S e ^ e dalla Hiflessioni prima pagina Il ritorno a Torino A Torino per De Sanctis deil'Irpinia di De Sanctis Insegnerà, perciò, per una scuoPaolo S a g g e s e *
Paolo Saggese*
e attività del Parco Letterario L «Francesco De Sanctis» sono ormai entrate nel vivo e si tenta di
andare oltre l'Irpinia e la Campania, con la partecipazione - venerdì - nel capoluogo piemontese al Convegno di Studi «Francesco De Sanctis a Torino: da esule a ministro» (Quinto ciclo di seminari Via Sant'Ottavio, ex aula di Giurisprudenza), organizzato dall'Università di Torino e dal Parco in collaborazione con numerosi atenei italiani ed europei all'interno delle Celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis. In tal modo, la provincia di Avellino si inserisce pienamente in un ambizioso progetto di studi, non di tipo estemporaneo, che prevede un ritomo al De Sanctis fondato su basi scientiiìche e sulle migliori eriergie universitarie e locali, che lavoreranno sinergicamente sino al dicembre 2017. Non a caso, d'altra parte, lo stesso Parco ha sostenuto l'importante progetto dei professori Toni lermano (Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale) e Pasquale Sabbatino (Università di Napoli «Federico II») di realizzare una rivista di rilievo nazionale legata al nome dell'intellettuale di MoiTa e in cui confluiranno i migliori studi contemporanei su uno storico della letteratura e uomo politico, che ancora ha molto da dire aU'Italia e all'Europa del Terzo Millennio. Larivistasi intitolerà, «Studi desanctisiani», e sarà edita entro dicembre. D'altra parte, il passaggio per Torino diveniva obbligato, anche in previsione della migliore conoscenza del percorso intellettuale e umano di Francesco De Sanctis, che, dopo la partecipazione ai moti del maggio 1848, e gli anni di prigionia i (1850-1853) a Castel dell'Ovo, trovò rifugio per tre anni nella Capitale sabauda, che, a dire il vero, non fu particolarmente accogliente nei riguardi dell'esule irpino. Infatti, la sua fama di democratico, il poemetto «La prigione» venato di materialismo scritto durante la detenzione a Napoli, l'ampiezza dei suoi interessi culturali, che andavano oltre l'accademismo della cultura piemontese ufficiale, non gli consentirono di ottenere l'insegnamento universitario. >Segueapag.44
la privata per giovinette, r«Istituto Elliott», ma al contempo tenne una serie di conferenze dedicate a Dante e scrive su riviste («Il Cimento», «Il Piemonte», «Il Diritto»). Come al solito, tra l'altro, dimostrò mtto il suo senso della dignità rifiutando il sussidio sabaudo previsto per i patrioti costretti all'esilio. Una delle testimonianze più vive di quegli armi è offerta, tra l'altro, dalla figlia di un altro grande irpino, Pasquale Stanislao Mancini; infatti. Grazia Pierantoni Mancini, che fu allieva di De Sanctis in quegli armi, così rievoca il grande maestro: «Nell'Istituto deUa signora H- i liot, ella stessa così buona, Intelligente e anche bella, vi era im'accolta di professori veramente straordinaria, ma niuno poteva raggiungere il valore di — Francesco De Sanctis, che ora ci ha lasciato per l'Università di Zurigo. Torino non ne ha compreso il pregio, gli ha negato la cattedra all'Università e subito gli stranieri ne hanno profittato. In Zurigo egli è molto apprezzato e la sua fama di critico, d'insegnante, di letterato è cresciuta dacché vive all'estero. Noiitaliani abbiamo avuto sempre bisogno che lo straniero c'insegni ciò che dobbiamo apprezzare in casa nostra!» (da «Impressioni ericordi»di Grazia Mancini Pierantoni, riedita poi in varie circostanze nelle opere desanctìsiane). Nel corso di questa giornata, cui prenderanno parte alcuni dei maggiori studiosi italiani, si porrà l'accento, dunque, sulle difficoltà di De Sanctis, sul suo isolamento anche a Torino. Ma sarà anche occasione per promuovere in Piemonte l'Irpinia e alcuni dei prodotti della nostra terra, che potrebbero sostenere l'economia turistìco-rurale su cui proprio il Gal Cilsi, che ha rivitalizzato il Parco Letterario «De Sanctis», impegna da sempre le sue energie. Far conoscere, dtmque, a Torino l'Irpinia, il territorio del collegio nativo, quindi, ad esempio, la pasta «Senatore Cappelli» prodotta dal consorzio Fai, è l'altro obiettivo di questa nostra pimtata in Piemonte. È questa l'aspirazione
esplicita di Agostino Pelullo, presidente del Gal, del coordinatore Mario Salzarulo, ma credo anche del professore lermano, che ha fortemente voluto l'iniziativa, coordinandosi con le docenti torinesi Clara Allasia e Laura Nay. A Torino, dunque, venerdì 25 si parlerà di Francesco De Sanctis, ma anche di Irpinia, e si discuterà di una terra, che aspetta solo di essere scoperta, anche nel nome del grande critico di Morra. * Parco Letterario Francesco De Sanctis © R I P R O D U Z I O N E RISERVATA