MEL RAMOS

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MEL RAMOS 29 ottobre 2012 - 15 gennaio 2013 A CURA DI Giulio Tega FOTOGRAFIE Galerie Patrice Trigano TESTI DI Luciano Caprile

COORDINAMENTO EDITORIALE Carola Miramonti Diletta Spinelli Vita Stolova TRADUZIONI Alexandra Tatiana Pollard IMPAGINAZIONE Alessandro Paladini STAMPA Bandecchi & Vivaldi, Pontedera (PI) settembre 2012 COPYRIGHT Š Luciano Caprile

in copertina: Chiquita Banana, 2008


Lu c i a n o C aprile

MEL RAMOS



SOMMARIO

7 Introduzione Giulio Tega 9 Immagini di quotidiana seduzione Luciano Caprile 15 Opere 37 Biografia 43 Esposizioni personali 46 Esposizioni ed edizioni della Galleria Tega



Se la pop art è stato il movimento artistico che più si è legato alla rivoluzione consumistica avviatasi negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta per poi invadere l’Europa e naturalmente l’Italia, Mel Ramos si è dimostrato l’autore più attento a sottolineare nelle sue opere lo stretto rapporto tra il corpo femminile e l’oggetto da promuovere. Tale rapporto viene esaltato nelle sculture in poliestere dipinto che ho il piacere di proporre in questa mostra che arricchisce la stagione in galleria appena avviata di una prestigiosa presenza. Le sculture di Mel Ramos costituiscono un ulteriore tassello espositivo che intende confermare la filosofia di una scelta personale: quella di offrire ai clienti e ai visitatori sempre nuove occasioni di coniugare l’eccellente qualità alla sorpresa. Mi auguro di esserci riuscito anche questa volta. Giulio Tega

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If Pop Art is the artistic movement most connected to the consumer revolution that took off in the United States during the 1960s, later invading Europe and of course Italy, Mel Ramos is the artist whose work most reflected the intimate relationship between the female body and advertised products. This connection is taken to a new height with his painted polyester sculptures, which I am honored to present at this exhibition that enriches our new gallery season with such a prominent figure. This show of sculptures by Mel Ramos is yet another example of a vision guided by a personal choice: to offer clients and visitors new opportunities to experience the combination of excellent quality and surprise. I hope I have succeeded this time too. Giulio Tega

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IMMAGINI DI QUOTIDIANA SEDUZIONE

“La merce è la grande madre che accudisce il sonno, i sogni e gli incubi dell’uomo americano, che lo assiste in tutti i suoi bisogni, fino al punto di incentivare e creare altri nuovi consumi. La città è lo spazio, l’alveolo naturale dell’american dream, inteso come sogno continuo di opulenza e di stordimento organizzato dalla merce”1. Questa rivoluzione esistenziale, avviatasi negli Stati Uniti subito dopo la metà del secolo scorso, tocca il suo apice e travolge emozionalmente i consumatori agli inizi degli anni Sessanta: la gente viene aggredita da simboli, da immagini che ne determinano i comportamenti. E l’arte accoglie tale input prelevando le figure della reclame in termini assolutamente strumentali, senza arricchirle di personali suggestioni. Sceglie di usare soltanto approcci distintivi che vanno dalla seriale e talora freddamente chirurgica essenzialità di un Andy Warhol alla distillata figurazione di un Roy Lichtenstein declinata dai cartoon. Tanto per citare due autori che specchiano direttamente il loro intervento nella logica propositiva di certe aggressive campagne pubblicitarie che si incontrano quotidianamente sui muri della città o sulle riviste più in voga. Mel Ramos si avvale di tale contesto divulgativo in termini decisamente più marcati e allusivi. Dopo aver dipinto nel 1962 una serie di quadri ispirati dai fumetti di fantascienza, si dedica l’anno successivo a una serie di figure femminili dove l’immaginario di quei fumetti si sposa con l’immaginario suscitato dal cinema, in particolare dai così detti peplum movies (Cleopatra di Mankiewicz è proprio del 1963). Prende così l’avvio quella sua tipica produzione incentrata sulla ridondante bellezza muliebre eruttata dai manifesti o dai caleidoscopici neon che lo distinguerà da tutti gli altri interpreti della pop art. Nasce pertanto “una nuova razza di ragazze copertina baciate dal sole, dai seni fluttuanti in un mare di pompelmo, il busto che forma un tutt’uno con una banana in verticale, i capelli al vento che sembrano opporsi ai fischi d’ammirazione del decennio degli hubba hubba”2. Questa pittura calda, intinta in un ammiccante erotismo, evidentemente favorita dal clima della 9


regione d’origine, la California, trova soltanto un adeguato riscontro in Tom Wesselmann con un rilevante distinguo: la sensualità femminile descritta da quest’ultimo è privata però delle adeguate sottolineature fisiognomiche e anatomiche. Il particolare comportamento creativo consente a Ramos da un lato di argomentare quel piacere edonistico che sembra pervadere l’intera società e dall’altro di attivare con particolare efficacia l’arma dell’ironia. Infatti le sue procaci protagoniste promuovono il proprio corpo sovrapponendolo all’oggetto da propagandare: esse stesse diventano così un accattivante e appetibile elemento di consumo almeno visivo e attivano un’immediata complicità con l’osservatore catturato da tale prorompente bellezza. Questi corpi, giocati su più piani prospettici, acquisiscono inoltre una vocazione tridimensionale che esalta l’armonia delle forme. Pertanto la loro traduzione in sculture dipinte appare come un successivo passo ammantato di ineluttabilità. L’attuale esposizione si rivolge a quest’ultimo approdo di Mel Ramos che, in tal modo, va ad accentuare quel kitsch insito in certa oggettistica di facile, immediata captazione da lui rielaborata con la sensibilità del grande artista che intende testimoniare con caustica perseveranza il proprio tempo. Vengono infatti proposte alcune composizioni concepite in resina policroma che accentuano certe caratteristiche insite nei dipinti: “L’amalgama di elementi disparati dà luogo a un contesto relazionale assurdo, dall’aroma vagamente surreale, ed emana un messaggio subliminale insipido e cinico: la felicità si può trovare solamente nel consumo di succedanei come le pin-up o le leccornie di produzione industriale”3. Tali opere di più recente produzione accentuano un simile assunto. Infatti la Chiquita Banana evocata da Rosenblum nel suo originario assetto bidimensionale (“un busto che forma un tutt’uno con una banana in verticale”) ora ci turba con la sua ibrida, tangibile ed edule provocazione: sembra l’invito esplicito a un erotico cannibalismo. Il concetto viene ribadito dalla sorridente Barbiburger sofficemente seduta su un panino farcito. E la Hav-a-Havana 2 non è da meno nella riproposizione della splendida modella sdraiata su uno scrocchiante sigaro dalle dimensioni di un siluro. E cosa dire delle sinuose natiche muliebri sporgenti con calcolata grazia da un ipotetico davanzale estrapolato dal tipico tondo della Coca’ Cola? E cosa argomentare

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sulle “Gitanes legères” che offrono un’ammiccante vetrina alla prorompente bellezza della star di turno? Una parallela considerazione compete alla graziosa protagonista allungata su un enorme tubetto di caramelle “Life Savers” e alla pensosa baby accostata a una bottiglia di “Tomato Ketchup”. Insomma quel corpo femminile, esibito clamorosamente da Ramos per la prima volta all’alba della rivoluzione sessuale (e che la pubblicità ha imparato a utilizzare per vendere meglio i prodotti di largo impiego), ora diventa un elemento di decoro al pari del messaggio promozionale. Se abbiamo ormai imparato, al di là degli slogan promozionali, che tutto è la stessa cosa, il vero valore aggiunto è la seduzione di un corpo da accostare al prodotto: lì cade e si compie il nostro desiderio. Mel Ramos l’ha compreso perfettamente e ha tradotto questo messaggio in raffinata arte, in complicità, in modello di comportamento. Luciano Caprile

NOTE Achille Bonito Oliva, “Figure americane” in “American Pop Art”, Casa Editrice Nuova Tavolozza, Palermo, 1998, p. 11 2 Robert Rosenblum, “Mel Ramos”, Taschen, Köln, 1997, p. 4 3 Klaus Honnef, “Pop Art”, Taschen, Köln, 2004, p. 66 1

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IMAGES OF EVERYDAY SEDUCTION

“Merchandise is like a great mother to the American man, watching over his sleep, dreams and nightmares and looking after all of his needs, encouraging and creating new consumer urges. The city is the space, the natural harbor of the American dream, the constant dream of opulence and stupefaction organized by consumer goods”1. This existential revolution started in the United States in the middle of the twentieth century and reached a climax in the early 1970s, emotionally overwhelming consumers with an onslaught of symbols and images that would dictate their behavior. Art reflected this phenomenon by instrumentally using advertising images without enriching them with a personal interpretation. Instead artists employed distinctive methods that ranged from Andy Warhol’s serial and at times chillingly surgical simplicity to Roy Lichtenstein’s distilled representations in cartoon form, just to mention two artists whose work directly reflected the propositional rationale of aggressive ad campaigns covering city walls or popular magazines. Mel Ramos used this expressive context in much more emphatic and allusive terms. After completing a series of paintings inspired by sci-fi comics in 1962, the following year he focused his artistic energy on a series of female figures blending comic book and film images, in particular peplum movies (in fact, Mankiewicz’s Cleopatra came out that same year). This was the beginning of what would distinguish him from other pop artists: works based on the excessive use of feminine beauty in ads and neon signs. He created “a new race of sunkissed pin-up girls, their breasts afloat in seas of grapefruit, their torsos welded to an erect banana, their windswept hair streaming against the male wolf-call of the decade, ‘hubba hubba’”2. His hot painting style dipped in cheeky eroticism, clearly influenced by the climate of his home state California, was similar only to the work of Tom Wesselmann with an important distinction: the feminine sensuality described by Wesselmann is deprived of physiognomic and anatomical details. Ramos’ particular creative approach

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allowed him to explore the hedonistic pleasure that seemed to pervade society while effectively using irony. In fact, his provocative protagonists show off their bodies fused with the product being advertised: they become an attractive and desirable element of visual consumption and immediately stimulate the viewer’s complicity with their exuberant beauty. These bodies, placed in varying perspectives, acquire a three-dimensional tendency that emphasizes the harmony of shapes. As a result, their translation in painted sculptures was an inevitable next step. The current exhibition refers to this last phase of Mel Ramos’ work, which emphasizes the inherent kitsch quality of everyday objects that Ramos reworks with the sensitivity of a great artist who intends to capture his times with caustic perseverance. This exhibition features several compositions made of polychromed resin that accentuate certain intrinsic qualities of the original paintings: “The blend of disparate elements creates an absurd relational context, with a mildly surreal scent, and transmits a stale, cynical message: happiness is found only in the consumption of surrogates such as pin-up girls or commercial treats”3. His more recent works emphasize this vision. Indeed, the original two-dimensional Chiquita Banana Rosenblum refers to (“their torsos welded to an erect banana”) is now more disturbing with its hybrid, tangible and edible provocation, like an open invitation to erotic cannibalism. This concept can also be seen in the smiling Barbiburger delicately sitting on a bun. And Hav-a-Havana 2 is no exception in reproposing the image of a beautiful model lying on a grainy cigar the size of a torpedo. And what can be said of the curvy feminine buttocks protruding with studied grace from an imaginary ledge extrapolated from a round Coca Cola sign? And the “Gitanes legères” providing a catchy showcase for the exuberant beauty of the star of the moment? A similar consideration should be made of the graceful protagonist lying on top of an enormous roll of “Life Savers” and the thoughtful girl standing next to a bottle of “Tomato Ketchup”. In short, that female body, spectacularly put on show by Ramos for the first time at the dawn of the sexual revolution (and that advertising was quick to

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use to sell mass consumer products), has now become a decorative element like the promotional message. If we have by now learned, ad slogans aside, that everything is the same, the real added value is the seduction of a body next to a product: that is where our desire stops and is fulfilled. Mel Ramos understood this perfectly and translated this message into a sophisticated form of art, complicity and model of behavior. Luciano Caprile

NOTES 1 Achille Bonito Oliva, “Figure americane” in “American Pop Art”, Casa Editrice Nuova Tavolozza, Palermo, 1998, p. 11 2 Robert Rosenblum, “Mel Ramos”, Taschen, Cologne, 1997, p. 4 3 Klaus Honnef, “Pop Art”, Taschen, Cologne, 2004, p. 66

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Opere


You get more Salami with Modigliani, 1978 watercolor on paper, cm 46x61 16


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Hav-a-Havana, 2006, resin polychrome signed and numbered (edition of 6 + 2 AP), cm 84x200x72 18


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The pause that refresh (Coca Cola), 2007, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 53x53x15 20


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Chiquita Banana, 2008, resin polychrome signed and numbered (edition of 6 + 2 AP), cm 177x110x110 22


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Martini Miss, 2008, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 72x50x36 24


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Heidi Heinz, 2009, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 90x43x43 26


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Five Flavor Frieda, 2010, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 50x96x22,5 28


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Barbiburger, 2011, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 62x42x54 30


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La gitane, 2012, resin polychrome signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 82x48x30 32


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Golden Chiquita, 2012, bronze gold-plated and silver signed and numbered (edition of 8 + 4 AP), cm 86x50x40 34


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Biografia Nasce il 24 luglio 1935 a Sacramento, in California. Tra il 1954 e il 1958 studia al Sacramento City College, al San José State College e al Sacramento State College. Nel 1955 sposa Leta Helmers che diventerà la modella di molti suoi dipinti. Nel 1958 consegue il Master of Arts Degree alla California State University di Sacramento. Tra il 1962 e il 1963 si dedica a una serie di quadri che esaltano le figure dei supereroi del fumetto. I vari Batman, Superman, Phantom Lady, Wonder Woman, Sheena sono rappresentati con colori sgargianti, a ribadire le persistenti icone della cultura americana. Nel 1963 partecipa con alcune opere a una esposizione museale: si tratta della collettiva “Pop Goes the East” allestita al Contemporary Art Museum di Houston. Nello stesso anno si reca in Europa. Tiene la prima personale nel 1964 alla Bianchini Gallery di New York. Nel 1965 i suoi lavori vengono ospitati dalla David Stuart Gallery di Los Angeles. Proprio in quel periodo sviluppa una personale figurazione pop inserendo figure di pin-up nude, tratte dalle riviste, accanto a immagini di prodotti di largo consumo riprese dagli annunci pubblicitari. Nel 1966 ritorna per la seconda volta nel Vecchio Continente per allestire alla Galerie Ricke di Kassel la prima personale al di fuori degli Stati Uniti. Si trasferisce con la famiglia a Oakland, in California. Nel 1967 viene invitato a insegnare presso la California State University di Hayvard. Nel contempo il San Francisco Museum of Modern Art gli dedica una mostra. Nel 1969 è presente alla rassegna “Human Concern” allestita al Whitney Museum di New York. Alla fine degli anni Sessanta si nota l’accentuazione del carattere erotico della sua pittura che ora si avvale di una iconografia marcatamente allusiva di una inedita mitologia carnale. L’ulteriore approdo in Europa nel 1971 coincide con un’esposizione alla Galleria Richard Foncke di Gent, in Belgio. Nel 1972 è invece Bruno Bishofberger a ordinargli una personale nella sua galleria di Zurigo. Nello stesso anno compie una serie di viaggi in Marocco, Egitto e Spagna: acquista una casa nel villaggio di Horta San Huan, in Catalogna. Gli viene quindi dedicata una personale all’Utah Museum of Fine Arts di Salt Lake City. Agli inizi degli anni Settanta il suo interesse pittorico si rivolge ad alcuni importanti autori dei secoli scorsi: realizza pertanto particolari versioni di celebrati quadri di

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Boucher, David, Ingres, Manet. Anche il contemporaneo De Kooning è oggetto della sua attenzione interpretativa. Nel 1974 le sue opere compaiono nella mostra “Pop Art” allestita al Whitney Museum di New York dove viene anche proposta una sua personale presso la Louis K. Meisel Gallery. Nel 1975 viene presentata per la prima volta una sua retrospettiva in uno spazio pubblico europeo al Museum Haus Lange di Krefeld, in Germania. Intanto a Londra esce la prima monografia dedicata al suo lavoro a cura di Elizabeth Claridge. Nel 1977 tocca al californiano Oakland Museum ospitare una sua ampia retrospettiva. L’anno seguente partecipa alla mostra “Art about Art” allestita al Whitney Museum di New York e ha la prima personale in Italia alla Galleria Plura di Milano. Nel 1979 è la volta della Spagna accogliere la prima personale alla Galleria Cadaqués, nella città omonima. Lancaster e Miller pubblicano il secondo libro relativo alla sua opera. Dal 1992 vive a Oakland, in California, e a Horte de San Juan, in Spagna. Le sue opere si trovano in molti prestigiosi musei: in particolare al Museum of Modern Art, al Guggenheim Museum e al Whitney Museum of American Art di New York, al Museum of Contemporary Art di Chicago, al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, al Museum of Modern Art di San Francisco, alla National Gallery of Art di Washington, all’Art Gallery of Ontario di Toronto, all’Albertina e al Museum Moderner Kunst di Vienna, alla Kunsthaus di Darmstadt, alla Kunsthalle di Amburgo, alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo.

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Biography Mel Ramos was born on July 24, 1935 in Sacramento, California. Between 1954 and 1958 he studied at Sacramento City College, San José State College and Sacramento State College. In 1955 he married Leta Helmers who would become the model for many of his paintings. In 1958 Ramos received his Master of Arts Degree from California State University in Sacramento. Between 1962 and 1963 Ramos worked on a series of paintings featuring comic superheroes, icons of American culture such as Batman, Superman, Phantom Lady, Wonder Woman and Sheena painted in bold colors. In 1963 works by Ramos were included in the group exhibition “Pop Goes the East” at the Contemporary Art Museum in Houston. That same year he traveled to Europe. His first one-man show was held in 1964 at the Bianchini Gallery in New York. In 1965 his works were shown at the David Stuart Gallery in Los Angeles. During this time Ramos developed his own Pop Art imagery composed of nude pin-up girls from magazines next to consumer products found in advertisements. In 1966 Ramos returned to the Old World for an exhibition at the Galerie Ricke in Kassel, his first solo show outside of the United States. He moved with his family to Oakland, California. In 1967 Ramos was invited to teach at the California State University in Hayward. That same year the San Francisco Museum of Modern Art held an exhibition about the artist. In 1969 he was part of the “Human Concerns” exhibition at the Whitney Museum in New York. At the end of the 1960s the erotic quality of his painting became more emphatic and his iconography more allusive and carnal. His return to Europe in 1971 coincided with an exhibition at the Galerie Richard Fonke in Ghent, Belgium. In 1972 Bruno Bishofberger organized a one-man show at his Zurich gallery. That same year Ramos traveled to Morocco, Egypt and Spain and bought a home in Horta de Sant Joan, a village in Catalunya. The Utah Museum of Fine Arts in Salt Lake City also featured a solo exhibition. During the early 1970s Ramos’ painting interest centered on prominent artists of previous centuries with re-creations of celebrated paintings by Boucher, David, Ingres and Manet. He even reinterpreted his contemporary De Kooning. In 1974 his works were included in the “Pop Art” exhibition at the Whitney Museum in addition to a one-man show at the Louis K. Meisel Gallery in New York. Ramos had his first retrospective in 1975 at the Museum Haus Lange in Krefeld, Germany. That same year Elizabeth Claridge’s monograph on Ramos, first book about the artist, was published in London. In 1977 the Oakland Museum in California held an enormous retrospective. The following year Ramos was part of the “Art about

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Art” exhibition at the Whitney Museum, and he had his first one-man show in Italy at Galleria Plura in Milan. In 1979 his first solo exhibition in Spain was held at Galeria Cadaqués, and Lancaster and Miller published the second book on Ramos’ oeuvre. Since 1992 Ramos has been living in Oakland, California, and Horta de Sant Joan, Spain. His works are featured in many of the most important art museums such as the Museum of Modern Art, the Guggenheim Museum, the Whitney Museum of American Art, the Museum of Contemporary Art in Chicago, the Museum of Contemporary Art in Los Angeles, the Museum of Modern Art in San Francisco, the National Gallery of Art in Washington, the Art Gallery of Ontario in Toronto, the Albertina and the Museum Moderner Kunst in Vienna, the Kunsthaus of Darmstadt, the Kunsthalle in Hamburg, and the Scottish National Gallery of Modern Art in Edinburgh.

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ALCUNE DOMANDE A MEL RAMOS

Che cos’è per lei la bellezza? “La bellezza di un nudo femminile deve sempre associarsi alla naturalezza”. Che cosa l’attira in una donna? “Mi colpisce subito il volto. Dipingo prima quello: se funziona, funziona tutto il resto”. Che cos’è per lei il buon gusto? “Ho un personale concetto di buon gusto”. Quale significato occorre attribuire al fatto che lei è rimasto legato allo stesso soggetto per cinquant’anni? “Ci sono artisti che hanno bisogno di cambiare di tanto in tanto. A me invece piace entrare nello studio tutti i giorni con l’intenzione di fare sempre meglio quello che ho sempre fatto. Che cosa risponde alle femministe che per quasi mezzo secolo hanno protestato nei confronti dei suoi dipinti? “Dico che sono sopravvissuto a tutti, anche a loro”. C’è qualcosa in particolare che le dà fastidio nel giudizio dei critici? “Quando Picasso, Modigliani, Matisse hanno dipinto dei nudi, la gente li ha chiamati nudi. Ed è ciò che pretendo si dica delle mie opere: non voglio che le interpreti dei miei lavori vengano chiamate pin-up”.

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SOME QUESTIONS TO MEL RAMOS

What is beauty? The beauty of a female nude should always be combined with naturalness. What attracts you about a woman? The face is the first thing that strikes me. I paint it first: if it works, everything else works. What is good taste? I have a personal concept of good taste. What is the significance of the fact that you have worked on the same subject for the past fifty years? There are artists who need to change from time to time. I prefer walking into the studio every day and try always to do better what I have always done. What is your response to the feminists who have protested against your paintings for nearly half century? I say I have survived everyone, even them. What bothers you about art criticism? When Picasso, Modigliani or Matisse painted nudes, people called them nudes. And my works should be spoken of in the same way: I don’t want the protagonists of my works to be called pin-ups.

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Esposizioni personali / Solo exhibitions 1964 Bianchini Gallery, New York, NY 1965 Bianchini Gallery, New York, NY David Stuart Gallery, Los Angeles, CA 1966 Galerie Ricke, Kassel, Germany 1967 Galerie Tobias-Silex, Cologne, Germany Berkeley Gallery, San Francisco, CA (dual) San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, CA 1968 David Stuart Gallery, Los Angeles, CA (catalogue) Mills College Art Gallery, Oakland, CA (catalogue) 1969 Gallery Reese Palley, San Francisco, CA David Stuart Gallery, Los Angeles, CA Gegenverkehr, Aachen, Germany (catalogue) 1970 Artists Contemporary Gallery, Sacramento, CA 1971 Galerie Richard Fonchke, Ghent, Belgium French and Co., New York, NY Graphics Gallery, San Francisco, CA Galerie Bruno Bischofberger, Zürich, Switzerland 1972 Utah Museum of Fine Arts, Salt Lake City, UT (catalogue) 1973 Dickinson College, Carlisle, PA Madison Art Center, Madison, WS Pacific Lutheran University, Tacoma, WA

1974 Louis K. Meisel Gallery, New York, NY David Stuart Gallery, Los Angeles, CA 1975 Museum Haus Lange, Krefeld, Germany (catalogue) 1976 David Stuart Gallery, Los Angeles, CA Louis K. Meisel Gallery, New York, NY 1977 Oakland Museum, Oakland, CA (catalogue) Morgan Gallery, Kansas City, MO 1978 Church Fine Arts Gallery, Reno, NV Galeria Plura, Milan, Italy 1979 Galeria Cadaqués, Cadaqués, Spain University Gallery, California State University, Chico, CA 1980 Rose Art Museum, Waltham, MA (catalogue) Morgan Gallery, Kansas City, MO Franz Wynans Gallery, Vancouver, Canada 1981 Louis K. Meisel Gallery, New York, NY Sheehan Gallery, Whitman College, Walla Walla, WA Modernism, San Francisco, CA 1982 Malinda Wyatt Gallery, Venice, CA Route 66 Gallery, Philadelphia, PA 1985 Louis K. Meisel Gallery, New York, NY 1986 Hokin-Kaufman Gallery, Chicago, IL

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Galerie Tanja Grunert, Köln, Germany (catalogue) Modernism, San Francisco, CA

1997 Galerie Levy, Madrid, Spain (catalogue) Kantor Gallery, Los Angeles

1987 Studio Trisorio, Naples, Italy

1998 Galeria Nova, Bad Homburg, Germany Galerie Eikelmann & Auktionhaus Karbsten Düsseldorf-Alstadt

1988 Kunsthandlung Brigitte Haasner, Wiesbaden, Germany James Corcoran Gallery, Santa Monica, CA 1989 Louis K. Meisel Gallery, New York, NY (catalogue) 1991 Louis K. Meisel Gallery, New York, NY Schaufenstergalerie, Frankfurt, Germany Louis K. Meisel Gallery, New York, NY (catalogue) 1992 ARTAX, Düsseldorf, Germany Galerie B. Haasner, Wiesbaden, Germany Galerie Eikelmann, Essen, Germany Maximilian Krips Galerie, Köln, Germany 1993 Louis K. Meisel Gallery, New York 1994 Kunstverein Lingen, Germany 1995 Mannheimer Kunstverein, Mannheim, Germany Kunsthalle zu Keil, Keil, Germany Hochschule fur Angavante Kunst, Vienna, Austria 1996 Modernism, San Francisco Galerie Levy, Hamburg, Germany (catalogue) Galerie Ulrich Gering, Frankfurt, Germany Galerie Hilger, Vienna, Austria (catalogue) Galerie Burkhard H. Eikelmann, Essen, Germany

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1999 Galleria Civica, Modena, Italy (catalogue) Louis Meisel Gallery, New York Kunsthaus Hannover, Germany Museum Moderner Kunst, Passau, Germany Kunsthalle Wilhelmshaven, Germany Domestica, San Giovanni Valdarno, Italy Galerie Burkhard Eikelmann, Essen, Germany (catalogue) 2000 Kunstforum Fränkisches Seenland, Gunzenhausen, Germany Galerie Levy, Hamburg, Germany (catalogue) Galerie Terminus, Munich, Germany Kunsthaus, Köln, Germany Galerie Vonderbank, Frankfurt, Germany Galerie Burkhard Eikelmann, EXPO 2000, Köln, Germany 2001 Galleria d’Arte Maggiore, Bologna, Italy (catalogue) Galerie Hilger, Vienna, Austria (catalogue) Palazzo dei Sette, Comune di Orvieto, Italy (catalogue) Galeria Alvarez, Porto, Portugal Natsoulas Gallery, Davis, CA 2002 Galerie Patrice Trigano, Paris, France (catalogue) Fischerplatz Galerie, Ulm, Germany, Modernism Inc., San Francisco, Burkhard Eikelmann, Düsseldorf, Germany 2003 Bernarducci-Meisel Gallery, New York Galerie Terminus, Munich, Germany


2004 Museo Juan Cabre, Calaciete, Spain (catalogue) Galerie Peerlings, Krefeld, Germany Robert Sandelson Gallery, London Louis K. Meisel Gallery, New York 2005 Modernism Inc., San Francisco Galerie Geiger, Konstanz,Germany Imago Gallery, Palm Desert James F.Byrnes Institute, German-American Center, Stuttgart, Germany

Albertina, Vienna, Austria (catalogue) World Cultural Heritage Site, Volklingen, Germany Galeria Senda, Barcelona, Spain 2012 Imago Galleries, Palm Desert, CA Galleria Tega, Milan, Italy (catalogue)

2006 Walter Bischoff Galerie, Berlin, Germany Fundaci처n Provincial de Cultura,Cadiz, Spain (catalogue) Galerie Hilger, Vienna, Austria 2007 Stadt Galerie, Klagenfurt, Austria (catalogue) Galerie Burkhard Eikelmann, D체sseldorf, Germany (catalogue) Galerie Levy, Hamburg, Germany 2008 Modernism West, San Francisco Louis Meisel Gallery, New York 2009 Galerie Rive Gauche @ ART PARIS, Grand Palais, Paris, France 2010 Kunsthalle T체bingen, Germany (catalogue) Galerie Hilger, Vienna, Austria (catalogue) Cameo Kunsthandel, Heilbronn, Germany Modernism Inc. San Francisco Kunsthaus Schill, Stuttgart, Germany Museum Villa Stuck, Munich, Germany (catalogue) Galerie Le Ivy, Hamburg, Germany Galerie Hafenrichter, Nuremburg, Germany 2011 Davis Klemm Gallery, Frankfurt, Germany Galerie Erhard Witzel, Wiesbaden, Germany

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Esposizioni ed edizioni della Galleria Tega

1984 Alberto Savinio, Disegni immaginati, testi di Luigi Cavallo e Pia Vivarelli 1985 Giorgio De Chirico, Disegni inediti, testi di Luigi Cavallo e Maurizio Fagiolo dell’Arco 1986 Ivan Rabuzin, Luce e poesia, testo di Raffaele Carrieri Ercole Pignatelli, Realtà metafisica, testo di André Verdet 1987 Alberto Magnelli, Opere, testo di Daniel Abadie Gabriele Mucchi, Dipinti e disegni, testo di Luigi Cavallo Georges Mathieu, testo di Emilio Tadini Filippo De Pisis, Inediti e opere scelte, testo di Dino Tega 1988 Ivan Rabuzin, Il paradiso di Rabuzin, testo di Giancarlo Vigorelli 1989 Jiři Kolař, L’arte può continuare, testi di Jiři Kolař e Jindrich Chalupecky René Laubies, Pitture ad olio, testi di Dino Tega e Henri Nesme 1990 Pol Bury, Sculptures mobiles et cinétisations, a cura di Giulio Tega, (in collaborazione con la Galleria Sapone, Nizza) Achille Perilli, Opere scelte 1956-1960, testi di Achille Perilli e Nello Ponente Gerard Schneider, Opere, testo di Georges Boudaille Emilio Tadini, Opere, testo di Emilio Tadini Fausto Melotti, Opere, testo di Serge Faucherau 1991 Pierre Tal Coat, Peintures, testo di Henri Maldiney Giuseppe Uncini, Opere, a cura di Giulio Tega 1992 Marc Chagall, Racconto e poesia (dipinti 1950-1965), testo di Dino Tega 1993 Osvaldo Licini, Opere, testo di Flaminio Gualdoni 1994 Afro Basaldella, Opere su carta 1939 – 1969, testo di Flaminio Gualdoni, (in collaborazione con la Galleria Bergamini) Georges Mathieu, Opere su carta, a cura di Giulio Tega 1995 Giorgio Morandi, Nature morte e paesaggi, a cura di Giulio Tega Gualtiero Nativi, Opere dal 1947 al 1994, testo di Flaminio Gualdoni Hans Hartung, Opere dal 1947 al 1995, testo di Kurt Vanbelleghem 1998 Achille Perilli, Le colonne e gli alberi, testo di Achille Perilli 1999 Femmes Sur Papier (Leger, Matisse, Miro’, Picasso), a cura di Giulio Tega e Piero Fedeli Julio Larraz, Opere, testo di Alessandro Romanini 2000 Massimo Campigli, Opere, testo di Nicola Campigli Julio Larraz, Opere, testo di Nicola Micieli Carlo Guarienti, La pittura e la memoria, testo di Marisa Volpi 2001 Irving Petlin, Quattro montagne. Ritratto di una città, testo di Giorgio Soavi Navarro Vives, Porte 1960-1965, testo di Flaminio Gualdoni

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2002 Igor Mitoraj, Opere, testo di Flaminio Gualdoni Julio Larraz, Potere assoluto, testo di Luciano Caprile 2003 Mimmo Rotella, Moana ultimo mito, testo di Ermanno Krumm, (in collaborazione con la Galleria Ca di Frà) Sandro Chia, Opere, testo di Luciano Caprile Riccardo Gusmaroli, Opere, testo di Luciano Caprile 2004 Informale, Paris-Milan 1946-60, testo di Rachele Ferrario 2005 Dino Tega, Il colore, il tempo, testi di Stefano Crespi, Matteo Bianchi, Luigi Cavallo Centottanta Opere, a cura di Giulio Tega, testi di Vittoria Coen 2006 Fernando Botero, Opere, testi di Luciano Caprile e Raffaele Morelli Lucio Fontana, Piero Manzoni, Opere, testo di Luciano Caprile Antoni Tàpies, Opere, testo di Luciano Caprile 2007 Christo & Jeanne-Claude, Opere, testo di Luciano Caprile Burri & Burri, (in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini) Chartae, testo di Luciano Caprile 2008 Achille Perilli, Opere, testo di Luciano Caprile Colore & Segno, a cura di Giulio Tega Progetto per una collezione: da Mirò a Botero testo di Luciano Caprile 2009 Mimmo Rotella, Rotella Roma Parigi New York testo di Alberto Fiz Incontri d’arte, a cura di Giulio Tega L’artista e la Materia, testo di Luciano Caprile 2010 Dino Tega, Due tempi scelti, testo di Luigi Cavallo Filippo De Pisis, Pittura primo amore, testo di Luigi Cavallo 2011 Piero Guccione, a cura di Giulio Tega, testi di Luciano Caprile e Vittorio Sgarbi Elementi spaziali, Bonalumi, Castellani, Dadamaino, Scheggi, testo di Elena Forin Riccardo Gusmaroli, In movimento 2012 Adami, Figure nel tempo, a cura di Maurizio Ferraris, Giulio Tega e Vincenzo Trione Hans Hartung, Opere scelte 1947-1986, a cura di Leonardo Farsetti, Carlo Repetto e Giulio Tega

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Finito di stampare nella Tipografia Bandecchi & Vivaldi Pontedera Settembre 2012


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