Domenica 2 novembre 2014
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«De Sanctis, primo a capire Leopardi» ^ylartone a Lioni con «11 giovane favoloso»: «L'irpinia, una ten'a che ha reagito al dolore» Emilio Del Sordo
rancesco De Sanctis è stato il primo che ha capito Leopardi per davvero. Oggi siamo al passo con Leopardi, al suo tempo era difficile da comprendere, perché vedeva oltre, vedeva quello che le ideologie a\Tebbero prodotto attraverso i totalitarismi, come l'infelicità sia so\Tana al mondo nonostante i grandi progressi. È chiaro che in Leopardi c'era qualcosa che andava oltre, che parla a noi, e che De Sanctis ebbe la capacità divedere da subito, f in dall'incontro presso la scuola di Basilio Puotì». Mario Martone parla di Giacomo Leopardi e del suo film «il giovane favoloso» a Lioni, nell'lrpinia di Francesco De Sanctis. Ha partecipato all'incontro che si è svolto l'altra sera presso il Cinema Nuovo di Lioni, assieme ali sceneggiatrice Ippolita Di Majo, a Mario Salzarulo coordinatore del Gal Cilsi, a Paolo Saggese, saggista e dirigente del Parco Lettera«È un punto rio «Francesco De centrale, Sanctis», e il sindacruciale, co di Lioni. Rodoldominante» fo Salzarulo che ha definito il film «un inno al genio, al cinema e all'Itafia». Mario Martone ha spiegato come è nato questo progetto e gli elementi caratterizzanti che lo hanno portato in poche settimane ad essere il film più visto della stagione cinematografica italiana. Martone, si aspettava questo straordinario successo di pubblico che sta avendo ilfilme ha avuto difficoltà a convincere i produttori a realizzate quest'opera? «Avevo fiducia nel fatto che questo film trovasse un pubblico, namralmente non potevo immaginare un successo in queste proporzione che prende in contropiede anche me, ed ò una cosa straordinaria. Cario Degli Esposti, owero Palomar, produttore del film, ci ha subito creduto quando gliene ho parlato, anche la Rai è stata immediatamente d'accordo, e abbiamo avuto un contributo decisivo dalla Fondazione Marche, gli industriali marchigiani che hanno finanziato per quasi un terzo il film. Cosa da non sottovalutare perché è un esempio notevole, è la prima operazione di questo tipo in Italia. Ci sono dei privati e un territorio che hanno cre-
duto in questo film, che ha trovato una sua forma produttiva che si sposa ora con questo successo. Il successo ottenuto dal pubblico è doxiito so prammo all'amore che il popolo italiano nutre per Leopardi. Per noi essere presenti a Lioni è un fatto significativo per questo territorio che ha avuto una così grande tragedia, un passato doloroso ma, allo stesso tempo, può vantare di aver reagito con forza e determinazione a quanto ha vissuto». Un aspetto molto exidente nel film è la caratterizzazione sottile e profonda della figura di Monaldo, che spesso è stato rappresentato dalla critica in modo estremamente negativo, eppure ha avuto un importanza decisiva nella formazione di Giacomo Leopardi. «Questo è stato im punto chiave del nostro sguardo su Leopardi. Monaldo è stato spesso schiacciato su uno stereotipo. Noi abbiamo provato a guardare questo rapporto tra padre efigliocon semplicità e a estrarlo dal le fonti, dalla letteratura, dalle lettere che si sono scritti, e ne viene fuori un rapporto di grande amore da pane di un padre senz'altro conservatore, reazionario, ma un uomo di grande culmra. Qualefiglionon cresce attraverso un momento di ribellione e di rottura con il proprio padre tanto più se così profondamente amato e così significativo nella sua formazione. Noi volevamo mostrare la complessità di questo rapporto». Il rapporto di Leopardi con le donne, questo desiderio straordinario di amore «L'amore è un punto centrale, cmciale, dominante, come appunto Giacomo Leopardi scrive nelle poesie. Queste figure di donne sono viste, intraviste, amate, sublimate in versi straordinari. Al di là della sua Il f i l m Elio Germano è Giacomo Leopardi ne «Il giovane favoloso»; sotto,Francesco De Sanctis e Mano Martone condizione fisica, della sua oggettiva sgradevolezza, del suo non essere adattato al mondo. Riesce a trasforma la rabbia per queste simazioni in potenza creativa, in immaginazione e poesia». Un'altra figura che colpisce in senso positivo è quella di Antonio Ranieri. «Leopardi ha amato Antonio Ranieri enormemente, era un'amicizia amorosa straordinaria, ricambiata. Ranieri consentiva a Leopardi di vivere fuori da Recanati, ciò che Leopardi desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Ranieri dona a Leopardi questa possibilità, è ima figura centrale nella vita del poeta. Inoltre, tutti gU scritti di Leopardi sono conservati, grazie a Ranieri, nella Biblioteca nazionale, e quindi pubblica, a Napoli». © RIPRODUZIONE RISERVATA