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CULTURA & SOCIETA’ “Aspettando Giffoni”, omaggio a Montaldo ’ ormai conto alla rovescia per il festival “Aspettando Giffoni”, promosso dalla Banca della Campania, dedicato quest’anno al tema delle “Rigenerazioni”. Il 21 maggio Montaldo si confronterà con il pubblico irpino, introdotto da Marco Pistoia, docente di storia e critica del cinema all'Università di Salerno e Tonino Spagnuolo, presidente del Laceno d'oro Film Festival. A precedere l'incontro sarà la proiezione del film di Giuliano Montaldo "L'in-
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dustriale". C'è grande attesa anche per lo spettacolo di Claudia Koll "A piedi nudi nel parco", liberamente tratto dalla commedia di Neil Simon. Nel corso della rassegna la Koll illustrerà anche le attività della Star Rose Academy, un'Accademia di spettacolo con sede a Roma, diretta dalla stessa Koll e fondata dalle Suore Orsoline della Sacra Famiglia». Ma sono tanti i nomi che si alterneranno sul palcoscenico di Giffoni da Vittorio Sgarbi, di scena il 22 maggio
con "Sgarbi, l'altro", vero e proprio racconto dedicato alla bellezza, Gino Riviecco, protagonista il 27 maggio di "Un…gino per il mondo" con Rosario Minervini e Ada De Rosa, in cui l'attore napoletano ripercorre i momenti più significativi del suo trentennale repertorio, tra sketch e personaggi accattivanti. Alla ribalta anche la musica con Franca Masu, tra le voci più affascinanti del Mediterraneo, in "Sentidos" , in concerto il 3 giu-
gno, i ritmi del gospel americano di Harold Bradley Quintet, di scena il 7 giugno. E' pensato, invece, per i più piccoli lo spettacolo di Giovanni Muciaccia "Impara l'arte ..e non metterla da parte", in programma il 12 giugno. Si prosegue il 17 giugno con "Haruka" con Gaia Cuatro e Paolo Fresu, nel segno della musica argentina. Il 21 giugno torna anche quest'anno l'appuntamento con il Premio Strega che vedrà ancora una volta ad
Avellino i finalisti della competizione a confronto, in una serata condotta da Maria Concetta Mattei con la lettura dei brani affidata a Eleonora Brigliadori ed Edoardo Siravo. Il 26 giugno ancora musica d'autore con Solis String Quartet e Peppe Servillo in "Spassiunatamente" mentre il 3 luglio Bustric, mago, mimo ed illusionista, propone l'incanto del suo spettacolo. Il 5 luglio di scena il divertimento con Rosalia Porcaro in "Sesso senza cuore" mentre l'8 luglio Horacio Ferrer regalerà le suggestioni de "El poeta y la musica". Il 10 luglio Espedito
Giovedì 17 maggio 2012
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De Marino e Mariella Nava insieme sul palco in un toccante omaggio a Roberto Murolo. L'11 luglio gran finale con Tosca che proporrà il concerto/recital "Zoom-Spartito cinematografico".
De Sanctis e la ferrovia dimenticata Ad “Intrecci d’autore”, nello scenario di S. Angelo all’Esca, il confronto dedicato all’attualità del magistero del letterato e politico irpino e alla battaglia in difesa dell’Avellino Rocchetta. Mitrione: ripartiamo dall’idea di un parco tematico RED. CULT.
’ stata l'occasione per ricordare il contributo offerto da Francesco De Sanctis alla costruzione di uno stato unitario e insieme alla crescita del paese il confronto tenutosi ieri presso la Tenuta Cavalier Pepe di S. Angelo all'Esca, inserito nell'ambito della rassegna itinerante "Intrecci d'autore". A prendere la parola è stato dapprima il prof. Giuseppe Acocella che ha ribadito il valore etico del magistero di De Sanctis, che scelse sempre di interpretare la politica come attenzione al bene pubblico e agli interessi dei cittadini. Primo governatore di Avellino, dopo l'arrivo di Garibaldi, De Sanctis non soltanto diede al nuovo stato la coscienza di una cultura unitaria ma fu tra i primi a capire l'importanza dell'istruzione pubblica per combattere l'analfabetismo. La tavola rotonda è proseguita con l’intervento dell’associazione In loco Motivi che ha sottolineato l'importanza di portare avanti la battaglia in difesa dell'Avellino-Rocchetta, voluta proprio dal De Sanctis. «Non ci sono dubbi - ha spiegato Pietro Mitrione, anima di In loco Motivi - che questa linea ferroviaria rappresenti una vera e propria risorsa per il territorio irpino e non solo. Ecco perchè riteniamo si tratti di una storia che non può ancora dirsi conclusa. Intanto, stiamo lavorando ad una mostra fotografica insieme ad Irpiniaturismo, mentre molto presto presenteremo anche in provincia il volume dal titolo "Le ferrovie delle meraviglie" dedicato alle tratte ferroviarie dimenticate. Ad ogni associazione è stato chiesto di selezionare una serie di foto che sintetizzassero lo stato di salute del trat-
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LO STUDIO
to di ferrovia adottato. La scelta è stata quella di non accompagnare le immagini con alcuna didascalia, integrate da una scheda redatta dall'associazione stessa divisa in tre parti: ieri, oggi, domani. La lettura si trasforma in un viaggio seduti accanto al finestrino, percorrendo 6000 km di binari dimenticati lungo tutto la penisola. Un gran tour a velocità superiore rispetto a quello del settecento ma sicuramente ancora abbastanza lento per permettere al viaggiatore di leggere il paesaggio e di comprenderne le trasformazioni determinate dallo sviluppo economico. Il progetto nel quale crediamo ancora fortemen-
te è quello di fare dell’Avellino-Rocchetta il punto di partenza per la realizzazione di un parco tematico, magari realizzando l'idea della Sovrintendenza di un vincolo paesaggistico. Non ci sono dubbi, infatti, che chiudere un mezzo di trasporto e di accesso a zone montagnose significa condannare a morte intere comunità e dimostrare ancora una volta la disattenzione della politica». Nel pomeriggio, intanto, al convento di San Giovanni di Taurano lo scrittore Mauro Fabi ha presentato il suo romanzo “Oltre il pontile”, storia a metà tra farsa e tragedia, tra poliziesco e poesia, in cui si confondono i confini tra i generi letterari, in quello che è stato un confronto sullo stato di sa-
lute della narrativa italiana. Una giornata di studi sarà dedicata oggi al tema della guerra civile spagnola nella letteratura e nel cinema con l’intervento di studiosi italiani e ispanisti dell’Università di La Rioja, Tarragona, Lleida: Maria Teresa Gonzales de Garay, Francisco Tovar Blanco, Manuel Fuentes, Antonio Candeloro, Sebastiano Martelli, Rosa Maria Grillo, Giusi Furnari Luvarà, Carlo Mearilli, Antonella Russo. Modereranno i prof. Carla Perugini e Francesco Saverio Festa. Domani il ciclo di incontri proseguirà a S. Angelo all'Esca con la relazione di Marco Tarchi : su "Diritti umani, guerre umanitarie, fine della Storia. I rapporti fra etica e politica nell'era globale". Modererà il dibattito Generoso Picone. A caratterizzare l'incontro l’esibizione di Gennaro D’Avanzo ( Direttore Teatro San Babila di Milano) e Walter Di Gemma in "Parole e musica in movimento". Alle 15.30 il festival farà tappa a Chiusano San Domenico, lo scrittore Pino Aprile si confronterà con i rappresentanti delle forze sindacali CGIl, Cisl, Uil, Ugl. Il 19 maggio, nella sala Fiorentino Sullo di Castelvetere sul Calore, Rosalia Zabelli relazionerà su "Linguaggio e potere: la funzione etica morale e sociale della favola, da Esopo ai giorni nostri" mentre Eugenio Capozzi interverrà su "I liberali italiani. Dall’antifascismo alla repubblica". Modereranno Claudia Iandolo e Luigi Meriano. La manifestazione “Intrecci d’autore” è promossa dall’ Associazione Culturale Onlus Paolo Raffaele Troiano, con il Patrocinio della Provincia di Avellino e i Comuni di Castelvetere sul Calore, Montoro Superiore, S. Angelo all’Esca, Rotondi, Taurano, Villamaina, Istituto G. Tendindo di Chiusano di San Domenico, Cantine Famiglietti (Paternopoli) Tenuta Cavalier Pepe e Ristorante La Collina di S. Angelo all’Esca.
IL NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA CHE RIPERCORRE LA MEMORIA DEL TERRITORIO
Hirpinia, per una riscrittura della storia Sono analisi approfondite quelle che lo studioso Domenico Cambria e il prof. Marsoner offrono nel fascicolo n. 7 di “Hirpinia il Sannio Ritrovato” sui Celti, e n. 8 di Cambria sulle 4 tribù del Sannio. Il primo conferma l’origine indoeuropea dei Sanniti, nonché l’origine di stampo pre-celtico, anche grazie a una serie di reperti rinvenuti nell’alta valle del Calore; il secondo avanza l’ipotesi che le tribù del Sannio non fossero quattro bensì due. Dalle parole del prof. Marsoner, comprendiamo bene il valore e il significato di alcuni reperti rinvenuti: “…uno dei pochi punti su cui i pareri degli studiosi non divergono è costituito dal carattere religioso dei Dolmen (o Triliti) e dei Menhir, sebbene le più tarde imitazioni di tali monumenti (ad esempio in provincia di Massa Carrara e di Lecce) risalgano all’età del fer-
ro e avessero ormai perduto il significato cultuale originario. In genere i Dolmen, ma talora anche i Menhir, erano connessi a un culto funerario e segnalavano una sepoltura collettiva o individuale. Come ha giustamente sottolineato la studiosa lituana Marija Gimbutas (The Language of the Goddess, Los Angeles, 1989) i Menhir in particolare rappresentavano un’immagine della Dea Madre, un culto attestato dalle “Veneri” perigordiane già nel paleolitico superiore e presente in tutta l’Italia fin dall’inizio del neolitico antico. Tali monumenti possono considerarsi epifanie aniconiche della Grande Dea e si collegherebbero a un linguaggio simbolico, la cui lontana origine può ricercarsi nelle “Veneri” ritrovate a Grimaldi, Savignano sul Panaro, Laussel, Lespugue e Willendorf che costituiscono il vertice artistico
del paleolitico superiore (…) Quelli isolati sono talora distinti da caratteri sessuali femminili: i seni, il ventre gravido e la vulva. Altri più recenti raffigurano le braccia incrociate sui seni ed il volto di una civetta, a rappresentare l’identificazione della Dea con una sua epifania vivente caratterizzata da una vista sovrumana. Attraverso uno studio interdisciplinare la citata Marija Gimbutas ha sviluppato inoltre l’interpretazione del simbolismo religioso del neolitico antico-europeo: la “V” (talora capovolta od orizzontale), la “X” la “M”, lo “Chevron”, lo zigzag, l’asta, il triangolo, il meandro, la croce ecc.), riferendolo alla religione ginecocentrica di quella che ella chiama la “Vecchia Europa”. (…) Simbolo per antonomasia dei Celti è il cerchio, vale a dire il sole. Il cerchio circonda la classica croce celtica;
nel cerchio i Celti si riunivano per narrare i miti e le leggenda dei loro antichi guerrieri; nel cerchio le vergini danzavano all’ombra della luna; nel cerchio venivano compiuti riti di tutti i generi. Il cerchio, il menhir e la dea, sono l’estensione dell’energia della dea stessa concentrata nel mezzo, che a sua volta la trasmette alla Terra. Alla morfologia della Dea gravida, sembrano riferirsi i Menhir rinvenuti sulla costa del Montagnone di Nusco, interamente ricoperta in una simbologia più religiosa che astrale. Su alcuni si riscontrano graffiti corrispondenti ai segni tipici dell’antico neolitico europeo e riferiti all’identificazione della Dea Madre intesa come sorgente della vita e della morte: la “V” capovolta, l’asta, la X, il meandro. Ancora più misterioso è il segno di uno scorpione rinvenuto su un me-
IL 19 MAGGIO LA PRESENTAZIONE AL GESUALDO
Parco letterario, ecco il nuovo progetto Sarà presentato il 19 maggio, alle 16, al Teatro Gesualdo di Avellino, il nuovo progetto legato al Parco letterario Francesco De Sanctis, promosso dal Gal Cilsi nell'ambito del Piano di Sviluppo Locale “Terre d’Irpinia". Il progetto nasce da un'attenta analisi dell'esperienza del Parco Letterario in Alta Irpinia, conclusa nel 2001 e realizzata dal CRESM Campania nell’ambito della Sovvenzione Globale “I Parchi letterari". Il Parco abbracciava i luoghi descritti dal De Sanctis in "Un viaggio elettorale", réportage ispirato al viaggio nel collegio elettorale di Lacedonia, compiuto dal De Sanctis per sostenere la propria candidatura alle elezioni politiche del 1874/75, e "La giovinezza", libro di memorie rimasto incompiuto e pubblicato postumo. Un itinerario che passa, dunque, in rassegna comuni come Rocchetta S. Antonio, Lacedonia, Bisaccia, Calitri, Andretta, Guardia dei Lombardi, Morra De Sanctis e S. Angelo dei Lombardi. Il progetto del Gal Cilsi ha incontrato il pieno sostegno delle amministrazioni comunali, nell’ambito delle attività di concertazione per l’elaborazione della Strategia di Sviluppo Locale. La convinzione è che la rivitalizzazione del Parco Letterario possa rappresentare uno strumento fondamentale per la rinascita del turismo. Ad animare il Piano di Sviluppo Locale per l’Alta Irpinia la scomemssa di costruire una “Rete rurale ecologica multifunzionale”, intesa quale ambito spaziale nel quale avviare e sperimentare politiche di riconversione del settore agricolo e nel settore della fruizione del paesaggio, dei beni culturali e dell’artigianato di qualità verso modelli sostenibili di sviluppo. Punto di partenza della nuova edizione del Parco sarà ancora una volta la valorizzazione della risorsa patrimonio (naturale, ambientale, storico-culturale), attraverso la riscoperta dei luoghi descritti dall'autore, la creazione di un circuito turistico culturale e la promozione di eventi di tipo prevalentemente culturale e letterario. Attraverso incontri, laboratori, eventi si cercherà di educare, da un lato, alla lettura ed alla scrittura e al tempo stesso di veicolare, dall'altro, nei luoghi prescelti, flussi turistici diversificati, un'utenza turistica alla ricerca di autenticità e tipicità ma anche di iniziative culturali, attivabile anche nei periodi dell'anno in cui la domanda è tradizionalmente più debole. Un primo assaggio delle attività promosse dal nuovo Parco Letterario Francesco De Sanctis è stato offerto da “Terra Scritta”, primo laboratorio rurale a cura di Franco Arminio, con la partecipazione del geografo Franco Farinelli. Oltre ai rappresentanti del Gal Cilsi prenderanno parte alla conferenza stampa il gruppo di lavoro, i rappresentanti istituzionali, sociali e culturali del progetto.
galite a Bagnoli, poiché sembra riferirsi a un culto religioso di cui si è perduto il significato originario. Invero nella civiltà mesopotamica è noto il culto di una Dea – Scorpione, la “Signora della Giustizia (…) Considerando l’eccezionale importanza del problema, allo scopo di chiarire i quesiti posti da tali osservazioni, si manifesta la necessità di iniziare uno studio paleontologico riguardante i siti di Nusco e di Bagnoli”. Per quanto riguarda invece la tribù del Sannio, scrive Cambria “…Quante erano le tribù che componevano il Sannio? – si chiede Cambria -Quattro, dice la storia: Pentri, Hirpini, Caudini e Caraceni. Ed è vero. Ma chi erano i Caudini e i Caraceni? Quale animale guida seguivano queste due tribù? Non si sa! La storia non ce lo dice. I Caudini si chiamavano così, solo dopo che essi conquistarono Caudium. Conquista avvenuta dopo quella di Malventum. E prima? Quindi prima essi non si chiamavano Caudini? No! C’era un’altra tribù che seguiva gli Hirpini lungo il Calore? No!
Allora i Cauduni non sono altro che una parte di hirpini che cambiarono la loro identità e si resero indipendenti dopo la conquista di Caudium! Adesso scommetto che gli occhi di molti si sono spalancati come fari. E i Caraceni? Anche in questo caso la storia non cita mai questa tribù, così appellata in quanto uomini che si trovavano in alto, al nord del Sannio, tra le pietre: erano Pentri che abitavano la zona estrema del Sannio a confine con i Peligni, che, come tutti i popoli di confine persero un po’ della loro matrice originaria, staccandosi dal ceppo pentro e assumendo un proprio ruolo indipendente. Quindi il Sannio era composto da sole due tribù, i Pentri e gli Hirpini. I Pentri si stazionarono nell’attuale Molise, gli Hirpini dal suo confine verso sud. Caraceni e Caudini non sono altro che due appendici dei Pentri e degli Hirpini. Assieme composero il Sannio e assieme morirono tutti l’82 a.C., guidati da un Hirpino, Gavio Ponzio detto il telesino, nella battaglia di Porta Collina a Roma, sconfitti per sempre da Silla…”