Anna dai capelli rossi

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ANNA

dai capelli rossi ROM ANZO 1

Lucy Maud Montgomery traduzione di Angela Ricci


“...una bambina di circa 11 anni, con indosso un abitino di flanella tra il giallastro e il grigio, molto corto, molto stretto e molto brutto. Sulla testa aveva un berretto alla marinara color marrone sbiadito e lungo la schiena le scendevano due trecce folte di un rosso acceso. Il visetto della bambina era pallido, smagrito e coperto di lentiggini, la bocca era grande e così anche gli occhi, che a seconda della luce sembravano verdi oppure grigi. Questo era ciò che avrebbe visto un osservatore comune, mentre un osservatore acuto avrebbe notato anche il mento appuntito e pronunciato, la vivacità e l’energia nascoste in quegli occhi grandi, la dolcezza e l’espressività della bocca e la fronte ampia e intelligente: in breve, il nostro acuto osservatore avrebbe facilmente potuto concludere che nel corpo di quella ragazzina sperduta, dalla quale il timido Matthew Cuthbert era così ridicolmente intimorito, abitava un’anima davvero fuori dal comune”.


UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni


Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi traduzione di Angela Ricci ISBN 978-88-9348-365-0 Prima edizione giugno 2018 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2022 2021 2020 2019 2018 © 2018 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo originale: Anne of Green Gables Netflix è un marchio registrato di Netflix, Inc. e delle sue affiliate. Immagine di copertina utilizzata su autorizzazione di Netflix, Inc.

galluccieditore.com

Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® ® (Forest Stewardship Council ) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Lucy Maud Montgomery

Anna dai capelli rossi ROMANZO 1

traduzione di Angela Ricci



Alla memoria di mio padre e mia madre. L.M.M.



Le buone stelle si congiunsero nel tuo oroscopo, ti fecero di spirito, di fuoco e di rugiada. Robert Browning



Una sorpresa per Rachel Lynde

La casa di Rachel Lynde sorgeva esattamente nel punto in cui la strada principale di Avonlea cominciava a scendere in una piccola valle circondata da ontani e fucsie. In mezzo scorreva un torrente che aveva origine lontano da lì, nel bosco intorno alla vecchia casa dei Cuthbert. Il primo tratto, a ridosso della sorgente, aveva fama di essere intricato e impetuoso; vi si nascondevano, simili a tenebrosi segreti, cascate e piscine naturali. Quando però giungeva nella valle di casa Lynde, diventava un fiumiciattolo tranquillo e composto, perché persino un torrente non avrebbe mai osato scivolare di fronte alla porta di Rachel Lynde senza la necessaria dignità e il dovuto decoro. Con ogni probabilità sapeva benissimo che avrebbe trovato la signora Rachel seduta alla finestra a tenere d’occhio tutto ciò che le passava davanti, dai corsi d’acqua ai bambini, e che se avesse notato qualcosa di strano o di poco appropriato non avrebbe avuto pace finché non ne avesse scoperto il perché e il percome. Dentro e fuori Avonlea non è raro incontrare persone che a forza di badare alle faccende altrui finiscono per trascurare le proprie; Rachel Lynde invece era una di quelle industriose creature in grado di gestire sia i propri affari sia quelli di moltissima altra gente. Era una casalinga virtuosa, sbrigava sempre le faccende di casa al momento giusto e nel migliore dei modi, “dirigeva” il circolo del cucito, aiuta9


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va a gestire la scuola domenicale ed era una fedelissima sostenitrice della società di mutuo soccorso della parrocchia, nonché dell’associazione missionaria. Eppure, nonostante tutte queste attività, la signora Rachel trovava sempre tempo in abbondanza per starsene seduta ore e ore alla finestra della sua cucina a lavorare a maglia trapunte di cotone – ne aveva già fatte 16, risultato che le casalinghe di Avonlea non mancavano mai di commentare con voce ammirata – e a tenere d’occhio la strada principale che attraversava tutta la valle e si inerpicava su per la ripida collina rossa, sul lato opposto. Poiché la cittadina di Avonlea sorgeva su una piccola penisola triangolare protesa sul golfo di Saint Lawrence, lambita dall’acqua su entrambi i lati, chiunque volesse raggiungerla o lasciarla era costretto a passare per la strada che tagliava le colline, e quindi a sottoporsi all’invisibile giudizio della signora Rachel, ai cui occhi non sfuggiva nulla. Quel pomeriggio, all’inizio di giugno, era seduta al suo solito posto. Il sole caldo e luminoso entrava dalla finestra, il giardino che cresceva sul pendio ai piedi della casa era una distesa di fiori color rosa pallido come il viso di una sposa, e sopra di esso ronzava una miriade di api. Thomas Lynde – un ometto docile che la gente di Avonlea chiamava semplicemente “il marito di Rachel Lynde” – stava seminando le ultime rape della stagione nell’orto dietro il fienile. Alla fattoria di Green Gables, anche Matthew Cuthbert avrebbe dovuto dedicarsi alla semina nel grande campo di terra rossa vicino al torrente. La signora Rachel lo sapeva perché la sera prima l’aveva sentito parlare con Peter Morrison al negozio di William J. Blair, giù a Carmody, e Matthew aveva detto che il pomeriggio seguente si sarebbe occupato di seminare le rape. Ovviamente era stato Peter a chiederglielo, Matthew Cuthbert non era tipo da rivelare di sua spontanea volontà informazioni su qualsivoglia aspetto della sua vita. 10


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Eppure eccolo laggiù, Matthew Cuthbert, che alle tre e mezza di pomeriggio di un giorno feriale guidava placidamente il suo calesse in mezzo alla valle e poi su per la collina. Come se non bastasse, indossava una camicia bianca e gli abiti delle grandi occasioni, il che voleva dire senza dubbio che andava fuori Avonlea. Aveva preso il calesse e la cavalla saura, quindi il posto in cui stava andando doveva essere piuttosto lontano. Ma dov’era che stava andando, e per quale motivo? Se si fosse trattato di un qualsiasi altro abitante di Avonlea, la signora Rachel avrebbe abilmente messo insieme le informazioni che aveva su di lui e formulato in quattro e quattr’otto una risposta plausibile a entrambe le domande. Ma Matthew si allontanava così di rado da casa che il motivo doveva essere qualcosa di urgente e insolito. Era l’uomo più timido sulla faccia della terra e odiava trovarsi in mezzo a sconosciuti, o in generale in qualsiasi posto in cui fosse necessario parlare. Decisamente non capitava tutti i giorni di vederlo guidare il suo calesse vestito di tutto punto e con la camicia bianca. Per quanto la signora Rachel si sforzasse di riflettere, non riuscì a trovare una soluzione all’enigma, cosa che le rovinò tutto il divertimento di quel pomeriggio. “Farò un salto a Green Gables dopo il tè e mi farò dire da Marilla dov’è andato e perché” concluse infine la rispettabile signora. “Di solito non va in città in questo periodo dell’anno e non va mai a far visita a nessuno; se avesse finito i semi di rapa non si sarebbe vestito tutto elegante e non avrebbe preso il calesse solo per andare a comprarne altri; e non stava nemmeno andando a chiamare un dottore, o avrebbe guidato più velocemente. Ma da ieri sera dev’essere successo qualcosa che gli ha fatto cambiare i suoi piani. Sono davvero perplessa, non c’è che dire, e non avrò un minuto di pace finché non saprò per quale motivo Matthew Cuthbert ha lasciato Avonlea oggi”. 11


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Pertanto, come programmato, dopo il tè la signora Rachel uscì. La sua meta non era lontana: la grande casa dalla forma irregolare dove vivevano i Cuthbert, circondata da un giardino, era a un chilometro scarso di distanza da quella dei Lynde, sulla stessa strada. A dir la verità il lungo viale di accesso la rendeva parecchio più lontana. Quando aveva costruito quella casa, il padre di Matthew Cuthbert, timido e silenzioso come il figlio, aveva voluto restare il più possibile alla larga dall’abitato, pur senza andare a finire dentro il bosco. Green Gables era stata edificata sul confine estremo dei terreni di sua proprietà, e lì sorgeva ancora, a malapena visibile dalla strada principale sulla quale si affacciavano invece le altre case di Avonlea, più inclini alla socialità. Per Rachel Lynde vivere in un posto così isolato non era neppure degno di essere definito “vivere”. «Al massimo si può dire che risiedano qui» disse imboccando il vialetto erboso segnato dalle ruote del calesse e fiancheggiato da cespugli di rose selvatiche. «Non c’è da meravigliarsi se Matthew e Marilla sono tutti e due un po’ strani, considerando che vivono qui isolati. Gli alberi non devono essere di grande compagnia, certo se lo fossero ne avrebbero in abbondanza. Ma secondo me è molto meglio osservare la gente. A dir la verità pare che loro siano abbastanza contenti, ma immagino che ci siano abituati. Il corpo si abitua a tutto, persino a essere impiccato, diceva quell’irlandese». Mentre borbottava queste parole, la signora Rachel giunse in fondo al viale e mise piede nel giardino posteriore di Green Gables, uno spazio verdeggiante, ordinato e preciso, con degli imponenti salici da un lato e dei sobri pioppi dall’altro. Non c’era neanche un rametto o un sassolino fuori posto, se ci fosse stato la signora Rachel l’avrebbe di sicuro notato. In cuor suo era convinta che Marilla Cuthbert spazzasse quel giardino con la stessa frequenza con cui spazzava l’interno della casa. Si poteva mangiare per terra senza alcun timore. 12


Una sorpresa per Rachel Lynde

La signora Rachel bussò prontamente alla porta della cucina ed entrò dopo essere stata invitata. La cucina di Green Gables aveva un aspetto allegro, o meglio l’avrebbe avuto se non fosse stata così scrupolosamente ordinata, al punto da assomigliare quasi a un salotto buono, di quelli che non si usavano mai. Le finestre erano esposte a Est e a Ovest, e da quella che guardava a Ovest, sul giardino, entravano i dolci raggi del sole di giugno. La finestra che affacciava a Est invece, dalla quale si potevano scorgere i ciliegi carichi di fiori bianchi del giardino a sinistra della casa e le betulle snelle e ondeggianti che crescevano lungo la riva del torrente, era incorniciata dal verde di alcune piante rampicanti che si intrecciavano sul muro esterno. Era lì che Marilla Cuthbert si sedeva di solito, le rare volte che le capitava di sedersi, perché provava una certa diffidenza nei confronti del sole, giudicato fin troppo ballerino e irresponsabile per quel mondo che invece andava preso sul serio. Fu lì che la trovò seduta la signora Rachel, a lavorare a maglia con la tavola già apparecchiata alle spalle. Prima ancora di aver terminato di chiudere con delicatezza la porta, la signora Rachel aveva già notato tutto ciò che si trovava sulla tavola. C’erano tre piatti, il che voleva dire che Marilla si aspettava che Matthew tornasse con qualcuno per il tè; i piatti tuttavia erano quelli di tutti i giorni, la marmellata era di semplici mele selvatiche, e c’era una sola torta, perciò l’ospite che attendeva non doveva essere nessuno di particolarmente importante. Ma allora perché Matthew si era messo la camicia bianca e aveva preso la cavalla saura? La signora Rachel cominciava a essere davvero confusa da quello strano mistero che riguardava la tranquilla e di solito molto poco misteriosa Green Gables. «Buonasera, Rachel» disse Marilla saltando i convenevoli. «Bella serata, vero? Non ti siedi? A casa state tutti bene?» Nonostante 13


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le loro differenze, o forse proprio per quelle, Marilla Cuthbert e Rachel Lynde erano sempre state legate da un sentimento che, per mancanza di altri termini più adatti, si poteva definire amicizia. Marilla era una donna alta e snella, dotata di spigoli più che di curve. I suoi capelli neri, da cui facevano capolino alcune ciocche grigie, erano sempre raccolti all’indietro in un piccolo chignon, con due forcine che spuntavano fuori. Aveva l’aria di una donna dalle esperienze limitate e dalla morale rigida, cosa che era, ma c’era qualcosa nella sua bocca che, per quanto accennato, lasciava intuire la presenza di un certo senso dell’umorismo. «Stiamo tutti bene» disse la signora Rachel. «Ho avuto paura che tu ti fossi sentita male, perché ho visto passare Matthew oggi pomeriggio. Ho pensato che forse stava andando dal dottore». Marilla incurvò le labbra e assunse un’aria comprensiva. La verità era che si aspettava una visita da parte di Rachel, perché sapeva che vedere Matthew andarsene da Avonlea senza alcun motivo plausibile era più di quanto la curiosità della sua vicina potesse sopportare. «Oh no, io sto bene, anche se ho avuto un brutto mal di testa ieri» disse. «Matthew è andato a Bright River. Abbiamo adottato un ragazzino di un orfanotrofio della Nuova Scozia, arriva stasera con il treno». Se Marilla avesse detto che Matthew era andato a Bright River a incontrare un canguro giunto dall’Australia, la signora Rachel non sarebbe stata più sorpresa. Rimase letteralmente senza parole per circa cinque secondi. Era improbabile che Marilla la stesse prendendo in giro, ma non poté evitare di pensarlo. «Dici sul serio, Marilla?» le chiese una volta ritrovata la voce. «Sì, certo» disse Marilla, come se prendere in casa ragazzini degli orfanotrofi della Nuova Scozia fosse parte delle abitudini primave14


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rili di tutte le buone fattorie di Avonlea, invece di essere una novità mai vista prima. La signora Rachel si sentiva come se il suo cervello avesse appena ricevuto una scarica elettrica. Tutti i suoi pensieri si concludevano con un punto esclamativo. Un ragazzino! Marilla e Matthew Cuthbert, proprio loro, adottavano un ragazzino! Di un orfanotrofio! Beh, voleva dire che il mondo stava decisamente finendo gambe all’aria! Dopo questo, non si sarebbe più sorpresa di niente! Di niente davvero! «E come può esservi venuto in mente di fare una cosa del genere?» chiese con evidente disapprovazione. Tutto era stato fatto senza chiedere il suo consiglio, pertanto non poteva che disapprovarlo. «Beh, ci pensavamo da un po’... da tutto l’inverno, a dir la verità» rispose Marilla. «Il giorno prima di Natale è venuta a trovarci la moglie di Alexander Spencer e ha detto che in primavera avrebbe adottato una bambina dell’orfanotrofio di Hopeton. Sua cugina vive lì e la signora Spencer sapeva tutto in proposito. Da allora io e Matthew abbiamo cominciato a parlarne. Pensavamo di prendere un ragazzo. Matthew sta invecchiando, sai – ormai ha sessant’anni – e non ha più le energie di una volta. Il cuore gli dà un bel po’ di problemi. E sai bene anche quanto sia diventato difficile assumere dei braccianti. Ci sono soltanto quegli stupidi ragazzini francesi, e non appena riesci a far capire loro come funziona qui e a insegnargli qualcosa, quelli se ne vanno a lavorare alla fabbrica di aragoste in scatola, oppure partono per gli Stati Uniti. All’inizio Matthew ha pensato di fare richiesta per uno di quei bambini che mandano dall’Inghilterra, ma io mi sono opposta. “Magari saranno pure bravi ragazzi, non dico di no, ma non voglio rischiare di mettermi in casa un delinquentello dei vicoli di Londra” gli ho detto. “Almeno che 15


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sia qualcuno di qui. Farlo stare da noi sarà comunque un rischio, chiunque sia, ma mi sentirei più sicura e dormirei certamente meglio se ci fosse un ragazzo canadese sotto il nostro tetto”. Perciò alla fine abbiamo deciso di chiedere alla signora Spencer di sceglierne uno per noi quando sarebbe andata a prendere la sua bambina. Abbiamo saputo che aveva intenzione di andare la scorsa settimana, perciò le abbiamo fatto dire dalla famiglia di Richard Spencer, che sta a Carmody, di portarci un ragazzino sveglio di dieci o undici anni. Abbiamo stabilito che fosse l’età migliore, è abbastanza grande da rendersi utile con qualche faccenda e abbastanza giovane per poterlo istruire come si deve. Gli daremo un buon tetto sopra la testa e lo faremo andare a scuola. Oggi abbiamo ricevuto un telegramma dalla signora Spencer – ce l’ha portato il postino dalla stazione – in cui diceva che sarebbero arrivati oggi pomeriggio con il treno delle cinque e mezza. Perciò Matthew è andato a prendere il ragazzo a Bright River. La signora Spencer lo farà scendere là, lei ovviamente prosegue per la stazione di White Sands». La signora Rachel si vantava di dire sempre ciò che pensava, perciò si apprestò a farlo anche questa volta, dopo aver riflettuto su quella stupefacente notizia. «Dunque, Marilla, senza stare a girarci intorno ti dirò che secondo me state facendo una pazzia, vi state assumendo un bel rischio. Non avete idea di chi vi sia toccato in sorte. State accogliendo in casa vostra un ragazzino sconosciuto di cui non sapete assolutamente nulla, né sul suo carattere, né sui suoi genitori, né su come potrebbe diventare. Giusto una settimana fa leggevo sul giornale di questa coppia, marito e moglie, che abitavano nella parte occidentale dell’isola e avevano adottato un bambino dall’orfanotrofio, e quello di notte ha dato fuoco alla casa – l’ha fatto di proposito, Marilla – e li ha quasi bruciati vivi nel loro letto. Ho sentito anche di un altro 16


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caso, un ragazzino adottato che succhiava le uova, non riuscivano a togliergli quel vizio. Se mi avessi chiesto un consiglio, Marilla – cosa che non hai fatto – ti avrei detto di non pensare nemmeno di fare una cosa del genere, per carità». Marilla non parve né offesa né agitata da quel parere non richiesto. Continuò tranquillamente il suo lavoro a maglia. «Non nego che ci sia un fondo di verità in quel che dici, Rachel. Io stessa mi sono fatta parecchi scrupoli. Ma Matthew era determinato. Quando l’ho capito, ho ceduto. È così raro che Matthew si fissi su qualcosa, che quando lo fa mi sento sempre in dovere di assecondarlo. E per quanto riguarda i rischi, qualsiasi cosa si faccia a questo mondo ne comporta. E comunque è rischioso anche avere dei figli propri, non sempre vengono su bene. La Nuova Scozia in fondo è a poca distanza dalla nostra isola, non è come prenderci un ragazzino inglese o americano. Non potrà essere poi così diverso da noi» «Beh, spero che vada tutto bene» disse la signora Rachel con un tono che lasciava chiaramente trapelare i suoi dubbi. «Ma non dite che non vi avevo avvisati se per caso dovesse dare fuoco a Green Gables, o avvelenare il pozzo con la stricnina. Ho sentito di un caso, nel New Brunswick, in cui un bambino dell’orfanotrofio ha fatto esattamente questo e tutta la famiglia è morta tra atroci dolori. Credo però che si trattasse di una ragazzina» «Beh, non stiamo adottando una ragazzina» disse Marilla, come se avvelenare i pozzi fosse una prerogativa esclusivamente femminile, e non ci si dovesse preoccupare di niente del genere nel caso di un maschio. «Non mi sognerei mai di mettermi a crescere una bambina. Mi meraviglia che la moglie di Alexander Spencer l’abbia fatto. Ma quella non esiterebbe ad adottare l’intero orfanotrofio se per caso le venisse in mente di farlo». 17


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Alla signora Rachel sarebbe piaciuto molto rimanere finché Matthew non fosse tornato con l’orfanello, ma dopo aver calcolato che ci sarebbero volute almeno due ore buone prima che arrivasse, stabilì che fosse meglio proseguire lungo la strada fino alla casa di Robert Bell per riferire la notizia. Di sicuro avrebbe suscitato grande scalpore, e la signora Rachel adorava suscitare scalpore. Perciò se ne andò, con un certo sollievo da parte di Marilla, che aveva visto i propri dubbi e le proprie paure riaccendersi, alimentati dal pessimismo dell’amica. «Ma guarda un po’, tra tutte le cose che potevano essere!» sbottò la signora Rachel una volta uscita sul vialetto. «Mi pare quasi di sognare. Beh, mi dispiace per quel povero ragazzino. Matthew e Marilla non sanno nulla di bambini e si aspetteranno che sia saggio e sicuro di sé quanto suo nonno, sempre che l’abbia avuto un nonno, il che non è affatto certo. In ogni caso è stupefacente immaginare un bambino a Green Gables, non ce ne sono mai stati in quella casa, Matthew e Marilla erano già grandi quando è stato costruito il nuovo edificio, sempre che siano mai stati bambini, il che è difficile da credere quando li si guarda. Non vorrei proprio essere nei panni di quell’orfano. Però provo compassione per lui, ecco». Così parlò la signora Rachel, confessando ciò che aveva nel cuore ai cespugli di rose selvatiche. Ma se in quel momento avesse potuto vedere chi c’era in attesa alla stazione di Bright River, la sua compassione sarebbe stata ancora più profonda e sentita.

18


Indice

Una sorpresa per Rachel Lynde

9

Una sorpresa per Matthew Cuthbert

19

Una sorpresa per Marilla Cuthbert

35

Risveglio a Green Gables

43

La storia di Anna

51

Marilla prende una decisione

58

Le preghiere di Anna

65

L’educazione di Anna ha inizio

69

Rachel Lynde inorridisce

79

Le scuse di Anna

88

La scuola domenicale

97

Una promessa solenne

104

La gioia dell’attesa

111

La confessione di Anna

117

Una tempesta in un bicchier d’acqua

127

Un tè finito in tragedia

146

Nuovi interessi

159


Anna accorre in aiuto

167

Uno spettacolo, una catastrofe e una confessione

178

Un po’ troppa immaginazione

192

Una torta originale

200

Anna è invitata per il tè

212

Una questione d’onore

217

La signorina Stacy organizza uno spettacolo

225

Matthew e le maniche a sbuffo

230

Il club delle storie

242

Troppa vanità

251

La sfortunata dama del giglio

260

Una nuova stagione

270

La Queen’s Academy

281

Quando il torrente incontra il fiume

294

Promossi e bocciati

302

Spettacolo all’hotel

311

Una ragazza alla Queen’s

323

Inverno alla Queen’s

332

La gloria e il sogno

338

L’addio 345 Una svolta imprevista

353


Nella stessa collana: Rita Levi-Montalcini Eva era africana

(sette edizioni)

Fulco Pratesi Nella giungla di Sandokan Ernesto Ferrero Il giovane Napoleone Gianni Rodari La storia degli uomini

(due edizioni)

(due edizioni)

(cinque edizioni)

Federico Bini Il gatto non fa miao e altre 199 scoperte…

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Federico Bini Caccia ai tesori Mark Twain Uno yankee alla corte di Re Artù (due edizioni) Furio e Giacomo Scarpelli Estella e Jim nella meravigliosa Isola del Tesoro Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 1 (sei edizioni, serie agile) Hans-Georg Noack Benvenuto (due edizioni) Roger McGough Bestiario immaginario (serie agile) Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 2 Il fantasma della scuola Fulco Pratesi Sulla rotta di Darwin

(sei edizioni, serie agile)

(due edizioni, serie agile)

Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 3 Amiche da record

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Ellis Weiner, Jeremy Holmes I gemelli Templeton hanno un’idea

(due edizioni)

Furio Scarpelli Opopomoz Gianluca Morozzi Marlene in the sky Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 4 Occhio alla babysitter! Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 5 Buone per forza Giuseppe Culicchia A spasso con Anselmo

(tre edizioni, serie agile)

(tre edizioni, serie agile)

(serie agile)

Roger McGough Storia di un ruttino e altri versi (serie agile) Pierre Riches David

(serie agile)

Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 6 Ballerine a tutti i costi

(quattro edizioni, serie agile)

Ellis Weiner, Jeremy Holmes I gemelli Templeton 2 Danno spettacolo Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 7 Ma che bella pensata! Age & Scarpelli, Monicelli Brancaleone

(tre edizioni)

Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria

(cinque edizioni)

Sergio Parini, Jacopo Fo Le fatiche di Ercole Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 8 Nessuna notizia, buona notizia! Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 9 Dettano le regole


Alessandra Buzzetti (a cura di) Letterine a Papa Francesco

(tre edizioni)

Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 2 Sulle rive del Plum Creek

(due edizioni)

Richard Matheson, William Stout Abu e le sette meraviglie (due edizioni) Luca Di Fulvio I ragazzi dell’Altro Mare Annie Barrows, Sophie Blackall Ely + Bea 10 Mistero a Pancake Court Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 3 Sulle sponde del Silver Lake

(due edizioni)

Eraldo Affinati L’11 settembre di Eddy il ribelle (due edizioni) Lene Kaaberbøl Wildwitch. La prova del fuoco Roberto Piumini, Cecco Mariniello io, pi Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 4 Il lungo inverno Roberto Piumini, Enzo Boschi Non sta mai ferma

(due edizioni)

(due edizioni)

Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 5 Piccola città del West (due edizioni) Ermanno Detti, Roberto Innocenti Storia di Leda Pierre Riches La fede è un bagaglio lieve Franco Cardini Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri Rita Levi-Montalcini Le tue antenate

(quattro edizioni)

(nove edizioni)

Roberto Piumini, Paolo d’Altan Il mare Ermanno Detti, Emanuele Luzzati Giovannino senza paura Lene Kaaberbøl Wildwitch 2 Il sangue di Viridiana Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 6 Gli anni d’oro (due edizioni) Gill Lewis, Jo Weaver Una storia come il vento Paolo Nori, Tim Kostin Come è andata veramente tra Mascia e orso Alain Surget Mary Read. La ragazza pirata Franco Cardini, Marco Bussagli Sacro Graal Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 7 I primi quattro anni Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 1 Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 2 Anna di Avonlea


Della stessa serie:

ANNA DAI CAPELLI ROSSI 2 ANNA DI AVONLEA 320 pagg. ISBN 978-88-9348-366-7 euro 13,90

Anna Shirley, la piccola orfana adottata dai Cuthbert, è ormai cresciuta ed è diventata maestra. Oltre a sperimentare metodi di insegnamento innovativi, la ragazza si impegna con entusiasmo per animare la vita della piccola comunità di Avonlea. Passano così due anni e il progetto di proseguire gli studi all’università sembra rimanere solo un sogno. Ma un giorno accade qualcosa che cambierà il corso degli eventi…


Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche S.p.a. (Bergamo) nel mese di maggio 2018


Lucy Maud Montgomery nacque a New London, in Canada, nel 1874 e morì a Toronto nel 1942. Nella sua vita pubblicò numerosi libri per ragazzi, raggiungendo l’apice del successo nel 1908 con Anna dai capelli rossi, primo di una serie di otto volumi. Le vicende dell’orfanella erano in parte ispirate all’infanzia dell’autrice, che da piccola aveva perso la madre ed era stata allevata dai nonni. Tradotte in decine di lingue, le storie di Anna hanno continuato ad avere grande seguito fino a oggi, grazie anche alla celebre serie animata giapponese che la tv italiana ha trasmesso a partire dal 1980 e alla recentissima fiction distribuita da Netflix in tutto il mondo.

Della stessa serie: 2

ANNA

dai capelli rossi

Anna di Avonlea ROM ANZO 2

Lucy Maud Montgomery traduzione di Angela Ricci

Immagine di copertina per gentile concessione di Netflix, Inc. Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign


Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall’orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti.

“Dentro di me devono esserci tante Anna diverse, a volte penso che sia per questo che sono una persona così difficile. Se fossi un’Anna sola sarebbe tutto molto più facile, ma anche molto meno interessante”.


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