La battaglia dei libri

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Jonathan Swift (1667-1745) è conosciuto e letto

Masolino d’Amico (Roma, 1939) è autore, tra-

duttore, critico teatrale, docente universitario. Ha tradotto William Shakespeare, Oscar Wilde, Lewis Carroll e tanti altri maestri della letteratura di lingua inglese.

Jonathan Swift Jonathan Swift

in tutto il mondo per I viaggi di Gulliver, ma è stato anche autore di originalissimi pamphlet satirici, che fanno sorridere e riflettere ancora oggi. La battaglia dei libri fu il suo esordio letterario e gli portò subito successo di pubblico e di critica.

Nella prestigiosa biblioteca di St. James si scatena una violenta battaglia tra autori classici e moderni per affermare il proprio primato letterario e conquistare la vetta del Parnaso. Messe da parte le cortesie dei salotti letterari, uno scatenato Omero disarciona il favolista Perrault, il grande Cartesio viene abbattuto da una freccia di Aristotele, Torquato Tasso e John Milton si contendono il comando della cavalleria, mentre il povero Esopo cerca vanamente la morale di tutta quanta la vicenda...

La battaglia dei libri

L’eterna contesa fra tradizione e innovazione in una satira sempre attuale che punge sul vivo tutti gli amanti della letteratura.

LA BATTAGLIA DEI LIBRI

Guido Scarabottolo (Sesto San Giovanni, 1947) è uno dei più importanti grafici e illustratori europei. Per Gallucci ha illustrato un’originale versione di Pinocchio, con testi di Andrea Rauch, in cui il burattino racconta la propria storia in prima persona.

ISBN 978-88-9348-429-9

euro 10,00

curato e tradotto da Masolino d’Amico illustrato da Guido Scarabottolo

“Ora bisogna qui specificare chiaramente che l’Inchiostro è la grande arma-missile in tutte le battaglie dei dotti. Esso è impiegato attraverso una sorta di macchine chiamate penne, un numero infinito delle quali viene scagliato contro il nemico dai prodi di ambo i lati con pari destrezza e violenza. Questo liquido maligno si compone di due ingredienti, Bile e Vetriolo, onde assecondare in certa misura oltre che fomentare il genio dei combattenti con la sua asprezza e velenosità”.


Jonathan Swift (1667-1745) è conosciuto e letto

Masolino d’Amico (Roma, 1939) è autore, tra-

duttore, critico teatrale, docente universitario. Ha tradotto William Shakespeare, Oscar Wilde, Lewis Carroll e tanti altri maestri della letteratura di lingua inglese.

Jonathan Swift Jonathan Swift

in tutto il mondo per I viaggi di Gulliver, ma è stato anche autore di originalissimi pamphlet satirici, che fanno sorridere e riflettere ancora oggi. La battaglia dei libri fu il suo esordio letterario e gli portò subito successo di pubblico e di critica.

Nella prestigiosa biblioteca di St. James si scatena una violenta battaglia tra autori classici e moderni per affermare il proprio primato letterario e conquistare la vetta del Parnaso. Messe da parte le cortesie dei salotti letterari, uno scatenato Omero disarciona il favolista Perrault, il grande Cartesio viene abbattuto da una freccia di Aristotele, Torquato Tasso e John Milton si contendono il comando della cavalleria, mentre il povero Esopo cerca vanamente la morale di tutta quanta la vicenda...

La battaglia dei libri

L’eterna contesa fra tradizione e innovazione in una satira sempre attuale che punge sul vivo tutti gli amanti della letteratura.

LA BATTAGLIA DEI LIBRI

Guido Scarabottolo (Sesto San Giovanni, 1947) è uno dei più importanti grafici e illustratori europei. Per Gallucci ha illustrato un’originale versione di Pinocchio, con testi di Andrea Rauch, in cui il burattino racconta la propria storia in prima persona.

ISBN 978-88-9348-429-9

euro 10,00

curato e tradotto da Masolino d’Amico illustrato da Guido Scarabottolo

“Ora bisogna qui specificare chiaramente che l’Inchiostro è la grande arma-missile in tutte le battaglie dei dotti. Esso è impiegato attraverso una sorta di macchine chiamate penne, un numero infinito delle quali viene scagliato contro il nemico dai prodi di ambo i lati con pari destrezza e violenza. Questo liquido maligno si compone di due ingredienti, Bile e Vetriolo, onde assecondare in certa misura oltre che fomentare il genio dei combattenti con la sua asprezza e velenosità”.


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Jonathan Swift

La battaglia dei libri curato e tradotto da Masolino d’Amico illustrato da Guido Scarabottolo ISBN 978-88-9348-429-9 Prima edizione maggio 2018 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2022 2021 2020 2019 2018 © 2018 Carlo Gallucci editore srl - Roma g a l l u c c i H D. c o m Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Il bilancio dell’anidride carbonica generata da questo libro è uguale a zero. Le emissioni di CO2 prodotte per la realizzazione del volume, infatti, sono state calcolate da NatureOffice e compensate con progetti di rimboschimento, realizzati anch’essi da NatureOffice e finanziati in proporzione dall’editore. NatureOffice è una società di consulenza che studia e sviluppa strategie sostenibili per la salvaguardia del clima su base volontaria. È attiva in Europa e nel Nord e Sud America. Per saperne di più visita il sito www.natureoffice.com Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Jonathan Swift

La battaglia dei libri curato e tradotto da Masolino d’Amico illustrato da Guido Scarabottolo



NOTA DEL CURATORE E TRADUTTORE

Jonathan Swift nacque a Dublino il 30 novembre 1667. Non conobbe suo padre, un inglese che si era trasferito in Irlanda dove esercitava la professione legale, e che morì sette mesi prima di vedere il suo secondogenito e primo maschio. La vedova, inglese anche lei, tornò in patria lasciando il piccolo alle cure di parenti del marito, che lo allevarono e ne consentirono gli studi finché la ribellione irlandese del 1689 e il conseguente conflitto con l’Inghilterra non costrinsero Jonathan a raggiungere sua madre a Leicester. Incoraggiato da lei, trovò asilo a Moor Park, nel Surrey, residenza di Sir William Temple, amico di lunga data degli Swift, rimasti a Dublino. Temple era un uomo assai illustre. Come ambasciatore aveva avuto incarichi prestigiosi, tra cui i negoziati per la triplice alleanza antifrancese tra Inghilterra, Svezia e Olanda, e le trattative per le nozze dei sovrani in carica, Guglielmo d’Orange e Maria, figlia di Giacomo II. Era un raffinato collezionista di antichità e di dipinti, un appassionato di giardinaggio e un ammirato scrittore, i cui saggi riuniti in Miscellanies si leggevano ancora un secolo dopo la sua morte. A casa sua Swift ebbe mansioni di segretario e assistente, con la possibilità di fruire della magnifica biblioteca; 5


poté poi completare i suoi studi a Oxford ed entrare nel clero anglicano, diventando titolare, nel 1695, di una piccola parrocchia vicino a Belfast. Qui risiedette per circa un anno prima di tornare a Moor Park, richiamato da Temple che sentiva la sua mancanza. Fu allora, intorno al 1696, che scrisse Il racconto di una botte e La battaglia dei libri, pubblicati insieme, anonimi, nel 1704. Di questi il secondo nacque come omaggio a Sir William, da anni coinvolto in una polemica letteraria nell’ambito di un argomento di moda anche in Francia, dove sarebbe rimasto legato soprattutto al nome di Perrault, vale a dire la discussione sul predominio culturale degli antichi sui moderni, o viceversa. Per secoli la cultura occidentale aveva dato per scontata la supremazia del sapere classico su quello contemporaneo, ma gli albori dell’età delle scoperte scientifiche, che in Inghilterra aveva comportato la nascita della Royal Society, avevano dato argomenti ai sostenitori della nuova scienza. Conservatore per temperamento, Temple in un saggio del 1690, intitolato “Sulla dottrina antica e moderna”, aveva sostenuto il primato degli antichi, secondo lui insuperabili in ogni disciplina; e aveva messo a confronto scrittori classici e contemporanei, assegnando in ogni caso la palma ai primi. Ma lodando sperticatamente le cosiddette Lettere a Falaride, raccolta greca di cui, purtroppo a sua insaputa, studiosi seri avevano dimostrato la natura spuria, aveva commesso una gaffe che fu subito rilevata. Per venirgli in soccorso accademici di 6


Oxford, ateneo legato all’insegnamento tradizionale, commissionarono una nuova edizione delle Lettere a Falaride, con traduzione in latino delle medesime, a un giovane studente bennato, tale Charles Boyle, che anni dopo sarebbe diventato quarto conte di Orrery: ma questo libro, in cui Temple veniva lodato, fu preso a bersaglio da due ex alunni di Cambridge con le carte in regola, Richard Bentley, bibliotecario della St James’s Library, e William Wotton, in una pubblicazione che suscitò repliche da Boyle e da altri. Né il dibattito finì qui. A mettergli un suggello scherzoso fu l’intervento di Swift, che anticipa nel tono Il ricciolo rapito, ossia l’analogo espediente con cui anni dopo Alexander Pope avrebbe sdrammatizzato l’episodio responsabile dell’ostilità tra due famiglie. Oltre a dare un primo saggio della verve indiavolata del nostro, anticipa anche la tendenza così fruttuosa della nuova letteratura a servirsi della parodia come spunto, donde nacquero vari capolavori. Il ricciolo rapito (1712) è un poemetto eroicomico che fa il verso a Omero; L’opera dei mendicanti (1728) di John Gay, un capovolgimento delle situazioni canoniche nell’opera lirica; Tom Jones (1749) di Henry Fielding, una finta applicazione dell’epica al romanzo. Gli stessi Viaggi di Gulliver (1726) fanno il verso ai resoconti più o meno veraci di navigatori tipo Robinson Crusoe. Redatta come se fosse un resoconto giornalistico con lacune, La battaglia dei libri si rifà giocosamente a Omero e Virgilio, ma in prosa, imitando lo stile 7


delle traduzioni ricalcate sulle strutture delle lingue classiche; e secondo l’uso dei polemisti antichi, è sfacciatamente di parte. Nella diatriba Temple aveva torto, e Swift doveva saperlo, ma del suo patrono aveva derivato l’avversione nei confronti dello spirito scientifico e “moderno”, cui avrebbe dato violento sfogo nel terzo viaggio di Gulliver (l’Accademia di Lagado); e giacché c’era, si tolse anche qualche sassolino dalla scarpa, vedi il trattamento di Dryden, che pure era un suo lontano parente. Non aveva certo dimenticato il giorno in cui gli aveva sottoposto umilmente dei suoi versi, alla Will’s Coffee House, versi esaminati i quali l’insigne letterato gli aveva detto: «Cugino Swift, voi non sarete mai un poeta». Spenti e dimenticati gli echi della querelle, già nell’Ottocento Macaulay definì il beffardo esercizio satirico del futuro Decano «forse l’unico frutto valido della baruffa più stupida che abbia mai coinvolto dei cervelli». M.d.A.

AVVERTENZA. Le note a piè di pagina sono dell’autore, con mie integrazioni quando necessario. Quelle in fondo sono mie.

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Jonathan Swift

La battaglia dei libri



L’EDITORE* AL LETTORE

Il seguente Discorso, così com’è indiscutibilmente dello stesso Autore, allo stesso modo sembra sia stato scritto allo stesso tempo di quello precedenteI, voglio dire nell’anno 1697, durante la famosa disputa tra Cultura Moderna e Antica. La controversia nacque da un saggio di Sir William Temple su quell’argomento, saggio al quale rispose W. Wotton, con un’appendice del dottor Bentley, nel tentativo di demolire il credito di Esopo e Falaride in quanto autori che nel surricordato saggio Sir William Temple aveva lodato assai. In quella appendice il dottore vitupera parecchio una nuova edizione di Falaride, curata dall’onorevole Charles Boyle (ora Conte di Orrery), al che Mr. Boyle replicò diffusamente, con grande erudizione e spirito; e il dottore, voluminosamente, rispose a sua volta. In questa disputa la città si risentì assai al vedere una persona della reputazione e dei meriti di Sir William Temple così maltrattata dai due predetti gentiluomini, e senza alcun accenno di provocazione. Da ultimo, non profilandosi una fine della lite, il nostro autore ci dice che i libri della Biblioteca di St James, conside* Si tratta di John Nutt, l’editore inglese originale di Swift. In realtà la nota è stata redatta dallo scrittore stesso - NdR.


randosi parti in causa, entrarono nella controversia e giunsero a una battaglia decisiva; ma poiché il manoscritto, per i danni arrecati dalla sorte o dal cattivo tempo, è lacunoso in parecchi punti, non possiamo sapere a quale schieramento arrise la vittoria. Devo avvisare il lettore di guardarsi dall’applicare a persone quanto qui è inteso solo per libri nel senso più letterale. Perciò quando si nomina Virgilio non dobbiamo pensare alla persona del famoso poeta, ma solo a certi fogli di carta rilegati in cuoio, contenenti a stampa le opere del predetto poeta; e così per il resto.

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PREFAZIONE DELL’AUTORE

La Satira è una sorta di Specchio, dove chi guarda in genere vede la faccia di chiunque tranne la propria; donde la benevola accoglienza che di solito essa riceve nel mondo, e il fatto che tanto pochi ne vengano offesi. Ma se dovesse andare diversamente, il pericolo non è grande; e io ho imparato da lunga esperienza a non temere cattive conseguenze da interpretazioni che sono riuscito a stimolare; poiché rabbia e furore, per quanto aggiungano forza ai muscoli del corpo, rilassano com’è noto quelli dell’animo, fino a rendere tutti i suoi sforzi fiacchi e impotenti. Esiste un tipo di cervello che sopporta una sola scrematura. Il suo proprietario dovrebbe gestirlo con discrezione, e amministrare il proprio piccolo patrimonio con economia; ma soprattutto, evitare di esporlo alla sferza di chi è da più di lui, perché ciò lo farebbe ribollire fino all’impertinenza, e il proprietario non avrà modo di reintegrarlo. Infatti lo spirito senza sapienza è una sorta di crema, che durante la notte si rapprende in cima, e che una mano esperta può rapidamente sbattere fino a farla diventare schiuma; ma una volta scremata, quello che rimane sotto non è più buono che per essere gettato ai porci.

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Un ESAURIENTE e VERIDICO RESOCONTO della BATTAGLIA combattuta lo scorso venerdì tra libri ANTICHI e MODERNI nella biblioteca di ST. JAMES

Chiunque esamini con la debita attenzione i Registri Annuali del Tempo1 vi troverà annotato che La Guerra è figlia dell’Orgoglio, e che L’Orgoglio è figlio della Ricchezza. Di queste due affermazioni la prima si può accettare senza difficoltà, ma non così la seconda: poiché l’Orgoglio è parente stretto della Miseria e del Bisogno, per via di padre o di madre, e talvolta di entrambi; e a dire il vero, quando tutti gli uomini hanno il necessario, i conflitti accadono di rado. Di solito le invasioni viaggiano da nord a sud, ovvero dalla Miseria all’Abbondanza. I motivi più antichi e naturali per le liti sono Lussuria e Avidità: le quali, anche se possiamo considerarle sorelle o affini dell’Orgoglio, sono certamente il prodotto del Bisogno. Poiché, per esprimerci nei termini degli scrittori di politica, possiamo osservare nella repubblica dei “La Ricchezza produce Orgoglio; l’Orgoglio è il Motivo della Guerra, ecc,”, vedi “Ephemerides” di Mary Clarke, Optima Editio. [Le “Ephemerides” erano un almanacco popolare cui ironicamente Swift qui si richiama in nota come se fosse un testo di alta erudizione – NdC.]

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cani (che nella sua origine sembra una Istituzione dei Molti) che dopo un pasto esauriente lo Stato si trova sempre nella pace più profonda; e che tra loro le lotte intestine scoppiano quando capita che un grande osso sia afferrato da qualche cane leader, il quale o lo divide tra i pochi, e allora l’osso va a una oligarchia, o se lo tiene per sé, e allora nasce una tirannide. Tra i cani lo stesso ragionamento vale nei contrasti che osserviamo in seguito a una turgidezza in una qualunque delle loro femmine. Infatti, il diritto di possesso trovandosi in comune (essendo impossibile stabilire un diritto di proprietà in un caso così delicato), gelosie e sospetti abbondano in modo tale che in quella strada l’intera comunità entra in stato di guerra, con ogni cittadino contro ogni altro; finché qualcuno dotato di più coraggio, contegno o fortuna si impossessa della preda e se la gode; al che naturalmente sorgono grandi mal di fegato e invidie, e invettive contro il cane fortunato. Ancora, se guardiamo una qualunque di quelle repubbliche impegnate in una guerra internazionale, di aggressione o di difesa, troviamo che lo stesso ragionamento si applica ai motivi e ai pretesti di ciascuno; e che la povertà o il bisogno, in questa o quella dose (autentici o ritenuti tali, il che nel caso non fa differenza), rivestono una grande importanza, così come l’orgoglio, dalla parte dell’aggressore. Ora, chiunque si compiaccia di prendere questo schema, e o di ridurlo o di adattarlo a uno Stato Intellettuale, o Comunità di Cultura, vedrà ben presto il primo motivo del16


la discordia tra i due grandi schieramenti attualmente scesi in campo, e potrà formarsi giuste conclusioni sui meriti di entrambe le cause. Ma lo sbocco ovvero gli eventi di questa guerra non sono altrettanto facili da prevedere; poiché la lite in corso è talmente attizzata dalle teste calde di entrambe le fazioni, e le pretese di qualunque genere sono talmente esorbitanti, da non consentire la minima apertura verso un accomodamento. Questa lite (a quanto ho sentito dichiarare da un vecchio residente dei dintorni) ebbe inizio a proposito di un piccolo lotto di terreno sito su di una delle due vette del Monte Parnaso; la più alta ed estesa delle quali era stata, a quanto pare, nel tranquillo possesso di certi inquilini, chiamati gli Antichi, mentre l’altra era occupata dai Moderni. Senonché questi ultimi, insoddisfatti della loro sede attuale, mandarono certi ambasciatori dagli Antichi, lagnandosi di un grande inconveniente, ovvero di come l’altezza di quella parte del Parnaso guastava completamente la vista dalla loro, specialmente verso oriente; pertanto, onde evitare una guerra, offrivano loro la scelta di questa alternativa: gli Antichi si compiacessero di spostare se stessi e i loro effetti giù verso la sommità interiore, che i Moderni avrebbero graziosamente ceduto, avanzando al loro posto; oppure, i predetti Antichi concedessero ai Moderni di venire con zappe e badili a spianare il predetto colle fino alla quota che trovassero opportuna. Al che gli Antichi risposero che non si sarebbero mai aspetta17


Ultimi titoli pubblicati in questa collana: Altan - Benni 10 Teorie sull’estinzione dei dinosauri (due edizioni) Roque Larraquy, Diego Ontivero Rapporto sugli ectoplasmi animali di Buenos Aires Leo Lionni Elementi di botanica parallela Margherita d’Amico, Manuela Leno Conosco i miei polli Alfred Jarry, Andrea Rauch Ubu Re (due edizioni) Altan Bestie umane Jonathan Swift La battaglia dei libri

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl da Longo spa (Bolzano) nel mese di maggio 2018


Jonathan Swift (1667-1745) è conosciuto e letto

Masolino d’Amico (Roma, 1939) è autore, tra-

duttore, critico teatrale, docente universitario. Ha tradotto William Shakespeare, Oscar Wilde, Lewis Carroll e tanti altri maestri della letteratura di lingua inglese.

Jonathan Swift Jonathan Swift

in tutto il mondo per I viaggi di Gulliver, ma è stato anche autore di originalissimi pamphlet satirici, che fanno sorridere e riflettere ancora oggi. La battaglia dei libri fu il suo esordio letterario e gli portò subito successo di pubblico e di critica.

Nella prestigiosa biblioteca di St. James si scatena una violenta battaglia tra autori classici e moderni per affermare il proprio primato letterario e conquistare la vetta del Parnaso. Messe da parte le cortesie dei salotti letterari, uno scatenato Omero disarciona il favolista Perrault, il grande Cartesio viene abbattuto da una freccia di Aristotele, Torquato Tasso e John Milton si contendono il comando della cavalleria, mentre il povero Esopo cerca vanamente la morale di tutta quanta la vicenda...

La battaglia dei libri

L’eterna contesa fra tradizione e innovazione in una satira sempre attuale che punge sul vivo tutti gli amanti della letteratura.

LA BATTAGLIA DEI LIBRI

Guido Scarabottolo (Sesto San Giovanni, 1947) è uno dei più importanti grafici e illustratori europei. Per Gallucci ha illustrato un’originale versione di Pinocchio, con testi di Andrea Rauch, in cui il burattino racconta la propria storia in prima persona.

ISBN 978-88-9348-429-9

euro 10,00

curato e tradotto da Masolino d’Amico illustrato da Guido Scarabottolo

“Ora bisogna qui specificare chiaramente che l’Inchiostro è la grande arma-missile in tutte le battaglie dei dotti. Esso è impiegato attraverso una sorta di macchine chiamate penne, un numero infinito delle quali viene scagliato contro il nemico dai prodi di ambo i lati con pari destrezza e violenza. Questo liquido maligno si compone di due ingredienti, Bile e Vetriolo, onde assecondare in certa misura oltre che fomentare il genio dei combattenti con la sua asprezza e velenosità”.



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