DONAZZAN: FOCUS SU OVER 14 IN AULA

Non solo istituti superiori. «Lo sforzo organizzativo del Veneto è quello di mantenere in presenza le scuole dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado», afferma l’assessore all’istruzione Elena Donazzan a conclusione di un colloquio con il provveditore Carmela Palumbo «e ciò per due ragioni: si tratta di minori che non avrebbero potuto affrontare la Dad senza accusare gravi lacune e comunque con un problema di accudimento per le famiglie, e perché da 0 a 10 anni è dimostrato che i bimbi sono soggetti a bassa trasmissione dei contagi, analogamente alla fascia fino ai 14». Viceversa, nella popolazione studentesca dai 14 anni in su la circolazione del virus appare significativa: «Ciò impone una analisi dei dati tempestiva e particolareggiata, chiederò al dipartimento prevenzione un focus utile ad attuare le migliori politiche rispetto all’aumento o al mantenimento del numero di studenti in presenza». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

la sentenza della sezione di venezia

Ca’ della Robinia da sociale a birreria La Corte dei conti rivuole 4,3 milioni I soldi chiesti ai soci della cooperativa e al curatore fallimentare Nei guai Modolo, ex dirigente della Regione: non ha controllato Francesco Furlan / VENEZIA

Doveva diventare una fattoria sociale, ma è stata trasformata in una birreria. Il processo penale per lo scandalo Ca’ Della Robinia è in fase di dibattimento al tribunale di Treviso, ma la Corte dei Conti di Venezia nel frattempo si è pronunciata. Presentando un conto salato, per oltre 4,3 milioni di euro. E condannando quindi al pagamento in solido di quasi 3 milioni e centomila euro i rappresentati e responsabili della cooperativa Ca’ Della Robinia (ora in fallimento): Bruna Milanese, Selene Baino e Perino Rebellato, oltre al curatore falli-

mentare Edoardo Lollo. Mentre Mario Modolo, direttore del Dipartimento dei servizi socio-sanitari della Regione tra il 2010 e il 2014, è stato condannato a titolo di colpa grave per non aver controllato a dovere, al pagamento della somma di quasi 1 milione e 240 mila euro, pari al 40% del danno complessivamente contestato. La sentenza della Corte, presidente il magistrato Carlo Greco, ha inoltre dichiarato l’intervenuta prescrizione nei confronti dell’ex assessore ai Servizi sociali Remo Sernagiotto, morto a fine novembre, accogliendo l’eccezione sollevata dal suo legale, l’avvoca-

to Fabio Crea. Nei cinque anni successivi alla presentazione della delibera di giunta (2011) che dava il via libera al progetto, a Sernagiotto infatti non è stato contestato nulla, circostanza che avrebbe interrotto la prescrizione. Ma così non è stato. Inoltre, sottolinea sempre la Corte dei Conti, a Sernagiotto non è ascrivibile «l’occultamento doloso del danno». «La prova», per l’avvocato Crea, «che la responsabilità di quanto accaduto non deriva da quelle delibere». Due delibere (a giugno e nel novembre del 2012) che garantirono alla cooperativa il finanziamento di ol-

La cerimonia al Ghetto di Venezia per la Giornata della Memoria Le opposizioni sempre deluse dopo “l’assoluzione” dell’assessore

L’edificio di Ca’ della Robinia: dove essere una coop sociale e la Corte dei conti rivuole 4,3 milioni di euro

tre 3 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di inserimento sociale. Una fattoria sociale per disabili nella sede dell’ex Disco Palace di Nervesa. Ma invece di attuare il progetto costruendo un laboratorio artigianale per la lavorazione del latte, un forno del pane ed altri laboratori didattici, con i contributi pubblici i responsabili della cooperativa realizzarono una birreria ceduta con affitto di ramo d’azienda al prezzo di 30.000 euro annui e costruirono un appartamento - in

origine avrebbe dovuto ospitare dei disabili - dove si trasferirono a vivere Selene Bailo, figlia della Milanese. La sentenza, nel ricostruire la vicenda, sottolinea come Ca’ della Robinia «abbia presentato la domanda di finanziamento essendo a conoscenza che la realizzazione delle attività lavorative nelle quali avrebbero dovuto essere inserite persone disabili (per la realizzazione dei fini socio assistenziali della Regione, motivo per il quale il finanziamento veniva concesso a condizioni di fa-

vore) era sottoposta ad una serie di condizioni incerte se non addirittura impossibili a realizzarsi». C’era quindi «una precisa volontà di non attuare il programma». La Corte inoltre sottolinea i mancati controlli - documentazione, utilizzo dei fondi - da parte della Regione. A proposito di Modolo parla di «gravissime negligenze» già a partire dalla stipula della convenzione firmata persino «in assenza della documentazione richiesta dal bando». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

tragedia della gelosia a polesella

Uccide il compagno a coltellate Zaia ricuce con la comunità ebraica e tenta il suicidio ma la salvano dopo lo strappo sul caso Donazzan ROVIGO

IL CASO

a frattura con la comunità ebraica di Venezia è ricomposta: Luca Zaia ieri ha partecipato alla cerimonia della Giornata della memoria e ha reso omaggio alle vittime della Shoah. Il presidente si è lasciato alle spalle le polemiche nate dopo che l’assessore Elena Donazzan ha cantato “Faccetta Nera”, rivalutato il duce e disprezzato “Bella Ciao” a Radio 24. Tra le tante voci di protesta, anche quella della comunità ebraica di Venezia che ha parlato di «lesione dell’immagine istituzionale della Regione». Ieri la “riconciliazione”. «In memoria degli ebrei (243 solo dal Ghetto di Venezia) che furono deportati e non fecero ritorno. In memoria del sacrificio di un popolo, sterminato da un’ideologia malata», ha detto il presidente del Veneto nel suo saluto a Venezia. «Bisogna combattere i negazionismi che anche online inneggiano all’Olocausto, emuli di quella follia che lo causò. Perché oggi la colpa di quello sterminio è condivisa da chi proclama la revisione storica o la cancellazione dalla memoria collettiva di un genocidio che, allora come adesso, molti, troppi, fecero finta di non ve-

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Poesia di Levi scritta da studente

Il presidente ricorda i 243 ebrei deportati da Venezia che non fecero più ritorno dere». Poi Zaia ha spiegato che la Shoah «non è un semplice amarcord, e abbiamo una grande difficoltà a parlare ai giovani di cose accadute 80 anni fa. Bisogna rendere attuale il tema, coinvolgendo le scuole. La nostra è l’unica regione che il 3 febbraio 2020 ha approvato una legge sulla Memoria, per incentivare iniziative e tenere sempre attuale questo tema. È necessario capire, approfondire e conoscere, come diceva Primo Levi». Alla cerimonia al Ghetto di Venezia, hanno partecipato anche Giacomo Possamai e Va-

nessa Camani, consiglieri regionali Pd. «Vecchi e nuovi fascismi, talvolta mascherati da populismi, ricevono sempre più spesso copertura politica anche da partiti e politici che trovano spazio nelle istituzioni. L’antisemitismo e il fascismo sono nemici molto pericolosi in Europa. E abbiamo il dovere di contrastarli». Polemica finita? Certo che no. Arturo Lorenzoni, speaker dell’opposizione, dopo aver apprezzato le parole di Zaia sulla Shoah, è ancora più sconcertato dall’“assoluzione” che la Lega ha dato alla Donazzan, grazie all’astensione sulla mozione di censura non approvata. «Anche se tardiva sono pronto a votare la risoluzione, che ribadisce la volontà di respingere qualsiasi manifestazione fascista o nazista. Ma esprimo un sentimento di profonda amarezza per il fatto che, otto giorni fa, i consiglieri della Lega abbiano rinunciato ad approvare un atto normativo che, nella sostanza, andava nella medesima direzione. Oggi tentano in qualche modo di porre rimedio a quella che definirei una grave latitanza attraverso un documento molto meno efficace da un punto di vista normativo, ancorché condivisibile nel merito», afferma Lorenzoni. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tragedia a Polesella con un morto e un tentato suicidio. La vittima è Costantino Biscotto, 55 anni, rappresentante di prodotti alimentare, mentre Rosangela Dal Santo, 57 anni, ha tentato di togliersi la vita o nell’abitazione al civico 183 di via Mayer a Polesella. L’uomo è stato ucciso a coltellate in casa al secondo piano, mentre la donna è stata salvata dal tentato suicidio in garage: si voleva intossicare con il gas di scarico dell’auto e ha collegato il tubo di scappamento con una gomma per l'acqua. Quindi ha tappato tutte le fessure con degli stracci cercando la morte per asfissia da gas. L’hanno salvata tre vicini che hanno sentito l’auto in folle con il motore acceso a lungo. Lanciato l’allarme hanno scardinato con una leva il basculante, consentendo i soccorsi. In questo modo la donna è stata strappata alla morte. Si trova ora in ospedale in condizioni non critiche. E' stato comunque necessario operarla, nella notte. Anche lei avrebbe ferite da taglio. Resta da vedere se autoinflitte o prodotte da terzi. Nulla da fare invece per l'uomo, ucciso, secondo i primi riscontri, per le numerose coltellate subite.

Il garage con l’auto che la donna ha usato per il tentato suicidio

La coppia viveva qui da una decina d'anni. Cosa sia accaduto è materia di indagini, in pieno svolgimento. Alcuni traumi e ferite riscontrati sul corpo della donna fanno pensare a una colluttazione, che potrebbe essere avvenuta molto prima del tentativo di suicidio. Forse addirittura alcune ore. Non si esclude quindi che il delitto sia stato scatenato da motivi passionali. Qualora venisse confermata l’ipotesi del delitto maturato in ambito domestico, si porrebbe il proble-

ma di capire se possa essere ipotizzabile la legittima difesa e capire quindi chi abbia aggredito per primo l’altra persona. Al momento, a carico della donna non risultano presi provvedimenti di alcun tipo, né è detto che questo avverrà: le indagini si concentrano proprio sulla ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto nella fase della colluttazione. In mattinata sono stati ascoltati i vicini della coppia che con grande coraggio hanno salvato Rosangela. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano I numeri

3 Le settimane in cui il rientro a scuola è previsto al 50%

166 I mezzi pubblici assoldati in più solo per Padova (record)

224 Gli steward incaricati di far rispettare le distanze a bordo

170 Milioni di euro: il buco nei bilanci delle aziende di trasporto

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Scuola, rischio ingorghi con 683 pullman in più Da lunedì in Veneto stop alla didattica `De Berti: «Testeremo i bus aggiuntivi» a distanza per il 50 per cento degli allievi Il rientro costerà 6,5 milioni al mese `

IL PIANO

Trento

VENEZIA Lunedì mattina il traffico nelle sette città del Veneto rischierà l’ingorgo, il timore è che si determinino serpentoni di pullman, peraltro mezzi vuoti, diretti in centro. Solo a Padova ce ne saranno 166 in più, a Venezia e Mestre 131, a Treviso 120. Effetti del ritorno in classe. Perché lunedì 1° febbraio i Veneto i ragazzi delle scuole superiori torneranno in aula. Non tutti: fino al 20 febbraio il 50% continuerà a studiare da casa, poi dal 22 il ritorno in classe salirà al 75%. Solo che per evitare l’insorgere di focolai, le misure di sicurezza riguarderanno anche i trasporti grazie all’impiego di mezzi aggiuntivi - 683 in tutto il Veneto - per garantire il distanziamento sociale e l’assunzione di 224 steward che nelle stazioni e nelle principale fermate “dirigeranno” il traffico, dando soprattutto indicazioni sulle corse bis. Giusto per evitare che un pullman, pur con la capienza ridotta a metà, corra “pieno” e il successivo vuoto.

Certificati medici per andare in hotel di lusso: 8 multati

IL RICORSO A illustrare il piano per il ritorno in classe degli allievi delle scuole superiori è stata Elisa De Berti, vicepresidente della Regione e assessore ai Trasporti, invitata ieri a Marghera, alla consue-

MEZZI PUBBLICI Sì a scuola ma senza assembramenti in autobus

ta diretta social e televisiva, dal governatore Luca Zaia. Tra l’altro ieri non c’è stato l’atteso pronunciamento del Tar: i genitori che avevano fatto ricorso contro l’ordinanza di Zaia che disponeva la didattica a distanza (dad) per tutto il mese di gennaio, hanno rinunciato alla sospensiva, così l’udienza di merito è stata rin-

viata al 24 marzo. A quella data magari la Dad sarà finita e tutti gli studenti saranno nuovamente in aula, ma sarà interessante capire come si pronunceranno i giudici amministrativi. E cioè: l’ordinanza restrittiva di Zaia era legittima o no? «Il giudice - ha detto l’avvocato Davide Cester che ha rappresentato i genitori

Traditi dalla voglia di montagna. Erano in otto, tutti lombardi, e sono stati sanzionati dalla Polizia locale della Valle del Chiese, in Trentino, perché hanno mostrato autocertificazioni e certificati medici in cui si prescrivevano massaggi e trattamenti disintossicati. Gli otto turisti erano diretti in un hotel di Pinzolo e, come accertato dai vigili, non hanno in realtà fruito di prestazioni mediche o erogazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza svolte presso centri autorizzati o da professionisti sanitari. Sono stati fermati in momenti diversi a bordo di tre veicoli e tutti erano diretti allo stesso albergo 5 stelle della val Rendena. In quel momento ricorda la Polizia locale - gli spostamenti tra regioni erano consentiti unicamente per motivi di lavoro, salute o stato di necessità. Dovranno pagare 533,33 euro (o 373,43 entro 5 giorni).

assieme al collega Giovanni Sala - deve stabilire il perimetro di legittimità dell’ordinanza regionale, questo caso potrà essere preso ad esempio per tutti gli altri settori in cui la Regione è stata più restrittiva o più “morbida” con aperture e chiusure».

I NUMERI Gli studenti che lunedì rientreranno in classe sono circa 213.000, di cui circa 155.000 pendolari, oltre a circa 17.000 docenti e personale Ata. La capacità massima dei mezzi di trasporto è stata stabilita nel 50% dell’omologazione, e i mezzi saranno già dimensionati in prospettiva della didattica in presenza al 75%. Il costo totale dell’operazione è di circa 6,5 milioni di euro al mese. Dai confronti con le aziende di trasporto emerge che il “buco” nei bilanci ammonta a 170 milioni di euro circa, contando i minori costi per manutenzioni e rifornimenti dei mezzi, risparmi per la Cig del personale, minori entrate dai biglietti, ma anche maggiori costi sostenuti per la pulizia e la sanificazione dei bus. Per provincia, il potenziamento dei servizi prevede per Venezia circa 131 bus in più e 48 steward; Treviso 120 bus aggiuntivi e 20 steward; Belluno 18 bus in più e 6 steward; Padova 166 bus in più e 40 mezzi; Vicenza 143 bus e 48 steward; Rovigo 20 bus aggiuntivi e 12 steward; Verona 85 mezzi in più e 70 steward. L’assessore De Berti ha riferito di aver scritto alle aziende di trasporto perché venga data massima pubblicità agli orari delle corse, anche perché solo in due province - Venezia e Verona - sono stati previsti dai prefetti i doppi ingressi a scuola. Ma soprattutto, ha detto, la mole aggiuntiva di pullman dovrà essere testata in tutte le città. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

PUBBLICITÀ

Un gruppo che cresce aperto a nuovi inserimenti A Treviso Banca Mediolanum è presente con un ufficio prestigioso, in un palazzo d’epoca, e con un gruppo di professionisti che collaborano assiduamente tra loro per aiutare a realizzare tutti i progetti di vita delle famiglie che hanno riposto in loro fiducia. Il responsabile, Andrea Barzan, ci ha raccontato come la squadra stia crescendo. Come ci siano ampi margini di sviluppo professionale per chi abbia voglia di mettersi in gioco e sappia lavorare in squadra. Daniele Marcuzzi è l’esempio del professionista che ha saputo reinventarsi, mettendo a frutto l’esperienza fin qui maturata. ANDREA BARZAN

DANIELE MARCUZZI

Cerco persone ambiziose che sappiano fare squadra

In sei mesi risultati e gratiicazioni impensabili

«Dico sempre ai bancari che in Banca Mediolanum possono continuare a svolgere la propria attività, valorizzando la professionalità acquisita, ma soprattutto divertendosi. Intendo dire che da noi l’impostazione del lavoro è improntata sulla coesione di squadra, sul continuo confronto delle esperienze, sulla condivisione dei momenti extra lavorativi e soprattutto sull’approfondimento della relazione con i clienti,» esordisce così Andrea Barzan, private banker e responsabile del Family Banker Office Special di Treviso. «Ero in Banca Mediolanum da meno di due anni, nel 2001, quando diventai supervisore. Oggi coordino un gruppo di 34 professionisti, di cui 4 sono manager. È una squadra che cresce, nei risultati e come gruppo. Nei candidati cerco ambizione, dimestichezza con il digitale e amore per lo sport, soprattutto quello di squadra. Sono convinto che chi pratichi o abbia praticato uno sport di gruppo comprenda meglio le dinamiche di team e i risvolti positivi di un lavoro coeso. La banca ha investito molto sulla mia formazione, perché crede che una preparazione d’eccellenza sia un obbligo verso i clienti e i colleghi. L’ultimo impegno formativo, di oltre due anni, è stato il Banking & Innovation Management Executive Master, che Mediolanum Corporate University organizza con l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.»

«Sono entrato in Banca Mediolanum tra luglio e agosto del 2020. Venivo da trent’anni in banche tradizionali. Mi mancavano dieci anni alla pensione, potevo aspettare lo scivolo del bancario, invece un giorno ho suonato al campanello dell’ufficio di Banca Mediolanum di Treviso.» Daniele Marcuzzi racconta la sua scelta, un cambio radicale, che «in brevissimo tempo mi ha portato una nuova qualità della vita, risultati impensabili e stimolanti e molta gratificazione per i rapporti che sto costruendo con i colleghi e i clienti. Si può pensare che questo sia il lavoro in solitaria. Ho trovato invece una struttura all’avanguardia che offre momenti di collegialità per condividere strategie, criticità. E poter organizzare eventi relazionali è stata un’esperienza mai provata, un momento unico. Il primo l’ho organizzato ad Asolo a settembre. Alcuni clienti mi hanno seguito, ma ho scoperto che molti di loro avevano già una posizione aperta con Banca Mediolanum. Ancora più sorprendente scoprire che mio padre, a cui temevo di comunicare la mia scelta, a ottant’anni era allo stesso modo cliente di Banca Mediolanum. Una penetrazione territoriale che non mi aspettavo di trovare. In questo breve tempo mi hanno aiutato sicuramente i mercati, ma ho anche capito che la differenza la fanno l’empatia che crei con i clienti e la fiducia che ripongono in te.»

Messaggio Pubblicitario. Il contenuto della comunicazione non costituisce consulenza, nè rappresenta in alcun modo la promessa o la garanzia del conseguimento di risultati in termini di rendimenti finanziari. Prima di sottoscrivere un prodotto si raccomanda di leggere la documentazione informativa disponibile sui siti delle rispettive Società Emittenti e i Family Banker®, per comprendere le caratteristiche, i rischi e i costi. Visitate il sito www.mediolanumprivatebanking.it 782f17e8-9a56-43a0-8316-253e2ad48856


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Primo Piano

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Virus, la ripresa

Visite, un piano per recuperarle Non c’è ancora lo schema per come fissare gli appuntamenti `Da una parte si contano le prestazioni sospese in autunno nelle strutture Usl ci sono pazienti covid: l’ondata non è finita e dall’altra si guardano quelle non recuperate dalla primavera

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LA SANITÀ BELLUNO Corsa contro il tempo,

da parte dell’Usl 1 Dolomiti, per riprendere l’attività ordinaria negli ospedali il prima possibile. Sono giorni concitati. La frenata del virus, ormai sempre più evidente, ha fatto filtrare uno spiraglio di luce sulle strutture sanitarie e sulle migliaia di visite sospese a causa del covid-19. Durante la prima ondata erano state 12mila. Ora il nuovo conteggio, che è ancora in corso, potrebbe portare ad un risultato addirittura più elevato. Perché alle visite in programma da ottobre a oggi, si aggiungono anche quelle che erano state rinviate durante la prima fase dell’emergenza e poi saltate con lo scoppio della seconda ondata. Quella prevista da lunedì sarà, in ogni caso, di una ripresa graduale delle attività ospedaliere.

VERTICE Nelle conferenze quotidiane dell’Usl 1 Dolomiti la ripresa dell’attività ambulatoriale è uno dei punti principali all’ordine del giorno, ma non è il solo. Da una parte si sta cercando di capire quante sono le visite specialistiche rimaste nel “limbo” e in che modo affrontarle. Cioè secondo quale priorità. Dall’altra è necessario scoprire quanti medici sono di nuovo disponibili a farle. Molti, infatti, sono ancora impegnati in aree covid. L’emergenza è diminuita ma non è finita e i numeri dei ricoveri covid, pur avendo abbassato di molto la pressione sugli ospedali, non sono ancora ottimali.

IL BOLLETTINO Attualmente ci sono 63 pazienti in area sub-intensiva, 7 che lottano per la vita nelle Te-

rapie intensive e altri 16 negli ospedali di comunità (attivi solo quelli di Belluno e di Feltre). I nuovi positivi rimangono bassi e soprattutto al di sotto dei 50, ossia 46. Nelle ultime 24 ore, precisamente martedì sera, è morto un 64enne ricoverato in Rianimazione. Si tratta dell’ex sindaco di Rocca Pietore Massimo De Vallier.

IL FRONTE DEI VACCINI C’è grande apprensione anche sul fronte dei vaccini dopo che l’azienda farmaceutica Pfizer ha diminuito le scorte ad alcune regioni italiane, tra cui il Veneto. L’Usl 1 Dolomiti ha somministrato 8.466 dosi in

un mese (dato aggiornato alle 18.30 di ieri) ma, al momento, sta procedendo solo con le persone che devono concludere il ciclo vaccinale. Sospesi tutti gli altri. Oltre al personale sanitario sono stati raggiunti anche volontari Suem, donatori del sangue e altre categorie come amministrativi, tecnici, ad-

SUL FRONTE DEI VACCINI L’USL 1 DOLOMITI HA SOMMINISTRATO 8466 DOSI IN UN MESE, PER ORA CI SI CONCENTRA SOLO SUI RICHIAMI

detti pulizie e ristorazione facenti parte sempre dell’usl bellunese.

L’EFFICIENZA Soddisfazione anche da parte dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Belluno: «Questo è stato reso possibile per la stretta ed efficace collaborazione instauratasi tra l’Ordine, il Dipartimento di Prevenzione e i medici di medicina generale del gruppo di Cavarzano, ciascuno per le sue com-

petenze». E rappresenta, continua l’Ordine, «un plus organizzativo locale efficace nel raggiungimento dell’obiettivo “vaccinare il più alto numero possibile di cittadini” in relazione al rischio professionale o per età. Certo si tratta di una efficacia parziale per il cammino ancora da compiere, ma ad oggi non si è riusciti ad averla in nessuna altra provincia del Veneto».

CAMBIO MEDICO

Nelle ultime ore l’Usl si è anche rivolta a tutti i pazienti della dottoressa Rosanna Dalla Rosa, andata in pensione il 31 dicembre e sostituita con incarico provvisorio fino al 24 gennaio dalla collega Margherita Prior. Per poter continuare ad usufruire del Servizio Sanitario Nazionale devono scegliere un nuovo medico di medicina generale collegandosi al link https://salute.regione.veneto.it/servizi/cerca-medici-e-pediatri. La scelta dovrà

ESPERTO Tullio Franceschi, affermato psichiatra, analizza gli effetti delle restrizioni sulle relazioni sociali

Lo psichiatra: «La mancanza di relazioni è un pericolo con cui dovremo fare i conti» L’ALTRO CONTAGIO BELLUNO «La mancanza di relazioni uccide: i provvedimenti adottati finora hanno creato le condizioni per un impoverimento economico di tutta la nazione ma, soprattutto, si sono imposti dei pericolosi abissi relazionali». È chiara e netta la posizione del dottor Tullio Franceschini riguardo agli effetti negativi delle restrizioni varate dal Governo per il contenimento del covid-19. La salute prima di tutto. Ma a quali condizioni? È il cosiddetto rovescio della medaglia già emerso anche in Italia e tradotto in aumenti degli accessi in Pronto soccorso per problemi psichiatrici e

gesti autolesionistici. Franceschini è psicoterapeuta, specialista in Psichiatria e in Criminologia clinica, già responsabile del Servizio psichiatrico, perito e consulente tecnico dei tribunali di Belluno e Treviso. Gli effetti di cui parla li vede ogni giorno nelle persone che visita.

TULLIO FRANCESCHINI: «I PROVVEDIMENTI ADOTTATI FINORA HANNO CREATO LE CONDIZIONI PER UN IMPOVERIMENTO»

NESSUNO È IMMUNE Una sofferenza prepotente che «si è manifestata con aumento dello stress, dell’ansia, dei disturbi del sonno, delle somatizzazioni, dei sintomi depressivi, delle difficoltà relazionali, dei sintomi psicotici». E ci rimettono tutti: positivi e negativi al covid-19, giovani e anziani. Nessuno è escluso. I primi, secondo Franceschini, hanno sofferto per «la malattia in sé» ma anche per «il terrore mediatico» cui hanno assistito. «Quest’ultimo, talvolta, è stato addirittura la causa indiretta del loro decesso – chiarisce – perché al posto di curarsi a casa si sono recati in massa negli ospedali, li hanno intasati, si sono contagiati se erano stati colpiti da altri mi-

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crorganismi e, inizialmente, sono stati sottoposti a cure inappropriate da parte di medici che non sapevano ancora come agiva il virus». Dietro di loro si trovano le persone che non si sono ammalate ma che hanno sofferto in egual misura per «la paura del contagio, la chiusura delle scuole, la perdita del lavoro, l’isolamento, la privazione della libertà e delle attività che arrecavano loro piacere».

CAMPANELLI D’ALLARME Questo ha creato una rarefazione pericolosa delle relazioni di cui ci si prendeva cura proprio nei luoghi che sono stati chiusi. Gli adolescenti «hanno bisogno di incontrarsi, di confrontarsi, di scontarsi» ma sono stati «costretti a restare giornate intere in casa, a trascorrere il tempo con una delle tante forme di realtà virtuale che hanno a disposizione». I bambini, invece, «si stanno rappresentando una realtà in cui è


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Primo Piano

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Nascono a Sedico i super frigoriferi per conservare il vaccino a -80 gradi La Imap, dopo il via libera dell’Ema a Pfizer, `Una decina i nuovi dipendenti assunti in azienda: ha aumentato le commesse in Italia e all’estero la Val Belluna si conferma la patria del Freddo

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TECNOLOGIA

SAN MARTINO L’ospedale di Belluno inizia a vedere la luce al termine della seconda ondata. Ma nelle strutture dell’Usl rimangono ancora ricoverati dei pazienti positivi al virus.

poi essere comunicata all’indirizzo mail cambiomedico@aulss1.veneto.it con il seguente oggetto “Cessazione dr.ssa Prior”, indicando nome, cognome, luogo, data di nascita, indirizzo di residenza, codice fiscale dell’assistito e il nome del medico di assistenza primaria prescelto. Allegare anche copia del documento d’identità e della tessera sanitaria. Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA

SEDICO La Val Belluna si conferma la patria del Freddo. Un comparto che, stando ai numeri delle assunzioni degli ultimi mesi, non ha sofferto la pandemia. E proprio qui, a Sedico, alla Imap, nascono anche i frigoriferi criogenici, quelli che garantiscono di mantenere le temperature necessarie per la conservazione dei vaccini. Un’eccellenza del territorio che durante la pandemia può contribuire alla delicata fase due della vaccinazione. Produrre i frigoriferi necessari per la gestione dei vaccini Pfizer per il Covid-19. E a seguito dell’approvazione del vaccino da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (l’Ema) sono aumentate le commesse per questo particolare frigorifero ed anche per altre versioni. Come noto, la temperatura necessaria alla conservazione delle dosi deve essere molto bassa. La corretta conservazione dei vaccini richiede un livello di –80 gradi. Poi, per la soluzione di Moderna potrebbe essere sufficiente raggiungere una temperatura di circa –20 gradi. A produrre questi particolari frigoriferi criogenici medicali c’è anche la Imap srl di Sedico. Un’azienda che da anni produce questo modello di frigoriferi criogenici ora così necessari per battere la pandemia. Flavio Mares è l’amministratore di Imap.

ESPERIENZA «Produciamo da anni – spiega - questo particolare frigorifero sia come prodotto finito funzionante, con progetto fornito dai clienti, ma forniamo anche la sola struttura sulla quale i clienti applicano la loro motorizzazione«. Fabio Carraro, invece, è il responsabile del reparto nel quale si producono i frigoriferi medicali. «Ne realizziamo

ta” di Torino, i ricoveri per tentativi di suicidio sono cresciuti di cinque volte. Mentre al “Bambin Gesù” di Roma, a seguito della seconda ondata, sono aumentati gli accessi in Pronto soccorso per problemi psichiatrici e gesti autolesionistici. Difficile pensare che in una realtà come quella Bellunese il fenomeno, fatte le debite proporzioni, non esista.

LE COLPE

normale e giusto essere obbligati a indossare sempre una mascherina, a lavarsi in continuazione le mani, a ubbidire a opinioni che contrastano con quanto sentono e vedono, a rinunciare alla libertà e a mantenere le distanze». Per il dottor Franceschini sono già emerse le prime avvisaglie. In ottobre il numero delle persone che si sono tolte la vita in Giappone ha superato quello dei morti per coronavirus. Nel 2020, all’ospedale “Regina Margheri-

«Le richieste di aiuto non sono per ora significative – specifica Franceschini – perché le persone sono ancora terrorizzate, non escono di casa, razionalizzano i loro sintomi attribuendoli alla situazione sanitaria, che in parte li causa ed in parte li aggrava, e non chiedono aiuto pensando che passeranno». Non c’è una soluzione a tutto questo ma solo un consiglio: «Pretendere che siano rispettati i diritti costituzionali e che l’epidemia venga affrontata in modo più scientifico. Le autopsie, ad esempio, non sono incentivate e quindi non sappiamo quanti sono i morti a causa del coronavirus e quanti quelli che muoiono per altre cause». E conclude: «La politica ha del tutto sottovalutato le implicazioni dei provvedimenti ed ha agito senza cuore». DP © RIPRODUZIONE RISERVATA

IMAP L’azienda è leader della costruzione di frigoriferi per uso industriale. In crescita le commesse nel settore medicale

«PRODUCIAMO DA ANNI QUESTE PARTICOLARI CELLE: O FINITE O COME STRUTTURE DA MOTORIZZARE» «LA PANDEMIA HA RALLENTATO LA RISTORAZIONE MA HA SPINTO IL COMPARTO MEDICALE»

ISTRUZIONE BELLUNO Con la fine del mese di gennaio, per le scuole superiori del Veneto e quindi anche per quelle bellunesi termina anche la lunga esperienza della Didattica digitale integrata. Con lo scadere dell’ordinanza regionale del 4 gennaio 2021 ed in base alla nota dell’Ufficio Scolastico regionale del Veneto di martedì 26 gennaio, le scuole di questo ordine possono riprendere le attività didattiche con la presenza del 50% degli iscritti. Per molti è la fine di un periodo durato fin troppo a lungo e che ha lasciato sul tappeto una serie di fatiche, disagi ed insofferenze. Molto più pesanti e gravi rispetto ad un anno fa. Soprattutto perché l’esperienza dello scorso anno scolastico era un’assoluta novità che tutti credevano sarebbe stata episodica. La sua riproposizione quest’anno ha invece fatto capire che non c’era nessuna garanzia che essa sarebbe stata decisiva per garantire una presenza sicura e definitiva a scuola. Ed in nome dell’autonomia, ogni scuola ha deciso autonomamente come organizzarsi per garantire la presenza del 50% degli studenti. Qualche

di due tipologie – aggiunge - sia per impianti ad azoto che per impianti tradizionali, a loro volta divisi tra statici o ventilati, ad uno o due stadi». Il principale mercato per questi macchinari è quello europeo ma ultimamente la Imap è stata contattata anche da aziende nazionali. Per questo settore, medicale, ospedaliero e per impianti di laboratorio i mercati principali di Imap sono quello olandese e tedesco. «Ma da poco – spiega ancora Mares abbiamo richieste anche a livello nazionale. La pandemia ha di fatto rallentato la produzione di frigoriferi per il settore HoReCa, per hotel, ristoranti e bar, ma ha accresciuto gli investimenti per

la ricerca nel settore medicale permettendo ad aziende che come Imap operano da anni in questi settori di vedere una crescita delle commesse. Alcune aziende cercano di convertire la propria produzione ma non sono settori nei quali ci si improvvisa perché il livello qualitativo di prodotto e di servizio richiesti è decisamente elevato; non basta avere un buon progetto e buoni macchinari ma serve soprattutto avere personale formato ed attento anche ai più piccoli dettagli».

NUOVE ASSUNZIONI Il che ha consentito all’azienda sedicense di assumere una

Ritorno in aula: «Sulle modalità valutano le scuole»

DISTANZIAMENTO Ogni scuola può decidere quanti alunni far rientrare

scuola ha creato i gruppi in base agli indirizzi, altre hanno diviso Biennio e Triennio, altre ancora hanno scelto di privilegiare le classi Prime per le quali sempre e comunque è prevista la presenza a scuola. Alla fine, naturalmente, tutto dovrà essere fatto in modo che la percentuale di

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presenze prevista sia rispettata. Una volta giunti nella scuola semi-vuota, ragazzi ed insegnanti continueranno comunque a rispettare i protocolli circa il distanziamento, l’uso delle mascherine e la pulizia della mani. Di pari passo e a sostegno del ritorno a scuola, Dolomitibus ha

(Quickservice/Caberlotto)

decina di persone. «Abbiamo già commesse – spiega Mares per tutto il 2021. Sappiamo inoltre che alcuni dei nostri clienti stanno chiudendo contratti importanti che ci porteranno nuovi ordini. Dopo un paio d’anni di rallentamento delle vendite speriamo davvero in una ripresa consolidata. Pur mantenendo la nostra caratteristica di azienda di terzismo, e quindi non arrivando direttamente sul mercato col nostro marchio, possiamo dire che siamo parte attiva della lotta al Covid e di questo in Ima ne siamo tutti consapevoli e fieri». Egidio Pasuch © riproduzione riservata

messo in campo forze maggiori: sia in termini di mezzi, sia di uomini. I pullman pronti a mettersi in strada sono 18, ma in questa prima fase, cioè con il 50% di presenze, saranno solo 13; la flotta supplementare sarà in campo completamente quando - e se – le presenze saranno portate al 75%. In aggiunta sono previsti anche dei controllori nel piazzale della stazione di Belluno sia a Feltre. Il piano che ciascuna scuola appronterà per il rientro in programma da lunedì prossimo è l’ennesimo. Durante l’estate, in previsione di una presenza al 100%, gli Istituti avevano sistemato ogni classe in base alla capienza di ciascuna aula, prevedendo ingressi ed uscite separate per ciascun gruppo, suddividendo l’itera popolazione scolastica in contingenti che non venissero a contatto fra di loro. A tanta attenzione per assicurare l’avvio delle lezioni di settembre con il rispetto delle norme, tuttavia, non erano corrisposti altrettanti interventi per garantire la medesima sicurezza nei trasporti. Ecco perché il supplemento di mezzi a disposizione e di controllori a terra sembra la strada giusta da percorrere e rivelarsi fondamentale. Giovanni Santin © riproduzione riservata


V

Primo Piano

IL CASO CAMPOSAMPIERIO Entra in ospedale a Camposampiero, negativo al Covid, per sottoporsi a un intervento chirurgico ortopedico per ridurre il grado di disabilità di cui soffre, ma dopo essere stato in sala operatoria e dopo aver trascorso due giorni di monitoraggio in terapia intensiva, quando torna in corsia si scopre positivo, tanto da essere trasferito al Covid hospital di Schiavonia. «Com’è possibile che una persona venga infettata in ospedale perché viene permesso a persone contagiate di accedere ai reparti non Covid?», chiede, con una lettera inviata al governatore Luca Zaia, una cittadina di Noale (Venezia), compagna di S.V., residente a Vigonza che a Camposampiero è stato operato per l’inserimento di una protesi al bacino, necessaria a recuperare in parte dalla difficoltà di deambulazione. Sul caso, sollevato ieri in diretta tv dal Gazzettino nel consueto punto stampa sulla situazione della pandemia, il presidente della Regione ha disposto verifiche puntuali, assieme all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin.

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Contrae il virus in ospedale «Un positivo era in ortopedia» Veneziana scrive al presidente Zaia: il suo compagno si è contagiato a Camposampiero `

«Si è sottoposto a quattro tamponi prima di entrare ed erano tutti negativi. Come è potuto succedere?»

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IL CASO L’ospedale di Camposampiero. Una veneziana ha denunciato che il suo compagno è rimasto contagiato nel reparto di ortopedia dove era stato ricoverato per un intervento chirurgico. È stato poi trasferito a Schiavonia Indagini della Regione

APPROFONDIMENTI Ieri, quando ormai si era fatta sera, la Regione ha fatto sapere di aver già ricevuto la segnalazione e che l’Ulss euganea si è già attivata anche con audizioni del personale medico e paramedico per ricostruire il percorso del paziente e cercare di comprendere cosa sia accaduto. Che qualcosa sia andato storto lungo la degenza, appare comunque evidente. «Prima di entrare in ospedale per l’intervento – spiega la signora – il mio compagno era stato sottoposto a ben quattro tamponi in successione, tutti risultati negativi: due li aveva fatti all’ospedale di Schiavonia e due a Camposampiero, dov’è arrivato il via libera al ricovero per sottoporsi all’intervento. È stato operato, poi è andato due giorni

L’UOMO È STATO PORTATO NELLA STRUTTURA DI SCHIAVONIA INDAGINI IN CORSO DELLA REGIONE

in terapia intensiva, quand’è tornato in corsia a sorpresa si è scoperto contagiato. Com’è possibile? È chiaro che il virus è stato portato da fuori».

TRASFERITO Proprio perché riclassificato come paziente contagiato da coronavirus, S.V. già ieri pomeriggio è stato trasferito in ambulanza a Schiavonia che, com’è noto, è Covid hospital, non potendo restare a Camposampiero. I congiunti si sono già rivolti all’avvocato Augusto Palese per tutelarsi in ogni sede. «I fratelli hanno subito chiesto il referto che certifica la positività acquisita in ospedale, ma non è stato fornito e non si sa il perché – aggiunge la compagna –. È assolutamente necessario capire cosa sia successo, perché non può capitare e non deve ripetersi con altri pazienti in nessun ospedale dove ci si va per curarsi e non per ammalarsi. Ci auguriamo che la Regione chiarisca la situazione». A precisa domanda, Zaia ieri in tv non si è sottratto e con Lanzarin ha disposto immediatamente le verifiche interne al reparto, confermate dall’Ulss. Se ne attendono gli esiti. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA

I lutti

Se n’è andato Ettore Buggio di 63 anni, non ce l’ha fatta Elide Zoccarato

BRUGINE Ettore Buggio

TREBASELEGHE Elide Zoccarato

(N.B.-L.Ma) All’ospedale di Piove di Sacco si è spento Ettore Buggio, di Brugine, classe 1957. L’uomo originario di Piove, si era trasferito dopo il matrimonio con Silva Masiero a Brugine, in via Palù. La coppia ha un figlio, Andrea. Ettore Buggio era in pensione da qualche tempo e lo scorso anno aveva perso la moglie Silva per malattia. All’età di 91 anni è morta martedì all’ospedale di Camposampiero Elide Zoccarato, una vita da casalinga, vedova

dell’ingegnere Luciano Fiscon, deceduto cinque anni fa. La donna si era infortunata quasi due settimane fa in casa. La signora stava bene fino a quel momento, non era positiva al covid e non aveva particolari patologie. Solare, sempre disponibile con tutti, Elide era la spalla del marito, molto attivo e conosciuto in paese. «Papà - ricorda il figlio Gianni è stato un ingegnere libero professionista molto dinamico. É stato anche consigliere comunale ed ha partecipato

attivamente alla vita sociale e culturale del paese. Mamma è sempre rimasta a casa ma aveva un ruolo insostituibile per papà e per noi ragazzi. É sempre stata un punto di riferimento costante nella nostra vita». Elide Zoccarato lascia i figli Margherita, Anna e Gianni. Un grande dolore che ha dovuto sopportare è stata la scomparsa un paio di mesi fa del figlio Elmo Fiscon per un infarto. La famiglia è convinta che Elide si sia spenta anche con il covid, non solo però a causa del virus.

Centro anziani libero dal Coronavirus «Entro una settimana ospiti immuni» LA SITUAZIONE MONSELICE Il Centro Servizi per Anziani di Monselice è covid free. La seconda ondata, che pure non ha risparmiato alla struttura di via Garibaldi il dolore di perdere qualche ospite e le difficoltà dovute alla gestione dell’emergenza, pare finalmente essere stata frenata, anche grazie alla tempestiva risposta data in termini di cura, tutela e prevenzione fornita dalla direzione. A darne notizia sono il presidente della struttura, Paolo Belluco, e il direttore sanitario Francesco Lunghi. «Ad oggi la struttura è nuovamente libera da contagi sia in riferimento agli ospiti che al personale dipendente – spiega il presidente Belluco facendosi portavoce del consiglio di amministrazione del Csa - Purtroppo, anche in questa seconda ondata, abbiamo dovuto affrontare il decesso di qualche ospite. Con di-

spiacere cogliamo l’occasione per porgere le più sentite condoglianze alle famiglie che hanno sofferto il lutto di un loro caro. Un particolare ringraziamento all’impegno del personale della casa di riposo che si è dimostrato ancora una volta encomiabile ed amorevole». La prima ondata, nella pri-

A MONSELICE PROSEGUE LA CAMPAGNA DEI RICHIAMI: «COINVOLTI DEGENTI E OPERATORI» NESSUN RITOCCO DELLE RETTE IL PRESIDENTE: «PICCOLO SEGNO DI VICINANZA ALLE FAMIGLIE»

mavera scorsa, era costata alla casa di riposo monselicense una trentina di vittime. E anche se con la seconda ondata non si è arrivati a un bilancio tanto tragico, l’aver finalmente riportato la struttura a una condizione di assenza di casi positivi tra il personale e gli ospiti permette ora di proseguire le attività quotidiane con maggiore serenità. Intanto il percorso vaccinale sta procedendo come da programma e nella giornata di martedì scorso è stato eseguito il secondo richiamo per una parte degli ospiti ed operatori della struttura. «Sono state somministrate 90 dosi di richiamo del vaccino PfizerBioNTech tra ospiti e operatori – ha fatto sapere il direttore sanitario Francesco Lunghi – Si prevede di chiudere il ciclo di vaccinazione di richiamo per venerdì della prossima settimana».

I RICHIAMI Entro i primi giorni di febbraio, quindi, il percorso di co-

pertura sarà completato con i restanti ospiti ed operatori. E dopo cosa accadrà? Anche nelle prossime settimane continuerà il percorso di monitoraggio e controllo della salute degli ospiti, nell’ottica di proteggerli dal rischio di contagio. Ora che struttura è covid free, infatti, la volontà comune è che continui ad esserlo. Per questo la struttura è ancora chiusa alle visite: l’accesso dei familiari e visitatori alla struttura è tuttora strettamente contingentato e viene autorizzato su richieste motivate. Chi accederà alla struttura sarà inoltre sottoposto al test rapido antigenico prima di poter prendere contato con utenti o dipendenti. Tra le altre disposizioni in vigore ormai da qualche mese, c’è quella relativa ai fornitori, che non hanno accesso all’interno della struttura. Tutto il materiale in consegna viene infatti lasciato nel cortile e spostato poi dagli addetti del centro.

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IL DIVIETO Visite ancora “contingentate” all’interno della Rsa

Ora che la fase emergenziale è passata e che la situazione all’interno del Csa è tornata ad essere “ordinaria”, seppure appunto con la quotidiana adozione di tutte le misure volte a garantire la salute e la tutela degli ospiti e degli stessi operatori, è il momento di guardare al futuro. Il consiglio di amministrazione del Centro Servizi per Anziani, con delibera assembleare approvata nello scorso mese di dicembre, ha

deciso di non apportare variazioni alle quote di residenzialità a carico degli ospiti per l’anno 2021. «La decisione, condivisa da tutto il Consiglio, - fa sapere il presidente Belluco - è stata assunta nella consapevolezza che, in questo momento di difficoltà per tutte le famiglie, possa essere un piccolo segno di vicinanza e condivisione». Camilla Bovo © RIPRODUZIONE RISERVATA


XXIII

La posta dei lettori

Lettere L’INTERVENTO

Salvare i giovani da ansia e paura Più il tempo passa, più è chiaro a tutti che, finita l’emergenza, conteremo un numero enorme di effetti collaterali causati dal Covid19. Sotto le macerie dell’Italia che verrà, c’è il pericolo concreto di non trovare solo l’economia e il lavoro, ma un’intera generazione di adolescenti che, nel silenzio più totale, si sta lasciando andare all’angoscia e all’isolamento. A leggere i dati diffusi dall’Unità di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda ospedaliera di Padova sull’aumento esponenziale di ricoveri per autolesionismo e tentativi di suicidi tra i 13 e i 16 anni, c’è solo da riunire le migliori menti che da anni lavorano con l’età evolutiva e adolescenziale. Bisogna aprire un tavolo permanente che coinvolga

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

scuola, associazionismo, rappresentanze dello sport, della cultura, delle famiglie, di tutte le persone di buona volontà con l’obiettivo di varare un piano di emergenza che raccolga il grido d’allarme proveniente dagli esperti. È necessario, prima di tutto, scoperchiare il dramma che sta consumando ragazzi, spesso poco più che bambini e i loro genitori. L’incapacità di dialogo e di ascolto sta dando linfa a una situazione che non possiamo permetterci né di accettare né di lasciar dilagare. La soluzione esiste ed è a portata di mano: dobbiamo rimettere al centro la comunità e lasciare che i ragazzi

se ne facciano carico. In una parola, dobbiamo renderli autonomi e responsabili partendo dalla loro realtà quotidiana. Il lockdown ci ha fatto capire quanto sia importante tornare alla vita reale, parlarsi tra vicini di casa, tra colleghi, tra familiari, far sì che i nostri giovani vivano il loro Comune, si impegnino nel sociale, nello sport, nella solidarietà, nella sagra del paese, in parrocchia o in un progetto della loro scuola. È qui che si forma la loro identità di futuri cittadini, il senso di appartenenza a una rete solidale che, già in altre occasioni di crisi, ha dimostrato di poter

funzionare. L’angoscia che spinge questi ragazzini a tentare il suicidio, a compiere atti di autolesionismo o a chiudersi in un mondo irreale fatto di social o di videogiochi, nasce spesso dall’assenza di comunicazione che colpisce le famiglie sempre più provate dalle preoccupazioni. Ma, soprattutto, si rinforza con il senso di solitudine, la percezione di non sentirsi utili a qualcosa, l’apatia verso un futuro che li illude senza farli sognare, la mancanza di una comunità che sappia valorizzare le capacità dei singoli, qualunque esse siano.

amministratori, non possiamo voltare lo sguardo: abbiamo il dovere di prendere sulle spalle il vuoto che li ha inghiottiti e di riempirlo con contenuti seri, esempi di vita reale, comportamenti volti a rendere autonomi i nostri figli dando loro fiducia e responsabilità. Dobbiamo riportarli al centro dell’impegno civile, a scuola, nel Comune di provenienza, a casa. È il momento di ripartire da loro. Padova, capitale della solidarietà, dell’associazionismo e del volontariato ha gli anticorpi per riuscirci. Fabio Bui Presidente della Provincia

PIOVESE

L’appello dal Canile di Rubano

Una famiglia per Kira che ha bisogno di cure

Frmacie CITTÁ fino alle 21: MIANI - via Montà 110/B, 049 713066; DE PANTZ - corso Vittorio Emanuele 100, 049 8802722; COMUNALE SAN LORENZO - via Petrella 6 (Arcella), 049 606173. `Aperta fino alle 24: ALTINATE - via Altinate 42, 049 8758775. `Aperta 24 ore su 24: SAVONAROLA - piazzale Mazzini 29-30, 049 8718820. Guardia medica: tel. 049 8214830. `Aperte

PADOVA REDAZIONE: Via Squarcione, 5 Tel. (049) 8756011 - Fax (041) 665174 E-mail: padova@gazzettino.it

CAPOCRONISTA:

Egle Luca Cocco VICE CAPOCRONISTA: Antonio Bochicchio REDAZIONE: Marco Aldighieri, Maria Grazia Bocci, Mauro Giacon, Luca Ingegneri, Marina Lucchin, Claudio Malagoli, Giovanni Piva, Lisa Rizzo, Claudio Strati, Donatella Vetuli

Per questo dobbiamo fare in modo che la crisi diventi un’opportunità per recuperare il senso della vita, riscoprire l’importanza della natura, dell’impegno, dell’etica civile, dei rapporti umani veri. La sfida è quella di tirare fuori il meglio di ogni singola persona senza lasciare indietro nessuno. Dobbiamo stanare i giovani dal guscio dove noi genitori, per ansia o paura, li abbiamo spesso e volentieri confinati. Quando un ragazzo di 13 anni arriva a pensare di togliersi la vita o una bambina di 10 anni si uccide per un gioco nei social, abbiamo toccato il fondo senza nemmeno accorgerci. Come genitori, come

Kira è una dolcissima e sfortunatissima Amstaff di 4 anni che è stata abbandonata in canile. Ha avuto, e ha ancora, dei gravi problemi articolari. I volontari della Sezione LNDC di Padova stanno facendo di tutto per farla stare bene, ma la cosa di cui questa bellissima cagnolona ha più bisogno è una famiglia che si prenda cura di lei. Chiunque voglia accogliere Kira nella sua casa può contattare il 347.9826858 o scrivere a nicolek.LNDC@gmail.com.

Il 25 Gennaio ha raggiunto la sua adorata Paola nella casa del Padre

Dott.

Guglielmo Giorgio Levis Ne danno il doloroso annuncio la sorella, i nipoti, i pronipoti e i parenti tutti. La liturgia eucaristica verrà celebrata sabato 30 Gennaio alle ore 11.00 nella chiesa della Madonna dell’Orto. Si ringrazia fin d’ora chi parteciperà alla cerimonia.

10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00

Venezia, 28 gennaio 2021

800.893.426

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`Fino alle 19.30 di oggi: VIGOROVEA

DI SANT’ANGELO DI PIOVE - Vigorovea via Da Vinci 1/E, 049 9705775. `Dalle 19.30 di oggi alle 19.30 di sabato 30: CORTE DI PIOVE DI SACCO - Tommasi d.ssa Antonella - via Provinciale 34, 049 9717141.

ALTA PADOVANA 24 ore su 24: SAN PIETRO IN GU - Lucatello, via Vittorio Emanuele II 1, 049 5991100; LOREGGIA - Alla Madonna dr Toniato e Bailo, via Aurelia 16, 049 9301902; BARBARIGA DI VIGONZA - Al Borgo, via Ariosto 16, 049 8308296. `Aperte dalle 9 alle 22: SAN GIORGIO IN BOSCO - Lancini, via Valsugana 130, 049 5996004; CAMPODARSEGO Pedrina, via Antoniana 187, 049 5564010. `Aperte

CINTURA URBANA

BASSA PADOVANA

`Aperta 24 ore su 24: MONTEGROT-

`Aperte 24 ore su 24: MONSELICE -

TO TERME - Alle Terme, viale Stazione 5, 049 793395. `Aperte fino alle 21: LIMENA - San Felice, via Ponterotto 148/D, 049768482; NOVENTA PADOVANA - Perin Snc, via Noventana 82, 0498932726; SACCOLONGO - San Benedetto, via Colli Euganei 39, 0498016171; BERTIPAGLIA DI MASERÁ - piazza Bertipaglia 15, 0498868461.

Giovannoli, via Roma 6, 0429 72221; CARCERI - Annostini, via Roma 44, 0429 619422; GALZIGNANO - Boschi, via Roma 56, 049 9130057. `Aperte fino alle 21: TERRASSA PADOVANA - Destro, piazza Romano 8, 049 9500947. `Sabato e festivi (orario non notturno): ESTE - Levorato, via Salute 49, 0429 4225.

Il giorno 26/01/2021 ci ha lasciati per sempre

Il giorno 27 Gennaio amorevolmente assistita dai suoi cari cessava di vivere dopo una vita dedicata alla famiglia

Genesio Bruno Sciarretta Lo annunciano con tanto dolore: la moglie Marta, i fratelli Pino e Felice, i nipoti carissimi, i cognati e i parenti. Ricorderemo sempre la sua semplicità e la sua disponibilità d’animo nei confronti di tutti. Ciao Bruno

Giannina Semenzato ved. Dainese

Ne danno il doloroso annuncio i figli Patrizia e Paolo.

I funerali saranno celebrati il giorno sabato 30/01/2021 ore 11:00 presso la chiesa di Santa Maria di Lourdes in Via Piave Mestre.

I funerali avranno luogo Sabato 30 c.m. alle ore 9,00 nella Chiesa Parrocchiale di S. Pio X - Marghera

Mestre, 28 gennaio 2021

Mestre, 28 gennaio 2021


III

Primo Piano

Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

Da lunedì 600 corse scolastiche con 260 bus: 100 saranno privati Actv e Atvo hanno rimodulato il servizio per l’utenza: `Coordinamento con ufficio scolastico e prefettura addetti per prevenire assembramenti nei punti critici Un questionario per valutare la domanda di mobilità `

TRASPORTI VENEZIA Duecentosessanta autobus e una quarantina di steward, affiancati dal gruppo dei controllori in servizio ordinario. Actv ha pronto il piano per il trasporto delle migliaia di studenti che da lunedì ritorneranno a prendere i mezzi, per andare e tornare da scuola: 600 corse scolastiche al giorno. Di fatto si riparte da quant’era stato preparato alla fine dell’anno scorso in vista dell’ipotizzata ripresa della didattica in presenza, seppure dimezzata, dal 7 gennaio, prima che il governatore Luca Zaia decidesse di rinviarla al 1. febbraio, confidando nel “rientro” dell’ondata d’urto della pandemia. Ora è giunto il momento di riprendere in mano le linee guida definite un mese fa, già concertate al tavolo tecnico con il prefetto a cui il governo aveva demandato la responsabilità di indicare alla Regione (e questa allo Stato, per i finanziamenti), una riorganizzazione del servizio che tenga insieme l’esigenza degli studenti di muoversi e il rispetto delle misure di sicurezza anti contagio, per cui la capienza dei mezzi è limitata al 50%.

I PUNTI DEL PIANO

ro creando illusioni inutili. E sbaglia pure chi definisce la nostra lettera ai sindacati un ricatto: con la massima trasparenza, c’è l’assoluta volontà di condividere un percorso tecnico sicuramente difficile, ma urgente, che richiede un grande senso di responsabilità e di onestà intellettuale». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il piano si fonda su tre cardini: Actv aggiunge una ventina di autobus suoi; come già a fine estate scorsa, arrivano in supporto le aziende private che mettono 100 autobus; gli steward saranno dislocati nelle cittadelle scolastiche, di Bissuola e della Gazzera, ma anche nei punti nevralgici della mobilità cittadina, da piazzale Roma alla stazione ferroviaria, fino a piazzale Cialdini, per sorvegliare che non ci sia-

TRASPORTI Saranno messi in campo degli steward per prevenire assembramenti

no assembramenti dentro e fuori dai mezzi. Una prova di fuoco, da cui si attendono segnali importanti anche in vista dell’ipotizzato aumento della didattica in presenza al 75% - tre classi su quattro in presenza, a rotazione – prevista tra un paio di settimane. Per predisporre il piano, a metà dicembre i presidi avevano chiesto agli studenti di rispondere personalmente, in forma anonima, a un questionario con otto domande utili a capire le esigenze e le richieste sulla fruizione del servizio di trasporto pubblico e a mappare gli spostamenti, sia di quanti si muovono in città, che di quanti provengono dalle località della prima cintura urbana o da altri comuni della provincia. Alla fine sono arrivate circa 13 mila risposte che l’azienda ha considerato per apportare modifiche, spostamenti o integrazioni e predi-

sporre collegamenti migliori. Dunque ogni giorno sono 600 le corse scolastiche, che non sono corse riservate solo agli studenti, ma corse ordinarie lungo le linee ordinarie, per tutta l’utenza, anche con la possibilità di scendere. Al termine del servizio scolastico, una parte degli autobus impiegate per queste va a supportare le linee più impegnative (ad es. il 2 e il 4L, tra le più affollate in tempi normali), mentre altri rientrano in deposito a disposizione per necessità.

SI DOVRA’ VALUTARE L’IMPATTO DELLA FLOTTA PUBBLICA MESSA IN CAMPO SUL TRAFFICO CITTADINO NELLE ORE DI PUNTA

L’aspetto critico del piano su cui si accendono i fari e su cui lunedì potrà già dare qualche indicazione, riguarda l’impatto sul traffico: anche se ci sono alcune diversificazioni degli orari d’ingresso, in generale però esclusa per problemi sullo svolgimento della didattica e perché con la conseguente positicipazione delle uscite i ragazzi non hanno mense o bar dove mangiare, i 260 mezzi dovranno muoversi tutti insieme: c’è da capire quanto l’impiego simultaneo di questa “super flotta” inciderà sul traffico cittadino che potrebbe risentire, in centro e nelle principali direttrici di spostamento, di un numero mai così alto di autobus in circolazione assieme.

VENETO ORIENTALE Centosessanta corse per trasportare nelle scuole superiori del Sandonatese 6 mila studenti.

In questo modo da lunedì Atvo affronterà il ritorno in aula per gli studenti delle scuole di secondo grado. Inevitabilmente il servizio sarà organizzato per tutto ciò che comporta la prevenzione al Covid-19. Per questo ci saranno 10 vigilantes (non armati) che saranno impiegati con altre dipendenti dell’Azienda di trasporto di Atvo con il compito di evitare assembramenti. In particolare saranno posizionati nelle autostazioni (San Donà, Portogruaro e Jesolo) ma anche nei punti di arrivo agli istituti di San Donà, Portogruaro e Jesolo. Alcune di queste figure di controllo saranno presenti anche a Caorle, Oderzo, Mestre e San Stino. L’Azienda ha già assicurato che la loro presenza sarà discrete e non invasiva e servirà per il rispetto delle regole. Ogni giorno tra le 6.30 e le 8 saranno allestite 160 corse, mentre ogni bus come da normativa, potrà avere un’occupazione pari al 50% della capienza, ovvero una media di 40 persone per ogni autobus tenendo conto della capienza che varia in base ai modelli di autobus utilizzati. «L’impegno dell’Azienda è massimo – ribadisce il direttore di Atvo, Stefano Cherchier - parallelamente per evitare gli assembramenti ai punti vendita, invitiamo caldamente ad utilizzare i sistemi online per l’acquisto dei biglietti o per il rinnovo degli abbonamenti. Atvo sta mettendo in campo il massimo degli sforzi e continueremo così, perché il nostro impegno verso la collettività è sempre stato massimo: ma c’è la necessità di una collaborazione da parte di tutti. Aiutarsi significa riuscire a superare, assieme, questo momento, senza arrivare alle situazioni estreme della scorsa primavera». Alvise Sperandio Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

La ripartenza Il ritorno in classe LA RIPARTENZA VENEZIA In molti istituti supe-

riori il piano di rientro con la metà degli studenti a scuola, era già pronto a inizio gennaio, in occasione di quello che, per il Veneto, era stato un falso allarme di ripartenza delle lezioni in presenza. Alcuni dirigenti, però, si sono ritrovati a dover rifare tutto, stravolgendo ancora una volta turni e orari. È il caso, per esempio, degli istituti dei due grandi poli scolastici di Mirano e Dolo, che hanno dovuto adeguarsi alle esigenze dell’azienda di trasporto chiamata, come tutti, a garantire il massimo distanziamento. Le indicazioni sono arrivate in occasione della conferenza di servizio di ieri pomeriggio. La dirigente del Majorana-Corner, Monica Guaraldo, è stata informata dall’Ufficio scolastico del fatto che il piano trasporti ha evidenziato criticità sul distretto di Dolo e Mirano. «In occasione del coordinamento tra istituzioni, Avm ha spiegato che, per evitare sovraffollamento, è necessario uno scaglionamento con ingressi alle 8 e alle 9.30». Il liceo di Mirano, anche a causa dei suoi numerosi iscritti, aveva da tempo previsto lo scaglionamento degli in-

Il piano di rientro per le superiori Da rifare quanto deciso a inizio mese

MIRANO L’orario scolastico tutto da rifare per indicazione di Actv sugli ingressi scaglionati

gressi ma a distanza di un’ora, alle 8 e alle 9. E durante le vacanze di Natale aveva già elaborato il nuovo piano. Far slittare il secondo turno alle 9.30 significa dover stravolgere l’intero orario scolastico. E il rinvio di 30 minuti rende ancora più difficile incastrare tra loro le lezioni degli insegnanti. È

ACTV HA CHIESTO LO SCAGLIONAMENTO DEGLI INGRESSI ALLE DUE CITTADELLE SCOLASTICHE FINO ALLE 9.30

probabile però che Actv abbia calcolato i tempi di una doppia corsa andata e ritorno con i mezzi a disposizione per la tratta. A Mirano e Dolo quindi si cambia tutto, di nuovo. E i tempi sono stretti «Stiamo rimettendo mano all’orario per adattarci alla disponibilità dei mezzi. È complicato incrocia-

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re le ore e riorganizzare i turni alla luce dei vincoli, ma ci rendiamo conto delle difficoltà: il quadro è critico per tutti, ed è impossibile fare diversamente in due cittadelle scolastiche, come quelle di Mirano e Dolo. Ripartiremo quindi con un nuovo assetto organizzativo». Nel capoluogo non sono arrivate indicazioni particolari da Actv. Il dirigente dell’Itis Zuccante di Mestre, Marco Macciantelli, ieri ha ufficializzato il nuovo orario e la nuova organizzazione, sulla base delle indicazioni della Regione e dell’Ufficio scolastico regionale. Il nuovo piano prevede un range temporale di ingressi tra le 7.55 (per le classi seconde, quarte e quinte) e le 8.45 per tutte le altre. È prevista inoltre la presenza al 50% di ogni classe, su turni di due settimane, per adeguarsi all’ordinanza che prevede quarantena e test di controllo in caso di “presenza di un positivo in una classe”. «Si prospetta un ulteriore nuovo inizio - conclude il preside - Confidando, ancora una volta, nella collabora-

zione di tutti, un sincero ringraziamento a ciascuno per un impegno senza il quale l’incessante sperimentazione in atto non sarebbe stata neppure immaginabile». Al Barbarigo di Venezia l’orario era già stato riorganizzato a inizio gennaio e non essendo arrivate nuove particolari prescrizioni da Avm e Usr, il piano resta valido. La preside Rachele Scandella ha previsto, per tre settimane, la presenza a scuola del 50% degli studenti, una classe su due: due giorni in presenza garantite a tutte le classi, 3 per le quinte e il prime. Anche il liceo Stefanini di Mestre conferma gli orari di inizio gennaio e rinnova quanto era già stato comunicato con la circolare del 30 dicembre. La dirigente Mirella Topazio aveva previsto turni con presenza al 50%. Con metà studenti a scuola non era emersa, dialogando con Avm, la necessità di scaglionare gli ingressi, cosa invece prevista dall’istituto a settembre quando la dad non era prevista e i ragazzi andavano tutti a scuola. «Nella nota congiunta di Regione e Ufficio scolastico si suggerisce espressamente di effettuare turnazione settimanale - chiarisce la dirigente Mirella Topazio -, organizzazione che avevamo già predisposto per gennaio». Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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del NordEst

ANNO 135- N° 23

VENEZIA MESTRE

Giovedì 28 Gennaio 2021

Venezia Rimorchiatori “sfrattati” A rischio l’attività del Porto Trevisan a pagina IX

Il libro La calunnia antisemita smascherata nel Polesine

www.gazzettino.it

Coppa Italia L’Atalanta in dieci batte la Lazio la Juve non sbaglia contro la Spal

Marzo Magno a pagina 16

A pagina 20

Veneto verso il giallo, il Friuli arancione (ma spera) `Zaia: «Seconda regione

con indice Rt più basso» Fedriga: «Nostri dati buoni» Il Veneto e almeno altre due regioni di nuovo in giallo e, forse, nessuna in rosso. Il Friuli a rischio proroga dell’arancione. A meno di 48 ore dal nuovo monitoraggio settimanale che gli esperti della cabina di regia illustreranno venerdì pomeriggio, è questa la “geografia dei colori” che va delineandosi per l’inizio di febbraio. Da domenica o da lunedì infatti, in base ai dati del monitoraggio

raccolti tra il 18 e il 24 gennaio Veneto, Lazio e Liguria potrebbero abbandonare l’arancione. In Veneto i dati sono ormai in discesa da giorni. «Questa settimana spiega il presidente Zaia - la nostra è la seconda regione in Italia con Rt più basso (0,62). Ho ragionevoli speranze che si possa arrivare alla zona gialla». Per il Friuli invece si prospetta una conferma dell’arancione. «I dati sicuramente sono in linea con uno scenario di zona gialla. La scelta non è nostra, ma ipotizzo sia così», confida però il presidente Fedriga. Malfetano e Vanzan alle pagine 6 e 8

DATI In calo i contagi

La storia

Veneto

S. Stefano di Cadore fine dell’incubo: contagi quasi a zero

Riaprono le scuole, tre settimane al 50% poi si passerà al 75%

È la fine di un incubo per Santo Stefano di Cadore, che è stato l’epicentro del primo focolaio veneto della seconda ondata: oltre 100 positivi, in un paese di 2.400 anime. Oggi solo 5 in isolamento e 1 positivo.

«Lunedì riapriamo le scuole. È partita la lettera per aprire per tre settimane al 50%. Poi al 75%, se non cambia lo scenario epidemiologico». Lo ha annunciato il presidente Zaia.

Piol a pagina 6

Il caso Venezia

Cicutto: «Non bastano i ristori, alla città serve un’idea di futuro»

A pagina 7

Alda Vanzan

Governo, sale l’ipotesi Di Maio R M5S spaccati ma il nome del ministro potrebbe sbloccare la trattativa dopo i diktat di Renzi su Mes e Bonafede

`

L’analisi

Una coalizione forte: se non ora, quando? Alessandro Campi iù volte s’è detto in questi giorni che gli italiani, in maggioranza, non hanno capito e non capiscono il senso della crisi istituzionale che ha portato alle dimissioni di Giuseppe Conte. Da qui l’accusa specifica a Matteo Renzi, che della crisi è stato l’architetto e l’esecutore, di aver agito in modo, al tempo stesso, incomprensibile e irresponsabile. Da qui l’accusa generale alla classe politica di trastullarsi con i suoi giochi di palazzo e di non pensare ai problemi degli italiani in un momento tanto tragico per la nazione. (...) Continua a pagina 23

P

«Ci divertiremo». Renzi ha confidato ai suoi di sentirsi di nuovo «pienamente in partita». Visti gli scarsi risultati di Conte nella caccia ai “volenterosi”, il leader di IV è certo che il destino dell’avvocato sia un’altra volta nelle sue mani. Nel frattempo, indica quale potrebbe essere l’approdo dopo un eventuale fallimento della trattativa sul Conte-ter: un esecutivo guidato da Di Maio. Anche se il Pd ieri ha votato all’unanimità per Conte e l’ipotesi spacca il M5S. Il primo step, secondo la road map immaginata da Renzi, dovrebbe però essere la trattativa con Conte. «Non sarà un confronto piacevole», dice uno dei suoi, «Matteo chiederà un radicale cambio di metodo, un nuovo ministro della Giustizia al posto di Bonafede e il sì al Mes. Dopo di che, se ci sarà stallo, si andrà su Di Maio o Franceschini o Gentiloni o la Cartabia». Ajello, Conti, Gentili e Pucci alle pagine 2, 3, 4 e 5

Treviso Una birreria al posto del centro disabili: coop condannata

ipensare Venezia, è possibile? Alla vigilia del genetliaco - 1600 anni il prossimo 25 marzo - la città si interroga sul futuro: desertificata prima dall’Aqua Granda e poi dalla pandemia, orfana dei milioni di visitatori che rendevano impercorribili le calli e adesso, assenti, costringono alla chiusura botteghe e pubblici esercizi, le categorie economiche si chiedono se mai si tornerà come prima. O se si dovranno rivoluzionare le fondamenta economiche. «Ne parlavamo anche un anno fa», rimarca il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto. Presidente, si è perso tempo? «La domanda ce la siamo posta anche a marzo, aprile, maggio dell’anno scorso: come usciremo da questa pandemia? Elaboreremo delle strategie per non essere legati a uno schema di sviluppo che se va in crisi manda in crisi tutto? Ecco, un anno dopo ci facciamo la stessa domanda».

Ca’ Robinia: 4,2 milioni alla Regione TREVISO L’ex discoteca doveva diventare una fattoria sociale.

Pederiva a pagina 11

E questo cosa vuol dire? «Che non abbiamo lavorato bene se continuiamo a porci la stessa domanda. Parlo di tutti: politica, amministratori, istituzioni culturali, imprese. Continua a pagina 17

Rovigo

Facebook

La truffa dei vip, “rubato” il profilo del sindaco di Mira

Uccide il marito poi tenta il suicidio Un giallo sulla ferita

La chiamano la “truffa dei vip”, una rete in cui è caduto quasi tutto il mondo delle celebrità dei social. Basta individuare un profilo popolare, copiare le sue foto e creare un nuovo account. Si richiede l’amicizia agli stessi contatti e, infine, si inviano dei messaggi privati: , “Invia dei soldi per...”. Ora è capitato anche al sindaco di Mira, Marco Dori, che ha presentato denuncia.

Lui è morto, ucciso dalle coltellate vibrate dalla compagna, lei ha poi tentato di togliersi la vita, inalando i gas di scarico della propria auto che aveva convogliato nell’abitacolo con un tubo. Sono ancora molti gli interrogativi irrisolti che aleggiano su tutta la drammatica vicenda avvenuta martedì sera a Polesella. Forse la gelosia potrebbe essere stata la scintilla del litigio poi sfociato in tragedia. L’unica certezza è la morte di Costantino Biscotto, 55 anni, originario di Cassano Magnago, in provincia di Varese. Campi a pagina 12

Tamiello a pagina 11 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111

D *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE D “Calendario Barbanera 2021” + € 2,90 D “Agenda del Leone 2021” + € 8,80 D “Almanacco Barbanera 2021” + € 6,90 D

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Giovedì 28 Gennaio 2021 www.gazzettino.it

I nuovi colori dell’Italia I NUMERI ROMA Almeno tre regioni di nuovo in giallo e, forse, nessuna in rosso. A meno di 48 ore dal nuovo monitoraggio settimanale che gli esperti della cabina di regia illustreranno venerdì pomeriggio, è questa la “geografia dei colori” che va delineandosi per l’inizio di febbraio. Da domenica o da lunedì infatti, in base ai dati del monitoraggio raccolti tra il 18 e il 24 gennaio Veneto, Lazio, Liguria potrebbero abbandonare l’arancione per raggiungere Campania, Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Trento e Toscana in zona gialla. Un gruppone a cui potrebbero aggiungersi in molte, ma in testa ci sono Emilia-Romagna, Marche e Sardegna, con quest’ultima interessata da un’operazione di rivalutazione dei parametri. Più lontano il Friuli Venezia Giulia. Per la certezza assoluta è presto ma, a leggere gli ultimi dati che parlano di un -4% a livello nazionale in termini di occupazione delle strutture ospedaliere, tutto sembra viaggiare nella direzione di un alleggerimento delle restrizioni diffuso.

Oggi le ultime verifiche ma la stretta si allenterà Il rosso potrebbe sparire Le Regioni hanno inviato i dati settimanali `L’ordinanza domenica o lunedì. È possibile che domani la decisione della cabina di regia nessuna zona sia nella fascia di rischio più elevata

`

I colori delle Regioni COM’È OGGI

COME POTREBBE ESSERE

Zona gialla

Zona Arancione

P. A. Trento

Valle d’Aosta

Zona gialla Zona Rossa

P. A. Bolzano

Possibile zona gialla

Zona Arancione

P. A. Trento P. A. Bolzano

Valle d’Aosta

Lombardia

LE PROMOZIONI L’indice Rt dello 0,62 fa tirare un sospiro di sollievo al governatore del Veneto, Luca Zaia: segno che la stretta natalizia prima e l’arancione poi, hanno suscitato l’effetto sperato. La stessa cosà può dirsi per il Lazio: sono in calo sia il tasso di incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti che i casi giornalieri quanto, soprattutto, il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei ricoveri ospedalieri. Vale a dire che non superano il 30 per cento di occupazione per le terapie intensive, il 40 per cento per i posti occupati nei reparti ordinari e che l’indice Rt è sotto uno. Quest’ultimo già attestatosi a 0,94 la scorsa settimana rende

Zona Rossa

Lombardia Friuli V. G.

Friuli V. G.

Veneto

Veneto

Emilia R.

Emilia R. Marche

Marche Liguria Piemonte

Abruzzo Molise

Liguria Piemonte

Toscana Umbria

Puglia

Toscana Umbria

Lazio

Abruzzo Molise Puglia Lazio

Campania

Campania

Basilicata Calabria

Basilicata Calabria

Sardegna

Sardegna

Sicilia

Sicilia L’Ego-Hub

ottimisti gli esperti della capitale. Un discorso simile riguarda anche la Liguria. E a sperare nel salto però c’è anche l’Emilia-Romagna che ha tutti i dati in calo eccetto l’occupazione dei reparti di terapia intensiva, che rimane stazionario attorno al 30%, pochissimo sopra la media nazionale. Situazione differente per Sardegna e Marche. Se per quest’ultima il governatore Francesco Acquaroli ha già annunciato un dossier per chiedere al governo di far tornare le Marche in zona gialla, per la Sardegna la questione è complessa. «Abbiamo detto da subito che i calcoli che riguardano la Sardegna sono sbagliati - ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas - non esiste un rischio rispetto al carico delle terapie intensive in questo momento, perché abbiamo posti a sufficienza. Il calcolo e i numeri vanno valutati in maniera critica». In pratica nell’isola il tasso di riproduzione di una malattia infettiva R0 sarebbe poco attendibile. «In Sardegna vi sono delle

MILANO Da novembre a sabato scorso, la Lombardia è stata in zona rossa 39 giorni. Tra cortei di protesta di ristoratori e baristi, commercianti che hanno strappato i modelli F24 delle tasse al grido «non lavoro, non pago», studenti esasperati con i megafoni sotto il Pirellone. L’ondata di disperazione di chi non lavora si è placata giusto qualche ora, quando è stato decretato il ritorno in zona arancione. Finché l’Iss ha fatto sapere di avere inviato da maggio «54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze». E già da ottobre il calcolo dei contagi, per effetto del campo «stato clinico» mai compilato dalla Regione, risulterebbe sbagliato per eccesso. Ciò significa che dal 6 al 28 novembre, cioè per 23 giorni, la Lombardia è stata in lockdown senza che ce ne fosse la necessità.

CLASS ACTION Massimo Tortorella è presidente di Consulcesi, un network legale che sta raccogliendo le adesioni a una class action dei commercianti per il danno subito dalla zona rossa. Da un primo esame delle carte, l’errore sulla trasmissione dei dati utili per definire l’indice

Rt partirebbe dal 12 ottobre. «Il conteggio sbagliato - sostiene Consulcesi - avrebbe alzato l’indice Rt e di conseguenza provocato restrizioni maggiori di quelle necessarie, causando ingenti danni all’economia, in particolare a commercianti e imprenditori, stimabili in rimborsi di oltre un miliardo di euro». Per questo, afferma Tortorella, con l’aiuto di oltre mille legali «stiamo attivando l’iter burocratico per richiedere la documentazione e le informazioni alla Regione per avviare la richiesta di risarcimento e di tutela dei danni subiti». Azione preliminare già messa in atto dagli avvocati Francesco Borasi e Angelo Leone, che hanno inviato al Pirellone la richiesta di accesso agli atti che sarebbero alla base dell’errore di calcolo. I documenti raccolti confluiranno nella maxi causa civile davanti al Tribunale di Milano per chiedere il risarcimento dei danni, a cui stanno aderendo commercianti, im-

L’ERRATA TRASMISSIONE DEI NUMERI DEL CONTAGIO ALL’ISS HA CAUSATO DANNI ALL’ECONOMIA REGIONALE. VIA ALLE CLASS ACTION

prenditori e associazioni di categoria. Confesercenti Lombardia ha calcolato che l’Rt sopravvalutato è costato «almeno 600 milioni di euro: decine di migliaia di imprese hanno subito un ulteriore stop che, per quanto riguarda l’abbigliamento, è arrivato nel pieno della stagione dei saldi. Ma non c’è solo la moda, parliamo di un blocco forzato per tanti comparti, dai negozi di arredamento ai mercati non alimentari, agli estetisti, solo per citarne alcuni». Dunque è evidente che «se c’è stato un errore da parte di qualcuno, è giusto che venga posto di fronte alle proprie responsabilità. Non si scherza sulla pelle delle imprese. Non è possibile sbagliare in modo così grave su numeri che incidono su un sistema economico già colpito da tre lockdown». E invece. Dopo il blocco dal 6 novembre, il 29 la Lombardia torna in zona arancione dove resta fino al 12 dicembre (per 14 giorni), quando i dati migliorano ed entra in fascia gialla. Ma dura poco, perché 24 dicembre scattano i decreti festivi. Fino al 17 gennaio, quando torna in rosso, il Pirellone capisce che i numeri non sono corretti, ricorre al Tar e l’Iss segnala gli errori. Ma i dati, sostengono le opposizioni in Giunta, sono falsati almeno dal giugno scorso, quando è stata presentata l’interrogazione numero

LE ROSSE Fiducia anche per l’altra regione isolana. La Sicilia, ora in zona rossa per scelta del governatore Nello Musumeci, avrebbe ormai dati tali da permettere di essere reinserita in giallo. A chiarirlo è l’assessore alla Salute Ruggero Razza («I ricoverati sono il 3 per cento degli attuali positivi. In terapia intensiva si trovano 228 persone, l’1 per cento del totale dei positivi») che ha anche spiegato come «l’isola si trovi al di sotto di entrambi i parametri» che riguardano la permanenza nelle strutture sanitarie. Un ottimismo che potrebbe interessare l’unico altro territorio in zona rossa, la provincia di Bolzano, che peraltro in ragione della sua autonomia ha optato per misure anti-Covid più blande (e più favorevoli alle attività economiche). La situazione qui però è più delicata perché a fronte di una buona risposta del sistema sanitario negli ultimi giorni sono saliti notevolmente i nuovi casi (addirittura +36% ieri). Numeri altalenanti che però non è detto siano sufficienti a tenere l’area in zona rossa. Francesco Malfetano © RIPRODUZIONE RISERVATA

OLTRE AL VENETO ANCHE LAZIO E LIGURIA VERSO IL GIALLO SPERANO MARCHE ED EMILIA ROMAGNA A BOLZANO POSITIVI SU PREVENZIONE Sanificazione in Piazza Duomo a Milano (foto

Quei 23 giorni di lockdown che la Lombardia poteva evitare «Perso un miliardo, paghino» IL CASO

catene di trasmissione in alcune aree che inficiano il valore R0» ,ha detto il viceministro alla salute Pier Paolo Sileri, aprendo la porta alla rivalutazione dei parametri regionali. In aggiunta anche Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta sono in pressing sul ministero per tornare a colorarsi di giallo, ma i numeri in questi casi sono meno evidenti.

ANSA)

1186 che chiedeva conto delle «anomalie indicate per i dati di insorgenza di primo sintomo, necessari per calcolare i parametri di sorveglianza epidemiologica». Proprio quel campo non compilato ha causato il disastro.

I NUMERI

Il consorzio

Una rete di allerta contro le varianti Creare una rete di monitoraggio, composta da laboratori che faranno da sentinelle sul territorio, per garantire la rapida individuazione e l’isolamento delle eventuali varianti del virus SarsCov2, rispetto alle quali cresce la preoccupazione degli esperti. Nasce con questo obiettivo il Consorzio Italiano per la

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genotipizzazione e fenotipizzazione del virus SarsCov2 che, oltre a permettere di seguire l’evoluzione del coronavirus, è finalizzato anche a monitorare la risposta immunitaria alla vaccinazione anti-Covid. L’iniziativa è coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss).

Che ci fosse superficialità nel monitoraggio è emerso già nella prima ondata della pandemia. Come ha segnalato la Fondazione Gimbe il 10 aprile 2020: «La Regione Lombardia non trasmette il numero dei soggetti guariti, ma solo dei dimessi. Questi casi nel report della protezione civile vengono conteggiati tra i guariti, con conseguente distorsione della comunicazione sull’andamento dell’epidemia». Eppure oggi, a tre mesi dall’insediamento, la commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid in Lombardia non ha ancora ricevuto dall’assessorato al Welfare i dati richiesti sulla prima fase del contagio necessari per poter portare avanti i lavori. Mentre la sanità della Regione, se non verrà attuata la riforma imposta dal governo entro aprile, rischia di finire fuori legge. «Ho chiesto l’audizione di Agenas in commissione Sanità al fine di illustrare a quali obblighi, e quindi a quali atti vincolati, deve attenersi il consiglio regionale nell’ambito della riforma della legge Maroni per evitare una illegittimità costituzionale del sistema sanitario lombardo», annuncia il consigliere regionale M5s Marco Fumagalli. Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’emergenza a Nordest LA GIORNATA VENEZIA Un giorno qualcuno riuscirà a spiegare cos’è successo in Veneto, perché nella prima fase della pandemia, quella di un anno fa, la curva dei contagi è salita e poi gradualmente scesa mentre nella seconda fase, a cavallo tra l’autunno e l’inverno, c’è stato improvvisamente un crollo e senza neanche il lockdown. «Questa settimana la nostra è la seconda regione in Italia con l’Rt, l’indice di trasmissione del contagio, più basso: 0,62», dice il governatore Luca Zaia che per domani si aspetta un ribaltamento dal Comitato tecnico scientifico: «Ho ragionevoli speranze che si possa arrivare alla zona gialla, sappiamo di aver fatto tre settimane di arancione, che sono per convenzione il periodo normale. Questo ci dà un segnale di speranza da un lato, e di preoccupazione dall’altra. Perché il virus sta facendo fare altalena a numerose nazioni: in Spagna i contagi stanno risalendo, la Germania è ancora in lockdown». In bilico, invece, il Friuli Venezia Giulia, anche se il presidente Massimiliano Fedriga è fiducioso: «In settimana sentirò il ministro Speranza, ma i dati, già dalla scorsa settimana, ci danno in “giallo”. La scelta non è nostra, ma ipotizzo sia così».

Veneto, indice Rt a 0,62 «Ora passiamo in giallo» Gli ospedali si svuotano Il Friuli Venezia Giulia invece è in bilico `Lanzarin: «Le 90mila prestazioni sanitarie Fedriga: «La scelta non dipende da noi» sospese saranno riprogrammate da lunedì» `

32.254 I veneti che hanno ricevuto la seconda dose del vaccino

sospese con la seconda ondata del Covid-19, ben 90mila richieste di visite specialistiche ed esami che da lunedì finalmente potranno essere riprogrammate, anche se gradualmente. «Abbiamo 48 milioni di euro di residui del bilancio 2020, destinati alle prestazioni aggiuntive del personale, e abbiamo così un margine per chiedere di recuperare in fretta le liste d’attesa - spiega l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin -. Altri fondi

per il 2021 dovrebbero permettere di riuscire a dare risposte e rimettere in moto la macchina».

La delibera

I DUE STUDI E c’è attesa anche per due studi commissionati dalla Regione. Il primo è quello del professor Vincenzo Baldo dell’Università di Padova che ha sottoposto a tampone rapido di terza generazione «gente normale», come l’ha definita il governatore Luca Zaia e cioè non i

LE VISITE In Veneto, al di là del colore che verrà deciso a Roma, è indubbio che la pressione ospedaliera in Veneto sta calando: 3 i posti letto liberati ieri in rianimazione, 82 quelli nelle aree non gravi. Numeri che consentono di ripartire con le prestazioni sanitarie che erano state

COMMISSIONATI DUE STUDI PER CAPIRE LA DISTRIBUZIONE DEL CONTAGIO IN REGIONE

INCUBO FINITO BELLUNO «Nell’ultimo mese abbiamo visto i numeri dei positivi scendere giorno dopo giorno e oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo». È la fine di un incubo per gli abitanti di Santo Stefano di Cadore, piccolo comune bellunese incastonato tra le Alpi e le Dolomiti, che nell’ottobre scorso è stato l’epicentro del primo focolaio veneto della seconda ondata. Il sindaco Oscar Meneghetti racconta che c’è stato un momento in cui «i contagi erano talmente tanti che non capivamo da dove provenissero». A novembre il picco massimo, con oltre 100 positivi, in un paese che conta 2.400 anime. Attualmente, a distanza di 4 mesi dai primi contagi che hanno innescato la seconda ondata, ci sono 5 persone in isolamento e 1 solo positivo. Santo Stefano di Cadore è un paese fantasma. Impianti da sci, ristoranti, bar, alberghi: è tutto chiuso. Le strade sono deserte. Le luci spente. E i cittadini preferiscono rimanere a casa. Nonostante la fine dell’emergenza sanitaria – il comune è quasi covid free – la paura di uscire e rivivere gli ultimi mesi è ancora palpabile.

STAGIONE INEDITA «Il paese è piccolissimo - quasi si giustificano i residenti - nessuno va a prendersi il caffè, se lo bevono direttamente a casa, le di-

CORONAVIRUS L’esame di un tampone e, a destra, il sindaco di Santo Stefano di Cadore, Oscar Meneghetti, che ha debellato l’epidemia

«Dati manipolati?»: scatta la causa di Azienda Zero contro la lista di Lorenzoni VENEZIA La critica politica finisce nelle aule giudiziarie. Azienda Zero ha deciso di intraprendere le vie legali contro un comunicato del movimento “Il Veneto che vogliamo”, il quale a ridosso di Natale aveva posto questa domanda: «Per restare in zona gialla il Veneto ha manipolato i dati sulla pandemia?». Il dubbio era stato chiarito dai vertici della Regione, ma l’ente ha deciso di procedere comunque, ravvisando nel testo «gli elementi costitutivi del reato di diffamazione aggravata», come si legge nella delibera del commissario Patrizia Simionato. La nota del 22 dicembre era stata firmata da Carlo Cunegato (consigliere a Schio) e Vania Trolese (assessore a Camponogara), entrambi candidati alle Regionali nella lista di Arturo Lorenzoni. I due esponenti avevano affermato che quando un addetto del Sisp digitava i nomi dei soggetti contagiati nell’attività di biosorveglianza, «accanto all’esito del tampone compariva la voce “asintomatico”, voce che avrebbe dovuto essere inserita dall’operatore stesso e non comparire di default per i soggetti positivi». Secondo gli attivisti, ciò avrebbe avuto l’effetto di «sottodimensionare i dati reali sull’andamento dell’epidemia», abbassando l’Rt. L’indomani Francesca Russo, direttore della Prevenzione, aveva replicato: «Per qualche giorno c’è stato un ritardo nel caricamento dei dati». Poi però il dg Luciano Flor ha segnalato quelle critiche a Simionato, che ha conferito un mandato all’avvocato Fabio Pinelli «per la tutela delle ragioni di Azienda Zero, ente di governance del Ssr, e della sua immagine, unitamente a quella dell’intero Servizio sanitario regionale». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Da paese “rosso” a “Covid free”: la lunga battaglia di Santo Stefano IL COMUNE DEL CADORE A OTTOBRE È STATO IL PRIMO EPICENTRO DELLA SECONDA ONDATA: DOPO 4 MESI C’È UN SOLO POSITIVO

stanze sono troppo brevi». Inoltre mancano i turisti. E come biasimarli? Di neve ne ha fatta fin troppa, quasi 3 metri, ma per alcuni «la stagione invernale è già morta». Ma come mai il focolaio è scoppiato proprio in Comelico? «Ancora non lo sappiamo – chiarisce il sindaco di Santo Stefano di Cadore – Nel primo periodo era andata bene, ma da ottobre

abbiamo cominciato ad avere numeri preoccupanti dovuti sicuramente ai turisti ma anche a quei cittadini che lavorano fuori comune». In poco tempo la macchia dei positivi si è allargata a tutta l’area del Comelico-Cadore-Ampezzano. Tanto da spingere alcuni sindaci a diramare, in anticipo, alcune restrizioni per il contenimento del virus. Mentre

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l’Usl 1 Dolomiti ha effettuato una prima indagine anche su soggetti asintomatici. Il parroco del paese racconta che «la chiesa è rimasta sempre aperta, abbiamo celebrato tutte le funzioni a parte la processione della prima domenica di ottobre». Insomma, all’apparenza nessun cambiamento, nonostante il momento di grande sofferenza: «Certo, abbiamo adot-

contatti dei positivi che verosimilmente possono essersi infettati, ma persone senza sintomi prese quasi a caso. L’altro studio lo sta portando avanti il coordinatore delle Microbiologie del Veneto, Roberto Rigoli, sulla sieroprevalenza e in questi caso si analizza il sangue. «Potremo capire quanto virus c’è adesso in Veneto e quanto ce n’è stato, siamo gli unici in Italia a portare avanti una ricerca del genere», dice Zaia.

I DATI I dati ufficiali intanto sono quelli dei bollettini. In Veneto nelle ultime ventiquattr’ore ci sono stati 995 nuovi casi di coronavirus per un totale di 309.643 positivi dall’inizio della pandemia, anche se il dato risente del nuovo sistema di calcolo che ora include anche tutti i soggetti positivi al solo test rapido, senza necessità di conferma al molecolare. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati altri 59, in tutto le vittime complessive da inizio dell’epidemia sono salite a 8.788. In Friuli Venezia Giulia su 6.719 tamponi molecolari eseguiti sono stati rilevati 360 nuovi contagi (5,36%, martedì era 3,96%); 25 i decessi, mentre i ricoveri nelle terapie intensive sono scesi a 61 e quelli in altri reparti a 646.

VACCINI Per quanto riguarda la campagna di profilassi, in Veneto sono arrivate le attese 50.300 dosi di vaccino Pfizer e dalla settimana prossima, riferisce Zaia, la fornitura dovrebbe essere a regime. A ieri sera il totale delle persone vaccinate in Veneto era 32.254, in Italia si è arrivati a 270.269 pari all’11,9%. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSEGNATE LE 50.300 DOSI DI PFIZER: «DAL 1° FEBBRAIO LE FORNITURE SARANNO REGOLARI»

tato alcuni accorgimenti necessari e imposto il distanziamento ma la nostra chiesa è grande. In alcune occasioni, forse, è rimasta fuori qualche persona ma è capitato poche volte».

LA TORMENTA Una settimana fa il paese è stato sommerso da quasi 3 metri di coltre bianca. «Ci siamo riempiti di militari e volontari della Protezione civile» esclama una delle sorelle Buzzo che gestisce l’albergo Centrale poco distante dalla chiesa. E confida: «Lavoravano 12 ore al giorno, con temperature sotto lo zero di una decina di gradi, e ammetto di aver trasgredito: li ho fatti entrare per poter usufruire del bagno e per dar loro qualcosa di caldo da bere». Durante i mesi di ottobre e novembre l’albergo ha ricevuto chiamate da Milano, da Napoli, perfino da Londra. Clienti affezionati e desiderosi di capire cosa stesse succedendo in Comelico. Adesso l’emergenza è passata, ma è rimasta la desolazione: «Il paese, coi locali chiusi, sembra morto. Non ci conviene aprire perché i confini con le altre regioni sono ancora chiusi. Quanto ai ristori: mai visti. La situazione è tragica». La speranza dei cittadini di Santo Stefano di Cadore (e non solo) è di tornare in fascia gialla. «Siamo allo stremo – aggiunge il sindaco Meneghetti – C’è gente in cassa integrazione che non ha ricevuto nulla». Davide Piol


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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 28 Gennaio 2021

«Escludere in questa maniera le nostre piccole imprese artigiane da un bando nazionale così importante in un momento di gravi difficoltà, ci sembra un segnale di scarsaattenzionealsistemadellepiccoleemedieimpresechecostituiscel’ossaturadell’economiavenetatantoquantoquellanazionale».Cosìl’assessoreregionale allo sviluppo economico Roberto Marcato commenta la pubblicazione del bando

L’ASSESSOREMARCATO

Struttureper vaccini «Ignoratele Pmi»

nazionaleper la costruzionedelletensostrutture“Primule”per lavaccinazioneanti-Covid:8,6milioniper21lottida315metriquadricircolaridiognistruttura«edè un bando destinato ad imprese che nel triennio hanno fatturato 50 milioni l’anno. Significacheescludetotalmentetuttelenostrepiccoleemedieimpreseartigiane cheoperanonel settoredegli allestimenti»cheinvece sono arischiochiusura.

LASVOLTA. Dalunedì riprendono le attività sospeseda 3 mesi all’Ulss 8

IlCovidinritirata Negliospedali ritornanole visite Siiniziadalleprestazionidaerogareentro90giorni poi i reparti riapriranno con la situazione pre virus. Il 15 febbraiodinuovoaMontecchiolachirurgiasenologica Franco Pepe VICENZA

Il Covid si ritira e gli ospedali ripartono. Da lunedì riaprono le visite ambulatoriali di classe D e P, per le prestazioni programmate da erogare entro 30 e 90 giorni. Sempre lunedì riprendono le visite intramoenia in libera professione chiuse da tre mesi su disposizione regionale fra proteste e strascichi polemici mai sopiti. E, poi, gradualmente, al San Bortolo e negli altri 5 ospedali dell’Ulss, si ritorna alla normalità. La premessa è che la seconda ondata della pandemia si sta placando. Il lockdown di Natale è servito e i risultati si toccano con mano nei reparti di prima linea di Vicenza, Arzignano e Noventa, che continuano lentamente a svuotarsi facendo respirare centinaia di medici e infermieri da mesi in prima linea. Ieri 172 pazienti ricoverati nelle semi-intensive. Nel giro di una decina di giorni sono oltre 100 in meno. E 14 malati nella terapia intensiva del San Bortolo. Dieci giorni fa erano 26, e ci si stava avviando, fra non poca preoccupazione, verso l’esaurimento dei posti. È da questi dati che, sotto la regia del direttore sanitario Salvatore Barra, parte la riorganizzazione aziendale. Ora si può finalmente liberare la rianimazione 2 ricavata nei 10 letti dell’ex Ucic. Gli ultimi due malati sono stati trasferiti nella rianimazione-Covid che può arrivare fino a 18 posti. L’ex Ucic ridiventa terapia intensiva non-Covid e può accogliere i pazienti finora ricoverati nelle 4 sale operatorie, e diventare area di as-

sistenza post-operatoria. Altro cambiamento rapido: 18 posti di medicina generale del San Bortolo finora utilizzati per i malati-Covid tornano ad essere zona franca a disposizione dei ricoveri ordinari. Adesso restano ad uso epidemia solo 21 dei 39 letti requisiti per questa seconda tempesta virale esplosa ad ottobre. A partire dal 5 febbraio i degenti di nefrologia, attualmente ospitati in medicina, fanno rientro nel reparto originario. E sempre fra 10 giorni, anche i due reparti di urologia e chirurgia vascolare, attualmente uniti alla chirurgia generale, potranno rientrare nella loro struttura accorpata al terzo piano dell’area C. Si ritorna allo status quo anche negli altri ospedali dell’Ulss 8. Al San Lorenzo di Valdagno, che fino a ieri è stato fortino-Covid off limits, con i suoi i 104 letti ordinari e i 30 intermedi interamente dedicati ai malati colpiti

Inunadecinadi giorniipazienti ricoveratinelle semiintensive sonocalati di100unità AlSanBortolo siliberala rianimazione2 el’exUcicsarà terapiaintensiva non-Covid

dall’infezione, ieri sono stati già attivati 20 posti dell’ospedale di comunità al quarto piano. Anche qui giorno di liberazione dal coronavirus dopo un lungo periodo di isolamento. Non solo. Dall’1 febbraio si ripristinano i 24 posti-letto di medicina generale a bassa intensità per i pazienti non-Covid, e l’intera area della week surgery. Insomma, si profila una vera ripartenza per l’ospedale di Valdagno, rimasto per 4 mesi nel vortice drammatico della pandemia, punto di riferimento strategico e prezioso dove far convergere anziani positivi e sintomatici delle case di riposo del distretto ovest, oltre a malati in arrivo dal San Bortolo e in via di guarigione. Altra data da segnare sul calendario: dal 15 febbraio rientra nella sua sede storica all’ospedale di Montecchio la chirurgia senologica provvisoriamente trasferita, durante la fase più acuta di questo secondo atto della pandemia, in un’area mista della chirurgia del Cazzavillan di Arzignano per recuperare personale. «E dal 15 febbraio – spiega il dottor Barra – contiamo di riattivare all’ospedale di Lonigo anche i 14 posti di cardiologia riabilitativa». Tutto fermo, invece, al Milani di Noventa. Restano i 20 posti-letto Covid nell’ospedale di comunità. «Potenzieremo, però, l’area endoscopica anche per smaltire le liste di attesa. Riprenderanno le prestazioni normali». A metà febbraio dovrebbe ripartire a Noventa l’attività chirurgica in stand by da mesi. Si ritorna all’antico sperando di lasciare alle spalle pandemia e chiusure forzate. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Unpazientesottopostoavisita cardiologa in ospedale. Dalunedìriprenderanno molte delleattivitàsospeseper il Covid. ARCHIVIO

L’AGENDA. Dal Cupletelefonate perrecuperarel’attività sospesa

Pazientiinlistad’attesa Sono3milalerichieste Terminatal’emergenza ilSan Bortolo riavvia apienoregime anche tuttelesaleoperatorie VICENZA

Da lunedì via libera a prestazioni ambulatoriali istituzionali e in libera professione intramoenia. Anche questo un giorno molto atteso. Perché da una parte la sospensione delle visite non urgenti ha accumulato, come accaduto in primavera, una copiosa domanda in arretrato di visite e di esami strumentali, e perché, dall’altra, la chiusura delle prestazioni a pagamento all’interno degli ospedali si è portata dietro una lunga querelle non solo dei medici ma anche dei pazienti, anzi soprattutto delle pazienti dell’area ostetrico-ginecologica. Si riaprono, perciò, gli ambulatori e si può cominciare

IlCup riaprirà dalunedìle prenotazioniallevisite ambulatoriali

a sfoltire la lista di attesa creata dal blocco delle prestazioni. Ci sono, in questo momento, 2.200 richieste in galleggiamento. Sono, cioè, persone che hanno chiesto la visita o l’esame da novembre ad oggi, quando le liste erano chiuse, e sono state inserite in un elenco neutro da riprendere in mano ad emergenza finita.

A questi utenti vanno aggiunti altri quasi 900 vicentini che avevano prenotato in tempo utile la prestazione poi saltata a causa dell’assalto del Covid e della serrata ordinata da Venezia e posta in atto dalla cabina di regia berica. Si tratta, pertanto, di oltre 3 mila assistiti che hanno ora la precedenza assoluta, e che

– spiega il direttore sanitario Salvatore Barra – verranno richiamati dalle operatrici del Cup per essere immessi nuovamente nelle agende quotidiane dell’attività ambulatoriale. Riguardano sia le prestazioni che rientrano nella classe D-Differibile, da erogare entro 1 mese, e sia quelle di classe P-Programmabile, da erogare entro 3 mesi. In questi mesi sono, invece, proseguite senza il minimo stop, soprattutto nelle sale di emergenza del pronto soccorso del San Bortolo e nelle sale operatorie, le prestazioni di classe U-Urgente, vale a dire gli interventi da garantire al massimo nell’arco di 24 ore per situazioni ad alto rischio, e le visite o gli esami di classe B-Breve da assicurare entro un range di 10 giorni a pazienti in condizioni critiche. Cominciano a tornare alla normalità anche le sedute chirurgiche, molte delle quali, in questi mesi, sono state tagliate. «Le sedute aggiuntive sono state sempre garantite – dice il direttore Barra -. Da lunedì la direzione medica ne attiverà una in più a Vicenza, assegnandola alle specialità più bisognose, ortopedia in primis». • F.P.

L’INIZIATIVA. Domani, alle 18, su www.ilgiornaledivicenza.it il secondo dei tre webinar con gli esperti della sanità veneta

Vaccinie nuovi assetti della salute al GdV IldgLuciano Florei commissari rispondonoaiquesitidei lettori Il punto sulla campagna vaccinale, ma anche il futuro assetto organizzativo della sanità nel Vicentino. Se ne parlerà domani, alle 18, nel secondo dei tre webinar organizzati da Il Giornale di Vicenza per provare a rispondere con i massimi esperti della sanità regionale ai tanti dubbi posti dall’emergenza Covid. Dopo la dirigente della prevenzione Francesca Russo, è adesso la volta del direttore generale della sanità veneta

Luciano Flor. Il dirigente sarà affiancato dai due commissari straordinari che operano nel territorio vicentino, Giovanni Pavesi per l’Ulss 8 Berica e Bortolo Simoni per la 7 Pedemontana. Sarà presente anche l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin. I lettori avranno la possibilità di assumere un ruolo attivo durante l’incontro che potrà essere seguito attraverso il sito www.ilgiornaledivicenza.it. Chi lo desidera potrà in-

viare domande attraverso il numero whatsapp dedicato (3319979702) avendo l’accortezza di farle pervenire alla redazione entro le 14 di oggi. Sarà così possibile capire a che punto è arrivata la campagna vaccinale, come si prevede di procedere, quante dosi ci sono al momento a disposizione e quante si stima ne possano arrivare nelle prossime settimane. Dirigenti e assessore potranno indicare il cronoprogramma con cui intendono raggiungere l’obiettivo della vaccinazione di massa, le modalità con cui le persone verranno convocate, i luoghi in cui verranno effet-

tuate le vaccinazioni, le persone incaricate. Si potranno avere aggiornamenti sulle tipologie di vaccini disponibili e la loro affidabilità, anche in relazione alle diverse varianti di virus che si stanno manifestando in questo momento. Ma proprio perché da lunedì, oltre a far ritornare a scuola gli studenti delle superiori, riapriranno anche molti ambulatori ospedalieri temporaneamente sospesi per Covid, sarà possibile capire come è stato predisposto il piano di ripartenza che dovrebbe portare ad un progressivo ritorno alla normalità, ben sapendo che quest’anno in balia

del virus ha scardinato più di qualche certezza della medicina e che la sanità pubblica ha bisogno di reinventarsi. L’ultimo appuntamento sarà proposto sempre attraverso il sito www.ilgiornaledivicenza.it venerdì 5 febbraio, anche in quell’occasione con inizio alle 18. Con il dottor Paolo Rosi, responsabile delle terapie intensive, sarà affrontato un altro dei temi caldi posti da questa pandemia, ossia la risposta delle strutture ospedaliere all’emergenza. Le domande potranno essere inviate entro le 14 di giovedì 4 febbraio. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ildirettore generale dellasanità veneta LucianoFlor

© RIPRODUZIONERISERVATA


IL GIORNALE DI VICENZA

4 Primo Piano

Giovedì 28 Gennaio 2021

IlVenetoelalottaalvirus

DEPOLI (UDC)

«SoloinprovinciadiPadova1000trabareristorantitemonoundecreto ingiuntivo: è l’incubo sfratti. In otto casi su 10 le imprese hanno affitti in arretrato. Nel prossimo decreto Ristori al Governo chiediamo di prevedere una misura di sostegno adeguata alle attività sui costifissicome gliaffitti». Losegnala il senatoreAntonioDe Poli (Udc).

«Evitaregli sfratti abare ristoranti»

Vaccinatidel tutto 32.254veneti(143.818 le dosifatte)

CONTOALLAROVESCIA. Ilgovernatoresidice preoccupatoperlariapertura dilunedì. Lettera daRegione eUfficioscolasticoaidirigenti. Ricorso: sentenza il24 marzo

Superiori,in classeametà perun mese Zaia:«Bollettinoadhocpertenerecontrollatiicontagi» DeBerti:«Okalpianodeitrasportial75%perrodare EaVeronaeVenezial’entrataèscaglionata:8e9.30» INVIATA A VENEZIA

Lunedì in Veneto riprenderà la scuola in presenza al 50% delle superiori. Una svolta che riguarda 213.000 studenti, di cui circa 155.000 pendolari, e 17.000 tra docenti e personale Ata. Dopo 15 giorni la Regione valuterà l’impatto epidemiologico sulla popolazione. Si verificherà anche se il modello provinciale di potenziamento del trasporto pubblico scolastico scelto è efficace o serve cambiare qualcosa. «In ogni caso, non si dica che la scuola non è stata aperta prima per colpa del trasporto scolastico», avverte il governatore, Luca Zaia. Ieri all’unità di crisi, oltre all’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, c’era la vicepresidente, e assessore ai trasporti, Elisa De Berti. IN CLASSE A METÀ. «Apriamo

la scuola con preoccupazione - dichiara Zaia - tanto che per noi le superiori diventeranno sorvegliate speciali con un bollettino ad hoc per capire quanti saranno i contagi in classe. E dal 15 febbraio valuteremo le conseguenze sulla popolazione dal punto di vista epidemiologico». Il rientro in classe definito dal Dpcm, lo ricordiamo, era fissato per il 7 gennaio, ma il Veneto aveva scelto di slittare perché in quei giorni i contagi e i ricoveri erano elevati.

menta l’assessore all’istruzione, Elena Donazzan: «Lo sforzo organizzativo del Veneto è stato di mantenere in presenza le scuole dell’infanzia, le primarie e secondarie di primo grado». Adesso tornano anche le superiori. «Sarà importante effettuare un’analisi su quello che capiterà nei prossimi giorni per poter attuare le migliori politiche rispetto all’aumento o al mantenimento del numero di studenti in presenza». DUE ORARI DI ENTRATA. Se

per il rientro in classe ora la palla passa ai singoli dirigenti che dovranno studiare il calendario delle lezioni, per ciò che avviene fuori tutto è stato deciso. De Berti, nel fare il quadro sul potenziamento dei mezzi pubblici, ha ricordato che per legge nazionale i bus viaggiano con capienza dimezzata. A seguito poi delle disposizioni del Dpcm, la responsabilità della gestione dei piani di trasporto provinciale è passata in capo ai prefetti, dopo che il lavoro era stato impostato dalla Regione. In collaborazione con l’Ufficio scolastico era stato anche deciso di inviare un questionario «che ha confermato come il 70% dei frequentanti usi i mezzi pubblici. A fronte di questi dati - dice -, con le

LA RIUNIONE. La situazione

ad oggi è migliorata. E così, dopo l’ok dai tecnici della Prevenzione per il rientro, ieri si è tenuto uno dei tanti incontro tra Regione e Ufficio scolastico regionale nel quale si è deciso di spedire una lettera ai dirigenti scolastici delle superiori per fornire indicazioni concrete. E cioè: in classe torna il 50% degli studenti per le prime 3 settimane «attuando una rotazione settimanale o bisettimanale tra le classi e auspicando il mantenimento dell’unitarietà del gruppo classe», si legge. Com-

Imancati introiti delleaziende ammontano aoltre170milioni

ELISADEBERTI VICEPRESIDENTEDELVENETO

aziende di trasporto si è arrivati a dei piani di potenziamento tarati per un rientro degli studenti in presenza al 75%. Ma si è anche deciso di mantenere tale percentuale anche se in classe arriverà solo il 50 per avere una idea dell’impatto anche in termini di traffico». Per Vicenza, in particolare, si tratta di mettere su strada 143 mezzi in più e assumere 48 steward alle fermate. Una delle novità più evidenti riguarda poi Verona e il Veneziano. «È stata adottata l’entrata scaglionata degli studenti: alle 8 e alle 9,30. Si è arrivati a questa decisione perché Actv ha faticato a trovare un numero di autobus privati adeguato alle nuove esigenze». Si tratta di una ipotesi che Regione e Ufficio scolastico avevano scartato nei mesi scorsi per ragioni legate all’organizzazione del lavoro pomeridiano dei docenti, per la mancanza di mense e per la scomodità dei ragazzi che arrivano da più lontano. Ora De Berti apre: «Dopo 15 giorni faremo il punto della situazione e valuteremo se l’esperienza è esportabile».

Totale studenti circa 213.000 di cui circa 155.000 «pendolari» oltre a circa 17.000 docenti

saranno dimensionati subito per una didattica in presenza la 75% per testare la tenuta del traffico nelle città: 683 mezzi aggiuntivi nel Vicentino 143 (Padova 166) Deficit 2020 del sistema di trasporti pubblico in Veneto con la pandemia

-170 milioni

dallo Stato per ora assicurati

del 75%

Entro 3 settimane si passerà a una presenza

tra riduzione dei biglietti e aumento dei costi la situazione è dura: mancano 170 milioni. Nel corso del 2020 il Governo ha stanziato con il decreto Rilancio e Agosto 88,2 milioni. La Regione ne ha liquidati 68,1. «Dal ministero mancano ancora 20,1 milioni. Ma ne servono di più - avvisa De Berti - e se non arriveranno salteranno i bilanci».

Al TAR. Ieri, intanto, al Tar era in programma la camera di consiglio per il ricorso contro l’ordinanza del Veneto sulle scuole. Il giudice, dopo il no alla sospensiva, ha rinviato al 24 marzo la sentenza sul merito cioè sulla legittimità del provvedimento regionale rispetto alle indicazioni nazionali. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Unostudio medico

singole aziende sanitarie. Nuovi investimenti? Negli ospedali, osserva Flor, «continuiamo a fare molto: la tecnologia è all’avanguardia. Biso-

circa 6,5 milioni € al mese stima piano regionale

224 steward addetti ai trasporti pubblici per evitare assembramenti sui mezzi 48 nel Vicentino Fonte: Regione Veneto

IlVenetosperanellazonagialla Duericerchepercapireilvirus

«Curvastranadei ricoveri: sonole varianti. Eilrosso BILANCI. Intanto, le aziende scurodell’Europa? Pernoi di trasporto fanno i conti e ilpericolo è scampato»

Visitemediche:90milainattesa «Servonostrutturesulterritorio» re, prima ancora di parlare di rete ospedaliera e territorio. Non c’è dubbio che se qualcuno ha retto di fronte a questa emergenza è stato il nostro servizio sanitario. Ma bisogna anche dire che l’impostazione del servizio sanitario è tutta del secolo scorso, con un vecchio armamentario giuridico e istituzionale, fatto di vincoli di rapporti di lavoro su cui vorremmo innestare esigenze nuove». E suggerisce, ad esempio, la necessità di un’informatizzazione della sanità omogenea nel Paese, non diversificata per

80 milioni

COSTO TOTALE

GLISTUDISCIENTIFICI. Conclusal’analisisullacircolazionedelCovidsullapopolazionegenerale

«La curva dell’infezione in Veneto ha un andamento strano. Le terapie intensive sono cresciute in modo quasi perpendicolare da fine ottobre. Poi sono rimaste pressoché uguali e, quindi, hanno iniziato a precipitare. A marzo invece la crescita è stata graduale come anche il calo». Il governatore Luca Zaia, ieri era all’unità di crisi di Marghera con l’assessore Lanzarin, e ha tracciato un quadro generale. «Il virus è cambiato - ammette -. Quando lo abbiamo detto due mesi fa sembravamo quelli che accampavano scuse. Adesso in realtà si è capito che è sul tema delle mutazioni che si deve lavorare anche per capire le tragedie che hanno colpito mortalmente famiglie intere: come quella nel Venezia-

COSAFAREDEI FONDI“REVOERY”. Ilparere deldg della sanitàveneta

Le Regioni sono state tenute all’oscuro, di fatto. Ma il Piano nazionale italiano per l’uso del Recovery Fund europeo prevede uno stanziamento di 19,7 miliardi per la sanità: 7,9 miliardi ad “assistenza di prossimità e telemedicina” e 11,8 per “innovazione dell’assistenza sanitaria”. Ma cosa bisognerebbe farne in concreto? Interpellato ieri da “Motore sanità” in un webinar on line, il direttore generale della sanità veneta Luciano Flor cerca di mettere ordine: «Dipende da che servizio sanitario vogliamo fa-

al 50%

Lunedì 1 febbraio ripresa attività scolastica in presenza

Capacità massima dei mezzi di trasporto pubblico di quella per cui sono omologati 50%

L’EGO-HUB

Cristina Giacomuzzo

Le cifre della scuola superiore che riparte in Veneto da lunedì

gna poterli gestire come una vera rete, senza che ognuno faccia di tutto un po’. Invece il servizio sanitario ha investito poco in strutture sul territorio: è il momento di farlo». Strutture sul territorio, ad esempio, aiuterebbero a smaltire di certo le 90 mila prestazioni specialistiche che oggi sono rimaste in sospeso nelle Ulss venete a causa dell’emergenza Covid, a cui si aggiungeranno le prenotazioni ai Cup che riaprono oggi. Il dato è stato confermato ieri dall’assessore Manuela Lanzarin. La Regione, spiega, ha ancora 48 milioni già stanziati per pagamenti extra al personale per ridurre le attese di visite: «Metteremo altri fondi, per recuperare in fretta». • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

L’assessoreLanzarincon il presidentedelVeneto,Luca Zaia

no dove sono morti nel giro di pochi giorni i due genitori anziani e il figlio adulto». Intanto ricoveri e contagi gradualmente continuano a scendere, al punto che Zaia lo dice chiaro: «L’Rt di oggi è 0,62. La settimana scorsa era 0,81 ed allora eravamo i secondi a livello nazionale per numero indice più basso. In più abbiamo completato le tre settimane canoniche in arancione. Tutto fa ben sperare, domani, di passare in giallo». E sul rosso scuro della classi-

ficazione dell’Europa? Il modello come noto non è ancora entrato in vigore, è solo stato presentato nei giorni scorsi suscitando un vespaio. Stando ai numeri presi in esame per il Veneto riferiti alle scorse settimane, sarebbe una penalizzazione per i veneti che escono dal territorio italiano avendo l’obbligo del tampone e pure di stare in quarantena. «Tutte le Regioni hanno detto che si tratta di un metodo sbagliato perché penalizza i virtuosi che fanno più tamponi. Però

anche così i dati di questa settimana per noi sono buoni quindi non ci sarebbero problemi». La prossima settimana, aggiunge poi il presidente, sarà presentato lo studio appena completato dal professor Vincenzo Baldo, ordinario di igiene e medicina preventiva all’Università di Padova. Sintetizza Zaia: «Ha studiato il livello di circolazione del virus nella popolazione normale, non in quella che fino ad oggi effettivamente si è sottoposta ad un tampone. Perché si trattava di un campione ben preciso: i possibili contatti di un positivo. Non solo. Il dottor Roberto Rigoli, responsabile delle Microbiologie del Veneto e primario a Treviso, lavora invece ad uno studio su 20 mila veneti dedicato alla sieroprevalenza per capire quante persone sono entrate in contatto con il virus senza sviluppare sintomi». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilreport:ricoveriscesi(-83),vittime+59 Subitoaltalboomdiinfetti Ieri+995inuovipositivi Anomalìa superata: ieri il bollettino nazionale del Ministero ha segnalato il boom di contagi del Veneto (+2385) che risale però a quanto già registrato l’altra sera: la Regione ha iniziato a conteggiare come “casi positivi” gli esiti dei tamponi rapidi senza più imporre il controllo di un tampone molecolare. Quindi nel conteggio dell’altra sera (e per il Ministero è avvenuto nella tabella di ieri) sono entrati in un colpo solo 1200 casi che non

sono però di un giorno solo ma sono stati caricati tutti assieme. La prova è giunta ieri sera: pur a fronte di 42.855 tamponi effettuati dal Veneto (battuto solo dai 44.800 della Lombardia) i nuovi casi positivi rispetto alla sera prima sono stati +995, meno di mille. L’altra novità però è che da ieri la tabella del Ministero riporta per il Veneto anche quanti casi ha registrato dai tamponi rapidi: sono il 62% rispetto al totale che com-

prende anche i molecolari. Il report di ieri sera evidenzia anche un altro calo di -2442 “attualmente positivi”, tanto che adesso sono sotto quota 40 mila, mentre i negativizzati-guariti sono stati + 3.378 e sono sopra quota 261 mila. Ieri altro forte calo di ricoveri Covid nei reparti medici (-82):ora sono 2.120, grazie anche a 119 malati dimessi dalle corsie perché ormai in via di guarigione. I casi gravi in terapia intensiva che sono scesi a 288 (-3), dei quali 257 quelli attualmente infetti. Infine il Veneto piange altri 59 lutti, di cui 35 in ospedale: 15 ciascuno per il Trevigiano e il Veneziano. • P.E.


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GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 IL MATTINO

PRIMO PIANO

Coronavirus: i costi della pandemia nel Padovano i lavori

USL 6, EMERGENZA COVID - GLI INTERVENTI D’URGENZA DI MARZO EX OSPEDALE DI MONSELICE

COVID HOSPITAL DI SCHIAVONIA

COMUNITÀ ALLOGGIO ROMERO DI SANT’ANGELO

558.502,24 €

3.416 €

26.544,46 € CENTRO SOCIOSANITARIO AI COLLI DI BRUSEGANA

OSPEDALE DI PIOVE DI SACCO

SPESA TOTALE

25.472,77 €

617.445,41 €

Posti letto d’emergenza conto da oltre 600 mila euro È la spesa sostenuta dall’Usl 6 per gli interventi d’urgenza di edilizia sanitaria I soldi serviti per riattivare 181 letti a Monselice e 12 a Sant’Angelo. Mai utilizzati Nicola Cesaro / PADOVA

Seicentodiciassettemila euro e qualche “spicciolo”. È la spesa che la sanità pubblica ha sostenuto a partire dai primi giorni dell’emergenza Covid-19 - di fatto a marzo - per riattivare l’ex ospedale di Monselice e per una serie di interventi in altre strutture, ritenuti di effettiva urgenza. All’ex ospedale di Monselice, ma anche al centro sociosanitario Ai Colli di Padova, all’ospedale di Piove di Sacco, al “Madre Teresa” di Schiavonia e nella comunità Romero di Sant’Angelo. Risultato? Su tutti, sicuramente i 193 posti letto per malati Covid-19 mai utilizzati. Ma si sa, in quei giorni valeva il principio di precauzione: senza conoscere le conseguenze del virus, che saranno effettivamente devastanti, è meglio pararsi le spalle. L’EX OSPEDALE RIATTIVATO

È il 13 marzo quando i vertici dell’Usl 6 svolgono il sopralluogo all’ex ospedale di Monselice di via Garibaldi. Il presidente regionale Luca Zaia ha in quelle ore richiesto la riattivazione di alcune strutture dismesse in Veneto per poter allestire eventuali posti letto per malati di Coronavirus e tra queste c’è anche l’ex nosocomio della città della Rocca. In meno di una settimana ven-

3.509,94 € con il recupero dell’esistente. GLI ALTRI LAVORI

E ancora. A Schiavonia, dove il “Madre Teresa” viene blindato sin dal 21 febbraio, diventando poi il Covid Hospital della provincia di Padova, si spendono 3.416 euro per la pavimentazione di collegamento tra l’ospedale e le tende di triage. Altri 3.509,94 euro servono al centro sociosanitario Ai Colli di Brusegana per l’acquisto di una tenda da utilizzare come punto di accesso controllato, quindi 25.472,77 sono destinati all’ospedale di Piove di Sacco, dove tra le varie cose viene concentrata l’Oncologia di Schiavonia: 18.275,60 sono utilizzati proprio per l’installazione di condizionatori per l’Oncologia, 7.197,17 per interventi sugli impianti elevatori. L’INVESTIMENTO TOTALE

gono riattivati nel monoblocco dell’ex ospedale monselicense 181 posti letto, distribuiti su 5 mila metri quadri. Spesa totale: 558.502,24 euro. Di questi, 288.408 per il ripristino di impianti tecnologici, 149.276,76 per gli impianti dei gas medicinali, 85.400 per lavori di ripristino edile, 23.824,43 per il recupero del sistema di “richiamo infermieri” e 11.593,05 per i serramenti. Per questi interventi

vengono chiamate ditte capaci di rispondere nell’immediato, anche con turni di lavoro notturni. Alle reti tecnologiche lavora la Siram spa di Milano. Non vengono acquistate nuove tecnologie, né rifatti impianti: si procede solo con la manutenzione e il ripristino di quelli esistenti. LA COMUNITÀ DI SANT’ANGELO

Quelli di Monselice non sono gli unici posti letto d’emergen-

za. Altri 12 vengono allestiti nella Comunità alloggio psichiatrica Monsignor Romero, nell’omonima via di Sant’Angelo di Piove di Sacco. Lo spazio destinato all’emergenza Covid-19 è di 673 metri quadri. La spesa qui tocca i 26.544,46 euro, di cui quasi 20 mila per lavori edili e il resto per gli impianti tecnologici. Anche in questo caso non si acquistano strumentazioni nuove ma si procede

Per quanto riguarda l’Usl 6 Euganea, gli interventi richiesti lo scorso 13 marzo per rispondere nell’immediato all’emergenza Covid-19 richiedono un investimento totale di 617.445,41 euro. Spesa, questa, coperta in gran parte dal fondo d’emergenza nazionale di 50 milioni di euro, a cui la Regione Veneto ha attinto per 4,06 milioni. I 181 posti letto di Monselice e i 12 della Romero di Sant’Angelo non sono mai stati utilizzati, come viene specificato nel rendiconto che l’Usl 6 ha recentemente inviato alla Regione Veneto e che ha pubblicato in questi giorni in albo pretorio. «Le aree oggetto di intervento, ad oggi non utilizzate, permangono funzionali e funzionanti» si legge nella nota «Permane quindi la possibilità di immediato utilizzo, in caso di necessità». Il principio di precauzione, dunque, resta ampiamente valido. E il conto che il Covid-19 lascia alla nostra sanità si allunga. —

nuovi allestimenti

In arrivo i moduli per il triage in sei poli PADOVA

Se per gli investimenti dello scorso marzo l’Usl 6 ha speso solamente 38 mila euro (gli altri 579 mila sono appunto arrivati da un finanziamento nazionale), sono 660 mila gli euro che l’Euganea è chiamata a spendere per le strutture prefabbricate per il tre-triage che saranno installate nei prossimi giorni. Nell’ambito del piano regionale legato all’emergenza, all’Usl 6 sono destinati quattro moduli da destinare a pre-triage dei Pronto soccorso degli ospedali di Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco e Schiavonia. Altri due sono destinati all’Azienda Ospedaliera e al Sant’Antonio. Le strutture dovevano arrivare lo scorso autunno, ma in realtà sono giunte da poco o arriveranno solo in questi giorni. Si tratta di un modulo da 124 metri quadri per l’ospedale di Cittadella e uno uguale per quello Camposampiero; il Pronto soccorso di Piove di Sacco ne avrà uno da 84 mq, mentre quello riservato al Pronto soccorso di Schiavonia sarà di 184 mq e sarà l’unico dotato anche di una Tac. Il costo delle strutture è di 1,5 milioni, compreso il costo della Tac di 600 mila euro. A carico del bilancio dell’Euganea sarà soltanto l’installazione e la parte impiantistica dei moduli, per 660 mila euro. —


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GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 LA NUOVA

QUARTO - MIRANESE

quarto

scorzè

«No al doppio polo logistico basta colate di cemento»

Ciclista 61enne travolto da un’auto in sorpasso È in prognosi riservata

Gruppi di minoranza e il consigliere regionale Zanoni (Pd): «Non solo Amazon a Roncade-Meolo, procede anche l’iter dell’intervento previsto a Casale-Quarto»

L’area in cui è previsto il maxi polo logistico tra Quarto e Casale sul Sile. Sotto, la consigliera Raffaella Giomo QUARTO

E se venissero realizzati sia il polo logistico di Casale, al confine con Quarto, sia quello al casello di Meolo – Roncade? È l’interrogativo che sta iniziando a circolare, dopo la notizia che alcune società, per conto di Amazon, hanno presentato al Comune di Roncade la proposta per un polo logistico all’uscita del casello al confine con Meolo. Ciò nonostante, almeno perora, l’iter del progetto di Casale sembra destinato a proseguire. Ed ecco l’ipotesi che en-

trambi gli insediamenti possano vedere la luce, magari con il coinvolgimento, oltre ad Amazon, di altri colossi della logistica. Un’ipotesi che per prima Legambiente ha giudicato devastante per le ricadute. Ma ora emergono anche le perplessità del Partito Democratico in Regione e dei gruppi di opposizione a Quarto. Il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, preannuncia un’interrogazione per capire la posizione della giunta Zaia. «Prima era il maxi polo logistico di 500 mila metri quadri a Casale, adesso spunta una

nel Miranese

Tocca la nipote 12enne Il nonno a processo MIRANESE

La bambina aveva 12 anni. I fatti risalgono al 2018-2019, e sono avvenuti in un comune del Miranese. La piccola come spesso capita in molte famiglie, quando i genitori erano impegnati al lavoro, stava con i nonni. In questo caso si tratta dei nonni paterni. E in una decina di occasioni il nonno poco più che settantenne della bimba avrebbe approfittato

di lei, con carezze e toccamenti un po’ troppo spinti. Un giorno a casa dei nonni c’era anche la mamma della bambina: ha notato qualcosa di strano nel rapporto tra il nonno e la piccola, a chiesto spiegazioni, e a quel punto la ragazzina ha raccontato tutto, si è sfogata e ha spiegato quel che faceva il nonno. Lui, se pur in modo un po’ vago, avrebbe ammesso qualche carezza. Ieri il giudi-

nuova area di 180 mila metri a Meolo – Roncade. In ogni caso», denuncia Zanoni, «ancora consumo di suolo nella regione più cementificata d’Italia. Un autentico scempio, quando ci sono intere zone industriali abbandonate con migliaia di capannoni vuoti. Mi sono già attivato per approfondire la questione delle procedure. È inaccettabile che i Comuni, a corto di risorse, siano messi nelle condizioni di dover accettare un polo logistico di queste dimensioni e farsi la guerra tra loro per incamerare un po’ di oneri di urbanizzazione. Un’operazione che va a scapito dell’ambiente, della viabilità e della qualità della vita». A Quarto si fanno sentire i capigruppo di opposizione Ezio Petruzzi (M5S) e Raffaella Giomo (centrosinistra), che ricordano come Amazon trasferisca altrove il denaro proveniente dal territorio in cui opera e la scarsa qualità dell’occupazione prodotta da questi insediamenti. «Dal parco tematico di Casale all’hub merci di Meolo il panorama verte verso immani colate di cemento e consumo di suolo», dicono, «uno scenario che solo i più sprovveduti non sembrano considerare partendo dalla Regione, che approva una legge sul consumo di suolo ma non la applica, agli enti locali che per due euro svendono il territorio al miglior offerente». A Meolo stasera si riunisce il Consiglio ed è assai probabile che il tema Amazon finisca al centro delle comunicazioni del sindaco Daniele Pavan oppure delle interrogazioni. Intanto l’ingegnere Alessandro Pattaro ricorda che da almeno 15 anni è conosciuta la criticità idraulica dell’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo hub di Amazon al casello di Meolo – Roncade. Il caso è stato indagato anche nella Valutazione di compatibilità idraulica del Pat di Meolo del 2008. — GIOVANNI MONFORTE © RIPRODUZIONE RISERVATA

ce per le indagini preliminari, David Calabria, ha respinto il patteggiamento a 2 anni chiesto dall’avvocato dell’uomo e sul quale c’era anche l’accordo della procura. Contro il patteggiamento si erano invece espressi i genitori della bambina, che si sono costituti come parte civile, rappresentanti dagli avvocati Giovanni Coli e Anna De Biasi. Il giudice ha ritenuto che non si tratti di un fatto di lieve entità, motivo per cui ora l’imputato potrà decidere se valutare un patteggiamento a una pena più alta, scegliere la strada del rito abbreviato o del dibattimento. La prossima udienza è stata fissata per il 24 marzo. — F.FUR.

SCORZÈ

Era appena uscito di casa in sella alla bicicletta quando un’auto lo ha urtato ed è finito nel fosso. È successo ieri mattina in via Boschi a Cappella di Scorzè: un 61enne del posto, A.B., è in prognosi riservata all’ospedale dell’Angelo. Indagano gli uomini della polizia locale di Scorzè. L’investimento è avvenuto su un rettilineo di campagna piuttosto stretto e frequentato perché collega la Moglianese alla Noalese. Attorno alle 8.15, il 61enne era uscito di casa e in bicicletta si stava dirigendo verso Cappella. Alle sue spalle un 48enne alla guida di una Skoda, in fase di sorpasso, lo ha urtato facendogli perdere l’equilibrio. L’uomo è ruzzolato nel fosso riportando diversi traumi, anche alla testa, e subito ci si è resi conto della gravità della situazione. Si è chiesto l’intervento di un’ambulanza e i sanitari giunti sul posto, viste le condizioni dell’uomo, hanno deciso di trasferirlo d’urgenza a Mestre. Qui è stato sottoposto a

ALESSANDRO RAGAZZO

Aree da edificabili a verdi via alla riclassificazione SPINEA

Da oggi è possibile, per gli aventi titolo, richiedere la riclassificazione delle aree edificabili in aree adibite a verde. La richiesta deve essere presentata entro 60 giorni da oggi. L’amministrazione valuterà le istanze presentate e accoglierà quelle coerenti con le finalità di contenimento del consumo di suolo e compatibili con il piano degli interventi. La richiesta, sottoscritta da parte dei proprietari, deve essere redatta sul modulo predisposto dal Comu-

«Rotatoria pericolosa serve il sottopasso» Decisa la variante alla viabilità in via della Costituzione, con la creazione della nuova rotonda: e si avvia una raccolta firme per chiedere anche un sottopasso pedonale. Sono attesi a breve i lavori per la realizzazione della rotonda tra via Fornase e via Crea, d’intesa tra Città metropolitana e Comune di Spinea. I residenti, preoccupati per l’aumento del ri-

diversi esami ed è stato dichiarato in prognosi riservata. In via Boschi sono giunti i vigili per i rilievi del caso e ci sono stati disagi al traffico proprio per la posizione dov’è venuto l’impatto. Nel frattempo, i familiari dell’uomo sono stati avvisati dell’accaduto e si sono diretti subito a Mestre. Le condizioni di A.B. sono gravi ma ora bisognerà capire come reagirà alle cure dei sanitari. Intanto le prossime ore saranno decisive per l’evolversi del quadro clinico. —

spinea

petizione a spinea

SPINEA

I vigili ieri mattina in via Boschi

schio per ciclisti e pedoni conseguente all’eliminazione del semaforo, hanno avviato una raccolta firme che chiede la costruzione di un sottopasso ciclopedonale come già fatto in altre realtà con simili problematiche. «Quello che è previsto» spiegano i primi firmatari «è solo un passaggio pedonale a raso sulla carreggiata in corrispondenza della rotatoria. Calcolando la velocità con la quale gli autocarri ed

ne scaricabile dal sito e dovrà essere presentata all’indirizzo: protocollo@pec.comune. spinea.it oppure all’Ufficio Protocollo. Per ulteriori informazioni,e per sapere come verrà poi valutata la richiesta e se, come già avvenuto in altri comuni, i richiedenti potranno poi avere condizioni agevolate per eventuale permuta o richiesta di altre aree edificabili: possibile chiedere appuntamento con l’ufficio Urbanistica allo 0415071111 interno 5 chiedendo dell'architetto Dal Zotto. —

i mezzi pesanti scendono dal cavalcavia, a nostro parere questa soluzione risulta molto pericolosa. Per questo chiediamo alla sindaca Martina Vesnaver di valutare l’ipotesi progettuale di un sottopasso ciclopedonale, così come avviene ormai di norma in caso di realizzazioni simili e come, ad esempio, già visto proprio qui a Spinea in occasione della rotatoria con sottopasso di Crea». La petizione è per ora disponibile nei bar “Fora dal Comune” e “2.1 Red Fornase”, la tabaccheria cartoleria “da Cristian” a Crea, il distributore Agip e la pasticceria “da Andrea” in via Cattaneo . — MASSIMO TONIZZO


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GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 LA TRIBUNA

TREVISO consiglio comunale

Terraglio Est, la Lega pressa: «Fare il rondò» Scontro sull’edilizia La commemorazione con il sindaco Mario Conte ieri davanti alla caserma Cadorin di Monigo

Ieri la commemorazione a Monigo. Su Fb i documenti del fascismo Conte: «Siate integri, non integralisti. Umanità contro il fanatismo»

Cadorin e archivi di Stato drammi della Shoah svelati Sì alle pietre d’inciampo li, la presidente Istresco Francesca Gallo che ha invitato a «raccogliere i ricordi di chi ha vissuto orrore e dolore, conservarne la memoria e restituire dignità, senza retorica». Altrimenti dal passato non si impara nulla ed è rapportando la storia al presente – ha detto il prefetto – che possiamo intervenire dove i diritti umani vengono calpestati, bloccando rigurgiti di razzismo. Per la prima volta quest’anno l’Archivio di Stato di Treviso ieri ha pubblicato nel profilo facebook alcune testimonianze tratte dai propri fondi. Un lavoro a cura del direttore Antonio Bruno, coadiuvato dalla collega Francesca Bortolanza, che hanno estratto dagli scaffali carte polverose per non dimenticare le storie delle

vittime di un folle piano di sterminio di ebrei, rom, omosessuali, disabili. Si documentano pezzi di vita e storia vera, vissuti, sofferti. Documenti unici: le leggi razziali del 1938 e i dubbi degli stessi esecutori. Emblematico il caso di Valdobbiadene sollevato dal segretario del partito fascista al prefetto il 5 febbraio 1942. Come comportarsi di fronte ai bambini di un’ebrea il cui marito non è ebreo? «Risulta, dagli atti di nascita, che tali bambini sono stati battezzati con rito romano cristiano. Il padre ha un lasciapassare per Lubiana Valdobbiadene. Vi sarei grato di comunicarmi le disposizioni in materia emanate dal competente Ministero, perché io possa rispondere alla segnalazione fattami». Ci sono poi appel-

Lo studente del Riccati: mi ha aiutato il basket

chiamano secchione, ma c’è pure chi dice che la faccia da secchione non ce l’ho». Davide Biscaro, 17enne di Silea, studente della 4ª D del Riccati-Luzzatti, è un piccolo genio. Si è appena aggiudicato le finali nazionali - categoria senior - delle Olimpiadi di economia e finanza, competizione promossa dal Ministero dell’Istruzione. Biscaro ha fatto sua la seconda edizione, battendo una ventina di giovanissimi sfidanti provenienti da tutta Italia. Un trionfo maturato dopo un test online a risposta multipla, che ne ha esaltato preparazione e rapidità: ha dimostrato di sapersi destreggiare fra tassi d’interesse, obbligazioni, titoli azionari. Il bello è che tutto era comin-

LA CERIMONIA

«S

iate integri, mai integralisti. Allenate l’umanità e le coscienze per rendervi immuni da ideologie distorte e fanatismi». Il sindaco Mario Conte ieri di fronte alle lapidi che alla Caserma Cadorin ricordano gli internati sloveni e croati, si è rivolto ai giovani nella prima commemorazione della shoah in epoca Covid. Nello stesso giorno la visita di Zaia al ghetto di Venezia. Una cerimonia essenziale quella di ieri, con pochi invitati: il prefetto Maria Rosaria Laganà, il comandante della caserma Ettore Pontiroli, alcuni consiglieri comunali con il presidente Giancarlo Iannicel-

A Davide la medaglia d’oro alle olimpiadi di economia LA STORIA

C

hissà se sono stati gli allenamenti del basket a permettergli di battere sul tempo l’avversaria più quotata: «Le sue risposte esatte sono state 20 su 25 come le mie, ma io l’ho preceduta di quattro secondi. Sì, forse il basket mi ha dato una mano». Facile invece intuire gli sfottò dei compagni: «Mi

Davide Biscaro di Silea

li di sacerdoti, come don Tito Zambelli cappellano della 50esima Legione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale che il 5 dicembre 1943 sottopone un “fatto pietoso”. Riguarda tre sorelle ebree di Vittorio Veneto molto anziane (la più giovane ha 80 anni): «Chiedono alla bontà di Vostra Eminenza la grazia di non essere deportate, solo: morire qui, nella loro città natia». Una giornata intensa con molteplici incontri web tra cui quello della Provincia con le toccanti testimonianze di ex studenti dell’Alberini che l’anno scorso hanno incontrato Liliana Segre a Milano. In consiglio comunale ieri il sì all’unanimità al posizionamento di pietre di inciampo nella città. Dove metterle sarà affidato ad una commissione scientifica. SCINTILLE AI TRECENTO

Ma in consiglio non è mancato lo scontro, prima in casa Lega, con fortissima tensione tra il consigliere Barbisan e Iannicelli (presidente del consiglio), poi con lo stesso Barbisan a incalzare l’opposizione: «Sulle pietre una mozione copia-incolata, potevano fare di più». E il Pd a rispondere: «La mozione è protocollata dal gennaio 2020... Non andava bene? Barbisan ha avuto 12 mesi per obiettare, ma non l’ha fatto». — LAURA SIMEONI

ciato quasi per scherzo: «All’inizio il concorso l’avevo preso un po’ alla leggera, mai avrei pensato di arrivare fino in fondo e vincere», racconta Davide, che gioca a basket all’Olimpia Silea e suona la fisarmonica, «L’economia mi piace, ma tante cose non le sapevo, né di solito le studi a scuola. Ho dovuto fare tanti approfondimenti per conto mio, i professori mi hanno supportato con lezioni extra al pomeriggio. E ora sono tutti orgogliosi: festeggiare da primo in Italia è fantastico, l’adrenalina da competizione mi ha stimolato. Mi sono divertito un sacco». Lo studente aveva primeggiato nella selezione interna del Riccati lo scorso an-

Lavori pubblici ed edilizia sono stati due temi infiammati ieri durante il consiglio comunale di Treviso. Il primo ha messo inaspettatamente a confronto la Lega con la Lega. Sul piatto il Terraglio Est e la richiesta da parte dei consiglieri leghisti di quartiere di «spingere affinché Veneto Strade non rinunci alla rotonda che dovrebbe anticipare l’innesto della statale sulla rotatoria dell’ospedale». Piano chiesto dal Comune ma cassato dalla società. In pressing il consigliere. Giorgio Torresan che ha detto chiaramente come «La rotonda è necessaria per la viabilità della zona e per alleggerire il traffico, e oltre alla rotonda» ha continuato il consigliere, «va completata assolutamente una pista ciclabile che arrivi fino al Ca’ Foncello e non che si fermi a Sant’Antonino». E si è aggiunto un altro consigliere della Lega, Giancarlo Da Tos, che ha incalzato i suoi: «La rotatoria non è discutibile» ha incalzato chiedendo specificatamente che l’amministrazione batta i pugni con la società. «E sia chiaro» ha continuato Da Tos, «Il Terraglio est va completato prima della fine della Cittadella della Salute». L’incalzare dei due consiglieri forse non ha fatto piacere ai colleghi e alla giunta, ma dai lavori pubblici si è presto passati a parlare di edilizia, e qui scontro diretto maggioran-

no, poi l’emergenza sanitaria aveva stoppato gli step successivi. Nelle ultime settimane, però, Davide ha avuto modo di recuperare (e con gli interessi): il 20 gennaio ha sbaragliato la concorrenza nella fase regionale, lunedì s’è rivelato il più bravo d’Italia. Tutto online, come la premiazione. «Una sfida che mi è piaciuta, domande che ti fanno ragionare», osserva, «In pratica: vogliono capire se saresti capace di investire bene i tuoi risparmi». Ora il futuro ha contorni più definiti: «Di sicuro farò l’università. Ho scoperto che finanza e diritto fanno al caso mio. Punterò sul ramo economico o Giurisprudenza».— MATTIA TOFFOLETTO

za-opposizione. A criticare l’amministrazione il consigliere ex cinquestelle Domenico Losappio e il capogruppo Pd Stefano Pelloni. Dito puntato contro i nuovi interventi in città, l’aumento delle volumetrie, il piano casa, la mancata tutela o il rischio non vengano tutelati immobili del 900. A replicare per prima l’assessore all’urbanistica Linda Tassinari che ha stroncato le accuse sottolineando come «Noi abbiamo modificato il piano interventi della passata amministrazione inserendo vincoli di tutela per gli edifici storici. La giunta Manildo li aveva completamente dimenticati». Poi anche l’assessore ai Lavori Pubblici Sandro Zampese: «Le responsabilità di interventi passati che hanno autorizzato abbattimenti di immobili storici come l’ex Provincia vanno ricercate nelle azioni della passata amministrazione». In ultima l’attacco frontale del sindaco Mario Conte: «Non accettiamo lezioni di urbanistica o edilizia da chi nulla ha fatto per tutelare il territorio» ha detto il sindaco. E sul progetto del Bosco Verticale ha rilanciato: «Volete una commissione ad hoc? Sarebbe bene la faceste voi con il vostro ex sindaco e i vostri ex assessori visto che il progetto è nato e cresciuto nella passata amministrazione, la vostra».— F.D.W.

Martedì 26 gennaio 2021 è mancata

NICOLETTA RUFFO Ne danno l'annuncio con grande dolore e tristezza BETTINA e BASILIO. Le Esequie si svolgeranno venerdì 29 c. m. alle ore 15 nella chiesa di San Vito a Treviso. Treviso, 28 gennaio 2021 I.O.F. TREVISIN GIGI - Treviso - tel. 0422/542863


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GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2021 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

Coronavirus: la Marca verso la ripartenza

Scatta il pressing dei ristoratori: «Zona gialla subito e stop al Fisco» L’appello di Treviso Imprese Unite: «Ci devono far lavorare» Fipe: «Serve una ripresa». Altri 5 locali multati per irregolarità TREVISO

«La zona gialla è fondamentale per sopravvivere, non arrivasse con questi numeri dovrebbero renderne conto ad un’intera categoria». Andrea Penzo Aiello, presidente di Treviso Imprese Unite, non abbassa la soglia dell’attenzione. L’annuncio di Zaia di ieri, che ha intravisto una concreta possibilità del passaggio nella zona gialla della Regione da lunedì prossimo rappresenta un sospiro di sollievo per baristi, ristoratori e negozianti; ma non c’è da abbassare la guardia perché «all’orizzonte ci sono tutte le difficoltà da affrontare dopo un anno come il 2020. Motivo per cui la manifestazione regionale che stiamo organizzando non si fermerà», dice Aiello. D’altra parte baristi e ristoratori, secondo la stime della Fipe, hanno perso nel 2020 almeno il 40% del fatturato, considerato che nei primi due mesi hanno lavorato regolarmente, e anche tra la prima e la seconda ondata hanno potuto incassare quasi come al solito. «Entrare in zona gialla è fondamentale perché con-

sente a tutti noi di intravedere uno spiraglio e riaccendere i motori. Si potrà integrare l’asporto con alcune ore di lavoro in presenza, e con l’avvicinarsi della bella stagione ci auguriamo che le domeniche possano essere più tiepide per lavorare all’aperto», sono le parole di Dania Sartorato, presidente della Fipe provinciale. Entrare in zona gialla per molti ristoratori

«Poter servire ai tavolini e al banco fino alle 18 è vitale per sopravvivere» non significherà solo potere aprire a pranzo e lavorare con la clientela all’interno del ristorante, ma anche rendere più sostenibile l’asporto. In questi mesi sono in molti ad aver rinunciato all’asporto, proprio perché sarebbero stati più i costi dei guadagni: «Tornare a lavorare dopo oltre 40 giorni di chiusura è una prima buona notizia. Ma non è un liberi tutti, e sappiamo già che almeno fino ad aprile staremo con il fia-

to sospeso», aggiunge Sartorato. «Poi con l’arrivo della bella stagione, unito alla diffusione dei vaccini, dovremmo riuscire ad avere un prospettiva più rosea. Anche se dobbiamo tenere in considerazione che distanziamento e mascherine ci accompagneranno a lungo». A fare da ulteriore volano alla ripresa il fatto che in zona gialla si potrà ricominciare a spostarsi dal proprio Comune: «È un aiuto per i commercianti e per i baristi stessi. Sabato è la data ufficiale di inizio dei saldi in Veneto, e per noi sarà un sospiro di sollievo aprire fino alle 18», aggiunge Penzo Aiello. Ieri Veneto Imprese Unite ha incontrato i commercianti di Vicenza per coinvolgerli nella prossima manifestazione. «È ora che si accenda la luce sulle richieste avanzate: chiediamo un anno fiscale “bianco” per la ripartenza, la cedolare secca per gli affitti, una legge speciale per i fallimenti». Gli associati di Treviso Imprese unite rispettano le regole. Non altri esercenti: e infatti ieri nella Marca sono state multate 5 attività per assembramenti e irregolarità. — FEDERICO CIPOLLA

Alcuni rappresentanti di Treviso Imprese Unite, a sinistra Andrea Penzo Aiello

musei pronti a riaprire

Bailo e Santa Caterina gratis Gadget ai primi 100 ingressi TREVISO

Da lunedì a Treviso si potrà tornare a camminare osservando le opere di Arturo Martini o il ciclo di Sant’Orsola. Riapriranno infatti i musei civici, dal primo febbraio, se il Veneto sarà zona gialla, altrimenti lo faranno non appena lo diventerà. Ca’ Sugana ha presentato ieri una serie di iniziative per invogliare i trevigiani a tornare a frequentarli quando sarà possibile. Il mese di febbraio l’accesso sarà gratuito, Bailo e Santa Catarina saranno aperti da lunedì al venerdì dalle 10 alle 18. I primi cento visitatori verranno omaggiati con un kit per i più piccoli e un pensiero griffato “Musei Civici” per gli adulti, il bollettino o una mascherina. Sono ormai diventate una novità tra i prodotti di merchandising dei musei (saranno in vendita nel bookshop di San-

le richieste del segretario spi-cgil biscaro

«Esenzioni Irpef sotto i 12 mila euro e aiuti a giovani coppie e al lavoro» TREVISO

«La pandemia ha determinato l’aumento della povertà. Chiederemo più politiche di sostegno per le famiglie, specie per infanzia e anziani». Vigilio Biscaro, segretario Spi Cgil Treviso, evidenzia subito un tema che gli sta particolarmente a cuore. Sul piatto c’è la contrattazione comunale 2021, di cui ieri Cgil, Cisl e Uil hanno ufficializzato le linee guida. Istanze che i sindacati, toccando gli ambiti più disparati, porteranno all’attenzione delle amministrazioni locali. Istanze che trovano nell’emergenza sanitaria una spinta e una bussola. Riassumendo: dalla richiesta di potenziamento della sani-

tà territoriale agli aiuti alle giovani coppie, dall’incremento degli asili nido alla necessità di favorire le fusioni fra Comuni. «Penso all'ingente ricorso alla cassa integrazione o alle partite Iva senza lavoro, mi viene in mente il settore del turismo messo in ginocchio», incalza Biscaro, «la nuova povertà indotta dal Covid deve imporre il rafforzamento delle alleanze territoriali per la famiglia. Continueremo a domandare l’esenzione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 10 mila o 12 mila euro. Ma bisognerà puntare pure sui giovani, assicurando il doposcuola e i centri estivi, l’anno scorso ridotti all’osso causa pandemia. Serviranno politiche a sostegno

Il sostegno alla famiglia è una delle richieste del sindacato

Il personale dei musei civici di Treviso con le mascherine griffate

ta Caterina e del Bailo a 7 euro). Realizzate dalla tessitura Monti in stoffa, lavabili, le mascherine riprendono particolari degli acquerelli di Antonio Carlini. «Un segno di attenzione, ma anche di ringra-

dell’occupazione e dell’invecchiamento attivo, vedi il co-housing». Le negoziazioni verteranno sulla lotta alla povertà e sul sostegno alle nuove generazioni, ma gli ambiti d’intervento potranno essere molteplici: «Dalle esigenze delle giovani coppie alla necessità di incrementare gli asili nido pubblici, ormai quasi scomparsi», sottolinea Guglielmo Pisana, segretario Uil Treviso. Ma la pandemia impone pure traiettorie precise nelle politiche sanitarie: «La sanità territoriale, specie nel confronto con la sanità lombarda, si è rivelato lo strumento più efficace per contrastare l’epidemia», ricorda Biscaro, «Occorre implementare i distretti, rafforzare l’assistenza domiciliare. Servirà particolare attenzione nei piani di zona, di cui l’emergenza Covid ci ha rimarcato l’importanza». Gli ultimi mesi, segnati da contagi e restrizioni, hanno fatto suonare pure un altro allarme: «L’isolamento delle famiglie ha causato l’aumento della violenza di genere. Ricordere-

ziamento per tutti i cittadini che, tornando a frequentare i musei, vorranno ripartire dalla bellezza», sono le parole l’assessore ai Beni Culturali Lavinia Colonna Preti. — F.C.

mo ai Comuni l’esigenza di interventi per contrastare la violenza e, in generale, per favorire le politiche di genere. Su quest’ultimo aspetto, la contrattazione sociale 2020 ha evidenziato una sensibilità ancora ristretta». Un altro tema è la “fedeltà fiscale”, che induce i sindacalisti a una riflessione sui ristori governativi a favore delle categorie più penalizzate dalle misure anti-Covid: «Chi ritiene i ristori una miseria, cosa ha dichiarato l’anno precedente? I patti anti-evasione stentano, poche le segnalazioni dei Comuni all’Agenzia delle Entrate. Eppure più evasione fiscale significa meno servizi: vorremmo che le amministrazioni locali s'applicassero di più su questo fronte». Ma le linee guida pongono pure l’accento sulle politiche abitative: spazio alle rigenerazioni urbane, al recupero di aree industriali E centri storici. Quanto agli enti locali, l’intento è promuovere percorsi di fusione fra Comuni o condivisioni.— MATTIA TOFFOLETTO


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